La stampa a caratteri mobili, il ritorno delle tradizioni centenarie.
Direttore responsabile · Federico Longo · · federicolongogd@gmail.com
Caporedattore Editoriale · Federico Longo · · federicolongogd@gmail.com
Art Directon · Federico Longo · · federicolongogd@gmail.com
Produzione · Federico Longo · · federicolongogd@gmail.com
Graphic Designer · Federico Longo · · federicolongogd@gmail.com
N
ella società contemporanea, ormai sempre più dominata da scenari di tipo digitale, la riscoperta delle antiche tradizioni tipografiche, tramandate nei secoli dai grandi maestri artigiani, sembrano ormai finite nel dimenticatoio, ciò che un tempo era motivo di innovazione ed orgoglio, sembra ormai soppiantato da un era digitale figlia di un mondo sempre più in evoluzione, rapido dinamico e complesso.
Type vuole essere un punto fermo, qualcosa su cui soffermarsi un attimo a guardare, farlo con gli occhi di un tempo, quando da semplici bocchi di piombo nasceva la storia, dove il cambiamento consisteva nella pazienza della disegno e nella realizzazione dei punzoni. Una rivista che possa far conoscere le ormai dimenticate spoglie di una tipografia che scalpita per emergere fuori da un mondo troppo veloce, troppo contemporaneo.
Federico Longo • • Redattore Editoriale
Max Bill non è un type designer pag. 6 La soluzione semplice però rispecchia probabilmente la sua più intima essenza; proprio per questo è in generale, anche la più bella. Le eccezioni confermano anche qui la regola.” Max Bill fu type designer?
Un futuro sbalorditivo pag. 8 Le più recenti installazioni interattive offrono inattese visioni di ciò che probabilmente sarà il domani della grafica.
Il mistero di Fibonacci pag. 10 Leonardo Fibonacci era un matematico pisano. È stato uno dei più grandi matematici e geni scientifici del Medioevo. Conosciuto per la sua “Sequenza di Fibonacci”.
Gutenberg lo startupper pag. 12
La stampa a caratteri mobili, il ritorno delle tradizioni centenarie. Suggestiva e un po’ paradossale la similitudine fra Gutenberg e i digital champion della Silicon Valley ma, indubbiamente, la storia imprenditoriale di Gutenberg.
Piero De Macchi
Libri & Manuali pag. 16
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L’attività professionale di Piero De Macchi inizia nel 1956 presso lo Studio Artistico Caratteri Nebiolo, a fianco di Aldo Novarese.
Consigliati per voi libri & manuali inerenti all’ambito tipografico, del type design e del graphic design contemporaneo e tradizionale.
Questione di carattere
La font del mese: Reina
pag. 18
pag. 26
Morbido, rigido, elegante, aggressivo, serio, disgraziato: è Questione di Carattere! Rubrica dedicata alle font più significative della storia tipografica mondiale.
Dall’Argentina con furore, la straordinaria font creata da Maximiliano Rodolfo Sproviero, premiato con il titolo di “top 10 font dell’anno” per ben due volte ( nel 2009 e nel 2010 www.myfonts.com ).
Docu/Film
type today pag. 22
Recensioni, Curiosità, Notizie su film/documentari legati al mondo della tipografia e del graphic design, per tutti gli appassionati ed i professionisti del settore, una sezione imperdibile ed accattivante.
pag. 28 Spazio contemporaneo, le news più importanti legate al mondo della tipografia, type design e graphic design, le notizie più innovative e le curiosità più in voga del momento in esclusiva su type.
è type designer Max Bill
un
“La tipografia”, scrisse, “è la configurazione di uno spazio, il risultato di funzione e materia. Definire la funzione e scegliere la materia, per ordinare lo spazio, sono i compiti del tipografo. Attraverso di esso vengono determinate la forma e l’espressione di uno stampato. La tipografia può essere usata in modi molto diversi. La soluzione semplice però rispecchia probabilmente la sua più intima essenza; proprio per questo è in generale, anche la più bella. Le eccezioni confermano anche qui la regola.” Max Bill fu type designer?
Max Bill e Ernst Moeckl, Orologio da cucina con timer. Prodotto da Gebrüder Junghans AG, Schramberg, Germania, 1956-7 Victoria and Albert Museum, Londra
La sua creazione visuale è basata da colore, forma, spazio, luce e movimento; subisce un processo di form-giving per divenire concreta. Viene traslata dalla sua esistenza puramente intellettuale in un fatto concreto, diventa oggetto d’uso portatore di concetto ed allo stesso tempo visibile e tangibile. Se la sua arte è fondata sulla linea dritta e sull’assemblaggio di piani geometrici in proporzioni strettamente calcolate, altrettanto si deve pensare dell’approccio alle altre discipline progettuale delle quali è maestro. Così nell’applicazione della tipografia e nella scelta del mezzo più appropriato per questo o quel messaggio da comunicare. Dalla sua produzione grafico-artistica si nota come nel “gioco” delle immagini si manifesta la presenza costante di una regola, l’esperienza visiva data da flessibilità e interconnessione degli elementi costituenti, contemporaneamente alle loro necessità e funzioni. È evidente come riesca ad instaurare un rapporto con colui che sta guardando basato
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type design sull’armonia e la tranquillità rassicurante grazie al rigore compositivo. È protagonista del fare costruttivo, l’impegno è la sfida per raggiungere l’assoluto.
Disegna dei caratteri, concepiti come particelle base della tipografia e della scrittura in genere, possono essere innovativi veicoli di dimostrazione del pensiero nuovo. Anche in questo campo si nota la perfetta conoscenza dei canoni della nuova tipografia e delle sue ricerche attorno all’alfabeto universale - proprio nelle aule del Bauhaus con Bayer e Schmidt, o Tschichold o le avanguardie russe. Tra i primi esempi di lettering, disegna un carattere stencil - per il poster “verkauf” - che esprime gli stilemi dello “Zeitgeist” nel quale vive, memore dei “combination typefaces“ di Josef Albers. Nella creazione di caratteri tipografici segue due distinti canoni progettuali e stilistico-formali, uno relazionato al disegno e uno alla scultura. Entrambe vengono unite già nel 1932 in un disegno in cui si nota un “graphic linear” e “plastic round”. Partendo dall’idea bayeriana di un carattere universale, sviluppa due sistemi di lettering per la Neubühl e Wohnbedarf, due tipi fortemente geometrici, derivanti da un modulo a doppio cerchio, e soprattutto nel secondo egli sperimenta ogni forma possibile. La ragione per cui la forma strecciata della “o” in Wohnbedarf è da ricercare quasi certamente nella sua capacità di lettura laterale e scorciata, una volta proposta in un am-
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biente urbano, ma probabilmente non è tutto. Infatti il suo uso sistematico in ogni stampato riconduce piuttosto ad una ricerca formale legata ad un eco delle forme proposte da Le Corbusier per il giardino del Pavillion de l’Esprit Nouveau, vista da Max Bill nel 1925. È, quindi, manifesto di intenti razionalisti e, già, concreti. Ciò significa che la motivazione del modulo a doppio cerchio con il quale è costruito il lettering è da derivarsi nel mondo modernista al quale faceva parte e credeva sistematicamente. In queste tavole Lettere come f, m, n, r,u, w presentano aste verticali “principali” misuranti la larghezza del modulo e “secondari” che hanno una larghezza minore, generalmente relazionata con la minor larghezza dello spazio interno bianco, che non essendo “chiuso” come a,b,d,e,o,p,q, risulterebbe troppo grande. In diverse applicazioni è presente l’aggiustamento delle aberrazioni ottiche date dal congiungimento dei tratti circolari e i moduli orizzontali. Si può facilmente vedere questo tipo come geometrico piuttosto che modulato, ma l’accortezza con la quale vengono affrontati le questioni di rapporti da elementi della lettera denota una conoscenza delle proporzioni adatte alla lettura messe al servizio della sperimentazione modernista. È da tenere conto
soprattutto che questo logotipo non vive mai senza la sua collocazione su un fondo colorato, generalmente nero — verde per neubühl —, utile sia per la consapevolezza dell’applicazione sistematica di una immagine aziendale come da leitmotif di del funzionalismo modernista.
Un
Le più recenti installazioni interattive offrono inattese visioni di ciò che probabilmente sarà il domani della grafica.
e installazioni temporanee possono offrire al graphic design (design grafico) una grande occasione di sperimentare nuove modalità per esporre i materiali e per vederli, o visitarli, mescolando il più delle volte elementi di grafica tradizionale ad altri di grafica digitale ed interattiva. Il mito dell’era virtuale, in cui tutta la realtà materiale che conosciamo sarebbe dovuta sparire per lasciare posto a quella unicamente simulata, è ormai di fatto sorpassato, tuttavia ha favorito l’interessante mescolanza tra materiale “classici” e una sorta di ambienti immersivi digitali. Nella maggiorn parte dei casi, si assiste così a grandi “giochi”, della durata di alcuni giorni, ma anche di mesi, che spesso nascondono - o forse al contrario rivelano - i fondamenti scientifici delle realizzazioni stesse. L’acqua è uno degli elementi chiave di alcune di queste sperimentazioni. L’utilizzo di un elemento come l’acqua nell’architettura, sostiene
William J. Mitchell, uno dei guru dell’MIT, il celebre Massachusetts Institute of technology, non è certamente nuovo: basti pensare alle grandiose realizzazioni per parchi annessi alle regge del periodo barocco, in Italia oppure in Francia. Oggi però le nuove tecnologie, disponibili sia a livello di prodotti industriali sia a livello di software, aprono le porte a innovative ed inedite sperimentazioni.we gli ambiti di applicazione della grafica, in un futuro ormai a portata di mano.
Marchio Digital Water Pavillon del MIT. Realizzato dallo studio grafico FM di Milano, la cui forma del lettering rimanda esplicitamente all'essenza del progetto: le gocce d'acqua.
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graphic design
Muri d’acqua digitale Il DWP, acronimo di digital water pavilion, è un padiglione interattivo progettato da W.J. Mitchell e realizzato dai ricercatori del MIT in occasione dell’Expo di Saragoza del 2008. Un sistema elettronico ed in grado di controllare tutte le pareti verticali della struttura le quali, invece di essere di cemento, vetro o altri materiali tradizionali da costruzione, sono costruite d’acqua. Sostanzialmente, sul cornicione esterno dell’edificio corrono delle canaline che presentano dei buchi, le cui aperture o chiusure sono regolate - con alta frequenza - da valvole a loro volta controllate da un computer. Tutto ciò produce vere e proprie pareti formate da gocce d’acqua, equidistanti e ritmate, che cadono
verso il suolo, dove altre canaline le raccolgono per rimettre l’acqua in circolo. Tra le pareti possono essere creati dei “varchi”, le cui dimensioni e posizioni variano secondo gli imput forniti dal computer. Per farci un’ idea più chiara, si può immaginare che le gocce d’acqua così gestite siano equivalenti ai pixel di un monitor. L’intera superficie verticale diventa allora un grande schermo digitale,
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con i pixel - le gocce - che si muovono verso il basso: l’effetto è simile all’azione di scroll di una pagina a schermo. Spesso la facciata può dunque essere interpretata come un enorme display, sulla cui superficie, regolando la presenza o l’assenza di gocce d’acqua, possono apparire pattern grafici, lettere o addirittura interi testi. Inoltre un sistema di sensori può rilevare la presenza di persone nei
pressi delle pareti, sospendendo la caduta delle gocce, favorendo l’ingresso al padiglione e rendendo così possibile una sorta di passaggio “biblico” tra le acque. Se l’applicazione di software per controllare la caduta di gocce d’acqua era già stata sperimentata, il DWP ne rappresenta il primo vero impiego su scala architettonica, che apre la strada a molte altre possibilità e suggestioni.
Zaragoza, Expo 2008, Il Digital Water Pavilion è una struttura interattiva, creata per il controllo digitale dell'acqua.
Il
mistero di
Fibonacci
Leonardo Fibonacci era un matematico pisano. È stato uno dei più grandi matematici e geni scientifici del Medioevo e fece parte della cerchia di intellettuali di Federico II di Svevia. Fibonacci è conosciuto soprattutto per la sua sequenza, ormai molto famosa, detta “Sequenza di Fibonacci”.
La sequenza di Fibonacci è una successione di numeri interi naturali i cui numeri sono le somme dei due numeri precedenti, partendo dal numero 1. Ad esempio: 1+0 =1, 1+1=2, 2+1=3, 3+2=5, 5+3=8, e così via. Da ciò ricaviamo la sequenza infinita: 0 • 1• 1• 2 • 3 • 5 • 8 • 13 • 21 • 34 • 55 • 89 • 144 • …
Leonardo Pisano detto il Fibonacci (Pisa, settembre 1170 – Pisa, 1240
Questi numeri hanno una gamma enorme di proprietà, eppure, Fibonacci era partito da un semplice problema. Egli infatti, aveva supposto di avere una gabbia con una coppia di giovani conigli, i quali, diventando fertili in un mese, iniziano a generare per ogni mese una coppia di conigli giovani. La domanda che il matematico pisano si era posto è: quante coppie di conigli sono presenti dopo ‘n’ mesi? La risposta è data, appunto, dall’n-esimo numero della sequenza. In questo modo nacque la celeberrima successione.
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scienza
Nautilus è un genere di molluschi cefalopodi tetrabranchiati, considerato estinto in seguito ai ritrovamenti fossili risalenti al Paleozoico
nnanzitutto, la sequenza riveste un ruolo importante perché i numeri che ne fanno parte possono essere trovati in molti ambiti naturali, come ad esempio l’ordine di disposizione di petali, foglie, stami e rami. La caratteristica più importante di tale successione è la presenza del numero aureo. Infatti, il rapporto tra due numeri consecutivi della sequenza tende ad avvicinarsi, dividendo numeri sempre più alti, al cosiddetto coefficiente aureo (o numero di Fidia), pari a 1,618 circa. Questo numero e le sue caratteristiche è spesso utilizzato anche nell’a-
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nalisi tecnica dei mercati finanziari. Inoltre, il rapporto di un numero per il secondo che lo precede è sempre tendente a 2,618, che è il quadrato di 1,618. Altro esempio delle tante proprietà della sequenza è il fatto che il massimo comune divisore di due numeri di Fibonacci è ancora un numero di Fibonacci. Oppure, se dividiamo qualsiasi numero per il secondo che lo precede nella sequenza, otterremo sempre due come risultato, e come resto il numero immediatamente precedente il divisore. I numeri di Fibonacci hanno diversi legami con la matematica, la
fisica, la chimica, la botanica, la musica, l’arte, il corpo umano, l’informatica e addirittura l’economia. In matematica, è importante la sezione aurea. Si tratta di dividere un segmento in due parti in modo che la seconda stia alla prima come la prima sta alla lunghezza del segmento intero. Quindi, prendendo ‘a’ come la seconda parte del segmento, ‘b’ come prima e ‘a’ + ‘b’ come lunghezza del segmento intero, avremo la proporzione: a:b=b:(a+b). La soluzione positiva di questa proporzione sarà circa 1.61803, e viene chiamata sezione aurea. Da qui anche il collegamento con l’arte e l’architettura, poichè questo numero è stato spesso utilizzato come metro di proporzione tra le cose.
lo
Startupper La stampa a caratteri mobili, il ritorno delle tradizioni centenarie.
uggestiva e un po’ paradossale la similitudine fra Gutenberg e i digital champion della Silicon Valley ma, indubbiamente, la storia imprenditoriale di Gutenberg raccontata con lo stile di Jeff Jarvis pone il lettore di fronte al dubbio che tutto si ripeta ciclicamente con modi e approcci molto simili. No, Gutenberg non ha inventato internet, ha solo anticipato un metodo che ora è scuola. L’invenzione della stampa a caratteri mobili è la storia di un invenzione tecnologica portata avanti con tenacia da uno startupper del rinascimento che ha dovuto lottare per trovare i finanziatori e ha messo insieme nuovi strumenti tecnico-meccanici che mai erano stati pensati prima. Ha lavorato per fasi pre e prototipali, ha fallito e ha ricominciato, passando anche per sconfitte imprenditoriali molto toste. Non vi sembra il tratto distintivo di un imprenditore della Silicon Valley? Dunque Gutenberg come lo Steve
Jobs del Rinascimento e il primo geek di tutti i tempi. Un modello attualissimo da cui trarre insegnamento. Chi fu il primo imprenditore tecnologico della storia? Non Steve Jobs, non Larry Page, non Bill Gates, ma Johann Gutenberg, l’inventore della stampa a caratteri mobili. Gutenberg dovette affrontare, secoli fa, sfide simili a quelle che oggi si presentano a chi vuole fondare la propria start up nella Silicon Valley o in qualsiasi altra parte del mondo. La stampa a caratteri mobili non è però un’invenzione nata dall’intuito di un genio ne tantomeno dalla fantasia di un artista ma il frutto delle costanti ricerche svoltesi nei laboratori ed officine europee durante il rinascimento. Gutenberg già nel 1440 si dedicò alla sperimentazione di una modalità per realizzare uno scritto artificiale. Ma solo nel 1450 il suo sistema fu perfezionato al punto da permetterne uno
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tipografia sfruttamento commerciale. La sua intuizione fu quella di fabbricare le matrici di ogni singola lettera dell’alfabeto per poter stampare un qualsiasi testo combinandole in tutti i modi, componendo e scomponendo testi, riutilizzando gli stessi caratteri per altre composizioni, nonché la possibilità di stampare svariate copie (identiche) in breve tempo rispetto ai libri manoscritti. Gutenberg iniziò la composizione del primo libro stampato, ma per questioni finanziarie a portarlo realmente in stampa fu Peter Shoffer così nel 1455 veniva pubblicata la Bibbia a 42 linee di Gutenberg, solo successivamente l’inventore della stampa pubblico la sua Bibbia a 32 linee (non firmata), era il 1458. La stampa a caratteri mobili consiste in un punzone metallico, molto duro e recante all’estremità una lettera incisa a rilievo. Questo punzone veniva poi utilizzato per incidere una matrice o lastra di metallo più morbido dove successivamente si potevano fondere (con una lega di piombo, stagno ed ammonio) i singoli caratteri tipografici risultanti a rilievo come il punzone. I caratteri poi accostati permisero di ottenere la composizione tipografica, la stessa poi inchiostrata e tramite un torchio, veniva utilizzata per impri-
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Carattere Mobile, 1453
mere su fogli di carta le stampe. Nel periodo tra il 1450 e il 1500 furono stampate in Europa più di 6000 opere e il numero di tipografi aumentò rapidamente. Se i tipografi dell’Europa settentrionale producevano soprattutto libri religiosi, quelli italiani stampavano principalmente opere laiche, come i classici greci e latini che il Rinascimento aveva riscoperto, le novelle degli scrittori italiani e le opere scientifiche contemporanee. L’Italia fu una delle mete privilegiate dei tipografi tedeschi, “discepoli” di Gutenberg: due di loro, Arnold Pannartz e Konrad Sweynheym, raggiunsero nel 1464 il monastero benedettino di Subiaco, già centro importante per la produzione di manoscritti. Stampando i primi libri Italiani: il De oratore di Cicerone, il De divinis institutionibus di Lattanzio e il De civitate Dei di Sant’Agostino. Nel 1468 si creò, proprio per la stampa delle lettere di Cicerone, il carattere Cicero. Successivamente passato ad indicare il carattere di corpo 12 e infine lo spessore di 12 punti Didot (corrispondente alla riga tipografica). Dall’isolamento di Subiaco decisero poi di trasferirsi a Roma, avviando una collaborazione intensa con il circolo degli umanisti: oltre che con Giovanni Andrea Bussi, vescovo e umanista, sono probabili rapporti col cardinale Bessarione, al momento alla corte pontificia, prima di trasferirsi a Venezia cui dona la sua ricca biblioteca. Il più importante editore e
stampatore fu Aldo Manuzio nativo di Bassiano presso Roma, dal 1495 al 1515 il più importante tipografo di Venezia. A lui si deve la definitiva affermazione del carattere latino su quello gotico. Grazie alla collaborazione del bolognese Grifo, fu il primo ad utilizzare una serie di caratteri inclinati, derivanti dalla scrittura corsiva della cancelleria papale. Con questi caratteri corsivi (che gli anglosassoni chiamano Italics), Manunzio stampò la sua famosa serie di libri classici. Personalmente curò l’edizione di continua pag 14 numerosi testi greci, latini e volgari. In un’opera di Lorenzo Maioli da lui edita, aggiunge una prefazione in cui loda le potenzialità di questo nuovo strumento che, secondo la sua opinione, è in grado di elevare lo spirito delle persone perché attraverso di esso la conoscenza può essere diffusa, diventando patrimonio di molti e non più di una ristrettissima minoranza. Manu-
zio loda anche Maioli per aver deciso di affidare le sue opere alla stampa. Nel 1515 Ludovico Ariosto scrive una lettera indirizza al Doge di Ferrara, a cui chiede di essere aiutato a far rispettare i “Diritti d’autore” delle proprie opere, che verranno affidate ad una tipografia per essere stampate in serie. Le preoccupazioni dello scrittore sono molto sentite, tanto che propone al Doge una forma di risarcimento danni per i trasgressori, dividendo la pena tra lui ed il Doge stesso. Ecco che viene toccato un problema nuovo che gli scrittori dovevano fronteggiare ora che il riprodurre un’opera in più copie era questione di pochi giorni. Grazie all’incredibile facilitazione, vennero alla luce una gran quantità di falsi, contraffazioni, nonchè copie illegalmente eseguite e distribuite. Anche il target iniziava a divenire ben più vasto delle epoche precedenti. Lentamente molte opere assumeranno significati propagandistici o addirittura consumistici.
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tipografia
didascalia Dettaglio di una pagina della Bibbia di Gutenberg del 1455
L’opera “Biblica” La bibbia di Gutenberg o «bibbia a quarantadue linee» (B42) è il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili. Nel 2001 è stata inserita dall’UNESCO nell’elenco delle memorie del mondo. Per collaudare la sua pressa da stampa e i suoi caratteri mobili in lega metallica, Gutenberg cominciò, attorno al 1450, a comporre dei testi che riproduceva su pagine di carta in fibra di canapa, poi intraprese la stampa di piccoli libriccini, come la grammatica latina di Donato. L’essenza della lavorazione è manuale. Per comporre ciascuna linea di testo, occorre selezionare a uno a uno i caratteri (in rilievo e invertiti) corrispondenti alle lettere delle parole e posizionarli in una «forma» speciale, situata sul piano della pressa. Una volta che tutte le linee sono state composte, la forma è ricoperta d’inchiostro con l’aiuto di pennelli di crine di cavallo. Si posiziona quindi una pagina di carta preventivamente inumidita, che una tavola di legno, la «platina», comprime sotto l’azione di una vite in legno. Il numero di presse presenti nella tipografia di Gutenberg resta sconosciuto, ma la quantità delle pagine stampate lascia pensare che ne abbia utilizzate più di una.
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Johann Gutenberg (Johann Gensfleisch zur Laden zum Gutenberg) (Magonza, 1394-1399 circa – Magonza, 3 febbraio 1468)
About:
Piero De Macchi L’attività professionale di Piero De Macchi inizia nel 1956 presso lo Studio Artistico Caratteri Nebiolo, a fianco di Aldo Novarese. Nel 1971 avvia lo studio De Macchi progetti grafici, che fino a tutto il 2003 svolgerà collaborazioni di progettazione grafica free lance con molti e diversificati committenti, tra cui: Fiat, Iveco, Ferrero, Olivetti, Gruppo Cir, Unione Industriale Torino, Seat Editrice, Caffarel, Costa Crociere. Tra il 1990 e il 1993 Piero De Macchi è partner italiano del Progetto Europeo Didot, dedicato alla formazione per il lettering con strumenti informatici. La conoscenza delle realtà professionali all’estero lo orienta a cercare di sviluppare anche in Italia la cultura del disegno e della lettera.Con queste premesse, avvia nel 1992 l’Associazione Calligrafica dal Segno e alla Scrittura. Attualmente si occupa di type design, formazione grafica, calligrafia, creazioni artistiche inclusi gli orologi solari. Piero De Macchi, type designer,
Insegna logotipo Fagnola
Quale responsabilità ha un type designer nel panorama comunicativo odierno? Direi soprattutto culturare. Un carattere è cosa che rimane nel tempo. Anche non volendolo, un carattere rispecchia sempre il suo tempo: porta con se qualcosa del gusto dello stile di vita di quel momento storico. Ma al di là di questi aspetti di “mode transeunti, che bisogna sempre aspettarsi il designer ha il compito primario di interpretare nel modo più corretto ed efficiente la conversion in termini visivi di un’intenzione comunicativa. Deve ciò rendere il carattere espressivo. L’aspetto fondamentale è questo: il carattere deve avere la giusta personalità per corrispondere in modo vivo all’uso prevalente a cui è destinato. In altre parole è chiamato ad intonarsi e rafforzare i contenuti che è chiamato a trasmettere visivamente.
Cosa determina la leggibilità di un testo?
dal contorno. La valutazione delle controforme è uno dei passaggi più delicati ed importanti mentre si definisce la forma di un segno. Una riprova è che la lettura di un testo in negativo, soprattutto se in corpo medio piccolo, è più difficoltosa della stessa versione in positivo. Altro aspetto importante che influisce sulla leggibilità è lo spazio laterale assegnato ad ogni segno (“avvicinamento” in linguaggio di fonderia, oggi si dice “track”). Tali valori determinano l’uniformità della linea e il suo giusto ritmo.
I valori assegnati ai bianchi interni in rapporto agli spessori d’asta. Il segno va considerato come bianco circondato dal nero. Infatti l’occhio percepisce prima la forma bianca descritta
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rubriche Perchè disegna caratteri? Perchè mi diverte, soprattuto. Ma da un po’ di tempo disegno soltanto quello che mi viene commissionato, come accade normalmente per chiunque.
Cosa ha tolto e cosa ha dato la digitalizzazione dei caratteri? Il progetto di una font, nel mio modo di lavorare, si depone di una prima fase di studio e di abbozzo preliminare e di una fase tecnica esecutiva. L e fasi preliminari si eseguono meglio “come una volta” su carta con gli strumenti di disegno preferiti. L’occhio e la mano sono più veloci della tastiera e ci si orienta meglio sulla soluzione cercata. La digitalizzazione interviene a questo punto, quando mi metto a scansionare gli outline approssimativi e a trasformarli in forme esatte. All’epoca dei miei vent’anni queste erano fasi lentissime, perchè tutto era eseguio a mano con curvilinee, pennelli ect. Quindi la digitalizzazione fa risparmiare moltissimo tempo e fatica in fase esecutiva, consentendo di verificare in pochi attimi differenti soluzioni e di vederle già applicate in linea composta. Con le tecniche digitali il lavoro è molto più assistito, senza sottrarre nulla alla qualità del risultato, anzi migliorandola.
Alfabeto, per applicazioni display nella Corporate Identity, 1985.
Qual’è il suo approccio quando si appresta a disegnare un nuovo carattere? Come ho detto prima, la prima preoccupazione è interpretare correttamente le richieste del committente, capire la funzione di quel certo progetto e riuscire a rendere il carattere espressivo.
Adv, font Pancarrè.
Dettaglio, bozze di lettering
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Qual’è per lei una figura di riferimento? Nei decenni passati ho conosciuto parecchi type designer di valore. Aldo Novarese è stato il mio maestro agli inizi: certi concetti appresi da lui, che ho avuto modo di verificare molto volte, rimangono impressi e non si cancellano. Poi: Hermann Zapf è la persona che ho conosciuto e che ammiro più di tutte, come vero maestro del segno. Ogni suo lavoro conserva la freschezza e la spontaneità del gesto manuale. Altra figura che mi ritrovo davanti abbastanza spesso è Alessandro Butti, maestro di Novarese, alla direzione dello Studio Artistico Nebiolo degli anni 30 - 40 i cui lavori - inspiegabilmente rigorosi e funzionali - non riescono ad invecchiare. E poi Roger Excoffon, Adrian Frutiger, e tra gli amici di oggi, Giovanni De Faccio.
Questione
di
Rubrica mensile, dalla A alla Z un viaggio storico alla riscoperta dei “caratteri” che hanno lasciato un segno indelebile nella storia tipografica mondiale. Un mix tra humor e tradizioni, senza mai tralasciare il lato tecnico scientifico dell’ambito tipografico.
Akzidenz grotesk
A
kzidenz Grotesk (anche chiamato Haas Grotesk) è un carattere realist sans-serif in origine prodotto dalla fonderia di caratteri tedesca H. Berthold AG nel 1896. La versione attuale dell'Akzidenz Grotesk proviene da un progetto dei primi anni '50, diretto da Günter Gerhard Lange per Berthold, per espandere la famiglia di font, aggiungendo un grande insieme di caratteri, ma mantenendo le caratteristiche del modello del 1896. Alcuni nuovi pesi, condensed e extended widths sono stati rilasciati sotto il nome Standard. Mentre Günter Gerhard Lange cerca di mantenere in maniera accademica le imperfezioni dell'Akzidenz Grotesk, il carattere svizzero del 1957 di Max Miedinger, Helvetica, lo usa come modello cercando di ottenere
Günter Gerhard Lange ,2008
un aspetto più coerente e uniforme. Akzidenz Grotesk ha anche influenzato il carattere del 1956 di Adrian Frutiger Univers e quello di Bauer and Baum Folio. Akzidenz Grotesk è stato il primo sans serif ampiamente usato.
Le personalità dietro il carattere. Günter Gerhard Lange, nasce a Frankfurt-an-der-Oder, in Germania, nel 1921. La sua formazione è stata interrotta con lo scoppio della seconda guerra mondiale, quando fu chiamato al servizio militare. Solo un anno dopo subì un grave infortunio con la conseguente perdita di una gamba.
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rubriche Nel 1941 conseguì un master l’Accademia delle arti grafiche e del commercio librario a Lipsia. Ha studiato calligrafia, composizione e stampa con il professor George Belwe, disegno, incisione e litografia con il professor Hans Theo Richter. Al termine del suo corso Lange è divenuto assistente al professor Walter Tiemann presso l’istituto di Lipsia. Nel 1949 si trasferì a Berlino si si iscrisse all’Università di Pictorial Arts. Dopo la laurea comincia a a lavorare come freelance per la fonderia Berthold AG. Fù promosso direttore artistico nel 1961, una posizione che ha ricoperto fino al 1990. Egli non è stato solo il progettista di caratteri classici come Akzidenz Grotesk- BQ, Berthold Bodoni Old Face BQ e imago BQ, ma anche docente di comunicazione visiva e fonte d’ispirazione per molti giovani type designer.
completamente, di non fidarsi mai abbastanza dell’altro. Per lui lasciarsi andare evoca la paura di apparire “aggraziato”, quindi si controlla. Un’altra sua paura riguarda il mollare, cedere, sottomettersi; vive queste variabili come pericolose, una reale minaccia contro la sua libertà. L’asta orizzontale “dritta” e rigida, associata alla permanente capacità di frenarsi è dovuta alla dominante posizione dell’io, che controlla incessantemente il comportamento. Il
Scoprendo il “CARATTERE”.
Akzidenz Grotesk Poster
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Font rigida che tende ad avere un carattere fermo, inflessibile e orgoglioso. Il capo è tenuto alto e le due aste verticali in una costante situazione di erezione, tipica della posizione del militare sull’attenti. All’apparenza si tratta di caratteristiche con connotazioni positive, se l’orgoglio non rappresentasse una difesa e la “durezza” non fosse rigida, inflessibile. Nella realtà il carattere rigido ha paura di lasciarsi andare perché associa il cedimento alla sottomissione ed al crollo emotivo. Esiste una tendenza masochista in secondo piano dalla quale il soggetto si difende irrigidendosi. Per questo motivo è portato a frenare i sentimenti emergenti, a tenere indietro ogni naturale impulso ad aprirsi e a protendersi verso l’ambiente. Nelle relazioni con altre tipologie di font, è estremamente controllato e da l’impressione di non abbandonarsi mai
carattere rigido presenta un buon contatto con la realtà, ma questo apparente “ grounding “ è utilizzato come difesa contro il piacere di essere accostato al fratello minore “Helvetica”. Questo è il conflitto di fondo di questo tratto caratteriale. Le font con tale sistema difensivo sono comunque orientate verso l’esterno, sono ambiziose, competitive e dotate di buona aggressività, mentre la passività è sentita come vulnerabilità. L’ostinazione che deriva dall’orgoglio appartiene al carattere rigido, mentre non è sua la malignità, ma il suo grande punto di forza.
Speciment, Akzidenz Grotesk
apice altezza del maiuscolo
Maiuscolo
altezza della x
trasversale
linea base
altezza del maiuscolo
Minuscolo
altezza della x
apertura occhiello
arco
linea base
XX
rubriche
occhielli
uncino bracci
ascendente
trasversale
tratto terminale coda discendente
asta verticale
lobo montante
spalla forcella
gamba vertici inferiori
Dettaglio, anatomia del carattere, Akzidenz Grotesk
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Docu/Film
Recensioni, Curiosità, Notizie su film/documentari legati al mondo della tipografia e del graphic design, per tutti gli appassionati ed i professionisti del settore, una sezione imperdibile ed accattivante.
Helvetica Helvetica è una pellicola indipendente, un film-documentario sulla tipografia, il disegno grafico e la cultura visiva globale. Mostra la proliferazione di un set dei caratteri (celebrandone il cinquantesimo compleanno nel 2007) come componente di una più grande conversione di stili comunicativi. La pellicola è un’esplorazione ed allo stesso tempo una discussione con i progettisti della comunicazione circa il loro lavoro, il processo creativo e le scelte estetiche dettanti l’utilizzo di un font, piuttosto che di uno stile. Il documentario, di produzione indipendente, prodotto e diretto adesso da Gary Hustwit ha l’ambizione di presentare al grande pubblico, non solo dei designer, la storia e il valore culturale, psicologico ed estetico di un carattere che milioni di persone si trovano di fronte, in tutto il mondo, diverse volte al giorno.
Regia: Gary Hustwit Anno: 2007 Durata: 80 min
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recensioni Schriftengestalter Il ritratto di Anne Cuneo consente di conoscerne meglio la filosofia e la metodologia progettuale da sempre allergiche alle mode, piuttosto concentrate sul miglior risultato possibile a beneficio degli utenti finali. Un personaggio la cui centralità nella storia recente della tipografia è anche nell'aver vissuto in diretta e attivamente il passaggio dalle tecniche analogiche a quelle digitali che hanno profondamente trasformato i processi di riproduzione della scrittura.
Regia: Anne Cuneo Anno: 1999 Durata: 54 min
Linea rossa
Regia: Franco Bocca Gelsi e Enzo Coluccio Anno: 2009 Durata: 54 min
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Nel lavoro di Albe e Lica Steiner si trova l'origine della moderna cultura del progetto che è insieme prodotto, design, comunicazione e valore sociale, fondamento del migliore Made in Italy. Il documentario illustra per quadri attraverso la voce e il volto illuminato da un paio di occhi azzurri, di una anziana e straordinaria Lica Covo Steiner e le tante testimonianze di amici e intellettuali - una parabola di vita unica e al tempo stesso esemplare, densa di appuntamenti importanti e di frequentazioni illustri, attraversata da una carica etica e morale incrollabile, e un senso della missione e della responsabilità , che fu all'origine di un'estetica inconfondibile e di un apporto originale alla storia dell'arte visuale italiana.
&
Manuali
Consigliati per voi libri & manuali inerenti all’ambito tipografico, del type design e del graphic design contemporaneo e tradizionale.
Just my type Pressoché sconosciute fino a vent’anni fa, grazie all’avvento della tecnologia informatica oggi le font sono a tutti gli effetti protagoniste del nostro quotidiano. Ma quali sono state le tappe che le hanno portate a uscire dalla ristretta cerchia di addetti ai lavori e di qualche sparuto appassionato? La risposta è in questo saggio di Simon Garfield, che rappresenta un autentico compendio della secolare storia della tipografia, da Gutenberg ai giorni nostri, che conta oltre centomila tra font e caratteri tipografici, ognuno con le sue peculiarità e le sue alterne fortune.
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recensioni Graphic Design guida alla progettazione grafica. G. Latino
La forma del libro Jan Tschichold
Questo libro nasce da una riflessione sul graphic design contemporaneo. Oggi attraversiamo una fase di transizione dall'analogico al digitale in diversi settori: nella fotografia, nella televisione, nei caratteri tipografici e recentemente anche nei libri; questo passaggio deve tener conto di alcuni principi intramontabili di basic design definiti nella storia della progettazione grafica internazionale grazie al contributo tedesco del Bauhaus, quello svizzero del movimento dell'Internazional Typografic Style ed quello italiano dello studio Boggeri e dei diversi grafici che esportato l'etichetta del Made in Italy nel mondo.
"La forma del libro" raccoglie alcuni saggi e una serie di articoli, scritti nell'arco di più di un trentennio, che disegnano un quadro ampio delle idee dell'autore e costituiscono un compendio utile non solo al grafico ma anche per chiunque ami l'oggetto libro. Jan Tschichold ha attraversato l'intero campo della riflessione e della pratica del design tipografico del Novecento: esordì negli anni Venti come teorico rivoluzionario di una nuova estetica della parola scritta, col tempo riconsiderò le proprie convinzioni, diventando paladino dei valori della tradizione in tipografia. Questo volume è stato composto nel carattere Sabon Linotype, disegnato dallo stesso Tschichold.
Il manuale Tipograficum Giambattista Bodoni è l’autore de Il Manuale Tipografico (1818), che stabilisce i canoni di stampa dell’al-fabeto. L’opera in due volumi, stampata postuma in edizione limitata, raccoglie 142 blocchi di caratteri roman e italic un’ampia selezione di bordure, ornamenti, simboli e fiori così come gli alfabeti greco, russo, arabo, fenicio, armeno, copto e tibetano.
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La
Font del mese:
Reina
Dall’Argentina con furore, la straordinaria font creata da Maximiliano Rodolfo Sproviero, premiato con il titolo di “top 10 font dell’anno” per ben due volte ( nel 2009 e nel 2010 www.myfonts.com ).
spirato alle dolci lettere di calligrafia e tipografia dei maestri del nostro passato, come Didot, Bodoni e l’incredibile Herb Lubalin, il suo scopo era quello di incorporare i riconoscimenti decorativi dei punzoni e delle incisioni su rame incorporando gli stili della calligrafia in un carattere romano moderno. Reina riflette la sovranità a causa dell’atmosfera avvolgente e la sensazione di grandezza che può essere sentita quando lo si utilizza. Ha un modo unico di stare su carta e e su schermo, essendo i suoi ornati responsabili di estrema eleganza. Reina è stato progettato per essere giocoso ma formale: mentre nessuno dei suoi glifi vengono attivati può essere utile per brevi testi di media lunghezza, e quando l’utente sceglie di fare uso dei suoi glifi decorativi, può essere utile per delle titolazioni con risultati brillanti.
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esclusiva Reina è una famiglia con molti membri. Al fine di ottenere risultati migliori durante la stampa,è stato speso molto tempo per progettare gli stili necessari: Reina 72 Pro, preparato per dimensioni del display; Reina 36 Pro, per taglie medie e Reina 12 Pro, la migliore per il testo o le parole decorativi in piccolo dimensioni. Ognuno di questi membri hanno varianti all'interno, che sono di tipo aperto programmato: l'utente decide quale glifo alternare e come equilibrare le varie decorazioni. La famiglia contiene anche le varianti che sono state fatte esclusivamente per la decorazione.
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Questi sono: Reina parole, un insieme di parole più comuni utilizzati in inglese, tedesco, italiano, francese e spagnolo; Reina Capitals, che consiste in una grande serie di capitelli ornati, e Reina Fleurons, quei piccoli amici che aiutano sempre ad abbellire il lavoro.
Glifo.
Tratto terminale del Glifo. La font permette qualora lo si volesse il loro utilizzo.
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O T Spazio contemporaneo, le news più importanti legate al mondo della tipografia, type design e graphic design, le notizie più innovative e le curiosità più in voga del momento in esclusiva su type.
Canon presenta nuove tecnologie ed opportunità di business al Commercial Printing Business Days
Durante l'evento Commercial Printing Business Days, 30 settembre al 2 ottobre,Poing - Germania.
Durante l'evento Commercial Printing Business Days, che si è svolto dal 30 settembre al 2 ottobre nella sede di Poing in Germania, Canon ha annunciato una serie di novità tecnologiche tra cui il nuovo sistema a bobina monocromatico a toner Océ VarioStream® 7170, l'ultima versione della soluzione per il flusso di lavoro Océ ColorStream PRISMAproduction, i nuovi inchiostri Premium Pigment e la prima installazione mondiale del sistema a toner liquido InfiniStream.
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type today Sono stati oltre 500 i visitatori che hanno partecipato al consueto appuntamento, organizzato per mostrare ai clienti e prospect le soluzioni tecnologiche, che fanno del Gruppo Canon il leader nella stampa a bobina a getto di inchiostro di produzione a colori. L'evento è stato anche occasione di confronto tra i diversi componenti della filiera della stampa di produzione grazie a un ricco calendario di workshop, dimostrazioni tecnologiche e applicative, dibattiti sugli sviluppi futuri della stampa digitale ad alti volumi, e la presentazione di casi di successo dei clienti Canon.
L'appuntamento internazionale Canon Commercial Printing Business Days, che si è svolto presso il Canon Customer Experience Centre di Poing, in Germania, dal 30 settembre al 2 ottobre ha attirato un ampio numero di visitatori confermando la capacità dell'azienda di anticipare le tendenze di un mercato in cui si riconferma leader. L'evento è servito per annunciare a clienti acquisiti e prospect, e ai partner Canon alcune novità tecnologiche, presentate in anteprima assoluta, tra cui la nuova soluzione di stampa a toner Océ VarioStream® 7170: un dispositivo di stampa digitale a modulo continuo simplex, progettato per aziende che hanno bassi e medi volumi di stampa. Canon ha anche lanciato Océ Premium Pigment Ink range, una gamma di inchiostri a pigmento, che produ-
cono colori vivaci e un'eccellente ricchezza di contrasti. Gli inchiostri sono progettati per applicazioni di stampa commerciale e di direct mail e sono appositamente formulati per essere utilizzati con la serie di sistemi di stampa inkjet a bobina Océ ColorStream® 3000. Sempre in occasione di questo appuntamento è stata rilasciata una nuova versione della soluzione per la gestione di stampa e per il flusso di lavoro Océ PRISMAproduction®. Il sistema modulare Océ PRISMAproduction V5 è completo di InkControl, che permette di calcolare una stima precisa dei costi di stampa e di effettuare report sul consumo specifico di inchiostri per ogni singolo lavoro, attraverso connettori basati su JDF/ JMF integrati all'interno dei flussi di
prestampa offset. La nuova funzionalità Print File Enhanced, consente di apportare modifiche dell'ultimo momento ai file di stampa senza dover aprire il programma originale. Con la serie di dispositivi di produzione basati su tecnologia a getto di inchiostro e toner secco come Océ ColorStream®, JetStream® eVarioStream®, la divisione Canon Commercial Printing è in grado di offrire il più ampio portafoglio di soluzioni a bobina con capacità produttiva di oltre 30.000 fogli nel formato B2 all'ora, in bianco e nero e a colori. Nel 2012, da una ricerca di InfoTrends, la market share di Canon in Europa in questo settore è stata stimata del 50%. Nel corso dell'evento Commercial Printing Business Days, Canon ha annunciato la prima installazione mondiale del sistema a toner liquido InfiniStream, presso l'azienda di stampa di imballaggi Joh. Leupold GmbH, con sede a Schwabach, in Germania. Affiancandosi al parco macchine offset di produzione in funzione presso Leupold, InfiniStream produrrà lavori che prevedono brevi e medie tirature per aziende locali e internazionali.
In alto a destra, Stampa offset, quadricromia.
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Grazie alla propria gamma di sistemi di stampa a bobina, sia a toner sia a getto di inchiostro, monocromatici e a colori, Canon ha mantenuto per anni la propria leadership di mercato in Europa e nel mondo. I nostri investimenti si stanno concentrando sul lancio di sistemi in grado di gestire basse tirature, tempi di consegna rapidi, contenuti personalizzati e soprattutto di offrire costi di gestione ridotti. Oggi con il nuovo sistema InfiniStream, basato su tecnologia a toner liquido, stiamo ampliando il nostro ambito di competenza anche al settore della cartotecnica". Ha affermato Peter Wolff, a capo del Commercial Printing Group di Canon EMEA.
L'evento Canon Commercial Printing Business Days, ha visto esperti di settore e opinion leader confrontarsi con produttori di soluzioni software e di tecnologie per finishing. Punto di forza dell'evento è proprio la capacità di presentare, attraverso dimostrazioni pratiche, soluzioni produttive complete adatte alle diverse tipologie di esigenze applicative come la produzione di libri, la stampa industriale, il direct mail e la stampa di sicurezza. Infatti, oltre al modello OcéColorStream® 3000, in grado di produrre cataloghi personalizzati di qualità
e libri anche complessi, durante le tre giornate era anche in funzione la soluzione con luce di stampa da 30" Océ JetStream 5500, impegnata nella stampa di libri scientifici, scolastici e commerciali.
In alto a destra, processo di stampa offset, quadricromia.
A sinistra, contafili.
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Per riscattare la font presente su questo numero: Usare il seguente codice qr. Si ricorda che per chi sottoscrive l’abbonamento annuale al costo di xx.xx Euro, verrà fornite l’intera gamma dei pesi delle font del mese, solo in esclusiva su type®. Per maggiori dettagli ed informazioni visita il sito : Verrete indirizzati sul sito www.type.com/download, tramite un login otterrete il download della font del mese presente sul corrente numero.
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Nel prossimo numero The Ultimate Typeface for Fashion and Luxury by Moshik Nadav Typography Paris Pro, inspired by the Fashion world is the new and improved version of the popular Paris Typeface. Paris pro provides many more exciting ligatures than the first version, Amazing swashes, super cool open type features, fashionable custom ready made words for sexy headlines, multiple glyphs for letters along with many options writing the same word in different manners. Paris Pro Designs are geared towards upscale worldwide Fashion Magazines, promoting the ideal combination of Typography and Fashion, taking Fashion magazines to the next level.