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La Nuova Fiera del Levante
Fiera del Levante, il 2018 è l’anno della rinascita L’edizione in corso segna per la campionaria barese l’inizio di un percorso che la vedrà al centro di grandi sfide
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er la Fiera del Levante questo è l’anno della rinascita. La Campionaria firmata Nuova Fiera del Levante è pronta a proporsi con un linguaggio nuovo, relazioni più solide e progetti ambiziosi per il futuro. Guardando fiduciosa quell’area del Mediterraneo di cui si sente parte.
“Abbiamo tutti quanti faticosamente lavorato in questi anni e credo che questo sia il primo riconoscimento di un lavoro di squadra fatto da tutte le parti sedute a questo tavolo. Ora guardiamo al futuro con concreto ottimismo – ci dice il presidente di Nuova Fiera del Levante Alessandro Ambrosi - Le novità di questa edizione sono tante, le tradizioni sono tante, le innovazioni delle tradizioni sono tantissime: il modo migliore per conoscerle è venire e viverle”. “La Fiera del Levante – aggiunge il sindaco di Bari Antonio Decaro - è da sempre un concentrato di energie, passione e identità. Anche nei momenti più bui, come tutti i baresi, ha saputo lottare e rialzarsi. Di questo voglio ringraziare tutte le persone qui presenti che, a vario titolo, ci hanno creduto e hanno lavorato per essere qui, fieri di essere nel futuro, come recita lo slogan della 82 esima Campionaria”. “Il compito delle istituzioni – dichiara il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano – non è esaurito, da domani inizia la competizione.
Abbiamo costruito la macchina, ma ora bisogna correre e battere gli avversari. Il fatto che il presidente del Consiglio ci faccia l’onore di venire a Bari sabato significa che è ricominciato un rapporto virtuoso tra la Fiera del Levante e l’economia italiana”. “La mia – conclude Pasquale Casillo, nuovo presidente dell’Ente Fiera - è una grande emozione. Provo grande riconoscenza per chi mi ha conferito questo mandato così importante. Per me, un imprenditore molto attento al proprio territorio, un’occasione come questa è un grande privilegio. Lo stimolo è quello di poter contribuire all’analisi strategica della competizione globale, che è anche la parte più bella e gratificante del lavoro dell’imprenditore”. Dalla città di Bari sede dell’ecumenismo religioso e del dialogo tra popoli e fede, dalla Puglia che si fa ponte tra Occidente e Oriente, dal Mezzogiorno che sa lavorare in sinergia con il Nord, la Nuova Fiera del Levante si propone di mettere a valore nuove economie e innovazione nel rispetto dei valori più tradizionali che la legano alla sua Terra. Non è un caso infatti che l’edizione 2018 della Campionaria aderisce all’anno nazionale del Cibo italiano attraverso una serie di eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica glocale con il coinvolgimento dei Presidi Slow Food, di Coldiretti e delle eccellenze pugliesi più rappresentative. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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La Nuova Fiera del Levante: soci e gestori
Il futuro della Campionaria si fonda su tradizione e innovazione L’obiettivo è creare alleanze strategiche con le imprese e gli operatori locali per condividere le opportunità di crescita e di sviluppo offerte dai mercati
di FRANCESCO IATO
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82esima edizione della Fiera del Levante segna il debutto della Nuova Fiera del Levante Srl. La nuova società pubblico-privata, una newco, che ha preso in gestione la convegnistica e tutte le attività del quartiere fieristico. Si tratta di una partecipata all’85% da Camera di Commercio di Bari e per il restante 15% da Bologna Fiere SpA. La NewCo, guidata dal presidente Sandro Ambrosi, gestisce il grosso degli spazi fieristici, vecchi e nuovi, intrattenendo rapporti con la clientela interessata alle manifestazioni previste nel calendario della Fiera del Levante, oltre ai congressi e alle iniziative collaterali, così come stabilito a norma di legge nel Piano operativo per il risanamento dell’ente approvato nel 2014. Il percorso di risanamento e riqualificazione è avvenuto con il sostegno della Regione Puglia che ha affiancato la NewCo nell’individuazione di nuove manifestazioni e contenitori tra cui il Polo della Cultura che si sta confermando tra i principali attrattori turistici e culturali della Puglia. La nuova fase chiude la gestione commissariale, guidata dalla dirigente regionale Antonella Bisceglia, durata due anni durante la quale è stata perfezionata la delicata fase della concessione degli spazi pubblici ai privati. Un delicato taglia e cuci che ha tenuto col fiato sospeso il personale e gli enti fondatori. Nel 2015, infatti, la vecchia fiera aveva collezionato perdite per 3,3 milioni di euro, mentre nel 2017 il bilancio è tornato attivo con un utile di 77mila euro ed un risparmio ulteriore nelle uscite di 500 mila euro. Il piano di risanamento si è sviluppato su tre direttrici fondamentali: esternalizzare le attività fieristiche e congressuali, risanare i conti e individuare un nuovo mercato della convegnistica in grado di far vivere la fiera tutto l’anno. Il trend positivo del 2017 lascia ben sperare per questa edizione 2018. Il quadro è stato completato, di recente, con l’individuazione del nuovo presidente dell’ente fiera. L’organismo interamente pubblico che svolgerà funzioni di amministratore di condominio dei padiglioni. Gli immobili, infatti, resteranno saldamente nelle mani dei soci fondatori della campionaria, Regione Puglia, Comune di Bari, Città Metropolitana e Camera di Commercio. A capo dell’ente il governatore Emiliano ha designato Pasquale Casillo, l’imprenditore di Corato a capo di un gruppo agroalimentare con un fatturato da oltre 800 milioni di euro l’anno. Casillo, classe 1969, è laureato in Economia aziendale, ed è presidente della Casillo Group. Ha ricevuto un incarico di prestigio e di rappresentanza. Nel nuovo ente fieristico nasceranno, inoltre, altri organismi di
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Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
indirizzo e controllo. In particolare la regione e gli altri fondatori nomineranno il consiglio di indirizzo, l’organismo previsto dal nuovo statuto. Il consiglio generale, l’equivalente dell’assemblea dei soci, finora composta da tre rappresentanti per ciascuno degli enti fondatori è stato sottoposto ad un taglio consistente di presenze. Di diritto ne faranno parte il presidente della Fiera, il sindaco di Bari e il sindaco metropolitano, il presidente della Camera di commercio e il presidente della Regione, che potranno però delegare un loro rappresentante: al consiglio generale spetta l’approvazione dei bilanci. Nel consiglio di indirizzo ci saranno invece due rappresentanti della Regione e uno ciascuno per Comune, Città metropolitana e Camera di commercio. Insomma l’operazione di rilancio è entrata nella fase cloù con la Nuova Fiera del Levante impegnata a coinvolgere nell’operazione le associazioni di categoria del territorio che hanno compreso, con coraggio, l’enorme potenziale di sviluppo di una fiera 2.0. Non a caso il socio di Bologna è impegnato a realizzare il calendario di fiere ed eventi che possano ridare appeal alla vecchia campionaria. Innovazione e tradizione le parole chiave del nuovo corso nell’ambito di un confronto continuo con i partner istituzionali, le forze economiche e sociali. Obiettivo creare alleanze strategiche con le imprese e gli operatori locali onde condividere le opportunità di crescita e sviluppo.
La Nuova Fiera del Levante: i progetti e le prospettive
Per ripartire serve una nuova strategia di promozione territoriale Il piano per il rilancio della Fiera prevede la definizione di un legame stretto fra enogastronomia, identità, paesaggio ed economie locali di FRANCESCO IATO
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rotesa verso il futuro, ma forte di una storia cominciata 82 anni fa. Ecco il biglietto da visita della nuova fiera del Levante, che da quest’anno sarà un laboratorio attivo 365 giorni l’anno. La tradizionale campionaria di inizio settembre resterà un appuntamento fisso in cui si mescoleranno gli ingredienti consolidatisi nel tempo. In particolare il rafforzamento del fattore religioso che vede Bari sede dell’ecumenismo e del culto nicolaiano, i perni centrali del dialogo tra popoli e fede, dalla Puglia che si fa ponte tra Occidente e Oriente. Una fiera che punta a rimanere l’unica valida del Mezzogiorno e che si propone di collaborare proficuamente con il Nord. Obiettivo mettere a valore nuove economie e innovazioni di processo e di prodotto. L’edizione 2018 aderirà all’anno nazionale del Cibo italiano attraverso una serie di eventi legati alla cultura e alla tradizione enogastronomica glocale col coinvolgimento dei Presidi Slow Food, di Coldiretti e delle eccellenze pugliesi più rappresentative. Nel mirino degli organizzatori c’è l’idea di creare uno stretto legame fra cibo, identità, paesaggio ed economie locali onde mettere in campo una nuova strategia di promozione territoriale. Insomma una vetrina che cambia pelle, ma non orizzonti. Un piano ambizioso in cui convivono turismo, enogastronomia e cultura. Non a caso sono stati valutati oltre un migliaio di progetti tematici. Fra questi troveranno spazio la rivalutazione degli antichi mestieri, nuovi progetti e risorse preziose. Tanti
i protagonisti della settimana fieristica: agricoltori, allevatori, pescatori, chef, albergatori, operatori culturali e turistici. La Campionaria Internazionale resterà uno degli appuntamenti più apprezzati dal pubblico grazie al grande mercato di merci e commerci proposti al visitatore. Ma ci sarà grande attenzione per il terzo settore, l’artigianato, il folklore, la musica e la cultura. Emozioni e suggestioni rappresentano la nuova mission della Fiera che quest’anno lancerà nuovi messaggi da divulgare che vanno nella direzione della generosità, della tolleranza e della integrazione fra i popoli. Saranno una prima risposta alle sollecitazioni fatte da Papa Francesco proprio in occasione della sua visita a Bari. Il 2018, insomma, considerato come l’anno zero, a partire dalla viabilità. Per il nuovo piano, però, ci vorrà ancora tempo, almeno un anno prima di vedere realizzate le nuove infrastrutture. In particolare 16 rotatorie, la nuova stazione dei bus di via Verdi e il ponte carrabile e ciclopedonale di collegamento tra Fesca e Palese. Nel complesso si stimavano 32 milioni di euro per una trentina di interventi. Sette milioni erano stati già reperiti dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per le opere prioritarie, in primis i rondò. Il piano prevede un parcheggio multipiano da quasi cinquecento posti, il restyling del piazzale per il capolinea dei bus in via Verdi e otto nuovi pullman per il trasporto cittadino. Tra le migliorie al complesso di interventi era stato inserito anche il ponte di strada del Baraccone. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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La Nuova Fiera del Levante: numeri e novità
Cinquecento espositori per una vetrina unica nel suo genere Migliaia di prodotti esposti in svariati settori: dall’automobile all’arredamento, dall’artigianato all’edilizia. Più di duecento gli appuntamenti fissati in agenda di FRANCESCO IATO
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n enorme vetrina per i consumatori e, non solo, con oltre 500 espositori pronti ad animare i padiglioni e le aree esterne. Il pubblico potrà ammirare, come da tradizione, migliaia di prodotti in svariati settori: automobile, arredamento, artigianato ed edilizia. Ma cresceranno pure le nuove zone tematiche dedicate alla formazione professionale, alle start up e ai giovani, al lavori fatti a mano. Troveranno posto anche la promozione turistica, l’innovazione e le nuove tecnologie. E poi il grande ritorno di un padiglione simbolo della campionaria: la Galleria delle nazioni che offrirà la solita carrellata di popoli, culture e tradizioni ed espositori provenienti da 27 Paesi diversi. La collaborazione con fiera di bologna, invece, garantirà Cosmoprof, una cura Mediterranean health&beauty, area dedicata al mondo del benessere e del relax. L’enogastronomia farà la parte del leone nell’anno nazionale del cibo: nei nove giorni della fiera si potranno degustare piatti tipici pugliesi, siciliani, abruzzesi e lucani. L’agenda degli appuntamenti è fittissima con oltre 200 tra dibattiti, convegni, concerti, proiezioni cinematografiche, spettacoli all’aperto. Ogni sera alle 21, nell’area eventi adiacente all’ingresso monumentale, la Nuova Fiera del Levante, in collaborazione con il Teatro pubblico pugliese e la Regione Puglia, offrirà concerti e spettacoli teatrali. La traccia culturale un binomio tra passato e futuro, tradizione musicale (soprattutto pugliese, come la pizzica) e contaminazioni contemporanee. A partire dall’esibizione della band salentina Kalascima. A seguire L’ensemble che intreccia melodie popolari e contemporanei. Il 9 settembre il cantante brindisino Bungaro. L’artista, reduce da Sanremo, in trio con Ornella Vanoni e Pacifico, con il brano Imparare ad amarsi, sarà presente con lo spettacolo “Mare dentro”, nel quale ripercorrerà i 25 anni di carriera insieme al sassofonista pugliese Raffaele Casarano. Il 10 settembre salirà sul palco la coverband Superclassifica Sciò: in scaletta, i successi senza tempo della musica italiana. Il giorno dopo il musical Actor Dei, nel quale viene rappresentata la vita di Padre Pio in forma originale ed inedita. Il 12 sarà di scena la grande Teresa De Sio che interpreterà i brani più celebri dell’indimenticabile Pino Daniele, contenuti anche nel suo album tributo Teresa canta Pino. Il 13 settembre sono attesi i Terraròss, suonatori e menestrelli della bassa Murgia che coinvolgono il pubblico con tarantelle, pizziche e tammuriate. La sera seguente sarà ospite l’energica cantautrice di Santeramo in Colle Mama Marjas, con le sue sonorità reggae. E poi, il 15 settembre, il Concertone di Melpignano che darà
un assaggio di salentinità ai visitatori della fiera. Si esibirà l’ensemble della Notte della Taranta. Nell’ultima giornata sul palco saliranno i comici Emilio Solfrizzi eAntonio Stornaiolo, nello spettacolo Il cotto e il crudo. La Fiera del Levante ospiterà, inoltre, la prima edizione di CineCocktail Apulia edition, organizzato da fondazione Apulia film commission e diretto da Claudia Catalli. Dal 12 al 14 settembre saranno proiettati i film Tale of tales di Matteo Garrone, Third person di Paul Haggis, alla presenza dell’attore Gianmarco Tognazzi, e Wonder Woman di Patty Jenkins, con ospite l’attrice Ornella Muti. La Fiera del Levante aprirà al pubblico alle 13,30 dell’8 settembre. Nei giorni seguenti, sarà possibile visitarla dalle 10 alle 21, dal lunedì al venerdì, e dalle 10 alle 22 il sabato e la domenica. Tre euro il costo del biglietto, ridotto a metà per gli over 65 e gratuiti per persone con disabilità, un accompagnatore e per i bambini sotto i sei anni o il metro d’altezza. Quattro i botteghini: varco Orientale, via Verdi, Edilizia e Eataly. In alternativa, si potranno acquistare i tagliandi sul circuito VivaTicket (info fieradellevante.it). Per raggiungere la manifestazione ci sono 19 aree di sosta dedicate, alcune delle quali collegate con navette (Pane e Pomodoro, ex Multiservizi e Fbn, via Napoli norde Marisabella), con frequenza dagli 8 ai 15 minuti. Chi arriverà invece in bicicletta (ingresso e parcheggio in via Verdi), potrà accedere gratuitamente alla Fiera. Info comune.bari.it. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Exprivia: per la convergenza tra IT e TLC 700 assunzioni al Sud In alto Domenico Favuzzi Fondatore e Presidente Exprivia
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Exprivia è nata in Puglia e se abbiamo raggiunto questi risultati il merito è anche del territorio che da anni offre talenti e competenze nel mondo delle tecnologie che ci invidiano in tutta Italia.
ata in Puglia a Molfetta, Exprivia è una società specializza in Information and Communication Technology, oggi tra le principali protagoniste della trasformazione digitale che sta investendo il nostro Paese. Insieme a Italtel – storica azienda operante nel mercato delle telecomunicazioni – con cui ha formalizzato l’unione a fine 2017 acquisendo l’81% del suo capitale, Exprivia è oggi fra le prime aziende italiane nel settore dell’ICT. Gli obiettivi del nuovo gruppo sono legati alla convergenza tra applicazioni e reti super veloci e all’innovazione tecnologica che sta pervadendo oramai tutti i settori. Per il suo fondatore e presidente, Domenico Favuzzi, si tratta di un passo epocale che conferma le ottime capacità che le aziende del nostro territorio hanno per espandersi a livello nazionale e internazionale. «A luglio abbiamo presentato a Milano il piano industriale 20182023 frutto dell’integrazione tra Exprivia e Italtel, che punta a 760 milioni di ricavi con un incremento fino al
40% della quota realizzata all’estero». Dati che descrivono una realtà in espansione grazie alla complementarietà dei business, sia nei prodotti che nell’articolazione geografica; il gruppo Exprivia|Italtel è presente, infatti, in 20 paesi nel mondo con circa 3.400 professionisti di cui 1.000 ricercatori nelle sedi di Milano, Molfetta e Palermo. A Milano avete annunciato nuovi posti di lavoro soprattutto a Sud, di che numeri parliamo? «Il piano prevede nei cinque anni un incremento di 150 milioni di euro dei ricavi legati a prodotti, soluzioni, software e servizi per cui prevediamo una crescita di almeno 1.000 persone, in particolar modo nelle sedi di Molfetta e Palermo dove prevediamo di assumere il 70% di queste risorse». Continuate, dunque, a investire A sinistra nella Puglia? L’ingresso della sede «Assolutamente Exprivia sì; Exprivia è nata in Puglia e se abbiamo raggiunto questi risultati il merito è anche del territorio che da anni offre talenti e competenze nel mondo delle tecnologie che ci invidiano in tutta Italia; questo grazie all’eccellenza di Politecnici e Università e alle collaborazioni con centri di ricerca, start up locali e altre imprese che operano nella Regione». Il Digital Future, il laboratorio che aprirete il prossimo anno con il Politecnico di Bari in un’area delle ex Officine Scianatico, è un esempio di queste sinergie? «Il Digital Future rappresenta un ottimo esempio di collaborazione tra pubblico e privato, un modello che proporremo anche altrove in Italia con l’intento di contribuire alla trasformazione digitale del Paese e ad ampliare le opportunità professionali per i nostri giovani».
Associazione Orizzonti, nella BAT un presidio per la lotta alla povertà
La onlus tranese è un punto di riferimento per tutta la provincia Bat. Tra i progetti più importanti la la nascita di un ambulatorio medico solidale intitolato a San Giuseppe Moscati.
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Dal 2008 ad oggi Orizzonti ha raccolto oltre 60 tonnellate di prodotti alimentari destinati al macero ma sono in aumento anche le donazioni di aziende e privati che fino ad oggi hanno devoluto oltre 170 tonnellate di cibo.
ra i tanti primati della Puglia spicca anche quello sulla povertà. I dati e gli indicatori economici la attestano tra le quattro regioni più povere d’Italia, con un aumento della popolazione che vive in povertà in rialzo del 7,2%. Tra le province più povere c’è la Bat, dove crescono in maniera esponenziale le famiglie che non riescono più a mettere un tavola un pasto al giorno. A cercare di arginare questo fenomeno ci pensano dal 2008 i volontari della onlus tranese Orizzonti, un prezioso intermediario impegnato a rendere lo scarto alimentare una risorsa. Attraverso una piattaforma informatica evoluta e ad un magazzino organizzato per la raccolta e lo stoccaggio di prodotti alimentari, il gruppo di volontari è in grado ogni giorno di mettere in rete domanda (le Istituzioni solidali come la Caritas, le parrocchie e altre associazioni operanti nel territorio) e offerta (la grande, media e piccola distribuzione) al fine di rendere tutto ciò che resta invenduto nei supermercati per difetti di filiera o per effetto delle leggi sulla prossimità di scadenza una risorsa da destinare ai tanti nuovi poveri che vivono in condizioni ai limiti della sussistenza. “Dal 2008 ad oggi abbiamo raccolto oltre 60 tonnellate di prodotti alimentari destinati al macero – spiega il presidente di Orizzonti Angelo Guarriello – ma sono in aumento anche le donazioni di aziende e privati che fino ad oggi hanno devoluto oltre 170 tonnellate di cibo. Sono oltre 25 gli enti convenzionati con noi che attraverso la nostra applicazione possono usufruire del nostro database. Il nostro obiettivo e tutelare la famiglia, messa a dura prova a causa della povertà”. Grazie a questo circolo virtuoso Orizzonti, che si appresta a celebrare i suoi primi 10 anni di attività, oggi sostiene più di 10.000 persone povere nel territorio della Bat. La richiesta di aiuto non riguarda solo il cibo, ma proviene anche da una sempre più crescente impossibilità ad accedere alle cure sanitarie e all’acquisto di farmaci. Per venire incontro a questa esigenza la onlus tranese da tempo è attrezzata per il recupero e lo stoccaggio di farmaci, ma ha in essere un importantissimo progetto pensato per andare incontro a chi non ha la possibilità di curarsi: la nascita di un Ambulatorio medico solidale. La nuova sfida vede protagonisti l’Associazione Orizzonti, la Parrocchia dello Spirito Santo e la Caritas Diocesana di Trani. L’Ambulatorio Medico Solidale Polispecialistico sarà intitolato a San Giuseppe Moscati “Medico dei
In alto Angelo Guarriello Presidente di Orizzonti
poveri”, primario ospedaliero insigne ricercatore, docente universitario di fisiologia umana e di chimica fisiologica, medico per vocazione il cui bisogno imprescindibile durante l’arco della sua vita terrena fu quello di rispondere alle necessità degli uomini e alle loro sofferenze visitando premurosamente i malati, specie i più poveri e abbandonati, avvicinandoli in ospedale e nelle loro stesse abitazioni. L’iter per l’edificazione del nuovo edificio completamente dedicato al servizio medico, che sorgerà nel terreno della Parrocchia dello Spirito Santo, ha previsto il completamento del progetto e l’avvio dell’iter per le dovute autorizzazioni. Inoltre è stato già realizzato un innovativo programma di gestione telematica dell’ambulatorio con il censimento degli assistiti delle Caritas parrocchiali, sono stati individuati i medici specialisti volontari e creato il gruppo dei volontari. Il costo complessivo dell’opera si attesta intorno ai 150.000 euro e la realizzazione è prevista entro il 2018. L’Ambulatorio Medico Solidale una volta attivo sarà in grado di offrire servizi di medicina polispecialistica, infermeria, servizio di assistenza farmaceutica e, come supporto all’attività medica specialistica, sarà in grado di offrire anche alcune indagini strumentali. «Si tratta di una grande opera di solidarietà – conclude Angelo Guarriello – che insieme alla Caritas Diocesana metteremo al servizio di chi non ha la possibilità di accedere alle cure mediche e di curarsi. Affinchè l’opera sia completata nel minor tempo possibile serve però l’aiuto di tutti. Ecco perché abbiamo indetto una Raccolta Fondi straordinaria per permetterci di portare a termine questa importantissima missione solidale utile per l’intera comunità».
Intervista Alessandro Ambrosi
Amazon non fa paura, la Fiera è in over booking
Cresciute del 10 per cento le richieste degli espositori rispetto alla precendente edizione
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lessandro Ambrosi, al secondo mandato ai vertici della Camera di Commercio di Bari, è anche presidente della Nuova Fiera del Levante. La srl, composta per l’85% dalla Camera di Commercio di Bari e per il 15% da Bologna Fiere Spa, è stata costituita nel 2017 per la gestione, riqualificazione e valorizzazione, delle aree del Quartiere Fieristico di proprietà dell’Ente Autonomo Fiera del Levante. La 82.a edizione è quella in cui la newco Bari-Bologna di fatto debutta. Cominciamo con una provocazione. Oggi ha ancora senso una Campionaria? “Ha così senso che siamo andati in over booking. Circa 600 espositori, circa i 10% in più rispetto alla precedente edizione, 90mila mq di spazi espositivi. Le richieste hanno superato l’offerta a nostra disposizione e ci è dispiaciuto non poter accontentare tutti. E, se ci siamo impegnati così tanto, negli ultimi anni, con la Regione, il Comune, la Città Metropolitane e i partner bolognesi, per dare un futuro alla nostra campionaria di settembre, è stato perché di senso ve ne è più d’uno. Abbiamo il dovere di rendere la Fiera del Levante sempre più all’altezza dei bisogni e dei sogni delle nostre imprese e della nostra comunità. E non a caso lo slogan di questa edizione è: fiera di essere nel futuro. La Fiera che oggi è il “cuor business”, di Bari, deve diventare il “core business” della Puglia intera”. Una nuova Fiera del Levante, dunque, ai tempi di Amazon, di Impresa 4.0 e dell’Internet delle cose. “Certo. E per lo stresso motivo in cui esistono e resistono Fiere Milano, Fiere Bologna, Berlin Messe e Paris Expo, per citarne alcune delle più importanti. Con le dovute proporzioni e peculiarità, la Fiera del Levante resta la più importante al Sud, sia come polo espositivo che come campionaria. Ci sono nuovi prodotti che le nostre imprese realizzano, alcuni molto innovativi, e cioè altamente tecnologici, ma ci sono anche prodotti di tradizione, che sono il nocciolo duro della nostra storia economica. Tutto questo va messo in mostra in un contesto in cui questi due mondi possano dialogare e trovare convenienze reciproche. E dunque un Sud talentuoso, di tradizione e innovativo. Per non parlare del senso di comunità che la Campionaria di settembre rinsalda e che non è poco, in questi tempi di grandi frammentazioni, anche di valori”. Una storia, dunque, che si fa futuro. “Sì, siamo fieri - parlo a nome della Camera di Commercio di Bari e delle oltre 150mila imprese iscritte e anche di Fiere Bologna che ha creduto in questa operazione - di poter dare continuità all’impegno e alla visione di chi, più di un secolo fa, ha voluto dotare Bari di uno spazio fieristico importante. La Fiera del Levante, all’epoca, fu un’idea di un illuminato presidente del nostro ente, Antonio de Tullio, e non fu l’unica, che tra l’altro egli portò a termine. Si è compreso quanto importante fosse dotare queste produzioni di una loro vetrina”. 18
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La Fiera deve passare da “cuor business” di Bari a “core business” della Puglia ALESSANDRO AMBROSI Presidente Camera di Commercio di Bari
Quindi una Fiera oggi al servizio soprattutto delle imprese. “Certo ma anche dei cittadini e ben oltre la settimana di settembre. In Puglia operano 380mila imprese che danno lavoro a un milione di persone e il cui export, nel 2017, è stato pari a più di 8 miliardi di euro, di cui sette miliardi sono prodotti manifatturieri. Dal 2017 al 2016 questo export è cresciuto del 4,10%. A queste aziende vogliamo dare una vetrina generalista a settembre e delle specializzate durante l’anno. Perché da queste imprese, che faranno crescere il loro fatturato e dalle altre che nasceranno in futuro, deriveranno la maggior parte dei posti di lavoro delle generazioni future. Oggi le imprese, in Italia, sono gli unici bacini occupazionali”. Oggi qual è il valore aggiunto delle fiere? “Non vendere più solo spazi espositivi. Si cerca il contatto diretto con il management, si vuole una prova sul campo dei prodotti, si cercano innovazioni, tendenze, trend di mercato, know how, esperienze, sollecitazioni. I servizi offerti dalle fiere tendono ad orientarsi in maniera sempre più accentuata verso una gamma a più alto valore aggiunto: dalla logistica integrata alla specializzazione degli eventi, dai servizi informativi al marketing, ai servizi finanziari, legali, amministrativi, di supporto all’attività espositiva. Non tralasciando le forme di intrattenimento. Tutto questo insieme, on line, non è possibile da trovare. Se non nella realtà virtuale”. Il Mediterraneo è ancora una grande occasione? Però da Sud, la Libia in primis, non vengono messaggi incoraggianti e il fenomeno delle migrazioni ne è prova. “Lo è. Tanto più che le crisi istituzionali di molti di questi paesi originano da crisi economiche. Bisogna dare delle opportunità a queste economie, farle incontrare, farle dialogare, ed è il motivo per il quale vogliamo assicurare alla fiera uno spazio di posizione nel Mediterraneo. Oltre che uno spazio di rappresentazione nel panorama fieristico nazionale. Anche come segnale di discontinuità nella più ampia raffigurazione e percezione del Sud, nella dimensione globale. Vogliamo inoltre - cavalcando l’ecumenismo ormai riconosciuto di questa città - che la Fiera diventi trampolino di lancio di messaggi di pace, tolleranza, generosità, integrazione, accoglienza. Avremo oltre sessanta associazioni di volontariato, presenti quest’anno. Vogliamo far girare l’economia, ma in un contesto di ospitalità, fratellanza, in cui le culture si conoscano, in cui chi compra e chi vende vincano entrambi, vivano anche una esperienza unica”.
Intervista Michele Emiliano
Emiliano e le sfide della Puglia tra Xylella, Ilva e sanità Intervista al presidente della Regione che parte dalla Fiera del Levante per fare un bilancio del suo mandato a meno diciotto mesi dalle elezioni
di FRANCESCO IATO
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i avvia alla conclusione il mandato del governatore Emiliano alla regione Puglia. Alla fine dei giochi mancano poco meno di 18 mesi e il presidente sta già pensando a cosa farà da grande. Un rebus non da poco considerando l’era geologica politica da cui è partito nel 2015, quando al governo del paese c’era il “suo” Pd. Ma partiamo dalla fiera del Levante, la penultima del suo governo. Cosa ne pensa di questo nuovo format per la campionaria, presidente Emiliano? “In tre anni abbiamo risanato la Fiera del Levante, completato il processo di costituzione della nuova società di gestione, ristrutturato la governance dell’Ente e nominato come presidente Pasquale Casillo, che è uno dei massimi rappresentanti della nostra regione nel mondo. La Regione Puglia continuerà a sostenere lo sviluppo della Fiera del Levante che ha tutte le potenzialità per diventare quel polo di sperimentazione di idee e progettualità innovative al servizio del Mezzogiorno e del Paese.” Dopo il rischio dissesto, i conti tornano? “Nel 2015 la Fiera registrava perdite per 3,3 milioni di euro, l’abbiamo risanata in tre anni e i nostri sforzi sono stati premiati: nel 2017 ha 20
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È opportuno che il Governo nazionale si faccia portatore, d’intesa con la Regione, di proposte nei confronti dell’Unione Europea
chiuso con un risultato di esercizio di 77mila euro, con un risparmio aggiuntivo, rispetto agli obiettivi del piano di ristrutturazione e risanamento dell’Ente fieristico, di ulteriori 500mila euro. Ci siamo riusciti attraverso a un aumento del fatturato nell’edizione positiva della Campionaria 2017 e ad un contenimento dei costi, in particolare quelli legati al personale, che è stato possibile realizzare grazie al grande spirito di sacrificio dei lavoratori, al sostegno delle organizzazioni sindacali e alla collaborazione istituzionale che ha consentito di ottenere il risparmio sperato senza perdite di posti di lavoro”.
Intervista Michele Emiliano Il turismo in Puglia nel 2018 cresce ancora secondo i nostri dati del 2% fino al 31 Luglio. La Puglia è “uno spettacolo ovunque” come recita la campagna 2018 di Pugliapromozione Che ruolo svolgerà la Fiera in futuro? “Per fare un paragone con la Formula Uno, abbiamo costruito l’automobile, adesso abbiamo i piloti, le idee, il carburante ma bisogna correre e, rispettando le regole, battere la concorrenza, perché le fiere sono fatte da imprese. L’Ente Fiera si trasformerà in un grande luogo di previsione del futuro economico del Paese. La presenza del Presidente del Consiglio e dei ministri a questa Campionaria indica che è ricominciato davvero un rapporto virtuoso tra la Fiera del Levante e l’economia italiana. Ogni anno quando il presidente del Consiglio verrà qui, non troverà solo una semplice fiera, ma una riflessione economica compiuta, che sarà fatta non solo dagli enti locali e dalla politica, ma anche dallo stesso ente Fiera”. Qual è lo stato di salute dell’economia pugliese? “La regione sta vivendo un periodo di sviluppo grazie agli investimenti delle imprese insediate nel territorio. Per la prima volta nella nostra storia economica gli investimenti delle Piccole e Medie Imprese hanno superato, come ammontare complessivo, quelli delle grandi imprese con un incremento occupazionale notevole. Tra il 2015 e il 2017 l’agricoltura è cresciuta con un fatturato lievitato del 4% raggiungendo la quota di 3,3 miliardi di Euro (+15,07%) a dispetto della tropicalizzazione del clima che ha messo a dura prova tutte le colture. Sono aumentate pure le esportazioni dei prodotti agricoli (+9%) e dell’agroalimentare (+4,9%) -a dare ulteriore slancio all’export pugliese- e l’occupazione in agricoltura con l’aumento del 6% degli occupati in 5 anni. Ciò nonostante l’agricoltura pugliese è impegnata su diversi fronti con tante sfide da affrontare, a partire dalla Xilella”. Già… la xilella, che all’inizio Lei ha forse un po’ sottovalutato. “Non è assolutamente così, basti pensare la complessità della battaglia che stiamo sostenendo. Primo, evitare che l’infezione si estenda ad altre zone, e per quello non c’è altro rimedio che tagliare gli alberi infetti nella zona cuscinetto, come peraltro impone l’Unione europea. E poi c’è la battaglia per restituire un futuro all’olivicoltura pugliese che è stata colpita duramente. Qui c’è gente che ha dovuto licenziare, che non riesce più a far funzionare le proprie aziende. Adesso bisogna offrire a queste persone la possibilità di combattere con noi questa battaglia senza chiudere i frantoi e le cooperative”. Il Ministro Centinaio è venuto in Puglia a visitare i luoghi più colpiti dalla batteriosi. “Abbiamo registrato l’attenzione del Ministro e il suo impegno a sostenere le azioni di contrasto alla diffusione del batterio, anche pensando all’introduzione di norme più snelle per applicare le misure di eradicazione e contenimento laddove sussistono vincoli di carattere nazionale. È opportuno che il Governo nazionale si faccia portatore, d’intesa con la Regione, di proposte nei confronti dell’Unione Europea adeguate alle esigenze territoriali. In particolare, obiettivi prioritari della Regione Puglia sono la tutela della Piana degli ulivi monumentali, patrimonio di valore inestimabile per la nostra regione, il ripristino della
Senza garanzie sulla salute dei miei concittadini io non darò mai il mio assenso al piano ambientale di Ilva
potenzialità olivicola delle zone colpite e la salvaguardia della florida attività vivaistica”. Sul turismo, invece, come siamo messi? “Credo siamo una delle regioni migliori come certificato da Bankitalia. Secondo i dati ISTAT abbiamo battuto ogni record di presenze e arrivi nel 2016 e nel 2017. Il turismo in Puglia nel 2018 cresce ancora secondo i nostri dati del 2% fino al 31 Luglio. La Puglia è “uno spettacolo ovunque” come recita la campagna 2018 di Pugliapromozione. Abbiamo messo in piedi un palinsesto di eventi dalla primavera all’autunno per destagionalizzare l’offerta e ci stiamo riuscendo.Siamo una terra di accoglienza e i turisti li trattiamo come cittadini temporanei, come accaduto alla coppia che è stata ospitata in Salento da tutta la comunità perché aveva subito una truffa da un affittacamere abusivo. Parliamo di Ilva: alla fine il Governo ha deciso di lasciarla aperta. “Senza garanzie sulla salute dei miei concittadini io non darò mai il mio assenso al piano ambientale di Ilva. Taranto deve sapere che il presidente della Regione non farà un passo indietro per nessun motivo. La Regione Puglia ha ancora in piedi il ricorso contro il Dpcm che contiene il Piano ambientale per il siderurgico. Il governo aveva due alternative: o l’Ilva si chiudeva, e a quel punto noi avevamo chiesto garanzie per l’occupazione delle 20mila persone, ma siccome abbiamo capito che il Governo ha deciso di lasciarla aperta, noi chiediamo come garanzia al Governo la decarbonizzazione, quindi la non ricostruzione di Afo5 a carbone e la sostituzione di Afo5, l’altoforno più grande della fabbrica, con due forni elettrici a gas o idrogeno.Se qualcuno invece pensa di lasciare il mondo come sta, come Mittal aveva già definito nei suoi progetti, quel piano ambientale per noi è deludente e insufficiente”. Però Di Maio ha trovato l’accordo sul piano occupazionale con Mittal e sindacati. La Regione Puglia sul punto che dice? “Mi fido dei sindacati: se hanno ritenuto che sia soddisfacente, mi fido del loro giudizio. Non solo ci saranno immediate assunzioni, sono confermate 500 persone in più che in passato, ma soprattutto c’è una clausola di salvaguardia: se entro il 2023 non vengono riassorbite in altra maniera tutte le unità lavorative verranno tutte assunte. Questo è un passo avanti perché significa che nessuno rimane senza lavoro e nessuno rimane senza stipendio”. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Per una cooperativa vengono prima le persone. Per questo sosteniamo progetti per le comunità in cui siamo presenti con i nostri negozi. Creare valore nei territori è un investimento sul futuro, perchÊ crediamo che la crescita sia possibile solo se tutti possono crescere insieme.
Cultura. Vale la spesa.
Intervista Michele Emiliano ”Non ci sono stati tagli in sanità, abbiamo solo utilizzato diversamente i soldi, nell’esclusivo interesse pubblico. La vulgata è che si chiudono gli ospedali, ma è un messaggio sbagliato”
Sanità in Puglia, lei ha tenuto per sé la delega, ma in un settore così complesso il cambiamento è possibile? “I dati dimostrano il grande lavoro che più di 40mila lavoratori della sanità pugliese stanno facendo: la Puglia era tra le ultime regioni in Italia come Livelli essenziali di assistenza e ora è ben oltre la metà classifica, con un salto di qualità fortissimo”. Il suo Piano di riordino però ha suscitato più di una polemica…”Non ci sono stati tagli in sanità, abbiamo solo utilizzato diversamente i soldi, nell’esclusivo interesse pubblico. La vulgata è che si chiudono gli ospedali, ma è un messaggio sbagliato, perché stiamo chiudendo strutture non efficienti e insicure per dare al cittadino ospedali di adeguato livello. Il piano di riordino, diminuisce gli ospedali, concentra i reparti e aumenta la casistica che addestra i medici, perché più operazioni fai, più diventi bravo. La riqualificazione della spesa è la chiave del ragionamento, perché stiamo allocando le risorse dove servono, senza alcun taglio o disabilitazione, ma rispettando la centralità del paziente per offrirgli i servizi migliori. Questo trend che oggi viene attestato dai dati ancora non si vede nelle corsie, ma esiste, e col tempo verrà anche percepito. Siamo infatti convinti che l’anno prossimo i dati miglioreranno ulteriormente e con essi anche la percezione che ha il paziente”.
“Penso che due mandati siano il tempo ragionevole per poter completare il risanamento e il rilancio che abbiamo avviato”
Presidente il 2020 si avvicina, che fa si ripresenta agli elettori pugliesi? “Si, penso che due mandati siano il tempo ragionevole per poter completare il risanamento e il rilancio che abbiamo avviato in tutti i principali settori della Regione.” Lei ha lanciato le primarie per la scelta del candidato. ”Sono disposto a fare le primarie purché si facciano subito, nel prossimo novembre, in modo da avere un anno per preparare il progetto di governo ed evitare qualunque tipo di ricatto sul candidato”.
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Assessorato Agricoltura - Risorse Agroalimentari - Alimentazione - Riforma fondiaria - Caccia e pesca - Foreste
Granoro, il valore della filiera
L’azienda promuove il territorio e il Made in Italy con investimenti sulla sostenibilità agricola e sul grano pugliese, come nel caso della linea “Dedicato”.
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ondato nel 1967 dal Sig. Attilio Mastromauro, il Pastificio Granoro è oggi una tra le più importanti realtà produttive italiane nel settore della pasta secca di semola di grano duro duro, prodotta in oltre 150 formati diversi che hanno conquistato 180 nazioni tra cui Giappone, USA, Sud America, Australia, Cina. Granoro ha promosso e incentivato concretamente la valorizzazione del proprio territorio e della sua Puglia, ideando nel 2012 la linea “Dedicato”, pensata per promuovere i prodotti agricoli coltivati nel Tavoliere e al tempo stesso rafforzare i rapporti tra agricoltori e consumatori, promuovendo la sostenibilità agricola e la filiera 100% Puglia. Le previsioni dell’ultimo raccolto - che le 230 aziende agricole (divise fra Coop Agricola Fra’ Coltivatori di Apricena, la OP Mediterraneo e la Semidaunia di Cerignola) protagoniste del progetto Granoro “Dedicato” stimano - si attestano su una produzione attesa di 15.000 tonnellate su una superfice coltivata di quasi 5.000 ettari. Le prospettive future per il Pastificio Granoro prevedono la conversione di gran parte della propria produzione di pasta all’utilizzo del grano ottenuto dalla Filiera 100% Puglia.
Granoro rilancia con forza l’idea di fare sistema tra Industria e Settore Primario per sostenere in maniera alternativa l’agricoltura italiana attraverso gli accordi di filiera.
VALORIZZARE LA QUALITÁ Granoro punta ad intensificare il percorso virtuoso del progetto “Dedicato” e a valorizzare l’agricoltura italiana, rivalutando le produzioni di grani antichi come le varietà Saragolle Antiche e la varietà Senatore Cappelli. Per quest’ultima Granoro ha sottoscritto un importante contratto di filiera con la SIS (Società Italiana Sementi), grazie al quale potrà garantire nella propria produzione di pasta Bio Granoro da varietà Cappelli, sia la provenienza che l’identità in purezza di questa varietà di grano duro dalle eccellenti qualità nutrizionali, ricca di amminoacidi, vitamine e minerali. Alla rivalutazione dei grani antichi si associa anche una nuova linea: la Specialità alimentare di Farro Integrale BioGranoro, prodotta con sfarinato integrale di Farro ottenuto dalla macinazione dei chicchi interi. Una procedura che permette di conservare tutte le proprietà nutrizionali del prodotto integrale. La varietà di Farro utilizzata (Dicocco) è ottenuta da agricoltura biologica italiana, secondo un metodo di produzione che am-
In alto Marina Mastromauro Amministratore Delegato di Granoro
mette solo l’impiego di sostanze naturali ed esclude l’utilizzo di pesticidi e concimi chimici. Questa specialità alimentare, dunque, porta sulla nostra tavola il gusto di una millenaria storia, facendocene rivivere, con un piccolo assaggio, il sapore della semplicità. UN MODELLO DI FILIERA E SOSTENIBILITÁ Granoro rilancia con forza l’idea di fare sistema tra Industria e Settore Primario per sostenere in maniera alternativa l’agricoltura italiana attraverso gli accordi di filiera. L’agricoltura italiana vive da un po’ di anni una fase di stallo, pur essendo un settore di assoluta eccellenza. Le sfide più importanti che i produttori italiani saranno costretti ad affrontare saranno quelle legate alla competizione con i mercati global. «Sarà necessario – sostiene Marina Mastromauro, Amministratore Delegato di Granoro - che si promuovano e condividano sempre di più modelli di integrazione perché l’arma vincente che può caratterizzare meglio la pasta Italiana, oltre alla manifattura, è l’origine della materia prima, ossia il Made in Italy autentico, che va difeso con forza dalla minaccia più insidiosa rappresentata dalla concorrenza dei pastifici esteri, oggi in grado di avvalersi delle nostre stesse tecnologie in un contesto competitivo più favorevole». Caratterizzare le produzioni attraverso l’agricoltura sostenibile e di filiera, è l’unico modo che potrà consentire di salvaguardare l’agricoltura e la biodiversità nei prossimi decenni. Granoro, da anni investe nell’agricoltura italiana di qualità sia biologica che di filiera sostenibile e continuerà a farlo anche nei prossimi anni.
Intervista Barbara Lezzi
Lezzi, più investimenti e Alta Velocità fino al Salento Le priorità del ministro per il Sud che punta anche alla messa in sicurezza delle opere pubbliche. E in agenda non mancano temi impegnativi come il gasdotto Tap e l’Ilva di CHIARA DI STEFANO
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fondi europei e il loro utilizzo, l’alta velocità fino al Salento, gli investimenti, ma anche il gasdotto Tap e l’Ilva. E’ un’agenda rovente quella del ministro per il Sud, Barbara Lezzi che – in una intervista rilasciata a Fax – spiega quale sia il punto di vista suo e del Governo, su tutti i temi più delicati. Ministro, dopo questi primi mesi al governo, quali sono la priorità per il Sud? “Prima di tutto occorre accelerare e aumentare qualità e efficacia della spesa dei fondi strutturali europei. E mi sono impegnata già per la metà dell’anno prossimo ad iniziare a ragionare sulla programmazione futura insieme ai presidenti delle Regioni. Questa deve prevedere sicuramente dei significativi investimenti sulle infrastrutture: da noi mancano strade sicure, collegamenti ferroviari efficienti e in più un programma di investimenti che riguardi la formazione, l’istruzione l’Università e la ricerca. Credo fermamente che noi possiamo avere poli d’eccellenza in tutte le nostre regioni e penso che una programmazione fatta in armonia tra tutti i soggetti potrà portare risultati più efficaci” Sul fronte delle opere pubbliche? “Intanto, vista l’esperienza del ponte Morandi di Genova, 26
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Penso anche al nodo ferroviario, all’Alta Velocità fino a Lecce, all’autostrada Ragusa-Catania
credo che occorrerà rivedere tutte le opere che già ci sono e metterle in sicurezza. Ma io penso anche al nodo ferroviario, all’Alta Velocità fino a Lecce, all’autostrada Ragusa-Catania che manca da quasi un decennio e viene richiesta da quel territorio, che è isolato. Questi sono casi limite, ma ce ne sono tantissimi altri, non meno urgenti. Penso alla Calabria che ha una incredibile penuria di collegamenti, ma anche alla Sicilia. E’ impossibile viaggiare in treno verso il sud del paese ma spesso è impossibile anche raggiungersi anche tra Regioni del Sud, e invece noi potremmo e dovremmo aumentare l’interdipendenza già tra di noi. Cosa che però date le infrastrutture carenti è sempre più difficili”.
Intervista Barbara Lezzi Si è tenuta presente la necessità di tutelare l’ambiente e l’occupazione. Alla fine si è ottenuto l’assorbimento di tutte le migliaia di lavoratori e i requisiti ambientali
Nella prossima legge di Bilancio c’è spazio per il Mezzogiorno? “Ci sarà la decontribuzione che sarà senza tetto di età. La mia proposta è che sia in vigore per tre anni: ciò significherebbe che tutti gli assunti per il prossimo triennio avranno tre anni di sgravi in modo tale che le imprese programmare le nuove assunzioni. Così come in fondo accadeva con una legge del 1990 che poi è stata abrogata dal partito democratico. Quali sono gli altri provvedimenti per il Sud che ha intenzione di proporre a breve? Oltre alla decontribuzione, l’estensione del Resto al Sud (la misura, introdotta dal Governo Gentiloni, che sostiene economicamente la nascita di nuove attività imprenditoriali avviate dai giovani nel Mezzogiorno. ndr), così come la norma sul 34% degli investimenti ordinari da destinare al Sud. Ma poi ci vuole una visione da portare a termine anche in atti che verranno successivamente. Uno dei principali obiettivi che mi pongo è quello di semplificare. Sin dall’inizio, come Governo, ci siamo presi questo impegno: quello di ridurre al minimo tutta la burocrazia che oggi c’è intorno agli investimenti e che strangola lo sviluppo. Vogliamo rendere più tutto agevole. Le politiche di coesione sono essenziali per il paese ma da sole non possono bastare a ridurre il divario. Occorre affiancarle dal una serie di misure prime tra tutte quelle volte, appunto, a semplificare”. Una volta semplificato occorre però far ripartire la macchina… “Insieme con il Gabinetto, il Dipartimento e l’agenzia per la Coesione ci siamo dati un obbiettivo ben preciso: abbiamo una capacità di spesa e investimento, ma occorre renderla più efficace e pregnante, più mirata nella direzione di soddisfare i bisogni dei cittadini che vivono nelle zone disagiate e che, come gli altri, hanno il diritto a vivere dignitosamente e ad essere giovani in un territorio che offra loro qualcosa. Vorremmo restituire loro la libertà di scegliere se restare o meno in quel territorio”. Cosa nei pensa dei nuovi criteri di assegnazione, per i diversi Stati, dei fondi di coesione proposti dalla Commissione Europea? “Sono a mio parere restrittivi e penalizzano l’Italia e le Regioni meridionali in particolare. Penso in particolare a due argomenti. Il primo è quello del meccanismo della “condizionalità macroeconomica”. (Il meccanismo per cui l’Europa potrebbe decidere elargire fondi ad una singola Regione, nel caso in cui uno Stato membro non rispetti alcuni indicatori economici del fiscal compact, ndr). Può essere molto penalizzante, soprattutto per quei territori che sono già svantaggiati. Che si ritroverebbero ad essere penalizzati due volte. Serve un punto di equilibrio per non punire i cittadini che risiedono in quei territori. E il secondo? “Quello della flessibilità. La commissione propone di aumentare la flessibilità nell’utilizzo dei fondi. Sia in riferimento alle procedure di programmazione e riprogrammazione sia
in riferimento alla possibilità di trasferire fondi verso altri programmi soprattutto quelli a gestione diretta della Commissione. Vale a dire che una parte delle risorse destinate alla politica di coesione potrebbe andare direttamente ad altre misure gestite direttamente dalla Commissione. Secondo me è fondamentale invece individuare un criterio: quello del principio territoriale. La destinazione delle risorse della programmazione e riprogrammazione dovrebbe essere destinato sempre al territorio. Questo andrebbe messo nero su bianco”. “Secondo me non dovrebbero mai allontanarsi dal principio di equità. Vede, molte nostre Regioni hanno subito un enorme contraccolpo dalla crisi, alcune stentano ancora a rialzarsi. Noi come Governo ci siamo impegnati a portare gli investimenti ad un livello almeno sufficiente, anche nelle zone più svantaggiate. Mi auguro che a fronte di questo impegno non ci sia una carenza di risorse che altrimenti si abbatterebbe sui soliti cittadini che, in alcune aree, come dimostrano molti studi, vivono sotto la soglia di povertà. Da questo punto di vista stiamo trattando su tutti i fronti con la Commissione che ha offerto la possibilità di aumentare il cofinanziamento nazionale. A noi sembrerebbe più coerente giungere allo scomputo nella parte del deficit questa parte di investimenti. Anche per evitare il paradosso del cane che si morde la coda: alcune aree non avendo risorse non ottengono risorse”. Parliamo di Tap. Dopo l’incontro con Blair, il ministro dell’Interno Salvini ha detto che si deve andare avanti con la realizzazione del gasdotto. “Noi abbiamo già detto la nostra posizione chiaramente. La mia personale la sanno tutti. Stiamo facendo l’analisi costi/benefici. A fronte di questa, ci saranno delle riflessioni puntuali su tutti i rilievi oggettivi sulla Tap. Poi si deciderà”. Salvini veramente dice già da ora che i benefici sono maggiori dei costi. “Questo dovrà essere valutato. Noi abbiamo dato la massima attenzione e cura al tema della Tap, come era giusto che fosse. Adesso il punto di caduta dovrà individuarlo il presidente del Consiglio Conte. Ha in mano tutto il dossier e ha già ascoltato sia i comitati sia le associazioni, ma anche il sindaco di Melendugno. E ha ben presente anche tutte le mie osservazioni rispetto alla non strategicità dell’opera”. Non trova inopportuna la determinazione di Salvini? “Salvini è il capo politico dell’altra forza contraente e può dire le sue opinioni. Adesso la palla ce l’ha Conte, poi certamente ci sarà un tavolo su entrambe le forze di Governo”. E’ soddisfatta dell’esito della trattativa su Ilva? “Credo che si sia andati in una direzione diversa rispetto a tutte quelle intraprese fino ad oggi. Si è tenuta presente la necessità di tutelare l’ambiente e l’occupazione. Alla fine si è ottenuto l’assorbimento di tutte le migliaia di lavoratori e i requisiti ambientali sono più stringenti di quelli ottenuti da Calenda. Quell’accordo, come lo ha definito Di Maio, era davvero il delitto perfetto: era illegittimo ma non si poteva annullare. Noi abbiamo fatto il massimo”.
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Elezioni 2018: i parlamentari pugliesi
Pugliesi in Parlamento, tante le novità
Il voto delle ultime elezioni politiche ha portato in Parlamento tanti volti nuovi
di NICOLA MANGIALARDI
Le ultime elezioni politiche hanno prodondamente modificato gli assetti parlamentari. Tanti i volti nuovi che occupano i seggi di Montecitorio e Palazzo Madama. In Puglia sono 75 i parlamentari eletti: 28 alla Camera nei collegi uninominali tutti “grillini”, 26 alla camera nei collegi plurinominali (12 M5S, 6 F.I., 4 P.D., 2 “leghisti” e uno ciascuno F.D.I. e LeU), a cui seguono 20 senatori dei quali 14 “grillini”, 3 “forzisti” e due del P.D. e un “leghista”, ma conosciamoli insieme.
40 anni di Taranto, residente a Crispiano, madre di due figli. Laureata con lode in filologia moderna a Bari, lavora come grafica pubblicitaria specializzata nel settore racing. GIOVANNI VIANELLO
34 anni, deputato uscente, laureato in scienze dell’educazione e volontario di Emergency
38 anni, di Taranto. Ha studiato Economia del Turismo a Rimini senza laurearsi, collaboratore parlamentare del deputato Diego De Lorenzis (M5s). Ha lavorato nel turismo in Calabria e in Egitto e in cooperative a Rimini. Tornato a Taranto ha lavorato come cameriere e in diversi call center, come lavoratore precario per poche centinaia di euro al mese.
ANGELA MASI
MARIALUISA FARO
31 anni, di Altamura, laureata in Economia e Commercio presso l’Università di Taranto, impiegata, si è occupata di turismo responsabile nel Sud e di recupero dei piccoli borghi.
33 anni, di San Nicandro Garganico, ragioniera e laureata in Economia del Turismo a Catania, è titolare di un’agenzia di viaggio.
DAVIDE GALANTINO
GIORGIO LOVECCHIO
38 anni di Bisceglie militare, sposato con una figlia, ha partecipato a diverse missioni internazionali, tra le quali quella in Libano e nei Balcani, è appassionato di chitarra elettrica e paracadutismo
39 anni, di Foggia. Dopo aver perso il lavoro da dipendente, ha aperto una sua concessionaria d’auto con la quale ha dato lavoro anche ad altre persone. Da sindacalista a imprenditore.
DIEGO DE LORENZIS
FRANCESCA TROIANO
38 anni, di Lecce, laureato in ingegneria informatica, deputato uscente, membro della Commissione Trasporti e dell’intergruppo innovazione. È un esperto di applicazioni per smartphone.
32 anni, di Manfredonia. Psicologa si occupa del trattamento di disturbi fobico-ossessivi, disturbi del comportamento alimentare, depressione, paranoia, disturbi del comportamento sessuale, disturbi legati all’abuso di internet e problemi dell’infanzia e dell’adolescenza.
Movimento 5 Stelle GIUSEPPE BRESCIA
VERONICA GIANNONE
36 anni, di Lecce, ha studiato Beni Culturali senza conseguire la laurea. Ha un diploma tecnico commerciale. Madre di un figlio, ha fondato un’associazione culturale con la quale crea eventi artistici no profit. Candidata al consiglio comunale, si è occupata di malattie rare. LEONARDO DONNO
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ALESSANDRA ERMELLINO
PAOLO LATTANZIO
39 anni, di Bari, si occupa dei rapporti non istituzionali di Save the children, ha lavorato alla campagna elettorale del sindaco di Bari Antonio Decaro del Pd, tra i fondatori della radio antimafia Kreattiva. FRANCESCA ANNA RUGGIERO
32 anni, di Galatina, è titolare di un’azienda che si occupa di assistenza tecnica ed installazione impianti di condizionamento, è diplomato ragioniere
34 anni, di Bitonto, laureanda in Medicina e Chirurgia, Ruggiero è coordinatrice amministrativa dell’associazione Consumatori Codici Puglia. Fa parte del Movimento sin dal 2013.
GIUSEPPE L’ABBATE
FRANCESCA GALIZIA
33 anni, di Polignano a Mare, deputato uscente, membro della Commissione Agricoltura. Laureato in Informatica presso l’Università di Bari con 103/110, diplomato all’I.T.I.S. L. Dell’Erba di Castellana come Perito Informatico con 98/100. Studente lavoratore nell’Hotel di famiglia.
36 anni, di Giovinazzo (Ba), vive a Rutigliano, eletta nel collegio di Molfetta. Attivista, recruiter Ryanair per assistenti di volo
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Elezioni 2018: i parlamentari pugliesi GIUSEPPE D’AMBROSIO
GIANPAOLO CASSESE
40 anni di Andria, fisioterapista, deputato uscente, Presidente della giunta per le elezioni e componente della commissione Affari Costituzionali
43 anni, nato a Grottaglie, laureato in Scienze Politiche all’Università di Siena, eletto a Martina Franca. Imprenditore agricolo, La Masseria del Duca di Crispiano
NUNZIO ANGIOLA
GIOVANNI LUCA ARESTA
49 anni, originario di Taranto ma eletto nel collegio di Altamura, professore di economia aziendale, all’Università di Foggia
44 anni, di Mesagne, eletto nel collegio di Francavilla Fontana. Avvocato patrocinante in Cassazione, collabora con il Postulatore presso la Congregazione delle Cause dei Santi dello Stato del Vaticano nella Causa di Beatificazione e Canonizzazione del Servo di Dio Aldo Moro, in qualità di Giurista e Cultore dello Statista
EMANUELE SCAGLIUSI
34 anni, di Polignano a Mare, un figlio. Eletto nel collegio di Monopoli. Deputato uscente Commissione Esteri, Vicepresidente della Commissione Permanente sui Diritti Umani. MICHELE NITTI
36 anni, originario di Adelfia, sposato e padre di tre figli, direttore d’orchestra sinfonica, eletto nel collegio di Lecce MARIA SOAVE ALEMANNO
46 anni, di Nardò, sposata con una figlia. Dipendente settore assicurativo, nel tempo libero si dedica allo sport, al giardinaggio e alla buona cucina
ANNA MACINA
45 anni, di Brindisi. Avvocato, impegnata nella campagna contro l’impianto di compostaggio con digestione anaerobica e produzione di biogas da 80.000 t/a costruendo in Erchie. Già candidata sindaco nella lista M5S per le amministrative di Erchie nel 2015. CARLA GIULIANO
35 anni, una laurea in Giurisprudenza con 110 e lode all’Università di Perugia, avvocato giuslavorista, Eletta nel collegio di San Severo
NADIA APRILE
ANTONIO TASSO
55 anni, nata a Torino da genitori salentini, di Taviano, laureata in economia e commercio. Commercialista e attivista grillina. Eletta nel collegio di Casarano
61 anni, imprenditore nel settore elettronica, eletto nel collegio di Cerignola. Esercente e Vice Presidente Regionale FITeT Federazione Italiana Tennistavolo
ROSALBA DE GIORGI
ROSA MENGA
48 anni, nata a Milano ma di Taranto, diploma magistrale, giornalista della TV locale Studio 100, volto noto in città, impegnata nella battaglia contro l’Ilva chiede di ‘superare la monocultura dell’acciaio’
25 anni, di Foggia, neolaureata in medicina al Campus biomedico di Roma, ha partecipato al gioco a premi su Rai Uno gli ‘Sfoggiati’, dove ha vinto oltre 100mila euro in gettoni d’oro, insieme alla sorella e al fidanzato di questa
Onorevoli eletti nei collegi plurinominali Movimento 5 Stelle GIUSEPPE BRESCIA
DAVIDE GALANTINO
Nato a Bari dove ha prevalentemente vissuto, ha studiato per cinque mesi in Polonia e lavorato per otto mesi in Australia, subito dopo la laurea in Scienze dell’educazione presso l’Università degli Studi di Bari, nel 2010. Deluso dalla società australiana “estremamente consumistica”, torna in Italia e per pochi mesi lavora come educatore professionale. Durante gli studi universitari fa il volontario per l’associazione non governativa Emergency. Alle elezioni politiche del 2013 è eletto deputato della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione XXI Puglia per il Movimento 5 Stelle.
Nato il 19 gennaio 1979 a Canosa Di Puglia, sposato da 13 anni con Maria Rosa Gramegna, padre di una bimba. Dopo aver rimesso le radici nella nostra terra di origine, ha fondato un Meetup per dedicare la vita al servizio della comunità. Esperienze lavorative svolte: Dipendente Pubblico (Ministero della Difesa dal 1997 ad oggi); Impiegato in Operazione “Strade Sicure” in territorio nazionale, iniziata nel 2008 per eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità ed in concorso alle Forze di Polizia (Roma 2014, Caserta 2012, Bari 2011); Impiegato in Operazione “Leonte” nell’ambito della risoluzione ONU 1701/06 che prevedeva la cessazione delle ostilità nel conflitto tra Israele e le milizie sciite libanesi di Hezbollah (Libano, Tibnine 2007); Impiegato in Operazione “Domino” in territorio nazionale, iniziata a seguito degli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001 ed in concorso alle Forze di Pubblica Sicurezza (Brescia 2006-2005); Impiegato in Operazione “Joint Guardian” nell’ambito della risoluzione ONU 1244/99 a favore della pacificazione nella Ex-Jugoslavia (Kosovo, Belo Polje 2003, Dakovica 2001).
ANGELA MASI
Nata a Bari il 10 gennaio 1987. Laureata nel 2012 in Economia e Gestione delle aziende e dei sistemi turistici e nel 2010 in Economia e Commercio. Hapartecipato, nel 2014, ad un corso di Economia Civile, presso l’accademia mediterranea di Economia Civile di Taranto.
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Elezioni 2018: i parlamentari pugliesi
DIEGO DE LORENZIS
Nato a Galatina il 6 giugno 1979. Alle elezioni politiche del 2013 viene eletto deputato della XVII legislatura della Repubblica Italiana nella circoscrizione XXI Puglia per il Movimento 5 Stelle VERONICA GIANNONE
36 anni, di Lecce, ha studiato Beni Culturali senza conseguire la laurea. Ha un diploma tecnico commerciale. Madre di un figlio, ha fondato un’associazione culturale con la quale crea eventi artistici no profit. Candidata al consiglio comunale, si è occupata di malattie rare LEONARDO DONNO
32 anni, di Galatina, è titolare di un’azienda che si occupa di assistenza tecnica ed installazione impianti di condizionamento, è diplomato ragioniere GIUSEPPE L’ABBATE
33 anni, di Polignano a Mare, deputato uscente, membro della Commissione Agricoltura. Laureato in Informatica presso l’Università di Bari con 103/110, diplomato all’I.T.I.S. L. Dell’Erba di Castellana come Perito Informatico con 98/100. Studente lavoratore nell’Hotel di famiglia ALESSANDRA ERMELLINO
40 anni di Taranto, residente a Crispiano, madre di due figli. Laureata con lode in filologia moderna a Bari, lavora come grafica pubblicitaria specializzata nel settore racing
Onorevoli eletti nei collegi plurinominali Forza Italia FRANCESCO PAOLO SISTO
63 anni, di Bari, avvocato penalista, eletto deputato nel 2008 e riconfermato nel 2013, già Presidente della Commissione Affari Costituzionali. Ha difeso Berlusconi ELVIRA SAVINO
40 anni, di Castellana Grotte, deputata uscente, membro della commissione Politiche UE. A 18 anni si era candidata a Conversano (Bari) con Rifondazione Comunista 32
Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
GIOVANNI VIANELLO
38 anni, di Taranto. Ha studiato Economia del Turismo a Rimini senza laurearsi, collaboratore parlamentare del deputato Diego De Lorenzis (M5s). Ha lavorato nel turismo in Calabria e in Egitto e in cooperative a Rimini. Tornato a Taranto ha lavorato come cameriere e in diversi call center, come lavoratore precario per poche centinaia di euro al mese MARIALUISA FARO
33 anni, di San Nicandro Garganico, ragioniera e laureata in Economia del Turismo a Catania, e’ titolare di un’agenzia di viaggio GIORGIO LOVECCHIO
39 anni, di Foggia. Dopo aver perso il lavoro da dipendente, ha aperto una sua concessionaria d’auto con la quale ha dato lavoro anche ad altre persone. Da sindacalista a imprenditore
FRANCESCA TROIANO
che prende il posto di Giuseppe D’Ambrosio che ha conquistato il suo seggio nell’uninominale. 32 anni, di Manfredonia. Psicologa si occupa del trattamento di disturbi fobico-ossessivi, disturbi del comportamento alimentare, depressione, paranoia, disturbi del comportamento sessuale, disturbi legati all’abuso di internet e problemi dell’infanzia e dell’adolescenza
ELIO VITO
57 anni, napoletano, laureato in sociologia, deputato uscente, presidente della Commissione Difesa, ex Ministro dei Rapporti con il Parlamento con il Governo Berlusconi (2008-2011). È stato candidato ed eletto nel 1992 e nel 1994 con la lista Pannella MAURO D’ATTIS
45 anni, di Brindisi, consigliere comunale brindisino, già vice sindaco di Brindisi, è stato membro del Comitato europeo delle Regioni. È sostenitore di Forza Italia fin dagli inizi. Da consigliere comunale di Brindisi è stato nominato assessore (a titolo gratuito) del piccolo comune siciliano (222 abitanti), di Roccafiorita in provincia di Messina
Elezioni 2018: i parlamentari pugliesi VINCENZA LABRIOLA
ANNALISA TARTAGLIONE
37 anni di Taranto, deputata uscente, componente della Commissione Ambiente, è stata eletta nella XVII legislatura con il M5S. Prima di scegliere Forza Italia aveva aderito a Led, raggruppamento formato da alcuni fuoriusciti di Sinistra Ecologia e Libertà
29 anni, eletta nel collegio della Capitanata, milita in Forza Italia da quando aveva 18 anni. È coordinatrice regionale del partito in Molise. Nel 2007 ha partecipato a Miss Italia ed è stata Miss Molise
Onorevoli eletti nei collegi plurinominali P.D. UBALDO PAGANO
MARCO LACARRA
55 anni, di Bari, avvocato. Già consigliere regionale e segretario del Pd Puglia. Ha due figli. Ha lavorato nelle giunte di Michele Emiliano e come consigliere con delega da Antonio Decaro per il progetto Bari Smart City
38 anni, nato a Castellana Grotte. Avvocato specializzato in diritto sanitario. È sposato con una figlia. È segretario provinciale del Pd di Bari. Ha lavorato come amministratore pubblico nei piani di integrazione e inclusione sociale
FRANCESCO BOCCIA
MICHELE BORDO
50 anni, di Bisceglie, Economista, deputato uscente Presidente della Commissione Bilancio. Sposato in seconde nozze con la deputata di Forza Italia Nunzia De Girolamo dalla quale ha avuto una figlia
44 anni, nato a Manfredonia (Foggia). Deputato uscente Presidente della Commissione UE. Dall’età di 16 entra a far parte del Pci di Manfredonia
Onorevoli eletti nei collegi plurinominali Lega ROSSANO SASSO
ANNA RITA TATEO
42 anni, di Bari, sposato e padre di 2 bambine, insegnante, sindacalista Ugl, esperto di Diritto del Lavoro in materia scolastica, ha sconfitto più volte in tribunale la ‘buona scuola’ di Renzi, segretario regionale della Lega-Salvini Premier in Puglia
Onorevoli eletti nei collegi plurinominali F.D.I MARCELLO GEMMATO
44 anni di Terlizzi, farmacista, consigliere comunale a Bari fratello del sindaco Ninni Gemmato
Al Senato Movimento 5 Stelle ALFONSO CIAMPOLILLO
46 anni, di Bari, impiegato, senatore uscente, membro della Commissione Lavori Pubblici
35 anni, di Bari, mamma, moglie, avvocato, vice coordinatrice nazionale del Comitato donne di Noi con Salvini. Socia fondatrice di ‘Dirette al Domani’ e di ‘Nessuno tocchi Abele’, socia di ‘Stati
LeU ROSSELLA MURONI
44 anni, romana, sposata con due figli, sociologa, prima direttrice e poi presidente di Legambiente, coordinatrice della campagna elettorale di Liberi e Uguali
MAURIZIO BUCCARELLA
54 anni, di Lecce, avvocato, senatore uscente, membro della Commissione Giustizia e già Capogruppo del Movimento a Palazzo Madama. Coinvolto nello scandalo dei falsi bonifici di restituzione di parte dell’indennità ed è stato espulso dal M5S DANIELA DONNO
GISELLA NATURALE
40enne, già candidata a sindaco di Torremaggiore (FG), ha studiato al DAMS di Bologna
58 anni, leccese, maturità tecnica, impiegata in vari settori, senatrice uscente, membro della Commissione Agricoltura. Candidata nel 2012 al Consiglio comunale di Lecce, senza essere eletta
VINCENZO GARRUTI
CATALDO MININNO
43 anni, di Altamura, laurea in Economia, dipendente della società informatica delle Camere di Commercio e sviluppatore
42 anni, di Corato (Bari) ma residente a Galatina (Lecce), è tenente dell’Aeronautica Militare Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Elezioni 2018: i parlamentari lucani
Parlamentari lucani, tanti i volti nuovi
Anche in Basilicata il voto delle politiche ha profondamente modificato gli equilibri
di NICOLA MANGIALARDI
In Basilicata sono in tutto 13 i parlamentari eletti: 6 alla Camera nei collegi uninominali (quattro “grillini”, un forzista e uno del Partito Democratico a cui seguono 7 senatori dei quali 4 “grillini”, 1 “forzista”, un “leghista” e uno del Partito Democratico, ma conosciamoli insieme. Otto su tredici dei parlamentari eletti in Basilicata ben più della metà è costituita da esordienti. Fenomeno generato dall’exploit del Movimento 5 stelle lucano che si è accaparrato ben 8 seggi sui tredici a disposizione, eleggendo sei parlamentari in più rispetto a 5 anni fa. E tutti i sei nuovi deputati e senatori pentastellati sono alla loro prima esperienza.
La squadra dei 5 stelle si completa con i due riconfermati Petrocelli e Liuzzi. In crescita anche la truppa del centrodestra: da un solo parlamentare passano a tre con i due forzisti Moles e Casino a cui si aggiunge il leghista Pepe. “Solo” due i parlamentari eletti dal Pd che non ripete i fasti del passato. Agli eletti in Basilicata vanno poi aggiunti i due ‘big’ lucani Gianni Pittella, già vice presidente del Parlamento Europeo che ha staccato il biglietto per il Senato nel collegio di Salerno per il Pd e Roberto Speranza già capogruppo alla camera del Partito Democratico che è riuscito a farsi eleggere deputato in Toscana con Leu.
Gli eletti alla Camera dei deputati Movimento 5 Stelle SALVATORE CAIATA
MIRELLA LIUZZI
è potentino e ha 48 anni. Imprenditore nei settori ristorazione e immobiliare a Siena prima dall’estate scorsa è presidente del Potenza Calcio che punta alla serie C
nata a Tricarico in provincia di Matera 33 anni è deputato uscente, ha fatto parte della Commissione permanente Trasporti, Poste e Telecomunicazioni
GIANLUCA ROSPI
LUCIANO CILLIS
Classe ‘79, materano è dottore di ricerca in Fisica Tecnica Ambientale presso l’Unibas. È presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Matera
37 anni, agronomo, residente a Pietragalla, in provincia di Potenza, sposato e padre di famiglia si è laureato con il massimo dei voti in Scienze e tecnologie delle produzioni animali
Gli eletti alla Camera dei deputati Forza Italia
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PD
MICHELE CASINO
VITO DE FILIPPO
classe 1960 è nato a Irsina ma risiede a Matera dove è stato anche assessore comunale. Prima volta in Parlamento è il coordinatore provinciale di Forza Italia
nato a Sant’Arcangelo nel 1963, è laureato in Filosofia. È stato presidente della Regione Basilicata dal 2015 al 2013. Esordiente in parlamento con il Pd è stato Sottosegretario per nei governi di Renzi e Gentiloni, rispettivamente al ministero della salute e a quello dell’Istruzione
Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
Elezioni 2018: i parlamentari lucani Gli eletti al Senato Movimento 5 Stelle SAVERIO DE BONIS
AGNESE GALLICCHIO
53enne materano è diplomato in agraria. Attualmente è ancora presidente dell’associazione nazionale GranoSalus a tutela della salute dei consumatori a tavola
nata e residente a Potenza. 52 anni è laurea in Giurisprudenza e in Scienze motorie. È impiegata presso l’Università di Basilicata dove si occupa di supporto e coordinamento delle attività didattiche
VITO PETROCELLI
ARNALDO LOMUTI
53 anni è senatore uscente di Matera, geologo. È stato il primo capogruppo della Repubblica a essere espulso dall’aula, durante il voto di fiducia sul Jobs Act, per trenta “centesimi” lasciati al ministro Poletti
42 anni, di Venosa ma residente a Potenza è avvocato penalista e amministrativo. Negli ultimi 4 anni e mezzo è stato impiegato al Gruppo M5s alla Regione Basilicata
Gli eletti alla Camera dei deputati Lega
Forza Italia
PASQUALE PEPE
GIUSEPPE MOLES
ha 43 anni. Eletto con la Lega di Salvini è alla sua prima esperienza parlamentare. È sindaco nel comune di Tolve comune, alle porte di Potenza. È laureato in Giurisprudenza
nato a Potenza nel 1967 si è laureato in Scienze Politiche, presso la Luiss. Torna in Parlamento con Forza Italia dopo l’esperienza alla Camera dal 2008 al 2013. È stato segretario particolare dell’ex ministro Martino
Gli eletti alla Camera dei deputati PD SALVATORE MARGIOTTA
classe 1964 è di Potenza. Decano della politica lucano è stato segretario della Margherita prima di diventare dirigente nazionale del Pd. Torna al Senato dove è stato membro della Commissione di vigilanza Rai
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Innovazione e qualità: la ricetta di Maiora
Il gruppo, concessionario del marchio Despar per il Centro-Sud, ha festeggiato i primi suoi 5 anni di vita superando a fine 2017 gli 800 milioni di euro di giro d’affari puntando su innovazione, investimenti e qualità. In alto Pippo Cannillo Presidente e Amministratore delegato Despar
I
Il gruppo, che ha brindato al termine del 2017 ai suoi primi cinque anni di vita, raccoglie i frutti di tanto lavoro che l’ha portato nel 2017 a stanziare 10 milioni di euro in investimenti, a crescere nella propria area commerciale e a progettare un 2018 di ulteriore crescita e consolidamento.
n cinque anni si è affermata tra le più grandi, innovative e solide realtà nella distribuzione organizzata del Mezzogiorno, sfondando al termine del 2017 il muro degli 800 milioni di giro d’affari complessivo alle casse e registrando una costante crescita a parità di rete che si attesta intorno al +3,5% rispetto all’anno precedente. Sono alcuni dei numeri di Maiora, concessionaria del marchio Despar nel Centro-Sud, protagonista dell’evoluzione della Gdo nel Centro-Sud Italia, nata nel 2012 dall’accordo tra le società Cannillo S.r.l. di Corato e Ipa Sud S.p.A. di Barletta, risultato dell’unione del rapporto imprenditoriale tra le famiglie Cannillo e Peschechera. Il gruppo, che ha brindato al termine del 2017 ai suoi primi cinque anni di vita, raccoglie i frutti di tanto lavoro che l’ha portato nel 2017 a stanziare 10 milioni di euro in investimenti, a crescere nella propria area commerciale (Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo e Calabria) e a progettare un 2018 di ulteriore crescita e consolidamento. Tra le particolarità che hanno reso orgoglioso il gruppo pugliese nel 2017 c’è il primo esperimento nella Regione Puglia di un supermercato direttamente sui binari, inaugurato nel mese di giugno 2017 presso la stazione ferroviaria di Bari, ogni giorno al servizio degli oltre 38.000 pendolari (14 milioni in un anno) che viaggiano per raggiungere il capoluogo pugliese. L’apertura di Bari si aggiunge a quelle dei ben più grandi Eurospar in Puglia a Trani (creato a seguito dell’innovativa riqualificazione di un ex oleificio) e Canosa, in Abruzzo a Pescara e in Calabria con il cash & carry Altasfera di Crotone, inaugurati nel corso del 2017. Sono oltre 500 i punti vendita ad oggi attivi (tra diretti, concessi in fitto d’azienda, in franchising
oltre i cash&carry) che si estendono su una superficie complessiva di 258.000 mq: 2.090, invece le risorse umane impiegate (937 le donne). Il trend di crescita e innovazione di Maiora prosegue spedito anche nel 2018, anno di consolidamento e di avvio per diversi progetti importanti: ulteriori 10 milioni di euro di investimenti sono stati stanziati per numerosi restyling e diverse nuove aperture inaugurate rispettivamente in Calabria a San Lucido (Cs), in Abruzzo a Mosciano Sant’Angelo (Te), in Campania a Giugliano (Na) e in Puglia a Mesagne (Br) e Terlizzi (Ba) dove nel mese di maggio è nato il nuovissimo Interspar, una modernissima e accogliente struttura, che si sviluppa su 1490 mq, progettata con l’obiettivo di offrire un vasto assortimento e numerosi servizi mirati al consumatore. “Possiamo essere orgogliosi di quanto abbiamo costruito, a partire dai primi tempi in cui Maiora poteva sembrare solo un’idea ardita, ai giorni d’oggi” – afferma Pippo Cannillo, Presidente e Amministratore Delegato di Despar Centro-Sud. “Quest’anno stiamo raccogliendo i frutti degli sforzi compiuti nel 2017 e degli investimenti sostenuti, specialmente in ambito Ict e logistica, nonché nell’allineamento delle politiche commerciali che ci stanno consentendo di dare l’impulso atteso alle vendite. Lavoriamo per un miglioramento continuo in tutto, cercando di mantenerci sempre snelli ed efficienti. È qualcosa che abbiamo nel dna, oltre alle nostre solide basi finanziarie. È grazie a questo che siamo cresciuti tanto anche negli anni della crisi più dura”. Nel corso dell’anno, infine, Maiora debutterà con un proprio canale e-commerce. Una modalità di acquisto che, secondo il gruppo, si affermerà come servizio accessorio e affiancherà la modalità di acquisto instore, ma senza sostituirla.
SOLUZIONI COMPLETE PER L’IRRIGAZIONE A GOCCIA
Le Autorità Portuali di Bari
Dai porti pugliesi prendono il largo nuove sinergie La riforma del 2016 cambia l’assetto delle autorità portuali e delle infrastrutture che si sono accorpate rendendo più snelle gestione e programmazione
di FRANCESCO IATO
L
a riforma della portualità del 2016 inizia a produrre i propri frutti, soprattutto in Puglia. Parola del neo presidente della nuova autorità portuale del mare adriatico merdidionale, il professor Ugo Patroni Griffi. Un giurista di fama, avvocato affermato e già manager di importanti enti e agenzie pubbliche tra cui la fiera del Levante di Bari. Professore, cosa è cambiato in questi anni per i porti pugliesi? “La vecchia legge del 1994 stava mostrando tutti i suoi limiti, soprattutto nella nostra terra dove la logica di campanile è molto forte. In passato avevano in Italia ben 24 autorità portuali, ognuna deputata a gestire un singolo porto. In Puglia, ad esempio, le autorità erano ben quattro in atavica concorrenza tra loro. Concorrenza non sempre virtuosa. Infatti spesso si attuava attraverso l’utilizzo di politiche tariffarie al limite del dumping. Ciò impediva non solo di pensare ad una strategia di sistema pugliese ma anche depauperava i porti, moltiplicando i centri di costo senza incrementarne la funzionalità e l’attrattività”. Il riordino, invece, cosa garantirà? “La riduzione delle autorità a sole 24 (di cui due pugliesi) permette di pensare a strategie di medio e lungo periodo che permettano un armonico sviluppo dei porti, della logistica e della economia pugliese. Oggi ciascuna delle due autorità pugliesi ha una propria coerente strategia per la promozione dei porti affidati e delle economie che attorno agli stessi ruotano. Inoltre la governance è unitaria, scevra da duplicazioni e in definitiva più efficiente; essa infatti si articola in alcune direzioni verticali per l’intera autorità (infrastrutture, progetti comunitari, legale, economia e finanza etc) e in tre uffici di porto per la gestione di quelle attività proprie di ciascun hub portuale (demanio, gestione operativa delle banchine etc.). In un mix di centralizzazione e decentramento”. Dunque accorpare vuol dire razionalizzare ed efficientare il sistema? “E’ proprio così, queste enti più snelli e veloci offrono una gestione smart e la possibilità di aprire ponti con altri enti pubblici o con gli stakeholders. In questo modo sarà più facile coordinare le politiche dell’autorità con quelle delle città che ospitano i porti, della città metropolitana, della Regione e delle sue agenzie, compreso le università pugliesi”. C’e’ già un esempio virtuoso? “Le posso citare la stretta cooperazione con gli enti locali nella redazione dei nuovi piani regolatori portuali e del piano energetico e ambientale. Testi che hanno visto all’opera insieme le Università e il Politecnico. Il nuovo assetto, inoltre, ci consente di dialogare meglio con il ministero, con le altre autorità di sistema (e si vedano i protocolli per lo scambio di best practices e la promozione dei corridoi trasversali adriatico/tirreno stipulati con Napoli e
Civitavecchia), nochè con l’associazione di categoria Assoporti” Ci sono già dei primi risultati concreti?” “Intanto l’Autorità del Mare Adriatico Meridionale è riuscita a porre i propri porti ‘sulla mappa’ italiana. I primi frutti si vedono, ad esempio, nella crocieristica che oggi coinvolge 4 su 5 dei porti gestiti, ed è in crescita. I numeri parlano chiaro: nella stagione crocieristica in corso raggiungiamo il record di ben 300 approdi: 214 nel porto di Bari, 46 a Brindisi, 23, peraltro in maggioranza con overnight, a Monopoli e 10 accosti a Manfredonia che così debutta nel mercato della crocieristica. Un incremento complessivo di oltre il 60 % di crocieristi e di quasi il 50% di navi, rispetto alla passata stagione. Nei circuiti crocieristici c’è il debutto, nel ruolo di meta, del porto di Manfredonia. Lo abbiamo proposto e le compagnie hanno apprezzato. La presenza di ben due santuari, venerati e conosciuti in tutto il mondo cattolico, costituisce per la città da una un appeal sul quale dobbiamo puntare per attrarre sempre più piccole navi da crociera lusso. Per la prossima stagione abbiamo già programmato 24 approdi. Ma anche il commercio inizia a rendersi conto delle enormi potenzialità espresse dai porti dell’adriatico meridionale. Ad esempio attraverso l’integrazione tariffaria tra Grimaldi e U.N. Ro-Ro che permette tramite le autostrade del mare di collegare la Turchia con la Spagna, la Francia, la Tunisia passando dai porti pugliesi; il protocollo stipulato con l’Interporto di Bologna per lo sviluppo dei collegamenti intermodali da Brindisi”. Insomma si punta molto, ed anche, sull’intermodalità…. “Il trasporto intermodale è in forte crescita. I porti devono attrezzarsi per gestirlo in modo ottimale. Infatti i rotabili (cosiddetti Ro-Ro) hanno bisogno di infrastrutture specifiche (servizi, piazzali, banchine adeguati) e di collegamenti veloci tra porto, e retroporto e rete ferroviaria e viaria (camionabili e bretelle di collegamento). Va inoltre anticipata l’evoluzione del naviglio, prevedendo la possibilità di rifornimento dello stesso con carburanti alternativi a quelli altamente inquinanti finora utilizzati. E in primis il GNL (Gas Naturale Liquido), carburante a bassissimo impatto ambientale. L’autorità, inoltre, promuove lo sviluppo del retroporto”. Che ruolo avranno le zone esentasse e senza burocrazia delle Zes, le due nuove zone economiche speciali legate ai porti pugliesi? “Le Zes rappresentano una straordinaria occasione di sviluppo, crescita e ripresa per l’intero territorio pugliese. Sono aree in cui provvidenze economiche e semplificazioni burocratiche potranno attrarre cospicui investimenti nella logistica e nel manifatturiero. E che sarebbe opportuno fare evolvere in vere e proprie zone franche come consentito dal legislatore comunitario (basterebbe una leggina!). Così, come accaduto all’estero. Si pensi alla Polonia o alla Bulgaria. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Le Autorità Portuali di Taranto
Anche il porto di Taranto si adegua alla riforma del 2016 Lo scalo della Capitanata punta alla sua vocazione industriale imposta dalla posizione geografica e dalla presenza il loco di grandi insediamenti produttivi
di FRANCESCO PERSIANI
L
a Puglia, con i suoi 850 chilometri di costa tra mar Adriatico e Mar Ionio, è una delle poche regioni italiane ad avere due sedi di Autorità di Sistema Portuale (in Italia ce ne sono 15), organismi che - con la riforma del 2016 - hanno sostituito le vecchie Autorità Portuali. Una è a Bari, con giurisdizione per l’Adriatico Meridionale, e comprende i porti di Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli; l’altra è a Taranto, per l’intero tratto ionico di costa pugliese. Con la riforma non è stata modificata soltanto la mappatura delle autorità, ma sono anche state introdotte modifiche significative sulla governance dell’ente. Soppressi i comitati portuali –pletorici organismi composti da decine di rappresentanti locali- sono stati istituiti i Comitati di Gestione, composti da solo quattro persone: il presidente, nominato direttamente dal Governo, un rappresentante della Regione, un solo rappresentante per tutti gli altri enti locali ed un rappresentante della Capitaneria di Porto. Un organismo molto più snello a cui –alle tradizionali funzioni delle vecchie Autorità Portualisi sono aggiunti ulteriori compiti, tra cui la redazione del piano di sviluppo energetico ed ambientale, funzioni di regolazione e controllo dell’organico lavorativo, e la redazione del Piano Regolatore di Sistema Portuale. La riforma ha inteso dare maggiore importanza alla intermodalità ed alla logistica dei porti, non più infrastrutture a sé stanti, ma intesi come snodi principali dell’intera filiera logistica. Per questo ora si spinge molto su accordi con interporti o piattaforme logistiche, cercando di superare quelle criticità legate ai collegamenti del cosiddetto “ultimo miglio”, e cioè la presenza delle reti viarie e ferroviarie di collegamento –ma anche aeroportuali- alle direttrici di trasporto nazionale. Nell’ambito di questa riforma –che ha snellito e reso più efficienti le strutture portuali- molta attenzione è stata riservata alla regione Puglia. L’eccezionale riconoscimento ed istituzione di due Autorità di Sistema Portuale, deriva pure dalla lettura della pianificazione europea. Nei corridoi europei, infatti, erano già stati individuati ed evidenziati i due porti principali di Puglia, Bari e Taranto. Sicchè lo Stato –in particolare il Ministero dei Trasporti- recependo questa indicazione comunitaria, ha concesso alla regione frontaliera, la più ad Est d’Italia, di avere due distinti enti, su due mari e direttrici diverse. I porti pugliesi, infatti, hanno caratteristiche diverse, in particolare per tipologia di traffico, e –tutti insieme- offrono una grande varietà di utilizzazione e di sviluppo dei traffici. Nel dettaglio gli scali strutturali adriatici –coordinati da Bari- sono connotati da attività di tipo crocieristico e delle cosiddette “autostrade del mare” per i trasporti , 42
Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
mentre sull’unico ma grande scalo ionico –quello di Tarantola vocazione preminente è di tipo industriale e logistica. Fermo restando che le attività non hanno limiti territoriali né vincoli -nel senso che gli uni e gli altri porti, di Adriatico e Ionio- possono, sulla base alle opportunità offerte dal mercato, variare ed integrare i settori operativi. Per esempio il Porto di Taranto si sta recentemente affacciando sul mercato crocieristico, fino ad oggi quasi di esclusivo appannaggio degli scali di Bari e Brindisi. Ma per Taranto, in particolare, la vocazione principale resterà quella industriale, dettata, quasi imposta, dalla posizione geografica e dalla presenza in loco dei grandi insediamenti produttivi quali sono ILVA, ENI e industria del cemento. Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Ionica, l’avvocato Sergio Prete, sottolinea che lo scalo tarantino è in un momento di particolare possibilità di espansione, dopo le battute d’arresto registrate in questi anni, proprio a seguito della crisi industriale e dell’abbandono della società di transshipment, la Evergreen collegata alla disciolta TCT, Taranto Container Terminal. “E’ in fase di espletamento la gara per l’assegnazione del terminal contenitori –dice Sergio Prete- alla quale sta partecipando la Yilport Holding S.A.. La società turca, per volume d’affari, è al 13esimo posto della graduatoria internazionale dei terminalisti ed è controllata dalla Yildirim, quest’ultima proprietaria del 24% di CMA-CGM, terzo vettore marittimo mondiale per il traffico dei containers. Per lo scalo marittimo ionico, dove sono stati realizzati grandi lavori di adeguamento e per la costruzione della piastra logistica, sarà –aggiunge Prete- un momento di grande rilancio che, auspicabilmente, potrebbe coincidere con la soluzione delle vertenze delle grandi industrie (ILVA e indotto) e l’ampliamento delle attività della Raffineria ENI, con l’oleodotto Total della Val d’Agri. Rispetto alle altre proposte pervenute, quella di Yilport è la più ampia e la più completa. La società –dice Prete- ha nei piani l’utilizzo dell’intera area dedicata al traffico container e qui a Taranto avrebbe un vantaggio enorme. Il terminal, infatti, è già dotato di una decina di gru, acquisite dall’Autorità in fase di rilascio dell’area da parte di TCT-Evergreen. Questo significa ridurre notevolmente i tempi di avvio delle attività, risparmiando –appunto- quelli legati alla fase di trasporto e montaggio delle speciali attrezzature”. In conclusione –commenta Sergio Prete, alla guida dell’Autorità ionica- le premesse ci sono tutte per un rilancio a crescita esponenziale del porto di Taranto che porterebbe ad una crescita vantaggiosa anche degli scali dell’Adriatico, attraverso l’ottica di sinergia sistemica individuata dalla nuova strutturazione della gestione complessiva degli scali regionali e nazionali, in ottica europea e transcontinentale.
Autorità Portuale di Bari, il nuovo corso di Patroni Griffi Ugo Patroni Griffi Presidente
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inamicità e operatività. È stato un anno ricco di soddisfazioni, andate anche ben oltre le più rosee aspettative, per l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. Una sfida complessa e avvincente per il presidente, Ugo Patroni Griffi, che è riuscito a integrare nel sistema ben 5 porti, con le loro caratteristiche e specificità strutturali e identitarie. Oggi, dopo oltre un anno dal varo del nuovo soggetto giuridico che governa i porti dell’Adriatico meridionale, risulta evidente che il sistema sta già funzionando, dando dei frutti che vanno anche oltre le più rosee aspettative. Bari, Brindisi, Barletta, Manfredonia e Monopoli, attraverso il sistema voluto dalla Legge di Riforma delle Autorità portuali, hanno acquistato la forza di un’unica offerta, conservando il loro carico di specificità strutturali, geografiche e culturali. I numeri parlano chiaro: nella stagione crocieristica in corso raggiungiamo il record di ben 300 approdi: 214 nel porto di Bari; 46 a Brindisi; 23, peraltro in maggioranza con overnight, a Monopoli e 10 accosti a Manfredonia che così debutta nel mercato della crocieristica. Un incremento complessivo di oltre il 60 % di crocieristi e di quasi il 50% di navi, rispetto alla passata stagione. Nei circuiti crocieristici c’è il debutto, nel ruolo di meta, del porto di Manfredonia. Lo abbiamo proposto e le compagnie hanno apprezzato. La presenza di ben due santuari, venerati e conosciuti in tutto il mondo cattolico, costituisce per la città da una un appeal sul quale dobbiamo puntare per attrarre sempre più piccole navi da crociera lusso. Per la prossima stagione abbiamo già programmato 24 approdi. Un risultato considerevole, frutto di un significativo lavoro di promozione del territorio e di un’intelligente opera di infrastrutturazione dei nostri sca-
li che vantano, anche, un sistema di servizi efficiente e apprezzato. Infrastrutturare un porto significa renderlo operativo e attrattivo, anche dal punto di vista tecnologico. Bari sarà uno dei primi porti 4.0 in Italia, ciò comporterà un netto miglioramento del sistema di sicurezza, del controllo degli accessi e della gestione logistica, grazie ad innovative soluzioni legate all’automazione digitale. Non solo. Abbiamo avviato in via sperimentale ISMAEL, un software capace di predire l’impatto ambientale delle attività logistiche. Sensori distribuiti sul territorio raccoglieranno dati relativi alle condizioni meteorologiche, alle concentrazioni di sostanze inquinanti, al transito di veicoli nell’area portuale. Una piattaforma software, funzionante sulla base di paradigmi innovativi come l’Internet of Things e i Big Data, raccoglierà i dati provenienti dai sensori e quelli generati da sistemi informativi portuali, come gli spostamenti delle navi. Non solo tecnologia, l’azione dell’Ente è fortemente indirizzata a rendere gli scali più funzionali e attrattivi sul piano strutturale. Tra i più recenti interventi attuati, c’è il completamento, la riqualificazione e la rimodulazione delle postazioni di controllo a servizio del personale della Polizia di Frontiera, installate nella zona sterile e interna alla stazione marittima del porto di Bari. Un intervento articolato, predisposto e realizzato dall’Ufficio tecnico dell’AdSP MAM, che ha interessato, anche, la riconfigurazione della recinzione perimetrale di sicurezza della port facility, molo S. Vito lato banchina n. 4, con l’introduzione di una copertura spaziale all’interno della zona ristretta dell’impianto portuale. l’AdSP MAM, inoltre, è riuscita a superare l’empasse amministrativo che rendeva poco fruibile il porto di Barletta. Nei mesi scorsi sono stati avviati i lavori di spostamento dei sedimenti presenti nell’imboccatura del porto.
Un intervento necessario al fine di garantire il ripristino della navigabilità e ottenuto all’esito di un iter procedurale complesso, compiuto in sinergia con Regione Puglia, Comune di Barletta, Arpa Puglia e Capitaneria di Porto. I fondali sono sottoposti ad un’azione di rimodellamento finalizzata a riportare il canale di accesso a profondità utili di 6,75 m, per una larghezza di almeno 100 m. La gestione unitaria dell’Ente si presenta solida, anche, sotto l’aspetto finanziario. Nello scorso aprile, il Comitato di gestione ha approvato all’unanimità il conto consuntivo 2017. Il conto economico, che aveva ottenuto il parere positivo unanime dell’Organismo di partenariato, presenta un avanzo economico di oltre quattro milioni di euro, mentre l’avanzo di amministrazione supera i 52 milioni di euro. La dotazione di cassa, al 31 dicembre 2017, ammonta a circa 47 milioni di euro. Si tratta di un dato assolutamente rassicurante che evidenza l’efficacia del sistema portuale. Tra le tante azioni predisposte nell’ultimo anno c’è un evento a cui tengo particolarmente: lo spostamento del relitto della Norman Atlantic. Dopo oltre tre anni, lo scorso 5 giugno, il relitto della nave traghetto distrutto da un incendio la notte del 28 dicembre 2014 mentre navigava tra Igoumenitsa e Patrasso, ha, finalmente, lasciato la banchina n. 12, da noi ritenuta strategica per l’operatività del porto, ed è stata ormeggiata presso la n.30. Finalmente, l’impatto visivo del porto di Bari è migliorato in maniera sostanziale. Per l’immediato futuro, il nostro primo target è quello di migliorare ulteriormente l’operatività dei nostri porti, proponendo servizi di alta qualità. Ciò contribuirà notevolmente a promuovere l’attrattività della Puglia come destinazione turistica, con l’obiettivo di destagionalizzare domanda e offerta per un turismo che duri tutto l’anno.
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Fondazione Megamark: in autunno due imperdibili appuntamenti
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Ci piace pensare che non finanziamo progetti, ma realizziamo sogni che diversamente resterebbero chiusi in un cassetto. Con il concorso letterario, abbiamo invece realizzato un nostro sogno: contribuire a far crescere il nostro territorio, il Sud.
stata un’estate di grande fermento per la Fondazione Megamark di Trani, la onlus impegnata in iniziative a sfondo solidale e culturale; anche quest’anno in calendario in autunno due imperdibili appuntamenti, il primo con il ‘Premio Fondazione Megamark – Incontri di Dialoghi’ e il secondo con ‘Orizzonti Solidali’. Il 21 settembre, nella splendida cornice di Palazzo Beltrami nell’ambito de ‘I Dialoghi di Trani’, si terrà la premiazione del romanzo vincitore del ‘Premio Fondazione Megamark – Incontri di Dialoghi’, che vedrà la partecipazione straordinaria dell’attrice e conduttrice Veronica Pivetti. Il concorso, giunto alla III° edizione e aperto alle case editrici di tutta Italia e agli autori alla loro prima pubblicazione, ha visto la partecipazione di 53 opere. Cinque i finalisti tra i quali la giuria popolare sceglierà il più meritevole: ‘L’animale femmina’ (Ed. Einaudi) di Emanuela Canepa, ‘Voragine’ (Ed. Il Saggiatore) di Andrea Esposito, ‘Il segreto di Pietramala’ (Ed. La nave di Teseo) di Andrea Moro, ‘L’estate muore giovane’ (Ed. Nottetempo) di Mirko Sabatino e ‘La splendente’ (Ed. Feltrinelli) di Cesare Sinatti. Il vincitore si aggiudicherà un premio di 5.000 euro mentre a ciascuno dei quattro finalisti saranno riconosciuti 2.000 euro. Il 1° ottobre, invece,
saranno resi noti i vincitori della VII° edizione di ‘Orizzonti Solidali’, il bando di concorso promosso dalla Fondazione in collaborazione con i supermercati Dok, A&O, Famila e Iperfamila con il patrocinio della Regione Puglia e del suo assessorato al Welfare, divenuto negli anni una imperdibile opportunità per il terzo settore pugliese. Un’edizione da record, che ha visto la partecipazione di 307 progetti distribuiti nei diversi ambiti di intervento – assistenza, sanità, ambiente e cultura – e una richiesta totale di finanziamento che sfiora i 7 milioni di euro. Da record anche il budget messo a disposizione dalla A sinistra Fondazione, che Giovanni Pomarico Presidente della quest’anno ha Fondazione Megamark raggiunto i 250 mila euro (contro i 100 mila della I° edizione). «Abbiamo intrapreso la strada della solidarietà con l’idea di essere di sostegno alle persone meno fortunate spiega il cavaliere del lavoro Giovanni Pomarico, presidente della Fondazione Megamark e a capo dell’omonimo gruppo, tra le realtà leader nella distribuzione moderna del Mezzogiorno con oltre 5.000 addetti e circa 500 supermercati, tra cui quelli a insegna A&O, Dok e Famila, che sostengono le iniziative della Fondazione -». «Ci piace pensare – continua Pomarico - che non finanziamo progetti, ma realizziamo sogni che diversamente resterebbero chiusi in un cassetto. Con il concorso letterario, abbiamo invece realizzato un nostro sogno: contribuire a far crescere il nostro territorio, il Sud, promuovendo un Premio per gli esordienti e la narrativa di cui si sentiva la mancanza. L’adesione crescente sia al bando Orizzonti Solidali che al premio Fondazione Megamark ci spinge a continuare con passione perché si possa fare sempre di più e meglio».
Aeroporti pugliesi
Aeroporti pugliesi, il Mondo è sempre più vicino Gli scali della regione continuano a crescere moltiplicando la propria offerta di collegamenti. Strategico quello con la Russia
di NICOLA MANGIALARDI
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ei primi mesi di quest’anno sono decisamente in crescita i passeggeri in transito negli gli Aeroporti di Puglia. Secondo i dati ufficiali, nei primi otto mesi del 2018 i passeggeri in arrivo e partenza dagli aeroporti di Bari e Brindisi sono stati 4.965.398, con una crescita, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, del +5,8 per cento. Secondo le statistiche risulta stabile il traffico domestico che registra un lieve incremento pari allo 0,5 per cento a differenza dei flussi internazionali, si attestano intorno al +17,8 per cento. Nel solo mese di agosto il numero totale dei passeggeri è stato di 810.868, in aumento del 7,2 per cento rispetto allo stesso mese 2017. “Siamo in presenza di un ottimo risultato.”, ha dichiarato, commentando questi dati, il presidente di Aeroporti di Puglia Tiziano Onesti, che ha aggiunto: “Un risultato ottenuto grazie ad una pianificazione studiata e coordinata con la Regione Puglia. La significativa crescita è stata determinata grazie al consolidamento delle rotte già esistenti e dall’apertura di nuovi collegamenti internazionali”. Per gli scali aeroportuali di Puglia la stagione in corso si è caratterizzata in particolar modo per l’apertura del volo Bari-Mosca, operato da Siberia Airlines e dal volo Bari-Parigi di Air France. Due rotte strategiche per il mercato pugliese, sia per il traffico outgoing, sia per quello incoming. La società Aeroporti di Puglia fa sapere con non poca soddisfazione che, a poco più di un mese dall’avvio del volo diretto Bari - Mosca, visto il grande successo, la compagnia aerea S7 Airlines, a partire dallo scorso 7 agosto, ha raddoppiato le frequenze. Al volo della domenica, infatti, si è aggiunto fino al 48
Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
23 ottobre anche quello del martedì, permettendo ai passeggeri soggiorni più lunghi e favorendo così le coincidenze garantite dal network domestico e internazionale del vettore, a supporto del traffico incoming proveniente da un’area di grande appeal per la Puglia. I voli decollano il martedì e la domenica, con partenza da Bari alle 14:30 ed arrivo all’aeroporto di Domodedovo a Mosca alle 19:20 con il ritorno fissato da Mosca alle 10:45 per atterrare a Bari alle 13:35. Per Igor Veretennikov, S7 Group Chief commercial officer “S7 Airlines continua la propria espansione in Italia ed il raddoppio dei voli su Bari, decimo aeroporto italiano collegato, è la prova dell’importanza dell’Italia nei piani di sviluppo di S7 Airlines. I turisti Italiani potranno ora visitare Mosca e proseguire il loro viaggio per San Pietroburgo o per qualsiasi altra destinazione all’interno della Federazione Russa o delle Repubbliche ex sovietiche. I passeggeri russi potranno agevolmente raggiungere Bari, meta importante per i pellegrinaggi grazie alle reliquie di San Nicola, punto di partenza per il traffico croceristico e porta ideale per visitare le bellezze architettoniche, culturali e gustare le eccellenze enogastronomiche che la Puglia offre”. Ovviamente, il numero uno della società di gestione degli aeroporti di Puglia,Tiziano Onesti, ha espresso soddisfazione per i risultati sin qui ottenuti in modo particolare dal collegamento che registra un coefficiente di riempimento medio pari al 95 per cento dei posti offerti, costituito prevalentemente da traffico incoming, a conferma del grande interesse della Russia per il territorio pugliese. Ma quello russo non è l’unica grande novità targata estate 2018, per Aeroporti di Puglia. Infatti, Dopo 23 anni Air
TIZIANO ONESTI PRESIDENTE AEROPORTI DI PUGLIA
Un risultato ottenuto grazie ad una pianificazione studiata e coordinata con la Regione Puglia. La significativa crescita è stata determinata grazie al consolidamento delle rotte già esistenti e dall’apertura di nuovi collegamenti internazionali. France è tornata a collegare Bari a Parigi con 5 voli settimanali che sono stati operativi fino allo 2 settembre. I voli Bari-Parigi Charles De Grulle hanno fatto registrare numeri importanti con oltre 6.000 i biglietti già venduti per la stagione estiva, tanto che la compagnia aerea francese ha deciso di estendere il volo a tutta la stagione invernale dal 15 settembre 2018 al 31 marzo 2019. Per Barry ter Voert della compagnia francese, «l’Italia è un mercato fondamentale per il Gruppo Air France-KLM, siamo orgogliosi di inaugurare la nostra dodicesima destinazione nel bel Paese. La decisione di riaprire, dopo 23 anni, i voli da Bari a Parigi è stata dettata dalle grandi potenzialità della regione, non solo in termini di traffico turistico ma anche di traffico business. Questo nuovo volo permette di raggiungere Parigi comodamente e di accedere all’intero network di Air France. Avendo, poi, registrato un numero di prenotazioni molto incoraggianti nel solo primo periodo di collegamento abbiamo deciso di estendere il volo a tutta la stagione invernale 2018-19». Per Onesti, “il ritorno in Puglia di Air France offre tanti motivi e tutti importanti per essere accolto con grande soddisfazione. Innanzitutto quale attestazione dei livelli di eccellenza raggiunti dalle nostre infrastrutture che ci consentono di offrire a passeggeri e compagnie aeree elevati standard di servizio in termini di qualità e efficienza. Rappresenta, altresì, un riconoscimento alla credibilità commerciale che Aeroporti di Puglia ha saputo conquistarsi in questi anni e che ha messo i più importanti vettori nelle migliori condizioni per poter programmare in Puglia. L’inizio della collaborazione con Air France rappresenta, poi, l’ennesimo passaggio del programma di espansione del network a cui stiamo lavorando e che punta, soprattutto, a sviluppare l’offerta internazionale, quale elemento irrinunciabile per l’economia della regione e ancor di più per la filiera del turismo. I dati, in costante e significativa crescita, del traffico internazionale ci fanno guardare con ottimismo ai prossimi impegni, volti a garantire, tra l’altro, le migliori condizioni di accessibilità area della regione, anche nell’ottica strategica delle prosecuzioni a lungo raggio garantite attraverso i più importanti snodi continentali, tutti ormai stabilmente collegati ai nostri aeroporti.” I voli Air France Bari-Parigi, furono inaugurati per la prima volta nel 1989 e, poi, interrotti nel 1995. Gli aeromobili utilizzati (Airbus A318, A319, A320 e A321 a seconda del giorno della settimana) offrono una capacità di posti compresa tra 138 e 206. Questo nuovo volo permette di raggiungere Parigi in poco più di due ore e, con un tempo di transito inferiore alle tre ore all’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle, fino a quarantatré destinazioni in Europa e ventuno destinazioni nel resto del mondo. Seoul, Copenaghen e Amburgo, ad esempio, saranno raggiungibili da Bari con un transito a Parigi di soli cinquantacinque minuti, Shanghai con un transito di un’ora e quindici minuti, Bogotá, Boston e Mosca con un transito di un’ora e quaranta minuti. Grazie a questo collegamento, anche la Puglia è più facilmente raggiungibile: ben settantasette sono le città in Europa collegate a Bari con un tempo di transito a Parigi inferiore alle tre ore, e trentasei le città extra europee. Confermato, inoltre, per tutta la prossima stagione invernale, il
volo Bari – Londra Gatwick operato dalla compagnia easyJet. Il collegamento, già in vendita sul sito on line sul sito della compagnia, sull’app mobile del vettore e sui canali GDS, sarà operativo, a partire dalla fine di ottobre 2018, con 2 frequenze settimanali (ogni martedì e sabato) da Londra Gatwick -Bari con partenza alle 15.55 e arrivo alle 19.40 e con partenza dal capoluogo pugliese alle 20.10 e arrivo nella capitale britannica alle 22.05. La conferma del volo per tutto l’anno si aggiunge alle novità del 2018 già annunciate nei mesi scorsi dal vettore relativamente ai collegamenti, da Bari e Brindisi, per Berlino e Venezia. I nuovi voli operati da easyJet che si vanno ad aggiungere a quelli già in essere ormai da tempo tra Bari e Brindisi e Milano Malpensa e tra Brindisi e Parigi Orly, Ginevra e Basilea rappresentano un ulteriore opportunità di collegamento per gli scali pugliesi. La riconferma di questo collegamento su base annua del volo per Londra per i vertici della società Aeroporti di Puglia costituisce l’ennesimo importante traguardo per la connettività della Puglia e del sud est del Paese, sempre più stabilmente interconnessi con tutte le principali destinazioni europee. La disponibilità di un ulteriore collegamento annuale su Londra consente di articolare e ottimizzare la preesistente offerta sulla capitale britannica, contribuendo alla destagionalizzazione dell’offerta turistica dell’area servita, sostenendo in modo significativo, anche nei mesi di bassa stagione, la domanda sempre più consistente riferita a diversi segmenti di traffico. Più voli, per tutto l’anno, rappresentano, indubbiamente, un’ottima opportunità anche per il traffico business che necessità di continuità di collegamenti. Questo ulteriore importante risultato si pone nel solco dell’impegno della società di gestione degli scali e dei servizi aeroportuali di Puglia per uno sviluppo condiviso del territorio, funzionale alla valorizzazione della nostra rete aeroportuale ealla creazione di ricchezza culturale e sociale. Per il direttore easyJet Italia “La scelta di continuare le operazioni del collegamento con Londra Gatwick da Bari rappresenta un segnale di concretezza della volontà di easyJet di collegare meglio il territorio pugliese e, in generale, il Sud Italia all’Europa. Un collegamento, questo, che durerà tutto l’anno e che aiuterà a sostenere non solo i flussi turistici verso la Puglia, ma anche la mobilità dei passeggeri della regione nel periodo invernale”. Alla sempre più internazionalizzazione dei collegamenti aerei pugliesi si aggiunge l’interesse che la regione ha verso il distretto aerospaziale. Attraverso un accordo quadro di cooperazione per lo sviluppo del progetto “GROTTAGLIE TEST BED”, Aeroporti di Puglia e il Distretto Tecnologico Aerospaziale Pugliese hanno rinnovato e rilanciato la collaborazione per supportare lo sviluppo dello scalo come centro di eccellenza, nazionale ed internazionale per la sperimentazione di sistemi, prodotti e soluzioni nel campo delle piattaforme aeree pilotate e non pilotate (RPAS), di sistemi innovativi per il controllo e la gestione del traffico aereo (ATC) e di sistemi integrati per la gestione ottimale dei volumi e dei flussi del traffico sia in ambito aeroportuale che nelle fasi in volo nei vari settori (ATF&M), anche nell’ambito di progetti di ricerca a livello europeo. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Aeroporti lucani
La Basilicata prende il volo senza un aeroporto
L’infrastruttura appare sempre più indispensabile ma la burocrazia ferma il progetto
di ALESSANDRO BOCCIA
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iuscirà mai a “decollare” la pista Mattei di Pisticci scalo, nel materano? La Basilicata avrà, finalmente, il suo agognato aeroporto entro i confini regionali? Oppure, per un perverso e poco chiaro disegno, dovrà comunque “emigrare” nella vicina Campania per sentirsi sulla pista di casa? Domande e dubbi che attanagliano tanti lucani in questo scorcio di fine estate 2018, alla luce dell’assurda e complicata vicenda che, da dicembre scorso (in realtà da molto prima), interessa l’infrastruttura basentana voluta da Enrico Mattei in persona: a dicembre dello scorso anno, infatti, è scaduta la proroga di sei mesi che la Regione Basilicata ha concesso alla Winfly, la società presieduta da Alfredo Cestari, che ha gestito l’aviosuperficie di Pisticci, per tutta la durata del bando (tre anni), oltre alla deroga di sei mesi, appunto. Da allora, quando la WInfly è stata invitata formalmente a “sloggiare” dalla pista Mattei, la stessa è praticamente chiusa. Deserta. Perché? La Regione Basilicata ha sempre dichiarato che avrebbe ben presto pubblicato un nuovo bando per la gestione, questa volta di durata ultradecennale, così come specificatamente richiesto dall’Enac (l’Ente nazionale di aviazione civile) per dare un impulso determinante e decisivo alla trasformazione dell’infrastruttura da semplice aviosuperficie ad aeroporto di terzo livello. Invece, ad oggi tutto tace. Nessun bando e, soprattutto, nessun cenno da parte della Regione alle prese con l’inchiesta giudiziaria che ha portato il presidente Marcello Pittella agli arresti domiciliari e con le immancabili beghe elettorali. A dicembre di quest’anno o a gennaio del 2019, infatti, si vota e, quindi, tutto viene messo in secondo piano. Sullo sfondo la querelle, adesso anche giudiziaria, tra la Winfly e il Consorzio di Sviluppo Industriale della Provincia di Matera, proprietario della pista. Una querelle che ha già visto un primo round in tribunale, di fatto vinto dalla Winfly: il giudice adito, il Tribunale di Potenza, prima di decidere sulla richiesta del Consorzio Asi che voleva che la società di Cestari lasciasse la pista, si è dichiarato incompetente per territorio. La “palla”, adesso, potrebbe passare al tribunale di Matera, qualora il Consorzio decidesse di radicare nuovamente (questa volta individuando il giudice competente per territorio) la procedura. Ma la questione è complessa anche per la vicenda Pontecagnano. La pista “Costa d’Amalfi”, che si trova in Campania, e, dunque, fuori dai confini regionali lucani, è stata oggetto di attenzioni da parte della Regione Basilicata. In principio fu l’allora governatore Vito De Filippo a rendere noto l’interesse della Regione per la pista campana. Era il 2013, con la campagna elettorale per le politiche in pieno svolgimento, quando De Filippo a Pontecagnano annunciò l’interesse della Basilicata per quella pista. Lo stesso De Filippo che, con la sua Giunta, aveva stanziato 8 milioni di euro per la pista Mattei di Pisticci. Quella manifestazione di interesse ha poi trovato piena 50
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concretezza in un provvedimento dell’esecutivo guidato da Pittella, che ha stanziato dei soldi per Pontecagnano. Incoerenza? No, fu spiegato, niente di tutto questo: le due piste (Mattei e Costa d’Amalfi) sono pienamente coerenti e, anzi, devono far parte di un unico asset viario per lo sviluppo della Basilicata e di quella parte della Campania che, in pura teoria, potrebbe guardare alla nostra regione. Nella realtà, nulla di tutto questo si è materializzato. L’unica cosa concreta è che, ad oggi, la Basilicata non ha un suo aeroporto e neanche sa se potrà mai averlo. Di chi è la colpa, se di colpa si può parlare? Siamo sicuri che la politica lucana sia davvero convinta che la pista Mattei possa essere la soluzione al “sogno” di volare della Basilicata? In realtà, tutto lascia presumere che non lo sia affatto. Non lo sono i potentini, che per questioni non solo di campanile, ma anche di vicinanza geografica con Pontecagnano (in realtà Potenza dista lo stesso chilometraggio sia da Pisticci che da Pontecagnano), hanno sempre mostrato fatti concludenti contrari alla scelta di Pisticci. Anche i materani, però, non scherzano: per loro, infatti, l’aeroporto è quello di Bari Palese. E’ da lì, infatti, che arriva (e continuerà ad arrivare) il “grosso” del turismo nazionale e internazionale verso la capitale europea della cultura 2019. Perché, dunque, sprecare tempo e risorse per un’infrastruttura che al momento sembra essere fuori dalle rotte principali del turismo? E pazienza se tali rotte, in realtà, sono sempre modificabili. Pazienza se l’aeroporto Mattei potrebbe servire anche (e forse soprattutto) al turismo del Metapontino, sulla cui costa nell’estate del 2017 si sono riversate la bellezza di un milione e quattrocentomila persone. Pazienza se quella pista potrebbe servire anche la ricca settore ortofrutticolo della zona. Pazienza, ancora, se pure la martoriata e claudicante industria lucana ne potrebbe trarre utili riscontri. Pazienza, infine, se pure il tarantino e l’alto cosentino hanno chiaramente manifestato il loro favore per la pista Mattei. In Basilicata, quasi sempre, quello che conta è la volontà politica, a volte, però, lacerata da campanilismi.
Anci Puglia seleziona 50 giovani volontari di Servizio civile Domande entro 28 settembre 2018
In alto Domenico Vitto Presidente ANCI Puglia
“Anche quest’anno cinquanta giovani presteranno il Servizio civile nei Comuni aderenti ai progetti Anci Puglia. – sottolinea il presidente Anci Puglia Domenico Vitto - Una opportunità unica di cittadinanza attiva, di crescita umana e professionale, una esperienza formativa da svolgere direttamente nei Comuni, in settori strategici, al servizio delle comunità. Un contributo fattivo dei giovani in termini di impegno civico che genera impulso e valore aggiunto in ambito socio-culturale. Importante anche il passaggio al nuovo Servizio civile universale, che dovrebbe favorire una rinnovata vitalità in alcuni ambiti per certi versi nuovi, come la riqualificazione urbana, la riscoperta della cultura della legalità e dell’anticorruzione e il settore dell’agricoltura sociale. E evidente – conclude Vitto - che bisogna fare di più sul fronte della valorizzazione delle competenze dei volontari, favorendo e migliorando il collegamento e l’integrazione con il mondo del lavoro.”
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Dal 2008 Anci Puglia è ente di Servizio civile di 2^ classe, con 60 sedi accreditate in 20 Comuni partner, 60 progetti finanziati e oltre 300 volontari impegnati. L’intento è quello di promuovere e favorire lo sviluppo delle politiche giovanili sul territorio, sostenendo la realizzazione dei progetti di servizio civile nei Comuni associati.
Ulteriori informazioni potranno essere richieste direttamente ad Anci Puglia Via Marco Partipilo, 61 70124 Bari E-mail: serviziocivile@anci.puglia.it Tel 080 5772316
In alto I volontari Servizio Civile Anci Puglia 2017-18
n attuazione del Bando nazionale pubblicato sul sito www.serviziocivile.gov.it/ lo scorso 20 agosto e del relativo bando regionale, Anci Puglia effettuerà una selezione per n. 50 giovani volontari da impiegare in 5 Progetti di Servizio Civile, da realizzarsi presso la sede Anci di Bari e presso i Comuni di Binetto, Canosa di Puglia, Castrì di Lecce, Collepasso, Cursi, Faggiano, Guagnano, Lequile, Palagianello, Neviano, Poggiorsini, Polignano a mare, Sammichele di Bari, Specchia, Trepuzzi, Triggiano. I 50 giovani selezionati da Anci Puglia saranno impegnati nei settori integrazione sociale, lotta alla dispersione e abbandono scolastico e tutoraggio; educazione e promozione culturale, accesso ai servizi informatici e valorizzazione e promozione del territorio. I progetti Anci Puglia riservano alcuni posti per i candidati con bassa scolarità (in possesso di diploma di Scuola media secondaria di primo grado. La durata del servizio è di 12 mesi, con un impegno settimanale di 30 ore; ai volontari sarà corrisposto un rimborso mensile forfettario di € 433,80. I candidati, in possesso di cittadinanza italiana, ovvero di cittadinanza di uno degli Stati membri dell’Unione Europea, ovvero di un Paese extra UE purché regolarmente soggiornante in Italia; devono aver compiuto il diciottesimo anno di età e non aver superato il ventottesimo anno di età (28 anni e 364 giorni) alla data di presentazione della domanda. Tutte le informazioni relative ai progetti, con le indicazioni relative a volontari assegnati, sedi e posti riservati, sono disponibili sul sito www. anci.puglia.it e pubblicate sui siti dei Comuni coinvolti. La domanda, con i modelli Allegati 3, 4 e 5, così come il Bando, possono essere scaricati dal sito internet del Dipartimento www.serviziocivile.gov.it e sono disponibili anche sul sito www.anci.puglia.it.
La data di scadenza è il 28 settembre 2018 (in caso di consegna a mano entro le ore 18:00). La domanda di partecipazione e la relativa documentazione per gli interessati ai Progetti Anci Puglia, vanno presentate secondo le modalità di seguito riportate. 1.
a mezzo raccomandata A/R ad Anci Puglia, Via Marco Partipilo, 61 70124 Bari; 2. a mano, presso la sede Anci Puglia di Via Marco Partipilo, dal 27/08/2018 al 27/09/2018 dalle ore 9 alle 13,30; il giorno 28/09/2018 dalle ore 9 alle ore 18; 3. a mano, presso il Comune sede di attuazione del progetto prescelta per lo svolgimento del servizio; 4. con Posta Elettronica Certificata (PEC) ,art. 16-bis, comma 5 della legge 28 gennaio 2009, n. 2 - di cui è titolare l’interessato, all’indirizzo PEC serviziocivile@pec.anci. puglia.it, avendo cura di allegare tutta la documentazione richiesta in formato pdf. Il termine per l’invio delle domande via PEC o a mezzo raccomandata A/R è fissato al 28 settembre 2018. In caso di consegna della domanda a mano il termine è fissato alle ore 18.00 del 28 settembre 2018;
Città metropolitana di Bari: la Casa dei 41 Comuni
Partecipazione alle decisioni e possibilità di monitorare gli investimenti sono le nuove parole chiave
In alto Il Sindaco Antonio Decaro firma il Patto per Bari
spirito sono state avviate tutte le attività di pianificazione strategica dell’Ente e con questo metodo sono stati progettati gli interventi finanziati per 230 milioni di euro dal Patto per Bari e per 40 milioni di euro dal Bando Periferie che hanno permesso a tutti i Comuni di ricevere finanziamenti e investire sul proprio territorio. La Città metropolitana di Bari ha, dunque, interpretato alla lettera una delle funzioni fondamentali assegnatele dalla legge Delrio: “la cura dello sviluppo del territorio metropolitano”. L’Ente opera, dunque, attraverso una costante e continua azione di “ascolto” delle esigenze dei Comuni dell’area metropolitana, consentendo loro di realizzare i propri programmi di sviluppo mediante strumenti di programmazione della Regione Puglia, delle Istituzioni Governative Nazionali e della Comunità Europea e, contemporaneamente, di contribuire alla crescita e allo sviluppo delle loro comunità. Oltre ai Comuni, la Città metropolitana di Bari si è dotata anche di un Regolamento sulla partecipazione finalizzato ad allargare la consultazione e la partecipazione dei cittadini alla “cosa pubblica” che prevede diverse modalità di coinvolgimento degli stessi: petizioni, consultazioni mediante questionari e sondaggi on-line, assemblee pubbliche, forum tematici, convegni, social network ed anche Tavoli di Lavoro. Sono tre quelli istituti e consultati ciclicamente su argomenti e competenze della Città metropolitana: il Tavolo interistituzionale, il Tavolo delle associazioni e della cittadinanza attiva e il Tavolo dei talenti e delle nuove Generazioni. A sinistra Il sindaco Decaro, il vicesindaco Abbaticchio e il consigliere Lacoppola con alcuni dei componenti del Tavolo dei talenti e delle nuove generazioni della Città metropolitana.
Mappa degli interventi destinati ai comuni metropolitani
Ognuno ha ammainato la bandiera del proprio campanile per salire su quello più alto della Città metropolitana e guardare insieme al futuro.
L
a Città metropolitana di Bari, in questi anni, si sta costruendo una nuova identità: essere la “casa” per i tutti i Comuni dell’area metropolitana, dove si programmano, si progettano e si realizzano piani di sviluppo di lungo periodo per tutto il territorio perché “ognuno ha ammainato la bandiera del proprio campanile - afferma il sindaco metropolitano, Antonio Decaro - per salire su quello più alto della Città metropolitana e guardare insieme al futuro”. Passa anche da qui il processo di innovazione della pubblica amministrazione che l’Ente ha messo in atto, in questi anni, attraverso una forma di governance territoriale più efficiente e condivisa. Il metodo, innovativo e partecipativo, è fondato sulla co-pianificazione e co-progettazione degli interventi che rende protagonisti i 41 Comuni con la finalità di conseguire un obiettivo unitario e di largo respiro. Con questo
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Il Polo Aerospaziale Pugliese
Boeing e Leonardo, intesa sempre più vincente
Crescono sempre più le competenze dei tecnici pugliesi diventati ormai un importante riferimento per l’azienda statunitense che punto allla Puglia anche per la produzione di droni.
di FRANCESCO PERSIANI
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rottaglie, Brindisi e Foggia. Questo il triangolo del polo produttivo e di ricerca del settore aerospaziale della Puglia. Un settore produttivo relativamente giovane per nascita, ma già consolidato. Una certezza di continuità almeno fino al 2030, data di scadenza delle commesse della statunitense Boeing alla italiana Leonardo (azienda controllata dallo Stato) per la costruzione delle fusoliere e altre parti strutturali della nuova linea del velivolo 787. Ma il 2030 è solo una scadenza sulla carta, virtuale. Si, perché ormai il committente Boeing ha accordato la massima fiducia all’azienda italiana che sul campo - in questi anni - è stata capace di correggere velocemente gli inevitabili errori iniziali, dimostrando grandi capacità di recupero nell’aggiornamento tecnologico, nell’organizzazione del lavoro e nell’applicazione delle novità dettate dalla continua e proficua ricerca. Insomma “Leonardo”, nelle sue sedi pugliesi, ha dimostrato serietà ed affidabilità. La fiducia di Boeing nelle capacità di maestranze e dirigenti degli stabilimenti pugliesi – spesso chiamati a Seattle per risolvere problemi proprio nella casa madre - porterà a nuove commesse e nuovi contratti, forse proprio a cominciare da quello che rappresenta il futuro prossimo del settore: gli aerei a guida remota, telecontrollata, senza pilota. Intanto il presente, che è fatto di circa 4000 addetti nei tre centri. 1000 a Foggia, 1400 a Grottaglie - l’azienda più giovane per nascita e con lavoratori che hanno in media 35 anni di età - 600 a Brindisi, dove vanno aggiunti altrettanti lavoratori di aziende dell’indotto. Infine - a Taranto città, al quartiere Paolo VI - un centro di informatica, per lo studio e lo sviluppo di applicazioni di software dedicati alla sicurezza, che occupa circa 100 persone. Insomma numeri occupazionali importanti, che ormai - dopo i processi di internalizzazione degli anni scorsi- sono ben stabilizzati, destinati solo a crescere. Ma non solo. In questi anni tecnici e maestranze pugliesi hanno acquisito una tale conoscenza del settore - il know-how - da farli diventare - da semplici esecutori di progetti- veri e propri partner attivi nella 56
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soluzione dei problemi e nella ricerca che ne consegue. Basta citare i numeri: la produzione, nello stabilimento di Grottaglie, è passata in poco tempo da due a 14 fusoliere al mese. E questo, appunto, va a garanzia di una continuità di collaborazione futura tra la grande committente statunitense e Leonardo, con particolare riferimento ai siti pugliesi. E andando ancora oltre la commessa 787, una delle ipotesi possibili per la continuità della collaborazione Boeing-Leonardo dopo il 2030 -a parte i droni- è la costruzione del nuovo velivolo, il 797. Anche questo un aereo di linea che potrebbe essere lanciato nel 2019, per entrare in servizio nel 2025. Al momento le previsioni di mercato - sulla base dell’interesse espresso da diverse compagnie di volo- variano tra i 2000 ed i 4000 pezzi per un costo unitario di 70 milioni di dollari. La motorizzazione potrebbe esse della General Electric (ex Fiat-Avio, con una sede anche a Brindisi) in collaborazione con CFM International. Niente male - insomma - se anche questa commessa - tra fusoliera e motori - fosse affidata ai siti pugliesi di Leonardo. In conclusione l’aerospazio in Puglia è una realtà ormai importante, riconosciuta dalle più grandi aziende del mondo. “È stata una conquista a cui hanno contribuito con entusiasmo i giovani lavoratori pugliesi” dicono l’ingegner Angela Sansonetti e Angelo Cofano della FIM-CISL. “Abbiamo lottato per i diritti sindacali -aggiungono- ma sempre nel massimo della lealtà nei confronti delle aziende, Alenia prima e Leonardo dopo, e senza mai perdere di vista l’obiettivo principale: dare certezze lavorative ai giovani dipendenti, mettendoli nelle condizioni di lavorare con serenità, secondo turni “umanizzati”, in modo da ottenere il massimo dell’impegno, con la serenità e entusiasmo che sono alla base del successo. Oggi - conclude l’ingegner Sansonetti- abbiamo ottimizzato il rapporto tra tecnologia e occupazione. In Puglia - ed a Grottaglie in particolare - abbiamo attrezzature d’avanguardia a livello mondiale e possiamo vantare diversi primati nelle varie fasi produttive. Il sogno è diventato realtà. La realtà ha superato il sogno”.
Il grande successo di Pin, l’acronimo dei giovani innovativi Parla l’assessore regionale al Bilancio e alle Politiche giovanili, l’avvocato Raffaele Piemontese
In alto Lo stand “Young Apulian Design” con le quattro imprese finanziate da PIN – Pugliesi Innovativi al “Kraftwerk” di Berlino.
L’assessore regionale al Bilancio e Programmazione, Politiche giovanili e Sport per Tutti, Raffaele Piemontese.
Young Apulian Design” è l’area pensata per esposizioni, mostre, talk, incontri B2B tra botteghe e autori e workshop focalizzati sull’artigianato locale.
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egli spazi del “Kraftwerk” di Berlino ancora si sentono gli echi del successo che, due mesi fa, un gruppo di ragazzi pugliesi ha riscosso esordendo sulla scena internazionale super-specialistica e innovativa dell’Ethical Fashion Show Berlin, in concomitanza della Berlin Fashion Week. “Perché non ripeterci moltiplicando l’opportunità di far conoscere al grande pubblico della Fiera del Levante come la creatività e l’innovazione hanno saputo farsi concreta opportunità di lavoro e impresa, ci siamo chiesti pensando a come popolare la Fiera con i colori di PIN, Pugliesi Innovativi”, dice l’assessore regionale alle Politiche giovanili, Raffaele Piemontese, illustrando uno spazio che si propone fra i più originali del Padiglione Arredamento della Fiera del Levante. Si chiama “Young Apulian Design” ed è l’area pensata per esposizioni, mostre, talk, incontri B2B tra botteghe e autori e workshop focalizzati sull’artigianato locale. “Un’occasione importante – aggiunge Piemontese – non solo per mostrare al pubblico la crescita del design contemporaneo e dell’artigianato d’autore nel mercato internazionale, ma anche un’opportunità da non perdere per la comunità PIN impegnata nel settore tra ceramiche, abbigliamento, oggettistica, piattaforme e servizi dedicati”. Siamo al cuore del cuore dell’identità italiana: moda, artigianato, tecnologie, innovazione, economia circolare. Forse conviene spiegarsi con qualche esempio, però. “Ammostro” è un laboratorio di serigrafia situato nel centro di Taranto, che utilizza pigmenti naturali, estratti dalla flora autoctona, per creare inconfondibili prodotti living. “Trama Handmade” è l’ate-
lier creativo di Melendugno, con i propri gioielli in macramè e una collezione in arrivo grazie alla collaborazione con Made in Carcere. “Studio AK (Botanical Baby)” di Santeramo in Colle ha un’etichetta, “Amis – moda sostenibile per bambini e l’infanzia”, prodotta utilizzando solo fibre e coloranti naturali. “Terrena” è l’atelier di Bari che applica pratiche di innovazione sociale per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro ai diversamente abili, realizzando bijoux unici. “Loro - dice il giovane assessore inventore di PIN - sono i fantastici 4 di Berlino, ma, a Bari, siamo arrivati a raccogliere e mettere in mostra le qualità di ben 24 Vincitori PIN, con un fitto programma di eventi ad alternare l’esposizione dei loro prodotti”. Architauri, Ricreazione, INGegno-Lab, Maho Kitchen, TripLab: Segheria 2.0, Bloodylicious, Bottega D’Arte RoMa, MEST, ZicZic – microeditoria e territorio, I Giardini degli Artisti, MesoLab, Sinapsi, ArredoShop3D, Trama, Typical Design, Borzò Designe Cultural Store D.E.M.O. Dress, Studio Creativo_LaserCut, ReHab e OCC – Officine Culturale Carrassi. Un panorama ricchissimo, elettrizzato da focus specifici su core-green go-green, ecofriendly-wear attraverso il riutilizzo di scarti dell’industria tessile, laboratori di decorazione, il ripensamento del souvenir che diventa oggetto di design con una funzione divulgativa-culturale, laboratori tessili per bambini. Per l’assessore Piemontese, “sono le testimonianze di un programma diventato ormai punto di riferimento dei giovani pugliesi che continuano a bussare alle porte della Regione con 1.376 progetti, 347 dei quali li abbiamo già finanziati mobilitando circa 10 milioni di euro, dando così una reale opportunità a 817 giovani con un’età media di 31 anni: il futuro è adesso”.
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“Fiera di essere nel futuro” è il titolo scelto per l’82esima edizione della Fiera del Levante di Bari. Anticipare i processi per governarli, in epoca di straordinari mutamenti strutturali dei contesti economici, politici e sociali, è fondamentale per sostenere una crescita che dia risposte ai crescenti bisogni delle persone in epoca di arretramento delle protezioni pubbliche, e che indirizzi dinamiche di sviluppo sostenibile, rispettoso del lavoro, dell’ambiente, della salute. Uno scenario dove le conseguenze delle innovazioni tecnologiche e della digitalizzazione sui processi produttivi, sul lavoro, sul modo di vivere, stanno avendo e avranno un impatto molto forte. L’innovazione corre veloce ed è necessario comprenderla per trarne vantaggio e non esserne travolti. Quella che viviamo è una vera e propria rivoluzione, totalmente diversa dalle altre, anche per la velocità dei cambiamenti: la prima rivoluzione industriale ci ha impiegato circa 80 anni per produrre tutti i suoi effetti, la seconda 50, la terza 30, questa invece si sta abbattendo sulla realtà come uno tsunami. Si parla di Industria 4.0, di come questi processi stanno modificando il modo di fare impresa nel settore manifatturiero e incidono sulla capacità competitiva. Il futuro chiama l’innovazione e visto da Sud, da un Mezzogiorno alle prese con ritardi strutturali, emigrazione giovanile, scarsi investimenti pubblici, c’è da essere preoccupati. Come Cgil siamo impegnati da sempre su innovazione e crescita, sulla necessità di investire su prodotti e produzioni di qualità, ma preoccupa il dato di investimenti in ricerca e sviluppo, solo 0,8 per cento del Pil, al di sotto della media delle regioni del Sud. In Puglia, a fronte di alcune eccellenze di livello nazionale ed europeo in settori come aerospazio, meccatronica, automotive, agroindustria, prevale un tessuto di piccole e medie imprese, che ha maggiori difficoltà di accesso al credito, una struttura organizzativa più debole, un limite alla realizzazione di investimenti. Di contro il tasso di sopravvivenza a tre anni delle imprese nei settori ad elevata innovazione e intensità di conoscenza è del 45 per cento. Su un totale di circa un milione e quattrocentomila occupati, 990mila sono nei settori dei servizi, spesso a bassa produttività e che non risponde all’offerta di lavoro di chi è più qualificato. Non è un caso che il vero e proprio esodo giovanile che vive la Puglia e il Mezzogiorno per una buona metà riguarda laureati che non riescono a spendere nel proprio territorio il bagaglio di cono-
scenze acquisite. La Cgil ha scelto da tempo di porre questa parte di Paese al centro della propria strategia, con proposte concrete per lo sviluppo economico e sociale dei nostri territori. Un’attenzione mostrata anche con la scelta di tenere in Puglia il XVIII Congresso nazionale della nostra organizzazione, che si terrà a Bari dal 22 al 25 gennaio 2018, proprio in questo spazio, presso i padiglioni della Fiera del Levante. E lo slogan scelto, “Il Lavoro è”, intende riaffermare una centralità sociale del lavoro, sicuro, ben retribuito, perché dal buon lavoro – anche in grado di sostenere la sfida tecnologica - dipende la crescita di un’impresa. Ecco allora che le fiere, la Fiera del Levante, la maggiore esposizione dell’Italia meridionale, devono avere come mission questa capacità di favorire incontro di idee, proporsi come attore di processi di innovazione. Lo dicono gli studi dell’Emec, l’associazione che riunisce i 22 principali centri fieristici europei: le Fiere esercitano ancora un ruolo di volano per l’economia e le imprese. Oltre la circolazione di buone pratiche e modelli, oltre la promozione del territorio e del suo sistema produttivo, generano direttamente fatturati per gli espositori. Innovazione che ovviamente deve riguardare anche i soggetti gestori, le fiere, che devono puntare sulla digitalizzazione dei quartieri e degli eventi, utilizzando al meglio le tecnologie. La Fiera del Levante deve continuare a essere vetrina del made in Puglia, in grado di costruire e promuovere reti virtuose che devono coinvolgere le Piccole e medie imprese, gli enti di ricerca e formazione, le università. Innovazione che deve interessare anche i settori del turismo e dell’agricoltura, che oltre a valorizzare le grandi potenzialità del territorio devono essere in grado di dare risposte circa la qualità del lavoro, il contrasto al precariato, il rispetto delle regole. Accompagnati da amministrazioni pubbliche virtuose, in grado di premiare chi opera secondo questo indirizzo di crescita sostenibile e collettiva. La Fiera del Levante, oltre il tradizionale appuntamento della Campionaria di settembre, può e deve essere parte attiva di questi processi. Così si valorizza un ruolo e si mette al sicuro un’importante istituzione che opera per e nel territorio da 82 anni. Pino Gesmundo, Segretario generale Cgil Puglia
Economia della Basilicata
La Basilicata esce dalla crisi, la ripresa è più lenta del previsto Nel 2017 la crescita è stata garantita dalla produzione dell’industria e dei servizi di ALESSANDRO BOCCIA
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attività economica in Basilicata nel corso del 2017 è cresciuta in misura modesta, sostenuta soprattutto dall’andamento dell’industria e dei servizi. È la fotografia scattata dalla Banca d’Italia nel consueto rapporto sulle economie regionali. A condizionare l’andamento dell’attività economica lucana il settore estrattivo e dell’automotive. L’industria aumenta la produzione dell’1,6 per cento, risultato sul quale ha inciso la crescita del 30 per cento dell’estrazione di petrolio e gas. Nel 2017 sono, invece, diminuite del 13 per cento le esportazioni che per l’80 per cento sono riconducibili al settore dell’auto e quindi legate all’andamento di quest’ultimo. Segno “più” per il comparto dei servizi, con particolare riferimento al turismo, crescono gli investimenti ed i prestiti, si interrompe la riduzione del lavoro nel settore delle costruzioni ma anche l’occupazione, diminuita nel 2017, del 2,2 per cento “rispetto ad una crescita dell’1,2 per cento sia nel Mezzogiorno che in Italia”, anche se nel primo trimestre
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La produzione agricola cala del 3,8% nel 2017. Ma ci si aspetta una ripresa per l’anno in corso
del 2018 è tornata a crescere. La produzione cala del 3,8 per cento in agricoltura di cui, però, si attende una ripresa, alla luce delle risorse e delle misure dedicate al comparto e finalizzate all’avvio di nuove attività. La speranza per il futuro non manca, ma nel rapporto della Banca d’Italia restano i punti deboli di una regione che diventa sempre più vecchia.
Economia della Basilicata Si registra un progressivo invecchiamento della forza lavoro determinato oltre che da fenomeni anagrafici, anche dalle riforme pensionistiche e dalle migrazioni dei più giovani e istruiti.
A fare da traino “il settore estrattivo che ha ripreso a pieno regime l’attività facendo registrare una crescita rispetto al 2016, quando ha risentito della contrazione della produzione anche per le vicende giudiziarie che avevano determinato il blocco degli impianti”. Positivi i dati sul turismo: le presenze sono aumentate nella regione del 6,5 per cento ed a Matera del 9,4 per cento circa ma in prospettiva si prevede “che il fenomeno si intensifichi ancora di più nella seconda parte di quest’anno”, favorito anche dalla nomina a capitale europea della cultura nel 2019. A livello nazionale, nel 2017, il Pil è cresciuto ma con un tasso inferiore rispetto alle economie avanzate e, deve recuperare ancora cinque punti per raggiungere il livello pre crisi mentre “la Basilicata ha recuperato, a livello di Pil, quasi tutto”. La ripresa stenta a estendersi al settore delle costruzioni, dove l’attività ha complessivamente ristagnato, risentendo soprattutto delle difficoltà del comparto delle opere pubbliche. Nel residenziale le imprese hanno invece beneficiato dell’ulteriore aumento delle transazioni, riducendo gli stock di invenduto che, in rapporto alle vendite, sono tornati sui livelli pre-crisi. L’andamento della congiuntura si è riflesso in un miglioramento della redditività delle imprese: sono pertanto migliorate la capacità di autofinanziamento e la liquidità. L’aumento dell’autofinanziamento ha favorito l’accumulazione di capitale. I finanziamenti bancari alle imprese hanno continuato a crescere, grazie all’aumento della domanda, soprattutto per il finanziamento degli investimenti e del circolante. La dinamica positiva si è estesa anche alle imprese di minore dimensione, dopo cinque anni di flessione. L’andamento congiunturale non ha favorito l’occupazione. Nel 2017 infatti si è interrotta la fase di crescita del triennio precedente, che aveva permesso alla Basilicata un progressivo riavvicinamento ai livelli occupazionali precedenti la crisi.
Migliora la qualità del credito. Si è intensificata la riduzione delle sofferenze accumulate durante la crisi
È proseguito l’invecchiamento della forza lavoro regionale. Tale processo è stato determinato non solo da fenomeni demografici, dalle riforme pensionistiche e dalle migrazioni dei più giovani e istruiti, ma anche dalla diminuita propensione dei giovani a partecipare al mercato del lavoro. Nel 2017, in base alle stime disponibili, i redditi delle famiglie si sono ridotti in misura contenuta, interrompendo la crescita del triennio precedente; al calo ha contribuito soprattutto la debolezza del mercato del lavoro. Il numero di individui a rischio di povertà ed esclusione sociale, sebbene in flessione rispetto al livello massimo raggiunto nel 2013, in base ai più recenti dati disponibili, resta ancora elevato rispetto alla media nazionale. I prestiti alle famiglie sono ulteriormente aumentati, sostenuti soprattutto dal positivo andamento della domanda; la crescita ha riguardato sia i mutui sia il credito al consumo. In presenza di bassi livelli dei tassi di interesse, anche nel 2017 il risparmio finanziario si è diretto verso forme d’investimento prontamente liquidabili e strumenti del risparmio gestito. Quanto al mercato del credito, lo studio rivela che nel 2017 il numero di sportelli bancari in regione è rimasto stabile, mentre in Italia ha continuato a ridursi. È proseguita la diffusione dei canali telematici per l’accesso ai servizi bancari. È continuata la crescita dei prestiti bancari, che si è estesa, per la prima volta dopo un quinquennio, alle banche appartenenti ai primi cinque gruppi. I finanziamenti erogati da tali intermediari sono tuttavia aumentati a un ritmo meno intenso rispetto alle altre banche. La qualità del credito ha continuato a migliorare. Si è intensificata la riduzione delle sofferenze accumulate durante la lunga crisi, anche grazie alle cessioni e agli stralci di tali crediti dai bilanci bancari. Nel triennio 2014-16 la spesa delle Amministrazioni locali è lievemente aumentata per effetto dell’incremento della componente di parte corrente. La spesa in conto capitale, costituita in gran parte dagli investimenti, è invece diminuita, risentendo della riduzione delle erogazioni dei fondi strutturali europei, dopo il picco raggiunto nel 2014-15, ultimi anni utili per la realizzazione delle spese relative al ciclo di programmazione 2007-2013. Le entrate correnti, infine, sono aumentate in misura contenuta, per effetto dell’incremento dei trasferimenti. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Il DTA costruisce il futuro con cybersecurity, droni e sistemi satellitari mi per visualizzare il traffico aereo e comunicare con i piloti a terra; sullo sviluppo di sensori innovativi e tecnologie e sistemi di analisi dati per il riconoscimento di nuovi fattori di rischio (idrogeologico, di polveri da incendi...). Le soluzioni convergeranno in una dimostrazione, nell’aeroporto di Grottaglie, che include la progettazione e l’esecuzione di diversi voli di droni controllati dall’ATM/C. La seconda, attraverso il progetto SIADD, si propone di incrementare la qualità e la sostenibilità manifatturiera (aspetti economici, ambientali e di benessere del personale) di alcuni processi di Additive Manufacturing, tecnologia che guida il percorso di sviluppo di GE Avio Aero in Puglia e a breve si sostanzierà nell’avvio della produzione a Brindisi.
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Il Dta ha nel frattempo avviato nuove iniziative di ricerca e sviluppo per circa 50 milioni di euro, che coinvolgeranno nei prossimi tre anni 24 imprese italiane ed europee, 160 addetti, 6 università pugliesi e italiane e 95 ricercatori.
el processo in atto di trasformazione della mobilità e delle infrastrutture di trasporto va sempre più rafforzandosi il legame con le tecnologie spaziali per cercare soluzioni di guida autonoma e di monitoraggio delle criticità. Quindi crescono sempre più gli investimenti di istituzioni e imprese impegnate a rafforzare le proprie capacità in tema di cybersecurity. In questo scenario il Distretto tecnologico aerospaziale (Dta), presieduto da Giuseppe Acierno, ha sottoscritto un accordo con l’Agenzia Spaziale Europea e l’Agenzia Spaziale Italiana per testare nell’aeroporto di Grottaglie le soluzioni da utilizzare in caso di cyberattack. La recente sottoscrizione del primo contratto darà avvio alle prime sperimentazione sui droni per passare successivamente alle automobili senza pilota. “Il Dta ha nel frattempo avviato nuove iniziative di ricerca e sviluppo per circa 50 milioni di euro, che coinvolgeranno nei prossimi tre anni 24 imprese italiane ed europee, 160 addetti, 6 università pugliesi e italiane e 95 ricercatori”, ricorda Acierno. La prima iniziativa è concentrata: sulla progettazione e pianificazione di missioni aeree, di droni; sul controllo dello spazio aereo, attraverso nuovi protocolli e siste-
La terza punta a sviluppare algoritmi iterativi e software che consentano di definire piani di intervento manutentivo sulle flotte di aeromobili, dei treni e delle piattaforme orbitanti (satelliti). La quarta riguarda sistemi di propulsione (RAM-EP) in grado di utilizzare i gas presenti in atmosfera come propellente oltre cha a studiare un nuovo veicolo spaziale di classe “small” (entro i 500 kg di massa complessiva) in grado di ospitare il sistema propulsivo RAM-EP. L’ultimo progetto svilupperà sistemi aerei a pilotaggio remoto e procedure di acquisizione dati da sensori aviotrasportati e satellitari a supporto dell’’agricoltura di precisione. A breve verranno anche avviati master con il Politecnico di Bari e l’Università di Bari per costruire capacità e competenze territoriali in grado di affiancare la fase di sviluppo e produzione delle aziende coinvolte nelle attività del Distretto tecnologico aerospaziale.
SCIENZE
DELL’AMMINISTRAZIONE E DELL’ORGANIZZAZIONE
SCIENZE
MOTORIE SCIENZE
MOTORIE
PREVENTIVE
DESIGN
Oculistica all’ospedale Miulli: dalla luce, la cura A sinistra La sede dell’Ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti
Per ottenere questo risultato è necessaria un’alta esperienza diagnostica, che il personale del Miulli ha raggiunto sotto la guida del dott. Micelli Ferrari. Altrettanto importante è l’ulteriore dotazione tecnologica dell’ospedale: il reparto di oculistica dispone infatti di un tomografo a luce coerente, integrato al microscopio operatorio con cui il chirurgo controlla sia l’atto chirurgico che sta eseguendo sia il risultato dell’intervento. Dalla diagnosi alla terapia la luce ci segue sempre. Il laser è infatti conosciuto per il suo utilizzo in chirurgia e, a seconda della diversa frequenza di luce, si ottengono effetti differenti:
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Il reparto di oculistica dell’Ospedale Miulli dispone di un tomografo a luce coerente, integrato al microscopio operatorio con cui il chirurgo controlla sia l’atto chirurgico che sta eseguendo sia il risultato dell’intervento.
a leggenda racconta che durante l’assedio di Siracusa (2° guerra punica, 212 a.C.) Archimede abbia utilizzato i raggi del sole, concentrati con degli specchi in un unico punto, per bruciare il legno delle navi romane. La luce è sicuramente una fonte di energia che – utilizzata in maniera corretta – consente applicazioni inimmaginabili. In campo medico, l’oculistica è sicuramente la branca che più si è avvalsa dell’energia luminosa fin dalla introduzione dei primi laser. Il laser può essere definito un raggio luminoso puro, che sviluppa energia attraverso la stimolazione delle sue particelle. In natura un fenomeno analogo può essere osservato nell’arcobaleno, dove la luce si divide in tanti raggi singoli puri che, a seconda della loro frequenza, assumono un colore diverso. Il continuo sviluppo tecnologico ha dunque permesso di sfruttare la luce e di applicarla nella pratica medica giornaliera. Parliamo di alta tecnologia, che da anni caratterizza il reparto di oftalmologia dell’Ospedale Miulli. L’applicazione diagnostica di un laser – denominata angiotomografia a luce coerente – consente diagnosi di patologie retiniche senza ricorrere a mezzi di contrasto.
TERMICO per patologie retiniche. EVAPORAZIONE per la chirurgia refrattiva. DI POTENZA per la chirurgia della cataratta. Buttare gli occhiali è sicuramente il sogno di tanti e ora lo possiamo ottenere tramite la sostituzione del cristallino o un rimodellamento della superficie oculare con i laser. L’avvento dell’ultimo nato, il fentolaser, ha infatti permesso di trasformare un classico intervento di cataratta in un intervento refrattivo. Un mix di tecnologia ed elevata preparazione scientifica del personale medico consente dunque di eseguire un intervento in massima sicurezza e di impiantare lenti intraoculari sofisticate (denominate “premium”) che possono correggere tutti i difetti visivi. È proprio grazie all’integrazione tra la componente medica e quella tecnologia che il reparto di oculistica dell’Ospedale Miulli ha raggiunto livelli assistenziali elevatissimi, che ne fanno un centro di riferimento nazionale.
Sanità pugliese
La sanità nella regione Puglia, un mix di gioie e dolori Varato il piano taglia ospedali. Al via le Case della Salute. Il riordino dei servizi di emergenza sanitaria. La spesa farmaceutica registra i primi risparmi di FRANCESCO IATO
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onostante i tanti passi in avanti la sanità pugliese resta il pomo della discordia fra governo regionale, cittadini e operatori sanitari. I territori, a partire dal tarantino, soffrono per il taglio di reparti e servizi. Basti ricordare le difficoltà del pronto soccorso del Santissima Annunziata di Taranto, rimasto l’unico presidio per un bacino di oltre 300 mila abitanti. Ma non va meglio nel barese, dove interi ospedali, ad esempio Putignano, sono stati ridimensionati mettendo a rischio l’assistenza soprattutto per le patologie tempo dipendenti come ictus e infarto. In compenso nel 2018 la giunta Emiliano ha centrato numerosi e brillanti risultati. A partire dai Lea, i livelli essenziali di assistenza. Dopo aver passato anni nelle zone basse della classifica oggi la Puglia staziona al settimo posto fra le regioni italiane con 169 punti nella garanzia delle prestazioni essenziali. È partita, inoltre, la rete oncologica pugliese. La riorganizzazione metterà al centro il malato oncologico offrendogli un centro di riferimento regionale ed una bussola per orientarsi nella diagnostica e nelle terapie.
Con il riordino ospedaliero crescono, sia pure di poco, i posti letto in Puglia
Il piano taglia ospedali L’assessorato alla salute ha portato avanti le soppressioni ospedaliere del piano di riordino. Che ha aumentato, seppure di poco, i posti i letto in Puglia. Il piano ne prevede 13 mila e 150 unità, circa 150 in più rispetto alla “vecchia” versione. Nella asl Bari si registra un incremento di 183 unità, ma se il Policlinico e il Di Venere vedono lievitare i loro posti letto (+98 e +25), al San Paolo c’è stata una contrazione (-19). In totale, in tutta la provincia, si passa da 2.697 posti letto a 2.880. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Sanità pugliese Il riordino della medicina territoriale, nella regione Puglia, passa attraverso i Punti di Assistenza Territoriale e le Case della Salute
Le case della salute Nel frattempo è partito il riordino della medicina territoriale. A regime saranno 33 i Punti territoriali di assistenza (Pta o anche Case della Salute) che nasceranno al posto dei piccoli ospedali chiusi onde potenziare il sistema ed evitare di ingolfare i grossi ospedali. In pratica, alcune strutture – almeno una per provincia – saranno dei piccoli ma funzionanti nosocomi per pazienti meno gravi. A Bari città sono previsti 30 nuovi posti letto; Terlizzi e Triggiano avranno ciascuno 20 posti di lungodegenza e 40 di riabilitazione. L’obiettivo è di convogliare verso i Pta tutti i casi meno gravi, mentre i grandi ospedali (come Policlinico, Di Venere e San Paolo per restare a Bari) si potranno concentrare su urgenze e interventi specialistici.
Il riordino del 118 e dell’emergenza urgenza È partito, inoltre, il riordino della rete 118 di emergenza-urgenza che culminerà con l’approvazione del disegno di legge in consiglio regionale. La regione ha cancellato i Punti di primo intervento creando la centrale unica del 118 ed una postazione per ognuno dei vecchi pronto soccorso. Da metà maggio è iniziata la chiusura dei 38 Punti di primo intervento pugliesi con la previsione di un’agenzia unica del 118. I 38 Ppi chiusi o ancora da chiudere sono i seguenti: 17 sono in provincia di Bari (Alberobello, Bitonto, Casamassima, Castellana Grotte, Conversano, Gioia del Colle, Giovinazzo, Grumo, Locorotondo, Noci, Mola, Polignano, Rutigliano, Ruvo, Santeramo, Terlizzi e Triggiano); 5 nel Foggiano (Monte Sant’Angelo, Torremaggiore, San Marco in Lamis, Vico del Gargano e Vieste); 3 nella Bat (Canosa, Minervino, Spinazzola); 5 in provincia di Brindisi (Cisternino, Ceglie Messapica, Fasano, Mesagne, San Pietro Vernotico); altrettanti nel Tarantino (Ginosa, Grottaglie, Massafra, Moscati, Mottola); e 3 in provincia di Lecce (Campi Salentina, Nardò, Poggiardo). Per i Ppi che garantivano almeno 6mila accessi all’anno non è cambiato molto: al posto dei medici ospedalieri c’è una postazione fissa del 118 sempre con medico, l’ambulanza è presente all’interno delle strutture che sino a maggio ospitavano i Punti di primo intervento. Invece, in sostituzione dei Ppi che non effettuavano 6mila interventi all’anno ora c’è un’auto medicalizzata. I vecchi Ppi si dedicavano principalmente a codici bianchi o verdi, casi non gravi. La sostituzione con le ambulanze medicalizzate fa sì che le persone possano trovare nella postazione fissa già il medico operativo e, in caso di codici gialli o rossi, è garantito un intervento e trasporto in ospedale più tempestivo.
Le assunzioni e stabilizzazioni
Per quanto riguarda il personale, sono cominciate le stabilizzazioni dei precari, mentre per le assunzioni bisognerà at-
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Cala la spesa farmaceutica. Nel 2017 sono stati spesi 25 milioni di euro in meno rispetto al 2016
tendere. Un esercito di circa 3000 unità fra cui 1000 medici, altrettanti infermieri e un migliaio per le altre figure tra cui Os, tecnici di laboratorio e amministrativi. La Regione, che ha ottenuto nel 2017 il superamento graduale del blocco al turn ove, ha chiesto ulteriori assunzioni prevedendo un allargamento delle piante organiche (al momento mancano 5-6000 unità) per consentire la copertura di tutti i servizi.
La spesa farmaceutica
La spesa farmaceutica, invece, ha iniziato a registrare i primi obiettivi di risparmio dopo i record registrati in passato dalla Puglia, regione canaglia sul punto. Il taglio alle prescrizioni hanno consentito una spesa di 25 milioni di euro in meno nel 2017 rispetto al 2016 con la previsione di ulteriori contenimenti per il 2018.
I conti della sanità e i privati
Quanto alla spesa per la sanità la Puglia risulta a posto con i conti avendo realizzato un utile di gestione di circa quattro milioni di euro. Il budget da sette miliardi e duecentomila euro è distribuito per il 27,5% al personale, il 33,3% all’acquisto di beni e servizi, il 7,2% alla medicina convenzionata, l’8,6 alla farmaceutica convenzionata (solo Abruzzo e Calabria spendono di più), il 10,4% all’ospedaliera accreditata (solamente in Lazio si registra una percentuale maggiore), il 3,9 % è riservato alla specialistica accreditata e il 9,2% ad altra tipologia di assistenza convenzionata, per un totale di 7,2 miliardi. In pratica una buona fetta dei fondi finisce ai privati, dato che viene confermato da uno studio dell’Osservatorio della Bocconi: dopo Lombardia, Molise e Lazio, la Puglia è la regione che ha la spesa pro capite più alta per l’assistenza sanitaria privata accreditata, è addirittura più elevata della media nazionale: per ogni pugliese la Regione spende 385 euro (contro i 357 a livello nazionale), soldi che finiscono nelle casse degli ospedali e centri privati (il record è della Lombardia con 538 euro). Tornando alle cure, prevenzione e assistenza domiciliare sono lontani da standard accettabili. Ad esempio, per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, mentre nel resto d’Italia, in media, vengono trattati 1.206 pazienti all’anno per ogni 100mila abitanti, in Puglia non si va oltre i 565.
Al servizio della salute
I
l sistema sanitario regionale della Puglia è da tempo impegnato in una profonda opera di riordino e riorganizzazione.
I capisaldi di questo processo di riorganizzazione sono: • riordino della rete ospedaliera • potenziamento della assistenza territoriale e realizzazione della continuità ospedale- territorio • implementazione di un nuovo modello di presa in carico dei pazienti cronici. L’A.Re.S.S. (Agenzia Regionale per la salute e il Sociale) svolge un ruolo strategico in questo complesso processo di trasformazione del sistema sanitario regionale, cosi come previsto dalla Legge Regionale n. 29 del 24 luglio 2017. Tre le linee di indirizzo: • la rimodulazione della assistenza ospedaliera secondo il modello organizzativo delle reti cliniche e dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) (a cura dell’Area innovazione di sistema e qualità) • la definizione di modelli sperimentali di presa in carico dei pazienti affetti da patologie croniche attraverso i PDTA (a cura del Servizio epidemiologia clinica e analisi delle dinamiche della domanda e della offerta) • la diffusione della cultura della valutazione delle tecnologie sanitarie (Health Technology Assessment - HTA), a supporto delle decisioni del policy maker (a cura del Servizio Valutazione integrata in Sanità) COSA SONO LE RETI CLINICHE? Le Reti clinico-assistenziali rappresentano un modello organizzativo che assicura la presa in carico del paziente mettendo in relazione professionisti, strutture e servizi che erogano interventi sanitari e sociosanitari di tipologia e livelli diversi nel rispetto della continuità assistenziale e dell’appropriatezza clinica e organizzativa. La rete individua i nodi (ospedali, reparti, servizi) e le relative connessioni defi-
nendone le regole di funzionamento, il sistema di monitoraggio, i requisiti di qualità e sicurezza dei processi e dei percorsi di cura, di qualificazione dei professionisti e le modalità di coinvolgimento dei cittadini. COSA SONO I PDTA ? Se per rete clinica si intende la rete complessiva di offerta (professionisti, strutture, prestazioni, servizi) coinvolta nella risposta a specifici problemi di salute (ad es., rete oncologica, ictus, infarto miocardio, trauma, etc.), i Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA) identificano i modelli di presa in carico per ciascuna condizione patologica a cui la rete clinica si riferisce, declinandone i contenuti e definendone il percorso (non teorico, ma in termini reali e compatibili con le risorse clinico-assistenziali disponibili e le condizioni organizzative esistenti nel territorio di riferimento) dalla fase di prevenzione a quelle di diagnosi cura – riabilitazione - assistenza nel fine vita. QUALI SONO I VANTAGGI PER I CITTADINI DERIVANTI DALL’INTRODUZIONE DI QUESTI MODELLI E STRUMENTI? Il principale è la tempestività e il coordinamento degli interventi. Perché i diversi professionisti coinvolti nelle fasi di diagnosi e cura non incontrano il paziente in momenti diversi, non frammentano i percorsi diagnostico-terapeutici e non allungano i tempi di attesa, ma si presentano come una vera e propria équipe medica che lavora attraverso la comunicazione e la condivisione interdisciplinare. La Rete viene pertanto disegnata attorno al paziente e non alla organizzazione delle singole strutture che vi partecipano. QUALI RETI SONO GIÀ FUNZIONANTI IN REGIONE? Rete Oncologica Pugliese (ROP) E’ stata ufficialmente attivata con Deliberazione di Giunta Regionale n. 192 del 20 febbraio 2018. Il modello organizzativo, predisposto dall’A.Re.S.S. secondo la logica Hub&Spoke prevede la concentrazione dell’assistenza di maggiore complessità in “centri di ec-
cellenza” (hub) e l’invio a questi “hub” da parte dei centri periferici (spoke) dei malati che superano la soglia di complessità degli interventi effettuabili a livello periferico. Tra le novità più importanti per i pazienti previste dalla istituzione della ROP, e ne costituiscono senza dubbio il vero valore aggiunto, si segnalano la creazione di una nuova struttura operativa, il COrO, (Centro di Orientamento Oncologico), e la istituzione dei Gruppi di Patologia Integrati (GPI) Il COrO, collocato nell’ambito dei Dipartimenti Integrati di Oncologia (DIOnc), ha compiti di informazione ed accoglienza dei pazienti oncologici e di supporto al loro percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale: attraverso il COrO infatti il paziente con sospetto di una patologia oncologica ha la garanzia di un percorso sicuro, in termini di assistenza, orientamento e supporto. In pratica da novembre 2018 nessun paziente con un semplice sospetto di patologia neoplastica oppure con una patologia oncologica già diagnosticata e in trattamento, verrà lasciato solo a “vagare” senza una meta chiara all’interno della intricata rete di strutture e servizi sanitari regionali e sarà affidato dal COrO (vera porta di ingresso nella rete oncologica) al GPI di riferimento Il GPI è costituito dal team muldisciplinare e multiprofessionale di professionisti che si occupa di una particolare forma di neoplasia. Entro il mese di ottobre è prevista in ognuno dei quattro dipartimenti integrati oncologici (DIOnc) della regione la costituzione dei GPI per le cinque patologie oncologiche più importanti : CR Polmone, CR Mammella, CR prostata, CR utero, CR colon-retto, che cureranno la attivazione nei territori di loro competenza dei PDTA riferiti alla patologie indicate (elaborati a livello regionale dalla A.Re.S.S. e dal Coordinatore della rete oncologica) RETE DELLE BREAST UNIT Con la Deliberazione della Giunta Regionale del 22 maggio 2018, n. 854 è stata ufficialmente istituita la Breast Unit network - Centri pugliesi di senologia. Il modello organizzativo, pre-
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disposto dall’A.Re.S.S., ha individuato 12 Centri di Senologia: La Breast Unit Network in quanto innovativo modello di assistenza specializzato nella diagnosi (screening e diagnostica clinico strumentale), nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne affette da carcinoma mammario, rappresenta il primo esempio di rete di patologia già avviato all’interno della Rete Oncologica Pugliese. RETE DELLE MALATTIE RARE La Rete Pugliese Malattie Rare nasce nel dicembre 2003 con DGR n. 2238 e rappresenta per la Puglia la prima e solida esperienza di modello organizzativo clinico-assistenziale a rete che ha inizialmente sperimentato e poi strutturato la logica dell’integrazione ospedale-territorio. Sono inoltre attive: la Rete Ematologica Pugliese, la rete Parkinson, la rete delle radiologie interventistiche, la rete nefrodialitica, la rete dei centri trasfusionali, la rete delle anatomie patologiche, la rete emergenze nel percorso nascita QUALI RETI SONO IN FASE DI ATTIVAZIONE? Le reti Tempo Dipendenti Sono quelle reti per le quali Il fattore tempo costituisce elemento determinante per la qualità e l’esito delle cure, se non addirittura il “salvavita” in presenza di condizioni ad elevato rischio di mortalità. Rete Infarto Acuto del Miocardio (IMA) Già attiva da anni in tutto il territorio Pugliese (e attualmente in fase di revisione) ha generato risultati soddisfacenti in termini di performance, portando a realizzare anche in Puglia 600
angioplastiche primarie per milione di abitanti, indicatore semplice proposto dalle società scientifiche per valutare l’efficienza della rete. La rete dell’infarto è progettata secondo il modello Hub e Spoke con l’obiettivo di garantire la terapia riperfusiva più rapida ed efficace al maggior numero di pazienti colti da STEMI. Rete Ictus Gli unici presidi che hanno dimostrato di essere di aiuto nel ridurre mortalità e invalidità nei pazienti colpiti da ictus in fase acuta con elevato grado di evidenza scientifica sono: • Il ricovero in Stroke Unit (SU) per tutti i pazienti indipendentemente dalla eziologia (ischemica o emorragica), dall’età e dalla gravità; • il trattamento trombolitico con Alteplase endovena entro le 4,5 ore dall’esordio e comunque il più presto possibile nei pazienti con ictus ischemico; • la trombectomia meccanica per via endovascolare in un sottogruppo selezionato di pazienti con ictus ischemico entro le 6 ore dall’esordio e comunque dopo trombolisi venosa. Per garantire a tutti i cittadini colpiti da questa patologia la presa in carico precoce in centri specializzati è indispensabile creare una rete assistenziale per la fase acuta. I nodi di questa rete sono costituiti dalle SU di I e II livello (già attive o in fase di attivazione) cui i pazienti devono afferire nel più breve tempo possibile per le scelte diagnostico-terapeutiche. Le connessioni tra i nodi della rete devono consentire il rapido riconoscimento ed il trasporto primario e secondario dei pazienti secondo criteri condivisi. Nell’ambito di ogni area
vasta, identificata in base al bacino di utenza, l’assistenza viene graduata in base alle caratteristiche del paziente. Rete Traumi maggiori Al fine di ridurre i decessi evitabili è necessario attivare un Sistema integrato per l’assistenza al trauma (SIAT), costituito da una rete di strutture ospedaliere tra loro funzionalmente connesse e classificate, sulla base delle risorse e delle competenze disponibili, in: • Centri traumi di alta specializzazione (CTS) • Centri traumi di zona (CTZ) • Presidi di pronto soccorso per traumi (PST) QUALI SONO I PDTA A SUPPORTO DELLE RETI GIÀ OPERATIVI E QUALI IN PREPARAZIONE? Area oncologica 1. PDTA Cr polmone 2. PDTA Cr Mammella 3. PDTA Cr utero 4. PDTA Cr Colon retto 5. PDTA Cr prostata. Area malattie croniche 1. PDTA Diabete 2. PDTA Scompenso cardiaco 3. PDTA Ipertensione 4. PDTA BroncoPneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) Area Malattie rare 1. PDTA CIDP 2. PDTA Talassemie (già istituito) 3. PDTA Sindrome di Down 4. PDTA carcinoma a cellule di Merkel (MCC) 1. PDTA a supporto delle reti tempo dipendenti; 2. PDTA del percorso nascita di integrazione ospedale - territorio. In questa prospettiva l’A.Re.S.S. ha già predisposto un documento tecnico di indirizzo per costruire la rete assistenziale regionale pugliese attraverso i PDTA, che illustra la metodologia da seguire nella predisposizione dei PDTA. E ha avviato il progetto PathLab finalizzato a costituire in ogni azienda un gruppo di persone competenti in grado di svolgere una funzione di tutor nell’ambito dei PDTA aziendali.
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CON QUALI STRUMENTI SI PUÒ GARANTIRE LA PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI CON MALATTIE CRONICHE ? Care Puglia 3.0: un modello per la presa in carico delle cronicità. La Regione Puglia, caratterizzata da uno dei più alti indice di invecchiamento della popolazione e con il 40% degli abitanti affetti da una malattia cronica, nel recepire il Piano Nazionale Cronicità ha previsto di strutturare una propria strategia di risposta ai bisogni di salute dei pazienti cronici: il Programma “CARE PUGLIA 3.0”, attraverso un percorso che partendo dalla definizione condivisa (distretti, medici di medicina generale e specialisti) di un modello generalizzato e ufficiale di presa in carico delle cronicità maggiori, porti a completamento la trasformazione dell’assistenza sanitaria regionale in assistenza prevalentemente territoriale e di prossimità.Il modello di presa in carico che si intende realizzare prova a definire percorsi individuali appropriati ed efficaci in un ogni fase dell’evoluzione della cronicità, in funzione delle condizioni di salute degli assistiti, in una logica di integrazione funzionale, attraverso l’implementazione dei nuovi modelli organizzativi dell’assistenza primaria e specialistica nonché dei Presidi Territoriali di Assistenza. Il Care Puglia è una modalità di presa in carico del paziente cronico (valutazione del bisogno di ciascun assistito e relativa offerta di servizi) da parte del sistema delle Cure Primarie ed una modalità attraverso la quale viene data attuazione ai Percorsi Diagnostici Terapeutici (PDT) con un’alta attenzione sull’individuo affetto da patologia cronica, centro della programmazione
del percorso socio-sanitario, attraverso la possibilità di personalizzare i PDT di riferimento in Piani di Assistenza Individuale (PAI). È prevista una prima fase sperimentale della durata massima di due anni, al termine della quale il modello assistenziale così definito sarà implementato per l’intera popolazione cronica con il coinvolgimento di tutti i Medici di Medicina Generale. Si basa sul Model of Innovative and Chronic Conditions (ICCC) che prevede la seguente articolazione: FASE 1 Stratificazione e targeting della popolazione FASE 2 Promozione della salute, prevenzion e diagnosi precoce FASE 3 Presa in carico e gestione del paziente attraverso il Piano Assistenziale Individiale FASE 4 erogazione di interventi personalizzati FASE 5 valutazione delle qualità delle cure erogate PERCHÉ VALUTARE LE TECNOLOGIE SANITARIE? I recenti interventi in materia di riduzione della spesa sanitaria pubblica richiedono una maggiore attenzione nell’allocazione delle risorse sulle tecnologie sanitarie (ivi compresi i dispositivi medici, le grandi attrezzature, le procedure e i modelli organizzativi e gestionali) che siano supportate da adeguate prove di efficacia e dimostrino un adeguato rapporto costo-beneficio. Favorire la diffusione nella pratica clinica delle tecnologie più efficaci, sicure ed efficienti in modo responsabile, trasparente e sostenibile, rappresenta la finalità principale di un siste-
Domini di valutazione di una tecnologia sanitaria - HTA Core Model ® handbook EuneH
ma di Valutazione delle Tecnologie Sanitarie - (Health Technology Assessment - HTA). Uno degli obiettivi della valutazione HTA è quello di contribuire a fornire ai decisori (coinvolgendo il più possibile i singoli professionisti del SSR, le società scientifiche, i rappresentanti dei cittadini e dei pazienti, i produttori per il tramite delle loro associazioni) elementi di valutazione utili ad assicurare servizi efficaci sul piano professionale, efficienti su quello organizzativo, equi e rispettosi nei confronti dei cittadini, sostenibili per il sistema. L’A.Re.S.S., per il Tramite del Servizio Valutazione integrata in Sanità, è stata individuata sede del Centro Regionale HTA (CRHTA). Attualmente il CR-HTA è impegnato nel coordinamento di: • “Tavolo Tecnico (TT) HTA sul diabete” secondo quanto elaborato nel documento “Proposta di Linee di indirizzo regionali per l’utilizzo appropriato delle tecnologie per la somministrazione dell’insulina ed il monitoraggio in continuo della glicemia in persone affette da diabete” esitato nella DGR 387/2018); • “TT Radioterapia oncologica” per la stesura di un “Progetto di riqualificazione e ammodernamento tecnologico dei servizi di radioterapia oncologica di ultima generazione”; • “TT di Medicina Nucleare” per la stesura di un documento tecnico a supporto della gara unica regionale sui Radiofarmaci; • attività di supporto all’IRCCS Oncologico previste dalla DGR 428/2018 per la redazione dello studio di fattibilità tecnico economica finalizzata all’istituzione in Puglia di un centro di Protonterapia per la cura dei tumori; • attività nell’ambito dell’Unità di Coordinamento Regionale della ROP quali la caratterizzazione delle tecnologie sanitarie in ciascun Dipartimento oncologico con il relativo grado di vetustà e la partecipazione alla stesura delle LG sulla composizione dei COrO.
L’Istituto Tumori a capo della rete oncologica pugliese
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ll’istituto Giovanni Paolo II abbiamo una sola priorità: il paziente, anzi la persona. L’umanizzazione delle cure è al centro della nostra struttura ed ha assunto una dimensione fondante, inclusiva e totalizzante. Basta passare in rassegna l’offerta di alcuni dei servizi innovativi. A partire dalla psicooncologia, alla musicoterapia, al progetto dell’angolo del tempo, al dipartimento di are medica e alle sale d’attesa di ultima generazione, ambienti confortevoli e design colorati che ricordano il salotto di casa con libri, tv, giornali e persino un pianoforte per suonare in attesa della visita. I nostri ospiti possono partecipare a corsi di oncologica, corsi di scrittura autobiografica o, ancora, fare sport grazie alla convenzione con la Facoltà di Scienze Motorie oltre che al centro estetico, soprattutto per le donne, e ai corsi di maquillage per le pazienti in chemioterapia. L’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” è un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) che persegue gli obiettivi di ricerca stabiliti nei piani e programmi nazionali e regionali e gli obiettivi di assistenza previsti dal Piano Sanitario Nazionale e dalla programmazione sanitaria regionale. L’Istituto è centro hub della Rete Oncologica Pugliese (ROP) il cui modello organizzativo è stato approvato con deliberazione della giunta della Regione Puglia n° 221 del 23/02/2017. La Rete Oncologica Pugliese si è formalmente insediata in data 11/05/2018. Nell’ambito della ROP, l’istituto Tumori Giovanni Paolo II è stato individuato quale Centro di Riferimento Oncologico Regionale ed è la sede della Unità di Coordinamento della Rete Oncologica Pugliese, presieduta dal Direttore Generale pro-tempore dell’Istituto. Le attività di ricerca traslazionale sono condotte nei seguenti laboratori: 1. Nanotecnologie applicate: l’attenzione dei ricercatori di questo laboratorio è focalizzata sulla: a) definizione e sul ruolo di particelle e vettori capaci di caricare farmaci che possono essere veicolati nelle sedi neoplastiche;
b) definizione del ruolo predittivo/prognostico degli esosomi; i ricercatori di questo laboratorio sono coinvolti come PI di progetti di ricerca internazionali; 2. Farmacologia clinica e preclinica applicata: è dedicato alla caratterizzazione di modelli in vitro e in vivo sia di nuove molecole antineoplastiche sia di farmaci chemioterapici già utilizzati nella pratica clinica nel trattamento di neoplasie solide ed ematologiche; la finalità di queste ricerche è anche l’ identificazione di potenziali marcatori predittivi di risposta; 3. Diagnostica Ematologica e Terapie cellulari : tale laboratorio, annesso alla UOC di Ematologia, è dedicato oltre che alla diagnostica ematologica di 2°livello, alla produzione di terapie cellulari secondo le regole vigenti in Good Manufactoring Procedure (GMP); tale laboratorio, in fase di completamento, dispone infatti di 4 unità di “produzione cellulare” in classe A (ambienti differenziati a pressione positiva progressiva), dotati di monitoraggio continuo di sterilità e controllo di qualità, oltre ai laboratori di biologia molecolare, colture e manipolazioni cellulari. Un particolare interesse è rivolto all’approccio con linfociti T (CAR-T cells), linfociti ingegnerizzati in vitro, al fine di riconoscere e uccidere la cellula neoplastica identificata mediante l’antigeni di superficie, nell’ambito del progetto del “Tecnopolo” con il CNR di Lecce e l’Università di Bari. 4. Unità di diagnostica molecolare e farmacogenetica: in tale laboratorio vengono effettuate indagini di next generazione sequencing (NGS) nell’ambito di progetti di ricerca traslazionale focalizzati alla identificazione di marcatori genetici ed epigenetici; tale laboratorio si avvale di personale dedicato a valutazioni di natura bioinformatica; aderisce ai controlli di qualità patrocinati da AIOM e SIAPEC e a controlli di qualità europei (EMQN) relativamente alle analisi mutazionali richieste per la definizione di strategie terapeutiche targeted-oriented. In data 14/07/17 è stata formalmente inaugurata la Biobanca Istituzionale. Essa si occupa della gestione, della raccolta, della crioconservazione e dell’utilizzo dei tessuti biologici di interesse oncologico, secondo criteri internazionalmente accettati, necessari per la ricerca e sviluppo di nuovi bio-marcatori
predittivi di rischio, diagnosi precoce, chemio-sensibilità, tossicità, prognosi, e di nuovi farmaci/terapie in oncologia. La Biobanca colleziona materiale biologico umano di varia natura (tessuti, sangue, urine) di potenziale interesse per pratiche di tipo diagnostico e di ricerca. E’ in corso la realizzazione e l’accreditamento AIFA di una UO dedicata agli studi di fase I (“first in human”), unica nel centro-sud Itaia, che pone l’Istituto all’avanguardia nel settore della ricerca clinica. Tutto ciò è in corso di realizzazione in sinergia con l’unità centralizzata di manipolazione antiblastici (UMACA) che ha la responsabilità di rispondere alle esigenze in termini di preparazione di antiblastici non solo all’interno dell’Istituto. La Oncologia Interventistica e Medica Integrata , modello unico nel panorama nazionale esegue procedure di: chemio-embolizzazione, chemio-perfusione polmonare, chemio-perfusione epatica e d’arto, impianto di port-a-cath intra-arteriosi epato-pancreatici per terapie loco-regionali sottodiaframmatiche. Tali terapie, integrate con chemioterapie sistemiche in associazione, peraltro, a trattamenti di onco-termia esterna. Un aspetto estremamente rilevante in termini assistenziali è rappresentata dalla mobilità regionale passiva in particolare verso regioni dell’Italia settentrionale con particolare riferimento all’approccio integrato di alcune neoplasie solide quali, ad esempio, quelle degli apparati digerente e muscolo-scheletrico e cerebrali. Nell’ottica di ridurre tale fenomeno che, come è noto, ha una rilevanza notevole in termini sia economici sia soprattutto di qualità di vita per i pazienti, nell’ultimo biennio è stato realizzato un piano di rilancio per l’Istituto che ha previsto: a) Trasferimento della UOC di chirurgia toracica dal P.O. San Paolo con conseguente completamento del percorso assistenziale del paziente affetto da neoplasia polmonare; b) Trasferimento della UOSD di Oncologia Medica dal PO Di Venere con incremento significativo del numero delle prestazioni assistenziali ambulatoriali e di DH; c) Trasferimento della UOC di anatomia patologia operante nei P.O. Di Venere e San Paolo con conseguente centralizzazione di preparati istologici e relativi dati clinici dei singoli pazienti; d) Istituzione della UOSD di Urologia; e) Clinicizzazione della UOC di Ginecologia Oncologica in collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università di Bari.
La sanità lucana
Sanità in Basilicata tra eccellenze e necessari tagli di spesa L’I.R.C.C.S. Crob di Rionero del Vulture un faro di efficienza nella sanità lucana a fronte di una popolazione che invecchia e bisognevole di cure
di ALESSANDRO BOCCIA
L
a situazione della salute pubblica in Basilicata è una “spia’’ fedele della condizione più generale in cui si trova la regione in questo periodo storico. Il fatto più preoccupante consiste però nell’intreccio fra la sanità e l’inchiesta giudiziaria che il 6 luglio scorso ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione, Marcello Pittella (Pd). E questo sia per i “significati’’ intrinseci all’inchiesta stessa sia per le prospettive che essa ha avuto, ha e avrà in vista delle elezioni regionali, previste all’inizio del 2019. Un po’ di ordine per mettere a fuoco i problemi. Il periodo d’oro della sanità lucana è finito da un pezzo: chi ricorda la Basilicata degli anni ’80 e dei primi dei ’90 può facilmente pescare dalla memoria l’immagine di una regione che aveva una sanità “in crescita’’ o quanto meno stabilizzata, nel senso che il numero delle strutture ospedaliere in funzione copriva una vasta parte del territorio lucano. Quella situazione era il frutto di quanto era stato fatto a partire dal Secondo Dopoguerra per migliorare la salute degli abitanti della Basilicata: realizzare ospedali anche nelle zone interne per dare a una vasta fascia di popolazione medici e cure all’altezza. Ma quella stagione lentamente, ma inesorabilmente è passata. Prima la progressiva riduzione dei finanziamenti statali, poi la crisi economica generale, infine la devastante crisi demografica e le scelte di politica nazionale hanno costretto a rivedere quella rete. Certo, il servizio di soccorso regionale 118 è stato un bel passo avanti (ancora di più il volo notturno dell’elisoccorso) ma ancora oggi è difficile convincere il cittadino medio di un paese che aveva l’ospedale e considerarsi ben protetto e tutelato con quella struttura trasformata in un centro che offre servizi sanitari ma non “tutto il pacchetto’’. \L’inesorabile crisi demografica ha fatto il resto: se è difficile accettare che un reparto di ostetricia e ginecologia debba chiudere è anche vero che laddove i parti son pochi le donne che stanno per partorire corrono il vero pericolo. É un pò come il cane che si morde la coda: la Basilicata si spopola, le famiglie si formano altrove, i costi per mantenere aperto un ospedale con “tutto il pacchetto’’ sono enormi, la necessità di risparmiare obbliga a “tagliare’’. L’indebolirsi della struttura sanitaria lucana è collegato all’indebolimento complessivo della regione: non si è riusciti a porre rimedio a tutto questo e la realtà che abbiamo davanti è il frutto di questo regresso. Basti pensare al numero – ormai cospicuo e in crescita – delle residenze per anziani. La popolazione invecchia, i servizi si adeguano. Un punto da non dimenticare: anche negli anni “floridi’’ non si è mai riusciti a spezzare del tutto la catena dell’emigrazione sanitaria. Purtroppo, i casi di cancro colpiscono in modo così profondo ognuno di noi che era facilissimo ed è tuttora facilissimo sentire dire: “Ha scoperto
di avere un brutto male, è dovuto correre a Milano’’. La nascita e lo sviluppo del Crob a Rionero in Vulture – una struttura di cura e ricerca ormai a livello di eccellenza – non sono riusciti ad attenuare in modo definitivo questa realtà, forse meno pesante che in altre regioni (si pensi alla Calabria) ma comunque impossibile da ignorare. Qual è la realtà oggi? La prospettiva non è molto incoraggiante: l’idea di far controllare tutta la Basilicata da un’unica azienda sanitaria parla da sola. Nel frattempo, le singole strutture ospedaliere lucane non stanno vivendo una stagione esaltante. Le redazioni dei giornali ricevono spesso lamentele da parte degli utenti e attacchi da parte dei sindacati, che sottolineano carenze di personale e di strumenti, turni massacranti per medici e infermieri insieme a programmi per il futuro molto carenti. In questa situazione è arrivata l’inchiesta sulla sanità della Procura della Repubblica di Matera. A leggere le carte della magistratura si possono separare due ambiti, che restano però indissolubilmente collegati: le accuse penali e lo sguardo che l’inchiesta ha gettato sul “sistema’’. Il collegamento resta perché le accuse si riferiscono proprio al funzionamento e alla gestione del “sistema’’. E quindi: il sistema – secondo l’accusa - è stato gestito per tenere sotto controllo e incrementare il consenso elettorale e il potere più in generale. Ad esempio, emerge chiaramente l’accusa che il disegno di realizzare un’unica azienda sanitaria regionale ha molto a che fare con il controllo della sanità come ‘’sistema’’ di potere e non si sa quanto con l’efficienza del servizio. Peggio se si guarda ai concorsi nella sanità, da due punti di vista: il primo da quello dei candidati ad assicurarsi un posto, spesso scarsamente preparati (sia quelli super raccomandati sia quelli perdenti in partenza perché sprovvisti di “santi in paradiso’’); sia dal punto di vista della pervicacia con cui il ‘’sistema’’ cerca di garantire la sua sopravvivenza, collocando nei posti a concorso persone “fedeli’’. Per i lucani, non certo una fonte di speranza in un servizio migliore. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Ora è il tempo del fare Abbiamo la responsabilità anzi il dovere di agire
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In alto Beppe Marchitelli Presidente A.F.O.R.P.
Le PMI sono un attore sociale attive verso il benessere per l’intera collettività. Responsabilmente.
fatti di Genova hanno scosso le coscienze dei cittadini italiani, oltre i ragionevoli dubbi della stampa mondiale, su come possa essere possibile un simile disastro. A circa un mese dal tragico evento, le reazioni dei primi momenti confermano la volontà da parte dei politici di garantire chiarezza sull’accaduto e quindi assicurare alla giustizia i responsabili. Una ennesima pagina nera della storia italiana, che ci vede catapultati indietro negli anni quando le decisioni assunte dai politici del tempo, portarono alla privatizzazione di settori strategici della nostra nazione. Probabilmente l’intento rispecchiava una scelta di politica economica che potesse generare posti di lavoro, innovazione delle infrastrutture e portare il nostro Paese a livelli di settore terziario che ben potevano competere con il resto degli Stati vicini e lontani. Un Paese che grazie alle PMI, da sempre, favorisce la stabilità economica per quanto possibile, contribuendo in modo notevole allo sviluppo del reddito nazionale e alla soluzione dei problemi dell’occupazione. Con l’avanzare dell’internazionalizzazione dell’economia, i primi cenni di crisi sono apparsi con il calo degli investimenti colpendo la grande industria europea. Al contrario le piccole e medie imprese che rappresentano il 70% del totale della popolazione attiva, sono in grado di seguire le trasformazioni con maggiore adattamento e flessibilità. È questo che le spinge verso il progresso civile. Malgrado ciò, è nota la difficoltà che hanno di avvalersi agli apporti esterni sia per capitale di rischio che di credito. L’erosione dei margini di profitto insidia fortemente l’autosufficienza finanziaria delle imprese e per questo sarebbe opportuna una politica globale e lungimirante. Le PMI sono un attore sociale attive verso il benessere per l’intera collettività. Responsabilmente. Quindi davanti a drammi, come quello che ancora abbiamo sotto gli occhi, è obbligatorio chiedersi se il Sistema nella sua totalità non vanifichi ogni impegno messo in campo e sudato dagli imprenditori che rappresentano appunto le PMI. Ci
di BEPPE MARCHITELLI
preme capire se le normative vigenti sono ancora garantite a chi fa impresa, rispecchiando l’adeguatezza dei tempi. Se saranno possibili le modifiche al Codice degli appalti, al fine di consentire snellimenti procedurali. Ma in modo più ampio occorre sia chiaro a tutti che un sistema di reti efficiente è determinante per la sopravvivenza dell’Italia. Da qui la necessità di fare chiarezza sui monopoli, che troppo spesso, negli ultimi vent’anni e in tutti i settori sono riusciti a consolidarsi e ramificare trovando un terreno fertile. Agevolati da una politica che da sempre tende a tenere in mente due importanti fattori: l’elettorato e le lobbies. Il mezzo gaudio è che la cosa è comune al pianeta Terra e non endemica in Italia. Questo implica che se l’interesse dei politici dovrebbe essere quello di massimizzare il benessere collettivo, dall’altro è chiaro che devono soddisfare le richieste delle lobbies. Da qui il “paradosso”: la crescita di alcuni strati della società non sarà più trainata dall’innovazione, dalla sicurezza, dal bene per la collettività, ma dalla possibilità di ottenere una connessione politica. Per questo motivo assistiamo allo sgretolamento del Paese Italia. Uno dei fiori all’occhiello che il mondo ammirava era il nostro Servizio Sanitario Nazionale: siamo riusciti a renderlo inefficace. Salvo solo per la volontà degli operatori tutti, che mai fanno venir meno, anche con turni estenuanti dettati dalla carenza di personale, il loro determinante lavoro. Ma gli addetti del settore sanno che lo smantellamento è in atto. Prima che il nostro caro Paese si pieghi definitivamente, abbiamo la responsabilità anzi il dovere di agire e non solo reagire. Doveri prima ancora dei diritti. Non occorrono ulteriori polemiche o peggio cronache con nessuna notizia. Ora è tempo del fare. Ora. Domani potrebbe essere tardi.
Il paziente al centro dei percorsi di cura
Per la sicurezza del paziente Progetto rete sale operatorie sicure (r-sos) plinare e variabile nei suoi componenti per implementare un manuale della sicurezza in sala operatoria che garantisca omogeneità di procedure per la riduzione del rischio in tutta la ASL Bari. Promuovere la cultura del rischio e della comunicazione intra-aziendale per la costruzione di una rete tra i blocchi operatori al fine di diffondere delle buone pratiche già esistenti e confrontarsi su quelle da implementare.
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Il progetto R- SOS proposto dall’ Unità Operatica Complessa “Rischio Clinico e Qualità” della ASL Bari, si propone di avviare un processo di standardizzazione di tutte le azioni, i protocolli e linee guida.
l progetto aziendale Rete - Sale Operatorie Sicure (R- SOS) si inserisce in un contesto internazionale rappresentato dal Programma “Safe Surgery Saves Lives” lanciato nel 2008 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS). Il programma fa riferimento al più ampio piano strategico adottato dall’OMS - il “Global Patient Safety Challenge” - finalizzato a far crescere la consapevolezza professionale e l’impegno da parte delle aziende sanitarie sul problema della sicurezza del paziente e facilitare lo sviluppo di azioni volte a migliorare la cura dei pazienti in tutti gli Stati membri. Si stima che ogni anno nel mondo vengano effettuati 234 milioni di interventi chirurgici e che, nei paesi industrializzati, a questi interventi si associno tassi di complicanze post-operatorie compresi tra 3 e 16% e tassi di disabilità permanente o di mortalità compresi tra 0,4 e 0,8%. Il progetto R- SOS proposto dall’ Unità Operatica Complessa “Rischio Clinico e Qualità” della ASL Bari, in accordo con le indicazioni dell’OMS e del Ministero della Salute, si propone di avviare un processo di standardizzazione di tutte le azioni, i protocolli e linee guida, nonché di avviare il monitoraggio delle stesse attraverso indicatori definiti, di tutte le Sale Operatorie della Asl Bari, avendo la stessa un territorio molto esteso con 8 blocchi operatori ospedalieri e 3 sale operatorie di day surgery territoriale. l progetto si propone di: Individuare obiettivi a breve, medio e lungo termine, per garantire la sicurezza in sala operatoria. Strutturare un gruppo di lavoro permanente, multidisci-
STRUMENTI DI LAVORO FORMAZIONE La formazione accompagnerà ogni fase del lavoro. Sarà organizzata in varie modalità a piccoli e a grandi gruppi, in diverse fasi del progetto. Potrà avere valore informativo, educazionale, operativo in relazione alle diverse esigenze che il percorso farà emergere. Gli incontri formativi potranno essere interattivi, seminariali e con lezioni frontali. OSSERVAZIONE SUL CAMPO Ciascuna fase di lavoro sarà necessariamente effettuata con sopralluoghi mirati, concordati ed anticipati al personale di sala operatoria di ciascuna sede. Lo scopo dei sopralluoghi sarà quello dell’osservazione diretta, ma anche la costruzione di una relazione positiva che promuova una cultura del rischio non improntata al giudizio per la costruzione di facilitatori /esperti di Rischio Clinico. REPORT SEMESTRALI Ogni sei mesi verranno redatti dei documenti di sintesi che potranno rappresentare la base documentale per progettare le azioni migliorative delle fasi successive. DIFFUSIONE Si provvederà alla diffusione della Raccomandazioni e di tutto quanto necessario utilizzando gli strumenti già in uso nell’azienda (internet, distribuzione di materiale informativo, ecc.).
Dalla chiusura degli Ospedali alla realizzazione di strutture riabilitative di elevata intensità Partono i lavori per il presidio post acuzie (ppa) e “Centro risvegli” di Triggiano
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seguito della riorganizzazione della rete ospedaliera, alcuni ospedali hanno smesso o smetteranno a breve di funzionare come tali ed andranno incontro ad un processo di riconversione che consentirà all’ASL di Bari di dotarsi di strutture ove sarà possibile allocare tutta una serie di servizi territoriali di assistenza e tra questi è compresa la riabilitazione di alta qualità ed ad intensità variabile, al fine di assicurare i migliori esiti possibili ai pazienti che sono in Stato Vegetativo o Stato di Minima Coscienza. Nei primi giorni di settembre 2018 sono stati espletati gli ultimi atti formali per l’avvio dei lavori di ristrutturazione che riconvertiranno il Presidio Ospedaliero “Fallacara” di Triggiano in Presidio Post Acuzie (PPA) con 20 posti letto di Lungodegenza, 40 posti letto di Riabilitazione Neuromotoria e, allocato in un’ala del dismesso ospedale, nel “Centro Risvegli”. Quest’ultima struttura extraospedaliera o territoriale è dedicata all’assistenza neuro-riabilitativa dei pazienti affetti da Grave Cerebrolesione Acquisita (GCA); si tratta di persone con un danno cerebrale causato da trauma cranioencefalico o da altre cause (anossia cerebrale, emorragia, etc.) che hanno determinato una condizione di coma più o meno protratto e menomazioni senso-motorie, cognitive o comportamentali, che conducono a disabilità. Presso il Centro Risvegli di Triggiano potranno essere trattati pazienti provenienti dalle unità operative ospedaliere e che, dopo l’evento acuto, siano già in fase di stabilizzazione clinica; potranno esservi ammessi anche persone affette da GCA che abbiano già effettuato trattamenti di riabilitazione intensiva ma che presentino la persistenza di una condizione di ridotta responsività (Stato Vegetativo o di Minima Responsività) ed una situazione di completa dipendenza che non consente la loro
partecipazione attiva ai trattamenti riabilitativi; sono anche previsti, inoltre, posti letto destinati all’accoglienza di persone che restino in condizioni cliniche di non responsività e che non possono essere assistiti a domicilio. Per queste ragioni il Centro Risvegli di Triggiano avrà una strutturazione modulare costituita da: • un modulo con 10 posti letto (p.l.) per l’Unità di Riabilitazione Intensiva (URI GCA); • un modulo con 10 p.l. per l’Unità di Riabilitazione Estensiva (URE GCA) residenziale; • un modulo con 10 p.l. per l’Unità di Riabilitazione Estensiva (URE GCA) semiresidenziale; • un modulo con 15 p.l. per la Speciale Unità di Accoglienza Permanente (SUAP GCA). Ospedale e Territorio devono essere in grado di integrarsi adeguatamente perché possa essere assicurata una risposta ai bisogni assistenziali completa, efficace, efficiente e di elevata qualità. La realizzazione del Centro Risvegli di Triggiano, unitamente alle altre Unità Operative previste, rappresenta una delle attività strategiche di potenziamento della risposta territoriale alle necessità assistenziali e riabilitative in particolare.
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La struttura operativa dell’ospedale San Paolo di Bari è costituita da: Ambulatorio di arruolamento con il chirurgo senologo, il chirurgo plastico e il radiologo. Ambulatorio post intervento con équipe multidiscinare. Ambulatorio di chirurgia senologica. 10 posti letto A supporto delle donne, collaborano i volontari delle Associazioni AVO e Comitato IRIS.
attenzione alla salute delle donne è un obiettivo aziendale prioritario; all’ospedale San Paolo di Bari sono, da anni, riconosciuti due Bollini Rosa in virtù delle peculiarità assistenziali riservate alle problematiche di genere. In tale ambito, all’interno della Rete Regionale delle Brest Unit (Centri di Senologia), si colloca quella della ASL di Bari attiva presso l’Ospedale San Paolo di Bari. La Brest Unit o Centro di Senologia multidisciplinare, rappresenta una nuova opportunità di cura e assistenza regolata da specifiche linee guida nazionali, che permette alla donna di affrontare il tumore al seno con la sicurezza di essere seguita da un team di specialisti dedicati e accompagnata nell’intero percorso di malattia. In ogni diversa tappa di tale percorso, dalla diagnosi al follow up, il centro di senologia prevede la presa in carico di tutti i bisogni fisici e psicologici della donna affetta da una patologia complessa, nelle sue diverse componenti. Nella nostra Brest Unit il gruppo multidisciplinare, formato da specialisti della patologia mammaria, prende in carico la donna ed esamina congiuntamente il percorso diagnostico, terapeutico ed assistenziale mirato alle specificità del singolo caso.
Legalità, etica, innovazione, welfare: il mondo Ariete In alto Angelo Disabato Presidente di Ariete
ricerca e dell’innovazione per essere sempre un passo avanti. Esami di laboratorio; convenzioni con fisioterapisti, nutrizionisti, dermatologi, psicologi; sportello di sostegno psicologico; parents program; corsi di mindfulness, felicità, fotografia, cucina e degustazione vino; gite turistiche e tanto altro compongono il grande mosaico del Piano di Welfare aziendale adottato da Ariete.
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Un’azienda solida in grado di assicurare tutte le attività di facility management, sul presupposto della condivisione e della valorizzazione delle specificità territoriali, con una forte spinta agli obiettivi di efficienza, di risparmio e di sicurezza.
a 25 anni la società opera nel settore dei servizi integrati per la gestione e la valorizzazione dei patrimoni immobiliari e del territorio al fine di creare valore aggiunto per i propri clienti e per le comunità in cui è impegnata. Un’azienda solida in grado di assicurare tutte le attività di facility management, sul presupposto della condivisione e della valorizzazione delle specificità territoriali, con una forte spinta agli obiettivi di efficienza, di risparmio e di sicurezza. Ariete dedica grande attenzione allo sviluppo dei propri sistemi informativi, pensati e progettati per il web, raggiungibili in qualsiasi momento e luogo. La società è dotata di una piattaforma con base dati unica a tutti gli applicativi, che migliora l’efficienza dei processi, riducendo tempi e costi di gestione. Ulteriori investimenti sono previsti nei prossimi anni nel settore della
Un disegno che include i servizi per il benessere del lavoratore e della sua famiglia, volto a incrementare la qualità della vita e a raggiungere gli obiettivi di retention e commitment dei dipendenti, miglioramento dell’atmosfera in azienda, A sinistra incremento della I sistemi e gli produttività e atstrumenti in uso sono tecnologicamente trazione di talenavanzati per tutte le fasi ti. Molti i cambiaprogettuali ed esecutive menti avviati nel dell’opera 2017 e conclusi nel giugno 2018 che hanno visto la modifica e l’approvazione del Regolamento interno e del nuovo Statuto, il rafforzamento dell’Organizzazione con l’inserimento di nuove figure aziendali, l’adozione del Modello Organizzativo, Gestione e Controllo ai sensi del D. Lgs. 231/2001 e del Codice Etico e la nomina di un Organismo di Vigilanza, con funzioni di controllo, composto da autorevoli professionalità, tutte indipendenti, presieduto dal Dott. Vito Savino. “Quest’anno la cooperativa ha compiuto 25 anni, commenta Angelo Disabato, Presidente di Ariete. Una storia frutto di impegno, correttezza e competenza in grado di affrontare i cambiamenti del mercato, mantenendo fede ai principi e ai valori fondativi, guardando oltre i confini regionali”.
La nuova vita delle ACLI Bari BAT
Il movimento presente nelle province di Bari e BAT ha vissuto negli ultimi quattro anni sotto la presidenza di Nicola Di Pinto un importante restyling associativo che ha consentito di riappropriarsi del suo antico ruolo sociale.
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a oltre 70 anni le ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani) sono l’espressione a livello nazionale e territoriale di un grande movimento associativo per la promozione sociale. Anche nelle province di Bari e nella BAT lo spirito associativo di questo importante movimento di ispirazione cristiana si è riappropriato del suo più antico significato riabilitandosi a pieno titolo di quel ruolo che gli ha consentito di offrire un valido supporto per il contesto sociale, politico ed economico. Da quattro anni alla guida delle ACLI Bari-BAT, il presidente Nicola Di Pinto può con orgoglio ed entusiasmo tracciare un bilancio di questo cammino entusiasmante che ha restituito ad una delle province storiche presidiate dalle ACLI la sua autorità e utilità. «Il nostro compito principale – spiega Nicola Di Pinto - è stato quello di ricostruire dalle ceneri una realtà che dopo anni di commissariamento si era inaridita sotto il profilo dei rapporti interpersonali e delle relazioni. L’impegno principale è stato quello finalizzato a ricreare la mentalità e l’atmosfera del vivere associativo, l’interesse ad incontrarsi e a condividere un percorso. Abbiamo lavorato dando il massimo supporto possibile ai circoli implementando la comunicazione interna ed esterna e contribuendo a dotare le nostre varie strutture della strumentazione di base per poter lavorare e continuaread offrire servizi efficaci. Queste iniziative hanno comportato un grosso sforzo organizzativo ed economico. Ma le soddisfazioni non sono mancate: abbiamo canalizzato i fondi per l’avvio di progetti ad hoc come quello del “Cantiere di Cittadinanza”, attraverso cui, accanto ai nostri storici servizi di patronato ed assistenza fiscale, è stato possibile fornire ulteriori servizi ai cittadini per lo svolgimento di diverse pratiche quotidiane, potenziare le infrastrutture e il personale».
Nicola Di Pinto Presidente Acli Bari-Bat.
Tra gli eventi che hanno caratterizzato gli ultimi quattro anni della vita associativa delle ACLI di Bari e BAT hanno spiccato i momenti dedicati al Referendum, nel 2016, e la ripresa del dialogo con la Diocesi di Bari-Bitonto attraverso la collaborazione nell’organizzazione di una serie di incontri di formazione per i dirigenti aclisti intitolati “Dottrina Sociale della Chiesa & Impresa”. «Ci siamo impegnati a fondo – prosegue Di Pinto – affinché nelle ACLI riprendessero le relazioni interpersonali e un nuovo slancio slancio all’attività politica. A questo proposito abbiamo affrontato fattivamente argomenti forti come la lotta al caporalato e la lotta al gioco d’azzardo. Una delle punte di diamante è stata rappresentata dal grande momento pedagogico culminato nella manifestazione per il referendum del 2016 nel quale abbiamo aperto una finestra aperta alla cittadinanza su un argomento in cui il protagonista è stato un momento di riflessione oggettiva con la presenza di grandi personaggi dello scenario politico nazionale come i parlamentari Zanda e Gasparri. Abbiamo inoltre dato slancio all’attività formativa, da sempre una mostra peculiarità. Oltre ai corsi classici (operatori dei patronati e del centro di assistenza fiscale) abbiamo avviato corsi per la classe dirigente in collaborazione con la Diocesi di Bari-Bitonto sulla dottrina della chiesa attualizzata ai giorni nostri. Un confronto tra il mondo dell’economia e della finanza con il valore cristiano entro il quale può essere veicolato. In questo percorso hanno preso parte esponenti delle varie categorie come il Dott. Alfredo Lobello Responsabile Tecnonidi Regione Puglia, il Dott. Michele Cassese Direttore della Bcc di Bari sotto l’egida del Prof. Tommaso Cozzi Direttore Ufficio Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Bari-Bitonto». Il rinnovamento delle ACLI ha riguardato anche la sede centrale barese, oggi dotata di tutte le moderne tecnologie e in grado di ospitare nella grande e ac-
cogliente sala riunioni, grazie ad una proponenda convenzione con l’Università di Bari, gli studenti che nelle ore di pausa avessero necessità di usufruire di un punto di lettura o di una connessione internet gratuita. Agli studenti maggiormente meritevoli, di concerto con l’Università, sarà inoltre offerta la possibilità di poter ottenere gratuitamente la tessera di iscrizione alle ACLI. Infine le ACLI di Bari e BAT hanno accolto 30 ragazzi per il servizio civile impiegando queste preziose risorse per l’attuazione di diversi bandi dedicati all’utilità sociale. «Non posso che ringraziare – conclude Nicola Di Pinto – chi con me ha condiviso questo percorso che mi piacerebbe poter proseguire mettendo al centro i cittadini e la risposta ai loro bisogni, oltre che una propensione al dialogo e alla vita associativa. Un sincero ringraziamento va a chi con me ha contribuito all’aumento del numero dei circoli (oggi 50 su 60 comuni delle due province) e dei tesserati (7.200): il vice-presidente vicario Michele Di Cosola, il vice-presidente Emanuela Patrono e i componenti della presidenza Salvatore Romano, Gianni Silvestri, Vincenzo Lippolis, nonché presidente provinciale del Patronato, i presidenti delle Associazioni Specifiche Us ACLI Vito Matera, Cta Anna Traversa e Rosa Vernì, ACLI Terra Arianna Zizzo, la responsabile del coordinamento donne Antonella Indelicato, la responsabile del dipartimento Pace e Stili di Vita Flora Lisco e il Responsabile del Dipartimento Enti Locali Cosimo Bruno, il nostro assistente spirituale Don Massimo Dabbicco. Non posso non ringraziare chi quotidianamente si occupa dei servizi, l’Amministratore delegato dell’ACLI Service Città di Bari Vincenzo Purgatorio, l’Amministratore Delegato della Fondazione Epasss Riccardo Rampado e il Direttore Provinciale del Patronato Vito Bucci nonché tutti i consiglieri provinciali, presidenti di circolo, dipendenti, volontari e promotori sociali che condividono con noi questo percorso meraviglioso».
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Bari, una città a misura di autobus In alto Il primo cittadino che dal 2014 si è occupato del rilancio del trasporto pubblico
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Sono 65 i nuovi autobus arrivati a gennaio scorso, tutti dotati di un sistema di videosorveglianza di bordo con 4 telecamere a colori e sistemi automatici di conteggio passeggeri in corrispondenza delle porte
l 2018 per l’Amtab spa, l’azienda di trasporto pubblico urbano della città di Bari, è stato l’anno dei nuovi autobus. Sono in tutto 65 i nuovi mezzi che sono arrivati da gennaio scorso ad oggi, che hanno rinforzato e migliorato il parco mezzi dell’azienda e reso più efficiente il servizio di trasporto pubblico urbano. Tutti gli autobus sono dotati di un sistema di videosorveglianza di bordo con 4 telecamere a colori, sistemi automatici di conteggio passeggeri in corrispondenza delle porte centrali e posteriori e di un tornello con dispositivo di controllo, per evitare il mancato pagamento del biglietto, da installare in prossimità della porta anteriore del mezzo. “Da un parco autobus largamente rinnovato, assoluta novità per la storia aziendale, ne rinverranno sicuri benefici sia per i cittadini che potranno usufruire di un servizio trasporti di maggiore qualità sia per l’azienda stessa e i suoi dipendenti, ad oggi costretti a lavorare, causa la vetustà dei mezzi, in condizioni di disagio – ha commentato il presidente dell’azienda municipale Pierluigi Vulcano”. Ma le novità non sono finite e in continuità con le politiche aziendali e dell’amministrazione comunale sulla lotta ai cosiddetti “portoghesi” del ticket di viaggio, già da qualche settimana su alcune linee sperimentali è entrato in funzione il sistema automatico dell’ingresso controllato a bordo dei mezzi. Si sta procedendo gradualmente al cambiamento e nella parte esterna dei mezzi sono sta-
te apposte delle vetrofanie che segnalano l’accesso solo dalla porta anteriore in corrispondenza della quale sono stati montati i varchi elettronici con annessa obliteratrice. È stato scelto un sistema è compatibile con la maggior parte dei titoli di viaggio in uso ed impone la validazione obbligatoria ad ogni accesso a bordo bus. Con l’entrata in vigore della bigliettazione elettronica le attuali obliteratrici saranno sostituite con validatrici a lettura ottica. I dispositivi sono A sinistra inoltre studiati I nuovi autobus per un’apertura dell’AMTAB Spa semplificata in caso di necessità e sicurezza per i passeggeri. Qualsiasi forzatura non autorizzata o non dettata da ragioni di sicurezza fa scattare un allarme sonoro di segnalazione al conducente. Tutte queste azioni rientrano nel piano di rilancio dell’azienda comunale e del servizio di trasporto pubblico urbano voluto dall’amministrazione comunale nel 2014 con la guida del sindaco Decaro, già assessore alla mobilità del comune di Bari nel 2004 con la giunta Emiliano. Su questa scia il Comune di bari ha partecipato al nuovo bando regionale per il TPL chiedendo i fondi per l’acquisto di nuovi 25 autobus che servirebbero a rinnovare di oltre il 75% il parco mezzi. “In questi tre anni abbiamo fatto un lavoro lento ma molto accurato per risanare un’azienda che abbiamo voluto rimanesse pubblica. Un lavoro che sta portando a risultati importanti sul fronte della gestione e sul rapporto dei cittadini con il servizio di trasporto pubblico, visti i dati di acquisto dei biglietti in costante aumento. L’arrivo di questi autobus sarà un altro risultato importante per rendere il servizio efficiente”.
BCC San Marzano, a sostegno di startup innovative con l’equity crowdfunding In alto Emanuele di Palma Direttore Generale
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L’Equity Crowdfunding è uno strumento con grandi potenzialità che utilizza il web per finanziare idee, consentendo la raccolta di capitali attraverso portali vigilati dalla Consob, come appunto MuumLab, che fungono da intermediari tra progetti innovativi e investitori.
a BCC di San Marzano di San Giuseppe è un istituto di credito moderno e trasparente da 60 anni al servizio del territorio con lo sguardo proiettato al futuro. Mutualità, educazione al risparmio e sviluppo sostenibile sono i principi ispiratori di un percorso che ha permesso alla banca di mantenere un alto standard di qualità del credito, seguendo i criteri della sana e prudente gestione. Nata nel 1956 oggi conta 10 filiali nelle province di Taranto e Brindisi ed un Centro Direzionale all’avanguardia. I dati raccontano di un’attenta gestione del risparmio delle famiglie e di un costante sostegno alle imprese: 107 dipendenti, 2554 soci, circa 25.000 clienti, un patrimonio che nel 2017 supera i 52 milioni di euro con un utile di 2,6 milioni di euro. Una realtà solida come dimostra il Cet1 Ratio – indicatore dello stato di salute della banca - che al 31/03/2018 si attesta al 20,4%, al di sopra dei requisiti regolamentari. BCC San Marzano non è solo radicamento nel territorio ma anche innovazione e tecnologia. Dal 2015 la banca è partner di MuumLab, la prima piattaforma di equity
crowdfunding autorizzata da Consob nel Sud Italia, per sostenere il lancio di startup e nuove idee sul mercato. “L’Equity Crowdfunding – ha spiegato il direttore generale Emanuele di Palma – è uno strumento con grandi potenzialità che utilizza il web per finanziare idee, consentendo la raccolta di capitali attraverso portali vigilati dalla Consob, come appunto MuumLab, che fungono da intermediari tra progetti innovativi e investitori. Questi ultimi acquistano, tramite internet, veri e propri titoli di partecipazione nella società promotrice dell’idea. L’obiettivo – ha sottolineato di Palma – è quello di valorizzare A sinistra idee e progetti di Direzione Generale San Marzano di San giovani talenti”. Giuseppe Il portale MuumLab illustra il progetto dell’offerente, che, attraverso Internet, si presenta alla platea dei potenziali investitori della rete, esplicitando le informazioni inerenti al progetto stesso e il relativo traguardo monetario da raggiungere per attuarlo. L’obiettivo di raccolta viene diviso in quote a prezzo fisso che vengono offerte agli investitori. Pertanto, il sostenitore del progetto si configura come un azionista che effettua un investimento e acquista una quota della proprietà della società. Dopo Prontovet 24, che offre un offre un servizio di veterinari a domicilio, Revoluce, che offre una modalità innovativa per l’acquisto di energia (non più a saldo, ma in maniera “ricaricabile” monitorandone il consumo in tempo reale), a breve partirà sul portale MuumLab la raccolta per “Ciao Aldo”; una piattaforma che connette chi ha bisogno di un autista personale per fargli guidare la propria auto con driver verificati, ad una tariffa oraria di €10.
Meraviglia di
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Mercato Km0 Street food la cucina degli agrichef l’agriasilo per bambini la stalla degli animali i tutor dell’orto
Apulia Film commission, un trionfo ad ogni ciak L’agenzia in primo piano nel circuito nazionale ed internazionale del cinema
In alto Antonio Parente Direttore Genrerale Fondazione Apulia Film Commission
Cast del film Il bene mio
La Regione Puglia e Apulia Film Commission con la collaborazione di Pugliapromozione, sono state protagonista all’ultima Mostra del Cinema di Venezia con i due premi assegnati al cortometraggio “Il mondiale in piazza” del regista pugliese Vito Palmieri e all’anteprima del film “Il bene mio” di Pippo Mezzapesa, con protagonista Sergio Rubini.
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irca 10 anni fa nasceva la Fondazione Apulia Film Commission, con l’obiettivo di attrarre le produzioni audiovisive in Puglia e diffondere la cultura cinematografica e audiovisiva. Grazie ai finanziamenti messi a disposizione dalla Regione Puglia, che negli ultimi anni hanno registrato una progressione importante, il territorio pugliese ha di fatto risposto moltiplicando e specializzando le professionalità artistiche e tecniche locali. Oggi si è ritrovata ad accogliere numerose produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali. Un lavoro che, anno dopo anno, ha posto AFC ai vertici delle commission nazionali e che, negli ultimi, è riuscito a collocarla in una dimensione internazionale. Ricordare tutti gli artisti, alcuni premi Oscar, e le produzioni che hanno girato e gireranno a breve nei nostri straordinari territori potrebbe sembrare un atto di presunzione, ma è indiscutibilmente reale quanto è accaduto fino ad ora e questo deve inorgoglire tutti i pugliesi. In virtù dei buoni risultati raggiunti col tempo, Apulia Film Commission non ha nessuna intenzione di fermarsi, anzi da qualche tempo sta puntando sempre più sull’internazionalizzazione e, quindi, a una maggiore presenza di produzioni e coproduzioni provenienti da Paesi esteri. In questo senso le tante iniziative già avviate con un’efficacia opera di convincimento nei confronti dei produttori esteri, fanno pensare a un collocamento importante della Film Commission pugliese a livello internazionale. In quest’ultimo periodo, sono state diverse le relazioni messi in atto da AFC sia con la presenza i festival e mercati internazionali, che con attività divulgative dei fondi a disposizione delle produzioni. In questo senso, proficua è stato l’annuncio a maggio scorso al festival di Cannes, dell’aumento a 10milioni di euro, quasi triplicato rispetto al precedente, del nuovo Film Fund di Regione Puglia e Apulia Film Commission per il triennio 2018-2020.
A questo si aggiunge la presenza al festival di Locarno del luglio scorso, con due co-produzioni cinematografiche internazionali: “Un nemico che ti vuole bene” di Denis Rabaglia (in concorso) e “Sembra mio figlio” di Costanza Quatriglio (fuori concorso). La Regione Puglia e Apulia Film Commission con la collaborazione di Pugliapromozione, sono state protagonista all’ultima Mostra del Cinema di Venezia con i due premi assegnati al cortometraggio “Il mondiale in piazza” del regista pugliese Vito Palmieri e all’anteprima del film “Il bene mio” di Pippo Mezzapesa, con protagonista Sergio Rubini, proiezione accolta con uno straordinario calore dal pubblico in sala. La Biennale di Venezia, è stato anche un momento importante per un’intensa attività di relazioni con il mondo dell’industria cinematografica internazionale. Regione Puglia e Apulia Film Commission con la decisiva collaborazione di Anica, sono stati protagonisti di importanti incontri con i rappresentanti del mondo audiovisivo di altri Paesi, in particolare verso il mercato russo e cinese asiatico. Nel frattempo AFC è proiettata verso il futuro immediato e, oltre alle tante attività previste nei festival, rassegne e meeting internazionali, è pronta ad accoglie progetti internazionali a iniziare dalle riprese della serie “How to climb a three” (“Come salire su un albero”), prodotta dalla “Angel Pyes Production” di Hollywood della nota attrice Katherine Kelly Lang (la Brooke della serie “Beautiful”) con Bros Group Italia. Così come sarà la Puglia a offrire gli scenari selvaggi, aridi e desertici in cui si muoveranno i personaggi della serie western moderno, con elementi mistery e steampunk, “That dirty black bag” (“Quella sporca sacca nera”), che la produzione Palomar realizzerà in collaborazione con altri partner americani.
L’Agricolura in Puglia
L’agricoltura pugliese in bilico tra Xylella e ricorsi al Tar Tante le questioni da risolvere, dalle piaghe inflitte dal killer degli ulivi fino alle incertezze determinate dai ricorsi legati ai contributi europei
di NICOLA MANGIALARDI
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otto il profilo agricolo per alcuni versi potrebbe sembrare che, volendo riesumare uno slogan di qualche anno fa, di “vendoliana” memoria, la Puglia sia la California del sud Italia. Questo è quanto emerge da una prima approfondita lettura dei progetti agricoli presentati in Regione Puglia. Infatti, a ben guardare tantissimi elaborati progettuali candidati per ottenere risorse del P.S.R. 2014/2020 sembrerebbe che l’agricoltura in Puglia abbia una redditività maggiore di quella prodotta dal mercato della cocaina a Bogotà. Sembrerà strano ma pare proprio così. Perché? È presto detto. Spulciando i dati inseriti nelle domande presentate all’autorità di Gestione del Piano di Sviluppo Regionale emerge che ci sono realtà agricole che chiedono di ottenere aiuti comunitari dichiarando di avere un indice di redditività che in taluni casi arriva fino al 250 per cento o che un nuovo insediamento possa risultare totalmente ammortizzato in un anno di attività economica. Roba da non crederci? Invece, sì perché a quanto pare è più remunerativo, dunque, fare l’agricoltore in Puglia che lo spacciatore in Colombia. Non risulta, infatti, da nessun documento al mondo di Mondialpol, Interpool, Criminalpol, F.B.I. e servizi di “Intelligence” che l’investimento di uno scafista che trasporta droghe possa essere stata ammortizzato in un solo anno di attività e men che mai risulta che il commercio di sostanze stupefacenti, anche di quelle più costose, abbia mai fruttato al solo produttore un reddito del 250 per cento. Ma in Puglia questo può avvenire, almeno sulla carta. Anzi solo sulle carte dei progetti di richiesta dei finanziamenti europei e su
quelle bollate dei tribunali amministrativi dove è finita la questione. Una vicenda quella dell’agricoltura pugliese, rispetto a quelle dei mercati degli stupefacenti del centro America che è approdata sugli scanni giudiziari amministrativi e non penali perché in Puglia tutto è possibile e non pare costituisca reato. Ma il cancro parte da lontano e per ricostruirne la sua evoluzione partiamo dall’origine. A dicembre del 2013 l’Unione Europea emana i regolamenti per la redazione dei P.S.R. e la Regione Puglia inizia a lavorare sul suo programma di sviluppo rurale che non è che il principale strumento di programmazione e di finanziamento del sistema agricolo ed agroalimentare. Intanto, cambia l’amministrazione regionale e Leonardo di Gioia, proveniente dal “bilancio” subentra a Fabrizio Nardoni alla guida dell’assessorato regionale all’agricoltura, poi arriva la staffetta tra Gabriele Papa Pagliardini che, per andare a dirigere AGEA, lascia la direzione del dipartimento perché affidata a Gianluca Nardone già presidente del DARE. Passano i mesi e viene elaborato il piano che riceve dall’Unione Europea 650 richieste di chiarimenti per arrivare ad essere adottato e poi modificato, fino ad oggi, per ben sei volte. Così partono i primi bandi e a seguire la concessione di quasi un centinaio di proroghe chieste alla Regione dai vari stakeholders. Ma qui iniziano i problemi seri su di un P.S.R. si articola in 14 misure d’intervento e ben 50 sottomisure 14 misure funzionali al perseguimento di 6 obiettivi principali (Priorità), 18 obiettivi di maggior specificità (Focus Area) e 3 obiettivi trasversali per un importo totale di poco più di un miliardo e seicento milioni di euro. La gestione degli “agriturismi” viene tolta ai G.A.L. per essere gestita direttamenFax Speciale Fiera del Levante 2018
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L’Agricolura in Puglia Mentre la Xylella avanza verso nord, le risorse economiche messe a disposizione per il reimpianto appaiono limitate. Solo settantacinque euro per ulivo infetto reipiantato con dieci milioni stanziati. te dalla Regione cosa che provoca una mancata aderenza sul territorio della gestione dei benefici. Intanto iniziano ad arrivare i primi ricorsi sulla misura dei G.A.L. che in un primo momento pareva dovessero essere dimezzati e che poi da 25 sono diventati 23 pur assorbendo, in virtù del plurifondo, i sei G.A.C. preesistenti. Qui emerge il primo punto di criticità del P.R.S. che su pressioni dei comuni induce la Regione a rendere beneficiario dei fondi comunitari quasi tutto il territorio regionale a scapito di quanto stabilito in fase di studio, inglobando anche aree a prevalente vocazione industriale e commerciale in zone agricole. Poi è scoppiato il caso del così detto “insediamento giovani” che prevedeva la possibilità di presentare un piano di investimenti complessivo fino ad un massimo di 1 milione di euro con una finanziabilità del 50%. Il primo bando emanato per 60 milioni di euro ha registrato la presentazione di 5.197 domande per un importo richiesto di 236 milioni 570 mila euro con una richiesta quattro volte superiore alle disponibilità situazione che porterebbe al finanziamento di solo 1.288 nuove aziende lasciandone fuori 3.909. Qui emerge un altro dei punti di criticità del P.S.R. che, rispetto al passato, ha innalzato il massimale di progetto da 500.000 a 1 milione di euro, non ha previsto criteri di salvaguardia e quindi ci si è trovati davanti ad una caterva di domande ben più alte del numero di quelle stimate in fase di programmazione con situazioni che vedono giovani professionisti, come avvocati e insegnanti, presentare domande di aiuto per insediare nuove aziende agricole non sappiano ancora con quali garanzie di funzionalità e sviluppo futuro dell’investimento. Poi, c’è il problema Xylella, che proprio mentre avanzano verso nord i confini geografici di attenzione del virus, ha visto la Regione mettere a disposizione solo 10 milioni di euro per finanziare il reimpianto con un massimo riconosciuti di 75 euro per ulivo infetto reimpiantato, dotazione che viene giudicato da più parti ampiamente insufficiente rispetto all’entità del problema. Al tutto si aggiunge un sottodimensionamento, in fase di previsione, di tanti altri bandi che rispetto alle risorse economiche disponibili registrano richieste notevolmente più alte dei fondi disponibili come nei casi delle misure 3.2(promozione), 16(innovazione) e 1(formazione ed informazione). Ed infine, almeno per il momento e per quanto il P.S.R., c’è la spada di Damocle dei ricorsi pendenti davanti al T.A.R.-Puglia, che a fine mese dovranno essere dipanati, sulla graduatoria della misura legata all’ammodernamento delle imprese agricole. Anche in questo caso rispetto alla dotazione finanziaria di 120 milioni di euro messi a disposizione della regione sono stati richiesti 623.587.719,21 euro con 3.212 progetti pervenuti dei quali sono in posizione utile in graduatoria, ad oggi, solo 652 domande. Se il tribunale amministrativo dovesse annullare la graduatoria o non farlo si profila un autunno caldo che sarà caratterizzato da ulteriori ricorsi e contro ricorsi, cosa mette a serio rischio la rendicontabilità della spesa al 31 dicembre del 2019 con il concreto pericolo del disimpegno della spesa che vuol dire restituzione di soldi a Bruxelles, con buona pace dell’agricoltura pugliese e delle sue esigenze. In buona sostanza per quanto riguarda il P.S.R., forse grazie ad una certa superficialità tecnica dei supporti regionali e dei tec100
Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
nici progettisti, questi ultimi, in molti casi, più presi ad accaparrarsi clienti che a progettare razionalmente, i problemi dell’agricoltura stanno nel non aver saputo ben dimensionare le risorse rispetto alle reali esigenze del territorio, non essere stati in grado di emanare bandi con criteri oggettivi e inattaccabili sia sotto il profilo giuridico che amministrativo. D’altro canto il nuovo corso gestionale dell’assessorato si è trovato davanti ad una situazione che mai avrebbe pensato di vivere. L’assessore Di Gioia che aveva brillato nella gestione dei conti economici della Regione nella precedente amministrazione si è dedicato ma intorno a sé ha trovato quasi sempre il vuoto e una preoccupante leggerezza. Simile la sorte del prof. Nardone che catapultato in Regione, per volere del presidente Emiliano e del suo capo di gabinetto Stefanazzi, dalle cattedre universitarie si è trovato ad essere contemporaneamente direttore di dipartimento e autorità di gestione del P.S.R.. Non certo una salutare passeggiata questa per l’”economista agronomico beneventano” che pur armato di grande professionalità e buona volontà si è trovato davanti ad un organico regionale sottodimensionato e per molti versi demotivato con un supporto tecnico che non sempre ha brillato per competenza, celerità ed elasticità di aderenza alle nuove norme giuridico economiche generali in essere. Stessa sorte tocca la dirigente del P.S.R., Mimmo Campanile, che è stato chiamo a reggere le sorti di una struttura troppo spesso scollata e non al passo con le competenze giuridico amministrative aggiornate e occorrenti. Ora una domanda sorge spontanea, possibile che tutto un apparato burocratico di un assessorato come quello dell’agricoltura non funzioni? Difficile da credere forse le cause di questo bailamme vanno ricercate nel minimo comune denominatore anche in funzione del fatto che a dirigere politicamente e tecnicamente la struttura sono stati chiamati personaggi di spessore come Di Gioia, Nardone e Campanile. A tutto questo si profila all’orizzonte un altro dramma per l’agricoltura pugliese che si chiama “tristeza degli agrumi” un virus, di origini asiatiche, che defoglia, dissecca e condanna a morte centinaia di milioni di aranci e limoni in tutto il mondo, dopo averne deformato i frutti. Quest’altra paotologia agricola che sta iniziando a propagarsi in provincia di Taranto, in soli 5 anni, dal 2010 al 2015, e che ha già determinato una riduzione del 17% nell’estensione degli agrumeti (2mila ettari) con un conseguente forte calo produttivo. È proprio il caso di dire, che i principali problemi dell’agricoltura pugliese non sono legate solo a fattori climatici di tropicalizzazione ma a tutta una serie di condizioni, cause e concause più legate alle scelte dell’uomo che al mutamento degli equilibri della natura anche questi frutto di scellerate politiche umane. Per l’assessore alle politiche agroalimentari della Regione Puglia, Leonardo Di Gioia, il comparto agricolo in Puglia è un settore di primaria importanza che merita tutta l’attenzione ed il rispetto delle istituzioni essendo l’agricoltura uno degli elementi di traino dell’economia regionale. Per questa ragione i problemi sia pur complessi vanno affrontati e risolti, per quanto possibile in estrema condivisione con tutti gli attori della ruralità creando una armonica strategia d’intervento che guardi ai vari problemi sotto ogni angolatura”.
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Opportunità ed incentivi per lo sviluppo della Puglia
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a Regione Puglia, nell’ambito del PO FESR – FSE 2014-2020, ha assegnato a Puglia Sviluppo S.p.A. la gestione di un portafoglio completo di strumenti di agevolazione per le start up e per le imprese già operative in Puglia.
LE CARATTERISTICHE COMUNI: NESSUNA SCADENZA: sono aperti fin quando ci sono le risorse disponibili. INNOVAZIONE E TRASPARENZA: procedure on line permettono il controllo della propria richiesta ed evitano la spedizione di materiale cartaceo.
Avviare un’impresa in Puglia Gli incentivi per le star-up
TECNONIDI Il sostegno per le start up innovative
NIDI Trasformare le competenze in opportunità lavorativa
COS’È: 30 milioni di euro per un pacchetto di aiuti per l’avvio e lo sviluppo di una start up innovativa tramite prestito rimborsabile e sovvenzione per investimenti e costi di funzionamento.
COS’È: 54 milioni di euro per la costituzione di uno strumento di politica attiva del lavoro che favorisce le nuove iniziative tramite prestito rimborsabile e sovvenzione per investimenti e spese di gestione.
PER CHI: piccole imprese di nuova costituzione o operative da cinque anni.
PER CHI: giovani, donne, disoccupati ed altre categorie di persone in condizioni di svantaggio nell’accesso al mondo del lavoro che vogliono avviare un’attività di lavoro autonomo o d’impresa o che hanno già costituito l’impresa da meno di 6 mesi e non hanno ancora emesso fattura.
PER COSA: Progetti tecnologici nelle aree della manifattura sostenibile, della salute, delle comunità digitali, creative e inclusive QUANTO: l’importo complessivo di ogni progetto dovrà essere compreso tra 25 mila e 350 mila euro, per un massimo di 250 mila euro destinati alle spese di investimento e 100 mila a quelle di funzionamento. Agevolazioni pari all’80%, sovvenzione e mutuo agevolato, per le spese di investimento e dell’80% (solo sovvenzione) di quelle di funzionamento.
PER COSA: iniziative nei settori artigianato, costruzioni, logistica, turismo, ristorazione, servizi, attività professionali, commercio elettronico. QUANTO: l’investimento per ogni progetto dovrà essere compreso tra 10mila e 150mila euro, con un’agevolazione, equamente divisa tra sovvenzione e mutuo agevolato, compresa tra il 100% e l’80% a seconda del valore dell’investimento. Sono, inoltre, previsti 10mila a fondo perduto per le spese di gestione.
Per Info: Pugliasviluppo - Via delle Dalie - Z.I. - Modugno - www.pugliasviluppo.eu - info@pugliasviluppo.it - www.sistema.puglia.it
Investimenti per ambiente e infrastrutture La programmazione del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Bari
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Il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Bari sostiene lo sviluppo economico locale promuovendo l’insediamento di attività imprenditoriali nelle aree di competenza site nei Comuni di Bari, Bitonto, Giovinazzo, Modugno e Molfetta.
ato nel 1960, divenuto Ente Pubblico economico con al legge n. 317/1991, Il Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Bari sostiene lo sviluppo economico locale promuovendo l’insediamento di attività imprenditoriali nelle arre di competenza site nei Comuni di Bari, Bitonto, Giovinazzo, Modugno e Molfetta. È gestito da un Consiglio di Amministrazione composto dal dott. Alessandro Ambrosi, dall’ing. Paolo Bevilacqua, dal dott. Nicola Magrone, dall’ing. Michele Paradiso e presieduto dal dott. Emanuele Martinelli. Il Direttore Generale è l’avv. Domenico Mariani. I Soci dl Consorzio sono i Comuni di Bari, Bitonto, Giovinazzo, Modugno e Molfetta, la Città Metropolitana di Bari, la Camera di Commercio di Bari e, quale soggetto privato, la Confindustria Bari-BAT. Con l’approvazione della programmazione economico-finanziaria e del piano delle opere pubbliche per il triennio 2019-2021 l’Ente si porrà come obiettivo prioritario l’individuazione di interventi innovativi che favoriscano l’imprenditorialità e il conseguente sviluppo industriale anche secondo le linee guida per le “Aree Produttive Paesaggisticamente, Ecologicamente e Socialmente Attrezzate (APPESA). La programmazione, condivisa e stimolata nella fase iniziale con le maggiori aziende insediate, è pertanto incentrata sulle seguenti tematiche di riferimento:
Sicurezza delle aziende insediate (ampliamento sistema di videosorveglianza); Uso delle risorse (energetiche, idriche); Riduzione degli impatti ambientali; Messa a norma degli impianti di trattamento delle acque reflue; Efficientamento energetico della pubblica illuminazione; Completamento delle infrastrutture viarie.
È inoltre previsto il potenziamento dell’esistente centro di stoccaggio e selezione di rifiuti nonché la realizzazione di una mensa con annessi centri sportivi. L’imminente istituzione della ZES Adriatica, che interessa consistenti porzioni delle aree industriali di Bari-Modugno e di Molfetta, costituirà un’ulteriore occasione per nuovi insediamenti produttivi e per il recupero di aree dismesse. Per quanto riguarda l’area industriale di Molfetta, è in fase di avvio l’intervento di salvaguardia idraulica, progettato dal Consorzio ASI e interamente finanziato, che consentirà in pochi anni il pieno utilizzo dell’agglomerato. È particolarmente fruttuoso il dialogo avviato con la Regione Puglia (Patto per la Puglia) e con la Città Metropolitana (Patto per Bari - € 15.000.000 già stanziati) per il reperimento delle risorse finanziarie necessarie alla realizzazione degli interventi programmati ed è evidente l’orientamento dell’attività dell’Ente verso il rilancio e la crescita dei propri agglomerati industriali grazie alla realizzazione ed al miglioramento complessivo delle infrastrutture. L’azione del Consorzio, come evidenziato, testimonia l’attenzione del Consiglio di Amministrazione per i reali fabbisogni di tutti gli utenti delle aree industriali, il tutto in sinergia con l’attività di programmazione della Regione Puglia delineata con il PO FESR 20142020.
verso il Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia
A
distanza di poco più di un anno dall’insediamento del Commissario Straordinario Dott. Alfredo Borzillo, continua l’azione di risanamento, ristrutturazione e rilancio dei quattro Consorzi di Bonifica commissariati,Terre d’Apulia, Stornara e Tara, Arneo e Ugento Li Foggi. Di particolare rilievo si segnala il risultato economico raggiunto con la procedura volontaria di definizione della debitoria consortile, ex art.3 della L.R. n.1/2017: a fronte di risorse messe a disposizione dalla Regione Puglia è stata ridotta la debitoria nei confronti di fornitori, professionisti ed Enti vari di circa 37 milioni di euro. Tale procedura, attualmente in fase di riproposizione sulla base di ulteriori risorse finanziarie appostate dalla Regione, prevede la presentazione delle istanze da parte dei creditori nel periodo ottobre-novembre 2018. Con riferimento alle infrastrutture consortili, sono state avviate proposte progettuali significative per tutti i Consorzi commissariati. Dette proposte riguardano, in particolare, per il Terre d’Apulia, il potenziamento degli acquedotti rurali, il completamento funzionale della diga Saglioccia, manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della diga Locone (capacità di invaso attualmente autorizzata di circa 60 milioni di metri cubi, la sistemazione del Canale Iesce (opera rientrante nell’ambito di Matera 2019). Per il Consorzio Arneo, opere di sistemazione idraulica del Canale Patri (importante per la difesa dalle esondazioni della zona sud est dell’abitato di Brindisi), la realizzazione della vasca di laminazione Canale Infocaciucci per la difesa delle aree di San Pietro Vernotico e Cellino. Nel brindisino sono stati avviati i lavori di sistemazione ambientale del Canale
Commissario Alfredo Borzillo Ministro Centinaio
Reale. Per il Consorzio di Ugento, sono state avviate le progettazioni finalizzate al riutilizzo irriguo di acque reflue di alcuni Comuni del basso Salento, laddove la fonte di alimentazione attuale - acque di falda-presenta gravi criticità. Analoghe iniziative sono state avviate nel comprensorio del Consorzio Stornara e Tara: si citano il progetto esecutivo di un primo lotto di sostituzione delle condotte in acciaio degli acquedotti rurali ricadenti nei Comuni di Laterza, Castellaneta e Crispiano per l’importo di 2,3 milioni di euro e altri interventi nel settore irrigazione (sostituzione impiantistica e condotte di adduzione e distribuzione), per altri 9,0 milioni di euro. In occasione dell’Assemblea annuale dell’ANBI, tenutasi a Roma il 3-4/07/2018, il Commissario Alfredo Borzillo ha incontrato il Ministro dell’Agricoltura Centinaio (foto) con il quale si è discusso in merito alla possibilità di attivare progetti di valorizzazione ambientale e turistica connessi alle opere consortili, con particolare riferimento all’area salentina. Altro tema affrontato con determinazione da parte del Commissario straordinario è quello dell’attività riscossiva dei Consorzi di Bonifica per la difesa idraulica, nella consapevolezza che essa costituisce condizione necessaria per realizzare l’azione di ripresa e rilancio dell’attività di bonifica. Spesso accade che in molti non si accorgano dell’opera silenziosa e al tempo stesso insostituibile di difesa idraulica dei terreni svolta dagli enti consortili: senza il deflusso regolare delle acque dalle proprietà dei consorziati alle reti di bonifica e lungo le reti di bonifica fino al recapito finale nella rete idrografica principale, molti territori vivrebbero la insostenibile condizione di non poter esercitare le attività economiche, per non parlare della difficile situazione di insicurezza per le popolazioni. Del resto i disastri remoti e recenti ci hanno
dimostrato che la costante azione di contrasto al rischio idraulico e la lotta al dissesto idrogeologico non ammettono ritardi ed omissioni. Con tale consapevolezza, l’attuale gestione commissariale si è fatta carico di una costante attività di ascolto e di interlocuzione con le Amministrazioni comunali, con le OO.PP. di categoria agricole e con i sindacati, sforzandosi non solo di far crescere la qualità delle relazioni istituzionali, ma di assicurare un concreto confronto finalizzato alla salvaguardia dei territori e alla costruzione di condivise opportunità di sviluppo delle comunità. Tale azione si aggiunge a quella diretta nei confronti del governo regionale e, in particolare, dell’Assessorato dell’Agricoltura, per intercettare provvidenze pubbliche da destinare ad una azione di manutenzione straordinaria, disattesa per molti anni a causa dell’assenza di specifici finanziamenti regionali e della sospensione della riscossione della contribuenza consortile; necessariamente tali risorse devono sommarsi alle risorse economiche reperite attraverso la contribuenza versata dai proprietari di immobili che beneficiano della bonifica. In questa logica, occorre proseguire con l’attività riscossiva delle annualità pregresse, in quanto non più rinviabile da parte degli attuali quattro Consorzi commissariati, atteso che il percorso per la costituzione del Consorzio Unico Centro-Sud Puglia, disegnato dalla L.R. n.1/2017, è in via di completamento. Tra le attività messe a punto dall’attuale gestione commissariale, aderendo alle previsioni della suddetta legge, si ricorda l’approvazione di due importanti atti rimessi all’attenzione della Regione Puglia, ovvero il P.O.V. (Piano di Organizzazione Variabile) e lo Statuto del costituendo Consorzio unico Centro-Sud Puglia.
Economia in Puglia
Puglia, cala il numero di persone a rischio di povertà Migliora l’economia della regione ma la crescita è più lenta del previsto di NICOLA MANGIALARDI
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l rapporto di Bankitalia 2018, per quanto concerne la fotografia dell’economia pugliese, focalizza la sua attenzione su cinque asset fondamentali: imprese, mercato del lavoro, famiglie, mercato del credito e finanza pubblica. Nel 2017 l’attività economica regionale ha continuato a crescere in misura modesta, per effetto del positivo andamento dell’industria e dei servizi. Le condizioni favorevoli di accesso al credito hanno sostenuto l’ulteriore incremento dei finanziamenti bancari. Per quanto riguarda le imprese con la ripresa nell’industria in senso stretto si regista un rafforzamento, beneficiando dell’andamento positivo sia della domanda interna sia di quella estera. La crescita delle vendite si è riflessa nel maggiore grado di utilizzo della capacità produttiva e nella ripresa degli investimenti che, seppur modesta, costituisce un’importante inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. Nel settore delle costruzioni il valore della produzione ha invece ristagnato per effetto delle difficoltà del comparto delle opere pubbliche; nel residenziale l’aumento delle transazioni ha determinato una riduzione dello stock di invenduto, che sta tornando su livelli in linea con la media di lungo periodo. È proseguita la crescita dell’attività nel settore dei servizi, sostenuta anche dal comparto turistico, che continua a beneficiare dell’aumento delle presenze, soprattutto di turisti stranieri. Resta, però, il divario negativo in termini di valore aggiunto pro capite rispetto alle aree più produttive del Paese. Dall’inizio del decennio scorso il gap è aumentato, anche, per effetto del peggior andamento della produttività del lavoro in Puglia. Il miglioramento della situazione congiunturale ha contribuito a rafforzare la redditività aziendale sospinta dall’aumento della redditività operativa e dal calo degli oneri finanziari fattispecie che ha facilitato l’autofinanziamento destinato, anche, agli investimenti. La crescita del credito alle imprese è proseguita grazie, soprattutto, all’andamento positivo della domanda per il finanziamento degli investimenti estendendosi, anche, alle imprese di minori dimensioni. L’aumento del credito, tuttavia, ha interessato soltanto le imprese meno rischiose e si è concentrato nel settore manifatturiero e in quello dei servizi. D’altro canto i livelli occupazionali, in Puglia, sono rimasti sostanzialmente stabili, dopo l’aumento del biennio precedente. Il numero di occupati pugliesi rimane significativamente inferiore rispetto ai valori pre-crisi. La riduzione della partecipazione al mercato del lavoro, congiuntamente all’andamento del numero di occupati, si è riflessa in un calo del tasso di disoccupazione. Nell’ultimo decennio si è registrato un progressivo invecchiamento della forza lavoro regionale, solo in parte spiegato da fenomeni demografici, dall’allungamento dell’età lavorativa e dai flussi migratori, che in Puglia inte-
ressano principalmente i giovani e i più istruiti, anche se va detto che a tale fenomeno ha contribuito, anche, una minore propensione giovanile a partecipare alla forza lavoro. Nell’arco di un decennio, infatti, la quota dei giovani pugliesi che lavorano o che cercano lavoro si è ridotta, mentre è aumentata la percentuale riferita alla popolazione meno giovane. Va decisamente meglio sul fronte familiare, infatti, nel 2017 la situazione economica delle famiglie è lievemente migliorata. Il reddito e i consumi hanno infatti continuato a crescere, a ritmi tuttavia inferiori rispetto all’anno precedente. Il numero di persone a rischio di povertà o esclusione sociale, sebbene in calo rispetto al livello massimo raggiunto nel 2013, in base a recenti studi, resta ancora elevato rispetto alla media nazionale. Beneficiando delle favorevoli condizioni di accesso al credito, i prestiti erogati alle famiglie sono ulteriormente cresciuti. Sono aumentati sia i prestiti per l’acquisto di abitazioni sia il credito al consumo, in connessione con il miglior andamento del mercato immobiliare e della spesa in beni durevoli. Per quanto attiene, poi, al mercato del credito, va detto che, in Puglia, è proseguito il processo di riconfigurazione della rete territoriale delle banche. Nel 2017 gli sportelli sono ulteriormente diminuiti, soprattutto, quelli delle banche di maggiore dimensione. Al calo è corrisposta una maggiore diffusione per l’accesso ai servizi bancari dei canali telematici. I prestiti sono cresciuti più intensamente rispetto al 2016 e la raccolta bancaria ha continuato ad aumentare, sospinta dalla crescita dei depositi in conto corrente. La qualità del credito è ulteriormente migliorata. Essa rimane, tuttavia, su livelli peggiori rispetto alla media nazionale e in linea con quelli del Mezzogiorno. Si è intensificata la riduzione delle sofferenze accumulate durante la lunga crisi, anche, grazie alle cessioni e agli stralci di tali crediti dai bilanci. Diminuisce, infine, nel triennio 2014-16 la spesa delle Amministrazioni locali. La riduzione ha interessato sia la spesa corrente, compresa quella per il personale, sia la spesa in conto capitale. Su quest’ultima componente, costituita in gran parte da spesa per investimenti, ha influito negativamente la riduzione della spesa dei fondi strutturali europei, dopo il picco raggiunto nel biennio 2014-2015, ultimi anni utili per la realizzazione delle spese relative al ciclo di programmazione 2007-2013. Anche le entrate correnti si sono ridotte, sia nella componente dei trasferimenti sia in quella dei tributi propri. Va ricordato che nel 2016 la Regione Puglia ha esercitato la facoltà di procedere con il Piano di Rientro dal Disavanzo Sanitario, approvando un nuovo Programma Operativo per il triennio 2016-2018 che dovrebbe continuare l’attività di riordino delle strutture di offerta, con un contenimento della spesa e un innalzamento della qualità dei servizi sanitari, che in regione rimane inferiore a quella media nazionale. Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Approvato il PUG, Castellaneta imbocca la via dello sviluppo In alto Giovanni Gugliotti Sindaco di Castellaneta
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Il PUG (Piano Urbanistico Generale) ha previsto soluzioni in grado di superare le annose criticità legate all’assenza di servizi per il turismo e di diversificazione dell’offerta, e ha individuato aree per sosta caravan e numerose soluzioni in ottica ecosostenibile.
o scorso 6 agosto il Consiglio Comunale di Castellaneta ha approvato il PUG (Piano Urbanistico Generale), strumento atteso da decenni, volàno fondamentale per favorire lo sviluppo di un territorio fra i più ricchi ed estesi della Puglia, che dalle propaggini meridionali delle Murge arriva fino al Mar Ionio, con la lussureggiante fascia costiera di Castellaneta Marina. Ci sono voluti più di dieci anni per completare il lungo e complesso iter, che ha attraversato tutte le stagioni dell’urbanistica pugliese, con i vari cambiamenti legislativi che hanno periodicamente ridefinito il PUG, in una sequenza progetto-piano che a Castellaneta ha funzionato con efficacia in tutte le sue fasi, tanto da trasformare la cittadina in un vero e proprio laboratorio urbanistico per la Regione Puglia e il MiBACT, trattandosi del primo piano adeguato al PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale). Diverse e innovative le soluzioni previste dal PUG, a partire dal centro abitato, con le nuove zone di espansione e opportunità di housing sociale per le giovani coppie, fino al recupero del Centro Storico e dell’abitato con rigenerazioni urbane, nuovi servizi e spazi per fa-
vorire l’inclusione sociale. Per le attività produttive il PUG apre a una stagione ricca di opportunità, in linea con le vocazioni delle diverse aree del territorio. Nella zona nord, a ridosso della S.S. 100 e del casello autostradale, è prevista una nuova zona di insediamento. E ancora a nord, presso lo scalo ferroviario di Grottalupara, è prevista una piastra logistica intermodale per intercettare i servizi retroportuali di Taranto. A sud del territorio, a ridosso della S.S. 106 Ionica, è stata individuata l’area per una piattaforma logistica a servizio delle produzioni ortofrutticole presenti nell’agro di Castellaneta Marina. A Castellaneta Marina il PUG ha A sinistra Panoramica aerea del previsto soluziolitorale di Castellaneta ni in grado di superare le annose criticità legate all’assenza di servizi per il turismo e di diversificazione dell’offerta. Il Piano, infatti, ha individuato aree per campeggi e sosta caravan, servizi per la nautica, parchi giochi e aree commerciali, compatibilmente con le esigenze di tutela del paesaggio. Tramite le premialità volumetriche, inoltre, incentiverà la realizzazione di piccole strutture ricettive come B&B e affittacamere, lungo l’asse di viale dei Pini e del lungomare Eroi del Mare, e di strutture agrituristiche nel contesto rurale a ridosso della marina. «Castellaneta è un territorio ricco di opportunità – le parole del Sindaco di Castellaneta Giovanni Gugliotti – e con il PUG ci siamo finalmente dotati degli strumenti per favorire lo sviluppo economico. L’intera macchina amministrativa è impegnata ad agevolare gli investimenti, nel rispetto della legge. Con l’obiettivo finale di generare posti di lavoro, soprattutto in favore dei nostri giovani».
Fragasso, presidente ANCE Bari e BAT:
“Per Bari necessaria una visione strategica di lungo periodo”
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Siamo per una pianificazione preventiva degli interventi di manutenzione dei territori e delle infrastrutture e per uno sviluppo urbanistico delle città.
l termine di un’estate segnata da un acceso dibattito sulla sicurezza delle infrastrutture in Italia e sulle differenti visioni di sviluppo dei territori, affrontiamo questi temi con l’architetto Beppe Fragasso, presidente dell’ANCE Bari e BAT, la sezione provinciale dell’associazione nazionale dei costruttori edili. Presidente, quali le priorità dell’ANCE sul tema infrastrutture e sviluppo? «Siamo per una pianificazione preventiva degli interventi di manutenzione dei territori e delle infrastrutture e per uno sviluppo urbanistico delle città che vada al di là delle singole opere. Senza questo approccio continueremo a essere in uno stato emergenziale in cui prevarranno gli interventi riparatori dopo stragi come quella di Genova, e i piccoli cantieri aperti per dare risposte rapide alle urgenze contingenti delle comunità». Cominciamo da Bari. Tra pochi mesi ci saranno le elezioni amministrative; come si presenterà la città a questo appuntamento? «Temiamo senza un’idea chiara di come si vuole farla evolvere nei prossimi anni. Come ANCE abbiamo più volte sollecitato un dibattito serio sulla politica urbanistica della città, ma siamo rimasti inascoltati. Nei quattro anni di questa amministrazione abbiamo visto sorgere tanti
cantieri, anche con il meritorio obiettivo di spendere fondi disponibili; tuttavia alla base di questi interventi non abbiamo scorto una visione d’insieme. Eppure la disponibilità a partecipare a un confronto per una vera pianificazione è arrivata non solo da noi, ma da più parti del tessuto professionale, economico e sociale». Allargando l’orizzonte alla Puglia e all’intero Paese, invece, ha accennato a un piano di manutenzione. «Sì, da almeno 15 anni chiediamo un serio piano di verifica dello stato delle opere infrastrutturali e del patrimonio, a cominciare da quello pubblico, per intervenire suA sinistra bito nelle situaBeppe Fragasso zioni più critiche. Presidente ANCE Bari e BAT Strade, scuole e ospedali, anche in Puglia, non sono oggetto delle attenzioni necessarie in termini preventivi e manutentivi, mentre di nuove opere se ne vedono poche con cantieri rallentati da una burocrazia insostenibile. Per quanto riguarda le grandi infrastrutture, invece, dimentichiamo che tutti i materiali sono sottoposti a usura e a sempre crescenti sollecitazioni che ne minano la tenuta. In questo possono venire in soccorso le conoscenze sempre più approfondite su tecnologie e materiali: le opere grandiose realizzate decenni addietro, se analizzate con le conoscenze attuali, possono risultare molto più fragili di quanto si possa immaginare». Nella vostra visione quanto c’è bisogno di costruire oggi? «C’è bisogno di rigenerare e ristrutturare, anche attraverso demolizioni e ricostruzioni ove necessario, privilegiando la qualità e la sostenibilità. Quella dei costruttori interessati ai metri cubi di cemento è una classe imprenditoriale che, per fortuna, ormai è quasi del tutto scomparsa».
Discorso Antonio Decaro
Sostituiamo l’emergenza con la prevenzione e la sicurezza L’appello del sindaco di Bari, Antonio Decaro al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, mentre dà il benvenuto all’inaugurazione della 82a Fiera del Levante di MICHELE LORUSSO
È
stato il sindaco di Bari e della Città Metropolitana, Antonio Decaro, a inaugurare la cerimonia di apertura della 82^ edizione della Fiera del Levante.
«Benvenuti all’inaugurazione della nostra Fiera. Nostra non solo perché dal 1930 segna la storia di questa città. La Fiera del Levante è nostra perché ci assomiglia. È intraprendente, come noi baresi. È un incrocio di storie e di popoli diversi, come noi baresi. Ma soprattutto la Fiera del Levante non si rassegna, e anche quando tutto sembra perduto combatte e si rialza. Proprio come noi baresi. Da sindaco sono orgoglioso di questa somiglianza», ha esordito il sindaco Decaro. «E lo sono tanto più oggi, perché oggi la Fiera del Levante sa finalmente cosa vuol fare da grande. Perché grande lo sta già diventando». Decaro si sofferma sul progetto di rilancio della Campionaria che «dimostra ancora una volta che quando le istituzioni collaborano, quando il sud e il nord dialogano, quando le polemiche politiche lasciano il posto al lavoro paziente di cucitura delle relazioni, non esistono più destini segnati e la storia può cambiare. Cambiare la storia, e cambiare le storie, quelle piccole, quelle dei cittadini delle nostre comunità. È questo, il dovere della politica. È questo il dovere di noi sindaci. Antonio Decaro, che è anche presidente dell’Anci, accenna alla
La Campionaria barese è intraprendente, non si rassegna, combatte, cade e si rialza
recente tragedia di Casamicciola, al salvataggio di un bambino di nome Ciro e, a nome di tutti i comuni che rappresenta, chiede al presidente del Consiglio di «aiutarci a bandire dal vocabolario la parola emergenza. E di sostituirla con le parole: prevenzione, regole, difesa del territorio, sicurezza, legalità, ricostruzione, comunità. Perché quanto più è fragile il nostro territorio tanto più solidi dovranno essere i nostri progetti a lungo termine, tanto più stabile dovrà essere la nostra capacità di pianificare, tanto più robusta dovrà essere la nostra visione». Di fronte a Casamicciola, come ad Amatrice, a Genova, la politica ha due strade davanti: la prima è quella di assecondare i professionisti della lamentela, i contestatori a tempo indeterminato, e mettere in scena qualche teatrino da talk show dove, nel chiasso generale, vale tutto e non rimane nulla. La Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Discorso Antonio Decaro Bari tenta di eliminare le macerie sociali che ostacolono la crescita dei “bambini terribili”. Partecipa e vince il Bando del Governo sulle Periferie seconda – ha detto Decaro – «è quella di lavorare sodo per mettere in campo progetti concreti perché la sicurezza del territorio diventi una priorità su cui fondare la Politica del nostro Paese. Io scelgo la seconda strada. E chiedo con forza che il progetto Casa Italia non si fermi in campagna elettorale, anzi, proceda più spedito che mai». Il Sindaco di Bari racconta di un bambino che quest’estate ha incontrato più volte. Si chiama Giovanni, ha otto anni e nel suo quartiere, il “Libertà”, lo chiamano «il terribile» perché non parla con nessuno ma passa le giornate in bici dando calci ai passanti, insultandoli e provando a fare a botte con tutti. «Eppure a luglio – racconta Decaro – Giovanni, per una sera, per qualche minuto, ha lasciato la sua bicicletta e si è fermato nell’oratorio del suo quartiere a guardare un film che parlava di lotta alle mafie. Un mese fa Giovanni, mentre gli davo le spalle, è venuto ad abbracciarmi e mi ha detto: «Sindaco, tu a me devi guardare». «Da sotto le macerie di una casa crollata, o da sotto le macerie sociali di un quartiere di una città del Sud, Ciro e Giovanni ci dicono la stessa cosa. E ce la dicono con un’enorme dignità: “noi siamo qui, ci dicono. E voi non potete girarvi dall’altra parte, non potete rinchiudervi nel Palazzo, non potete cavarvela con un post su Facebook o con un discorso in tv. Voi dovete venire qui, dovete stare con noi, dovete parlare, guardarci, capirci. È il vostro lavoro. È il vostro dovere”. «Quelle macerie sociali del quartiere Libertà stiamo provando a rimuoverle. Stiamo provando, con fatica, a ricostruire», ha detto il primo cittadino di Bari. Poi Decaro ha manifestato apprezzamento per le nuove norme sulla sicurezza urbana. «Era impensabile per un sindaco provare a dare risposte ai cittadini e a gestire le emergenze quotidiane senza nessuno strumento. Oggi abbiamo finalmente una legge che permette al Sindaco di convocare con il Prefetto il Comitato metropolitano per la sicurezza urbana e segnalare i luoghi da sottoporre a tutele e a Daspo per contrastare i fenomeni di illegalità». Non poteva mancare un cenno ai fenomeni migratori: «noi sindaci non dobbiamo trasformarci in imprenditori della paura. Noi sindaci dobbiamo restare quello che siamo: operai della civiltà, che studiano i fenomeni, approfondiscono, conoscono e poi costruiscono con impegno civile, parole nuove, nuove relazioni, storie di convivenza, di rispetto e di regole condivise. Chi arriva qui da noi non lo fa quasi mai per scelta. E non merita di trovarsi di fronte un Paese ostile, aggressivo, che discrimina il prossimo per il colore della sua pelle o per il continente dal quale proviene. Il 6 luglio scorso al porto di Bari sono sbarcati 643 migranti. Tra loro c’era un bambino nato in mare qualche giorno prima. Faceva caldo e c’era un sole accecante, eppure quel bambino, tra le braccia di uno dei tanti volontari che gestivano l’accoglienza, ha aperto gli occhi ed è nato una seconda volta. È come se il nostro Paese lo 116
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Sono orgoglioso di non sbattere la porta in faccia ai migranti. Ma Bruxelles non può approfittare della nostra umantà avesse nuovamente partorito, salvandolo da un destino che sembrava segnato. Su questo ciascuno potrà pensarla come vuole, facendo i conti con la propria coscienza di uomo e di rappresentante delle istituzioni. Ma io, in quel momento, sono stato orgoglioso di rappresentare l’Italia: un Paese che genera vita e che non sbatte la porta in faccia a un bambino. Ma nello stesso tempo, da questo posto di frontiera, dobbiamo far giungere con forza la nostra voce fino a Bruxelles, per dire all’Europa “ora basta”. Non si può approfittare per sempre della nostra umanità. Siamo di fronte a un fenomeno di portata globale ed epocale: è impensabile che sia lasciato interamente sulle spalle del nostro Paese. È impensabile, ma soprattutto profondamente ingiusto. E anche nel nostro Paese abbiamo il dovere di farci carico di un’equa distribuzione dell’accoglienza. Non possiamo avere 1.400 migranti in una caserma di Cona, città di 3.000 abitanti, mentre quasi 5.000 Comuni non ne accolgono nemmeno uno. Non accetteremo mai di assistere impotenti, nelle nostre città, a una guerra tra poveri, tra ultimi e penultimi». Per dimostrare l’attenzione che il Comune di Bari pone nella risoluzione dei problemi che scaturiscono dal disagio sociale, Decaro fa sapere che «nel quartiere di “Giovanni il terribile”, grazie all’Università e al CNR, stiamo creando un Polo della Ricerca scientifica, un Job Centre per l’orientamento al lavoro, abbiamo avviato il cantiere di un incubatore di impresa e liberato contenitori in ex scuole e mercati, per dare vita a laboratori giovanili e spazi per le startup. Nei prossimi giorni parte un Piano per i giovani con 12 milioni di euro del PON METRO per sostenere il ricambio generazionale nel commercio, la nascita di startup in periferia, i tirocini presso le imprese e il contrasto alla povertà educativa». Il Sindaco di Bari narra poi di un gruppo di giovani del quartiere San Pio che avevano occupato un locale pubblico abbandonato. Passavano lì gran parte del loro tempo libero. Ora, grazie a un cantiere scuola organizzato dal Comune insieme a Formedil e all’Associazione Nazionale dei Costruttori e a Confindustria, quei ragazzi hanno imparato un mestiere che gli ha permesso di ristrutturare con le loro mani quel locale. Presto sarà un luogo di ritrovo aperto al pubblico. Infine Decaro parla degli oltre 400 morti per il mesotelioma causato dall’amianto della Fibronit e della bonifica, quasi ultimata, di «quell’area di morte dove sorgerà il parco della vita».
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Discorso Michele Emiliano
C’è bisogno di giustizia sociale per far crescere il Paese L’interesse generale sfugge dalle mani dei politici. Le lobbies riescono sempre a farla franca, anche quando il bene in gioco è la vita e la salute delle persone di MICHELE LORUSSO
“
Da dove cominciamo, signor Presidente?”, ha chiesto il governatore pugliese Michele Emiliano al premier Conte, introducendo così il discorso fatto in occasione della inaugurazione della 82^ Fiera del Levante. «C’è una tale confusione in giro che dubito che i nostri concittadini ogni mattina riescano a seguire i discorsi della politica e dell’economia che si fanno sempre più contorti e contraddittori. L’interesse generale sfugge dalle mani dei politici, persino dei più lucidi ed onesti, e le lobbies riescono sempre a farla franca, anche quando il bene in gioco è la vita stessa e la salute delle persone. Le conseguenze di questo declino sono state devastanti sulle nostre giovani generazioni. Le aziende italiane pubbliche e private all’asta, salvate da fondi di investimento o da oligopolisti che si appropriano degli asset strategici della nostra industria, come nel caso dell’Ilva, imponendoci condizioni capestro sul lavoro e sulla salute. Non ci sono grandi progetti. Abbiamo smesso di pensare in grande». Il governatore Emiliano si è quindi soffermato sul problema della denatalità e sul futuro dei giovani attraverso una programmazione lungimirante. “Quando coinvolgi le nuove generazioni in un grande progetto la comunità riparte, ridiventa accettabile ogni sacrificio. Rimango convinto che i figli si fanno volentieri in un Paese che offre prospettive di felicità
Quando si coinvolgono i giovani in un grande progetto ogni sacrificio diventa accettabile e di sicurezza, di pace e di progresso economico. Poi vengono i contributi fiscali ed economici alle famiglie che pure sono utili». Il governatore della Puglia ha fatto poi riferimento ai fenomeni migratori. «Se trascuriamo chi è in maggiore difficoltà potrebbe accadere che questi ultimi pensino di dare la responsabilità della loro condizione non a loro stessi o a chi li governa, ma a dei disgraziati più disgraziati di loro tanto da mettere se stessi, le loro mogli e i loro figli su gommoni usa e getta per tentare di afferrare il salvagente di una vita almeno decente. Denatalità, fuga degli italiani dall’Italia e immigrazione di stranieri sono cose strettamente conseguenti. Senza i nati e con la fuga di giovani che abbiamo, siamo costretti a importare mano d’opera straniera. E siccome non sappiamo gestire i flussi migratori la situazione è esplosiva, perché le persone Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Discorso Michele Emiliano Il governatore Emiliano ricorda “ai tanti razzisti che hanno alzato la testa in questi ultimi mesi che l’agricoltura italiana non esisterebbe senza lavoratori migranti”
che arrivano non le conosciamo e ci piombano in casa nella forma di naufraghi tra una mareggiata e l’altra. Certo se potessero arrivare senza la mediazione delle bande criminali che ricavano utili enormi da questa povera gente, semplicemente pagando un biglietto aereo o navale e avendo qualche mese di tempo per trovare un lavoro più o meno stabile, avremmo il modo di controllare il flusso migratorio molto meglio. Controllare la velocità e tempi del flusso è la differenza tra un trionfo ed un disastro, tra irrigare e subire un’inondazione. Ci è già successo con l’Albania: quando smettemmo di bloccare le barche in mare – ne speronammo persino una provocando un’ecatombe – e rendemmo legale il flusso sui traghetti, i nostri fratelli albanesi onesti andavano e venivano dall’Italia e quelli disonesti li identificavamo, intercettavamo e arrestavamo anche con l’aiuto della polizia albanese. Adesso dopo quasi trent’anni l’Albania è un partner commerciale della Puglia e dell’Italia straordinariamente interessante e grato all’Italia per l’accoglienza ricevuta in passato». Il governatore Michele Miliano ricorda che «le bare dei nostri fratelli morti in due diversi incidenti stradali ad agosto sono state avvolte dai loro compagni di lavoro nella bandiera della Puglia e dell’Italia. Perché qui abbiamo la presunzione, con mezzi limitati ed in supplenza del governo nazionale, di avere avviato con la costruzione delle foresterie per lavoratori in agricoltura (anche per gli italiani non solo per i migranti) uno spazio di accoglienza, assistenza sanitaria, mediazione culturale, che assolve a una mancanza da parte delle aziende agricole e dello Stato che assicura non solo civiltà minima del trattamento, ma costituisce anche un mezzo efficace per assicurare controlli veri e costanti attraverso il filtro all’ingresso, consentito solo a chi è in regola con i permessi e contratto di lavoro. In questo modo si previene la commissione di reati e si toglie ossigeno, attraverso la gestione dei trasporti dalle foresterie alle aziende ai caporali, restituendo dignità alle produzioni agricole italiane». Il presidente Emiliano ricorda poi «ai tanti razzisti che hanno alzato la testa in questi ultimi mesi che l’agricoltura italiana non esisterebbe senza lavoratori migranti. La via per salvare l’Italia e l’Europa ci sembra a portata di mano, ma non credo che passi dalla flat tax, da un’aliquota unica al 15% per tutti i redditi. Noi pensiamo che il rigore dei conti, per non essere iniquo, debba essere accompagnato da politiche di riequilibrio fiscale, di spesa corrente e per investimenti che portino tutte le aree del paese ad avere uno sviluppo economico armonico e un’equa distribuzione del reddito pro capite». Emiliano evidenzia il «bisogno di giustizia sociale per ottenere la partecipazione di tutti gli italiani alla lotta per far risorgere l’economia, non solo di un capro espiatorio con la pelle nera! «Possiamo dimostrare che anche nel Mezzogiorno esistono risorse umane e tradizioni amministrative efficienti e virtuose che nulla hanno da invidiare alle regioni del nord. Voglia120
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Si potrebbe trasformare l’AQP in un soggetto unico della distribuzione dell’acqua nel Mezzogiorno
mo mettere a disposizione le nostre accresciute competenze, capacità, infrastrutture. Solo il rigore, il lavoro, l’impegno, il rispetto delle regole potranno riscattare il Mezzogiorno. La Puglia ha avviato da anni oramai un percorso di autonomia dall’orrore delle criminalità organizzata, dalle brutture degli scempi ambientali, dalla sciatteria amministrativa, dalla burocrazia autoreferenziale, dalla rassegnazione. Ci sentiamo pronti quindi ad accogliere nuove competenze e nuove sfide». Il presidente Emiliano ha esaltato le eccellenze nostrane: bellezza, cultura, acque, mare, satelliti, aerei, farmaci di avanguardia, aeroporti e porti con milioni di passeggeri, il progetto dello spazio porto di Grottaglie dal quale potrebbero decollare gli aerei sub orbitali per il trasporto merci e per il lancio dei minisatelliti. «Siamo la Regione col mare pulito e con i depuratori in ordine, con rivoluzionari sistemi di recupero dei reflui al fine di riutilizzare in agricoltura l’acqua che faticosamente portiamo in Puglia dalle altre Regioni. Ci piacerebbe trasformare l’AQP nel soggetto unico della distribuzione dell’acqua nelle regioni del Mezzogiorno aprendolo alla partecipazione delle altre Regioni del sud mantenendo la sua proprietà rigorosamente pubblica, in particolare ammettendo i comuni alla partecipazione nel servizio idrico integrato». Il governatore ha poi contestato con garbo il gasdotto Tap. «A noi non piace, ma se proprio lo dobbiamo tenere è meglio fare meno danni possibili facendolo approdare dove il gas della dorsale Snam già esiste e non 50 chilometri più a sud, per poi costruire a spese degli italiani, il gasdotto on shore che lo riporti a Mesagne, come nella ammuina falsamente attribuita alla marina borbonica». Il presidente Emiliano pone poi alcune domande al premier Conte che, a suo dire, sono le richieste in delega dei pugliesi stessi. Mi chiedono di riferirle «che la gente del Sud non si vende all’industria pesante, che non si vogliono la Tap a San Foca, l’immunità penale dell’ILVA, l’abbattimento dei nostri ulivi secolari ammalati di pesticidi. Vogliamo le energie rinnovabili, un turismo, un’agricoltura e un’enogastronomia sostenibili e di qualità e la tutela dei mari. Niente mafie, niente corruzione, niente petrolio o carbone e niente plastica o
Discorso Michele Emiliano Non bisogna mollare la partita per la salvaguardia dell’ambiente e della salute. La decarbonizzazione dell’Ilva è possibile. Bisogna alimentare a gas l’altoforno
inceneritori. Un lavoro dignitoso. Oggi è mio dovere continuare a insistere sulla trasformazione dell’altoforno 5, attualmente non funzionante, in due forni elettrici alimentati a gas o a idrogeno, adesso che anche questo governo ha deciso di tenere aperta la fabbrica. Perché ogni altra tecnologia di contenimento delle fonti inquinanti diversa dalla decarbonizzazione sarebbe inutile. Il Ministro degli Esteri dell’Azerbaijan e il vice presidente della Socar (società che sta costruendo la Tap a San Foca di Melendugno), che ho incontrato alla Farnesina alla presenza del Ministro degli Esteri italiano del precedente governo, si sono dichiarati disponibili a fornire uno slot supplementare di gas allo stesso prezzo energetico del carbone quale compensazione ambientale. Mi auguro che si possa utilizzare questa disponibilità a fornire gas a prezzo calmierato a fini di tutela ambientale e sanitaria per convincere l’acquirente dell’Ilva a decarbonizzare tutta la fabbrica, e non solo l’Afo 5. E contemporaneamente mi piacerebbe preparare con i tarantini e con le forze politiche della città disponibili, un piano di diversa industrializzazione dell’area attualmente occupata dall’Ilva. Sottrarre Taranto e la sua provincia alla monocultura dell’Ilva è possibile e doveroso. Non mi si chiederà spero di difendere la salute dei tarantini solo attraverso i passi da gigante che l’oncologia pugliese sta compiendo negli ultimi anni, avendo trasformato un intero ospedale nell’Oncologico di Taranto, rivoluzionato il principale presidio del Giovanni Paolo II di Bari e creato finalmente la Rete Oncologica pugliese. In questo ambito, la Regione Puglia ha varato il Tecnopolo, che è uno dei più grossi investimenti in ricerca mai realizzati nel
Il gasdotto TAP non piace, ma se dobbiamo tenerlo spostiamolo di 50 km più a sud
Mezzogiorno in collaborazione con il CNR e finalizzato ad approfondire il rapporto anche statistico tra alcune malattie neurodegenerative e malattie tumorali con gli stili di vita l’alimentazione e i fattori inquinanti. Stiamo investendo 48 milioni di euro in 5 anni per diventare il punto di riferimento della ricerca italiana insieme alle nanoscienze del CNR di Lecce, all’Irccs Oncologico e al Policlinico di Bari. Altri 45 milioni saranno assegnati alle Università di Bari e di Foggia per sostenere i costi delle scuole di specializzazione. Quattro nuovi ospedali del massimo livello sono in costruzione a Taranto, in provincia di Lecce, ad Andria e con la posa della prima pietra nei prossimi giorni tra Fasano e Monopoli. Non abbiamo chiuso nemmeno un ospedale, ma riconvertito quelli inutili e pericolosi in strutture di lungodegenza per malattie croniche o riabilitative, utilizzando meglio il personale. La nostra regione sta, nonostante gli ostacoli, spendendo bene le risorse che il Paese e l’Europa le ha messo a disposizione». Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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MBL Solutions, ecco i robot per tutti i gusti
L’azienda di Corato (Ba) fa dell’automazione e della robotica i capisaldi dell’industria presente e futura, per una produzione “smart” che si avvale di strumenti di ultima generazione come mani di presa ultrasensibili di ultimissima generazione applicabili in innumerevoli processi industriali.
È
L’azienda ha messo a punto negli ultimi anni lo sviluppo e l’offerta di Smart Industrial Technologies, nuove tecnologie e sofisticate applicazioni industriali mediante l’utilizzo di robot collaborativi di ultima generazione.
un vero e proprio “caso” quello della meccatronica barese, tra i distretti industriali con un trend di aumento delle esportazioni nel 2017 del 15% e un crescente peso nella classifica delle aree produttive italiane. Il segreto? La presenza diffusa e radicata delle multinazionali, rapporti stretti di filiera, un Politecnico che ha costruito forti collaborazioni con le imprese, un Its che sforna tecnici altamente specializzati con una percentuale di occupabilità al 90%. Tra le realtà maggiormente rappresentative di questo cantiere per l’innovazione spicca MBL Solutions, attiva dal 2005 a Corato (Ba) nel settore della meccatronica e robotica industriale. L’azienda ha messo a punto negli ultimi anni lo sviluppo e l’offerta di Smart Industrial Technologies (Smit 4.0), nuove tecnologie e sofisticate applicazioni industriali mediante l’utilizzo di robot collaborativi di ultima generazione e sistemi di visione artificiale per il controllo smart dei movimenti applicati ai più svariati settori dell’industria manifatturiera. «Sono numerosi i settori industriali che hanno già integrato le nostre soluzioni – spiega l’Ing. Luigi Maldera Amministratore Unico della MBL Solutions - tra cui quello agroalimentare, con tecnologie attivate nella produzione di prodotti da forno e nell’industria casearia. Il settore dell’agroalimentare è in forte crescita e sono diversi i gruppi industriali che si sono affidati a noi per lo sviluppo sartoriale di soluzioni smart capaci di rendere flessibili i processi produttivi. Ci siamo distinti anche offrendo un importante contributo all’innovazione tecnologica nel settore agricolo: la nostra azienda è stata infatti capofila del Progetto di ricerca e sviluppo Perform Tech - Puglia Emerging Food Technology “La sicurezza alimentare mediante l’impiego di tecnologie emergenti per l’elaborazione di prodotti funzionali, recupero di sostanze nutraceutiche dai sottoprodotti e valorizzazione energetica degli scarti». A proposito di innovazione è “Impresa 4.0” uno dei
In alto Luigi Maldera Amministratore Unico della MBL Solutions
temi più attuali della politica e del mondo imprenditoriale che nei prossimi 2 anni potrà significare un concreto aiuto da parte dello Stato per l’ammodernamento dei propri impianti produttivi. Ma l’importante opportunità sembra non essere stata recepita da tutti gli imprenditori: «La grande opportunità di Impresa 4.0 pare essere stata recepita a pieno solo dalle medie e grandi industrie – prosegue Luigi Maldera – e l’impressione è quella che la maggior parte degli imprenditori non sia stata correttamente informata delle opportunità dettate dal piano Impresa 4.0, anzi siano addirittura spaventati da questo programma, in quanto ritengono inconsciamente di non possedere al proprio interno quelle competenze necessarie ad affrontare in maniera strutturata ed efficace un cambiamento radicale del proprio modo di produrre. L’automazione è un concetto importante perché oltre ad essere un enorme elemento di risparmio in termini di costi per le aziende è anche un modo per sollevare il personale da lavori meccanici, di routine, che spesso portano a problemi legati alla salute per via di mansioni che non giovano alla salute e non danno valore aggiunto all’azienda». MBL Solutions si è fatta promotrice nel’ultimo anno di una serie di workshop studiati per spiegare concretamente agli imprendtori delle Pmi come sia possibile automatizzare vari processi della propria azienda con minimi investimenti. Grazie alla testimonianza di aziende che hanno compiuto questo processo di crescita e alla voce dei partners industriali MBL Solutions ha tra i propri obiettivi la nascita nei prossimi mesi di una vera e propria “Academy” che funga da collante tra il mondo delle imprese e quello dell’offerta di soluzioni per l’innovazione industriale.
3 CHIAREZZA SULL’ACQUA
L’informazione trasparente di Acquedotto Pugliese
NoN RICEvo L’ACQUA: dA CoSA dIpENdE? Ecco una domanda chE potrEbbEro porsI glI utEntI chE abItano nEI pIanI pIù ElEvatI dI stabIlI E condomInI. acQuEdotto puglIEsE consEgna l’acQua fIno al contatorE: pEr spIngErla pIù In alto occorrE dotarsI dI apposItI ImpIantI, sEguEndo alcunI utIlI consIglI.
Il compito di Acquedotto pugliese nell’erogazione dell’acqua acquedotto pugliese consegna l’acqua fino al contatore domestico dell’utente ad una pressione variabile e dipendente da: • la risorsa disponibile in rete • il punto di consegna. secondo gli standard di qualità previsti dalla carta dei servizi, acquedotto pugliese si impegna a fornire l’acqua ad una pressione minima di 0,5 bar (equivalente alla pressione esercitata da una colonna d’acqua alta poco più di 5 metri), sufficiente quindi a raggiungere il secondo piano di una normale abitazione.
La responsabilità dell’utente per migliorarne il flusso E’ nella responsabilità del fruitore finale dotarsi di un impianto idrico interno idoneo e dimensionato ai propri fabbisogni. per veicolare l’acqua nei vari punti di erogazione domestica (anche quelli più lontani e più in alto), incrementando la pressione dell’acqua. Questi impianti sono comunemente definiti autoclave e consistono in un serbatoio di accumulo con una pompa. laddove non ci sono spazi idonei all’alloggiamento dell’autoclave, si può ricorrere all’installazione di un impianto di rilancio composto da un serbatoio di ridotte dimensioni e una elettropompa centrifuga monoblocco sommersa, completa di galleggiante. l’impianto così composto può anche essere integrato con un serbatoio di accumulo al piano.
Consigli per dotarsi del giusto impianto
Senza autoClave
Con autoClave
• Installare la riserva idrica nel piano più basso; • sottoporre il serbatoio a pulizia almeno una volta l’anno, munirlo di scarico di fondo e di sfioratore di massimo livello; • dotarsi di un serbatoio preferibilmente in acciaio inossidabile o in cemento armato; • munire il serbatoio di: coperchio a chiusura ermetica, tubo sfioratore ad un’estremità, piletta di scarico, attacco al tubo di alimentazione, dotato di saracinesca di intercettazione, bocca di aerazione corredata di dispositivo per impedire l’introduzione della polvere o di corpi estranei, due attacchi (superiore ed inferiore) per l’applicazione del tubo di livello; • stabilire la capacità complessiva in base ai consumi e alla destinazione dell’edificio; • consentire l’erogazione a caduta libera, visibile al di sopra del livello massimo consentito dal recipiente ricevitore, in modo che l’acqua già erogata non possa in alcun modo ritornare nel tubo adduttore. Questa norma è fondamentale, per prevenire ogni possibilità di ritorno di acqua nella rete di distribuzione.
Per informazioni, consultare la sezione ‘Che acqua fa?’ su www.aqp.it.
Abbandono rifiuti ingombranti: una sfida da combattere tutti insieme
centri di conferimento in città. È possibile, infatti, prenotare il servizio chiamando il numero verde Amiu - 800 011 558 - e ricevendo assistenza dagli operatori o in autonomia accedendo al sito www.amiupuglia.it/ritiri con la compilazione di una scheda personalizzata. Tutti i materiali raccolti vengono poi smaltiti dall’azienda. Nel 2017 sono state 11.668 le prenotazioni, e l’andamento dei primi sei mesi del 2018 fa registrare un sensibile aumento con 6.200 prenotazioni già effettuate.
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no dei principali servizi erogati da Amiu Puglia, l’azienda municipale che si occupa della gestione della raccolta dei rifiuti della città di Bari, è il ritiro dei rifiuti ingombranti che spesso, per incuria o indifferenza, vengono abbandonati per strada. Una cattiva abitudine che arreca un grave danno alla città di Bari, sia in termini di immagine sia in termini di aggravio sui costi del servizio.
L’Amiu raccoglie gratuitamente gli ingombranti attraverso tre diverse modalità: su prenotazione con ritiro a domicilio, su prenotazione via web e presso i cinque centri di conferimento in città.
In questi anni l’Amiu, in collaborazione con il Comune di Bari e la Polizia Locale, ha condotto una vera e propria battaglia contro l’abbandono selvaggio dei rifiuti ingombranti grazie all’ausilio delle foto trappole, che hanno portato ad un numero elevatissimo di sanzioni contro gli incivili e ad una serie di campagne di sensibilizzazione finalizzate a informare i cittadini sulle corrette modalità di conferimento. L’Amiu raccoglie gratuitamente gli ingombranti attraverso tre diverse modalità: su prenotazione con ritiro a domicilio, su prenotazione via web e presso i cinque
“La lotta ai rifiuti ingombranti è una missione che mi piacerebbe condurre insieme a tutti i baresi - spiega il presidente di Amiu Puglia Sabino Persichella. - Tra i diversi servizi erogati dalla nostra azienda, la raccolta di questa tipologia di rifiuti, che è cresciuta del 120% negli ultimi 5 anni, rappresenta un impegno particolarmente gravoso in quanto incide non solo sulla programmazione delle attività ordinarie di Amiu Puglia, ma anche sulla percezione che i cittadini hanno della pulizia di strade e di spazi della città. Sarebbe bello se i cittadini si schierassero tutti dalla nostra parte e ci segnalassero chi abbandona per strada, senza alcun rispetto per le regole e il decoro, rifiuti di ogni tipo. Siamo consapevoli che, senza la collaborazione di tutti coloro che hanno a cuore la nostra città, non saranno sufficienti né la gratuità del servizio né le campagne di informazione. Con la collaborazione della Polizia Locale stiamo anche intensificando le sanzioni ma il nostro obiettivo è e resta rendere Bari una città più pulita e più bella da vivere”.
Discorso Giuseppe Conte
Una manovra economica coraggiosa per l’equità sociale Il governo presiduto da Giuseppe Conte ha l’ambizione di ricreare nei cittadini la stessa fiducia verso il futuro che ha animato gli italiani dopo l’8 settembre del 1943 di MICHELE LORUSSO
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l Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha tagliato il nastro della 82/a edizione della Fiera del Levante. Era dai tempi di Aldo Moro che un premier pugliese non inaugurava la Campionaria barese. Il presidente Conte ha evidenziato l’importanza che, fin dalla prima edizione del 1930, la Fiera ha avuto per la Puglia e per il Meridione. «Oggi è l’8 settembre, una data simbolica della nostra storia patria», ha detto il premier ricordando l’8 settembre del ‘43. «In quella estate di 75 anni fa si pose fine a un periodo buio culminato con la partecipazione dell’Italia a una terribile guerra. Con l’8 settembre inizia un periodo di ricostruzione, prima morale e poi materiale, del nostro paese. Un periodo di crescita economica che è stato chiamato, con giusta enfasi, “miracolo economico” e ci ha balzati al 7° posto come potenza economica mondiale. L’esecutivo che ho l’onore di presiedere, che si è presentato al Parlamento e al Paese come “Governo
L’8 settembre ‘43 è una data importante per la rinascita dell’Italia dopo la guerra
del Cambiamento”, ha l’ambizione di ricreare nei cittadini la stessa fiducia verso il futuro che allora animava i nostri genitori. Quella stessa che è stata in grado di dare loro la forza di compiere le scelte fondamentali per il progresso dell’Italia e di superare anche momenti difficili, che certamente non mancarono, ricostruendo le basi del nostro successivo sviluppo di cui ancora oggi godiamo gli effetti». Però «negli anni questo spirito si è affievolito. Vogliamo rianimare quello spirito di Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Discorso Giuseppe Conte L’Italia ha bisogno di equità sul piano sociale e fiscale oltre che di infrastrutture. Pronta una legge anticorruzione che attrarrà investitori stranieri nel nostro Paese. intrapresa, quella forza morale che nel secondo dopoguerra ha fatto grande questo Paese. Dobbiamo quindi tutti insieme - lasciamo stare colori politici, Nord, Sud, Centro - guardare con fiducia e progettare il futuro». Il Presidente del Consiglio ha dedicato particolare attenzione al Commercio ricordando che «la crisi finanziaria del 2008 ha investito il nostro Paese con ritardo, ma con una violenza inusitata i cui effetti sul piano economico sono stati più forti di quelli della grande depressione, paragonabili a quelli dei primi tre anni dell’ultima guerra. Oggi come 75 anni fa la vocazione commerciale del Paese ci sta aiutando a uscire da uno dei momenti più difficili della nostra storia. La lenta ripresa della nostra economia è frutto della capacità del nostro Paese di connettersi ai grandi flussi commerciali che non hanno mai cessato di crescere, a parte l’annus horribilis del 2009. Il vento del commercio mondiale ha gonfiato e continua a gonfiare le vele della nostra economia. Oggi come nel secondo dopoguerra – ha continuato il presidente Conte – la forza delle nostre imprese potrà aiutarci a produrre le risorse di cui abbiamo bisogno per fare del nostro Paese, un Paese più giusto sul piano sociale e dell’equità fiscale. Più forte sul piano delle infrastrutture, meno diseguale, eterogeneo sul piano della dimensione territoriale, più inclusivo per i giovani e per tutti quelli che vivono in condizione di povertà. In questo quadro la volontà di questo governo è quella di sostenere chi intraprende per creare ricchezza vera, per
se stesso e per gli altri. Lo vogliamo fare concretamente con tutti gli strumenti a nostra disposizione: la regolazione della fiscalità e la sollecitazione agli investimenti delle infrastrutture. Abbiamo bisogno di un quadro normativo coerente, certo e chiaro che non imponga inutili vincoli, lacci, lacciuoli agli operatori. Occorre ridurre i tempi e i costi degli adempimenti
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Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
Vogliamo fare del Sud il laboratorio di un nuovo intervento pubblico in economia
richiesti dai cittadini e dagli operatori economici mediante la semplificazione burocratica, la digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione». Una legge anticorruzione «depurerà la business community da comportamenti illeciti e dalla corruzione che è distorsiva della leale competizione tra gli operatori economici. E soprattutto renderà appetibile la nostra realtà sociale ed economica agli occhi degli investitori stranieri». Il premier non ha voluto anticipare nulla sulla prossima manovra economica, ma ha detto di essere «assolutamente consapevole che le prime vittime dell’instabilità finanziaria sono la produzione e i commerci che soffrono sommamente dell’incertezza delle prospettive, dell’alto costo del denaro e delle difficoltà a reperirlo. Sarebbe irrazionale e dannoso favorire le imprese sul piano fiscale e al contempo danneggiarle minandone la capacità di programmare l’attività provocando l’aumento dei costi finanziari. Faremo una manovra seria, credibile, terremo i conti in ordine, ma saremo anche coraggiosi. Vogliamo fare del Sud il laboratorio di un nuovo intervento pubblico in economia. Con la Cassa Depositi e Prestiti stiamo studiano gli strumenti adeguati». Conte parla di decontribuzione per il Sud, di favorire le startup, di agevolazioni per le assunzioni di over 35 disoccupati da almeno sei mesi. Tra i programmi del governo vi è «un grande piano delle infrastrutture e la revisione del sistema delle concessioni. Otterremo così la valorizzazione del patrimonio pubblico. Vogliamo remunerare gli investimenti dei privati e favorire il partenariato pubblico-privato, favorire i privati a inserirsi in una logica del bene comune, ma una cosa è remunerare l’investimento, una cosa è lucrare sull’investimento a spese dell’intera collettività. Il reddito di cittadinanza e la riforma fiscale saranno due pilastri con cui lavoreremo per sagomare una ma-
Discorso Giuseppe Conte “Dobbiamo lavorare per l’Alta Velocità al Sud. Io che ho viaggiato molto quando vado a trovare i miei genitori a Foggia entro in un’altra dimensione.”
novra economica che realizzi anche misure di equità sociale», ha detto il Presidente. Abbiamo messo il cittadino al centro della nostra azione, vogliamo rianimare quella fiducia e quella forza morale che nel secondo dopoguerra ha fatto grande questo Paese. Questo non vuol dire minor interesse al mondo delle imprese che crea occupazione e ricchezza per il Paese». Conte si è soffermato anche sul problema delle infrastrutture e dei trasporti. «Vogliamo lavorare all’alta velocità, io per primo, per lavoro ho viaggiato molto per lavoro. Quando vado a trovare i miei genitori a Foggia entro in un’altra dimensione. Dobbiamo lavorare per il potenziamento della rete ferroviaria regionale, dobbiamo lavorare per l’alta velocità anche al Sud e in particolare in Puglia». Il premier Conte non ha fatto mancare qualche bacchettata. «Dobbiamo migliorare l’utilizzo dei fondi europei. Ieri è stata pubblicata l’ultima graduatoria. Siamo migliorati», ha detto sarcasticamente. «Dall’ultima posizione abbiamo fatto un piccolo scatto, ma siamo sempre nelle ultime posizioni. Noi siamo ambiziosi. Con il ministro Lezzi stiamo lavorando a una task force per poter avere una sollecitazione ulteriore alla elaborazione dei progetti e quindi alla utilizzazione dei fondi. Dobbiamo fare anche mea culpa perché a volte i fondi ci sono, ma non li sappiano utilizzare. Dobbiamo dircelo. Non è sempre colpa dell’Europa». Non poteva mancare un cenno all’accordo raggiunto qualche giorno fa sull’Ilva. «Questo governo ha lavorato giorno e notte. Si tratta della più grande acciaieria d’Europa, ma non è solo un problema economico. Mi piange il cuore sapere che si diffondono nell’aria polveri che mettono a repentaglio la
Ilva. La gara era stata aggiudicata e non si poteva fare di più di ciò che il governo ha ottenuto
salute delle popolazioni del mio Sud. Devo ringraziare il vicepresidente Di Maio perché ha fatto un lavoro straordinario. Non entro in polemica con nessuno. Dico soltanto che, a gara ormai aggiudicata, e chi conosce il diritto sa cosa significa, è riuscito a ottenere uno straordinario miglioramento del livello occupazionale. Non potendo più ridiscutere la gara, l’abbiamo studiata in tutti i modi, ma vi assicuro che il rischio di un contenzioso legale che ci vedeva perdenti è stato superiore al vantaggio che potevamo trarre, abbiamo dovuto acconsentire a mantenere l’aggiudicazione avvenuta. Però, attenzione, abbiamo mantenuto incredibilmente il livello occupazionale in progressione. Ci sarà il pieno assorbimento degli occupati garantendo gli stessi diritti. In più abbiamo migliorato notevolmente i tempi del piano della tutela ambientale, di quelle che saranno le misure che andranno a garantire l’incolumità dei cittadini. Non si poteva fare di più». Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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ARIF, sempre al passo per la tutela del territorio A sinistra Il personale ARIF monitora le condizioni del territorio falcidiato dalla Xylella
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Oltre all’attività di gestione del patrimonio forestale, di quella antincendio e di irrigazione, ARIF è impegnata in molteplici attività a tutela del patrimonio naturale e agricolo della Puglia.
egli ultimi due anni l’Arif affrontando trasformazioni e sfide importanti, che l’hanno vista diventare struttura pubblica protagonista nel panorama regionale e non solo. Infatti, oltre all’attività di gestione del patrimonio forestale, di quella antincendio e di irrigazione, che insieme potremmo definire il core business della struttura (le informazioni a riguardo sono disponibili sul sito ARIF, l’Agenzia è impegnata in molteplici attività a tutela del patrimonio naturale e agricolo della Puglia. In primo luogo il monitoraggio della Xylella fastidiosa, che ha visto l’Arif impegnata nella più vasta analisi territoriale mai realizzata in Europa in materia fitosanitaria. L’attività di monitoraggio (cui partecipano 200 unità di personale, tra professionisti esterni e tecnici Arif) organizzata e condotta dall’Arif ormai in tutto il territorio regionale, la cui validità sotto ogni punto di vista è stata riconosciuta a livello europeo, permette di acquisire i diversi parametri collegati alla presenza del batterio e fornisce ai decisori politici e ricercatori gli elementi per valutazioni di competenza. Nei primi 2 monitoraggi sono state percorse, oltre che alle aree di contenimento e cuscinetto, anche la zona indenne fino all’estremo nord della regione e le principali arterie stradali e autostradali. Durante i lavori sono state ispezionate circa 450.000 piante e prelevati circa 350.000 campioni, inviati ai laboratori per le successive analisi. Il terzo monitoraggio è in fase di avvio e interesserà principalmente la nuova perimetrazione voluta dalla Unione europea, entrata in vigore il 23 agosto scorso. L’Arif interverrà, su indicazione della Regione Puglia, anche per particolari impieghi che si rendessero necessari connessi agli obiettivi del Piano regionale di contrasto alla Xylella. Altro elemento innovativo rispetto al passato e che caratterizza ancora di più l’azione di tutela ambientale a 360 gradi dell’Agenzia è costituito dall’intesa siglata nel luglio scorso da Regione Puglia – Assessorato alla Pianificazione Territoriale e Urbanistica, Arif e Federparchi per sviluppare
un sistema coordinato e integrato per la gestione, la riqualificazione, la valorizzazione e tutela del patrimonio naturale e forestale e per il ripristino di situazioni di degrado all’interno delle aree naturali protette della nostra regione. I nuovi compiti assegnati all’Arif permetteranno agli organismi gestori delle aree protette di avere, in base agli accordi che si raggiungeranno in sede locale, un supporto stabile e continuativo per gli interventi sul patrimonio naturale, contando sulla professionalità del personale e i mezzi messi a disposizione dall’Agenzia. La stabile sinergia tra le diversi livelli (politico, gestionale, tecnico-operativo) non potrà che costituire una fondamentale azione di tutela del prezioso patrimonio ambientale per il futuro. Con la L.R. 33/2017 sono state trasferite all’Arif le competenze in materia di difesa attiva e integrata delle colture agrarie dalle avversità meteorologiche e fitosanitarie. Tale attività, di fondamentale importanza per la tutela delle colture agricole, dopo una fase di transizione sta andando a regime e permetterà all’Agenzia di fornire alla collettività un’ampia gamma di informazioni riguardo l’agro meteorologia e la difesa dalle principali avversità per le colture stesse. È imminente la ripresa della pubblicazione sul sito ARIF dei bollettini fitosanitari provinciali, con una sezione del sito dedicata. Perciò l’Arif, che cura anche il monitoraggio della falda acquifera e svolge altri tipi di compiti di Protezione civile, potrà chiudere la filiera di monitoraggio del territorio agroforestale, riuscendo a coniugare in un’unica struttura le capacità di analisi dei più importanti parametri del clima e del territorio in genere, mediante la sua presenza capillare sul territorio, con l’operatività tipica delle strutture di questo tipo. Una sfida nell’interesse della Puglia.
Bari un’unica comunità Occorre di superare gli steccati che spesso separano le Pubbliche amministrazioni e i cittadini nel quotidiano per mettersi in rete e animare e prendersi cura del proprio quartiere. “La città di Bari – spiega il primo cittadino Antonio Decaro, presidente dell’associazione nazionale dei Comuni italiani - ha delle risorse sociali e culturali straordinarie su ciascun quartiere e il nostro compito di amministratori è quello di favorire la coesione e la collaborazione tra cittadini. Fare comunità vuol dire alimentare la fiducia e il lavoro di gruppo, contribuire attivamente al miglioramento della nostra città mettendo a disposizione di tutti idee e competenze”.
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eti civiche urbane è una misura sperimentale che l’amministrazione comunale di Bari ha avviato da qualche mese per promuovere e sostenere, attraverso l’erogazione di risorse finanziarie, la creazione di 12 Reti informali di cittadini presso tutti i quartieri della città, finalizzate all’elaborazione condivisa dal basso di programmi di animazione culturale, attivazione comunitaria e innovazione sociale. Nei mesi estivi, appena terminati si è concluso il percorso partecipativo di consultazione che ha coinvolto complessivamente più di 700 cittadini e 250 realtà associative sul territorio dei cinque Municipi.
La città di Bari ha delle risorse sociali e culturali straordinarie su ciascun quartiere e il nostro compito di amministratori è quello di favorire la coesione e la collaborazione tra cittadini.
Da qualche settimana invece è stato pubblicato il bando rivolto ad associazioni, soggetti del terzo settore, comitati territoriali, parrocchie, fondazioni, scuole e imprese, riuniti in associazione temporanea di scopo (ATS) – che potranno proprorre il proprio programma di comunità. Una serie di iniziative culturali, artistiche, sportive, sociali, di riuso, che valorizzi lo spazio pubblico e i luoghi identitari dei quartieri, coinvolgendo il più ampio numero di residenti possibili. Questa misura rappresenta una sfida culturale e un nuovo modo di intendere la politica e l’amministrazione.
Le Reti Civiche Urbane da attivare su Bari sono 12, distribuite su scala di quartiere o di accorpamento di quartieri. Per ogni RCU è stato assegnato un budget calcolato su base demografica e sociale per una dotazione complessiva finanziaria di € 1.200.000. “Ci piacerebbe che sui singoli territori si riuscisse ad elaborare una proposta unica, evitando la logica della competizione e della frammentazione -conclude Decaro-. Bari, così come altri comuni, oggi esprimono una maggiore maturità e una forte esigenza di protagonismo civico rispetto al passato e ne sono testimonianza i numerosi comitati di cittadinanza attiva sorti in questi anni che aggregano centinaia di persone su obiettivi di rigenerazione urbana, rifunzionalizzazione di immobili pubblici, gestione condivisa di orti urbani e animazione territoriale. Nel 2015 siamo stati tra i primi in Italia ad approvare il Regolamento per la gestione dei beni comuni e negli ultimi anni abbiamo sottoscritto numerosi patti di collaborazione. Ora con Reti Civiche Urbane chiediamo di mettere queste esperienze a sistema dentro una cornice più ampia che è quella della nostra città”.
Cassa Edile di Bari e BAT
Ha l’anima social uno dei più grandi enti paritetici in edilizia d’Italia
In alto Ignazio Savino Vicepresidente
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Per agevolare le interazioni con i vari attori abbiamo anche creato uno sportello telematico per imprese, consulenti del lavoro e operai per le pratiche relative alle posizioni previdenziali e stretto accordi con le organizzazioni sindacali per velocizzare le erogazioni delle prestazioni di sostegno.
on circa 3.000 imprese iscritte per circa 10.000 lavoratori e una massa salariale di circa 130 milioni di euro gestita è una delle più grandi d’Italia: la Cassa Edile di Bari e BAT, ente paritetico costituito dall’associazione dei costruttori ANCE Bari-BAT e dalle organizzazioni provinciali dei sindacati Feneal UIL, Filca CISL e FILLEA CGIL, eroga benefici in favore degli operatori del mondo edile. Un compito diventato negli ultimi anni sempre più impegnativo, considerato che nelle province di Bari e della Bat, tra il 2008 e il 2018, si sono persi oltre 12 mila posti di lavoro, la metà delle ore di lavoro (nel 2017 sono state circa 12 milioni) e si è registrato un saldo negativo di 1.700 aziende. «Il settore edile barese – spiega il presidente di Cassa Edile di Bari e BAT Nicola Bonerba – registra ancora molte difficoltà; per questo uno dei fronti su cui lavoriamo più attivamente è il recupero contributivo, per il quale abbiamo attivato collaborazioni con Comuni, aziende sanitarie e Ispettorato del lavoro. A causa della crisi, infatti, si è registrata un’impennata nell’evasione contributiva che ha impattato negativamente sui sistemi di sostegno ai lavoratori oltre che sulla leale concorrenza tra le imprese». Oltre a liquidare periodicamente il salario differito del lavoratore edile, la Cassa ha il compito di sostenere il
reddito dei lavoratori attraverso l’erogazione di prestazioni socio-assistenziali a beneficio anche del suo nucleo famigliare. Inoltre, l’ente ha l’obiettivo di garantire l’applicazione del contratto collettivo nazionale e degli accordi territoriali per tutelare gli operai assicurando, al tempo stesso, la leale concorrenza tra le aziende del settore attraverso la verifica della regolarità contributiva (di concerto con INPS e INAIL) e l’emissione del DURC, il Documento Unico di Regolarità Contributiva. «Per agevolare le interazioni con i vari attori – aggiunge BoA sinistra Nicola Bonerba nerba - abbiamo Presidente ANCE Puglia anche creato uno sportello telematico per imprese, consulenti del lavoro e operai per le pratiche relative alle posizioni previdenziali e stretto accordi con le organizzazioni sindacali per velocizzare le erogazioni delle prestazioni di sostegno». Da alcuni anni, inoltre, la Cassa Edile ha sviluppato un’efficace strategia social per comunicare con gli utenti; attraverso la sua pagina Facebook, la più seguita in Italia tra quelle degli enti bilaterali, quasi un operaio su tre interagisce con l’ente ricevendo informazioni e risposte in tempo reale, utili per migliorare il rapporto con la Cassa. «Dagli anni ’90 – ricorda il vicepresidente Ignazio Savino – la Cassa premia i figli dei lavoratori che si sono distinti nello studio alle scuole superiori con viaggi studio. Quest’anno ben 40 ragazzi hanno trascorso due settimane a Londra, oltre che per perfezionare la lingua inglese anche per conoscere una cultura differente e internazionale. Il ruolo della Cassa è, infatti, anche quello di contribuire alla crescita culturale del nucleo famigliare del lavoratore».
Il servizio di emergenza urgenza sanitaria 118 in Puglia Ora anche un app per l’accesso dei cittadini sordi
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Sono molto orgoglioso di affermare che il Servizio di Emergenza-Urgenza Sanitaria Territoriale 118, grazie al radicale intervento di innovazione messo in atto dalla Regione Puglia con il supporto di InnovaPuglia, oggi può vantare una tecnologia all’avanguardia sul panorama nazionale, capace di assicurare altissimi livelli di continuità e di erogazione del servizio e, nel contempo, fornire agli operatori del settore potenti strumenti di lavoro nella gestione degli interventi.” Così il direttore generale, Alessandro Di Bello, presenta uno dei progetti più interessanti tra quelli ideati e coordinati da InnovaPuglia, la società in house per l’ICT della Regione Puglia. L’app “118Sordi” è solo l’ultima nata di un sistema informativo per il Servizio di Emergenza-Urgenza Sanitaria Territoriale 118 che gestisce le comunicazioni in tempo reale tra la Centrale Operativa e i mezzi di soccorso in campo e tra questi e le strutture di Pronto Soccorso sul territorio regionale. L’app 118 sordi, pensata per cittadini sordi o impossibilitati a interloquire verbalmente, è in grado di riconoscere la particolare richiesta di intervento in ingresso, allertare l’operatore e predisporlo per interloquire L’app “118Sordi” pensata per i cittadini sordi, gestisce le comunicazioni in tempo reale tra la Centrale Operativa e i mezzi di soccorso in campo e tra questi e le strutture di Pronto Soccorso sul territorio regionale.
attraverso l’apposita interfaccia di comunicazione. Oltre alla classica localizzazione del chiamante, l’app può inviare le informazioni sanitarie del richiedente, fornendo così un quadro clinico fondamentale nella gestione del soccorso, e contenuti multimediali con una descrizione della scena dell’evento o altri elementi che permettono, ad esempio, di decidere in tempo reale se mandare un mezzo con o senza medico a bordo. Tra le tante innovazioni tecnologiche del Servizio di Emergenza-Urgenza Sanitaria Territoriale 118 di particolare interesse la “Scheda Paziente Digitale” a bordo del mezzo di soccorso, disponibile su un tablet in dotazione all’ambulanza, con cui l’operatore accede all’anagrafica del paziente e a tutta una serie di funzionalità che consentono una efficace analisi dei dati, finalizzata al miglioramento della gestione del soccorso e alla semplificazione del lavoro degli operatori sanitari. La scheda paziente digitale è anche integrata con il sistema di telecardiologia regionale con cui è possibile trasferire i referti ECG effettuati in ambulanza. Inoltre, grazie alla cooperazione applicativa su scala regionale tra Centrale Operativa 118 e Pronto Soccorso, gli operatori ricevono tutte le informazioni in tempo reale sul livello di impegno delle strutture (numero di codici rossi in trattamento, numero di codici gialli in attesa, tempi di attesa, ecc.), potendo così scegliere dove dirigersi a secondo dei casi. “Oggi l’app 118Sordi, insieme ad alcuni video tutorial in LIS (Lingua dei Segni Italiana) disponibili anche sul portale della salute regionale, sono testimonianza della particolare attenzione rivolta dalla Regione Puglia ai soggetti più deboli e dell’impegno per l’innovazione che ha fornito la nostra regione di un Servizio 118 tra i più evoluti tecnologicamente sul piano nazionale” ha concluso Vito Bavaro, dirigente responsabile del sistema per la Regione Puglia.
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i chiamano Monti Dauni e rappresentano un angolo tra i più nascosti ma anche suggestivi della bella Puglia. Un incanto della natura, fatto di valli e paesaggi montuosi, di borghi e castelli, di cultori di storia antica e di amanti della buona tavola. Sono situati in provincia di Foggia e racchiudono ben 30 comuni, molti dei quali annoverati tra i Borghi più belli d’Italia o riconosciuti Bandiera Arancione dal Touring Club Italiano. Visitare questi luoghi significa andare alla scoperta di nuovi itinerari, tra piccoli paesi incastonati nella montagna pugliese come presepi, e rocche, abbazie, cattedrali, mulini ad acqua e masserie. Un’incredibile varietà di sentieri naturalistici, culturali ed enogastronomici da percorrere a piedi, in bici o a cavallo per raggiungere siti archeologici, regno della civiltà Dauna, per salire sul Monte Cornacchia, la vetta più alta della Puglia (1151 mt), o magari per trascorrere una giornata in uno dei Parchi Avventura, o nel borgo di Celle di San Vito che con soli 170 abitanti è il paese più piccolo di Puglia. L’area del Monti Dauni è ricca di produzioni agroalimentari di qualità, una vera e propria risorsa che permette di proporre ai sempre più numerosi turisti un’offerta enogastronomica di primo livello. Tra le eccellenze più rinomate il lardo e il prosciutto di Faeto,
In basso Alcuni scorci dei Monti Dauni
la “nogghje” di Pietramontecorvino, il fagiolo dei Monti Dauni, la lenticchia di Faeto, il guanciale di Bovino e lo Zafferano di Deliceto. Meritano una menzione anche l’olio extravergine d’oliva DOP Dauno e il vino Nero di Troia che recentemente ha ricevuto il riconoscimento DOC. I Monti Dauni sono anche un autentico scrigno di pratiche artigianali. Nei vari borghi si realizzano oggetti in legno, manufatti di lana e in ferro battuto. COME SI ARRIVA In auto: i Monti Dauni si raggiungono da Pescara e Bari attraverso il casello autostradale della A14 di Foggia; da Roma e Napoli, uscita al casello della A16 di Candela. In pullman: attraverso le linee extraurbane della Sita, Ferrovie del Gargano e Acapt che ogni giorno collegano Foggia a tutti i comuni dei Monti Dauni. In treno: dalla stazione di Foggia. In aereo: aeroporto Bari Palese.
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Credito per le PMI pugliesi MICROPRESTITO Credito per le imprese non bancabili
EFFICIENTAMENTO ENERGETICO Credito e aiuti per la tutela dell’ambiente
COS’È: 30 milioni di euro di risorse utili per creare opportunità di accesso al credito per le microimprese pugliesi considerate “non bancabili”.
COS’È: 60 milioni di euro per sostenere la realizzazione di investimenti finalizzati alla tutela dell’ambiente tramite prestito rimborsabile e sovvenzione.
PER CHI: micro progetti presentati da lavoratori autonomi o imprenditori che abbiano emesso la prima fattura da almeno 6 mesi (per le imprese commerciali almeno 24 mesi).
PER CHI: microimprese, imprese di piccola e media dimensione.
PER COSA: iniziative nei settori artigianato, costruzioni, logistica, turismo, ristorazione, servizi, attività professionali, commercio. QUANTO: mutuo (a tasso zero) di importo compreso tra 5milla e 25mila euro da dedicare o interamente a spese d’investimento o ad un programma di spese che prevede almeno il 30% per l’investimento ed ulteriori spese di gestione
PER COSA: progetti di efficientamento energetico, cogenerazione ad alto rendimento, produzione di energia da fonti rinnovabili. L’energia prodotta deve essere utilizzata esclusivamente per l’esercizio dell’attività aziendale e non può essere ceduta a terzi. QUANTO: l’investimento agevolabile per singola unità produttiva deve essere minimo pari a 80mila euro e con un massimo fissato per dimensione aziendale: 4milioni di euro per le medie imprese e 2milioni di euro per le piccole e micro imprese. Le spese ammissibili sono agevolate al 40% con sovvenzione e per un ulteriore 30% con mutuo agevolato.
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For.Fer, la formazione diventa occupazione
Una concreta risposta alle esigenze del mercato ferroviario: entro sei mesi il 98% degli allievi trova un posto di lavoro
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For. Fer ha organizzato per il giorno 21 Settembre, presso la sua sede di Roma, un Open Day durante il quale, oltre a poter visitare la scuola e le aule, sarà possibile ascoltare alcuni dei Docenti e le esperienze di alcuni allievi
er rispondere alle esigenze del mercato ferroviario, in seguito alla liberalizzazione avviata dalla Direttiva Europea 440/1991, è nato For.Fer, Centro di Formazione riconosciuto dall’ANSF nel rispetto del Decreto Lgs. 10 agosto 2007 n.162. Si è costituito nel 2015, in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma, con lo scopo di erogare corsi finalizzati all’ottenimento ed al mantenimento delle abilitazioni e delle competenze per il personale impiegato in attività di sicurezza della circolazione ferroviaria, ma anche per le persone che vogliono entrare nel mercato lavorativo del settore ferroviario e che quindi necessitano di acquisire l’abilitazione per la condotta o altre abilitazioni professionali: il tasso di occupazione degli allievi è del 98% entro 6 mesi dall’ottenimento delle certificazioni. Nel solo primo semestre del 2018 For.Fer ha erogato 9 corsi di formazione, che hanno visto l’abilitazione di circa 180 allievi. I recenti sviluppi del quadro normativo ferroviario, come quelli introdotti dal Decreto Legislativo N. 112/2015, hanno comportato profondi cambiamenti per i diversi operatori del settore: Enti Pubblici, Imprese Ferroviarie, Gestori dell’Infrastruttura, Società che erogano servizi di manutenzione, nonché Produttori di sottosistemi infrastruttura e veicoli. Le Imprese Ferroviarie e gli altri operatori si sono trovati a dover provvedere in breve tempo alla riorganizzazione e alla certificazione del proprio personale. Anche in quest’ottica, mission di For. Fer è offrire a tutti gli operatori ferroviari la più ampia disponibilità per la formazione dei loro addetti, collaborando costantemente con le Aziende del settore, così da offrire corsi di formazione e di aggiornamento progettati sulla base delle specifiche esigenze e necessità. La sede di Roma,
situata a Piazza G. Winckelmann n° 12, recentemente rinnovata, offre due aule didattiche, ciascuna in grado di accogliere tra i 25 e i 30 partecipanti, attrezzate con i più moderni sistemi audiovisivi; ma il Centro tiene corsi anche in altre Regioni, come la Puglia e la Basilicata. L’offerta formativa di For. Fer è caratterizzata dall’alta qualità dei Docenti e degli Istruttori, i quali pongono grande cura nella stesura del materiale didattico e nell’insegnamento stesso, col fine di trasmette le loro competenze ed esperienze specifiche del settore. For.Fer, nell’ambito della sicurezza dell’esercizio ferroviario, è accreditata ANSF per svolgere corsi quali: • Licenza europea e Condotta dei treni • Formazione dei treni: Modulo FT-A e Modulo FT-B • Accompagnamento dei treni: Modulo AT • Verifica dei veicoli: Modulo VE • Manutenzione dei veicoli: Modulo MV For.Fer è anche in grado di offrire percorsi di formazione aziendale, manageriale e tecnico/professionale attraverso l’erogazione dei seguenti corsi: • Cultura ferroviaria • Tecnica della circolazione ferroviaria • Tecniche di formazione e gestione d’aula • Impianti di segnalamento ferroviario • Armamento ferroviario • Architettura SGS • Materiale rotabile • Analisi del rischio in ambito ferroviario • Progettazione civile e ferroviaria (BIM) • Aggiornamenti normativi Al fine di presentare l’attività del Centro e la nuova offerta didattica per l’anno 2018-2019, For. Fer ha organizzato per il giorno 21 Settembre, presso la sua sede di Roma, un Open Day durante il quale, oltre a poter visitare la scuola e le aule, sarà possibile ascoltare alcuni dei Docenti e le esperienze di alcuni allievi oggi impiegati nelle Imprese Ferroviarie.
Fotocronaca
82 Fiera del Levante, fotocronaca dell’inaugurazione a
È stata aperta dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla presenza dei rappresentanti del mondo politico, economico, sociale e finanziario
L’arrivo in fiera del premier Giuseppe Conte
Il discorso del presidente Giuseppe Casillo
Il premier Conte, il ministro Lezzi, e mons. Cacucci ascoltano i discorsi inaugurali
Il discorso del presidente Ambrosi
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, saluta il premier Conte
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Speciale Fiera del Levante 2018 Fax
L’intervento del sindaco di Bari Antonio Decaro
La sala congressi della Fiera del Levante fotografata durante la cerimonia inaugurale
Fotocronaca
Diplomatici politici e imprenditori seguono la cerimonia inaugurale
I parlamentari Francesca Galizza, Patty L’Abbate e Emanuele Scagliusi
In primo piano alcuni parlamentari pugliesi
L’assessore regionale Giannini e il presidente delle FAL Colamussi
Pasquale Finocchio con Raffaele Fitto
Sindaci in attesa dell’inizio della cerimonia inaugurale
I visitatori aspettano l’uscita del premier Conte dal centro congressi
Uno dei padiglioni che ospitano le delegazioni internazionali
Fax Speciale Fiera del Levante 2018
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Matera 2019 al traguardo. Programma pronto, inaugurazione da favola In alto Idris foto Nico Colucci
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In questi ultimi anni, la città di Matera è cresciuta molto e a ritmi vertiginosi. Sia per ciò che riguarda il settore del turismo, sia per quanto attiene alla sua identità e al suo orgoglio.
ancano poco più di quattro mesi alla “fatidica” data del 19 gennaio quando, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con una cerimonia inaugurale, la città di Matera sarà ufficialmente e per tutto il 2019 capitale europea della cultura. “Siamo arrivati al ‘dunque’ e siamo pronti - spiega Paolo Verri, direttore della fondazione ‘Matera - Basilicata 2019’ - Matera è cresciuta tanto in questi anni a ritmi vertiginosi sia per ciò che riguarda il settore del turismo, ma anche per ciò che attiene alla sua identità ed al suo orgoglio”. Gran parte del programma degli eventi in calendario per tutto l’anno è stato già svelato lo scorso 19 gennaio, nel corso della festa del “Meno uno”, ben dodici mesi prima della partenza ufficiale, e nelle scorse settimane. Definiti anche gli ultimi dettagli della cerimonia di apertura. “Per l’inaugurazione - racconta Verri- arriveranno 2019 musicisti da tutta l’Europa che saranno ospitati in tutti i comuni della Basilicata e daranno vita ad una grande festa per tutto il Mezzogiorno. Suoneranno a Matera ed il loro concerto sarà trasmesso in diretta
su Raiuno per poi essere ripetuto in tutti i paesi della Murgia. Si tratta di una grande occasione per far sì che la cultura migliori i cittadini, da un lato, e dall’altro risponda anche a delle domande che sono molto sentite e che riguardano il destino dell’Europa, il futuro della democrazia, i nuovi modelli economici su cui puntare e come la cultura può aiutare tutti ad essere più competitivi e coesi”. Gli eventi previsti saranno 50, uno ogni settimana, tutti ispirati a cinque macrotemi - ossimori: Futuro remoto, Continuità e rotture, Utopie e distopie, Radici e percorsi, Riflessioni e connessioni. “Tutto il A sinistra programma verPiazza Vittorio Veneto rà rispettato e ci foto Nico Colucci saranno anche eventi non previsti inizialmente, ma che si aggiungeranno in seguito; avremo 4 mostre principali alle quali aggiungeremo una quinta che sarà realizzata in collaborazione con tutti i visitatori. Si tratta - continua il direttore della fondazione ‘Matera- Basilicata 2019’ - di vere e proprie grandi cavalcate nel tempo e nello spazio: si parte da 10 mila anni fa con la mostra che racconta delle civiltà rupestri per concludersi con una grande esposizione geologica che parla di futuro e di tutto quello che potremo e dovremo fare nei prossimi 200 anni per noi e per il pianeta. A questi grandi capitoli risponderemo con il cinema: producendo due film con registri importanti”. Non solo divertimento a Matera per il 2019, per Verri “ la cultura è soprattutto il modo e l’opportunità per fare il punto con se stessi e per approfondire le relazioni con gli altri”.
L’esperienza al servizio del trasporto merci
L’azienda è diventata uno dei maggiori operatori cargo tra l’Italia ed il Nord Europa, sulla direttrice Brennero
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Ad oggi Ferrotramviaria può operare sui principali corridoi merci, collegando i confini di Chiasso e Domodossola con i più importanti porti e terminal nazionali
esperienza della Ferrotramviaria nel trasporto merci su ferrovia è iniziata nel 2000, quando è stata tra i soci fondatori della Rail Traction Company (RTC). Questa nel corso degli anni è divenuta uno dei maggiori operatori cargo tra l’Italia e il Nord Europa, specialmente sulla direttrice del passo del Brennero. Dal dicembre del 2007 Ferrotramviaria ha deciso di entrare direttamente sul mercato ottenendo il Certificato di Sicurezza, condizione essenziale per operare qualsiasi servizio sull’infrastruttura ferroviaria nazionale. Ad oggi può operare sui principali corridoi merci, collegando i confini di Chiasso e Domodossola con i più importanti porti e terminal nazionali. Nel 2012 la Ferrotramviaria ha investito in due nuovi locomotori da dedicare al trasporto merci nazionale, entrati in esercizio nel giugno 2013 e successivamente
ha acquisito due ulteriori locomotori: uno nell’aprile 2016 ed uno a marzo del 2017. Al momento Ferrotramviaria opera una serie di servizi tra Bari e Melzo, trasportando i semirimorchi, quelli ammessi dall’attuale limite di sagoma, mentre da settembre, con l’abilitazione della linea Adriatica al Profilo PC 80, potranno viaggiare anche i semirimorchi con profilo P 400, che rappresenta la maggioranza dei rimorchi che viaggia su strada. E’ inoltre attivo un servizio fra Brindisi e Castelguelfo con due coppie di treni alla settimana. Nell’anno 2017 sono stati effettuati 420 treni e sono stati trasportate 13.500 unità intermodali.
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In Puglia la persona prima di tutto
I
Consiglio regionale della Puglia PADIGLIONE
152 bis
La mostra “Aldo Moro. La persona prima di tutto” è visitabile dalle ore 10 alle ore 20. Calendario delle sfilate Giovedì 13 settembre 2018 ore 17.00 IV Municipio, Cellamare, Casamassima, Modugno, Torre a Mare, Francavilla Fontana Sabato 15 settembre 2018 ore 11.00 Montemesola, Laterza, Acaya, Ginosa, Palo del Colle, Carovigno Domenica 16 settembre 2018 ore 11.00 Maruggio, Sava, Lucera, Manfredonia, Sant’Agata di Puglia, Pietramontecorvino Gli eventi del Consiglio Regionale della Puglia in Fiera del Levante sono gratuiti previa registrazione attraverso il portale http://www.sistema. puglia.it/
l Consiglio Regionale della Puglia è presente alla 82^ edizione della Fiera del Levante per illustrare ai cittadini le novità legislative approvate negli ultimi anni, ed in particolare per divulgare le numerose iniziative di cittadinanza attiva realizzate nell’interesse dei Pugliesi, in corso di svolgimento ed in programmazione nei prossimi mesi. Sono eventi posti in essere con la convinzione che è urgente provvedere alla formazione di una coscienza politica per i cittadini, affinché abbiano gli strumenti per leggere criticamente la realtà e si attivino consapevolmente per il miglior governo della Res publica. Il tema scelto per le manifestazioni che si svolgeranno presso il Padiglione 152 bis è infatti “La persona prima di tutto”. L’attenzione alla persona è anche sottolineata nella mostra dedicata ad Aldo Moro, allestita nello stesso padiglione. Il pensiero del grande statista pugliese, sempre attualissimo, viene fuori da articoli di giornale, a sua firma o che lo riguardano, e da foto di importanti eventi entrati a far parte della storia della Puglia che lo hanno visto protagonista. Lunedì 10 settembre saranno presentati tutti i progetti che il Consiglio regionale ha predisposto per divulgare gli insegnamenti e le azioni di Moro. Domenica 9 settembre, il tema della persona è al centro della giornata di avvio degli eventi, tutta dedicata alla riflessione sulla disabilità, con un ricco calendario di interventi coordinati dal neo Garante regionale dei diritti delle persone con disabilità, nominato in Puglia ad aprile 2018. Molto nutrito il programma degli eventi che evidenzieranno come il Consiglio regionale sia impegnato su tutti gli aspetti della vita del cittadino. Ad allietare e ad animare la manifestazione, a cura della Sezione Biblioteca e Comunicazione Istituzionale e dell’UNPLI, ci saranno le sfilate dei Cortei storici delle Pro Loco di Puglia: anche nell’edizione 2018 i viali del quartiere fieristico saranno percorsi dai mille figuranti in costume di circa venti cortei, che rievocheranno eventi e momenti delle cronache cittadine del passato, dal Mille al XIX secolo. Tutte le iniziative sono aperte al pubblico e gratuite e i presenti sono invitati a visitare lo stand istituzionale del Consiglio regionale, per ritirare il materiale informativo con i contatti per essere sempre aggiornati sulle novità e sui temi di attualità.
DOMENICA 9 SETTEMBRE 2018 DALLE ORE 10.30 - Verso la prima conferenza interregionale sulla disabilità: dalle Autorità di Garanzia e Tutela alle azioni pilota e buone pratiche locali LUNEDÌ 10 SETTEMBRE 2018 ORE 11.00 Aldo Moro e la Puglia Presentazione dei progetti promossi dal Consiglio regionale della Puglia ORE 15.00 “Curare l’ambiente per curare se stessi” ORE 17.00 “Acqua: fonte di vita, pericolo di morte” MARTEDÌ 11 SETTEMBRE 2018 ORE 10.30 Comunica in sicurezza ORE 15.00 “Energia, mobilità e cambiamenti climatici” ORE 17.30 “EUROPA: le nuove sfide” MERCOLEDÌ 12 SETTEMBRE 2018 ORE 10.30 Presentazione della Proposta di Legge: “Disciplina delle strutture ricettive ex artt.5,6, e 10 della legge 17 maggio 1983, n.217 delle attività turistiche ad uso pubblico gestite in regime di concessione e delle associazioni senza scopo di lucro” ORE 16,00 “Un mare di lavoro per i giovani pugliesi” GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE 2018 ORE 10.30 “A 70 anni dal convegno “ERP e Mezzogiorno” ORE 14.30 I gemellaggi tra Città ORE 17.00 Presentazione della ricerca “Dal delitto d’onore all’amore criminale: la violenza di genere nella rappresentazione dei media pugliesi” VENERDÌ 14 SETTEMBRE 2018 Giornata della Pace 2018: “Stop bombe sui civili” - A cura dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Onlus - Ore 10.15 Tavolo tecnico ORE 15.00 Tavolo Culturale - Solidale SABATO 15 SETTEMBRE 2018 ORE 11.00 La Comunicazione istituzionale e le iniziative del Consiglio regionale della Puglia ORE 16.00 Presentazione linea editoriale del Consiglio regionale: Leggi la Puglia Domenica 16 settembre 2018 ORE 11.00 I servizi della Teca del Mediterraneo, biblioteca regionale ORE 15.30 A cura dell’ UNPLI Presentazione dei progetti: “Il Griko: una lingua da difendere”; “Alla riscoperta dei trabucchi del Gargano”; “Tra natura e culture”; “Cammini di Puglia: Santi, Principi, Pastori e Mercanti sulle antiche strade di Puglia”
I CERVELLI MIGLIORI POSSONO FUGGIRE ANCHE AL SUD 98% gradimento studenti 94% placement
RESTO AL SUD, STUDIO IN LUM. lum.it