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La sfida è far innamorare ancora gli uomini della moda
Quali i brand e gli stili a cui non si rinuncia? I rialzi dei prezzi sono o non sono un problema per i clienti?
E i giovani come si comportano? A questi e altri interrogativi risponde una nuova puntata del nostro sondaggio
DI ALESSANDRA BIGOTTA
Dai best seller di stagione ai trend vincenti del menswear, allargando l’obiettivo ad altre tematiche: il ruolo dei clienti giovani e giovanissimi in negozio, l'importanza dell'omnicanalità, la battaglia dei prezzi, le nuove scommesse. Ma prima di tutto, le vendite. Dal nostro sondaggio sulla primavera-estate 2023, realizzato con oltre 40 selezionati retailer italiani, emerge un andamento a corrente alternata. Se un terzo degli intervistati segnala crescite del sell out anche a doppia cifra, quasi la metàcomplici anche le condizioni climatiche di maggio e, per alcuni, l'alluvione in EmiliaRomagna - indica una stabilità ed è più o meno la stessa percentuale di quanti un anno fa parlavano invece di un aumento. Il calo riguarda un non trascurabile 24%.
Sopra, modelli della collezione primavera-estate 2023 di Stone Island, marchio che ancora una volta è stato indicato dai dettaglianti come il best seller di stagione nel menswear
Come sono andate le VENDITE UOMO della primavera-estate 2023?
«I soldi ci sono ma, soprattutto tra i giovani, spesso vengono spesi in modo diverso - osserva Gino Cuccuini, retailer cui fanno capo diversi punti vendita tra la Toscana e la Sardegna -. A volte attira di più farsi un selfie a Ibiza che comprare un abito». A proposito di giovani, dalla Buyers’ Survey emerge comunque che in molti casi hanno un peso crescente in negozio e, inaspettatamente, non disdegnano marchi già noti: vengono segnalati tra gli altri Stone Island, C.P. Company, Ralph Lauren, Tagliatore, Lardini e, tra le griffe, Armani, Prada, Gucci e Cucinelli, accanto alle più trendy Palm Angels e Gcds e a nomi che rileggono in modo originale lo stile urban-sporty-street, come Casablanca, Drole de Monsieur, Amiri, Barrow e il coreano Andersson Bell. «Tra le nuove generazioni noto meno omologazionecommenta Giulio Felloni
46% HANNO MANTENUTO GLI STESSI LIVELLI DI UN ANNO FA
30% SONO CRESCIUTE
24% SONO CALATE
(Segue a pag. 58)