culture dei mari
DUE MARI MEDITERRANEI A CONFRONTO: IL MAR DEI CARAIBI E IL MAR MEDITERRANEO
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onsiderando che tanto il Mar dei Carabi quanto il Mediterraneo hanno dato origine a una propria cultura, basata non in una unificazione vera e propria, bensì in un’“unità nella diversità”, entrambi presentano nella loro storia culturale aspetti sociali, etnografici e culturali analoghi e a volte comuni. Basti pensare alla presenza, attraverso gli anni, di alcuni paesi europei nel Mar dei Caraibi, come lo sono ad esempio: la Spagna, la Francia, l’Olanda e l’Inghilterra; la loro presenza nella zona caraibica ha lasciato, in mezzo alle diversità, una base culturale comune; la cultura europea conserva ancora le antiche civiltà che gli diedero origine grazie a una trasmissione costante d’informazione culturale che rivitalizza l’attualità. Inoltre nella cultura dei Carabi si è mantenuta una permanente presenza “europea” fin dall’epoca della conquista ai nostri giorni così come, contemporaneamente, si è dovuto, o voluto, assorbire quelle culture dette aborigene, nell’intento d’identificare in esse alcuni elementi culturali unitari, nonostante le differenze dettate dalla storia e dalle tradizioni. Geograficamente il Mediterraneo e i Carabi condividono grosse similitudini. Entrambi, oltre ad essere dei
mari chiusi da terre diverse, nel loro interno alternano terra ferma a isole, caratteristica in particolar modo presente nel Mediterraneo. Nel caso dei Carabi, per di più, il concetto di isola acquista una doppia valenza visto che, sebbene da una parte si presenti come territorio interno, dall’altra però costituisce una barriera verso l’esterno. Sotto questa prospettiva un progetto che metta a confronto queste due realtà può trovare un ampio territorio di indagine creando una relazione tra due aree diverse: la cultura continentale e la cultura marittima. Per evidenziare questa “unità nella diversità” sono allo studio una serie d’iniziative coincidenti con il viaggio in parallelo di due importanti Navi Scuola: la Nave Scuola Italiana Amerigo Vespucci e la Nave Scuola Colombiana ARC Gloria. Queste due imbarcazioni potrebbero scambiarsi il loro percorsi annuali realizzando viaggi nell’altro mare, in modo tale che l’Amerigo Vespucci possa ripercorrere i Carabi e il Gloria il Mediterraneo. Dando così origine a festivals, nelle varie città toccate dalle navi, capaci di dare un segno d’identità e di diversità.
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E’ con estremo piacere e orgoglio che saluto l’iniziativa Italiacolombia, promossa dalla Città di Civitavecchia e dal Comitato Promotore Culture dei Mari. Questo sentimento è ancora più sentito dopo la lettura delle bellissime parole introduttive del Ministro de Relaciones Exteriores colombiano, Maria Consueto Araujo Castro. L’incoraggiamento che traspare da questo messaggio ci spinge a procedere in questa direzione poiché certamente un progetto che mette a confronto la cultura dei due Mari Mediterranei, accomunati da una forte cultura popolare e dalla presenza delle civiltà europee - dalla scoperta di Colombo ai giorni nostri - è un evento di grande rilievo. Questi due Mari, il Mediterraneo e il Caribe, hanno un destino comune, quello che nelle belle parole del Ministro Maria Consuelo Araujo Castro viene definito come “ponte di comunione”. Un plauso certamente è diretto a tutte le istituzioni che hanno partecipato fattivamente alla realizzazione dell’iniziativa, che dimostra come la cultura possa dare un segnale di cooperazione ed essere al contempo lo strumento per superare i momenti di difficoltà che il nostro Paese sta affrontando, guardando con coraggio al futuro. Gherardo La Francesca Ministro Plenipotenziario Ministero degli Affari Esteri
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L’Ambasciata di Colombia promuove e valorizza iniziative culturali, attraverso manifestazioni di alta rilevanza che contribuiscono alla conoscenza dei popoli e danno impulso a uno scambio dinamico e produttivo, come nel caso delle attività in occasione dell’arrivo al Porto di Civitavecchia, della Nave Scuola della Marina Militare Colombiana ARC “Gloria”. Il progetto pluriennale di cooperazione culturale che avrà nei due Mari, il Caribe e il Mediteranno, il suo fulcro, inaugurerà una stagione di scambio che ci auguriamo possa proseguire in futuro, attraverso il percorso della Nave Scuola Gloria nel Mediterraneo ed una campagna di Istruzione della Nave Scuola Amerigo Vespucci nei mari dei Carabi. L’Ambasciata di Colombia esprime uno speciale ringraziamento alle Autorità locali ed a tutti coloro i quali hanno profuso il loro lavoro per celebrare un evento significativo come la visita in Italia della Nave Scuola della Marina Militare Colombiana ARC “Gloria”, con spazi culturali di scambio, promossi in questa opportunità dal Comitato Euro- Mediterraneo Culture dei Mari, diretto dal Maestro Italo Gómez. Settembre 2006 FRANCISCO COY Incaricato d’Affari a.i.
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Il Ministero degli Affari Esteri di Colombia loda e valorizza le iniziative e gli impegni pubblici e privati che uniscono i popoli tramite lo scambio e il riconoscimento culturale. Questo è il caso del programma che ha disegnato, con una buona riuscita, Italo Gómez, un colombiano/italiano che a causa del suo origine e del suo destino, vuole esaltare i vincoli tra i mari, le terre e la cultura della Colombia e dell’Italia. Italo Gómez, figlio di uno dei grandi maestri della pittura colombiana, Pedro Nel Gómez, e figlio dell’Italia, in quanto suo Paese di vita, ha pianificato alcune attività culturali in occasione della visita della nostra nave scuola ARC Gloria nel porto di Civitavecchia. Questo viaggio della nave Gloria sarà solo l’inizio di un interscambio che propone Italo fra i mari Caribe e Mediterraneo, dove sia la Nave Gloria che l’Amerigo Vespucci viaggeranno, tra il 2007 e il 2008, di porto in porto, di costa in costa con mostre di cultura dell’uno e dell’altro Paese. Oggi, in occasione dell’arrivo della Nave Gloria a Civitavecchia, ci sarà un interessante interscambio nel Forte Michelangelo tra musicisti del Salento e un gruppo di vallenato colombiano. Si sono programmate ugualmente mostre, presentazioni di video, esposizioni di strumenti nautici e molte altre iniziative. Questa opportunità diretta da Italo Gómez anche Sovrintendente dell’Associazione Culturale Comitato Promotore Euro-Mediterraneo Culture dei Mari, è spazio di fecondo interscambio culturale fra i due Paesi che valorizzano la cultura come ponte di comunione. María Consuelo Araujo Castro Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Colombia
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La Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali ha, fra i suoi compiti istituzionali, quello di promuovere la diffusione della cultura italiana all’estero. Fra le innumerevoli iniziative finalizzate all’esercizio di tale fondamentale funzione, essa ha realizzato la mostra bibliografica I luoghi della Memoria scritta. Le Biblioteche fra tutela e fruizione, che presenta gli Istituti bibliotecari italiani, illustrandone il patrimonio, le attività, i servizi. Il percorso, articolato in sezioni riferite alla genesi storica delle biblioteche statali, si sviluppa attraverso pannelli, contenenti testi in tre lingue e immagini, nonché attraverso l’esposizione di edizioni in facsimile, a disposizione del pubblico per la visione diretta e la consultazione, scelte fra quelle che più compiutamente possono dare una idea del patrimonio straordinario conservato nelle biblioteche italiane. Né mancano pannelli dedicati alla presentazione della attività della Direzione Generale e degli Istituti Centrali che vi fanno capo, al fine di offrire al pubblico internazionale informazioni sui servizi da essi offerti. La mostra, che ha avuto il suo avvio qualche anno fa, a Strasburgo, ha toccato varie sedi. Fra le tante:Bruxelles, Alessandria D’Egitto, Zagabria, Cipro, Malta. Essa si propone, infine, di mettere in evidenza non solo le funzioni che si attribuiscono all’Istituzione bibliotecaria, definita come “luogo preposto alla conservazione della memoria scritta e all’archiviazione della conoscenza prodotta dalla cultura, dalla scienza e dal pensiero umano”, ma anche l’evoluzione del Servizio Bibliotecario Nazionale, che comprende oltre alle Biblioteche statali, numerose altre istituzioni appartenenti alle Regioni, agli Enti locali, alle Università, alla Chiesa, agli Istituti Culturali e ai privati. Tale sistema viene presentato in tutta la sua complessità e varietà, qualificandosi come estremamente ricco per il numero di istituti che vi aderiscono, distribuiti su tutto il territorio nazionale; notevolmente composito per diversità di origine, patrimonio e sviluppo; modernamente aperto alle innovazioni tecnologiche, che hanno reso possibile la nascita di un unico grande catalogo collettivo, il superamento del complesso problema delle fonti, non più esclusivamente consultabili in forma cartacea, l’ampliamento delle funzioni e dei servizi offerti alla comunità. Luciano Scala Direttore Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali Ministero per i Beni e le Attività Culturali
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la Marina Militare da Genova alla Spezia e il finanziamento per la costruzione di un Arsenale Militare. Con la costruzione dell’Arsenale la città ebbe un rapido sviluppo economico e, in conseguenza della disponibilità di nuovi posti di lavoro, anche un notevole incremento demografico.
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ealizzare la programmazione di Euro-Mediterraneo Culture dei Mari, con la sua estensione territoriale, con la molteplicità di rapporti che essa crea, con i variegati meccanismi di organizzazione, è un’operazione impegnativa. Eppure, dopo 10 anni continua a rappresentare per tutti noi un’avventura affascinante che viviamo ogni volta con grande e partecipativo entusiasmo.
In secondo luogo per lo stretto legame che unisce l’Arsenale Militare della Spezia alla straordinaria Nave Scuola Amerigo Vespucci. Proprio l’emblema della Marina Militare italiana auspichiamo possa concretizzare l’obiettivo primo del progetto - lo scambio, la vicinanza e la reciprocità fra i due Paesi – attraccando nel 2008 nel porto colombiano di Barranquilla così come la Nave Scuola della Marina Militare colombiana ARC Gloria entrerà nel porto di Civitavecchia domenica 17 settembre.
Ci ritroviamo, per ogni edizione, a progettare, studiare, comporre un grandioso mosaico di monumenti, di artisti, di istituzioni che con il tempo non ha perduto nulla del suo interesse e della sua forza comunicativa ma ne è accresciuto il valore e l’originalità dei contenuti affrontati. Le gratificazioni raccolte non provengono solo dai contenuti e dal successo ottenuto ma dalla fitta rete di rapporto, dal contributo di tutte le persone che collaborano alla realizzazione di questa straordinaria iniziativa.
Infine, perché la ricca attività espositiva che il presente catalogo illustra, rispecchia l’opera di promozione avviata da alcuni anni dal Comune della Spezia dando vita ad un programma di edilizia museale che ha consentito donazioni da parte di collezionisti privati all’ente pubblico che si occupa di curarne la tutela e la conservazione.
In particolare, il progetto “Incontro fra due mari: il Mediterraneo europeo e il Mar Caribe” alla luce della prestigiosa collaborazione delle Marine Militari di Italia e Colombia e dell’ampia e poliedrica proposta espositiva, ha un risvolto di forte significato per la città della Spezia.
Dunque, con la più forte convinzione, esprimo la speranza che al prezioso lavoro di programmazione concertata, resa visibile da questa pubblicazione, sia data possibilità di ulteriormente consolidarsi e confermarsi nella capacità di dialogo e di stimolo verso più ampi spazi della cultura.
Innanzitutto perché la Spezia è sede dell’Arsenale Militare Marittimo. Già Napoleone Bonaparte intuì l’importanza strategica del Golfo e fece progettare la costruzione di un grande Arsenale, ma le sue sconfitte a Lipsia e a Waterloo ne impedirono la realizzazione. L’idea di Napoleone fu ripresa da Camillo Benso Conte di Cavour che ottenne nel 1857 il trasferimento del-
Giorgio Pagano Sindaco della Spezia e Presidente di Euro-Mediterraneo Culture dei Mari 8
En voyant la mer, au lieu de la rue Stendhal, Civitavecchia 1835
attualità proposti (l’impegno religioso, la lotta alla povertà, l’emigrazione). È la linea che intendiamo perseguire nella costruzione di un nuovo progetto culturale per la città, per la crescita di Civitavecchia.
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ncontro tra due Mari: Caribe e Mediterraneo inaugura il programma culturale dell’Amministrazione Comunale che ho l’onore di presiedere soltanto da alcuni mesi. Una sfida, per la ricchezza e la complessità del progetto. Ma anche il segno chiaro della volontà di fare in modo che Civitavecchia riconquisti la connotazione marinara che ha scritto le pagine della sua storia, con il porto che non sia più un corpo separato dalla città.
All’ultima manifestazione di ottobre, costituita da un incontro tra scrittori italiani e colombiani, a cui parteciperà Vincenzo Cerami, che si è generosamente impegnato per il progresso culturale di Civitavecchia, è affidato il compito di saggiare le possibilità e porre le premesse per la realizzazione di una Accademia Letteraria che proponga dalla nostra città l’approfondimento ed il confronto con uno dei filoni più vivi e popolari della letteratura mondiale. Siamo certi che la presenza di Efraim Medina Reyes e la proiezione del film di Gabriel Garcia Marquez siano di buon auspicio per la realizzazione di un festival nazionale dedicato alla letteratura latino-americana.
Il Maschio del Forte Michelangelo offre le sue sale alle esposizioni che uniscono, non solo idealmente, la nostra città alla Colombia, in una ribadita collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Vogliamo finalmente riconoscere al Maschio il suo ruolo di prestigiosa struttura espositiva e insieme la funzione di sutura tra la città e il mare che il Sangallo sembrò segnalare, iniziando proprio da lì la costruzione del perimetro delle sue mura bastionate.
È per questi motivi che esprimiamo una gratitudine non rituale ai Ministeri degli Esteri italiano e colombiano, al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, all’Ambasciata di Colombia, per il supporto generoso che hanno ritenuto di dare all’iniziativa. Un ringraziamento particolarmente sentito, infine, al Maestro Gomez, anima del progetto e amico della nostra città.
La città ospiterà nel Parco Archeologico-Botanico delle Terme Taurine e nella Cattedrale di San Francesco le manifestazioni della seconda e terza giornata, che compongono un’offerta culturale non accademica e varia: per le diverse arti che si intrecciano (pittura, teatro, musica, letteratura, cinema) e per i temi di
Dott. Gino Saladini Sindaco di Civitavecchia
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L’INCONTRO FRA DUE MARI, IN VIAGGIO VERSO IL FUTURO
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on l’arrivo della Nave Scuola ARC Gloria a Civitavecchia, importante porto presso Roma, il 17 settembre 2006 si dà inizio a un progetto di collaborazione tra Italia e Colombia, con l’obiettivo di iniziare un confronto sugli aspetti culturali dei due Paesi, entrambi lambiti da “mari compresi fra le terre”: il Mare dei Caraibi e il Mediterraneo europeo.
rigo Vespucci che tocchi i porti di Cartagena, Barranquilla e Santa Marta. Questo programma consentirà ai due paesi leader del progetto di convogliare altri territori dei Caraibi. Pertanto le iniziative proposte per il 2006 costituiscono una base appropriata e stimolante in vista del futuro progetto. Le attività che avranno luogo nel 2006 inizieranno il 17 settembre in occasione dell’arrivo della Nave ARC Gloria e si protrarranno fino al giorno 19; il tutto si svolgerà nella città di Civitavecchia, che si presenta a questo appuntamento come centro ricco di patrimonio storico e artistico. Al suo interno si conservano non soltanto alcune tracce d’importanti architetti come Michelangelo ed il Bramante, costruttori insieme ad altri artisti del Forte Michelangelo, iniziato nel 1508. Sempre a Civitavecchia è possibile percorrere ed ammirare le Terme Taurine, appartenenti al secolo I a.C., la Cattedrale di San Francesco di Assisi costruita nel 1610 e successivamente restaurata e modificata, nonché il Teatro Traiano costruito nel 1844, completamente ristrutturato dopo la devastazione durante la seconda guerra mondiale. Questi meravigliosi gioielli del passato offrono una magnifica cornice per far sì che l’arrivo della Nave Scuola Gloria diventi un’occasione unica per realizzare un vero carnevale di scambio culturale, per arricchire le fondamenta di un confronto diretto tra le varie realtà del Mare dei Caraibi e del Mare Mediterraneo.
È importante ricordare che i territori che si trovano fra questi mari si caratterizzano per la facilità d’interscambio esistente tra le genti che vi abitano: la vicinanza tra i popoli che hanno delle caratteristiche etniche diverse genera uno scambio di esperienze che porta al dialogo e che di conseguenza facilita l’interscambio culturale. Questo processo tende a creare una civiltà mediterranea multietnica e multiculturale. Nei Carabi gli indigeni, il mondo africano ed i vari elementi della civiltà Europea (spagnoli, francesi, olandesi e successivamente gli italiani) si sono uniti creando una cultura di tipo misto, oggi facilmente identificabile. Allo stesso modo, soprattutto per quanto riguarda l’Italia mediterranea, la cultura latina si trovò a doversi rapportare con altre culture, come ad esempio con quella araba, ebraica e con altri popoli del Nord. È dunque evidente che i mari dei Caraibi e il Mediterraneo presentino parallelismi importanti e vari punti di contatto. Il progetto che l’Italia e la Colombia intendono portare avanti si propone di esplorare più approfonditamente ognuna di queste caratteristiche, rilevando anche le diversità esistenti tra i due mari mediterranei – da qui la denominazione dell’iniziativa come “incontro tra i due Mari Mediterranei: i Caraibi ed il Mediterraneo europeo”. Questo progetto trova un’occasione emblematica nei giorni compresi tra il 17 ed il 20 settembre 2006 con la presenza della Nave Scuola della Marina Militare Colombiana a Civitavecchia, importante porto romano. Grazie a questa rilevante occasione si stanno creando i presupposti per il ritorno della stessa nel 2007 quando molto probabilmente il percorso verrà ampliato includendo: Napoli, Venezia, Siracusa e Taranto, porti italiani di grande rilevanza storica. Per il 2008 è già stato proposto un nuovo scambio, con una presenza italiana nei Carabi della Nave Scuola della Marina Militare Italiana Ame-
Tenendo presente l’amplio spazio espositivo che offre il Forte Michelangelo, il progetto prevede, per la prima volta in Italia, una mostra dedicata a Pedro Nel Gómez, uno degli acquerellisti e muralisti sudamericani appartenente al grande movimento artistico ibero-americano, unitamente a Rivera ed a Orozco Siqueros. Pedro Nel Gómez, artista di formazione europea, esprime nella sua opera un’abbondante ricchezza di argomenti mitologici riguardanti le reciprocità della storia dei due Mari. Il Mare e la Memoria saranno senza ombra di dubbio altri invitati di riguardo a questo evento. Il Mare sarà presente grazie ad una serie di mostre incentrate sull’argomento da vari punti di vista. Ci sarà pure un’esposizione dedicata agli strumenti nautici utilizzati per la navigazione ed un’altra riguardante oggetti di questo genere provenienti dal 10
Museo degli Strumenti di San Giovanni di Bellagio, Como. Un’altra mostra ci svelerà un nuovo aspetto del mare: si tratta dell’esposizione del percorso della Nave della Marina Militare Italiana Amerigo Vespucci, realizzato nel 2004 in occasione delle Olimpiadi di Atene, lambendo diversi luoghi simbolici del mediterraneo: Malta, Alessandria d’Egitto, il Libano per concludersi nel Pireo, porto di Atene, per partecipare all’inaugurazione dei Giochi Olimpici del 2004. Da questo evento proviene altresì un’opera originale, che ci parla della Pace. Si tratta di una serie di disegni realizzati dai bambini di una scuola di Genova, che, come i bambini della Colombia, nutrono sempre il desiderio di vivere in un mondo di pace.
alcune specialità culinarie colombiane che richiamano all’amicizia tra le varie culture. Il secondo giorno, 18 settembre, sarà dedicato ad un mito mediterraneo: Cleopatra. Nella splendida cornice delle Terme di Traiano avrà luogo uno spettacolo, unico nel suo genere: Cleopatra, cantata per soprano ed orchestra di Héctor Berlioz, con la partecipazione di un’orchestra virtuale realizzata tramite suono “opera hi-tech”, progetto ideato dal Maestro Italo Gómez con la direzione scientifica del grande esperto Giuseppe di Giugno. L’opera è stata rappresentata per la prima volta in occasione dell’inaugurazione della Biblioteca di Alessandria d’Egitto: questo spettacolo è prodotto dalla Federazione CEMAT.
Un’altra importante esposizione sarà motivo di confronto sul terreno della conoscenza: “I Luoghi della Memoria Scritta”. Questo importante capolavoro è stato allestito dal Ministero dei Beni e le Attività Culturali in occasione dell’inaugurazione della Biblioteca di Alessandria d’Egitto. L’opera comprende numerosi facsimile di manoscritti antichi ed altri di rilevante importanza appartenenti alle Biblioteche Nazionali Italiane.
Il terzo giorno sarà dedicato a due personaggi femminili appartenenti ai due mari: due donne, entrambe religiose, che hanno combattuto con tutte le loro forze una lotta contro la miseria e la povertà dei popoli, entrambe dichiarate Beate da Giovanni Paolo II: l’albanese Madre Teresa di Calcutta e la colombiana Madre Laura Upegui. Questo evento consiste in una sacra drammaturgia per voci recitanti e musica, accompagnate da strumenti popolari.
Il programma di Civitavecchia viene completato da altre proposte espositive, questa volta colombiane. Proimagenes, fondo misto di produzione cinematografica, ci consentirà di entrare nel mondo degli indigeni colombiani tramite una serie di documentari della serie YURUPARI. Inoltre, in collaborazione del Parco Culturale dei Caraibi, verrà presentata una mostra dedicata ai pescatori Wayuu. Tutti questi eventi confluiranno nella Festa dei Due Mari, la sera di domenica 17 settembre, con la partecipazione di gruppi musicali colombiani di vallenato ed italiani dal Salento. In questa occasione sarà possibile assaggiare
Ad ottobre seguirà un incontro tra scrittori italiani e colombiani con l’obiettivo di creare un’Accademia della Letteratura dei due mari, proposta che nasce dalla collaborazione con la Fondazione Nuovo Giornalismo Iberoamericano. In questa occasione verrà proiettato il film “Tiempo de Morir” di Jorge Alí Triana con sceneggiatura del premio Nobel Gabriel García Márquez. Italo Gomez Sovrintendente Comitato Promotore Culture dei Mari
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LE MOSTRE
Colombia Pedro Nel Gómez,, pittore e muralista colombiano I pescatori Wayuu del Caribe Yuruparí, video della cultura indigena colombiana L’emigrazione italiana in Colombia
Italia I Luoghi della Memoria Scritta, manoscritti delle Biblioteche italiane Gli Strumenti Nautici, mappe e strumenti a cura del Museo di Bellagio (Como) La Nave Scuola Amerigo Vespucci, in viaggio per le Olimpiadi di Atene del 2004
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IL SANTUARIO RICOPERTO DI MUSCHIO DI PATASOLAS E MADREMONTES
fanno, egli interpretava decisamente la semplice realtà che per gli altri non era che mutevole, precaria e banale. Non si preoccupava del lato mieloso e roseo della realtà ma tranquillamente e saggiamente decideva che la realtà era quanto i suoi occhi avevano visto, come il bambino di Anorì, come un ragazzo ed uno studente di Medellin, Roma e Firenze; e come un artista a tutto tondo della Colombia o del Messico. La sua era un’interpretazione universale, metafisica e enfatica dei suoi tempi, del suo popolo, del suo paese e delle sue più profonde radici.
Identità culturale
Dedica di H.E. Belisario Betancur, Presidente della Repubblica di Colombia, ai funerali del Maestro Pedro Nel Gómez, nella Cattedrale di Villanueva, Medellin, Giugno 7 1984.
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a ragazzo Pedro Nel Gómez voleva fare il pittore, così andò ad imparare dai maestri e poi ritornò a fare ciò che si sentiva di fare: mettere a nudo la sua anima su molte tele e molti muri. Riferendoci all’aspetto storico delle sue opere, osserviamo che egli ha assorbito con diletto ciò che i grandi pittori murali messicani facevano e successivamente ha introdotto le loro tecniche, il loro messaggio, le loro ideologie ed ambizioni rispetto alla Colombia. Questo è così maledettamente vero che per trent’anni attraverso Pedro Nel e probabilmente in contrasto con Pedro Nel i pittori della Rivoluzione Messicana vantavano un esempio grandioso in Colombia poiché, oltre alla magnificenza delle realizzazioni, ha la lingua del nostro popolo, l’identità della nostra cultura, nuova espressione della nostra eredità dimenticata o dormiente o sottovalutata. Ha vitalità politica, una sollecitudine carica di ottimismo ed intenti didattici. Pedro Nel Gómez ci ha dato tutto ciò, ora appartenente alla leggenda o alla storia nonché qualcosa di veramente suo: la sua pittura!
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doloroso restituire alla terra di Antioquia il corpo di una persona che ha speso così tanti anni a servirla, dipingerla ed amarla come pochi altri hanno saputo fare. Siamo straziati dal dolore nell’accompagnare le spoglia di colui che si è distinto nella vita verso il luogo di riposo eterno. Ciò vale per tutti noi, di Colombia, di Antioquia, amici e parenti con cui condividiamo il dolore pur sapendo che non vi è consolazione se non facendo appello a un qualche potere al di sopra di noi. Congediamo un artista che è stato un padre per noi tutti, i suoi compagni di Colombia e di Antioquia, un artista di grande ricchezza artistica che ci ha reso più ricchi e che si è prodigato senza mai stancarsi. Non chiedeva nulla in cambio, sebbene noi non potessimo mai ovviamente ricambiare nella stessa misura la passione per un’arte e per un popolo in cui credeva con tutta la forza di una personalità straripante e di un talento al di fuori della norma.
Patrimonio locale
Il mutevole e il permanente
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osservatore più ingenuo apprezza nei murali di Pedro Nel l’autorevolezza e la tecnica di un professionista. Questi rappresentano il suo testamento che noi conosciamo, riveriamo e caldeggiamo, il lavoro di un grande pittore con coscienza sociale – per non dimenticare il grande numero di pitture a olio nonchè i suoi acquerelli così toccanti, così sensuali impregnati dell’ intenso regionalismo che è proprio nostro, che pervade le opere civili monumentali di Pedro Nel. Così come erano i pittori dei murali e degli affreschi del Trecento e Quattrocento, nello stesso modo Pedro Nel era figlio della sua città. Erano città che appartenevano veramente alla popo-
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edro Nel Gómez aveva più fede in noi di quanto noi ne abbiamo in noi stessi e le sue realizzazioni scaturivano da quella fede: non era il lavoro che lo sublimava così come solitamente avviene per noi, protagonisti e destinatari del suo pennello e cesello; al di là dei nostri dubbi, delle nostre incertezze e delle nostre debolezze un’opera che è già ora la testimonianza della nostra storia nazionale degli ultimi cinquant’anni. Come è prerogativa della compagnia spirituale a cui lui apparteneva, di coloro che vedono e di coloro che 14
Appello alla giustizia sociale
lazione – fossero esse Firenze, Siena o Medellin o Anorì – esse erano permeate di un sentimento rurale, del divenire delle stagioni e della vita stessa sospesa tra speranza e disperazione.
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o parlato del bambino che ha appreso della luce dalle nuvole. Fin dai suoi primi giorni era uno dell’Antioquia ben intriso d’esperienza. Era più specificatamente un minatore: non studiava i suoi nudi pittorici da altre culture ma dai corpi vibranti che lavavano l’oro nel turbolento fiume Porce.
Cronista del nostro lavoro e del nostro tempo
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Ecco perchè ogni linea, forma e colore di Pedro Nel era una protesta, un grido per la giustizia sociale. Sempre come maestro, i suoi grandi murali avevano l’impatto sempre più crescente di un proclama sin dal primissimo che dipinse nel Comune qui a Medellin fino a quelli con i quali ha abbellito la sua amata Scuola di Miniera, la Grande Sena, l’Università, importanti edifici e banche qua e là, ovunque le persone si riuniscano, per informarle sui loro diritti e per incoraggiarle con entusiasmo alla lotta generale per il progresso. In questo senso era un rivoluzionario ma mai nel senso negativo dell’anarchia poiché per lui il lavoro veniva sempre per primo. Il suo grande messaggio rappresentato dalle sue figure umane forti è quello di un lavoro continuo, la cosa che ha reso Antioquia grande e che la libererà dai mali presenti.
l rispetto di Pedro Nel per l’ambiente è tanto commovente quanto esemplare (“ho studiato leggero tra le nuvole e sulle montagne colme di luce nella mia valle d’Aburrà” egli ricordava a Carlos Jimenez Gómez per questo bellissimo libro). I suoi murali esprimono ugualmente i drammi della storia e le lotte quotidiane, i costumi, le credenze e la magia di una terra di cui ha immortalato l’anima intrinseca, ove l’enfasi cade sulla realizzazione ma soprattutto sulla dignità e la forza silenziosa degli anonimi cercatori d’oro lungo i fiumi; e sugli agricoltori che seminano e raccolgono le messi. “Quando ero in Italia mi sentivo sospinto verso il mio paese” egli soleva ripetere “sentivo che le mie radici mi reclamavano qui tra i Baccanti dei tropici, nel loro santuario di spiriti ricoperto di muschio, Madremontes e Patasolas”. Egli fu un cronista delle nostre fatiche quotidiane più che per il rumore ed agitazione del propagandista, lo riverivamo sin dalla nostra burrascosa adolescenza come scrittore sensibile all’epica senza eroi, un uomo che dedicò la sua magnifica mente e la sua magica abilità a qualcosa che nessuno mai riuscì a vedere come lui vedeva: il popolo e la terra di Antioquia, il popolo colombiano.
Simbolo di purezza
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edro Nel era un ingegnere minerario da rispettare. Dall’inizio in poi il concetto “lavoro e integrità” era penetrato in lui grazie a uomini insigni come per esempio Don Tulio Ospina fino a diventarne parte intrinseca. Non solo estraeva una nuova ricchezza dalle viscere della terra, ma soprattutto dell’oro ne fece un simbolo – non di avidità ma di purezza: i suoi “cercatori d’oro” esprimono non la produzione di massa delle draghe ma lo sforzo di quelle eroiche madri che lottano lungo i fiumi di Antioquia per dare ai figli il pane quotidiano. O i grandi acquerelli custoditi nel suo museo Pedro Nel e donati generosamente ai suoi compaesani.
Storia
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edro Nel si guadagnò il titolo di maestro per nulla comune in Colonia che viene concesso ad unanimità a pochissimi: Maestro Valencia, Maestro Carasquilla, Maestro Sanin Cano, Maestro Mayo per citarne solo alcuni del più grandi del passato sebbene i loro scritti siano più importanti ora di quanto non lo siano stati ai loro tempi. Pedro Nel Gómez scriveva con avidità su ogni pezzo di carta, ma ogni singola parola era protesa all’incitamento ed incoraggiamento. Dopo un periodo di studi intensi, introdusse nel suo paese la tecnica dell’affresco fiorentino duro come marmo che ha dominato per secoli. Ha scolpito la pietra ed il bronzo; la sua espressività così vigorosa come lo stile cesellato di Don Efe Gómez aveva la grandezza della storia ed il disprezzo per il triviale.
L’Urbanista
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n questa triste occasione non c’è tempo di rivisitare la sua lunga vita piena di successi. Lo sviluppo urbano di Medellin è legato al nome di Pedro nel Gomez. Fu lui a vincere i premi di carattere urbanistico e architettonico del programma Otrabanda quando fu costituita l’Università Pontificia Boliviana.
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Anche quando era in età avanzata, lo si vedeva lavorare su alte impalcature che avrebbero potuto causare vertigini ad una qualsiasi persona più giovane e produceva magnifiche opere d’arte come quelle del palazzo della Camera di Commercio.
che riverentemente portiamo al luogo di riposo possano essere onorate dalle generazioni future.
O condividendo con Fernando Botero e Alejandro Obregon il trionfo di quella grande hall che ha reso alcuni suoi lavori accessibili alla gente di Bogotà.
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Il senso della Madreterra ersonalmente considererò un tesoro la memoria dell’amicizia di cui il Maestro era così prodigo. Sento che la terra ha perso qualcosa con la sua dipartita, ma acquista qualcosa d’incomparabile con il suo ricordo, la sua risata generosa e la sua mente aperta e la sua fede nella Colombia e nello spirito di Antioquia che ha così tanto amato.
Chi può rendere un omaggio adeguato a questo grande di Antioquia? Era un mastro, un insegnante, e soprattutto un Maestro. Le generazioni successive manterranno gran parte della divina scintilla che illumina le opere e la vita di Pedro Nel Gómez.
Addio, caro Maestro Pedro Nel Gómez, tu che solo ora lasci il tuo lavoro, porta con te la speranza che in Colombia, in Antioquia, fra la tua gente, i tuoi discepoli, un qualche altro Pedro Nel possa arrivare – nessuno della tua levatura, ma che insieme possiamo completare ciò che hai sognato e che non sei riuscito a completare. Possa la Provvidenza averti in Gloria!
Rodrigo Arenas Betancurt scultore orgoglioso di essere stato suo allievo può essere il solo degno di scolpire la sua nobile immagine in modo che le sue spoglia
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Pedro Nel GOMEZ1
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asce ad Anorí, Antioquia, nel 1899 e trascorre la sua infanzia ad Itagui. Seguendo la sua vocazione artistica s’iscrive nell’appena fondato Istituto per le Belle Arti della città di Medellìn, dove riceve lezioni di disegno e di pittura sotto la guida di Gabriel Montoya e di Humberto Chaves. Tra il 1914 ed il 1917 frequenta il Liceo dell’Università di Antioquia e poi s’iscrive alla Facoltà d’Ingegneria presso l’Università Nazionale di Minas, dove si laurea nel 1922. Nel febbraio del 1925 decise d’imbarcarsi verso l’Europa, alla ricerca di una più approfondita formazione e proiezione artistica. Ad Amsterdam ha l’occasione di familiarizzare con le opere di Rembrandt e di Van Dick ed a Parigi si dedica a visitare musei e gallerie d’arte. Poi si stabilisce a Firenze e visita non soltanto i musei locali, ma anche quelli delle città vicine, onde apprezzare e studiare i capolavori del Rinascimento e del Barocco. Entra a contatto con la pittura veneziana e nel l928 visita Roma dove partecipa alla Mostra Latinoamericana di pittura.
nella zona di San Javier. Parteciperà altresì all’elaborazione del piano regolatore urbanistico di Medellín, nonché al progetto di pianificazione dell’Università Nazionale, sempre con sede nella stessa città. Come artista sviluppò una vasta e svariata produzione. È stato l’esecutore di all’incirca 2.200 metri quadri di pittura murale, sotto la tecnica degli affreschi, all’incirca 100 dipinti all’olio, più altri 2.500 lavori d’acquerello, sculture in materiali diversi, altre opere al pastello ed incisioni, numerosi disegni, sia in qualità di bozzetti che di appunti.
Pedro nel Gómez torna al paese nel 1930 e da allora si dedicherà a sviluppare un’intensa attività accademica, professionale e artistica. In varie occasioni svolge il ruolo di docente presso l’Istituto per le Belle Arti. Successivamente è stato chiamato come professore per dettare cattedre presso l’Università Nazionale di Minas (19311981) ed in questa occasione partecipa alla creazione della Facoltà di Architettura dell’Università Nazionale. Dal 1934 fino al 1952 fa da maestro ad un gruppo di illustri allieve, tra cui bisogna citare i nominativi di Jesusita Vallejo de Mora Vásquez e Débora Arango.
È stato insignito da vari riconoscimenti ed onoreficenze, tra cui La “Stella di Antioquia” (l967) “L’ascia Simbolica” del Comune di Medellín (1967), il Premio Istituto Colombiano di Arti Plastiche (1970), la “Croce di Boyacá” concessa dal Governo Nazionale (1976), il “Cordone del Tricentenario”, nel grado oro, concesso dal Consiglio di Medellín, la Medaglia del Consiglio Mondiale per la Pace (1978), tra altri.
Nella veste d’ingegnere-architetto ed urbanista, lui parteciperà in vari concorsi pubblici mirati alla realizzazione di progetti architettonici ed urbanistici nella città di Medellín, tra cui si potrebbero citare il progetto per il Cimitero Universale, per il quartiere Laureles, nonché per il progetto Cooperativo di Abitazioni
Pedro Nel Gómez è deceduto nella città di Medellín nell’anno l984.
1. Dati biografici raccolti e selezionati da Diego León Arango Gómez, Professore dell’Università di Antioquia, membro del Gruppo di Ricerca di Teoria e Storia dell’Arte dell’Università di Antioquia, candidato alla Laurea in Filosofia presso l’Istituto di Filosofia dell’Università di Antioquia.
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Pedro Nel GOMEZ Diego León Arango Gómez Professore dell’Università di Antioquia
INTRODUZIONE
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edro Nel Gómez è uno degli artisti colombiani di maggior rilievo del XX secolo ed il più importante tra gli artisti di Antioquia, fino a quando negli anni 60 e 70 le avanguardie artistiche locali e nazionali sono riuscite a trovare il proprio consolidamento. La sua importanza si deve in gran parte alla vasta e svariata produzione artistica, che comprende vari settori: quello della pittura murale di affresco, di pittura all’olio, di acquerelli, delle incisioni e della scultura; inoltre lo stesso ha sviluppato attività professionali nel campo dell’ingegneria, dell’architettura, dell’urbanistica e della docenza, riuscendo a produrre un’opera di gran valore artistico e di profonda trascendenza per l’arte e per la cultura del paese. Nella storia dell’arte colombiana l’opera di Pedro Nel Gómez è una delle più analizzate e commentate sui giornali e riviste locali e nazionali, non soltanto per il carattere innovativo che ha saputo imprimere alle tecniche utilizzate, per esempio, l’acquerello come strumento di espressione artistica, nonché l’introduzione della pittura murale affrescata in Colombia, ma bensì per l’originalità delle variazioni tematiche e formali che ha saputo imprimere alle sue produzioni. Tuttavia, soltanto adesso hanno incominciato a fiorire investigazioni sistematiche che intendono tramite l’analisi dell’insieme della produzione, tramite la valutazione delle riflessioni, nonché tramite i contributi estetici in essa esistente, concedere un posto sia alla produzioni, sia al suo pensiero nel contesto dello sviluppo di una mentalità nazionale. L’analisi accurata e sistematica delle sue opere, nonché delle sue idee possono condurre all’individuazione di elementi nel processo di costruzione di una mentalità moderna in Colombia
e questo è possibile osservarlo nelle immagini di alcuni episodi, argomenti e valori che fanno parte delle preoccupazioni sociali ed estetiche della nostra storia nazionale e locale, principalmente durante la prima metà del XX secolo. Questo fascicolo intende dare al lettore un riassunto biografico sulla vita, sui progetti e sulle realizzazioni artistiche più importanti di Pedro Nel Gómez, e nel contempo fornisce una breve presentazione degli argomenti, delle procedure formali nonché delle tecniche adoperate dall’artista. Infine e nondimeno lo stesso è dedicato a far conoscere, tramite la sua presentazione, l’ente Fondazione Casa Museo Maestro Pedro Nel Gómez ed i servizi che questa presta alla comunità. I dati biografici sono stati debitamente comparati alle fonti originali e costituiscono un apporto per tutti quelli che intendono approfondire sulla conoscenza del rinomato artista nazionale.
Vita e OPERA dell’artista
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er meglio capire e comprendere la vasta e svariata produzione artistica del maestro Pedro Nel Gómez, vengono individuati dei nuclei di sviluppo tematico e formale, suddivisi in quattro periodi2.
Periodo di formazione (1899-1930)
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l periodo comprende i primi trent’anni della sua vita, fino al 1930, anno in cui fa ritorno dall’Europa. Pedro Nel Gómez nasce ad Anorí il 4 luglio 1899. La sua famiglia si trasferisce a Medellín agli inizi dell’anno 1900 e si stabilisce ad Itaguí. Tra il 1914 ed il 1917 frequenta la scuola pubblica e successivamente la scuola superiore nel Liceo di Antioquia con sede a Medellín. Da bambino manifesta grande interesse per le rappresentazioni figurative della realtà e le prime lezioni di disegno e di pittura vengono imparate nel l914, presso l’Istituto per le Belle Arti di Medellìn, appena creato nel 1910, sotto la guida dei professori Gabriel Montoya (1875?-1925) ed Humberto Chaves (1891-1970). A partire dal l917 e fino al 1922 frequenta la Facoltà d’Ingegneria dell’Università Nazionale di Minas.
Nel mese di dicembre dell’anno 1923 viaggia nella città di Bogotà dove partecipa ad alcune attività relative alla sua professione e formazione accademica. Lì ha occasione di frequentare alcuni saloni letterari, e più precisamente le “tertulie letterarie” che avevano luogo nel famoso Caffè Windsor, alle quali accudivano personalità di grande rilievo professionale ed intellettuale, letterati, politici ed artisti del paese, quali Ricardo Rendón, León de Greiff, Jorge Zalamea, José Eustasio Rivera, Rafael Maya, Eduardo Castillo, Francisco Antonio Cano, Luis Tejada, Pablo de la Cruz, Tomás Carrasquilla, Rafael Jaramillo Arango, José Restrepo Rivera, Antonio José Restrepo, Temístocles Vargas y César Uribe Piedrahíta, fra gli altri.
Tra il 1915 ed il 1922 espone in alcune gallerie della città di Medellìn, dove presenta acquerelli ed olii di tematiche realistiche e paesaggistiche, scene della vita quotidiana e nature morte. Pedro Nel Gómez ed Eladio Vélez sviluppano una prolissa e pionieristica produzione artistica di acquerelli ed in Antioquia ed in Colombia viene loro attribuito il merito di saper fare di questa tecnica uno strumento idoneo di espressione artistica e non un semplice metodo ausiliario dell’architettura oppure della pittura.
Nel mese di novembre dell’anno l924, il maestro Gómez in compagnia del suo collega Eladio Vélez presentano un progetto congiunto di scultura nell’ambito del concorso di monumenti per la commemorazione della battaglia di Ayacucho. All’inizio del 1925 elabora un progetto di scultura commemorativo e disegna una cappella per il gigantesco monumento in onore di Simón Bolívar, tradizionale scultura di Pietro Tenerani, eretta sulla Piazza di Bolívar di Bogotá nel l946. Nel mese di gennaio dell’anno 1925 viaggia in Europa alla ricerca di maggiori spunti formativi nonché di
Nel l921, unitamente ad Eladio Vélez, partecipa al concorso convocato dalla Società per le Opere Pubbliche di Medellín3 consistente nella creazione di un monumento per le spoglie di Jorge Isaacs, presso il Cimitero di San Pietro della città di Medellìn.
2. Questa classifica è il risultato delle ricerche Pedro Nel Gómez, acquerellista e Pedro Nel Gómez, scultore portate a termine dai professori Diego León Arango Gómez e Carlos Arturo Fernández U., della Facoltà di Arti dell’Università di Antioquia. 3. Il risultato del concorso, firmato l’8 ottobre l921 da Enrique Olarte,Jorge Rodriguez e Darío Botero, apparso sulla Rivista “Sábado”, primo anno,numero 24, Medellín, 15 ottobre l921,p. 266-268.
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Periodo di consolidamento (1930-1941) periodo ha inizio a partire dalla data di ritorno Questo al paese del maestro nel mese di luglio dell’anno 1930 e si conclude alla fine dell’anno l941 quando lo stesso effettua un viaggio nei siti archeologici di San Agustin e Tierradentro. Durante questo periodo Pedro Nel Gómez svolge varie attività. È direttore e professore della Scuola di Pittura dell’Istituto per le Belle Arti (10301933); è professore ordinario di tre corsi presso l’Università Nazionale di Minas, dal 1931 fino al l947 e funzionario della Regione di Antioquia in qualità di Sovrintendente agli Spettacoli Pubblici (1934-1935). Dal l934 fino al l952, sotto la sua guida appoggia le attività di un atelier di pittura organizzato da un gruppo di pittrici, tra cui sono da citare Débora Arango, Jesusita Vallejo de Mora Vásquez, Ana Fonnegra e Graciela Sierra. Occasionalmente prende parte alle attività dell’atelier il più rinomato discepolo del maestro, l’artista Carlos Correa. Durante questo periodo l’attività artistica del maestro inizia a diversificarsi. Dunque abbiamo:
Architettura e Urbanesimo: Partecipa a molti concorsi pubblici per la realizzazione di progetti architettonici ed urbanistici. Nel 1933 ottiene il primo posto nel concorso per la realizzazione del Cimitero Universale a Medellín. Nel l939 viene incaricato del disegno urbanistico del quartiere Laureles. Nel l940 realizza i disegni architettonici degli stabilimenti che occuperà l’Università Nazionale di Minas a Medellín 4. Nell’ambito privato realizza i primi disegni per la sua abitazione nel quartiere Aranjuez, oggi nota come la Casa Museo Pedro Nel Gómez.
migliori opportunità artistiche e professionali. Arriva per primo ad Amsterdam, dove visita alcuni musei per approfondire la conoscenza delle opere fiamminghe, in particolare modo di quelle di Rembrandt e di Van Dyck; a Parigi visita musei e galleria e viene a contatto con le opere degli impressionisti e di Cézanne per cui nutre sentimenti di ammirazione. Arriva in Italia e si stabilisce a Firenze, dove abita fino al l930. Il soggiorno in Italia gli consente di conoscere musei, chiese, palazzi, monumenti e gallerie di alcune città come Venezia, Firenze e Roma. In questo paese gli è data l’opportunità di entrare in contatto e di ampliare le proprie conoscenze sulla cultura del Rinascimento ed allo stesso tempo di approfondire le tendenze artistiche di questo periodo tramite le opere dei più illustri rappresentanti: Donatello, Giotto, Masaccio, Michelangelo, Tiziano, Tintoretto, Bellini ed Orcagna parlando dei più importanti. Di questo periodo bisogna rilevare l’incontro con Giuliana Scalaberni, che diventerà la sua compagna di vita e la madre dei suoi figli, nonché la partecipazione alla prima Mostra Internazionale di Artisti del Centro e Sudamerica, che ha luogo a Roma nel l928, durante la quale presenta una quarantina di lavori.
Pittura Murale Nel 1935 si aggiudica il contratto per la realizzazione dei murali con la tecnica della pittura all’affresco che serviranno da ornamento ad alcune sale del Palazzo Comunale di Medellìn, oggi sede del Museo di Antioquia. Nel l935 dipinge gli affreschi La tavola vuota del bambino affamato ed Il Matriarcato; questi affreschi si trovano al primo piano dello stesso edificio; poi nel l936 dipinge Le Forze migratorie, Il minatore morto, Il cercatore dell’oro e la Preoccupazione per l’alienazione delle miniere, che si trovano negli uffici del sindaco; nel l937 dipinge un murale gigantesco chiamato La Repubblica, destinato all’aula del Consi-
4. Il Congresso Nazionale autorizzò, tramite la legge del l939, la costruzione della Scuola Nazionale di Minas, nella zona Robledo, di Medellín, i cui disegni architettonici sono stati commissionati a Pedro Nel Gómez. La costruzione è iniziata nel l942 e la sua inaugurazione ufficiale è stata effettuata nel mese di dicembre dell’anno 1944.
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glio Municipale, La Danza del caffè, che si trova nel primo pianerottolo delle scale che conducono al secondo livello ed infine, nel l938, dipinge il trittico denominato Il Lavoro, destinato alla decorazione del pianerottolo che serve di accesso al terzo piano dello stesso edificio, nel quale vengono raffigurati “La ricamatrice addetta ai telai elettrici”, “Il problema del petrolio e dell’energia”, “Il lavoro e la maternità”. Nel l940 dipinge nella sala studio della sua abitazione il murale chiamato “Omaggio al popolo di Antioquia”. Nell’ambito della storia repubblicana e moderna del paese, Pedro Nel Gómez occupa un posto di rilievo come primo artista ad introdurre la tecnica della pittura murale all’affresco, caratterizzata da colori brillanti, tematiche realistiche, monumentali e mitiche, diversa dalla pittura murale del periodo barocco coloniale, talvolta scarsa di risorse pittoriche.
Prosegue il suo impegno come docente ordinario di alcuni corsi presso l’Università Nazionale di Minas, dove ottiene successivamente nel l947 un contratto a tempo pieno presso questo Ateneo, riuscendo ad avere la pensione nel l967; lì ha svolto alcuni incarichi gestionali in qualità di Capo della Divisione di Architettura (1949-1954) e successivamente quello di Preside della Facoltà di Architettura (1954-1958). Ancora una volta riprende il suo contatto con l’Istituto per le Belle Arti e questa volta in qualità di direttore e professore dell’Accademia di Pittura (1944-1946), pur continuando la collaborazione artistica e l’attività di consulenza offerta al gruppo delle allieve che si erano dedicate alla pittura in acquerello fino all’anno l952.
Scultura: Nel l931 elabora un plastico architettonico per il Monumento all’operaio. Questo progetto non portato definitivamente a termine è il primo dopo il suo ritorno al paese e di questo si conserva soltanto una bozza iniziale e la fotografia della plastica architettonica. Si conservano pure altri disegni per diversi progetti scultorei che purtroppo non sono stati realizzati.
Pittura: Effettua due mostre, la prima nel Palazzo per le Belle Arti di Medellìn nel mese di settembre del l930, e poi presso la Sala Centrale del Palazzo Presidenziale (Capitolio) della città di Bogotà nel mese di luglio dell’anno l934, dove presenta una notevole quantità di opere, 114 in totale, tra olii e pitture all’acquerello che lo renderanno noto nel paese. Nel l940 partecipa al I Salone Annuale degli Artisti Colombiani, portando tre opere: l’olio la Lezione di anatomia, un Autoritratto che si trova oggi nella collezione del Museo di Antioquia e La baldoria. Come opere importanti di questo periodo sono degne di menzione il Ritratto di Efe Gómez, Coro Sociale ed Il Benvenuto (1934).
Durante questo periodo viaggia a Caracas (1951) in compagnia di un gruppo di allievi dell’ultimo anno della facoltà di architettura dell’Università Nazionale, allo scopo di presentare alcune opere pittoriche nonché i progetti per i piani regolatori di Bogotà e di Medellìn, e poi in Messico (1952) nell’ambito del Convegno Internazionale di Architettura, dove ha l’occasione di entrare in contatto con le opere dei pittori dedicati ai murali e sostiene colloqui con Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros. In ben tre occasioni Pedro Nel Gómez viaggia in Europa: nel l956 in qualità di turista; nel l962 per partecipare al Convegno Mondiale per la Pace, tenutosi nell’Unione Sovietica, in rappresentanza del Governo Nazionale ed infine nel l968, per sottoporsi a cure mediche e godersi un periodo di riposo. In questi viaggi ha potuto visitare paesi come la Germania, l’Olanda, l’Italia, la Francia e l’Inghilterra. Si dedica a qualche viaggio all’interno del territorio colombiano allo scopo di conoscere città e regioni a lui sconosciute, oppure per dare conferenze o anche per realizzare progetti di pittura a muro, così come lo ha fatto in occasione di un viaggio a Cali dove ha dipinto un murale
Periodo di maturità (1942-1968)
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al punto di vista cronologico il periodo ha inizio con il ritorno di un viaggio di studio realizzato alle zone archeologiche di San Agustin e di Tierradentro e si conclude alla fine degli anni sessanta. Così come è successo nel periodo precedente, Pedro Nel Gómez svolge in questo periodo varie attività. 21
destinato ad ornare la Banca Popolare (1954), un altro progetto murale destinato alla base navale di Cartagena (1954) ed in Bogotà dove ha realizzato il murale per l’Istituto di Credito Territoriale (1954). Due avvenimenti in distinto modo hanno impresso un marchio indelebile nella sua carriera artistica ed anche nella sua vita privata durante questo periodo. Il primo si riferisce alla decisione del Sindaco di Medellín, José María Bernal, di far coprire i murali della sala principale della Casa Comunale per considerare immorali i nudi dipinti dal maestro Pedro Nel Gómez 5. Il secondo avvenimento è stato il decesso della moglie, Giuliana Scalaberni, avvenuto nel l964. Mentre il primo infiammerà i mass media in modo tale da far trascendere l’opera del maestro nell’ambito nazionale ed internazionale, il secondo significherà per lui la perdita incalcolabile di chi fosse, oltre alla sua compagna di vita, una grande conoscitrice dell’arte e della letteratura, il suo permanente appoggio morale, estetico e critico.
bia, cioè la sede di Medellín (1940), disegna e realizza varie opere con la tecnica degli affreschi. Per l’Aula Magna dipinge l’opera denominata “Omaggio all’Uomo”, nella cupola (1949-l953); La patria (1952-l953) sulla parte centrale; più altri murali laterali chiamati Exploit della flora, Minatori negli organales (1954) di 24 mq ognuno. I restanti murali laterali di questo auditorio, L’Urto delle due onde e l’Uomo vince la legge della gravità, saranno realizzati nel l970. Per il porticato dipinge due murali laterali verticali di 40 mq ognuno: La spirale di nebbia e la Scienza e la Creazione delle repubbliche latinoamericane (chiamato pure I tre aspetti del continente americano); ci sono inoltre altri tre murali orizzontali sul tetto del porticato, di 25 mq ognuno con gli argomenti di La nascita della scienza nella Grecia, L’astronomia e La Fisica moderna, tutti loro realizzati tra il 1960 ed il 1961.
Durante questo periodo, la sua attività artistica continua ad espandersi, diversificandosi in questo modo:
Architettura ed urbanesimo Nel l943 partecipa all’elaborazione dei disegno per il piano regolatore della città di Medellìn. Disegna progetti per la Cooperativa delle Abitazioni nel quartiere San Javier (1943). Completa il disegno per i viali lungo il fiume Medellín, nonché il ponte di San Juan (1943), ed altri progetti che non riuscirono a vedere la luce. Elabora disegni architettonici per abitazioni di tipo privato come quello per il dottor Pedro Luis Restrepo e la Casa Aragón, appartenente alla famiglia Marín Arias.
Per la decorazione di alcune pareti dello stadio Atanasio Girardot nella città di Medellín, in corso di costruzione, disegna nel l950 alcuni bozzetti in acquerello. Questo progetto murale però non è stato portato a termine.
Nel l950 è stato stipulato un contratto con il Comune di Medellín per la realizzazione della planimetria del Cimitero Universale, secondo quanto disposto dalla Delibera Comunale N° 78 del l933. Nel l953, per disposizione del Consiglio di Medellín, viene inaugurato il Cimitero Universale, ancora non completamente ultimato.
Nell’Aula Magna della Facoltà di Chimica dell’Università di Antioquia, oggi la sede del Collegio Maggior di Antioquia, dipinge nel l954 la grande composizione murale denominata Storia della chimica attraverso la storia dell’Umanità. Nel l954, nell’Istituto di Credito Territoriale della città di Bogotà, dipinge il murale L’Uomo ed il dramma della casa e nello stesso anno inizia gli affreschi nel cortile della sua casa privata a Medellín.
Murali Per l’Università Nazionale di Minas, dipendente della appena costituita Università Nazionale di Colom-
5. Gómez Botero (corrispondente). Bernal dispone la copertura con mutande di nylon a figure artistiche di grande rilievo. Giornale Vanguardia Liberale, Bucaramanga, 2 settembre l950: “Il sindaco manifestò a questo corrispondente che c’erano tre motivazioni per compiere questo gesto: i colori splendenti dei quadri distoglievano costantemente l’attenzione che si doveva prestare nei suoi uffici perché distraevano i subalterni e di conseguenza c’era poco rendimento nel lavoro; i nudi che gli affreschi presentano all’attenzione del pubblico non erano di gradimento per tutte le persone, ed infine questi corpi nudi sono molto crudi e molto bruschi. Inoltre, aggiunse il Sindaco, alla Residenza Comunale vengono tutti i generi di persone: dalle signore, alle signorine, dai bambini ai sacerdoti, i quali si sentono molto a disagio nel vedere tali dipinti. Infine, aggiunse ancora il notabile: è perfino conveniente per i murali che gli stessi vengano ricoperti”.
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Nel l955 realizza un murale di 60 mq per la Banca Popolare di Cali, intitolato l’Artigianato artistico in Colombia. Un anno dopo gli è commissionato sempre per la Banca Popolare, ma con sede a Medellín, un murale denominato Storia dello sviluppo economico ed industriale della Provincia di Antioquia, la cui area comprende 30 mq. Il murale si trova oggi presso la fermata del treno metropolitano chiamata Parque Berrío. Nell’anno l957, la Banca della Repubblica Colombiana gli commissiona il murale chiamato “Momenti critici della Nazione” il cui argomento è costituito da una sintesi della storia di Colombia. Per l’Ospedale Leone XIII della città di Medellín realizza nel l961 il murale denominato Superamento della malattia, dell’ignoranza e della miseria. L’ente SENA della città di Medellín gli commissiona nel l962 la realizzazione del murale Lo spirito imprenditoriale del popolo di Antioquia. L’opera artistica si trova nel quartiere El Pedregal.
mato Il Cacicco Nutibara, destinato ad ornare la piazza Nutibara della città di Medellín. Durante questo periodo scolpisce in legno il secondo rilievo di Madri a riposo che adesso fa parte del patrimonio artistico della Casa Museo. Infine, nel l966 scolpisce in marmo il rilievo per il monumento funebre in onore alla signora Giuliana Scalaberni presso il Cimitero di San Pedro della città di Medellín. Di quest’opera si conserva pure una versione in bronzo presso la Casa Museo.
Tra il l968 ed il l969 dipinge nella Biblioteca dell’Università di Antioquia il murale chiamato l’Uomo di fronte alle grandi scoperte della fisica, dove l’autore si pone il problema delle armi atomiche e le conseguenze devastanti di queste per l’umanità.
Scultura
Pittura:
Durante questo periodo realizza i progetti denominati Omaggio ai coltivatori del caffè, all’aeronautica ed alla pace, da inserire nel Viale Guayabal nei pressi all’ingresso dell’Aeroporto che era stato inaugurato nel l932. In questo disegno ebbe la collaborazione di José Horacio Betancur. Tra il l942 ed il 1943 disegna in collaborazione con Rodrigo Arenas Betancur il progetto per la fonte che verrebbe inserita nel Monumento alle Americhe Unite, da realizzarsi nella Piazza Nutibara di Medellín. Il progetto è realizzato soltanto parzialmente dal Maestro nel l954 e si chiama la Fonte Nutibara.
È il periodo di maggior produzione pittorica del Maestro, la cui opera viene esposta sia in mostre collettive che private, tra cui bisogna rilevare l’esposizione realizzata nel l944 dagli “Artisti Indipendenti”, dissidenti del IV Salone di Artisti Colombiani, organizzata a Medellín nell’ambito dell’Esposizione Nazionale dell’Arte. Gli artisti Pedro Nel Gómez, Rafael Sáenz, Gabriel Posada Zuloaga, Débora Arango, Octavio Montoya, Jesusita Vallejo, Graciela Sierra, Maruja Uribe e Laura Restrepo elaborano un manifesto composto di tredici punti il quale è letto all’atto di chiusura della mostra plastica che è stata un successo. Nel manifesto citato è rilevata la necessità dell’indipendenza da parte dell’arte. La partecipazione del Maestro costituisce il sigillo di pioniere e di guida visionaria dell’espressione plastica nella cultura nazionale. Pedro Nel Gómez detta tali regole quando dice: “l’Arte dovrebbe servire alle persone in futuro”. Questo documento costituisce il primo manifesto estetico dell’arte di Antioquia ed uno tra i pochi dell’arte colombiana.
Nel 1945 disegna il progetto di scultura chiamato Monumento alla madre, destinato ad ornare il parco degli Operai del quartiere Boston di Medellín; purtroppo tale progetto non è stato portato a termine. Tra il l946 ed il 1947 scolpisce i rilievi di La famiglia dei minatori e Gli ingegneri delle miniere. Tra il l950 ed il l955 scolpisce in legno Le donne emigranti che dormono sulle panchine dei parchi della città. Durante il l953 ed il l954 realizza il bronzo chia23
Nel l948 prende parte al concorso Esposizione Nazionale di Pittura, organizzato dalla Società Amici dell’Arte ed ottiene il primo premio con l’acquerello “Cercatori e cercatrici d’oro” . L’anno successivo partecipa alla Mostra Nazionale di Medellín, sponsorizzata da Tejicondor ed organizzata dalla Società Amici dell’Arte, dove ottiene il primo premio con l’olio “Cercatrice d’Oro oppure Cercatrice Aurea”, oggi di proprietà del Museo di Antioquia. Nel l950 partecipa al IX Salone di Artisti Nazionali di Bogotá dove espone tre opere: tra cui Adagio e La studentessa morta.
glia del Consiglio Mondiale per la Pace e presso l’Accademia per le Belle Arti di Mosca espone venticinque acquerelli. Durante questo periodo si dedica ai viaggi nel suo paese. In Urabá visita i terreni agroindustriali dell’impresa Triplex Pizano nel l968; sul litorale atlantico visita Barranquilla, Santa Marta e Riohacha, nel l969. Viaggia a Turbo nel l972; a Bahía Solano nel l973 per conoscere le foreste del Chocó, le spiagge dell’oceano Pacifico e le montagne del Baudó; ad Anorí, sua terra nativa, arriva per la prima volta nel l976, per ricevere un omaggio da parte dei suoi compaesani e nel l981 va a Manizales per partecipare alla presentazione del libro Due valori di Antioquia la Grande, nonché a Bogotá per la presentazione del libro Pedro Nel Gómez, edito congiuntamente dalla Banca Centrale Ipotecaria, dalla Banca della Repubblica Colombiana e dalla Compagnia Centrale delle Assicurazioni.
Tra il mese di marzo ed il mese di aprile del l951 si è tenuta una mostra di pittura in omaggio a Pedro Nel Gómez presso la “Sala Rendón” del Museo di Zea. In occasione di questa mostra la cui tematica è impostata sui fiori nazionali, hanno partecipato, oltre al Maestro, le sue discepole Jesusita Vallejo de Mora Vásquez, María Uribe Isaza, Laura Restrepo de Botero, Anna Fonnegra de Isaza, Graciela Sierra ed Emilia Gonzalez de Jaramillo.
Un fatto rilevante di questo periodo è la costituzione della Fondazione Casa Museo Maestro Pedro Nel Gómez, avvenuta il 15 novembre l975.
Onoreficenze: Oltre ai premi artistici ottenuti nel l948 e l949 Pedro Nel Gómez è insignito nel l967 della “Stella di Antioquia” nonché dell’“Ascia Simbolica” da parte del Comune di Medellín.
Murali Nel l970 dipinge gli affreschi l’Urto delle due onde e l’Uomo vince la legge della gravità, destinate ad ornare le pareti laterali dell’Aula Magna dell’Università Nazionale, sede di Medellín, i quali ricoprono una superficie di 24 mq ognuno.
Periodo tardivo (1969-1984)
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Nel l976 la Camera di Commercio di Medellín gli commissiona per la nuova sede la realizzazione del murale Radici economiche e biologiche dello sviluppo della Provincia di Antioquia. Durante lo stesso anno dipinge, sulla parte superiore del cortile stile pompeiano della Casa Museo, il Combattimento Mitico tra Minatori e Patasolas.
l periodo tardivo è caratterizzato da una produzione artistica di risvolti formali e di qualità disuguale. Non esiste un avvenimento chiaro che abbia influito sull’inizio del periodo finale della produzione artistica. Tuttavia, gli alti e bassi con riferimento alla qualità artistica delle sue opere si fa più marcata nel periodo seguente alla conclusione dei murali destinati all’Università di Antioquia nel l969.
Durante gli anni l979 e l980 dipinge il murale che comprende una superficie di 72mq denominato Omaggio all’intelligenza del popolo di Antioquia da collocare nelle sale di consultazione della Biblioteca Pubblica Pilota di Medellín.
Durante questo periodo, Pedro Nel Gómez svolge diverse attività. Nel l967 ottiene la sua pensione relativa al lavoro svolto presso l’Università Nazionale, ma prosegue come professore di vari corsi fino all’anno l981 quando lascia definitivamente l’attività della docenza per dedicarsi soltanto alla produzione artistica.
Nel l980 inizia l’affresco denominato l’Insurrezione dei “comuneros” a Guarne, opera suscettibile di essere smontata, la prima nel suo genere in Colombia e probabilmente nel mondo, di proprietà della Banca Santander.
Nel l978 viaggia a Mosca dove partecipa alle sessioni preliminari del Convegno Internazionale sulla Pace. Lì conosce città come Stalingrado (Volgogrado) e Yalta, visita Mosca ed il Museo l’Hermitage dove si trovano ospitate alcune opere di Rembrandt e due Madonne di Leonardo da Vinci. Gli viene riconosciuta la Meda-
Nel l982 conclude l’affresco denominato la Danza frenetica, destinato a far parte delle opere inserite sulla parte superiore del cortile pompeiano, e gli affreschi 24
Il Cercatore d’Oro annegato ed I Disoccupati, inseriti sempre nello stesso cortile, sulla parte inferiore.
Pittura Nel l984, dietro invito del governo nazionale, partecipa al Salone dei Pittori Colombiani, da tenersi presso il Museo Nazionale di Bogotá.
Scultura Durante questo periodo scolpisce opere in diversi materiali. Tra il 1970 ed il 1974 realizza per la Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università Nazionale, sede di Medellín, l’opera denominata Il Totem dei miti della foresta, che consiste in un insieme complesso di sculture, di tipo monumentale ed unitario, costituito da cinque statue in marmo che rappresentano i principali miti della cultura popolare colombiana, e che sono: La Patasola nel l972, che è il primo dei miti che compare nella sua opera; El Gritón scolpito nel l972; La patetarro (1972-1973); La Llorona (1973-l974); e l’Androginia (1973-1974).
te della Repubblica, Alfonso López Michelsen. Durante lo stesso anno riceve l’onoreficenza “Cordone del Tricentenario”, nel grado oro, da parte del Consiglio Municipale di Medellin e la “Medaglia della Pace”, concessa dal Consiglio Colombiano per la Pace. Nel l977 l’Università Autonoma Latinoamerica gli attribuisce la Laurea Honoris Causa in Scienze Umane. Un anno più tardi l’Istituto per l’Integrazione Culturale conferisce a Pedro Nel Gómez, a Joaquín Vallejo Arbeláez, a Ramón de Zubiría, nonché alla Fondazione per l’Educazione Superiore (FES) l’onoreficenza chiamata “Lavoratore di Cultura”.
Tra il l978 ed il l979 scolpisce su marmo il Mercurio, dio del commercio e Le tre ricchezze, opere queste destinate ad essere ospitate nella sala principale della Camera di Commercio.
Nel l978 riceve la Medaglia del Consiglio Mondiale per la Pace, nonché l’onoreficenza “Ordine Camera di Commercio di Medellín, 75 anni”. Da parte sua, il Comune di Medellín gli consegna nel l979 il premio “Porfirio Barba Jacob”.
Nella collezione che si trova presso la Casa Museo sono state conservate: la scultura in legno denominata La cercatrice d’oro del l970, La cercatrice d’oro malinconica, scolpita in marmo di Carrara, realizzata nel l971, la scultura in legno chiamato Gruppo di cercatori d’Oro del l980 (incompleta) la scultura in legno il Diogene, del l983, e la scultura in legno Nudi a riposo, iniziata nel l984 (incompleta).
Nel l983 riceve la “Medaglia al Merito” dell’Università Nazionale di Colombia , secondo la Risoluzione 127 del 14 settembre l983, emessa dal Consiglio Superiore Universitario. Ed infine, nel l984, riceve il premio “Contributo all’Arte Nazionale”, concesso dall’Istituto Colombiano di Cultura (Colcultura) motivato dalla donazione dell’opera per il Salone dei Pittori Colombiani del Museo Nazionale.
Onoreficenze: Nel l970 riceve il premio dell’Istituto Colombiano di Cultura per le Arti Plastiche e durante lo stesso anno il Consiglio Superiore Universitario dell’Università Nazionale gli conferisce il riconoscimento di “Professore Emerito” dell’istituzione. Nel l971 riceve un Diploma di Congratulazione dove vengono esaltati i meriti come riconoscimento, da parte dell’Università di Antioquia e della Prefettura. Poi l’anno successivo, la Società Colombiana degli Architetti gli conferisce il premio “Onore al Merito”. Nel l974 riceve da parte della Società Antioqueña degli Ingegneri (SAI) la medaglia “Juan de la Cruz Posada”, in qualità di Socio Emerito della SAI”. Nel l975 il Governo nazionale gli concede la distinzione “Croce di Boyacá”, consegnata a mani del presiden25
TEMATICHE e GENERI
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ell’insieme della sua opera, è rilevante l’interesse di Pedro Nel Gómez per gli argomenti che hanno a che vedere con la vita del paese e più precisamente con quelli avvenimenti che gli sono stati contemporanei. In primo luogo compaiono gli argomenti di tipo economico, con numerosi spunti che riguardano lo sfruttamento delle risorse minerarie come l’oro, ed altri argomenti legati alle risorse idroelettriche del paese, all’industrializzazione dello stesso, con particolare interesse all’industria di tipo tessile ed allo sviluppo delle reti ferroviarie. In questo gruppo di produzione artistica è facile osservare la varietà delle risorse naturali del paese, la flora e la fauna, a volte espressi nelle tematiche delle nature morte, dei frutti, degli animali, nonché in paesaggi di diverse modalità.
In secondo luogo compaiono gli argomenti di natura sociale che riguardano i fenomeni della colonizzazione, migrazione, violenza, industrializzazione, espansione urbana e sviluppo scientifico tecnico nazionale e mondiale, come gli effetti delle radiazioni. Bisogna pure rilevare il suo interesse per la biologia nazionale ed americana, che si riflettono nella ripetitività della figure femminili, come cercatrici d’oro, oppure madri e miti.
pittorici cercano di rappresentare le varie forme della cultura regionale, svelando e tratteggiando la costruzione di una identità nazionale, identità questa di radici polimorfe, di ascendenti indigeni, di eredità della cultura occidentale greco latina, di forme autoctone elaborate e consacrate dalle tradizioni popolari regionali nei miti e nelle leggende, che rivestano tanta importanza quanto quella delle altre manifestazioni culturali che assomigliano a codesta identità.
In terzo luogo il Maestro è solito sviluppare argomenti di natura politica, che denotano un punto di vista ed un criterio personale di fronte al presente ed al futuro della nazione, con particolare riguardo agli argomenti che riflettono la filosofia di uno stato repubblicano, le sue guide, gli amministratori e gli ideologi dello stesso.
Ecco alcuni generi e motivi ripresi nella sua opera: Ritratti: in questo genere l’artista plasma, tramite il suo linguaggio artistico e le possibilità delle tecniche utilizzate, un’interpretazione del personaggio in cui intende penetrare, cercando di rilevare in esso non tanto la veridicità descrittiva del modello, quanto il suo carattere ed alcuni tratti espressivi e dinamici della personalità. Di fronte ai personaggi che compaiono nelle sue opere, diceva il Maestro: “Io non ho scelto il tipo umano che compare nella mia pittura. Io l’ho preso dalla realtà, nel convincimento che esso contiene i tratti della nostra gente e potrebbe ben rappresentare sia il minatore, il contadino che si occupa dei campi, il professore, oppure quello che governa” 6.
Un quarto posto viene occupato dagli argomenti di tipo culturale relazionati da una parte ad una visione del cosmo, di taglio scientifico tecnico, che servono di base alla spiegazione della realtà, e dall’altra parte ad una impostazione antropologica e sociologica dei simboli creati dai gruppi umani, i quale trovano la loro più complessa ed elaborata espressione nei miti, nella religione e nell’arte. Nel primo caso i motivi pittorici degli affreschi e delle acquerelli raccontano il progressivo avanzamento della razionalità scientifica propria della cultura occidentale ed il correlativo sviluppo della tecnologia. Nel secondo caso, i motivi plastici o
GOMEZ, Pedro Nel, Carlos Jiménez Gómez ed Otto Morales Benítez, Pedro Nel Gómez, 2° edizione, Bogotà, Villegas Editores, l986.
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Nature Morte: sono composizioni strutturate da oggetti, fiori, frutti ed animali, che fanno parte della ricchezza esuberante delle nostre montagne andine e delle nostre foreste, dipinte con colori brillanti e luci tropicali.
alti funzionari dello Stato, ideologi, filosofi, intellettuali, letterati, accademici. La sua opera lascia intravedere alcuni processi socioeconomici vissuti dal popolo colombiano, come la trasformazione del regime coloniale verso l’economia di tipo capitalista ed industriale, con conseguente sviluppo tecnologico ed urbanistico: le ferrovie, la draga per lo sfruttamento industriale dell’oro e la produzione manifatturiera dei tessuti; i processi di migrazione; le lotte politiche dei partiti il cui scenario è stata la decade degli anni quaranta e cinquanta con i conseguenti effetti per le famiglie colombiane; ed infine la violenza contro la vita, frutto delle radiazione e delle bombe atomiche durante le guerre, nonché i pericoli degli effetti dei prodotti tecnologici derivati dalla ricerca scientifica. Nei murali e negli acquerelli preparatori, molti di questi fatti e personaggi guadagnarono dimensioni monumentali che contribuirono al rafforzamento del suo carattere plastico e traggono dal suo carattere di scultura la sua vocazione a servire da documento storico da trasmettere alle generazioni in avvenire.
I Paesaggi, le situazioni familiari e quotidiane: hanno costituito dei motivi per la sua pittura e sono state riprese da diversi momenti della sua vita familiare e quotidiana, in circostanze varie, sullo scenario delle strade oppure durante i suoi viaggi; la maggior parte di loro sono acquerelli e molti di questi sono stati reinterpretati successivamente nei murali e negli olii. Esprimono un modo personale, affettuoso e talvolta intimo di cogliere la realtà circondante e l’uomo all’imprevisto. La Maternità: dove il Maestro raffigura la donna madre, come un emblema della ricchezza biologica e dell’espansione demografica del popolo di Antioquia e colombiano e costituiscono a sua volta un rendere omaggio alla vita. Cercatori d’Oro e Cercatrici d’Oro: costituiscono pure delle figure emblematiche che intendono valorizzare il carattere dei pionieri dello sviluppo economico della provincia e del paese: i cercatori dell’oro, i quali con il suo primitivo e duro lavoro nei fiumi, negli scavi, nelle aspre zone della foresta hanno contribuito a dare le basi per la ricchezza della provincia, a favorire i processi della colonizzazione, nonché a creare alcune tradizioni popolari, poi raccolte e tradotte in miti e leggende. Per il Maestro Pedro Nel, i ricercatori d’oro sono eroi nazionali che meritano un’espressione plastica perché simboleggiano la vitalità, la forza, l’imprenditorialità e la tenacia di una classe mineraria e del popolo “antioqueño” di fronte alla natura, esposto alle inclemenze del clima e del tempo, ai pericoli che offrono le aggrovigliate foreste, dovuti alla presenza di animali selvatici e di fiumi indomiti.
I miti. È uno degli argomenti di maggior importanza nell’opera dell’artista. Ammiratore della cultura greco latina, Pedro Nel Gómez comprende il carattere universale e la funzione sociale ed etica che compiono i miti nel vissuto dei singoli e dei popoli. Riprende alcuni miti svariati delle tradizioni popolari in Antioquia, con particolare riferimento a quelli che provengono dalle zone miniere, cercando di paragonarli ai miti greci, stabilendo dei paralleli e delle somiglianze che consentano di legittimarli e di portarli all’espressione plastica ed il tutto per trarre alla luce un tratto originale ed autoctono della nostra identità culturale. Li elabora in questo modo: 1.- La Llorona (Donna piagnuncolona), ritenuta la custode della foresta. Figura millenaria nei miti americani, il suo grido può essere interpretato come un presagio, un avvertimento oppure l’espiazione di una colpa. È il mito della vegetazione e la voce della terra. 2. La patasola (La Monogamba), figura mitica dell’America tropicale, paragonabile alla bacante7 greca, personificata in una donna terribile, con un solo piede, che girovaga per le foreste in compagnia dei serpenti e delle gazzelle, e di altri animali come il gufo ed i ranocchi. Costituisce la personificazione della forze della foresta. 3. La patetarro (La gamba di lattina) caratterizzata per avere una gamba con la cancrena la cui estremità è stata inserita dentro un pezzo di giunco e che nella mitologia greca
I Fatti sociali e storici della vita della nazione colombiana: sono stati interpretati plasticamente nella vasta opera di Pedro Nel Gómez. Sono stati rappresentati episodi relativi alle lotte per l’indipendenza nel secolo IXI, ed altri fatti, momenti o processi della vita repubblicana del secolo XX, i quali vengono abbinati ai personaggi più rilevanti della storia nazionale. Vengono inclusi alcuni precursori della Repubblica come Galán ed i “comuneros” di Santander e di Guarne, l’eroe Simón Bolívar, alcuni presidenti della repubblica ed
7. Bacante, sacerdotessa di Baco, dio del vino secondo la mitologia greca, figlio di Zeus e di Semele. Donna che celebra le festività bacanali. In senso figurato donna impudica, ubriaca e lussuriosa.
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ASPETTI FORMALI E TECNICI DEI MURALI
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ell’insieme dell’opera è possibile apprezzare il modo in cui il Maestro ha risolto i problemi della composizione a grande scala: la costruzione delle figure, la novità dei tratti, il trattamento dei volumi, i rapporti scalari, la dinamica dei ritmi ed il carattere espressivo; i valori pittorici e plastici che introduce; la complessità delle sequenze spaziali, la sua funzione strutturale ed architettonica sia interna che esterna, il carattere descrittivo, narrativo, allegorico, simbolico o mitico degli elementi oppure degli insiemi.
equivale alla Furia8. Rappresenta la furia americana che incarna la vendetta e che esala un tale fetore da contaminare la regione. 4. El gritón (L’Urlatore) è una specie di fauno americano che personifica gli uragani e le tormente, il cui grido risuona nelle montagne, nei burroni e sui rilievi rocciosi. 5. La androginia. Si riferisce al mito universale che integra le caratteristiche maschile e femminili sulla stessa persona. Pedro Nel Gómez ritiene che questa figura può avere le proprie radici nelle sculture di tipo “agostiniano” che si trovano sull’Alto Magdalena e che viene rappresentata con tre figure: la figura maschile sul primo piano, assoggettata dalla figura femminile dominante, entrambe incoronate dal Condor delle Ande oppure da un ave della foresta. Oltre alla presenza degli elementi maschili e femminili sul suolo americano, il mito fa riferimento alle società matriarcali arcaiche.
ASPETTI TECNICI. La tecnica murale degli affreschi: la pittura sui muri si può realizzare tramite procedure diverse e con materiali vari. Si possono applicare carbone, pigmenti organici oppure minerari per disegnare da semplici tratteggiamenti, stampati o graffiti, fino alle immagini più complesse su argomenti vari con o senza pretesa artistica. Altresì è possibile utilizzare le superfici grezze oppure preparate con diversi trattamenti a seconda del fine, della resistenza oppure della durata che s’intende imprimere all’opera. Una delle tecniche più complesse per fare dei murali artistici è quella del “buon affresco” oppure “murale affrescato” praticata dai vari popoli ed in epoche diverse. Questa tecnica è adoperata nell’Europa del Rinascimento durante i secoli XIV e XV da grandi esponenti dell’arte come Giotto, Masaccio, Mantegna e Michelangelo. Durante la sua permanenza in Italia, il maestro Pedro Nel Gómez ha occasione di apprezzare le procedure usate per il restauro di alcune opere e s’interessa ad imparare i metodi ed il trattamento dei materiali per elaborare opere che durino nel tempo.
Le forze cosmiche. È costituito da un gruppo di opere dove appaiono donne nude, in procinto di un avvicinamento oppure possedute da un fenomeno cosmico, in genere luminoso, a forma di nuvola, di raggio, di lampo, di pioggia d’oro oppure da Zeus incarnato in qualche animale che potrebbe essere una gazzella, un serpente, un toro, che le feconda e contribuisce a generare vita. Nel suo interesse per il mito, per lo sviluppo biologico della nazione, per l’espansione della vita, per valorizzare la maternità e per l’ammirazione della donna, l’artista trova nel tema mitologico delle trasformazioni di Zeus uno strumento per sedurre dee e quasi dee , per fecondarle e generare vita, una risorsa plastica ed allegorica di prim’ordine che gli consente di affermare la sua tesi della provenienza della vita a partire da quella del cosmo.
La tecnica si denomina “affresco” perché richiede che la pittura di colori minerali con i quali si disegnano i motivi pittorici si debba applicare su una superficie umida, prima che questa venga asciugata. È una tecnica molto simile all’acquerello, però un po’ più complessa, e che richiede da parte dell’artista una maggior pianificazione, che richiede molta cura nella scelta dei materiali nonché nella preparazione delle superficie su cui si deve intervenire.
8. Le Furie o spiriti vendicativi sono delle divinità romane equivalenti alle tre Erinie della mitologia greca. Tisifone (la vendicatrice dei crimini), Megera (quella della gelosia) ed Alecto (sempre inferocita). Queste dee sono state per gli uomini le più terribili delle cristure preOlimpiche. Il loro lavoro consisteva nel tormentare quei colpevoli di crimini contro l’ordine sociale, particolarmente i crimini di sangue commessi contro la famiglia.
Per superare i problemi noti nei processi di restauro degli affreschi italiani ed approfittando del suo bagaglio ingegneristico, Pedro Nel Gómez introduce alcuni 28
materiali e procedure nella preparazione dei muri. Riesce ad adattare la pittura all’affresco alle condizioni dell’ambiente tropicale ed americano, introduce alcuni miglioramento nel condizionamento fisico e chimico dei materiale per raggiungere una maggior tenuta delle superficie, una resistenza maggiore ai movimenti sismici nonché al clima, l’impermeabilità e la penetrazione dei pigmenti nella procedura della carbonatazione allo scopo di ottenere una maggior durata e stabilità.
Il primo, il rinzaffo, da tre o quattro centimetri di spessore, si potrà applicare su una rete metallica per raggiungere una maggiore tenuta. È composto di sabbia di marmo oppure di sabbia di fiume, mortaio di calce spenta, cemento bianco e “cabuya” (pianta della famiglia dell’aloe) macinata. Il secondo, di un centimetro di spessore, è costituito da un mischio di calce e di sabbia fine.Su questo strato si trasferiscono le figure tracciate sui cartoni, con l’uso del carbone oppure adoprando il colore minerale rosso di Venezia. Il disegno finale si chiama sinopia. Il terzo strato, chiamato intonaco, è uno strato molto fine costituito da calce e da sabbia polverizzata che si applica sulla sinopia raggiungendo la sua visualizzazione. Si applica per parti, per consentire che sulla superficie umida venga dipinto il murale definitivo. Su questo strato è possibile disegnare con un colore verde pallido e l’applicazione della pittura si dovrà fare a grandi pennellate sature di colore, le quali dovrebbero essere alleggerite con l’acqua distillata per raggiungere i volumi ed i toni desiderati, a man mano che il murale cominci ad asciugarsi e si produca la carbonatazione (fusione dei pigmenti con le calci). Nello stato umido, l’intonaco è un idrossido di calcio che dopo l’asciugatura si trasforma rapidamente in carbonato di calcio, praticamente in un marmo. L’artista deve approfittare il suo stato umido per fissare i pigmenti e facilitare la penetrazione e di conseguenza dovrebbe suddividere il lavoro in varie tappe, in varie giornate che richiedono abilità nell’esecuzione ed un accurato controllo del tempo di asciugatura.
In molti casi la realizzazione di una pittura all’affresco richiede: 1.- L’elaborazione di un modello plastico, progetto a scala ridotta, sul quale è possibile visualizzare in anticipo la disposizione degli elementi dell’insieme, nonché la sua integrazione allo spazio architettonico. Da corredare preferibilmente ai bozzetti in acquerello per studiare il comportamento della luce, i colori, la dinamica ed il loro ritmo, nonché per prevedere la misura e proporzioni delle figure, tenendo in considerazione la prospettiva e la distanza focale dall’osservatore. 2.- I cartoni: una volta che sono stati definiti gli argomenti e le figure, questi si trasferiscono su cartoni che poi verranno calcati sui muri utilizzando una squadra o strumento di proiezione. Per questo potrebbe essere utile la carbonella e le figure dovranno avere le dimensioni reali che avranno sul murale. 3.- Preparazione del muro: il muro di supporto dev’essere in cotto e su questo verranno applicati tre strati.
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FONDAZIONE CASA MUSEO MAESTRO PEDRO NEL GOMEZ
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l 15 novembre l975 è stata costituita la Fondazione Casa Museo Maestro Pedro Nel Gómez, allo scopo di conservare la casa, la sua tradizione artistica, bibliografica e documentaria, come patrimonio culturale e artistico della città e del paese. La residenza possiede all’incirca centosessanta metri quadri di murali dipinti con la tecnica degli affreschi, duemila acquerelli, disegni, bozzetti, olii e progetti, qualche scultura, cinquemila documenti all’incirca, duemila libri, alcuni album fotografici, ecc., conservati grazie alla collaborazione e donazioni fatte dal Maestro e dalla sua famiglia. Questa idea, vivamente caldeggiata da sua moglie Giuliana Scalaberni (1901-1964), riesce finalmente a costituirsi in un patrimonio reso usufruibile e gestito da una fondazione senza scopo di lucro, riconosciuta legalmente tramite delibera numero 011211 del 24 dicembre l975, governata da un’assemblea generale, da un consiglio direttivo e da un direttore, secondo le disposizioni degli statuti.
La biblioteca della Casa Museo Maestro Pedro Nel Gómez conserva all’incirca quattromila pubblicazioni nazionali e straniere, nonché all’incirca cinquemila documenti che fanno riferimento alla vita ed opera dell’artista. Tra l’enorme quantità di documenti si conserva la corrispondenza personale, la copia del contratti stipulati con persone oppure con enti in relazione all’acquisizione di beni, prestazione di servizi oppure realizzazione di opere d’arte, alcuni scritti inediti del Maestro, manoscritti ed incisioni magnetofoniche relazionate ad interviste e monologhi nei quali vengono espresse alcune idee sulla storia dell’arte e sui propri progetti artistici.. Si conservano pure alcuni album contenenti fotografie familiari, processi artistici nonché opere realizzate, un ingente materiale in diapositive, oltre alla maggior parte dei progetti murali realizzati in diverse città della Colombia, corredati dei relativi cartoni ed acquerelli preparatori. Esiste pure un amplio inventario sulla sua opera nonché una vasta compilazione di articoli giornalistici ed apparsi su riviste, che trattano degli elementi autobiografici fino ai suoi punti di vista in merito ai fatti relativi all’arte, non solo nell’ambito nazionale, ma anche mondiale.
Gli obbiettivi della Fondazione consistono fondamentalmente nella conservazione e diffusione dell’opera del maestro Pedro Nel Gómez ed in secondo luogo nella prestazione di servizi di gestione e di promozione di attività artistiche e culturali, di abilitazione, di consulenza e ricerca congiuntamente alle varie istituzioni pubbliche e private della regione e del paese. Per i visitatori, per il pubblico in generale, per gli studenti, per gli artisti e ricercatori, la Casa Museo è in grado di mettere a disposizione i seguenti servizi:
Biblioteca Giuliana Scalaverni
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n essa si conservano i testi che facevano parte della biblioteca del Maestro, l’emeroteca personale e le nuove collezioni che comprendono enciclopedie, testi scolastici e giornali.
Sale per Mostre
Benché la biblioteca sia specializzata in arte, architettura, letteratura ed argomenti affini, in funzione del servizio che deve prestare alla comunità educativa del settore, sono state ampliate le collezioni relative ai testi scolastici.
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e varie stanze della Casa Museo sono state messe a disposizione dall’artista affinché servissero da sale per l’esposizione della sua opera. Attualmente le stes-
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se conservano le denominazioni attribuite dal Maestro. Queste sono:
del vulcano Vesuvio nell’anno 79 d.C., le cui residenze e palazzi si trovavano riccamente ornati di pitture murali e di mosaici. Gli affreschi dei muri del cortile pompeiano sviluppano, in linguaggio figurativo, fatti svariati e punti di vista dell’artista in merito alla nostra cultura ed alle sue origini. Questi murali sono stati dipinti in periodi diversi, a partire dal l950 e fino al l982, consentendo in questo modo l’apprezzamento dell’evoluzione tematica e formale della pittura dell’artista.
Hall degli artisti. Presenta opere di tematiche varie. In questa è possibile ammirare alcuni ritratti ed opere relativi ai cercatori e cercatrici d’oro, allegorie ed interpretazioni mitiche ed opere relative ad argomenti di natura sociale che corrispondono ai vari periodi. Stanza dell’artista: in questa sala vengono esposte opere di gran valore affettivo per il maestro, accanto ai ritratti dei sui cari. È possibile apprezzare quadri di tematiche varie, realizzati con diverse tecniche.
Sulla parte alta della Casa Museo si trovano due grandi murali: il Combattimento mitico tra minatori e “patasolas”, del l987, la cui composizione circolare imprime forza e dinamismo allo sviluppo ritmico delle figure danzanti e contribuisce alla creazione di un insieme dinamico di colori forti che serve da supporto formale per comunicare il carattere pristino, collettivo e mobile dei primi minatori, di fronte alla voragine ed ai pericoli della foresta e dei suoi miti e leggende. L’altro murale denominato Danza frenetica, del l982, presenta nella dinamica dell’insieme, la danza come rito sociale di ritrovo, di tensione di forze, di liberazione e di celebrazione.
Sala Giuliana: in questo spazio si rende omaggio a sua moglie, la quale oltre ad essere la sua compagna di vita e madre dei figli, ha costituito un solido appoggio morale e critico per il Maestro, dovuto alla sua ampia cultura, sensibilità e visione artistica. È stata lei a saper capire l’ostinata vocazione artistica di Pedro Nel Gómez, è stata lei ad apprezzare ed intuire il valore della sua opera, nonché a stare al suo fianco a volte come modella, altre volte come critica e consulente, la maggior parte delle volte come assistente ai processi creativi, sempre come custode della sua produzione ed infine come ispiratrice della creazione di un Museo che adesso è patrimonio della Nazione e monumento per la salvaguardia delle sue creazioni artistiche. In questa sala si trovano quadri con motivi allusivi alla maternità sui quali compare la signora Giuliana come modella. Vengono esposti alcuni ritratti suoi, olii ed acquerelli, pitture con tematiche relative alla sua vita familiare ed un bronzo commemorativo in occasione della sua morte. Nella sala si conservano alcuni oggetti e mobili che facevano parte della residenza familiare.
Sala per i raduni con i gruppi degli amici: era il luogo dove il pittore incontrava gli amici. Lì si trovano ritratti di alcuni amici e compagni di gruppo, come il filosofo e scrittore Fernando González, il poeta León de Greiff ed il quadro Omaggio a Rendón, sul quale compaiono personaggi di rilievo nel panorama cultura ed artistico colombiano. Si trovano pure altri ritratti di persone che hanno fatto parte della vita familiare ed artistica, nonché alcuni strumenti di lavoro utilizzati dall’artista per la creazione della sua opera. Studio dell’artista: incorniciato dal murale Omaggio al popolo antioqueño del l940. In questo luogo vengono esibiti, a scopo didattico, le varie tappe di esecuzione del processo murale, che comprendono dal momento dell’ideazione sui disegni, bozzetti ed acquerelli, per poi passare alla preparazione del muro, al disegno dei cartoni, fino al culmine della produzione dell’opera. Per il Maestro, un murale costituisce “una pagina aperta di fronte al popolo, il quale la leggerà tutti i giorni senza accorgersene ed intavolerà un dialogo con essa che lo riempirà di grandi speranze”.
Sala Juliano: dedicata alla memoria del figlio maggiore. In questa sala vengono esposti alcuni paesaggi europei e colombiani, di periodi e tecniche diverse; occasionalmente viene utilizzata per l’esposizione di opere su altre tematiche. Sala dei disegni: in questa sala vengono esposti lavori di diversi periodi e tematiche che consentono di apprezzare la fermezza dei tracciati, l’intonazione volumetrica, il senso delle proporzioni ed il carattere costruttivo delle sue figure. È stata pure adibita a sala rotatoria per facilitare il rinnovo delle esposizioni relative alle varie raccolte.
Sala delle sculture: in questa sala si trovano alcuni strumenti di lavoro, modelli plastici, incisioni in legno ed in marmo, acquerelli ed olii relativi alle sculture, che presentano argomenti legati alla condizione degli indios, ai miti, nonché ai cercatori d’oro,
Cortile Pompeiano: è stata battezzato così in onore della città italiana di Pompei, distrutta dall’eruzione 31
tra gli altri; lì si trovano i modelli plastici in gesso delle teste allegoriche delle repubbliche, che corrispondevano al progetto della Fonte delle Americhe del l943, alcuni acquerelli di La Patasola, La Androginia, La Llorona, El gritón, La Patetarro, tutte del l970. Le sculture in legno La cercatrice d’Oro e La Cercatrice d’oro malinconica eseguite in marmo di Carrara nel l971, la scultura in legno il Gruppo di cercatori d’oro del l980 (incompleta) e la scultura in legno del Diogene del l983.
rali ed artistiche, nonché per la proiezione di filmati e videi. Programmi di abilitazione Visite guidate: è un servizio che offre permanentemente la Casa Museo ai suoi visitatori e che si effettua con l’appoggio di personale altamente qualificato, disponibile presso l’Istituzione. Programmi privati d’istruzione: laboratori e programmi di abilitazione in arti applicate per bambini, giovani e adulti.
La Grande Sala: dove vengono esibite un grande numero di opere di svariata tecnica, alcuni progetti murali, architettonici, urbanistici, nonché alcune fotografie, documenti e testi che contribuiranno a definire il profilo artistico del maestro Pedro Nel Gómez. La varietà dei lavori corrisponde a diverse epoche e mette in rilievo i vari argomenti, tematiche e problematiche formali che sono state oggetto di preoccupazione da parte dell’artista.
Programmi d’aggiornamento: Programmi di aggiornamento pedagogico in arti, realizzati in collaborazione con enti statali o privati e rivolti agli insegnanti della scuola elementare e secondaria. Altri servizi La Casa Museo offre servizi di incorniciatura, conservazione, restauro e bonifica di opere d’arte, certificazione e valutazione delle opere del maestro Pedro Nel Gómez ed infine la stessa ha a disposizione un parcheggio vigilato.
Auditorio L’auditorio ha capacità per ottanta persone e questo spazio è ideale per la realizzazione di attività cultu-
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
Carli, Enzo. Pedro Nel Gómez scultore, centrooffset, l978 Correa, Carlos. Conversazioni con Pedro Nel, prologo di Miguel Escobar Calle, Medellín: Direzione di Cultura, l998. 219 p. (Col. Autori di Antioquia, Volume 119) Gaviria G., Jesus. Pedro Nel Gómez: gli anni europei, testi di Jesús Gaviria Gutiérrez e Miguel Escobar Calle. Medellín. Fondo Editoriale Università Eafit, l999. 128 p Manizales. Ufficio di Governo di Caldas. Due valori dell’Antioquia Grande. Manizales. Imp. Dalla Provincia, l981. 500 p. (Biblioteca di scrittori di Caldas) Morales Benítez, Otto. “Pedro Nel Gómez, il pittore della patria”. Rivista Nuova Frontiera,Bogotá: N° 29, agosto l978 Oberndorfer, Leni. Pedro Nel Gómez pittore, scultore ed amante, Medellín: Provveditorato agli Studi ed alla Cultura, Medellín, 1991, Volume I e II Pedro Nel Gómez, Carlos Jiménez Gómez ed Otto Morales Benítez, Pedro Nel Gómez, 2a Edizione, Bogotá, Villegas Editori, 1986. Pineda Botero, Alvaro. “Pedro Nel Gómez”. Rivista Pluma, Bogotá, 4 (25): P. 45-58, Dicembre l980 Ruiz, Dario. “Pedro Nel Gómez, Fondazione di una realtà”. Giornale Il Popolo, 18 maggio 1975 Ruiz, Darío. “La realtà come problema”. Giornale Il Mondo, Medellín: 4 luglio 1979 Ruiz, Darío. “L’opera del Maestro Pedro Nel Gómez costituisce la storia dei nostri conflitti”Rivista SAI, Medellín: Vol. 1, N° 6, aprile-maggio
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I WAYUU Un’etnia india di pescatori nomadi che conserva la sua autonomia di Nazione indigena. Mostra esemplificativa realizzata in collaborazione con Waltler Guerra Curvalo e il Banco de la República di Bogotá
LIVELLI DI INSEDIAMENTO WAYUU A partire delle relazioni spaziali tra le diverse unità politiche e sociali Wayuu è possibile identificare almeno tre livelli di insediamenti tradizionali:
festano apertamente la loro ricca toponimia poiché si designano con nomi diversi come Kaitama’ ana, da Ka’i : Sole e tama’ ana: avere, appropriarsi, (quindi si tradurrebbe Terra che è ha il sole). La Patria Wayuu può avere nel suo territorio diversi vicinati o agglomerati di capanne.
La patria dei Wayuu, o Wwoummainpaa: “la nostra terra fin dal passato”, corrisponde ad una estensione geografica socializzata e culturalizzata da uno o più gruppi di parenti uterini che l’identificano come luogo di appartenenza; questa può avere un elastico senso di esclusività negativa alla quale sono soggetti i gruppi familiari Wayuu rimanenti. Nella patria Wayuu si trovano i cimiteri, le abitazioni, le fonti d’acqua, i pascoli, la caccia, l’agricoltura e la raccolta, secolarmente sfruttata dall’unità o le unità sociali e politiche dei Wayuu che le abitano. Le patrie Wayuu mani-
Il vicinato o agglomerato è un insieme di case nelle quali si trovano persone unite da legami di sangue e affinità. Il livello di collaborazione economica qui è molto più ristretto. Il vicinato possiede anche un nome che corrisponde al posto specifico in qui si trova il livello di insediamento. Per esempio possiamo assicurare che i vicinati di Potki, Perama’ana, Malakali, ecc. appartengono alla Patria dei Wayuu dei Musichi situata nella zona costiera del Municipio di Manaure.
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biente facendo interagire in armonia tradizione e “novità” per sopravvivere.
L’
etnia Wayuu è una delle poche, in tutto il continente americano, che ha resistito alla dominazione europea. Discendenti degli indio “Arawak” delle Guayanas i Wayuu erano, in tempi preispanici, una tribù nomade di cacciatori, raccoglitori e pescatori. All’inizio del XX secolo si stabilirono nel territorio più arido di tutto il Caribe: la penisola colombiana chiamata “La Guajira” ed erano già una comunità seminomade di pastori. Oggi la siccità sempre più frequente, che ha reso la loro attività sempre più difficile e poco redditizia, ha costretto le tribù Wayuu ad un’emigrazione di massa verso i centri urbani. La rivoluzione dei sistemi di comunicazione, inoltre, ha posto fine all’isolamento durato tanti secoli. Oggi la società Wayuu conta circa 150.000 indigeni ed è la seconda etnia del paese, è una società culturalmente ed economicamente eterogenea: una cultura vigorosa e dinamica che ha cambiato ed ha adattato se stessa all’am-
La parola “ Guajiro” ha distinto gli indigeni della penisola de La Guajira fino al finale del XVI secolo, finchè si estese a tutte le popolazioni che si erano stabilite a nord del fiume “Hacha”. Già nel 1621 Fray Pedro Simòn usava il termine per alludere a una nazione non soggetta alla dominazione spagnola e nel cui territorio esistevano tanti indigeni. Nonostante gli interminabili termini che hanno usato i cronisti e i viaggiatori per definirli, i membri di questo gruppo etnico si autodefiniscono fino ad oggi con il termine Wayuu, che significa persona. All’incirca trecento mila individui appartenenti al popolo dei Wayuu risiedono nelle aree rurali ed urbane del dipartimento della Guajira in Colombia e nello Stato di Zulia in Venezuela. Questo è il gruppo indigeno più numeroso in entrambi i paesi.
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formazione universitaria, di persone bilingue e monolingue, di pastori e playeros, creando però delle forti contraddizioni e perfino degli interessi contrapposti proprio nei momenti in cui bisogna prendere una decisione unanime di fronte alle minacce del mondo esterno. Nonostante tutto ciò, la conoscenza del loro passato storico e l’osservazione del loro presente etnografico ci fa pensare che la cultura Wayuu perdurerà e per ciò possiamo affermarlo insieme al poeta indigeno Vito Apüschana:
L’alloggio, chiamata Müchipa è formata dalle diverse costruzioni necessarie per la vita di una o più famiglie nucleari e per lo sviluppo delle loro attività economiche. L’alloggio è cosi composto: un’unità abitativa, un pergolato, la cucina, la stalla, e in alcune zone anche l’area per la coltivazione. L’ eterogeneità dei Wayuu gli ha permesso di adattarsi di fronte alle costanti sfide che vengono loro offerte da una realtà sociale in costante cambiamento. Poche culture indigene in America hanno dimostrato una capacità di assimilazione così alta in grado di selezionare ed incorporare innovazioni tecnologiche ed economiche occidentali, riuscendo a conservare, allo stesso tempo, un equilibrio molto fragile che li permette di mantenere le fondamenta della loro struttura sociale, del loro sistema normativo, la loro lingua ed il territorio. Allo stesso tempo, questa eterogeneità permette la convivenza in uno stesso gruppo etnico dI anziani con una formazione tradizionale, di alcuni specialisti come i chamani e palabreros, di giovani con
“ Como la piedra de Aarash que guardará nuestra sangre más alla del ultimo Wayuu. Como el penasco de Jiruruanar Que encierra el misterio de los muertos. Como el secreto que nos dice Que nunca estamos solos”
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Livelli di ASENTAMIENTO Le relazioni spaziali tra le diverse unità politiche e sociali Wayuu permettono di identificare almeno tre livelli di ASENTAMIENTOS tradizionali: La patria dei Wayuu, o Wwoummainpaa: “nuestra tierra desde el pasado” (la nostra terra dal passato), corrisponde ad una estensione geografica socializzata e culturalizzata da uno o più gruppi di parenti uterini i quali la identificano come luogo di appartenenza; questa può avere un elastico senso di esclusività negativa alla quale sono soggetti i gruppi familiari Wayuu rimanenti. Nella patria Wayuu si trovano i cimiteri, le abitazioni, le fonti d’acqua, i pascoli, la caccia, l’agricoltura e la raccolta secolarmente sfruttata da l’unità o le unità sociali e politiche dei Wayuu che le abitano. Le Patrie Wayuu pongono come (manifesto) una ricca (toponimia) poiché si designano con nomi diversi come Kaitama’ ana da Ka’i : Sole e tama’ ana: avere, appropriarsi, (quindi traduce terra che è ha il sole). La Patria Wayuu può avere nel suo territorio diversi “vecindarios” (vicinati) e “rancherìas” (fattorie).
II. L’ eterogeneità dei Wayuu gli ha permesso di adattarsi di fronte alle costanti sfide che vengono loro offerti da una realtà sociale in costante cambiamento. Poche culture dell’ America hanno dimostrato la capacità di assimilazione in grado di selezionare ed integrarsi con le innovazioni tecnologiche ed economiche occidentali riuscendo comunque a conservare, allo stesso tempo, un equilibrio molto fragile che li permette di mantenere le fondamenta della sua struttura sociale , del suo sistema normativo, la sua lingua ed il territorio. Allo stesso tempo , questa eterogeneità permette la convivenza in uno stesso gruppo etnico ad anziani con una formazione tradizionale, alcuni specialisti come i chamani e “palabreros”, a giovani con formazione universitaria, a persone bilingui e monolingui, a pastori e “playeros”, comunque la presenza di personaggi cosi diversi tra di loro fa si che qualche volta ci siano delle grando contrapposizioni quand’ è il momento di prendere una decisione unanime difronte alle minacce del mondo esterno. Nonostante le sue profonde diversità interne, la conoscenza del suo passato storico e l’osservazione del suo presente etnografico ci fa pensare che la cultura Wayuu perdurerà e ci porta ad affermare ciò che farà e lo facciamo servendoci delle parole del poeta Vito Apuschana:
“El vecindario” o “rancherìa” è un insieme di case nelle quali si trovano persone unite da legami di sangue e affinità. Il livello di collaborazione economica qui è molto più stretto. El Vecindario possiede anche un nome che corrisponde al posto specifico in qui si trova il livello di (asentamiento). Per esempio possiamo assicurare che i vecindarios de Potki, Perama’ana, Malakali, etc. appartengono alla Patria dei Wayuu di Musichi situata nella zona costirera del Municipio di Manaure. L’abitazione, chiamata Muchipa è formata dalle diverse costruzioni necessarie per la vita di una o più famiglie e per lo sviluppo delle loro attività economiche. L’abitazione è cosi composta: (la enramada), la cucina, la stalla, e in alcune zone anche l’area per la coltivazione.
“ Como la piedra de Aarash que guardarà nuestra sangre màs alla del ultimo Wayuu. Como el penasco de Jiruruanar Que encierra el misterio de los muertos. Como el secreto que nos dice Que nunca estamos solos 36
MOSTRA VIDEO: LE CULTURE POPOLARI DELLA COLOMBIA PRESENTATA DA PROIMAGINES
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GLORIA TRIANA, TESSITRICE DI SOGNI CON I FILI DELLA SCIENZA
una cultura nuova. Infatti questa serie, pur essendo stata realizzata più di due decadi (1982-1986), venne conservata nella memoria collettiva per molti anni. Se qualcuno vuole capire ed approfondire la saggezza di un popolo intero deve sicuramente fare riferimento a questa serie di filmati che, con il tempo, ha acquisito un alto valore grazie a la sua alta qualità come documento di ricerca. Con più di 150.000 metri di pellicola in 16mm, questa serie ha registrato tutte le forme di espressione delle diverse culture che formano la nazione colombiana. Tradizioni africane ed angloafricane del litorale pacifico, atlantico e del territorio dell’arcipelago de S. Andrei, carnevali, festival, feste religiose e profane, biografie e ritratti di culture popolari sono tesori viventi della cultura nazionale e fanno parte di questa memoria che attualmente si trasforma nel maggior patrimonio audiovisivo colombiano. Yuruparì inizia il rodaggio sei mesi prima della sua emissione con un’unica equipe con direzione e testi di Gloria Triana e Jorge Ruiz per la direzione della fotografìa. Più avanti si divide in due gruppi, il nuovo gruppo viene diretto da Ofelia Ramirez, antropologa, e Fernando Riano direttore della fotografia, quest’equipe ha realizzato la maggior parte della serie Yurupari. Durante l’emissione sono stati invitati alcuni direttori, ( Jorge Cifuentes, Maria Elvira Talero, Beatriz Barrero, Jaime Osorio, Mauricio Pardo, Jacques Marchal, Maria Eugenia Romero, Manuel Josè Guzmàn, Marìa Regina Pèrez, Juan Josè Escobar) sono stati usati lavori individuali di altri cineasti che erano già stati iniziati o sono stati acquistati i diritti di altri documentari realizzati in precedenza.
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ista la sua lunga e vasta esperienza nello studio delle culture popolari e indigene, l’antropologa Gloria Triana fu chiamata da Audiovisuales per girare una serie di documentari con l’obiettivo di realizzare una trasmissione settimanale per la televisione. Cosi nasce il progetto Yuruparì il cui nome riprende, sia il mito della nascita delle culture amazzoniche che si fondano sul culto degli antenati, sia il rito di iniziazione maschile che viene praticato sui giovani nell’età della pubertà allo scopo di trasmettergli le tradizioni del loro popolo. Questo nome determina a sua volta il punto concettuale del programma: è la prima volta che la cultura popolare ed etnica del paese si appropria dei mass media. Queste culture non erano mai state studiate e prese in considerazione poichè non ancora scomparse, e il compito di Yuruparì fu di renderli visibili. Yuruparì ebbe un significato molto importante poiché per la prima volta si realizzò una serie per la televisione sulle tradizioni popolari: festa, danza, musica, canti, memorie orali, giochi e canzoni infantili, entravano nelle case del nostro paese che, stupite, scoprivano
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PROIMÁGENES EN MOVIMIENTO CORPORACION FONDO MIXTO DE PROMOCION CINEMATOGRAFICA
appoggio per la realizzazione delle immagini in movimento e per l’esibizione, distribuzione, divulgazione e preservazione dei progetti cinematografici. Proimágenes en movimiento conta sulla partecipazione sia pubblica che privata. Nel settore pubblico partecipano i ministeri di Cultura, Educazione e Communicazione, l’Universidad Nacional, Colciencias, e la Dirección de Impuestos y Aduanas Nacionales DIAN. La partecipazione del settore privato è constituita da por KODAK Américas Ltd., Cine Colombia S.A., Fundación Patrimonio Fílmico Colombiano e la Asociación Colombiana de Distribuidores de Películas Cinematográficas. Inoltre sono rappresentati i settori della produzione e della realizzazione cinematografica nella su Giunta Direttiva.
La Legge 397 de 1997 o Legge Generale di Cultura ha autorizzato la creazione del Fondo Mixto para la Promoción Cinematográfica Proimágenes en Movimiento, come una corporazione senza scopo di lucro, con la finalità di appoggiare e consolidare la preservazione del patrimonio culturale ed educativo delle immagini in movimento e lo sviluppo dell’industria cinematografica colombiana.
In questo modo Proimágenes en Movimiento si costituisce in uno scenario privilegiato in cui le entità relazionate con la formazione, realizzazione, esibizione, distribuzione e preservazione delle immagini in movimento, possono conciliare le politiche e articolare le regole del gioco affinché venga semplificato l’impulso dell’industria cinematografica e venga tenuto in considerazione il suo impatto sociale.
L’obbiettivo del Fondo, in collaborazione con i programmi della Direzione di Cinematografia del Ministero di Cultura, è creare, sviluppare e fomentare l’applicazione di incentivi diretti e di meccanismi di 39
CERRO NARIZ, LA ALDEA PROSCRITA
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irato in Guainía, nelle aldeas del Remanso y Cerro Nariz. Storia di una delle innumerevoli aldeas della selva amazzonica in cui si racconta il punto di partenza e la spiegazione sacra di come il mondo e gli uomini sono arivati alla loro forma attuale espressa nei racconti mitici degli antenati. Uno di questi miti è proprio il YURUPARI, il flauto sacro, nome che ha adottato questa serie.
SCHEDA TECNICA Anno:1985 Durata: 50’ Formato: 16mm Colore Lingua: Spagnolo Regia: Gloria Triana, Jorge Ruíz Ardila Produzione: Focine y Audiovisuales Testi: Gloria Triana Fotografia: Jorge Ruíz Ardila Riprese: Joaquín Villegas, Assistente di Ripresa Daniel Valencia Montaggio: Mady Samper, taglio del negativo Emma Frade Suono: Heriberto García, Missaggio Rafael Umaña Capo di Produzione: Alberto Amaya Narrazione: Raúl Gutiérrez Info: Fondo Mixto de Promoción Cinematográfica “Proimágenes en Movimiento”. 287 0103-287 0380. proyectos@proimagenescolombia.com
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LOS ÚLTIMOS JUGLARES Y EL NUEVO REY
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irato a El Paso, San Diego e Valledupar (César). E’ un documentario che mostra l’evoluzione della musica per fisarmonica a partire dai suoi più illustri e rappresentativi interpreti. Il film parte dalle origini della musica che oggi viene chiamata Vallenata per terminare con le espressioni più contemporanee e moderne. Il documentario include, inoltre, testimonianze dei compositori, in particolare di Leandro Díaz, che racconta come ha realizzato la canzone “Diosa Coronada” da cui Gabriel García Márquez ha estratto una strofa da usare come epígrafe nella suo ultimo romanzo: “L’amore al tempo del colera”.
SCHEDA TECNICA Anno: 1985 Durata: 75’ Formato: 16mm Colore Lingua: Spagnolo Regia: Gloria Triana, Jorge Ruíz Ardila Produzione: Focine y Audiovisuales Testi: Gloria Triana Fotografia: Jorge Ruíz Ardila Riprese: Jimmy Bonilla, Assistente Daniel Valencia Montaggio: Agustín Pinto, Assistente Manuel López, taglio del negativo Emma Frade Suono: Heriberto García, Missaggio Rafael Umaña Capo di Produzione: Alberto Amaya Luci: Miguel Bonilla Narrazione: Ciro Quiroz Info: Fondo Mixto de Promoción Cinematográfica “Proimágenes en Movimiento”. 287 0103-287 0380. proyectos@proimagenescolombia.com
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LOS SABORES DE MI PORRO
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irato a San Pelayo y Ciénaga de Oro (Córdoba). Si tratta di un documento sulle feste tradizionali di San Pelayo dove si riuniscono interpreti del Porro, un ritmo popolare tipico del Caribe colombiano. Il protagonista è “Compae” Goyo, poeta e musicista locale che, nel documentario, analizza le radici del Porro contemporaneo. Il film termina con una sequenza sull’omaggio che annualmente si rende nel feste tradizionali ai musicisti morti.
SCHEDA TECNICA Anno: 1985 Durata: 75’ Formato: 16mm Colore Lingua: Spagnolo Regia: Gloria Triana y Jorge Ruiz Produzione: Focine y Audiovisuales Testi: Gloria Triana Fotografia: Jorge Ruiz Riprese: Joaquín Villegas, Asssistente di Ripresa: Isidro Niño, Daniel Valencia Montaggio: Paco González, Assistente: Lucía Lozano, Elena Valencia, taglio dei negativi: Emma Frade, Missaggio: Rafael Umaña Suono: Heriberto García Capo di produzione: Alberto Amaya Luci: Miguel Bonilla Narrazione: “Compae” Goyo Info: Fondo Mixto de Promoción Cinematográfica. “Proimágenes en Movimiento”. 287 0103-287 0380. proyectos@proimagenescolombia.com
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PILANDERAS, FAROTAS Y TAMBORAS
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popoli del litorale e delle riviere della Costa Atlantica celebrano tutti gli anni col Carnevale la massima espressione delle tradizioni e della cultura regionale che si rappresenta attraverso la danza delle Pilanderas, che annuncia l’arrivo del carnevale, le farotas, delle danze satiriche di protesta contro i conquistatori, e Las tamboras che appartengono al genere dei balli cantati.
SCHEDA TECNICA Anno: 1986 Durata: 25’ Formato: 16mm Colore Lingua: Spagnolo Regia: Gloria Triana Produzione: Focine y Audiovisuales Testi: Gloria Triana Fotografia e Riprese: Jorge Ruíz Ardila, Seconde Riprese Carlos Congote Assistente alla Regia: Miguel Angel Castillo Montaggio: Mady Samper, Taglio dei negativi Emma Frade, Missaggio Rafael Umaña Suono: Heriberto García Capo de produzione: Alberto Amaya Tecnico Luci: Miguel Bonilla Narrazione: Teresa Macía Info: Fondo Mixto de Promoción Cinematográfica. “Proimágenes en Movimiento”. 287 0103-287 0380. proyectos@proimagenescolombia.com
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Puerto Colombia, luogo d’arrivo dell’emigrazione italiana.
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L’EMIGRAZIONE ITALIANA IN COLOMBIA
Una certa tradizione orale ci offre notizie fino gli anni 1870, assicurandoci con nomi propri quelli che secondo questa sono stati i primi immigrati italiani conosciuti nella regione. I fratelli Rodolfo e Mansueto Antoni, però, già da molti anni prima addirittura dai tempi delle guerre per l’indipendenza del (yugo spagnolo) organizzavano i viaggi degli italiani in Colombia.
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robabilmente la percentuale d’immigrati italiani arrivati sulle coste colombiane coincide, anche se numericamente inferiore con la migrazione che si è verificata verso Nordamerica, Argentina ed altri paesi del sud continente. Il movente principale dello spostamento, nel particolar caso dei cittadini italiani verso il nuovo continente, specialmente dei nativi del centro e del sud Italia, è stato il deterioramento economico di quelle zone particolarmente colpite della penisola, impoverite e poco industrializzate, in confronto alla ricca e potente regione “nortena”, e la cui fonte principale di sostentamento erano l’agricoltura e la pesca in condizioni quasi artigianali.
La migrazione è un processo che ha confermato la sua convenienza negli aspetti etnici, culturali e sociali dei popoli, soprattutto là dove le caratteristiche socioculturali del suddetto contesto corrispondono ad una gradazione diversa a quella del migrante e che per di più, ricevono un’ influenza benefica in quanto, l’immigrante, arriva col desiderio di costruirsi un futuro lavorando e mettendo a disposizione della società le sue conoscenze, inoltre genera lavoro e contribuisce con la sua (genotipia) allo sviluppo fisico- biologico delle nuove generazioni.
I primi immigrati italiani in Colombia potrebbero essere catalogati come spatriati per motivi di carattere politico e quindi riconosciuti come esiliati. Infatti questo termine riflette meglio i fenomeni sociali che hanno dovuto subire verso gli anni 48 e 49 del XX secolo a causa della loro (militancia) nei gruppi rivoluzionari che combattevano l’ocupazione austriaca e i diversi monarchi che regnavano l’Italia, dividendo la penisola in feudi dove principi e aristocratici restringevano la libertà.
I contesti che si rifiutano a ricevere il beneficio delle migrazioni non contribuiscono al proprio sviluppo ed al contrario continuano strutturalmente isolati dal progresso e la prosperità. Il tempo si è incaricato di (corroborar) ciò che è venuto prima ed è cosi che la “Costa Caribe” colombiana e in particolare quella di Barranquilla, è stata particolarmente favorita in questo senso, poiché social ed etnicamente l’apporto eurasiatico (coadiuvò) nel suo momento ad un nuovo tipo di relazione, nella maggiorparte degli abitanti, segnata da una impronta culturale diversa, che viene denominata come “EuropeoAntillana”.
Nelle prime decadi del XIX secolo i viaggi venivano effettuati in condizioni precarie poiché le persone venivano trasportate con delle barche a vela. Quasi sempre i viaggi partivano da Livorno e facevano scalo a Lisbona dove venivano trasbordati in una nave tedesca con la quale attraversavano l’Atlantico in tre mesi per poi arrivare alle isole “Barbados” dove salivano su un’altra nave di origine inglese che li trasportava fino alle coste colombiane e più precisamente ai porti di Cartagena e Santa Marta.
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Fotografia del hotel esperia cuyo dueño era italiano llamado Angelo Bonfanti, este hotel se hizo famoso por su terraza marina(salón construido dentro del mar). En dicho hotel se concentró por muchos años la colonia italiana de Barranquilla.
Vista general de las playas del municipio de Puerto colombia aproximadamente en el año de 1940, fecha en las que se celebraban las famosísimas fiestas del mar.
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I LUOGHI DELLA MEMORIA SCRITTA
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Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana On. Francesco Rutelli, Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dott.ssa Danielle Gattegno Mazzonis, Sottosegretario di Stato Ministero per i Beni e li Attività Cultuali On.le Elena Montecchi, Sottosegretario di Stato Ministero per i Beni e le Attività Cultuali Dott. Salvatore Italia, Capo Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari Dott. Luciano Scala, Direttore Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali
17 - 30 settembre 2006 Civitavecchia - Forte Michelangiolesco
I Luoghi della memoria scritta Le Biblioteche statali ed italiane fra tutela e fruizione Mostra di facsimili di manoscritti custoditi nelle Biblioteche nazionali italiane L’ITINERARIO Questa mostra è nata nel 2001 in occasione dell’inaugurazione della Bibliotheca Alexandrina, da allora è stata esposta in molte città europee e del Mediterraneo. 19 aprile-13 maggio 2001 - Strasburgo. Hotel du Département 11-30 giugno 2001 - Strasburgo, Palazzo del Consiglio d’Europa 19-25 settembre 2001 - Bruxelles, Bibliothèque Royale 10 giugno-16 novembre 2002 - Alexandria d’Egitto, Biblioteca Alexandrina 12-23 dicembre 2002 - Nicosia, (Cipro), sala Kastelliotissa 10-20 maggio 2003 - Beirut, Palazzo dell’Unesco Con il sostegno dell’Unione Europea nell’ambito del progetto Cultura 2000 “Modern and Contemporary Arts” 12-26 giugno 2003 - Milano, Sagrestia del Bramante, S. M. delle Grazie 7-14 settembre 2003 - Canzo (Como), Battistero di Villa Meda 18 settembre–5 ottobre 2003 - Budapest, Istituto Italiano di Cultura 15 giugno-15 luglio 2005 - Zagabria, Biblioteca Nazionale ed Universitaria 11-27 novembre 2005 - Olgiate Comasco (Como), Centro Congressi Villa Medioevo Con il sostegno dell’Unione Europea nell’ambito del Progetto Cultura 2000 “I Maestri com’acini costruttori d’Europa” 19 dicembre 2005-8 gennaio 2006 - Gozo (Malta), Conference Hall Ministry for Gozo
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alle biblioteche di origine ecclesiastica, del Rinascimento, del ’500 e ’600, del Secolo dei lumi, delle Università pre-unitarie e post-unitarie, nonché alle due Nazionali centrali. Tra i capolavori esposti in facsimile, si segnalano il Codice Squarcialupi (Biblioteca Medicea Laurenziana Firenze); il Codice sul volo degli uccelli di Leonardo (Biblioteca Reale di Torino); De universo di Rabano Mauro (Biblioteca Monumento nazionale Montecassino); la Bibbia Amiatina (Biblioteca Medicea Laurenziana Firenze); la Bibbia di Borso d’Este (Biblioteca Estense di Modena); De balneis Puteolanis, Pietro da Eboli (Biblioteca Angelica Roma);Tacuimmi sanitatis (Biblioteca Casanatense Roma); De materia medica, Dioscurides neapolitanus (Biblioteca Nazionale di Napoli); Della prospettiva. Del Pozzo Toscanelli (Biblioteca Riccardiana Firenze); Codice franco cipriota (Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino); Genealogia dei Principi d’Este (Biblioteca Nazionale Centrale di Roma); Officium Beatae Virginae (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze).
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ell’ambito delle attività promosse dalla Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali in favore della diffusione della cultura italiana nel mondo è stata realizzata la mostra iconografica e bibliografica dal titolo “I luoghi della memoria scritta. Le Biblioteche italiane tra tutela e fruizione” per illustrare il settore bibliotecario nazionale dal punto di vista della storia, delle attività, del patrimonio e dei servizi. Il percorso espositivo risulta composto da sessanta pannelli con testi trilingue e immagini, corredati da una rassegna editoriale costituita da alcune delle più importanti edizioni in facsimile tratte dal patrimonio bibliografico nazionale, consultabili direttamente dal pubblico. In particolare, le sezioni della mostra sono dedicate alla presentazione delle attività della Direzione Generale, degli Istituti Centrali ad essa collegati e delle biblioteche di competenza evidenziando nel contempo modalità ed opportunità per fruire, anche in ambito internazionale, dei servizi erogati. Dal punto di vista storico, particolare attenzione è stata dedicata
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Bibliografía Franca De Leo Progetto espositivo Tecknar Fotografia e progetto grafico Spazio Visivo Traduzioni Fiammetta Biancatelli – Alessandra Gariazzo – Peter Spring Hanno offerto un valido contributo La Meta – Firenze ; Gruppo Giunti – Firenze; Panini – Modena; Priuli e Verlucca – Pavone Canavese (To); Militos – Atene; Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato – Roma; Moleiro Barcellona; Il Bulino – Modena; Libreria Musicale Italiana - Lucca Nell’ambito del Progetto Cultura 2000 “Gli ordini monastici difensori della cultura europea” sostenuto dall’Unione Europea A Civitavecchia la mostra avviene con il sostegno di: Comune di Civitavecchia, Dott. Giuseppe Saladini - Sindaco Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggi per il Lazio, Arch. Anna Maria Affanni Soprintendente Capitaneria di Porto, Antonio Basile – Comandante La Mostra è organizzata da: Comitato Euro-Mediterraneo Culture dei Mari, Presidente: Giorgio Pagano, Sovrintendente: Italo Gómez L’allestimento a Civitavecchia è a cura di Bruno Fornara, Carla Pappalardo
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fatto decidere di desiderare questi oggetti, di raccoglierli di conoscerli.
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a scoperta di nuovi continenti iniziata da Cristoforo Colombo e proseguita durante tutto il XVI secolo e gli insediamenti che ne sono seguiti alimentano un via vai frenetico di navi. I velieri sempre più grandi e veloci lasciano i porti di Londra, Rotterdam, Bordeaux, Lisbona carichi di emigranti e ritornano pieni di merci esotiche o addirittura tesori d’oro e d’argento. Ancora in quegli anni gli strumenti a disposizione dei capitani delle navi sono ben pochi. La bussola e qualche approssimativo strumento per calcolare l’incerta latitudine come la balestriglia o il quadrante. I capitani dei velieri hanno nozioni di astronomia, matematica, meteorologia e godono dell’assistenza di cartografi e naturalisti ma affidano la sicurezza delle loro navi soprattutto al loro istinto alla prontezza delle loro decisioni alla loro vocazione marina. Il capitano esercita sulla nave un potere assoluto, i suoi ordini devono essere eseguiti alla lettera e immediatamente. La sua autorità è garantita dai codici delle leggi marinare che tutti i marinai ben conoscono, ma la sua autorevolezza gli deriva dalla conoscenza, da un carattere freddo e deciso, dalla distanza siderale che lo divide dai suoi marinai che pure condividono con lui lo stesso destino. E’ un uomo solo, come lo sono tutti i condottieri. Passa le sue giornate tra le carte nella sua cabina e i rapporti con gli ufficiali sottoposti si limitano alla partecipazione a qualche cena.
Durante il XVIII secolo verrà risolto uno dei problemi più determinanti per la sicurezza della navigazione. Con l’invenzione del cronometro da marina sarà possibile determinare con precisione la longitudine. L’orologio in grado di funzionare nelle difficili condizioni di stabilità di una nave in mezzo al mare in burrasca si deve a un geniale meccanico carpentiere inglese John Harrison. Egli nel 1735 ideò e realizzo il primo cronometro in grado di determinare la longitudine in mare con un margine di errore inferiore a mezzo grado. Inseguendo il dovizioso premio che era stato promesso con una legge della Regina Anna costruì quattro esemplari di cronometro finchè nel 1761imbarcò il suo quarto strumento e suo figlio su una nave diretta in Giamaica. Dopo 81 giorni di navigazione, al ritorno a Londra il cronometro aveva un ritardi di cinque secondi! La commissione della Royal Society che doveva assegnare il premio certificando la bontà dell’invenzione prese tempo e non si decise per altri venti anni. Nel frattempo una copia del cronometro di Harrison costruita da Larcum Kendall fu usata da James Cook durante il suo secondo viaggio durato dal 1772 al 1775. Dopo tre anni di navigazione il ritardo segnato era di soli sette minuti. Allora, alla vigilia della morte del povero Harrison e per intervento diretto di re Giorgio III
Nel 1700, secolo dei lumi, in terraferma invece si rincorrono le invenzioni e le ricerche. Sarà un inglese John Hadley a presentare nel 1731 l’ottante, primo strumento ad usare la riflessione attraverso specchi per misurare gli angoli. Userà il legno , l’avorio e l’ottone. Materiali pregiati ed esotici. Gli scienziati dunque, sono al lavoro, e al loro fianco lavorano operai altamente specializzati. I loro strumenti sono destinati ai capitani delle navi , ma prima devono essere verificati e testati dalle Accademie delle Scienze che si fregiano del titolo di “Reale” e sono al servizio di “Sua Maestà” e che ne decreteranno la validità scientifica e idoneità. Quasi sempre i primi esemplari di nuovi strumenti vengono dedicati e donati al Re e quindi si pone attenzione all’aspetto estetico oltre che alla funzionalità. Si costruiscono orologi solari in oro e in argento prima di avviare una piccola produzione in ottone. Ecco che allora gli strumenti diventano anche belli e preziosi. L’aspetto complicato, con piccole precise incisioni, sapiente e misterioso è la caratteristica che ha colpito me, ragazzo, mi ha invaghito e mi ha
fu assegnato il premio di diecimila sterline all’ormai agonizzante meccanico di Foulby. Durante tutto il 1700 continuarono le invenzioni e i perfezionamenti tendenti a rendere più sicura e veloce la navigazione negli oceani ormai del tutto esplorati. I più noti e apprezzati costruttori di strumenti scientifici da marina furono i Francesi e gli Inglesi. I loro strumenti sono oggi raccolti nei musei della marina di tutto il mondo. In Italia i più importanti sono a Firenze e a Bologna. Nell’antico Palazzo Castellani a Firenze ha sede il Museo di Storia della Scienza cha raccoglie le collezioni Medicee volute da Leopoldo e dal fratello Granduca Ferdinando II, fondatori della “Accademia del Cimento” ricca anche di opere di Galileo Galilei. A Bologna il Museo della Specola è ospitato nella torre settecentesca all’interno della Università della città.
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MUSEO DEGLI STRUMENTI PER LA NAVIGAZIONE P.zza Don Miotti San Giovanni di Bellagio www.bellagiomuseo.it
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IN VIAGGIO CON L’AMERIGO VESPUCCI
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a nave scuola Amerigo Vespucci è stata costruita e allestita nel Cantiere di Castellamare di Stabia nel 1930, su progetto del Tenente Colonnello del Genio Navale Francesco Rotundi. Varata il 22 febbraio 1931, ha iniziato la navigazione pochi mesi dopo. Dall’entrata in servizio effettivo, e sino al termine della Seconda Guerra Mondiale, ha affiancato nell’attività di nave scuola la gemella Cristoforo Colombo, varata tre anni prima. In seguito, sulla scorta di accordi internazionali, la Cristoforo Colombo è stata ceduta alla Russia. Da allora l’Amerigo Vespucci è divenuta l’unico vascello con il compito di preparare gli allievi che frequentano il primo corso di studi dell’Accademia Navale alla dura legge del mare.
merigo Vespucci è in grado di effettuare lavorazioni all’avanguardia.La fama dell’Amerigo Vespucci è frutto anche delle capacità degli uomini che la governano e la guidano. Il Capitano di Vascello Ugo Bertelli è attualmente il comandante della nave. Bertelli ha assunto il comando della nave il 24 novembre 1999 e ha guidato la “Tall Ship’s Race 2000”. Nostromo dell’Amerigo Vespucci è invece Corrado Gala, che vi ha passato a bordo quasi vent’anni e da un anno e mezzo ricopre questo importante incarico. Marinaio agli inizi della carriera, si è fatto strada grazie alla passione per il mare e a una buona dose d’impegno e ora coordina oltre 90 nocchieri.
L’Amerigo Vespucci è una nave a vela con motore, a tre alberi e bompresso, vele quadre, vele di strallo e fiocchi. Lo scafo è del tipo a tre ponti principali: coperta, batteria e corridoio con castello a prora e cassero a poppa La sua lunghezza, dalla poppa estrema all’estremità del bompresso, è di 101 metri; la larghezza massima è di 15,5 metri e la superficie velica di circa 2800 metri quadrati, che la possono spingerla fino a 10 nodi orari (19 chilometri all’ora). La struttura e le costole sono d’acciaio, così come i ponti e i tronchi portanti degli alberi e del bompresso. La nave ha come supporto un apparato composto da due motori diesel elettrici che vengono utilizzati per facilitare le manovre in porto e quando, durante una navigazione, viene a mancare completamente il vento.
L’equipaggio è suddiviso in sei reparti: Marinaresco, Armi, Genio navale, Logistico, Operazioni e Sanitario. Il personale è gestito dalla segreteria di ciascun reparto, a capo del quale c’è un ufficiale coadiuvato da un inferiore di grado o più giovane. Le segreterie tengono sotto controllo tutta la situazione. Sulla nave è presente inoltre un Settore sanitario, con una sala dentistica, una sala operatoria e un’infermeria. Il Servizio operazioni, invece, si occupa di ciò che riguarda la navigazione e le comunicazioni: messaggi, servizi meteo, la stazione radio e perfino la rassegna stampa inviata da Roma. Un’organizzazione imponente e attivissima quella degli uomini di mare dell’Amerigo Vespucci, che non si può mai arrestare perché il mare non consente tregua.
Accanto a innovazioni tecnologiche la nave Amerigo Vespucci ha conservato alcune tradizioni marinare: le cime, per esempio, circa trentadue chilometri di cavi operanti e quasi altrettanti nelle stive, tutti in materiale vegetale, la canapa. Al rispetto per le tradizioni, l’Amerigo Vespucci ha affiancato però anche un vivo interesse per la tecnologia, tanto che oggi, grazie ai macchinari di ultima generazione, la corderia dell’A-
La nave scuola della Marina Militare Amerigo Vespucci ha partecipato nel 2000 alla “Tall Ship’s Race”, la grande competizione che mette a confronto i velieri delle Marine Militari di tutto il mondo. Il tempio della vela per eccellenza, ha imbarcato 30 allievi e 25 allieve a Napoli e altrettanti a Genova. Giunti a Cadice, 10 allievi e 10 allieve hanno affrontato la tappa più impegnativa e suggestiva: la traversata sino ad Hamilton. In sei mesi l’Amerigo Vespucci ha percorso oltre diecimila miglia, alla conquista del Nuovo Continente, arrivando seconda, dietro la Gorkh Fock. 56
IL PROGRAMMA D’INIZIATIVE PROPOSTE DAL COMITATO NAZIONALE SPORT E CULTURA PER LA PACE
3/7/05 Volterra, Cattedrale Ensemble Ecovanavoce Canzonieri sacri; Laudario di Cortona, Canzoniere di Montecassino, 3/7/04 Volterra, Piazza S. Giovanni Ensemble Ecovanavoce Incontro fra il Rabab moresco e la viola da gamba del Rinascimento: musiche della tradizione arabo-andalusa, della tradizione sefardita, D. Ortiz, Canzoniere di Montecassino, M. Seiber, M. Ravel, tradizione grecobalcanica 31/7/04 Metaponto, Tempio di Hera Compagnia Isadora Duncan Foundation and Lori Belilove New York & Co. Spettacolo di danza su musiche di Gluck, Berlioz, Rachmaninoff 2/8/04 Taranto, Tempio di Poseidone Compagnia Isadora Duncan Foundation and Lori Belilove New York & Co. Spettacolo di danza su musiche di Gluck, Berlioz, Rachmaninoff 4/8/04 Selinunte, Parco Archeologico Compagnia Isadora Duncan Foundation and Lori Belilove New York & Co. Spettacolo di danza su musiche di Gluck, Berlioz, Rachmaninoff 14/8/04 Crotone, Lungomare C. Colombo Sulutumana, F. Loria e Gruppo Yure Novo Musiche giovanili e della tradizione popolare calabrese 25/9/04 Crotone, Hotel Casarossa A. Santoro, A. Monetti, P. Pasqualin, Compagnia dei Pupari Vaccaro Maceri Musiche di C. Debussy, improvvisazioni musicali alla percussione, testi di Pindaro, Pitagora, Nosside
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n occasione delle Olimpiadi di Atene 2004, su proposta di Euro Mediterraneo Culture dei Mari, la consulta per i Comitati Nazionali del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Dipartimento per i Beni Archivistici e Librari – Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali ha istituito un Comitato Nazionale sul tema “Sport e Cultura per la Pace” che si collegava all’appuntamento olimpionico di Atene. Il progetto realizzato in collaborazione con la Marina Militare Italiana ha fatto coincidere alcuni degli attracchi dell’Amerigo Vespucci, Nave Scuola della Marina Militare che, dopo la sua partenza da Livorno il 04/07/04, è approdata a Larnaka (Cipro) il 16/07/04, ad Alexandria d’Egitto il 24/07/04, a Beirut (Libano) l’ 01/08/04, al Pireo/Atene (Grecia) l’ 11/08/04, proseguendo il suo viaggio a Istanbul (Turchia) con arrivo il 20/08/04, a Costanza (Romania) il 27/08/04, a Sebastopoli (Ucraina) il 04/09/04, a Taranto il 18/09/04, a Portoferraio il 24/09/04, con ritorno a Livorno il 26/09/04. In questo percorso Euro Mediterraneo Culture dei Mari ha proposto, in collaborazione con gli enti locali, una serie di iniziative con tematiche legate alla specificità mediterranea dei diversi luoghi. Oltre all’Amerigo Vespucci, le manifestazioni programmate sono coincise con la presenza di altre due Navi Scuola della Marina Militare Italiana: Palinuro a Taranto e a Crotone e Corsaro II a Siracusa. 30/5/04 Taranto, Villa Peritato Sulutumana, Serena Genovese, Res Nova duo, Favete Linguis, Francesca Loria e Gruppo Jure Novo, A. Monetti, Compagnia Musicante Musiche della tradizione popolare pugliese, musiche di giovani cantautori, musiche jazz 2/7/04 Volterra, Teatro Persio Flacco Marina Spreafico e Ruggero Cara Satura. Brani poetici di D. H. Lawrence, T. Livio, A.Rodio, Inni Omerici, G. Carducci, P. V. Marone, Catullo, Lucano 57
ATTIVITÀ IN COLLABORAZIONE CON LA MARINA MILITARE ITALIANA 26, 27, 28 MAGGIO TARANTO, NAVE SCUOLA PALINURO Culture dei Mari si è fatto ideatore di un’iniziativa fortemente prestigiosa e di grande impatto sul pubblico: la messa a disposizione da parte della Marina Militare Italiana della Nave Scuola Palinuro per alcune visite guidate. I primi contatti con la Marina Militare Italiana, si sono via via trasformati in una vera collaborazione, concretizzata con questo evento originale e unico.
visite guidate. I primi contatti con la Marina Militare Italiana, si sono via via trasformati in una vera collaborazione, concretizzata con questo evento originale e unico. Si ringrazia per la riuscita dell’iniziativa anche la Capitaneria di Porto di Siracusa 14/8/04, CROTONE, NAVE SCUOLA PALINURO Culture dei Mari si è fatto ideatore di un’iniziativa fortemente prestigiosa e di grande impatto sul pubblico: la messa a disposizione da parte della Marina Militare Italiana della Nave Scuola Palinuro per alcune visite guidate. I primi contatti con la Marina Militare Italiana, si sono via via trasformati in una vera collaborazione, concretizzata con questo evento originale e unico. Si ringrazia per la riuscita dell’iniziativa il Comune di Crotone.
25/8/04, SIRACUSA, NAVE SCUOLA CORSARO II Culture dei Mari si è fatto ideatore di un’iniziativa fortemente prestigiosa e di grande impatto sul pubblico: la messa a disposizione da parte della Marina Militare Italiana della Nave Scuola Corsaro II per alcune
ALTRE INIZIATIVE A CARATTERE PROMOZIONALE borazione con gli eredi della famiglia Inghirami, alcune visite guidate allo splendido Palazzo Inghirami, legato alla figura dell’Ammiraglio Jacopo Inghirami artefice, nel ‘600, di una presenza toscana nel Mediterraneo con le navi dell’Ordine di Santo Stefano. In quegli anni, infatti, la Toscana divenne potenza antagonista a Genova e Venezia nelle relazioni commerciali con il Medio Oriente. Jacopo Inghirami visse a Volterra e Livorno nel periodo in cui l’Emiro libanese Fakhredine II fu esiliato dai turchi in Toscana e ospitato da Cosimo II de’ Medici con cui elaborò, al suo ritorno in Libano, un progetto di collaborazione toscana e di espansione urbanistica in stile toscano in Libano. INNO DELLA PACE Culture dei Mari ha commissionato al complesso canta-autoriale Sulutumana, vincitori del Premio Tenco un testo poetico divenuto il leitmotiv della programmazione di culture dei mari 2004 legata al concetto di Tregua Olimpica e di Sport veicolo di pace. L’Inno della pace nasce sulla base di una delle Sinfonie di Dittersdorf ispirate alle Metamorfosi di Ovidio - dove l’autore descrive il passaggio dal caos alla pace con la distruzione di quest’ultima a causa delle guerre. LA PACE NELLA CREATIVITÀ INFANTILE Culture dei Mari ha rivolto una particolare attenzione anche ai più giovani coinvolgendo alunni delle Scuole di ogni grado della città di Genova nell’ambito delle attività di “laboratorio” curato dalla pittrice Riri Negri e chiamato “Officina di Riri Negri”. Culture dei Mari ha così promosso una mostra di disegni effettuati dai bambini di diverse età utilizzando tecniche miste ed espressione della visione da parte dei bambini del concetto di Pace.
Il Comitato Nazionale Sport e Cultura per la Pace ha affidato al Comitato Promotore Culture dei Mari l’incarico di curare l’aspetto promozionale e divulgativo del tema “Sport, Cultura e pace”, su cui è stata incentrata la programmazione 2004; altresì Culture dei Mari ha curato l’aspetto promozionale del “percorso” e del “viaggio” sul territorio italiano, filo conduttore della programmazione 2004. Il tutto attraverso la realizzazione di eventi a carattere multidisciplinare e la collaborazione di competenti consulenti. FIAMMA LUCE DELLA PACE Nell’anno dei Giochi Olimpici di Atene che hanno permesso di rivivere il valore della Tregua Olimpica, Culture dei Mari si è fatto promotore della costruzione dell’oggetto emblematico Fiamma Luce della Pace che è stata donata a ciascuna Amministrazione Pubblica partecipante alla programmazione del Comitato Culture dei Mari. Una parte della Fiamma Luce, illuminata elettricamente, è realizzata in alabastro dalla Cooperativa Altieri di Volterra; la costruzione del basamento in legno, invece, è stata curata dall’Istituto d’Arte di Cantù 1/7/04, VOLTERRA, PROIEZIONE FILM A Volterra, nel Cinema Centrale Culture dei Mari ha promosso la proiezione, in due fasce orarie: ore 18 e ore 21, del film “Vaghe stelle dell’orsa”, regia di Luchino Visconti. Precise le ragioni per cui è stato scelto proprio il suddetto film: perché girato nel 1965 dal regista Visconti a Volterra nello splendido Palazzo Inghirami e nelle aree limitrofe. Da sottolineare la stretta collaborazione della Famiglia Inghirami in occasione del ciclo di manifestazioni a Volterra. 3/7/04, VOLTERRA, VISITE GUIDATE A PALAZZO INGHIRAMI Culture dei Mari ha organizzato e promosso in colla58
Il punto di partenza può essere il quadro di un’artista che, applicato su un foglio di carta, verrà sviluppato, ampliato, interpretato e stravolto a seconda di quello che ognuno ritiene di vedervi; oppure si può partire da una poesia (come nel caso di Lorca) in un gioco multidisciplinare dove l’infanzia danza contenta dietro il suono magico di un pifferaio il cui orizzonte è la grotta della creatività, il luogo attivo in cui il bambino si specchia, con disciplina e consapevolezza, nella propria spensieratezza. E’ questo un approccio all’arte contemporanea, alla sua complessità che rimarrà in tracce di sensibilità quando i colori, gli aquiloni e i collage imporranno il loro mutismo in quelle “giornate furibonde, senza atti d’amore” del tempo a venire.
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n occasione dell’attuazione del progetto Sport e Cultura per la Pace, il Comitato Euro-Mediterraneo Culture dei Mari ha programmato una serie di attività legate al viaggio della nave-scuola Amerigo Vespucci in diversi porti del Mar Mediterraneo e ha chiesto all’artista Riri Negri di finanalizzare il suo laboratorio per bambini e ragazzi delle scuole di Genova trattando il tema della pace. Sono così state realizzate numerose opere da bambini e ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 14 anni. I bambini sono curiosi, soprattutto di vedere quello che è in loro potere fare e quali risultati riescono a raggiungere le loro mani. L’ ”Officina Riri Negri” ha sviluppato un efficace momento di scoperta, da parte dei suoi piccoli allievi, di una creatività spesso sacrificata o narcotizzata dalla normale quotidianità. Riri Negri offre degli input, degli spunti sui quali i giovani artisti esercitano la loro fantasia, in un libero gioco alla ricerca di stili, curve, linee, colori, espressioni; l’occhio della Negri sorveglia indirizza e spiega, la sua voce divaga e affabula cercando di dare più variabili agli orizzonti culturali cui attingere, ma evita quell’esteriore dinamica di poteri che separa insegnante e allievo.
Riri Negri risiede e lavora a Genova, dove si è diplomata in pittura, grafica e scenografia alla Scuola d’Arte Anton Maria Maragliano. Ha inoltre frequentato corsi specialistici di psicoanalisi del comportamento scrittorio (corsi di grafoanalisi) e psicoanalisi del disegno (test proiettivi grafici). Conduce presso il suo studio un corso di apprendimento dell’arte contemporanea, per l’infanzia, denominato “L’Officina di Riri Negri”. 59
LA FESTA POPOLARE
Rumbiar y Cantar In occasione dell’arrivo della Nave Gloria il Comune di Civitavecchia e il Comitato Promotore Euro Mediterraneo Culture dei Mari, che si avvale della collaborazione e sostegno delle Autorità portuali, hanno proposto per la prima giornata di manifestazioni una festa popolare concedendo protagonismo a due regioni molto particolari dei due mari mediterranei. Il Cesar, departamento (Regione) tipico del Caribe colombiano, caratteristico per essere un contenitore delle tradizioni di tutte le regioni della costa caraibica colombiana nonostante sia privo di coste, e per l’Italia la penisola del Salento, estremo sud orientale, che è invece terra tutta contornata di mari, il mare Adriatico e il mare Ionico. Departamento del Cesar AGRUPACION TIPICA VALLENATA Juan José Granados Córdoba, Rey Vallenato 2005, fisarmonica; Jorge Luis Navarro Ortiz, guacharaca1; Omer Enrique Calderón Castilla, caja2 È lo strumento più originale e autoctono dei tre caratteristici suoni del vallenato. Si fabbrica artigianalmente utilizzando un pezzo di legno sul quale vengono incise delle scalmanature successive che producono un suono grattante quando vengono sfregati con un “tridente” costruito con legno e ferro. Tamburo conico costruito con una sola membrana e sfondo aperto con una dimensione che oscilla tra i settante centimetri e un metro.
Regione Puglia - il Salento COMPAGNIA MUSICANTE Giovanni Ferini, chitarra ritmica 6 strings, chitarra ritmica 12 strings, voce, tammorra; Gionny Ferrari, fisarmonica, percussione a sonagli, voce, ballo; Elisa de Santis, percussioni a sonagli, ballo; Santemiliano Semola, percussione a sonagli, tammorra, rusciu te lu mare; Ursula Matti, violino, castagnicule; Giovanni Luigi Pizzileo, percussione a sonagli, ballo; Emanuele Ungherese, voce, percussioni a sonagli, tammorra, castagnicule, armonica a bocca, piffero irlandese, sopranino, flauto dolce, ocarina cilena, chitarra ritmica e solista 6 strings. El manjar Cibarsi alla colombiana Una festa con musica e ballo non può esserci senza che il piacere del movimento e del canto siano accompagnati dal gusto, cioè dal cibo che può significare alimento per il corpo o per la memoria. Questi tre sono “piaceri” che vanno accomunati. Per la festa popolare quindi si è inteso proporre alcune degustazioni di cibo tipico colombiano
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MUSICA DEL CESAR “IL VALLENATO”
Colombia, le terre del Vallenato
Italia, le terre della Pizzica
Limita al nord con le regioni del Magdalena e della Guajira; all’oriente col Venezuela e la regione del Norte di Santander; al sud con le regioni del Norte di Santander e Santander, all’occidente con le regioni di Santander, Bolivar e Magdalena. Nel territorio si distinguono quattro diverse zone idriche: al nord la Sierra Nevada de Santamarta, all’oriente la Serrania de los Motilones, all’occidente la regione vicina al fiume Magdalena che si caratterizza per le sue innumerevoli paludi e pantani, e a sud la regione formata dalle estese pianure centrali bagnate dai fiumi Cesar e Ariguaní.
Il Salento è l’estremità peninsulare dell’Italia meridionale tra il golfo di Taranto e il canale d’Otranto, anticamente detta anche Terra d’Otranto. Si stacca di fatto dalle ultime pendici delle Murge e finisce al capo di Santa Maria di Leuca, con un’approssimativa lunghezza di 140 km e con una larghezza media di 43. Amministrativamente il territorio, di ca. 5800 kmq, è diviso tra le province di Lecce, Brindisi, Taranto.
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MUSICA DEL SALENTO “LA PIZZICA”
Compagnia Musicante: Giovanni Fersini, chitarra, voce, camorra; Gionny Ferrari, fisarmonica, percussioni, voce e ballo; Elisa De Santis, percussioni, ballo; Santemiliano Semola, percussioni, camorra; Ursula Matti, violino, castagnicule; Giovanni Luigi Pizzileo, percussioni, ballo; Emanuele Ungherese, voce, percussione, camorra, castagnicule, armonica a bocca, flauto dolce, ocarina, sopranino;
E’ quasi impossibile stabilire l’epoca della maggior parte dei componimenti in quanto tutto il patrimonio letterario popolare salentino si è tramandato a tutt’oggi esclusivamente per tradizione orale. Fra questi generi, spicca quello della Pizzica-pizzica : qualcosa che ha del misterioso e al quale, antropologi ed etnologi non sono riusciti a dare una spiegazione scientifica. La tradizione vuole che un ragno (la “taranta”) mordesse le contadine impegnate nella raccolta del grano. Il veleno iniettato originerebbe poi dolori lancinanti e smanie, curabili solo con la musica di tamburelli e violini, una musica molto ritmata in grado di calmare le malate (“tarantate”) facendole danzare senza sosta
Ballo: Francesco Manni, Caterina Pezzato, Adriano Lerario, Floriana Pisanelli La penisola salentina è culturalmente un’isola: la lingua di ceppo calabro-siculo presenta le vocalità tipiche del siciliano del tutto aliene alle altre lingue pugliesi. Il paesaggio architettonico è di tipo greco per la predominanza assoluta delle case bianche “a calce”, senza tetto, ma i centri storici sono caratterizzati tanto dal Romanico quanto da un lascito spagnolo del barocco, che qui assume caratteristiche sue proprie. Così, anche le leggende, le usanze, le tradizioni, i canti popolari, in genere i dati folklorici costituiscono l’identità più vera del Salento e, assieme alla sua lingua, confermano la continuazione della sua vita storica. I canti della popolazione della penisola salentina sono viva testimonianza di un’antica lingua e soprattutto di una cultura rurale quasi estinta. Il canto e la musica accompagnavano infatti, non solo il ciclo della vita di ogni singolo uomo (nascita- morte), ma anche il ciclo di vita produttivo e festivo dell’intera comunità.
Da nominare, altresì, i cosiddetti Canti “alla stisa” che non prevedono l’accompagnamento musicale e nascono come libere improvvisazioni dei braccianti in campagna, utili anche a comunicare da un capo all’altro del fondo o semplicemente ad alleviare la fatica e potevano rappresentare occasione per sollecitare il padrone alla paga. Ci sono, poi, le Ballate che quasi come una fiaba o un racconto quasi epico nascondono il riferimento ad avvenimenti forse straordinari ma realmente accaduti. Ancora, il canto d’amore della Serenata che richiama l’atmosfera di un tempo, con la rigorosa osservanza di alcune regole di comportamento fra innamorati. 63
L’ORCHESTRA VIRTUALE SCIENZA, MUSICA E TECNOLOGIA: IERI OGGI E DOMANI SVILUPPO DELLE NUOVE TECNOLOGIE DIGITALI APPLICATE ALLA MUSICA L’INFORMATICA E LA CREAZIONE MUSICALE IERI E OGGI cessori. Questi due sistemi sono stati ampiamente utilizzati negli anni ’90 da Luciano Berio e da numerosi compositori italiani ed europei.Parallelamente si sono sviluppate nel tempo nuove macchine del suono e oggi esistono sul mercato diverse tipologie per la produzione musicale.
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a rivoluzione tecnologica in campo musicale è iniziata lentamente dopo l’ultima guerra mondiale ( dai primi tentativi di musica elettroacustica alla computer music), modificando il modo di pensare, comporre, eseguire e ascoltare musica. La tecnologia è venuta in aiuto al musicista innovatore, permettendogli di realizzare a suo piacimento un’infinità di timbri e di strutture sonore. Tuttavia gli strumenti elettronici iniziali non consentivano la variazione dei parametri sonori in modo rapido, efficiente e riproducibile. Queste difficoltà vennero superate alla fine degli anni ’60. Durante gli anni ’70 ci fu una frenetica corsa tecnologica in vari laboratori europei ed americani per realizzare un calcolatore talmente veloce da realizzare i suoni digitali in tempo reale. Agli inizi degli anni ’70 esistevano infatti sostanzialmente due metodi per le composizioni musicali che utilizzavano tecnologie elettroniche: i sintetizzatori analogici e i calcolatori digitali. I sintetizzatori analogici permettevano di produrre i suoni in tempo reale ed erano quindi strumenti utilizzabili dal vivo live in concerto, ma d’altro canto avevano due limitazioni: scarsità timbrica e limitata polifonia. D’altra parte i calcolatori digitali consentivano una polifonia illimitata, ma il suono non poteva essere prodotto in tempo reale. Il primo sistema (4 A) funzionante fu realizzato da Giuseppe Di Giugno, da un’idea di Luciano Berio, all’istituto di Fisica dell’ Università di Napoli e presentato al Convegno Internazionale di Computer Music a Boston nel 1975. Questo sistema con polifonia 256 interamente digitale diede l’avvio alla corsa verso il Mondo Sonoro Digitale. L’IRCAM a Parigi, investì molte risorse in queste ricerche e nel 1980 fu realizzata interamente da ricercatori italiani e nacque la Macchina 4X che è stata negli ultimi vent’anni il modello trainante per tutte le ricerche nel campo dell’audio digitale. Questa ricerca si spostò dall’IRCAM all’Italia nel 1988 con la fondazione del centro di ricerca IRIS. In questo centro seguendo la linea di pensiero della 4X vennero realizzati due sistemi di alta avanguardia tecnologica, MARS e SMART sfruttando le nuove tecnologie dei micro pro-
Dal punto di vista tecnico viene utilizzata una vasta library di piccoli suoni di breve durata (qualche secondo) dei vari strumenti dell’orchestra; questi piccoli suoni, con opportuni programmi chiamati Sequenzers vengono organizzati in spartiti precedentemente immessi nel calcolatore. Di anno in anno si assiste ad un rapido miglioramento della qualità sonora dovuto al progressivo aumento della potenza del calcolo e di memoria dei calcolatori. Le possibilità di scelta sono oggi ricchissime. Ad esempio per i suoni di violino sono disponibili centinaia di suoni anche per una sola nota (campionature di legati, pizzicati, vibrati, con tremolo, ecc…). L’abilità e la bravura dell’interprete informatico e del musicista sta nello scegliere in questa “tavolozza dei suoni” quelli più appropriati ad ogni singola nota dello spartito. Il prodotto finale è un file che può essere istantaneamente modificato in tutti i modi ( tonalità, tempo, respiri, assegnazione degli strumenti alle varie parti musicali, dinamica, ecc…) e che resta quindi flessibile al gesto o al percorso del musicista. Esso rappresenta, per funzioni didattiche, un utilissimo mezzo di lavoro anche per gli studenti di composizione: immettendoli loro spartito nel computer e lavorando alla scelta di ogni situazione timbrica hanno un’idea molto verosimiledel risultato finale. Un altro punto interessante è che, data la grandissima rassomiglianza timbrica con gli strumenti tradizionali, questo ben si presta all’esecuzione di piccole opere in cui l’orchestra è sostituita da un calcolatore e la parte solistica è realizzata dal vivo: un ottimo meccanismo per rendere fruibili a più livelli di ascolto, opere che altrimenti non potrebbero essere presentate in spazi troppo piccoli(sale da concerto, piccoli teatri con non sufficiente fossa orchestrale) o per l’alto costo dell’intera esecuzione dal vivo. 64
CIVITAVECCHIA, 18 SETTEMBRE 2006 TERME DI TRAIANO (TERME TAURINE) ORE 20.30 OPERA HI-TECH Cleopatra - Un mito mediterraneo Cantata lirica “Mort de Cléopâtre” di Hector Berlioz (1803-1869) per soprano e orchestra versione con Orchestra Virtuale Direzione scientifica di Giuseppe Di Giugno Sonia Dorigo mezzosoprano Michele Fedrigotti concertatore Carlo Di Giugno interprete informatico ideazione di Italo Gomez PRODUZIONE CEMAT
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rotagonista di questa scena lirica è la regina d’Egitto, come si evince dal titolo dell’opera: grazie al soggetto, il testo ha autorizzato il compositore a scrivere una partitura secondo uno stile drammatico. Fin dalle prime battute, si percepisce “nervosità” e varietà di ritmi, pienezza delle disposizioni sonore, improvvisi cambiamenti di giri armonici, caratteristiche che portano l’ascoltatore al più conosciuto Berlioz sinfonista. Dopo questa introduzione orchestrale, Cleopatra inizia un recitativo in cui si esprimono la sua disperazione ed umiliazione per il rifiuto da parte di Ottaviano: in questa fase, il percorso armonico dell’orchestra si sviluppa attraverso la successione di diverse tonalità che danno vita a una grande varietà di effetti espressivi.
La cantata prosegue poi con due arie: la prima, costruita come un lied, è suddivisa in una parte introduttiva di grande intensità drammatica, in una sezione centrale molto agitata e veemente, e in una ripresa della prima parte. La seconda aria, preceduta da un recitativo, è di movimento largo (che ha lo stesso ruolo del movimento lento nelle sinfonie) e prepara da lontano la catastrofe facendo assistere lo spettatore a un “ripiegamento” di Cleopatra su se stessa: la regina si accusa di essere stata causa delle sventure del proprio regno e precipita a poco a poco nel suicidio che conclude la storia. Prima della fine si ascolta però una terza aria e poi il recitativo che chiude l’opera: Cleopatra ricorre al serpente per porre fine alla sua vita e in questa fase l’orchestra ha un ritmo ostinato su cui Berlioz pone accordi separati da lunghi silenzi, come per descrivere una vita che sta per spegnersi. 65
“Forse, dopo molti anni di lavoro secondo la nostra maniera, da religiose capre, si riuscirà a guadagnare la fiducia degli indios. Però anche allora ci sarà la necessità di avere, oltre le religiose incaricate dei bambini, le capre che lavorino inseguendo gli adulti tra le selve perché non manchino gli indios”. (Madre Laura Montoya Upegui) Tri-cuna Tres cunas me han mecido, compitiendo ellas en ternuras; las tres de calidad diversa, pero todas ricas en blandura. Bella y luminosa, la primera, en inteligencia soberana, semejando las claridades de alegrisima mañana. En voluntad omnipotente Tengo mi segunda cuna; mullida cual ninguna, cual ninguna, candente. Pobre y de tristeza llena, Mecida por dulce mujer, Asoma mi tercera cuna, de mi tempo en el amanecer. La luz sello es de la primiera; el amor de la segunda es marca, la tercera, casi funeraria, el negro dolor la baña. (Madre Laura Montoya Upegui) “Io non chiedo la carità, non l’ho mai chiesta neppure agli inizi. Vado dalle persone, e non importa che siano indù, musulmani, buddisti, cristiani, e dico: Vi do la possibilità di fare qualcosa di bello per Dio”. (Madre Teresa di Calcutta) “I poveri non hanno bisogno della nostra commiserazione. I poveri hanno bisogno del nostro aiuto e della nostra assistenza. Quello che essi ci danno è più di quello che noi diamo loro. Cristo ha detto “Ebbi fame e mi deste da mangiare”. Aveva fame non solo di pane, ma di un amore che faccia comprendere di essere amati, di essere conosciuti, di essere qualcuno per qualcuno. Era nudo non solo di vesti, ma anche di dignità umana, per l’ingiustizia che si fa ai poveri i quali vengono disprezzati perché sono poveri. Cristo ha conosciuto l’abbandono dei carcerati, degli esclusi, degli indesiderati, di quelli che camminano per il mondo privi di ogni assistenza”. (Madre Teresa di Calcutta) 66
CIVITAVECCHIA CATTEDRALE DI SAN FRANCESCO D’ASSISI 19 settembre, ore 21.00 DONNE CONTRO LA POVERTA’ OMAGGIO ALLE BEATE MADRE LAURA MONTOYA UPEGUI, MADRE TERESA DI CALCUTTA Sacra drammaturgia di parole e canti popolari
Le voci: Ximena Bernal, Elisa Salvaterra Il canto: Elena Bertuzzi Chitarra: Giovanni Cernicchiaro Percussioni: Javier Alfredo Vera Mendosa Si ringraziano le Autorità Religiose per la collaborazione La sacra drammaturgia dedicata a Madre Laura Montoya Upegui e a Madre Teresa di Calcutta intende evidenziare il rapporto che le due Beate hanno avuto con il territorio in cui hanno operato sottolineando l’instancabile impegno verso i più poveri che ha caratterizzato le loro esistenze. I destinatari di questa attività sono stati soprattutto il mondo indiano e la realtà aborigena dell’America Latina. Dallo studio di queste importanti figure femminili emerge un rapporto molto simile con la povertà, anche se le due donne vivono in epoche distanti una trentina d’anni (Madre Teresa nasce nel 1910 e si spegne nel 1997; Madre Laura nasce nel 1874 e muore nel 1949), ma sono accomunate da un processo di beatificazione consecutivo (2003 per Madre Teresa, 2004 per Madre Laura) in entrambi i casi avviato da Papa Giovanni Paolo II. La sacra drammaturgia nasce dal dialogo tra due personaggi femminili che espongono la loro esistenza attraverso cinque capitoli tematici:
“Il mondo ha bisogno di santi che abbiano un genio, come una città colpita dalla pestilenza ha bisogno di medici”(Simone Weil)
“Forse, dopo molti anni di lavoro secondo la nostra maniera, da religiose capre, si riuscirà a guadagnare la fiducia degli indios. Però anche allora ci sarà la necessità di avere, oltre le religiose incaricate dei bambini, le capre che lavorino inseguendo gli adulti tra le selve perché non manchino gli indios.” (Madre Laura)
Il motivo della loro visione “I poveri non hanno bisogno della nostra commiserazione. I poveri hanno bisogno del nostro aiuto e della nostra assistenza. Quello che essi ci danno è più di quello che noi diamo loro. Cristo ha detto “Ebbi fame e mi deste da mangiare”. Aveva fame non solo di pane, ma di un amore che faccia comprendere di essere amati, di essere conosciuti, di essere qualcuno per qualcuno. Era nudo non solo di vesti, ma anche di dignità umana, per l’ingiustizia che si fa ai poveri i quali vengono disprezzati perché sono poveri. Cristo ha conosciuto l’abbandono dei carcerati, degli esclusi, degli indesiderati, di quelli che camminano per il mondo privi di ogni assistenza.” (Madre Teresa)
Il primo scontro con gli altri L’incontro con la povertà: le “suore capre” per Madre Laura e la “povera tra i poveri”, Madre Teresa di Calcutta Chi siamo noi e chi siete voi, sorelle accanto a noi Madre Laura: “suora leonessa” – Madre Teresa, la forza della fede. La grande novità che caratterizza le due donne e che la drammaturgia intende sottolineare è il grande riconoscimento e l’estremo rispetto delle due Beate nei confronti delle culture con cui entrano in contatto. 67
GLI ARTISTI
collaborato con i cantanti F. Battiato ed Alice nella realizzazione di spettacoli ed LP. Come compositore, è autore tra l’altro di una Cantata (Cristo e i Giudici, 1987), di brani da camera e per orchestra. Svolge spesso anche attività di rielaboratore, orchestratore ed arrangiatore (tra gli altri con Battiato, Fleurs ed altri, Alice, Art et décoration ed altri, E. Aldini, Le mille voci dell’amore ed altri, ed in lavori per gruppi ed orchestre di bambini e ragazzi).
Sonia Dorigo soprano Ha iniziato gli studi musicali dedicandosi per otto anni allo studio del violino, si è poi diplomata in canto con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Castelfranco Veneto dopo aver studiato con Mario Del Monaco, Alfredo Mariotti ed Enza Ferrari. Ha seguito corsi di perfezionamento di canto con Magda Olivero, Jolanda Magnoni e Biancamaria Casoni, di recitazione e movimento scenico con Giorgio Albertazzi ed il regista Virginio Puecher. Vincitrice del Concorso “M.Battistini” nel 1989, debutta come Norina nell’opera Don Pasquale di G. Donizetti a Rieti con la regia di Franca Valeri e da qui inizia la sua carriera nei teatri europei, americani ed asiatici. Ha al suo attivo diverse esecuzioni ed incisioni di musica contemporanea e di prime esecuzioni assolute. Oltre alla musica da camera, dove si è specializzata sotto la guida del Maestro Dalton Baldwin, il suo repertorio include anche l’operetta. Svolge un’intensa attività concertistica collaborando con importanti associazioni musicali italiane e straniere. Ha al suo attivo numerose incisioni (videocassette, cd e dvd).
Carlo Di Giugno interprete informatico Napoletano, interessato da sempre all’informatica musicale, suona il pianoforte, il basso elettrico, le tastiere elettroniche e la batteria acustica, e studia ingegneria delle telecomunicazioni. Ha lavorato in qualità di assistente fonico durante esibizioni dal vivo di gruppi musicali e dal 1996 al 1999 ha collaborato in forma continuativa con il Laboratorio Multimediale di Città della Scienza. Negli stessi anni ha realizzato divresi prodotti multimediali ed è stato docente in corsi di formazione organizzati dal Provveditorato agli Studi di Napoli. Nel 2000 entra nel team di sviluppo del portale Jumpy in qualità di coordinatore del gruppo User Interface, avvia una collaborazione scientifica con l’Università Federico II di Napoli per lo sviluppo di un progetto sulla Comunicazione Scientifica nell’ambito della fisica dell’800 a Napoli: il laboratorio di Macedonio Melloni e si occupa dello sviluppo del portale della manifestazione Galassia Gutenberg per conto dell’editore Liguori. Nel 2001 realizza un sistema di spazializzazione del suono nell’ambito dello spettacolo Arazzi in battaglia presso il Museo di Capodimonte di Napoli.
Michele Fedrigotti concertatore Compiuti gli studi musicali presso il Conservatorio di Milano, diplomandosi a pieni voti e lode in pianoforte e clavicembalo, ed in composizione e direzione d’orchestra, svolge un’intensa e varia attività musicale, come pianista, compositore, direttore d’orchestra e didatta. Per l’attività didattica, dal 1976 al 1995 docente di pianoforte principale presso la Civica Scuola di Musica di Milano, dal ‘95 è entrato in ruolo e attualmente è docente di pianoforte al Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Dal 1997 è direttore pedagogico e artistico dell’Accademia Vivaldi di Locarno (CH), scuola appartenente alla Federazione di Scuole di Musica del Ticino (FeSMuT). Come pianista, clavicembalista, organista e direttore d’orchestra svolge attività concertistica come solista, in formazioni cameristiche, in orchestra ed in collaborazione con compagnie teatrali, dedicandosi ad un repertorio molto vario ed all’improvvisazione. Come pianista in spettacoli di balletto si ricorda la sua collaborazione con la “Compagnia Italiana di Balletto” di Carla Fracci e col Corpo di ballo del Teatro alla Scala (tra gli altri, Tre sorelle da Cechov e Ciaikowsky, Les Sylphides, Three preludes da Rachmaninov, Chérie di R. Petit, da Colette e Poulenc). Ha lungamente
Ximena Bernal mezzosoprano Nata a Bogotá (Colombia), si è diplomata con lode in canto lirico all’Università di Miami sotto la direzione della Maestra Jana Young. Ha vinto le borse di studio Emil and Estelle Gould Music Scholarship e Weeks Scholarship. Successivamente ha vissuto a Milano dove ha studiato canto con la Maestra mezzosoprano Bianca María Casoni. Ha studiato musica ed arte scenica nella Scuola Musicale di Milano e nella Scuola Cívica di Milano con Maestri come Luca Gorla, Maurizio Carnelli e Giovanna Maresta. Nel 2001 si è diplomata in canto lirico al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e succesivamente ha preso parte al Corso di Perfezionamento per Artisti del Coro dell’Accademia del Teatro della Scala di Milano. Nel corso degli anni 1999-2004 ha cantato in molte città italiane ed europee in recital di musica da camera e opera. Ha partecipato a molte Master Class in Europa con Maestri come Montserrat Caballé, Emy 68
Greger e Claudio Desideri. Ha ricevuto diversi riconoscimenti in competizioni di canto a livello internazionale. Nel 2004 è tornata a Bogotá dove ha vinto il Concorso di Canto dell’Orchestra Filarmonica di Bogotá con la quale ha interpretato la Cantata Alexander Nevsky di Prokofiev, il Requiem di Mozart e L’Amor Brujo di De Falla sotto la direzione del Maestro Irwin Hoffman. È stata anche una delle vincitrici del Concorso Ciclo di Concerti di Canto Lirico e Opera al Parco 2005 dell’Idct. Ha recentemente realizzato recital e concerti in diverse sale di Bogotá come l’Auditorio León de Greiff, Fabio Lozano, Externado de Colombia, L. A. Calvo, e Foyer del Teatro Colón. Parallelamente alla sua attività di cantante lirica, dal 2004 svolge la funzione di direttrice pedagogica dei Corsi di Canto Lirico del Teatro Colón a Bogotá.
Ha al suo attivo diverse esecuzioni di spettacoli teatrali quali “Le Troiane” nella parte della corifea nell’adattamento di Jean Paul Satre, presso il Teatro Arsenale di Milano nel periodo ottobre-novembre 2005; “Storia di un musico veneziano e di un fanciullo cantore” realizzata in occasione della notte bianca nel giugno 2006 a Como. Autrice e attrice dello spettacolo di narrazione e maschere “Konzertlager” che narra la storia degli zingari nei campi di concentramento, realizzato con la collaborazione di 11 musicisti e un direttore d’orchestra nel marzo 2006. Nell’estate del 2004 parte per l’Argentina per un periodo di due mesi in cui gestirà dei laboratori sulla commedia dell’arte e un laboratorio di costruzione maschere presso il centro “Pepirì” presso villa-miseria a Buenos Aires. Simone Beneventi percussioni Si diploma con lode in percussioni con il M° Francesco Repola presso l’Istituto musicale pareggiato “A.Peri” nel 2003. Nel 2002, grazie a una borsa di studio del progetto Erasmus, studia per tre mesi presso l’Accademia Musicale di Bydgoszcz in Polonia con il percussionista M° Gregorz Jurczyk, inaugurando una serie di collaborazioni concertistiche locali. Lo stesso anno suona nell’Orchestra giovanile internazionale di Lanciano. Dal 2003 è presente nel panorama internazionale suonando nell’Orchestra giovanile internazionale di Bayreuth (Germania) e nell’Idyllwild Festival Orchestra di Los Angeles (U.S.A.). Successivamente si perfeziona presso l’Accademia di Perfezionamento del Teatro alla Scala. Ha inoltre frequentato numerosi corsi con solisti di rilievo internazionale (R.Seegers, D.Searcy, J.Faralli, E.Forester, B.Schitt, D.Baumm, N.Rosauro, N.J.Zivkovic, L.H.Steavens). In ambito scolastico (marimba e vibrafono e percussioni) realizza diversi concerti come solista, accompagnato regolarmente dal brillante pianista Angelo Armani. Collabora con alcune delle più importanti orchestre italiane e con l’ensemble di musica contemporanea “Icarus ensemble” con cui nel 2004 ha realizzato un CD edito da Stradivarius. Con l’ensemble di percussioni “Repercussio” ha collaborato alla realizzazione di un disco per l’Aliamusica Records. Suona inoltre negli Agathà (ensemble di percussioni) e nei Santhià (collettivo di etno-jazz).
Elena Bertuzzi soprano Voce di soprano (ma spirito da contralto) di formazione classica, che nel corso degli anni ha ampliato il campo degli studi, oltre che del repertorio, spinta dalla passione per il teatro e per la musica antica e popolare. Diplomata in canto presso il Conservatorio Statale F.E. Dall’Abaco di Verona nel 1996, ha frequentato contemporaneamente i Corsi di Musica Antica tenuti da C. Cavina e da R. Bertini alla SIFD di Bologna. Nell’autunno del ’96 ha vinto il premio Accademia Filarmonica (concorso riservato ai migliori diplomati dell’anno, istituito dalla stessa Accademia), con un programma dedicato alle compositrici italiane del sec. XVII. Dal ’95 al ’98 ha seguito i Seminari sulla prassi esecutiva della Nuova Musica, organizzati dal Conservatorio di Verona, lavorando come solista, in formazione cameristica e voce recitante, su pezzi scritti per l’occasione da compositori quali: A. Mannucci; G. Manzoni; A. Clementi; M. Priori; F. Mantovani. Nel ’94-’95 ha seguito il Training Audiovocale del metodo Tomatis. Lavora come solista e in ensemble vocale-strumentale, collaborando con diverse formazioni musicali e teatrali. Elisa Salvaterra attrice Ha iniziato gli studi musicali conseguendo il diploma in flauto traverso nel 2000 presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Como. Si è laureata con il massimo dei voti nel dicembre 2003 in Scienza dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Milano -Bicocca- per poi dedicarsi allo studio del teatro frequentando la “Scuola di teatro Arsenale-scuola Internazionale di teatro associate” dirette da Marina Spreafico e Kuniaki Ida.
Igor Caiazza percussioni Comincia all’età di 5 anni lo studio della musica e della batteria con Rocco Salzano. Si diploma al Conservatorio di Musica di Salerno col maestro Carlo Di Blasi. Nel corso di questi anni segue corsi di perfezionamento per Batteria, Vibrafono, Marimba e Timpani tenuti da maestri di fama mondiale quali D. Fried69
man, D. Weckl, A. Catone. Nel 2004 riceve (unico italiano) l’invito all’audizione dell’Orchestra Academy of the Berliner Philharmoniker e vince l’audizione per l’Orchestra dell’Arena di Verona risultando 1° idoneo. Fa parte dei Solisti della Young Janacék Philhrmonic Orchestra per alcuni concerti al “30° Cantiere Internazionale d’Arte” di Montepulciano. Collabora con varie ed importanti orchestre sinfoniche in Italia. Si esibisce nei più prestigiosi teatri italiani ed esteri con direttori e solisti di fama mondiale tra cui Abbado, Inbal, Zimmermann, Pendereçki, Noseda, Gatti, Bellugi, Ferro, Geringas, Martin, Rivolta, Fabbriciani, Vassiljeva, Cascioli, Pretto, Corti, Grazia, Rossi, Farulli, Zigante, Bernardini, effettuando registrazioni per RAI Radio3 e concerti trasmessi su RAI3, incidendo un CD prodotto da Rai Trade e un DVD con Daniele Gatti. Ha inoltre preso parte ad orchestre e formazioni cameristiche per concerti di musica contemporanea eseguendo prime assolute. Ha effettuato registrazioni con Nicola Piovani, ha registrato il musical “Kiss Me, Kate” di Cole Porter ed ha effettuato registrazioni per il film “Gangs of New York” di Scorsese. Inoltre partecipa come batterista, marimbista e vibrafonista a numerose e varie rassegne musicali nazionali ed internazionali di jazz, suonando e registrando con musicisti di fama nazionale ed internazionale. Attualmente ha un trio jazz a Londra con il quale è prossima la registrazione di un CD. Studia inoltre Composizione presso il Conservatorio di Musica di Salerno con Lucia Ronchetti. Nel 2002 è stata eseguita una sua composizione dall’Orchestra del Conservatorio di Salerno. Nel 2004 a Sorrento è stato eseguito un suo Quintetto per marimba ed archi e gli è stata commissionata da Renato Rivolta una composizione eseguita nel giugno 2005 nell’ambito della rassegna “Preludi in Villa” dell’Accademia Internazionale della Musica di Milano di Milano.
Ha al suo attivo più di ottanta concerti come solista e in complessi di musica da camera. Come compositore ha scritto musica per il teatro, per la televione, per la mostra Mysteria della Società Michelangelo Corporation, per diverse colonne sonore di cortometraggi. È vincitore di importanti premi: primo premio per l’esecuzione chitarristica “Città di Grosseto”, secondo e terzo premio “ANEMOS” città di Roma (musica per chitarra e musica da camera), premio di composizione per meriti artistici “Associazione De Musica di Savoan” con il pezzo Luna di mare, premio “Festival Internazionale del cortometraggio” di Benevento per il corto di Fabio Tofi Scarpe d’oro (con la colonna sonora originale scritta da Giovanni Cernicchiaro e Felice Tazzini). Svolge attività di docenza per l’Unisersità “La Sapienza”, sezione di Civitavecchia e tiene numerose conferenze e seminari di approfondimento sulla musica (Musica nel Mondo Antico, Musica nel Medioevo, Musica dalla fine dell’800 alla Prima Guerra Mondiale).
Giovanni Cernicchiaro chitarra Musicista a tutto tondo, nel 1997 si diploma in chitarra con il massimo dei voti presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma e nel 2006 in Srumentazione per Banda nello stesso Conservatorio, dove attualmente sta per concludere anche gli studi di Composizione. Contemporaneamente si laurea al D.A.M.S. di Bologna con indirizzo in Musicologia. Dal 1991 ha seguito corsi di perfezionamento di chitarra con i maestri Giuliano Balestra, Emilio Calandin, Mario Torta e diversi seminari e masterclass di composizione con i maestri Karlheinz Stockhausen, Salvatore Sciarrino e, presso il New York Film Institute, un seminario sulle tecniche dell’orchestrazione per la musica da film con il maestro Steven Scott Smalley.
Compagnia Musicante Giovanni Fersini chitarra ritmica 6 strings, chitarra ritmica 12 strings, voce, tammorra Gionny Ferrari fisarmonica, percussione a sonagli, voce, ballo Elisa De Santis percussione a sonagli, ballo Santemiliano Semola percussione a sonagli, tammorra, rusciu te lu mare Ursula Matti violino, castagnicule Giovanni Luigi Pizzileo percussione a sonagli, ballo Emanuele Ungherese voce, percussione a sonagli, tammorra, castagnicule, armonica a bocca, piffero irlandese, sopranino, flauto dolce, ocarina cilena, chitarra ritmica e solista 6 strings Ballerini (ballo della pizzica da corteggiamento) Fran-
Xavier Alfredo Vera Mendoza percussionista Nato in Ecuador, si è sempre interessato di percussioni, soprattutto quelle di origine latinoamericana come los timbales, la tumbadora e la tambora, ma suona anche la batteria e i bonghi. Si è da sempre occupato di ricerca musicale usando percussioni minori ed elettroniche. Ha partecipato come percussionista a numerose esibizioni dal vivo di diversi gruppi sia in Sud America che in Italia. Nel 2001 ha partecipato al Cherry Creek Arts Festival di Denver – Colorado (E.E.U.U) come percussionista dei “Bolanos Jazz” e in Italia ha fondato “Los Grandes del Pacifico”, complesso con cui divulga e fa conoscere la musica latinoamericana in tutta Italia. Dal 2002 insegna percussioni presso l’Accademia di Musica Moderna e cura l’organizzazione di molti concerti della stessa Accademia.
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cesco Manni e Caterina Pezzuto, Adriano Lerario e Floriana Pisanelli Per comprendere l’etica e gli obiettivi della Compagnia Musicante bisogna fare un passo indietro e studiare carriera e aspirazioni di Emanuele, che, per motivi pratici, chiameremo Lele. Emanuele Ungherese, nato a Maglie il 24/12/71, sin dalla più tenera età, è chiamato a confrontarsi con la musica ed i suoi contorni. All’età di sei anni partecipa a saggi e festival, interpretando canti per bambini e varie canzonette dell’epoca. Essendo figlio d’arte (vari suoi parenti vantano di aver militato in orchestre locali ed un suo bisnonno è stato il direttore della banda di Casarano dell’epoca), ben presto si accorge dell’innata passione per la musica. È all’età di sedici anni che inizia la sua esperienza in un gruppo rock di Ugento. Successivamente forma un gruppo Hard Rock (I Krashers), formato da cinque elementi, nel quale milita per circa due anni. Ricordiamo, di questo periodo, le varie tournee per appoggiare i movimenti studenteschi durante le occupazioni contro la guerra nel Golfo. Nel 1991 inizia poi un’altra avventura: dà vita ad un gruppo, formato da cinque elementi, denominato “I Re Magi”. Questo gruppo si impegna, più che altro, nel sociale, esibendosi per raccogliere fondi destinati ai più bisognosi. Da rilevare anche l’impegno preso nei Centri Sociali, nel sostenere le cause dei popoli. Sottolineiamo la presenza nel gruppo di Antonio Scarangella, Presidente dell’Associazione Culturale “Centro Storico”, all’epoca batterista della band. Negli anni successivi al 1993, Lele comincia però uno studio del canto popolare, che risulterà poi come una sorta di conversione alla tradi-
zione popolare salentina. Avendo approfondito l’argomento tramite interviste ai vecchi musicanti e consigli da parte dei nuovi gruppi del basso Salento, Lele inizia l’avventura nella Pizzica-Pizzica. Una stanza del Centro Storico viene allestita per accogliere i piccoli musicisti della città, mentre Lele, insieme ad altri amici, forma la “Compagnia Musicante” La Compagnia si avvale, inizialmente, della collaborazione di tre elementi, poi, con il tempo, prende forma un vero e proprio gruppo di musicanti. Da qui il nome “Compagnia Musicante”. I componenti del gruppo preferiscono dapprima esibirsi nelle campagne e nelle masserie, dove vengono invitati per animare centinaia di persone che giungono dai più disparati paesi per mangiare, bere cantare e ballare, come vuole la tradizione della tarantola. In un momento successivo, la Compagnia viene, suo malgrado, chiamata ad animare feste e ad esibirsi nelle piazze dei paesi. Cominciano, così, le tournee estive ed invernali, che portano i musicanti, nelle più disparate località della provincia. Ovunque si esibisca, la Compagnia vuole però lanciare un messaggio: non devono esistere barriere che dividono i popoli. Per quanto il mondo sia vario e tutti noi diversi l’uno dall’altro, dobbiamo lottare per eliminare le barriere ed i pregiudizi, mirando ad unire tutte le genti. Un solo grido di fratellanza deve levarsi verso il cielo, per unire i ragazzi dei Centri Sociali con quelli dell’Azione Cattolica, i ragazzi così detti “della strada” con quelli considerati “per bene”, gli uomini “buoni” con quelli “cattivi”. Solo così questo mondo sarà più vivibile, ed a questo mira la nostra musica.
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I LUOGHI DEL FESTIVAL
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NAVE SCUOLA A.R.C. “GLORIA”
una riunione sociale, manifestò pubblicamente la sua approvazione al progetto e per confermare tale decisione prese in mano un tovagliolo e scrisse “vale per un veliero” e poi ratificò tale intenzione con l’apposizione della propria firma dopo questa frase. Dopo questo originale “accordo” il contratto formale per l’acquisizione della nave è stato firmato il 6 ottobre l966 con la Società di Costruzioni Navali di Spagna, con sede a Bilbao e la sua esecuzione è stata messa in atto nel mese d’aprile dell’anno l967. In qualità di supervisore del progetto di costruzione è stato nominato il signor Capitano di Fregata Benjamín Alzate Reyes (già deceduto) ed il 12 dicembre dell’anno citato è stata portata a termine la cerimonia del varo dello scafo in acqua, e più precisamente nella “Ría del Nevión”. A queste cerimonia prese parte la signora Gloria Sawadsky de Rebeiz, moglie del Generale Rebeiz, essendo quest’ultimo deceduto prima di conoscere l’opera per cui aveva tanto lottato.
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a storia del veliero “Gloria” risale al l966 quando tramite il Decreto N° 111 del mese di gennaio dello stesso anno, essendo a capo delle Forze Armate in qualità di Comandante il signor Vice Ammiraglio Orlando Lemaitre Torres, il Governo colombiano autorizzò l’Armata Nazionale per l’acquisizione di una nave a vela, tipo brigantino, a tre alberi, allo scopo di destinarla a Nave Scuola dell’Armata Nazionale. Si narra che in quel tempo, in occasione di una qualche riunione di lavoro o di carattere sociale alle quali partecipavano le alte sfere militari, l’argomento preferito dall’Ammiraglio Lemaitre riguardava sempre la necessità di poter disporre di una Nave Scuola. Infine, questa motivazione di tipo affettivo ed i ragionamenti che determinavano questa necessità finirono per entusiasmare in modo tale l’allora Ministro della Difesa, Generale Gabriel Rebeiz Pizarro, che quest’ultimo, pienamente convinto dell’occorrenza di una nave scuola e di fronte ai vari ufficiali in occasione di
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Nel mese d’agosto dell’anno l968 un gruppo di marinai costituito di ufficiali, sotto ufficiali e qualche civile, ebbe il privilegio di essere stato destinato a trasferirsi al vecchio continente, allo scopo di prendere parte all’ultima fase di costruzione della nave, nonché al collaudo della stessa. Il 7 settembre l968, alle ore 17:30, trovandosi ormeggiata l’unità navale nella banchina del Canale di Deusto, si sono celebrati gli atti ufficiali per la cerimonia dell’innalzamento della Bandiera Nazionale sulla nave. Durante questa cerimonia il poeta “nichilista” Gonzalo Arango chiese la parola per esprimere in un discorso informale le emozioni che questo atto suscitavano in lui. Effettivamente una delle sue frasi rimase immortalata e si trova scritta su una targa nel corridoio del babordo della nave, che dice: “Colombia è un paese in gran parte bagnato dal mare, salvaguardando il cuore dei suoi marinai che è ricolmo d’amore per la patria”.
Dopo le ardue tappe di lavoro istruttorio impartito al primo equipaggio e dopo i relativi collaudi in mare, corredati delle specifiche nautiche, il 9 ottobre dell’anno l968, l’unità navale salpò puntando verso il porto di Ferrol del Caudillo, per poi riprendere la rotta verso il Porto Colombiano di Cartagena di Indias, dove arrivò l’11 novembre dell’anno l968. Da allora la Nave “Gloria” è stata sempre l’Alma Mater dei marinai colombiani. Su questa s’imparano le nozioni riguardanti la navigazione lungo costa e la navigazione astronomica, le operazioni relative ai radar nonché agli anemometri, la manovre relazionate alle vele ed alle corde, i suoni marinai, l’arte del comando e perfino la conoscenza e l’uso delle tradizionali pipe marinaie. Su questa nave si vivono dei momenti indimenticabili che contribuiscono a forgiare la disciplina ed il carattere dell’equipaggio, chiamati cavalieri del mare, che portano con tanto orgoglio e nobiltà un messaggio di pace e di progresso lungo i porti ed i mari del mondo intero. 75
CIVITAVECCHIA E I LUOGHI DELLE MANIFESTAZIONI Testi a cura di Roberta Galletta
Nel 1508 Papa Giulio II vi iniziò la costruzione della grandiosa fortezza, che fu progettata dal Bramante e proseguita da Antonio da Sangallo e Giuliano di Leno, mentre nel 1515 lo stesso Sangallo intraprese anche la costruzione della nuova cinta muraria. Intanto proseguivano le opere di restauro e di ampliamento del porto che divenne base della flotta pontificia del Tirreno. Nel XVII secolo, con la costruzione della muraglia merlata prospiciente lo specchio d’acqua e dell’Arsenale del Bernini, Civitavecchia divenne il più bel porto del Mediterraneo. Nell’anno 1798, con l’invasione francese dello Stato Pontificio, anche Civitavecchia venne occupata, dopo un onorevole assedio, nel marzo del 1799. All’inizio del XIX secolo la città ospitò Giuseppe Gioacchino Belli, allora decenne, con la sua famiglia e dal 1831 al 1841, quale console di Francia, Henry Beyle, noto sotto lo pseudonimo di Stendhal. Il 16 settembre 1870 le truppe del generale Nino Bixio entrarono a Civitavecchia e sulla fortezza venne issata la bandiera tricolore. Agli inizi del XX secolo Civitavecchia si sviluppò ulteriormente come testa di ponte per i collegamenti tra il continente e la Sardegna. I bombardamenti del ‘43 devastarono la città quasi totalmente. Oggi Civitavecchia svolge un ruolo importante nel cuore d’Italia soprattutto in occasione del giubileo del 2000 quale “porta di mare” di Roma.
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ivitavecchia, situata sulla via Aurelia a 72 km nord-ovest di Roma, trae le sue origini dalla romana Centumcellae. Sorta intorno al porto fatto costruire dall’imperatore Traiano nel 103-107d.c., la città di Centumcellae si sviluppò rapidamente e con il trionfo del Cristianesimo agli inizi del IV secolo vi fu istituita la cattedra vescovile. Nel VI secolo si trovò coinvolta nelle lotte fra Goti e Bizantini e fu occupata da questi ultimi tra il 537 e il 538. Successivamente passò sotto il governo dei Papi. A seguito di due incursioni navali saracene, nell’813 e nell’828, gli abitanti furono costretti a rifugiarsi sui monti circostanti, dove nell’854 Papa Leone IV li raccolse in una città da lui stesso consacrata che continuò a chiamarsi Centumcellae e che visse sotto la protezione dello Stato Pontificio fino alla fine del XIV secolo, volgarizzando il suo nome in Centocelle e infine, nel XV secolo, in Cencelle. Intanto sulle rovine della città tirrenica, attorno all’anno 1000 venne edificata una Rocca che prese il nome di Civita Vetula o Civita Veccla, attorno alla quale si costituì un abitato. Dopo essere stata possedimento di vari signori feudali, nella prima metà del XV secolo la nuova città ritornò a far parte dello Stato Pontificio assumendo progressivamente maggiore importanza. 76
IL PORTO
fico passeggeri è stato favorito da una politica lungimirante che ha visto anche l’istituzione, nel 1991, del Coordinamento del Medio Tirreno che mira a potenziare il cabotaggio marittimo (Short Sea Shipping) tra Civitavecchia e i porti della Sardegna (Olbia-Golfo Aranci, Cagliari e Porto Torres). Civitavecchia si è imposto, inoltre, come scalo leader nel traffico crocieristico. Le opere di potenziamento delle banchine e delle strutture di accoglienza dei passeggeri hanno permesso di registrare uno straordinario incremento di navi da crociera, passando dalle 50 navi del 1996 alle 500 unità del 2003. Civitavecchia punta a rafforzare il traffico turistico con l’obiettivo di diventare il più importante porto crocieristico del Mediterraneo.
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l Porto di Civitavecchia, fondato dall’imperatore Traiano, come porta di Roma, ha rappresentato per molti secoli il fulcro degli scambi e dei contatti tra i popoli dell’antico “Mare Nostrum”. Ancora oggi, Civitavecchia conserva questa posizione privilegiata, collocandosi al centro di un moderno ed efficiente sistema ferroviario, stradale e aeroportuale che collega la capitale ed il centro Italia con il resto del mondo. Il Porto di Civitavecchia, grazie al nuovo Piano Regolatore Portuale ha ampliato il traffico commerciale raggiungendo due milioni di tonnellate di merci di massa. E’ inoltre gate strategico per l’accesso alle più importanti zone turistiche italiane ed alle grandi rotte crocieristiche mediterranee. L’incremento del traf-
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LA FORTEZZA GIULIA
oggi scomparso mentre l’ingresso originale, chiuso verso la fine del 1800, si apriva tra il Maschio e la torre dal lato di ponente; si nota ancora oggi la carrucola di bronzo che serviva per abbassare ed alzare il ponte mentre sugli stipiti è ancora leggibile l’ordine: “LASCIATE L’ARME”. I quattro torrioni avevano i nomi di dei Santi Colombano, Fermina, Sebastiano e Giovanni a testimonianza del profondo legame con la cristianità della città. Nel torrione di San Sebastiano è presente un corridoio sotterraneo, che fungeva da uscita segreta della fortezza verso terra e sbucava probabilmente all’interno delle mura di cinta della città. Nei quattro torrioni erano inoltre presenti armamenti capaci di difendere la città da qualsiasi attacco potesse arrivare dal mare: un ingente numero di canoni, moschetti, e archibugi garantiva l’inattaccabilità della fortezza di Civitavecchia. Nel primo torrione dedicato a Fermina si trova una piccola cappella in onore della Santa che fu costruita proprio sopra la grotta dove la donna soggiornò durante la sua permanenza a centumcellae prima di trovare la morte ad Amelia.
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u edificata sopra un vasto edificio romano di età imperiale per volere di papa Giulio II della Rovere per mettere in sicurezza la città dopo i saccheggi, gli incendi e le stragi subiti verso la fine del 1400. La nuova Rocca, chiamata così per distinguerla dalla vecchia diametralmente opposta ed eretta intorno al mille d. c., doveva difendere il porto, chiave di ogni comunicazione con Roma, e assicurare tranquillità ai cittadini. Fu disegnata da Donato Bramante e i lavori iniziarono il 14 dicembre 1508, morto il progettista nel 1514, la costruzione continuò sotto la direzione dei due suoi allievi Giuliano Leno ed Antonio da Sangallo e fu terminata nel 1535 sotto il pontificato di un altro grande Papa, Paolo III da Farnese. Il Forte, uno tra i più grandi costruiti in quest’epoca, ha la forma di un quadrilatero con ai vertici quattro torrioni. La parte superiore del Maschio di pianta ottagonale, pare sia stata disegnata da Michelangelo. Nelle mura si possono notare ancora oggi diverse aperture dove per lungo tempo trovarono posto gli archibugi e i cannoni. Il forte era circondato da un fossato
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LA CATTEDRALE
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ulla piazza principale di Civitavecchia, appena prima di prendere Corso Marconi in direzione Tarquinia, sorge la chiesa Cattedrale dedicata a San Francesco d’Assisi, costruita nel luogo dove già esisteva un’altra piccola chiesa che, i padri conventuali francescani, avevano potuto edificare per concessione del Pontefice Paolo V, nel 1610. La città in continua espansione la popolazione in continua crescita, spinsero i padri conventuali francescani a chiedere a papa Clemente XIV, Cardinale Lorenzo Manganelli, di famiglia religiosa degli stessi padri conventuali francescani, di concedere l’allargamento della piccola chiesa, così il papa finanziò la costruzione della nuova chiesa e inviò a dirigere i lavori del nuovo tempio l’allora nominato architetto Francesco Navona per edificare quella che di lì a pochi anni, nel 1805, divenne Cattedrale per la sede vescovile. I Lavori proseguirono anche sotto Pio VI fino al consacramento che avvenne il 20 giugno 1782 dal vescovo della diocesi di Viterbo e tuscanica alla quale apparteneva anche Civitavecchia.
Poiché si rendeva necessaria l’istituzione di una sede vescovile e di una chiesa cattedrale ed essendo la chiesa di san Francesco la più grande, i padri conventuali francescani che li vi dimoravano cedettero la chiesa al municipio in cambio della chiesa e del convento di piazzale degli eroi e nel 1805 la chiesa divenne cattedrale e sede della nuova diocesi di Civitavecchia.
Un arco trionfale divide l’ampio presbiterio dove sorge il grande altare in bellissimi marmi. Due colonne di grosso diametro, distaccate dal muro dell’abside, s’innalzano da terra maestosamente sorreggendo il bellissimo timpano su cui poggiano le statue della Giustizia e della Speranza, e sotto il quale, in una ricca cornice di stucco dorato, è il quadro dipinto a fresco da Antonio Nessi rappresentante San Francesco che nella Verna riceve le sacre Stimmate.
Essa si presenta con le sue eleganti e solide strutture che documentano una singolare perizia tecnica; dalla porta principale scende e si allarga una comoda gradinata che si stende a ventaglio per tutta la facciata. Sul piano superiore , su cui posa il timpano, essa è ornata da due grandi statue rappresentanti San Francesco d’Assisi e Sant’Antonio da Padova.
I quadri nelle cappelle non sono di grande valore, tranne quello della cappella di mezzo, a destra di chi entra, che è di grande pregio: esso rappresenta la Natività di Nostro Signore; si attribuisce alla scuola di Domenico Zampieri, detto il Domenichino. Importanza storica hanno anche le campane della torre per essere state costruite col metallo di due cannoni regalati appositamente dal Pontefice.
Entrando, il tempio si presenta di bellissima forma, alto, lungo, ad una sola navata, guarnito ai lati da simmetriche cappelle incavate nello sfondo, intercalate da pilastri che con le loro basi e ricchi capitelli, sembrano reggere la maestosa volta reale che copre tutto l’ambiente. 79
LE TERME TAURINE
Traiano, predecessore di Adriano e fondatore della città di Centumcellae, frequentasse le terme repubblicane e che proprio da quel sito avesse avuto l’idea, godendo di una magnifica vista, di edificare un nuovo porto per Roma. E’ anche probabile che prima e contemporaneamente di questo sito frequentasse la sua pulcherrima villa descritta da Plinio il giovane nel suo panegirico dell’imperatore spagnolo. E’ comunque certo che Traiano usufruì delle portentose acque termali, sia che avesse frequentato le terme repubblicane che la sua magnifica villa. Oltre al maestoso complesso delle Terme Taurine è possibile ancora oggi ammirare sul colle della Ficoncella i resti della città romana di Aque Tauri, costruita su un preesistente abitato etrusco. Ancora prima della costruzione delle terme repubblicane infatti, anche gli etruschi avevano ben presenti le benefiche virtù delle sorgenti termali intorno alle quali avevano probabilmente costruito le prime rudimentali terme. A testimonianza di ciò resta una grande e antica vasca a gradini, probabilmente il calidarium di un impianto termale frequentatissimo prima del 70 a.C e abbandonato quando in epoca imperiale sotto Adriano, quando fu ampliato il vicino centro termale romano delle Terme Taurine. La piscina ancora in buono stato di conservazione sfruttava proprio le acque della sorgente della Ficoncella. La zona comprendente la Ficoncella e le Terme Imperiali, che usavano le acque delle tre sorgenti Taurina, Sferracavalli e Ficoncella e che aveva visto la presenza di soldati romani e degli abitanti delle zone circostanti, venne abbandonata durante le invasioni dei barbari e dei saraceni, destando di nuovo l’interesse degli studiosi verso il Rinascimento. Grazie all’interessamento di alcuni medici quali Girolamo Mercuriale nel XVI secolo, Giovanni Rodio nel XVII secolo e Giuseppe Torraca nel 1761 (che pubblicò la prima opera dedicata alle terme) e che ne parlarono in alcuni studi e ricerche condotte in loco, l’uso a scopo terapeutico e curativo era ormai adottato non solo dagli abitanti di Civitavecchia ma anche da numerosi forestieri che ne avevano sentito notizia per bocca di chi ne aveva tratto giovamento. L’abitudine a curarsi attraverso le acque che continuavano a sgorgare sia negli edifici imperiali abbandonati che nelle pozze della Ficoncella non cessò mai.
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e Terme Taurine sorgono a circa 4 km a nord di Civitavecchia. Si compongono di due edifici sorti in epoche diverse: la parte repubblicana, edificata durante l’età sillana (80 a.C. circa) e riconoscibile dai muri in opera reticolata, e la parte imperiale edificata dall’imperatore Adriano tra il 123 e il 136 d.C riconoscibile dai mattoni in opera laterizia dei grandi edifici imperiali. Il nome del sito deriva dal toro della leggenda narrata da Rutilio Namaziano nel suo De reddito Suo del 416 d.C. secondo la quale Giove, sotto le sembianze di un toro aveva fatto sgorgare l’acqua sulfurea con una raspata di zampa nel terreno. Ma è anche probabile che sia stato dato, come riferisce lo storico Carlo Calisse nella sua Storia di Civitavecchia, da Tauro Statilio, console e prefetto ai tempi di Augusto che le visitò e ne rimase affascinato. Il complesso archeologico-termale è importante non solo per la testimonianza storica che ci fornisce, ma soprattutto per comprendere la vera origine e vocazione della città che di fatto è stata legata allo sfruttamento delle acque termali. E’ molto probabile, infatti, che
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UN’ACCADEMIA DELLA LETTERATURA DEI MARI
Accademia della Letteratura dei Mari proposta congiunta del Comune di Civitavecchia e del Comitato Promotore Culture dei Mari per la creazione di un luogo d’incontro tra scrittori dei due mari, il Mar Mediterraneo e il Caribe Colombia e Italia invitano scrittori e poeti a incontrasi periodicamente per approfondire le similitudini e le diversità nelle letterature dei due mari. Il primo incontro avrà luogo nel mese di ottobre e sarà condotto per l’Italia da Vincenzo Cerami e per la Colombia da Efraim Medina Reyes. Invitata speciale la poetessa María Matilde Rodríguez Jaime originaria dell’isola colombiana del Caribe San Andrés.
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TIEMPO DE MORIR
Sinopsi: Juan Sáyago va in carcere dove dovrà scontare una condanna di diciotto anni per avere ammazzato durante un duelo Raúl Moscote. Bisogna recuperare il tempo perso e tornare a vivere. Cerca la sua ragazza che si è stancata di aspettarlo e deve affrontare la persecuzione dei figli di Moscote, cresciuti nell’ ossessione della vendetta. È un’altra volta tempo di morire… o di ammazzare.
TRUCCO Mayra Rico SCRIPT: Elsa Vásquez LUCI: Jorge Rincón, Assistenti Nicolás Zea, Edison Ramírez, Alberto Rubiano REPARTO: Gustavo Angarita, María Eugenia Dávila, Sebastián Ospina, Jorge Emilio Salazar, Reynaldo Miravalles, Enrique Almirante, Lina Botero, Nelly Moreno, Carlos Barbosa, Héctor Rivas, Edgardo Román, Lucy Martínez, Mónica Silva, Luis Chiappe, Alicia de Rojas, Patricia Bonilla, Giovanni Vargas, Bizcocho, César Ambalema PRODOTTO DA: Compañía de Fomento Cinematográfico, Focine, Colombia; Instituto Cubano del Arte y la Industria Cinematográficos, Icaic, Cuba, 1985 GIRATO IN: Ambalema, Armero, Guamo, Honda, Mariquita, Natagaima, Prado, Purificación, Hacienda El Triunfo (Tolima), Colombia –1985 PREMI RICEVUTI: Tucán de Oro a Mejor Película, Mejor Actor a Gustavo Angarita: Fipresci: Premio de las Juventudes de Unesco, II Festival de Cine, T.V. y Video de Río de Janeiro-Brasil, 1985. Mejor Edición y Mejor Fotografía, VII Festival del Nuevo Cine Latinoamericano, Cuba, 1985. Makhila de Plata a Mejor Realización, VIII Festival del Film Iberoamericano, Biarritz-Francia, 1986. Mejor largometraje: Medalla al Mérito de las Comunicaciones Manuel Murillo Toro, Premio Focine, Ministerio de Comunicaciones, Colombia, 1986. Premio Especial del Jurado, Círculo Precolombino a la Mejor Fotografía: Círculo Precolombino a la Mejor Edición: Círculo Precolombino a la Mejor Escenografía: Círculo Precolombino a la Mejor Actriz a María Eugenia Dávila: Círculo Precolombino al Mejor Actor a Gustavo Angarita, III Festival de Cine de Bogotá, 1986. Mejor Actriz a María Eugenia Dávila, Mejor Actor a Gustavo Angarita, XII Reseña Internacional de Acapulco-México, 1987
Scheda Tecnica ANNO: 1985 DURATA: 91’ FORMATO: 35mm Colore LINGUA: Spagnolo REGIA: Jorge Alí Triana PRODUZIONE: Delegado Camilo Vives TESTI: Gabriel García Márquez, Collaborazione nei dialoghi del copione originale Carlos Fuentes FOTOGRAFIA E RIPRESE: Mario García Joya, Collaborazione nelle riprese Rodrigo García, Foco Ernesto Granados, Assistente Ignacio Rodríguez TESTI: Gabriel García Márquez ASSISTENTE DI REGIA: Direttrice assistente Sylvia Amaya, Assistente Néstor Cobos MONTAGGIO: Nelson Rodríguez, Assistente Marisela Sosa SUONO: Raúl García, Microfonista Rodolfo Plaza MUSICA: Leo Brower PRODUZIONE ESECUTIVA: Gloria Zea, Gerente Alfonso Rodríguez CAPO DI PRODUZIONE: Efraín Gamba, Assistenti Gloria Gamba, Carolina Angel, Ancízar Grisales SCENOGRAFIA: Patricia Bonilla AMBIENTAZIONE: Carlos Parruca, Utilería Carlos Arias COSTUMI: Disegni Miriam Dueñas, Elaborazione Álvaro “Chiribico” Caicedo, Assistente Mélida Vásquez 83
ISTITUZIONI COLOMBIANE PARTNER DEL PROGETTO
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La Fundación Nuevo Periodismo Iberoamericano: traiettoria e prospettive
CARTAGENA
che sinora ha più di 27.000 registri. La selezione viene fatta da comitati che studiano le autobiografie narrate, le lettere di riferimento dei media e i pezzi giornalistici ricevuti. Ogni partecipante deve pagare un’iscrizione, la cui spesa viene assunta frequentemente dalla rispettiva compagnia, ogni tanto dal giornalista e in alcuni paesi dai fondi di borse di studio, come quello che beneficia i giornalisti di Nicaragua secondo l’accordo con la Fundación Violeta Barrios de Chamorro.
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a Fundación ha fatto il suo primo laboratorio ad aprile 1995, sotto la direzione della grande cronista messicana Alma Guillermoprieto. Sinora abbiamo organizzato 166 laboratori e seminari nella nostra sede a Cartagena de Indias e in altre 34 città di 15 paesi, con la partecipazione di 2.788 reporter ed editori di 28 paesi, dei quali quasi il 40 % sono donne. L’anno scorso ha organizzato 23 attività in funzione delle sue cinque linee tematiche, cioè: tecniche e generi della narrazione giornalistica, specialità del mestiere, etica giornalista e libertà di espressione, copertura specializzata dei problemi dell’America Latina e qualità giornalistica. Dei 509 partecipanti solo il 12 % sono colombiani. Nove dei laboratori e seminari sono stati fatti a Cartagena e gli altri 14 in sedi itineranti come Buenos Aires, Monterrey, Guayaquil, Lima, Antigua o Caracas.
Definitivamente la Fundación Nuevo Periodismo Iberoamericano non è né vuole essere un centro di ricerca teorica o un’istituzione universitaria convenzionale di laurea o postlaurea. A fin dei conti, come ha detto García Márquez a Los Angeles, il suo proposito non è quello di insegnare a fare i giornalisti ma migliorare quelli che già lo sono. Anche se ci si è mantenuti fedeli al programma originale esposto da Márquez nel suo discorso di fronte al SIP (Sociedad Interamericana de Prensa), la Fundación è cresciuta e ha diversificato le sue linee di azione. Tra queste altre linee devo sottolineare il Premio Nuevo Periodismo che conta con il generoso patrocinio di CEMEX. Il premio non solo serve a stimolare i nostri giornalisti con ricompense di 25.000 dollari in ogni categoria ma si presenta come un vero osservatorio da cui valutare l’andamento del giornalismo in America Latina. Lo scorso 28 febbraio abbiamo chiuso il terzo bando di concorso, al quale si sono iscritti 633 testi e 239 lavori di fotogiornalismo pubblicati negli ultimi due anni in 22 paesi, includendo giornalisti latini di Canada e Stati Uniti.
“Coloro che arrivano alla Fundación sono portati lì da ogni angolo dell’America Latina, da ogni realtà sociale. Ci sono i giornalisti novellini e inesperti e gli intenditori veterani con lunghi anni di carriera. Ci sono gli autodidatti, i poveri, quelli di oscuri giornali di provincia e i sofisticati giornalisti delle grandi città, che hanno goduto dei vantaggi di un’educazione di alto livello, che hanno viaggiato per il mondo e hanno buoni ingressi. Alcuni di loro sono già stelle dei media, nomi riconosciuti nei loro paesi. A Cartagena però sono uguali e si sentono uno pari all’altro, alunni tutti. Quello che li porta lì è il loro desiderio di imparare, di migliorare i loro strumenti al momento di comunicare le loro diverse realtà e, senza dubbio, l’esperienza comune di contagiarsi un po’ della magia di Márquez”1.
Jaime Abello Banfi Direttore della Fundación Nuevo Periodismo Iberoamericano
Il bando si pubblica nel sito Internet e si invia all’elenco di indirizzi di una base di dati in costante crescita,
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Parole pronunciate da Jon Lee Anderson durante un omaggio offerto a Gabriel García Márquez a New York a novembre del 2003.
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OBSERVATORIO DEL CARIBE COLOMBIANO CARTAGENA
GRUPPI RICONOSCIUTI DA COLCIENCIAS Gruppo Regionale di Ricerca in Economia e Competitività Gruppo Regionale di Ricerca sulla Cultura e sulla Società Gruppo di Riflessione sulle città dei Caraibi Colombiani
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iù di un lustro alla ricerca di sinergie intorno al sapere sui Caraibi Colombiani
AREE DI LAVORO: 1. Ricerche e riflessioni
2. BORSE DI STUDIO PER LA RICERCA CULTURALE
2. Borse di studio per la ricerca culturale L’Associazione Osservatorio dei Caraibi Colombiani è un centro di ricerca creato nel l998 da un insieme d’istituzioni e di cittadini, allo scopo di studiare e stimolare la conoscenza della zona, raccogliere e sistemare i dati allo stato attuale, mettere in contatto i vari ricercatori e promuovere le conoscenze in loco rendendole di pubblico dominio. L’Osservatorio nasce da un’impostazione pluralista che tende a promuovere lo studio della zona, in base al presupposto che ogni contributo ad esso apportato, dalle conoscenze allo studio della società, richiede l’accomunamento dei vari punti di vista. Da questo presupposto si desume che le dinamiche culturali di quella regione, così ricche e diverse tra loro, vengano ritenute dall’Osservatorio dei Caraibi Colombiani come un punto di partenza per intraprendere la strada della prosperità e per confermare la propria appartenenza a tale zona.
In omaggio al poeta, pittore e narratore Héctor Herazo Rojas, l’Osservatore dei Caraibi, unitamente al Ministero della Cultura, mettono a disposizione ogni anno, dal l999, borse di studio relative alla ricerca e cultura. Le borse di studio in oggetto portano lo stesso nome dell’autore. Questa iniziativa costituisce il primo programma portato avanti in Colombia di borse di studio nel settore e fino alla data sono già stati 11 gli assegnatari di tale beneficio. I ricercatori che hanno usufruito della borsa di studio appartenevano a varie regioni del paese, residenti nelle varie zone, tra cui il Cesar, La Guajira, l’Atlantico, Bolivar, Cordoba
3. CATTEDRA DEI CARAIBI Vale a dire l’insieme di conoscenze e d’idee in merito alla regione dei Caraibi Colombiani. Lo scopo è quello di approfondire sui rapporti e punti di coerenza tra le varie discipline e punti di vista, tra gli scritti ed i pensieri, tra le scienze e l’arte: una pluralità che vada oltre gli schemi tradizionali e che consenta un nuovo orizzonte analitico, rigoroso e veritiero, ma interdisciplinare e capace di dialogo. Tramite relativo accordo, le Università dell’Atlantico, di Cartagena, Cordoba, Cesar, La Guajira e Magdalena appoggiano la guida e la realizzazione di questo programma, gestito unitamente al Ministero della Cultura.
3. Cattedra dei Caraibi 4. Rete di Ricercatori 5. Pubblicazioni
1. RICERCHE E RIFLESSIONI In questo settore vengono convogliate le seguenti attività: Studio e valutazione della regione allo stato attuale Analisi delle tendenze di sviluppo economico e sociale Studi relativi all’industria manifatturiera Studi relativi al processo demografico nonché agli insediamenti urbani e regionali Riflessione sulla condizione attuale delle città e sulla dinamicità dei processi locali per la programmazione dello sviluppo urbano Valutazione dei risultati delle politiche pubbliche decentrate Valutazione della gestione scolastica degli enti territoriali Ricerche culturali Strategie ambientali per uno sviluppo sostenibile
4. RETE DI RICERCATORI La Rete Ocaribe, coordinata dall’Osservatorio, conglomera più di 140 ricercatori che si occupano dello studio dei Caraibi colombiani da svariati punti di vista, allo scopo di costruire un sistema solido di cultura sulla regione dal punto di vista culturale, sociale, economico ed ambientale. La rete è un progetto in abbinamento al Sistema Universitario Statale dei Caraibi, costituito dall’Università dell’Atlantico, l’Università di Cartagena, l’Università di Cordoba, l’Università di La Guajira, l’Università del Magdalena, l’Università Nazionale di Colombia, sede di Sant’Andrés, l’Università Popolare del Cesar e l’Università di Sucre. 87
PARQUE CULTURAL DEL CARIBE BARRANQUILLA
la Biblioteca Infantile Piloto dei Caraibi, da un Centro di Documentazione relativo sempre alla zona dei Caraibi e dalla Biblioteca Macondo, specializzata nell’opera di Gabriel García Márquez.
S
ito nel Centro Storico di Barranquilla, il Parco Culturale dei Caraibi, è uno spazio che ospita e promuove attività culturali ed educative nell’ambito dei Caraibi Colombiani; lo stesso costituisce uno spazio di aggregazione che integra cultura ed educazione e che al medesimo tempo contribuisce allo sviluppo umano della regione, proponendosi di conseguenza come un’iniziativa senza precedenti nei Caraibi Colombiani.
L’obiettivo principale che si propone il Parco Culturale dei Caraibi è quello di consolidarsi come ente promotore e diffusore della conoscenza del patrimonio naturale, della cultura e della storia dei Caraibi colombiani. Tramite la sua programmazione culturale ed accademica permanente, il Parco Culturale dei Caraibi si propone come un nuovo punto di riferimento culturale e come uno spazio di convivenza e d’interscambio che attira la gente, non soltanto quella della città di Barranquilla, ma anche quella della regione colombiana dei Caraibi.
Questa moderna struttura che comprende 20.000 mq ha come centro il Museo dei Caraibi che è il primo museo regionale della Colombia. Lo stesso dispone di un salone destinato ad eventi di tipo vario, uno spazio pubblico che possiede un’area di 12.000 mq, corredato da un teatro all’aperto, da zone destinate a giochi per l’infanzia, da una fontana secca, da spazi verdi, dal-
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La Fundación Festival de la Leyenda Vallenata
VALLEDUPAR conosciuta come Musica Vallenata nelle sue quattro arie: Paseo, Merengue, Puya e Son.
I
l 25 Aprile 1986 nella città Los Santos Reyes nella Valle de Upar, le stesse persone vincolate con l’organizzazione dei 18 festival precedenti decise di costituire la Fundación Festival de La Leyenda Vallenata, entitá di diritto privato senza scopo di lucro.
Nel Festival de La Leyenda Vallenata concorrono per il titolo di Re Vallenato i fisarmonicisti che, a seconda della loro età e traiettoria, si iscrivono nelle seguenti categorie: professionale, dilettante, giovanile e infantile. Quest’ultima categoria è stata presa, agli inizi degli anni ’90, come base per la creazione della scuola di musica Andrés “El Turco” Gil, a partire della quale è nata più tardi la Scuola “Talento Vallenato Rafael Escalona Martínez”. Quest’ultima è stata creata per iniziativa di Consuelo Araújo Noguera, Presidente Esecutivo della Fundación Festival de la Leyenda Vallenata, con il proposito di dargli continuità spaziale e temporale alla musica che oggi è simbolo della Colombia, dentro e fuori le sue frontiere, e di qualificare i suoi interpreti arricchendo questa sorgente di musicisti che oltre a lottare per essere competitivi, famosi e trionfanti, custodiscono gelosamente i segreti della fisarmonica scoperti da José León Carrillo Mindiola, sacerdote nato ad Atánquez (una popolazione nei contrafforti della Sierra Nevada de Santa Marta) che verso la fine del secolo XIX scoprì lo strumento per cose del destino.
È un’organizzazione no governativo il cui obiettivo sociale è la difesa, investigazione, fomento, coltivazione, divulgazione e promozione della musica, in tutte le sue modalità: canzoni, versi, cobbola, decime, piquerías e melodie delle canzoni vallenatas; le tradizione, leggende, miti, storie, relati, racconti, saggi, opere artistiche di ogni indole, inerente alla cultura vallenata in generale, dentro e fuori del Paese, appoggiare e difendere i diritti che corrispondono ai suoi autori, interpreti ed esecutori. Il Festival de la Leyenda Vallenata è la grande festa della cultura popolare che si celebra a Valledupar, capitale della Regione del Cesar, a fine aprile, nelle date tradizionali 26, 27, 28, 29 y 30 ed eccezionalmente, anche in altre possibili date decise dalle autorità. Si definisce como un concorso che lavora e si inclina verso la difesa dell’espressione folclorica e popolare
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Si ringraziano i Ministeri italiani per la collaborazione e il sostegno alle iniziative
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI Massimo D’Alema, Ministro Gherardo La Francesca, Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale Adriano Benedetti, Direttore Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie Elisabetta Kelescian, Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale Eventi Straordinari MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI Francesco Rutelli, Ministro Elena Montecchi, Sottosegretario Danielle Gattegno Mazzonis, Sottosegretario Andrea Marcucci, Sottosegretario Direzione Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali Luciano Scala, Direttore Generale Salvatore Italia, Capo Dipartimento dei Beni Archivistici e Librari
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ENTI PROMOTORI DI ITALIACOLOMBIA
ITALIA Città di Civitavecchia Giuseppe Saladini, Sindaco Marietta Tidei, Capo di Gabinetto Roberta Galletta, Segreteria del Sindaco Capitaneria di Porto di Civitavecchia Antonio Basile, Comandante Lorenzo Savarese, Comandante in II Porti di Roma e del Lazio Gianni Moscherini, Commissario Staordinario Autorità Portuale Euro-Mediterraneo Culture dei Mari Giorgio Pagano, Sindaco della Spezia, Presidente Antonio Brigante, Vicepresidente Italo Gómez, Sovrintendente Piera Rossi, Direzione tecnica e regia Laura Marelli, Coordinamento istituzionale e artistico Erika Ramirez Rozo, Consulenza per il progetto “Italia Colombia” Si ringrazia Vezio Bertone per la fattiva collaborazione Centro Attività Musicali e Teatrali/Autunno Musicale Sabina Napoli, Segretario generale Ana Isabel Cajiao Nieto, Relazioni esterne con la Colombia Paola Roncareggi, Direzione Progetto e Comunicazione Paola Lanticina, Redazione e pubblicazioni Si ringraziano per la collaborazione: Giulia Giancristofaro, Rossella Roncoroni, Marisa Zerboni. Si ringrazia la Federazione Cemat-Centri Musicali Attrezzati. Gisella Belgeri, Presidente Carla Pappalardo, Segretario generale Assistenza alle mostre: Bruno Fornara Museo degli Strumenti per la Navigazione di Bellagio Gianni Gini, curatore
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COLOMBIA Ministerio de Relaciones Exteriores Maria Consuelo Araujo, Ministro Maria Claudia Parias, Directora Asuntos Culturales Mercedes Rodriguez de Gaitán, Asesor Direccion de Asuntos Culturales Embajada de la República de Colombia in Italia Coronel Miguel Perez, Addetto Militare Esperanza Anzola, Agregada Cultural Si ringraziano per la collaborazione in Colombia: Edwin Ortega del Chiaro Etión Gómez Ministerio de Cultura Colombiano Elvira Cuervo de Jaramillo, Ministro Clarisa Ruiz Correal, Directora Artes Banco de la República Dario Jaramillo, Subgerente Cultural del Banco de la República Proimágenes en Movimento Claudia Triana de Vargas, Directora Andrés Bayona Gómez, Director de Proyectos Fundación Nuevo Periodismo Iberoamericano Jaime Abello Banfi, Director Parque Cultural del Caribe Carmen Arévalo Correa, Directora Ilva Chogó Picón, Coordinadora Socialización y Comunicaciones Observatorio del Caribe Colombiano Weildler Guerra Curvalo, Director Alberto Abello, Investigador Asociado Fundación Festival de la Leyenda Vallenata Rodolfo Molina Araujo, Presidente Alcaldía de Medellín Sergio Fajardo Valderrama, Al calde Jorge Melguizo Posada Secretaría de Cultura Ciudadana Fundación Casa Museo Pedro Nel Gómez Alvaro Morales, Director Diego León Arango Gómez, curatore della mostra Pedro Nel Gómez
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INDICE
TESTI INTRODUTTIVI
Gli Strumenti Nautici, mappe e strumenti a cura del Museo di Bellagio (Como)
Ministero degli Affari Esteri colombiano Ministra Maria Consuelo Araujo
La Nave Scuola Amerigo Vespucci, in viaggio per le Olimpiadi di Atene del 2004
Ambasciata Colombiana in Italia LE MANIFESTAZIONI Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale- Ministero degli Affari Esteri italiano, Ministro plen. Gherardo La Francesca
Festa popolare La Cleopatra di Hector Berlioz
Direttore Generale per i Beni Librari e gli Istituti Culturali- Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, Dott. Luciano Scala
Omaggio alle Beate, Madre Laura e Madre Teresa
Ministero della Cultura Colombiano, Ministra Elvira Cuervo de Jaramillo
Civitavecchia
I LUOGHI DEL FESTIVAL
Il Porto Sindaco della Spezia e Presidente di Euro-Mediterraneo Culture dei Mari, Dott. Giorgio Pagano
Il Forte Michelangelo La Cattedrale di S. Francesco
Sindaco di Civitavecchia, Dott. Giuseppe Saladini
Le Terme Taurine
Sovrintendente e Direttore Artistico di Euro-Mediterraneo Culture dei Mari, M° Italo Gómez
INCONTRO LETTERARIO
LE MOSTRE
ISTITUZIONI PARTNER COLOMBIANE
Pedro Nel Gómez, pittore e muralista colombiano
Fundación Nuevo Periodismo Iberoamericano
I pescatori Wayuu del Caribe
Observatorio del Caribe Colombiano
Yuruparí, video della cultura indigena colombiana
Parque Cultural del Caribe
L’emigrazione italiana in Colombia
Fundación Festival de la Leyenda Vallenata
I Luoghi della Memoria Scritta, manoscritti nelle Biblioteche italiane
Fundación Casa Museo Pedro Nel Gomez
TEMPO DE MORIR
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Finito di stampare nel mese di settembre 2006 da New Press snc via Carso 18/20 - 22100 Como tel. 031 301268/69 - fax 031 301267 e-mail: newpress@tin.it PROPRIETĂ€ LETTERARIA RISERVATA