FederMobili - N. 1 2013
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FederMobili La Rivista Ufficiale della Federazione Nazionale dei Negozi di Arredamento
Aderente a
CLAUDIO LUTI Il Salone e il Made in Italy DAL MONDO MIFF, Malesia e IFFS, Singapore DANIELE LAGO L’Italia deve fare sistema Gennaio - febbraio - marzo 2013 - anno XXXVII - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/020/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB Milano.
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FederMobili Sommario 4
Editoriale Sei anni di recessione Mauro Tambelli
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Attualità Claudio Luti: Il Salone e il made in Italy Roberta Mutti
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Salone Internazionale del Mobile 2013: rinnovato e più accessibile Egle De Benedetti Attività di Federmobili La Federazione che fa Mauro Mamoli
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Attività di Confcommercio Giornata di Mobilitazione per le Imprese: la Rete per il futuro a cura di Confcommercio
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Consumi e tendenze Moretti Compact: la cameretta perfetta Chiara Brollo Osservatorio Economia Italia: indietro tutta a cura di Confcommercio
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La moneta elettronica Ernesto Ghidinelli
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Fiere Imm Cologne e LivingKitchen
Innova.com Il Master: gli sbocchi professionali Intervista a Denise Archiutti Egle De Benedetti
44 Corso tailor-made: Pricing for profit Laura Galluzzo
Rapporto CSIL: il futuro prossimo venturo
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FederlegnoArredo: un sistema arredamento al collasso Roberta Mutti
Leggi Fisco Finanza Il quesito: la legge Fornero in opera Nadia Giovannacci
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MIFF Kuala Lumpur IFFS Singapore Calendario fiere 2013/2014 Roberta Mutti 60
Agenda, News a cura di Chiara Brollo
56 Focus
18 CALLIGARIS
22 LAGO
32 ECONOMIA ITALIA
Un mercato
La forza
Indietro tutta
che cambia
dell’innovazione
a cura di
Chiara Brollo
Roberta Mutti
Confcommercio
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4 Editoriale
di Mauro Tambelli
SEI ANNI DI RECESSIONE ari lettori, con grande sofferenza, siamo arrivati al sesto anno della “Grande Recessione”. Senza vedere ancora nessuna via di uscita.
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La lettura dei giornali della settimana scorsa (11-17 marzo 2013), somiglia a un bollettino di guerra. Le notizie sono sempre più scoraggianti: nel primo bimestre 2013, il comparto della distribuzione in generale ha visto abbassare le saracinesche 167 negozi al giorno. Se questo trend continua, alla fine dell’anno si registrerà la chiusura di quasi 60 mila imprese, con 200 mila posti di lavoro volatilizzati. E anche per i pubblici esercizi le cose non vanno meglio: nel primo trimestre chiuderanno oltre 9.500 tra bar e ristoranti. L’emorragia di imprese che chiudono, sta creando un’ulteriore emergenza, quella degli affitti: i negozi sfitti per mancanze di imprese sono ormai oltre 500 mila, con una perdita annua di 25 miliardi di euro in canoni non percepiti. È un’ecatombe, su cui si è espresso anche il Presidente Sangalli, sollecitando il nuovo Governatore della Lombardia Maroni a intervenire subito con un piano per tutelare la fragilità delle piccole imprese, affinché possano uscire dalla logica dell’emergenza e tornare a investire, e per frenare l’emorragia. A poco più di due mesi dall’inizio dell’anno molte Regioni hanno già esaurito i fondi per la cassa integrazione in deroga, quella destinata alle piccole imprese in crisi. Sul piano economico, si registra un nuovo aumento del debito pubblico italiano, che ha sfondato di nuovo il tetto dei 2.000 miliardi. In nome del salvataggio dell’euro si stanno perpetrando politiche di rigore oltremodo recessive, che stanno lentamente affondando tutte le economie del Sud-Europa. Ma di quale Europa stiamo parlando? Non si può credere davvero che i Padri fondatori dell’Europa volessero raggiungere questi obiettivi. L’apparenza ormai evidente è che l’obiettivo strategico sia di ridurre i salari medi a 800 euro; siamo asserviti alla finanza internazionale, che sfrutta i risparmiatori di tutto il mondo con strumenti al limite del lecito, quali per esempio le vendite allo scoperto. È ormai abbastanza evidente che la tanto sognata ripresa non si vede nemmeno
5 all’orizzonte, la situazione italiana è sempre più buia, e i nostri politici perdono tempo con i loro minuetti e i loro inutili giochi di potere, mentre l’Italia va alla deriva, senza timoniere né timone, in una direzione sconosciuta. Un’ulteriore prova è che la mia lettera inviata al Presidente del Consiglio Monti, contenente la richiesta di inserire sgravi fiscali sugli arredi, inviata il 19 dicembre 2012, ad oggi attende ancora una risposta. In mancanza di interventi tempestivi, dal 1° luglio 2013 l’IVA aumenterà al 22%: un’ulteriore mazzata, su un’economia già al collasso. È evidente che i consumi aumentano se il cittadino ha maggiore disponibilità economica: qualsiasi manovra che riduca le tasse ai cittadini, è utile per rilanciare i consumi. L’Italia è l’unico Paese al mondo dove si paga l’IRAP anche sulle perdite, come se gli interessi sui fidi bancari e il costo del lavoro non fossero costi effettivamente sostenuti. L’edilizia è ormai prostrata, di misure per la crescita non se ne vedono; si sente parlare solo di rigore, ma non si comprende più di quale rigore stiamo parlando, l’impressione è che, anziché sostenere la crescita, si lavori attivamente per la decrescita. In questa situazione, l’Italia va al massacro: e non sembra davvero una grande idea quella di lasciarla radere al suolo per ripartire da zero, come si è fatto dopo la seconda guerra mondiale. Le banche non prestano più denaro né alle persone, né alle imprese; la spesa pubblica non cala, e di tagli ai costi della politica non si parla nemmeno; i costi delle infrastrutture sono ancora troppo alti, e gli investimenti dall’estero sono scoraggiati dalla situazione della politica, dalla giustizia troppo lenta e dalla tassazione troppo elevata. Pur in questa situazione disperata, Federmobili da oltre sei mesi sta lavorando attivamente, proponendo varie iniziative per la crescita. Una delle più importanti, su cui siete stati costantemente informati, e spiegata nel dettaglio a pagina 12, è la proposta per inserire gli arredi nel plafond dei 96.000 euro sui quali è possibile chiedere il recupero del 50% in 10 anni ai fini Irpef. Proposta su cui va avanti l’attività di lobby, e su cui si sta lavorando in sinergia con FederlegnoArredo e con Assofin. Ulteriori importanti attività, che portiamo avanti già da tempo, sono i corsi Innova.com, più importanti che mai in questo momento, in cui la crisi richiede tempi di reazione veloci e una formazione di prim’ordine, per migliorare la gestione del proprio punto vendita. E, anche per il 2013, Federmobili sarà partner di Abitare 100% Project, la rassegna veronese dal concept innovativo, che ospita numerosi workshop formativi e informativi a cura di Innova.com, in calendario dal 13 al 15 ottobre. Per concludere, vorrei tornare su un argomento su cui mi sono soffermato diverse volte, ma che purtroppo vedo tutt’ora ignorato dalla politica: l’importanza del nostro turismo. L'Italia è un Paese che possiede, oltre alle città d'arte, migliaia di borghi, villaggi e cittadine di eccezionale bellezza e un patrimonio artistico che non esiste in nessun’altro Paese: queste bellezze dovrebbero essere fatte conoscere al pubblico attraverso le televisioni di tutto il mondo, per accogliere i visitatori in nuove strutture ricettive a costo contenuto, catturando così centinaia di milioni di turisti possibili. Un rilancio che potrebbe essere finanziato attraverso l’emissione di Project Bond. Questo aiuterebbe a rilanciare innanzitutto l'edilizia, e di conseguenza l'arredamento, e a cascata tutto l'indotto, con un sicuro significativo impatto sul Pil italiano. Il turismo è il nostro petrolio fuori terra e andrebbe valorizzato molto di più. Ma tutte queste sono solo parole, se non sono accompagnate da iniziative dalla politica.
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6 Attualità
CLAUDIO LUTI
IL SALONE E DINTORNI
di Roberta Mutti
poche settimane dal Salone del Mobile 2013, la situazione del comparto dell’arredamento in Italia continua a essere drammatica. Ma l’Italia è il quarto esportatore di arredamento nel mondo, quindi la qualità dei nostri prodotti è innegabile. Quali sono, a suo parere, le principali cause delle difficoltà che sta vivendo la produzione dell’arredamento in Italia? Ancora molte aziende hanno basato il proprio business sul mercato interno che, appunto, soffre ormai da troppo tempo. Solo avendo la possibilità di portare all’estero il proprio marchio e i propri prodotti le aziende italiane possono compensare questa situazione e sostenere la crisi. Il ruolo del Salone del Mobile in questo momento più che mai è strategico, proprio perché è una vetrina internazionale e accoglie a Milano compratori e designer di tutto il mondo, che rappresentano un’opportunità unica anche per quelle aziende che per dimensione non sono in
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FederMobili ha intervistato Claudio Luti, da qualche mese presidente di Cosmit. Tra i massimi esperti di arredamento di design, ha una visione piuttosto chiara del mercato, e qualche idea per il rilancio e la tutela del made in Italy.
7 grado di gestire direttamente una propria struttura commerciale estera. Come imprenditore e presidente di Cosmit, quindi uno dei massimi esperti del settore, quali misure si potrebbero adottare per rilanciare il comparto dell’arredamento in Italia? Ripeto da sempre che la cosa importante è presentarsi all’estero con un’immagine forte, di qualità e unita. Non è più tempo per missioni sporadiche di singole organizzazioni e enti locali. Cosmit da parte sua è impegnato in Russia con una vetrina che ormai da nove anni ha acquisito la credibilità su quel mercato, non solo a Mosca ma anche nelle Repubbliche dell’ex Unione Sovietica. Stiamo ovviamente anche valutando nuove ipotesi su altri Paesi, ma ogni azione che andremo a fare dovrà avere un progetto di lungo periodo che accompagni concretamente le aziende ad avvicinare e presidiare il mercato. In un mercato sempre più globale, che valore ha e come si può tutelare il Made in Italy (ora che la Commissione Europea ha rimesso in agenda la proposta di etichettatura Made In)? Che misure ha messo in campo il Salone del Mobile per la tutela del Made in Italy? Vorrei intanto precisare che l’etichettatura Made In sarebbe un atto dovuto a tutela di tutte le filiere produttive e non solo quella italiana. Il Salone del Mobile è una fiera internazionale che presenta le eccellenze di ogni Paese del mondo,
questa percezione che sta perdendo posizioni? Ritiene vero che a volte alcuni prodotti siano troppo costosi, senza giustificazione? Credo che l’immagine del made in Italy si possa tenere alta continuando ad essere innovativi, e questo ho chiesto ai colleghi imprenditori in occasione della prossima edizione del Salone. Solo essendo innovativi e continuando a fare ricerca di prodotto e di processo possiamo valorizzare i nostri prodotti. Ritengo anche che esistano sul mercato arredi di altissima qualità e di elevato contenuto creativo a prezzi del tutto accessibili.
tra queste certamente le imprese italiane hanno la possibilità di rappresentare il meglio della produzione e della innovazione. Quello che il Salone del Mobile si impegna a fare è la tutela della proprietà industriale con strumenti messi a disposizione delle aziende per evitare copie e plagi, che sono uno dei gravi problemi del nostro settore. Una recente indagine statistica ha messo in luce che, nella percezione di alcuni Paesi europei, l’arredo di design Made in Italy perde qualche posizione, viene percepito “troppo costoso” e di qualità non più così elevata. È d’accordo? Ci sono aspetti della produzione che si potrebbero migliorare, per renderla più efficiente? Come si potrebbe migliorare
Salone 2013: dai numeri ufficiali, gli espositori sono tantissimi, come sempre. Sui visitatori si sentirà della crisi globale dell’economia, magari nel FuoriSalone? Come mai la scelta di far riprogettare il SaloneUfficio a Jean Nouvel? E come mai la scelta di un investimento così importante sul SaloneUfficio? Dai primi riscontri sulle prenotazioni non ci aspettiamo un calo di visitatori. Venire a Milano per il Salone è per gli operatori un momento strategico non solo per il business ma anche per “respirare” l’aria di quell’innovazione di cui ho parlato prima. È importante per tutti comprendere quali sono gli orientamenti del mercato ed è quindi un appuntamento irrinunciabile. La scelta di Jean Nouvel è stata dettata dal desiderio di affidare a un grande architetto internazionale un progetto che avesse un respiro internazionale e che offrisse una visione nuova nello specifico del
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settore ufficio che oggi sta vivendo più di tutti una forte crisi strutturale. In realtà il progetto prevede una contaminazione di ambienti proprio nella logica di “ufficio da abitare”. Il prodotto dell’azienda che guida è accessibile a una vasta fascia di pubblico e logisticamente abbastanza semplice (facile da spedire, non richiede montaggi complicati, etc.), ma contemporaneamente è di altissima gamma, per il contenuto di ricerca e design: un prodotto molto complesso. È dunque un esempio ideale della complessità di vendere il design e, come si dice, lo “stile italiano”. Alla luce della sua conoscenza di tutte le sfaccettature del mercato, quali pensa che siano i punti di forza e di debolezza della distribuzione italiana? La distribuzione italiana del settore soffre di una debolezza di servizio e di immagine. Non esiste una caratterizzazione forte del punto vendita, ed è molto complesso gestire la “vetrina”. La mia azienda ha fatto una politica di distribuzione diretta con negozi monomarca o flagship o corner molto caratterizzati sul brand, con una elevata rotazione del prodotto in vetrina. Dobbiamo un po’ imparare a vendere i nostri prodotti come fa la moda, affascinando il consumatore con le vetrine. Per molto tempo le nostre aziende hanno concentrato la propria attenzione, giustamente, sul prodotto e molto meno sulla vendita del prodotto, aspetto che oggi è strategico per attrarre il consumatore che ha bisogno di emozioni e stimoli per acquistare. Come pensa che si potrebbe rafforzare il rapporto
di collaborazione tra manifattura e distribuzione in Italia? (Per molte aziende di produzione, il mercato italiano rappresenta ancora il 60/70% del fatturato). Credo sia importante prima di tutto capire quali sono le esigenze del consumatore, cosa cerca e cosa si aspetta, servizi prima di tutto e anche un po’ di emozione, quella che si chiama la “shopping experience”. Certamente l’acquisto di un arredo non è un atto compulsivo, implica valutazione sull’idoneità del prodotto nell’ambiente, adeguamento al progetto, colore, materiale, anche il fattore prezzo, servizio post-vendita... Cosa pensa della vendita on line? Potrà davvero cambiare radicalmente anche l’approccio all’acquisto di arredamento, anche di arredi complessi e componibili? Per il nostro settore la difficoltà della vendita on line, soprattutto per alcuni segmenti, è la gestione degli aspetti logistici. Acquistare una cucina è ben diverso che acquistare un tavolino o una lampada. Certamente l’e-commerce per alcuni potrebbe essere un settore da esplorare, soprattutto su alcuni mercati già sensibili a questa formula di acquisto. Un salto nel futuro: il Salone nel 2015, anno dell’Expo. Come sarà? Non ho la sfera di cristallo. Expo 2015 rappresenta per l’Italia e per Milano una sfida importante e non credo che possa prescindere da una valorizzazione del mondo del design per il quale il Salone è la massima rappresentazione… intanto però lavoriamo sull’edizione 2013.
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10 Attualità
SALONE DEL MOBILE 2013
NUOVO E PIÙ ACCESSIBILE di Egle De Benedetti
l 7 febbraio a Milanoè stato presentato il Salone 2013, che quest’anno sarà affiancato da Euroluce e SaloneUfficio. L’headline della prossima edizione sarà “A Milano il mondo che abiteremo”, una proiezione del mondo di oggi sul mondo di domani, che celebra l’elevato contenuto di innovazione della rassegna milanese, la più importante del mondo nel settore dell’arredamento. Importanza confermata dall’altissimo numero di visitatori - oltre 300.000 nell’edizione 2012 -, e dall’elevata percentuale di operatori provenienti dall’estero. Tra i maggiori rappresentanti del settore, saranno più di 2.500 gli espositori nei padiglioni del quartiere fieristico di Rho. Tra questi assistiamo al ritorno di alcune aziende storiche sia al Salone del Mobile sia al SaloneUfficio, a conferma del ruolo guida che la manifestazione milanese riveste per le imprese in termini di originalità, cambiamento e visibilità. Euroluce, in posizione strategica tra gli ingressi di Porta Ovest e Porta Sud, di fronte al SaloneUfficio, occuperà 38.000 m2, ripartiti tra i 4 padiglioni 9-11 e 13-15. Dodicimilacinquecento metri quadrati saranno invece destinati ai mobili e agli accessori per gli ambienti di lavoro,
I Il prossimo Salone Internazionale del Mobile si terrà a Milano, dal 9 al 14 aprile. Un’edizione ricca di novità, a partire dagli accordi di Cosmit con diversi enti, per facilitare trasporti e visita.
11 all’interno dei padiglioni 22-24, tra loro adiacenti. La 16a edizione del SaloneSatellite, la manifestazione nei padiglioni 22-24 destinata ai progetti degli under 35, è dedicata al tema “Design e artigianato: insieme per l’industria” e come ogni anno offre visibilità ai giovani designer emergenti e la possibilità di creare contatti con molte delle aziende espositrici. Anche quest’anno nell’ambito del SaloneSatellite si svolgerà il Concorso che premierà i tre prototipi migliori tra quelli presentati, relativi alle merceologie delle manifestazioni biennali di questa edizione, Euroluce e SaloneUfficio. Evento speciale per i Saloni 2013 sarà il “Progetto: ufficio da abitare” di Jean Nouvel, Pritzker Prize 2008. In un’area di 1.200 m2, all’interno dei padiglioni dedicati al SaloneUfficio, l’architetto francese proporrà diversi scenari sui principali temi della sua visione dello spazio di lavoro. Ecco quindi emergere i concetti di convivialità, piacere, gioco, apertura degli uffici verso l’interno come verso l’esterno, in contrapposizione agli spazi chiusi e alla ripetizione che spesso contraddistingue gli uffici e il loro carattere totalitario. I Saloni sono anche sempre più virtuali e confermano la loro presenza sui social network e in rete. Oltre ad avere un blog, una pagina ufficiale sia su Facebook sia su Twitter, un canale dedicato su YouTube e una gallery su Flickr, quest’anno incrementeranno la rete professionale già avviata su Linkedin e apriranno un profilo anche su Pinterest, social network dedicato alle immagini di qualità. Ecco gli hashtag ufficiali per seguire l’edizione 2013 su Twitter @iSaloniofficial: #iSaloni | #Euroluce #SaloneUfficio #SaloneSatellite Da marzo, inoltre, sarà possibile scaricare sul proprio smartphone la App aggiornata dei Saloni 2013, uno strumento pensato per agevolare al meglio la visita in fiera a espositori e
visitatori (disponibile per iPhone, iPad e i più diffusi dispositivi Android). iSaloni 2013: accordi vantaggiosi Per iSaloni 2013 Cosmit ha annunciato diversi accordi stipulati per facilitare viaggio, soggiorno e visite di espositori, visitatori e stampa. La collaborazione con l’Agenzia Ventana offre un’ampia disponibilità alberghiera a Milano, nella prossimità del quartiere fieristico e nell’hinterland. Per le migliori offerte alberghiere e relative prenotazioni consultare la sezione Viaggio & Soggiorno, sul sito www.cosmit.it. Nella stessa sezione è disponibile un’ulteriore offerta, comprensiva di un pacchetto albergo+biglietto andata/ritorno Torino-Rho su treno appositamente attivato per Cosmit, con posti di 1a e 2a classe. Gli alberghi selezionati sono situati a Torino nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova. Il tragitto è di circa 40 minuti. Per la prenotazione alberghiera per le strutture di Torino scrivere a: isalonivisitors@ventanagroup.it Con l’accordo speciale con Trenitalia sarà possibile arrivare direttamente alla stazione di Fiera Milano Rho e ritornare alla stazione di partenza non solo da Roma Termini, ma anche da Trieste Centrale e Venezia Santa Lucia con sconto del 30/40%. Grazie all’accordo con Sky Team sono previsti sconti dedicati sul costo del biglietto aereo: uno sconto dal 5% al 10% secondo la tariffa pagata sui voli internazionali e intercontinentali di a/r con destinazione Milano operati dalle compagnie Sky Team, con sconti fino al 15% su alcuni voli di lungo raggio operati da Air France-KLM; lo sconto è valido sui voli con partenza 5 giorni prima e ritorno 5 giorni dopo le date ufficiali dei Saloni. Grazie a un accordo con Fiera Milano e ATM i Saloni saranno la prima manifestazione espositiva a offrire ai propri visitatori un biglietto integrato, valido sia per il trasporto urbano sia per l’ingresso in Fiera.
iSaloni e la città di Milano Durante la settimana del Salone Internazionale del Mobile l’ingresso ai musei civici milanesi sarà gratuito. L’iniziativa nasce dalla condivisione del progetto di valorizzazione delle eccellenze della città di Milano tra l’Assessorato alla Cultura, Moda, Design e Cosmit, società organizzatrice dei Saloni. Obiettivo è offrire al pubblico che partecipa ai Saloni e alle molte manifestazioni previste in città, in gran parte internazionale, l’opportunità di visitare e conoscere i musei di Milano e le loro importanti raccolte e collezioni artistiche, scientifiche e naturali. A partire dal 7 aprile e fino al 14, grazie a Cosmit il popolo del Salone, ma anche i cittadini milanesi e i turisti, potranno entrare gratuitamente in tutti i musei civici: Museo del Novecento, Museo Archeologico, Museo di Storia Naturale, Musei del Castello Sforzesco, Palazzo Morando, Acquario civico, Galleria d’Arte Moderna e Museo del Risorgimento.”
Jean Nouvel
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12 Attività di Federmobili ualche volta i colleghi che incontro durante i Convegni o i workshop che organizza la nostra Federazione, mi pongono una domanda la cui risposta non è sempre immediata: “Ma cosa fa Federmobili per me?” Spesso ho risposto parafrasando un bellissimo discorso di John Fitzgerald Kennedy del 1961: “Non chiedetevi che cosa può fare la Federazione per voi. Chiedetevi che cosa potete fare voi per la vostra Federazione”. Non sono JFK, ne sono più che consapevole e mi scuso per averlo scomodato, e una Federazione non è paragonabile agli Stati Uniti d’America, ma nella frase che pronunciò l’allora Presidente Americano, c’è il più grande suggerimento per un giusto approccio all’associazionismo. Leggo in quelle parole una forte spinta all’abbandono dell’individualismo a favore di una condivisione generale. Per sostenere questa mia convinzione vorrei ricordare, con una sequenza cronologica, ciò che questa Federazione ha fatto solo per l’ESTENSIONE DELLA DETRAZIONE IRPEF DEL 50% AGLI ARREDI IN CASO DI RISTRUTTURAZIONE tra la metà del 2012 e l’inizio del 2013:
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Monti da parte del presidente Tambelli per richiamare la sua attenzione sui contenuti del nostro emendamento e sulla gravità della situazione delle aziende del settore; invio newsletter a tutti i rivenditori con comunicazione dell’Appello di Federmobili al Presidente del Consiglio e ai Parlamentari. - Gennaio 2013: Invio Comunicato Stampa a tutti i nostri contatti stampa nazionale e di settore per segnalare la situazione di crisi della categoria e la nostra proposta; invio Comunicato Stampa a tutti i Soci e i Presidenti di Sindacati Provinciali con invito a diffonderlo sulla stampa locale; invio newsletter a tutti i rivenditori con comunicazione dell’Appello e del Comunicato Stampa e con invito a partecipare alla Giornata di Mobilitazione Nazionale di Confcommercio; pubblicazione del comunicato stampa su numerosi organi informativi nazionali e locali, oltre che su siti specializzati e su riviste di settore - Febbraio 2013: Invio newsletter a tutti i rivenditori con comunicazione della volontà manifestata in campagna elettorale da parte di alcuni candidati di sostenere la nostra proposta; riunione in Assofin tra Presidente Tambelli e Presidente Salomone per individuare possibili fonti di finanziamento.
LA FEDERAZIONE CHE FA! di Mauro Mamoli
- Luglio 2012: Presentazione della prima proposta di emendamento all’interno del Decreto Sviluppo 2012; invio newsletter a tutti i rivenditori con comunicazione della nostra proposta e dell’iter parlamentare negativo: dopo essere stata dichiarata ammissibile, la proposta non è stata successivamente approvata. - Novembre 2012: Incontri del tavolo tecnico di lavoro in collaborazione con FederlegnoArredo per redigere i testi dei nuovi emendamenti, concordare le procedure operative e definire la proposta e le azioni di lobby. - Dicembre 2012: Invio newsletter a tutti i rivenditori con comunicazione dell’iniziativa congiunta Federmobili – FederlegnoArredo e della nuova proposta di emendamento; partecipazione alla conferenza stampa di FederlegnoArredo in cui sono stati presentati la proposta concordata di emendamento e i dati aggiornati sulla crisi del settore; invio lettera a tutti i Deputati e Senatori con invito a sostenere il nostro emendamento. Lettera firmata da Federmobili, FederlegnoArredo, CNA, Confartigianato, Ance, Filca/Cisl, Feneal/Uil, Fillea/Cgil; invio fax al presidente del Consiglio
A tutto questo si aggiungono: le attività svolte per porre i giusti correttivi anticrisi agli Studi di settore; gli aggiornamenti sulle normative e le scadenze relative alla Normativa sui Rifiuti e, in collaborazione con Confcommercio, una sollecitazione affinché si arrivi a una corretta definizione dei coefficienti della nuova normativa TARES; le ricerche effettuate tramite sondaggi per rilevare le esigenze e le priorità delle imprese della distribuzione indipendente; gli incontri sul territorio Nazionale; la partnership con Verona Fiere per Abitare il Tempo 100% Project, con la presenza in fiera e l’organizzazione, con Innova.com, di due Convegni e 25 workshop formativi e informativi; gli aggiornamenti fiscali e contributivi inviati con mail periodiche; le informative inviate per la partecipazione a Bandi Regionali o territoriali; la campagna per aderire al Fondo Forte per accedere alla formazione finanziata. Spero che leggendo queste righe qualcuno non si porrà più la domanda con cui ho iniziato questo articolo e, magari, la sostituirà con un semplice: Grazie! Ma, forse, è chiedere troppo!
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14 Attività di Confcommercio
MOBILITAZIONE
LA RETE PER IL FUTURO a cura di confcommercio
i è tenuta il 28 gennaio la “Giornata di Mobilitazione” indetta da Rete Imprese Italia; associazioni territoriali e Federazioni del sistema Confcommercio si sono mobilitate ovunque per lanciare un forte messaggio di unità e protesta da parte delle PMI, sempre più schiacciate dalla perdurante crisi economica. In ogni provincia sono stati organizzati appuntamenti istituzionali (assemblee straordinarie, consigli allargati, conferenze stampa, convegni e tavole rotonde), affiancati da iniziative all’aperto. La Giornata si è aperta con un discorso del Presidente Carlo Sangalli, pubblicato qui di seguito.
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Una Giornata di Mobilitazione per lanciare un forte messaggio di unità e protesta da parte delle PMI, schiacciate dalla lunga crisi economica.
“Cari Amici, prima di tutto, desidero, anzi desideriamo, esprimere il più sincero ringraziamento ai Presidenti, ai Direttori, e, in generale, a tutti coloro che, operando all’interno di Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confesercenti e Confcommercio, si sono impegnati, con grande passione, per la riuscita di questa giornata di mobilitazione. Grazie davvero, ad uno ad uno, a tutti Voi.
15 Oggi si alza in Italia la voce di centinaia di migliaia di imprese per chiedere una svolta nella politica economica del Paese. È la voce delle imprese e delle professioni del commercio, dell’artigianato, dei trasporti, del turismo e dei servizi di mercato che oggi, per la prima volta insieme, si mobilitano in tutta Italia per chiedere alle forze politiche di puntare sulla ripresa e di investire sullo sviluppo. È una voce forte, determinata, responsabile, di gente abituata da generazioni a pagare di persona con il proprio lavoro, a investire le proprie risorse, a costruire e gestire attività a servizio delle persone, delle famiglie, del territorio. È la voce di migliaia di imprenditrici e imprenditori, che oggi, in ogni parte del Paese, hanno deciso di condividere, una volta di più, le ragioni profonde del nostro stare insieme. Condividere, cioè, il convincimento che - come annotavamo fin dall’esordio del nostro manifesto fondativo - “il futuro del Paese è inscindibilmente legato alle piccole e medie imprese e all’impresa diffusa, struttura portante della nostra economia reale.” Dunque, la nostra richiesta è, anzitutto, una richiesta di futuro. Moltissimi dati statistici ci raccontano la durezza della crisi con cui l’Italia si sta confrontando. Ma vi è un “cronometro” che, a mio avviso, scandisce con particolare efficacia il tempo della più lunga ed aspra recessione dal dopoguerra: è il cronometro che segnala che, nel 2012, nel nostro Paese, ha chiuso un’impresa ogni minuto. Ecco, in fondo, basta questo dato a spiegare le ragioni della nostra giornata di mobilitazione. Guardate, è vero, crisi e recessione non ci hanno fatto sconti e, in questi anni, tante donne e tanti uomini del “popolo del fare impresa” hanno visto franare progetti di vita e possibilità di futuro. Ma noi siamo gente tosta: gente che lotta ogni giorno, gente che non demorde e che non tira i remi in barca.
16 E siamo qui per dirlo tutti insieme e a gran voce: senza impresa, non c’è futuro; senza impresa, non c’è salvezza dell’Italia! Tutti insieme a gran voce: perché ce n’è bisogno, nel tempo della campagna elettorale e alla vigilia di una legislatura davvero decisiva. Decisiva per rispondere ai costi economici e sociali della grande crisi e per le scelte e le riforme utili a rimettere in moto crescita ed occupazione. Decisiva per le riforme istituzionali e per una rinnovata credibilità della politica. Chiediamo futuro. E proponiamo di costruirlo muovendo dalle ragioni dell’economia reale: dalle ragioni, insieme, delle nostre imprese e del lavoro. Bene quindi aver messo in sicurezza i conti pubblici. Come un bene è stata la riduzione del costo del finanziamento del debito pubblico. Muovere da queste ragioni significa riconoscere che l’Italia e l’Europa tutta hanno anzitutto necessità di reagire all’avvitamento nella spirale tra disciplina fiscale e aggravamento della recessione. Certo, mettere in sicurezza i conti pubblici e rafforzare la fiducia nei confronti dei nostri titoli di Stato era, ed è ancora, necessario. Ma le manovre correttive degli andamenti della nostra finanza pubblica - pari a circa 100 miliardi di euro e per circa due terzi fondate sul ricorso a maggiori entrate concorrono alla caduta complessiva del Pil, secondo le stime di Banca d’Italia, per circa un punto tanto nel 2012, quanto nel 2013. Ma con il solo rigore non si va lontano. E senza crescita è del resto assai difficile far quadrare gli stessi conti pubblici. Dunque, è ora di portare alla ribalta delle decisioni politiche proprio le ragioni della crescita e dell’equità. Tenendo insieme - in Europa e in Italia - dinamicità dell’export e tonicità della domanda interna,
politica industriale e politica per i servizi. Crescita ed equità in Europa: con l’avanzamento del progetto di una compiuta Unione economica e politica, che sospinga investimenti in infrastrutture e innovazione, in capitale umano e sociale. Crescita ed equità in Italia: attraverso l’avanzamento celere dell’intero cantiere delle riforme economiche e sociali per affrontare la crisi di produttività e competitività del nostro Paese.
Con il solo rigore non si va lontano. E senza crescita è del resto assai difficile far quadrare gli stessi conti pubblici. Dunque, è ora di portare alla ribalta delle decisioni politiche proprio le ragioni della crescita e dell’equità.
Nel corso degli ultimi dieci anni, si è troppo spesso rinviata la soluzione di questi nodi. E il risultato è sotto gli occhi di tutti: l’Italia oggi è un Paese più povero, in cui il PIL e i consumi pro capite hanno fatto un balzo all’indietro di circa quindici anni. Per questo, chiediamo alla politica di non mettere “in liquidazione” le imprese. Guardate, sappiamo benissimo che molto dipende anche dalla capacità e dalla responsabilità del
mondo delle imprese e del lavoro di cooperare per generare cambiamento ed innovazione. Ma - diciamocelo chiaramente è altrettanto evidente che il ruolo della politica resta determinante: tanto per la risposta alle emergenze, quanto per la costruzione di un futuro diverso e migliore. Che poi è il ruolo - voglio dire di una buona politica, che sceglie di misurarsi sul terreno dell’etica pubblica, della sobrietà dei costi, della credibilità: il terreno cioè di una comune responsabilità repubblicana. È una responsabilità preziosa, questa della buona politica, per fare dell’Italia un Paese normale. Un Paese normale in cui, ad esempio, fare impresa non significhi né la quotidiana odissea dello scontro con una burocrazia barocca e miope, né l’estenuante ricerca di un credito bancario sempre più difficile da ottenere. Un Paese normale: in cui fare impresa non significhi dover scontare i tempi biblici di pagamento delle pubbliche amministrazioni, facendo comunque puntualmente fronte a una mole di tasse che, per il contribuente in regola, sono arrivate oggi al 56 per cento circa di pressione fiscale complessiva. Un Paese normale: dove fare impresa significhi, invece, avere certezza del diritto, cioè legalità e una giustizia civile tempestiva; significhi disporre di infrastrutture e servizi pubblici efficienti; significhi costi energetici secondo standard europei. Un Paese normale: un Paese, quindi, che consideri le sue piccole e medie imprese e l’impresa diffusa una risorsa da accompagnare lungo il percorso del cambiamento, dell’innovazione e della crescita e non come una “marginalità” da superare. È questo il Paese che chiediamo e per cui lavoriamo: un’Italia che
17 scelga di valorizzare la sua cultura e il suo turismo, il suo territorio e le sue città, le filiere del made in Italy e la green-economy, il suo Mezzogiorno per costruire occupazione. In particolare, lo voglio dire con forza, occupazione per le donne e i giovani. La nostra richiesta - la richiesta di un Paese normale - si rivolge, dunque, alla politica. Ed è una richiesta esigente e severa. Esigente, perché vogliamo vedere i programmi elettorali e misurarli sulle esigenze tanto delle imprese che rappresentiamo, quanto degli interessi generali dell’Italia. Ma è anche una richiesta severa, perché non ci accontentiamo né di promesse né di sogni, e diffidiamo di ogni scorciatoia. E a chi ci chiede cosa siamo disponibili a dare in cambio di questa politica, rispondiamo che noi ogni giorno diamo all’Italia lavoro, occupazione, stabilità economica e coesione sociale, prodotti e servizi che ampliano e arricchiscono il mercato, investendo e pagando di persona. E diciamo anche che noi non chiediamo privilegi ma opportunità e strumenti per tornare a crescere. Alla politica chiediamo, perciò, parole di verità sui tempi ancora difficili che ci attendono. Chiediamo impegni puntuali e coerenza di azione. Siamo gente concreta: sapremo valutare e distinguere. E, se anche siamo ancora in periodo di saldi, su questo di sconti non ne faremo a nessuno! Le nostre richieste, del resto, sono chiare. E si ritrovano nel documento che abbiamo voluto titolare “Le nostre ragioni” (disponibile sul sito Confcommercio, www.confcommercio.it). Sono le ragioni dell’avanzamento di una sorta di vera e propria “chirurgia ricostruttiva” della spesa pubblica e dell’azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione come condizioni per la progressiva riduzione della pressione fiscale. Un livello record di pressione fiscale che fiacca, indebolisce drasticamente investimenti e consumi. E che ci fa chiedere la definitiva archiviazione di un ulteriore incremento dell’IVA. Sarebbe solo un’ennesima controproducente doccia gelata per la ripresa! Torno quindi alle “nostre ragioni”. Che sono poi le ragioni di decise dismissioni di patrimonio pubblico, a partire da quello immobiliare per abbattere il debito. Sono, ancora, le ragioni di una complessiva razionalizzazione del perimetro della funzione pubblica. Sono le ragioni del migliore collegamento tra la scuola, l’Università e il mondo del lavoro; del nuovo apprendistato e della formazione continua; della flessibilità governata e contrattata; del contrasto del lavoro nero e della riduzione del cuneo fiscale e contributivo sul costo del lavoro.
Soprattutto, le nostre ragioni sono le ragioni della crescita qualitativa dell’impresa diffusa attraverso la crescita della produttività. Una crescita che chiama in causa i percorsi di accesso al credito, all’innovazione, all’export e all’internazionalizzazione, nonché la costruzione delle aggregazioni di rete. C’è tanto da fare. E tutto questo crea un importante spazio anche per Rete Imprese Italia per svolgere al meglio la sua missione associativa. Guai se veniamo meno a questo compito. Queste, in conclusione, sono le nostre ragioni, le nostre richieste, la nostra “visione” di quanto occorre per l’Italia. Ne faremo strumento di confronto con le forze politiche e con i candidati dei diversi schieramenti alla Presidenza del Consiglio. Diremo loro delle nostre ansie e delle nostre fatiche, ma anche della nostra fiducia in un’Italia operosa, che è abituata a lavorar duro, ogni giorno e in ogni mercato, e che mantiene intatta la passione di fare impresa. È l’Italia produttiva, è l’Italia che rappresentiamo, che non frequenta i salotti buoni e che non ha “santi in paradiso” e che dei “paradisi fiscali” neppure conosce l’indirizzo. È questa la nostra Italia: con solide radici e, proprio per questo, capace di resistere e di cambiare anche e soprattutto nei momenti più difficili. Al “popolo del fare impresa”, cioè a noi, è particolarmente cara l’esortazione del Presidente Napolitano a non limitarsi a “invocare la crescita” e a riconoscere che, dice il Presidente, “si può avere crescita soltanto attraverso una molteplicità di azioni pubbliche, di impegni di impresa, di forme di mobilitazione delle energie produttive, lavorative e sociali.” Noi, noi di Rete Imprese Italia, di un’Italia produttiva che ogni giorno rischia e si confronta con le sfide del mercato, ne siamo convinti. È questa la comune responsabilità repubblicana che davvero vorremmo che orientasse l’opera dei protagonisti della prossima legislatura, chiunque ci governerà. Perché questa è in definitiva la scelta di campo che chiediamo: affrontare la sfida della crescita e del futuro dell’Europa e dell’Italia dalla parte delle ragioni dell’economia reale, delle ragioni delle imprese e del lavoro. Tutti insieme, forze politiche, mondo delle imprese, mondo del lavoro, tutti insieme ce la faremo a vincere questa sfida. Perché il declino non è ineluttabile e perché un’Italia migliore è possibile. Vi saluto e Vi ringrazio.
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18 Consumi e Tendenze
CALLIGARIS
UN MERCATO CHE CAMBIA di Chiara Brollo
ata nel 1923, oggi Calligaris è una delle aziende più rappresentative del made in Italy nel mondo. Oltre 140.000.000 di fatturato, 1.000 mc di merce spediti ogni giorno, quattro sedi nel mondo e presenza in oltre 90 Paesi: sono numeri importanti, in un settore industriale – l’arredo made in Italy – in cui la dimensione media delle imprese è decisamente inferiore. Abbiamo incontrato Alessandro Calligaris, Presidente dell’azienda, per parlare con lui della situazione attuale del mercato, italiano ma soprattutto mondiale, e approfondire la conoscenza di una realtà così importante.
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I tempi cambiano, e con essi il mercato. Alessandro Calligaris, presidente dell’omonima azienda, spiega le strategie adottate nel corso degli anni, per diventare un’azienda internazionale, che opera su tutti i principali mercati del mondo.
Presidente Calligaris, qual è il segreto per raggiungere – e soprattutto, mantenere - quote di mercato così significative? Non ci sono segreti, ma solo un continuo lavoro per capire quali siano le esigenze dei clienti, e per cercare di soddisfarle. Noi offriamo l’opportunità di avere prodotti sempre nuovi in termini di tendenze, di design e di adeguato rapporto qualità/prezzo. Il discorso vale sia per il mercato italiano, sia per i mercati esteri, dove garantiamo un elevato livello di servizio, con consegne franco destino, in valute locali di riferimento, facendo
19 Alcune novità 2013 Calligaris: a sinistra: il tavolo heron, in metallo, qui nella versione “Wood”, rivestito in legno; a destra, la sedia Claire, disegnata da Orlandini Design, con struttura in frassino e rivestimento in tessuto. calligaris.it
comunicazione verso i consumatori. Abbiamo sempre dato lo stesso valore ai clienti italiani e ai clienti esteri, puntando su un livello di servizio che permetta ai clienti esteri di non doversi preoccupare né di dogane né di valute, per esempio, ma di potersi interessare solo del fatto che il prodotto sia vendibile, con tutto il supporto necessario. Tutti questi fattori, sommati, ci hanno permesso di consolidare quote di mercato considerevoli e soprattutto di mantenerle e aumentarle nel tempo. Il prodotto Calligaris è un prodotto di design made in Italy. Chi è il cliente-tipo Calligaris? E, se Calligaris potesse scegliere, chi sceglierebbe come cliente ideale? Il cliente-tipo Calligaris è un cliente che apprezza il prodotto di qualità, ben disegnato e funzionale. Un tavolo o una sedia non sono solo oggetti ornamentali, ma prodotti che assolvono a una funzione. Per esempio, oggi vengono sempre più richiesti tavoli estensibili, perché le case sono sempre più piccole: un tavolo estensibile si deve aprire con facilità, non deve avere meccanismi complicati, per questo noi lavoriamo molto sulle tecnologie. Accanto a funzionalità ed ergonomia, puntiamo sulla qualità dei materiali, e sulle forme, affinché l’estetica sia gradevole e accattivante. Il nostro cliente-tipo, dunque, è una persona che predilige un arredamento bello e funzionale, ma non solo: è l’architetto di se stesso, a cui piace combinare liberamente materiali e colori. Calligaris si rivolge, più che scegliere, ad acquirenti di fascia media, medio-alta, che cercano un arredamento piacevole e gradevole, da comporre in autonomia, con prodotti funzionali e di buona qualità. La vostra azienda esporta oltre il 50% del suo fatturato, e questo probabilmente la colloca tra le aziende che stanno superando la “Grande Recessione” senza particolari problemi. Qual è la situazione del mercato italiano? Il mercato italiano è sempre stato molto importante per la nostra azienda, e fino a 3 anni fa la composizione delle nostre vendite era per il 50% sul mercato italiano, per il 50% sui mercati esteri. Negli ultimi 3 anni le quote si sono progressivamente modificate, fino ad arrivare al 2013, che vedrà il fatturato di Calligaris composto per 1/3 dall’Italia, per 2/3 dall’estero, sia per la flessione dell’Italia, sia per un considerevole aumento della
quota di vendite sui mercati esteri. È dunque evidente che ci sia una forte crisi del mercato italiano, dettata principalmente da due fattori: da un lato la fortissima contrazione dei consumi, dall’altro la frammentazione della distribuzione, che non aiuta. La dimensione prevalentemente piccola dei rivenditori italiani sta diventando un fattore di penalizzazione: manca la dimensione per investire e offrire il servizio che oggi viene richiesto. Piccolo era bello nel passato, ma oggi sta diventando sempre meno sostenibile. È necessario anche lavorare per una maggiore collaborazione tra produttori e rivenditori, stringendo alleanze sempre più strette. Il consumatore oggi è cambiato, si informa, quando entra in un negozio ha già conoscenze approfondite sui prodotti, sui materiali, sulle tecnologie, oltre che, naturalmente, sui prezzi. Si deve quindi lavorare sulle partnership tra chi produce e chi vende. Chi produce deve garantire un prodotto di qualità, certificato, un servizio puntuale; chi vende deve avere una struttura che trasmetta un messaggio positivo a chi approccia il punto vendita, deve comunicare chiaramente le proprie politiche di vendita, il servizio, la scontistica, e naturalmente i prodotti. È necessario lavorare insieme per raggiungere gli obiettivi. Da imprenditore con grande esperienza, quali misure pensa che dovrebbero essere adottate in Italia per rilanciare i consumi, soprattutto per quanto riguarda l’arredamento? Se non si adottano politiche che incentivino i consumi, anziché penalizzarli, sarà difficile superare questa crisi. Su questo tema anche Federlegno si sta muovendo da tempo, affinché si agisca al più presto con sgravi fiscali sull’arredo di primo
20 A sinistra: Alessandro Calligaris. In basso: Libreria Division, progetto di Design Lab. Freestanding da centro stanza o a muro, può essere tutta bianca o composta con moduli di diversi colori. Pagina a fianco, in alto: tavolini Match, dalle forme anni Cinquanta reinterpretate da
Studio 28. In quattro dimensioni, materiali e colori diversi, per diverse combinazioni spaziali. Pagina a fianco, in basso: credenza Factory, di Design Lab. Con ante, con vani a giorno o con cassetti, e bordo in diversi colori, può avere otto configurazioni diverse. Calligaris.it
impianto, e riducendo l’IVA sugli arredi fissi – cucine, bagni, armadi a muro - come si fa già in molti altri Paesi del mondo, dove gli arredi fissi sono soggetti a un’IVA di investimento, e non di consumo. Torniamo sull’espansione all’estero. Quali strategie ha adottato Calligaris per la sua espansione? Quali sono i mercati esteri che funzionano meglio, in questo momento? L’internazionalizzazione di un’azienda richiede un salto di qualità, sia ideologico, sia gestionale. Un tempo si parlava di “esportare”, oggi si parla invece di “internazionalizzare”. E non è una distinzione da poco. Mi spiego meglio: in passato si è sempre parlato di esportare, che significava consegnare le merci a un distributore, senza sapere nemmeno bene dove sarebbero andate a finire. Internazionalizzare un’azienda è completamente diverso: significa gestire un mercato, conoscere i propri clienti finali, offrire tutti i servizi che servono, costruire un’immagine solida, con una valida reputazione e credibilità. Solo così si può raggiungere l’obiettivo di internazionalizzare l’azienda, superando il concetto di esportare. I mercati esteri che funzionano meglio sono quelli che hanno un’economia trainante, che non vuol dire solo le economie in via di trasformazione. Per Calligaris, per esempio, il Nord America è sempre un mercato di riferimento. Mercati che vanno molto bene sono anche i Paesi dell’ex Unione Sovietica, e naturalmente puntiamo anche sull’Asia, in primis la Cina, e l’India a seguire. Purtroppo, uno dei nostri grossi problemi è la nostra valuta, ancora troppo forte rispetto alle altre monete; questo è un fattore che ostacola le esportazioni e ci penalizza molto, e ci auguriamo che avvengano al più presto interventi di stabilizzazione valutaria, per aumentare la nostra competitività sui mercati globali. Da presidente di una grande azienda esportatrice, pensa che una regolamentazione dei prodotti extra-UE, con una reintroduzione dei dazi, potrebbe giovare alla salvaguardia della nostra manifattura? O sarebbe meglio adottare altre misure? E quali? Non credo che tornare indietro ai dazi sia una buona idea, ormai il mercato è globale. Andrebbe invece implementata la regolamentazione dei prodotti che entrano nella UE, imponendo normative più stringenti e aumentando i controlli. Oggi in Europa, e in Italia soprattutto, stiamo scontando il non aver lavorato a
21 sufficienza per regolamentare l’ingresso dei prodotti extra-UE: bisognerebbe imporre la nostra scheda prodotto a tutte le aziende che vogliono commercializzare le loro merci in Europa. Ci sono prodotti e/o materiali che funzionano meglio in alcune aree, e meno in altre? Oggi, la globalizzazione sta portando a un’omogeneizzazione del gusto e dello stile. Un tempo si percepivano maggiormente diversità dovute alle localizzazioni geografiche; ricordo che c’era un periodo in cui in Germania venivano richiesti prodotti in legno massello, con finiture rustiche, e che in Francia il gusto era totalmente differente. Oggi lo stile è piuttosto omogeneo, moderno/contemporaneo su tutti i mercati, ed è normale, tutto oggi si diffonde molto più velocemente nel mondo. Quello che si vende in Italia si vende anche in Giappone, in Germania, in NordAmerica. C’è qualche differenziazione nei materiali, in Giappone preferiscono il legno, in Nord-America anche, in Italia o in Germania invece si vendono meglio il metallo o la plastica. Ma, al di là di queste preferenze nei materiali, l’estetica è sempre più moderna/contemporanea dappertutto. Pensa che l’e-commerce potrà cambiare in qualche modo la vendita di arredamento? O pensa che la vendita continuerà a passare per i negozi? Personalmente, credo che ancora per molto tempo il negozio rimarrà il luogo privilegiato per la vendita di arredamento. La funzione del negozio è fondamentale, il prodotto di arredamento dev’essere toccato, visto da vicino, valutato, non è un acquisto d’impulso, è un bene durevole, a cui ci si approccia due o tre volte nella vita, quindi ogni volta ci si dedica diverso tempo. Ci sono alcuni prodotti, sedie semplici, sedie pieghevoli, prodotti di secondo livello, oggettistica, che si possono vendere on line; ma l’imbottito, la cucina, la camera, non credo che per il momento abbiano un grande futuro in un e-commerce senza alcun supporto “reale”. Noi sappiamo che molti dei nostri clienti, prima dell’acquisto,
ricercano informazioni on line, ma comunque continuiamo ad appoggiarci per la vendita a partner di distribuzione che garantiscano tutto il servizio post vendita; il consumatore ha sempre bisogno di garanzie. Che cosa si aspetta Calligaris dal Salone 2013? Credo che oggi le fiere abbiano meno appeal del passato; una volta erano la vetrina per presentare i prodotti nuovi, ma oggi, le nuove forme di comunicazione stanno facendo diventare le fiere meno importanti. Alcune fiere d’Europa che non hanno la capacità di essere come Milano certamente hanno perso e perderanno progressivamente peso; detto questo, il Salone di Milano, per il momento, è ancora molto importante, direi ancora il più importante del mondo. Il problema va oltre il Salone del Mobile: ad essere in crisi, oggi, è tutta la manifattura italiana dell’arredamento. C’è innanzitutto un problema di dimensione: il futuro delle aziende del settore arredamento richiederà sempre più di avere dimensioni importanti, le piccole avranno sempre più difficoltà. Però, c’è anche un problema che riguarda la politica, i Governi, non solo italiani: la grande sfida è agire subito con sforzi congiunti per salvare tutta la nostra manifattura, sia italiana sia europea.
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22 Consumi e tendenze
LAGO
LA FORZA DELL’ INNOVAZIONE di Roberta Mutti
ata nell’Ottocento come ebanisteria, Lago ha attraversato oltre un secolo di storia, fino a trasformarsi in un’azienda contemporanea, specializzata nella manifattura di arredi per la zona living. Dal 2006, con l’ingresso di Daniele Lago, la quarta generazione della famiglia, Lago ha spiccato il grande salto verso l’espansione internazionale, integrando la produzione di zona notte, cucine e bagni, arrivando a coprire tutte le aree dell’arredamento della casa. Grazie all’abilità di Daniele Lago come designer, ha instaurato rapporti di partnership con alcuni produttori di ceramiche, carte da parati, pavimenti in legno, per offrire una visione completa della “casa italiana”. Nel suo lungo percorso di evoluzione, Lago si è trasformata in un fenomenale collettore di creatività, che ha influito sugli aspetti di progetto, di comunicazione, di aggregazione, che l’ha condotta ad essere una delle realtà italiane più interessanti del panorama attuale. Abbiamo incontrato Daniele Lago, artefice di questa trasformazione.
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Per alcuni, la crisi non sembra esistere. Considerata da molti una delle aziende più interessanti del panorama internazionale, Lago oggi è reduce dalla partecipazione a imm Cologne, e ci parla dei suoi progetti presenti e futuri.
Attività fieristica ed espansione internazionale: quest’anno Lago ha partecipato a Imm Cologne per la prima volta. Com’è andata? “Per essere la prima volta che partecipavano, direi che è
23 A sinistra: lo stand Lago a Imm Cologne, riproduceva l’allestimento di un appartamento Lago, completo di tutte le stanze. A destra e in basso: DiagoLinea, sistema di mensole disegnato da 4P1B nel corso di un workshop Lagostudio. Grazie a un innovativo sistema di fissaggio, le mensole possono ruotare su se stesse, consentendo di creare diverse configurazioni. lago.it
andata piuttosto bene; essendo debuttanti, abbiamo bisogno di fare un po’ di rodaggio, ma comunque abbiamo avuto molti contatti interessanti. Devo rilevare però, che sono stati prevalentemente contatti con operatori provenienti da Germania e zone limitrofe, abbiamo visto pochi asiatici e pochi visitatori provenienti da Paesi e aree lontane; probabilmente è una fiera molto forte sul mercato tedesco, intendendo per mercato tedesco Paesi di lingua tedesca e Paesi limitrofi, Europa dell’est e Nord-Europa. Ciò detto, l’economia tedesca è un’economia che funziona molto bene, quindi non è del tutto escluso che Imm Cologne possa tornare a riacquistare una posizione di primo piano nel mondo. Il Salone di Milano per il momento ha una leadership indiscussa, ma non bisogna mai sedersi sugli allori.” Il mercato tedesco e nord-
europeo è un mercato vitale o risente della stagnazione dell’economia europea in generale? “L’onda lunga della recessione ormai è arrivata in tutta Europa, i dati più recenti parlano di tre trimestri consecutivi di economia in recessione in tutta l’Unione Europea, quindi è probabile che, a breve, anche la Germania sarà interessata da una contrazione dell’economia. Non è una cosa che sorprenda, comunque; con i grandi problemi di economia e finanza che stanno affrontando tutti i Paesi, o si ridisegna una governance europea, o sarà veramente difficile uscirne.” Com’è la situazione del mercato italiano? Cosa si
aspetta dal prossimo Salone? “Bisogna distinguere i piani: per noi va molto bene, ma la situazione in generale è disastrosa. Sento continuamente rivenditori preoccupati, che si lamentano per la stagnazione del mercato; alcune realtà stanno attraversando serie difficoltà, che potrebbero anche non superare. Per la nostra azienda, comunque, il 2013 è cominciato bene; al di là della situazione negativa, gli investimenti condotti con prudenza e serietà ci hanno portato ad emergere anche in una situazione terribile qual è quella attuale. Anche perché, avendo ancora dimensioni tutto sommato contenute, c’è sempre spazio per crescere. Purtroppo, in Italia scontiamo problemi di macro economia che noi cittadini normali comprendiamo fino a un certo punto; il costo del denaro, per esempio, il credito bancario: i prestiti vengono erogati con tassi incredibilmente alti, che ci tagliano le gambe in partenza. Certo, come imprenditore, cerco le soluzioni migliori per sopravvivere, e magari anche per sviluppare l’azienda e fare cose interessanti; ma sono preoccupato per il sistema Italia. Tutto
A sinistra: Daniele Lago. In basso e nella pagina a fianco: altre immagini dello stand Lago a Imm Cologne. Lo stand presentava anche alcuni prodotti disegnati da Daniele Lago e realizzati dalle aziende partner dell’Appartamento: i pavimenti Slide, di Listone Giordano, le ceramiche per pavimenti e rivestimenti di Lea
Ceramiche, le pitture murali di Novacolor, le carte da parati di Jannelli & Volpi. Un progetto innovativo che diventa concept distributivo, oltre che, naturalmente, abitativo. Lago.it
sommato, sono più preoccupato per il sistema Italia che per la mia azienda, che sta superando il periodo di crisi piuttosto bene.” In che senso è preoccupato per il sistema Italia? Quali aspetti non stanno funzionando, o funzionano male? “Il design dell’arredo, come lo conosciamo oggi, è nato in Italia. Ma questa, oggi, è rimasta l’unica certezza. Da diversi anni, si procede come per inerzia, contando su una storia che ancora regge, ma non si sa per quanto durerà quest’inerzia. Ci si è seduti sugli allori, pensando di essere i numeri uno – e lo siamo stati per tanto tempo, questo è un dato di fatto – ma oggi abbiamo bisogno di reinventarci, di tornare alle nostre origini, eliminando le “cellule morte” e tornare alle “cellule vive”, al nostro DNA creativo e innovatore. È necessario tornare a generare creatività, innovazione, ma soprattutto sogni. L’Italia ha una grande storia di innovazione e creatività, ma sembra che negli ultimi anni si sia andata esaurendo. Un po’, forse, per pigrizia delle aziende, un po’, sicuramente, per la carenza di appoggio delle istituzioni. Quando parlo di sistema Italia, intendo dire che le istituzioni devono appoggiare questo rilancio, altrimenti, un’azienda può essere bravissima, ma rimane un solista d’eccezione in un coro stonato. Oltre a questo, bisogna rilanciare il design. Bisogna tornare a fare le cose con amore, con passione per il nostro lavoro. L’Italia non può combattere guerre basate sul prezzo, parte sconfitta in partenza, non siamo nemmeno in grado di farlo. Noi dobbiamo puntare sull’eccellenza, sulla cultura, sull’essere unici; in fondo, per noi è anche più facile puntare sulla creatività che sul prezzo.” A proposito di prezzo, come vede la situazione della distribuzione italiana? “Come dicevo già prima, ci sono tanti rivenditori che sono in crisi, perché i consumi sono in crisi. Ma, oltre che uscire dalla spirale recessiva che sta attanagliando l’economia, è importante anche reinventare la cultura della vendita. Noi non abbiamo la pretesa di insegnare niente a nessuno, ma abbiamo intrapreso un percorso per capire cosa significhi vendere. L’esperienza del consumatore che entra in un
25 negozio, anche solo per informarsi, deve diventare sempre più interessante: noi cerchiamo di lavorare sui format, ma è importante che anche il rivenditore sia in grado di competere e di evolversi rapidamente, di stare al passo con i tempi. Il rivenditore è sempre più un mediatore culturale, sempre meno venditore di prodotto, sempre più fornitore di servizi: è l’unica via per differenziarsi dalla grande distribuzione. Il messaggio usa-e-getta, costa poco (ma dura poco), che ultimamente sta passando, è profondamente sbagliato, anche dal punto di vista ambientale: le cose devono durare, così si consuma meno, e si producono meno rifiuti. Se si investe in un arredo, che costa molto ma dura a lungo, si fa del bene anche all’ambiente. È vero che magari oggi si cambia casa molto più spesso, ed è per questo che noi lavoriamo sulla modularità; gli arredi modulari si possono anche spostare, riprogettare e riadattare, anche questo fa parte dell’investimento. E anche questo dovrebbe essere parte di una politica governativa: prestare attenzione al pianeta, significa anche tornare alle cose che durano. Per tornare al concetto di squadra, mi piacerebbe vedere una campagna di comunicazione messa a punto insieme tra produttori e rivenditori, che puntasse proprio su questi aspetti: qualità, durata, investimento, rispetto dell’ambiente. Non è vero che la gente preferisce spendere poco a tutti i costi: se l’alimentare biologico cresce a ritmi vertiginosi, è perché i consumatori spendono volentieri per quello in cui credono.” Approfittiamone dunque per parlare di comunicazione. La carta stampata probabilmente non sparirà, ma senz’altro di ridurrà molto. Come cambia la comunicazione ai tempi di internet? “Penso che la comunicazione via web produca un cambiamento sostanziale: la comunicazione via internet è biunivoca. Il consumatore partecipa e si deve essere preparati anche alle critiche, quindi bisogna abituarsi ad essere molto più trasparenti. Che può anche essere un bene, così vince la meritocrazia. Certo, non si può diffondere proprio tutto, ci sono aree di pertinenza che devono rimanere di proprietà esclusiva, ma in generale, ciò che vince ai tempi di internet è la trasparenza. Inoltre, si può avere uno scambio culturale con i consumatori, si generano nuove idee. Il futuro sarà sempre più composto di atomi e bit, di hardware e software, in un circolo virtuoso; penso per esempio al progetto Airbnb.com, che è riuscito a mettere insieme la domanda di ospitalità con la disponibilità di case, e così con cifre contenute si può stare in abitazioni che sono meglio di tanti alberghi. Sarà, anzi, è già in corso, una rivoluzione, da cui usciremo tutti profondamente cambiati.” Torniamo al futuro prossimo. Cosa presenta Lago al Salone 2013? “Per la settimana del design di Milano, abbiamo diversi programmi. Al Salone, in Fiera, avremo un allestimento molto “social”, con un grande tavolo a cui si potrà mangiare a tutte le
ore del giorno; è un progetto di condivisione, per superare il concetto di stand classico, e portare il pensiero partecipativo anche all’interno del più tradizionale dei progetti di comunicazione, la fiera. Questo ovviamente non ci impedirà di presentare nuovi prodotti, alcuni disegnati da noi, altri progettati dai designer di Lagostudio. Avremo un progetto interessante anche nell’Appartamento Lago di Milano, dove alcuni artigiani lavoreranno in diretta, per realizzare oggetti di vario tipo. Si tratta di 4/5 artigiani, provenienti da varie aree d’Italia e anche dall’estero, con cui vogliamo sottolineare la necessità di riscoprire l’abilità artigiana, che negli ultimi decenni è stata un po’ trascurata. La performance degli artigiani è propedeutica al debutto di Lago nel mondo dell’oggetto, utile per creare traffico nei negozi. Oltre a questo, porteremo avanti il percorso di partnership già iniziato nell’Appartamento Lago, che vede alcune aziende tra le più rappresentative del design italiano collaborare con noi, per definire fin nei particolari il concept di casa sviluppato nell’Appartamento: carte da parati con Jannelli & Volpi, ceramica da rivestimento con Lea Ceramiche, pavimenti con Listone Giordano, e altri in via di definizione. È anche un modo per venire incontro alle esigenze della distribuzione. Il progetto di Appartamento, che sta funzionando molto bene, proseguirà nella sua evoluzione, coinvolgendo anche architetti e interior designer. L’apporto di un buon architetto è importante, per adeguare il prodotto allo spazio: si possono avere i prodotti migliori del mondo, ma se non si è capaci di definire lo spazio, il risultato sarà deludente. E poi c’è il programma di espansione all’estero dell’Appartamento Lago, ma di questo parleremo in futuro.”
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26 Consumi e tendenze
MORETTI COMPACT
LA CAMERETTA PERFETTA di Chiara Brollo
rredi di tendenza per lo spazio notte dei più giovani che abbiano soluzioni brevettate e composizioni personalizzabili, un prezzo accessibile per assecondare le esigenze e le passioni dei giovani adulti di domani? Una risposta c’è e si chiama Moretti Compact. L’azienda, sin dalla sua costituzione negli anni ‘70, è costantemente impegnata sui fronti della tecnologia, della ricerca e dello sviluppo, fattori che la confermano un brand di successo sia tra i leader di mercato nel settore delle camere per ragazzi che tra i marchi di riferimento negli arredi made in Italy certificati per garantire massima sicurezza, innovazione, design e rispetto dell’ambiente. Proprio su quest’ultimo punto si può porre l’accento in quanto Moretti Compact ,nel 2012, è entrata a far parte della Leaf Community, che riunisce aziende e organizzazioni che hanno scelto di monitorare in tempo reale le proprie performance energetiche e l’impatto ambientale dei propri edifici attraverso la tecnologia Leaf Meter. La concreta attenzione dell’azienda nei confronti dell’ambiente, è testimoniata da un ciclo produttivo organizzato nel rispetto delle più recenti normative vigenti in materia, con produzione di energia da fonti rinnovabili attraverso impianti fotovoltaici (impianto di 3.500 mq. con una potenza di 101 Kilowatt), processi aziendali sottoposti alle severe norme di
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Moretti Compact è una realtà affermata nel settore degli arredi per i ragazzi. Che, oggi, complici la crisi economica e i comportamenti mutati, si trasformano in arredi per giovani adulti, che devono vivere in poco spazio con molte esigenze.
27 A destra: Gisfredo Moretti. Nelle Immagini: proposte di arredo dal catalogo Young. A sinistra e nella pagina seguente: camera con armadio Slider; a destra: camera con libreria Outline; in basso a destra: wall box per angolo studio. moretticompact.it
qualità dettate dalla normativa UNI EN ISO14001:2004, e conformità delle attività aziendali in termini di sicurezza e salute sul lavoro attestate dalla certificazione BSOHSAS 18001:2007. Abbiamo parlato di questo e di altro ancora con Gisfredo Moretti, attualmente alla guida dell’azienda. Materiali naturali, processi produttivi a basso impatto ambientale, riciclabilità: qual è l’importanza della sostenibilità nella filosofia aziendale? La sostenibilità e la sensibilità a tutte le tematiche ambientali sono una nostra priorità già da diversi anni, da quando ancora non erano un obbligo regolato da leggi e normative. Probabilmente il nostro target di riferimento (i bambini) ci ha consentito di sviluppare questa attenzione a un mondo migliore, un mondo che non sia solo regolato dalle leggi del mercato, ma nel quale sia sempre bello vivere. In una fotografia della situazione del settore della cameretta, Moretti Compact, con la sua storia e la sua identità attuale, dove si potrebbe collocare? Il settore della cameretta è un ambito del settore arredamento che per tanti anni non ha avuto una sua autonomia completa: la cameretta era un po’ vissuta come uno spazio poco progettato. La nostra azienda, già da oltre vent’anni, ha voluto dare un’identità autonoma all’arredo per i ragazzi studiando tutta una serie di soluzioni che fossero sì funzionali, ma anche allegre e gradevoli da vivere. Attualmente Moretti Compact è tra le aziende leader nel settore dell’arredo per bambini e per
ragazzi, anche grazie alla grande sensibilità alle tematiche della sicurezza e dell’ecologia. Quali concept sono stati sviluppati nei nuovi prodotti presentati al Salone del Mobile? Per quanto riguarda le novità da presentare al Salone del Mobile di quest’anno, abbiamo voluto sviluppare e arricchire la gamma di soluzioni per una clientela più adulta (giovani dai 18 ai
28 richieste e delle osservazioni che ci provenivano dai nostri rivenditori, che una fascia di utenti poco seguitia dalle aziende italiane nel settore dell’arredo era proprio la fascia dei giovani adulti. Un numero sempre più alto di persone che per scelta o per necessità, decidono di andare a vivere da sole e che richiedono sempre più soluzioni su misura e di grande qualità. Per questo l’esperienza che avevamo maturato nel settore dell’arredo per bambini e ragazzi ci ha permesso di affrontare con proposte di alto valore qualitativo anche questo nuovo target.
35 anni), un target finora un po’ trascurato ma che sta diventando sempre più importante a seguito delle notevoli mutazioni che sta subendo la nostra società. Interessante per noi è anche lo sviluppo delle soluzioni per la zona giorno: un ambiente dove viviamo buona parte della nostra giornata e che è giusto che sia arredato con mobili che offrano le stesse qualità di sicurezza ed eco-compatibilità dei prodotti che arredano la cameretta. Quali sono le caratteristiche della cameretta ideale? Le caratteristiche della cameretta ideale sono tante e devono soddisfare tutti i requisiti che una clientela sempre più informata e aggiornata richiede. Innanzitutto la sicurezza: la nostra azienda ha ottenuto la certificazione dall’Istituto Italiano Sicurezza Giocattoli su tutta la produzione (non solo su alcuni prodotti). La sicurezza poi si esprime non solo nello sviluppo di soluzioni d’arredo che non siano pericolose per chi le utilizza, ma anche nella scelta di materie prime di altissima qualità e che non comportino emissioni di sostanze nocive. Per esempio il Pannello Ecologico Leb a bassissima emissione di formaldeide e le vernici all’acqua monocomponente completamente prive di solventi nocivi per la salute. Altro requisito importante è la componibilità. Negli appartamenti di oggi, dove gli spazi sono sempre più ridotti, diventa fondamentale riuscire a trovare soluzioni d’arredo che possano concentrare in uno spazio minimo tutte le funzioni necessarie della classica camera dei ragazzi: studio, riposo, contenimento. Su quali criteri è sviluppata la differenzazione della vostra offerta? Negli ultimi anni ci siamo resi conto, sulla scorta delle
Quali sono i vostri canali distributivi? Come sono posizionati nel territorio? La distribuzione dei nostri prodotti sul territorio nazionale viene garantita da una fitta rete di punti vendita. Negli ultimi tempi stiamo riscontrando sempre di più la necessità, da parte dei nostri rivenditori, di creare dei punti vendita monomarca, degli “store” Moretti Compact, in quanto il nostro prodotto risulta essere estremamente completo sia per quanto riguarda le offerte d’arredo e sia per quanto riguarda le proposte economiche. Secondo voi il mercato italiano è molto diverso da quello estero? Quali sono le differenze più evidenti? Per quanto riguarda il prodotto “cameretta” abbiamo avuto modo di riscontrare che il mercato estero è piuttosto diverso da quello italiano. Il cliente estero non riesce a gestire facilmente la componibilità e preferisce delle soluzioni più semplici e bloccate. Per questo, abbiamo riscontrato delle difficoltà iniziali nell’approccio al mercato estero. Attualmente ci stiamo attrezzando in maniera più completa ad affrontare anche le richieste di questa nuova clientela, che è sempre molto sensibile al fascino del design e della produzione di qualità italiana. Moretti Compact come vive la crisi? Quali sono le problematiche più urgenti su cui intervenire? Il settore della cameretta, come tutto il comparto dell’industria dell’arredamento, sta vivendo un periodo di grande difficoltà. Ciononostante, la nostra azienda sta mettendo in atto diverse strategie per affrontare il periodo di incertezza che si vive un po’ a tutti i livelli. Una scelta importante è stata quella di suggerire ai nostri rivenditori delle proposte d’arredo che, pur mantenendo ferma la qualità totale del prodotto Moretti Compact, risultassero più appetibili dal punto di vista economico. Inoltre abbiamo messo in atto anche delle azioni di sostegno all’acquisto tramite formule di finanziamento, che consentono ai clienti di avvicinarsi al prodotto dilazionando la spesa nel tempo.
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ECONOMIA ITALIA
INDIETRO TUTTA a cura di Confcommercio
a crisi economica in corso, che in termini di PIL ha riportato il nostro Paese indietro di oltre dieci anni (-2,1% nel 2012), culminata con la maggiore contrazione degli ultimi 50 anni per i consumi (-4,0% nel 2012), si sta trasferendo negativamente sulle aspettative di reddito delle famiglie e sulla loro capacità di spesa; per l’anno che si è appena concluso, infatti, tutte le principali voci di consumo, in termini pro capite, hanno mostrato un segno meno, con un picco per il comparto mobilità e comunicazioni (-7,3%) e per viaggi e vacanze (-6,3%); analoghe performance, seppur di minore intensità, si registreranno nel 2013. Anche allargando l’analisi agli ultimi venti anni, l’andamento della spesa per abitante, in termini di quantità, registra, nel complesso, un incremento estremamente contenuto, pari a un tasso medio annuo di appena lo 0,5%; guardando alle singole voci di consumo, tuttavia, i beni acquistati sotto forma di tecnologia, come Tv, elettronica di consumo, telefonia risultano quadruplicati dal 1992 ad oggi, il consumo di beni/servizi per la salute si è accresciuto del 67%, i pasti al ristorante del 27%; in calo l’alimentazione domestica (-5%), abbigliamento e calzature (-8%); insomma, in un quadro di generale e
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Si parla di crescita, e di fine del tunnel della crisi. I dati Confcommercio purtroppo fotografano una situazione sensibilmente diversa da quella propagandata dalla politica.
33 prolungata stagnazione della domanda interna, si assiste a una ricomposizione delle abitudini di consumo di un Paese che invecchia e che consuma sempre meno beni e servizi primari ma che non vuole rinunciare al tempo libero e alla tecnologia. Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall’aggiornamento del “Rapporto Consumi 2012” realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio e consultabile integralmente sul sito di Confcommercio, www.confcommercio.it. La caduta dei consumi La modesta ripresa del 2010, dopo il biennio nettamente recessivo 200809, si è esaurita già con il primo trimestre 2011, subentrando ad essa una nuova fase recessiva contrassegnata da flessioni congiunturali del Pil reale per cinque trimestri consecutivi. Nella media del 2012, secondo le ultime stime di Confcommercio, il Pil italiano è diminuito del 2,1%, mentre per il 2013 è attesa una flessione del prodotto interno lordo più contenuta (-0,8%). La nuova ondata recessiva di fatto azzera il parziale recupero di poco più di due punti percentuali realizzato nel corso del biennio 2010-11, riportando indietro l’Italia di oltre dieci anni, sui livelli produttivi del 2001. La caduta della domanda interna è stata particolarmente pesante e ha implicato, a sua volta, una flessione altrettanto consistente delle importazioni (-8,0%). La spesa delle famiglie ha subito una contrazione del 4%, un dato peggiore (più che doppio) non solo del decremento registratosi nel 2009, ma anche di quello del 1993 (-3%), tutto determinato anch’esso dalla domanda interna. Si tratta, dunque, della contrazione della spesa delle famiglie in termini reali più consistente degli ultimi cinquanta anni. In termini pro capite, la flessione
della spesa reale è di circa il -4,4%, un fenomeno del tutto nuovo e inatteso per l’Italia. Il peggioramento registrato nel corso del 2012 sul versante dei consumi, rispetto alle stime iniziali, ha determinato una revisione al ribasso anche delle previsioni per il 2013. Nell’anno in corso la domanda delle famiglie dovrebbe mostrare una
riduzione dell’1,0%. La composizione della spesa Particolarmente pesanti sono i i riflessi negativi sul fronte dell’occupazione, con una riduzione cumulata nel biennio 2012-13 di oltre 430 mila unità, che andranno a sommarsi al milione circa di posti di
34 casa, abbigliamento e calzature), ma che non intende rinunciare ai diversi piaceri connessi alla fruizione del tempo libero e soprattutto alla “connettività” intesa come pluralità di forme di comunicazione (internet, palmari, smartphone, tablet, etc.).
lavoro distrutti nel periodo 2008-2011. Secondo le nostre stime, negli ultimi vent’anni (con riferimento all’indice base 1992=100), la spesa reale totale per abitante ha conosciuto un ritmo modestissimo di crescita, poco più del 9% in termini cumulati, un incremento davvero irrisorio se misurato come tasso medio annuo, intorno allo 0,5%. Le voci che sono cresciute significativamente al di sopra della media riguardano il tempo libero - e al suo interno elettrodomestici bruni e prodotti IT, quasi il 300% in più nei vent’anni considerati (fatto 100 il 1992, l’indice del consumo pro capite nel 2013 risulterebbe pari a 396 circa), i servizi ricreativi e culturali, le vacanze e in particolare i beni e i servizi per le tlc, cresciuti nel periodo del 347%, anche per il formidabile effetto-prezzo positivo determinato dal continuo progresso tecnologico di queste categorie di prodotti. Le spese per la salute, cresciute cumulativamente del 67% circa, confermano il declino demografico e l’invecchiamento della popolazione, così come l’aumento di oltre il 27% per spese nei pubblici esercizi evidenzia abitudini di consumo sempre più extradomestiche, che si riflettono simmetricamente nella flessione di quasi il 5%, nel periodo, della spesa per l’alimentazione domestica. Infatti, con le debite cautele dovute a variazioni nella qualità e nella varietà di beni acquistati, si può affermare che la spesa pro capite reale per l’alimentazione domestica sia diminuita di circa 120 euro, mentre è cresciuta di 255 euro quella per l’alimentazione presso bar, trattorie e ristoranti. È, insomma, un’Italia che invecchia, che consuma sempre meno in quelle aree che una volta rappresentavano le funzioni e i bisogni primari (pasti in
La composizione dei consumi Se si guarda ai mutamenti intervenuti sul versante della composizione in termini quantitativi della spesa, emerge il tentativo delle famiglie di conservare, anche in momenti di difficoltà, i livelli di consumo di alcuni beni e servizi reputati particolarmente importanti nel determinare il livello di benessere, come, per esempio, il tempo libero. In netto ridimensionamento è risultata, dal 2007, dopo un lungo periodo di crescita, la quota dei consumi in quantità relativi alla mobilità e alle comunicazioni, scesi dal 18,9% del 2007 al 17,3% del 2011. Tale valore è destinato a registrare un’ulteriore caduta nei prossimi anni. Queste indicazioni sono confermate anche dalle dinamiche attese a livello delle 56 voci di spesa previste dalla classificazione Istat. In prospettiva le preferenze dei consumatori dovrebbero essere orientate a privilegiare quei consumi che permettono una migliore fruizione del tempo libero, sia in termini di gestione che di aumento della disponibilità, legati anche all’ICT domestico e a parte dei consumi alimentari. Saranno fortemente penalizzati gli acquisti di beni e servizi legati alla mobilità, ai viaggi e alle vacanze, segmenti per i quali le famiglie hanno mostrato nel 2012 una decisa tendenza al ridimensionamento, facendo emergere segnali di elevata criticità anche sul versante produttivo. Nel 2013 non emergeranno segnali di discontinuità nei trend di allocazione della spesa. La situazione in sintesi Le decisioni di consumo delle famiglie italiane ruotano inesorabilmente attorno al dilemma sul reddito disponibile: come potrà tornare a crescere? Le prime settimane dell’anno in corso non portano indicazioni favorevoli. Dall’alimentare alle immatricolazioni di auto, le vendite mostrano nuovi segnali negativi. La fiducia in gennaio si è portata ai livelli minimi dal 1996. Mancano, ad oggi, indizi concreti su cui costruire un’affidabile previsione d’inversione, a breve termine, del ciclo consumi.
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36 Osservatorio
RAPPORTO CSIL
FUTURO PROSSIMO VENTURO di Roberta Mutti
intervento di Stefania Tomasini, di Prometeia, ha fatto chiarezza sullo scenario economico italiano, evidenziandone le criticità. L’Italia ha chiuso il 2012 con una contrazione del PIL del 2,2% in termini reali e con un forte ridimensionamento dei consumi (-4% sempre in termini reali), in particolare con un calo dei beni durevoli, che hanno risentito notevolmente della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie. Anche per il 2013 la spesa dei consumatori italiani è prevista in calo (-1,1% a prezzi costanti), in seguito all’indebolimento del reddito disponibile delle famiglie e alla flessione del mercato del lavoro. L’eccesso di capacità produttiva, la selettività nelle concessioni di credito e le incertezze sul futuro frenano gli investimenti. Il contributo delle
L’
Alla fine di novembre 2012, come, di consueto, è stato presentato il Rapporto di Previsione sul Settore del Mobile, in Italia e nel mondo, a cura di CSIL. Pur con alcuni piccoli aggiustamenti, i consuntivi hanno sostanzialmente confermato quelle che erano le previsioni per il 2012 e, purtroppo, hanno evidenziato addirittura un peggioramento rispetto alle già negative previsioni.
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esportazioni nette alla formazione del PIL resta positivo nel 2013, ma va annullandosi nel biennio seguente a causa della ripresa delle importazioni. Il quadro macroeconomico italiano resta condizionato dalle incognite sul futuro governo, uscito poche settimane fa dalle elezioni politiche. Lo scenario internazionale ipotizzato è di un’economia mondiale è in fase di lenta crescita, caratterizzata da un maggiore dinamismo dei Paesi emergenti rispetto alle economie avanzate. In particolare, nel 2013, il prodotto interno lordo mondiale aumenterà del 3,6%; gli aumenti saranno dell’1,5% nelle economie avanzate e del 5,6% nei Paesi emergenti. Permangono rischi di un risultato peggiore delle attuali previsioni, a causa della situazione nella zona euro e delle incertezze negli Stati Uniti; comunque, anche nel medio periodo le prospettive di crescita dei paesi emergenti rimangono favorevoli. Il settore del mobile in Italia nel 2013-2015 Al quadro generale, ha fatto seguito l’intervento di Sara Colautti, focalizzato sul settore del mobile, che ha chiuso il 2012 si è chiuso con un mercato interno in forte sofferenza. Purtroppo, anche le aspettative sono negative, con un 2013 previsto ancora in calo, e probabilmente anche il 2014. Per avere una ripresa, leggera o decisa non si sa, si dovrà comunque aspettare il 2015. Nonostante l’export continui a crescere, per il biennio 2011/12 il calo della produzione si attesta intorno all’11% a prezzi costanti. Il 2013 sarà ancora un anno difficile per gli operatori del settore in Italia. La crescita del commercio internazionale e la recessione in Italia, si tradurranno in una diminuzione della produzione di mobili del 3% a prezzi costanti. Tale valore è spiegato sia da una domanda estera limitata dall’andamento dei principali
partner commerciali dell’Italia, sia dalla perdurante debolezza dei consumi interni (-6%), frenati dall’andamento dell’occupazione, del reddito disponibile e da un quadro della situazione economica delle famiglie improntato alla cautela. Il segno positivo: le esportazioni Un segnale positivo arriva dalle esportazioni, che sono in aumento, lento ma costante. Il primo dato positivo è che, per il 2012, il tasso di crescita è intorno al 2,5%, lo stesso tasso di crescita dei prodotti tedeschi; nei Paesi extra-Ue, la crescita dell’export dell’arredo made in Italy è superiore alla crescita della Germania.
38 FederlegnoArredo: SISTEMA ARREDAMENTO AL COLLASSO Nella Conferenza Stampa di fine anno, subito prima di Natale 2012, anche Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo, ha lanciato un grido di allarme. Il settore dell’arredamento in Italia è in ginocchio, con un calo del 39% registrato nel quinquennio 2007-2012, pari a un calo dei consumi da 33,8 a 20,6 miliardi di euro. Nel solo 2012, il calo dei consumi di arredamento in Italia è stato del 19,7%, addirittura peggiore del calo del 2009. In crisi anche le importazioni dall’estero, a dimostrazione che non c’è più spazio nemmeno per le alternative più economiche; le importazioni dalla Cina hanno registrato un -20%. Nel 2012 l’unica nota positiva è arrivata dall’export che, pur a fatica, ha tenuto il passo. Ma anche qui, negli ultimi mesi dell’anno si è registrato un preoccupante rallentamento nei mercati Ue 27, che rischia di compromettere il buon andamento delle vendite extra Ue (+10%), unico dato che ha consentito al sistema LegnoArredo di non crollare. Purtroppo, dati alla mano, è facile rendersi conto che il sistema non può reggersi solo sulle esportazioni: analizzando i fatturati delle aziende, si vede che dopo il crollo del 2009 (-18%), e una timida ripresa nel 2010 (+1,9%), il 2011 si è chiuso con un nuovo rallentamento (-4,2%), e il 2012 ha chiuso con un segno negativo (alla data di stampa, i dati relativi al 2012 non sono ancora disponibili, ndr); questo lascia facilmente prevedere che per molte aziende il 2013 sarà l’anno della resa dei conti. Purtroppo, questa situazione sta avendo effetti drammatici sull’occupazione: nel solo 2012, hanno chiuso 2.400 imprese, e sono stati persi 8.200 posti di lavoro. Dall’inizio della crisi a oggi sono oltre 10 mila le aziende che hanno cessato l’attività e più di 51 mila gli occupati in meno. Drammatica anche l’impennata delle ore di cassa integrazione (+697%) passate dalle 5.492 del 2007 alle attuali 43.772.
Le esportazioni verso i Paesi extra-Ue crescono a ritmo vivace; dal 2007, l’anno pre-crisi, al 2012, dopo 5 anni di Grande Recessione, le esportazioni italiane verso i Paesi extra-Ue sono aumentate dal 37,6% al 41,7%. In calo, naturalmente, l’export verso i Paesi dell’Europa occidentale, con Francia a -1%, Germania a -2,4%. Fuori dall’Europa, i principali mercati di destinazione sono ancora le Americhe, con gli Stati Uniti che nel 2012 sono tornati ai livelli dei 2007, e con un nucleo di Paesi dell’America latina piuttosto interessante (Messico, Cile, Colombia, Venezuela); per tutti questi Paesi il tasso di crescita dell’economia dal 2013 al 2015 è previsto a una quota superiore all’1%. In Europa, mercati che ancora danno risposte positive sono Francia e Russia, per cui si prevede che possano tornare ai livelli pre-crisi; l’Ucraina è un altro mercato che sta registrando buone performance. Le prospettive per gli altri Paesi europei sono negative, fatta eccezione per l’est Europa e qualche Paese del nord Europa. Per quanto riguarda il mondo, Medio Oriente e Africa sono ancora molto piccoli, ma hanno tassi di crescita interessanti; il boom della crescita è comunque previsto ancora in Asia Pacifico, dove si prevede una crescita economica a tassi del 7% annui. Nel 2013 ci si attende dunque una crescita delle esportazioni pari all’1% a prezzi costanti. Le imprese che esportano Nel rapporto di Previsione 2013, CSIL ha indagato la situazione delle imprese italiane, per capire chi sono e quante sono le imprese italiane che esportano. Il primo dato è che le aziende che esportano
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abitualmente sono circa 5.000, quindi il 23% del totale, ma è un 23% che genera il 64% dell’occupazione: sono quindi le più grandi e più strutturate. All’interno di questo gruppo vi è poi un sottoinsieme di operatori che alle esportazioni affiancano anche altre forme di internazionalizzazione quali accordi commerciali, jointventure, investimenti produttivi. Ma questi rappresentano un gruppo di dimensione limitata. L’approccio ai mercati esteri delle imprese italiane del settore resta ancora quindi piuttosto “tradizionale”. I dati raccolti hanno consentito di suddividere le imprese italiane in 5 gruppi omogenei. Domestic Oriented: imprese micro e piccole, che non esportano,e hanno avuto performance molto negative tra il 2007 e il 2011; tendenzialmente non hanno un brand (riconoscibile o non), dedicano poca attenzione alle certificazioni, partecipano solo a fiere locali, spesso sono terzisti, comunicano poco. Questo è il cluster di dimensioni maggiori. Opportunity Driven; imprese tendeziamente di piccole dimensioni, con meno di 50 addetti, esportano, ma con una quota di export inferiore al 30% dei ricavi, non hanno una vera strategia di internazionalizzazione. Fanno investimenti in innovazione tendenzialmente al di sotto della media, danno poca attenzione alle certificazioni, non hanno altre modalità di presenza sui mercati internazionali. In genere, sono presenti in Paesi vicini all’italia, principalmente Europa o area del Mediterraneo, e si aspettano di crescere in queste aree limitrofe.
LA PROPOSTA DI FEDERLEGNOARREDO E FEDERMOBILI La proposta lanciata da FederlegnoArredo e Federmobili è tanto semplice quanto efficace: includere gli arredi fra le opere ammesse alla detrazione del 50%, già prevista per le ristrutturazioni edilizie, considerando gli arredi fissi come parte integrante della riqualificazione edilizia delle abitazioni. Questa misura, sottoscritta da tutti i più importanti attori della filiera, non comporta nessun incremento aggiuntivo dei costi per lo Stato già previsti dal decreto Sviluppo, e potrebbe contribuire a rilanciare i consumi interni, in crisi gravissima. Purtroppo, la misura non è stata inclusa nel Decreto Sviluppo di fine 2012, ma non è stata accantonata; al contrario, è stata recuperata nella campagna elettorale di alcuni partiti. Ci si augura dunque che la politica si decida ad essere vicino ai cittadini anche e soprattutto nel sostegno delle attività produttive.
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Entrants and Established Exporters: sono aziende di dimensioni più grandi, hanno una quota di export tra il 30% e il 60% del fatturato, esportano e hanno anche accordi commerciali all’estero, investono in innovazione, sono attenti alle certificazioni. Tra queste, ci sono molte aziende giovani, che sono nate già con un struttura per essere presenti all’estero, e sono già anche in mercati lontani e complessi, come l’America o i Paesi asiatici. International Players: imprese con una forte vocazione internazionale, hanno tra i 50 e i 250 addetti, esportano oltre il 60% del fatturato. Operano sui mercati esteri con diverse modalità, prevedono joint-venture, negozi di proprietà; i prodotti sono di fascia medio-alta, non necessariamente di design, e hanno un brand riconoscibile. Front-Runners: al top della classe degli esportatori, hanno dimensioni medio-grandi, e una presenza capillare sul territorio. Molto strutturate dal punto di vista commerciale, hanno una gestione evoluta dei sistemi di comunicazione e dei social network, un contenuto e investimenti in innovazione sopra la media, un brand riconosciuto dai professionisti e a volte anche dai consumatori, esportano più del 50%. Ognuno di questi cluster presenta caratteristiche ben definite, con differenti tassi di successo nel corso degli ultimi anni. Non è stata rilevata una grande differenza nei Paesi di riferimento per le imprese dei singoli cluster, ma le modalità di presenza e altri fattori di prodotto, fascia e organizzazione dell’azienda influenzano notevolmente il tasso di successo sui singoli mercati. Le imprese più giovani sembrano avere una vocazione internazionale obbligata che le ha portate ad orientarsi verso forme di internazionalizzazione più complesse e a muoversi in
un’ottica di medio-lungo periodo senza pretendere risultati immediati. All’interno dei cluster International Players e Front-Runners sono stati rintracciati casi di successo rappresentati da imprese che, puntando su alcuni fattori strategici, sono riuscite meglio di altre a limitare i danni arrecati dalla crisi e persino ad incrementare il proprio fatturato. Questi produttori italiani, di fronte al crollo della domanda interna (ma alcuni anche prima della crisi economica internazionale) si sono impegnati ancora di più per vendere all’estero anche sui mercati più lontani, riducendo ove possibile i margini e cercando soprattutto di puntare su fattori di competitività diversi dal prezzo, quali un aumento del contenuto di innovazione e di qualità del prodotto, della produttività e dei servizi offerti al cliente e una gestione più efficace delle reti distributive a livello internazionale. Sul fronte dei mercati, la domanda estera nel prossimo triennio continuerà a crescere, ma non in quei paesi più vicini e più rilevanti per l’Italia dove invece sono ora dirette più della metà delle vendite delle imprese italiane. In questi mercati un approccio di tipo tradizionale può non essere sufficiente a consolidare ed aumentare le posizioni raggiunte e nuove mete sono da individuare. Il contesto dei mercati nei quali le opportunità saranno maggiori nei prossimi anni è in continua evoluzione e la sempre più diffusa circolazione delle informazioni e la frammentazione della catena del valore rendono meno uniche o esclusive alcune capacità o competenze. Questo scenario richiede una maggiore reattività ed adattabilità da parte dei produttori italiani senza perdere di vista l’ottica di medio-lungo periodo.
第十九届中国国际家具展览会 19^ China International Furniture Expo 2013年9月11-15日 11-15 settembre, 2013 上海新国际博览中心 Shanghai New International Expo Centre
Selezionando il meglio da
3,000 espositori
www.furnitureinchina.com Mostre concomitanti: FMC China 2013 11-14 settembre, 2013
Shanghai World Expo Exhibition & Convention Center
China National Furniture Expo 11-16 settembre, 2013
JSWB Global Home Furnishings Center
Agente in Italia: SEINT SRL
Ms. Francesca Porto Email:seint@seint.com Tel: +39 (02) 825 3326 Fax: +39 (02) 825 5019
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IL MASTER E LA PROFESSIONE
di Egle De Benedetti
bbiamo parlato con Denise Archiutti, Group Controller di Veneta Cucine, azienda sponsor fin dalla prima edizione, delle potenzialità di una formazione specifica quale supporto ai percorsi professionali.
A
Come valuta l’esperienza formativa di questo Master? Considero l’offerta formativa di questo Master senz’altro molto positiva. Per Veneta Cucine, in particolare, si è rivelata La seconda edizione del Master in un’esperienza preziosa: i due studenti della prima edizione che effettuato, nel 2012, lo stage presso di noi, in seguito sono Interior Design Retail Management, hanno stati assunti stabilmente. istituito da Innova.com in L’avvio del Master, è coinciso con la scelta aziendale di creare collaborazione con il Poli.Design e un laboratorio delle idee, in cui si cerca di far interagire i progettisti e i creativi interni con il mondo esterno, per accelerare l’evoluzione patrocinato da Federmobili, dell’azienda su ricerca e sviluppo, sia di prodotto, sia di FederlegnoArredo, e comunicazione. Circa due anni fa, abbiamo deciso di aprire a questo laboratorio dall’Assessorato al Commercio, di idee, in cui sono stati sviluppati percorsi sia con designer Turismo e Servizi della Regione stranieri, per esempio in India e a Malta, sia con studenti, tra cui gli Lombardia, è in pieno svolgimento. stagisti del Master di Innova.com. Riteniamo che quest’ampliamento dell’innovazione di progetto sia il modo giusto per mantenere una finestra sempre aperta sul
43 Il Master proposto da Innova.com e Poli.Design è arrivato nel momento giusto, quando noi avevamo già cominciato un percorso di ricerca con Domus Academy, con cui abbiamo portato a termine diversi progetti. Già da tempo siamo consapevoli che la presenza di giovani in azienda sia un’importante fonte di ispirazione, anche perché hanno sicuramente una maggiore confidenza con le nuove tecnologie e le nuove forme di comunicazione. Come naturale conseguenza di quest’approccio, già da un po’ di anni investiamo su questi percorsi di formazione, che comprendono sempre un periodo di stage presso i nostri uffici. Può capitare, come è successo con le due studentesse del Master, che il rapporto si evolva, e si trasformi in una posizione di lavoro stabile. Oggi il Made in Italy ha bisogno più che mai di essere tutelato e, in qualche caso, reinventato. La formazione specifica di livello superiore, come è il caso di questo Master, può aiutare a diffondere nel mondo la cultura del Made in Italy di qualità? In che modo? La formazione specifica di alto livello è sempre utile. In questo caso particolare, le due studentesse hanno elaborato competenze che hanno portato Veneta Cucine ad arruolarle nel compito di “ambasciatrici nel mondo” del nostro marchio, ovvero di professioniste presenti nei nostri Centri Cucine internazionali. La richiesta di figure professionali specifiche ci arriva direttamente dai nostri rivenditori, che sempre più ci richiedono progettisti in grado di aiutarli a valorizzare i nostri prodotti, caratterizzati dall’elevato grado di complessità che deriva dall’essere design Made in Italy. Nei Paesi più strategici, abbiamo bisogno di figure che siano di appoggio ai nostri rivenditori, che ci richiedono designer in grado di interagire con il progetto di un prodotto italiano; la nostra azienda sta lavorando attivamente per l’internazionalizzazione, e per questo la formazione del personale è molto importante. È naturale che i rivenditori debbano fare la loro parte, ma se l’azienda offre un supporto mandando proprio personale, è senz’altro di aiuto. Quale valore aggiunto può aggiungere la formazione specifica in un mercato complesso, qual è quello dell’arredo di design di alta gamma? I Master, in generale, sono corsi di specializzazione in un settore specifico, quindi è naturale che siano utili per la crescita professionale. Il Master
in Interior Design Retail Management, è particolarmente utile, soprattutto per due aspetti: il primo, è rappresentato dall’interazione tra il percorso in aula e il periodo di stage in azienda, l’altro, non meno importante, è dato dall’elevata qualità delle aziende sponsor. Ultimo, ma non da ultimo, giova anche alle aziende, in quanto possono arricchire la propria attività con profili con competenze specifiche. Il mercato italiano dell’arredamento sta attraversando un momento molto difficile, sia per il calo generalizzato dei consumi, sia per il momento di rigenerazione che sta attraversando la distribuzione. La formazione specifica per il retail può aiutare i rivenditori italiani in questo processo di rinnovamento? In Italia in questo momento il mercato ha subito una contrazione molto significativa, così significativa che anche l’uscita di aziende del mercato non lascia molto spazio per le altre. Il settore del mobile, in generale, da diversi anni è in forte contrazione, e anche per il 2013, almeno per il primo semestre, non ci aspettiamo miglioramenti sostanziali; tuttavia, è difficile anche fare previsioni, in questo momento. Certo, una selezione, sia dei produttori, sia dei rivenditori, è già in atto, ma la professionalità fa sempre la differenza, quindi la formazione è sempre utile. Io mi sentirei di consigliare un Master come questo anche ai rivenditori con un’attività già avviata, non solo agli studenti: penso che la formazione sia importante a qualsiasi età, che non ci siano limiti per migliorare il proprio approfondimento, la propria crescita. Noi promuoviamo attivamente la formazione anche all’interno della nostra azienda, incoraggiamo i nostri dipendenti a migliorare le proprie competenze; la formazione è uno strumento per aprirsi al mondo ed evolvere più velocemente.
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44 Innova.com l 7 e 14 febbraio si è tenuto a Savona il corso Pricing for Profit, organizzato da Innova.com e commissionato dell’Agenzia Da Costa, di Luca e Paolo Da Costa. L’incontro tra lo staff di Innova.com e gli agenti è avvenuto alla Fiera Abitare il tempo 100% Project lo scorso ottobre; gli agenti avevano conosciuto la realtà di Innova.com grazie ad alcuni rivenditori rimasti molto soddisfatti dalla partecipazione ai nostri corsi. Da qui è nata l’idea dell’agenzia di realizzare un corso per i loro clienti a Savona. Gli agenti hanno deciso di optare per il corso Pricing for Profit, che Innova.com aveva realizzato, con grande consenso di pubblico, lo scorso luglio. La scelta del tema del corso è scaturita dalla consapevolezza che, nella fase di mercato in cui ci troviamo ormai da alcuni anni,le azioni sui costi sono state già attivate, ed è opportuno quindi lavorare altrove, cioè sul fronte prezzi/margini. L’iniziativa dei due agenti è stata accolta con molto entusiasmo; hanno aderito 11 aziende per un totale di 18 partecipanti. Un risultato eccellente considerando che si trattava di un progetto sperimentale. Il docente è stato molto apprezzato, per la sua chiarezza, la sua praticità nel fornire tecniche di pricing di immediata applicazione e la sua capacità di tenere alta l’attenzione in aula. Questi i messaggi che hanno maggiormente coinvolto la classe: “È proprio in un momento di forte tensione sui prezzi che le aziende devono comunicare ed enfatizzare al massimo il proprio valore, in modo tale da giustificare un certo livello di prezzo sotto cui è pericoloso scendere, per quanto aggressiva sia la concorrenza. Alcune aziende pensano che praticare prezzi bassi sia una leva promozionale sufficiente ad attirare clienti e guadagnare mercato. Questa può essere una leva che funziona nel breve periodo ma non sul lungo termine. Agire sui prezzi però non vuole dire necessariamente che bisogna fare “aumenti”, ma mettere in atto un processo articolato, con l’obiettivo di migliorare i margini senza creare turbolenze sui clienti. È dimostrato da più fonti che le azioni sui prezzi hanno un impatto sui profitti aziendali sensibilmente superiore rispetto a quello derivante dal taglio dei costi.” Anche l’agenzia è rimasta molto soddisfatta dell’iniziativa, questo il loro commento “Esperimento perfettamente riuscito! Vedere produttori e rivenditori lavorare insieme per affrontare temi che affliggono l'intera filiera è stato il più bel risultato!” Si può sicuramente affermare che la formazione in questo contesto è stata un momento di forte interazione e visione critica delle questioni; due giornate dinamiche , efficaci e concrete. Obiettivo centrato! Da parte di Innova.com un plauso va all’agenzia Da Costa che ha considerato la formazione un fondamentale strumento per essere reattivi ai cambiamenti in atto; ci auguriamo che questo sia l’inizio di una collaborazione proficua e duratura.
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SU MISURA
PRICING FOR PROFIT
di Laura Galluzzo
Aziende partecipanti Arredamenti Certosa Boagno arredamenti Da Costa design Gastaldi arredamenti
Kitchen store Alba Kitchen store Alessandria Mobilificio Boero Peragallo arredamenti
Profili Siffredi mobili Valmobil
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46 Leggi Fisco Finanza entile Federmobili, Vi espongo la nostra situazione aziendale e Vi chiedo se esiste una via d’uscita ragionevole a seguito della “riforma Fornero”.
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La nostra forza lavoro è rappresentata dalle seguenti tipologie di contratti: 14 dipendenti in vari settori (addetti mostra, ufficio tecnico, amministrazione, reception) a tempo indeterminato, di cui solo 2 venditori; 1 dipendente receptionist a tempo determinato (fino al 18/03/13); 8 associati in partecipazione venditori; 4 collaboratori occasionali venditori; 4 venditori a partita iva. La legge in vigore ci costringerà a trasformare le ultime 3 tipologie in contratti da dipendente a tempo determinato o indeterminato a seconda se hanno superato o meno i 36 mesi di lavoro presso di noi. Essendo i venditori figure professionali che devono essere incentivate, temiamo che un rapporto di lavoro
IL QUESITO
LA “FORNERO” IN OPERA di Nadia Giovannacci
considerato “fisso” generi una sorta di naturale appagamento… a scapito del fatturato aziendale. L’unica soluzione che ci viene in mente è legare una parte della retribuzione ad una forma di produttività in relazione al commissionato conseguito, ma all’atto pratico non sappiamo come regolarci…”
Una lettera che abbiamo ricevuto da parte di un nostro lettore ci dà l’occasione di interpretare praticamente alcuni aspetti della riforma Fornero, e capirne gli effetti sull’organizzazione aziendale.
Quesito molto difficile e la risposta forse non piacerà a chi spera che gli vengano tolte le castagne dal fuoco. Innanzi tutto occorre inquadrare correttamente il problema: la realtà che ci viene presentata dal nostro associato è piuttosto strutturata, eppure su una quindicina di dipendenti subordinati a tempo indeterminato solo due sono addetti alla vendita. La parte più cospicua delle vendite è affidata a contratti di associati in partecipazione, giustificando tale scelta con il meccanismo variabile dei compensi, ben diverso dalla rassicurante regolarità delle
retribuzioni da dipendente. Addirittura, quattro consulenti sono definiti occasionali: non viene specificato quale tipologia regoli tali contratti, ma presumiamo che essi siano riferiti all’art. 2222 del Codice
47 Civile, piuttosto che al sistema dei voucher. L’opportunità di agganciare una parte del salario a parametri variabili declinabili a livello aziendale è tema assai caro ai consulenti di Federmobili, che fin dal lontano 1998 hanno presentato e supportato azioni in tal senso durante le lunghe discussioni propedeutiche alla chiusura del contratto collettivo in Confcommercio. Ahimè, fino ad oggi non sono stati ottenuti risultati e quindi dobbiamo trovare soluzioni alternative sulla scorta di ciò che abbiamo a disposizione ossia la vigente legislazione. La scelta di un contratto piuttosto che un altro dipende anche molto dalle convinzioni personali: difficile pensare a una compagine di venditori a contratto variabile, con obbligo di frequenza giornaliera, gestione di orari, presenze e soprattutto assenze. Se si verificasse il rigido rispetto di un’organizzazione strutturata del lavoro, con controllo gerarchico e potere decisionale in capo al datore, non si potrebbe parlare di associato in partecipazione, poiché il rapporto sussistente sarebbe chiaramente di natura subordinata. Ciò non di meno, è più che comprensibile la volontà di non snaturare totalmente l’attuale scelta organizzativa impostata su forme retributive variabili legate ad obiettivi. Anzi, si può pensare di mantenere questo assetto trasformando gli attuali associati in part-timer di tipo misto o verticale: non è detto che siano necessarie 40 ore settimanali, meglio piuttosto studiare una pianificazione degli orari più articolata, ovviamente con presenze più consistenti nei giorni di punta e diluite nei giorni o nelle fasce orarie meno frequentate. Non è un’operazione banale: bisogna infatti reimpostare con attenzione modalità e tempi di lavoro in modo che il motore della macchina aziendale giri al meglio e senza consumi ingiustificati. Tuttavia, in un periodo in cui i costi fissi devono
essere controllati fino all’ultimo centesimo, dedicare il giusto tempo alla pianificazione attenta degli orari può portare ad economie significative. Il part-time verticale può essere concordato anche sull’anno: mesi o frazione di anno a full-time e altri con forte contrazione se non addirittura azzeramento della prestazione. L’obiettivo che si raggiunge con un part-time è il controllo della retribuzione fissa, quella su cui maturano gli istituti contrattuali differiti come ad esempio mensilità aggiuntive, trattamento di fine rapporto, ferie e permessi, festività di calendario. In questo modo, come già intuito dall’amico lettore, rimarrà ovviamente una parte variabile legata al conseguimento della vendita: sarà sì imponibile a tutti i fini (previdenziale e fiscale), pur tuttavia sarà ancora gestibile e controllabile, e garantirà una corrispondenza tra il fatturato aziendale e la produttività degli addetti. Non dimentichiamo che negli anni la contrattazione collettiva ha, seppur parzialmente, interpretato l’esigenza di alleggerire la retribuzione differita: oggi un lavoratore dipendente impiega ben 4 anni a raggiungere la maturazione completa di ferie e permessi; la carenza dei primi tre giorni di malattia subisce decurtazioni dopo i primi eventi (calcolati in anno civile). Va poi considerato che i cambiamenti posti in essere dal datore di lavoro hanno effetti dal momento in cui vengono attuati, mentre in caso di verifica ispettiva, si rischia (il tono precauzionale è d’obbligo) il disconoscimento dei rapporti di associazione anche per il periodo pregresso, fino a 5 anni indietro. Se ciò si verificasse, i benefici della maturazione graduale dei permessi salterebbero, e ulteriore conseguenza sarebbe il ritrovarsi da zero a cento la dimensione aziendale oltre i 15 addetti subordinati, da cui scaturirebbero obblighi di denunce non ottemperati (quota disabili ex
Legge 68/99, maturazione permessi per riduzione orario supplementari per tutta la struttura aziendale ecc.). Non sottovalutiamo anche la possibilità di colmare gli spazi creati dall’eventuale passaggio a part-time con stage o tirocini da parte di personale anche solo teoricamente formato, come possono essere laureandi in architettura. Tali figure non sarebbero ovviamente sostitutive di personale addestrato alla vendita, ma avrebbero qualifica adatta per supportare la clientela in visita esplorativa e creare contatti per un approfondimento successivo. Il lavoro occasionale, se veramente tale, può certamente sussistere; se invece stiamo ancora parlando di addetti alla vendita di supporto in giornate particolari (sostituzione personale assente, fiere o aperture eccezionali), compatibilmente con la nuova normativa si potrebbe valutare il lavoro intermittente o a chiamata di soggetti sotto i 25 e oltre i 55 anni. È una forma di rapporto molto più libera del part-time, poiché non c’è l’obbligo di una retribuzione minima garantita. Per ciò che concerne le partite IVA, nei sei mesi successivi alla riforma Fornero - che pur non ha sconvolto certe impostazioni di base sulle differenze tra lavoro autonomo e subordinato - sono usciti chiarimenti e interpretazioni che non spostano più di tanto il problema: attenzione al fatturato, che non va scandito in fatture mensili simili a uno stipendio né deve essere monopolizzato da un solo committente, occhio alla postazione di lavoro che non deve essere totalmente sovrapponibile a quella di un dipendente, ma deve comprendere un minimo di struttura aziendale propria. Non è precisato nel quesito del nostro associato, ma se stiamo parlando di professionisti per cui questa è solo una fra una rosa di collaborazioni in atto, anche il ministro in persona non avrebbe nulla da obiettare.
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48 Leggi Fisco Finanza l decreto legge “crescita-bis” dell’ottobre 2012 ha stabilito che, a decorrere dal 1° gennaio 2014, tutti i soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare, su richiesta del cliente, pagamenti effettuati attraverso carte di debito. Per sgombrare il campo da ogni possibile dubbio, ricordiamo che le carte di debito sono quelle carte (come il Pagobancomat, Postamat, Maestro), per le quali, dopo la strisciata sul POS, l’addebito avviene in modo pressoché diretto sul conto corrente del cliente. Con la carta di credito, invece, l’addebito non avviene in modo diretto, ma in modo differito sul conto del cliente. Pertanto, oltre che a costituire un mezzo di pagamento, la carta di credito è anche un mezzo di
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E-BANKING
LE CARTE DI PLASTICA di Ernesto Ghidinelli
finanziamento del consumatore che ne può favorire la propensione all’acquisto. Come noto, le commissioni addebitate agli esercenti per gli incassi tramite carte di credito sono in generale più elevate rispetto a quelle applicate per le carte di debito. La conseguenza pratica principale della nuova citata disposizione legislativa, è che dal 1° gennaio 2014 tutti i soggetti che esercitano attività economica o professionale dovranno disporre di uno strumento per accettare pagamenti con carte di debito, ossia saranno obbligati a dotarsi di un POS. Si tratta di una cosa di non poco conto. Si stima che l’adeguamento alla nuova disposizione comporterà l’istallazione di oltre 2 milioni di nuovi POS. Teniamo presente che, ad oggi, ne risultano istallati in Italia circa 1,3 milioni.
Obbligo per tutti gli esercenti e professionisti, a decorrere dal 1° gennaio 2014, di accettare pagamenti effettuati con carte di debito. Nel frattempo, a livello europeo, è attesa entro breve una nuova presa di posizione della Commissione UE.
Le commissioni bancarie Di fronte alla nuova disposizione, le associazioni delle piccole e medie imprese - e del commercio in
49 particolare - hanno evidenziato nelle varie sedi istituzionali che se, da un lato, la modernizzazione del sistema dei pagamenti può rappresentare un obiettivo per il miglioramento delle condizioni di efficienza dell’intero sistema economico, dall’altro tale miglioramento non può essere aggravato dall’attuale livello delle commissioni che le imprese devono pagare per gli incassi tramite POS. Ma la questione dell’onerosità e della necessità di una maggiore trasparenza delle commissioni bancarie non viene sollevata solamente dalle associazioni di rappresentanza delle imprese. Anche la Commissione europea nel suo Libro verde “Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti tramite carte, internet e telefono mobile” ha evidenziato che raramente i consumatori sono consapevoli del costo totale dell’utilizzo di un determinato mezzo di pagamento, vale a dire non solo dei costi a loro carico, ma anche delle spese sostenute dai commercianti. Se il costo di utilizzo dei diversi strumenti (carte, contanti, assegni) è lo stesso per i consumatori, essi tendono a credere che la loro scelta del mezzo di pagamento utilizzato non abbia alcuna incidenza per il commerciante. Ne consegue che i consumatori scelgono lo strumento di pagamento in base alla praticità, oppure per gli eventuali vantaggi che tale strumento può apportare loro. Lo strumento di pagamento scelto dal consumatore può però non essere il migliore in termini di costi reali per l’economia. Pertanto, la Commissione UE ritiene che rendendo più trasparente il costo totale dell’utilizzo dei diversi strumenti di pagamento si potrebbe abbassare il costo totale dei pagamenti per l'economia. Tale obiettivo potrebbe essere raggiunto informando correttamente i consumatori sui costi a carico del commerciante per l'utilizzo di un determinato strumento di pagamento. In coerenza con questi orientamenti, il decreto conosciuto con il nome di “SalvaItalia” del dicembre 2011 ha attribuito all’associazione bancaria, alle associazioni delle imprese maggiormente significative a
livello nazionale e ai gestori dei circuiti di pagamento, il compito di definire le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni a carico degli esercenti. Ciò, così afferma il decreto Salva-Italia, tenuto conto della necessità di assicurare trasparenza e chiarezza dei costi, nonché di promuovere l'efficienza economica nel rispetto delle regole di concorrenza. Il confronto tre le varie parti interessate non è stato facile. Sulla base degli elementi emersi dal confronto tra le parti è previsto che, entro breve, il Ministero dell’economia e delle finanze emani disposizioni finalizzate a favorire una riduzione delle commissioni. Ma quali potranno essere queste disposizioni? Nuove disposizioni allo studio Cerchiamo di anticipare le principali linee di intervento previste: Un primo tema è quello della pratica delle spese accorpate (il cosiddetto blending) applicata dalle banche agli esercenti. A causa dell'accorpamento delle spese, il commerciante si vede addebitare dall'acquirer solo una commissione media per i pagamenti con carta e non viene informato delle commissioni interbancarie applicate alle singole categorie di carta. Modificando le norme che disciplinano i sistemi di pagamento si potrebbe conferire più potere ai commercianti nella negoziazione con le proprie banche, migliorando nel contempo la capacità degli esercenti di influenzare le decisioni dei consumatori. In base a ciò le banche dovrebbero essere obbligate a differenziare le commissioni non solo sulla base delle diverse tipologie di carta (es. carta di debito o di credito), di circuito (es. domestico o internazionale) ma anche riguardo ad eventuali ulteriori specifiche caratteristiche tecnico-funzionali che potrebbero richiedere o beneficiare di una differenziazione tariffaria (ad esempio, carta aziendale, carta chip, e-commerce). Un’ulteriore innovazione normativa prevista è quella relativa all’applicazione di commissioni agli esercenti differenziate sulla base dei volumi delle transazioni eseguite. Ciò al fine di condividere i benefici derivanti dalle economie di scala
e favorire lo sviluppo degli strumenti elettronici. Tale previsione dovrebbe essere estesa anche alle convenzioni sottoscritte con gruppi di esercenti o associazioni rappresentative, con l’obiettivo di traslare i benefici indotti dai vantaggi di scala anche sui commercianti minori. Un’ulteriore parte del prossimo decreto ministeriale sarà inoltre dedicato ai criteri di applicazione delle commissioni all’esercente, al fine di favorire l’utilizzo di carte di pagamento per importi ridotti. In particolare, è prevista la definizione di criteri per l’applicazione commissioni unitarie ridotte per le transazioni di importo inferiore ai 30 euro. Oltre al citato provvedimento normativo nazionale, è previsto che, sempre nei prossimi mesi, la Commissione europea intervenga per regolamentare la cosiddetta “commissione interbancaria”: tale commissione è corrisposta dalla banca del commerciante alla banca che ha emesso la carta di plastica utilizzata dal consumatore ogni volta che quest’ultimo effettua un pagamento su Pos). Questa commissione rappresenta la componente più rilevante degli oneri sostenuti dal commerciante per gli incassi Pos. Il settore delle carte di pagamento possiede caratteristiche distintive rispetto ad altri comparti economici. Per la produzione ed erogazione dei servizi di pagamento e incasso è infatti necessaria una stretta interazione tra i soggetti che partecipano alla produzione del servizio stesso con la fissazione di regole e standard comuni di coordinamento e cooperazione. La presenza di tali regole e standard non deve però ostacolare lo sviluppo di dinamiche competitive tra i vari operatori, al fine di consentire condizioni di reale efficienza nell’erogazione dei servizi a vantaggio di tutti gli utilizzatori finali. Come abbiamo visto, qualcosa si sta iniziando a smuovere a livello normativo in materia di pagamenti elettronici, sia in Italia che in Europa Sarà nostra cura tenere aggiornati i lettori non appena i provvedimenti che abbiamo fin qui anticipato entreranno effettivamente in vigore; ciò anche per valutarne la effettiva portata.
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FIERE D’INVERNO
IMM COLOGNE E LIVING KITCHEN
di Roberta Mutti
on 142 mila visitatori provenienti da 137 diversi Paesi, si è chiusa il 20 gennaio l’edizione 2013 di Imm Cologne, l’annuale Salone del Mobile tedesco, in cui i visitatori si sono distinti soprattutto per l’internazionalità, con il 13% in più di operatori provenienti dall’estero, il 42% del totale; un risultato importante, che conferma l’interesse dei buyer mondiali per i prodotti europei. Un risultato che conferma anche il successo di LivingKitchen, la rassegna biennale dedicata al mondo della cucina, in crescita esponenziale, sia per espositori sia per visitatori. Provenienti un po’ da tutto il mondo, gli operatori esteri hanno confermato l’interesse da parte dei Paesi dell’Europa dell’Est e dei Paesi asiatici, presenti in forze a Imm Cologne e LivingKitchen; in particolare, si è registrata una forte presenza di visitatori provenienti dalla Russia e dalla Cina, e una conferma per le nazioni tradizionalmente molto presenti – Olanda, Belgio, Italia, Austria, Svizzera. Gerald Böse, presidente di Koelnmesse, ha dichiarato: “Quest’anno abbiamo rispettato pienamente le previsioni; abbiamo avuto più espositori, più internazionalità, da tempo non contavamo tanti espositori italiani, e i visitatori hanno potuto ammirare molte autentiche novità. Nel complesso questo risultato indica che Imm Cologne è tornata ai vertici del settore
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Boom di presenze dall’estero a Imm Cologne, che centra gli obiettivi anche grazie a LivingKitchen, la biennale dedicata al mondo della cucina.
51 A sinistra: stand a Imm Cologne 2013. a destra: lo stand Skitsch, a Imm Cologne. In basso: Indonesian Furniture Pavillion, Erlannga B. NH. erlanggarattan.com Nella pagina seguente: in alto, un’immagine di Das haus, di Luca Nichetto. In basso, un’altra immagine da uno stand. imm-cologne.com
del mobile.” Dirk Uwe Klaas, general manager dell’Associazione dell’industria tedesca del mobile, pur esprimendo soddisfazione per l’andamento della Fiera, si è soffermato sull’attuale situazione del mercato del mobile in Germania, che non prevede crescita, almeno per i primi mesi del 2013. “Il fatturato totale per il 2012, ha spiegato Klaas nel corso della conferenza stampa di apertura, è stato di 17,2 miliardi di dollari, il 2% in più rispetto al 2011. Il settore cucina, in particolare, ha avuto un incremento delle vendite del 5,6%, fino a ottobre 2012, e il 70% circa del fatturato è stato realizzato sul mercato interno, in cui i produttori tedeschi fronteggiano la concorrenza asiatica, soprattutto cinese; le importazioni dalla Cina hanno subito un aumento dell’11%. Le esportazioni continuano un trend leggermente positivo (+1%), anche se tra i mercati di sbocco ricominciano ad acquistare importanza l’Asia (+11%), il Nord America (+13%), e la Russia (+19%), a scapito dei Paesi europei che registrano un calo diffuso (-3% in totale), pur se in misura differente; si va dall’Olanda con 10,3%, alla Francia con -4,2%, l’Italia ha avuto un calo dell’8,7% e l’Austria dell’1,6%; fa eccezione la Svizzera, che ha registrato un aumento del 6,3%.” D3 Talents: i giovani talenti Ricca anche quest’anno D3 Talents, la piattaforma dedicata ai giovani designer e alle scuole, caratterizzata dalla presenza di prototipi e progetti di designer non ancora integrati nel “sistema design”, e provenienti da tutto il mondo. All’interno di D3 Talents, D3 Contest, in
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per la concretezza delle visite ricevute non solo da operatori professionali dell’area tedesca e nordeuropea, ma provenienti anche da quei mercati lontani in maggior sviluppo e sempre più interessanti per l’export delle nostre aziende. Italiano era anche il designer Luca Nichetto, autore di Das Haus, una sorta di Casa Ideale progettata e arredata al centro del padiglione 3: arredi disegnati dallo stesso Nichetto, molti pezzi storici e tantissimo verde, per un habitat a misura d’uomo. È una conferma di come il design italiano sia ancora apprezzato nel mondo. Grande il riscontro ottenuto anche da LivingKitchen che, alla sua seconda edizione, ha riscontrato un boom di presenze, confermandosi così un evento internazionale di eccellenza nel settore della cucina. collaborazione con il German Design Council, ha premiato con il primo posto un interessante progetto di libreria in legno senza viti né colle, assemblata con un sistema di incastri, progettata da Lucien Gumy. Italia in prima fila Sempre di più le aziende italiane che dominano i padiglioni del design: B&B Italia, Kartell, De Padova, Lago, MDF Italia, La Palma, Poliform, Porro, Riva1920, Skitsch, solo per citarne alcune: le 125 aziende italiane presenti a Colonia (il doppio rispetto al 2012) hanno espresso grande soddisfazione, in particolare
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di Roberta Mutti
IL GRANDE RILANCIO DELLA MALESIA rande partenza per MIFF, la fiera annuale del mobile di Kuala Lumpur che, grazie alla nuova gestione da parte di UBM, si è presentata all’appuntamento di marzo con un aumento del 25% degli spazi espositivi, ricavati sia negli spazi del Putra World Trade Center, sia nelle sale del MECC, Matrade Exhibition & Convention Center. Più superficie, ma anche più espositori, e di migliore qualità: un’operazione di rilancio della fiera più rappresentativa della Malesia, che si riflette anche in una migliore qualità dei prodotti. Negli ultimi mesi, le aziende malesi hanno lavorato incessantemente all’innalzamento
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della qualità dei loro prodotti, sia dal punto di vista dell’impiego dei materiali, sia sotto l’aspetto estetico, sfornando arredi di gusto più internazionale e contemporaneo. Con oltre 500 espositori, e oltre 20.000 visitatori provenienti da 140 Paesi, MIFF si conferma come una rassegna di grande rilievo per l’area del Sud-Est Asiatico, una delle aree più importanti e popolose dell’Asia. Tra i 10 più importanti esportatori di arredamento nel mondo, la Malesia esporta attorno all’80% della sua produzione; i principali mercati di sbocco per questi prodotti no brand sono il Giappone, gli Stati
Uniti e l’Australia, con una forte crescita in Medio Oriente, Russia, e Nord-Africa. A dispetto della crisi mondiale, l’industria malese dell’arredamento continua ad essere in crescita, anche se il Vietnam sta diventando un concorrente di rilievo. Tuttavia, negli ultimi anni, le aziende malesi hanno cominciato a porre l’accento sullo sviluppo di una propria identità, che renda i prodotti di arredamento più riconoscibili nel mondo, con un design indipendente con brand identificabili. Anche durante MIFF si sono tenuti diversi seminari, che hanno posto l’accento sulla necessità delle aziende malesi di andare alla ricerca di una propria identità. Uno degli aspetti su cui gli enti pubblici di sostegno pongono l’accento, è l’investimento in giovani designer, e nella ricerca sulle diverse proprietà dei molti legni coltivati in Malesia, e di una sostenibilità ambientale. Le scuole di design malesi accolgono ogni anno studenti da tutta l’Asia, grazie ai loro corsi di livello piuttosto elevato: c’è da scommettere che, dopo Singapore, Tailandia e Indonesia, uno dei prossimi protagonisti della scena mondiale dell’arredamento potrebbe essere proprio la Malesia.
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56 Fiere
di Roberta Mutti
IFFS 2013 ANCORA PIÙ INTERNAZIONALE i è tenuta dal 9 al 12 marzo a Singapore la 30esima edizione di IFFS, International Furniture Fair Singapore /ASEAN Furniture Show, in contemporanea con The Décor Show e The Hospitality Show. Interamente ridisegnata nel layout dei padiglioni, quest’anno la rassegna ha registrato importanti presenze tra le collettive internazionali. È sempre stata una consuetudine della fiera dedicare spazio alle collettive internazionali, Taiwan, Cina, India, Malesia, e altri Paesi dell’area ASEAN. A tutte queste presenze consolidate, nel 2013 si è aggiunta
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la Francia, che contava, tra le altre, la presenza di alcune tra le aziende più rappresentative dell’industria francese, come Ligne Roset, Fermob, Gautier. Un segno tangibile dell’espansione di IFFS nel mondo. L’attenzione all’ambiente si è concretizzata anche quest’anno nel Green Pavillion, dove un’ampia sezione a cura del designer inglese Chris Lefteri era dedicata ai nuovi materiali per l’arredamento, e dove si sono tenuti diversi seminari sul tema. Un’edizione di successo, che ha visto la presenza di oltre 500 espositori internazionali, circa 25.000 visitatori, e oltre 120 delegazioni di buyer internazionali.
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A sinistra: La rappresentanza francese a IFFS. In questa pagina, in alto: uno stand commerciale. A destra, in alto: la mostra Futurecraft; in primo piano, progetto di Lanzavecchia e Wai (lo studio italosingaporese formato da
Francesca Lanzavecchia e Hunn Wai. A destra (al centro e in basso): le panchine del progetto “30 benches”, panchine disegnate da studi internazionali con le tavole di recupero del vecchio National Stadium, nell’ambito del percorso Singaplural. iffs.com, singaplural.com
Singaplural Riconfermata anche per quest’anno la seconda edizione di SingaPlural, che ha visto diverse iniziative sparse nella città. Nel parco prospiciente Park Mall, un building interamente dedicato all’arredamento, hanno trovato posto 30 panchine (30 Benches), disegnate da studi di progettazione internazionali, costruite con tavole di legno recuperate dal vecchio Stadio, sostituito da un nuovo progetto. All’interno di Park Mall, gli studenti delle scuole di design di Singapore hanno partecipato a “48 Hours Challenge”, una gara che consisteva nell’allestimento temporaneo di alcuni negozi, con vetrine speciali per l’occasione. D’Scape, lo spazio allestito all’interno di un mall su Orchard Link, è stato invece teatro di una mostra che celebrava il ventesimo anniversario del Premio Furniture Design Award DNA. I progetti di tutti i vincitori del Premio nelle ventesime edizioni passate sono stati esposti in un mostra collettiva, accanto ai progetti del vincitore 2013, il designer polacco Piotr Saladra, con due progetti che esploravano antiche tecniche di lavorazione (l’uncinetto), applicate a materiali attuali.
58 fiere di settore 2013/2014 Marzo Saie3 - Salone internazione della Filiera del serramento e delle finiture d’interni ed esterni 28 febbraio - 2 marzo Bologna Quartiere Fieristico www.saie3.com Expocasa 2-10 marzo Lingotto Fiere, Torino www.expocasa.it Expocasa 2-10 marzo Umbriafiere di Bastia Umbra (Perugia) www.expo-casa.com MIFF 5-9 marzo Putra World Trade Centre (PWTC), Matrade Exhibition and Convention Center (MECC) Kuala Lumpur www.miff.com.my IFFS – International Furniture Fair Singapore 9-12 marzo Singapore Expo, Singapore www.iffs.com.sg ISH 12-16 marzo Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1, Frankfurt am Main http://ish.messefrankfurt.com/
KIFF - Kiev International Furniture Forum 13-16 marzo KyivExpoPlaza Exhibition Center, Kiev, Ucraina www.kiff.kiev.ua TIFF - Thailand International Furniture Fair 13-17 marzo IMPACT, Bangkok, Thailand www.thailandfurniturefair.com CEBUNEXT 14-17 marzo SMX Convention Center, Manila, Philippines www.cebunext.com CIFF – China International Furniture Fair 18-21 marzo China Import & Export Fair Complex, Guangzhou, China www.ciff-gz.com Salone dell’Arte e del Restauro 20-23 marzo Quartiere Fieristico, Ferrara www.salonedelrestauro.com
Aprile Salone Internazionale del Mobile Euroluce Salone Ufficio Salone Internazionale del Complemento d’Arredo SaloneSatellite 9-14 aprile Milano, Nuovo Quartiere Fieramilano Rho-Pero www.isaloni.it
High Point Market 20-25 aprile High Point, North Carolina, USA www.highpointmarket.org Casaidea 39° Mostra dell'Abitare 20-28 aprile Nuova Fiera di Roma, Roma Via Portuense, 1647 www.casaidea.com
Maggio PROPOSTE 7-9 maggio Villa Erba, Cernobbio (Como) www.propostefair.it ICFF International Contemporary Furniture Fair 18-21 maggio Jacob K. Javits Convention Center New York City, USA www.icff.com Index Dubai 20-23 maggio Dubai World Trade Center www.indexexhibition.com SIDIM Salon International du design d’interieur de Montreal 23-26 maggio Place Bonaventure, Montreal www.sidim.com DesignEx 30 maggio-1 giugno Melbourne Exhibition and Convention Center, Melbourne http://www.designex.info/
Giugno NeoCon 10-13 giugno The Merchandise Mart, Chicago www.neocon.com Fiera della Casa - 56° Campionaria Internazionale della Casa 13-23 giugno Mostra d'Oltremare, Napoli P.le Tecchio, 52 www.mostradoltremare.it
Settembre Maison&Objet Scènes d'intérieur Now! design à vivre Maison&Objet | projets | Maison&Objet Outdoor_Indoor, Maison&Objet musées 6-10 settembre Parigi Paris Nord Villepinte www.maison-objet.com Spoga - Gafa 8-10 settembre Koelnmesse GmbH, Cologne www.spoga.de Furniture China 11-15 settembre Shanghai Shanghai New International Expo Center www.furniture-china.cn
59 Macef 12-15 settembre Milano Nuovo Quartiere Fieramilano Rho-Pero www.macef.it
ISaloni Worldwide Moscow 16-19 ottobre Crocus Expo-2 Krasnogorsk (Mosca) www.cosmit.it
100% Design 18-21 settembre Londra Earls Court, Londra www.100percentdesign.co.uk
Host 18-22 ottobre Milano, Nuovo Quartiere Fieramilano Rho-Pero www.host.fieramilano.it
Cersaie 23-27 settembre Bologna Quartiere Fieristico www.cersaie.it
High Point Market 19-24 ottobre High Point, North Carolina, USA www.highpointmarket.org
Ottobre MADEexpo 2-5 ottobre Milano, Nuovo Quartiere Fieramilano Rho-Pero www.madeexpo.it SUN – Salone Internazionale dell’esterno 6-8 ottobre Rimini, Rimini Fiera www.sungiosun.it Abitare 100% Project 13-15 ottobre Verona - Quartiere Fieristico www.abitareiltempo.it Saie - Salone Internazionale dell'Edilizia 16-19 ottobre Bologna Quartiere Fieristico) www.saie.bolognafiere.it
Rooms Moscow 21-25 ottobre Crocus Expo International Exhibition Centre (Mosca) www.rooms-moscow.com MOACASA 26 ottobre-03 novembre 2012 Nuova Fiera di Roma Via Portuense, 1645-1647, Roma www.moacasa.com
Novembre Index Mumbai 14-17 novembre Mumbai, India MMRDA Exhibition Center, Bandra-Kurla Complex, Bandra (East), Mumbai www.indexfairs.com
Gennaio 2014
Febbraio
IMOB Istanbul Furniture Fair date da definire Istanbul Expo Center, Istanbul (Turchia) www.itf-imob.com
AIFF - Australian International Furniture Fair date da definire Sydney Convention Center, Sydney http://www.aiff.net.au
Heimtextil 8-11 gennaio Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1, Frankfurt am Main http://heimtextil.messefrankfurt. com Imm Cologne 13-19 gennaio Koelnmesse, Cologne www.imm-cologne.com Macef date da definire Milano Nuovo Quartiere Fieramilano Rho-Pero www.macef.it Maison&Objet Scènes d'intérieur Now! design à vivre Maison&Objet éditeurs Meuble Paris date da definire Parigi Paris Nord Villepinte www.maison-objet.com Interiors Birmingham 19-22 gennaio Birmingham, Regno Unito National Exhibition Centre (NEC), Birmingham www.interiorsuk.com
Interior Mebel date da definire IEC - International Exhibition Centre, Brovarskoy Prospect 15, Kiev, Ucraina www.interior-mebelkiev.com Stockholm Furniture Fair 4-8 febbraio Mässvägen 1 ÄLVSJÖ, Stockholm www.stockholmfurniturefair.se Ambiente 7-11 febbraio Messe Frankfurt Ludwig-Erhard-Anlage 1, Frankfurt am Main http://ambiente.messefrankfurt. com Feria Habitat Valencia 11-14 febbraio Valencia, Spagna Avenida de las Ferias www.feriahabitatvalencia.com
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60 Agenda e News A cura di Chiara Brollo
TITTI FABIANI AL MUSEO JAN VAN DER TOGT DI AMSTERDAM ARPER SOSTIENE LA CULTURA
La direzione di Villa Menafoglio Litta Panza di Biumo, parte del patrimonio del FAI Fondo Ambiente Italiano e internazionalmente conosciuta per la collezione d'arte contemporanea di Giuseppe Panza ha coinvolto Arper per proporre un’alternativa contemporanea nell’allestimento di sedute, funzionali ad ospitare convegni e conferenze nei suoi splendidi spazi. Scelte le sedie della collezione Juno, progettate da James Irvine, che diventano una presenza funzionale e discreta che partecipa alla modernità senza distogliere dal valore artistico dell'ambiente con cui si integra. A inaugurare la liason il ciclo di conferenze organizzato in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Varese sul tema “Going public. Gli spazi pubblici per la città del futuro”.
La libreria in legno massiccio ad ante quadrettate ‘Book’, disegnata da Titti Fabiani nel 1969 e realizzata da Ideal Form Team, celebrata anche dal regista Woody Allen nel film ‘Manhattan’, viene esposta alla Permanente nel Museo Jan Van der Togt di Amsterdam, che raccoglie sculture e opere dei grandi artisti di arte contemporanea. Il riconoscimento internazionale alla designer milanese, classe 1939, dimostra come “anche in tempi di crisi, il prestigio della creatività e dell'arte italiana siano al centro dell'interesse e della cultura in ambito mondiale”. La libreria ‘Book’ ebbe subito un grande successo, che continua ancora. www.idealformteam.com
Dalle aziende >
www.arper.it LE NUOVE PALETTE DI PANTONE
MENEGHETTI, +14% e +73 ADDETTI! Il marchio Meneghetti SpA, dalla consolidata vocazione alla creatività nella progettazione di elettrodomestici da incasso di alta gamma nel mondo della cottura, ha chiuso il 2012 a +14% e per crescere ha assunto 73 nuove unità. Gianni Meneghetti, direttore generale della Meneghetti Spa, che già dal 2007 ha cercato un’alternativa alla delocalizzazione nei Paesi della produzione a basso costo applicando la Lean Production nell’azienda di Rosà, in provincia di Vicenza. Il frutto di questo processo culmina nel 2013 con l’assunzione di 73 “ingegneri di produzione”, che operano nelle 4 nuove linee di produzione. Meneghetti detiene il marchio Fulgor-Milano, dal 1946 è sinonimo di eccellenza e innovazione Made in Italy nel mondo della cottura. www.meneghetti.it
Pantone LLC annuncia PANTONE® VIEW home + interiors 2014, uno studio sulle prossime tendenze che suggerisce quali saranno i nove colori chiave per l’arredamento e il design di interni per il prossimo anno.” PANTONE VIEW home + interiors 2014 è una raccolta di tendenze che detta i prossimi trend in tema di colore, supportando i designer nella scelta delle giuste tonalità e combinazioni per l’arredamento di case o spazi interni. PANTONE VIEW home + interiors 2014, inoltre, include la raccolta digitale dei colori PANTONE FASHION + HOME che permette il download diretto di tutti i colori PANTONE FASHION + HOME nel software di progettazione. Le nove palette per il 2014 sono: Techno Color, Physicality, Sculpted Simplicity, Fluidity, Collage, Intimacy, Moda, Tribal Threads ed Eccentricities. www.pantonepaint.com
ASSOCIATI AFEDERAZIONE FEDERMOBILI DEI NEGOZI DI ARREDAMENTO Perché associarsi? • Perché rappresenta e tutela gli interessi dei rivenditori di arredamento; • Perché fornisce consulenza e assistenza su temi specifici della distribuzione di arredamento (studi di settore, incentivi, contratto collettivo nazionale di lavoro, etc); • Perché comprende l’abbonamento gratuito alla rivista FederMobili*; • Perché riserva un pacchetto esclusivo di convenzioni nazionali specifiche per i negozianti di arredamento; • Perché gli associati godono di un’agevolazione sul prezzo dei corsi Innova.com; • Perché si possono ottenere pacchetti innovativi di servizi che la Federazione mette a disposizione per rispondere a esigenze specifiche del settore; • Perché si partecipa agli organi e ci si può candidare alla governance della Federazione.
Come associarsi? Per aderire a Federmobili in qualità di socio sostenitore, il solo requisito richiesto è quello di essere un operatore che svolge la propria attività nel settore arredamento. Basta compilare e inviare a Federmobili la domanda di adesione sottoscritta dal legale rappresentante della società. La quota di adesione prevista per il 2013 è di Euro 250. *Per quanti sono già abbonati alla rivista, dalla quota di adesione verrà decurtato il costo dell’abbonamento
Per altre informazioni e per scaricare la domanda di adesione: www.federmobili.com - tel 02 7600 1403 - fax 02 783 032 email: istituzionale@federmobili.com
62 Persone > ESTHER BERROZPE PRIMA DONNA PRESIDENTE NELLA STORIA DI WHIRLPOOL
LA NUOVA APP PORRO PER IPAD Ottimizzata per la visione su iPad, con contenuti interattivi per schermo touch-screen, la nuova App Porro offre una nuova visione sul brand, in italiano e in inglese, con una presentazione completa della storia, della filosofia e della produzione aziendale, con la possibilità di consultare i profili dei designer, scoprire i prodotti, grazie alla galleria di immagini, alle viste a 360°, alle schede tecniche e alle realizzazioni contract e di guardare da vicino legni, finiture laccate opache e lucide e tessuti del campionario. Un ampio approfondimento è dedicato ai designer che fin dalla sua fondazione nel 1925, hanno condiviso con Porro la filosofia d'arredo coniugata alla tradizione artigianale in principio e oggi alle più avanzate tecnologie produttive e di informatizzazione. Dedicata alle collaborazioni in corso, la sezione designer mostra il ritratto e il profilo di ogni progettista Porro, linkando a tutti i prodotti da loro disegnati e presenti sul catalogo. www.porro.it
ARREDARE ON LINE CON DOIMO IDEA Arredare la casa con un clic, stando comodamente seduti sul proprio divano: da oggi è possibile, grazie al nuovo servizio di vendita on line disponibile al sito shop.doimoidea.it. Lo shop on line di Doimo Idea si rivolge direttamente al consumatore finale, che può scegliere ciò che più gli piace fra le diverse categorie che raggruppano i prodotti. Punto di forza di questo e-commerce è la grande attenzione al cliente, con un servizio di consegna e montaggio gratuito in tutta Italia; inoltre, per venire incontro ai più scettici nei confronti degli acquisti on line, lo shop di Doimo Idea prevede che il cliente, in fase di prenotazione del prodotto, possa concludere l’ordine attivando la richiesta di ritiro del bene e pagamento presso un punto vendita di zona accreditato, concludendo l’acquisto direttamente dal rivenditore. shop.doimoidea.it
Esther Berrozpe, 43 anni spagnola, sposata con un figlio, è stata nominata presidente di Whirlpool EMEA ed entra a far parte del comitato esecutivo della multinazionale; la nomina sarà effettiva dal 1° maggio 2013. Si tratta della prima donna a rivestire la carica di presidente nella storia di Whirlpool e fra i maggiori player del settore elettrodomestici. Berrozpe, che farà riferimento direttamente a Marc Bitzer, presidente di Whirlpool Nord America, succede a José Drummond. “Sono onorata della fiducia e della stima che Whirlpool ha dimostrato nei miei confronti –è stato il primo commento di Berrozpe–. Questa nomina è il coronamento di una carriera in cui Whirlpool mi ha dato la grande opportunità di conoscere aree del business, paesi e mercati fra loro molto diversi. La ricchezza di queste esperienze internazionali è stata determinante nella mia crescita professionale. La politica di Whirlpool nell’offrire queste opportunità di crescita professionale e anche personale è un valore fondante della multinazionale e costituisce un suo punto di forza. Ringrazio José Drummond che ha dato piena attuazione a questo percorso”. Questa nomina risponde all’esigenza dell’azienda di focalizzarsi su obiettivi strategici e operativi. Le sfide del business sono molto diverse fra mercati sviluppati ed emergenti; questo cambio ai vertici di Whirlpool EMEA accelererà la realizzazione dei progetti in questa regione. www.whirlpool.it
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64 Redazione Mauro Tambelli Presidente di Federmobili, ha ricoperto vari incarichi presso IBM Italia, tra cui industrial engineering manager, direttore di produzione, direttore della pianificazione strategica. Nel 1984 ha cominciato a occuparsi dell’azienda di famiglia, Arredare srl, di cui oggi è presidente del consiglio di amministrazione. È direttore responsabile della rivista FederMobili. m.tambelli@federmobili.com Laura Molla Laureata in Economia Politica all’ Università Bocconi, è direttore di Innova.com e di Federmobili. Collabora con WM Magazine. È stata consulente-partner del Centro Studi Industria Leggera di Milano sino al 1998 e consulente di Iniziativa Srl di Milano sino al 2002. l.molla@federmobili.com Roberta Mutti Architetto e giornalista professionista, collabora da anni con le principali testate del settore arredamento e industrial design, in Italia e all’estero. Tramite il suo studio Il Tamburino fornisce servizi editoriali e di comunicazione alle aziende del settore. È caporedattore della rivista FederMobili. rivista@federmobili.com
Autori Chiara Brollo Si è laureata in Disegno Industriale presso il Politecnico di Milano; collabora con studi di architettura e con numerose riviste di settore. chiara.brollo@fastwebnet.it Franz Rivoira Giornalista pubblicista, inizia la sua carriera come copywriter, poi passa dall’altra parte della coppia creativa quale grafico. Attivo nel campo dell’editoria, marketing e comunicazione, è art director di FederMobili. rivista@federmobili.com
Laura Galluzzo laureata in Scienze della Formazione presso l’Università Cattolica di Milano, è assistente di direzione di Innova.com. innovacom@federmobili.com Ernesto Ghidinelli, dopo esperienze nel campo della certificazione contabile e bancaria, è dal 1996 responsabile del Settore Credito di Confcommercio. Si occupa di temi relativi a credito, finanza e risparmio. rivista@federmobili.com Nadia Giovannacci consulente del lavoro, segue la gestione delle aziende del Gruppo Sereno e svolge la funzione di supporto tecnico esterno di Federmobili, nelle trattative inerenti il CCNL Commercio e terziario. rivista@federmobili.com Mauro Mamoli Laureato in architettura al Politecnico di Milano, è vicepresidente vicario di Federmobili, presidente di Gruppo Leader e vicepresidente di Innova.com. Dal 1997 al 2005 collabora con Nuova Belgo Srl, di cui gestisce, dal 1998, il punto vendita Casa Design. Dal 2006 al 2011 è stato socio di Casa Design Srl. innovacom@federmobili.com
FederMobili n. 1/2013 In copertina: stand Kartell al Salone Internazionale del Mobile 2013 Direttore responsabile Mauro Tambelli m.tambelli@federmobili.com Coordinamento FederMarketing Laura Molla l.molla@federmobili.com Direzione Corso Venezia, 49 - 20121 Milano Tel. +39 0276011958 Fax +39 02783032 www.federmobili.com/rivista Abbonamenti Tel. +39 0831 305266 promozione@federmobili.com Amministrazione Eleonora Zaffino Tel. +39 0276011958 Fax +39 02783032 amministrazione@federmobili.com Redazione e impaginazione Il Tamburino corso Vercelli 27 - 20144 Milano Tel. +39 024980998 iltamburino@federmobili.com Caporedattore Roberta Mutti rivista@federmobili.com Art direction Franz Rivoira Hanno collaborato: Chiara Brollo, Laura Galluzzo, Ernesto Ghidinelli, Nadia Giovannacci, Mauro Mamoli Fotolito e stampa: Graphicscalve Vilminore di Scalve (BG) Pubblicità Agenti: Marilena Andreatta andreattam@interfree.it tel. 3489491911 Paolo Marcantoni paolomarcantoni@gmail.com tel. 3332167309 Editore Federmobili Federazione Nazionale Commercianti di Mobili Sede legale: piazza Belli 2- Roma Sede operativa: Corso Venezia, 49 - 20121 Milano Presidente: Mauro Tambelli Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana - R.O.C. n. 17483 Sped. in abb. post. 45% Art. 2 comma 20/b Lg. 662/96 MI. Aut. del tribunale di Milano n. 593 del 04-12-95. L’editore non accetta pubblicità in sede redazionale. Manoscritti e foto anche se non pubblicati non si restituiscono. Prezzo copertina: Euro 5,17 Costo numero arretrato: Euro 7,75 Questo numero è stato stampato nel mese di marzo 2013.
Non sappiamo chi cucinerĂ in futuro.
Ma sappiamo dove.
Febal Lab presenta Alicante, design e innovazione in cucina.
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Da Febal Lab, il laboratorio creativo concepito per dare spazio a ricerca e innovazione,
per variare il colore con la luce e sistemi di connessione dock station sono
è nata una nuova idea di cucina. Alicante, firmata da Matteo Beraldi, è pensata
solo alcune delle soluzioni che fanno appartenere questa cucina al futuro.
FederMobili - N. 1 2013
1/2013
FederMobili La Rivista Ufficiale della Federazione Nazionale dei Negozi di Arredamento
Aderente a
CLAUDIO LUTI Il Salone e il Made in Italy DAL MONDO MIFF, Malesia e IFFS, Singapore DANIELE LAGO L’Italia deve fare sistema Gennaio - febbraio - marzo 2013 - anno XXXVII - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/020/2004 n° 46) art.1, comma 1, DCB Milano.