Respice di agosto 2015

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...dal 1955

Eco del Santuario delle Grazie Piove di Sacco (Pd)

“POSTE ITALIANE SPA – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L.353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1. COMMA 2, NE PD”

Che cosa avrà da dirgli Vendemmia. I Papi del Novecento “Papa Giovanni Paolo II”. Riflessioni dalla Parola di Vita di Settembre . Campo Famiglie In ricordo del Prof. Paolo Tieto 5 Agosto “Madonna della neve”

Anno LXI -07

Agosto-Settembre 2015


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SOMMARIO

ECO DEL SANTUARIO DELLE GRAZIE PERIODICO DI CULTURA E DEVOZIONE MARIANA Anno LXI - n. 07 Agosto-Settembre 2015

Che cosa avrà da dirgli (Don Battista) III° Vendemmia (Carla Tiengo) -------------------------------------------------------------------------------Papi del novecento Papa Giovanni Paolo II (Sante Rodella) IV°V° -------------------------------------------------------------------------------Riflessioni dalla parola di Vita di Settembre 2015. VI° -------------------------------------------------------------------------------Pagine centrali a cura ed. Paoline -------------------------------------------------------------------------------Campo Famiglie (Massimo Durello) VII° -------------------------------------------------------------------------------Ricordo del Prof.Paolo Tieto VIII°- IX° -------------------------------------------------------------------------------Trasferimento dell’Ospedale Giustinianeo di Padova (Maurizio Pengo) IX° -------------------------------------------------------------------------------Cronache in Santuario. X°

Orario delle celebrazioni in Santuario

S.MESSA:

• Giorni festivi 7.30 - 9.30 - 11 - 16 • Festiva al sabato ore 18 (17 inv.) • Giorni feriali ore 17 (16 inv.) • Al giovedì ore 20.30

S. ROSARIO

• ogni giorno prima delle S. Messe • ogni domenica ore 15.30 prima della S.Messa delle ore 16 • durante il mese di Maggio ogni sera alle ore 20.30 eccetto sabato e domenica

CONFESSIONI

(in Cappellina) • ogni giorno mezz’ora prima e dopo la S. Messa • al sabato mattina e pomeriggio • alla domenica mezz’ora prima della S. Messa • in altri momenti della giornata richiedendo al Sacerdote

La Madonna delle Grazie del Bellini (1430-1516) - Particolare

Direzione e Amministrazione: SANTUARIO DELLE GRAZIE Piove di Sacco (Padova) C.C.P. 92805332 Telefono 049 5840327

www.madonnadellegraziepiovedisacco.it

mail: scrivi@madonnadellegraziepiovedisacco.it

OFFERTE PER ABBONAMENTO: D’amicizia Sostenitore Estero

Una copia Arretrati

€ 20,00 € 30,00 € 35,00

€ 2,00 € 2,50

Direttore: Don Battista Crivellaro

Direttore Responsabile Don Gino Brunello

Autorizzazione Trib. PD n. 188 del 7/7/1960

S.Messa in diretta su internet www.madonnadellegraziepiovedisacco.it tutte le domeniche ore 9,30 - 11,00 Finito di stampare in Piove di Sacco il 20.09 2015

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“Ricordiamo ai gentili abbonati, che la rivista Respice Stellam, si sostiene e può continuare la sua opera arrivando nelle vostre case con gli abbonamenti annuali. Per chi non avesse ancora provveduto, chiediamo, e vi ringraziamo di questo, di poterlo fare al più presto. Un Grazie di Cuore La redazione.”


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Che cosa avrà da dirgli? Mi pongo questa domanda ogni volta che entro in Santuario e trovo qualcuno raccolto in preghiera. Chi viene ad accendere un lume o chi scrive qualche pensiero nel quadernone, esprime già apertamente le sue invocazioni: può essere nel bisogno o esprimere la sua gioia e riconoscenza. Faccio riferimento piuttosto a chi si raccoglie in silenzio, sta lì seduto su un banco per un po’ di tempo immobile, senza libri di preghiera o meditazione, senza la corona, senza muovere labbra. Senz’altro è una persona che desidera sentirsi alla presenza di Dio! Ma......... Che cosa avrà da dirgli? Penserà alla sua vita, a quello che il Signore gli chiede; si interrogherà se il suo comportamento corrisponde al

Vangelo; si sentirà povero di fronte alla grandezza di Dio; cercherà di conoscere con quanto amore e con quanta Provvidenza il Signore ha cura di Lui….Forse dirà con timidezza “TI AMO!” pensando agli impegni assolti e alle sofferenze accettate, alle umiliazioni sopportate come volontà del Padre, agli atti di amore verso i fratelli… O forse preferirà il silenzio immergendosi nel mistero di Dio, lasciandosi guardare e amare? Può darsi che lo colga il timore del suo peccato e si lasci avvolgere dalla bontà e tenerezza di Dio. Certamente sono io che trasferisco la mia sensibilità e la mia spiritualità nel cuore di quella persona: ciascuno nella sua individualità sta davanti a Dio e mette in rilievo ciò che ha maturato nel suo cammino di vita, per cui non mi è permesso di inoltrarmi a

scandagliare Che cosa avrà da dire a Dio. Allo stesso modo mi è impossibile sapere che cosa avrà detto, sentito, comunicato con lo sguardo e con il cuore, Maria sorella di Lazzaro, nel suo dialogo con Gesù a casa sua. E la Madonna che cosa avrà detto al Figlio? Non ci sarà stato qualche dialogo confidenziale, di intesa reciproca. Gesù non avrà parlato con Lei del Padre, della vita in Dio, dello Spirito d’Amore che circola nell’eternità, e di quello Spirito che ha operato il Suo concepimento. Io ripenso a quella persona raccolta in silenzio: è venuto al Santuario della Madonna delle Grazie per capire da Maria che cosa dire a Gesù e che cosa Gesù è contento di sentire da lui.

Nel silenzio il percorso continua a calpestare gli spazi prodigiosi e a scrivere il senso della vita palpitante nel cuore della natura. Frammenti di antiche emozioni dove un’eco ripete l’incanto gioioso che a grappoli

i frutti elargisce nella generosità dell’autunno. Nell’aria frenetica lieti canti un grazie diffondono ad innalzare un sentimento di fiducia che umili ci conduce all’Autore di questa certezza presente nel tempo.

VENDEMMIA

Don Giovanni Battista

Carla Tiengo 3


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Giovanni Paolo II, “l’uomo che viene dall’est.”

Primo Papa slavo e primo non italiano dall’anno 1522, il polacco Karol Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, viene eletto a soli 58 anni, il 16 ottobre 1978, dopo un conclave durissimo, nel quale la Curia tenta il tutto per tutto di far vincere altri cardinali italiani. Wojtyla aveva avuto la fiducia del predecessore Paolo VI, avendogli affidato nel 1974 la relazione di base al Sinodo dei Vescovi sull’evangelizzazione. ”Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo”, egli grida da piazza San Pietro durante la cerimonia della intronizzazione con un italiano stentato. Non eravamo abituati a papi stranieri. Il Suo fisico ancora giovanile, da alpinista e nuotatore, ha contribuito a destabilizzare certi stereotipi dei Pontefici, metabolizzati durante la storia precedente. Pochi giorni dopo già vola in elicottero ad Assisi, sulla tomba di San Francesco. Esordio di un pontificato pellegrinante e planetario, durante numerosissimi viaggi in almeno 170 Paesi del mondo. Neppure eravamo 4

abituati ad un Papa nomade con forti finalità di evangelizzazione, con un passato giovanile di attore e scrittore di drammi teatrali. Ci ha fatto incontrare con la cultura cattolica polacca che, a differenza di altri paesi cattolici, compreso il nostro, non ha mai conosciuto i roghi delle streghe, i tribunali dell’inquisizione, le intolleranze per gli eretici, una cultura che ha appoggiato la rivoluzione astronomica e filosofica di Copernico, Keplero, Galilei. Non ci ha mai nascosto l’amore per la sua Patria, considerato che la Polonia era già nazione attorno l’anno mille, molto prima della nascita di altri stati europei. Una Polonia oppressa prima dal nazismo e subito dopo schiacciata dal regime sovietico. Ma è fondamentale il suo cristocentrismo espresso dalla sua prima enciclica ”Redemptor hominis” del 1979. Grazie a questo riferimento tematico, la Chiesa di Giovanni Paolo II si presenta come potenza salvatrice, nella crisi del

tempo, mostrando di voler superare sia lo spiritualismo dei teorici del cristianesimo catacombale che l’eredità dell’ intransigentismo teocratico. E’ dall’ acquisizione della sua cittadinanza nella società che la Chiesa del “Papa slavo” irrompe nell’ agorà mondiale con il programma di una affermazione forte della centralità, se non della supremazia etica della religione nella crisi moderna. Attraverso i Suoi viaggi, milioni di persone, anche non cattolici, entrano in contatto con Lui. La televisione assicura uno scenario planetario al suo magistero. La posizione papale in materia di etica sessuale, aborto, etica economica, disarmo, diviene dialogante con il mondo post-moderno, minacciato dai demoni del nichilismo ed eroso dalle derive di un culto eccessivo per la ragione a detrimento della Fede. Si sente investito di una missione speciale, quella di battistrada di una riconciliazione tra Oriente e Occidente, considerando la fragilità intrinseca del sistema sovietico. Il


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Papa opta per il rilancio di Comunione e Liberazione e del movimento dei Focolari, che egli stesso considera i “polmoni” della Chiesa. Forse è il primo Pontefice che ha saputo diventare in senso positivo un personaggio fortemente mediatico, ponendosi in dialogo con la secolarizzazione della cultura postmoderna occidentale, rivitalizzando il dialogo con le altre religioni. Dopo aver interpretato il crollo del muro di Berlino come la prova di forza dello Spirito, nei suoi vari viaggi nei paesi dell’Est non tralascia occasioni per deprecare la deriva delle società post-comuniste sotto l’invasione del materialismo liberista. Di fronte agli eccidi del nazionalismo serbo si ricrede sul concetto esasperato di nazione, e si presenta come il Pontefice dell’universalismo. Il Papa slavo dedica una grande attenzione al mondo islamico, quando nel 1995 si apre la grande moschea a Roma. Anni prima aveva dichiarato scismatico il vescovo reazionario “Lefebvre”. E’ il primo Pontefice a occuparsi della questione femminile nella famosa enciclica ”Mulieris dignitatem”. E’ toccato a un Papa slavo, anche lui in certo modo un “barbaro”, ricordare all’ occidente che un trionfo troppo banale sul crollo del comunismo non può dissimulare le tare della civiltà capitalistica occidentale, che dimostra la mancanza del significato del vivere e la scarsa sensibilizzazione alla solidarietà. E’ una sfida, quella del Papa, destinata a continuare dopo di Lui, nel proporre al mondo il senso essenziale del sacro, dopo le teorie e le previsioni di una sua eclisse. Gli ultimi anni del Suo lungo pontificato sono segnati dalla malattia, per nulla

nascosta, anzi, le immagini della sua palese sofferenza fisica fanno il giro del mondo, quasi a voler sfidare il tabù della malattia, della morte, della vecchiaia, del tempo che passa. Quasi a voler denigrare il culto post-moderno della efficienza a tutti i costi, dell’importanza dell’apparire sull’ essere. La sua persona negli ultimi anni del suo pontificato ripropone la connotazione del martire, il ritorno a un cristianesimo di martiri, rifiutando qualsiasi orpello di sovranità politica. Un pontefice innamorato di Maria, un innamoramento iniziato dalla sua prima infanzia, trasmesso dalla sua famiglia, dalla sua terra così fervida

di religiosità mariana. Maria ha indirizzato la sua vocazione al sacerdozio e lo ha sollevato nei momenti di abbattimento, tipici di ogni essere umano. Nel suo lungo pontificato ha invitato sempre calorosamente i suoi fedeli a porsi sotto la protezione di Maria. Totus tuus, tutto tuo, così si dichiarava il Pontefice sin da quando era stato giovane operaio in una fabbrica della Polonia, e Maria non l’aveva mai lasciato, mai deluso, quegli innamoramenti che riempiono una vita, che la rendono degna di essere

vissuta, che ti recano la primavera dentro, anche nella giornata più grigia. Sapeva che tramite tale innamoramento si giunge prima a Cristo e al suo autentico messaggio, sempre trasmesso durante il suo pontificato: attraverso il suo entusiasmo, il suo esempio, nelle sue numerose encicliche, nei suoi viaggi a numerosi santuari mariani. Tra i tanti santi che canonizza durante il suo pontificato, mi viene da menzionare Santa Faustina Kowalska, mistica polacca, votata alla Divina misericordia. Nelle sue visioni aveva visto una Maria luminosissima che invia raggi di luce al cielo e alla terra. Alla terra per consolarci dalle nostre miserie, inviando serenità e miracoli a chi si affida al grande “innamoramento mariano.” Giovanni Paolo II è stato un Papa roccia, coraggioso, fustigatore di potenti, avverso alla giustificazione delle guerre proposte dalle “civili” potenze occidentale. Come per mezzo di Maria, Gesù ha schiacciato il capo al serpente, così per mezzo di lei ha schiacciato il male ammantato di buonismo, di perbenismo. I giovani lo hanno amato moltissimo, hanno colto la sua spontaneità. Ha chiesto scusa per gravi crimini commessi nella storia da una chiesa che aveva perso il senso della profezia, la quale riporta “l’errante” sulla retta strada. Giovanni Paolo II si spegne il 2 aprile 2005, provato nel fisico da anni, ma indomito sino all’ultimo. La Madonna, la sua stella polare, non l’aveva mai lasciato. E' stato canonizzato da Papa Francesco l’anno scorso assieme al suo grande predecessore Giovanni XXIII. Sante Rodella

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Amerai il tuo prossimo come te stesso «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Mc 12, 31). Nella parola di vita di agosto ci è stato detto di non scoraggiarci quando non riusciamo ad amare subito e bene, perché ad amare si impara. Adesso, in questo mese di settembre, ci viene chiesto di vivere questo amore perché è amando che si impara ad amare. Però è Dio la fonte dell'Amore, è a Lui che dobbiamo chiederlo ed è da Lui che si impara ad amare. Dobbiamo allora dare spazio ai momenti di preghiera, alla contemplazione, al dialogo con Dio. Il tempo che doniamo a Dio non è tempo sottratto all’ amore del prossimo ma, anzi, lo stare con Dio ci prepara ad amare il prossimo in modo sempre più generoso e appropriato. Dio, il fratello, Dio. E così, quando torniamo a Dio dopo aver amato i fratelli, la nostra preghiera si fa più autentica, più vera e si popola di tutte le persone che abbiamo incontrate e che in quei momenti riportiamo a Lui. Devo proprio dire di aver sperimentato questo! e credo che saranno capitati anche a voi dei momenti veramente speciali in cui, mentre cerchiamo di pregare, sentiamo il cuore ricolmo di tutti gli amici, delle persone incontrate durante la giornata, a volte anche delle persone che non vediamo da tempo, e di offrirle a Gesù con amore, perché è Lui che ha voluto che incrociassero il

Una proposta in sintonia con la carità verso il prossimo. Proponiamo la seguente iniziativa

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nostro cammino, che fossero dono per noi. Mi accorgo a volte anche di come si possano amare persone che non conosciamo, penso in particolare ai volti visti in Tv durante l’ultimo viaggio di Papa Francesco in America Latina., penso alle loro tradizioni, ai loro valori, e prendo consapevolezza di una realtà pur così lontana dal mio vissuto quotidiano ma che ama, ama Dio, ama il suo prossimo ed è amata da Dio. «Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Mc 12, 31). La verità è che il prossimo non è come noi stessi: le diversità sono presenti in ogni persona, sia vicina, oppure lontana; dovremmo imparare ad amarlo nella sua diversità, conoscerlo come conosciamo noi stessi, amarlo come vuole essere amato e non come a noi piacerebbe amarlo. L’altro ha esigenze simili alle nostre: anch'egli pronto a dedicarci il suo tempo, ad ascoltarci, ad aiutarci ad esempio a preparare un esame, a trovare un posto di lavoro, a riordinare la casa. Cerchiamo allora di intuirle, facciamoci attenti a lui, poniamoci in ascolto sincero, cerchiamo di metterci nei suoi stessi panni. E poi, verifichiamo la qualità del nostro

amore. L’apostolo Paolo, nel celebre inno alla carità, ci dice che la carità “è paziente, che vuole il bene dell’altro, che non è invidiosa, non assume atteggiamenti di superiorità ma considera l’altro più importante di sé, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (cf. 1 Cor 13, 4, 7). Come i genitori sono contenti quando vedono i loro figli andare d’accordo, aiutarsi, stare uniti, così anche Dio è contento quando vede che amiamo il prossimo come noi stessi perché così contribuiamo all’ unità della famiglia umana. A questo punto però mi vieni da fare un’ altra considerazione : come amiamo noi stessi ? Ci sentiamo amati? Non possiamo dare quello che non abbiamo. E' il presupposto per vivere la "regola d'oro" a cui tutti i popoli fanno riferimento: «Amerai il tuo prossimo come te stesso» e "Fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te". L.


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Non erano ancora le sei, ma la luce già filtrava nello spiraglio tra le due imposte. Verso mattina avevo aggiunto la seconda coperta ed ora stentavo ad uscire dal calore del mio lettuccio. Ma sentivo la pioggia, il suo profumo ed il gocciolare fitto tra i rami del bosco che circondava la grande casa. Scostai la coperta e con due passi fui difronte alla finestra. Il legno era freddo e piccole gocce mi bagnavano le mani. Spinsi i balconi che docilmente ruotarono sui cardini, svelando pian piano lo smeraldo del prato, il bruno delle vecchia staccionata ed il buio del bosco scuro in lontananza. Ed una copiosa miriade di aghi azzurri, fitti e paralleli, stendeva tra me e questa meraviglia un denso velo opaco. Mi soffermai per un breve istante, ma presto riguadagnai il mio giaciglio. La pioggia bagnava la scrivania sotto la finestra, che spalancata sul creato offriva al suo unico spettatore il più maestoso tra gli spettacoli. Rimasi lì ad attendere il giorno. Dividevo la stanza con mio nipote di

nove anni, mentre dietro al muro a cui appoggiava la testiera del mio letto era la camera di tre ragazzi, che un tempo erano bambini ma che ormai chiacchieravano di ragazzine, vespe e università. Il corridoio del secondo piano, a circa metà della sua lunghezza, incrociava prima il corridoio principale e poi un secondo corridoio, speculare al nostro. Sui lati di ognuno di questi si affacciavano le porte di dodici stanze che, moltiplicate per il numero dei loro occupanti e per il numero dei piani, portava quest’anno il numero dei partecipanti al campo a più di cinquanta unità. È faticoso cambiar casa: dopo otto anni ad Asiago eravamo passati in Cadore. Un posto nuovo, accogliente ma dove non trovi più le tue cose, non hai più il tuo angolo preferito, ti innervosisci, ti distrai e butteresti tutto all’aria. Ci vuole tempo. Pazienza e tempo. E così, un poco per volta apri gli scatoloni, ritrovi le persone care; togli gli imballi e rimuovi quel po’ di polvere dall’anima. E quando tutto è tornato in ordine ti accorgi che l’unica cosa che non è cambiata siamo noi, proprio noi, in un posto nuovo, ma fratelli (in Gesù) come sempre. Campo Famiglie 2013:“Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità”. Campo Famiglie 2014 “Vivi l’attimo presente”. Campo Famiglie 2015 “Amerai il prossimo tuo come te stesso”.

Per ogni Campo una Parola di Vita: una ispirazione ed una settimana di tempo per viverla. Per mettere in pratica e provare in questo piccolo villaggio cristiano, in questa Mariapoli, l'esperienza viva di quella perfetta letizia che ci promette il Vangelo. “Amerai il prossimo tuo come te stesso”, era dunque la Parola di Vita per quest'anno. Don Battista ci ripeteva con pazienza questa frase: il primo giorno, “amerai il prossimo tuo come te stesso”, mentre le cime del monte spaccavano in due la nuvola bianca; il secondo giorno, “amerai il prossimo tuo come te stesso”, mentre il sole tramontava dietro la grande casa; Il terzo giorno invece no, non la ripeté ma ci fissò per un lungo ed intenso momento: “ma tu come ami te stesso ?”. Chiese. E non ci furono più nubi e non ci fu più tramonto: la domanda preparata, affilata e resa tagliente dai giorni precedenti aveva colto nel segno. Come posso donare l’amore, come posso insegnare l’amore, come posso volere il bene del mio prossimo se prima non comincio io stesso a sentirmi amato ? E sul fatto che in quel momento stesse parlando dell’amore di Dio per le proprie creature nessuno di noi ebbe il benché minimo dubbio, perché Gesù era lì, sentivamo che ci amava, era presente in mezzo a noi. Adesso eravamo pronti, ci aveva preparati, era tempo per noi di entrare negli ultimi tre più intensi giorni del nostro campo. Massimo Durello

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Piove di Sacco dice addio a Paolo Tieto, Professore della Saccisica“

“Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.” Paolo aveva chiesto espressamente questa Parola per il suo saluto funebre, innamorato di Giovanni, il mistico e filosofo tra gli evangelisti, con il quale sentiva più affinità. Paolo era convinto che per ogni cosa si parte dal principio, si esplorano le radici delle cose, e questo vangelo è il principio tra i principi che lui aveva scelto per la sua vita e la sua comprensione della vita. Appassionato dlla Luce divina, che si rifrange poi in mille modi e in mille opere artistiche e soldato del Verbo che si fa carne, della parola che prende vita e diventa messaggio, annuncio, testimonianza, racconto. C’è il volto pubblico del professor Tieto, conosciuto ed apprezzato per il contributo significativo che ha saputo 8

dare nel ricordo del passato recente dei nostri territori e nella valorizzazione della storia, della letteratura e dell’arte. I numerosi libri scritti, la cultura profonda, supportata da una ricerca diligente e meticolosa, la passione che ci metteva in ogni cosa: lui ha saputo fare la differenza in molti modi e il suo orgoglio è quello di tutta la città di Piove di Sacco, con la quale si sentiva profondamente in simbiosi e della quale è stato il volto bello. Ha sempre interpretato il suo ruolo pubblico con umiltà e impegno personale. Andava ovunque lo chiamassero, anche per cose piccole, che altri avrebbero magari rifiutato,

con il desiderio di condividere cultura e vita. Nell’operazione di restauro della chiesa di San Nicolò ha messo tanto di suo, rischiando costi ed impegno, energie e tempo, che non so chi altri avrebbe potuto spendere. L’amicizia e

vicinanza con numerosi artisti e letterati della nostra terra, ma anche con qualsiasi persona che incontrava per strada… perché ha sempre scelto di vivere con semplicità, testimoniano questo impegno. Accanto al volto pubblico, e mi perdonate se non mi dilungo su questo, c’è il volto del cristiano Paolo, chierichetto e ministrante e cerimoniere in questa chiesa per tanti anni e ad essa per sempre legato in una esperienza di fede, che è stata sincera. La sua fede la raccontava e la respiravi nei curiosi racconti dei cerimoniali di altri tempi, di cui Piove era anche ricca, essendo sede particolarmente prestigiosa. La esprimeva nell’amicizia con tanti sacerdoti (tra tutti vorrei ricordare in particolare mons. Michieli e mons. Contran). La percepivi nell’interesse del commentare i fatti di chiesa e di fede, dall’intervento più alto fino all’omelia ascoltata in chiesa pochi attimi prima. Era partecipazione fedele e rispettosa nei riti e devozione, che lo coinvolgevano completamente. In una visita in ospedale, gli proposi di potergli donare una benedizione, e lui mi rispose, animandosi: “è il dono più prezioso che ci sia”. In questi tempi in cui anche le cose più sacre sembrano contare poco, perché non hanno prezzo, le sue parole mi hanno


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commosso. Accanto a questi volti c’è anche il volto di Paolino… dello zio Lino, e del fratello Lino, che una famiglia sua non l’ha avuta, ma che è stato famiglia con tutti noi parenti. Sempre seguendo tutti dalla giusta distanza, sempre sostenendo in caso di necessità, sempre incoraggiandoci a dare il meglio, senza pretendere nulla. Ci ha voluto bene e lo ha fatto bene, con discrezione, concretezza, liberalità. Credo non sia eccessivo dire che per tutti noi è stato riferimento ed ispirazione. Non ha mai fatto nulla per

vanagloria, pur essendo anche ambizioso e consapevole del valore di quello che faceva. Orgoglioso ed umile allo stesso tempo. Ormai anziano eppure sempre giovane nell’animo, ci incoraggiava a viaggiare, ad essere curiosi, ad approfondire le cose, ad apprezzare il bello. Si interessava davvero di ciò che facevamo e ci piaceva. Amava la vita, e amava stare con le persone, sia che si trovasse in piazza o in casa, o sotto un ombrellone al mare, prima o poi trovava sempre qualcuno che conosceva e se anche lo perdevi di

vista lo ritrovavi dopo poco, dove c’era un gruppetto di persone che si formava attorno a lui. Dicevo che per la sua celebrazione esequiale, da tempo aveva chiesto che fosse proclamato l’inizio del vangelo di Giovanni. È bello avere una pagina del vangelo che senti più amica e vicina. Lui aveva scelto questa. La sua tesi di laurea era sulla “Metafisica della Luce”. Cercatore di Luce in Cristo e nelle cose delle vita, luminare e luminoso egli stesso, alla luce di Dio egli ora ritorna. “Requiescat in pace”. Don Andrea Tieto

Rievocazione Storica del trasferimento dell’Ospedale di San Francesco al nuovo Ospedale Giustinianeo Padova - 8 Settembre 2015

Le manifestazioni folcloristiche e i cortei storici in costume sono ormai diventati una consuetudine in tante località e in occasione degli eventi più strani. Ma la rievocazione storica che ha avuto luogo a Padova la sera dell’8 settembre 2015 è stata di particolare interesse perché intendeva fare memoria del trasferimento degli ammalati dall’Ospedale di San Francesco Grande, fondato nella prima metà del Quattrocento con le donazioni dei coniugi Baldo Bonafari e Sibilla de Cetto, al Nuovo Ospedale voluto dal vescovo Nicolò Giustiniani nella seconda metà del Settecento. La motivazione ufficiale della manifestazione era il 300° anniversario della nascita del progettista del Nuovo Ospedale, l’abate Domenico Cerato (17151792), professore di architettura all’Università di Padova al quale peraltro si deve anche la redazione del progetto per la magnifica sistemazione del Prato della Valle. Il corteo storico è partito dall’antico Ospedale di San Francesco, i cui locali

sono stati recentemente restaurati ed oggi ospitano l’interessante Museo di Storia della Medicina (MuSMe). Dopo aver percorso via San Francesco e via dell’Ospedale, è giunto nel chiostro monumentale del Giustinianeo dove si è concluso con il canto del Te Deum e uno straordinario concerto di un’orchestra composta da medici

musicisti. Alla manifestazione erano presenti numerose Autorità cittadine e molti medici e infermieri. C’erano anche i membri dell’Arciconfraternita del Sant’Antonio col mantello nero e quelli della Pia Unione dei Macellai con i loro mantelli azzurri. Ma a

rendere particolarmente suggestiva la manifestazione sono stati i numerosi figuranti in costume d’epoca appartenenti all’Associazione Centro turistico giovanile “Saccisica” di Piove di Sacco, che hanno rappresentato le varie categorie dei partecipanti allo storico avvenimento del 29 marzo 1798, accuratamente descritto nella cronaca dell’abate Giuseppe Gennari: gli infermi trasportati da uno stuolo di contadini, le rappresentanze delle arti e mestieri con i loro gonfaloni, le confraternite religiose, i frati francescani, i medici e chirurghi e naturalmente le autorità cittadine e numerosi nobili con le loro dame. L’evento è stato un’occasione per cogliere il significato e l’importanza del patrimonio storico, culturale e artistico del glorioso Ospedale di Padova e anche per fare un’ulteriore riflessione sui progressi della medicina e sulle grandi opere di carità scaturite in ogni tempo dal cuore del messaggio cristiano. Maurizio Pengo 9


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10°Anniversario di Matrimonio Michela e Davide

3 luglio 2015.

Una splendida giornata di sole. Sono trascorsi 10 anni, pochi o tanti, non importa. Sono stati anni densi, posso solo tentare di riassumerli con alcune parole che non li esauriscono: speranza, paura, amore, litigi, perdono, rispetto, cambiamenti, sconforto, preghiera, tenacia, sorrisi, lacrime e occhi… Due splendide paia d’occhi, quelli dei figli che Tu, Signore, con fiducia, ci hai donato. Ti ringrazio per aver messo al mio fianco Davide. Un uomo dai valori profondi. Gli chiedo perdono per tutte le mie fragilità, per tutte le volte che non ho amato per prima, e gli chiedo di

Davide e Michela condividono con la loro famiglia il loro 10° Anniversario

costruita sulla roccia. Si vacilla lo stesso, molte volte e, allora, ci sei Tu. Ti ringrazio, Signore, per il bene che riceviamo in abbondanza dalle nostre famiglie. Proteggile sempre. Proteggi i nostri amici, aumenta le loro gioie, sostienili nelle prove. Proteggi la nostra comunità parrocchiale, piccola cellula della tua Chiesa, nella quale ci siamo sentiti sin da subito pienamente accolti. Sostienici, nel nostro cammino, con l’aiuto di Maria, Lei che non smette mai di avere amore per tutti i suoi figli.

accogliermi ancora. Con lui sento che la nostra famiglia è

Michela

sorto l’edificio, confermò la visione, inducendo il Papa e il ricco patrizio a metter mano alla costruzione del primo grande santuario mariano di Roma. Dopo circa un secolo, Papa Sisto III, per ricordare la celebrazione del Concilio di Efeso (431) nel quale era stata proclamata la maternità divina di Maria, ricostruì la chiesa nelle dimensioni attuali. Anche nel nostro Santuario della Madonna delle Grazie a Piove di Sacco si è ricordata la Madonna della neve, come patrona e guida del Centro Turistico Giovanile (CTG) con la celebrazione di una S. Messa, alla quale hanno partecipato soci, amici e simpatizzanti dell’Associazione che dal lontano 1958 opera culturalmente nel territorio della Saccisica, da cui il nome del gruppo CTG Saccisica. Ai momenti di riflessione e preghiera per i Dirigenti, amici e per chi non è più tra noi e di condivisione dei valori associativi, è seguito un intervento storico-artistico in cui è stata spiegata l’opera scultorea presente nel chiostro del Santuario del socio CTG Pierluigi

Milani che rappresenta la Madonna delle Grazie per i non vedenti.

5 Agosto Madonna della Neve

Il 5 agosto liturgicamente si ricorda la Dedicazione della Basilica di S. Maria Maggiore a Roma: è la prima chiesa in suo onore in occidente. L'origine della Basilica è legata ad una tradizione, che spiega il nome originario "S. Maria ad nives": la Madonna della Neve. Narra una leggenda che la Madonna, apparendo nella notte del 5 agosto del 352 a Papa Liberio e ad un patrizio Romano, li avrebbe invitati a costruire

una chiesa là dove al mattino avrebbero trovato la neve. Il mattino seguente, infatti, nonostante si fosse in piena canicola, una prodigiosa nevicata, ricoprendo l’area esatta dove sarebbe 10

E come quasi ogni attività CTG, la serata si è conclusa in un momento conviviale con una cena sociale: il sedersi a tavola insieme è espressione di una relazione di incontro e di dialogo. Le persone si sono ritrovate le une di fronte alle altre con la propria individualità ed insieme hanno condiviso i beni della terra e la propria vita. Perché il CTG Saccisica è anche condivisione!! Laura Mattietto Presidente CTG Saccisica


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“CHI CREDE IN ME,ANCHE SE MORTO, VIVRÀ”. GV. 11, 25

Pierina Pagnan

23.12.1914

Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti, se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio nella sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole al confronto! Mi è rimasto l'amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini. Vivo in una gioia purissima. Nelle angustie del tempo pensa a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore infinito. Non piangere se veramente mi ami! (Sant’Agostino)

04.04.2012

Antonietta Rossi Ved.Crivellaro

28.04.1908

23.09.2008

Carlo De Marchi

15.11.1927

22.08.2002

Diocleziana Donolato Ved.Meneghello

21.08.1916

20.12.2001

Angela Frick De Checchi

18.09.1926

17.08.2015

Paolo Tieto

04.02.1930

21.08.2015

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L’interno del Santuario

L’entrata dal Chiostro

L’altare dedicato a Maria

Il Chiostro interno

Vista Esterna del Santuario

La Chiesa prima degli anni 50

Vista esterna del Santuario negli anni 60


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