Iniziazione Cristiana
IL PRIMATO ALL’EDUCAZIONE Nel decennio 2010-2020 i Vescovi Italiani invitano le Chiese particolari ad impegnarsi in una approfondita verifica dell’azione educativa Perchè questo impegno? Perchè, come dice il Pàpa Benedetto, siamo di fronte a una grande emergenza educativa, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare persone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita (lettera alla diocesi di Roma 2008). Come aiutare gli adulti di oggi, e le nuove generazioni in particolare, a dare un senso, una giustificazione alla loro vita? Non certo attraverso delle cognizioni, o delle formule teoriche universali, ma cercando nelle esperienze personali quotidiane “ i segni dell’amore infinito di Dio” e riconoscendo nei segni dei tempi le tracce dell’azione dello Spirito. Ci rendiamo conto sempre di più che bisogna trovare un modo di educare adatto al tempo presente. Non occorrono tante lezioni in cattedra per fare esperienza di Dio e per capire che cosa ci stiamo a fare in questa vita; occorrono percorsi formativi “ con disponibilità all’ascolto e al dialogo”. I Vescovi Italiani propongono delle riflessioni sull’educazione a partire dall’incontro con Cristo e il suo Vangelo che sana e libera; ai nostri Pastori sta a cuore la proposta chiara della fede annunciandola senza imposizione; il Vangelo suscita in ognuno le domande più urgenti e profonde permettendo di comprenderne l’importanza. Non possiamo però tener conto che l’educazione oggi deve affrontare delle difficoltà: alla radice della crisi dell’educazione, c’è una crisi di fiducia nella vita. Anima dell’educazione può essere solo una speranza affidabile. Oggi la speranza è insidiata da varie parti, e rischiamo di diventare uomini senza speranza e senza Dio in questo mondo. Se non c’è speranza, perchè si dovrebbe trasmette i valori della vita, perchè penetrare nel senso delle realtà, perchè immettervi i germi di risurrezione capaci di rendere buona la vita? Don Battista
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Il personaggio
MONS. MARCO RESTIGLIAN Un fondatore e collaboratore della nostra rivista Venerdì 2 settembre alle ore 18, all'Opera della Provvidenza mons. Marco Restiglian si è spento, come una lampada che ha consumato anche l'ultima goccia di olio. Si è spento alla vita terrena, per riaccendersi nella luce di Dio. Certo nel passaggio l'ha assistito la Madonna, che ha tanto amato e fatto amare durante la sua vita. La preparazione all'ultimo passaggio era cominciata negli ultimi giorni di ottobre quando un grave infarto l'aveva portato all'ospedale in terapia intensiva. Dimesso dall'ospedale in condizioni di estrema debolezza era stato accolto all'Opera della Provvidenza, dove per la cure mediche e l'assistenza dei medici ha potuto vivere con serenità ancora parecchi mesi. Era il primo di quattro figli e la sua famiglia è stata segnata presto dal lutto. Non aveva ancora quattordici anni quando è rimasto orfano del papà, e la mamma venne a mancare l'anno prima della sua ordinazione presbiterale. Appena ordinato prete nel 1946, don Marco fu orientato allo studio della matematica e fisica presso l'Università di Padova. Come studente continuò ad abitare in seminario, per cui è forse l'unico che ha abitato per tutta la vita in seminario. Si laureò con una tesi sui missili, nei primi anni cinquanta. Intanto aveva già cominciato ad insegnare nel liceo del seminario maggiore. Nel 1954 quando il ginnasio del seminario fu portato nel Collegio Vescovile di Thiene, don Marco cominciò ad insegnare anche là. Nel 1970 prese avvio il seminario minore a Tencarola, assorbendo anche il liceo classico che da sempre era stato parte del seminario maggiore. Fu un grosso sacrificio spostare la sua residenza in quella sede, ma ottenne di conservare una stanza nel Maggiore. Così poteva ancora curare il ricchissimo gabinetto di Fisica con secolari strumenti che egli aveva ordinati e catalogati. Ha insegnato per più di cinquant'anni: la maggior parte dei preti di Padova sono stati suoi alunni. Certo l'insegnamento della matematica e della fisica non è un compito che attiri facilmente simpatia e riconoscenza degli alunni. L'entusiasmo del professore per le sue materie, soprattutto negli esperimenti di fisica, non sempre trovavano adeguata risposta. Trovò forse più gratificazioni in altri ambiti in cui si espresse la sua personalità. Un ambito congeniale alla sua qualifica di docente di matematica e di fisica fu la sua passione per l'astronomia. lo portò non solo a costruirsi un telescopio, ma soprattutto a farsi promotore insieme a laici della nascita del gruppo astrofili, che per parecchi anni si riunì in seminario. Per lui era un modo di dire che scienza e fede non sono lontane. Don Marco dedicò tanta parte della sua attività fuori dell'insegnamento a promuovere la devo-
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Il personaggio zione a Maria. Nel suo testamento scrive:"Ritengo grazie particolari aver servito la mia diocesi nel suo massimo istituto, il Seminario, e di aver lavorato, anche se saltuariamente per l'avvento di Maria nelle anime". Per molti anni curò la pubblicazione della rivista mariana, fondata da mons. Antonio Varotto "Respice Stellam", ( Guarda la Stella, Un titolo che univa due passioni). E' stato responsabile nazionale dell'apostolato di Fatima, per cui aveva conosciuto ed era rimasto amico del sen. Luigi Scalfaro. Anche in diocesi era stato nominato coordinatore delle iniziative mariane. Nel 1970 ebbe un piccolo segno di riconoscenza da parte della Chiesa con la nomina a "Cappellano del Papa". che comportava il titolo di monsignore. Un professore di matematica e fisica si potrebbe immaginare freddo: don Marco era un uomo appassionato, del suo insegnamento, dell'astronomia, della devozione mariana, del suo essere prete, del seminario. Una vita piena fino alla fine, aperta ancora allo studio ( ne sono segno anche le riviste scientifiche a cui era abbonato). Il seminario è stato la sua famiglia, e gli piaceva contribuire alla festa dei compleanni dei professori con le sue singolari composizioni in versi, spesso in scherzosa diatriba con il suo coetaneo mons. Sartori. Con lui si chiude una pagina di storia del seminario. Siamo certi che Maria gli ha mostrato il volto del suo Figlio Gesù, ma gli ha concesso anche di vedere tutte le stelle da vicino.
Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace…perché gli occhi miei hanno visto la tua salvezza…(Lc. 2, 29) Così don Marco commentava questo versetto preso da Respice Stellam n° 1 di gennaio 1966 e che diventa ora il suo inno a Dio: “E’ l’inno dell’anima che, al termine del suo terreno pellegrinaggio, ringrazia il Signore per la luce di cui l’ha favorita: nel caso di Simeone, per aver visto il Verbo divino, Luce del mondo. Tutti possiamo recitare questa preghiera in ringraziamento della luce ricevuta nella giornata, quella luce che è Gesù stesso. E veramente Gesù si rivela ogni giorno in tre modi soprattutto : 1° nell’Eucarestia nella quale gli occhi dell’anima lo “vedono” attraverso la fede. 2° nella Chiesa che ci guida a Dio. 3° negli avvenimenti stessi che accadono sempre per il bene dell’anima. E’ il Signore che tutto permette per suscitare pensieri di santificazione. Così l’anima che ne approfitta si predispone sempre di più a quella vita gloriosa che è partecipazione della vita gloriosa di Cristo.”
Don Franco
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Dal Santuario
Il pellegrinaggio di “Respice Stellam” Quest'anno la meta del pellegrinaggio per gli abbonati a Respice Stellam è stato il Santuario della Madonna delle Grazie di Mantova. L'invito è stato accolto da più di cento persone. La località chiamata ancora oggi "Le Grazie", piccola frazione, proprio dove il fiume Mincio si allarga diventando Lago Superiore, sorge il Santuario, famoso per la sua bellezza. Francesco I Gonzaga, quarto capitano di Mantova, fece costruire questo sacro edificio, posto in posizione elevata a dominare i canneti e le acque del fiume, nel 1399 come voto alla Madonna, durante la peste che infieriva sulla città in quegli anni.Il mattino è stato orientato alla visita del Santuario, culminando con la partecipazione alla Santa Messa; mentre nel pomeriggio c'è stata la visita alla città di Mantova, ricca di palazzi e di storia che la guida ha magistralmente illustrato.
La Cresima in Santuario Abbiamo avuto la gioia quest’anno della presenza del nostro Vescovo Antonio per il conferimento della Cresima ai 21 ragazzi/e della nostra Parrocchia. Il vescovo nella sua omelia è stato particolarmente forte e incisivo proponendoci il primato dell’amore di Dio in una società che vuole fare senza Dio. Lo Spirito Santo ci vuole testimoni autentici di vangelo vissuto, raggi di luce per illuminare tante oscurità. Ora, parrocchia e famiglie accompagnino i neo-cresimati con la preghiera e la testimonianza di fede perché possano proseguire con fedeltà nel cammino intrapreso. Invitiamo tutti gli abbonati, i simpatizzanti della nostra rivista,e coloro che volessero unirsi a noi, alla FESTA DI RESPICE STELLAM domenica 4 dicembre presso il Santuario Madonna delle Grazie di Piove di Sacco. Programma: ORE 16.00 Santa Messa a seguire festa con proiezioni e momento conviviale. Vi aspettiamo numerosi!!!!!!!!
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La pagina dei giovani
I nostri giovani - Studenti fuori sede Dall'infanzia all'università il salto è più breve di quanto si possa pensare; nuove sfide si aprono dinanzi allo studente fuori sede, che si trova in un città non sua ed in una situazione di indipendenza dal nucleo famigliare mai provata prima. L'andare all'università, il vivere quotidiano, compresi i lavori e gli affaccendamenti domestici sono vissuti sempre come prova di maturità; essi sono veri e propri atti di emancipazione, seppur molto piccoli, in cui ogni studente si impegna a tracciare cautamente quello che sarà il suo archetipo di uomo\donna del domani. Abituati a tale mole di impegni, la fede, spesso e con rammarico, viene posta in secondo piano. La pigrizia, indotta dal susseguirsi costante della quotidianità, mette a serio rischio una vera cristianità. Si prega quando si ha tempo, spesso si subordina il lato meditativo di ognuno di noi al lato relazionale; la vita dello studente fuori sede è infatti intrinseca di socialità. L'instaurarsi di nuove amicizie ci porta a calarci nella realtà delle persone che incontriamo e, presi da questo impegno alla socialità, ci ritagliamo sempre meno spazi per noi, magari per un sano e concreto dialogo con Dio padre. Ma Dio è in ognuno di noi, in ogni nostro fratello ed in ogni piccolo gesto. Una presenza così mi rassicura e mi fa capire come Dio ci assista sempre; modellando il detto evangelico, tra due o più persone che si amano lì c'è Dio. Il Dio cristiano è il Dio di tutti, anche degli studenti fuori sede, che sanno di essere sempre sostenuti dal suo aiuto. Un sorriso a viso aperto verso tutti i colleghi dell'università può valere quanto una preghiera; chi ha Dio dentro di sè è traccia e faro per tutti e, con semplici atti di umanità compiuti giorno per giorno può essere evangelizzatore lì dove Dio c'è, ma sembra essere stato dimenticato da tutti. Marco S. Studiare e vivere lontano dalla tua città, e per di più lontano dal tuo paese ti riempie di sensazioni ed emozioni che è difficile riassumere in alcune righe. Io ho scelto di studiare in Spagna per sei mesi e per quanto questo Paese si assomigli in molti aspetti al nostro, si percepisce facilmente che non è la tua casa. L’intensità della esperienza ti porta a vivere ogni giornata a pieno e certe volte alla mente emerge il paragone con ciò che sarebbe potuto accadere in Italia o come ti saresti comportato in Italia. Sembra impossibile ma fuori dell’Italia ti senti più italiano perché la difendi, la elogi e perché gli altri ti identificano come italiano (Definizione tipo di Italiani: “persone che quando parlano gesticolano molto e vanno in giro per la strada dicendo “grazie buitoni” e “mamma mia!!” “) e tu senza timore e con un certo orgoglio rispondi: Sì lo sono! Marco R.
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La pagina dei giovani La scelta di uscire di casa per motivi di studio è un fenomeno sempre più diffuso data la concorrenza tra atenei e l’esigenza di ricercare un percorso formativo più idoneo alle proprie esigenze; ed è facile rendersene conto anche girando per la città di Padova, infatti si incontrano spesso molti ragazzi provenienti da tutte le parti d’Italia e non raramente si può aver modo di fare conoscenza con studenti che vengono da un paese estero. Nella mia esperienza personale posso dire che la scelta di uscire di casa non è stata affatto facile, lasciare la propria famiglia, il luogo nel quale ho sempre abitato e vissuto e trovare casa altrove, imparare a cucinare, fare la spesa, pulire la casa e tutta quella miriade di compiti che le nostre mamme fanno quotidianamente e che noi figli a volte diamo un po’ troppo per scontate, all’inizio mi ha creato non pochi problemi; tuttavia ho trovato l’aiuto di due fantastici amici e coinquilini che hanno preso anche loro la decisione di venire a studiare a Ferrara. Avevo già conosciuto questi ragazzi a Piove di Sacco, in particolare frequentavamo assieme il patronato della parrocchia Madonna delle Grazie, e mi ha dato una grande gioia rincontrarli e poter condividere con loro questa esperienza di studio fuori sede. La parrocchia in questo caso mi ha dato concretamente la possibilità di conoscere questi ragazzi che altrimenti, forse non avrei conosciuto, quindi ritengo che questo possa essere l’esempio di quanto la Chiesa talvolta possa dimostrarsi un vero e proprio collante sociale e culturale. e Essendo tutti e tre ragazzi con un comune background cristiano cattolico ci siamo sempre posti il problema di come vivere il rapporto con la fede in un ambiente come quello universitario che troppo spesso non è incline a porre in risalto le tematiche legate alla cristianità. Innanzitutto abbiamo provveduto con un piccolo segno: l’apposizione del crocifisso nell’entrata nostro appartamento, infatti ci è sembrato giusto che chi viene da noi come ospite possa subito capire il nostro pensiero ed il nostro credo testimoniato dal simbolo di nostro signore morto e risorto per noi. Nella vita di tutti i giorni cerco di testimoniare con il mio atteggiamento e il mio comportamento verso il prossimo la scelta consapevole di credere e appartenere a Cristo. Quando un ragazzo esce di casa e inizia a vivere da solo come abbiamo fatto noi, non essendo più inserito ogni giorno dall’ambiente familiare, è “costretto” a fare un passo di maturità non essendoci più i genitori a supportarlo e spingerlo alla fede , è veramente questo il momento in cui essa si trasforma in qualcosa di autentico e cosciente. In primis questo lo si vede nel rapporto con gli altri studenti, all’università infatti più che in ogni altro ambiente si ha l’occasione di conoscere e confrontarsi con persone di ogni cultura e pensiero a volte profondamente lontane dalla fede cristiana, in questo caso per quanto mi riguarda viene in primo piano l’esempio nel vivere la vita e le situazioni di difficoltà che mi trovo ad affrontare, penso che mettendo in quello che si fa, che sia lo studio o il lavoro quell’ amore che Gesù ci ha insegnato emerga subito un lato che ci contraddistingue e che le altre persone imparano a rispettare e ad apprezzare; solo se testimonia la fede con gioia e ricchezza di spirito si può trasmettere agli altri la bellezza di essere cristiani. Filippo M.
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Cronache
AFFIDATI ALLA MADONNA
Il 16 di ottobre i Signori Valentina e Claudio hanno ringraziato la Madonna per il loro 50° di matrimonio partecipando alla Santa messa insieme ai loro figli, nipoti e parenti.
Domenica 16 ottobre con il Battesimo è entrato a far parte della comunità il piccolo Lorenzo Rostellato. Siamo lieti di accoglierlo nella nostra grande Famiglia parrocchiale, in modo che si senta sempre circondato dal grande amore del Signore.
Domenica 18 ottobre la signora Vittoria è stata accolta da una sopresa da parte delle figlie, le quali hanno pensato di farle un dono e venire a ringraziare Dio e la Madonna in Santuario per festeggiare il suo ottantesimo compleanno circondata da tutta la famiglia. Al termine della santa messa don Franco è andato a salutarla e stringerle la mano.
IX
Cronache
Nella foto i battesimi di Canton Alice Benedetta e Schenato Martina alla fonte battesimale nella nuova sede in Santuario di fronte alla vetrata che raffigura il momento che Gesù si è fatto battezzare da Giovanni Battista. E' qui che i cristiani rinascono dall'acqua e dallo Spirito Santo. Si accende il Cero pasquale segno della presenza do Cristo risorto perché alla sua fiamma si accendano, nella celebrazione del battesimo, le candele dei nuovi battezzati. Guardiamo con "occhi sempre nuovi" il fonte battesimale. E’ un segno stupendo. Tutte le volte che lo guardiamo, ci parla, ci ricorda chi eravamo, che siamo e chi saremo. Ci dà conforto e speranza, perché ci assicura che "quell'acqua" ci ha aperto il cielo.
L’11 Settembre 2011 hanno festeggiato in Santuario il loro 40° anniversario di matrimonio Rosso Mario e Costantini Gilda. Si affida alla Madonna Padrin Tommaso da Barbarano. Gentili Lettori, per chi non lo avesse ancora fatto, ricordiamo che è tempo di rinnovare l’abbonamento a Respice Stellam!!
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