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SOMMARIO

ECO DEL SANTUARIO DELLE GRAZIE PERIODICO DI CULTURA E DEVOZIONE MARIANA Anno LX - n. 3 Aprile 2014

La Madonna delle Grazie del Bellini (1430-1516) Particolare

Direzione e Amministrazione: SANTUARIO DELLE GRAZIE Piove di Sacco (Padova) C.C.P. 92805332 Telefono 049 5840327 www.madonnadellegraziepiovedisacco.it

Non aspetta più tre giorni II ----------------------------------------------------------------------Paola Masiero Salvagnin: una persona semplice III ----------------------------------------------------------------------Caritas Parrocchiale IV ----------------------------------------------------------------------Raccontami... V ----------------------------------------------------------------------Pagine centrali a cura ed. Paoline 1-26 ----------------------------------------------------------------------Vivo la fede consciamente o solo come pratica domenicale? VI ----------------------------------------------------------------------Maria donna dei nostri giorni VII ----------------------------------------------------------------------Maria e gli adolescenti VIII ----------------------------------------------------------------------Affidati alla Madonna IX

Orario delle celebrazioni in Santuario S.MESSA:

- Giorni festivi 7.30 - 9.30 - 11 - 16

- Festiva al sabato ore 18 (17 inv.) - Giorni feriali ore 17 (16 inv.)

- Al giovedì anche alle ore 20.30

S. ROSARIO

- ogni giorno prima delle S. Messe

- ogni domenica ore 15.30 prima della S.Messa delle ore 16 - durante il mese di Maggio ogni sera alle ore 20.30 eccetto sabato e

OFFERTE PER ABBONAMENTO:

D’amicizia Sostenitore Estero

Una copia Arretrati

€ 18,00 € 28,00 € 33,00

€ 2,00 € 2,50

Direttore: Don Franco Callegari

Direttore Responsabile Don Gino Brunello Autorizzazione Trib. PD n. 188 del 7/7/1960

Finito di stampare il 28.04.2014 in Piove di Sacco - Via Garibaldi, 68

CONFESSIONI

domenica

(in Cappellina)

- ogni giorno mezz’ora prima e dopo la S. Messa

- al sabato mattina e pomeriggio - alla domenica mezz’ora prima della S. Messa - in altri momenti della giornata richiedendo al Sacerdote

Se vuoi sostenere Respice Stellam e il Santuario Madonna delle Grazie, nella prossima dichiarazione dei redditi firma per il 5 per mille a favore dell’Associazione di promozione sociale Madonna delle Grazie Codice fiscale 92194490287


Non aspetta più tre giorni Da prete giovane ho partecipato come assistente spirituale ad un camposcuola per ragazzi. Una mezza giornata è dedicata alle confessioni. Un adolescente mi manifesta il suo stato d’animo: sento che c’è un ripiegamento in se stesso e una incapacità di uscire. Avrei potuto entrare io in lui, intuendo le sue difficoltà e servendomi degli approfondimenti della psicologia, oppure indagando sulla sua fede, sul suo rapporto con Gesù. Gli ho fatto una domanda a bruciapelo: ‘Ma tu vivi

la Pasqua? Quel Gesù che è in te, pensi che rimanga sepolto nel tuo peccato, che abbia perso la forza di risorgere?’ Gesù non aspetta più tre giorni, vuole risorgere subito appena ti rendi conto che non hai amato. Non aspettare che il peccato ti trascini ancora più giù, non aspettare il sacramento per essere sollevato; esci subito, buttati ad amare, a vivere la tua vita con Lui. Poi ti accoglierà anche la Chiesa con il perdono di Gesù. Vivi la Pasqua ogni giorno, non solo a primavera , e non solo alla domenica! Gesù Risorto ti dà la forza di ricominciare ad amare ogni momento. Questo è il cuore del vangelo: “ la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”. (v. enicicl. Ev.Gaudium di Francesco, 36). don Battista

Buona Pasqua

Il rigore dell’inverno è passato, le piante germogliano…. La vita riprende per un’altra stagione. La Pasqua è di più è di più del fiore di pesco e dell’uovo con sorpresa! C’è già il frutto: è la vita che non ha stagione che non teme dolore e corruzione. CRISTO E’ RISORTO!

Auguri, fratelli:siamo con Voi. Tutta la Parrocchia con d.Franco e d.Battista vi è vicina

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Paola Masiero Salvagnin: una persona Semplice “Sempre si prodigò per il bene dei suoi cari. Esempio di altruismo e di bontà infinita. Lascia di sé un dolcissimo ricordo” Con queste frasi i familiari hanno voluto ricordare Paola sul retro della foto distribuita il giorno del suo funerale. Paola era semplice, dal cuore grande, entrare in ospedale ed incontrarla era facile e memorizzare il suo sorriso in un luogo di sofferenza, era piacevole. La incontravo spesso anche in Santuario, dove veniva ad offrire le sue sofferenze. Si perché Paola ha avuto una vita difficile, con tante difficoltà da superare.

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Per ricordare Paola non servono tante parole, e poi chi non la ricorda la nostra “Paolona”! Ecco come l’ hanno ricordata i nipoti il giorno del suo funerale: “Cara Paola, per tutti Paolona perché tanto è stato l’amore e l’affetto che hai saputo dare in famiglia e nel tuo lavoro. La generosità e la purezza del tuo cuore ti hanno sempre contraddistinta, l’allegria, l’affetto e la bontà che

ci hai sempre dimostrato possano continuare a vivere nei nostri cuori. Con grande umiltà sei entrata nei cuori delle tante persone che ti hanno conosciuto e che ti sono state amorevolmente vicine soprattutto in questo momento difficile. Siamo sicuri che per ognuno di loro avresti un ringraziamento speciale (ed una battuta spiritosa). Anche noi nipoti abbiamo per te un ringraziamento speciale: per averci amato come fossimo tutti figli tuoi, per la tua amorevolezza assolutamente gratuita e genuina…..” Don Caterino che sempre le è stato vicino così la ricorda: “ UNA INFERMIERA CRISTIANA o UNA CRISTIANA INFERMIERA? Quel giorno di venerdì 3 gennaio 2014, il Duomo di San Martino in Piove di Sacco era non solo gremito, ma gremitissimo come si riserva alle persone che lasciano un segno !Ho capito ancora meglio il detto del Signore Gesù: < Chi si umilia, sarà esaltato > e le parole della Madonna, quando disse: < Il Signore ha guardato all’umiltà della sua serva ! >.Paola è stata ammirevole per la sua semplicità


e spontaneità: da molti era chiamata < Paolona > per la sua corporatura, è stata una persona semplice ed umile di cuore. Davvero Paola aveva un’umanità ricca di buon umore e di volontà di far del bene e di sviluppare amicizie profonde ed affettuose, nonostante lei stessa fosse provata da sofferenze di non poco peso. La sua presenza in Ospedale, nel reparto di chirurgia e negli altri reparti, era diventata come una realtà consolidata: anche i pazienti, quando la vedevano passare in corridoio, la chiamavano

amichevolmente < Paola....>. E anche quando lei stessa si avvicinava al letto di qualcuno con fare sornione, aveva sempre una parola di incoraggiamento, un sorriso alla buona, mentre rimboccava le coperte o sistemava il comodino. Zita

tare e seguire soprattutto i nostri parrocchiani in difficoltà, aperti sempre agli impegni vicariali. Il nostro impegno sarebbe quello di riuscire a portare avanti aiuti concreti, oltre a quelli di ascolto, a quelle di famiglie che a causa della crisi si trovano in un periodo difficile, sempre nella discrezione e nel ri-

spetto della privacy. Come comunità abbiamo preparato “una serata caritas” per sensibilizzare e fare conoscere il nostro nuovo impegno, fiduciosi che altre persone si uniscano al progetto “Caritas Parrocchiale”.

Caritas Parrocchiale

La Caritas è un frutto del Concilio Vaticano II. Nasce nel 1971 per volere di Paolo VI che aveva a cuore la comunità cristiana e desiderava diventasse luogo accogliente, sensibile e attento. Nel nostro vicariato ci sono molte parrocchie che hanno già un riferimento Caritas, ora sotto l'impulso delle nuove necessità che la crisi ha prodotto, stanno nascendo, dove mancano, nuovi punti Caritas Parrocchiali. Per far questo, è necessario essere preparati, non solo i parroci ma anche i laici e i volontatari. Proprio per questo nultimamente nel nostro Vicariato di Piove di Sacco si sono svolti alcuni incontri di preparazione per persone che desiderano prestare un po' del loro tempo a chi è in difficoltà. Il 26 Marzo è partita ufficialmente la “Caritas Vicariale” con il mandato ai volontari che seguiranno i “centri di ascolto”(vedi foto). Anche nella nostra Parrocchia MdG stiamo partendo, per cercare di aiu-

Franca, Graziella, Mara

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Raccontami.... “Si, sono passati tanti anni, più di cinquanta ormai, ma ricordo ancora bene il giorno della mia Cresima, nel 2014”. Il nipote si mise comodo, disteso sulla pancia “allora raccontami”, gli disse e si preparò ad ascoltare. Ed allora cominciò a raccontare: “Era di pomeriggio, alle sei. Il sole si era nascosto per tutto il giorno, ma mentre aspettavamo fuori dal portone, tramontava alle nostre spalle un giallo disco dorato. Dal mio posto riuscivo a spiare dentro, nello spiraglio lasciato tra le due porte socchiuse, e potevo sentire il mio cuore battere. All’interno della chiesa neanche troppo gremita, sapevo esattamente dov’era mia mamma, mio papà, lo sapevo dalla sera prima, la sera delle prove. Ora la mano, che in principio era solo appoggiato alla mia spalla, aveva cominciato a stringermi più forte. Si preparava ad accompagnarmi, ormai mancava poco. “Entriamo, adesso” e ci passò un’ultima volta in rassegna. Aprì lui la porta e l’ultima lama di sole tagliò di sbieco tutto il santuario. Indugiammo ancora un poco e lo seguimmo. Mentre scendevamo quelle scale, ci sentimmo d’improvviso grandi, adulti. Una leggera musica, ricordo, mi fece pensare per un attimo che forse mi sarei sentito così anche il giorno del mio matrimonio … ma che sciocchezza, a quell’età! Fiori, rossi e bianchi, tutti ci sorridevano e sorri-

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devo anch’io. Lui li davanti ci guidava, un passo lento, teso: era orgoglioso di noi. Stava già chiamando i nostri nomi, uno per volta, il Vescovo (che non era proprio un Vescovo, piuttosto “un rappresentante” del Vescovo, comunque uno in gamba) ed arrivò rapidamente al mio, e mi ci volle un poco per riprendermi da quella che poi negli anni imparai a chiamare “sbornia”, e

mi alzai e dissi “eccomi” (a voce alta, mi raccomando). “Eccomi” dissi: ed ero proprio pronto. “Credo” una volta, “credo” un’altra volta, e due altre volte “credo” ancora. Era la prima volta che me lo sentivo chiedere così direttamente, o perlomeno era la prima in cui prestavo attenzione a questa domanda. Si “Credo” dissi: e lo credevo veramente. E credevo alle mani che mi stavano imponendo i Sacerdoti, e contro ogni ragione che cominciava a ribellarsi nella mia mente di adolescente, credevo nello Spirito Santo. Quello Spirito

che fece ammutolire tutti nei dieci, quindici o venti minuti che impiegammo per ricevere la Cresima. Quando toccò a me, non esitai, quasi trascinai chi mi accompagnava e desiderai (desiderai …) ricevere quell’unzione. Sentivo allora il calore del suo sguardo su di me. Vidi mia mamma (tua bisnonna) commuoversi, decisi di non guardare papà, non ero ancora pronto a vedere le sue lacrime. Alzai lo sguardo e lo vidi, li fermo in piedi, si era scordato di scendere dal pulpito, stringeva ancora il libretto in mano e seguiva gli ultimi di noi, accompagnandoli con uno sguardo d’amore. Sentivo calore del suo sguardo su di noi. Allora, il nipotino si rigirò, e da disteso, si accomodò seduto. Allora, smise di raccontare, capendo che la sua attenzione era terminata e gli disse: ”fammi un favore: vai di là in salone, prendi una sedia, salici sopra e stacca dal muro quella cornice piccola, quella con quei due che vanno assieme e portala qua”. Il nipotino così fece e gliela porse con sguardo interrogativo, allora riprese “sai cos’è questa? E’ l’icona dell’amicizia”. “Me la diede lui il giorno della mia Cresima”. “Adesso girala, guarda dietro, vedi? Quella è la data della nostra cresima, quella è la dedica e quella è la sua firma. E ne ha fatta una per ognuno di noi: questa è la mia”. Massimo


VIVO LA FEDE COSCIENTEMENTE O COME SOLA PRATICA DOMENICALE? C’è urgenza, necessità di “ riscoprire” la nostra fede, per poterla meglio condividere con chi ci vive accanto, con le nuove generazioni, con tutti coloro che sono alla ricerca di Dio. Fin dalla prima settimana Papa Francesco, con i suoi gesti, i suoi sentimenti ci hanno fatto provare sorpresa e gioia, non solo a noi, ma anche a tante persone che prima erano assai lontane dalla Chiesa, anche ai non credenti. Infatti, aprendo i giornali, si legge che pure loro sono stati impressionati dalla sua semplicità e dall’informalità oltre che al suo richiamo ad una Chiesa “ povera tra i poveri “, ha fatto conoscere la cordialità, l’immediatezza, la ricerca del contatto diretto,insomma: “ un Papa che si comporta come uno di noi “.

Ed ecco che con i suoi modi semplici e informali ci sollecita : “ Ricordatevi questo: seguire Gesù non è neutro, seguire Gesù significa coinvolgersi, perché la fede non è una cosa decorativa, è forza dell’anima! “ Come posso allora, se lo voglio seguire, non lasciarmi interrogare dal Vangelo, non lasciarmi coinvolgere dalla parola! Questo mese di aprile Chiara Lubich, ci aiuta a vivere : Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34). Gesù sta per morire e quanto dice risente di questo prossimo evento. La Sua imminente partenza infatti richiede soprattutto la soluzione d’un problema. Come può fare Egli a rimanere fra i suoi per portare avanti la Chiesa? Ebbene, anche dove si vive l’amore vicendevole Gesù è presente. Egli ha detto infatti: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome (e ciò è possibile mediante il reciproco amore),

io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). Nella comunità dunque la cui profonda vita è l’amore reciproco, Egli può rimanere efficacemente presente. E attraverso la comunità può continuare a rivelarsi al mondo, può continuare ad influire sul mondo. Davvero,la vita dell’uomo non dovrebbe essere fatta di compartimenti stagni, come purtroppo spesso accade. Niente doppie, triple, quadruple vite. Niente comportamenti diversi quando si è in famiglia, al lavoro o in parrocchia, al circolo sportivo, a scuola o all’università. Perché scriveva Chiara Lubich nel 1968: «L’amore è luce, è come un raggio di luce, che, quando attraversa una goccia d’acqua, si spiega in arcobaleno,. L’amore, ad esempio, è comunione, porta alla comunione. L’amore non è chiuso su se stesso, è di per sé diffusivo. L’amore eleva l’anima. L’amore risana. L’amore raccoglie più persone in assemblea. L’amore è fonte di sapienza. L’amore compone in uno i molti, è unità E con questo stesso amore noi dobbiamo amarci a vicenda ed attuare così il comandamento “nuovo”.: Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri" (Gv 13,34).

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Maria, donna dei nostri giorni Prima serata di preghiera della novena mensile, proposta dal movimento per la vita Maria, la vogliamo sentire così. Di casa. Mentre parla il nostro dialetto. Esperta di tradizioni antiche e di usanze popolari. Che, attraverso le coordinate di due o tre nomi, ricostruisce il quadro delle parentele, e finisce col farti scoprire consanguineo con quasi tutta la città. Vogliamo vederla così. Immersa nella cronaca paesana. Con gli abiti del nostro tempo. Che non mette soggezione a nessuno. Che si guadagna il pane come le altre. Che parcheggia la macchina accanto alla nostra. Donna di ogni età: a cui tutte le figlie di Eva, quale che sia la stagione della loro vita, possano sentirsi vicine. Vogliamo immaginarla adolescente, mentre nei meriggi d'estate risale dalla spiaggia, in bermuda, bruna di sole e di bellezza, portandosi negli occhi limpidi un frammento dell'Adriatico verde. E d'inverno, con lo zaino colorato, va in palestra anche lei. E passando per corso Umberto, saluta la gente con tenerezza. E ispira in chi la guarda nostalgie di castità. E conversa nel cerchio degli amici, sul viale Pio XI, la sera. E rende felici gli interlocutori, che la ripagano con sorrisi senza malizia. E va a braccetto con le compagne, e ne ascolta le confidenze segrete, e le sprona ad amare la vita. Vogliamo darle uno dei nostri cognomi: Salvemini, Tattoli, Minervini, Gadaleta, Carabellese, Altomare, De Candia, Pansini... e pensarla come alunna di un nostro liceo, o come operaia in un maglificio della nostra città, o dattilografa nello studio del com-

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mercialista di fronte, o commessa in una boutique di corso Margherita. Vogliamo sperimentarla mentre passa per le strade del centro storico e si ferma a conversare con le donne di via Amente. O incontrarla al cimitero, la domenica, mentre depone un fiore ai suoi morti. O mentre il giovedì si reca al mercato, e tira sul prezzo anche lei. O quando alla mezza, con tutte le altre madri davanti al Manzoni, attende che il suo bambino esca da scuola per portarselo a casa e ricoprirlo di baci. Non la vogliamo ospite. Ma concittadina. Interna ai nostri problemi comunitari. Preoccupata per il malessere che scuote Molfetta. Ma contenta anche di condividere la nostra esperienza spirituale, contraddittoria ed esaltante. Fiera per lo spessore culturale della nostra città: per le sue chiese, per la sua arte, per la sua musica, per la sua storia. E gioiosa di appartenere al nostro ceppo di

contadini, di naviganti, di esuli inguaribilmente stregati dalla loro terra natale. Maria, la vogliamo sentire così. Tutta nostra, ma senza gelosie. Molfettese puro sangue. Che a Natale canta la "Santa Allegrezza", e in Quaresima il Vexilla Regis: con le stesse cadenze delle nostre donne che sfilano in processione con le lampade accese. La vogliamo nelle nostre liste anagrafiche. Nei sogni festivi e nelle asprezze feriali. Sempre pronta a darci una mano. A contagiarci della sua speranza. A farci sentire, con la sua struggente purezza, il bisogno di Dio. E a spartire con noi momenti di festa e di lacrime. Fatiche di vendemmie e di frantoi. Profumi di forno e di bucato. Lacrime di partenze e di arrivi. Come una vicina di casa, dei tempi antichi. O come dolcissima inquilina che si affaccia sul pianerottolo del nostro condominio. O come splendida creatura che ha il domicilio sotto il nostro


stesso numero civico. E riempie di luce tutto il cortile. Don Tonino Bello

Con l’appellativo di donna dei nostri giorni, nel suo Santuario “casa di Maria”, abbiamo proposto come Movimento per la Vita di Piove di Sacco di seguire idealmente la maternità di Maria dal momento dell'Annuncio, il 25 marzo, fino alla nascita di Gesù, per

affidare a Lei ogni vita concepita. In questi nove mesi ci siamo proposti un momento di preghiera e di riflessione a sostegno di tutte quelle mamme che si trovano in difficoltà per una nuova maternità e di quelle famiglie, in stato di disagio, dove sono presenti minori. Ciò riflette l’attività quotidiana del Centro di Aiuto alla Vita e che da ora vogliamo mettere nelle mani della B.V. Madonna delle Grazie.

La grande partecipazione al primo incontro, ci fa pensare che siamo in sintonia col pensiero di tanti. E' stata un'ora intensa di preghiera e di canti, per onorare e ringraziare Maria del dono che ci ha fatto con il suo Sì.

trare l’Angelo e pochi pensiamo alla sua vita di 14 enne, colma di attese, di proiezioni, di stupore, fanciulla povera di Nazareth, la quale osservava i genitori che tornavano alla sera stanchi e affaticati dal duro lavoro, poco cibo a tavola, abitazione sufficiente o misera

con una sola ricchezza: la Fede nel Dio di Israele. Cifra o valore essenziale in una esistenza all’insegna dell’attesa, condividendo con le sue coetanee timori e tremori, gemme che prima o poi sbocciano e l’adolescente Maria riceve turbata un annuncio che la proietta nella dimensione del privilegio, ma anche la croce… Gli adolescenti di oggi non vedono futuro, l’adolescente di Nazareth in un lampo vede (o percepisce) che una spada le avrebbe trapassato l’anima. I miei allievi, anche se molti dichiarano di non essere piu’ praticanti, dai loro scritti la sentono vicina, Madre che rimbocca perennemente le coperte, una energia che li risolleva dalla consapevolezza di un futuro nebuloso, da un quotidiano a volte opaco,

Luciana Pigazzi - Presidente del “Movimento per la vita” di Piove di Sacco

Maria e gli adolescenti

Come insegnante di religione, ho proposto ai miei allievi delle superiori di scrivere le loro considerazioni o riflessioni su Maria. Non c’è alcuna intenzione di divulgare tali scritti in un sondaggio e non mi sento un sociologo della religione, semmai mi incuriosisce, quale docente, da uomo maturo anagraficamente, come si rapportano i nostri adolescenti alla Madre di Dio. Ragazzi che in maggioranza sono reduci da esperienze catechistiche, i cui regali della Cresima sono doni non troppo lontani nel tempo: ragazzi e ragazze dai 14 ai 18 anni, in piena fioritura, eta’ di cambiamenti, di entusiasmi, ma anche di crisi, di smarrimenti. Una primavera della Vita con giornate alterne, tra raggi di sole che filtrano da nubi incombenti…anche Maria è “una adolescente” prima di incon-

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contornati da cellulari e sms che non sempre tolgono loro la solitudine. In qualche scritto degli stessi adolescenti emerge un interessante aspetto di Maria; trasposta ai nostri tempi potrebbe essere un’anticonformista, un’inconsapevole pazza per il troppo amore verso gli altri, per la Sua volonta’ di ascoltare tutti senza preconcetti. Alcuni studenti, poi, non credono risolutamente, ma non esiterebbero ad accompagnare a Lourdes o a Fatima un loro amico del cuore, bisognoso di cogliere Fede e Speranza, con il fine, però, di guarire nel senso pieno del termine. Una ragazza, in particolare, scrive: “Maria é un esempio di bontà infinita, un modello da imitare, sia dai credenti che dai non credenti. Un Segno di Fede Eterna, che ci porta direttamente a Dio”. Gioisco a leggere queste frasi che

mi fanno riflettere su questi giovani allievi, che danno un senso alla Vita, che meriterebbero adulti più coerenti e generosi, una società meno ambigua. Ritengo che in Maria scorgano quella linea retta che non si lascia curvare per niente; le curve dei compromessi, dei facili accomodamenti, distanti dalle esigenze del cuore. Ancora, una allieva scrive: “Non sono particolarmente devota ma ritengo che ogni Madre istintivamente si rivolga a Maria nei momenti di grande gioia ed anche di grande difficoltà, perché è la Madre delle Madri, l’espressione soprattutto della Maternità Spirituale. Adolescenti che crescono nel riso e nel pianto, ragazzi, quasi adulti, che scorgono in Maria l’archetipo della purezza, di un concetto di maternita’ che va oltre tutte le maternita’ fisiche. In un altro scritto

emerge un forte vigore, quasi la forza di una preghiera: “O Maria, proteggi e dissuadi il mio amico dal fare uso di stupefacenti, neutralizza lo spacciatore, proteggi gli adolescenti dalla tentazione di entrare nel tunnel delle dipendenze, blocca la baby-squillo che entra nelle fauci del maturo signore dall’aria perbene.” Ancora: “Maria, come Tu da adolescente hai incontrato l’Angelo, fa che lo incontri anch’io, magari di taglia minore e proteggimi, visto che mia Mamma è in cielo con Te”. Preghiere non dense di alta teologia ma dettate da cuori vibranti, per nulla aridi. Anch’io, indegnamente, rivolgo una preghiera accorata alla grande mediatrice, affinché Maria protegga tutti gli adolescenti. Sante

Affidati alla Madonna

Si affida alla protezione della Madonna delle Grazie la famiglia Suman: papà Carlo, mamma Lara e il piccolo Filippo.

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“CHI CREDE IN ME , ANCHE SE MORTO, V IVR A’”. GV. 11,25.

Maria Miotto

ved. Piovan 03.06.2013 26.02.1914

Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti, se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio nella sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole al confronto! Mi è rimasto l'amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini. Vivo in una gioia purissima. Nelle angustie del tempo pensa a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore infinito. Non piangere se veramente mi ami! (Sant’Agostino)

Giuseppina Tieto

02.03.1932

09.03.2014

Taschin Pietro

30.06.1939

22.05.2004

Gelsomina Chiarin

15.01.1943

06.03.2011

Osvaldo Sartore


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