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SOMMARIO

ECO DEL SANTUARIO DELLE GRAZIE PERIODICO DI CULTURA E DEVOZIONE MARIANA Anno LX - n. 4 Maggio 2014

La Madonna delle Grazie del Bellini (1430-1516) Particolare

Direzione e Amministrazione: SANTUARIO DELLE GRAZIE Piove di Sacco (Padova) C.C.P. 92805332 Telefono 049 5840327 www.madonnadellegraziepiovedisacco.it

Una presenza di carne II ----------------------------------------------------------------------Maria e l’islam III - IV ----------------------------------------------------------------------Il Voto visto dai Giovani IV ----------------------------------------------------------------------Parola di Vita di Aprile V ----------------------------------------------------------------------Pagine centrali a cura ed. Paoline 1-26 ----------------------------------------------------------------------Non per proselitismo ma per attrazione VI ----------------------------------------------------------------------Il voto delle Grazie, e la grazia del Voto VI ----------------------------------------------------------------------Don Franco accoglie i pellegrini in Santuario VII ----------------------------------------------------------------------Cronache della Settimana Santa.Peparazione al Voto con Don Giovanni Brusegan VIII -----------------------------------------------------------------------

Orario delle celebrazioni in Santuario S.MESSA:

- Giorni festivi 7.30 - 9.30 - 11 - 16

- Festiva al sabato ore 18 (17 inv.) - Giorni feriali ore 17 (16 inv.) - Al giovedì ore 20.30

S. ROSARIO

- ogni giorno prima delle S. Messe

- ogni domenica ore 15.30 prima della S.Messa delle ore 16 - durante il mese di Maggio ogni sera alle ore 20.30 eccetto sabato e

OFFERTE PER ABBONAMENTO:

D’amicizia Sostenitore Estero

Una copia Arretrati

€ 18,00 € 28,00 € 33,00

€ 2,00 € 2,50

Direttore: Don Franco Callegari

Direttore Responsabile Don Gino Brunello Autorizzazione Trib. PD n. 188 del 7/7/1960

Finito di stampare il 20.05.2014 in Piove di Sacco - Via Garibaldi, 68

CONFESSIONI

domenica

(in Cappellina)

- ogni giorno mezz’ora prima e dopo la S. Messa

- al sabato mattina e pomeriggio

- alla domenica mezz’ora prima della S. Messa

- in altri momenti della giornata richiedendo al Sacerdote

Se vuoi sostenere Respice Stellam e il Santuario Madonna delle Grazie, nella prossima dichiarazione dei redditi firma per il 5 per mille a favore dell’Associazione di promozione sociale Madonna delle Grazie Codice fiscale 92194490287


Una Presenza di Carne

dere questo amore. Ecco!, la mia ricerca è questa: guardare a Dio e trovare in lui quel calore che ho provato negli anni infantili. Dio invece mi viene presentato dalla Dottrina come ‘mistero’: Gesù nel Vangelo mi parla del Padre, e dell’Amore tra Lui e il Padre: Tre Persone uguali. La realtà

è completa, Dio è tutto qui. Ma io vorrei trovare quel ‘Calore’, la mia anima non si acquieta di fronte al mistero, anche se sono fatto partecipe di questo Amore. Il mio essere richiede una presenza che non sia misteriosa, sono fatto di spirito, ho un’anima, ma sono fatto anche di carne, e la carne è generata da una madre. Ecco! Di fronte a questa realtà vissuta assieme alla Madre, sento la quiete, l’appagamento. E allora guardo Dio sostenuto dall’ Maria e Giovanni ai piedi della Croce tratto da “Maria nei Vangeli” amore materno, come ha voluto Guardo Dio! Cerco in Lui ciò che sità dei figli e affezionato alla sposa; Gesù dalla croce: ‘ Ecco tua corrisponde alle mie domande più di una mamma premurosa che non Madre!’. Con Lei posso sostenere il profonde, ciò di cui il mio animo è aveva in cuore nient’altro che il mistero. assetato. bene dei figli e dello sposo, di un Don Battista Ripenso al cammino della mia cre- nugolo di fratelli con i quali condiviscita, segnato da un susseguirsi di stati d’animo, e mi piace soffermarmi in quelle impressioni positive indelebili che costituiscono il mio patrimonio interiore. E’ da lì che nasce la mia ricerca, la mia sete. Io ho goduto da ragazzo del calore di una famiglia, di un padre attento e dedito al suo lavoro, vigile alle neces2


Maria e L’Islam Maria è porta del cielo ma anche porta del mondo. La sua dimensione verticale, indiscussa per i cristiani, si coniuga con un'altra dimensione, altrettanto importante: la dimensione orizzontale. Se é considerata “ianua coeli”, non si puo’ tralasciare il suo essere nel mondo, se fra i suoi attributi c’é quello di serva, tanto caro ai fratelli protestanti, anche da parte dei cristiani cattolici é opportuno riconoscere il suo servizio al mondo: e servire il mondo e’ soprattutto denunciare le ingiustizie, essere forieri di tolleranza, lottare per l’applicazione e il rispetto dei diritti umani, indirizzare i politici al bene comune, scoraggiare la spirale degli sterili quanto dannosi protagonismi che caratterizzano l’epoca post-moderna, i relativismi esasperati quanto gli assurdi e dannosi individualismi. Maria del Magnificat, preghiera veterotestamentaria posta nelle sue labbra, che la rende operatrice di un mondo piu’ equo, dove non puo’ esserci posto in un ammasso di ricchezze riservato a pochi, ma poverta’ per tanti, troppi, che toglie anche la dignita’ di essere uomini. Se Dio viene in soccorso al mondo, Maria, sua madre, é ancora piu’ provvida e si pone dalla parte dei perseguitati, degli emarginati; non ha avuto paura infatti a rimanere sotto la croce per Amore, ma anche per testimoniare il suo messaggio, con un gruppo sparuto di Donne e l’apostolo piu’ gio-

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vane, mentre gli altri con inequivocabile codardia si erano defilati. Maria, come ponte del mondo, é anche la porta dell’ecumenismo, che rappresenta un dialogo fecondo tra religioni e culture diverse, molto diverso da quei sincretismi religiosi, molto cari purtroppo a questa epoca, miscellanee che creano solo confusione: macedonie di frutta di scarsa digeribilita’. Il Concilio Vaticano II, la “primavera della chiesa”, ha partorito anche il documento conciliare ”Nostra Aetate” nel 1965, dove ritengo che Maria abbia ispirato particolarmente i padri conciliari e il Papa, il grandissimo Paolo VI. In tale documento, per la prima volta nella storia della chiesa, vengono sottolineati ed evidenziati positivamente i punti di contatto del cristianesimo con l’ebraismo e la religione musulmana, le tre religioni monoteistiche che trovano il loro capostipite nel padre Abramo e anche nell’ambito dell’Islam. Lo stesso documento conciliare invita a superare i dissensi, gli equivoci, le inimicizie del passato: la storia non nega l’intolleranza del mondo cristiano nei riguardi della religione islamica, nessuno piu’ nega i fanatismi delle crociate, le aberrazioni della inquisizione, le violenze effettuate in nome di una concezione distorta del cristianesimo. I tempi della Reconquista spagnola, della battaglia di Lepanto sono echi lontani, ma gli attriti, i preconcetti rimangono. Non dimenti-

chiamo che in Italia, per esempio, l’Islam e’ numericamente la seconda religione dopo il cattolicesimo e non sono rari gli esempi di cristiani tiepidi che si convertono all’Islam. Forse ci dovremmo porre qualche domanda. Il cattolicesimo, parole di Papa Francesco, é sempre piu’ da salotto, secolarizzato, religione civile, invece che una religione profondamente radicata nelle nostre coscienze di persone del XXI secolo. L’Islam appare una realta’ religiosa maggiormente compatta, nel bene e nel male, e qui interviene Maria, la mediatrice, ponte tra occidente e oriente, smussando le reciproche rigidita’, andando oltre le strumentalizzazioni di una realta’ planetaria con i suoi massmedia, a volte disonesti, con le sue real-politik, lontanissime dalle masse. Ma, ritornando al passato, risaliamo a quel VII secolo, in cui Maometto, considerandosi il sigillo dei profeti, dà inizio alla parabola dell’Islam, sottomettendo con rapidita’ le popolazioni appartenenti all’impero bizantino cristianizzato. Non voglio addentrarmi nei meandri della storia ma citando il fatto che, nel suo desiderio di affermare una religione trascendente in maniera rigorosa, impedendo che Allah (cioe’ Dio) venisse rappresentato, fece distruggere tutte le immagini sacre, per impedire un culto antropomorfo della divinità, ma misteriosamente salvaguardo’ le icone di Maria, tanto care ai popoli stessi


che, invece, sottomise in breve tempo. Maria sembra abbia dolcemente sfidato la furia iconoclasta di Maometto, lui stesso comunque considerava Cristo un grande Profeta, inserendolo indubbiamente tra i Patriarchi della Bibbia. Secondo la tradizione musulmana, in nome di Allah l’Arcangelo Gabriele dettò il Corano, il libro sacro a Maometto, e in tale libro la figura di Maria è molto citata al punto da apparire un personaggio privilegiato, per essere madre del profeta Gesù. Il testo sacro dell’Islam presenta Maria come figlia di una persona molto devota, considerato il Gioacchino della tradizione cristiana, la moglie, alla notizia della maternità, consacra il futuro bambino ad Allah. La madre di Maria, presa dallo sconforto per aver dato alla luce una femmina, viene subito consolata dallo stesso Allah che benedice la sua discendenza in una atmosfera fiabesca, appunto dove é inserita la nascita della piccola Maria. Tale avvenimento ricorda il Protovangelo di Giacomo, apocrifo e famoso anche per essere stato l’ispiratore del culto di Maria bambina, oltre che aver dato impulso a tante pitture del medioevo cristiano. Ma il fatto che una donna sia così importante nel mondo islamico, dove vige la giustificazione coranica alla poligamia, rimane un mistero antropologico e teologico che ci invita a riflettere; oltrettutto la sua maternità appare verginale, misteriosa, protetta da Allah stesso fino al parto, avendo concepito, Maria, il bambino senza il concorso del

maschio. Sia Maria che Gesù, il solo uomo per gli islamici ad essere riconosciuto un grande profeta, sono molto importanti per il Corano. La cultura islamica, a parte il Sufismo, non ha considerazione della castità, essendo incompatibile con il valore assoluto della procreazione ma Maria appare vergine, di una castità che diventa espressione di una sessualità che raggiunge vertici altissimi, un monito anche al nostro occidente, ampiamente contaminato e ammalato di vergognose nudità fine a se stessa, industria organizzata e tollerata, purtroppo, oltre che giustificata una espressione vergognosa della merci-

ficazione del corpo, anche in Europa vige e prolifera, ovunque, un mercato che vendo (perché c’è chi è disposto a pagare) il “corpo”. Maria, la casta, la prediletta di Allah, accanto a Fatima, la figlia prediletta di Maometto, a Asiya, la moglie del faraone che salvo’ Mose’ dalle acque del Nilo e alla moglie del profeta Zaccaria, é l’unica donna inserita nell’elenco dei profeti, discendente diretta di Abramo, Isacco, Giacobbe. Maria é anche e lo rimane “un mistero”, per lo meno antropologico, per un Islam , la cui struttura re-

ligiosa é senza dubbio maschilista. una donna parla in nome di Allah, la profetessa, unica, in una serie di grandi profeti, ma tutti maschi. L’eccezionalità di Maria nel mondo religioso islamico ci lascia sconcertati e affascinati. E’ da ritenere che le donne islamiche di oggi, quelle che lottano per la parita’ dei diritti tra Uomo e Donna, scorgano in Maria un punto di riferimento fondamentale. Il monoteismo intransigente dell’Islam impedisce che ci sia un culto dedicato a Maria, per lo meno in senso ufficiale, tuttavia nei santuari di Algeri e di Efeso in Turchia, gli islamici si recano a venerare l’immagine della Vergine accanto ai cristiani. Ad Efeso per tradizione si trova l’abitazione di Maria, che trascorse gli ultimi anni con l’evangelista Giovanni e i santuari mariani frequentati con forte devozione dagli islamici sono molti. Il santuario di Fatima, in Portogallo, per esempio, é frequentato da donne islamiche, provenienti dall’Iran, paese dove la devozione per Maria e’ fortissina. Fatima é il nome della figlia di Maometto e molte donne iraniane vanno a pregare nel santuario di Harissa in Libano. Un altro santuario mariano a Damasco, visitato da cristani e da islamici, come lo sono i santuari cristiani che si trovano in Egitto, quest’ultimo ricordato come luogo della fuga del bambino Gesu’, raccontata dall’evangelista Matteo per sfuggire all’ira di Erode. Ovviamente per l’Islam ortodosso l’unico pellegrinaggio valido é

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quello alla Mecca ma, come si è detto , immense folle di islamici “disobbedienti”, soprattutto donne, si recano ovunque, seguendo la mappa di molti santuari mariani sparsi nel Medio oriente e nell’Africa settentrionale. Donne coraggiose che cercano

il conforto della Coraggiosa per eccellenza: Maria. In questi due mondi controversi e variegati, Maria e’ il ponte che unisce, gioie e sofferenze, e che dona speranza a vite umane spesso avvolte nella nebbia, che innesta valori saldi in situazioni di con-

fusione e smarrimento. Maria é faro a cui rivolgersi, pregando, sia in Oriente che in Occidente.

Sante

Maria; Il voto delle Grazie e la grazia del voto La parola "voto" è una parola antica, una di quelle che è possibile trovare nei dizionari di lingua italiana ma che difficilmente potremmo trovare in un messaggino elettronico del nostro cellulare, almeno nel significato che qui discutiamo; rievoca alla mente ricordi, aspettative, speranze e forse meglio di molte altre parole riesce a ben rappresentare e ad accomunare la moltitudine eterogenea dei fedeli del nostro santuario. Il "voto" è una promessa, un proposito; con il voto si chiede ciò che non si ha e si prega per ciò che più serve. Alla base di ogni voto sta una intrinseca ed innegabile FIDUCIA, la speranza che la persona in cui confidiamo più di altre non ci tradirà e non mancherà di quanto promesso. La fiducia è una relazione psicologica affettiva che noi abbiamo con una persona, un segno emotivo capace di farci sperare nell'altrui opera. In chi possiamo avere più fiducia se non in Maria, la madre di Dio. La storia la sappiamo tutti, è qualcosa di scritto nel codice etico culturale di noi parrocchiani; la gente della Saccisica si affida alla Madonna per debel-

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lare la peste, ed in cambio si offre ogni anno di compiere un pellegrinaggio a piedi per celebrare una messa in santuario. La reciprocità è alla base di ogni voto; essa indica la gratitudine per le aspettative accolte e la grazia ricevuta. Il voto, nel suo continuo rinnovarsi annuale, non è altro che manifestazione

di quella fiducia, di quell'amore che solo Maria può così puramente offrirci. La gioia del poter manifestare i propri turbamenti e la sensazione di sentirsi ascoltati e consolati quando si soffre; quanti giovani si perdono dietro mendaci amicizie e false aspettative nel disperato tentativo di essere ascoltati, di ricevere quella attenzione spesso troppe volte offuscata dall'egoismo di chi li ascolta.

Ascoltare e saper ascoltare è forse la strada più vera del CONDIVIDERE, ed è l'unica strada capace di portare all'amore più puro. È in questo scambio reciproco di attenzioni e speranze, aspettative e gioie che risiede la GRAZIA DEL VOTO; un mistero, un'alchimia ed un amore che solo gli sciocchi possono non desiderare. Maria rinnova a noi il suo voto, giorno dopo giorno; ascolta tutti, gli ammalati, gli afflitti, gli indaffarati e gli svogliati, i giovani e quelli che sono solo ormai giovani dentro. Essa ci concede la Grazia del Voto, e noi del Santuario ricordiamo il suo amore ogni anno con il Voto delle Grazie. C'è speranza per tutti, nessuno escluso; Maria ha vinto e vincerà il male. Dobbiamo solo fidarci di Lei, farci proteggere dal suo mantello azzurro. Ella ci ricompenserà, ne siamo sicuri. D'altronde, noi del Santuario siamo e sempre saremo in prima fila nel darLe fiducia, nel ricambiare al suo Voto. Marco Sarto


Festa d

el Voto

di Mag

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LA FEDE CI CHIEDE ADESIONE

La fede dà una certezza che non è simile alle certezze della scienza. Chiede una adesione che spesso la ragione non capisce. Vuole una fiducia senza limiti e suppone una speranza che non è come pensare : “ speriamo che domani non piova “ La fede si accompagna alla certezza senza “se” e senza “ma” . Chi crede sa, con il cuore e l’intelligenza, che non gli viene proposto di credere a un “cerchio quadrato”, ma che Dio agisce per il suo bene, per la sua felicità. E’ un Padre ricolmo d’amore, anzi è L’Amore. Non dà ai figli una serpe al posto del pane e mantiene sempre le sue promesse. Questa bellissima riflessione, di così facile comprensione, è tratta dall’articolo : “ Alla scuola di Maria “ di Ennio Staid, Respice Stellam del Mese scorso, Aprile 2014, ( chissà quanti l’avranno letta ?) l’ho trovata così attuale con le difficoltà del credere di oggi che…sarebbe da riproporre ogni mese per….meditarci un po’! Con la parola di Vita di questo mese, Chiara Lubich ci invita:

"... in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio" (2 Cor 5,20) e ci spiega, e nella spiegazione sembra di cogliere la continuazione della riflessione sopra citata : È l’esortazione di Paolo ai Corinzi che segue il grande annuncio, cuore di tutto il Vangelo: Dio ha riconciliato il

mondo a sé per mezzo di Cristo (cf 2 Cor 5,19). Questa verità fondamentale della nostra fede ha oggi tutta la sua attualità. E’ la rivelazione che tutta l’umanità attende: sì, Dio è vicino con il suo amore a tutti e ama appassionatamente ciascuno. Il nostro mondo ha bisogno di questo annuncio, ma lo possiamo fare

se prima lo annunciamo e lo riannunciamo a noi stessi, sì da sentirci circondati da questo amore, anche quando tutto farebbe pensare il contrario. Questa fede nell’amore di Dio non può però rimanere chiusa nell’interiorità di ciascuno, come spiega bene Paolo: Dio ha dato a noi l’incarico di portare altri alla riconciliazione con lui (cf 2 Cor 5,18) affidando ad ogni cristiano la grande responsabilità di testimoniare l’amore di Dio per le sue creature. Come? Tutto il nostro comportamento, dovrebbe rendere credibile questa verità che annunciamo. E questo vale prima di tutto all’interno delle nostre comunità: famiglie, gruppi, associazioni, Chiese. Siamo chiamati cioè ad abbattere tutte le barriere che si oppongono alla concordia. Davvero basterebbe credere al SUO AMORE e tutto, ma proprio tutto assumerebbe un’altra dimensione, e con la nostra vita saremo, come lui, portatori di gioia e di speranza! “… in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio” Giuseppina

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"Non per Proselitismo ma per Attrazione". La Festa del Primo Maggio a Loppiano L'hai mai vista quella pubblicità in televisione che dice "chiedilo a loro" ? Quella che ti invita a donare l'otto per mille alla Chiesa Cattolica ? Ecco, quella ! Tienila bene a mente perché è da lì che parte questo articolo.

Allora, andiamo con ordine. La partenza era fissata per il primo Maggio alle sei e mezza, "diciamo a tutti alle sei e un quarto che così forse per le sette si parte" (saggia Giuseppina !). Siamo in cinquanta, partiamo alla volta di Loppiano, Toscana, poco dopo Firenze, uscita autostradale Incisa Valdarno. Duecentocinquantasette kilometri da Piove di Sacco, poco più di tre ore e mezza di strada, arrivo previsto dieci e trenta.

Il nostro modulo di iscrizione recita: Parrocchia Madonna delle Grazie, Piove di Sacco, quindici adulti, quattordici giovani, sedici adolescenti e

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cinque bambini. Il modulo va presentato dal capogruppo (che sarei io da quanto leggo) all'accoglienza: paghi, scambi due chiacchiere con una ragazza alla reception ( vietnamita, credo), ti danno i pass e diventi uno dei duemila e passa partecipanti alla festa del Primo Maggio a Loppiano. Semplice no ? Ma cos'è questa Festa del Primo Maggio per cui, di buon mattino, ci siamo spostati dalla nostra comoda Parrocchia in provincia di Padova ? Cosa cercavamo, cosa abbiamo trovato? Seguiamo il consiglio della pubblicità ... e lo "chiediamo a loro !". "Tommy cosa ti è piaciuto ?" anzi no, meglio cambiare domanda (con gli adolescenti è sempre meglio preferire domande chiuse, tipo: "si o no"). Riformulo quindi: "Tommy ci torneresti ?", "certamente !" , "Tommy lo consiglieresti ad un amico ?", "si, di

sicuro !". Considerata la fascia d'età, direi che siamo già ben oltre ogni più rosea aspettativa !

Cambio scena: piove, sono le sette di sera e ci siamo riparati sotto la pensilina di un vecchio distributore in autogrill. La Festa è finita, stiamo tornando a casa. Massimo tiene tra il pollice e l'indice una fetta di salame, mentre con l'altra mano stringe e brandeggia un grosso grissino. A vederci da lontano non dobbiamo fare una gran bella impressione: tutti così accalcati e masticanti attorno ad un minuscolo tavolino in plastica. Probabilmente qualcuno ci scambierà per una specie di carovana dell'est. Poco male ! Perché se quel qualcuno si avvicinasse, qualcosa lo colpirebbe, anzi, almeno tre cose lo colpirebbero di noi: che sorridiamo, che ci chiamiamo tutti per nome e che ci guardiamo sempre negli occhi. E allora


"Chiedilo a lui!": chiedi a Massimo che cos'è stata questa Festa per lui ! Di nuovo sul pullman. "Era dai tempi dell'ACR che non passavo una giornata così", dice un giovane di ventiquattro anni. Ha faticato a venire al microfono, non voleva. Ma poi è partito il tifo e non si è potuto tirare indietro: “tum - tum - tum … e dai Nicola dillo tu!", “tum - tum - tum … e dai Nicola dillo tu !". E allora Nicola ha detto, ci ha sorriso e se ne è tornato al suo posto, dando il cinque ai suoi amici (li chiamano i “ GEN") che gli porgevano il palmo della mano e gli battevano sulla spalla. Che cosa ha detto di tanto

speciale Nicola ? Ditemelo voi, stavolta ! Ma prima di rispondere tornate indietro nel tempo. Tornate con il pensiero ai tempi dell'ACR, per esempio: ve la ricordate anche voi l’ACR come Nicola ? L'oratorio, le feste, gli amici del patronato, i giochi dopo il catechismo, le gite ? Cosa ricordate della vostra Parrocchia ? Cosa vi torna in mente? Che sensazione provate ? Ecco, fermi li ! Proprio quello è il sentimento giusto, quello lì ! Lo riconoscete ? E' la "Nostalgia". Quella per le cose belle, per le cose passate, per quelle che, soprattutto, si teme non tornino più. Ecco allora cos'è: deside-

rio di rivivere, di ripartire, di riprovare. E quindi se per caso, un giorno, scendendo da un pullman, dopo una gita, sentirete di aver rivissuto un sentimento che credevate tanto lontano, quasi scomparso, allora lasciatevi andare, lasciatevi attrarre da quel bel sentimento. Perché è puro, perché è l'ideale punto di ri-partenza per la vostra fede. Perché, come dice Papa Francesco, è così che cresce la Chiesa: "non per proselitismo ma per attrazione". Massimo. .

Le celebrazioni della Settimana Santa si aprono con la domenica delle Palme, nella quale si celebra l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme acclamato come Messia e figlio di Davide. Il lunedì, martedì e mercoledì Santo la Chiesa contempla in particolare il tradimento di Giuda. Il giovedì Santo ha inizio il triduo pasquale, si ricorda sia l'istituzione dell' Eucarestia e del ministero del sacedozio sia la consegna ai discepoli del comandamento dell'amore (Gv 13,34). Per questa ragione nel giovedì santo

viene celebrata la Giornata sacerdotale. La Santa messa rivivendo l'ultima cena è caratterizzata dalla lavanda dei piedi, è il gesto che Gesù ha fatto durante l'ultima cena, gesto ripetuto dai sacerdoti. Lavarsi i piedi gli uni gli altri significa per i cristiani fare memoria. Quest'anno i Genitori dei bambini del catechismo si sono fatti segno dell'amore che Gesù ha avuto per i suoi discepoli. Il venerdì Santo la celebrazione inizia in silenzio: nessun'antifona introitale è prevista e non si effettua nessun canto; i sacerdoti indossano le vesti di

colore rosso. Il popolo si inginocchia in silenziosa preghiera. Quindi comincia l'adorazione della Croce. Al termine della celebrazione i ragazzi della parrocchia, guidati dai loro catechisti hanno rappresentato i momenti della Passione e Morte di Gesù, per imprimere nei cuori il grande sacrificio che Gesù ha fatto per salvare gli uomini. Il sabato Santo i tabernacoli sono vuoti e, non essendoci il Santissimo Sacramento nelle chiese, entrando ci si genuflette adorando la Croce. È il giorno del buio, del lutto, non c'è nessuna celebrazione, i fedeli si avvicinano alla confessione. Dopo l'imbrunire comincia la Veglia pasquale con la benedizione del fuoco, poi entrando in chiesa si passa dal buio alla luce, luce della ressurezione di Cristo. É il rinascere- rivivere e saper annunciare la luce della resurrezione con l'augurio reciproco della Buona Pasqua. Mara

Domenica delle Palme e Settimana Santa

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In preparazione della Festa del Votocon Don Giovanni Brusegan

In preparazione alla festa del voto, il Consiglio pastorale, il consiglio gestione economica, uniti agli operatori della parrocchia, hanno incontrato don Giovanni Brusegan che ha loro illustrato, con parole toccanti la figura di Maria quale madre della chiesa e di tutti i credenti. Il tema è stato “Come essere

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presenza di Maria Oggi”. Avere gli occhi di Maria nel guardare i fratelli, perché senza la fede non si va da nessuna parte, solo con la fede si può cambiare il cuore, essere cristiano significa avere un cuore caldo, umano, compassionevole empatico con l’umanità. Camminare nell’oggi e nella storia con l’en-

tusiasmo e la gioia di essere fratelli e sorelle in Cristo, con Maria che ci ha insegnato e tracciato il cammino. Questo il messaggio che don Brusegan ha lasciato a tutti noi, e ben lieti di questo lo rivolgiamo a tutti i lettori di Respice Stellam. Patrizia


“CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MORTO, VIVRA’”. GV. 11,25.

Federico Molenai

07.12.1981

Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questi orizzonti senza fine, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti, se mi ami! Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio nella sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole al confronto! Mi è rimasto l'amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini. Vivo in una gioia purissima. Nelle angustie del tempo pensa a questa casa ove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell'amore infinito. Non piangere se veramente mi ami! (Sant’Agostino)

11.05.2002

Natale Molena

21.12.1914

19.03.1997

Francesco Marinello

21.11.1968

30.07.1983

Ivone Rubin

10.10.1941

06.04.2008

Lorenzo Antico

04.07.1979

23.04.1996

Regina Marin Frison

25.11.1931

12.01.2004


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