Post Organico The Day After

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POST ORGANICO: THE DAY AFTER 22 Gennaio - 22 Febraio 2015 EXMA’ - Cagliari

edizione


presentano

POST ORGANICO :THE DAY AFTER Rassegna d’Arte Contemporanea prima mostra 22 Gennaio - 22 Febbraio 2015 EXMA’ - Cagliari a cura di

Erica Olmetto in collaborazione con

Paola Corrias direttore Museo Geopunto di Iglesias e il consorzio


artisti:

Matteo Campulla Federico Cozzucoli Simone Giovagnorio Alessandro Muscas immagine logo: Š Matteo Campulla grafica: Gesto Segno Disegno foto allestimento: Paola Corrias

Sponsor:



Il Museo Geopunto è una nuova realtà museale. Nasce nel 2001 come Museo del Lavoro Minerario, in sostituzione della precedente miniera di Genna Luas (Iglesias), di cui conserva il Pozzo Morra, l'argano e il relativo castelletto di estrazione. Da diversi anni è sede dell'ApgS (Associazione per il Parco Geominerario storico ambientale della Sardegna), nata nel 1991 con il preciso scopo di creare il Parco Geominerario. Da allora è uno dei principali promotori della cultura mineraria in Sardegna. Il Museo Geopunto sarà fulcro della rassegna d'arte contemporanea "Post Organico: The Day After", centro propulsore di una fitta rete di collaborazioni che consentirà al progetto di spostarsi ed espandersi in tutto il Sulcis Iglesiente. Il territorio interessato diverrà quindi un laboratorio aperto, un'area di studio e di sperimentazione. I fanghi rossi, gli scavi di miniera, le discariche dei rifiuti industriali, i siti abbandonati, gli argani e i castelletti divorati dal degrado materico, offrono plurimi impulsi alla creatività degli artisti. Un ringraziamento particolare va alle associazioni DeheArt, "Remo Branca" e ApgS, al Sistema Museale di Santadi e al Consorzio Camù. Senza la collaborazione e il supporto di tutti gli artisti, tra cui Matteo Campulla, Federico Cozzucoli, Alessandro Muscas e Simone Giovagnorio, questo progetto non sarebbe mai nato. Sarà per me una grande occasione di crescita! Arch. PAOLA CORRIAS Direttore Museo Geopunto Segretario ApgS 5



Prima mostra della rassegna d'arte contemporanea “Post Organico: The Day After” in collaborazione con il Consorzio Camù, progetto curato da Erica Olmetto e organizzato dall'Associazione DeheArt con ApgS (Associazione per il parco geominerario storico ambientale della Sardegna) e il Museo Geopunto di Iglesias. Nei mesi successivi, grazie alla collaborazione di Paola Corrias, direttore del Museo Geopunto, la rassegna si sposterà nel territorio del Sulcis Iglesiente e nel resto del territorio isolano ed extraisolano. Matteo Campulla, Federico Cozzucoli, Simone Giovagnorio, Alessandro Muscas sono i quattro artisti coinvolti nella prima mostra del progetto (22 gennaio - 22 febbraio 2015, EXMA‘ di Cagliari), e svilupperanno, ognuno col proprio linguaggio, la tematica dell’estinzione delle risorse naturali e la conseguente trasformazione del territorio, in primo luogo del Sulcis Iglesiente, area intensivamente sfruttata e trasformata dall’ingente attività mineraria, dal tempo dei Fenici fino agli anni Ottanta. Il continuo succedersi delle lavorazioni minerarie ha portato a una sovrapproduzione di scorie che ha reso quasi arido e sterile il paesaggio e, in altri casi, in modo insolito, ha invece creato nuovi germogli di vita. L’uomo contro la natura, ma anche la natura contro l’uomo, quando gli agenti atmosferici e gli aerosol marini in ambienti costieri proseguono la loro azione di inesorabile distruzione dei materiali artificiali. Una lotta continua tra costruito antropico e paesaggio naturale. Partendo da un simile contesto, gli artisti rifletteranno e sperimenteranno sull’argomento utilizzando supporti fotografici e digitali. Il progetto guiderà la loro immaginazione verso un futuro neanche troppo lontano, in cui il genere umano dovrà sopravvivere senza le risorse primarie e adattarsi al nuovo ambiente. Le ipotesi di ricostruzione del mondo senza le proprie risorse possono essere diverse, così come molteplici gli scenari che si aprono in un contesto dove si assiste alla distruzione della natura, la trasformazione del paesaggio di fronte alla diffusione di fenomeni di salinizzazione e desertificazione. I luoghi non più distinguibili saranno sostituiti da chilometri di lande desolate, le case da container improvvisati e le fabbriche ormai dismesse metteranno a disposizione dei pochi sopravvissuti i pezzi meccanici degli ingranaggi non più funzionanti. Il richiamo al Post Organico, movimento artistico degli anni Ottanta, è dettato dall’evidente riferimento al concetto di fusione della macchina, prodotto artificiale creato dall'uomo, con gli elementi organici. Il prodotto non è inteso solo come ibrido corpo umano, con funzioni vitali/macchina in continua simbiosi su cui si sviluppavano le riflessioni dei primi artisti del movimento, ma anche come fusione del paesaggio naturale con quello artificiale, che genera un processo di metamorfosi costante. ERICA OLMETTO

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MATTEO CAMPULLA No Human Place 2014 video frame In quest'opera, scelta come simbolo e chiave di lettura dell'intero progetto, convergono le diverse linee di ricerca sviluppate dall'artista nei lavori degli ultimi tre anni, in primo luogo la trasformazione del paesaggio naturale in seguito al contatto con le sostanze artificiali e la sua lenta e progressiva distruzione. Partendo dalla glitch art e la creazione dell'errore digitale, procedimento utilizzato dall'artista nei suoi più recenti lavori, la tecnica sperimentata in No Human Place detta Pixel Sorting e ricavata dall'insieme di linguaggi di programmazione, ha lo scopo di alterare gli elementi originali della foto, sottoponendo l'immagine ad un processo di disgregazione estetica. La scelta di No Human Place come icona di Post Organico: The day After è legata a doppio filo a questi principi. Attraverso una lettura si individua nelle sequenze video il lento e inesorabile cambiamento delle forme e dei colori che frammentano e distruggono la realtà esistita fino ad oggi, in funzione della ricostruzione di una nuova dimensione futura, dove molto probabilmente l'esistenza umana non sarà più la stessa. ERICA OLMETTO


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FEDERICO COZZUCOLI Reliquia 2012-2015 installazione Il lavoro dell'artista, che da sempre trae ispirazione, a livello iconografico, dalla simbologia cristiana e il culto cattolico, evidenzia anche qui in modo determinante l'importanza della reliquia nella riflessione sul Post Organico, elevando a opera d'arte uno degli oggetti di culto più importanti nella storia della Chiesa. In ambito religioso la reliquia ha un legame più o meno diretto con i santi e con il loro martirio, attraverso la conservazione di uno o più frammenti di un indumento o di una parte del corpo come denti, sangue, capelli. In quest'opera l'artista utilizza elementi del proprio corpo che custodisce all'interno di contenitori esposti e destinati alla venerazione e al culto, i reliquiari, con l'intento di trasferire il valore simbolico posseduto dalla sacra reliquia, mettendone in evidenza il potenziale benefico e salvifico. Con questa operazione l'artista provoca una connessione di sé con la propria essenza organica, imitando il meccanismo del culto ossia la tendenza che spinge l'uomo alla ricerca e al congiungimento della propria natura con quella divina. ERICA OLMETTO


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SIMONE GIOVAGNORIO Time lapse 2008 fotografia Nella serie Time Lapse, le fotografie sono ricavate con una tecnica particolare definita lambda che prevede la sovraesposizione dell'immagine alla luce. In esse l'artista esprime il perpetuarsi dell'immobilità segnando il passaggio dalla dimensione antropica a quella entropica, universale. Il concetto si cala perfettamente nella tematica di Post Organico attraverso la teoria dell'incontro uomo - macchina esistenza artificiale, in particolare nella realizzazione di immagini che riflettono il pensiero colto nel processo di pre-visione di un mondo futuro. L'atmosfera rarefatta che pervade il paesaggio, l'effetto algido e metallico delle strutture architettoniche, dove sembra prevalere una linea razionale e una forma estremamente pulita e sobria, è in grado di trasmettere un senso avveniristico di grande impatto visivo. ERICA OLMETTO


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ALESSANDRO MUSCAS Metamorfosi 2009-2013 fotografia In queste fotografie, dal gusto stilosamente grafico e incisivo, l'artista continua a rappresentare la realtà in modo attento e approfondito, spingendo la concentrazione dello spettatore sull'attenzione del particolare estetico dell'oggetto ripreso, sviluppando il concetto di vedere “oltre ciò che si vede”. Il soffermarsi sull'ombra che l'oggetto riflette, su un aspetto organico, se vogliamo, indica l'importanza di tutto ciò davanti a cui non ci soffermiamo perché colpiti dalla frenesia del quotidiano. Un senso di solitudine e silenzio traspaiono da queste immagini che ritraggono forme geometriche e strutture inorganiche, accentuando l'atmosfera metafisica che le circonda. Il modo razionale e compiuto con cui le ombre realizzano, attraverso la luce del sole, il volume delle forme, conferisce ad esse un aspetto organico allontanandole dalla realtà e proiettandole verso un'altra dimensione. ERICA OLMETTO


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POST ORGANICO: THE DAY AFTER work in progress


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to be continued...


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