Questo libro mi ha tenuto impegnato per circa due mesi. Ha rappresentato una sorta di diario, a volte quasi un'ossessione. Non dico una di quelle da perderci il sonno, ma abbastanza da farmi tornare a casa prima la sera e svegliarmi presto al mattino. Quando l'ho finito mi sono sentito molto stanco.
Per diverso tempo ho aspirato a creare una storia intera per mezzo di "cut-up" e collage. Proprio quando pensavo di avervi rinunciato, perdendomi sempre di più in ritagli essenziali e particolari, mi sono accorto che queste pagine possono essere lette come una riflessione unica e continua: una sorta di monologo in cui un personaggio immaginario racconta le memorie di un mondo in rovina.
Fisicamente il quaderno viene dall'India e porta con sé vita nuova (una bambina). Al contrario, la prima pagina vuole essere dedicata alla memoria di mio nonno.