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O1* SPECIAL EDITION with extra-contents

2K07 ---

2K17

JPS #

&

/

of

HUMAN SPACES

08

^ SE

#1

17


JPStudio design of

&

photography

HUMAN SPACES

2K07 --- 2K17


JP Stud

i

o

2K07 / 2K17 r a c c h i u d e 10

anni

di

ricer-

ca sullo spazio, “per” e

“di”

Costante

architettura.

fusione

di

virtual-

ità e realtà, per la progettazione del futuro tramite l’analisi del presente, il volume ricerca la visione spaziale nel punto d’incontro tra disegno e fotografia, traducendo gli step decisivi dell’atto progettuale in una serie di immagini esemplificative. Nelle prima sezione - JPS#design - andremo quindi a scoprire come,da una o più idee, si possa giungere ad un’immagine ben definita , mentre nelle pagine - JPS/photography - vedremo come tramite una singola immagine si possano esprimere diverse idee. Ora buona lettura, o forse sarebbe meglio dire, buone visioni a tutti voi.

#&/


JPStudio design of

&

photography

HUMAN SPACES

#

/


#

/

Architecture

CONTEXT

LINES

People

INTERIOR

COLORS

Nature

SUSTAINABILITY

LAYERS

EXPANSION

TIME

design

photography

City


# Ind ex

CO N T E X T Architecture

INTERIOR People

SU STAI N ABI L I TY Nature

E X PAN SI O N City

#1

CITY G AT E

Ur ban info box

......

#010

#2

HOUSE 9

Modular living solution

......

#012

#3

FLEXI-SQUA RE

3 in 1 public space

......

#014

#4

INFOSTONE

Infor m ation office

......

#018

#5

B IG

G allarate social librar y

......

#020

#6

OSMOSI

S kyscraper for citizens

......

#022

#6


#1

IN FROM OU T

Russian holidays in Italy

......

#024

#2

CA STAGNOLI

Bonassola [S P] pr ivate house

......

#026

#3

ON T H E TOP

A penthouse in S hang hai

......

#028

#4

DOHA

Mar ina hotel & restaurant

......

#030

#5

FERRA RI

D idactic par k

......

#032

#1

EXPANSIONS

100 year s of g row th

......

#036

#2

URB AN SPACE

S hape analysis

......

#038

#3

OPT Ither m

S m art energ y w alls

......

#040

#4

OPT Isu n

S m art solar g reenhouse

......

#042

#5

OPT Igard en

S m art pots distr ibution

......

#044

#6

S[m 2 ]ART

S m art ur ban fur nitures

......

#046

#1

LAVA

Underg round m useum

......

#050

#2

POLE-H OUSING

A luvion proof residence

......

#052

#3

ON T HE RIVER

Moncalier i g reen distr ict

......

#054

#4

RADICAL ALPS

A 10000m 2 g reen cover

......

#056

#5

MILA NO +

Infra-building

......

#058

#7


# [

] CO NT EX T Architecture


CO N T E X T Architecture

La prima sezione della raccolta racchiude forse le visioni più “pure” mai realizzate, in cui il metodo onirico è applicato per la visualizzazione di spazialità pressocchè istantanee. Come per lo scatto di una fotografia, il progettista ricerca i parametri compositivi nel contesto in cui è immerso, con particolare attenzione ai caratteri che possono facilmente “sposare” la sua idea progettuale. La composizione dell’immagine procede così per livelli e traduce le idee in realtà simulata. Normalmente alla fine di questo processo, l’immagine viene confrontata con il ricordo della visione pura e, se necessario, ulteriormente modificata, operazione che ovviamente andrà ad influenzare i concetti alla base. Si da vita ad un processo reiterativo di affinamento dei concetti e della loro trasposizione figurativa, normalmente definito processo progettuale. Le immagini della sezione Context sono definite “pure” in quanto mantengono un primordiale grado di astrazione, caratteristica che le rende uniche portavoce dei concetti scaturiti dall’analisi del luogo. Ogni immagine è frutto di mesi di elaborazione concettuale, che una volta tradotta in visualizzazione, può fornire una chiara idea di cosa comporterebbe il progetto nel suo contesto di riferimento. I soggetti si susseguono in ordine dimensionale e sono accumunati, oltre che dal metodo onirico, da una particolare attenzione all’impatto sociale ed ambientale che loro effettiva realizzazione potrebbe avere sul luogo ed i suoi abitanti.

#9



CONTEXT ARCHITECTURE - Chieri [TO]

CI TY G AT E URBAN INFO BOX

Il luogo della ma è

pri-

immagine

una

piazza

di

un paesino della cintura

torinese:

Ci

troviamo

terno

delle

dove un tempo

Chieri.

subito mura

all’escittadine,

era collocata una

delle due maggiori porte

di acces-

so alla città. Oggi, a garanzia della sicurezza, le autorità si “limitano” a porre delle transenne per i cittadini della domenica, delimitando,così, la vasta area pedonale del centro medievale. La cittadina si prepara ad accogliere innumerevoli pellegrini e giusto all’imbocco della piazza compare una porticina rossa, dove informarsi, pianificare la visita e iniziare il percorso insieme; ma ognuno con la propria cartolina personalizzata.

# 11

#1


#2

CONTEXT ARCHITECTURE - Everywhere

HO U SE 9 MODULAR LIVING SOLUTION

L’architettura e gli uomini sono figli del contesto. Questo è l’insegnamento che ci viene dato dal testo Genius Loci, scritto nel 1979 da Christian Norberg-Schulz. Negli ultimi cinquant’anni i bisogni dell’uomo e, di conseguenza l’abitazione, si sono evoluti costantemente, permettendoci di comprendere al meglio la relazione teorizzata dal filosofo. La crescente richiesta di elettricità, data dalla moltiplicazione delle attività domestiche, porta il contesto solare in primo piano, al fine di minimizzare i consumi energetici e massimizzare la produzione. HOUSE 9 estremizza il concetto, “visualizzando” un prototipo domestico il cui “loci” è un punto qualsiasi del sistema solare, del tutto privo di caratterizzazioni di luogo o persona, il cui scopo è produrre energia, anzichè consumarne. La forma dell’involucro sfrutterà il contesto per sostenere le attività degli occupanti.


# 13


#3

CONTEXT ARCHITECTURE

-

Milano

FLEXI - SQ UARE A 3 I N 1 P U B L I C S PA C E

L’ambientazione di questa immagine è uno dei più conosciuti parchi urbani di Milano. Menzionato in un gran numero di canzoni, tra cui l’omonima, di Elio e le storie tese, nel corso del XX secolo Parco Sempione è divenuto un’icona per molti artisti e cantanti di strada. Ogni giorno la maggior parte di essi si ritrova subito fuori la Triennale di Milano, sui gradini di una scultura realizzata da Arman (Arman Pierre Fernandez) nel 1973, dal nome “Accumulazione musicale e seduta”. Sempre più spesso la gradinata è al completo e molte persone non riescono a trovar posto per ascoltare gli artisti. E’ giunto il momento di coronare il sogno di Arman estendendo la seduta per accogliere un sempre maggiore numero di amanti della musica, contemporanei e futuri.

# 14



# 16


CONTEXT ARCHITECTURE

-

Milano

i N F O STO N E I N F O R M AT I O N O F F I C E

Ci trov i a mo sul piede

ora marciaopposto

ad INFOSTONE,

il

futuro Infopoint di Milano, forse una delle città con meno spazio pubblico al mondo. Questa volta l’atto progettuale parte proprio da questa mancanza per giungere ad una soluzione che lasci più suolo libero possibile. Porre l’edifico

nella parte meridionale del lotto, per-

metterà l’apertura di un’ampia piazza su via Torino.

# 17

#4



CONTEXT ARCHITECTURE - Gallarate

BI G G A L L A R AT E S O C I A L L I B R A R Y

Come è possibile reimmaginare una biblioteca abbandonata? Questa volta JPStudio abbandona le tradizionali immagini descrittive, per dedicarsi al racconto di una possibile giornata alla BIG.

# 19

#5



CONTEXT ARCHITECTURE

O SM O SI SKYSCRAPER FOR CITIZENS

Questo è il nuovo grattacielo della Regione Piemonte, o meglio, come sarebbe a seguito delle modifiche suggerite dallo studio. La ricerca evidenzia delle criticità termiche nella soluzione originaria, proposta dall’architetto internazionale Massimiliano Fucksas, che in opera vennero risolte con l’installazione di costosi sistemi di ventilazione forzata. Prima di giungere ad una simile conclusione, JPStudio sfrutta l’occasione per proporre una soluzione che , oltre a risolvere i problemi climatici, reinterpreti il concetto stesso di grattacielo, evolvendolo, da semplice volume privato, a complesso organismo pubblico, aperto alle amministrazioni, ma anche ai cittadini.

# 21

-

Torino

#6


# [

] INT ER IO R People


INTERIOR People

Giungiamo presto al secondo capitolo della sezione JPS#Design, interamente dedicato alle visioni, non più di spazi esterni, ma di possibili attimi vissuti all’interno di un’architettura immmaginaria. Un gioco di studio delle spazialità in cui il punto di vista definisce fortemente il carattere del luogo, proprio come avviene nella fotografia d’interni. Questa somiglianza è alla base del concetto di definizione di un’architettura per immagini e fornisce un ponte, o a volte una fusione, tra realtà simulata e reale. Il disegno digitale diviene realtà e la realtà diventa disegno, dal punto di vista compositivo ed esecutivo. Nascono così immagini d’interni futuri o, semplicemente, desiderati, che oltre a fornire un’indicazione sulla distribuzione interna degli elementi - nella rappresentazione architettonica tradizionale questo compito è normalmente affidato alla pianta - ne definisce la matericità e l’illuminazione, traducendo la visione in immagine inconfutabile e facilmente comprensibile. La rappresentazione architettonica si allontana dagli intenti concettuali, cardine del primo capitolo, avvicinandosi sempre di più alla restituzione fotografica, strumento in grado di generare un “ponte” di comprensione tra il designer e la committenza, in altre parole, i futuri abitanti dello spazio.

# 23


IN FROM OUT R U S S I A N H O L I D AY S I N I TA LY

L’immaginazione non è sempre figlia del contesto. Un “moderno” salotto moscovita si trasferisce nel ponente ligure e testimonia la fusione di due culture. La visione porta con sè un’idea d’Italia distorta , in cui gli elementi compositivi sono frutto dell’immaginazione dei suoi occupanti, più che di una fedele coerenza con il contesto. Le ragazze passeranno l’estate al mare , ma in fondo, non si saranno mai mosse di casa.

# 24


INTERIOR PEOPLE

# 25

-

Alassio [SV]

#1


CASTAG N O L I B O N A S S O L A [ S P ] P R I V AT E H O U S E

Villa CASTAGNOLI è una proprietà indipendente incastonata nelle ripide scogliere del levante ligure. Ci troviamo a Bonassola, a pochi passi dalle Cinque Terre, luoghi dove da sempre la cultura marittima è in stretto contatto con quella dell’entroterra, forse proprio per la ripida conformazione della costa. I pochi accessi al mare sono strette valli pazientemente scavate dai torrenti, che giungevano dal vicino appennino . Nascono così, soprattutto nel dopoguerra, abitazioni dal tipico gusto “mare e monti”, progetti in cui, alle lisce pavimentazioni marmoree e agli intonaci finemente rasati, si affiancano dettagli lignei e lose di pietra. Ma perchè realizzare queste immagini così somiglianti alla realtà?


INTERIOR PEOPLE

- Bonassola [SP]

Il compito dello studio per la prima volta diventa quello di simulare una situazione passata, più che futura, ovvero riportare l’immaginazione a circa vent’anni fa, quando la villa era al massimo del suo splendore. E così, tramite un’attenta analisi degli arredi rinvenuti nello scantinato e le poche fotografie dell’epoca a disposizione, è stato possibile “fotografare” il passato dell’immobile e suggerire un possibile pomeriggio primaverile al suo interno. Il giardino pensile lascia spazio all’orizzonte e sedendosi sul divano lo specchio d’acqua sembra un’estensione del pavimento, come se l’esile struttura delle finestre fosse l’unica barriera contro l’entrata dell’acqua. Ci sentiamo, così, a un passo dal mare, ma comodamente seduti sul divano.

#2


#3

INTERIOR PEOPLE

-

China

# 28


O N T HE TO P A PENTHOUSE IN SHANGHAI

In uno dei sogni precedenti ci siamo immedisimati

in

due signore russe, intente a riempire le stanze dell’alloggio estivo della loro personalissima idea d’Italia; ora è giunto il momento di esportare l’italianità in un prestigioso attico di Shanghai, operazione largamente diffusa nell’Architettura d’interni globale. Le immagini suggeriscono una passaggiata nell’architettura, conducendo i sognatori da un bicchiere di spumante alla camera da letto.

# 29


D O HA MARI NA HOTEL & RESTAURA NT


INTERIOR PEOPLE

Voliamo ora a Doha. La capitale del Qatar è una città in forte espansione, cresciuta negli ultimi vent’anni grazie agli imponenti giacimenti petroliferi. La lungimiranza delle imprese attive sul luogo sta avviando una trasformazione radicale dell’intero fronte mare per conferire alla città il ruolo di centro dell’intera penisola. La meta esclusiva per le compagnie energetiche è solo agli albori della sua espansione. Forse è l’ora giusta per immaginare come verremo accolti.

# 31

-

Qatar

#4


#5

INTERIOR PEOPLE

-

Everywhere

F E R R AR I D I D A C T I C PA R K


Riportare all’immaginazione il passato, visualizzare l’interpretazione, avere due idee per lo stesso spazio ed, infine, implementare l’esistente. E’ il momento di testare le reali potenzialità della tecnica onirica, visualizzando un progetto svincolato da ogni contesto di riferimento, con le sue potenzialità e criticità, in cui ciò che vediamo nelle “scatole” didattiche è frutto della semplice immedesimazione nei desideri del piccolo spettatore. Come bambini ci addentriamo nel sogno e presto, un solo colore da senso all’intero spazio. Forse, da grandi, diventeremo piloti anche noi.


# [

] S U STAINAB IL ITY Nature


SU STAI N ABI L I TY Nature

La terza sezione della raccolta è interamente dedicata alle immagini di ricerca su una possibile sostenibilità urbana. Mentre nelle due categorie precedenti l’interpretazione dei contesti di riferimento, basata sull’osservazione e sulla raccolta di documenti (storici, statistici,ecc..), è finalizzata all’inserimento di oggetti nuovi all’interno degli stessi, in questo caso è il processo analitico del patrimonio architettonico a divenire il principale oggetto d’interesse. L’intero capitolo si presenta come un’unica ricerca sul sistema urbano, le sue quantità e dinamiche interne, con lo scopo di evidenziarne ogni possibile criticità, spaziando dal tema dell’utilizzo del suolo, alla mobilità, alla gestione energetica, alla risorsa cibo ed, infine, alla gestione dei servizi pubblici. L’analisi assume un’importanza fondamentale per la comprensione del sistema attuale e, solo dopo aver ottenuto una solida base di informazioni e dati, sarà possibile procedere alla successiva fase di concept. Come vedremo, spesso questa prima fase ha richiesto talmente tanto tempo da divenire il tema stesso della ricerca, rendendosi portavoce delle criticità, più che soluzione delle stesse (es: #1 Expansions / 100 years of growth). La ricerca, nel suo insieme, è guidata da un forte spirito di sostenibilità ecologica, teso al miglioramento delle condizioni socio-ambientali delle città in cui viviamo e vivremo.

# 35


E X PAN SI O N S 124 YEARS OF GROWTH


SUSTAINABILITY NATURE

Il primo passo per la comprensione dei fenomeni urbani è certamente volgere lo sguardo al passato, per ripercorrere la formazione dell’intero sistema, fatto di volumi, superfici e connessioni. Le dinamiche attuali sono frutto delle pianificazioni del passato e di fatto la vita tra le strade dei centri storici, con le piazzette, le botteghe su strada, i piani nobili e le mansarde a basso costo, non hanno subito importanti variazioni nel corso della storia. Un’accurata analisi delle varie fasi passate può aiutarci a comprendere le cause delle problematiche di oggi. Il tema di queste pagine è il repentino processo di espansione novecentesca delle grandi città italiane, in questo caso: Torino. Le immagini proposte mettono a confronto la città “di una volta” (fine ‘800), con il centro storico e i borghi periferici (in giallo borgo Campidoglio), con la città “carrabile”.

-

Torino

#1


#2

SUSTAINABILITY NATURE

-

Milano

U R BAN SPAC E S H A P E A N A LY S I S

Il soggetto cambia, ma l’applicabilità del processo rimane invariata. Stiamo sorvolando la città di Milano, o meglio una sua scomposizione in isolati urbani e strade, divisione meglio comprensibile in termini di spazio privato e spazio pubblico, luogo per pochi o per tutti.

# 38



O PT I th erm S M A R T E N E R GY W A L L S


SUSTAINABILITY NATURE

-

everywhere

Uno dei problemi principali, e paradossalemente forse quello più facilmente risolvibile, delle nostre città è l’inquinamento atmosferico legato al riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni. Le polveri emesse superano di gran lunga quelle legate al traffico veicolare perchè, mentre per quest’ultimo la severità delle legislazioni ha favorito gli investimenti nella ricerca, per quanto riguarda le abitazioni si stanno muovendo ora i primi passi. È in corso d’opera la catalogazione degli immobili e la redazione di norme per le nuove costruzioni, ma nonostante la proposta di incentivi statali, poco ancora si è fatto per l’adeguamento delle strutture esistenti. Lo studio ricerca l’automazione del processo di valutazione e risposta.

#3


#4

SUSTAINABILITY NATURE

-

Everywhere

# 42


O PT I su n SMART SOLAR GREENHOUSE

Nel progetto di ricerca precedente si è visto come l’adeguamento degli involucri edilizi, che compongono un isolato, possa ridurre i consumi energetici di più della metà rispetto agli attuali.In questa sessione si cerca di raggiungere la completa autosufficienza del blocco urbano tramite la produzione dell’energia richiesta, dagli immobili ed i suoi occupanti, direttamente in loco.


O PT I g ard en SMART POTS DISTRIBUTION


SUSTAINABILITY NATURE

-

Everywhere

Raggiunta l’autosufficienza energetica, OPTIgarden cerca di ridurre l’impronta ecologica dell’uomo sull’ambiente, affrontando il tema della produzione alimentare all’interno del tessuto urbano. Nel corso della storia l’agricoltura urbana ha sempre rappresentato un’ancora di salvezza per i periodi di crisi - basti pensare al grano seminato in piazza del Duomo a Milano durante la crisi del ‘29 - e ancora oggi molte persone non rinunciano all’autoproduzione nei giardini dietro casa o nelle aree semiperiferiche dedicate agli orti collettivi. Un fenomeno in crescita, per necessità e, a volte, per diletto, che sfrutta i fazzoletti di terra resistiti alla cementificazione delle città.

#5


#6

SUSTAINABILITY NATURE

-

Everywhere

# 46


SUSTAINABILITY NATURE

-

Everywhere

S[ m 2 ] ART SMA RT URBA N FURNITURES

Dopo a v e r affrontato le

possibilità

di autosufficienza, energetica ed alimentare, dei blocchi urbani è giunto il momento di occuparsi della fitta ragnatela di spazio pubblico e dei servizi che questa può offrire al cittadino. In questo ambito il progetto di ricerca S[m2]ART intende fornire al progettista le linee guida per una corretta progettazione degli arredi urbani “intelligenti”. La maggior parte dei servizi moderni (telecomunicazioni, elettrodomestici,...) richiede un’indispensabile fornitura di energia elettrica, caratteristica che ha portato la ricerca a considerare l’installazione dei servizi direttamente sui pali elettrici della città (per motivi di visibilità e sicurezza, i precursori di questa tendenza sono i cestini

e i tabelloni informativi). Gli arredi urbani del futuro si an-

coreranno ai pali elettrici, saranno facilmente individuabili, consumeranno energia elettrica e comunicheranno con le amministrazioni ed i cittadini di domani.

# 47

#6


# [

] EX PA NS IO N City


E X PAN SI O N City

Dopo un’attenta analisi del contesto urbano le necessità di adeguamento energetico degli involucri, di produzione alimentare e servizi pubblici sembrano tutte aver trovato risposta efficace nell’implementazione tecnologica delle architetture e reti esistenti; ma quali possono essere le possibili visioni dei grandi vuoti urbani, lasciati dai nostri predecessori quando erano ai confini della città, oggi aree ponte tra il fitto tessuto cittadino novecentesco? La fantasia viaggia in un recinto ben definito e, più i processi progettuali andranno avanti, scendendo ad analizzare le possibili problematiche delle scelte considerate, più i confini dell’immaginario si ridurranno. Potrebbe sembrare che porre dei limiti alla fantasia ridimensioni l’aspetto creativo dell’atto progettuale, ebbene, lo costringe in una continua rielaborazione delle soluzioni proposte. Il frutto del processo è un continuo affinamento dell’immagine per rispondere efficacemente alla riduzione dell’impatto ambientale e sociale dei nostri insediamenti. E’ un processo graduale e potenzialmente infinito, che spesso, il sognatore abbandona, perchè le ore di sonno sono finite (scarsità di fondi), più che per un effettivo soddisfacimento del pensiero creativo e, quindi, del raggiungimento della soluzione spaziale desiderata. Le pagine seguenti raccontano,quindi, di luoghi vasti, forse ancora non bene definiti,ma con una particolare attenzione alla ricucitura delle ferite urbane. Le architetture proposte, come vedremo, pongono le loro radici all’interno del contesto antropico, linfa vitale del pensiero architettonico, ma ripongono una grande attenzione al rapporto con il sistema natura in termini di: riferimento, protezione, sfruttamento, collegamento ed espansione controllata.

# 49


#1

EXPANSION CITY

-

Pompei

L AVA UNDERGROUND MUSEUM


Ci imbattiamo, ora, in un’ immagine che tanto ci ricorda le visioni più pure del capitolo CONTEXT. Questa volta il bando fornisce semplicemente uno spazio, un’area verde nelle vicinanze dell’antica arena di Pompei, e delle volumetrie da rispettare. Il sogno è libero di spaziare e la fantasia si aggrappa agli elementi che caratterizzano l’importante sito archeologico: la struttura a griglia dell’insediamento romano e ,ovviamente, la sua distruzione per mano del vicino vulcano. Miracolosamente la scia di distruzione portata dal Vesuvio sembrò risparmiare l’antico teatro. L’immagine fa da monito. Sono passati due mllenni, ma la minaccia di un eruzione è sempre in agguato.

# 51


PO L E - HO U SI N G ALUVION PROOF RESIDENCE

# 52


EXPANSION CITY

-

Torino

Come si accennava nell’introduzione al capitolo, lo scorrere delle pagine è accompagnato dall’ingrandimento delle visioni architettoniche. Questa volta l’immaginazione non si limita a suggerire un edificio, risposta ad un bisogno più di persona che di luogo, bensì prende spunto dal contesto urbano per elaborare un possibile sviluppo dello stesso. Ci troviamo sulle sponde del fiume Dora, a due passi dal centro di Torino, in un’area che per più di un secolo ha ospitato un importante scalo ferroviario. Oggi l’intera struttura è in disuso a causa delle frequenti esondazioni dei vicini argini del fiume. POLE-HOUSING risponde a questi fenomeni immaginando un possibile proseguimento del tessuto cittadino, posto 6 m al di sopra dello scalo abbandonato.

# 53

#2


#3

EXPANSION CITY

-

Moncalieri [TO]

ON TH E RIVER MONCALIERI GREEN DISTRICT

E così l’immaginazione spazia presto dal singolo edificio all’intero quartiere. ON THE RIVER è la concretizzazione degli ideali di quartiere sostenibile, nel rispetto delle norme edilizie del contesto. L’immagine si propone pertanto come pensiero elaborato, o meglio, mediato da norme a priori che ne confinano gli orizzonti dell’immaginario. Il progetto risulta, nonostante la sua notevole estensione, ben definito nelle sue parti e nell’insieme, e rappresenta l’esempio migliore di corrispondenza tra lo stato di definizione dell’immagine e lo sviluppo progettuale.

# 54


# 55


#4

EXPANSION CITY

-

Dalmine [BG]

RA DICAL ALPS A 10000m2 GREEN COVER

L’immagine notturna evidenzia l’oniricità di questo progetto. Dato un perimetro, il progetto è simbolo del concetto proposto, ovvero: la realizzazione di una copertura che fungesse da landmark per il futuro svincolo autostradale. Questo collegherà la A4 (Torino-Venezia) con la nascente Pedemontana, l’autostrada che servirà l’arco delle prealpi a nord di Milano. Il primo spunto progettuale suggerisce la riproduzione di un rilievo che sormonti l’autostrada. La visione si traduce presto in immagine, che con un elevato grado di astrazione, si offre portavoce unica degli intenti progettuali, più che di una rappresentazione di una realtà futura.



#5

EXPANSION CITY

-

Milano

M I L AN O

+

INFRA - BUILDING

Cos’è MILANO + ? Un edificio o un’infrastruttura. Nessuna delle due risposte è corretta. Il sogno è alla sua massima astrazione e prefigura una parte di città in cui volumi e tessuto urbano si fondono in un unico elemento. Il sognatore sorvola la città di Milano e incappa in un’affascinante griglia che sovrasta gli isolati Berutiani. Assomiglia a una fitta e regolare maglia di strade, ma a vederla meglio è un edificio colossale che ospita abitazioni, uffici, fabbriche 2.0, spazi comuni, luoghi per le attività sportive, servizi di smaltimento rifiuti e riciclo, produzione di energia locale, trasporti orizzontali e verticali, lenti e voloci; insomma tutto ciò che comunemente è racchiuso in una comune città. L’infrastruttura da semplice superficie diventa volume, integrando le svariate funzioni cittadine in un unico intervento architettonico-urbanistico. E così, edificio ed infrastruttura si fondono, dando vita al concetto di Infra-building. Nel corso del XX secolo nella periferia est di Milano sorsero, per iniziativa di privati, le enclavi residenziali di Milano 2 (1970) e Milano 3 (1990) caratterizzate da un elevato benessere abitativo, ma da un’altrettanta distanza dal centro cittadino, giunti nel XXI secolo immaginiamo un’espansione che sovrasti le dinamiche e le problematiche dell’attuale tessuto urbano (inquinamento acustico ed atmosferico, congestione, incidenti); ponendosi alta nel cielo e gettando le sue basi sull’attuale superficie cittadina. Questa è MILANO +, una città che non si pone al fianco di un’altra, come appendice al sistema, ma al contrario, ne individua il centro e lo corona; ponendosi al di sopra della prima grande espansione fuori della cinta muraria seicentesca. La città del XXI secolo eleva quella del primo XX limitando l’espansione orizzontale.

# 58



JPStudio design of

&

photography

HUMAN SPACES

#

# 60

/


#

/

Architecture

CONTEXT

LINES

People

INTERIOR

COLORS

Nature

SUSTAINABILITY

LAYERS

EXPANSION

TIME

design

photography

City

/ 61


/ Index

LI N E S / / M i l ano

COLO R S / / M aro c c o

LAY E R S / / To r i no

TI M E / / E uro pe

#1

SIG N

#2

Decoration as symbol

......

#066

MEET ING POINT

Center as axix

......

#068

#3

DIVISION

Border as wall

......

#070

#4

AREA

Per imeter as w indow

......

#072

#5

G RID

Surface as attractor

......

#074

# 62


#1

VISIB ILITY

Coloured details

......

#078

#2

FU NCT IONA LITY

Opposition or ag reement

......

#080

#3

T RADIT ION

Color as m essag e

......

#082

#4

COMPLEMENTA RY

Opposition as sym biosis

......

#084

#1

INSTA NT

Nature as appearance

......

#088

#2

SH ADOW

Nature in 2nd place

......

#090

#3

DOT LIG HT

Nature as detail

......

#092

#4

PRESENCE

S ug g ested nature

......

#094

#5

PROT ECT ION

A rchitecture ag ainst nature

......

#096

#1

AMST ERDAM

Nether lands

......

#100

#2

COPENAGH EN

D enm ar k

......

#102

#3

LISB ON

Portug al

......

#104

#4

PA RIS

France

......

#106

# 63


/

[

]

L INES Architecture

/ 64


L I N E S / / M i l ano Architecture

La sezione JPS/photography si apre con un’analisi sulle linee, ben definite, che compongono il contesto antropico, nettamente in contrasto con l’apparente casualità e frammentazione di quelle naturali. Nel corso della storia dell’uomo la linea ha rappresentato il primo strumento per la descrizione e la diffusione di un concetto che altrimenti avrebbe forse richiesto troppe parole. In tal senso le linee, e successivamente la loro articolazione in segni, sono frutto di una semplificazione dei concetti orali sotto forma visiva (nelle caverne poche linee ritrovate sulla roccia possono raccontarci battute di caccia avvenute migliaia di anni fa). Ma come si è passati dal concetto di linea come simbolo grafico a quello di linea fisica che compone e articola lo spazio in cui viviamo; regolando, di fatto, le nostre abitudini e i nostri insediamenti? La risposta è semplice e va ricercata nelle prime linee con cui l’uomo ha caratterizzato l’ambiente naturale, in altre parole i sentieri (da qui nasce la definizione geometrica di linea, o meglio segmento, ovvero il percorso più breve tra due punti nello spazio). Involontariamente le prime popolazioni nomadi hanno “dipinto” la superficie del pianeta di linee, rette se in pianura, o spezzate se in presenza di ostacoli; lungo, e tra le quali, in un secondo momento andranno a disporsi i primi insediamenti stanziali, i cui recinti sono le prime linee fisiche consapevoli dell’uomo, nonchè i primi gesti di una sua pianificazione dello spazio. In questi primordiali recinti l’uomo ha poi iniziato a tracciare dei sottoconfini, incrementando la complessità del disegno. Definita la superficie, ecco spuntare le prime costruzioni, con la conseguente verticalizzazione della linea, ed il gioco è fatto: l’insediamento umano è ora governato da linee che lo compongono e lo definiscono, fornendo le prime basi dell’architettura del futuro.

/ 65


/1

LINES ARCHITECTURE // Milano

SIG N D E C O R AT I O N a s S Y M B O L

Come tutti gli insediamenti umani, specialemente quelli di fondazione romana, l’attuale città di Milano è frutto di innumerevoli estensioni e sovrapposizioni del disegno originale, in cui linee nette separano, collegano, indicano e, a volte, portano con sè significati specifici. In questo caso, ci troviamo all’interno dell’ossario duecentesco della chiesa di San Bernardino alle Ossa, un luogo dai decori macabri, le cui pareti sono interamente rivestite dagli scheletri, che non riuscivano a trovare posto nelle ormai piene fosse comuni, dei defunti dell’epoca. Il risultato è un disegno complesso e articolato che difficilmente lascia intendere le linee dell’architettura sottostante (assenza di spigoli netti e orizzontamenti), caratteristica che risalta ulteriormente le uniche linee presenti, chiuse a comporre il crocefisso in centro alla parete:il simbolo.

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LINES ARCHITECTURE // Milano

MEET ING POINT CENTER as AXIS

Compiendo un salto temporale di più di 600 anni, ci troviamo ora al centro della galleria, con le spalle a contatto del fresco pavimento marmoreo di cui è rivestita; per puntare lo sguardo sul punto più alto della sua cupola. Per meglio comprendere cosa si intenda per significato di una o più linee architettoniche occorre ricapitolare la nostra posizione: siamo nel centro di Milano; al centro della galleria, e quindi all’intersezione dei suoi assi, e abbiamo lo sguardo puntato sul punto d’incontro dei raggi della cupola. In altre parole gli assi ci danno delle coordinate specifiche,un centro per l’appunto, ma la sua traslazione a 40m di altezza dalla cupola, è un escamotage architettonico strutturale, ma anche simbolico, che fa del semplice centro, un asse di rotazione. E così una volta al centro, il visitatore inizia a girare su sè stesso e, leggendo via via l’architettura, si ritrova perso rispetto al contesto, ma perfettamente all’interno di uno spazio chiuso. Un incrocio si è appena trasformato in salotto urbano.



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LINES ARCHITECTURE // Milano

D I V I SI O N BORDER as WALL

Dopo aver affrontato il centro, giungiamo ora al suo opposto, ovvero il confine, la linea oltre la quale c’è qualcosa di altro, di diverso o opposto: in questo caso la fine della città che lascia spazio alla campagna. Ancora una volta affrontiamo il viaggio architettonico con il preciso scopo di trovare un luogo dove, da semplice linea superficiale, il concetto di bordo ha assunto, grazie all’architettura, una configurazione verticale, ed ecco che, camminando al di sotto delle due carreggiate della tangenziale est ci imbattiamo in uno specchio d’acqua. La luce riflessa si unisce per magia alla lama di cielo che si intravede tra le corsie e il confine urbano diviene presto più chiaro che mai, come un muro di luce infinito da oltrepassare con consapevolezza.

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LINES ARCHITECTURE // Milano

AR E A PERIMETER as WINDOW

Nell

a

immediate vicinanze della

tangen-

ziale, troviamo uno dei rari casi milanesi di verticalizzazione del concetto di area. Ancora una volta la mappa sulla destra suggerisce la corrispondenza tra il carattere dell’architettura in pianta e quello in alzato: entrambi hanno, infatti, un vuoto al loro interno. L’edificio contorna il giardino, ma in certi punti abbraccia anche il cielo, aprendo vere e proprie “finestre” sul mondo naturale. Questa è la vera qualità dello spazio mostre Lambretto, un edificio che ha ha saputo rinunciare a costosi rivestimenti (preferendo semplici pannelli ondulati di vetroresina) per erigere la possenti strutture a sbalzo che contornano il contesto.

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LINES ARCHITECTURE

-

GRID S U R FA C E a s AT T R A C T O R

Torniamo verso il centro città per presentare ora una tematica cardine della progettazione architettonica: la griglia. La cartografia la utilizza per quantificare le distanze, l’urbanistica per disporre gli isolati cittadini e l’architettura, in particolar modo quella moderna, per la disposizione degli elementi strutturali (pilastri). Ancora una volta la verticalizzazione di questo elemento si distacca da ogni valenza prettamente pratica, per abbracciare la sfera del concettuale. La griglia avvolge l’involucro circolare scandendone il ritmo dei piani e rendendo visibile un’architettura che altrimenti non riusciremmo a vedere. La superficie grigliata della torre, rivestita di vetri riflettenti, ordina e misura il contesto, disponendo e regolando gli elementi che lo compongono all’interno delle singole caselle.

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Milano

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CO LO R S People

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CO LO R S/ / M aro c c o People

Perchè le piante e gli alberi sono verdi? Per rispondere a questa domanda è forse utile ricordare cosa sia un colore, o meglio, perchè un oggetto appaia di una cromia piuttosto che un’altra. Ebbene, un colore è la parte di radiazione luminosa riflessa dall’oggetto, mentre tutto lo spettro assorbito risulta invisibile, in quanto divenuto calore. Le piante sono quindi verdi perchè il verde è l’unica parte di luce che riflettono, caratteristica che risale addirittura ai primi antenati dell’intero mondo vegetale: i cianobatteri; che vivendo al di sotto degli altri batteri (quest’ultimi in grado di assorbire solo la luce verde), hanno “imparato” a sfruttare, per la fotosintesi, tutta la radiazione tranne il verde, che viene invece riflesso. In questo mondo vegetale verde sono poi spuntate delle eccezioni, le più svariate, colori che i singoli organismi hanno di fatto scelto, nel corso della loro evoluzione, per rendersi visibili (fiori) o per proteggersi (animali). In sostanza il complesso mondo dei colori è riassumibile in due funzioni primarie: visibilità o mimetizzazione rispetto ad un contesto, il verde appunto, definibile omogeneo. In questa chiave si possono ripercorrere anche le scelte dell’uomo, che in un primo momento, per difendersi da possibili minacce, ha preferito adeguarsi il più possibile al contesto di riferimento (spirito animale), mentre oggigiorno può “permettersi” di utilizzare il colore per la comunicazione e la visibilità della persona, o dell’oggetto (spirito floreale).

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COLORS PEOPLE

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Marocco

VISIB ILITY C O L O U R E D D E TA I L S

Nell’introduzione al capitolo si è parlato di spirito floreale dell’uomo moderno, ovvero il distacco dal colore prettamente difensivo degli animali, per lo sviluppo di nuove funzionalità, come la visibilità, il messaggio o la semplice ricerca estetica. Nel mondo occidentale quest’ultima sta assumendo una valenza dominante e, spesso, è difficile trovare esempi di colori funzionali, ad eccezione del rosso e verde dei cartelli stradali, o luci di segnalazione. Per questo motivo la ricerca prende luogo dall’altra parte del Mediterraneo, in Marocco, dove l’architettura delle città, e quindi il contesto di riferimento, è ancora legata ai materiali del luogo, con i colori che questa scelta comporta; lo spirito floreale dell’uomo contemporaneo è libero di manifestarsi nelle sue diverse sfumature. L’immagine a lato, ad esempio, è scattata in una delle maggiori concerie di Fès, dove nell’omogeneità cromatica del contesto tutti sono in grado di individuare con facilità l’uomo,seppur piccolo, col berretto azzurro.



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COLORS PEOPLE

//

Marocco

F UN CT IONA LITY OPPOSITION or AGREEMENT


Il colore della rete da pesca, che l’invisibile pescatore sta pazientemente riordinando per la prossima uscita, sulla terraferma, potrebbe a volte confondersi con quello delle argille più scure e vivaci presenti in molte zone fluviali del Marocco, ma in realtà è opportuno ricordare che il suo vero ambiente non è la terraferma, bensì il mare. Anche le imbarcazioni sono progettate per solcare i mari, ma allora qual’è l’origine cromatica di questa tradizione marinara? La risposta è la funzionalità dei colori scelti: il blu delle imbarcazioni si fonde con quello del mare, confondendo i pesci, mentre il rosso della rete è una scelta più elaborata, in quanto il suo colore è mutevole a secondo della conformazione della stessa. La rete, infatti, non è sempre rossa, lo diventa solo quando è raccolta in un punto (caratteristica utile all’individuazione in mare da parte dei pescatori) mentre è invisibile quando distesa (a sfavore dei pesci che difficilmente riusciranno ad individuarla sul loro percorso).


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COLORS PEOPLE

//

Marocco

T R AD I T I O N COLOR as MESSAGE

I portoni finemente cesellati e le maioliche pazientemente disposte in disegni geometrici senza fine coronano un’architettura di color sabbia, figlia del deserto in cui risiede da secoli. L’assenza di umidità di questi luoghi contrasta gli attacchi del mondo vegetale alle superfici delle architetture, preservandole e custodendole, fino ai nostri giorni (per lo stesso motivo le piramidi di Giza sono tra le architetture millenarie meglio conservate al mondo). In quest’ architettura, arida come il contesto di cui è figlia, una giovane indossa un lungo abito di un vivacissimo verde e, come i gusci degli scarabei più splendenti, riflette la potente luce del sole equatoriale. Il suo abito è come uno zampilllo d’acqua nel deserto, un’oasi verde tra muri di sabbia. Non a caso il verde è il colore dell’Islam, del paradiso musulmano. Il vestito manifesta la tradizione del luogo e il forte contrasto con il contesto favorisce la diffusione del messaggio di speranza che, tradizionalmente, il verde simboleggia.

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COLORS PEOPLE

-

Marocco

COM P L E M E N TARY OPPOSITION as SYMBIOSIS

Come la precedente, questa

foto-

grafia esemplifica al meglio il concetto dei due spiriti (animale/ funzionale e floreale/simbolico) dell’uomo moderno. Questa volta è il colore del contesto ad assumere una valenza funzionale. Ci troviamo a Chefchaouen, un paesino a 1500m di altitudine, incastonato sul dolce versante sud di una delle catene montuose più alte d’Africa, dove l’intonaco delle case è interamente dipinto di un azzurro intenso, il colore del mare, insomma. Ebbene, secondo una tradizione che risale a tempi antichi questo colore difenderebbe le abitazioni dagli insetti, scoraggiandoli a risalire i muri. Tra i vicoli di tanta funzionalità, una ragazza contrasta con l’intorno, agitando il suo vestito rosso, tra i cunicoli del fitto insediamento. Anche la bandiera di stato è di questo colore e la ragazza che si aggira in città ha un ruolo sociale molto importante: il rosso è il colore che protegge dal malocchio.

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L AYER S Nature

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PAT T E R N S I ME AR GE R I NrGi no LAY S L /AY/ ETo Nature People

Linee e colori sono gli ingredienti base da cui il sogno può attingere, ma analogamente al processo di design onirico di JPS#design, la potenza dell’immaginazione non si limita a colorare un disegno frutto dell’idea primordiale, ma l’approfondisce, sovrapponendo, o a volte scomponendo, la profondità dell’immagine, quasi a darle un senso di tempo. E così alcuni livelli si muovono, altri fuggono all’istante e, una ormai minoranza, resta immobile là sullo sfondo. Dopo aver indagato le linee che compongono le nostre architetture e i colori dell’uomo contemporaneo, questa volta l’indagine si sposta sul rapporto tra la città, con le sue architetture ed il contesto naturale. Per far ciò ci rechiamo ora a Torino, una delle città più verdi d’Italia, dove il paesaggio naturale contorna e contamina il tessuto urbano, portando con se le dinamiche che il contesto natura comporta. La composizione dell’immagine per livelli, nel senso creativo del termine, ovvero tramite lo sfruttamento del contesto naturale e senza l’utilizzo di post-produzione, ripercorre gli stessi step della creazione delle architetture immaginarie, generando un ponte cognitivo tra la progettazione e l’osservazione.

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LAYERS NATURE

//

Torino

INSTANT N AT U R E A S A P P E A R A N C E


Il fulmine è un’apparizione istantanea del contesto naturale. La sua intensità luminosa è talmente forte da prevaricare il primo piano , lo sfondo diventa, così, protagonista assoluto dell’immagine. L’architettura, o meglio il parafulmine, oggi non sembra funzionare molto bene, anzichè attirare il lampo, sembra quasi nascondersi dalla forza della tempesta; ma in realtà, come una spada a tagliare il cielo, piega e quasi smorza, la traiettoia delle saette. La natura, sorvolando la città, come una grigio tappeto impolverato, sta lasciando nell’oscurità il contesto antropizzato, ma presto, tutto tornerà alla normalità.

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LAYERS NATURE

//

Torino

SHAD O W N AT U R E i n 2 n d P L A C E

Questa volta è l’insediamento umano a fare la sua comparsa nel mondo naturale. Come astronavi scintillanti, i silos della centrale termoelettrica puntano il cielo azzuro di una comune giornata torinese. Alla loro base migliaia di automobili scorrono veloci ogni giorno, in una festa di luci ad intermittenza. La città prende il sopravvento e la natura in primo piano svanisce presto nell’ombra, per far posto al fascino della lucentezza dell’acciaio. La composizione dell’immagine enfatizza il contrasto e si rende portavoce della sofferenza della natura a causa della pressante azione antropica. Un buon manifesto per le battaglie di Green Peace.

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LAYERS NATURE

//

Torino

DOT LIGHT N AT U R E a s D E TA I L

Nell’introduzione al capitolo la promessa era la ricerca della manifestazione naturale all’interno del contesto antropico; ma dov’è la natura in quest’immagine? Siamo ai piedi della basilica di Superga, nella piazza che da secoli sorveglia dall’alto le dinamiche e le espansioni della città. La natura fa la sua comparsa nella piena oscurità a ricordarci che siamo, sì in un’estensione del tessuto cittadino, ma comunque al margine del paesaggio naturale. Nella profonda oscurità del cielo il passaggio di una nuvola lascia posto ad un punto luminoso, il lontano Venere, la cui rotta sembra per un attimo incontrare quella dell’architettura, in un gioco prospettico che fa della luce la protagonista assoluta dell’immagine.

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LAYERS NATURE

P R E SE N C E S U G G E S T E D N AT U R E

Certe volte il contesto naturale

per-

mea quello antropsilenziosamente,

ico

attraversando gli incroci cittadini in punta di piedi. È il caso del soggetto della fotografia: la nebbia. La natura questa volta non appare nè in primo nè in secondo piano, ma piuttosto si infila tra i due e come un layer invisibile modifica il rapporto tra i piani. In no dosi

una

giornata

avanza

dallo

sfondo

alla

Mole

davanti

invernale,

il

cielo

di

dell’immagine, e la

trasforma

in

Toriportanscenar-

io, quasi un ricordo del contesto, più che l’attualità. La composizione fotografica sfrutta il contesto naturale per suggerire un tema aspecifico: la riflessione sul tempo, climatico e storico.

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-

Torino

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LAYERS NATURE

//

Torino

PROT ECT ION A R C H I T E C T U R E A G A I N S T N AT U R E

Il capitolo LAYERS si chiude con una denuncia nei confronti del funzionalismo italiano, la cui visione accentrata sull’uomo produttivo, figlio del progresso inteso come processo macchinoso, ha portato all’edificazione di architetture basate esclusivamente sulle esigenze dell’abitante, negando, di fatto, ogni rapporto con il contesto. L’immagine a lato presenta forse uno degli esempi migliori della totale chiusura del dialogo con la natura da parte di queste architetture. A questo punto è opportuno precisare che questa non vuole essere una critica ad un linguaggio architettonico specifico, bensì una sua catalogazione come rappresentante di un determinato periodo storico, in cui l’uomo si credeva superiore all’ambiente. L’architettura di oggi non sembra potersi permettere un simile lusso.

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/

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T IM E City

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TI M E / / E uro pe City

Siamo all’ultimo capitolo cari lettori. Molti di voi diranno “non vedevo l’ora”, i più affezionati, forse, andranno avanti entusiasti, ma in ogni caso avrete tutti passato del tempo ad immaginare. Proprio il tempo è il tema di quest’ultime fotografie, o meglio, come questo abbia saputo modificare l’impiego di uno dei materiali più utilizzati in architettura: l’acciaio. Negli ultimi due secoli le architetture europee sono state definite, plasmate, rette e mosse, dall’acciaio e queste rappresenteranno il campo di indagine delle ricerche fotografiche che seguono. L’utilizzo dello stesso materiale varierà a seconda dello sviluppo della tradizione progettuale locale, definendo i caratteri del contesto e, di conseguenza, la percezione architettonica che abbiamo quando camminiamo per le strade della città. Attraverso il confronto di architetture di diverse epoche è possibile osservare come le piccole differenze nell’utilizzo del materiale, che si riscontrano nei tentativi primordiali, stiano deviando i progetti che seguono, definendo sempre più il valore che l’acciaio sta assumendo nelle diverse culture architettoniche. Le architetture in acciaio non sono tutte uguali! In realtà è che siamo ancora in una fase elementare dello sfruttamento materico, ma col tempo ogni città diverrà sempre più diversa dalle altre, reinterpretando i concetti della tradizione, con il nuovo materiale.

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AM ST E R DAM Netherlands

/

A MSTERDA M C E NT RAAL

1889

//

S I LODA M

2003

Per comprendere a fondo il concetto di tempo, inteso come sviluppo di una tradizione, la ricerca partirà da una delle architetture più vecchie della città: in questo caso la stazione di Amsterdam Centraal. Sul retro dell’edifico in mattoni si erge, infatti, una delle strutture metalliche più eleganti e moderne dell’Europa ottocentesca.

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TIME CITY

///

ARCAM

2003

////

-

I JD OCK

Europe

2013

La galleria in acciaio e vetro della fonderia Andrew Handyside, che con i suoi 40 metri di luce offre protezione ai viaggiatori da quasi 150 anni. Questa importante fonte di ispirazione, difficile da non notare, ha influenzato il successivo impiego del materiale che, nella capitale olandese, da elemento strutturale, ha assunto un ruolo di rivestimento superficiale.

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COP E N AG HE N Denmark

/

C HR I ST I A N ’S C H U R C H

1769

//

T I E TG E N ST U D E NT S ’ RE S I D E NC E

2005

Per comprendere a fondo il concetto di tempo, inteso come sviluppo di una tradizione, la ricerca partirà da una delle architetture più vecchie della città: in questo caso la stazione di Amsterdam Centraal. Sul retro dell’edifico in mattoni si erge, infatti, una delle strutture metalliche più eleganti e moderne dell’Europa ottocentesca.

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TIME CITY

///

CO N C ERT H A LL

2009

////

-

Europe

B L AC K D I A M O ND B I B L I OT H E Q U E

La galleria in acciaio e vetro della fonderia Andrew Handyside, che con i suoi 40 metri di luce offre protezione ai viaggiatori da quasi 150 anni. Questa importante fonte di ispirazione, difficile da non notare, ha influenzato il successivo impiego del materiale che, nella capitale olandese, da elemento strutturale, ha assunto un ruolo di rivestimento superficiale, forse proprio a causa dell’esilità e del disegno della volta ispiratrice.

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2 01 4


L I SBO N Po r t u g a l

/

25t h A PR I L B R I D G E

1966

//

E X P O PAV I L LO N

1998

Un altro paese in cui gli architetti sfruttano da sempre le proprietà tensionali dell’acciaio, forse influenzati dalla vicina tradizione strutturista spagnola, è il Portogallo. Qui uno dei primi edifici non è stata una fine copertura come ad Amsterdam, ma un gigantesco ponte su due livelli, che ha proteso la città di Lisbona al di là del suo estesissimo estuario.

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TIME CITY

///

G A R E D O O R I EN T E

1998

////

-

Europe

V I L L AG E U ND E R G R O U ND L I S B OA

L’architettura moderna reinterpreta il concetto di “luce”, tipico dei ponti, per comporre architetture che sorprendono per le sospensioni (forse è proprio ispirato da questo che Alvaro Siza ha deciso di far “volare” la sua copertura per il padiglione dell’esposizione internazionale). Un altro caso è la stazione di Calatrava, che enfatizza la struttura a livelli ingegneristici, o, ancora, la composizione di container sapientemente sospesi.

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2 01 4


PAR I S Fra n c e

/

TO UR E IF F EL

1889

//

C E NT R E P O M P I D O U

1971

L’ultima ricerca fotografica non poteva che ambientarsi nella città dell’innovazione ottocentesca: Parigi; dove nell’arco di un secolo hanno preso posto una lunga serie di esposizioni universali (1798, 1802, 1844, 1855, 1867, 1878,1889, 1900). Nel 1889, ad indicare l’entrata del sito espositivo, vi era un nuovo monumento temporaneo, un landmark vero e proprio, visibile da tutta la città.

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TIME CITY

///

O R GU ES D E F LA N D R E

1980

////

-

Europe

I NST I T U T E D U M O ND E A RA B E

1987

Per raggiungere la cima, un sofisticato elevatore compiva i 300 m di altezza in pochi minuti, così che i visitatori potessero agevolmente raggiungere la vista sull’intero sito e la città ospitante. Era il trionfo della macchina, un senso di utilizzo dell’acciaio successivamente reinterpretato nell’ edificio-impianto Pompidou, o nella facciata dinamica dell’Institute du monde arabe.


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JPStudio

2K07/2K17

JPStudio nasce a Torino, nel 2017, con il semplice intento di perseguire la ricerca sulle spazialità umane maturata in dieci anni di costante attività; qui riproposta sotto forma di “libro per la nonna”. Il nipote, nonchè fondatore di JPStudio, Federico Giampetruzzi si laurea con lode in Architetettura Sostenibile al Politecnico di Torino, dove si traferisce (‘12) dopo aver conseguito la laurea breve in Architettura e Società al Politecnico di Milano. Nell’accademia torinese svolge per due anni attività di ricerca nel campo multimediale, energetico ed informatico in due laboratori del dipartimento DAD. Parallelamente all’attività di ricerca, dal 2014 collabora con diversi studi torinesi (PATdesign, StudioBuonomoveglia ed Mg2 Architetture) e clienti privati alla definizione di progetti d’interni e di riqualifica del patrimonio.


Non si

è

mai riusciti a parlarne apertamente, ma la raccolta che avete sfogliato lo ha suggerito più volte. Lo spazio dell’uomo moderno è composto di architetture, persone, natura e città (intesa come la fitta ragnatela dei luoghi pubblici). Queste 4 componenti del reale, in verità, sono state dapprima indagate tramite l’osservazione, scaturita nella fotografia, e

reinterpretate,

in

un

secondo

momento,

nelle possibili visioni architettoniche del capitolo Design. Insomma, forse è giunto il momento di ammetterlo: se questa è la prima pagina che leggete, forse avete capito da che parte va realmente preso in mano il libro; ma in fondo, sempre di architettura si parlerà.


JPStudio design of

&

2K07 --- 2K17

photography

HUMAN SPACES

fgiampetruzzi@aol.com


La racc o l t a contiene tren39nove spazialitĂ 21 18

umane,

fantastiche reali.

Il

e duplice

approccio alla materia , tramite il design e la fotografia, trasforma le

idee

immaginarie

presenti, e

le

in

architetture

architetture

passate,

in idee per il futuro. Le immagini proposte, proprio come dei

sogni, raccontano di spazi

che troppo presenti forse non sono, ma le tematiche che riportano alla memoria saranno per sempre attuali.

JPS

f

arch1t3ctur3 - # & /

g1am

p3t5uzz1

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