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...dal 1955
Eco del Santuario delle Grazie Piove di Sacco (Pd)
Su-per-Dono.
nutrire la Speranza.
luigi maria “grignon De monfort”.
“POSTE ITALIANE SPA – SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE – D.L.353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1. COMMA 2, NE PD”
rifleSSioni Sulla parola Di vita Di ottobre 2016. l’aSSemlea Della Comunità. popoli in movimento.
Anno LXII -08
Ottobre 2016
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SOMMARIO
eCo Del Santuario Delle grazie PERIODICO DI CULTURA E DEVOZIONE MARIANA Anno LXII - n. 08 Ottobre 2016
Su-per-Dono (Don Giovanni Battista) III° Nutrire la speranza (Carla Tiengo) III° -------------------------------------------------------------------------------Luigi Maria Grignon de Monfort (Mara Doardo) IV°- V° -------------------------------------------------------------------------------Riflessioni sulla parola di vita di Ottobre 2016 (Luisa) VI° -------------------------------------------------------------------------------pagine centrali a cura ed. paoline
-------------------------------------------------------------------------------L’Assemlea della Comunità (Massimo Durello VII° -------------------------------------------------------------------------------Popoli in movimento (Manlio Zecchin) VIII°- IX° -------------------------------------------------------------------------------Cronache in Santuario X° --------------------------------------------------------------------------------
Nuovo Orario delle celebrazioni in Santuario (Dal Mese di Luglio 2016) • • • •
S. ROSARIO
• ogni giorno prima delle S. Messe • ogni domenica ore 15.30 prima della S.Messa delle ore 16,00 • durante il mese di Maggio ogni sera alle ore 20.30 eccetto sabato e domenica
La Madonna delle Grazie del Bellini (1430-1516) - Particolare
Direzione e Amministrazione: SANTUARIO DELLE GRAZIE Piove di Sacco (Padova) C.C.P. 92805332 Telefono 049 5840327
www.madonnadellegraziepiovedisacco.it
mail: scrivi@madonnadellegraziepiovedisacco.it Santa Messa in diretta via internet, tutte le domeniche alle ore 8,00 e alle 10,00 www.madonnadellegraziepiovedisacco.it
OFFERTE PER ABBONAMENTO: D’amicizia Sostenitore Estero
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Direttore: Don Battista Crivellaro
Direttore responsabile Don Gino Brunello
Autorizzazione Trib. PD n. 188 del 7/7/1960
finito di stampare in piove di Sacco il 20.10.2015
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Giorni festivi 8,00 - 10,00 - 16,00 Festiva al sabato ore 18 (17 inv.) Giorni feriali ore 17 (16 inv.) Al giovedì ore 20.30 Al primo Sabato del mese ore 7,30
S.MESSA:
CONFESSIONI
(in Cappellina) • ogni giorno mezz’ora prima e dopo la S. Messa • al sabato mattina e pomeriggio • alla domenica mezz’ora prima della S. Messa • in altri momenti della giornata richiedendo al Sacerdote
Affezionati lettori, Vi ricordiamo che con ottobre si è aperta la campagna abbonamenti per Respice Stellam relativa all’anno 2017. Vi ricordiamo che l’abbonamento comprende 10 numeri della rivista dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2017. Per il rinnovo C.p.p. 92805332 oppure rivolgendosi al Santuario Tel.049 5840327 Don Giovanni Battista La redazione
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ura iale a c L’editor Battista di Don
Parto da una frase incisiva
Su-per-Dono
trovata in facebook e adottata come farmaco di buona salute da una Donna sposata senza figli, abbandonata dal marito e poi provata da una seria malattia: “Il passato non si può cambiare, dimenticare o cancellare; si deve solo accettare, superare e proseguire” Per essere sani, bisogna guardare al passato accettandolo e superandolo. Ci soccorre anche il Vangelo di Gesù quando viene riportato l’invito alla donna peccatrice “ va’ in pace e non peccare più”; ma non si tratta soltanto di essere perdonati e di evitare ogni recriminazione. Il rimedio è perdonarsi, usare misericordia con se stessi. Una persona non si perdona quando ha un
concetto troppo alto di sé; non vorrebbe sbagliare mai e non ammette di sbagliare. E neppure bisogna chiudersi nel senso di colpa … E’ un dono che facciamo a noi stessi, anzi è un ‘superdono’, è il primo dono di cui abbiamo bisogno che nessuno ci può fare. Trovato questo equilibrio, questa maturità con se stessi, di riflesso avremo un atteggiamento di maggior comprensione e di misericordia verso chi sbaglia. Ma il perdono non è solo un superdono; è necessario come il pane. Ce lo
NUTRIRE LA SPERANZA
Nutrire la speranza ché l’incomprensione sparisca, attivare la voglia di alleviare la sofferenza, lottare contro il silenzio voluto da insensibili per il proprio benessere. Occhi lucidi chiedono cure per i figli dolenti dove anche la sanità è un dono troppo caro. Piccoli innocenti malnutriti, fragili, limitati dalla povertà e dalla lentezza dei soccorsi a controllare imminenti problemi
ha detto Gesù insegnandoci a pregare. Per le necessità personali chiediamo al Padre il ‘pane quotidiano’, ma per le necessità del vivere comune abbiamo bisogno di essere perdonati e di perdonare. Un gruppo di amici, una comunità, una parrocchia, una azienda, una società, un popolo come fanno stare insieme se non accettano e non superano gli sbagli reciproci? Grazie, Padre del superdono, di questo pane che ci tiene uniti e ci fa vivere assieme. Don giovanni battista
in terre trascurate dove i colori, la luce, la stessa vita sono un regalo dato alla nascita solo ai più fortunati, altri osservano da lontano con l’acquolina in bocca elemosinando briciole di quel dolce ambito: la salute, a loro negata.
Carla tiengo
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Il personaggio
Luigi Maria Grignon de Monfort
Quest’anno la chiesa festeggia il terzo
centenario della morte di San Luigi Maria Grignon de Monfort. In un clima di gioia, domenica 11 settembre 2016 presso il Calvario di PontChâteau, (foto) (Luogo realizzato dal Santo stesso nel 1709/10, in Bretagna , Francia) più di 3000 persone con mons. Jean-Paul James, vescovo di Nantes, ed i Superiori generali della Famiglia monfortana e un centinaio di preti, hanno concelebrato la Santa Messa ricordando le tre parole care al Santo di Monfort. La prima è Missione: desiderio più grande di san Luigi Maria è stato di annunciare il vangelo ai poveri, rispondendo così all’invito di Gesù agli apostoli: “Andate…”. La seconda è Battesimo: fedele al mandato di Clemente XI, Monfort ha messo al centro della sua azione pastorale la rinnovazione delle promesse battesimali. Monfort si è impegnato perché i cristiani crescessero in una fede adulta e matura, decidendo di mettere Dio al primo posto nella vita! La terza parola è Maria:“Totus tuus ego sum”: Monfort ha scelto di essere tutto di Maria per essere tutto di Gesù Cristo! Luigi Maria Grignon de Monfort nasce il 31 gennaio 1673 a Monfort-la-Cane (oggi Monfort-sur-Meu ), vicino a Rennes in Bretagna da Jean-Baptiste Grignon – un avvocato che lavora nel tribunale di Monfort – e Jeanne Robert. Fin da piccolo dimostra molta attitudine allo studio, a 11 anni frequenta il collegio gesuita "Saint-Thomas" di Rennes; nel 1690 completa gli studi classici-umanistici di filosofia e teologia. Lasciato il collegio si dirige a Parigi, dove frequenta il seminario della chiesa di Santa Sulpice collegata all'Università della Sorbona. Nel 1695 è
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La Sapienza s’è fatta uomo solo per attirare i cuori degli uomini alla sua amicizia ed compiaciuta di adornarsi di tutte le amabilità e dolcezze umane più incantevoli e sen
finalmente ammesso al "piccolo seminario", dove ha come direttore spirituale François Leschassier. Questi, accortosi ben presto della già buona preparazione, gli fa frequentare solamente le lezioni riassuntive serali. Luigi viene nominato bibliotecario del seminario - cosa che gli permette di leggere moltissimo, come dirà lui stesso nel Trattato “Ho letto quasi tutti i libri che parlano della devozione alla Santa Vergine” Il 5 giugno 1700, anno del Giubileo, è ordinato sacerdote. Già da subito, la sua vita ecclesiastica, pur amato dai fedeli, conosce momenti di intensi contrasti che lo portano allo sconforto perché considerato dal clero un prete "singolare ed eccentrico" tanto da arrivare alla conclusione che non gli resta altro che vivere in un eremo. Su un terreno di proprietà paterna c'erano i resti di un vecchio lazzareto costruito nel medioevo dai Cavalieri di San Lazzaro,
Luigi de Monfort ristruttura la cappella crea personalmente il crocifisso, una statua della Madonna della Sapienza e una colomba a simboleggiare lo Spirito Santo ed inizia una vita eremitica con due sacerdoti. Purtroppo o per fortuna, la vita solitaria dura solo poche settimane, perché, appena si sa della presenza dei tre a Saint-Lazare, la gente inizia a far loro visita per portare del cibo. L'eremo diviene una sorta di parrocchia perché i fedeli partecipano alle Messe, alla recita del Rosario e alle lezioni di catechismo. Questo dà fastidio ai parroci vicini e nell'inverno 1708 Luigi Maria deve lasciare Saint-Lazare per ordine del vescovo. Si dirige quindi a Nantes su invito del vicario generale Jean Barrin, suo amico. Inizia a predicare nella missione a PontChâteau, a 30 km da Nantes insieme al sacerdote Gabriel Olivier. Nel maggio del 1709, in questo paese trova delle condizioni favorevoli per realizzare un
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serie di 150 pini intercalati da 15 cipressi... Sono previste alcune cappelle per ricordare i misteri di Gesù e di Maria, una miniatura della storia della Passione, un luogo di pellegrinaggio con cappella e statue che ricordino la collina sulla quale morì il Cristo. A settembre sulla collinetta posa le tre croci con il Cristo e i due ladroni, le statue di Maria di San Giovanni e di Maria Maddalena. Nonostante alcune opposizioni, Mons. Bauveau, vescovo di Nantes, autorizza la benedizione solenne. Avrà luogo il 14 settembre, giorno dell’Esaltazione della Santa Croce. Grignon de Monfort Dopo tre secoli, questo sito figura in tutte le guide turistiche della Bretagna, è uno dei grandi monumenti per il suo ricco patrimonio religioso; il pellegrino che oggi si ferma in questa terra benedetta, vi scopre sempre l’eloquente silenzio di un uomo che, nella prova, ha deciso di tacere e di lasciare a Dio l’impegno di realizzare la sua opera. Rendendosi conto che la sua vita non sarebbe durata ancora a lungo, pensa di dedicarsi al proposito di creare una piccola e povera Compagnia di preti che sotto lo stendardo e la protezione della icizia ed alla sua imitazione. Ecco perché s’è Santissima Vergine Maria, vadano in voli e sensibili, senza difetti né brutture. maniera povera e semplice, a fare catechismo ai poveri della campagna e ad sogno che ha in cuore da tempo: ricreare incitare i peccatori alla devozione a il Calvario. Terre incolte che nessuno rivendica; un’altura che domina tutta la Maria.» Per questo motivo torna al regione cosicchè egli annuncia la sua seminario di Saint-Sulpice a Parigi, nella intenzione: il clero e la popolazione speranza di trovare giovani sacerdoti che accolgono con entusiasmo il suo progetto. vogliano unirsi a lui per la creazione di Sarà composto da tre cerchi concentrici, quella che chiamerà “Compagnia di nel mezzo la collina dove si troveranno le Maria”. Al seminario distribuisce il tre croci e le statue della Vergine Maria, di regolamento della compagnia scritto nel Giovanni e di Maria Maddalena. Il tutto 1713, a cui poi darà il nome di "Regola dei sarà circondato da fossati. Il cerchio sacerdoti Missionari della Compagnia di esterno sarà un rosario nella natura: una Maria". Il regolamento prevede di fare voto di povertà e di obbedienza, come da una preghiera scritta probabilmente in quegli stessi mesi, nella quale descrive il genere di sacerdoti che cerca. Infine il 1º aprile 1716 inizia la sua ultima missione a Saint-LaurentBasilica di Saint Laurent Sur Sevre dedicata a San sur-Sèvre. Per la prima Luigi de Monfort volta il vescovo della
diocesi gli comunica che gli avrebbe fatto visita il 22 aprile e per l'occasione Luigi Maria organizza una grande accoglienza. Poi, nel giro di qualche giorno, la sua salute già cagionevole peggiora, è indebolito dalle fatiche e dalla febbre, muore di polmonite il 28 aprile 1716, a soli 43 anni. Viene sepolto nella Basilica a SaintLaurent-sur-Sèvre che oggi porta il suo nome (Comune francese situato nel dipartimento della Vandea nella regione dei Paesi della Loira). Il suo manoscritto più importante “Trattato della vera devozione a Maria” rimane nascosto per 130 anni, ritrovato nel 1842 è stato pubblicato l'anno seguente. Da allora ha fatto il giro del mondo, tradotto in tutte le lingue. Grandi anime cristiane di sacerdoti, di suore e di laici, uomini e donne, si sono ispirate al "Trattato della vera devozione alla Santa Vergine"per la propria vita spirituale e per operare grandi cose per Dio, nella Chiesa e nella società. Per rimanere vicini a noi, ricordiamo: Massimiliano Kolbe, Giovanni Paolo lI, Giovanni Calabria, Silvio Gallotti, Annibale di Francia, Bartolo Longo, Luigi Orione, Giacomo Alberione, Chiara Lubich. Alla vigilia del Grande Giubileo dell'anno Duemila, Giovanni Paolo II lo indica non solo come attuale, ma come profetico per il futuro della Chiesa, una Chiesa dello Spirito Santo, sempre rinnovata alla scuola del Vangelo, nella quale Maria continua a formare i grandi Santi ardenti del fuoco del divino amore, veri discepoli di Gesù Cristo. San Luigi Maria de Monfort dal cielo continua ad invitarci ad affidarci alla Vergine Maria, perché solo attraverso di Lei, arriveremo sicuramente a Cristo. San Luigi Maria de Monfort, è stato proclamato Santo da Pio XII il 20 luglio 1947, il 20 luglio 1996 Giovanni Paolo II ne ha inserito la memoria nel Calendario generale della Chiesa, assegnandola al 28 aprile.
mara Doardo
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Riflessioni sulla parola di Vita di Ottobre Parola di Vita
“Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati” (Sir 28, 2).
Non sono solo i fatti tragici della vita
che toccano profondamente il nostro intimo. Ci sono le molte incomprensioni relazionali del quotidiano: in famiglia, fra amici, fra collaboratori, compresi quelli che sono chiamati a vivere uno stesso ideale. Incomprensioni che sono presenti un po’ dappertutto, persino nelle nostre Parrocchie. Ci sono i vari atteggiamenti sgradevoli e gratuiti che subiamo. Atteggiamenti che ci amareggiano e avvelenano i rapporti con quelle persone. Una prima reazione umana e istintiva ci fa dire: “ma chi me lo fa fare?” e ci vorrebbe far tagliare i ponti con queste persone. Ma…., ma, se invece ci lasciamo guidare dalla Parola di Dio e impariamo a farla entrare con forza nelle varie situazioni di conflitto che siamo chiamati ad affrontare, questa ci offre la soluzione che è allo stesso tempo difficile e coraggiosa: andare oltre, perdonare, vedere le persone con occhi nuovi, proprio come le vede Dio. “Perdona l’offesa al tuo prossimo e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati” È quello che Gesù stesso ci ha insegnato nella preghiera che rivolgiamo al Padre: «Padre… rimetti a noi i nostri debiti come noi li 6
rimettiamo ai nostri debitori» Anche noi sbagliamo, e vorremmo essere perdonati! Supplichiamo e speriamo che ci sia data nuovamente la possibilità di ricominciare, confidiamo che gli altri abbiano ancora fiducia in noi. Se è così per noi, proviamo a pensare che lo sarà anche per gli altri. Non dobbiamo amare il prossimo come noi stessi? Chiara Lubich, che continua a ispirare la nostra comprensione della Parola, così commenta l’invito al perdono: esso non è dimenticanza che spesso significa non voler guardare in faccia la realtà. Il perdono non è debolezza, e cioè non tener conto di un torto per paura del più forte che l’ha commesso. Il perdono non consiste nell’affermare senza importanza ciò che è grave, o bene ciò che è male. Il perdono non è indifferenza. Il perdono è un atto di volontà e di lucidità, quindi di libertà, che consiste nell’accogliere il fratello così com’è, nonostante il male che ci ha fatto, come Dio accoglie noi peccatori, nonostante i nostri difetti. Il perdono consiste nel non rispondere all’offesa con l’offesa, ma nel fare quanto Paolo dice: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”. Lasciandoci, quindi, guidare da questa parola di Vita troveremo la forza e la
Chiara Lubich capacità di resistere alla tentazione di rispondere a tono. Smetteremo di pensare che non siamo capiti. Impareremo a guardare il fratello, in quel momento diventato “nemico”, con occhi nuovi. Capiremo che, anche se cattivo, ha bisogno di qualcuno che lo ami e lo aiuti a cambiare. Mettiamo quindi in atto la nostra “vendetta”, ma una “vendetta d’amore”. «Dirai: “Ma ciò è difficile” – continua Chiara nel suo commento –. Si capisce. Ma qui è il bello del cristianesimo. Non per nulla sei alla sequela di un Dio che, spegnendosi in croce, ha chiesto il perdono a suo Padre per chi gli aveva dato la morte. Coraggio. Inizia una vita così. Ti assicuro una pace mai provata e tanta gioia sconosciuta» . C’è una canzone molto bella che possiamo meditare per aiutarci a vivere al meglio questa Parola di Vita ed è “tempo di ricominciare” cantata dal Gen Verde (si trova facilmente con YouTube). luisa
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L’Assemlea della Comunità
Il meraviglioso Viale che conduce al Santuario Madonna delle Grazie “In questa sosta che la rinfranca” queste sono le parole che guideranno il cammino della nostra Diocesi per quest’anno.
Anche per questo la nostra Parrocchia
ha deciso fermarsi e di sostare in assemblea: per guardarsi dentro, per condividere i progetti e per comunicare a tutti i fedeli gli obiettivi dei prossimi anni. Ma quanto sono importanti questi momenti per la comunità delle Madonna delle Grazie ? Molto, se si pensa alla storia del nostro Santuario, poco se si considera l’esiguo numero di persone che vi hanno partecipato, sabato 8 ottobre 2016. Data l’importanza dei temi trattati, lo
sforzo di comunicare con i fedeli passa anche attraverso questo articolo, che cerca di dare massima diffusione a tre temi cruciali per la vita della nostra Parrocchia: lo scopo della Comunità Cristiana, il cammino dell’Unità Pastorale ed il futuro del nostro Santuario. La Comunità Cristiana. Il nostro Vescovo Don Claudio ha a cuore soprattutto la “Comunità dei Cristiani”. E se possibile la Comunità ancor più della Parrocchia stessa. Egli definisce la comunità cristiana come quella fatta di “alcune
persone che pregano insieme e si vogliono bene”. E mette particolare enfasi nella seconda delle due caratteristiche: se siamo comunità allora siamo persone che si vogliono bene. Il Cammino dell’Unità Pastorale. Una recente ricerca svolta dalla Diocesi ha mostrato come il Consiglio Pastorale sia un organo piuttosto sconosciuto e lontano dai Parrocchiani. Il fatto quindi che alcune delle funzioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale vengano ora trasferite al Consiglio Pastorale Unitario non dovrebbe destare eccessivo interesse. Tuttavia è importante sapere che questo nuovo organo (il CPU, che riunisce Parroci, Vicepresidenti e rappresentanti delle maggiori realtà e gruppi parrocchiali dell’Unità Pastorale) determinerà linee guida ed indirizzi obbligatori per le parrocchie, anche per la nostra. Lasciando comunque ad un nuovo organo parrocchiale rappresentativo (il Coordinamento Parrocchiale) l’organizzazione interna e la fase esecutiva. Il futuro del nostro Santuario. Si tramanda che S. Antonio ripetesse ai propri discepoli “meglio parlare con le azioni che agire con le parole”. Su questa via si pone pertanto la decisione di avviare i lavori di ristrutturazione dei locali annessi al Santuario. Infatti l’assemblea della comunità dello scorso anno aveva fornito delle chiare indicazioni su quello che dovrà essere il futuro del Santuario, e cioè: un luogo di accoglienza e preghiera per Piovesi e Pellegrini . Ecco quindi la realizzazione di salette grandi e piccole per accogliere i nostri ragazzi del catechismo, gruppi di preghiera ed incontri di formazione. In conclusione anche l’assemblea di quest’anno ha confermato la propria utilità. Fornendo a tutti i partecipanti linee guida chiare ed informazioni utili per vivere appieno e consapevolmente il proprio ruolo nella comunità Cristiana della Madonna delle Grazie. massimo Durello
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Popoli in movimento Attualità
Domani sarà meglio.
Tutti noi pensiamo, speriamo e poi ci attrezziamo al fine di migliorare la nostra condizione personale e familiare. Perché non lo possono auspicare e realizzare quelle persone che quotidianamente si ritrovano ad avere un’esistenza invivibile nel continente africano ? L’avanzare delle desertificazioni di vaste aree a causa dei cambiamenti climatici, la carenza di risorse idriche che drasticamente ha diminuito i terreni dediti a coltivazioni, la mancanza di sicurezza personale dovuta alle numerose guerre anche tra stesse popolazioni, per motivi religiosi, gli attacchi continui da parte di guerriglie armate alle comunità e villaggi, siano di fede cristiana od altro non importa, banditi assetati di potere o decisi ad appropriarsi delle ricche fonti energetiche locali, la mancanza di governi o guide democratiche, lasciano spazio alle scorribande continue e tremende di svariati gruppi di guerriglieri, in vari Paesi dell’ Africa che eliminano tutti e tutto pur di arricchirsi. Maria Bambina Magari in nome della Religione ma quale ? Diffuse guerre locali, che hanno provocato “espulsioni di massa”, migliaia di donne, e bambini soprattutto; gli uomini in maggior parte sono rimasti vittime o mutilati, ed hanno “dovuto” affrontare viaggi incredibili e lunghe traversate con barconi (e costosi pedaggi ad un mercato umano spietato) per trovare posto su malandati scafi che non sempre li conducono sani in porti stranieri. Primo obiettivo è rimanere in Vita. L’Europa, la meta, l’Italia una tappa. Per noi italiani, con tanti problemi e 8
difficoltà a sbarcare il lunario, è andata peggio da quando sono iniziati questi flussi di immigrati ? A sentire tanti urlatori o dispensatori di allarmismi pare proprio di si. Certo, molte energie, mezzi e denari pubblici dedicati a molti degli immigrati accolti e distribuiti nelle nostre regioni sono stati dedicati alle molte persone sbarcate nelle nostre coste ed hanno creato preoccupazioni negli italiani. Percezione di paura e impoverimento, per risorse “distratte” ai cittadini. Tuttavia, in altre epoche i movimenti dei Popoli non erano eventi eccezionali; non lo sarà neppure nei prossimi anni. Durerà ancora almeno 10 anni e non si può fermare, né con i respingimenti forzati ai confini, non con i muri, neppure con i diffusi allarmismi. E’ una migrazione forzata di milioni di persone che cercano lavoro, fuggono dalle guerre, vogliono ritrovare una loro Vita e realizzarla e non accettano di rimanere nella Terra natia a patire fame/paure/violenze continue. Sono diversi, però, questi Popoli “in entrata”, hanno pelle, usanze, costumi, credo, abitudini, diverse dalle nostre. Non sarà possibile una “vera integrazione” con le Comunità ospitanti; difficile si realizzi ma si può e si potrà certamente vivere meglio, loro con noi, insieme: conoscendosi. Non saremo simili, e perché dovrebbero diventare come noi ? Terribile solo pensarlo. Intanto, già da un pezzo, li “utilizziamo” e bene. Svolgono lavori faticosi, umili, mal pagati e spesso non in regola. Noi, che non li vorremmo, siamo consapevoli che “tenendoli qui” sono una fonte enorme di manodopera a buon mercato: nei nostri campi , nei vivai, nelle fattorie e allevamenti di bestiame e non creano,
per il momento, problemi sindacali. Ma a tanti immigrati che non lavorano, diamo soldi ogni giorno, cibo, da vestire, alloggio e troviamo loro qualche lavoretto, un po’ in regola o addirittura ricevono soldi senza fare alcuna fatica !!! Questo si sente dire, spesso, in piazza o nei pubblici esercizi, e comunemente dicono: perché dobbiamo mantenerli, questi neri, magari ci sono dei terroristi. Potrebbe essere comprensibile tale lamento, generalizzato, verso i migranti, ma la realtà è che nei loro Paesi avevano perso il “diritto" di restare e non c’era alcuna certezza, anche per i ceti medi che lì avevano delle proprietà e dei denari, di progettare un loro Futuro in quei luoghi martoriati. Come possiamo opporci o estraniarci di fronte a tanti diritti fondamentali negati a centinaia di
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migliaia di cittadini diversi da noi ? Rifugiati, profughi, migranti, comunque persone, non dei punti ma esseri con un passato, una storia e tante vite giovani da valorizzare. Vi sono dubbi nelle nostre Comunità, evidenti e respirabili, in quanto un flusso continuo di popoli crea sensazioni e stati d’animo di incertezze su come e se potranno reggere i nostri territori, insediati (ma non assediati) da sempre più immigrati. Popoli che non sono abituati ai regolamenti, al lavoro costante e stressante del nostro Paese. Possono essere occasioni di rottura, in ambiti locali. Non è facile governare tali cambiamenti sociali e culturali. Soluzioni facili o di breve miglioramento sono illusori proclami. Come non bisogna credere che questo “fenomeno sociale
delle migrazioni di massa” sia una temporanea emergenza, perché altri e molti ne arriveranno, non solo in Italia. Si dovrà imparare a gestire e organizzare, nel Continente Europa, una massa importante di migranti o rifugiati internazionali, aiutando nel frattempo ì Paesi in guerra ad una loro ripresa sociale – economica - culturale, con governi locali da “costruire” e “seguire”. Ciò a cura dei Paesi ricchi e/o avanzati e serviranno ingenti risorse economiche (investimenti) da portare in quei Paesi d’Africa che ora, in buona parte sono distrutti, soprattutto nel loro capitale umano. Ma ora serve accogliere, inserire, insegnare, curare, dare loro speranza e vicinanza, anche lavoro e scuola perché le tante persone fuggite dalla guerra e dalla fame crescano in un
Mondo più sereno. Dimentichiamoci, però, di pensare che li integreremo. Avremo Comunità e parte dei nostri territori abitati e vissuti da immigrati che manterranno universi di valori separati dai nostri. Come pure non è vero che in tali periferie attecchirà una malsana ideologia di persone cattive e/o con ideologie terroriste. Saranno Comunità diverse che vivranno insieme ed a contatto con le nostre Comunità. Se crediamo in noi stessi possiamo credere negli altri, aiutandoli se abbiamo coraggio. Andrà meglio poi, per tutti. manlio zecchin
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CRO NAC HE IN SAN TUA RIO
Anna Masiero e Carlo Trovò hanno
consacrato a Dio il loro amore il 18 settembre 2016.
Sotto lo sguardo della Madonna delle Grazie,
Marisa e Renato Porro hanno festeggiato il loro cinquantesimo anniversario di Matrimonio.
Domenica 9 ottobre 2016 con il
dono del Battesimo Dio ha accolto come figlie, teresa De falco e ginevra giraldin, che entrano a far parte della nostra comunità cristiana.
Affezionati lettori, Vi ricordiamo che con Ottobre si è aperta la campagna abbonamenti per Respice Stellam relativa all’anno 2017. Vi ricordiamo che l’abbonamento comprende 10 numeri della rivista dal 1 gennaio 2017 al 31 dicembre 2017. Per il rinnovo C.p.p. 92805332 oppure rivolgendosi al Santuario Tel.049 5840327 Don Giovanni Battista.
La redazione
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“CHI CREDE IN ME,ANCHE SE MORTO, VIVRÀ”. GV. 11, 25
Amalia Speranza Lovison in Chinello
di o m i t t a n U e n o i s s e l f i R Come passeri…
Come i passeri del Buon Dio E i gigli dei suoi campi Di poco ha bisogno la mia felicità Semplice e naturale Assieme a zolle e nuvole Nella danza del creato Ad immagine di Te. Susanna Zancanaro
01.03.1929
13.06.2016
Norma Battisti Ved.Quaggia
10.10.1928
22.12.2015
Cristina Nicoletto in Rosso di Anni 53
Paolo Trabuio
03.07.1942
10.12.2015
Antonio Molena
19.06.1933
02.10.2016
Antonio Chinello
28.01.1933
09.10.2016
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L’interno del Santuario
L’entrata dal Chiostro
L’altare dedicato a Maria
Il Chiostro interno
Vista Esterna del Santuario
La Chiesa prima degli anni 50
Vista esterna del Santuario negli anni 60