
4 minute read
Adil Bouhdadiceo e co-founder di Autone
«Troppa merce o troppo poca? Con Autone il classico dilemma del retail è risolto»
DI ANDREA BIGOZZI
«Io e il mio socio lavoravamo per Alexander McQueen, un marchio sinonimo di lusso. Da fuori, tutto sembra impeccabile. Ma dietro le quinte? Un caos totale, almeno per quanto riguarda il buying. Stando in azienda ci siamo resi conto di come i brand prendano le decisioni d’acquisto: troppi ordini su alcuni prodotti, scorte insufficienti su altri, allocazioni sbagliate. E non era solo un problema di McQueen, ma dell'intera industry». Adil Bouhdadi, nato a Parigi e formatosi tra Usa, Uk e Italia, ha vissuto la realtà del retail da insider, lavorando anche per Victoria Beckham, Givenchy e Alexander Wang. Con tranquillità e un pizzico di ironia, racconta l’esperienza che lo ha portato a fondare, con il socio Harry Glucksmann-Cheslaw, Autone, una piattaforma per il retail nata nel 2020 e di cui è ceo. Oggi, una startup di due persone è diventata un’azienda con un team di 50 e varie sedi, tra cui Milano. «Era evidente che al settore mancava un po’ di intelligenza», dice Bouhdadi, consapevole dello stupore che la sua affermazione può suscitare. E proprio l’intelligenza artificiale è la chiave del lavoro di questa startup specializzata nell'ottimizzazione dell'inventario.
Qual è il punto debole del buying che Autone risolve?
Risolviamo i problemi cronici dei retailer. Gli eccessi di magazzino si riducono, il problema degli articoli esauriti sparisce, i margini migliorano. Con Autone, i brand non si limitano a gestire l’inventario: possono prevedere e persino influenzare il futuro. È come passare da una carrozza trainata da cavalli a una Tesla. Merito dell’AI, che intercetta i cambiamenti della domanda prima che accadano e ottimizza le scorte prima che diventino un problema.
Tra i brand c’è ancora resistenza all’uso dell’AI?
Qualcuno è ancora scettico, ma i marchi più lungimiranti si stanno già muovendo. Tra i nostri clienti ci sono realtà note come Courrèges, Lancel, Harvey Nichols, Roberto Cavalli, Stüssy, Zadig & Voltaire.
La piattaforma è utile solo a buyer?
Il retail funziona se tutta la macchina gira alla perfezione. Per questo Autone non aiuta solo i buyer, ma anche merchandiser, planner, forecaster, cfo, tutti coloro che hanno la responsabilità di far guadagnare l’azienda, anziché perdere soldi.
Dite di prevedere e persino influenzare il futuro. Siete la sfera di cristallo del retail?
Usare Autone è più come avere una macchina del tempo per la gestione dell’inventari. Analizziamo storico delle vendite, livelli di inventario, traffico in store, promozioni, trend e tutto ciò che incide sulle scelte d’acquisto. Poi il nostro motore AI esegue miliardi di calcoli e dice esattamente cosa fare.
Una delle vostre innovazioni è l’uso dell’AI visiva. Perché le immagini dei prodotti sono così determinanti nelle previsioni di vendita?
Perché un’immagine dice molto più di una riga su un file Excel. Con l’AI visiva il nostro modello analizza silhouette, colori, stagionalità e altri parametri, per capire quali stili avranno più successo. Non stiamo solo prevedendo numeri, ma intercettando cultura, tendenze e comportamenti dei consumatori. È un livello nuovo di analisi.
L’AI si nutre di dati, ma nel retail spesso i dati sono disorganizzati. Quanto pesa questo problema?
Tantissimo. Il retail è un disastro dal punto di vista dei dati: sistemi che non comunicano tra loro, informazioni mancanti, codici SKU duplicati, previsioni errate...È come provare a orientarsi con un GPS rotto. Il problema non è che l’AI non funziona, ma che spesso i dati di partenza sono spazzatura. Autone lo risolve alla radice: la nostra AI pulisce, struttura e sincronizza i dati di inventario tra ERP, POS ed e-commerce. Identifichiamo errori, colmiamo lacune e arricchiamo i dataset.
Il retail diventerà un lavoro da nerd?
Al contrario. Il futuro del lavoro non è navigare tra dashboard, ma interagire con l’AI come faresti con un collega. Con Autone, merchandiser, planner e buyer possono porre domande in linguaggio naturale («Dove ho troppa merce?» «Cosa devo riordinare oggi?») e ricevere risposte immediate. Senza SQL, senza codice, senza bisogno di analisti. Solo insight chiari e applicabili. Il sistema non si limita a rispondere: suggerisce azioni concrete e permette di eseguirle all’istante. L’AI non è più una scatola nera, ma una conversazione reale.
Molto affascinante. Ma in termini di numeri, quali sono i vantaggi?
I retailer che usano Autone vedono risultati immediati: il sell-through aumenta del 20%, l’inventario si riduce tra il 15 e il 30%, il problema degli articoli esauriti cala del 40% e si risparmiano milioni sugli eccessi di magazzino. Chi prova l’AI nella gestione dell’inventario si chiede solo perché non l’ha fatto prima.
Cosa farete dei 17 milioni di finanzamento da poco ottenuti?
Li stiamo investendo per potenziare ulteriormente l’AI, rendendola più predittiva, automatizzata e precisa nelle decisioni. Vogliamo anche scalare Autone a livello globale, raggiungendo più brand. La misson? Eliminare definitivamente i problemi di inventario per ogni retailer del pianeta.