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AUTUNNO PER LE PALESTRE ITALIANE
L
a situazione normativa dei centri sportivi (intendendosi come tali palestre, scuole di danza, piscine, ecc.) alla riapertura per la stagione 2021/22 si presenta densa di novità sotto il profilo normativo. Con alcune di esse abbiamo già iniziato a convivere. Ci riferiamo a tutte le misure contro l’emergenza Covid 19 e, in particolare, l’introduzione del Green pass per l’accesso agli impianti. Quando scriviamo queste note la disciplina richiede ancora chiarimenti che il dipartimento sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri si è impegnato ad emanare al più presto. Chiarimenti che al momento non appaiono essere quelli pubblicati nell’aggiornamento delle linee guida per le attività sportive in cui ci si limita ad aggiungere, ai limiti e ai controlli obbligatori già noti per le prevenzioni delle infezioni da Covid 19 l’onere della verifica del Green pass Resta pertanto il dubbio sulla possibilità di utilizzo degli spogliatoi per l’attività da 16
svolgersi poi all’aperto (che non prevede Green pass) dove, al momento, in via prudenziale, la risposta appare affermativa così come, per lo stato dell’arte al momento in cui vengono redatte le presenti note, si ritiene che la certificazione debba essere richiesta anche per tutti gli operatori del centro, indipendentemente dalla tipologia di contratto (lavoro dipendente, partita Iva o collaborazione sportiva) da loro posseduta. Analogamente dovranno possedere l’autorizzazione i genitori dei bambini (ricordiamo che sotto i 12 anni il green pass non potrà essere rilasciato) che entrano con loro negli spogliatoi per aiutarli a cambiarsi. Questo è il mio pensiero che ovviamente potrà essere integralmente modificato in presenza di chiarimenti governativi ufficiali di segno contrario. Ma se su questo, quando tali note saranno pubblicate, il quadro dovrebbe essere ormai definito, il 2022 sarà l’anno della
progressiva entrata in vigore di due riforme importanti che toccano la vita dei centri sportivi: quella del terzo settore e quella dello sport nonché della applicazione della decisione del massimo organo di giustizia sportiva del Coni in merito all’obbligo dello svolgimento dell’ attività agonistica al fine del mantenimento della iscrizione al registro Coni (e al conseguente diritto di applicare le agevolazioni fiscali previste per le attività sportive dilettantistiche). Se la riforma del terzo settore tocca in maniera solo marginale il mondo delle palestre (il vero vantaggio che potrebbero avere i nostri centri a chiedere l’iscrizione al registro unico nazionale del terzo settore, oltre ad un rapporto privilegiato con le amministrazioni pubbliche, sarà quello di poter fare attività in locali indipendentemente da quale sia la loro destinazione urbanistica a fronte di rilevanti aggravi sotto il profilo degli adempimenti da rispettare) non altrettanto si può dire sia della riforma dello sport che della decisione del collegio di