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Cfo: in azienda è il nuovo co-pilota. Gestione del rischio e analisi dei dati le nuove priorità
Quasi 50 aziende della fashion industry hanno nominato nuovi direttori finanziari negli ultimi 12 mesi.
Obiettivo: massimizzare le potenzialità dei brand attraverso una pianificazione visionaria sul lungo periodo, un’approfondita analisi dei dati e una gestione del rischio, che deve garantire flussi di cassa anche in una fase di forte incertezza
DI ANDREA BIGOZZI
Da un anno a questa parte l’industria del la moda è in forte fermento, desiderosa di affrontare nel modo migliore le sfide impo ste da scenari geopolitici in trasformazione, nuove tecnologie, incertezze legate ai costi dell’energia e delle materie prime, inflazio ne elevata e aumento dei tassi di interesse, ripresa dell’attività di M&A. E di farlo con le persone giuste. La voglia di cavalcare nume ri in rimbalzo, o in alcuni casi, di invertirne il trend si riflette anche sui diversi cambi di poltrona in una delle posizioni manageriale attualmente più strategiche per il fashionsy stem, quella del chief financial officer. Negli ultimi 12 mesi, infatti, circa 50 importanti società del settore, tra cui Matchesfashion Swarovski, Guess, Prada e Design Hol ding, hanno nominato nuovi direttori finan ziari. A completare il quadro, proliferano i rapporti di società di recruiting che certifica no la crescente richiesta di questi professio nisti, che hanno visibilità su tutte le attività aziendali. «Il cfo è diventato uno dei ruoli più ricercati nel settore della moda», conferma Giulia Iuticone, executive search and leadership advisory di Heidrick & Struggles - ma con l’evolversi del settore anche il suo ruolo si è evoluto ed è responsabile di un’ampia gamma di compiti, dall’analisi delle prestazioni finanziarie allo sviluppo di strategie a lungo termine. Di fatto il direttore finanziario sta diventando un partner fondamentale per proprietari delle aziende, ceo e manager, le cui skill sono cresciute gradualmente». In passato, i cfo si concentravano sull’attività rendicontazione finanziaria, ma per queste figure oggi far quadrare i conti non è più l’obiettivo ultimo, ma il modo per supportare le strategie di sviluppo aziendale che loro stessi contribuiscono a definire, individuando le risorse per realizzarle anche in periodi di incertezza. «Un tempo per svolgere al meglio le loro funzioni - prosegue Iuticone - bastava studiare dei file excel, ora invece devono guardare al
GUIDA ALLE NUOVE NOMINE
Dall’Europa agli Usa i vertici della finanza sono ad alta rotazione
Nome Azienda Società di provenienza
Markus Neubrand GUESS Mcm
Alberto Toni DESIGN HOLDING Bata
Kate Ferry BURBERRY McLaren Group
David Wielemans SWAROVSKI EssilorLuxottica
Jessica Holscott AUTHENTIC BRANDS GROUP Warner Media
Andrea Bonini PRADA
Sean Glithero ASOS
Dave Murray MATCHESFASHION
Nick Hotchki CONDÉ NAST
Cathy R. Smith NORDSTROM
Goldman Sachs
Matchesfashion
Farfetch
WW International
Target
Stephanie Plaines J.C. PENNEY CO JLL
Annie Mitchell ALLBIRDS
Gymshark
David Aufderhaar STITCH FIX Promozione interna
Andy Muir SKIMS
Nike
Tiffany Smith LULU’S Promozione interna
675mila
Lo stipendio annuo della nuova ceo di Burberry, a cui andranno a sommarsi i bonus. In Italia cachet partono da 180mila euro le attività e operation aziendali e soprattutto una visibilità maggiore in termini di comunicazione e relazioni esterne». In molte realtà di primo piano, i cfo sono dei “decisori”, come dimostrano i casi di Jean-Jacques Guiony e Jean-Marc Duplaix, rispettivamente cfo di Lvmh e Kering, bersagli durante le conference call delle domande di analisti, stampa e investitori più dei patron Arnault e Pinault. Una metamorfosi, quella da “ragioniere” a “copilota” aziendale al fianco del ceo, confermata anche dai rappresentati della categoria stessa. «La percezione di questa figura è cambiata non solo agli occhi dei ceo, ma dell’intera azienda – racconta Paola Andreolli, di Andaf- Associazione Nazionale Diret- pire come si muovono i numeri, quali sono gli investimenti su cui puntare e i tempi in cui farlo». «Agilità e velocità sono diventate dunque essenziali per il suo lavoro - prosegue -: le sue analisi devono essere disponibili rapidamente e i dati su cui si basano devono essere immediatamente fruibili».
Un altro segno di cambiamento è che sempre più spesso i cfo provengono da background di analisti, dove la formazione non è puramente finanziaria ma spazia attraverso finanza e contabilità oltre a marketing, gestione ed etica aziendale. Il curriculum del nuovo cfo di Burberry, Kate Ferry, ad esempio, comprende una lunga esperienza come capo del team di ricerca di general retail per Merrill Lynch. Prima di diventare il cfo di Prada Andrea Bonini ha fatto parte del consumer retail group di Goldman Sachs, assumendo la responsabilità in Europa per
8,1% Cfo che diventano ceo: un trend che dal 2017 a oggi è passato dal 6% all’8,1% e che riguarda le aziende inserite nella Fortune500 e S&P500 il settore del lusso. «Non c’è dubbio che in questo momento avere una visione ad ampio raggio paghi - conferma Iuticone -. Il knowhow finanziario è dato per scontato, poi le conoscenze dirette del settore fashion e del prodotto sono apprezzate, ma non determinanti. Spesso le aziende di moda assumono cfo provenienti da settori diversi anche perché vogliono scongiurare l’effetto “miopia”, ovvero che il nuovo incaricato porti con sé le stesse logiche di pianificazione adottate in precedenza. Invece oggi le aziende chiedono ai cfo innovazione e agilità per adattarsi al nuovo panorama dei consumi che si è venuto a creare». Perché, secondo la cacciatrice di teste, il settore fashion è tra quelli che hanno vissuto il maggior cambiamento negli ultimi anni ed è tutt’ora in evoluzione. «Quello che nel 2019 sembrava strategico e finanziariamente vantaggioso - sottolinea - improvvisamente non lo è stato più. Per questo nelle ultime stagioni, segnate dalla ripartenza, le aziende hanno puntato su nuovi cfo per mitigare i rischi di questi continui cambiamenti e assicurarsi di avere il giusto business partner, in modo da pianificare in maniera visionaria i prossimi anni». Tra le diverse tendenze che spiegano l’ascesa della figura del cfo c’è sicuramente l’evoluzione dei sistemi informativi per l’analisi e il controllo dei dati, che permettono loro di avere una panoramica completa in tempo reale di ciò che sta accadendo in azienda. «L’applicazione delle nuove tecnologie nelle attività più ripetitive - riassume Iuticone - migliora da subito l’efficienza del cfo, che può concentrarsi sulle sua capacitò di visione strategica». Diversamente, una trasformazione più olistica della funzione dovuta all’introduzione di strumenti come l’intelligenza artificiale è più difficile da prevedere. «Non penso che l’avvento dell’AI ridurrà i posti di lavoro - si dice certa Andreolli -. Piuttosto aumenterà la specializzazione dei professionisti, né tantomeno cancellerà la figura del cfo: avere un pensiero di emergenza è la sua caratteristica fondamentale e il pensiero di emergenza, per definizione, non è mai quello già sperimentato che la macchina può conoscere». Il crescente potere del cfo è remunerato di conseguenza. All’interno dei gruppi internazionali del lusso il compenso medio secondo le stime si aggira intorno ai 350mila euro annui, fino a raggiungere cifre più significative come quella che pagherà Burberry per Kate Ferry: 675mila sterline all’anno più bonus. A fronte un raggio d’azione sempre più vasto, anche in Italia i direttori finanziari vedono impennarsi le loro retribuzioni, che mediamente sono comprese tra i 150 e i 180mila euro di ral «ma crescono sensibilmente per posizioni all’interno di società da oltre 500milioni di ricavi», specifica Iuticone.
In generale (fonte Salary Survey 2023 di PageGroup) un cfo con meno di 5 anni di esperienza guadagna 80-90 mila euro, importo che può salire sopra i 100mila euro in presenza di una seniority di 10 anni. Anzianità di servizio che, nel caso del cfo, è vista come un valore aggiunto nel fashionsystem.
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Il cfo over 40 sembra non avere diretti concorrenti tra i Millennials più giovani, al contrario di figure come quella del direttore creativo o del capo comunicazione e marketing,
Da cfo a ceo di Jd.com
Le aziende si affidano sempre più ai cfo per la fiducia, la sicurezza e la visione strategica le cui carriere ventennali sono state messe talvolta in discussione a causa della mancata conoscenza diretta delle giovani generazioni. «Questo - fa notare Andreolli - accade perché a differenza di mestieri, dove creatività ed entusiasmo prevalgono, nell’attività di cfo entrano in gioco aspetti come la gestione delle relazioni con i diversi stakeholder dell’azienda, dagli azionisti al board e agli organismi di controllo, che si imparano col tempo e sul campo».
Ma fin dove può arrivare all’interno dell’azienda il potere crescente del cfo? La risposta è semplice: verso la poltrona di ceo. Non un percorso obbligato, ma come indica un report della società di executive search Crist Kolder Associates, è un trend. Ultimo caso in ordine di tempo la promozione di Sandy Ran Xu da cfo e ceo di Jd.com. Un’escalation riservata a chi lavora nelle big company o che toccherà anche realtà più piccole, come quelle del made in Italy? «Possibile - conclude - Andreolli di Andaf -.Sempre più spesso il cfo assume le caratteristiche di un managing director, occupandosi di risorse umane e ufficio acquisti, talvolta persino dell’IT». Non sarà un po’ troppo per un co-pilota?
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