4 minute read

Scalapay da startup a unicorn company: «Ed entro il 2022 raddoppiamo il team»

INTERVISTA Simone Mancini Ceo Scalapay

Scalapay da startup a unicorn company: «Ed entro il 2022 raddoppiamo il team»

Con l’ultimo mega round di finanziamento da 497 milioni di dollari, guidato dal colosso cinese Tencent e Willoughby Capital, la fintech del Buy Now Pay Later fondata nel 2019 da Simone Mancini entra nell’olimpo degli unicorni ed è pronta a inaugurare una nuova fase di crescita, grazie anche all’innovatica piattaforma “Magic Checkout”

DI ANGELA TOVAZZI

Accento toscano, seppur con 30 anni alle spalle passati con i genitori missionari laici in Australia, Simone Mancini è il giovane artefice del boom di Scalapay, fintech fondata con l’amico Johnny Mitresvki nel 2019 e che con l’ultimo mega round di 497 milioni di dollari, guidato dal colosso cinese dell’high-tech Tencent e Willoughby Capital, è entrata nell’olimpo degli unicorni, le società valutate oltre un miliardo di dollari. Un’idea di business, quella di Scalapay, che ha saputo assecondare le esigenze dei consumatori e cavalcare un trend in accelerazione. Basti pensare che negli Usa il Buy-now-pay-later, ossia la possibilità di rateizzare i pagamenti senza interessi, nel 2021 ha generato acquisti per 99,4 miliardi (+315%) e in Europa è responsabile per circa il 7,4% delle transazioni digitali, con la stima che possa arrivare al 13,6% entro il 2024. Secondo alcune proiezioni, il giro d’affari del settore potrebbe toccare i 3mila miliardi di dollari entro il 2030, trasformando questa formula di pagamento in quella preferita dalle nuove generazioni.

Scalapay non è la sua prima startup: com’è nata l’idea? Ho iniziato a lanciare dei progetti già quando andavo a scuola. Ho frequentato un corso serale di cucito e a 16 anni creato il mio brand di abbigliamento. In seguito ho collezionato esperienze disparate in diversi settori, da quello del gas all’edilizia, dalla difesa alla pubblica amministrazione. Fino a che sette anni fa ho conosciuto Johnny, anche lui figlio di emigranti. All’inizio ci siamo cimentati in un marketplace per il cibo, attraverso il quale le persone potevano vendere quello che preparavano in casa. A livello commerciale non è andata bene, ma abbiamo imparato tantissimo, anche il fatto che la pratica della rateizzazione aiutava i merchant a vendere. Da lì l’idea di Scalapay: un modo per rendere il momento del pagamento meno faticoso e aumentare la conversione.

Oggi potete contare su oltre 3mila brand partner. Come li avete convinti? Innanzitutto con il fatto che il milione di utenti che attualmente sta utilizzando Scalapay va alla ricerca proprio dei brand che offrono questo tipo di servizio. Un servizio che solitamente aumenta lo scontrino medio e la conversione. Noi ci concentriamo su “piccoli piaceri”, come un capo di abbigliamento o un profumo, la cui esperienza d’acquisto viene spesso guastata alla fine, nel momento del checkout, quando arrivano dubbi e rimorsi che fanno anche abbandonare il carrello. Ecco, Scalapay rende quel momento meno frustrante e permette al consumatore di fare acquisti di qualità maggiore e in linea con i suoi gusti, tanto da alzare lo scontrino medio a 120-150 euro. Risultato: oggi la percentuale di persone che all’anno usano Scalapay è aumentata dal 5-10% al 20%, con picchi del 50% per alcuni merchant.

Recentemente avete lanciato il prodotto Magic Checkout: quali i risultati? La scommessa alla base di Scalapay è stata quella di alleggerire l’impatto, finanziario e psicologico, che un acquisto può avere sul consumatore. Ci siamo resi conto però che l’esperienza dell’e-commerce è rimasta invariata da 20 anni, con un percorso, quello che va dall’ispirazione al pagamento, troppo lungo e con troppi passaggi. Da qui l’idea di Magic Checkout: un semplice bottone da inserire sulla pagina prodotto del brand o al checkout per permettere ai clienti finali, dopo la prima registrazione, di fare shopping senza inserire ulteriori dati o password, deterrenti per concludere la transazione. I risultati sono stati incredibili: un +10% nella conversion sul primo acquisto, +30-40% nei successivi.

Con gli ultimi finanziamenti dove investirete? Abbiamo obiettivi ambiziosi. Recentemente siamo sbarcati nel segmento travel, già in forte crescita con una cinquantina di brand attivi, e consolidato le nostre posizioni in mercati chiave come Francia, Germania, Portogallo e Spagna, Paese in cui abbiamo recentemente aperto nuovi uffici a Barcellona. Vediamo grandi opportunità in Europa, dove l’e-commerce è ancora nella fase early-stage, e ci prepariamo a raddoppiare il nostro team, passando dagli attuali 200 dipendenti ai 400 entro la fine del 2022. Abbiamo anche in programma di aumentare il numero di dirigenti e dei membri del cda.

Qual è il suo sogno per Scalapay? Riuscire a migliorare l’esperienza dell’e-commerce, oggi ancora molto fredda. E ricreare online, attraverso la tecnologia, l’atmosfera e il calore umano che si provano in un negozio fisico. Si tratta di una rivoluzione. E c’è ancora molto lavoro da fare.

This article is from: