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Questione di generi: a che punto siamo?
L’8 marzo sarà la giornata internazionale delle donne (questo articolo è stato redatto il 24 febbraio NdR) e in tanti e tante si stanno preparando per celebrare questa ricorrenza. Dai convegni, alle premiazioni, alle cene, ai webinar, alle conferenze alle manifestazioni transfemministe, tante e diverse soggettività per chiedere un’unica cosa: diritti.
L’annuale report del WEF (World Economic Forum), il “Global Gender Gap Index” mostra l’ampiezza della portata del divario di genere a livello globale, con voti che vanno da 0 (assenza di parità) e 1(totale parità) e misura il gender gap in termini di partecipazione economica, politica, salute e di istruzione. In quest’analisi, l’Italia, per la seconda volta, si posizione al 63esimo posto nella graduatoria globale su 146 paesi, a livello europeo si colloca al 25esimo posto su 35 paesi e nella classifica globale è vicina a Uganda e Zambia, rispettivamente al 61esimo e 62esimo posto. Un triste risultato se si considera che i più virtuosi sono nostri vicini di casa, dai quali potremmo prendere il buon esempio. L’Islanda occupa la prima posizione da anni, Finlandia e Norvegia la seguono così come Svezia, Irlanda e Germania presenti nella top ten. «Con questo ritmo occorreranno 132 anni per raggiungere la piena parità, considerando che nel 2022, il divario di genere globale è stato colmato al 68,1%». È quanto ha dichiarato Saadia
Zahidi, Managing Director del World
Economic Forum. Nessun paese è riuscito a colmare del tutto il gender gap. L’Islanda, che per la dodicesima volta conquista la prima posizione del podio, ha ottenuto una percentuale del 90.8% mantenendo come punto forte il livello d’istruzione.
Il gender gap nella leadership
Il Gender Gap Index misura inoltre la quota di donne e uomini che occupano ruoli professionali, ruoli tecnici e anche ruoli dirigenziali. La quota di persone di genere femminile, nei ruoli senior e di leadership ha visto un costante aumento globale negli ultimi cinque anni (2017-2022) e nel 2022, la parità di
Women in leadership roles, by industry (%) 2022
Men genere globale per questa categoria ha raggiunto il 42,7%. Complessivamente, la quota globale di donne in ruoli di leadership evidenziata dai dati è del 31%, anche se le quote variano per settore. Nel 2022 settori come ad esempio Organizzazioni non governative e associative toccano un 47%, istruzione un 46% e servizi personali e Benessere un 45%, livelli vicini alla parità di genere nella leadership, che hanno ancora bisogno di qualche passo in avanti. All'altra estremità vi sono settori come quello dell’energia con un 20%, del manifatturiero con il 19% e delle infrastrutture con uno scarso 16%, cifre veramente basse rispetto alle precedenti. Non meglio le industrie, che hanno assunto molti più uomini che donne in posizioni di leadership nel 2021, rispettivamente, sempre per setto- re: Tecnologia (30%), Agricoltura (28%), Energia (25%), Filiera e Trasporti (25%), Produzione (22%) e Infrastrutture (21%). Tuttavia, magra consolazione, alcune industrie stanno vedendo un’accelerazione nell’assunzione persone di genere femminile in posizioni di leadership, rispetto al 2016, le industrie mostrano un miglioramento del loro tasso di assunzione per le donne nei settori sopracitati. Settori, invece, con già un’alta rappresentanza femminile mostrano ancora un divario di genere, ad esempio nel settore servizi e benessere la percentuale di donne tocca il 62% della quota totale
Saadia Zahidi, Managing Director del World Economic Forum
della forza lavoro, ma solo il 45% è la quota di leadership femminile. Questa tendenza si riscontra anche nei settori immobiliare e sanitario, che vedono una differenza di 16 punti percentuali. Una strada ancora in salita quella dell’uguaglianza di genere nei luoghi di lavoro e soprattutto in posizioni di leadership. Un’impresa ancora più ardua quella di ammettere un corpo umano in una collettività sociale, lavorativa e politica senza badare ad alcune differenza di genere.