Imagine a market universe composed of two sorts of oceans: red oceans and blue oceans. Red oceans represent all the industries in existence today. This is the known market space. Blue oceans denote all the industries not in existence today. This is the unknown market space. In the red oceans, industries are defined and accepted, and the competitive rules of the game are known. Here, companies try to outperform their rivals to grab a greater share of existing demand. As the market space gets crude, prospects for profits and growth are reduced. Products become commodities, and cutthroat competition turns the red ocean bloody. Blue oceans, in contrast, are defined by untapped market space, demand creation, and the opportunity for highly profitable growth.
W. Chan Kim, RenĂŠe Mauborgne, Blue Ocean Strategy: How To Create Uncontested Market Space and Make Competion Irrelevant (Boston, MA: Harvard Business School Press, 2005), 4.
Uncontested Market Space and Make Competion Irrelevant, Harvard Business School Press, Boston, MA, 2005, p. 4.
Immagina un universo di mercato composto da due differenti tipi di oceano: gli oceani rossi e gli oceani blu. Gli oceani rossi rappresentano tutte le industrie oggi esistenti. Questo è lo spazio di mercato noto. Gli oceani blu stanno invece per tutte le industrie che oggi non esistono. Questo è lo spazio di mercato sconosciuto. Negli oceani rossi, le industrie sono definite e accettate, e le regole competitive del gioco sono note. Qui, le aziende cercano di prevalere sulla concorrenza per accaparrarsi una percentuale sempre maggiore della domanda esistente. Quando lo spazio di mercato diventa più aspro, le prospettive di profitto e di crescita si riducono. I prodotti si standardizzano, e una competizione tra tagliagole rende l’oceano rosso di sangue. Gli oceani blu, al contrario, sono definiti da uno spazio di mercato non utilizzato, da creazione di domanda, e dall’opportunità di una crescita con alti profitti. W. Chan Kim, Renée Mauborgne, Blue Ocean Strategy: How To Create
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Introduzione
Introduction
case study: adele—c Il design è generalmente considerato un settore della produzione industriale legato più di altri alla creatività, e quindi all’arte. Da questa prima considerazione emerge che, mentre per alcuni la parola “arte” associata al design suona come assolutamente appropriata, per altri questa associazione tradisce la natura stessa dell’arte come processo di indagine, riducendola alla definizione didascalica di forma creativa di un’espressione estetica al servizio dell’oggetto. adele—c è un’azienda che nasce dalla volontà di Adele Cassina di rendere attuale la sua esperienza – professionale, personale e storica – attraverso la rielaborazione del proprio know-how in un’azienda che interpreti i concetti di autenticità, bellezza e collaborazione: nella produzione, nel lavoro, nella comunicazione, nella diffusione del prodotto, nel marketing. Adele Cassina affida così la direzione artistica di adele—c a Marco Papa, artista eclettico del panorama contemporaneo. Sviluppando il progetto adele—c come un’opera d’arte, Marco Papa comprende che la Zarina – poltrona derivata dalla poltroncina che Adele, riceve in regalo dal padre nel Natale del 1944 – è un archetipo al di fuori del tempo e dagli stereotipi del design, e la presenta come icona, rendendola fulcro dell’opera Zarina Anno Zero: una successione narrativa di installazioni, realizzate nell’arco di un anno in diversi contesti. Da questa ricerca artistica emergono i contenuti del progetto adele—c, che valorizza la sinergia tra creatività artistica e produzione, e attraverso cui l’arte si fa interprete di contenuti industriali, culturali e umani. Il confronto con la produzione industriale offre lo spunto per considerare i prodotti come un veicolo per comunicare valori, proposte e informazioni a un pubblico più vasto. È proprio a partire da questa metodologia che il progetto adele—c si affida a degli artisti per disegnare la nuova collezione, con lo scopo di unire libertà creativa e concettuale al know-how dell’impresa, generando un mix che ambisce a innovare il linguaggio del design. Tra i concetti chiave della ricerca di adele—c spiccano: personalizzazione del brand, comunicazione aziendale come piattaforma culturale, esperienza come valore economico, narrazione come forma mediatica di comunicazione aziendale, autenticità come sensibilità del consumatore, design nel suo significato di progetto, e sviluppo del progetto attraverso il rimescolarsi di conoscenze appartenenti a mondi troppo spesso non comunicanti.
Design is generally considered an area of industrial production that more than others is linked to creativity and therefore to art. From this initial consideration it appears that, while for some the association of the word ‘art’ with design is absolutely appropriate, for others this association betrays the nature of art as a process for investigation, and reduces its didactic definition to a form of creative aesthetic expression at the service of the object. adele—c is a company that was founded by Adele Cassina to make use of her experience—professional, personal, and historical—through the reintroduction of know-how into a company that interprets the concepts of authenticity, beauty, and collaboration in the production, work, communication, dissemination, and marketing of products. Adele Cassina entrusts the artistic direction of adele—c to Marco Papa, an eclectic contemporary artist. In developing the adele—c project as a work of art, Marco Papa understands that the Zarina—the armchair derived from the small padded chair that Adele received as a Christmas gift from her father in 1944—is an archetype that exists outside of time and beyond the stereotypes of design. He presents it as an icon, making it the fulcrum of the work Zarina Anno Zero: a narrative succession of installations, designed over the course of a year in different contexts. From this artistic research emerges the content of the adele—c project, which valorizes the synergy between artistic creativity and production, and through which art is able to interpret industrial, cultural, and human content. The encounter with industrial production provides an opportunity to consider products as a vehicle for communicating values, ideas, and information to a wider audience. It is precisely from this methodology that the project adele—c relies on artists to design the new collection, uniting creative freedom with the company’s conceptual know-how, to create a mix that aspires to change the language of design. Some of the key concepts of adele—c research are: personalization of brand, corporate communication as a cultural platform, experience as an economic value, narration as a media form of corporate communication, authenticity as a part of consumer sensitivity, design in its relation to the project, and the development of the project through the reshuffling of knowledge too often derived from uncommunicative sources. Benedetta di Loreto
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n. zero 2009 Benedetta di Loreto, caporedattrice editor-in-chief Marco Moretti, direttore creativo creative director Leandra R. Parker, redattrice editor Luca Forcolini, redattore editor Jeff Abshear, traduttore translator
Adele Cassina presidente president Marco Papa direttore artistico art director Tiziano Colico responsabile sviluppo e produzione development and production manager Ilaria Ciardi responsabile showroom showroom manager
Ringraziamenti Acknowledgments Max Botticelli, Andrea Maiotti, Francesca Novello, Graziella Sala, Studio Matteo Boetti, e and Giuseppe Zaccagnino.
Ph Gio Ela top Vi Lo Ag Ma Pa Stu
Design: FDTdesign, NYC
Cristina Cavozzi consulente marketing marketing consultant
Showroom
Sede Amministrativa Administration Offfices
adele—c Via Marco Polo 11 20124 Milano, Italy t +39 02 29006026 www.adele—c.it
adele—c P.za Vittorio Veneto 2 20036 Meda (MI), Italy t +39 0362 347499
ufficio stampa press office MCS, Milano Via Tonale 22 20125 Milano, Italy + 39 02 66985471
cosmica press via Oberdan 4 13900 Biella, Italy www.cosmicapress.com Alessandra Galasso, editore e direttore editoriale publisher and editorial director Marco Moretti, direttore creativo creative director Leandra R. Parker, redattrice editor Luca Forcolini, redattore editor
Printing: Musumeci S.p.A., Quart (AO), Italy Printed in Italy
Te Ar Be Mi Sa
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n. zero 2009
Sommario
Contents
Da sinistra: Cesare, Adele e Umberto Cassina, Azienda Cassina, Meda, fine anni sessanta From left: Cesare, Adele and Umberto Cassina, Cassina Factory, Meda, end of the 1960s
Photography Giorgio Benni: p. 11. Ela Bialkovska: pp. 30-36; 37 (prima e ultima dall’alto top and bottom); 38; 39 (in basso bottom). Virginia Bermejo: pp. 48-51. Lorenzo Camocardi: pp. 39 (in alto top); 40-41. Agata Monti: p. 45; 46 (dettagli details). Marco Papa: pp. 52; 54-57. Paolo Parisi: p. 44; 46-47 (sullo sfondo background). Studiouno, Mariano Comense (CO): pp. 16-29; 58-59.
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Case Study: adele—c
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Da irresponsabile a responsabile…? From Irresponsible to Responsible…?
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Benedetta di Loreto
Intervista ad Interview with Adele Cassina di by Benedetta di Loreto 08 10
Il lavoro è teatro e ogni business un palcoscenico Work is Theater and Every Business a Stage Intervista a Interview with Marco Papa di by Benedetta di Loreto Tobia Scarpa
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T78 & S21 Passepartout Amaranto Zarina
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Zarina Anno Zero
Marco Papa
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Lachea Meta-fora Dipinta di Blu
Paolo Parisi
Zarevich Amaranto Cover
Marco Papa
12 16 Testi e citazioni di Texts and quotations by: Aristotele, W. Chan Kim, Renée Mauborgne, Benedetta di Loreto, Charles Eames, Louis Kahn, Miwon Kwon, Agata Monti, Orticanoodles, Sara Stolfi, Voltaire.
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46 50 54 58 60 61
Ricerca adele—c Aldo Petillo Cesare Cassina /Adele Cassina
Agata Monti Marco Papa
Orticanoodles
Note biografiche Biographical Notes Descrizioni Tecniche Technical Descriptions
adele—c
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D a
Marco Papa Adele, 2007 penna a biro su carta / ballpoint pen on paper 14,8 x 20,9 cm / 5 ¾ x 8 ¼ inches
Be za tro ne A l’a la Ce ho po so al Bd co AC olt in at m ei sig co am pa az in Pe Za 19 Bd ho AC m al ap di
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Intervista
Interview
Da irresponsabile a responsabile…? Benedetta di Loreto: Perchè alla tua età, dopo aver vissuto un’esperienza unica nel mondo del design attraverso l’azienda di tuo padre e il Centro di Ricerca Cesare Cassina, hai deciso di investire energie e risorse nella creazione di una nuova azienda di design? Adele Cassina: La mia scelta è la risposta affermativa a una chiamata, l’adesione a un’idea o a un sogno che si sono insinuati nel cuore e che la ragione non è riuscita a contrastare, ad annegare. Essendo figlia di Cesare Cassina, uno degli imprenditori leader nel mondo del design, ho vissuto un’esperienza davvero unica e privilegiata. Tuttavia, fino a poco tempo fa, io risultavo essere figlia di…, moglie di…, madre di… Ora sono solo me stessa. “Meglio tardi che mai”, mi sono detta. Eccomi qui, all’età del pensionamento, a fare l’imprenditrice di primo pelo. BdL: Qual’è stata la motivazione iniziale che ti ha spinto a collaborare con un artista come Marco Papa? AC: Marco Papa, un giovane artista che non conoscevo, mi propose, oltre due anni fa, il design di una sedia, che peraltro sarà presentata in occasione del Salone del Mobile di quest’anno. Aveva seguito con attenzione gli inizi di questa mia avventura, che a quel tempo si chiamava Adele Cassina, fino a diventare l’unico appassionato sostenitore e interprete del mio sogno. Con lui è nato il progetto di intrecciare design e arte, e dall’aprile del 2008 è cominciata la sua collaborazione con adele—c. Con lui ho rielaborato il modus operandi di mio padre che amava dire: “Le idee e i pezzi portano la firma di entrambi i genitori: padre è l’architetto e madre è l’azienda”. Adele—c è dunque una realtà aziendale capace di esprimere in un nuovo contesto lo stesso grado di innovazione di quella creata negli anni cinquanta da Cesare Cassina. Per valorizzare tutto questo, Marco Papa ha sviluppato il suo progetto Zarina Anno Zero a partire da un regalo che mio padre mi fece nel 1944, una piccola poltrona che si chiama appunto Zarina. BdL: Parli della tua esperienza storica come premessa del tuo knowhow attuale… AC: Sì, è il valore della mia vita, della mia storia, di ciò che mio padre mi ha insegnato che si innesta, diventa progetto e realtà di adele—c. In altri termini, restano vivi e invariati i valori di sempre mentre utilizzo a piene mani i vantaggi, le innovazioni, sia tecnologiche che culturali di cui oggi dispongo.
Intervista ad Adele Cassina di Benedetta di Loreto BdL: La dimensione introspettiva, di racconto, utlilizzata da Marco Papa, può essere associata a un’idea di design che in qualche modo si fa veicolo di diffusione di un concetto? AC: La sinergia con l’arte va coniugata tanto nel design quanto nella distribuzione. Con gli artisti (designers) e i curatori si deve raggiungere un giusto equilibrio, per lavorare in azienda. A me spetta il compito di salvaguardare, sia per me che per l’artista, i reciproci spazi di libertà e creatività. BdL: Raccontami dell’oggetto di Paolo Parisi. Cosa ti è piaciuto nel suo lavoro? AC: Qualcosa di cui non mi sentivo capace, e che ritenevo appannaggio esclusivo di mio padre: il brivido blu, quella scintilla che scatta automaticamente di fronte alle persone o alle cose che ti coinvolgono e ti affascinano allo stesso tempo. Per esempio, mentre visitavo una galleria d’arte di Firenze che esponeva quadri di Paolo Parisi, ho notato un pezzo di arredo parte della mostra, che mi ha fatto esclamare: “Che bello, questo sì che mi piacerebbe averlo in collezione”. Mezz’ora dopo Marco, anticipandomi, mi presentava l’artista. Paolo è stato perfetto perchè è stato al gioco, senza uscire dal suo ruolo e mi ha permesso di promuoverlo (o ridurlo?) a “designer”, attraverso la trasformazione del suo pezzo unico in un oggetto di produzione industriale. Mi piace questo pezzo. Mi sembra che manchi un grande coffee-table che sia bello ma anche ludico e multi-funzionale come Lachea. BdL: In questo momento più che mai, tutta la prospettiva della produzione sente l’urgenza della sostenibilità nel rispetto per l’ambiente. E per consolidare questo orientamento c’è bisogno di sperimentazione e di ricerca. AC: Sperimentare è insito nel DNA di ogni azienda che produce design. La ricerca si sviluppa a monte, in settori più avanzati, e trova applicazione nel nostro mondo a cui dona (e da cui riceve) linfa vitale. Fortunatamente vivo nella terra di Brianza che storicamente è il cuore della produzione di mobili. Già nel ‘700, a Meda, si producevano i mobili per la corte francese. Ancora oggi possiamo permetterci ogni tipo di speri-
06 From Irresponsible to Responsible…? Interview with Adele Cassina by Benedetta di Loreto mentazione e applicazione in settori diversi e complementari. Grazie a questo humus unico e benedetto, c’è una naturale attrazione e commistione tra la creatività e il fare, tanto che Philippe Starck può dire, con felice sintesi: “Je suis un designer italiano nato per caso in Francia”. BdL: Cosa mi dici di Amaranto? AC: Anche per questo pezzo è scattata la scintilla. La gestazione è stata faticosa e lunga, soprattutto per l’ingegnerizzazione del prodotto, ma il risultato, a nostro parere, è davvero fantastico. Amaranto – così l’ho chiamato e Aldo Petillo, il designer che l’ha progettato, ha condiviso la scelta del nome – è più di un pezzo di design, più di un divano. È un mondo. Non mi piace che venga banalmente definito un divano letto. Amaranto è un bellissimo divano. Amaranto è un perfetto letto matrimoniale. Amaranto è una seduta che può ospitare tranquillamente una dozzina di persone, anzi, una grande isola da condividere con gli amici. BdL: E Passepartout? AC: Passepartout di nome e di fatto. Apparentemente, anonimo, deja-vu, consumato. In realtà, un pezzo eccellente, semplice e rivoluzionario, il solo vero componibile. Elegante di una eleganza riservata ed eclatante allo stesso tempo. Il suo predecessore era stato disegnato per me nel lontano 1993 da Francesco Binfarè: ora rieditato e trasformato da adele—c. BdL: Pensi che oggi le piccole imprese possano avere un ruolo importante nella realizzazione di prodotti innovativi? AC: Ricordo perfettamente, era il maggio del 1945 e con mio padre ci spostavamo dalla via Solferino, dove era il vecchio laboratorio, al nuovo stabilimento che era stato requisito in tempo di guerra. Lui ricominciava una vita e un’impresa dal nulla, dalle macerie. Avevo allora sei anni: ero smarrita e impaurita e mio padre, per rincuorarmi, disse: “Adele, non aver paura, perché si può sempre trovare un’uscita di sicurezza anche nelle situazioni impossibili… come rinascere dalle macerie”. Ora anch’io ricomincio da capo. Sono meno di una piccola impresa, ma è da grazie a questa questa libertà che posso sperimentare cose nuove e, spero, lasciare un segno nel modo di realizzare i miei prodotti e la loro distribuzione.
Benedetta Di Loreto: Why at your age, after having such a unique experience in the design world through your father’s company and the Centro di Ricerca Cesare Cassina, did you decided to invest energy and resources in creating a new design company? Adele Cassina: My choice is an affirmative response to a calling. It is the adherence to an idea or dream that has crept into my heart, and reason has not been able to counteract or dampen it. Being the daughter of Cesare Cassina, one of the leading entrepreneurs in the world of design, I have had a truly unique and privileged experience. However, until recently, I seemed to always be the daughter, the wife, or the mother. Now I am simply myself. “Better late than never,” I say. Here I am, at the age of retirement, embarking on a new endeavor. BdL: What motivated you to collaborate with the artist Marco Papa? AC: Marco Papa, a young artist who I did not know, proposed to me, more than two years ago, the design of a chair, which will be presented at the Salone del Mobile this year. He followed with attention the beginning of my adventure—at that time named Adele Cassina—until he became the sole interpreter and passionate supporter of my dream. The project to interweave art and design originated with him, and since April 2008 he began his collaboration with adele—c. With him I have revived the modus operandi of my father who loved to say, “Ideas and works bear the signatures of both parents: the father is the architect and the mother is the company.” Adele—c is a company capable of expressing in a new context the same degree of innovation that was created in the 1950s by Cesare Cassina. To valorize all of this, Marco Papa has developed his project Zarina Anno Zero, based on a gift my father gave me in 1944, a small chair which is of course called a Zarina. BdL: You speak of your historical experience as a prerequisite for your actual know-how. AC: Yes, the value of my life and history, which my father taught and instilled in me, has become the basis for adele—c. In other words, the same values remain alive and unchanged while at the same time I freely use the advantages and innovations, both technological and cultural, which are available today.
Bd as th AC di ta se an Bd AC sid sp or wh tu tio w pa pl m for pi mu Bd du m is AC pr se wh za A for m th an th de Bd AC an in sig pi tr A A
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Intervista
BdL: Can the introspective aspect of the story used by Marco Papa be associated with an idea of design that somehow becomes a vehicle for the dissemination of a concept? AC: The synergy of the art is combined both in the design and in its distribution. With the artists (designers) and the trustees you must establish a proper balance, to work as a company. I have the task of preserving, both for me and for the artist, the reciprocal spaces of freedom and creativity. BdL: Tell me about Paolo Parisi. What do you like about his work? AC: Something which I did not feel capable of liking, and which I considered the exclusive preserve of my father: that thrilling blue, that spark that is automatically triggered when confronted with persons or things that affect and fascinate you at the same time. For example, while I was visiting an art gallery in Florence that was showing pictures by Paolo Parisi, I noticed a piece of furniture in part of the exhibition, which caused me to exclaim, “How beautiful! This is something I would like to have in the collection.” Half an hour later Marco, anticipating me, introduced me to the artist. Paolo was perfect because he played the game without abandoning his position and yet he allowed me to promote (or reduce?) him as the “designer,” through the transformation of his unique work into an industrial production. I like this piece. I think it lacks a big beautiful coffee table that is also playful and multi-functional like Lachea. BdL: At this moment more than ever, the whole perspective of the production feels the urgency of sustainability in relation to the environment. And to consolidate this approach experimentation and research is needed. AC: Experimentation is inherent in the DNA of every company that produces design. Research develops from on high, in the most advanced sectors, and finds application in our world to which it gives (and from which it receives) its lifeblood. Fortunately I live in the region of Brianza, which historically is the heart of the locale for producing furniture. As early as the 18th century, in Meda, they were producing furniture for the court of France. Even today we promote all kinds of experimentation and application in different and complementary sectors of the industry. Thanks to this unique and blessedly fertile soil, there is a natural attraction and mixture of creativity and making, so much so that Philippe Starck can say, with happy synthesis, “Je suis an Italian designer born by chance in France.” BdL: What can you tell me of Amaranto? AC: Also this piece has produced a spark. The development was long and hard, especially for the engineering of the product, but the result, in our opinion, is really fantastic. Amaranto—as I called it, and the designer Aldo Petillo agreed with the choice of the name—is more than a piece of design, and more than a couch. It is a world. I do not like it to be trivially defined as a sofa bed. Amaranto is a beautiful couch. Amaranto is a perfect queen-sized bed.
Interview
Amaranto is a chair that can easily accommodate a dozen people. Indeed, it is a large island to share with friends. BdL: And the Passepartout? AC: It is a passepartout, a master key, in name and in fact. It is apparent, anonymous, evocative, and consuming. It is in fact an excellent piece, simple and revolutionary, the only true modular. Its stylish elegance is both reserved and exciting at the same time. Francis Binfarè had drawn its predecessor for me as far back as 1993, and it is now being modified and transformed by adele—c. BdL: Do you think today’s small businesses can play an important role in the creation of innovative products? AC: I remember perfectly well in May 1945, I moved with my father from via Solferino, where the old laboratory was, to the new establishment that was acquired during the war. He restarted a life and a business from nothing, from the rubble. I was then six years old. I was lost and scared and my father, to hearten me, said, “Adele, do not be afraid, because you can always find an emergency exit even in impossible situations—like being reborn from the ashes.” Now I also begin from scratch. We are only a small enterprise, but it is as a result of this freedom that I can experience new things and hopefully leave a mark on the way products are made and distributed.
adele—c
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IL LAVORO È TEATRO E OGNI BUSINESS UN PALCOSCENICO WORK IS THEATER AND EVERY BUSINESS A STAGE Intervista a Marco Papa di Benedetta di Loreto Interview with Marco Papa by Benedetta di Loreto
Marco Papa Our Black Moment, 2000 stampa fotografica di un intervento in grafite su pagina di rivista photographic print of a magazine page with a graphite drawing 45 x 30 cm / 17 ¾ x 11 ¾ inches
Be Ca M cr pr ce qu do re ac at na pe pr de og co Ca ca Bd gn M ce di av bi gn ch sb m or na rig in co be pr Bd Co M pe er sio c’e di gi od m de
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Intervista
Benedetta di Loreto: Come è iniziata la tua collaborazione con Adele Cassina? Marco Papa: Ho sempre fatto riflessioni e disegni sulle cose che l’uomo crea per vivere. Adele vide uno di questi vecchi disegni, una sedia. Al primo incontro le mostrai il disegno del progetto finito, e nei mesi successivi, ci trovammo a condividere visioni e incomprensioni. In una di queste occasioni mi invitò a diventare il direttore artistico dell’azienda, dopo che le avevo espresso una mia riflessione sulla evidente insicurezza della produzione industriale del design d’oggi. Le dissi che avrei accettato a patto che potessi interpretare il ruolo di direttore artistico attraverso la mia arte, facendo diventare l’allora azienda Adele Cassina un mio progetto d’arte, adele—c. Le dissi: “Adopererò te, Adele, come perno centrale dell’azienda, e farò delle riflessioni sulle tue esperienze professionali ed esistenziali confrontandole con il resto del mondo del design. Porterò gli artisti all’azienda per disegnare il design, perché oggi sono gli unici capaci di portarci a realizzare oggetti d’arredo che contengano storie uniche, come fecero gli architetti invitati da Cesare Cassina, che al tempo non erano abituati a disegnare mobili, ma furono capaci di fondare il design stesso e di dargli un nome”. BdL: Cosa significa confrontarsi con il mondo del design, con i designers, e produrre? MP: Confrontarsi è dare un ordine alle cose, che devono seguire il concetto che hai in testa, anche a discapito delle cose stesse che devi ordinare, o addirittura a volte anche a discapito del concetto stesso che avevi in testa. La mia sedia, quella che mi fece incontrare Adele, è cambiata tantissimo lavorandoci, finché ho modificato nettamente il disegno, perché nello svilupparla procedevamo con metodologie accademiche e rassicuranti. Questa nuova versione nasce da un’arancia, che ho sbucciato dal nostro prototipista Tiziano Colico, come le sbucciava mia madre. La buccia dell’arancia si torce e gira, esattamente come succede ora alle gambe della sedia Dipinta di blu, al suo bracciolo e allo schienale. La sua caratteristica sta proprio in questa torsione costante: ti ci rigiri sopra e cambi veduta, un giro di elica e trasformi la tua seduta in un tavolino. Alla fine credo che confrontarsi significhi dover fare cose belle perché tanto si fa, e troppe cose inutili ci sono, e per fare del bello occorre solo liberarsi di quello che si impara. Poi, per realizzarle e produrre, bisogna andare da chi non dimentica mai quello che impara. BdL: Che cosa vuol dire per te che un artista lavori dentro un’azienda? Cosa dà in più all’artista, e quindi all’arte, il fatto di stare in un’azienda? MP: Da molto tempo rifletto sul ruolo dell’artista di oggi e di sempre, e per me la figura dell’artista è quella rinascimentale. Un tempo l’artista era l’unico interlocutore tra il mecenate e il pubblico. Oggi c’è la televisione, i giornali, il cinema, gli spettacoli e tanto altro; un tempo invece c’era solo l’artista. Oggi non so che ruolo abbia l’artista se non quello di compiacere un’élite. Spesso questo succede attraverso un linguaggio veramente demenziale, che forse corrisponde alla realtà culturale odierna. La verità è che oggi l’artista non ha un ruolo reale, non è nemmeno uno che elabora un’estetica della società, anzi. È la prima vittima dei mass media e ne ricalca le orme. Invece, l’artista dovrebbe avere
Interview un ruolo centrale nella società, per portarvi i propri valori estetici, culturali e morali attraverso il linguaggio che sceglie di utilizzare. E se, come in questo caso, il suo progetto è un’azienda, il suo ruolo dovrebbe essere quello di costruirla, comunicarla e ricavarne dell’utile. BdL: E quindi riconosci all’azienda un ruolo centrale per poter comunicare dei valori? MP: No, il ruolo centrale appartiene all’arte. L’artista deve stare tra la possibilità economica (l’azienda) e il destinatario di questa possibilità economica (il pubblico). L’artista è l’energia che sta in mezzo a questi due poli, che riconosce l’importanza dell’azienda quanto quella del fruitore dei suoi prodotti. Quando questo non succede si hanno i risultati che vediamo oggi: un’arte per me poco sensata e puramente decorativa, e un commercio di prodotti privi di senso e di qualità, con un’analoga comunicazione. Dovremmo portare il ruolo dell’artista al centro della comunicazione, in una possibilità di rapporto diretto con un pubblico di massa. BdL: Raccontami dei tuoi interventi sulle pubblicità delle riviste, che facevi tempo fa… MP: Erano degli interventi che facevo durante viaggi di lavoro, che mi stimolavano a riflettere. Prendevo queste immagini prepotenti e presenti e, in modo anche un po’ banale e infantile, le coprivo. Coprivo il risultato, lo scopo, e veniva fuori un oggetto senza un’appartenenza, cioè senza il motivo per cui era presentato, ma con le stesse potenzialità di un’immagine elaborata per vendere. Ho fatto anche degli esperimenti, con dei miei video, Autosacrifice, Our Black Moment, The Keeper, dove raccontavo, senza dichiararlo, ciò che non viene raccontato nelle pubblicità: la storia delle persone, confrontandomi con la struttura del linguaggio pubblicitario e ripercorrendo gli stessi passaggi con cui viene raccontato oggi un prodotto. Il risultato finale è stato la perdita di scopi, appunto: la gente li guardava con ancora più interesse perché alla fine non sapeva dove andare per comprare ciò che aveva visto. In fondo, questa è la stessa cosa che ho fatto nello spazio di Roma, a marzo dell’anno scorso, con il video della scultura in cui ritraggo Adele bambina: il video poteva funzionare come il video di benvenuto di un’azienda, solo che il contenuto era completamente inusuale per un’azienda di design. BdL: In altre situazioni ti ho sentito parlare dell’importanza delle tracce nel tuo lavoro. Ciò che fai con Adele come riprende questo concetto? MP: L’arte alla fine è il ricordo. Nelle installazioni sono importanti i passaggi; le cose che abbiamo realizzato noi, come uomini, diventano importanti per quelli che ci ricordano… Per esempio il 10 febbraio scorso da adele—c a Milano, c’è stato l’evento Omaggio a Cesare Cassina. Per me la cosa importante è che alcuni degli invitati sono andati a casa con le giacche sporche: nello spazio dove si è svolto l’evento c’era una parete d’oro, dipinta con olio per il corpo e pigmenti, che ovviamente non asciugava mai. Gli sbadati, le persone che non si sono accorte che quella parete non era una scenografia per la serata ma un’opera d’arte, ci si sono appoggiati e appoggiandosi si sono sporcati senza accorgersene. In questa maniera si sono portati quel colore con sé, e solo quando si
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accorgeranno di questo incidente si ricorderanno della serata in modo diverso. Così forse inizieranno a riflettere sul perché la signora Cassina abbia pensato di comunicare la sua storia in quel determinato modo. BdL: E perché hai scelto di comunicare la storia di Adele in questo modo? MP: È il mio linguaggio! C’era un periodo che ballavo molto, andavo alle feste e ballavo. Cercavo di ballare dando al mio corpo in movimento una forma di scomposizione. Per me alcune delle opere che poi ho realizzato – il ballerino che si smonta della scultura di Dancing on the Verge, la sedia che si smonta nel video The Keeper… – fanno vedere come, solo da un determinato punto di vista, ciò che sembra dislessico ha invece una forma perfetta, coerente, uniforme. Per me, costruire un racconto, un ritratto, attraverso prospettive che lo compongono, vuol dire cercare di trasmettere un’esperienza reale. BdL: Come percepiscono le tue opere quelle persone che vi si avvicinano per la prima volta? MP: L’arte è riconosciuta da chiunque nel momento in cui è presente. Se all’arte non si dà la possibilità di esistere, si vive senza memoria. L’arte è una finestra… L’opera più importante è trasformare questa finestra in uno stile di vita. Benedetta di Loreto: How did you begin your collaboration withAdele Cassina? Marco Papa: I’ve always done drawings and representations of the things man creates for living. Adele saw one of these old drawings, a chair. At the first meeting I showed her the design of a finished project, and over the next few months we found that we shared visions and concerns. Eventually she invited me to become the artistic director of the company, after I expressed my opinion about the evident instability of industrial production of design today. I told her that I was willing to accept as long as I could interpret the role of artistic director instead through my art, by making Adele Cassina, the company, into my art project, adele—c. I said to her, “I will use you, Adele, as the pivotal point of the company, and I will reflect on your professional and life experiences as compared to the rest of the world of design. I will bring artists
to the company to create the designs, because these days they are the only ones who are able to make furniture that contains a sense of its unique history. They are like the architects invited by Cesare Cassina, who at the time were not accustomed to designing furniture, but were able to establish the foundation of the design itself, and give it a name.” BdL: What is it like for you to work in the world of design, with designers, and produce? MP: Working involves giving order to things. To do this you must follow a concept in your head, even at the expense of the very things you are trying to put in order, or even sometimes at the expense of the very idea you had in mind. The chair I drew that led me to meet Adele has changed a lot through reworking; in fact I’ve changed the core of the design, because in developing it I proceeded with academic and proven methodologies. This new version is derived from the idea of an orange. I peeled it in front of Tiziano Colico, the person who makes all our prototypes, just as my mother would peel it. The skin of the orange twisted and turned, like the legs of the chair Dipinta di blu, with its armrest and backrest. Its primary characteristic lays precisely in that constant torsion: you can twist around and change views, and then turn and your seat is transformed to a little table. In the end I think working means having to make beautiful things because you must, because there are too many useless things. To conceive beauty you must liberate yourself from the things you’ve learned. Then, to achieve and produce them, you must go to those who never forget what they learn. BdL: What does it mean for an artist to work in a company? How does it benefit an artist, and his art, to be part of a company? MP: For a long time I have thought about the role of the artist of today, and of the past, and I believe the perfect model is the one from the Renaissance. At one time the artist was the sole interlocutor between the patron and the public. Today we have television, newspapers, films, and much more. At one time there was only the artist. Today I don’t know what the artist’s role is, other than to please the elite. Often this happens through a really demented language, which perhaps corresponds to today’s cultural reality. The truth is that today the artist has no real role, nor is he the one who develops the aesthetics of a company. He
is th un w ro Bd va M th no m co ha is ha to re Bd aw M fle al pu wh ela eo w co str los be se at as w
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Intervista
Interview
Da sinistra From left: Marco Papa The Keeper, 2002 DVD - 2 min. 13 sec. Courtesy Enrico Fornello, Prato Marco Papa Our Black Moment, 2000 DVD 2 min. 16 sec.
he its na, re e.” nolgs he ele of nd an all ge its at en nk beust nd n. es ay, Rehe nd w apds al He
is the first victim of mass media and it follows his footsteps. Instead, the artist should have a central role in society. He should bring his unique aesthetic, cultural, and moral values to develop the language we choose to use. And if, as in this case, his project is a company, his role should be to build, communicate, and make it work. BdL: So he holds a central role in the company in order to communicate values? MP: No, the central role belongs to art. The artist must reside between the economic possibilities (the company) and the recipient of this economic opportunity (the public). The artist is the energy that is in the midst of these two poles, who recognizes the importance both of the company and the users of its products. When this doesn’t happen you have the results we see today: an art that for me makes little sense and is purely decorative, and commercial products that lack all quality and have an analogous ability to communicate. We need to bring the artist to the forefront of communication, and offer the possibility of a direct relationship with the mass audience. BdL: Tell me about your work with magazine advertising, that you did awhile back. MP: They were works I did during business trips that stimulated me to reflect. I took these loaded and overbearing images and, in a way perhaps a little trivial and childish, covered them. I covered the results, and their purpose, and what resulted was an object that didn’t belong—it didn’t do what it was supposed to do—but at the same time it had all potential of an elaborate image used for sales. I’ve also done experiments with my videos, Autosacrifice, Our Black Moment, and The Keeper, where I showed, without declaring it, what is not told in advertising: the story of people. I confronted the structure of advertising language and retraced the same strategies that are employed today with products. The end result was a loss of purpose. Indeed, people looked at them with even more interest because in the end they did not know where to go to buy what they had seen. Fundamentally, this is the same thing I did in March of last year, at the space in Rome, with the video of the sculpture that depicted Adele as a girl. The video could work as a company promotion, but the content was very unusual for a design firm.
BdL: In other contexts I’ve heard you talk about the importance of evidence in your work. How do you employ this idea in your work with Adele? MP: In the end art is memory. How the installations are perceived is important. The things we realize, as people, become important for those who remember us. For example, on February 10th the adele—c in Milan presented the event Omaggio a Cesare Cassina. For me the important thing was that some of the guests went home with dirty jackets: in the space where the event took place there was a wall of gold, painted with body oil and pigments, which obviously never dries. The careless people who were not aware that the wall was not just a scene set for the evening, but a work of art, leaned against it and touched it, soiling their clothes without knowing it. In this way they took the color with them, and only when they notice will they remember the evening differently. Thus perhaps they will begin to reflect on why Ms. Cassina thought to communicate her story in that particular way. BdL: And why did you choose to communicate Adele’s history in this way? MP: It is my language! There was a time when I danced a lot; I went to parties and danced. I wanted to dance to give my body, through movement a form of decomposition. For me, some of the works that I have completed—the dancer who dismantles the sculpture in Dancing on the Verge, the chair that you get out of in the video The Keeper—show how, from a certain point of view, what seems dyslexic is instead perfect, consistent, and uniform. For me, building a story or a portrait, seen through the perspective that surrounds it, means trying to convey a real experience. BdL: How do people perceive your work that approach it for the first time? MP: Art is recognized by anyone at the moment in which it is presented. If art doesn’t have the possibility to exist, we live without memory. Art is a window. The most important thing is to turn this window into a way of life.
adele—c Elegante e raffinata riedizione di un modello disegnato da Afra e Tobia Scarpa nel 1964. Immutata resta la cura attraverso cui il legno, il cuoio e il panno sono stati impiegati in un equilibrio armonioso. An elegant and refined reissue of a model designed by Afra and Tobia Scarpa in 1964. As always, the same care has been taken with the wood, leather and upholstering to create a harmonious balance.
T78 & S21 Tobia Scarpa
Design: Tavolo Table
Tavolo a forma quadrata che si apre raddoppiando la superficie del piano. Struttura in faggio tinto, faggio naturale, o moka. Piano in faggio all’anilina color cuoio o impiallacciatura blu. Cerniere in acciaio brunito. Square table that opens and doubles in surface space. The frame is stained beechwood, natural oak or mocha. The top ins leather-colored beechwood aniline or blue veneer. Burnished steel hinges.
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14 Sedia Chair
Disponibile in faggio tinto, o faggio naturale.
Available in stained beechwood, or natural oak.
Rivestimenti: cuoio nei colori nero o rosso bulgaro; panno disponibile in tre colori: blu scuro, rosso e azzurro.
Coverings: black or Bulgarian red leather; woolen cloth in three colors: dark blue, red, or azure.
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adele—c Sistema di sedute componibili
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Passepartout di nome e di fatto. Un divano semplice e rivoluzionario: il solo vero componibile. Elegante, sobrio e flessibile allo stesso tempo. Passepartout è un divano che può essere composto secondo le proprie esigenze e ammorbidito con i suoi cuscini quadrati abbinati. Imbottitura in poliuretano espanso ignifugo a densità differenziata. Rivestimento amovibile in tessuto.
Modular Seating System
Passepartout in name and fact. A simple and revolutionary sofa: the only true modular. Elegant, simple, and flexible at the same time. Passepartout is a sofa that can be built up depending on individual needs and softened by its square shaped cushions. Padding in fireproof polyurethane foam of different densities. Removable fabric lining.
Passepartout Design:
Ricerca adele—c
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Design is a plan for arranging elements in such a way as best to accomplish a particular purpose. Charles Eames
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Prodotti
Il design è una strategia nel combinare elementi in modo che assolvano al meglio un particolare scopo. Charles Eames
Products
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adele—c Un divano, un letto, un’isola. Un bellissimo divano, un perfetto letto matrimoniale e una grande isola di accoglienza che può ospitare molte persone, anzi, una seduta per una dozzina di amici. Struttura in acciaio, braccioli in alluminio satinato rivestiti lungo la fascia interna di feltro nero. Una nuova versione sarà presentata al Salone del Moble di Milano 2009.
Design:
Aldo Petillo
Amaranto A couch, a bed, and an island. A beautiful sofa, a perfect queen-sized bed, and a large guest island that can accommodate many people, indeed, seating for a dozen friends. Steel frame, armrests of brushed aluminum lined along the inner surface with black felt. A new version will be presented at the 2009 Salone del Mobile of Milan.
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Design is the art of gradually applying constraints until only one solution remains. Anonymous
Il design è l’arte di applicare gradualmente delle restrizioni, finché non resta che un’unica soluzione. Anonimo
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Zarina Design:
Cesare Cassina / Adele Cassina
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Prodotti Poltrona imbottita
Per il Natale del 1944 Cesare Cassina volle regalare alla figlia Adele una poltroncina. Prese spunto da una popolare poltrona degli anni trenta in stile déco, che ripulì e ridusse a una forma più pura e minimalista. Nei primi anni 2000 Adele fece realizzare la prima ‘nuova’ Zarina, aumentata di 1/3 rispetto all’originale. Zarina costituisce il trait-d’union tra passato e presente: un oggetto in cui lo spirito pionieristico che ha reso il nome Cassina celebre in tutto il mondo, segna l’inizio della nuova produzione di adele—c.
Fusto in legno, imbottitura in poliuretano e cuscino in piuma d’oca. Rivestimento esclusivamente in velluto bicolore in differenti combinazioni.
Products
30 Padded Chair
During Christmas of 1944 Cesare Cassina wanted to give to his daughter Adele an armchair. He took inspiration from a popular chair of the 1930s Deco style, which he simplified and reduced to a more pure and minimal form. In the early 2000s Adele created the first ‘new’ Zarina, which is 1/3 larger compared with the original. The Zarina is a trait-d’union between the past and present. It is an object that celebrates the pioneering spirit that has made the name Cassina famous throughout the world, and marks the beginning of the new production of adele—c.
Wooden frame, padding of polyurethane, cushion of goose down. Covered exclusively in two-colored velvet in different combinations.
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The real voyage of discovery consists not in seeing new lands, but in having new eyes. Voltaire
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Prodotti
Struttura con base in acciaio verniciato grigio canna di fucile. Imbottitura in poliuretano espanso ignifugo a densitĂ differenziata. Rivestimento amovibile in tessuto e, su richiesta, in pelle.
I l vero v iaggio d i scoper ta non consiste nel vedere nuove ter re, ma nel l’avere nuov i occhOpzione: i. cuscini sfoderabili con Volt olt ltai aiiree
imbottitura in piuma d’oca, 58 x 58 cm.
Products
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Zarina Anno Zero Nelle diverse tappe del progetto Zarina Anno Zero, Marco Papa opera maieuticamente sulla piccola Zarina originale, calandosi attraverso di essa nella storia personale di Adele Cassina, a partire dalla quale modella la nuova impresa e, attraverso questa vera e propria opera, si propone come co-protagonista essenziale del progetto imprenditoriale. Il primo passo è di mettere parzialmente a nudo il telaio della poltrona, per renderci partecipi dell’anima artigianale dell’azienda. C’è la visione di un Made in Italy capace di fare la differenza attraverso la ricerca e la cooperazione di tecnici, artigiani e giovani creativi fortemente motivati. Il valore è accresciuto dal segno artistico tipico di Papa: tingere di vernice fresca l’opera e ungerla con olio per il corpo. Il lancio del progetto Zarina Anno Zero si è distribuito simultaneamente su tre spazi, a Roma, Milano e Firenze, costruendo una relazione tra il work-in-progress dello spazio di Firenze e le proiezioni dell’immagine della Zarina grande che sostiene la piccola Zarina originale, negli studi di Milano e Roma. In the different stages of the project Zarina Anno Zero, Marco Papa works in a maieutic way with the original small Zarina, going deep into the personal history of Adele Cassina from which he draws inspiration to shape the new company. Through this important and relevant work, he proposes himself as an essential co-protagonist in the business venture. His first step is to present a partially stripped armchair frame, to force us to participate in the craft of the company. He presents a vision of Made in Italy capable of making a difference through the research and cooperation of technicians, craftsmen, and creative, motivated young people. The value is increased by Papa’s typical artistic gesture: he tints it with fresh enamel and rubs it with body oil. The launch of the project Zarina Anno Zero was released simultaneously in three spaces in Rome, Milan, and Florence, building a relationship between the work-in-progress at the space in Florence with the projections of the large Zarina that supports the small original Zarina, at the studios in Milan and Rome. Sara Stolfi
Lancio dell’azienda adele—c attraverso il progetto Zarina Anno Zero nei tre spazi adele—c studio di Firenze, Roma e Milano. Launch of adele—c through the Zarina Anno Zero project in the three adele—c studio in Florence, Rome and Milan.
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Firenze 29.02.08 Florence 02.29.2008
A Firenze è esposta una scultura composta da una Zarina dipinta di colore verde e intrisa di olio per il corpo, che sostiene la Zarina originale all’interno dello spazio di adele—c in corso di restauro.
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In Florence there is a sculpture exhibited composed of a Zarina painted green and soaked in oil, which supports the original Zarina within the adele—c space that is in the course of restoration.
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Roma 29.02.08 Rome 02.29.2008
Le immagini riprese durante i lavori di ristrutturazione, sono proiettate contemporaneamente nello spazio di Roma e in quello di Milano, e fanno da cornice a una video-installazione delle due Zarine, posta al centro delle due sedi.
Zarina Anno Zero
The images taken during the renovation work are projected simultaneously in the spaces in Rome and Milan, and are the framework for a video installation of the two Zarinas, located at the center of the two locations.
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M Ad DV
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Marco Papa Adele, 2008 DVD, 12 min. at
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Milano 29.02.08 Milan 04.29.2008
In concomitanza con il Salone del Mobile 2008, campagna di poster per la città di Milano e, nello showroom di adele—c studio in Via Marco Polo 11, installazione con il video Adele.
In conjunction with the Salone del Mobile 2008, is a poster campaign throughout the city of Milan, and in the showroom of adele—c studio at Via Marco Polo 11, an installation of the video Adele.
Zarina Anno Zero
Nel video, una scultura che ritrae Adele Cassina bambina, bloccata all’interno di alcuni elementi dello scheletro di una Zarina, viene liberata al suono di un jingle composto sul nome Adele.
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In Ca pa so
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La scultura-bambina tiene in mano la housse, un pezzo di stoffa a fiorellini, realizzata per la poltroncina regalatale dal padre. Il video prende la forma di uno spot aziendale, ed è presentato nello spazio adele—c di Milano.
The sculptural child holds in her hand the housse, a piece of clothe with little flowers, produced for the armchair given as a gift by her father. The video takes the form of a commercial, and is presented at the adele—c studio in Milano.
Milano 16-21.04.08 Milan 04.16-21.2008
ni
In the video, a sculpture depicting Adele Cassina as a girl is locked inside some skeletal parts of a Zarina, and then released to the sound of a jingle composed of the name Adele.
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P D Adele Cassina
Milano 10.02.09 Milan 02.10.2009 Francesco Binfaré
Serata per ricordare il centenario della nascita Cesare Cassina, attraverso l’installazione Omaggio a Cesare Cassina che presenta le due Zarine – quella grande prodotta da adele—c e quella piccola originale – poste in fondo alla sala. La parete è stata trattata con una vernice color oro e olio per il corpo.
An evening to commemorate the centenary of the birth of Cesare Cassina, through the installation Omaggio a Cesare Cassina, which presents the two Zarinas—the large one produced by adele—c and the small original one—located in the center of the room. A wall is treated with a gold-colored paint and oil.
Zarina Anno Zero
A
Giuseppe Laterza
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Gaetano Pesce
Paolo Deganello a
Diego Grandi
Milano 10.02.09 Milan 02.10.2009
Riccardo Cassina Alessandra Cattanei Costa Tiziano Colico
Adele Cassina
Francesco Rodriguez
Su questa parete e nella stanza, sono appese alcune fotografie e proiettate filmati in Super 8 della vita di Adele e Cesare Cassina. Some photographs and Super 8 movies of the life of Adele and Cesare Cassina are projected on the wall in this room.
adele — c Mario Bellini
Manlio Armellini
Philippe Daverio
Mario Bellini
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Questo oggetto trae ispirazione dall’opera di Parisi Bench for Everybody, e si configura come una seduta, un luogo di aggregazione, convivialità e condivisione. Lachea è la maggiore delle isole che compongono l’arcipelago dei Ciclopi, in Sicilia.
This item drew inspiration from Parisi’s piece Bench for Everybody, and is shaped like a chair—a place of aggregation, conviviality, and sharing. Lachea is the largest of the islands that make up the archipelago of the Cyclops in Sicily.
È composto da una stratificazione di fogli di vari materiali: cartone ondulato, feltro sintetico, pannello di fibra naturale, pannello di compensato marino, poliuretano espanso, polipropilene, e rivestimento in caucciù.
It is composed of a layering of sheets of various materials: corrugated cardboard, synthetic felt, natural fiber paneling, marine plywood, polyurethane foam, polypropylene, and rubber coating.
Lachea Design:
Paolo Parisi
Paolo Parisi Bench for Everybody, 2004 fogli di cartone / cardboard sheets 130 x 260 x 45 cm (Ed. 1/3)
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Nuovi progetti
New Projects
t s f rd,
Paolo Parisi Progetto per / Project for Lachea, 2009 cartone ondulato, pannello di fibra naturale, polipropilene, multistrato di okumè / corrugated cardboard, natural fiber paneling, polypropylene, multilayered sheets of okume wood
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Elementi estraibili dal volume pieno, che possono essere disposti intorno alla seduta principale secondo necessitĂ . Extractable elements from the full volume may be arranged around the principal seat as needed.
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Nuovi progetti
New Projects
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Design:
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Meta-fora Agata Monti
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Tavolo in legno/secretaire Wooden Table/Desk
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New Projects
“Meta-fora, fisicamente, sta per mezzo dentro e mezzo fuori; sta anche per metafora, figura linguistica attraverso cui un segno riesce a comunicare altro da se. Questo tavolo nasce come complemento d’arredo a un progetto di casa sulla scogliera che vorrebbe idealmente ospitare Joseph Beuys.” AM
“Meta-fora, physically, is half in and half out. It is also a metaphor, and a figure through which a linguistic sign can communicate more than itself. This table was created as a complement to furnishings for a house on a cliff that would ideally accommodate Joseph Beuys.” AM
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e Multistrato di ockumè o di mogano, rifinito in cera o vernice trasparente opaca, colore naturale. Il tavolo scorre in una semi-parete chiusa, che contiene due vani con ripiani. All’interno del piano biglie e conchiglie acustiche.
Multilayered ockume or mahogany, finished in wax or opaque varnish, natural color. The table slides into a semi-closed panel, which contains two compartments with shelves. Inside the surface are acoustic shells and marbles.
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Nuovi progetti
New Projects
Design is not making beauty, beauty emerges from selection, affinities, integration, love. Louis Kahn
Il design non consite nel creare il bello; il bello emerge da selezione, affinitĂ , integrazione e amore. Louis Kahn
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Marco Papa Dipinta di blu, 2008 gesso su legno e poliuretano espanso / plaster on wood and polyurethane foam 45 x 23 x 26 cm / 17 ¾ x 9 x 10 ¾ inches
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Nuovi progetti
New Projects
Sedia poltroncina ergonomica realizzata in fibra di carbonio.
Ergonomic armchair made of carbon fiber.
Grazie al particolare design/scultura offre diverse possibilità di seduta.
Thanks to the sculptural design it offers several opportunities for sitting.
“La sua caratteristica sta proprio in questa torsione costante: ti ci rigiri sopra e cambi veduta, un giro di elica e trasformi la tua seduta in un tavolino.” MP
“Its primary characteristic lays precisely in this constant torsion: you can twist around and change views, then turn and your seat is transformed into a little table.” MP
Dipinta di Blu Design:
Marco Papa Dipinta di blu, 2008 (sketch) grafite su carta / graphite on paper 30 x 30 cm / 11 ¾ x 11 ¾ inches
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Nuovi progetti
New Projects
The aim of art is to represent not the outward appearance of things, but their inward Aristotle significance. Lo scopo dell’arte non è di rappresentare l’apparenza superficiale delle cose, ma il loro Aristotele significato profondo.
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Tavolino/servomuto Un accessorio elegante e flessibile. Integra la morbidezza delle forme alla funzionalitĂ .
Small Table/Servant Table An elegant and flexible accessory. Integrates the softness of the forms to its function.
Design:
Marco Papa
Zarevich
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Nuovi progetti
New Projects
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Basamento: struttura in acciaio rivestito in eco pelle regolabile in altezza. Ripiano in poliuretano rigido in due colori iridescenti.
Frame: steel structure covered in imitation leather with adjustable height. Rigid polyurethane shelf in two iridescent colors.
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Nuovi progetti
New Projects
The general investment in design—from fashion, kitchenware, accessories, packaging, electronics, industrial, furniture, sound, lighting, graphics, to exhibitions, interiors, architecture, and events—among consumers, retailers, artists and arts institutions alike corresponds to the ascendance of experience as a new economic value or unit in the development of capitalism. Miwon Kwon, “Jorge Pardo’s Designs on Design,” in Alex Coles, Design and Art (London: Whitechapel/MIT Press, 2007), 84.
L’investimento generale nel design – dalla moda alla cucina, passando per gli accessori, gli imballi, l’elettronica, l’arredamento, il suono, l’illuminazione, la grafica, le mostre, l’architettura e gli eventi – tra consumatori, rivenditori, artisti, istituzioni d’arte e affini, corrisponde all’ascendente esercitato dall’esperienza come nuovo valore economico o come misura di unità nello sviluppo del capitalismo. Miwon Kwon, “Jorge Pardo’s Designs on Design,” in Alex Coles, Design and Art, Whitechapel/MIT Press, Londra, 2007, p. 84.
adele—c Rivestimento per Amaranto, 2008 stencil su lino (3 pezzi) 200 × 75 cm (cad.) Cover for Amaranto, 2008 stencil on linen (3 pieces) 78 ¾ × 29 ½ inches (each)
Design:
Orticanoodles
“Sin dal primo sguardo lo spettatore può riconoscere lo skyline di Milano, ma è si tratta di una nuova città, fotografata da uno scatto impossibile. Nella posizione divano l’immagine è più figurativa e riconoscibile. Nella posizione isola, il disegno diventa piu geometrico, le forme si mescolano con le texture create dagli edifici, mentre l’ultimo tram percorre solitario il percorso tra palazzi e monumenti, in un viaggio tra Milano e la fantasia.” O
“At first glance the spectator can recognize the skyline of Milan, but it seems like a new city, photographed with an impossible shot. As a sofa the image is more figurative and recognizable. As an island, the design becomes more geometric; the forms blend with the texture created by the buildings, while the last tram travels along the lonely path between buildings and monuments, on a journey from Milan to the imagination.” O
Amaranto cover
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Nuovi progetti
New Projects
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Note biografiche
Biographical Notes
Agata Monti
Orticanoodles
Marco Papa
(Livorno, 1973)
(Carrara, 1976)
(Ancona, 1973)
Agata Monti è scultrice, scenografa e artista visiva. Il suo lavoro è trasversale all’arte e al design di oggetti d’uso. I primi anni della sua formazione passano tra il lavoro in un cantiere nautico, e uno studio di progettazione. Sta attualmente completando il corso di studi in design presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze. I suoi riferimenti spaziano da Joseph Beuys a Bruno Munari.
Orticanoodles è uno street artist che si serve di una grande varietà di strumenti quali stencils, posters e stickers. Mescolando oggetti di uso comune a icone religiose crea delle campagne anti-pubblicitarie, dette anche street-art propaganda, che si avvalgono di immagini e slogan fittizi.
Marco Papa è un artista eclettico, utilizza le tecniche più disparate, dalla scultura al video. Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in gallerie private e musei, in Italia e all’estero. Del 2006 il suo libro Dancing on the Verge pubblicato da Charta. Nel 2007 inizia la collaborazione con adele—c in qualità di direttore artistico.
Agata Monti is a sculptor, set designer, and visual artist. Her work is a cross between art and objects designed for use. She began her career working between a shipyard and a design studio. She is currently completing a course of study in design at the Faculty of Architecture of the University of Florence. Her inspirations range from Joseph Beuys to Bruno Munari.
Paolo Parisi (Catania, 1965)
Orticanoodles is a street artist who uses a wide variety of tools such as stencils, posters and stickers. He mixes common objects with religious icons to create anti-advertising campaigns, also known as street-art propaganda, making use of fictitious images and slogans.
Aldo Petillo
Marco Papa is an eclectic artist who uses various techniques from sculpture to video. He has participated in numerous personal and group exhibitions in private galleries and museums in Italy and abroad. In 2006 his book Dancing on the Verge was published by Charta. In 2007 he began working with adele—c as an artistic director.
Tobia Scarpa
(Roma, 1939)
(Venezia, 1935)
La pittura, argomento ed elemento centrale dell’opera di Paolo Parisi, diventa intermediaria tra pittura, scultura e fusione di entrambe nello spazio. Sin dall’inizio della sua ricerca, Parisi pratica l’astrazione pittorica per riflettere sui meccanismi della visione, e della sua relazione fisica con il mondo. Dal 1993 è docente presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.
Aldo Petillo si descrive così: “Sono stato in giro per il mondo dai quaranta ai cinquant’anni, e in dieci anni ho imparato ciò che nessuna università del mondo può insegnare.” Nel 1989, con Eliana Lorena e Davide Mercatali fonda il Gruppo Metals. Nel 2008 crea con Gianluigi Rossi, e con il patrocinio di ADI, il New Office Designer Award.
A partire dal 1960 Tobia Scarpa e la moglie Afra (Montebelluna, 1937) collaborano, tra gli altri, con Gavina, Cassina (con cui vinsero il loro primo Compasso d’Oro), Flos, B&B Italia, Stildomus, e Uniform. La loro opera spazia anche in campo architettonico e ingegneristico. Nel 2008 Tobia Scarpa ha ricevuto il Compasso d’Oro alla carriera.
Painting, which is a central element of Paolo Parisi’s work, becomes an intermediary between painting, sculpture, and the fusion of both in space. At the outset of his research, he produced abstract paintings to reflect on the mechanisms of vision, and its physical relationship with the world. Since 1993 he has been teaching at the Fine Arts Academy in Bologna.
Aldo Petillo describes himself in this way: “I traveled the world from the time I was forty until I reached the age of fifty, and in ten years I learned what no university in the world can teach.” In 1989, with Eliana Lorena and Davide Mercatali he founded Gruppo Metals. In 2008, with Gianluigi Rossi and the sponsorship of ADI, he created the New Office Designer Award.
Starting in 1960 Tobia Scarpa and his wife Afra, (Montebelluna, 1937) collaborated with, among others, Gavina, Cassina (with whom they won the first Compasso d’Oro), Flos, B&B Italia, Stildomus, and Uniform. Their work also deals with architecture and engineering. In 2008 Tobia Scarpa, was awarded the Compasso d’Oro career prize.
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Descrizioni Tecniche
Technical Descriptions
T78 & S21
Design: Tobia Scarpa
Tavolo a forma quadrata che si apre raddoppiando la superficie del piano. Square table that opens and doubles in surface space.
Dimensioni: 73,5 x 129,5 x 130,5 cm (chiuso) 73,5 x 251 x 130,5 cm (aperto) Dimensions: 29 x 51 x 51 ½ inches (closed) 99 x 29 x 51 ½ inches (open)
e
e
Struttura in faggio tinto, faggio naturale, o moka. Piano in faggio all’anilina color cuoio o impiallacciatura blu. Cerniere in acciaio brunito. The frame is stained beechwood, natural oak or mocha. Top in leather-colored beechwood aniline or blue veneer. Burnished steel hinges.
Sedia Chair
Disponibile in faggio tinto, o faggio naturale. Available in stained beechwood, or natural oak.
Rivestimenti: cuoio nei colori nero o rosso bulgaro; panno disponibile in tre colori: blu scuro, rosso e azzurro. Coverings: black or Bulgarian red leather; woolen cloth in three colors: dark blue, red, or azure. Dimensioni: 81 x 47,5 x 54,5 cm Dimensions: 32 x 18 ¾ x 21 ½ inches
k ta. n
Amaranto Un divano, un letto, un’isola A couch, a bed, and an island
o. so
ra, g
s
Una nuova versione di sarà presentata al Salone del Moble di Milano 2009. A new version will be presented at the 2009 Salone del Mobile of Milan.
Design: Aldo Petillo Struttura in acciaio, braccioli in alluminio satinato rivestiti lungo la fascia interna di feltro nero. Steel frame, armrests of brushed aluminum lined along the inner surface with black felt.
Dimensioni: 240 x 80 cm (chiuso) 240 x 150 cm (aperto) Dimensions 94 ½ x 31 ½ inches (closed) 94 ½ x 59 inches (open)
adele—c
Passepartout Sistema di sedute componibili Modular Seating System Imbottitura in poliuretano espanso ignifugo a densità differenziata. Rivestimento amovibile in tessuto. Padding in fireproof polyurethane foam of different densities. Removable fabric lining.
Zarina Poltrona imbottita Padded Chair
62 Design: Ricerca adele—c Dimensioni moduli: 73 x 73 x 73 cm 67 x 73 x 73 cm 67 x 88 x 88 cm 67 x 139 x 88 cm 167 x 54 x 88 cm Model sizes: 28 ¾ x 28 ¾ x 28 ¾ inches 26 ½ x 28 ¾ x 28 ¾ inches 26 ½ x 34 ½ x 34 ½ inches 26 ½ x 54 ¾ x 34 ½ inches 65 ¾ x 21 ¼ x 34 ½ inches Colori: Panno: blu navy rosso arancio azzurro avio grigio medio melange
Colors: Woolen Cloth: navy blue red orange avion blue grey melange
Cuscino Stardust (lana e seta) blu copiativo rosso amaranto verde ecrù
Stardust Cushion (wool and silk) bright royal blue marroon green ecru
Design: Cesare Cassina/Adele Cassina Fusto in legno, imbottitura in poliuretano e cuscino in piuma d’oca. Wooden frame, padding of polyurethane, cushion of goose down. Dimensioni: 85 x 77 x 80 cm Dimensions: 33 ½ x 30 ¼ x 31 ½ inches Colori: melanzana/salvia melanzana/fucsia melanzana/oro castagno/ceruleo castagno/paprica
Colors: eggplant/sage eggplant/pink eggplant/gold chestnut/cerulean chestnut/paprika
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Descrizioni Tecniche
Technical Descriptions
Lachea
Design: Paolo Parisi
Questo oggetto è composto da una stratificazione di fogli di vari materiali: cartone ondulato, feltro sintetico, pannello di fibra naturale, pannello di compensato marino, poliuretano espanso, polipropilene, e rivestimento in caucciù.
This item is composed of a layering of sheets of various materials: corrugated cardboard, synthetic felt, natural fiber paneling, marine plywood, polyurethane foam, polypropylene, and rubber coating.
Dimensioni: 44 x 210 x 105 cm Dimensions: 17 ¼ x 82 ¾ x 41 ¼ inches
Meta-fora Tavolo in legno/secretaire Wooden Table/Desk
Design: Agata Monti Multistrato di ockumè o di mogano; rifinito in cera o vernice trasparente opaca, colore naturale. Il tavolo scorre in una semi-parete chiusa, che contiene due vani con ripiani. All’interno del piano biglie e conchiglie acustiche. Multilayered ockume or mahogany, finished in wax or opaque varnish, natural color. The table slides into a semi-closed panel, which contains two compartments with shelves. Inside the surface are acoustic shells and marbles. Dimensioni tavolo: 240 x 80 x 80 cm Dimensioni parete: 150 x 40 x 200 cm Table Dimensions: 84 ½” x 31 ½” x 31 ½” inches Panel Dimensions: 59” x 15 ¾” x 78 ¾” inches
adele—c
Dipinta di Blu Sedia poltroncina ergonomica realizzata in fibra di carbonio. Ergonomic armchair made of carbon fiber.
Zarevich Tavolino/servomuto Small Table/Servant Table Basamento: struttura in acciaio rivestito in eco pelle regolabile in altezza. Frame: steel structure covered in imitation leather with adjustable height. Ripiano in poliuretano rigido in due colori iridescenti. Rigid polyurethane shelf in two iridescent colors.
64 Design: Marco Papa Dimensioni: 83 x 85 x 85 cm (circa) Dimensions: 33 ½ x 33 ½ x 33 ½ inches (circa)
Design: Marco Papa Dimensioni: piano 44 x 69 cm altezza max: 57 cm altezza minima: 43 cm Dimensions: surface: 17 ¼ x 27 ¼ inches maximum height: 22 ½ inches minimum height: 16 ¾ inches
Amaranto Cover
Design: Orticanoodles
Rivestimento per Amaranto, 2008 Cover for Amaranto, 2008
Stencil su lino (3 pezzi) Stencil on linen (3 pieces) Dimensioni: 200 × 75 cm (cad.) Dimensions: 78 ¾ x 29 ½ inches (each)
Dettaglio del tessuto usato per la housse della Zarina originale Detail of the covering cloth of the original Zarina