Torino 2006

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Federico Lepre

TO R I NO 20 06 XX Olimpiadi Invernali



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Candidatura a Seul

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Organizzare l’evento

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Torino

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Le Valli

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evento

Premessa

Passion Lives Here

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post

ex -ante

Indice

“Non buttiamo l’occasione dei Giochi”

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Bibliografia

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Premessa

Questo saggio nasce e si sviluppa con l’intento, non certo la pretesa, di svolgere un ruolo riassuntivo dei XX Giochi Olimpici Invernali svoltisi a Torino nel 2006. Per una duplice ragione, da una parte, il ruolo, anche se non perfettamente idonea come espressione, “fontamentale” che l’evento ha giocato nello sviluppo del capoluogo piemontese e delle zone limitrofe, e dall’altro lato, per interesse personale, per comprendere in modo piu’ approfondito la struttura urbana e le dinamiche con cui Torino si e’ evoluta e ha cambiato faccia in questo primo decennio del XXI secolo. Molte personalità, ben piu’ competenti di me, si sono espresse circa questo argomento ed è per questo che non pretendo assolutamente di essere innovatore o, ancora meno, originale. Non ho iniziato questo saggio con una serie di obbiettivi da realizzare, ho solo un fine che tenterò di raggiungere: essere esaustivo. Non solo nell’aspetto prettamente testuale, ma soprattutto per quel che concerne l’apparato grafico. Per via del fatto che i XX Giochi olimpici di Torino sono stati ampiamente analizzati e sono state argomento di dibattito in sedi e di personaggi ben più competenti e preparati di quanto io potrei essere, e in secondo luogo, perché questo è un saggio che vorrei puntasse a essere un’occasione di crescita personale e di comprensione della realtà urbana in cui vivo e di cui ogni giorno faccio parte e osservo. Nello specifico questo è un saggio di ricerca che tenta di essere esplicativo in una duplice valenza, lo sviluppo di diversi paragrafi con fine sintetico sara certamente presente e tentera’ di chiarificare e diagnosticare i fatti, ma gli elaborati grafici saranno, almeno questa è l’intenzione, elementi preponderanti e di forte sintesi, mi auguro costruttiva.

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EX - ANTE


Candidatura a Seul

Giugno 1999, Seul, è Torino la città selezionata per lo svolgimento dei XX Giochi Olimpici. 17 voti la proclamano vincitrice nella “finale” contro Sion, città Svizzera fino a quel momento data per favorita. Il 19 giungo viene siglato, dal CONI, il CIO e il Comune di Torino, l’Host City Contract, definizione del quadro di impegni che Torino dovrà rispettare e garantire per il corretto svolgimento dei giochi. Questa parentesi storica viene preceduta dalla candidatura della città, iniziata nel 1998 e presentata attraverso una serie di book (Dossier di Candidatura), curata dal comitato promotore, costituito dal Comune di Torino e Invest in Turin and Piedmont (ITP), con l’appoggio del CONI, che mettano in mostra tutte le potenzialità della città senza offrire un programma definitivo, bensì elencando una serie di studi preliminari che garantiscano la fattibilità dell’evento. I paragrafi, così come il numero di pagine e i contenuti sono definiti direttamente da un Manuale redatto dal CIO. La produzione del dossier è avvenuta in tempi brevi (tre mesi) così come la domanda che è stata depositata in ritardo rispetto alle altre candidate. Le altre candidature sono quelle della già citata Sion (Svizzera), di Klagenfurt (Austria), Helsinki (Finlandia), Zakopane (Polonia, Proda Tatry (Repubblica Slovacca). La consegna del dossier avviene il 31 agosto 1998, e qualche mese dopo la Commissione di Valutazione del CIO è a Torino per approfondire i contenuti della candidatura. All’interno dei dossier vengono descritti e trattati tutti gli elementi che servono a rendere un’idea complessiva e precisa della contesto urbano e territoriale torinese. Ampio spazio di da alla descrizione delle caratteristiche della regione, e di Torino, sotto diversi profili, politici, economici, riguardo le condizioni meteorologiche, competenze in materia di salvaguardia ambientale, di sicurezza e di servizi sanitari. Conclusa questa panoramica generale si passa a descrivere il piano olimpico nello specifico, passando dall’organizzazione sportiva generale agli sport e i relativi impianti , la ricettività e le cerimonie, il sistema viario e infrastrutturale, i villaggi olimpici, i media e le telecomunicazioni, per concludere con il bilancio ipotetico dell’evento. Viene aggiungo anche un dossier (di copertina verde) che prevede e assicura una progettazione eco-sostenibile riguardo le opere olimpiche, il tutto garantendo l’adesione al progetto “Rethink” che prevede l’utilizzo di una progettazione compatibile con l’ambiente. Nel dicembre 1999, viene costituito il TORino Organising Committee, TOROC, da Comune di Torino, Provincia di Torino, Regione Piemonte, Comunita’ Montane, CONI e Fed8

erazioni Sportive, per l’organizzazione dei Giochi. È la fondazione di diritto privato senza


scopo di lucro che avra il compito di organizzare sia le Olimpiadi che le Paraolimpiadi, predisporre il Piano di interventi e organizzare lo svolgimento complessivo dell’evento, nonchè la gestione degli sponsor, l’organizzazione dei media e del programma di attività ambientale, compreso il monitoraggio complessivo degli impatti di tutto il progetto dell’evento. Circa la tutela dell’ambiente e la sostenibilità dell’intervento, nel 2002 il TOROC pubblica la Carta d’Intenti, e si dota di un Sistema di Gestione Ambientale conforme all’EMAS (Eco Management and Audit Scheme), regolamento CE n 76/01, che definisce i requisiti per una gestione ambientale sostenibile da parte di una organizzazione. La Regione Piemonte per coordinare gli interventi costituisce un gruppo interdisciplinare al suo interno, composto da alcune Direttive Regionali relazionate alla competenze necessarie che evincono dal lavoro istruttorio di valutazione del Piano di interventi, con il supporto dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPA). Il Coordinamento Torino 2006 è il frutto di queste azioni, ed è anche uno dei “protagonisti” all’interno del dibattito che precederà la formulazione e la promulgazione della L‘285/00 titolata “Interventi per i Giochi Olimpici Invernali Torino 2006”, e approvata successivamente dal Parlamento nell’ottobre 2000. Il Coordinamento è stato anche attore nella valutazione degli atti inerenti la Valutazione Ambientale Strategica(VAS), fungendo da tramite e promuovendo il dialogo tra le iniziative delle singole Direzioni, con la responsabilità di definire le modalità di partecipazione dei cittadini e con l’attivazione della Cabina di Regia. In luglio 2001 il Coordinamento viene ampliato, e istituita la Struttura Flessibile Torino 2006, con lo scopo di continuare a garantire il corretto svolgimento delle fasi che accompagnano l’evento.

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Organizzare l’evento

Dalla proposta di candidatura alla effettiva selezione, alla fine del 1999, si assiste all’avvio del complesso meccanismo organizzativo. A precedere la successione degli eventi ha senso una sintesi breve dei principali attori coinvolti e dei protagonisti principali: il TOROC (Comitato organizzatore locale), ente con responsabilità diretta nei confronti del CIO; l’Agenzia olimpica Torino 2006, sintesi diretta della L.285/2000, che verrà esplicata in seguito, i diversi enti locali (Regione Piemonte, Provincia Torino, Comune di Torino, tre Comunità’ Montane e i rimanenti Comuni interessati), il Governo (con il ministro Frattini delegato all’evento olimpico) e infine i molteplici co-protagonisti (attori economici, culturali, sociali-ambientali) della scena olimpica che trovano, e cercano, o esigono spazio, facendo da contorno all’organizzazione dei giochi. In tutto questo la L.285/2000. La legge rappresenta un passo significativo all’interno dell’iter di programmazione dell’evento olimpico. Con la sua pubblicazione nel 16 ottobre 2000 (la data in cui viene proposta è invece il 9/10/2000), la 285 porta il titolo di “Interventi per i Giochi olimpici invernali Torino 2006”, è divisa in tre allegati contenenti rispettivamente gli elenchi degli impianti sportivi, delle infrastrutture olimpiche e di quelle viarie. Vengono definiti i finanziamenti disponibili per le diverse opere, per un ammontare totale di circa 1500 m.di. Inoltre decreta la nascita dell’Agenzia Torino 2006, organo composto da un comitato direttivo, a sua volta formato da un direttore generale e altri sette membri (nominati da amministrazione centrale e enti locali). Compito principale dell’Agenzia quello di coordinare la realizzazione delle opere e di adempiere la funzione di stazione appaltante, per questioni non solo di praticità ma anche di controllo e monitoraggio, onde evitare “infiltrazione della criminalità organizzata nella realizzazione delle opere”. Proprio circa questo punto la L.285/00 individua anche un secondo organismo, il Comitato di Alta Sorveglianza e Garanzia col principale scopo di valutare la pianificazione, e con il ruolo di controllo strategico circa la congruità dei risultati che si otterranno con gli interventi realizzati nell’attuazione delle direttive e degli obbiettivi (con particolare riferimento alla VAS). Il Comitato ha usufruito dell’Osservatorio Regionale dei Lavori Pubblici, ente con compito di rilevazione delle informazioni inerenti al processo dei singoli interventi e delle fasi decisorie. Nel 2003 si assiste alla promulgazione di una nuova legge: la L.48/2003. Col fine di modificare alcuni punti della L.285/00, costituendo il Cabina di Regia, strumento utile per la governance dell’Evento e composto dal presidente della Regione Piemonte, dal sindaco di Torino, dal presidente della Provincia di Torino, e dal presidente del CONI. La Cabina di 10

Regia adempie a funzioni di coordinamento e indirizzo in relazione al Piano degli Interventi,


e soprettutto dei rispettivi tempi di attuazione del medesimo Piano. La Cabina ha rappresentato il tavolo istituzionale, organo di fondamentale importanza nella collaborazione fra gli enti coinvolti coinvolti nell’evento olimpico, e’ stato inoltre un elemento chiave nell’affrontare e risolvere tematiche inerenti l’attuazione di alcune opere, o per discorsi circa la priorità di realizzazione di un intervento rispetto un altro. Tornando ai protagonisti della vicenda organizzativa, sostanzialmente il quadro di attori potrebbe essere diviso in tre grossolani gruppi: i finanziatori dell’evento (in primis gli enti appartenenti alla sfera pubblica, come ad esempio la Provincia o la Regione, e ovviamente il Governo), chi ha gestito e organizzato la progettazione concreta dell’evento (il TOROC, l’Agenzia 2006, il Comitato di Alta Sorveglianza e la Cabina di Regia), e infine chi ha sviluppato i progetti, gli studi, liberi professionisti, le associazioni coinvolte nella progettazione concreta dell’evento. Un punto importante da approfondire circa la L.285/2000 è l’introduzione della valutazione ambientale strategica (VAS), che rappresenta un altro elemento di particolare rilevanza e un elemento preponderante laddove si voglia giungere a un giudizio completo del progetto olimpico. Con lo scopo di valutare l’impatto complessivo degli interventi, la VAS è prevista dalle direttive europee del 1998, e nel caso torinese rappresenta una delle prime applicazioni in Europa ed accompagna parallelamente lo sviluppo e l’applicazione del programma olimpico (PO). Lo scopo principale è quello di evidenziare i fenomeni positivi e negativi che l’applicazione del programma potrebbe generare all’interno dei vari ambienti dei territori interessati, e prediligere gli effetti positivi. Inoltre è di fondamentale importanza per le previsioni del dopo evento, mediante l’analisi dei diversi interventi previsti dal PO e della loro catalogazione in: •

Strettamente necessari

Volti a consentire il corretto svolgimento dei Giochi

Integrativi

Con l’utilità di favorire le ricadute positive che il PO potrebbe avere sul territorio

Interventi indotti, con fine di migliorare la qualità dell’ambiente in cui si svolgeranno i giochi.

È corretto sottolineare che la Vas è tenuta a valutare solo il macro sistema di interventi, non le singole opere previste dal PO, il che equivale a una valutazione del piano nel suo complesso, osservando la rete di modifiche che verranno apportate al territorio. Altro elemento di spicco nell’analisi della progettazione delle Olimpiadi è certamente il PO, in cui è possibile osservare come gli interventi nel generale siano stati suddivisi in 3 specifici gruppi: •

Opere necessarie, o “opere in dossier”, previste sempre dalla L.285/00. Equivalgono all’insieme degli impianti e delle infrastrutture indispensabili per una corretta organizzazione delle gare olimpiche. Rientrano in questa categoria tutti gli impianti sportivi per le discipline del ghiaccio, le piste per lo sci e gli impianti di inneva-

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mento, gli impianti di risalita, i villaggi media, quelli olimpici e il sistema di infrastrutture viarie volto a garantire i collegamenti principali e necessari per lo svolgimento delle gare. Queste opere sono localizzate nei comuni olimpici e in quelli sede delle gare di allenamento, nei comuni interessati dalla viabilità principale di accesso alle Montagne Olimpiche. •

Opere connesse, appartenenti anche loro alla L.285/00. Corrispondono all’insieme di inteventi legati in parte alla funzionalità dell’evento, e in parte al miglioramento e adattamento di alcune infrastrutture di rete del comprensorio olimpico e dei bacini limitrofi. Praticamente hanno compreso il miglioramento di infrastrutture viarie, impiati di risalita, sercizi sanitari, urbanizzazioni primarie e la riqualificazione di alcuni centri urbani ed extraurbani dei comuni olimpici e di quelli inerenti alle sedi di allenamento. Sono state interessate da questo punto anche località delle provincie di Torino e Cuneo, per interventi di tipo viario

Opere del Programma regionale delle infrastrutture turistiche e sportive Piemonte 2006, regolate da L.166/2002. Sono compresi tutti quegli interventi di supporto ai Giochi, non direttamente correlati allo svolgimento, con l’intento di portare a un miglioramento e di supportare lo sviluppo complessivo dell’intero territorio regionale. Il PO ha stanziato fondi per circa 70 comuni piemontesi attraverso Protocolli d’Intesa per l’individuazione delle opere da finanziare, che comprendono strutture sportive, stazioni sciistiche, infrastrutture, beni culturali, aree fluviali e termali.

È necessario specificare che gli interventi si orientano in due direzione ben precise, da un lato il potenziare l’offerta sportiva, ricreativa e ricettiva, proposta che interessa Torino, le Valli di Susa e del Chisone, e, in secondo luogo, l’obbiettivo di miglioramento dell’accessibilità e della mobilita, con campo di azione ampio e correlato al PTR, per le valli e le montagne olimpiche. Nello specifico gli interventi principali in Torino vedono il loro concentrarsi a sud del tessuto urbano, nei presi della zona del Lingotto Fiere e Lingotto Stazione, con interventi quali la ristrutturazione del Palavela di Rigotti, diretta da Gae Aulenti, o, spostandosi in zone limitrofe, nei pressi di Piazza d’Armi, dove viene sviluppato il polo multifunzionale e la riqualificazione dello Stadio Olimpico, la costruzione della simbolica Piazza Olimpica, del Palazzo dello Sport Olimpico (Palaisozaki) e del Palazzo Nuoto diretta da Arata Isozaki, e ancora, nei pressi del complesso fieristico di Lingotto Fiere con la costruzione adiacente alla exfabbrica dell’Oval (Studio Zoppini Associati e HDK sport Ltd.) e infine con la progettazione del Villaggio Olimpico, adiacente la stazione ferroviaria Lingotto) e la riqualificazione degli ex-Magazzini Generali. Altre opere comprendono il Palazzo del Ghiaccio, i diversi Campus per il soggiorno di media e atleti, e interventi più sporadici volti all’adeguamento dell’assetto viario e delle in12

frastrutture.


Interventi di rilievo nelle valli olimpiche invece sono, in sintesi, il trampolino del salto, a Pragelato, e la pista del bob, a Oulx, che rappresentano gli interventi di maggiore impatto e su cui si è sviluppato un forte dibattito nel post-evento per problemi inerenti il riutilizzo delle strutture e l’attrattività dei luoghi che le ospitano, essendo progetti con modifiche sostanziali del paesaggio e di difficile progettazione sostenibile. Ancora altri interventi riguardano Sestriere, Cesana-Sansicario, Bardonecchia, Sauze d’Oulx, per gli impianti di sci alpino, mentre Calmiere e Pragelato per per quello di fondo, anche loro legati indissolubilmente al dibattito circa lo sviluppo dell’offerta sul piano turistico delle valli. Sotto questo tema funge necessario ricordare anche gli adeguamenti funzionali circa l’assetto viario e la mobilità, sono stati correlati previsioni alle del PTR, e riguardano interventi di risanamento o creazione di nuove strade, come ad esempio lungo la Ss 23 e la Ss 24, o ancora, ad esempio con la realizzazione di centri di “interscambio” a Pinerolo, Oulx e Cesana, il tutto per tentare di ampliare le ricadute e gli effetti, previsti positivi, dell’evento olimpico. Un miglioramento dei collegamenti e delle connessioni che funga da amplificatore e non escluda le valli dall’occasione che è l’evento stesso. Una nota di riguardo va al rapporto del PO con la candidatura presentata a Seul, c’è infatti una connotazione importante circa l’indivisibilità all’interno degli interventi e nella pianificazione dell’evento in generale, si devono , sostanzialmente,rispettare le promesse fatte e, in questo frangente, il rispetto dei tempi gioca un altro ruolo fondamentale. Un elemento di “rigidità” nello secifico, le precise scadenze temporali che, naturalmente, sono correlate con l’inizio previsto dei Giochi. Altro tema di fondo ma che svolge un ruolo preponderante nell’intero background di eventi e interessi in gioco in tutto il complesso sistema di organizzazione, lo svolgono gli scenari che fanno da scenografia e che caratterizzarono Torino e le Valli olimpiche. Per la città il rispetto, l’integrazione e l’adattamento dei diversi interventi con il PRG, aspetto che venne rispettato , di fatto nel pensare il programma si individuarono le aree di interesse, e alcune di queste facendo già parte della pianificazione urbana, vennero direttamente adattate al PO. Per le Valli invece un duplice rapporto, da un lato il rapporto di equità e non, tra gli interventi nell’alta e bassa valle, nonché gli effetti legati al PO che porebbero comportare possibili sviluppi futuri nella cosiddetta Via Lattea, e in secondo luogo l’alta capacità ferroviaria in Val Susa, tema che porta con se forti polemiche di vario genere. Interessante notare, come evidenziato da Franco Ferrero (“Le olimpiadi invernali e il ruolo della Regione Piemonte”, pag. 63, in Urb. Inf. n.179/2001), direttore regionale alla Pianificazione e Gestione Urbanistica, il “valore strategico” delle aree interessate dal PO era già stato riconosciuto sia dalla Regione che dalla città di Torino prima della candidatura. Questo fatto determina un modus operandi ben preciso, e riconoscibile all’interno del PO: integrare l’evento, per le valli, all’interno del PTR e per Torino, del PRG. Un tipo di strategia che porta a un certo tipo di soluzioni, esempio chiave la bassa valle in Val Susa, dove l’intento progettuale è quello di sviluppare

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una pianificazione volta al potenziamento dell’offerta turistica, non necessariamente legato all’evento olimpico, ma che ne sfrutti l’eco positivamente e riesca a preservarne gli effetti. Per Torino (PRG Cagnardi-Gregotti), il PO trova collocazione favorevole di sviluppo lungo la Spina centrale, soprattutto per quanto riguarda i villaggi dei media. La pianificazione dell’evento nel complesso si trova a giocare sia il ruolo di elemento catalizzatore che di elemento estraneo da integrare a un sistema di trasformazioni già affermato. Il PO inoltre si prefigge tre obbiettivi non solo in riferimento al tessuto urbano: quello di mitigazione, di razionalizzazione e sostenibilità dell’intero intervento (Scamozzi, 2003). Il primo mira a contenere e a mitigare gli effetti negativi nei confronti della città ospitante, a non peggiorare situazioni in atto con opportune misure di contenimento. Il secondo obbiettivo si prefigge come fine di rendere i processi di trasformazione compatibili e rispettosi dell’ambiente, un sostanziale affrontare in modo sistematico i fattori di fondo influenti sul background ambientale e, infine, nel terzo punto si auspica un progetto il più accorto nella questione sostenibilità, il non fare dell’intervento un fattore aggravante di criticità già presenti e già in atto. Proprio riguarda il punto finale è emblematico notare che nella progettazione dell’evento le opere connesse e di accompagnamento, definite dallo stesso PO, siano state messe sullo stesso piano dei progetti per le Olimpiadi, sottoponendole allo stesso iter progettuale. La decisione e’ stata presa dalla Giunta Regionale del Piemonte, stabilendo che le modalità e i tempi delle procedure fossero i medesimi, e includendo alcune opere connesse nella definizione di “opere pubbliche di particolare interesse regionale”, il tutto per garantire la stessa attenzione ed evitare che una possibile gestione fallace di interventi minori andasse a compromettere, non solo gli standard prefissi, ma la corretta realizzazione di progetti di maggiore valenza. Di rilevante interesse anche i meccanismi con cui la VAS ha agito sul PO, dividendo il proprio campo di analisi in Valutazione di Impatto Ambientale e Conferenza dei Servizi. Quest’ultima è stata utilizzata per collezionare tutti i pareri, incluse le varie autorizzazioni e i nulla osta delle molteplici amministrazioni coinvolte nei processi progettuali La Conferenza dei Servizi ha inoltre il fine di rendere più diretto il dibattito e accelerare processi quali gestione di interessi in gioco o approvazioni di autorizzazioni, per ogni progetto in dibattito. Anche se non sempre utilizzata ha avuto la sua valenza in progetti complessi, dove la stazione appaltante Agenzia Torino 2006 ne richiedeva l’utilizzo per via delle molteplici voci interpellate e coinvolte nella progettazione. Riassunti nel generale i meccanismi e le componenti che hanno configurato il pre-evento, credo sia di utilità, sintetizzare in conclusione tutti gli attori coinvolti con un cenno biografico ,e fornire una serie di dati di contorno che hanno una loro rilevanza nel descrivere il complesso meccanismo messo in atto dall’evento: •

TOROC, fondato nel dicembre 1999 a Torino, è una fondazione di diritto privato con il compito di organizzare le olimpiadi invernali 2006, gestirne la realizzazione, la

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logistica e la riuscita. Compito di predisporre il piano di interventi PO, il piano delle


opere da costruire. Responsabile anche degli studi di fattibilità tecnico-economica delle realizzazioni. Gli studi di fattibilità successivamente affidati all’Agenzia Torino 2006, che è la stazione appaltante. TOROC e Agenzia sono due realtà distinte che sono regolate, nei loro rapporti, da una convenzione: il TOROC gestirà e avrà in affido le opere durante lo svolgimento dei giochi, e gestirà il tutto tramite la Cabina di Regia. •

Agenzia Torino 2006, piattaforma appaltante e organizzazione creata ad hoc per gestire i finanziamenti riguardanti i vari interventi. Viene istituita dopo la promulgazione della L.28/00. Composta da un direttore e da altri 7 membri selezionati fra gli enti principali e locali svolge il ruolo anche di mediatore tra i diversi interessi in campo di progettazione e promuove il dibattito tra i diversi attori coinvolti.

CONI, ente di diritto pubblico che ha la caratteristica di essere sia il comitato olimpico nazionale riconosciuto dal ciò, sia l’organismo cui sono demandate le funzioni di coordinamento e di controllo dell’intero movimento sportivo agonistico. Fondato nel giugno 1914 a Roma, è una articolazione del movimento olimpico che fa capo al CIO. i suoi scopi sono quelli decretati dal D.Lgs. N. 242/1999, curare l’organizzazione ed il potenziamento delle sport nazionale e in particolare la preparazione degli atleti al fine di partecipare ai Giochi Olimpici e a tutte la altre manifestazioni sportive nazionali o internazionali finalizzare alla preparazione olimpica, promuovere la massima diffusione della pratica sportiva. Il Coni nell’ambito sportivo, impone principi per la lotta dello sporto contro l’esclusione, le disuguaglianze, il razzismo la xenofobia e ogni forma di violenza. Come ente pubblico amministra le proprie entrate realizzando attraverso la giunta nazionale, le indicazioni generali del consiglio nazionale, quest’ultimo, primo organo del coni, riunisce i presidenti delle federazioni sportive nazionale, il presidente del CONI i membri del ciò per l’Italia atleti e tecnici sportivi e diue rappresentanti dell’organizzazione territoriale del coni. il consiglio stabilisce gli indirizzi generali fefll’attivita del coni., opera per la diffusione dell’idea olimpica, disciplina e coordina l’attività nazionale anche in attuazione delle deliberazioni e degli indirizzi del comitato olimpico nazionale.

Federazoni sportive nazionali riconosciute dal coni sono costituite dalle società e dalle associazioni sportive; svolgono l’attività sportiva e le relative attività di promozione in linea con le deliberazioni del ciò e del coni e nell’ambito dell’ordinamento sportivo.

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Investimenti per zone Torino / Montagne olimpiche

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Impianti sportivi Torino

Infrastrutture viarie

Villaggi / Siti commerciali

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Val Susa Val Pellice

l o n n ra ai co ci o o pi ga ed hl et ac M im el at se di hi ol e Bi ine ia sk lG st io oto or on de e Pi in ol gg re an T o lic c itt lla rie pi na zz el Sl e Vi est ex la P Im sa b s e S Pa orre co C Bo ine pi T to or im an T ol pi na io Im esa gg C lla Vi

Val Chisone

Torino

la i e n o i to oi io i l 2 ill al as tta ar t c al g l cc c he itc re -M Vi ilit na a a c a i-s ia i t l i a pi m ia ex hi e C s M lin gh G le ed ) ea a ar a l co la l po l ex e i m nu ar 3 re da pi d m V a Pa a p i a io O im ex 3 ia io in tra os ed ol gg us a a zz lo ed sp m to o di in ex lla p io la o e m a o r i i an at Vi am ia sp gg m d i g Pa ine io pi el e g (C ia o ed er lla P gg m Im rag gi Vi m ib illa ed g o lla P V m io R la gi Vi l a g io gg m Vi lla lla er gg Vi Vi as lla C Vi

46%

43%

Costo Opere di Dossier/Connesse/di Accompgnamento Costo

% Investimento totale

Dossier

426.703.234 €

39%

Connesse

359.081.427 €

33%

Accompagnameto

316.272.070 €

29%

Investitori Opere in Dossier Investimento

% Investimento totale

Agenzia Torino 2006

196.862.540 €

35%

ANAS

131.426.000 €

24%

SITAF

129.000.000 €

23%

Comune di Torino

48.924.536 €

13%

Provincia di Torino

25.814.694 €

5%

% Opere di Accompagnamento Torino/ Valli Investimento

% Investimento totale

Torino

150.294.029 €

19%

Montagne olimpiche

210.078.385 €

81%


Cronologia Organizzazione Evento

1998

Candidatura ai Giochi

giugno

Assegnazione Giochi a Torino

1999

Host City Contract

dicembre

TOROC

marzo

Segreteria tecnica

Coordinamento Torino 2006

Cabina di Regia

2000

agosto

Ufficio Torino 2006

L.285/2000 ottobre

Agenzia Torino 2006 Comitato di Alta Sorveglianza e Garanzia

febbraio

Presentazione dello Studio di Compatibilita’ Ambientale

2001

aprile

Apprvazione della VAS

luglio

Struttura flessibile Torino 2006

L.166/2002 2002

Cabina di Regia regionale Gruppo di lavoro tecnico e Segreteria tecnica

Avvio dei cantieri 2003

gennaio

2005

gennaio / marzo

L.48/2003 Comitato di Regia

Test events


Torino

L’area maggiormente interessata dalla strategia del PO e’ la zona adiacente al Lingotto - ex Mercati ortofrutticoli all’ingrosso (Moi) con diversi impianti sportivi, le residenze per gli atleti, la sede del vertice CIO ed i centri logistici stampa e televisivi. Altri interventi riguardano più generalmente il tessuto urbano con elementi/opere per l’accoglienza dei Media, ad esempio i diversi campus. E’ improprio definire il complesso Lingotto come “Polo olimpico”, perché’ di fatto i Giochi hanno avuto una risonanza ben più ampia (Parco Olimpico), ma la vicinanza di due tra i progetti più importanti, nonché dispendiosi, lo rende un buon punto di partenza dell’analisi del PO. Il Villaggio Olimpico, da un lato, e’ il progetto che ha comportato la spesa maggiore nella sua realizzazione. Comprende tre interventi specifici, il primo e’ il piu’ forte dal punto di vista iconico, l’Arco Olimpico e la Passerella Olimpica, con la funzione di creare un collegamento diretto tra il villaggio e il complesso fieristico Lingotto Fiere, sopraelevato sui binari e sorretto proprio dall’Arco. Il secondo intervento vede il rifacimento dell’ex-Moi per adempiere a servizi inerenti i Giochi, e il terzo, il Villaggio, con 750 alloggi per ospitare i 2.500 atleti previsti, diviso in 39 unita’ residenziali disposte a scacchiera, con un’altezza varia dai 5 agli 8 piani. Il villaggio si sviluppa lungo Corso Giordano Bruno direzionando la visuale verso il Lingotto e presenta un’apertura che continua l’asse di Corso Eusebio Gambione. Altra opera di rilevante importanza, l’Oval, adiacente al Lingotto, una struttura di vetro e acciaio, dalla forma dinamica e fluida, e’ pensato per ospitare, coi suoi 400m di lunghezza e 8.500 posti di capienza, le gare di pattinaggio di velocita. Il sito scelto ha una funzione precisa e corrisponde un ottimo esempio di politica per evitare il trasformarsi del centro in un “white elephant”. Di fatto l’adiacente polo fieristico del Lingotto Fiere pone le basi per un’integrazione futura, che e’ in parte avvenuta ed ha trasformato l’Oval in un centro polifunzionale, con manifestazioni di varia natura quali eventi sportivi e attivita’ fieristiche. Spostandosi in un’area che ha gia sperimentato un grande evento(Torino 61), il Palavela, firmato da Gae Aulenti e Arnaldo de Bernardi, e’ la sede delle gare di pattinaggio di figura e short track. L’intervento mira a preservare l’elemento simbolico e con piu’ carica rappresentativa, la copertura con le sue tre vele, e a ristrutturare e adeguare l’interno con un nuovo progetto. Il valore iconico del palazzo rimane intatto e gli si permette di adempiere alle funzioni circa lo svolgimento delle gare. Nelle vicinanze del palazzo, esattamente di fronte, oltre Corso Unità d’Italia, troviamo anche il Campus ONU, uno dei villaggi media piu 18

importanti. Come il Palavela, il progetto iniziale risale alle celebrazioni del centenario della


Agenzia Torino 2006 Agostino Politi Al Studio Angela Maccianti Arata Isozaki & Associates Co. Ltd. Arnaldo De Bernardi ATC Project.to Benedetto Camerana AIA Architects Carlo Perego di Cremago Campus Onu Cesare Roluti ex Mercati Generali Claudio Lucchin Oval Lingotto Cristina Bevilacqua Palasport Olimpico Derossi Associates Palavela Gea Aulenti Palazzo del ghiaccio Giancarlo Gonnet Palazzo del Nuoto Gianluca Sottero Piazza Olimpica Giorgio Rosental Residenza Lungodora HDK Sport Ltd. Hugh Dutton Associates Inarco

Stadio Olimpico Torino Esposizioni Villaggo Olimpico

Piero Cornaglia Pier Paolo MaggiorArchA Spa Roberto D’Ambrogio Sebastiano Ciaravella Sinteca Srl Steidle und Partners Studio De Ferrari Architetti Studio Lee Studio Pession Associato Studio Quaranta Studio Zoppini Associati Susanna Cipolla

Attori Coinvolti nelle Opere di Torino


Repubblica, in vista delle Olimpiadi subisce una ristrutturazione che adegua cinque dei diciannove padiglioni ad ospitare 430 giornalisti, occupando un’area di circa 100.000mq. Leggermente verso nord-ovest, il progetto del Parco Olimpico, correttamente Piazza d’Armi, con adiacente Palazzo dello Sport, e ristrutturazione dello stadio comunale, firmato dagli studi di Arata Isozaki e Pier Paolo Maggiorana, rappresenta il polo dedicato agli svolgimenti dei principali eventi, per lo stadio olimpico, e per il Palaisozaki il campo da hockey. Altri inteventi saliente riguardano il rifacimento del Padiglione Agnelli nel complesso fieristico di Torino Esposizioni, per ospitare la funzione di hockey su ghiaccio con i suoi due campi, uno per le partite e uno per gli allenamenti. L’intervento ha incluso anche il rifacimento della facciata su C.so Massimo D’Azeglio. Oltre le opere sopraelencate altri sono gli interventi in Torino piu’ didarati sul territorio, da ricordare il Le Olimpiadi figurano per Torino un cambiamento sostanziale. Come evince dall’analisi effettuate da Pervincenzo Bondonio, Egidio Dansero e Alfredo Mela (Olimpiadi, oltre il 2006) l’occasione consiste nel modificare sostanzialmente la struttura economica della citta. Reduce da una crisi post-fordista, Torino ha l’opportunità’ di sfruttare l’ampio patrimonio culturale, costituito dalle Collezzioni Sabaude e dall’assetto paesaggistico, e di rilanciare la propria immagine, soprattutto sul piano internazionale. Un esempio che mostri il filo conduttore tra evento olimpico e questo tipo di meccanismo e’ il Museo della Montagna, “Duca Degli Abruzzi” che nel 2011 ha dedicato un settore proprio a Torino 2006, un collegamento emblematico e chiaro. Questa volonta’ e’ esplicitata dal Piano strategico per la promozione internazionale di Torino, che espone diversi punti per portare a termine il rilancio della citta’. Tra i punti degni di nota, il miglioramenteo delle infrastruuttre di trasporto e di comunicazione, con importanti funzioni di collegamento e interscambio, a livello nazionale e nei confronti delle maggiori citta’ europee. Gli obbiettivi sono favorire l’accesso a Torino e nel contempo migliorarne la mobilita interna. Circa l’accesso gioca un ruolo favorevole anche la localizzazione geografica, prima del Piemonte. poi di Torino. Il miglioramento dal punto di vista della viabilita’ riguarda anche tutto il territorio Olimpico, sin dalla L.285/2000, si e’ vista la mobilita’ come un punto focale della pianificazione, un elemento chiave per dare unita’ all’intero progetto. L’insieme di interventi ha una cronologia variegata, nel quale diversi fattori si trovano responsabili di diverse opere, le Olipmpiadi fungono da catalizzatore, e promuovono nuovi interventi. I diversi ambiti in cui vengono pianificati comprendono /sono contenuti in diversi...[elenco opere/doc di programmazione ecc.] Da notare che nell’insieme degli interventi ifrastrutturali e dei loro costi, le opere con20

nesse alle Olimpiadi influiscano per il circa 2.8% rispetto al totale, a confermare che la pia-


Opere in Torino intervento o zona di interesse


nificazione dell’evento Olimpico si sia intergrata con le precedenti proposte e, anzi, abbia agito in favore di uno sviluppo favorevole di quest’ultime, “motore propulsore”. Altro rapporto che e’ stato significativo nella pianificazione urbana e’ tra PRG e PO. Il PRG di Torino, approvato nel 1995, si articola su due assi principali: Inprimo luogo la trasformazione delle arree interessate dal progetto del pasante ferroviario e riprostino delle aree industriali dsmesse per il recupero funzionale, coerente con le strategie di sviluppo economico e turistico del territorio; dall’altro lato la riqualificazione del tessuto e del patrimonio urbano, mediante interventi di ristrutturazione in grado di rilanciare l’immagine della citta.

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Opere in Torino / localizzazione nel dettaglio intervento o zona di interesse


Le Valli

La strategia attuata per le valli segue il fine di ridurre al minimo i collegamenti con interventi che mirano a creare una una rete fluida nella zona degli impianti sportivi. Un miglioramento sostanziale delle infrastrutture e delle connessioni. Dal lato dell’offerta sportiva invece ne viene previsto il potenziamento, per lo sci alpino, nei comuni di Sestriere, Cesana-San Sicario, Bardonecchia, Sauze d’Oulx, e sia per lo scii alpino che di fondo, a Claviére e Pragelato. Impianti ex-novo sono quelli per il bob e lo slittino nel comune di Oulx e del trampolino per il salto nel comune di Pragelato. Le strutture di accoglienza delle valli invece sono due, a Sestriere, con un villaggio olimpico per 1.500 posti e uno a Bardonecchia per 500 posti. Per quanto concerne la rete infrastrutturale, i progetti prevedono adeguamenti funzionali della Statale 23 e 24 nelle località’ di Cesena-Sestriere, Perosa-Sestriere e Cesena-Claviere, della Statale 589 nei pressi di Saluzzo-Pinerolo e in altre strade provinciali all’interno della cosiddetta “via lattea”. Altri interventi sono la creazione o modifica di alcuni tratti come la Statale 589, presso Avigliana, la Statale 23 presso Prinerolo-Porte-Perosa e la creazione di “strutture e infrastrutture di interscambio modale” nelle località’ di Oulx-Cesana-Pinerolo. Da aggiungere anche l’intervento riguardante l’autostrada e la SATT, volto anche qui a creare un network di collegamenti il più congeniale l’evento olimpico. Un capitolo va dedicato alla pianificazione che si è mossa verso l’obbiettivi di accrescere e diffondere lo sviluppo sostenibile e territorialmente equilibrato, ponendo l’approfondimento del PTR come una delle prerogative nel sviluppare il piano. Valorizzare le preesistenze con fine il consolidamento di sistemi socio-economici locali. Una rilettura del Piano territoriale che punta su una integrazione tra obbiettivi già posti prima dell’evento olimpico e il Piano degli Interventi. Temi importanti da entrambi i lati, le opere necessarie da una parte e la tutela del territorio da una parte. Importante sottolineare come in questo quadro il tema dell’Alta Capacita’ Torino-Lione sia uno sfondo di cui tener conto. L’analisi, rilettura, del PTR trova un nesso nel Piano di Monitoraggio Ambientale predisposto insieme alla VAS, di responsabilità’ del Comitato organizzatore, TOROC, e con il duplice obbiettivo di fornire un costante aggiornamento delle condizioni dell’ambiente, per finalizzare e promuovere il corretto svolgimento del Programma Olimpico, e dall’altro lato per avere un riscontro circa il raggiungimento degli obbiettivi preposti riguardanti il miglioramento dell’impatto ambientale complessivo. Il Piano presenta quindi degli indica24

tori, definiti dalla collaborazione tra Regione Piemonte e Ministero dell’Ambiente, relativi


Studio Pession Associato Ai Engineering Base Engineering s.r.l. C.Societa’ di Professionisti Claudio La Montagna Claudio Lucchin Consuelo Orza EL s.r.l. Esseri Ingegneria Eugenio Zanella (Geol.) Fabrizio Vallero Giorgio Formia Giorgio Maré Giuliano Spinelli Giuseppe Amaro Giuseppe Forte Golden Associates s.r.l.

Palazzio del Ghiaccio

Guglielmo Concer H.Y.M. Studio Isesco 2 Hydrodata s.p.a.

Impianto Trampolini Salto

Igeo Ingegneri e Geologi Associati Impro s.r.l. Loredana Dionigio Manens Intertecnica s.r.l.

Piste di Gara

Maria Pia Orsini Mario Zocco Metec s.r.l.

Impianto Bob-Slittino e Skeleton

MichellePacielli Mirna Terenziani Paola Tagliabue

Impianto Biathlon

Paolo Napoli Plan Team s.r.l Protei s.r.l.

Villaggio Olimpico ex-Colonia Medail

Renzo Bounousm Roberto d’Ambrogio Roberto Lucchini

Villaggio Olimpico

S.T.A. Studio Tecnico Sergio Brecko SI.ME.TE s .n.c di Giorgio Siniscalco

Palazzo del Ghiaccio

Societa’ Sinteca s.r.l. Stefano Seita Stefano Trucco Studio Abacus s.a.s Studio Bolzan Biasi Ing. Ass. Studio Cyd di Giancarlo Gramoni Studio De Ferrari Architetti Studio Enrico Lee Studio Ing Enzo Zadra Studio Mellano Associati Urb. Arch. Studio O. Siniscalco Ass. Professionale Studio Sibilla Associati Studio Tecnico Diego Pedrolli Tetra Studio Wolfang Happle

Attori Coinvolti nelle Opere delle Valli


ad aree tematiche specifiche come ad esempio il ciclo dell’acqua, la qualità dell’aria, o i consumi energetici, o ancora il paesaggio e gli ecosistemi. Il monitoraggio si estende per tutto il territorio interessato dall’Evento olimpico ed è suddivisibile in quattro macro-aree: area metropolitana, adiacente e Torino, il Pinorelese, la val Susa e, infine, le Valli Chisone e Germanasca. Il tutto comprende quarantasei comuni coinvolti. Il TOROC si è valsa di un Sistema Geografico Informativo (GIS), utilizzato per reperire informazioni inerenti con le aree di competenza del Piano di Monitoraggio, e con tempi brevi di pubblicazione dei dati e il supporto di cartografie, ha puntato a fornire dati in tempo reale sugli impatti ambientali agli attori coinvolti nella progettazione. È stato quindi pubblicato un Rapporto di Stato Iniziale, la situazione precedente gli interventi e successivi rapporto tecnici semestrali che mediante degli indici, ottenuti con collaborazioni con enti pubblici competenti, ARPA, Università e Politecnico, sono stati in grado di fornire un quadro generale sull’evoluzione del territorio, quasi in parallelo agli interventi. Nel novembre 2006, il TOROC, ha pubblicato l’ultimo rapporto e di seguito un bilancio di sostenibilità. È utile anche evidenziare come l’evento di per se rappresenta un acceleratore per la riqualificazione e lo sviluppo delle aree montane, la fotografia pre-evento mostra un evento in stallo, bloccato da un deficit di offerta con difficoltà di risposta alla domanda in continua evoluzione. Un sistema meno competitivo rispetto alla concorrenza, incentrato sull’offerta di seconde case che finito per compromettere aree di elevato pregio, non solo paesistico. L’Evento olimpico, in questo caso, puo assolvere un ruolo chiave e, come già detto precedentemente, con una pianificazione mirata e l’integrazione tra PO e PTR, potrà incidere positivamente sull’attuale organizzazione delle attività turistiche, potenziandole e valorizzando il sistema di offerta rendendolo competitivo con gli altri poli turistici italiani. Fabio Manucci nell’articolo “Un piano strutturale per le grandi trasformazioni della Valle Susa” (Urb. Inf. n.179/2001), definisce tre punti chiave per lo sviluppo sostenibile della Valle che possono essere ampliati a tutto il sistema complessivo, e potrebbero fungere da sunto di quanto il PO e la sua integrazione al PTR hanno dovuto rappresentare anche sotto aspetti più pratici: •

La capacità di potenziale e qualificare l’offerta turistica ampliando la gamma degli sport praticabili all’interno del domain skiable, insieme all’aumeno di offerta di attività ricreative e culturali, in modo da migliorare la capacità di risposta alla domanda ed evitare nei periodi estivi l’effetto di monostagionalità.

La capacità di rifunzionalizzare i nodi turistici della rete, migliorando l’offerta di strutture ricettive e collegando agli impianti nuovi centri, “porte di ingresso” al sistema ingrado di offrire una serie di servizi complementari al turismo, come attrezzature sportive, culturali e commerciali, creando connessioni efficienti con la rete di tras-

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porti e il sistema di collegamenti tra i beni ambientali e vulturali delle aree limitrofe.


Infine la capacità di trovare una risoluzione alle numerose criticità della viabilità stradale, regionale e provinciale. Suggerendo anche un miglioramento della linea Torino-Modane, per la mitigazione del tasso di inquinamento da traffico, e come mezzo di trasporto e collegamento e rifornimento merci tra Torino e i la realtà dei Giochi nelle valli.

Lo schema progettuale del PO viene inoltre spiegato e graficizzato nelle seguenti pagine per mezzo di uno schema, in cui sono evidenziati maggiormente gli interventi di carattere viario, per motivi che pongono le proprie convinzioni sul fatto che le connessioni nelle valli non abbiano assunto valori prettamente di background, ma che il complesso sistema con cui si e’ cercato di creare un’interazione tra realta’ urbana e montana, non solo per quanto concerne la fondamentale, ma banale, connessione fisica tra i diversi poli e siti delle Olimpiadi, ma una diversa connessione, che cerca un collegamento tra le ricadute positive (e non) dell’evento, in modo da non escludere la valli dai parametri e dai possibili ritorni, non solo dal punto di vista economico che si potranno avere. Lo schema e’ accompagnato da dati demografici e territoriali per rendere un cenno di confronto tra le dimensioni, decisamente eterogenee, che sono state coinvolte e hanno preso parte a questi meccanismi, le fonti provengono da dati Istat del censimento sia 2001 che 2011 e la’ dove e’ stato possibile il reperimento del dato, persino rilevazioni del 2013.

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Bussoleno 6.494 ab

440 m s.l.m.

Susa

6.686 ab

A3

503 m s.l.m.

Bardonecchia

A32

3.313 ab

A32

1.312 m s.l.m.

Sauze d’Oulx 1.178 ab

1.510 m s.l.m.

Oulx

S.S

4

.2

3.209 ab

Fenestrelle Pragelato 794 ab

571 ab

1.145 m s.l.m.

1.100 m s.l.m.

S .S .

1.518 m s.l.m.

23

S. Sicario

Cesana

44 ab 1.700 m s.l.m.

1.026 ab

Sestriere

1.354 m s.l.m.

853 ab

Claviere 212 ab

24

15

S.P. 215

2.035 m s.l.m.

1.760 m s.l.m.

69

S.P. 169

S.P. 1

S.S.

S.P. 2

T

4

5

S.P. 161

Localita’ con impianto sportivo Area comune Intervento riguardande assetto viario Accenno altimetrico (piu’ denso piu’ elevato)


Condove

32

4.724 ab

376 m s.l.m.

A32

Avigliana 12.230 ab

Grugliasco

383 m s.l.m.

38.009 ab

293 m s.l.m.

Torino

872.091 ab 239 m s.l.m.

Stupinigi

Perosa Argentina

200 ab

3.428 ab

Moncalieri 55.657 ab

260 m s.l.m.

630 m s.l.m.

.2

3

589 S.S

S.P.

O

EROL

N TO-PI

Pinerolo 36.331 ab

S.S. 2

376 m s.l.m.

161

3

S.P.

Torre Pellice

4.735 ab

516 m s.l.m.

S.P. 156

S.P. 157

S.P. 156 Cavour 5.642 ab

300 m s.l.m.

S.P. 589 Saluzzo 16.934 ab

29

395 m s.l.m.

Interventi Infrastrutturali nelle Valli



EVENTO


Passion Lives Here

Passion lives here. Il 10 febbraio 2006 hanno inizio i XX Giochi Olimpici Invernali a Torino. Alle ore 20:00 ha inizio la Cerimonia di Apertura presso lo Stadio Olimpico, che durerà per circa due ore e mezza e vedra’ lo svolgersi di coreografie con tema il carattere industriale di Torino, lo spirito olimpico, goliardico e sportivo dell’evento. Jury Chechi apre la cerimonia martellando, a tempo di un gong, un’incudine scandendo a sua volta il tempo per il corpo di ballo che inizia successivamente a seguirlo. L’apparato coreografico continua fino all’ordinario ingresso della bandiera olimpica, della fiamma e la sfilata di tutte le nazioni partecipanti, da tradizione con in testa la Grecia e in coda la nazione ospitante. Sarà la prima Olimpiade Invernale a vedere le due Coree marciare insieme sotto un unica nazionalita’, per l’appunto “Corea”. Si procede con l’arrivo di un nuovo tema che riguarda la storia italiana, con letture della Divina Commedia, rappresentazioni della Venere di Botticelli, il Barocco e il novecento, il Futurismo e infine con una Formula 1, pilotata da Luca Baoder, che dopo un giro, sgommando in testacoda, segna i cinque cerchi olimpici con i segni lasciati dalle ruote, coperto in una nuvola di fumo. Susseguono un discorso di Castellani, allora presidente del TOROC, e di Jacques Rogge, presidente del CIO, per andare a concludere l’arrivo della bandiera olimpica, Claudio Baglioni alla regia di Va’, la canzone dei Giochi, il giuramento degli atleti con Giorgio Rocca, un appello alla pace di Yoko Ono, e successivamente un duetto con Peter Gabriel con cui esegue Imagine, danze acrobatiche e l’ingresso della Fiamma Olimpica, disegnata da Pininfarina e portata da Alberto Tomba, che dopo una serie di passaggi tra diversi atleti di spicco giunge a destinazione e accende il Braccio Olimpico, sempre disegnato da Pinifarina e col primato di “piu’ alto” di tutti i Giochi Olimpici (57m di altezza), nel mentre giochi pirotecnici compongono lo sfondo. La cerimonia si conclude con una esecuzione di Nessun Dorma e della Turandot, da parte di Luciano Pavarotti. L’evento televisivo è stato il Hanno cosi inizio i Giochi che durano 16 giorni, dal 10 al 26 febbraio, comprendendo 15 discipline di gara, 85 paesi partecipanti e 2500 atleti. Il calendario è serrato e prevede gare fino al 26 febbraio, che vedra’ lo svolgersi delle finali di hockey su ghiaccio, con Finlandia-Svezia (conclusa con un 2-3), e di sci di fondo, con la vittoria di Giorgio Di Centa. Il 26 febbraio si svolge anche la Cerimonia di Chiusura dei Giochi, presso lo Stadio Olimpico, prodotto da K-events Filmmaster Group. Il tema è il Carnevale italiano, i costumi 32

prendono ispirazione dai film di Federico Fellini e dal Carnevale di Viareggio. Vespe e


Palazzo dello Sport (Palaisozaki) Progettisti: Arata Isozaki & Associates Co. Ltd & Pier Paolo MaggiorArch spa Dove: Piazzale Grande Torino, Torino Costo opera: 90.247.000 € Capienza: 14.350 posti a sedere Area: 34.000 m² Tipologia eventi ospitati: Hokey su ghiaccio

Stadio Olimpico Progettisti: Arata Isozaki & Associates Co. Ltd & Pier Paolo MaggiorArch spa Dove: Piazzale Grande Torino, Torino Costo opera: 90.247.000 € Capienza: 35.000 posti a sedere Area: 7140 m² Tipologia eventi ospitati: Cerimonie di apertura e chiusura


Palavela Progettisti: Arnaldo de Bernardi, Torino & Gae Aulenti, Milano Dove: Via Ventimiglia 145, Torino Costo opera: 54.560.000 € Capienza: 8.244 posti a sedere Area: 13.250 m² Tipologia eventi ospitati: Pattinaggio di figura e Short track

Oval Progettisti: Studio Zoppini, Milano & HOK SVE Ltd, London Dove: Via Nizza 294, Torino Costo opera: 70.450.000 € Capienza: 8.500 posti a sedere Area: 20.000 m² Tipologia eventi ospitati: Pattinaggio di velocita’


Torino Esposizioni (Padiglione Agnelli) Progettisti: Sintece Srl Dove: Corso Massimo d’Azeglio, 15 Costo opera: 15.000.000 € Capienza: 4.320 posti a sedere Area: nd Tipologia eventi ospitati: Hokey su ghiaccio

TORINO ESPOSIZIONI

Palazzo del Ghiaccio Progettisti: Studio Lee, Bolzano & Studio De Ferrari, Torino Dove: Via San Remo 67, Torino Costo opera: 11.000.000 € Capienza: nd Area: nd Tipologia eventi ospitati: Sede allenamenti per pattinaggio su ghiaccio


Fiat 500 corrono con a bordo maschere tipiche della tradizione, quali Arlecchino e Pulcinella. Come in Atene 2004 la Cerimonia ingloba la premiazione delle ultime gare, seguite dall’ingresso degli atleti, i discorsi conclusivi e di ringraziamento dei presidenti di TOROC e CIO, il passaggio di consegne da Torino a Vancouver, citta’ che avrebbe ospitato i successivi XXI Giochi olimpici invernali, la bandiera olimpica, portata all’interno dello stadio da 8 atleti di spicco, lo spegnimento del Braciere olimpico da parte di Isolde Kostner, cugina dell’atleta Carolina, con a suo seguito 400 spose. Si conclude con un segmento dedicato al Canada e infine una serie di live, in cui si sono esibiti i cantanti italiano Andrea Bocelli e Elisa, la canadese Avril Lavigne, e Ricky Martin, e per finire la sfilata degli stessi organizzatori della cerimonia, scesi in scena vestiti da guardie svizzere. L’Evento olimpico è stato un successo, a confermarlo sono i numeri e il generale sentore che rimane nell’immediato post-evento. Fabrizio Maffei, direttore di RaiSport, il 26 febbraio ai giornalisti dichiara: «Rai 2 ha trasmesso 194 ore di diretta per un ascolto medio di 2.581.000 spettatori e una percentuale del 17,35%. In particolare alle 15 di sabato (25 febbraio) c’erano 8 milioni di persone ad aspettare Rocca col 50% di share». Nel resto del mondo sono circa 130 i Paesi che hanno trasmesso in diretta i Giochi, commentati in 50 lingue con 2.500 tecnici che hanno operato, 1.000 ore di diretta, e 400 telecamere, 900 posizione audio-video e 30 regie mobili. A confermare la forte presenza di media, soprattutto televisivi e radiofonici, in totale i giornalisti presenti sono stati Nel novembre 2006 il TOROC presenta un Rapporto di Sostenibilità, che successivamente aggiornato nel marzo 2007, indica l’intero evento con un leggero disavanzo economico-gestionale di 11 milioni di euro, contro i previsti 40 milioni. Dal bilancio globale evince anche un dato interessante, il 71% delle entrate è costituito da due voci, diritti televisivi e sponsorship, rispettivamente il 37% per il primo e il 34% il secondo, per un totale di 879,26 milioni di euro. Il TOROC ha inoltre previsto ricavi per una cifra complessiva di 12.39 milioni di euro, destinati principalmente a: “Tecnologie”, “Infrastrutture e utilities”, “Broadcasting”, e “Venue management”. Il tutto in 17 giorni totali di gare, con un totale di 2500 atleti partecipanti, provenienti da 85 paesi diversi, per 15 discipline di sport invernali diversi e un totale di 1026 medaglie assegnate. Le strutture e le opere rappresentano anche un importante dato, 16 gli impianti di gara e 21 quelli di allenamento con un totale di 10 villaggi, 3 quelli della Famiglia Olimpica e 7 quelli adibiti a ospitare i media. L’evento ha avuto anche un’affluenza notevole con un milione e mezzo di spettatori e una stima di 70.000 partecipanti alle cerimonie di apertura e chiusura e più di tre miliardi di spettatori televisivi su 1.000 ore di diretta. L’italia si piazza 18esima nel medagliere che tiene conto del rapporto medaglie vinte, popolazione e ricchezza generata.

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POST - EVENTO


“Non buttiamo l’occasione dei Giochi”

Con queste parole Carlo Azeglio Ciampi concludeva il videomessaggio inviato dal Quirinale il 7 febbraio 2006, a tre giorni dall’inizio dell’evento Olimpico. Un messaggio chiaro e conciso, con rimandi al carattere ospitale italiano e al passato remoto del capoluogo piemontese, l’ex Capitale d’Italia. L’8 maggio del 2012, a sei anni di sistanza dai Giochi, la legge n. 65 al primo articolo, nel terzo e ultimo punto definisce che dalla sua attuazione non dovranno derivare ulteriori oneri a carico della spesa pubblica circa la gestione degli impianti ereditati dall’evento. La legge intitolata “Disposizione per la valorizzazione e la promozione turistica delle valli e dei comuni montani sede dei siti dei Giochi olimpici invernali «Torino 2006»” definisce le modifiche apportate alle precedenti leggi inerenti lo sviluppo della vicenda post-olimpica, e comprende la definizione del fondi disposti per la riqualificazione delle opere. Il 19 aprile 2013 in una riunione a cui presenziano i quattro soci fondatori della Fondazione 20 marzo, l’assessore al post-olimpico Roberto Ravello, il vice-Presidente e assessore allo Sport e al post-olimpico Gianfranco Porcheddu, Piero Fassino, sindaco di Torino, accompagnato dal vice sindaco Tommaso Dealessandri, e, infine, Flavio Roda, presidente FISI e rappresentante del CONI, viene approvato il Piano degli Interventi inerente l’eredita’. Un programma che elenca gli impianti e gli interventi necessari alla loro riqualificazione, per un totale di circa una ventina di opere. dividendoli in due grossi filoni: gli “immediatamente avviabili” e gli interventi proposti come “avviabili in tempi brevi con necessita’ di ulteriori approfondimenti”. Viene inoltre chiarificata la distinzione giustificando la valutazione riguardo gli interventi immediatamente avviabili, che si e’ svolta ponendo l’analisi su quattro linee guida specifiche: •

La compatibilità degli interventi in rapporto al primo Allegato presente nella L.285/00;

La necessita’ da parte delle opere di manutenzione straordinaria o di riqualificazione;

La presenza o meno di gestori o concessionari degli impianti;

La sostenibilità futura dell’intervento, in modo tale da non generare oneri aggiuntivi per gli Enti fondatori e le urgenze indicate dai Comuni proponenti.

Questi avvenimenti rappresentano un po’ gli antipodi della storia, sono passati sette anni dalla conclusione dell’evento (e oltre una decina di anni includendo l’iter progettuale) e anche se la vicenda del post pare non essere pienamente o del tutto conclusa (come il recente Piano degli Interventi suggerisce) una volontà nel voler stabilizzare la situazione e’ chiaramente riconoscibile, sia nella L’65/2012 che nelle intenzioni della Fondazione 20 Marzo. Da un lato prettamente cronologico della vicenda si assiste prima alla nascita della già 40

citata Fondazione, operante come ente di diritto privato con un suo statuto e con il fine di


“favorire lo sviluppo economico regionale ed ultraregionale, con particolare riferimento alle attività turistiche, sportive, culturali e sociali attraverso la gestione del proprio patrimonio”. Nasce pochi mesi dopo la fine delle Olimpiadi, ed i fondatori sono la Regione Piemonte, il Comune di Torino, la Provincia di Torino ed il CONI che ne organizzano la composizione in cinque organi: •

Collegio dei Fondatori;

Presidente e il Vice Presidente della Fondazione;

• • •

Consiglio di Amministrazione;

Collegio dei Revisori dei conti; Assemblea dei Partecipanti.

Viene anche indicata con l’acronimo di TOP, Torino Olympic Park, e ha in gestione soprattuto gli impianti sportivi (quasi tutti di proprietà del comune di Torino, che li affida alla fondazione in varie modalità), col compito di gestirne la manutenzione e, soprattutto, di “occupare gli spazi”, organizzando/promuovendo eventi, per evitarne il disuso e l’abbandono. Nel 2009 promulga un bando di concessione trentennale che verra’ vinto dalla Live Nation, multinazionale americana nel campo dell’intrattenimento, e dalla società torinese SetUp che per 2 milioni e 150 mila euro, avranno in gestione il TOP. In particolare il pacchetto consiste nell’amministrazione di, in Torino, Palaisozaki, Palavela e parte dell’ex Villaggio olimpico e le ex-MOI, e in Val di Susa, invece, dell’impianto del bob, il trampolino, l’half pipe, il biathlon e di tre residenze in Bardonecchia, Cesana e Pragelato. Un’avvenimento che e’ emblematico della difficoltà di gestione di queste opere che nel 2010, come sottolineato da un articolo di Marco Ferrando del Sole 24 Ore (Eredità olimpiche: che cosa resta di Torino 2006, Sole 24 Ore, febbraio 2010), presentavano un valore stimati complessivo di 250 milioni di euro, un sostanziale affare per i privati che ne hanno acquistato la gestione. Tutto questo per evidenziare il carattere emergente nella lettura del post-evento, e cioè che sono proprio gli impianti sportivi che, dopo aver mostrato una eccellente efficenza e funzionalità per tutto il corso delle Olimpiadi, rappresentano la parte più problematica del patrimonio olimpico. Fenomeno ben visibile nelle valli che sono state le zone nel PO hanno subito progetti di maggiore impatto ambientale, come ad esempio il Trampolino del salto a Pragelato, e che hanno anche subito maggiori difficoltà a utilizzare positivamente l’ego dei Giochi in ambiti come lo sviluppo del turismo. Nonostante questa marcata differenza tra valli e città l’avvenimento che forse risulta più emblematico avviene proprio nel Villaggio Olimpico o complesso ex-MOI, che diviso a metà tra sede della Fondazione TOP (e altri uffici) e Ostello della Gioventù e residenze universitarie, ha visto recentemente tre delle sue palazzine occupate da circa 400 profughi e rifugiati. Il fatto risale ad aprile 2013 e mette in evidenza lo stato il chiaro stato di inutilizzo dell’area. Da notare che la situazione non si è tutt’ora stabilizzata e l’occupazione continua. C’è però da specificare che tentativi estremamente recenti di riutilizzo ci sono stati e, nel mentre si scriveva questo articolo, gli ex-MOI hanno ospitato l’evento dedicato all’arte emergente Paratissima e che nei primi di settembre 2013 il trampolino di Pragelato ha ospitato

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l’evento “Gara Nazionale Giovani di Salto Speciale e Combinata Nordica”. Rimane il fatto che, proprio per la loro attualità, da queste vicende si può riconoscere solo un’intenzione di fondo nel tentare di far rivivere questi luoghi olimpici che andrà valutata successivamente. Inoltre è doveroso notare che, escluse le valli e gli impianti già citati di Torino, in città il riuso dell’eredità olimpica e’ in parte avvenuto. Impianti come l’Oval, il Palaisozaki e lo Stadio Olimpico, il Palaghiaccio e molti dei villaggi media hanno trovato un loro impiego e tutt’ora ospitano eventi che ne preservano l’utilità. L’Arco olimpico è ormai diventato un forte landmark, con la sua prevalenza sulla maggior parte dello skyline torinese. Il tutto semplicisticamente riconducibile sia alla forza che questi interventi hanno avuto sul territorio, sia a quella integrazione col PRG che ha minimizzato l’impatto ambientale, le aree in cui sono stati sviluppati e costruiti rappresentano poli strategici già riconosciuti e ne promuovono un’integrazione che può dirsi quasi del tutto avvenuta. Esempio i villaggi media e atleti che, come dichiarato da TOROC nel dossier riguardante i risultati sostenibili dell’evento, nel totale interessano per il 60% interventi di riqualificazione urbana e per il restante 40% di ristrutturazione edilizia, che vanno a costituire un ingente patrimonio immobiliare per Torino, seguito anche dagli interventi rivolti all’arredo urbano, al verde e all’illuminazione pubblica correlati. È doveroso inoltre aggiungere che l’eredità dei Giochi non consiste solo negli impianti sportivi, va dedicato spazio a quelle che sono le modifiche e le migliore sul piano dell’assetto viario sia a livello locale che provinciale, su cui il dibattito ha generalmente concluso con una valutazione positiva, in quanto elementi di comunicazione e collegamento che non hanno avuto difficoltà nell’integrarsi col territorio. Anche qui da tenere presente che gli interventi hanno seguito in parte le direttive e hanno agito su punti critici già mesi in evidenza dal Piano di Mobilità Sostenibile, e che nella progettazione il presupposto principale sia stato quello di creare e rafforzare il collegamento tra le valli e Torino. Altro tema importante all’interno dell’eredità olimpica è tutta quella fetta di elementi intangibili che possono essere divisi in know how, una governance con capacità e maturità acquisite, un’immagine rinnovata di Torino e delle Valli, ecc. Sotto questo aspetto c’è da riconoscere una gestione dei Giochi che tutto sommato ha concluso l’esperienza olimpica positivamente. Nonostante sia complesso estrapolare una valutazione oggettiva riguardo l’eredità definita “immateriale”, è abbastanza verosimile considerarlo come il parametro che più ha funzionato e che in un certo senso è in grado di concedere una rendita pressoché sicura. Esempio banale può essere l’esperienza acquisita dagli enti coinvolti nell’organizzazione dell’evento che, tolta la gestione di impianti e il riuso materiale di alcuni siti, può essere considerato riuscito e in un certo senso un successo. Il sentore che si ha nel guardare il sistema nel complesso sette anni dopo è che esattamente lá dove erano stati mossi dubbi a priori, VAS e organizzazione organica del complesso sistema di interventi, si siano mostrate, e continuano a persistere, le difficoltà maggiori. Cosa che mi permetto di definire “normale”, la mole di componenti in gioco e di sfaccettature dell’intera vicenda è talmente imponente che 42

viene spontaneo aspettarsi un finale non del tutto compiuto. Una possibile affiliazione con


l’inesistenza del “motore perfetto”, qualunque sia il proposito non si arriverà mai ad avere un rendimento pari all’energia impiegata inizialmente. A questo proposito il giudizio che tento di celare, onde evitare valutazioni troppo eccessive e di conseguenza fallaci, può essere riassunto nel considerare l’evento olimpico proprio non come eredità prettamente materiale ma piuttosto come il sopracitato know how e tematiche affiliate. Trovo che i Giochi siano stati l’enzima con cui Torino è riuscita in un certo senso a modificare il proprio DNA. Che fino a pochi mesi fa era soltanto un parere fondato sulla percezione fatta vivendo e sfruttando l’organismo urbano, ma che si è arricchita di dati e informazioni che hanno, in parte corretto quel giudizio pressapochista, e in parte confermato alcune intuizioni. Torino ha visto un florire di eventi culturali di stampo internazionale e contemporaneo, in un certo senso si è reinventata. I dati riguardanti il turismo pubblicati dalla Regione mostrano un trend sia di presenze che arrivi che dal 2003 al 2011 ha visto un incremento notevole (38% per il primo e 52% per il secondo). L’economia, che già nel 2001 paragonandolo al ventennio precedente aveva subito un forte mutamento dell’impresa (forte calo delle imprese con addetti compresi tra 250-1000, con un -35% di occupati, e un notevole incremento, +24%, delle imprese con addetti compresi tra 1-9, fonte Istat, censimenti 1981,1991,2001) vede un suo consolidarsi, contornato da un tasso di attività decrescente e, al contrario, un tasso di disoccupazione in crescita. Il tutto però non toglie nulla al fatto che il sistema sia cambiato e si sia modificato, le imprese nel terziario dal 1981 sono più che triplicate. Anche i dati forniti dall’Agenzia Torino 2006, riferiti alle ricadute dell’evento sul territorio, sono significativi, le nuove aree in dotazione a servizi inerenti cultura e sport corrispondono ad un 76% in più in Torino e a un 90% nelle Montagne olimpiche, dati che indubbiamente sorprendono. E dotazione culturale e sportiva non sono gli unici parametri che riescono a beneficiare di una tale eredità; quando ho iniziato a ricercare fonti per questo saggio mai mi sarei immaginato di dover includere un commento sul “cablaggio del territorio”, che ha ricevuto dall’Evento una forza promotrice, ponendo le basi per lo sviluppo della banda larga a livello regionale (nel 2006 il 46% corrisponde ai comuni coperti, mentre nel 2008 si il dato si evolve in un circa 90%, fonte SITI). Questo per estendere il campo della parola “ereditá” che non trattata marginalmente mostra sfaccettature di una loro importanza, e che in un certo senso hanno un loro peso e fascino. Nonostante la materia e la ricerca andrebbe approfondita con più meticolosità, per il formato e i mezzi di questo saggio, mi sono trovato costretto a trovare un mezzo che riuscisse a esprimere delle informazioni non originali ma perlomeno “fresche”. È stato scelto il mezzo fotografico, per documentare quello di cui finora si e’ solo parlato. La unica e sola ragione è la semplicità del linguaggio fotografico, diretto, (volutamente qui) imparziale, e reale. Le fotografie che seguono nelle prossime pagine sono quindi un stato di fatto, senza giudizi in merito, semplice rappresentazione di alcuni spaccati

in quanto

parte importante del tessuto urbano torinese. Di fatto i soggetti sono le opere principali dei Giochi, che hanno costituito in parte quell’eredità problematica e in parte quell’eredità che ha trovato un suo impiego e riuso positivo.

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Piazza e Stadio Olimpico


Palaisozaki

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ex-Moi


Arco Olimpico

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Villaggio Olimpico, asse C.so Eusebio Giambione


Villaggio Olimpico

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Oval


Palazzo a Vela

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Palazzo del Ghiaccio


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