toilet
book
The
maggio 2013
l’advertising AI TEMPI DELLA CRISI
Hi! My name is... safe L’invisibile
NON CURAR DI ME, MA GUARDA E PASSA
Creatività da 4 soldi Le parole sono importanti! Cretini si nasce
Sommario The
book
toilet MAGGIO 2013
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get your nothing experience! sometimes, nothing is better
Non ragionar di lor, ma guarda e passa... quello che non vedi per strada
Basta poco che ce vo’... l’advertising ai tempi della crisi
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Le parole sono importanti!
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the dog days are over? Hi! My name is...
Hot!
copertinA fronte-retro
una vita di Kaos creativo
Safe, un altro allo specchio 4
You need to follow just few Get your steps: NOTHING EXPERIENCE!
T
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he nothing experience is a way of life based on the principle of the “real need”. A new lifestyle that, considering the crisis period, is, today more than yesterday, necessary to adopt. All of us has got a house full of objects and services of which we think cannot help but. We could even live well without it. It doesn’t take much. Or even better, it takes you Nothing.
N
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Everytime we are in front of every kind of advertisement. Ask yourself: “why has this Ad been built in this way? Who is it referred to? What is hidden behind this product/service? Is it worth to buy this?”
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At the time of making a buy, in front of a shelf/display. Weigh carefully the option to take in terms of cost and benfit, but, above all, ask yourself why you are buying it and if u really need it.
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At home. Look around.… we have got billions of objects that we don’t use anymore…instead of throwing them out and buying other new: is there a way to give them a new life/a new use?
o zero is a cultural association born in january 2012 by the bright brain of five University students who grouped together in Pesaro to complete their study in comm unica tion. A gallehault indeed, the passion for advertising and the boredom for the ruthless world of the organizations, they thought about a way to change the market situation. In short time the dream came true.
or Double ? Nothing
Among jokes and comparisons with a grim reality like the italian one, the campaign “Nothing is Better” comes to the world.Adopting the same media logic used by great companies to sell products and declare themselves, No zero tries to disseminate messages of social criticism to wake up the mind of consumers.
Don’t know what to choose?
Nothing is better.
Nothing better.
Non ragionar di lor, ma guar
G
li invisibili sono ovunque, ogni giorno si moltiplicano e si disperdono nelle strade affollate di persone impazienti. Con un po’ di attenzione ti sembra quasi di vederli, lì, nascosti in qualche angoletto buio, pieni di rassegnazione e speranze lasciate a casa. Una casa che non c’è più. Sporchi, maleodoranti, con le loro richieste di aiuto sgrammaticate e pretenziose, con qualche centesimo, allungato di fretta, ci levia-
mo il fastidioso pensiero e lo lasciamo alle spalle... Non ragioniamo di loro, guardiamo e passiamo veloci, alleggeriti dalla convinzione di aver fatto la nostra buona azione quotidiana. Il volontariato in fondo è così alla moda! Così, mentre corriamo a lavoro, i barboni, i senza tetto, i nostri ormai amici clochard, che fa più chic!, rimangono lì, ad aspettare che qualche altro passante si tolga il pensiero.In un epoca in cui lo storytelling divide e domina, abbiamo mai realmente provato interesse per le loro storie? Ce ne sarebbero così tante da raccontare… 9
rda e passa... In Italia:
PiÚ di 100.000 senza tetto, di cui 40.000 invisibili per l’intero stato.
Nel mondo:
4 milioni di homeless amano passare il loro tempo su marciapiedi sporchi e strade affollate.
Strade a senso unico.
Vittime di abuso domestico, malagiustizia, persone affette da malattia mentale, disabili, ragazzi padre-ragazze madri, veterani di guerra in dissociazione psichica, persone in difficoltĂ economiche che hanno perso il lavoro. Sono solo alcune delle migliaia di storie che possiamo raccolgiere per strada. In tutto questo, ci siamo mai domandati cosa ne sarebbe di noi al loro posto? Abbiamo mai provato a metterci nei loro vecchi e logori panni? Probabilmente no, ma del resto con o senza crisi economica, a noi un destino simile non potrebbe mai capitare. 10
Basta poco che ce vo'... Chi ha detto che per far pubblicita occorrano grandi somme di denaro?
I 13
l nostro nuovo ritrovato della tecnica pubblicitaria, la famigerata guerrilla, vi permetterà di ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti… quello che occorre è un’idea creativa o una “storia” innovativa e memorabile, che si concretizzi in un’azione di street marketing…ovviamente, l’azione deve rompere la routine e sorprendere l’ignaro passante, andandosi a inserire proprio lì, dove regna il basso livello di attenzione e la non curanza… Tutto questo affinchè il nostro bencapitato corra a casa, a raccontare l’evento inaspettato alla sua cerchia di amici, estesa oggi più che mai grazie al fantastico mondo del social network!
E così tra post, condivisioni, spam di ogni tipo, l’awareness del vostro brand toccherà picchi mai raggiunti fino ad ora... specialmente verso il nostro pubblico di giòvani, qual più amato target! Niente di più facile no?! Ai quattro sventurati che avranno occasione di imbattersi in questo articolo, ecco due esempi pratici, già rodati, che spianeranno la strada per il fantastico mondo del Guerrilla marketing: in questa pagina in alto da sinistra verso destra troverete l’azione di guerrilla “Aido, Il dono più grande” (palla di pommodoro, Conservatorio Rossini, Statua Pasqualon) e in basso il relativo Flashmob evento conclusivo della campagna Aido maggio 2012 firmata Federico Salvatore.
Un gioco da ragazzi! PROVARE PER CREDERE.
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le parole sono importanti! 15
N
on una storia a tinte forti come tante, è scritta in versi e può sembrar un po’ scioccante, ma con un po’ di rime, e il cuore scalpitante, si ricrederà, di grazia, anche il riluttante.
Cle
Non si parla di un re tirch io , del suo vivere né di un music opulento, ista beato del suo suonare E’ la favola a lento. pastelli di un Dolce e perditempo s nel suo giacig ciocco, lio steso, a m angiar lasag ne e gnocco. e nt ta e m co ta Una giorna gramigne, Non tutti i preti son li a guardare le , ne ig al m ’ po tante erbe un zante, tra i fiori svolaz aiuola una libellula nell’ a fare scuola: comincia subito “Cosa com bini tutt o il di’? Te ne sta i sempre chiuso lì Sai che l ?” a fortuna a r S r m i e v t a ti di per “Di solo per dere temp ‘s chi osa? o e fai q è un te scio u a lcosa!” c a Diss manf c hezze rina ea ne h igno g p rand ran voc arecc h o senti E via t io ri e l’o o la don e tante r i l m n i b e a c am d , ang asa, c h llula m i pac hi ante!” ai fe iare derm iude r l’ul t a, imo ndo la ma. por pez ta zo d i tor , Ricky ta... Così, mentre aspettava la scintilla per la creazione, non curante, passava il tempo della sua narrazione. Di questa st ra na filast rocca la morale vi de dico a bassa voce: in un oceano di cacca chi di speranz a vive, dispera to muore
..
. cvoutara n o c re a v la a . d re e s o i c d gini nza: Mani, capelli, cinoosimcmieagini di volare, da grande imma
mente in Pastella
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Il silenzio I è d’oro, per chi ha l’alitosi.
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o va i cal col.i. o modesti, alcuni sono molesti. Il p luriba ll Scarpe nuove: calamite per merde fresche.è la pelle d’oc ad Qu
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The dog days are over? mi piacE: HI! MY NAME IS...
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ederico Salvatore, 24 anni, spesi incredibilemente bene a fare non si è capito bene cosa. Nato in Puglia e cresciuto in Italia, ho lasciato pezzetti di me in tante regioni (se avete bisogno di una mano per qualsiasi tipo di trasloco contate pure su di me!). Uscito da un’infanzia e da un adolescenza corpulenta (che ho accuratamente rimosso con una buona dose di alzehimer fulminante) mi son ritrovato nell’entroterra emiliano romagnolo a studiare comunicazione nella città di Bologna, luogo in cui probabilmente troverete piccoli brandelli del mio cuore. Tra ottimi voti e insoddisfazioni sempre e comunque, sono ora laureando nella magistrale in comunicazione e pubblicità per le organizzazioni, della “ridente” e “soleggiata” cittadina di Pesaro, bloccato nella costante incertezza creativa tra immagini e parole.
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L’ironia e il black humor, la lingua inglese; non avere un palato, cosa che mi porta a mangiare anche l’incommestibile (no, non sono coprofago ad ogni modo); bere/fumare/tracannare caffè come se piovesse, girare in casa scalzo, disegnare a mano libera e scrivere cose di interesse che non interessano a nessuno; l’idea di voler diventare cantante, attore, presentatore tv, scrittore, copywriter, art director a seconda delle ore del giorno.
Non mi piace: Essere fuori posto, fuori luogo, fuori tempo, il mio fottutissimo senso del dovere, spazzare per terra, guidare macchine degli altri (già fatico a guidare la mia, che comunque non vedo da piu di tre anni, anzi la saluto), imbarazzarmi di fronte a qualsiasi cosa; i pranzi di famiglia; lasciare le cose a metà; i finti convenevoli, tra cui annoveriamo il famigerato e intrusivo “come stai?!” e i baci e gli abbracci da addio ai monti.
Parlaci di te..
i miei lavori:
Intanto per sapere come sono fatto, dovete chiedere a chi mi conosce, a chi mi ha conosciuto e a chi non ho mai incontrato. Penso che non ci sia niente di più sbagliato del classico “parlaci di te”, per conoscere una persona. Detto questo...
Ho trascorso le mie soleggiate estati da quando avevo 17 anni a lavorare come barista, cameriere, commesso, animatore. Da un anno promoter Epson brand specialist, stagista copywriter da settembre in quel di Radio veronica e saltimbanco da una vita..
Progetti futuri: Vorrei che qualcuno nello sfavillante campo della comunicazione si accorgesse di quanta stupiditĂ sono capace, e sperare di vivere di non solo pane e fantasia.
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Vi ringrazio per l’attenzione e spero che abbiate gradito la mia rivista da bagno o quanto meno che l’abbiate trovata stimolante.