STTP Ka Hsaw Wa – Responsabilità delle multinazionali

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SPEAK TRUTH TO POWER KA HSAW WA RESPONSABILITÀ DELLE MULTINAZIONALI
RESPONSABILITÀ DELLE MULTINAZIONALI Ka Hsaw Wa © 2000 Eddie Adams

KA HSAW WA

La denuncia accusa gli agenti go vernativi di Burma, ingaggiati dalla Unocal, una compagnia petrolifera con sede negli Stati Uniti, che dovevano oc cuparsi della sicurezza dei trasporti e delle infrastrutture per un oleodotto, di aver com messo reati come l'estorsione, la violenza carnale, la tortura, la costrizione ai lavori for zati, nonché le esecuzioni sommarie, ai dan ni della popolazione indigena.

Per anni Ka Hsaw Wa ha attraversato le foreste di Burma, raccogliendo le testimo nianze delle vittime delle violazioni dei diritti umani. Ha insegnato a centinaia di persone a indagare a loro volta sulle violazioni dei diritti umani internazionali, e come poi docu mentarle e renderle note.

Da studente, negli anni Ottanta, Ka Hsaw Wa era stato promotore di diverse dimostra zioni a favore della democrazia a Rangoon. È stato arrestato e torturato dagli agenti del regime militare di Burma, al potere sin dal 1962 (e rinominato nel 1988 SLORC: State Law and Order Restoration Council [Con

siglio di Stato per la Restaurazione delle Legge e dell'Ordine]). Per proteggere la pro pria famiglia ha preso un nuovo nome, Ka Hsaw Wa, che significa elefante bianco. La sua meticolosa documentazione sui lavori forzati e sugli stupri che avvengono siste maticamente viene presa in considerazione nonché citata sia da Amnesty International, sia da Human Rights Watch, sia da altre or ganizzazioni internazionali.

Il lavoro di Ka Hsaw Wa, nonostante il tre mendo rischio personale, continua tuttora nella giungla di Burma.

KA HSAW WA RESPONSABILITÀ DELLE MULTINAZIONALI
KA HSAW WA È IL FONDATORE DELLA EARTH RIGHTS INTERNATIONAL, UN'ORGANIZZAZIONE NON GOVERNATIVA CHE HA INTENTATO UNA CAUSA, VINCENDOLA, CREANDO UN PRECEDENTE, CONTRO UNA SOCIETÀ STATUNITENSE A CAUSA DELLE TORTURE PERPETRATE DAI SUOI AGENTI OLTREOCEANO.
«MI CAPITA DI PENSARE: MA COSA STO FACENDO? NON GUADAGNO NULLA PER ME E MI SEMBRA ANCHE DI NON FARE NIENTE PER ALLEVIARE LE SOFFERENZE DEGLI ABITANTI DEI VILLAGGI. PERÒ AL TEMPO STESSO MI DICO CHE SE VOLTO LE SPALLE E ME NE VADO NON RIMARRÀ NESSUNO A CUI RIVOLGERE QUESTE LAMENTELE»
3MARINA PISKLAKOVA – VIOLENZA DI GENERE

go il confine Tailandese, oppure nei campi profughi.

Faccio

questo da undici anni. Per la maggior parte del tempo coor dino il lavoro sul campo, raccolgo informazioni, dirigo spedizioni alla ricerca di episodi da segnalare e istruisco il mio staff a fare altrettanto, in particolare nella zona dell’oleodotto della compagnia petro lifera statunitense Unocal. Attualmente ab biamo una causa in corso contro la Unocal. Il punto principale di questo caso è che la compagnia americana sta abusando dei di ritti umani per ampliare i propri margini di profitto. Noi andiamo a intervistare le per sone che vivono in Birmania e chiediamo loro di parlarci delle violazioni dei diritti umani perpetrate dal governo militare. E ci raccontano di torture, di lavori forzati, di costrizioni al facchinaggio e di stupri, non ché di esecuzioni sommarie. Raccolgo in formazioni anche fuori dalla Birmania lun

Gli abitanti del villaggio che ci appoggia no si tengono in contatto con noi in segreto o in codice. Usiamo le radio e i Global Posi tioning Systems (GPS) per trovare la strada attraverso la giungla. E’ molto pericoloso. A volte, i soldati camminano sul sentiero proprio davanti a noi, così vicini che po tremmo toccarli. Dobbiamo stare molto at tenti. Mi hanno già sparato due volte.

Sono molte le violazioni dei diritti uma ni direttamente connesse con l’oleodotto della Unocal. Le più frequenti sono il lavo ro forzato e la costrizione al facchinaggio, ossia quando i soldati costringono gli abi tanti del villaggio a trasportare le munizio ni, le attrezzature e i viveri. I portatori non vengono pagati, e se cercano di scappare per riferire tutto alle autorità, quelli dello SLORC li prendono, li torturano, li metto no in prigione oppure li uccidono.

MYANMAR (BIRMANIA) CINANEPAL BANGLADESH INDIA THAILANDIA LAOS VIETNAM MALESIA SRI LANKA CAMBOGIA 4 ROBERT F. KENNEDY HUMAN RIGHTS ITALIA – SPEAK TRUTH TO POWER

Inoltre, negli ultimi quattro o cinque anni, ho saputo di dodici o quindici stupri ai danni di donne del posto da parte dei soldati dello SLORC che si occupano del la sicurezza dell’oleodotto. Due di queste donne sono parte civile al processo che abbiamo in corso. L’intera zona brulica di militari che le hanno violentate mentre an davano dal villaggio a una fattoria vicina.

Nel 1988, avevo organizzato un gruppo di studenti che protestava contro lo SLORC e in favore della democrazia. Io vivevo a Rangoon, ma ogni studente del mio gruppo aveva organizzato dimostrazioni anche in altre città. Alla fine, le proteste si svolgeva no in tutta la Birmania per sensibilizzare la popolazione sulla democrazia e sulla resi stenza nei confronti dello SLORC. Duran te una manifestazione a Rangoon avevano sparato a due miei amici. Uno è morto subi to tra le mie braccia; all’altro avevano spa rato in bocca. Lo avevo portato all’ospedale, ma sono dovuto scappare e lasciarlo lì.

Non volevo lasciare la Birmania e i miei anziani genitori, perciò ho deciso di anda re in una zona fuori Rangoon. In quel pe riodo, sono rimasto nascosto nella giungla e ho visto la vita atroce che facevano gli abitanti dei villaggi. Al mattino dovevano prendere la zappa e un cesto e venivano costretti a costruire qualsiasi cosa voles sero i militari. Ho camminato attraverso la giungla per cinque giorni verso la zona di Karen con un altro studente e un abitante del villaggio. E ho visto atrocità tremende. E questo ha cambiato radicalmente la mia vita. Dal momento che nessuno fino ad al lora si era occupato di intervistare la gente, ho pensato di farlo io.

All’inizio non avevo né carta né penna per lavorare. Sono andato alla Karen Na tional Union e mi hanno mandato via come MULTINAZIONALI

un qualsiasi studente. All’Unione mi han no detto che questo genere di incidenti capitavano continuamente e che nessuno ci faceva caso. Mi hanno detto di non pre occuparmi, ma di prendere invece in mano un’arma e combattere i soldati. Non sape vo come portare avanti il lavoro che vole vo fare senza le risorse e i mezzi necessari. Ho continuato a rivolgermi alla KNU e ho chiesto loro di comprarmi un registratore, della carta e una penna per poter scrivere e poi far avere importanti informazioni a chi si occupava di questi problemi. Mi hanno semplicemente risposto di non prendere in giro me stesso.

Nonostante ciò, non ho smesso di rac cogliere testimonianze. Potevo soltanto

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parlare con la gente e cercare di tenere in mente il più possibile le cose che mi raccontavano.

Nel 1992, ho incontrato Kevin Heppner, un canadese. Abbiamo cominciato a regi strare insieme le violazioni dei diritti uma ni. Io traducevo le testimonianze in inglese, lui le batteva a macchina e poi le spediva mo a chiunque potesse essere interessato, come Amnesty International. Insomma, era tutto estremamente difficile. E in più eravamo poverissimi. Alla fine abbiamo co nosciuto una francese che ci ha dato i soldi per la carta e per spedire la posta. Ero così felice, finalmente potevamo fare qualcosa. Nel 1994, quando è morto un mio amico, volevo rinunciare.

Pensavo di dover fare qualcosa per me stesso. Avevo bisogno di guadagnare per

poter dare dei soldi alla gente. “Se volto le spalle” ho pensato, “chi lo farà questo la voro?” Le sofferenze non avranno mai fine. Anche se era dura, ho deciso che non avrei smesso di lavorare per gli altri. Mi sono de dicato alla povertà, vivendo nella giungla con pochissimo cibo.

Non so se il coraggio viene dalla forza o dalla paura. Mi ricordo una volta in cui ascoltavo una testimonianza e ho comin ciato a tremare come una foglia. Era la cosa più orribile che avessi mai sentito. Raccon ti come questo mi ripugnano e allo stesso tempo mi danno coraggio. La sofferenza che ho patito io non è nulla in confronto alla loro. Le necessità di questa gente sono più grandi delle mie.

Da Speak Truth to Power (Umbrage, 2000) EarthRights International
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LE NAZIONI UNITE E IL GLOBAL COMPACT

L’iniziativa

dell’ONU Global Com pact è stata lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan, durante il World Economic Forum di Davos (Svizzera), del 1999. Nel suo appel lo l’ex Segretario Generale invitava i leader dell’economia mondiale ad aderire al Glo bal Compact, un “Patto globale” che unisce imprese, agenzie dell’ONU, organizzazioni del lavoro e della società civile, nel pro muovere la responsabilità sociale dell’im presa attraverso il rispetto e la promozio ne di nove principi fondamentali relativi ai diritti umani, al lavoro e all’ambiente. Si tratta di principi condivisi universalmente in quanto derivati dalla Dichiarazione Uni versale dei Diritti Umani, dalla Dichiara zione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui Principi e i Diritti fonda mentali nel Lavoro e dalla Dichiarazione di Rio su Ambiente e Sviluppo. Il Global Compact chiede alle imprese di integrare i nove principi nelle loro operazioni quoti diane e di impegnarsi in progetti e inizia tive d’impresa che sostengano i principi e i più ampi obiettivi delle Nazioni Unite (Millennium Development Goals, MDGs).

zioni Unite (OHCHR, ILO, UNEP, UNDP, UNIDO) affiancate da tutti gli attori di rilie vo quali le imprese, il mondo del lavoro, le organizzazioni della società civile, i gover ni, tutti chiamati a farsi parte attiva dell’i niziativa. Aderendo al Global Compact, le imprese si impegnano ad intraprendere un processo di integrazione consapevole di questi nove principi nelle loro strategie ed operazioni quotidiane, a promuovere e diffondere l’applicazione dei nove principi nell’ambito della propria sfera d’influenza e a condividere con altre imprese ed attori sociali le migliori esperienze realizzate.

Il Global Compact rappresenta un impor tante passo in avanti sul percorso di una maggiore consapevolezza del concetto di partnership tra imprese, istituzioni, cittadi ni, lavoratori per la tutela dei diritti umani e la promozione di un nuovo concetto di responsabilità sociale dell’impresa. Il Glo bal Compact è un network al cui centro vi sono l’Ufficio del Global Compact di New York (UNGC) e cinque agenzie delle Na DELLE MULTINAZIONALI

7MARINA PISKLAKOVA – VIOLENZA DI GENERE
KA HSAW WA – RESPONSABILITÀ
SULL’ARGOMENTO

I nove principi del Global Compact DIRITTI UMANI

• Principio I Alle imprese è richiesto di promuovere e rispettare i diritti umani universalmente riconosciuti nell’ambito delle rispettive sfere di influenza;

• Principio II Di assicurarsi di non essere, seppure indirettamente, complici negli abusi dei diritti umani.

LAVORO

• Principio III Alle imprese è richiesto di sostenere la libertà di associazione dei lavoratori e riconoscere il diritto alla contrattazione collettiva;

• Principio IV L’eliminazione di tutte le forme di lavoro forzato e obbligatorio;

• Principio V L’effettiva eliminazione del lavoro minorile;

• Principio VI L’eliminazione di ogni for ma di discriminazione in materia di im piego e professione;

AMBIENTE

• Principio VII Alle imprese è richiesto di sostenere un approccio preventivo nei confronti delle sfide ambientali;

• Principio VIII Di intraprendere iniziative che promuovano una maggiore respon sabilità ambientale;

• Principio IX Di incoraggiare lo sviluppo e la diffusione di tecnologie che rispetti no l’ambiente.

Fonte: www.responsabilitasociale.org www.unglobalcompact.org

ROBERT F. KENNEDY HUMAN RIGHTS ITALIA – SPEAK TRUTH TO POWER Kofi Annan - World Economic Forum Annual Meeting 2004 World Economic Forum from Cologny, Switzerland
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CONSORZIO SOCIALE GOEL

IlConsorzio Sociale GOEL – nato nel 2003 come frutto di un percorso de cennale di impegno della Pastorale Sociale e del Lavoro della Diocesi di Lo cri-Gerace contro la disoccupazione e per il cambiamento – ha come mission il cam biamento socio-economico della Locride e della Calabria e riconosce nell'impresa so ciale il principale strumento di produzione di questo cambiamento.

Il patto consortile delinea una precisa immagine della cooperazione, intesa come realtà partecipativa espressione della co munità locale, in stretta relazione con le istituzioni e con un preciso mandato di in tegrazione sociale.

Il nome GOEL ha radici bibliche e sta a significare la funzione di liberazione e riscatto che intende rivestire il consorzio nei confronti delle fasce sociali escluse ed emarginate del nostro territorio.

I soci del Consorzio sono impegnati in attività diverse: servizi socio-sanitari, ac compagnamento alla creazione di impresa, assistenza informatica, consulenza alle im prese, accoglienza prevenzione e recupero minori a rischio, formazione sociale e ani mazione del territorio, servizi turistici e al berghieri, smaltimento rifiuti, commercio equo e solidale, riciclaggio indumenti usa ti, confezioni per bomboniere, produzione oggettistica, ricami artigianali, produzione tessuti al telaio, arte.

GOEL ha promosso e fondato, assieme agli altri consorzi sociali calabresi apparte nenti a CGM Welfare Italia:

• Calabria Welfare, consorzio regionale della cooperazione sociale;

• Comunità Libere, movimento nonvio lento composto da cittadini, famiglie, imprese, organizzazioni sociali, a difesa di chi viene attaccato dai poteri anti-de mocratici e violenti.

Insieme a Calabria Welfare e Comuni tà Libere, ha promosso un'Alleanza con la Locride e la Calabria, contro la 'ndrangheta e le massonerie deviate, per la democrazia ed il bene comune, a cui hanno aderito mi gliaia di persone e centinaia di enti in tutta Italia e che ha dato vita alla manifestazione nazionale 1 marzo: • Dal Sogno...una gran de Alleanza - Locri, 1 Marzo 2008; • Dall'Al leanza al Progetto - Crotone, 1 Marzo 2009;

• Da Sud a Nord: un'Alleanza per la Demo crazia - Reggio Emilia, 1 Marzo 2010).

ALTRE STORIE
www.goel.coop 9KA HSAW WA – RESPONSABILITÀ DELLE MULTINAZIONALI

STRUMENTI DI RICERCA

ACTIVISTS BEYOND BORDERS: ADVOCACY NETWORKS IN INTERNATIONAL POLITICS

Margaret Keck and Kathryn Sikkink (New York, Cornell Uni versity Press, 1998). Questo li bro ha ottenuto molti successi. Esamina l’attivismo transnazio nale e i network formatisi sotto l’influenza della politica globale.

AMNESTY INTERNATIONAL LINK TO BUSINESSES

https://www.amnesty.org.uk/ issues/business-and-human-rights Sito in inglese.

BILANCIO SOCIALE

www.bilanciosociale.it

Sito che spiega cos’è il bilancio sociale, ovvero un documento con il quale un'organizzazione, che sia un'impresa o un ente pubblico, o un'associazione, comunica periodicamente in modo volontario, gli esiti della sua attività, non limitandosi ai soli aspetti finanziari e contabi li. Il bilancio sociale nasce dalla consapevolezza che esistono diverse categorie di persone, definite stakeholders, che han no un diritto riconosciuto, o interesse, a conoscere quali ri cadute, o effetti, l'ente produce nei propri confronti.

BUSINESS AND HUMAN RI GHTS RESOURCE CENTER

www.business-humanrights.org

Si occupa di oltre 3000 azien de distribuite in più di 160 Paesi. Viene aggiornato costantemen te con notizie e rapporti che riguardano l’impatto di queste aziende sui diritti umani a livel lo mondiale, sia esso positivo o

negativo. Sito in inglese, spa gnolo, francese.

CORPORATE EUROPE OBSERVATORY

www.corporateeurope.org CEO è un gruppo di ricerca no-profit che si occupa di stu diare le minacce alla de mocrazia, alla giustizia sociale e all’ambien te create dal potere politico ed economi co delle grandi indu strie e delle loro affi liate. Sito in inglese.

EUROPEAN COALITION FOR CORPORATE JUSTICE

www.corporatejustice.org Un’iniziativa presa da sedici or ganizzazioni europee, la ECCJ si concentra principalmente sul tema della responsabilità da parte delle aziende per un mon do sostenibile. Lavora a stretto contatto con le istituzioni gover native nel tentativo di stabilire standard internazionali e princi pi comuni in merito ai diritti uma ni, al lavoro, all’ambiente nella logica economica delle aziende e di conseguenza nel loro com portamento. Sito in inglese.

GLOBAL REPORTING INITIATIVE

www.globalreporting.org L’idea di Global Reporting Initia tive è che le aziende compren dano che fornire un resoconto sul proprio comportamento economico, ambientale e socia le dovrebbe essere tanto quo tidiano quanto un normale resoconto finanziario. In molte lingue ma non italiano.

HUMAN RIGHTS WATCH: CORPORATIONS

http://www.hrw.org/en/ category/topic/business Fornisce informazioni sulle campagne promosse da Hu man Rights Watch in merito ai comportamenti delle aziende e ai temi legati ai diritti umani. Questo sito è disponibile in molte lingue (inglese, spagnolo, francese, tedesco, turco, russo, giapponese, arabo) tranne che in italiano.

SA 8000 www.sa8000.info

FAIR TRADE ALLIANCE

www.fairtrade.net

Fondato nel 2001, Fair Trade Alliance (FairTrade) è un coor dinamento multisettoriale for mato da aziende, agricoltori, ONG e giovani interessati a ri formare il sistema economico ed industriale. Sito in inglese.

La norma SA (Social Accoun tability) 8000, standard inter nazionale elaborato nel 1997 dall'ente americano SAI, contie ne nove requisiti sociali orienta ti all'incremento della capacità competitiva di quelle organizza zioni che volontariamente forni scono garanzia di eticità della propria filiera produttiva e del proprio ciclo produttivo. Tale garanzia si esplica nella valuta zione di conformità del sistema di responsabilità sociale attuato da un'organizzazione ai requisi ti della norma SA8000 visibile

ITALIA – SPEAK TRUTH TO POWER
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attraverso la certificazione rila sciata da una terza parte indi pendente con un meccanismo analogo a quello utilizzato per i sistemi di gestione per la qua lità secondo le norme UNI EN ISO serie 9000 o di gestione ambientale secondo le norme UNI EN ISO serie 14000.

TOTAL DENIAL https://www.youtube.com/ watch?v=13IrUvZdDVA

Documentario italo/bulgaro prodotto da Milena Kaneva, To tal Denial racconta una storica azione legale: quindici abitanti di un villaggio situato nella giun gla della Birmania fanno causa a un gigante dell’industria del petrolio responsabile di viola zioni dei diritti umani. La batta glia, durata dieci anni, si è con clusa con quella che sembrava una vittoria impossibile. Ed è anche la storia di Ka Hsaw Wa. Ricercato dalla polizia anche in Thailandia, si è nascosto per

più di sette anni nella giungla, raccogliendo le prove di miglia ia di abusi. Un genocidio silen zioso, appoggiato dall’esercito e finanziato dalle compagnie petrolifere Total e Unocal.

THE NEW INTERNATIONALIST

www.newint.org

The New Internationalist è una casa editrice indipendente noprofit, che si occupa princi palmente di temi quali i diritti umani, la fame, l’ambiente e la giustizia sociale. Questa orga nizzazione pubblica ha anche un mensile che porta lo stesso titolo. Sito in inglese.

UNITED NATIONS GLOBAL COMPACT

www.unglobalcompact.org

Un’iniziativa internazionale ideata dal Segretario Genera

le delle Nazioni Unite, la UN Global Compact cerca di pro muovere la responsabilità del le imprese per fronteggiare le sfide della globalizzazione e creare un’economia globale più sostenibile.

Sito in inglese, spagnolo, fran cese, tedesco, arabo, giappo nese; non in italiano.

© Pyae Sone Htun / Unsplash

PARTECIPARE: DISCUSSIONE e ATTIVITÀ

AMMISSIONE DI RESPON SABILITÀ DELLE AZIENDE (MULTINAZIONALI)

Le aziende cominciano a rico noscere la relazione che esiste tra il profitto e la responsabili tà: verso l’ambiente, verso le comunità locali e verso i diritti umani.

All’inizio degli anni Novan ta, ad esempio, la Coca-Cola Company ha ritirato i propri investimenti in molte aziende sudafricane che erano legate ai partiti politici che sosteneva no l’apartheid nel loro paese. Ciò è avvenuto non solo grazie alle pressioni create dagli attivi sti contrari all’apartheid in Sud Africa e alle proteste, ma anche in parte grazie alle campagne internazionali basate sulla scrit tura di lettere indirizzate all’a zienda della Coca-Cola e alle sue affiliate.

La Daewoo sta costruendo un gasdotto che porta il nome di Shwe (in lingua birmana signi fica oro), un enorme progetto che ha l’intento di condurre gas naturale dai giacimenti scoper ti recentemente appena fuori dalle coste birmane attraverso appunto la Birmania per rag giungere la Cina e l’India. Il go verno militare birmano è stato ripetutamente accusato di co stringere gli abitanti dei villaggi a lavorare nelle infrastrutture che fanno parte del progetto, nonché di essersi reso respon sabile di numerose aggressioni e violenze e infine di aver co stretto un gran numero di per sone, che per la maggior parte sono membri di minoranze etni che quale i Karen o gli Shan, a trasferirsi.

SCRIVERE LETTERE Attraverso la redazione di una lettera potete fare appello a società che hanno o potenzial mente possono avere un im patto sui diritti umani e sull’am biente affinché queste società:

lità ambientale di investimenti o progetti della società stessa attraverso valutazioni parteci pative sull’impatto ambientale in conformità con gli standard internazionali.

• rispettino gli interessi, i dirit ti, i costumi delle comunità su cui influirà il loro progetto/in vestimento consultandosi con i legittimi rappresentanti della comunità.

• sostengano gli standard in ternazionali nello stringere ac cordi di sicurezza con aziende private o con le forze di sicurez za dei governi ospitanti, quan do mettono a punto le strutture della società o quando reagi scono a dimostrazioni di prote sta delle comunità ospitanti.

• utilizzino la loro notevole in fluenza per incidere a favore dei sostenitori dei diritti umani e dell’ambiente.

Fonte: Amnesty International

• appoggino la Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo. Sviluppi no chiare linee di condotta sul tema dei diritti umani in armonia con gli standard internazionali e sviluppino meccanismi per il monitoraggio e la comunicazio ne sulla conformità dei compor tamenti della loro società con questi standard. Le informa zioni comunicate dalle società devono essere verificabili dalle comunità in cui operano.

• durante la fase di progetta zione, assicurino la sostenibi

La dittatura militare birmana ha stipulato con la multinazionale Daewoo un contratto che finan zia il proprio regime repressivo. SPEAK

SCRIVENDO LETTERE, POTETE INVITARE L’INDUSTRIA CHE DI FATTO O POTENZIALMENTE È RESPONSABILE DI ABUSI DEI DIRITTI UMANI O SULL’AMBIENTE A:

• Approvare la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.

• Sviluppare esplicite politiche sui diritti umani in linea con gli standard internazionali e svi luppare sistemi di monitorag gio e di informazione circa la

KUNMING (CINA) KYAUKPYU (BIRMANIA) Gasdotto
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TRUTH TO POWER

conformità dell’azienda stessa a questi standard. Le informa zioni prodotte devono essere assolutamente rese disponi bili per verifiche dall’esterno dell’azienda.

LA BRITISH PETROLEUM E L’OIL SPILL

Il 20 aprile 2010 una falla alla piattaforma petrolifera Dee pwater Horizon dell’azienda in glese British Petroleum, situata al largo della Louisiana, causa la fuoriuscita di greggio, river sandone nell’oceano milioni di litri ogni ora e causando un di sastro ecologico secondo, per ora, solo al disastro petrolifero della Guerra del Golfo del 1991.

I danni ambientali sono in calcolabili. Prima di riuscire a chiudere la falla nel settembre 2010, la BP ha effettuato diversi tentativi.

Del disastro si è occupato an che il vincitore 2005 del Ro bert F. Kennedy Human Rights Award, l’americano Stephen Bradberry. Stephen – che ha vinto il RFK Award per il suo la voro in favore delle popolazioni della Lousiana colpite dall’ura gano Katrina – ha potuto do cumentare in prima persona il terribile impatto che la falla pro vocata dalla BP ha avuto sugli abitanti e l’ecosistema del Gol fo del Messico, soprattutto per quanto riguarda la pesca. Nel giugno 2010 una delegazione del Robert F. Kennedy Center for Justice and Human Rights e della Robert F. Kennedy Foun dation of Europe, capitanata da Kerry Kennedy, si è recata con Bradberry in Lousiana per do cumentare in prima persona il terribile disastro ecologico ed umanitario.

COSA PUOI FARE TU

A LIVELLO LOCALE:

Esiste, nella vostra zona, qual che multinazionale?

• Fate un elenco.

si sono distinte per il rispetto della normativa vigente?

• Perché sono considerate virtuose?

• Che prodotti distribuiscono?

• Dove li distribuiscono?

• Hanno la certificazione SA 8000?

• Se non la hanno, scrivete al Presidente della multinazionale fornendo informazioni su come si ottiene la certificazione SA 8000.

A LIVELLO NAZIONALE

Quali sono le maggiori multina zionali italiane?

• Fate un elenco.

• Cosa producono?

• Dove distribuiscono?

• Quali di queste multinazionali

A LIVELLO GLOBALE

In qualità di consumatori, potete scegliere di fare acquisti consapevoli.

• Conoscete l’azienda che produce i prodotti che comprate?

• Conoscete la provenienza di questi prodotti?

• Trovate informazioni sulle condizioni dei lavoratori dell’azienda.

• Quali premi vengono rilascia ti in Italia alle aziende virtuose? RESPONSABILITÀ DELLE MULTINAZIONALI

13KA HSAW WA –

SPEAK TRUTH TO POWER

Robert F. Kennedy Human Rights Italia | via Ghibellina, 12/A – 50122 Firenze | via Pattari 6 – 20122 Milano Disclaimer / Copyright: tutti i contenuti (testi, immagini, grafica, layout ecc.) presenti appartengono all’Associazione Robert F. Kennedy Foundation of Italy Onlus, come altresì grafica, foto, video ed i contenuti, ove non diversamente specificato.
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