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“POSTE ITALIANE SPA – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L.353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1. COMMA 2, NE PD”
VENERDÌ 17 E VOLONTÀ DI DIO. UNA DONNA CHE VOLEVA ESSERCI. PAROLA DI VITA DI LUGLIO 2017. CAMPO FAMIGLIE 2017. 15 SETTEMBRE BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA.
Anno LXIII -07
Agosto-Settembre 2017
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SOMMARIO
Venerdì 17 e volontà di Dio
ECO DEL SANTUARIO DELLE GRAZIE PERIODICO DI CULTURA E DEVOZIONE MARIANA Anno LXIII - n. 06 Agosto-Settembre 2017
(Don Giovanni Battista) III° -------------------------------------------------------------------------------Una donna che voleva esserci (Susanna Zancanaro) IV°- V° -------------------------------------------------------------------------------Parola di Vita di Luglio 2017 (Luisa Boaretto ) VI° -------------------------------------------------------------------------------Pagine centrali a cura ed. Paoline
-------------------------------------------------------------------------------Campo Famiglie 2017 (Don Giovanni Battista) VII° -------------------------------------------------------------------------------15 Settembre Beata Vergine Maria Addolorata (Maurizio Pengo) VIII°- IX° -------------------------------------------------------------------------------Cronache in Santuario X° --------------------------------------------------------------------------------
Orario delle celebrazioni in Santuario
S.MESSA:
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La Madonna delle Grazie del Bellini (1430-1516) - Particolare
Direzione e Amministrazione: SANTUARIO DELLE GRAZIE Piove di Sacco (Padova) C.C.P. 92805332 Telefono 049 5840327
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S. ROSARIO
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Direttore Capo Redattore: Don Battista Crivellaro Direttore Responsabile Don Gino Brunello
Impaginazione, Grafica e design Federico Meneghello
Autorizzazione Trib. PD n. 188 del 7/7/1960
Finito di stampare in Piove di Sacco il 20.09.2017 2
CONFESSIONI
Giorni festivi 8,00 - 10,00 - 16,00 Festiva al sabato ore 18 (17 inv.) Giorni feriali ore 17 (16 inv.) Al giovedì ore 20.30 Al primo Sabato del mese ore 7,30
• ogni giorno prima delle S. Messe • ogni domenica ore 15.30 prima della S.Messa delle ore 16,00 • durante il mese di Maggio ogni sera alle ore 20.30 eccetto sabato e domenica (in Cappellina) • ogni giorno mezz’ora prima e dopo la S. Messa • al sabato mattina e pomeriggio • alla domenica mezz’ora prima della S. Messa • in altri momenti della giornata richiedendo al Sacerdote
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tutte le domeniche ore 8,00 - 10,00
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ura iale a c L’editor Battista di Don
Era venerdì 17 marzo
ntà di Dio lo o v e ’ 7 1 ‘Venerdì RINA, A M O T T SO (ovvero: infausto). o n r io g n iu cronaca d
2017 Il giorno precedente Don. Franco mi propone di andare ad ammirare il sorgere del sole in riva al mare a Sottomarina: una idea insolita in questi sei anni in cui condividiamo l’abitazione, una proposta che non rientra nelle sue abitudini, forse spuntata dal mio insistere per uscire un po’ dalla routine, ma suggerita anche dal versetto del la preghiera mattutina del Benedictus ‘verrà a visitarci un sole che sorge’. La scelta del giorno è stata casuale: avevamo un po’ di tempo da dedicare a noi stessi , la giornata si preannunciava buona, niente ci diceva di rinunciare: non avevamo fatto caso alla coincidenza della data. E’ necessaria una levata di buon ora: alle cinque e trenta in marzo è ancora buio, le strade semideserte, i primi camion sono già in movimento, ma si corre … Io non sono mai stato a Sottomarina di Chioggia, ma vado tranquillo, sul silenzio del mio compagno di viaggio, per la Statale Romea. Al bivio non previsto, proseguo, ma per sicurezza chiedo: ‘Dovevo girare?’; non c’erano indicazioni evidenti almeno per la località da raggiungere. Mi sento rispondere: ‘Eh sì!’, ma con un tono che mi lasciava capire che c’era più avanti anche un’altra strada; e continuo: in effetti altre strade non ce n’erano e non c’era possibilità di inversione di marcia. Ci stiamo avvicinando al mare dalla parte di Rosolina: un po’ di foschia mattutina confonde l’orizzonte ancora in penombra; guardo senza distrarmi il quadro comandi e mi ricordo di non aver fatto rifornimento di carburante: segnava già riserva inoltrata. Comincio ad agitarmi tanto più che la foschia è diventata nebbia con visibilità molto ridotta: non vedo nulla
né a destra, né a sinistra, ma quel che è peggio vedo poco anche davanti, perdo l’orientamento. Non posso fermarmi, a meno che non ‘debba’ fermarmi per il serbatoio asciutto. Procedo adagio per
Intanto l’aurora ha fatto il suo corso: non solo la nebbia, ma anche la strada sbagliata e la mancanza di benzina ci hanno fatto perdere l’appuntamento con lo spuntar del sole. Ma non è finita: arriviamo al cancello di casa nel momento in cui si stava aprendo la chiesa; l’allarme antifurto strilla: nella fretta di partire non avevamo annullato il codice . E la fretta ci ha giocato anche l’ultimo scherzo: dopo qualche giorno arriva la raccomandata con la multa dei vigili di
Don Franco e Don Battista in viaggio alla scoperta del sorgere del sole nella volontà del Padre.
tutti i motivi; spero di scorgere un distributore. Passano alcuni chilometri : possibile che mi trovi su una strada deserta? Finalmente! Ma è tutto chiuso e luci spente anche al bar adiacente, siamo fuori orario. Accosto ugualmente, c’è il selfservice: provo ma non riesco. Arriva un furgoncino : il conducente ha delle chiavi, non so che cosa apra, non sembra interessato al rifornimento. Chiedo aiuto; gentilmente mi dà le istruzioni e inserisco 10 Euro. Ringrazio con un po’ di sollievo ed esco dal piazzale del distributore immettendomi con maggior prudenza per la poca visibilità, in direzione opposta.
Codevigo per superati limiti di velocità, alle 6,07 appena partiti, sulla Romea. Viaggiare di venerdì 17 potrebbe portare sfortuna secondo i superstiziosi, e le vicende qui sopra narrate lo confermerebbero. Ma io non attribuisco questo potere misterioso e irrazionale a una pura coincidenza di date, né credo a forze occulte che determinano i fatti. Dopo tutto venerdì 17 è un giorno come tutti gli altri e quel che conta è che ogni mattina sorge il sole della volontà di Dio
Don Battista Crivellaro
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a n n o d a Un i c r e s s e a v e le l o v e ch
Il personaggio
L’anno scorso, precisamente il
1° novembre 2016, si è spenta a Castelfranco Veneto Tina Anselmi. Era nata proprio lì, il 25 marzo del 1927, terra che ha sempre amato e dove ritornava quando i suoi impegni a Roma le lasciavano un po’ di tempo; allora stava con la sua famiglia, le sue nipoti, alle quali era affezionata, e faceva camminate in montagna. Donna profondamente credente, coraggiosa e libera, ha dedicato tutta la sua vita alla sua patria, l’Italia, alla politica, a servizio della libertà e dei valori di uguaglianza. Ragazza, ha detto il suo “sì” a questo impegno a 17 anni quando studiava a Bassano del Grappa e quando i nazifascisti l’hanno costretta, con altri studenti, ad assistere all’impiccagione di 31 prigionieri per rappresaglia: fatto tragico che segna l’inizio della sua consapevolezza e del suo consenso per entrare attivamente nella Resistenza. Finita la guerra, si laurea all’Università Cattolica di Milano, lavora come maestra elementare, impegnandosi nel sindacato e come membro dell’Unione Europea Femminile e s’iscrive al partito della Democrazia Cristiana. Deputata per la circoscrizione Venezia – Treviso, si occupa con priorità dei problemi della famiglia e delle donne. Per il lavoro e la 4
Tina Anselmi; da partigiana donna ministro
previdenza sociale, nel 1976 diventa la prima donna ministra della storia italiana. E' tra coloro che elaborano la riforma che introduce il Servizio Sanitario Nazionale e a lei si deve la legge sulle pari opportunità. Presiede la Commissione Parlamentare d’inchiesta sulla Loggia massonica P2.
Quest’altro rilevante incarico le fu affidato nel 1981 da Nilde Iotti, presidente della Camera: entrambe venivano dalla Resistenza, credevano nelle Istituzioni ed avevano origini cattoliche; un incarico che portò la Anselmi a conoscenza di “uno spaccato tremendo del paese” e le procurò
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conquiste ottenute, che come diceva “non sono mai definitive”. Per lei era importante la laicità, la politica onesta, lucida e rigorosa. Donna forte, ma gentile e discreta, suscitava rispetto. Sapeva ascoltare i giovani e la sua passione civile non dimenticava i più deboli. Ha sempre affermato la dignità e i diritti di tutti portando in sé una dolorosa ferita: l’uccisione di Aldo Moro nel 1978, tragico lutto per la democrazia italiana in cui credeva. È difficile sapere come questa donna, che amava le cose semplici e spontanee, vivesse la sua spiritualità, il suo credo religioso, la sua devozione alla Madonna, ma senz’altro ha incarnato tutto questo nell’umanità coerente nel suo ideale di giustizia e nelle sue relazioni leali con le persone. Con certezza Tina Anselmi è stata una “madre della democrazia” ed un “simbolo di emancipazione civile”; avrebbe potuto diventare Presidente della Repubblica, ma l’Italia, per questo, non era forse ancora matura… Susanna Zancanaro
giana a prima molti nemici. Ma ricevette anche incoraggiamenti importanti come quello di Papa Wojtyla in un incontro a San Pietro. Con lei in politica, le donne volevano e dovevano esserci, senza accettare subalternità, ovunque c’erano problemi da affrontare e rimanendo vigili, attente per mantenere le
Nilde Iotti e Tina Anselmi: due italiane in politica 5
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Parola di Vita
"Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro" (Mt 11,28).
A volte siamo veramente stanchi,
ci sentiamo oppressi dai pesi che la vita ci fa portare. I momenti difficili ci sono sempre per tutti e a volte sembra non debbano mai finire. Riguardo a questo mi viene in mente una bellissima preghiera di Chiara, una preghiera lamento che inizia così: «Siamo stanchi, Signore, siamo stanchi sotto la croce e a ogni piccola croce ci sembra impossibile portare le più grandi». Ma Gesù, con questo brano del Vangelo ci invita, invita proprio me, invita proprio te, invita tutte le persone, in modo particolare quelle semplici ad andare a Lui, come 6
faceva secoli fa la folla che lo seguiva in cerca di una vita migliore. Ci invita perché desidera che tutti comprendiamo e accogliamo la legge che apre la porta della casa del Padre e cioè la legge dell’Amore. E Dio rivela le sue meraviglie a quanti hanno il cuore aperto e semplice. Gesù si è manifestato come il volto visibile di Dio che è Amore, un Dio che ci ama immensamente, così come siamo, con le nostre capacità e i nostri limiti, le nostre aspirazioni e i nostri fallimenti! Fidiamoci della sua "legge" che non schiaccia, ma è giogo leggero, capace di riempire il cuore di gioia in
quanti la vivono. Non ripieghiamoci su noi stessi, ma facciamo della nostra vita un dono sempre più pieno agli altri, giorno dopo giorno. La consapevolezza, la certezza di essere dono l’uno per l’altro deve essere sempre nel nostro cuore. "Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro" Gesù, non solo ci invita ad andare a Lui ma ci fa anche questa promessa: "vi darò ristoro". La Sua presenza è ristoro se lo scegliamo come il punto fermo della nostra esistenza; ristoro è la luce particolare che illumina i nostri passi quotidiani e ci fa scoprire il senso di quello che facciamo, anche nelle circostanze più difficili e faticose, in ogni scelta che dobbiamo fare. E, se cominciamo ad amare come Gesù stesso ha fatto, troveremo nell'amore la forza per andare avanti e la pienezza della libertà, perché è la vita di Dio che si fa strada in noi. Così ha scritto Chiara Lubich «…E questo perché tutti i comandamenti di Gesù si riassumono in uno solo: in quello dell'amore per Dio e per il prossimo, nel quale vedere e amare Gesù. L'amore non è mero sentimentalismo ma si traduce in vita concreta, nel servizio ai fratelli, specie quelli che ci stanno accanto, cominciando dalle piccole cose, dai servizi più umili. Dice Charles de Foucauld: "Quando si ama qualcuno, si è molto realmente in lui, si è in lui con l'amore, si vive in lui con l'amore, non si vive più in sé, si è ‘distaccati' da sé, ‘fuori' di sé" (Scritti Spirituali, Luisa
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Campo Famiglie 2017 Sottocastello di Pieve di Cadore
La mia sordità! Che brutto essere
sordi – dirai tu che leggi. Invece può essere un vantaggio … I ragazzi che partecipavano al campo-famiglie hanno fatto un gioco che consisteva nel lasciarsi condurre ad occhi bendati da un altro amico, fidandosi di lui; può essere un vantaggio anche il non vedere. Ecco allora il motivo del nostro trovarci insieme quest’anno: “IO MI FIDO DI TE” Questa scritta campeggiava sul frontale della casa che ci ha accolto. La sordità mi ha aiutato proprio a fidarmi di un’altra persona alla quale ho chiesto di ripetermi da vicino le decisioni più importanti. Ma mi sono fidato anche del gruppo di persone che si sono riunite per stabilire il programma: di solito il sacerdote partecipa in prima persona per impostarlo e la sua opinione ha un peso determinante; invece il tema è stato scelto dai partecipanti stessi traendo spunto dalla canzone di Jovannotti, ed è stato indovinato o meglio diremmo è stato ispirato … ‘ Io mi fido di te ’ : lo abbiamo approfondito prima dal punto di vista psicologico compilando un test con punteggio personale, partendo dal fidarsi di se stessi e poi in relazione con gli altri. Abbiamo letto il racconto di un falco che non sapeva di avere le ali e se ne stava appollaiato su un ramo aspettando che gli portassero il cibo;
Dopo la S.Messa a passo Giau.
i tentativi per smuoverlo erano inutili fin che non si è pensato di tagliare il ramo: il falco spiegò le ali e cominciò a volare. Così può succedere a chi è convinto di non essere capace perché troppo protetto o timido: tolta la sicurezza e la protezione, sbocciano le qualità e la persona stimando se stessa si inserisce con fiducia nel gruppo e nella società. Ne
MI FIDO DI TE
hanno fatto esperienza alcuni giovani che non erano ancora inseriti e invece hanno trovato spazio per manifestarsi. Fidarsi di Dio è su questa linea: non c’è amore se non c’è fiducia reciproca e Dio ci ama fidandosi di
noi e noi ci affidiamo al suo amore; nel tempo di preghiera del mattino e durante la S. Messa quotidiana abbiamo fatto qualche passo in più verso di Lui. Due coppie di coniugi ci hanno aiutato ad approfondire dal vivo portando il loro vissuto. Abbiamo goduto durante i cinque giorni dello splendore della natura in modo particolare passeggiando ai piedi delle Tofane, contemplando in una giornata limpidissima lo scenario meraviglioso dei monti dal Passo Giau, percorrendo la strada che costeggia il lago Centro di Cadore e salendo alle sorgenti di Làgole. Abbiamo visitato l’Osservatorio e veduto il sole con due macchie solari. Nel ritorno la pioggia ci ha accompagnato, ma ci siamo dati appuntamento alla sagra di S.Egidio a Pegolotte alla cena delle famiglie per l’ultimo caloroso saluto. Don Giovanni Battista Crivellaro
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EMBRE 15 SETTEM RA O L O D D A IA R A M E IN ERG BEATA VER Il mese di settembre ha due
ricorrenze mariane principali: l’8 si celebra la Natività di Maria, il 15 la Beata Vergine Addolorata. In quest’ultima si fa memoria della Mater dolorosa, come è invocata nella celebre sequenza medievale attribuita a Jacopone da Todi (secolo XIII): Stabat Mater dolorosa / iuxta crucem lacrimosa / dum pendebat Filius. La venerazione del popolo verso la Madre di Dio non poteva escludere l’aspetto di sofferenza e di dolore provato da Maria durante la passione e la morte di Gesù e lungo tutta la sua vita. Il culto dell’Addolorata affonda le sue radici nella Sacra Scrittura e nelle riflessioni dei Padri della Chiesa e attraversa tutto il Medioevo. A partire dal XIV secolo si definiscono i “Sette Dolori” di Maria traendoli da sette episodi evangelici: la profezia di Simeone (Lc 2, 34-35), la fuga in Egitto (Mt 2, 13-14), lo smarrimento di Gesù a Gerusalemme (Lc 2, 4350), l’incontro di Gesù sulla via del Calvario (Lc 23, 26-27), la presenza di Maria sotto la croce (Gv 19, 2527), la deposizione di Gesù dalla croce (Mt 27, 57-59, la sepoltura di Gesù (Gv 19, 40-42). La Vergine addolorata viene raffigurata con il cuore trafitto da una spada, oppure con sette spade che le trafiggono il cuore o ancora seduta sul Calvario con il Cristo morto adagiato sulle sue ginocchia, la cosiddetta Pietà. Il culto verso l’Addolorata si diffonde 8
Santa Maria dei Servi a Padova altare
soprattutto per merito dell’Ordine dei Servi di Maria e si adatta ai tempi in forme sempre nuove. Ancor oggi il culto della Vergine Addolorata è particolarmente vivo perché il popolo continua a sentire Maria particolarmente vicina ai dolori di ogni persona e capace di capire l’intima pena di ogni creatura che
soffre. Il calendario liturgico colloca la memoria della Beata Vergine Addolorata al 15 settembre, immediatamente dopo la festa dell’Esaltazione della Croce (14 settembre) per sottolineare il legame strettissimo fra la Madre e il Figlio, fra il sacrificio di Cristo sulla
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ORATA
tare dell'Addolorata
croce e il dolore di Maria sotto la croce. Per questo motivo si fa “memoria del dolore di Maria presso la croce” anche il venerdì della quinta settimana di Quaresima e il Venerdì Santo. La condivisione della passione di Cristo rende Maria compartecipe dell’opera salvifica del Figlio.
Un tempo, durante la Quaresima, si svolgevano anche delle processioni con la statua della Madonna Addolorata. In Veneto, la più solenne processione dell’Addolorata si tiene a Belluno la domenica che precede la Festa delle Palme. A Padova c’è una sola chiesa dedicata all’Addolorata, quella cosiddetta del Torresino nelle vicinanze del Seminario Maggiore. Ma l’immagine della “Virgo Dolorosa” più venerata in città si trova all’interno della Chiesa di Santa Maria dei Servi dove la statua della Vergine, opera di Rinaldino di Francia, troneggia sopra uno degli altari più monumentali di tutta la città. A Chioggia, invece, nel Santuario della Navicella, che si nota passando sulla strada che porta a Sottomarina, è venerata un’altra immagine molto popolare della Vergine Addolorata rappresentata nella tipologia iconografica della Pietà: la Vergine tiene sulle ginocchia il Figlio appena deposto dalla croce. Di questo tipo è anche la Madonna della Corona venerata in uno dei santuari mariani più caratteristici d’Italia, quello abbarbicato alla parete rocciosa del Monte Baldo a Spiazzi, in provincia di Verona. Il luogo di pellegrinaggio più conosciuto dell’Alto Adige è il santuario dell’Addolorata di Pietralba, a 1500 metri di altitudine, dove è conservata una piccola statua della Pietà in alabastro tanto cara alla devozione di Albino Luciani (poi papa Giovanni Paolo I) che da giovane con la mamma saliva in pellegrinaggio su questo monte. Numerosissimi sono i santuari mariani sparsi per l’Italia dove la
Mater Dolorosa attende gli uomini e le donne che a Lei si affidano. Nel Triveneto sono una quindicina. Oltre a quelli già menzionati, vanno ricordati anche quelli di Venezia (Santa Maria del Pianto), Peseggia di Scorzè (VE), Combai (TV), Farra di Soligo (TV), Forno di Zoldo (BL), Lughezzano (VR), Cavalese (TN), Molina di Ledro (TN), Dobbiaco (BZ), Rifiano (BZ) e Rovigo. Quest’ultimo santuario della Beata Vergine Addolorata è situato proprio in centro città, a due passi dal Duomo di Rovigo, ed è annesso alla casa Madre delle Suore Serve di Maria Riparatrici. La prodigiosa immagine che vi si venera è una Madonna “sola” che sembra non limitare il dolore al solo momento della croce, ma riferirlo alle sofferenze da Lei vissute nell’arco della vita accanto al Figlio. È una Madonna dalla forte carica espressiva che invita a rinvigorire la spiritualità cristiana vissuta con Maria. Le difficoltà e le prove, infatti, fanno parte della vita, ma possono diventare uno strumento di grazia se vissute in unione al sacrificio di Cristo e sull’esempio della Vergine Maria. Il mondo ha bisogno di VOCI che annuncino il Vangelo, di CUORI sensibili alle necessità dei bisognosi, di MANI confortatrici delle sofferenze dei fratelli, di PASSI verso le umane miserie del corpo e dello spirito. Guardando a Maria il mondo contemporaneo potrà sfuggire alle tentazioni di una cultura di morte e al nichilismo che ci attanaglia e aprirsi alla speranza di un avvenire migliore. Maurizio Pengo
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Cronache in Santuario
Liliana e Giamaria Bergo domenica 9 Maggio 2017 festeggiano il loro 50°anniversario di matrimonio.
Domenica 6 Agosto 2017 Mozzato Gianni e Rossi Donatella festeggiano il loro 40° anniversario di matrimonio.
Domenica 10 Settembre 2017 Wally e Ferdinando Da Molin festeggiano il loro 50°anniversario di matrimonio.
Domenica 18 Giugno 2017 Maurizio e Zelda Martin con il figlio Gioele appena battezzato e affidato a Maria. Domenica 10 Settembre 2017 Chiara Masiero e Antonio Mantovan affidano a Maria il figlio Alberto dopo il battesimo. 10
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“CHI CREDE IN ME,ANCHE SE MORTO, VIVRÀ”. GV. 11, 25
Antonio Meneghello
01.08.1910
12.12.1998
Lina Pedron Ved.Pinton
23.02.1922
19.04.2007
Carmine Vittorio Conte di Anni 73
Carlo De Marchi
15.11.1927
22.08.2002
Nevio Pinton
29.03.1916
23.11.1996
Vittorio Orefice 07.12.1945
11.07.2017
Maria Cognolato
08.09.1932
01.09.2017
Gianni Pinton
21.06.1950
26.07.2014
Gaetano Grisileo 07.08.1926
03.04.2005
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Un Pane
Un pane per piccole bocche affamate, per un sorriso su sguardi lucidi imploranti una briciola d’umanità.
L’altare dedicato a Maria
Vista Esterna del Santuario
La Chiesa prima degli anni 50
Un pane a rinvigorire esigui corpi scavati e infondere vita dove la giovane vita si conclude nel triste silenzio.
Un pane a liberare un cuore di mamma prigioniero nella stretta del dolore e impotente al tormento della propria creatura. Un pane per affondare un morso nel diritto di esistere con la dignità di figli di Dio.
Carla Tiengo
L’interno del Santuario
L’entrata dal Chiostro
Il Chiostro interno
Vista esterna del Santuario negli anni 60