Respice Stellam Settembre

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Iniziazione Cristiana

L’iniziazione cristiana come fondamento della vera educazione. Educazione : oggi è richiesto di non ridurre l’educazione a una delle tante attività, ma piuttosto di immettere in esse quella novità che è richiesta dai tempi e che corrisponde alla più profonda ispirazione ed esigenza , cioè DARE VALORE ALLA PERSONA e trarre da questa scelta tutte le conseguenze, anche le più radicali. Educare infatti significa aiutare una persona a diventare se stessa, a scoprire il progetto che Dio ha iscritto nella profondità della sua coscienza e aiutarla a realizzarlo nella libertà. Non si educano le persone in serie, ma una ad una., con una paziente azione di ascolto, di sostegno, di accompagnamento, di proposta, come insegnano gli incontri di Gesù narrati nel vangelo : incontri personalissimi, uno diverso dall’altro, improntati ad amore e libertà :”SE VUOI” !... Gesù non ha mai costretto. L’amore non si può imporre. EDUCARE A CHE COSA ? Bisogna determinare i contenuti dell’educazione. La risposta sembra semplice : trasmettere il vangelo a partire da Cristo Risorto. E che cosa significa comunicare il vangelo oggi in una cultura secolarizzata? Certamente non imponendo ma dialogando : è il metodo induttivo. Si propone la via della riscoperta del VOLTO NASCOSTO DI DIO come esigenza profonda del cuore dell’uomo. Scoperta di Dio amore. Da un Dio “padrone” ….a Dio Amore, a Cristo nostro fratello, che si fa compagno di viaggio. E’ la via del “dono”. La Chiesa si fa maestra e educatrice aiutando l’uomo a scoprire dalla sua esperienza il vero volto di Dio. “Che cosa è Dio” domanda il bambino. La madre lo stringe e gli chiede: “che cosa provi”. “Ti voglio bene” risponde il bambino. “Ecco ! Dio è questo. Così si “conosce” Dio…non tanto con l’intelletto, ma con il cuore, con l’intuizione che scaturisce dalla passione…Ed è per questa via che la conoscenza diventa piena e coinvolgente. Sono giuste anche le risposte del catechismo alla domanda :”Chi è Dio”? Ma quella definitiva e piena è solo in un abbraccio, in una intimità in un abbandono dolce a Lui. Si può stare davanti a Dio solo se abbandoniamo ogni pretesa, fosse pure quella di conoscerlo. Per stare davanti a Lui occorre abitare dove Gesù ci ha detto che lui abita, laddove un uomo, una donna, un bambino invocano aiuto e salvezza, sia che abbiano fame, sia che siano in carcere… Don Franco

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Il personaggio

Da ieri a oggi...

Il catechista nel tempo La ricerca di Dio è naturale in ogni uomo; tutto il suo sforzo nella ricerca della verità e della felicità è alla fine una ricerca di ciò che lo trasporta, lo appaga e lo coinvolge in maniera assoluta. L’uomo ha veramente trovato se stesso nel momento in cui ha trovato Dio. (Youcat) Durante il perido dell’adolescenza, ciascuno di noi ha avuto modo di andare a dottrina, a catechismo. Compito dei genitori era, ed è, trasmettere la fede ai figli, seminare nel cuore dei ragazzi l’amore verso Dio e verso il prossimo, ma la Chiesa desiderava e desidera tuttora contribuire attivamente ponendosi a servizio e facendo dono della catechesi ai ragazzi. Di certo col passare degli anni il metodo di far catechismo è cambiato, è mutato per rimanere al passo coi tempi e riuscire a rispondere alle nuove domande e alle problematiche delle generazioni che si sono susseguite via via una dopo l’altra.

Il catechismo di Papa Pio X Un importantissimo passo che molti di voi certamente ricordano, fu quello di Papa Pio X, il quale introdusse il Compendio della dottrina Cristiana nel 1905 (noto come Catechismo Maggiore) e successivamente una versione più breve, con caratteristiche pedagogiche, composta da 433 domande e risposte, chiamato Catechismo della Dottrina Cristiana. Questo testo, edito in numerose edizioni e dalla diffusione ininterrotta, ha formato più generazioni del ’900, almeno fino al Concilio. Nella lettera di approvazione del nuovo catechismo, che doveva sostituire il vecchio, San Pio X scriveva:

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”Fin dai primordi del nostro Pontificato rivolgemmo la massima cura all’istruzione religiosa del popolo cristiano e in particolare dei fanciulli, persuasi che gran parte dei mali che affliggono la Chiesa provengono dall’ignoranza della sua dottrina e delle sue leggi […]. Esortiamo vivamente nel Signore tutti i catechisti, ora che la brevità stessa del testo ne agevola il lavoro, a volere con tanto maggiore cura spiegare e far penetrare nelle anime dei giovanetti la dottrina cristiana, quanto maggiore è oggidì il bisogno d’una soda istruzione religiosa, per il dilagare dell’empietà e dell’immoralità. Ricordino sempre che il frutto del Catechismo dipende quasi totalmente dal loro zelo e dalla loro intelligenza e maestria nel rendere l’insegnamento più lieve e gradito agli alunni”.


Il personaggio Come precedentemente già anticipato, questo è stato il catechismo che ha accompagnato le varie generazioni, formatesi nel secolo scorso. Quest’ultime imparavano le preghiere a memoria, si preparavano per la dottrina leggendo e studiando le domande del catechismo, si tenevano pronte alle inerrogazioni del parroco, che veniva a verificare l’apprendimento della dottrina stessa.

Il catechismo oggi Il catechismo che viene insegnato oggi ai nostri bambini e ragazzi è molto diverso da quello che veniva proposto solamente una decina di anni fa. Allo scopo di poter dare un’idea di come siano mutati tempi e ragazzi, si è pensato di chiedere ad un giovane catechista la sua espe rienza diretta. - Qual è un importante punto di partenza per insegnare il catechismo ai ragazzi d’oggi? Ritengo sia molto importante la collaborazione tra genitori e catechista; la cooperazione fra i vari soggetti dell'interazione (genitori, ragazzi, catechista, esperti di vario tipo...) serve a dare vita al vero significato di essere "Chiesa". - Che metodi usi per fare catechismo ai ragazzi? I primi anni di catechismo faccio conoscere ai ragazzi il significato delle preghiere, cerco di insegnare loro le parabole ed i passi della Bibbia più importanti; quando iniziano a crescere si nota che hanno bisogno di stimoli nuovi e di metodi più adatti alla loro età: pertanto inizio ad utilizzare strategie comunicative quali la musica, letture animate, attività creative, ecc... Quest’anno ad esempio ho fatto un lavoro tutto particolare basandomi sulla visione del film “La Bella e la Bestia": le diversità vengono superate con l'amore! - Durante la nostra chiacchierata mi hai detto che i ragazzi vengono volentieri a catechismo; secondo te qual è la ragione del loro desiderio di partecipare ai vostri incontri? Secondo il mio punto di vista i ragazzi vengono volentieri, certamente perchè imparano valori e insegnamenti utili, pure perchè la distanza d’età tra me e loro non è come quella tra loro ed un adulto. Si sentono più liberi da schemi , aperti al dialogo e pronti a chiedere qualora non capiscano.

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Il personaggio

Parlando di “Catechismo” Il catechismo… un termine misterioso, forse obsoleto per alcuni, certamente legato a un libro, appunto il catechismo. Emerge una sensibilità più adeguata al contesto odierno che preferisce parlare di Iniziazione cristiana, cioè di un processo, meglio di una strada percorsa con qualcuno che ti aiuta, inizia, introduce a conoscere Gesù. Potremmo così rendere questa esperienza: «Ti presento un amico, io che un po’ lo conosco». Ecco il motivo vero che dovrebbe animare i credenti: «Sono così felice, è così importate per me aver conosciuto Gesù che non posso non fartelo incontrare». Nel momento in cui la persona aprendosi incontra Gesù, nella sua esistenza matura il bene, perché Dio è il Bene. Tale bene si sviluppa nelle forme e a misura dei talenti di ciascuno, secondo quello che noi chiamiamo carisma della persona; ed è per questo che la Chiesa, come un corpo unico è formata da un insieme di carismi, ove a ciascuno è necessario il carisma altrui che lo completa e lo rafforza. Ecco il secondo passaggio dell’Iniziazione cristiana: fare esperienze di Dio nella Chiesa. E la Chiesa cos’è se non la comunità, quella comunità dove innanzitutto incontro i miei simili i miei coetanei, ma incontro anche chi è più grande colui che donandomi la fede “mi inizia”, mi introduce, posso pure incontrare chi è più giovane al quale io dovrò per primo facilitargli l’incontro con Gesù.

Per quale ragione diffondiamo la fede? Noi diffondiamo la fede perchè Gesù ce ne dà l’incarico: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28,19). Nessun vero cristiano demanda la diffusione della fede solo agli specialisti (insegnanti, parroci e missionari); si è cristiani per gli altri; questo significa che ogni vero cristiano desidera che Dio si faccia presente anche agli altri. [...] Madre Teresa ha usato un bel paragone: «Spesso puoi vedere dei cavi ai bordi delle strade. Prima che la corrente passi attraverso di essi non c’è luce. Il cavo siamo io e te, la corrente è Dio! Noi abbiamo la possibilità di far scorrere la corrente attraverso di noi e di produrre la luce del mondo, Gesù; oppure anche di lasciare che le tenebre si diffondano». (Youcat) Con la collaborazione di don Lorenzo e Paolo Erica

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La pagina dei giovani

Camposcuola delle Famiglie

30 Agosto – 04 Settembre 2011. Campo Famiglie a Malga Pecca, Monte Corno di Lusiana, sull'altopiano di Asiago. Sei giorni tra divertimento e spiritualità, riflessione e buona cucina per le famiglie della Parrocchia della Madonna della Grazie, in compagnia degli amici dell'unita pastorale di Cona.

Famiglia oggi... Le prospettive delle Giovani Coppie che desiderano formare una loro Famiglia sono diverse da quelle dei nostri genitori. Le motivazioni e le convinzioni sono anch'esse diverse, rispetto al passato. I Giovani sono consapevoli che prima di convolare al matrimonio devono impegnarsi con anni di studio, un precario, posticipato e difficile inserimento nel mondo del lavoro. Sacrifici e realtà attuali molto diverse da quelle dei nostri genitori e, pur con molte più disponibilità, ora, la società non facilita le Giovani Coppie e neppure le supporta, poi, al verificarsi delle necessità reali, in vari ambiti, dove la Famiglia concretamente potrebbe (dovrebbe) essere seguita. Ma le oggettive difficoltà non devono limitare i progetti dei giovani che si amano perché, in realtà, sono superabili, mano a mano che si presentano. Dio entra nella coppia quale supporto ineguagliabile, se interpellato e desiderato; ausilio per superare parentesi di crisi della coppia, veri momenti di cambiamento e crescita. Non é la sicurezza finanziaria che cementa l'amore in una coppia come non é una casa o l'arredo già completato che danno certezze, durata o felicità alla Famiglia. E' qualcos'altro che mantiene viva e felice la Coppia ed é immateriale. Progettare e maturare insieme verso il futuro, ogni giorno, é un'esperienza non paragonabile a nessun’altra forma o modalità di relazione perché uniti e con il fine di formare una Famiglia si-

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gnifica vivere pienamente. L'iniziale impreparazione ad essere "coppia unita" svanisce e lo scopo è quello di rompere il sistema chiuso della propria individualità, abituandosi a prendere decisioni, a pensare e a sentire, tenendo presente l'altra persona, con le sue aspirazioni, interessi, bisogni. Progressivamente emerge una realtà nuova: il Noi, la Coppia. Ci si conosce meglio, si é partecipi l'un l'altro del proprio mondo interiore, dei propri sentimenti, così che la vita di ogni giorno diventa sempre più ricca di significato. E' una scelta gioiosa, entusiasmante, ma anche dura. E' l'incontro di due storie diverse, di tanti anni vissuti separatamente. Ognuno ha i suoi interessi, le sue idee, la ricchezza dell'incontro, "patrimonio personale" di entrambi. Etica cooperativa applicata nel nucleo familiare. Saper curare la propria relazione riconoscendo l'indipendenza dell'altro, con il rispetto reciproco, scambi di ruolo, flessibilità della gerarchia di coppia per il Bene della Famiglia. Ma la coppia sia pronta ad aprirsi anche verso esperienze comunitarie, con altre coppie, per confrontarsi, per arricchirsi ulteriormente e, tramite gli "esercizi di vita", capire se si é pronti, prima o poi, a chiedere a Dio di portare nuova Vita nella Famiglia. Una Famiglia affiatata é profumo dentro e fuori l'ambito domestico, pure nella Comunità. E’ nella natura umana affidarsi l’uno all’altro, infatti dove dove c'é la presenza di Dio l'unione in matrimonio é indissolubile. La Famiglia é un’esperienza di Vita che non può, a priori, essere esclusa perché é aprirsi, scoprire, assaporare, confrontarsi, creare nuovi rapporti che rigenerano enormemente. Un mondo sempre nuovo. Con la Fede la coppia inizia a conoscere profondamente Dio, in un modo diverso perché sono mutati i significati, le azioni, le attenzioni, le aspettative all'interno della Famiglia. Anche il rapporto,il dialogo, la preghiera con il Signore diviene una salda e fondamentale relazione. Della riuscita di una vita di coppia non c'é alcuna certezza. Si iniziano a scoprire i difetti, emergono le debolezze di ciascuno, si impara a capire e ad ascoltare con lentezza ma con maggiore attenzione perché la Vita in Famiglia non é più al singolare. Come le scelte, non più personali necessità o desideri ma obiettivi al plurale: più difficili. Prima della coppia c'é la "singola persona" che vede nell'altra la possibilità di realizzare il proprio Progetto di Vita. Comunicare i propri sentimenti profondi, scoprire ogni giorno il lato buono e con coraggio e fiducia confidarsi e raccontare all'altro i propri desideri, una quantità di gesti, dolcezze, affettuosità e tanto tanto amore gratuito che si scopre lungo la strada del matrimonio. La sera, anche dopo momenti difficili, i quali si presentano periodicamente anche senza invito, si é ancora insieme inondati da serenità e affetto sincero, una brezza di primavera in casa e le incomprensioni si superano ancora una volta. Momenti che solidificano il rapporto di coppia. Pure le diverse opinioni, le caratterialità dell'uomo e della donna, decisamente non identiche, possono rendere irrequeiti certi momenti in Famiglia, specialmente nell'educazione da dare ai figli, non esclusivi dei genitori in quanto, per molti versi, rivolti e protesi verso il mondo. Ecco un'altra impegnativa e meravigliosa esperienza per la coppia. La Famiglia é la cellula fondamentale nel tessuto sociale perché divulga e testimonia l’unità, il

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senso civico, la cristianità, il rispetto e la comprensione nonché il nostro senso di appartenenza ad una Comunità. E' laboratorio necessario per i giovani ma anche per i genitori stessi che maturano assieme ai figli e alle loro esperienze in società: uniti e sempre atttuali. L'ambiente familiare é un palcoscenico ed un trampolino con rete di protezione per la futura nostra ed altrui generazione. Nucleo e luogo ideale dove i figli possono crescere, applicare, testare, mettere in opera le capacità, i talenti, le esperienze acquisite e le professionalità; senza timore, in prospettiva del loro debutto nella società e nel lavoro, dove a volte non c'é protezione. E' bene non precludersi la possibilità di vivere l’esperienza di una Vita di coppia. Non prevalgano le preoccupazioni alle gioie ed alle soddisfazioni future. Il rapporto ed il dialogo é veramente più aperto e sincero, c'é più realismo e trasparenza, ora, e maggiore é il desiderio di responsabilità nella procreazione anche se obiettivamente ci sono meno matrimoni in Chiesa e decisamente meno figli. E' una società più complicata e articolata ma ciò deve rafforzare il convincimento per "obiettivi e valori fondamentali" per la coppia. Un proverbio recita: Chi non sopporta veder piangere il figlio per un rifiuto ad una Sua richiesta, rischia di dover piangere egli stesso, da adulto, per ciò che farà proprio figlio. Non é un monito ma, piuttosto, un suggerimento affinché le giovani coppie siano protagonisti, non comparse, in questa società dove troveranno il proprio e giusto spazio. In un disegno grande quale é indubbiamente il Progetto Famiglia, comunque ci si sente piccoli, spesso in difficoltà, impreparati e dubbiosi dentro. E' importante accorgersene, perché sentirsi piccoli in questo "Grande Progetto" aiuta a conservare l'equilibrio, anche quello mentale. Manlio

Affidati alla Madonna

“Il 17 settembre è stato celebrato in Santuario il matrimonio di Maria Pinton con Lorenzo Nicolè. Essi si sono affidati alla Madonna ed è stata fatta per loro una bella e gioiosa festa nel chiostro”

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Nozze d'oro 10 settembre 2011 Vigorovea Salvagnin Sante e Carraro Milena Si affidano alla Madonna delle Grazie per il loro 50° di matrimonio. Per la loro famiglia ringraziano la Vergine e invocano la sua protezione per tanti anni ancora.

Il 18 settembre hanno festeggiato il 25° di matrimonio Ferdinando De Bortoli e Maria Grazia Vivarini. E’ stato molto importante per loro rinnovare le promesse matrimoniali all’altare di Maria avendo come testimoni di questa nuova scelta i figli Chiara ed Umberto. Si, dico nuova scelta perché non è stato solo fare “una festa” ma un desiderio profondo di ringraziare il Signore per il dono prezioso della famiglia che si è venuta a formare con il loro matrimonio.

In questa grande festa della famiglia abbiamo ringraziato il Signore anche per i 60 anni di vita consacrata di Suor Agnese. E’ partita dal Piemonte pensando che nel festeggiare il 25° del nipote avrebbe ringraziato in silenzio questo anniversario, ma come potevamo farlo passare nel silenzio? Ecco che allora il suo grazie a Dio è diventato il nostro grazie per tutta una vita donata all’amore verso gli altri Con affetto Fabrizia

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