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SOMMARIO

ECO DEL SANTUARIO DELLE GRAZIE PERIODICO DI CULTURA E DEVOZIONE MARIANA Anno LX - n.7 Agosto-Settembre 2014

La Madonna delle Grazie del Bellini (1430-1516) Particolare

Direzione e Amministrazione: SANTUARIO DELLE GRAZIE Piove di Sacco (Padova) C.C.P. 92805332 Telefono 049 5840327 www.madonnadellegraziepiovedisacco.it

L’Incanto della famiglia II ----------------------------------------------------------------------In Ricordo di Mons.Michieli III-IV ----------------------------------------------------------------------XXI Settimana Biblica Mariana V-VI ---------------------------------------------------------------------Visita alla casa di Loreto VII ----------------------------------------------------------------------Pagine centrali a cura ed. Paoline 1-26 ----------------------------------------------------------------------Cronache del Santuario VIII ----------------------------------------------------------------------Affidati alla Madonna IX -----------------------------------------------------------------------

Orario delle celebrazioni in Santuario S.MESSA:

- Giorni festivi 7.30 - 9.30 - 11 - 16

- Festiva al sabato ore 18 (17 inv.) - Giorni feriali ore 17 (16 inv.) - Al giovedì ore 20.30

S. ROSARIO

- ogni giorno prima delle S. Messe

OFFERTE PER ABBONAMENTO:

D’amicizia Sostenitore Estero Una copia Arretrati

€ 20,00 € 30,00 € 35,00 € 2,00 € 2,50

Direttore: Don Franco Callegari

Direttore Responsabile Don Gino Brunello

CONFESSIONI

- ogni domenica ore 15.30 prima della S.Messa delle ore 16 - durante il mese di Maggio ogni sera alle ore 20.30 eccetto sabato e domenica (in Cappellina)

- ogni giorno mezz’ora prima e dopo la S. Messa

- al sabato mattina e pomeriggio - alla domenica mezz’ora prima della S. Messa - in altri momenti della giornata richiedendo al Sacerdote

Autorizzazione Trib. PD n. 188 del 7/7/1960

S.Messa in diretta su internet Finito di stampare il 20.09.2014 in Piove di Sacco - Via Garibaldi, 68

www.madonnadellegraziepiovedisacco.it

tutte le domeniche ore 9,30 -11,00


ia l g i m fa a l l e d o t L’incan

Nevicava! Al caldo della stufa a legna, nella cucina ciascuno al suo posto: mentre il papà è al lavoro, la mamma è intenta a cucinare, a pulire la verdura, i fratelli sono curvi sul proprio quaderno, io studio. Era tanto il desiderio che lo spessore di neve aumentasse, che mi sono costretto a non guardare più fuori della finestra finchè non avesse terminato, sperando che la coltre bianca coprisse tutto e mi desse la possibilità poi di giocare a palle di neve con i fratelli , con il permesso della mamma; avremmo anche nascosto le trappole, lasciando affiorare il chicco di granturco per attirare le ‘seleghe’. Ma non era la neve, né il calore della stufa, né il rifugio di una casa, neppure nostra, che ci dava la sensazione di qualcosa di intimo, di protetto, di completo. C’era la sensazione che non si potesse avere di più: era la sicurezza di uno sguardo, di un cuore attento, di un cuore fedele

che custodiva i figli per un padre fuori casa per lavoro, un cuore vigile per lo sposo e amorevole verso la chiocciolata che cresceva in età e numero. Per me, il primogenito, e per gli altri, era la cosa più naturale, non poteva non essere così: un papà premuroso, infaticabile, che pensa al nostro avve-

nire, che ha in mente mille progetti e ci sorprende portando a casa ora la radio Marelli(siamo negli anni ’50), ora l’orologio a pendolo col cucù; un papà che sapeva alternare l’impiego allo svago, alla passione per la montagna:

qualche volta andava via solo con gli amici, spesso organizzava delle passeggiate sui sentieri del Grappa o sui Colli Euganei con noi bambini, partendo in bicicletta e poi continuando a piedi. E una mamma che alla sera, pur stanca, nel silenzio, finiti i lavori di casa, rimboccate le coperte dei figli già addormentati, preceduta a letto dal marito, si dedica a scrivere lettere per mantenere le buone relazioni con i parenti chiedendo notizie e confidando i suoi stati d’animo e gli ultimi avvenimenti. Ci rammaricava che la mamma durante le gite in montagna dovesse stare a casa con i più piccoli, d’altronde sapere che qualcuno ci aspettava e avrebbe preparato l’occorrente per ristorarci, ci rasserenava e correvamo a raccontare a lei come avevamo passato la giornata. Il dopo cena era dedicato al Rosario, non ogni sera… tutti insieme; quando non avevamo la corona la mamma, mentre lavava i piatti della cena, intonava l’Ave Maria facendola precedere dal numero, dall’uno al dieci fino al Gloria Patri: “UnoAve Maria… DueAve Maria…TreAve Maria… DieciAve Maria… Gloria al Padre..” E’ una sensazione indelebile che ha informato mente e cuore, ha coltivato il terreno: posso proprio dire “ sotto la neve pane!” Don Battista

Affezionati lettori, Vi ricordiamo che con ottobre si apre la campagna abbonamenti per Respice Stellam relativa all’anno 2015. Vi ricordiamo che l’abbonamento comprende 10 numeri della rivista dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015. Abbonamento amicizia Abbonamento sostenitore Abbonmento estero

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C.p.p. 92805332 oppure rivolgendosi al Santuario Tel.049 5840327 Don Battista

La redazione

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Don Caterino Longo

Anzitutto, vorrei ricordare i miei rapporti con Mons. Michieli: ero Prete novello con don Gianfranco Zenatto, quando Mons. Michieli ha fatto l'ingresso come Arciprete Abate Mitrato nella mia Parrocchia di origine, il 29.6.1967. Sono stato suo collaboratore nel Duomo di Piove di Sacco dall' ottobre 1969 a febbraio 1975, quando sono partito per le missioni in Brasile. E durante la mia permanenza colà, ho sempre tenuto stretti rapporti epistolari con lui. Lui mi ha sempre ospitato in Canonica a Piove, quando sono rientrato dal Brasile nel 1978, 1980, 1982, 1985 e finalmente nel 1990, quando per 6 mesi ho atteso di essere nominato Parroco. Lui mi ha accompagnato a Piovega il 02,12,1990. Quando Mons. Michieli, si è ritirato dalla Parrocchia del Duomo, nel settembre del 1991, è andato ad abitare nella locale Casa di riposo fino al novembre del 2005, quando per un infarto cardiaco ho dovuto essere trasferito all'OPSA. Ed io sono sempre andato a trovare, anzi mi chiamava per aiutarlo nelle Confessioni degli Ospiti della Casa di riposo o per celebrare la Messa, quando lui si sentiva poco bene. Anche all' OPSA, la mia visita era frequente. Nel trasferimento, qualcosa di Mons. Michieli è rimasto con me. Ecco la mia testimonianza:

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ons. M i d o d r In rico Michieli 1) Un Prete di grande preghiera, sia in Casa di Riposo a Piove sia all'OPSA. Usava ancora il libro di preghiere del Chierico di Padova. Chi può vedere il libro, lo vede consunto. Mons. aveva sempre la corona in mano, soprattutto a letto. Al collo portava un grande crocifisso. 2) Un prete di grandi capacità oratorie sia nella prediche sia in altre occasioni. Aveva una memoria eccezionale. Si ricordava i nomi e le famiglie sia di Piove

sia di San Benedetto. Ci raccontava tanti fatti del tempo di guerra, quando assisteva i carcerati, soprattutto i condannati a morte. Non voleva che stappassimo le bottiglie di vino in sala pranzo, per non udire lo scoppio, che gli faceva male al cuore, perché gli ricordava gli spari delle fucilazioni . Ci parlava del suo Vescovo, Mons. Carlo Agostini, ma anche del Cardinale Elia Dalla Costa, e di Mons. Bortignon. 3) Grandissima devozione alla Ma-

donna ( ho scoperto che aveva fatto la consacrazione alla Madonna con il Trattato del Monfort, come don Antonio Varotto), a san Giovanni Bosco, e specialmente a san Domenico Savio..... A tutti regalava le immaginette di questi Santi e di altri. Ho un armadio con circa 20 cassetti pieni di ricordi dei pellegrinaggi a Roma, a Fatima, a Lourdes, in Terra Santa o in altri Santuari....E Lui li distribuiva di volta in volta ai suoi Giovani o ad altre persone, alle famiglie. 4) Una grandissima attenzione verso la pastorale giovanile e verso gli ammalati. Aveva a cuore il Catechismo, il Patronato, la Messa del fanciullo. Mons. possedeva un libretto con tanti nomi ed indirizzi e numeri telefonici. Mi ricordo che a Piove dopo cena, si appartava in studio per telefonare alle persone conosciute nel suo ministero, e faceva gli auguri o per parlare di altre cose. Ogni anno, a Piove, vedevo riunirsi gli Amici del Patronato di San Benedetto, e non si dimenticava Mons, di quando era stato a San Pietro in Padova. Mons. Franco Costa potrebbe dare molti altri particolari. 5) Una passione smisurata per il Concilio Ecumenico, per le applicazioni nella riforma liturgica e nella pastorale: era battagliero, sparava a zero. Dimostrava un attaccamento speciale al Papa e ai Superiori. Ce l' aveva con al-


cuni Teologi o con i cosiddetti Progressisti. 6) Ogni anno faceva la Visita alle Famiglie, si interessava dei vari avvenimenti: piangeva con chi era nel pianto o nel lutto; ha trovato lavoro presso Industriali suoi conoscenti per tanta gente di Piove. Ci raccontava come assisteva a San Benedetto le famiglie bisognose, colpite da lutti, che abitavano nelle soffitte ecc. in tempo di guerra o subito dopo guerra; ha fatto da papà a tanti orfani...

7) Grande organizzatore di pellegrinaggi e di gite parrocchiali: gli piaceva raccontare anche barzellette. Aveva dei libretti che lo aiutavano per questo. Come ho già detto, aveva una bella memoria e questo lo aiutava per spiegare i viaggi, e quanto i pellegrini andavano vedendo. Con noi Preti, ogni tanto facevamo dei pellegrinaggi a Torino per venerare san G. Bosco e la Madonna Ausiliatrice nonché san Domenico Savio. 8) Nel Vicariato, gli piaceva coltivare la

fraternità tra i Preti. Però non sempre ci riusciva. 9) In Canonica, rispettava le due Domestiche e le ha aiutate economicamente, anche dopo il suo ritiro da Parroco. Ricordo che con me, c'erano come Cappellani: don Valentino Miotto ( solo per un anno ); don Giovanni Dalle Rovere; don Amelio Brusegan; don Antonio Pizzo e don Antonio Prosdocimo Don Caterino Longo

Don Franco Costa

lati, pieno di misericordia e povero. La catechesi dei bambini e dei ragazzi, la pastorale dei giovani specialmente con l'Azione cattolica, la cura della liturgia, la devozione a Maria e la consacrazione secondo San Luigi Montfort che ha fatto fare a centinaia di giovani, la promozione delle vocazioni sacerdotali, la devozione al Papa... Ecco alcune

anni del pontificato di Pio XII (un Papa “irraggiungibile” diceva a noi giovani riferendosi alla levatura della sua dottrina) e poi attraverso il pontificato degli altri santi Pontefici da san Giovanni XXIII al Concilio fino a san Giovanni Paolo II e oggi a Francesco. Dotato di una sorprendente memoria fino agli ultimi giorni, poteva raccontare di eventi e di persone con straordinaria lucidità: dagli anni del Seminario e poi della guerra e delle sue parrocchie. La Difesa del Popolo e la rivistina Cor Cordis del Seminario gli hanno dato volentieri spazio in non pochi articoli, dal 2005 per vari anni. Negli anni violenti della camere della tortura praticata in Padova dalle famigerate camicie nere della Banda Carità, per incarico del Vescovo Carlo Agostini cercava di visitare i detenuti in carcere e anche accompagnare i condannati alla morte. La misericordia è stato un tratto distintivo, come si raccoglie per esempio in un aneddoto, quando entrò senza farsi problemi nella casa della tenutaria di una “casa chiusa” ben nota nel quartiere di Savonarola in Padova, per por-

Nel 76° anniversario di ordinazione presbiterale, il 10 luglio 2014, mons. Antonio Michieli aveva dettato personalmente una lettera a papa Francesco. Il Papa gli ha risposto tramite il card Pietro Parolin per “esprimergli vive felicitazioni” e per dirgli che “mentre ne apprezza il lungo e generoso servizio in favore del popolo di Dio contrassegnato anche dal dono della propria sofferenza, invoca su di lui effusione di grazie celesti impartendogli di cuore l'implorata benedizione apostolica”. Il dono della benedizione è stato ancora più gradito perché gli è stata recata personalmente dal Vescovo Antonio. Questo gli diede la gioia di un bambino e diceva a chi andava a trovarlo quella settimana: “ela xè stà proprio na bela setimana”. Nato il 20 gennaio 1915, avrebbe dunque compiuto tra pochi mesi cento anni. Di lui si può dire che è stato un prete, semplicemente “prete”. Nei quarantaquattro anni di parroco – a san Benedetto in Padova dal 1947 al 1967 e poi arciprete di Piove di Sacco fino al 1991 - è stato il pastore vicino alla vita della gente e delle famiglie, premuroso verso i ma-

delle coordinate del suo ministero. Nulla di straordinario, ma tutto vissuto con straordinaria dedizione. Ha attraversato e raccontò di almeno ottant'anni di vita della Chiesa padovana e del Seminario, attraverso gli

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tare con i sacramenti la grazia ultima della riconciliazione. Nello spirito di povertà e distacco gestì sempre le sue economie personali scrivendo nel Testamento che i restanti risparmi fossero per le spese del funerale e poi a vantaggio del Duomo di Piove di Sacco e dell'OPSA.

Con lo stesso spirito di povertà si è offerto al Signore nel 2005 nella fragilità estrema, dal momento del ricovero nella Casa dei Sacerdoti all'OPSA, imparando a vivere sulla carrozzella e a dipendere dagli altri in tutto. Si è sempre puntualmente accompagnato alla

Preghiera liturgica delle Ore. Il suo breviario porta i segni sulle pagine del giovedì della XVI settimana dell'anno liturgico, i giorni cioè dell'ultima settimana di vita. È spirato lunedì 28 luglio alle 17.

Don Giovanni Battista.

d.Caterino, di celebrare lì la festa della S.Spina che ricorre nel giorno della esaltazione della croce il 14 settembre.Infatti in quel paese, al limite sud dell'Altopiano di Asiago, si conserva una reliquia della corona di spine di Gesù, veneratissima dalla popolazione di tutta la vallata. Gli anziani ricordavano quel giovane prete e, dopo la

festa, lo hanno salutato con soddisfazione reciproca. Ricoverato all'Opera della Provvidenza nella Casa dei sacerdoti anziani, andavo a trovarlo. Non era immediato nel rispondere al saluto, ma quando riusciva ad esprimersi, mi chiamava per nome' “Don Giovanni di S.Caterina”. Don Battista

vari gruppi di studio. E’ apparsa Ho partecipato a questa settimana tutta la grandezza della Madonna e sono stato colpito dal modo in cui nella sua umiltà Abbiamo avuto è stata approfondita la conoscenza delle relazioni molto ben trasmesse della Madonna partendo da testi da esperti del nostro seminario ed originali del vangelo elaborati dai è intervenuto anche il nostro

Vescovo Antonio. Nell’omelia dellaMessa ha detto: C’è stato un periodo

Non stona questa mia testimonianza, unita alle altre due: Don Antonio ha conosciuto prima di me il paese di S.Caterina di Lusiana, dove ero parroco, perché da giovane passava qualche giorno di vacanza. Nonostante la sua età, ha accettato, in compagnia di

Don Franco Costa

XXI Settimana Biblica Mariana

Don Franco Callegari

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subito dopo il Concilio Vaticano II chiamato silenzio su Maria, perché la scelta mariologica del Concilio aveva spiazzato la Mariologia in voga. Il Papa Paolo VI è intervenuto con l’Esosrtazione apostolica Marialis cultus (2.II.1974) ed è cominciata una nuova fase di nuova impostazione della mariologia.Il popolo di Dio incurante dell’imbarazzo dei teologi, con qualche esimia eccezione, e talora anche dei preti – è andato avanti per la sua strada, con la sua devozione e i pellegrinaggi ai santuari mariani. Ancor oggi una Commissione pontificia sta indagando sulle presunte apparizioni di Maria a Medjugorie e non riesce a tirar fuori una valutazione, ma i fedeli e anche preti e vescovi si recano numerosi a Medjugorie. Penso che vi sia, per così dire, un “mistero di Maria” racchiuso nella Sacra Scrittura che si svela progressivamente alla


Chiesa, agli esegeti e teologi, alla fede dei semplici cristiani e ai Pastori della Chiesa. È necessario, quindi, dare attenzione al “sensum fidelium”, il quale ha un suo valore teologico. A questo sensum fidelium ha fatto ricorso il Papa Pio XII nel definire il dogma dell’Assunzione di Maria in cielo. La conoscenza, nel senso biblico, non è limitata alla dimensione concettuale e teorica, che è astratta, ma è conoscenza relazionale, caratterizzata da un rapporto interpersonale e affettivo. Scopo della Sacra Scrittura è suscitare e nutrire la fede; l’atto di fede del credente non si ferma alle affermazioni, ma stabilisce una relazione con la persona e con quello che si crede. Maria è persona viva, presente e attiva nella vita della Chiesa e nella storia della salvezza. È con la Persona di Maria, Madre della Chiesa e Madre nostra che siamo chiamati a stringere e vivere una relazione personale, soffusa di affetto, di fiducia e di amore. Maria allora ci educa a vivere da veri discepoli di Gesù, ci sostiene nel cammino della fede, nelle difficoltà della vita, ci rafforza nella testimonianza da rendere al mondo.Osservando il vissuto mariano di preti e fedeli, vedo sostanzialmente 4 tipologie. I Devozione carismatica a Maria Tenendo fermo il Cristo-centrismo, questo tipo di devoti vivono in modo “carismatico” la dimensione mariana della vita cristiana. A Maria si ispirano e a Lei si affidano. Un modello seguito è, ad

esempio, il Monfort, con il “Trattato della vera devozione alla Santa Vergine” e la consacrazione a Gesù Cristo, la Sapienza incarnata per il tramite di Maria. Il Monfort non è affatto devozionistico

ha una seria impostazione teologale ed ascetica e delle intuizioni importanti. San Giovanni Paolo II aveva questo tipo di devozione mariana espresso anche nel motto “Totus tuus”. II. Devozione a Maria discreta ma presente e influente. È il modello della Liturgia e dell’anno liturgico che oggigiorno, nella celebrazione eucaristica e nella Liturgia delle ore (il Magnificat ai Vespri), fa memoria di Maria, sempre in chiave Cristocentrica, e nel corso dell’anno liturgico, celebra i “misteri” della Vergine. La contemplazione e venerazione a Maria vanno insieme con l’imitazione

della Vergine. III. Maria è considerata alla stregua dei santi, persona e ruolo non presente e influente nella vita spirituale Questo atteggiamento è carente sotto l’aspetto di una accettabile impostazione di vita cristiana e richiede di essere convertito. IV. Devozione sfasata È di quanti ricercano aspetti straordinari disattendendo la pratica di solide virtù morali e teologali, a imitazione di Maria. Vorrei esprimere un pensiero sul ruolo di Maria nella vita ecclesiale.Maria è tipo e icona della Chiesa e testi biblici come Gv 2,1-11; 19,25-27; Ap 12, aprono a questa interpretazione del rapporto tra Maria e la Chiesa, rapporto che non è disgiuntivo, ma comunionale. Orbene, l’insigne teologo che fu von Balthasar e Giovanni Paolo II, hanno proposto di considerare la vita della Chiesa come l’articolazione e la complementarietà tra il “principio petrino” e il “principio mariale”. Il principio “petrino” indica l’istituzione ecclesiale che poggia sulla Rivelazione, la Liturgia e il governo pastorale. Il principio “mariale” sta a significare ciò che è proprio del femminile: l’accoglienza di Dio, non la passività ma la recettività, il cuore, dare volto e cuore umano al divino, umanizzare la vita ecclesiale, portando un soffio di amabilità nelle strutture della Chiesa che rischiano freddezza e burocrazia, un amore forte e generoso. Don Franco Callegari

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“Visita alla casa di Loreto”

Il C.A.V. di Piove di Sacco visita la S. Casa di Loreto

Continuano in Santuario gli appuntamenti della novena mensile organizzati dal Centro Aiuto alla Vita di Piove di Sacco . Nel mese di giugno si è svolto un pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto, ne è nato un simbolico” gemellaggio “ fra CAV: Piove e Loreto, con scambi di catechesi, di preghiera, di idee e reciproca testimonianza per il lavoro di aiuto alle mamme in difficoltà. Sabato 14 giugno 2014 i volontari del Centro di Aiuto alla Vita di Piove di Sacco e un gruppo di operatori dell'Associazione Volontari Ospedalieri del locale Presidio Ospedaliero sono giunti in pellegrinaggio alla Santa Casa di Loreto come tappa centrale di un percorso spirituale tutto dedicato alla Madonna, che durerà complessivamente il tempo significativo di 9 mesi. Il tema del mese di giugno è stato "Maria, donna di casa". Alle ore 16.00, presso il salone dell'Associazione laicale eucaristica riparatrice in via Asdrubali, ci è stata offerta una catechesi dal vicario della Prelatura, don Decio, sul tema del nostro pellegrinaggio "Maria, Donna di Casa" Poi si sono uniti a noi, con gioia, i volontari del C.A.V. di Loreto “L’Ascolto”, per condividere un momento di riflessione e approfondimento guidato da don Francesco Pierpaoli (responsabile della pastorale giovanile delle Marche e direttore del centro Giovanni Paolo

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II di Loreto) sul fondamentale tema "Il Limbo c'è ancora o non c'è mai stato? Il destino degli innocenti e dei giusti che muoiono senza Battesimo". Alle ore 18,30 abbiamo assistito alla celebrazione eucaristica in Santuario, con-

celebrata da don Lorenzo Voltolin che ci ha accompagnato nel pellegrinaggio, e infine dopo cena, alle ore 21.00, abbiamo partecipato alla suggestiva fiaccolata in piazza della Madonna e

in Basilica dell'Unitalsi, durante la quale è avvenuto il passaggio nella "casetta della Madonna" per un momento di particolare preghiera, tra quelle mura dove "Verbum caro factum est". Questo pellegrinaggio è coinciso con il momento formativo dei volontari di Loreto, ed è stato bello condividere

e

rt a Pa m i r P

esperienze e proposte con una realtà lontana geograficamente ma unita nelle finalità e nell’impegno quotidiano a favore della vita nascente. Ciò che maggiormente ci ha allietato è stata la possibilità per noi pellegrini di lucrare l'indulgenza plenaria che papa Francesco ha concesso, in vista del Sinodo straordinario che si terrà nel prossimo ottobre sulla Famiglia e sul sacramento del Matrimonio, per chi visita la Santa Casa, Santuario della Santa Famiglia per eccellenza, e i luoghi di culto marianolauretano sparsi nel mondo cattolico.

Domenica, lasciata Loreto dopo la tradizionale foto ricordo del gruppo, ci siamo avviati per Osimo dove era prevista la visita guidata alla cittadina e nel pomeriggio, sosta a Gradara per la visita al castello e alla rocca. Molto coinvolgenti ed emozionanti sono state le testimonianze rese da molti volontari durante il rientro. È stata un’esperienza molto intensa di spiritualità, arte e cultura che ha visto “Insieme per la Vita” 63 volontari di due Associazioni che sostengono la Vita nei momenti di fragilità nel suo intero arco temporale e un’occasione per conoscere e collaborare fra C.A.V. con indubbio piacere e arricchimento vicendevole. Il presidente Centro Aiuto alla Vita di Piove di Sacco Luciana Pigazzi


Cronache del Santuario

BUONI ERIENZA CHE DA SP ’E N U 06 20 L A D FRUTTI

SABATO 30 AGOSTO 2014 Chiostro Santuario Madonna delle Grazie E’ il terzo anno consecutivo che alla fine di agosto l’Associazione Madonna delle Grazie, inserisce tra le sue attività culturali, la presentazione di un libro. Questa iniziativa ha sempre avuto grande successo perché la presentazione è stata curata con appropriata “animazione”. Infatti, il chiostro è stato

UP DI CONA E MADONNA DELLE GRAZIE DI PIOVE DI SACCO

Campo scuola per famiglie a monte Corno Tema del campo”Vivere l’attimo presente-per non perdere l’occasione di amare.” Don Umbero Sordo, parroco moderatore dell’unità pastorale di Cona,ricorda ispirandosi alla spiritualità del movimento dei focolari: “Al campo sono stati privilegiati momenti di incontro e condivisione a partire dall’ascolto di testimonianze significative che si innestano sul tema vissuto al camposcuola.”

per due volte trasformato in “osteria letteraria” con accompagnamento musicale del gruppo BRENTAVECCHIA. Quest’anno ci siamo elevati ad un “chiostro letterario” per la presentazione “teatralizzata” del libro SAN FRANCESCO E IL SULTANO, un libro a fumetti storico- artistici di G. Trabuio e F. Lucianetti. Il libro è stato pubblicato per conto del Commissariato Triveneto della Terra Santa per aiutare i bambini della parrocchia francescana di Betlemme. La serata è stata preparata in forma simpatica e accolta piacevolmente dagli autori presenti e dallo stesso padre Adriano Contran (commissario) nonché dal prof. Paolo Tieto incaricato alla presentazione del

libro. I “nostri frati” cioè i quattro personaggi della parrocchia Madonna delle Grazie che spesso assumono le vesti di frati per animare le nostre attività, hanno ben introdotto la serata assieme al gruppo di animazione della parrocchia di Corte con canti “animati” . Inutile dire con quanta gioia sono stati accolti con le loro battute spiritose e con quanto interesse ed entusiasmo è stato seguito il bravissimo coro dei giovani di Corte (anch’essi vestiti di fraticelli, tanto da non sapere più chi erano i frati veri e quelli “teatrali”). Il chiostro, reso più accogliente del solito con fiori, luci (e bella gente) si è ben presto riempito oltre il previsto di partecipanti che hanno accolto con molto interesse la proposta del libro, acquistandolo e completando così lo scopo della serata : aiutare i bambini di Betlemme in un momento storico ed economico particolarmente difficile. Zita Chinaglia

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Affidati alla Madonna

GRAZIE, ANTONIO ! LO AVETE FATTO A ME. Quante volte ce lo ricordavamo! Perché quante cose abbiamo fatto assieme per il bene della Parrocchia. Tutta la Parrocchia deve rivolgerti un grazie E tu eri sempre pronto ad aiutarmi e quante cose sapevi fare. Sempre disponibile, superavi ogni difficoltà pur di aiutarmi, come prima di me aiutavi don Antonio. Questo aiuto concreto ci ha reso amici. Mi sei stato amico. Ho goduto della tua amicizia. Eri pronto a far tutto per rendere bello il Santuario e far contento anche me. Voglio dire ora e tu Antonio me lo fai ricordare che vivere nel Signore vuol dire contemporaneamente vivere per Maria, con Maria. E questo lo dico per il profondo amore che portavi alla Madonna. Non era solo per chiedere delle grazie, era per farla contenta Che bello far contenta la Madonna che non le mancasse qualcosa nel suo Santuario…che fosse sempre bello, tenuto bene..come capitava che magari si bruciava la lampadina…. Subito andavi a prendere … GRAZIE don Franco

Maniero Speranza

Sposata con Miotto Natale rimasta vedova il 10 Gennaio 2002 e l’8 Agosto prossimo compie CENTO ANNI. Speranza, mamma di dodici figli secondo il desiderio, forte e coraggioso, suo e di papà: Dodici come le dodici tribù d’ Israele, come i dodici Apostoli come i mesi dell’anno, come le dodici ceste di pane avanzati, dal miracolo di Gesù dalla moltiplicazione dei pani. Dodici le stelle che brillano nella notte per liberare dai cuori il buio della tristezza e della solitudine. La nostra mamma con papà è la “stella guida” che si è coltivata scri

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vendo ogni giorno, fin dalla tenera età e ancora oggi, il diario di tutto ciò che era meritevole di essere conservato meditato nel cuore e in un quaderno, per realizzare il suo sogno: come ragazza, come sposa, come madre, come vedova, come nonna, come innamorata di Gesù e della madre sua Maria che riteneva “sua suocera”. Possiamo testimoniare che il suo sogno di ragazza è diventato: Vita vissuta, realtà, esempio Mamma!...vorremmo abbracciarti come tu ci abbracciavi quando eravamo piccoli. E questo è il nostro augurio per i tuoi CENTO ANNI I tuoi dodici figli


“CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MORTO, VIVRA’”. GV. 11,25.

Maria Gobbo Ved.Tessaro

22.09.1926

Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti, se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio nella sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole al confronto! Mi è rimasto l'amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini. Vivo in una gioia purissima. Nelle angustie del tempo pensa a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore infinito. Non piangere se veramente mi ami! (Sant’Agostino)

31.07.2014

Rosa Pedron

15.06.1938

03.01.2013

Mons.Antonio Micheli

20.01.1915

28.07.2014

Gianni Pinton

21.06.1950

26.07.2014

Ezechiele Trolese

05.03.1930

20.07.1986

Carlo De Marchi

15.11.1927

22.08.2002


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