Turismo Sostenibile e Sviluppo Locale

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Turismo sostenibile e sviluppo locale Documento di sintesi 2013

ProprietĂ letteraria riservata Editore 1a edizione: 2013 Tutti le immagini sono utilizzate in questa pubblicazione ad esclusivo scopo didattico e divulgativo.



Indice

indice dettagliato premessa executive summary capitolo 1

Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

capitolo 2

La valutazione del potenziale turistico del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e la Carta Europea del Turismo Sostenibile

capitolo 3

Il progetto Green Road Basilicata

capitolo 4

eneragria il Parco dell’energia

capitolo 5

Il progetto Campus Archeologico Grumentum Il progetto Albergo Diffuso

capitolo 6

Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita della Lucana Film Commission La formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema

capitolo 7

Il progetto valdagriturismo.com


indice dettagliato 004

premessa

010

executive summary

010 010

premessa metodologia e contenuti

011

capitolo 1 - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese capitolo 2 - La valutazione del potenziale turistico del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e la Carta Europea del Turismo Sostenibile capitolo 3 - Il progetto Green Road Basilicata capitolo 4 - eneragria Il parco dell’Energia della Val d’Agri capitolo 5.1 - Il progetto Campus Archeologico Grumentum capitolo 5.2 - Il progetto Albergo Diffuso capitolo 6.1- Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita della Lucana Film Commission capitolo 6.2 - La formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema capitolo 7 - Il progetto valdagriturismo.com

012 013 015 016 018 018 020 021

024

capitolo 1 le potenzialità turistiche del parco nazionale dell’appennino lucano val d’agri lagonegrese

026 027

introduzione nota metodologica

028 029 031 032 034 034

1. inquadramento sociale, economico e ambientale del pnal Val d’agri Lagonegrese 2. L’opinione degli attori locali sul potenziale turistico dell’area del pnal 3. Le potenzialità turistiche del pnal: indagine sul campo 3.1 Il profilo del turista del pnal 3.2 L’interesse turistico per il pnal 3.3 Il valore del pnal e della sua potenzialità di sviluppo turistico: un esercizio di valutazione contingente

035 039

conclusioni bibliografia e sitografia

040

capitolo 2 La valutazione del potenziale turistico del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’agri Lagonegrese e la Carta Europea del Turismo Sostenibile

042

introduzione

043 048 048 049 051

1. La domanda turistica nel PNAL Val d’Agri Lagonegrese 2. Il sistema di offerta del Parco Nazionale Appennino Lucano 2.1 L’offerta ricettiva 2.1.1 L’offerta alberghiera 2.1.2 L’offerta extralberghiera


052 054

069 071

2.1.3 La sostenibilità delle strutture ricettive del Parco 2.2 L’offerta turistica: risorse naturali, attività e ricreazione, risorse culturali e antiche tradizioni, risorse enogastronomiche 2.3 L’accessibilità e la mobilità del Parco 3. La promozione e la comunicazione del Parco 3.1 Analisi degli strumenti di comunicazione del Parco (il logo, portale e attività, la comunicazione attraverso l’educazione ambientale) 3.2 La visione strategica del Parco 4. Analisi dei mercati analoghi

073 075

conclusioni bibliografia e sitografia

076

capitolo 3 Il progetto Green Road Basilicata

078 079 079 080 080 081

introduzione nota metodologica Casi studio sull’integrazione turistica “costa - entroterra” 1. Il quadro turistico - territoriale 1.1 La Costa Ionica 1.1.1 Analisi turistica della Costa Ionica

086 086 088 089

1.2 La Val d’Agri e la Val Camastra 1.2.1 La Val d’Agri 1.2.2 La Val Camastra 1.2.3 Analisi turistica dell’Entroterra

060 060 063

081 083 085

089 092 096

La domanda turistica attuale L’offerta turistica della Costa Ionica L’analisi dell’offerta ricettiva della Costa Ionica

La domanda turistica attuale L’offerta turistica della Val d’Agri e della Val Camastra L’analisi dell’offerta ricettiva della Val d’Agri e della Val Camastra

098 098 099 101 101 102 102 105 113 114 114

2. La domanda turistica potenzale 2.1 L’indagine sul campo 2.2 Valutazione e analisi derivanti dal questionario 2.3 Focus sui prodotti con percentuale maggiore di preferenze 2.4 L’identikit del turista intervistato 3. Definizione del prodotto turistico “Green Road Basilicata” 3.1 Descrizione generale del progetto “Green Road Basilicata” 3.2 Itinerari tematici 3.3 Strutturazione di pacchetti turistici nel breve e nel lungo periodo 3.4 Strategie di promozione e comunicazione 3.5 Azioni di comunicazione

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conclusioni bibliografia e sitografia

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capitolo 4 eneragria - Il Parco dell’Energia della Val d’Agri

120 126

introduzione NOTA METODOLOGICA


127 130 132

1. Quadro di riferimento: turismo energetico e sostenibilità, casi studio 2. Descrizione progetto: ieneragria -le potenzialità turistiche di un Parco Diffuso dell’Energia nella Valle dell’Agri 3. Risultati dell’analisi sul campo

135 137

conclusioni bibliografia e sitografia

138

capitolo 5.1 Il progetto Campus Archeologico Grumentum

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introduzione nota metodologica

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1. Proposta progettuale: 1.1 Breve inquadramento territoriale e socio - economico 1.2 Descrizione introduttiva 1.3 Mission vision e obiettivi 1.4 Target di riferimento 1.5 I casi studio 2. Strategie operative: 2.1 sotto - progetti 2.1.1 Alta formazione 2.1.2 Innovazione e valorizzazione del Museo e del Parco Archeologico di Grumentum 2.1.3 Destagionalizzazione dei flussi turistici 2.1.4 Ospitalità 2.1.5 Servizi o facilities 2.1.6 Ideazione di un prototipo di Smart City 2.2 Le azioni da intraprendere 2.3 Le proiezioni economio - finanziarie 2.4 Il piano comunicazione 2.4.1 Strategie operative 2.4.2 Strumenti conclusioni bibliografia e sitografia

152 152 154 156 156 159 160 161 162 163 164

166

capitolo 5.2 Il progetto Albergo Diffuso

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introduzione nota metodologica descrizione conclusioni bibliografia e sitografia


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capitolo 6.1 Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di basilicata coast to coast alla nascita della Lucana Film Commission

180 181 181 183 184 187 187 188 190 192 193 194 196 196 198 203 203 204 204 205 206 208 209

INTRODUZIONE 1. Cinema, turismo e sviluppo territoriale 1.1 Le immagini del turismo: il location placement 1.2 Effetti delle produzioni cinematografiche a livello locale 1.3 Effetti del cineturismo a livello locale 2. Le film commission 2.1 Le film commission italiane: costituzione e compiti 2.2 Le film commission italiane: alcuni casi di successo 2.3 La situazione internazionale delle film commission 3. Basilicata coast to coast: ruolo del paesaggio e opportunitá per il cineturismo 3.1 Paesaggio e cinema 3.2 Il paesaggio lucano nel cinema 3.3 Basilicata coast to coast: il film 3.4 Basilicata coast to coast: il paesaggio 3.5 Basilicata coast to coast: analisi cineturistica 4. L’analisi sul campo: l’impatto economico di Basilicata coast to coast 4.1 Obiettivi e metodologia dell’indagine 4.2 Il campione 4.3 La genesi del film 4.4 Le opportunità del cineturismo per l’immagine della Basilicata 4.5 Le opportunità del cineturismo per l’economia locale 4.6 Basilicata coast to coast: le iniziative collegate al film 4.7 Le opinioni dei turisti

211 216

conclusioni bibliografia, sitografia e filmografia

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capitolo 6.2 La formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema

222

introduzione

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1. La costruzione dell’immagine turistica 1.1 L’immagine turistica 1.2 Gli agenti di formazione dell’immagine e la destination image 1.3 Il processo di “imagery” 2. Il ruolo del cinema nella formazione dell’immagine turistica 2.1 Le potenzialità dell’immagine cinematografica 2.2 Efficacia dell’immagine cinematografica per la promozione turistica 2.3 Il film induced tourism 3. L’immagine turistica della Basilicata e il cinema 3.1 L’immagine turistica della Basilicata 3.2 L’immagine della Basilicata attraverso il cinema 4. La ricerca sul campo 4.1 Metodologia, campione e obiettivi dell’indagine 4.2 I risultati dell’indagine

248 253

conclusioni bibliografia, sitografia e filmografia


258

capitolo 7 Il progetto valdagriturismo.com

260

introduzione

262 266

1. Il progetto www.valdagriturismo.com 2. Il portale turistico istituzionale dell’Alta Val d’Agri

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bibliografia e sitografia

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Mappa dei progetti - LINK i box

030 036 036 115 121 122 124 150 154 158 172 172 211 214 250 262 271

Box 1 - eneragria (Capitolo 1) Box 2 - Albergo Diffuso (Capitolo 1) Box 3 - valdagriturismo.com (Capitolo 1) Box 4 - valdagriturismo.com (Capitolo 3) Box 5 - eneragria: Il Sito (Capitolo 4) Box 6 - Learnig Week (Capitolo 4) Box 7 - Maru Project (Capitolo 4) Box 8 - Albergo Diffuso (Capitolo 5.1) Box 9 - Exhib (Capitolo 5.1) Box 10 - eneragria (Capitolo 5.1) Box 11 - Maru House (Capitolo 5.2) Box 12 - Albergo Diffuso (Capitolo 5.2) Box 13 - valdagriturismo.com (Capitolo 6.1) Box 14 - Il cineturismo come opportunità di marketing territoriale per lo sviluppo locale (Capitolo 6.1) Box 15 - Film commission: dieci film girati a Matera (Capitolo 6.2) Box 16 - I comuni di valdagriturismo.com (Capitolo 7) Box 17 - Immagine coordinata valdagriturismo.com (Capitolo 7)



Premessa La Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM) è un’istituzione, non partisan e non profit, leader nel campo della ricerca sui temi energetici, della sostenibilità ambientale e della governance globale. È un fatto noto che la ricerca scientifica, sia considerata uno dei fattori fondamentali per la crescita e lo sviluppo di un Paese, e che questa abbia l’obiettivo di accrescere il bagaglio di conoscenze condivise al fine di generare l’aumento del benessere collettivo delle società. Parlare di benessere collettivo in un momento di crisi come quello attuale, vissuto sia a livello nazionale che a livello internazionale, può sembrare strano. Invece, è proprio in tali momenti di difficoltà che nasce l’esigenza di tornare a riflettere sui valori cardine di una società evoluta e progressista. La riflessione sul valore della scienza e della cultura, intese come unico momento di crescita del sapere, deve essere riportato all’interno dell’orizzonte di valori che possiamo legittimamente definire della publica utilitas, cioè dell’interesse generale della collettività e del bene comune, il quale deve tornare ad essere il principio guida e ispiratore di ogni lavoro scientifico e iniziativa culturale. Scienza è cultura, trasmette potere a chiunque si dia la pena di impararla1, è uno strumento fondamentale per la democrazia. A nostro parere il valore della ricerca scientifica e della cultura dovrebbe ormai essere una tautologia cioè un fatto vero per definizione; tutto ciò dovrebbe valere ancora di più per un Paese come l’Italia, che a livello costituzionale ha già sancito l’importanza dello sviluppo della cultura e della ricerca scientifica. Non staremo a dilungarci sul complesso e vasto ragionamento epistemologico del valore della ricerca scientifica e della cultura in generale, in quanto esula dagli obiettivi del presente lavoro; ma è giusto sapere che essa è motore essenziale della crescita e del rilancio economico, culturale e sociale del Paese. Non passa giorno che imbattendosi nella lettura quotidiana dei giornali non venga evidenziato 1 Carl Sagan, Il mondo infestato dai demoni - La scienza e il nuovo oscurantismo - Baldini & Castoldi, 1997

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come la ricerca e la cultura, in senso lato, debbano diventare uno degli asset portanti della crescita economica e sociale italiana: viene rivelato come negli ultimi 20 anni questa non sia stata sostenuta con politiche adeguate e che sia sempre stata considerata più una spesa da tagliare, ciò è dimostrato anche dai continui tagli dei fondi pubblici destinati a tali settori2. Tutto ciò fa capire come ai vari proclami politici sull’importanza della ricerca e della cultura non siano seguiti fatti concreti, tanto che l’Italia nella classifica europea in spesa in ricerca e sviluppo (R&S) - calcolata sulla base di 25 indicatori3 - è al 16° posto impegnando l’1,3% circa del prodotto interno lordo (PIL) a differenza dei paesi più innovatori (Danimarca, Germania e Finlandia) che investono in questo ambito il 3% del PIL. Risulta evidente che investire maggiormente in ricerca e cultura sia di conseguenza uno stimolo all’innovazione e alla circolazione di nuove idee: maggiore è la qualità e la quantità di sapere circolante fra la popolazione, maggiore sarà la spinta a innovare, a trovare soluzioni alternative ai problemi reali, rendendo così il sistema-Paese più competitivo e migliorando la qualità della vita delle persone. Quindi nella società attuale il sapere, la cultura, l’innovazione sono fonti di potere e possiamo considerarli alla stregua di bisogni primari come dormire e mangiare, ed è necessario renderli accessibili e fruibili presso il maggior numero di persone possibile. L’impegno alla divulgazione scientifica, ossia raccontare la scienza al grande pubblico, è un’impresa culturale non di poco conto, dovendo semplificare senza cadere in logiche semplicistiche, mantenendo al contempo il rigore del metodo scientifico. La divulgazione è lo strumento fondamentale per condividere i risultati ottenuti attraverso il lavoro di studio, con gli individui al di fuori della comunità scientifica di riferimento. E il Web 2.0 ha chiaramente ampliato i vari canali di diffusione scientifica ampliando il raggio dei possibili fruitori. 2 Ultima in ordine di tempo “Spending review” legge n. 135 del 7 agosto 2012 3 www.istat.it/it/archivio/77342


Quanto sostenuto finora, vale anche per il filone di ricerca scientifica legato alle tematiche turistiche e in particolare al tema del turismo sostenibile. Il turismo sostenibile è l’argomento generale all’interno del quale si muovono i progetti presentati nelle pagine che seguono. Con quest’espressione, apparsa per la prima volta nel 1995 con la Carta del Turismo Sostenibile4 derivata dalla Carta di Lanzarote, intendiamo quell’insieme di attività producenti benefici economici ma anche tutela e salvaguardia dell’ambiente nel tempo garantendo anche un miglioramento delle condizioni di vita della popolazione. Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo “il turismo è sostenibile quando il suo sviluppo conserva le attività ad esso connesse per un tempo illimitato, senza alterare l’ambiente naturale, sociale, artistico e non frena né inibisce lo sviluppo di altre attività sociali ed economiche presenti sul territorio”. Gli studiosi del turismo sono consapevoli dell’evoluzione che questo tipo di attività ha subito nel tempo. Nel corso degli anni, si è passati da una pratica basata sulla standardizzazione dei prodotti turistici realizzati per un utente considerato in modo passivo, ad un tipo di turismo nel quale l’utente finale è parte attiva, destinando egli stesso molta più attenzione al proprio tempo libero, richiedendo offerte di viaggi personalizzate sulla base delle proprie aspettative. Questo nuovo tipo di visit - attore è sempre più alla ricerca di spazi turistici autentici e non di massa5, è di solito maggiormente rispettoso dell’ambiente e della bellezza del paesaggio, usa internet per ottenere informazioni precise sulle destinazioni arrivando anche ad acquistare la vacanza online e costruirsi così un viaggio fatto su misura. Solitamente chi effettua una vacanza con motivazioni ecologiche e di scoperta naturalista nel rispetto nella comunità e della cultura locale è comunemente definito ecoturista. La definizione di ecoturismo deriva dalla

Dichiarazione di Quebec6 del 2002; questo segmento del turismo è indirizzato alla promozione di uno sviluppo sostenibile del settore, non determinando il degrado delle risorse del territorio. L’Associazione Ecoturismo Italia7 definisce l’ecoturismo “un modo di viaggiare responsabile in aree naturali, conservando l’ambiente in cui la comunità locale ospitante è direttamente coinvolta nel suo sviluppo e nella sua gestione, ed in cui la maggior parte dei benefici restano alla comunità stessa”. Tale definizione racchiude appieno i criteri di base dei progetti di ricerca FEEM sul turismo sostenibile, in particolare il concetto di ecoturismo e le relative attività naturalistiche ed ecoturistiche specificamente nelle aree protette; esse sono il tema centrale dei primi 2 capitoli del presente lavoro, cioè il capitolo uno relativo al potenziale turistico del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, e il capitolo due relativo alla valutazione del potenziale turistico del suddetto parco nazionale nell’ottica dell’intrapreso percorso di certificazione per la Carta Europea del Turismo Sostenibile. Il tema dell’ecoturismo fa da sfondo anche al terzo capitolo presentato, denominato progetto “Green Road Basilicata”, riguardante però più nello specifico l’integrazione di questa forma di turismo di nicchia, con altre forme più mature quali il turismo balneare, il turismo montano e il turismo culturale. È un fatto certo che le attività connesse al turismo comportino delle ricadute sul sistema socio ambientale di una destinazione turistica. Dunque, come detto, il turismo può essere un incentivo alla difesa delle risorse naturali e al recupero dei beni storici - culturali, contribuendo così a generare i mezzi economici; ma può anche ampliare tutta una serie di problematiche fra le quali: traffico, congestione, inquinamento, l’aumento del costo della vita per i residenti, ecc. Per queste ragioni il turismo è un fenomeno

4 La Carta Europea per il Turismo Sostenibile manifesta la volontà delle istituzioni che gestiscono le aree protette e dei professionisti del turismo di favorire un turismo conforme ai principi dello sviluppo sostenibile. 5 Dallari F. (2007), Il turismo per lo sviluppo locale e la competitività internazionale, in Bencardino F., Prezioso M. (2007) Geografia del turismo, Milano, Mcgraw-hill.

6 Al summit mondiale, Organizzato dall’UNEP (Programma Ambiente delle Nazioni Unite), dall’UNWTO (Organizzazione Mondiale del Turismo) e dall’International Ecotourism Society, hanno partecipato 132 diverse nazioni che hanno contribuito alla stesura della Quebec Declaration on Ecotouris. 7 Referente italiano dell’International Ecotourism Society.

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complesso che va gestito e controllato per massimizzare i suoi benefici economici ed occupazionali, cercando di evitare le possibili ricadute negative ambientali e sociali, garantendo così al contempo la conservazione delle risorse turistiche per una continua fruizione anche delle generazioni future. Garantire la conservazione delle risorse nel tempo, attraverso una corretta tutela e gestione, allarga la possibilità di fruizione, portando così alla valorizzazione del territorio. Ogni territorio va visto nella sua complessità, ha delle caratteristiche di unicità e deve essere tutelato e valorizzato in quanto portatore di storia e cultura che ne definiscono identità locale. L’unico modo per comprendere e valorizzare il territorio è conoscerlo, analizzarlo e studiarlo in tutte le sue parti in modo da avere una visione completa dell’esistente, per riuscire di conseguenza ad attivare le strategie di sviluppo più adatte alle caratteristiche del territorio in analisi. Dunque studiare e conoscere è fondamentale anche per creare connessioni con le esigenze degli stakeholders che operano in questo caso nel mondo del turismo, così da creare una rete informativa. Ciò è proprio quanto i nostri progetti di ricerca si prefiggono di fare. Il giugno scorso al termine dell’ultimo Vertice G20 tenutosi a Los Cabos in Messico, per la prima volta i rappresentanti delle principali economie mondiali hanno affermato “l’importanza del turismo come veicolo di sviluppo occupazionale, progresso economico e crescita globale”. Al riguardo, infatti, il Segretario Generale dell’Onu Ban Ki - moon ha sostenuto che il turismo è uno dei principali settori dell’economia, con ancora un enorme potenziale di sviluppo (economico, culturale e politico) compatibile con il rispetto dell’ambiente. Secondo le stime di previsione dell’Onu i viaggiatori internazionali continueranno a crescere, tale crescita è stimata mediamente del 3,3% l’anno fino al 2030 con un aggiunta di oltre 40 milioni di nuovi turisti ogni 12 mesi e un totale di 1,8 miliardi di viaggiatori internazionali tra meno di 20 anni, molti dei quali provenienti dai cosiddetti paesi BRIC. L’Italia, forte dei capisaldi della sua reputazione

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turistica nel mondo, forte cioè della ricchezza di risorse artistiche, naturali e culturali possedute sul territorio nazionale, non ha mai posto il turismo al centro dell’agenda politica, non riuscendo così a sviluppare un progetto unitario di valorizzazione delle risorse in ambito turistico, perdendo di conseguenza sempre più peso sul mercato internazionale, nonostante questo rappresenti all’incirca quasi il 10% del PIL italiano per un valore di oltre 130 miliardi di euro. Infatti secondo i dati UNWTO del 2010, il nostro Paese negli ultimi 10 anni ha perso quote di mercato rispetto ai nostri principali competitor spagnoli e francesi, passando da 6,1% al 4,5%, mentre la Spagna è passata dal 6,8% al 6% e la Francia dal 6% al 5,5%. Anche in termini di ricavi, mentre nel 1995 eravamo a 28,7 miliardi di dollari, Spagna e Francia erano rispettivamente a 25,7 e 25,3 - oggi - invece, la Spagna è al primo posto con 52,5 miliardi contro la Francia a 46,6 e l’Italia a 38,8 miliardi. In base a quanto finora detto, sembra evidente che in termini di marketing il Brand Italia abbia perso competitività a livello internazionale. Ciò è confermato dalla classifica annuale sulla reputazione di 118 Paesi stilata dall’agenzia di marketing internazionale FutureBrand, nella quale l’Italia perde ben cinque posizioni dal 2010 attestandosi al quindicesimo posto del Country Brand Index8, molto lontana dalla Germania che è settima, più vicina alla Francia (tredicesima) e all’Inghilterra (undicesima), ma davanti alla Spagna che è al diciannovesimo posto. I dati FutureBrand confermano la potenzialità turistica del territorio italiano grazie al grande valore del patrimonio posseduto, ma appare chiaro anche un indebolimento del brand Italia rispetto alla classifica del 2005 in cui il Paese era al primo posto; nel 2010 è arrivata al decimo posto e infine nel 2012, come detto, al quindicesimo perdendo posizioni anche in quelle aree che l’hanno sempre contraddistinta quali la cultura e l’arte. Il turismo culturale, nella definizione dell’UNWTO, è dato da quei movimenti di persone spinti essenzialmente da motivazioni di carattere culturale quali viaggi di studio, tour culturali, artistici, eventi, visite a siti archeologici 8 Documento scaricabile al seguente link: www.futurebrand.com/wpcontent/uploads/2011/11/2011_2012_FB_CBI_ENG.pdf


e monumenti di interesse storico, avendo in generale l’interesse ad approfondire i vari aspetti della cultura locale. Questo segmento è caratterizzato da diverse motivazioni, ciò vale anche per le altre forme di turismo, che riguardano non solo la visita di beni storici, artistici e paesaggistici ma anche la visita a mostre, fiere e concerti, la conoscenza delle tradizioni e del folklore locali, la degustazione e l’acquisto dei prodotti tipici dell’enogastronomia e dell’artigianato. Il turismo culturale in Italia, essendo un Paese ricco di patrimonio culturale di estrema bellezza, rappresenta insieme al turismo balneare una delle segmentazioni con più capacità d’attrazione dei flussi turistici, anche perché, come è noto la domanda di turismo culturale può riguardare trasversalmente tutte le tipologie di viaggiatori. Le città d’arte (Roma, Firenze e Venezia in primis) ovviamente sono la meta prediletta di questo tipo di turisti: secondo i dati Unioncamere nel periodo da ottobre a febbraio 2012 si sono registrate all’incirca 30 milioni di presenze di cui circa il 40% sono stranieri. È logico dunque che quest’ultima forma di turismo, consentendo di attivare delle strategie di destagionalizzazione, debba sempre più diventare una prerogativa specifica del nostro mercato turistico. La destagionalizzazione, essendo il mercato turistico italiano ancora prevalentemente legato a dinamiche stagionali, è uno degli obiettivi fondamentali per il rilancio del settore, ed è infatti uno dei criteri guida di tutti i nostri progetti di ricerca in ambito turistico. Ad esempio il progetto “Green Road Basilicata” si propone di offrire un prodotto turistico integrante la zona costiera e la zona dell’entroterra con l’obiettivo primario di destagionalizzare i flussi turistici attraverso un’offerta che è allo stesso tempo culturale, verde, balneare, montana, enogastronomica ma soprattutto personalizzabile in base alle aspettative del turista - target. Anche il progetto di Campus Archeologico di Grumento Nova, esposto al capitolo quinto, si pone fra i propri obiettivi primari la destagionalizzazione dei flussi, volendo creare un’offerta complessa che racchiuda in sé sia aspetti prettamente turistici - culturali - naturalistici sia aspetti che riguardano il mondo della formazione

in ambito archeologico con il focus specifico sull’innovazione tecnologica. Attivare un’iniziativa simile nella quale sono previsti, oltre alla ricettività nel Campus, l’istituzione di corsi di formazione, laboratori didattici, Summer School, itinerari di scoperta culturale, percorsi naturalistici, ed iniziative culturali di vario genere, può essere uno stimolo sia ad incrementare i flussi turistici dell’area che alla destagionalizzazione di questi. La valorizzazione del territorio sulla base dell’ascolto delle sue vocazioni è presente in tutti i nostri progetti e soprattutto in quest’ultimo appena citato: passa attraverso la tutela, la conservazione e la corretta gestione delle risorse del territorio cercando di preservarle nel tempo. Siamo consapevoli che l’attività turistica possa essere un mezzo di crescita culturale e civile contribuendo, attraverso la realizzazione di proposte mirate, alla formazione delle persone. La medesima convinzione, sulla base della vocazione energetica del territorio oggetto d’analisi, ci ha portato a progettare quanto descritto nel quarto capitolo “enerAGRIa il parco dell’energia”. Quest’ultima è una proposta diretta principalmente alla nicchia del turismo scolastico, ed essendo un’offerta multicomposita abbraccia anche le altre tipologie di turismo in particolar modo quello energetico. Secondo i dati9 dell’Osservatorio sul Turismo Scolastico del Centro Studi Touring Club Italia nell’anno scolastico scorso (2011/2012) sono partiti per un viaggio d’istruzione 1,6 milioni di ragazzi generando un fatturato di 400 milioni di euro. Queste cifre dimostrano l’importanza di realizzare offerte turistiche a favore dell’educazione, e il beneficio economico che tali iniziative culturali possono creare. Come abbiamo detto il Belpaese ha perso man mano competitività a livello internazionale, e ciò è sostenuto anche dall’attuale ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport Piero Gnudi. Il quale il 27 settembre 2012 in occasione della “33° Giornata Mondiale del Turismo” dal tema “Turismo e sostenibilità energetica: propulsori di sviluppo sostenibile” organizzata dalla Word Turism Organization, ha affermato che una delle 9 Per maggiori informazioni: www.slideshare.net/zuja/osservatorio-sulturismo-scolastico-2012

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cause principali del declino dell’immagine dell’Italia nel mondo risiede nel fatto che il settore turistico è sempre stato trattato come un elemento marginale dell’economia, nonostante sia uno dei settori che ha avuto maggiori livelli di crescita mondiale.

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coesione sociale. I nostri lavori di ricerca incentrati sul territorio lucano si muovono nell’ottica della sostenibilità e pongono un’attenzione particolare anche alla riqualificazione ambientale di ciò che esiste sul territorio. Riqualificare significa investire sul patrimonio esistente facendo crescere il livello di resa, e migliorando significativamente la qualità del territorio locale. Ciò è quello che ci proponiamo di fare con il progetto trasversale del Albergo Diffuso, ampiamente descritto nella seconda sezione del capitolo quinto. Crediamo infatti che la riqualificazione delle strutture esistenti sul territorio a fini turistici possa essere uno stimolo all’economia locale generando così degli effetti positivi per tutta la comunità locale. Parlando degli effetti positivi che un certo tipo di attività hanno sul territorio, non possiamo non evidenziare il ruolo di promozione e sviluppo turistico svolto da quel fenomeno definito cineturismo. Il sesto capitolo del presente lavoro, infatti, riguarda le opportunità offerte dal cineturismo nel contesto specifico della regione Basilicata, attraverso l’analisi cineturistica del film “Basilicata coast to coast”, e il ruolo che ha il cinema nella formazione dell’immagine turistica della regione lucana. Che cosa sia il cineturismo e che effetti abbia sul territorio locale sarà spiegato ampiamente nel capitolo a esso dedicato. Per ora è dato sapere che il fenomeno cineturistico consiste nella capacità dei prodotti audiovisivi di far conoscere presso il pubblico un luogo/location nel quale l’audiovisivo viene realizzato, generando fra gli spettatori il desiderio di visitare tale luogo. Questo desiderio può creare una domanda di turismo verso le ambientazioni riprese dai film producendo così effetti complessivi di sviluppo economico.

Il ministro del turismo evidenzia come per la prima volta in Italia, grazie al lavoro del suo ministero in accordo con gli enti regionali e locale, sia stato elaborato il Piano Strategico Nazionale del Turismo nel quale vengono analizzati i problemi e individuate numerose proposte per risolverli. Un’indagine Isnart-Unioncamere10 evidenzia dei segnali positivi rivelando che il posizionamento dell’Italia sul mercato internazionale non è così drammatico, in quanto in termini assoluti il nostro paese è ancora la meta più gettonata, seguita da Francia e Spagna. Rispetto i cosiddetti Paesi BRIC, l’Italia risulta ancora il Paese più richiesto in Russia, India e Cina. Infatti è possibile prevedere che, grazie allo sviluppo della strategia nazionale del turismo e all’ultima approvazione del ddl della riforma del Titolo V della costituzione11 da parte del Consiglio dei Ministri avvenuta il 9 ottobre 2012 nella quale il turismo non è più competenza esclusiva delle Regioni ma torna ad essere anche competenza dello Stato, si possano venire a creare un numero considerevole di posti di lavoro contribuendo così alla crescita del PIL. Al riguardo Renzo Iorio, Presidente di Federturismo Confindustria, dichiara: “Dopo undici anni l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di un disegno di legge costituzionale di riforma del Titolo V è un passo di grande importanza per il recupero di competitività ed attrattività della destinazione Italia”. In sostanza è particolarmente vero che le regioni meridionali non sono ancora riuscite a valorizzare le proprie risorse in termini turistici nonostante il gran potenziale ambientale e culturale: infatti come si legge nel piano strategico solo il 13% del turismo internazionale arriva al Sud. Sviluppare al Sud l’attività turistica in un’ottica di sostenibilità potrebbe significare ricchezza, posti di lavoro e quindi maggiore

Risulta evidente come la comunicazione sia fondamentale alla creazione dell’immaginario turistico che è la base delle scelte di viaggio12, soprattutto nell’epoca attuale delle comunicazioni di massa e grazie alla diffusione sempre maggiore di Internet. Il Web, nella sua ultima versione 2.013, ha modificato il nostro modo di interazione con i media

10 Il documento è scaricabile al seguente link: www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it/documenti/02836 11 La riforma del Titolo V della costituzione è avvenuta per la prima volta con la devolution nell’anno 2001.

12 G. Celata, F. Caruso, “Cinema. Industria e marketing”, Edizioni Guerini e Associati, 2003 13 Il concetto di Web 2.0 nasce nel 2005 da una riflessione di Tim O’Reilly


rendendoci non più fruitori passivi ma addirittura attivi generatori di contenuti; è cambiato anche il modo di rapportarci al tempo libero, il quale non è più visto solo come un momento di relax e di tranquillità ma anche come un momento di scoperta, di ricerca di nuove esperienze che possano arricchire il proprio bagaglio culturale. Tutto ciò chiaramente si ripercuote sul modo di vivere l’esperienza turistica: attraverso l’uso della rete internet abbiamo imparato a cercare informazioni precise già prima di scegliere la destinazione (magari leggendo i commenti di chi è già stato sul posto), a confrontare i prezzi, a viaggiare con compagnie aeree low cost, a personalizzare il viaggio in base ai nostri desideri e aspettative. In questo contesto appare evidente l’esigenza di promozionare le offerte turistiche realizzate incentrandole sulle necessità del visit-attore. Il progetto del portale web istituzionale www. valdagriturismo.com, raccontato nel settimo capitolo, nasce proprio con questa finalità, oltre che ovviamente, dal bisogno di promuovere le peculiarità del patrimonio naturalistico, culturale, enogastronomico del territorio, motivando l’offerta in base i diversi ambiti tematici proposti (natura, cultura, ecc.) in modo da attrarre i vari target turistici. In conclusione considerando il potenziale turistico dell’Italia e nello specifico della regione Basilicata e il conseguente sviluppo che esso può esercitare sull’economia, risulta evidente come sia in buona parte ancora inespresso. È necessario lavorare insieme agli attori locali allo sviluppo sostenibile del turismo nel proprio territorio, tenendo conto degli impatti ambientali, sociali ed economici che questo può generare e considerando allo stesso tempo i bisogni dei visit-attori, delle imprese e della popolazione locale. Si sente tanto parlare della necessità di “fare sistema” ma siamo consapevoli che questo non sia possibile realizzarlo se non si è educati a comprendere, grazie anche ai lavori di ricerca scientifica, le logiche e le buone pratiche fondate sulla cooperazione e gli scambi in modo da rendere così un luogo maggiormente competitivo, cioè dotato di qualità, di unicità e di attrattività per specifici target della domanda.

È solo attraverso lo studio, il confronto e la collaborazione di tutte le parti in causa (Stato, Regioni, Enti Locali, Associazioni, Operatori finanziari, Imprese, Università), ognuna con il proprio ruolo, che diventerà possibile valorizzare al meglio il grande patrimonio culturale e naturale della Basilicata e dell’Italia.

Cristiano Re Responsabile Progetti Speciali

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Executive summary Premessa

Metodologia e contenuti

Le analisi della Fondazione nell’ambito del Turismo sostenibile muovono dalla consapevolezza che la ricerca scientifica sia uno degli elementi prioritari per la crescita e lo sviluppo del Paese, e che questa possa essere il fondamento razionale sulla base del quale prendere decisioni e di conseguenza costituire strategie e azioni mirate al miglioramento del benessere collettivo.

I lavori di ricerca di FEEM solitamente utilizzano una metodologia d’indagine mista di tipo qualitativo e quantitativo grazie all’utilizzo di interviste, questionari e focus group.

Il turismo sostenibile é un’attività economica che produce benessere e tutela l’ambiente. Lo sviluppo di realtà economiche e produttive nella filiera del turismo deve quindi essere guidata da principi di sostenibilità, ricercando l’equilibrio fra le esigenze e vocazioni del territorio e la protezione delle risorse per le generazioni future. La valorizzazione delle risorse del territorio è fondamentale per lo sviluppo locale e per accrescerne l’attrattività turistica. Questo processo può avvenire al meglio solo analizzando scientificamente il contesto territoriale in tutti i suoi aspetti (ambientali, economici, sociali) in modo da avere una visione completa dell’esistente da cui partire per mettere in atto le azioni di sviluppo più adatte alle peculiarità del territorio in questione. I progetti di ricerca presentati si muovono in quest’orizzonte di valori, partendo dalla visione del turismo come uno dei motori fondamentali di sviluppo occupazionale che genera progresso economico. Siamo infine consapevoli che solamente affiancando agli studi e alle proposte il confronto con tutti gli attori sociali in causa (Stato, Enti Regionali, Amministrazioni locali, Associazioni, Operatori, ecc.) sarà possibile valorizzare il grande patrimonio naturale e culturale della Basilicata.

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I progetti sono divisi in fasi: solitamente la prima fase è quella più teorica e bibliografica, utile a inquadrare il contesto di riferimento e il tema generale dell’analisi; in questa fase iniziale vengono definite le ipotesi di lavoro, che successivamente potrebbero anche essere messe in discussione, e se necessario in alcuni casi modificate grazie all’osservazione della realtà indagata. A questa fase, se possibile, segue una seconda fase di incontri e interviste dirette agli attori chiave in modo da integrare la letteratura critica con opinioni raccolte sul territorio, così da definire al meglio la conseguente indagine sul campo vera e propria. La terza fase è la definizione dell’indagine sul campo con relativa strutturazione del questionario; segue la fase della somministrazione del questionario stesso (presso il campione scelto) e della successiva raccolta, codifica e interpretazione dei dati. L’ultima fase è quella di interpretazione dei dati raccolti e scrittura del report finale. Normalmente questa fase permette anche di delineare delle possibili azioni future da effettuare, e/o eventuali nuove ipotesi di ricerca da sondare e approfondire. Nel documento di sintesi i progetti di ricerca sono stati articolati in sette capitoli in base alle tematiche affrontate. I primi tre capitoli riguardano tre progetti che ricadono nell’ambito di ricerca più generale dell’ecoturismo: • il primo riguarda le potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese;


• il secondo è relativo alla valutazione

del potenziale turistico del suddetto Parco nell’ottica dell’intrapreso percorso di certificazione per la Carta Europea del Turismo Sostenibile; il terzo, denominato progetto “Green Road Basilicata”, riguarda l’integrazione dell’ecoturismo, con le forme di turismo più mature, quello balneare, montano e culturale; il quarto capitolo, relativo al progetto energAGRIa - il Parco dell’Energia, evidenzia la vocazione energetica della Val d’Agri con un focus specifico sul turismo didattico; il quinto capitolo riguarda il progetto di istituzione di un Campus Archeologico nel comune di Grumento Nova e di creazione di un Albergo Diffuso; il sesto capitolo cambia tematica ed affronta le opportunità del cineturismo in Basilicata attraverso l’analisi cineturistica del film “Basilicata coast to coast”, fino alla nascita della neonata Lucana Film Commission; la seconda sezione del capitolo approfondisce le tematiche emerse da questo primo lavoro di ricerca sul cineturismo focalizzandosi però sul ruolo che il cinema può avere nella formazione dell’immagine turistica della Basilicata; il settimo ed ultimo capitolo relativo al progetto del portale web istituzionale www.valdag riturismo.com evidenzia l’importanza del ruolo della comunicazione online come strumento di marketing territoriale.

A seguire una breve descrizione, per ogni singolo progetto, dei principali risultati raggiunti.

Capitolo 1 - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese Il lavoro di ricerca è focalizzato sullo studio delle potenzialità del turismo sostenibile del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese (PNAL), e analizza il rapporto fra il turismo, le aree protette e lo sviluppo locale. La ricerca inizia con l’inquadramento ambientale, sociale ed economico del PNAL. Segue una seconda parte incentrata sul turismo dell’area e sull’opinione degli attori locali sul potenziale turistico del Parco. Infine c’è un’ultima parte di indagine sul campo effettuata grazie alla somministrazione di un questionario ai fruitori del Parco. L’indagine sul campo ha l’obiettivo di: delineare il profilo turistico dell’intervistato, definire le caratteristiche della vacanza che il visitatore sta trascorrendo in Basilicata nel momento in cui è intervistato, indagare le potenzialità turistiche del PNAL e il valore economico intrinseco dell’area attraverso l’esercizio della Valutazione Contingente nella quale viene chiesta la disponibilità a pagare (DAP) per un ipotetico biglietto di ingresso al Parco. L’inquadramento sociale, economico e ambientale del PNAL e le 15 interviste preliminari effettuate presso gli stakeholders locali, mettono in evidenza come le molte risorse presenti sul territorio siano scarsamente valorizzate e turisticamente poco accessibili, e quanto poche siano le attrattive permanenti in grado di offrire ai turisti itinerari costantemente fruibili. Nonostante ciò è opinione condivisa che il parco e le sue risorse possano diventare nel medio - lungo periodo un’importante meta turistica. Dall’indagine sul campo, effettuata attraverso l’analisi di 620 questionari, emerge che gli intervistati hanno un’età media di 44 anni, con un livello culturale medio - alto, infatti il 45% è

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diplomato e il 34% è laureato. Oltre il 50% ha un reddito annuale compreso fra i 20 mila e i 40 mila euro, e un nucleo familiare composto in media da 3 - 4 persone. La ricerca conferma come il turismo della Basilicata sia un turismo di prossimità, infatti più del 60% proviene dalla regione stessa e dalle regioni limitrofe, mentre è solo il 20% ad essere residente al Nord Italia. Tale dato è legato al fenomeno del turismo di ritorno fatto di emigrati e/o dai loro discendenti che rientrano nei luoghi di origine per le vacanze. Il campione mostra elevato grado di fidelizzazione con il territorio: infatti è il 75% a dichiarare di aver già trascorso un periodo di vacanza in Basilicata. Il 66% degli intervistati dichiara di non essere a conoscenza dell’istituzione del Parco Nazionale e poco meno del 60% non sa individuare in quale parte della regione ricada l’area protetta. Emerge dunque, una visibilità dell’area ancora molto limitata. Ma dopo aver ricevuto un’accurata descrizione del sito e dei suoi ipotetici futuri sviluppi turistici il 95% degli intervistati si mostra interessato ad effettuare un’escursione in quest’area. In seguito si è proposto agli intervistati un esercizio di stima del valore dei servizi forniti al turista dal parco (valutazione contingente): nel nostro caso, il “bene” da valutare consisteva in una visita al Parco, a cui veniva associato un biglietto di ingresso, il cui costo è stato definito dall’intervistato. Sono stati proposti 3 differenti scenari: il primo rappresenta lo status quo, il secondo ipotizza un miglioramento qualitativo attraverso il potenziamento dell’offerta turistica grazie all’introduzione di alcuni servizi per migliorare la fruizione dell’area protetta, il terzo affianca al PNAL anche l’avvio del Parco Tematico delle Energie. Il secondo scenario ha raccolto la disponibilità a pagare (DAP) più alta (10 euro) e il maggior interesse (92% degli intervistati disposto a pagare tale costo del biglietto). Il Parco Tematico delle Energie riscuote invece l’interesse dell’88% degli intervistati, che si dichiarano disposti a pagare un biglietto di ingresso del valore medio di poco più di 9 euro. Nell’ultima parte dell’analisi è stato possibile

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ottenere una stima del valore attribuito dai turisti al PNAL relativamente ai 3 scenari proposti: il primo scenario ha un valore monetario annuo che supera i 380.00 euro, il secondo viene stimato circa 600.000 euro annui, mentre il terzo ha un valore medio annuo che supera di poco i 520.000 euro. Emerge dunque, come la priorità debba essere data alla tutela del patrimonio naturalistico. È chiaro che, in termini di policy, occorre dare priorità agli investimenti e alle azioni volte a salvaguardare la naturalità dell’area, mettere in atto una serie di interventi volti a potenziarne la visibilità e a migliorarne la fruibilità.

Capitolo 2 - La valutazione del potenziale turistico del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e la Carta Europea del Turismo Sostenibile A seguito dello studio delle potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, nel 2011 l’attività di ricerca sull’ecoturismo si è focalizzata nell’esplorazione della dotazione di risorse del parco. Grazie al know - how accumulato negli anni, attraverso gli studi e alle indagini svolte, è stato ipotizzato insieme all’Ente Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, un percorso di certificazione per la Carta Europea del Turismo Sostenibile. Per indagare se il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese è dotato o meno di un reale potenziale turistico si è provveduto a una valutazione che tenesse conto della domanda, dell’offerta (sia in termini di strutture ricettive e ristorative che di risorse e servizi per il turista), della concorrenza e delle tendenze di mercato, finalizzata all’identificazione delle opportunità connesse al turismo attraverso la diagnosi dei punti di forza e di debolezza del territorio. Attualmente la capacità del Parco di attrarre turisti è ancora molto limitata, i flussi turistici non sono distribuiti equamente nelle 3 aree considerate (Val d’Agri, Val Camastra, Lagonegrese), e il mercato


di riferimento è prevalentemente di prossimità. Tra le 3 diverse aree del parco la Val d’Agri è quella con i flussi turistici più costanti e destagionalizzati.

più onerose, come l’acquisto e l’uso di fonti rinnovabili e l’adozione di certificazioni ambientali, le percentuali relative l’adozione di pratiche di sostenibilità si riducono sensibilmente. Dunque dal punto di vista della sostenibilità, I turisti sembrano preferire la formula alberghiera, il sistema ricettivo del PNAL ha ancora delle considerato che nel 2011 la formula alberghiera è criticità importanti che devono essere risolte stata scelta dall’89% degli a riivi del Parco. attraverso l’azione diretta dei titolari delle strutture Infine, in media la vacanza nel Parco dura 3 giorni e mediante il sostegno dell’ente gestore il quale per gli italiani e 6 giorni per gli stranieri; il dato potrebbe in primis incentivare la cooperazione deve molto al comportamento dei flussi in Val tra le strutture, l’adozione di fonti rinnovabili e la d’Agri, dove i turisti si fermano in media 4 giorni, certificazione delle stesse. rispetto ai 2 giorni di permanenza nel Lagonegrese e nella Val Camastra. In conclusione possiamo dire che per la L’offerta ricettiva del PNAL è costituita da 96 destinazione turistica in esame, il vantaggio strutture per un totale di 3380 posti letto, con un competitivo è sicuramente la risultante di tasso di utilizzo lordo delle strutture che si ferma al un’azione sistemica riassumente tutte le 12%. L’offerta alberghiera è la formula più richiesta componenti territoriali in un piano di sviluppo ma rimane, comunque, sovradimensionata. turistico che sia espressione degli interessi di L’utilizzo lordo si attesta al 14% ed è di categoria tutti gli stakeholders locali. In quest’ottica, la medio bassa, dove prevalgono i 3 stelle. L’analisi Carta Europea del Turismo Sostenibile può dell’offerta extralberghiera evidenzia che la rappresentare uno strumento di pianificazione formula maggiormente radicata nel PNAL è dello sviluppo turistico del Parco, in grado di l’agriturismo. La presenza di B&B, nonostante favorire la partecipazione e la concertazione siano la scelta del 21% del turisti natura, è carente. tra tutti gli operatori (privati e istituzionali) del Un dato positivo è che il settore extralberghiero settore. è caratterizzato da costanti aumenti di strutture (+33%) e la stessa Val d’Agri è l’area che detiene le percentuali più alte di aumento delle strutture Capitolo 3 - Il progetto Green Road (+68%). Basilicata L’adesione alla Carta Europea per il Turismo Sostenibile presuppone la volontà sia dell’ente Il Progetto “Green Road Basilicata” (GRB) nasce gestore dell’area protetta che dei diversi dall’idea di favorire un “modello” di sviluppo stakeholders presenti sul territorio, di favorire turistico basato sull’integrazione del prodotto un turismo coerente con i principi dello sviluppo balneare (nello specifico quello della Costa Ionica sostenibile. lucana) con quello dell’Entroterra montano (della Per il raggiungimento di questo obiettivo è stata effettuata una diagnosi approfondita dello stato di fatto del sistema, evidenziando i punti di forza e le criticità su cui è fondamentale intervenire. Per fotografare il livello di sostenibilità delle strutture ricettive presenti all’interno del PNAL si è provveduto alla somministrazione di un questionario telefonico. Le strutture del PNAL sensibilizzazione ed un salvaguardia ambientale azioni quotidiane e poco

dimostrano una forte buon impegno nella soprattutto attraverso dispendiose. Per azioni

Val d’Agri e Val Camastra).

Il progetto di ricerca è articolato in un’iniziale analisi territoriale e turistica delle aree interessate (Costa Ionica, Val d’Agri e Val Camastra), alla quale è seguita l’indagine dell’offerta (risorse, servizi e strutture ricettive). Contemporaneamente è stata realizzata l’indagine sul campo, attraverso la somministrazione di un questionario indirizzato ai turisti della Costa Ionica, volta a definire la figura del turista tipo dell’area costiera e indagare il grado di conoscenza dei territori dell’Entroterra, sondando il livello di interesse circa il prodotto turistico integrato costa - entroterra. Infine sulla

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base dei dati raccolti si è definito il prodotto turistico “Green Road Basilicata” ipotizzando anche degli itinerari concreti strutturati in base ai 2 tematismi scelti (cultura e natura). Nella definizione del prodotto GRB sono state inoltre analizzate le strategie di promozione e le relative azioni di comunicazione volte a promozionare il prodotto turistico proposto sul mercato.

il turismo della Regione sia prevalentemente un turismo di prossimità. Più del 65% degli interrogati proviene, infatti, dalle regioni italiane limitrofe (il 36,3% dalla Puglia), mentre solo il 21% é residente in una località del Nord Italia.

Riguardo alla durata media della vacanza e alla struttura ricettiva scelta si evidenzia che la maggior parte del campione dichiara di trascorrere nel Dall’analisi del quadro turistico territoriale della territorio lucano periodi piuttosto lunghi (pari o Costa Ionica è emerso che quest’area costiera ha superiori a 8 giorni). Tra gli interpellati il 51% ha un peso rilevante nel movimento turistico della dichiarato di trovarsi per la prima volta in vacanza Basilicata, attrae infatti il 32% degli arrivi e il 59% nelle località turistiche della Costa Ionica, il delle presenze dell’intera regione, confermandosi restante 49%, non “nuovo” a queste ultime, la destinazione maggiormente richiesta dai turisti dichiara di averle visitate in media almeno 6 volte che eleggono la Basilicata quale meta del proprio nel corso della sua vita. Il mezzo utilizzato per viaggio. È un’area a forte stagionalità estiva infatti raggiungere la località turistica è nel 85,4% l’auto. la domanda turistica si concentra in effetti nei mesi di giugno, luglio e agosto, determinando Appare particolarmente rilevante il target l’82% delle presenze annuali (al 2011- 943.805). “famiglia” (47,1%), seguito da turisti che La necessità di destagionalizzare l’offerta risulta viaggiano in coppia (26,1%) e da coloro che si essere quanto mai indispensabile per potenziare muovono in compagnia di amici (21%). l’economia territoriale. È ovvio che la principale risorsa di quest’area sia il mare, al 2012, sono censiti Rispetto al prodotto integrato costa - entroterra 86 stabilimenti balneari. È possibile praticare il 91,1% del campione ha dichiarato di essere diversi sport fra i quali: golf, tennis, calcio, nuoto, disposto a visitare le località dell’Entroterra vela; grazie alla presenza di numerose strutture montano della Basilicata. Per il 50,3% dei complementari quali: campi da golf, campi di rispondenti lo spostamento, per raggiungere le calcio, ecc. La Costa Ionica concentra al suo suddette località, dovrebbe durare “da 50 min interno il 17% delle strutture ricettive (alberghiere a max 1h” mentre il 39,5% sarebbe disposto a e extralberghiere) e il 54% dei posti letto regionali; spostarsi per una durata massima di 2 ore. circa il 50% di queste strutture è aperto solo da maggio a settembre. Dunque, dall’indagine effettuata sul campo e dall’analisi della ricerca è nata l’idea di creare Rispetto al quadro turistico territoriale della Val un prodotto turistico basato sull’integrazione d’Agri e Val Camastra è emerso che il movimento fra il mondo delle vacanze marine e il retroterra turistico dell’Entroterra ha un peso molto meno montano con particolare riferimento al mondo rilevante nel complesso dei flussi regionali, storico-culturale e a quello naturalistico, che vada intercettando solo il 6,8 % degli arrivi e il 5,9% ad alimentare i flussi turistici della bassa stagione. delle presenze totali. Il movimento turistico Sono stati infatti proposti degli “itinerari tematici” dell’Entroterra è determinato quasi interamente (culturali e naturalistici). dal mercato domestico, che rappresenta il 94% degli arrivi dell’area ed è prevalentemente di L’itinerario culturale è stato sviluppato, sia prossimità. individuando e catalogando le principali risorse materiali, i beni paesaggistici, e anche identificando Date le caratteristiche morfologiche e le risorse l’appeal di manifestazioni, leggende, tradizioni. che le 2 aree dispongono le forme di turismo più Il primo itinerario è stato definito “Il viaggio congeniali sono quello natura, montano e lacuale. nel tempo tra borghi antichi, personaggi illustri, parchi e musei” ed composto da 7 tappe; il L’indagine sul campo ha confermato quanto secondo “A spasso nella storia, tra arte, sacro e

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profano” è composto da 9 tappe. Per l’itinerario naturale è stato proposto un percorso geo - naturalistico “Dalla costa ai calanchi fino ai monti”. Questo è un itinerario ricco di sfumature cromatiche, geologiche e faunistiche che segue il tragitto della strada statale 598, nel quale domina alternanza di ambienti e paesaggi suggestivi.

il sole, l’acqua. L’idea è quella di creare un Parco Tematico dell’Energia, denominato per l’appunto enerAGRIa, il quale si propone di mettere in rete le risorse energetiche presenti, promuovere la cultura e la storia del territorio, venendo così a creare un network di comuni legati insieme dalla presenza delle diverse fonti di energia.

Il progetto enerAGRIa ha inizialmente prodotto la pubblicazione “enerAGRIa - Il Parco dell’Energia Per la promozione del prodotto turistico integrato della Val d’Agri”, una descrizione delle risorse “Green Road Basilicata” sono stati individuati energetiche presenti sul territorio locale e strumenti di comunicazione innovativi, quali ad dell’offerta specifica (formativa e turistica) del esempio la creazione di info box promozionali da parco energetico. introdurre lungo la SS598; l’uso di applicazioni tecnologiche per segnalare percorsi/itinerari A tale pubblicazione è seguita, l’indagine tematici; e molto altro ancora. Sono state previste esplorativa mirata ad indagare le possibilità di anche alcune azioni di comunicazione necessarie sviluppo del tematismo energetico e in particolare alla promozione delle diverse offerte turistiche ad analizzare la domanda dei possibili fruitori del quali: il rinnovamento e l’aggiornamento del Parco Energetico. In via preliminare sono stati portale www.valdagriturismo.com che conterrà presentati tre casi studio nazionali (l’Enertour in informazioni sugli itinerari proposti, le offerte Trentino-Alto Adige, il P.E.R. Parco dell’Energia commerciali inerenti i prodotti Agri Road 598, Rinnovabile in Umbria, e il P.E.S.E.A. Parco link per scaricare le app preposte al progetto Educativo Sperimentale delle Energie Alternative (ROOM 77, TOUR WRIST, TURISTI PER in Emilia Romagna) considerati esempi efficaci di CASO, e.MOUSEION, QRcode). parchi dell’energia, focalizzati però in particolare In conclusione possiamo affermare che, nell’area sulle energie rinnovabili. in esame, esistono tutte le premesse concrete per prevedere uno sviluppo integrato del La ricerca empirica ha infatti avuto l’obiettivo comprensorio “mare-montagna”, facente leva di approfondire le potenzialità turistiche del sulla riconoscibilità e notorietà dell’area costiera progetto enerAGRIa, andando ad analizzare ma anche sulle specificità dell’Entroterra, che nello specifico la domanda del turismo scolastico, potrebbe garantire il posizionamento della regione considerato il target principale di riferimento. In sul mercato turistico nazionale e internazionale. particolare sono stati intervistati i responsabili La creazione di questo “product mix” integrato dei viaggi di istruzione di 100 istituti scolastici potrebbe permettere sia di destagionalizzare i superiori di primo e secondo grado. flussi della Costa Ionica, ma anche di costruire un prodotto turistico in linea con le richieste del A seguito dello studio sull’analisi della domanda mercato post moderno, sempre più interessato a potenziale, è stata realizzata una seconda un’offerta che integri qualità dei servizi, tipicità pubblicazione nella quale sono stati approfonditi dell’offerta e unicità dell’esperienza. alcuni contenuti e incrementate le tappe proposte dall’itinerario. Successivamente è stato realizzato il sito web http://eneragria.altervista.org/joomla/, Capitolo 4 agri versione digitale della suddetta pubblicazione.

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Il Parco dell’Energia della Val d’Agri

L’idea progettuale di enerAGRIa - Il Parco dell’Energia della Val d’Agri, è nata dalla presenza in Val d’Agri di diverse tipologie di risorse naturali ed energetiche quali: il petrolio, il vento,

Nell’ambito del progetto sono state realizzate con la formula delle Learning Week - anche azioni di divulgazione e di formazione, rivolte al mondo degli studenti e relative al tema della diffusione della cultura dell’energia. Queste “settimane di

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apprendimento” sono nate proprio con l’obiettivo di promuovere percorsi didattici innovativi a tema energetico, dove oltre alla tradizionale lezione frontale e alle attività laboratoriali è affiancato l’apprendimento esperienziale attraverso visite guidate ai luoghi dell’energia presenti. Altra iniziativa importante è quella promossa in aprile del 2012 dall’i.school of the University of Tokyo Scuola del Design, dal Politecnico di Milano, in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei e con la Pro Loco di Tramutola, chiamata MARU Project. Il MARU Project è un progetto di scambio culturale Italia - Giappone, in cui una delegazione di 8 giapponesi (6 studenti accompagnati da un professore e da un ambasciatore) in visita in Italia, dal 13 al 21 aprile, prima a Milano e poi a Tramutola, con lo scopo di apprendere le esperienze locali e successivamente trasferirle nel loro Paese di origine sotto forma di capitale sociale. Il turismo energetico proposto dal Parco delle Energie della Val d’Agri è un’esperienza ludica e didattica che assume la forma dell’edutainment ovvero una proposta di svago associata ad un’occasione di apprendimento. è interessante evidenziare come gli impianti per la produzione di energia rappresentino delle potenziali risorse turistiche disponibili 12 mesi l’anno, fattore strategico per la destagionalizzazione dell’offerta, richiamando così i visitatori anche al di fuori dei canonici periodi di villeggiatura. Il progetto enerAGRIa è stato pensato come un parco tematico diffuso che permette di approfondire i temi energetici, offrendo un modo innovativo per poter fare esperienza: non è ideato come una struttura museale ma come uno spazio espositivo “esploso” e diffuso sul territorio. L’itinerario proposto è, infatti, strutturato in 19 tappe, per un totale di 2 giorni di visita durante i quali si propongono occasioni per conoscere le risorse energetiche dell’area e, allo stesso tempo, per esplorare e apprezzare le altre risorse turistiche del territorio (gli scavi archeologici di Grumentum; i vini, i formaggi e gli altri prodotti enogastronomici di qualità, ecc.).

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L’indagine sul campo, condotta nel corso del 2011, ha permesso di misurare l’interesse verso il progetto enerAGRIa, raccogliere i suggerimenti e verificare la possibilità di inserire l’itinerario proposto nel carnet dei viaggi d’istruzione. Dai risultati della ricerca è emerso che il 56% dei soggetti intervistati si dichiari d’accordo rispetto l’attrattività della proposta. L’apprezzamento cresce se la proposta di turismo energetico è indirizzata agli studenti: infatti circa il 65% degli intervistati dichiara di essere “del tutto d’accordo” nel considerare il turismo energetico una modalità innovativa per educare gli studenti ad uno stile di vita più compatibile e per far conoscere loro le fonti e le modalità di produzione dell’energia. L’offerta di turismo energetico risulterebbe ancor di maggiore interesse se fosse affiancata anche da attività laboratoriali e da incontri formativi. In conclusione dallo studio effettuato emerge come il progetto enerAGRIa possa rappresentare un’importante opportunità per il turismo della valle (come in parte già è stato fatto grazie all’organizzazione delle Learning Week a tema energetico), capovolgendo in parte la convinzione che la presenza di attività legate alla produzione di energia sia solo un detrattore turistico.

Capitolo 5.1 - Il progetto Campus Archeologico Grumentum Il progetto é incentrato sul macrotema della archeologia e, nello specifico, sulla valorizzazione del Parco Archeologico di Grumento Nova. è una risposta progettuale alla necessità di studiare ed attuare strategie volte a far leva sulle risorse di rilievo del territorio, arrivando a creare un sistema di offerta articolata in ambiti multi - settoriali e dai contenuti innovativi. Tale sistema è incentrato sulla realizzazione di una struttura diffusa che possa offrire servizi alternativi per più target di utenti e dare un significativo contributo alla creazione di indotto economico nell’area. Per elaborare un’idea progettuale concretamente realizzabile siamo partiti da un’analisi teorica del contesto territoriale, alla quale è seguita un’analisi socio - economica dell’area. Sulla base dell’inquadramento territoriale e socio -


economico, è stata definita un’ipotesi progettuale iniziale, alla quale è seguita la fase di analisi dei casi studio. Dopo tale fase siamo passati a definire l’ipotesi progettuale, evidenziando mission, vision ed obiettivi, e il target di riferimento. Successivamente alla descrizione della proposta progettuale sono state definite le conseguenti strategie operative, articolate in sotto - progetti. In seguito alla definizione di queste voci sono state elaborate le azioni da intraprendere per la realizzazione concreta del progetto, le proiezioni economiche e finanziare, infine il piano di comunicazione. Il Campus è stato pensato come un complesso polifunzionale integrato nel territorio che associa la funzione ricettiva con le attività di formazione; come un contenitore di attività ludiche/formative; e come attrattore turistico. Sono stata individuate 2 tipologie di mercato di riferimento: il mercato della formazione cioè studenti universitari con laurea triennale e magistrale, neolaureati (formazione post - universitaria), professionisti/ lavoratori (corsi professionalizzanti); e il mercato del turismo nello specifico famiglie con bambini, turismo scolastico (scuola primaria e secondaria), turismo culturale. Il progetto si propone di raggiungere i seguenti tre obiettivi: la valorizzazione del patrimonio storicoculturale, la destagionalizzazione dei flussi turistici, la realizzazione di un sistema di servizi integrato con il territorio di riferimento e complementare alle esigenze formativo/ricettive. In base agli obiettivi proposti sono state individuate le strategie operative, necessarie al conseguimento di tali obiettivi, i relativi sotto - progetti e le conseguenti azioni da intraprendere. Rispetto l’obiettivo di valorizzazione del patrimonio storico culturale sono stati definiti 2 ambiti di interventi: uno relativo all’alta formazione, l’altro relativo all’innovazione del Museo Archeologico di Grumento. Il Campus, in partenariato con la comunità scientifica e con gli enti di formazione universitari, si propone di offrire dei corsi di breve e media durata per studenti, laureati e professionisti. è dunque in progetto l’attivazione di corsi e workshop, la capacità massima ipotizzata è di 15/20 studenti

per corso, fra i quali: Archeologia Digitale, Archeologia preventiva, Bioarcheologia, BBCC App, Archeologia sperimentale, Arte hi - tech, ecc. Nell’ambito della valorizzazione del patrimonio rientra anche l’innovazione tecnologica del Museo Archeologico di Grumentum attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie multimediali. L’idea è di trasformare il museo da tradizionale ad interattivo facendo diventare il connubio archeologia e hi tech un fattore distintivo per il Campus. Rispetto l’obiettivo di destagionalizzazione dei flussi turistici sono stati redatti esempi di offerta turistica strutturata e differenziata per utente che va dalla formula weekend a quella one week (Summer School, Learning Week) fino ad arrivare alla gita didattica di un giorno. Le attività ipotizzate, chiaramente di tipo ludico/ricreativo/ educativo, prevedono l’attivazione di laboratori sperimentali, escursioni naturalistiche, visite culturali, degustazioni dei prodotti tipici locali. Terzo obiettivo è la realizzazione di un sistema di servizi integrato con il territorio complementare alle esigenze formativo/ricettive del Campus, dotato degli spazi necessari per svolgere tutte le attività di accoglienza per studenti e/o turisti. Ciò è pensato possibile grazie l’ideazione di un prototipo di smart city che associa l’utilizzo più razionale dell’energia all’integrazione delle tecnologie pulite, la riduzione del digital divide, l’ottimizzazione dei consumi energetici, l’informatizzazione della cittadinanza. L’ospitalità del Campus è stata pensata con la forma di Albergo Diffuso. La realizzazione dell’Albergo Diffuso può avvenire senza l’implementazione di nuove costruzioni all’interno del borgo, e ogni edificio del Campus, essendo in un’area ristretta, rende possibile gli spostamenti a piedi. Le azioni da intraprendere sono: la ristrutturazione di n.10 case congiuntamente a n.1 casa reception punto di accoglienza, la realizzazione dei mezzi di trasporto dal sito archeologico al borgo. Sulla base delle voci identificate nella sezione precedente è stato possibile stimare un piano economico - finanziario quinquennale a partire dall’inizio dei lavori del progetto Campus. Dal

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quinto anno in poi, dunque, dopo aver raggiunto il punto di pareggio, si prevede che il Campus potrà far fronte ai costi di gestione senza far ricorso a fonti di finanziamento esterne. Infine, è stato ipotizzato un piano di comunicazione strutturato in strategie operative e strumenti, in base ai 3 obiettivi guida del progetto e ai vari segmenti di pubblico al quale è rivolto (le Istituzioni, gli operatori, i turisti, i cittadini residenti). In particolare, il campus dovrà avere un’immagine univoca e condivisa grazie ad politica globale e coordinata a livello di sistema, e grazie all’adozione di una simbologia uniforme e riconoscibile allo scopo di ottenere un’immagine integrata. È importante a tal fine la sinergia operativa con gli enti territoriali (APT, GAL), il consolidamento dei rapporti di collaborazione con amministrazioni internazionali in ambito UE, assicurare la partecipazione rappresentativa del Campus presso organismi promotori di azioni internazionali.

Capitolo 5.2 Il progetto Albergo Diffuso Il progetto Albergo Diffuso (AD) è nato grazie all’esperienza accumulata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei nel corso degli anni, rispetto le tematiche del turismo sostenibile e della ricettività alternativa dell’ospitalità diffusa. Il modello Albergo Diffuso è una struttura innovativa che offre gli stessi servizi di un piccolo albergo (alloggio, colazione biancheria, pulizia ecc.) facendo rivivere case abbandonate che così tornano a produrre reddito puntando sulle potenzialità del luogo ed offrendo agli avventori un’esperienza originale.

frontiere del turismo - l’ospitalità diffusa nel borgo antico di Marsico Nuovo”. L’iniziativa ha visto protagonisti alcuni fra i maggiori esperti in turismo specializzati in albergo diffuso, in ristrutturazioni e in ricettività. A tale iniziativa è seguita un’indagine sul territorio della valle, suddivisa in 5 fasi, con l’obiettivo di raccogliere tutte le informazioni sullo stato di fatto del territorio, utili per rendere i borghi appetibili agli occhi degli investitori. Questa indagine territoriale ha portato all’esplicazione di un’ipotesi progettuale, effettuabile in futuro, consistente nella realizzazione di un sito web che riunisca e organizzi tutte le informazioni e gli strumenti e necessari alla riqualificazione dei borghi. L’obiettivo del progetto, in definitiva, è quello di raccogliere tutto il materiale utile per rendere i borghi appetibili agli occhi di un investitore e coinvolgerlo nel loro recupero. La scelta di lavorare su più borghi piuttosto che su uno singolo, nasce dall’idea di sinergia e forza creata dal network. In sostanza, mettendo in rete diversi comuni e unendo in un unico percorso le potenzialità dei diversi borghi, si ha la possibilità di creare un prodotto diversificato, completo e con maggiori prospettive di successo.

Capitolo 6.1 - Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di “Basilicata coast to coast” alla nascita della Lucana Film Commission

Un’altra attività di ricerca avviata all’interno del filone di indagine legato al turismo sostenibile, è quella relativa al cineturismo in Basilicata. La Il progetto AD è trasversale a tutti i progetti finora realizzazione di un film, di una fiction o qualsiasi analizzati. In effetti, la ricchezza di case disabitate altro prodotto audiovisivo può apportare notevoli del territorio grumentino ha portato ad ipotizzare benefici in termini economici al luogo in cui essi la creazione di un Albergo Diffuso che potrebbe sono girati, rappresentando un importante mezzo raccogliere sia le presenze turistiche stagionali, di promozione turistica dell’area. sia ospitare gli studenti, i professionisti che frequentano i corsi del Campus negli altri mesi. Con il termine cineturismo (film induced tourism) si indica quella forma di turismo praticata da chi Proprio grazie all’esperienza acquisita negli anni trascorre le proprie vacanze nei luoghi che hanno in tale ambito la FEEM e il Comune di Marsico ospitato un set cinematografico. Esiste un’ampia Nuovo hanno organizzato il convegno “Le nuove letteratura straniera relativa agli effetti generati dal

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cinema o dalle fiction televisive sul turismo. Il lavoro presenta l’analisi della letteratura esistente relativa alle tematiche del cineturismo e i risultati dell’indagine sul rapporto tra cinema e turismo, con un focus sulla Basilicata. In Basilicata, infatti, a partire dagli anni ’50, sono stati realizzati più di quaranta film che hanno utilizzato gli innumerevoli paesaggi della regione come sfondo per storie neorealiste, film verità, cinematografia biblica, commedie, storie fantastiche. Una delle produzioni più recenti è “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo. Il film ha avuto un buon successo al botteghino ed ha ottenuto importanti riconoscimenti nazionali. Nello specifico, lo studio ha monitorato gli effetti che la pellicola “Basilicata coast to coast” ha avuto sulla promozione del territorio e, in particolar modo, delle location utilizzate dal film, fino ad oggi marginalmente interessate dai flussi turistici. L’indagine sul campo, svoltasi da novembre 2010 ad aprile 2011, si è avvalsa di un questionario, somministrato a tutti gli operatori turistici dei luoghi toccati dal film, i cui dati sono stati approfonditi da interviste faccia a faccia. L’indagine è stata completata con incontri che hanno coinvolto sia Enti e Istituzioni, che hanno dialogato con il regista e supportato (anche economicamente) la produzione, sia imprenditori locali, che hanno associato il titolo “Basilicata coast to coast” a eventi e manifestazioni organizzati poco dopo l’uscita in sala del film. Infine, sono stati intervistati alcuni gruppi di turisti. L’indagine conferma che il cinema può avere un ruolo determinante nella promozione dell’immagine del territorio lucano, luogo dotato di un ricco patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico culturale. Attraverso l’analisi della struttura narrativa del film, la ricerca ha messo in luce come “Basilicata coast to coast” abbia tutti gli elementi necessari per stimolare la scelta turistica e promuovere le risorse culturali e paesaggistiche della regione. Il film analizzato può essere considerato un’azione mirata di marketing che ha posto le basi per la costituzione di un brand Basilicata e rafforzato la

collocazione della regione sulla scena turistica. Fornendo un percorso facilmente rintracciabile (grazie alle puntuali indicazioni geografiche), effettuando un’importante azione di product placement dei prodotti tipici e facendo emergere nel corso della narrazione alcuni elementi caratterizzanti l’identità locale, ha stimolato la curiosità verso questa regione concorrendo alla definizione del vicarious consumption della destinazione, una sorta di esperienza preliminare del territorio vissuta dallo spettatore, che rende più facile e immediata la successiva scelta di visitare i luoghi visti sul grande schermo. Sulla scia del percorso realizzato dai protagonisti del film, sono nati pacchetti turistici ad hoc, realizzati da operatori turistici specializzati nel turismo a piedi, con l’obiettivo di ritrovare le atmosfere fruite nel film. Considerando, poi, l’impatto turistico complessivo che può essere imputato al film, l’indagine ha dimostrato che i risultati possono essere considerati solo parzialmente soddisfacenti. In questo senso diventa decisiva la messa in campo di azioni di marketing che possano stimolare la curiosità dello spettatore e fornire un’adeguata offerta, anche di carattere cineturistico, al turista. Per “Basilicata coast to coast” da una parte vi è stata un’importante strategia di promozione cinematografica del territorio, ma dall’altra è mancato l’accompagnamento del film lungo il suo intero arco vitale. All’incremento di visibilità della Basilicata sul territorio nazionale, determinato dal successo del film e anche da alcune iniziative organizzate dall’APT Basilicata, non ha fatto seguito un’altrettanto dinamica evoluzione dell’offerta locale che avrebbe potuto attivarsi per creare prodotti in linea con la domanda turistica. è mancata, quindi, un’efficace iniziativa privata volta a cogliere le opportunità offerte sia dal film, sia dalle azioni promozionali della pellicola garantite da alcune iniziative pubbliche. L’indagine ha messo in evidenza che, se si esclude l’evento “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” nessun’altra iniziativa di rilievo è stata messa in atto dagli imprenditori locali. Appare strategico, quindi, il ruolo che può avere una film commission regionale che, oltre al suo

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compito principale di attirare le produzioni cinematografiche sul territorio, può promuovere un’azione di coordinamento tra le iniziative di promozione dei film e operatori turistici. Oltre alla funzione di sportello cinema, la film commission dovrebbe fornire tutti quei servizi aggiuntivi indispensabili per le produzioni cinetelevisive: dalla realizzazione di un book delle location, alle operazione di scouting territoriali con location manager qualificati e alla iniziative di formazione professionale. è fondamentale l’istituzione di un film fund sia per sostenere la filiera del cinema ma anche per rafforzare l’industria locale: le produzioni cofinanziate potrebbero essere obbligate a spendere parte del suo budget sul territorio, a girare gran parte delle riprese in loco e a utilizzare le professionalità del luogo. è opportuno, quindi, un avvio rapido delle attività neonata Lucana Film Commission che potrebbe permettere alla regione Basilicata di acquisire visibilità all’interno del panorama delle location italiane. Il lavoro di ricerca svolto dalla Fondazione ha suscitato interesse sia a livello nazionale che internazionale. I ricercatori che hanno lavorato all’indagine hanno partecipato in veste di relatori a una serie di conferenze (Film Commission Symposium, II Conference on International Tourism, Transnational Meeting EuroScreen, ecc,). Nell’ambito di tale progetto, infine, è stata organizzata la Summer School “Il Cineturismo come opportunità di Marketing Territoriale per lo sviluppo locale”, tenutasi a Matera e Policoro dal 18 al 22 giugno 2012 e organizzata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei in partnership con il Gruppo 24 ore Cultura e Alinari 24 ore, con il patrocinio della Regione Basilicata, dell’Università degli Studi della Basilicata, l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), la Rai Basilicata, l’Apt Basilicata e Puglia Promozione.

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Capitolo 6.2 - La formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema A seguito della prima indagine sul cineturismo “Le opportunità del Cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita della Lucana Film Commission”, è stato definito un secondo lavoro di ricerca avente l’obiettivo di indagare più approfonditamente l’immagine della Basilicata percepita dai turisti e la potenziale domanda cineturistica sul territorio lucano. Lo studio si propone di comprendere il processo di formazione dell’immagine della destinazione e, soprattutto, l’influenza che i film possono avere nella capitalizzazione dei flussi turistici, applicato al caso specifico della Basilicata. Il rapporto di ricerca è diviso in due parti: la prima parte definisce il contesto teorico all’interno del quale si opera mentre la seconda parte entra nel merito della ricerca sul campo che è stata effettuata. Nel primo semestre del 2012, infatti, è stata effettuata un’indagine sui turisti in Basilicata per analizzare il loro rapporto con il cinema, la loro conoscenza della filmografia “lucana” e la potenziale domanda di cineturismo. Tale ricerca si inserisce nel percorso di indagine avviato nel 2011 con la rilevazione degli effetti turistici del film “Basilicata coast to coast”. Il crescente interesse verso i film girati in Basilicata, la recentissima nascita della Lucana Film Commission rappresentano importanti opportunità per il turismo lucano che tuttavia necessitano di approfondimenti sia per la definizione di politiche di image building, sia per la promozione e lo sviluppo di azioni di film tourism. L’indagine sul campo ha due obiettivi specifici: indagare sul processo di formazione dell’immagine turistica della Basilicata e verificare la conoscenza e la predisposizione dei turisti in vacanza sul territorio lucano verso il cinema girato nella regione. L’indagine sul campo conferma il ruolo che il cinema può avere nella promozione dell’immagine di un territorio e sulla capacità di influenzare la scelta turistica. Come confermato dall’indagine


su un campione di turisti in Basilicata, uno su tre dichiara di esser stato influenzato dai film “lucani” per la scelta della loro vacanza. Tale dato con buona probabilità va rapportato proprio alla notorietà di “Basilicata coast to coast” e di “The Passion” che più della metà del campione dichiara di aver visto - e alla stretta correlazione, anche se in differente modo, che vi è tra narrazione e territorio nei due film. In tal senso, il crescente interesse nazionale e internazionale che si è manifestato soprattutto negli ultimi anni verso il film tourism può essere una risorsa importante per una regione come la Basilicata. Obiettivo dell’indagine era anche quello di verificare se vi fosse un reale interesse e quindi una domanda turistica verso la più comune manifestazione del cineturismo: il movie tour. La metà del campione ha dichiarato di essere interessato ad acquistare un tour nei luoghi del cinema, ma la percentuale diventa più alta se consideriamo il segmento di turisti natura e, soprattutto, quello dei turisti culturale che sono ovviamente i più motivati verso questa tipologia di proposta. In particolare, il cineturismo può risultare una risorsa aggiuntiva importante per il turismo in Basilicata non tanto come motivazione principale, ma nella sua capacità di offrire un’alternativa efficace per allungare il soggiorno dei visitatori. Le esperienze prodotte dai film di Gibson e Papaleo e l’indagine tra i turisti dimostrano come vi sia un reale interesse verso il cineturismo che, però, è necessario supportare con politiche di marketing territoriale e, soprattutto, con iniziative private. In futuro, l’attivismo degli operatori turistici sarà la vera chiave di volta per lo sviluppo della nuova frontiera film tourism, considerando il fatto che da parte delle autorità locali vi è stato già un primo significativo passo non solo con la partecipazione al percorso produttivo di “Basilicata coast to coast” ma anche con la recentissima istituzione, il 19 ottobre 2012, della Lucana Film Commission che ha il compito di attrarre nuove produzioni cinematografiche sul territorio lucano e, attraverso esse, promuoverne le bellezze paesaggistiche.

Capitolo 7 - Il progetto valdagriturismo.com La disponibilità per il turista moderno di accedere ad informazioni attraverso Internet ha modificato profondamente il comportamento del turista che, se da una parte risulta più competente e cerca informazioni dettagliate dall’altra spesso si trova in una situazione di Information Overloading e nella necessità di selezionare l’offerta più interessante e più affidabile. Da qui discende l’importanza della comunicazione promozionale e del marketing turistico incentrata sul fruitore finale e sulla diffusione della reputazione e qualità del prodotto offerto con il proposito di sviluppare una relazione di fiducia con il pubblico. Il portale web istituzionale www.valdagriturismo. com, nato con lo scopo di valorizzare e promuovere il turismo del territorio dell’Alta Val d’Agri, attraverso la partecipazione e la collaborazione di enti pubblici, operatori privati, del no profit e dell’associazionismo locale, si configura come uno strumento informativo dei servizi turistici. La promozione della Val d’Agri, compiuta sia attraverso elementi di comunicazione visiva che attraverso prodotti editoriali, ha come target di riferimento principale l’ecoturista, interessato agli aspetti naturalistici, ad una tipologia di vacanza all’insegna del relax e del verde e alla ricerca di luoghi densi di tradizione e cultura locale. Il portale promuove le risorse e i servizi della Val d’Agri aggiornando gli eventi del territorio, proponendo percorsi tematici ed itinerari GPS. Sul portale in particolare è possibile trovare diverse sezioni che fanno riferimento all’offerta turistica enogastromonica, ai percorsi naturalistici, alle attività sportive fruibili, itinerari archeologici e culturali e ai percorsi dell’energia. Il sito, online da settembre 2011, è sottoposto ad un continuo aggiornamento e mediante azioni di link popularity è ai primi posti sui motori di ricerca più utilizzati digitando parole come vacanze Val d’Agri, week end in Val d’Agri. Anche in termini

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di visualizzazioni da parte degli utenti ha riscosso successo, tanto che altri paesi della zona hanno chiesto di poter promuovere il loro territorio attraverso il portale. Inoltre, si prevede la possibilità , con la collaborazione di tutti gli operatori turistici e del Consorzio Alta Val d’Agri, di rendere il portale promo - commerciale creando un’occasione in piÚ, per tutte le strutture ricettive, per le agenzie di viaggio e per quanti lavorano nel settore turistico, di vendere i loro prodotti e servizi.

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CAPITOLO 1 - Le potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

Introduzione Nota metodologica 1. Inquadramento sociale, economico e ambientale del PNAL Val d’Agri Lagonegrese 2. Il turismo e l’opinione degli attori locali sul potenziale turistico dell’area del PNAL 3. Le potenzialità turistiche del PNAL: indagine sul campo Conclusioni Bibliografia e sitografia


Introduzione Il presente lavoro di ricerca è focalizzato sullo studio delle potenzialità turistiche del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, e analizza il rapporto fra il turismo, le aree protette e lo sviluppo locale. La convinzione che muove tale studio è la considerazione dell’attività turistica come uno degli elementi fondamentali per la crescita economica, lo sviluppo sociale e culturale di un’area protetta. La legge quadro sulle aree protette (L.394/94), infatti, riconosce ai parchi la natura di strumenti dinamici d’integrazione con il sistema territoriale di riferimento. Questa interpretazione richiede, quindi, una nuova modalità gestionale in grado di conciliare l’esigenza di salvaguardia ambientale con quella di sviluppo socio - economico. A partire da tale legge, l’obiettivo di un’area protetta, oltre che nella protezione della natura, viene fissato nella necessità di garantire un diverso modello di sviluppo basato sulla sostenibilità delle attività antropiche. In particolare, è riconosciuto dalla letteratura internazionale il contributo che il turismo può offrire per la promozione socio-economica nelle aree protette. Ne sono una prova, da un lato, i dati sui segmenti del turismo natura maggiormente richiesti ai tour operator domestici, secondo i quali le aree protette, che raccolgono ben il 34% delle preferenze dei turisti natura, costituiscono il segmento più rappresentativo e irrinunciabile, seguito poi dalla montagna (20%) e dal turismo rurale (12 %). Dall’altro i dati positivi sull’andamento delle presenze (+ 0,79% nel 2009 e + 0,51% nel 2010) e sul fatturato ( +1,14% per il 2009 e +0,34% per il 2010) delle strutture ricettive ricadenti all’interno delle aree protette italiane. Tuttavia, allo stato attuale il PNAL è solo marginalmente investito da tali potenzialità e dai flussi turistici. Il Parco insiste su un territorio che sta attraversando negli ultimi anni una delicata fase di ridefinizione del proprio assetto socio economico e che è oggetto di importanti politiche territoriali legate da un lato alla attività di produzione di greggio, dall’altro da quelle dell’Ente Parco il quale sta

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attivandosi per incentivare lo sviluppo turistico dell’area. Questo fermento di attività e di progettualità permette di prevedere nel medio e lungo periodo il potenziamento del settore turistico, che potrebbe così diventare una delle principali attività economiche dell’area con impatti positivi sull’intera economia locale.


Nota metodologica E’ in questo contesto che si inserisce l’attività di ricerca condotta da FEEM nel corso del 2009, volta ad analizzare e indagare il potenziale turistico del PNAL, a partire dalla conoscenza della sua domanda reale e potenziale, mediante l’utilizzo di tecniche di indagine quali-quantitative (interviste, focus group, questionari). Nel rapporto di ricerca viene inizialmente presentato il contesto teorico e territoriale1 in cui si inserisce lo studio, gli obiettivi, le fasi d’indagine e i principali risultati raggiunti. Lo studio ha l’obiettivo generale di:

• analizzare le potenzialità turistiche del PNAL;

• individuare gli eventuali ostacoli che ne limitano lo sviluppo turistico;

• definire servizi e strategie da mettere in atto per valorizzare tale risorsa.

Il lavoro di ricerca è stato sviluppato partendo da un background conoscitivo grazie al quale si sono definite le ipotesi, successivamente messe in discussione e in alcuni casi modificate grazie all’osservazione e al contatto diretto con la realtà.

nel quale la nostra ricerca si inserisce; una seconda parte incentrata specificamente sul turismo dell’area del PNAL e sull’opinione degli attori locali sul potenziale turistico di quest’area, con l’obiettivo di indagare la percezione delle cause della performance turistica negativa, e ascoltare le opinioni circa i futuri progetti di sviluppo turistico del territorio; infine, un’ultima parte di indagine sul campo vera e propria relativa alle potenzialità turistiche del PNAL. L’indagine sul campo è stata effettuata grazie alla somministrazione di un questionario ai fruitori del Parco Nazionale e a visitatori in vacanza in zone limitrofe al PNAL (Costa Ionica, Pollino, Dolomiti Lucane e Costa Tirrenica), il questionario è stato suddiviso in 3 sezioni in base agli obiettivi prefissati:

• La 1° ha l’obiettivo di delineare il profilo

Il percorso di ricerca è stato articolato in 4 fasi:

• Prima fase: analisi teorica e bibliografica •

• •

per delineare il contesto di riferimento e inquadrare il tema generale. Seconda fase: interviste ed incontri svolti con alcuni attori chiave sia locali che regionali in modo da integrare la ricognizione critica con testimonianze e opinioni. Terza fase: definizione del questionario sottoposto ai turisti in vacanza. Quarta fase: analisi dei dati dei questionari che ha permesso di delineare delle possibili policy per lo sviluppo turistico dell’area.

Al fine di delineare meglio tale percorso illustriamo brevemente come è stata impostata l’attività di ricerca: una parte iniziale che, come detto, inquadra a livello sociale, economico e ambientale il PNAL in modo tale da aver chiaro il contesto 1 Al fine di evitare inutili ripetizioni il contesto territoriale è esplicitato ampiamente nel primo capitolo del presente lavoro di sintesi.

turistico dell’intervistato. Le domande vertono sulla tipologia di vacanza che si è soliti fare e cioè la durata e numero delle vacanze fatte nell’arco dell’anno, le preferenze motivazionali, e le spese sostenute in media per le vacanze nell’arco di un anno. La 2° ha l’obiettivo di definire le caratteristiche della vacanza che il visitatore sta trascorrendo in Basilicata nel momento in cui è intervistato. Le domande vertono su com’è stata scelta la destinazione, in quale struttura alloggia, e l’indicazione approssimativa delle spese che si intende sostenere per la vacanza. La 3° sezione ha l’obiettivo di indagare le potenzialità turistiche del PNAL e il valore economico intrinseco dell’area. Le prime domande di questa sezione misurano il livello di conoscenza dell’istituzione del parco e del territorio. Gli intervistati, hanno espresso un giudizio, con una scala di utilità da 0 a 10, rispetto una serie di servizi/azioni proposte da attivare e/o potenziare per incentivare la fruizione turistica. Le ultime domande del questionario sono dedicate alla Valutazione Contingente di alcuni possibili scenari di sviluppo dell’area rispetto ai quali viene chiesta la disponibilità a pagare per un possibile biglietto di ingresso al Parco.

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1. Inquadramento sociale, economico e ambientale del PNAL Val d’Agri Lagonegrese Legenda Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese Sede del PNAL Lavello Montemilone

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Fig.1 - Il territorio del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese

Il PNAL istituito nel dicembre 2007, occupa l’area Sud Ovest della Basilicata, e si estende su una superficie di 700 kmq circa, fisicamente è un’area disomogenea che include realtà geograficamente distanti e morfologicamente differenti2. Il territorio è connotato da una densità di popolazione molto bassa3, da un sistema insediativo caratterizzato da centri di piccoli dimensioni, fenomeno dovuto alle inclinazioni dei pendii che ovviamente rendono difficoltosa l’espansione di tali centri.

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2 Comprendenti la piana dell’Agri e del lago Pertusillo, il paesaggio montano dei rilievi orientali ed occidentali, le aree carsiche del Monte Raparo. 3 Pari a 45 abitanti per kmq, nettamente inferiore alla densità di popolazione regionale di 61ab/kmq, a sua volta risulta inferiore sia alla densità demografica del Sud Italia (168ab/kmq) sia a quella nazionale (190ab/kmq).


La popolazione residente è soggetta a continua emigrazione, il fenomeno dello spopolamento interessa molte aree interne e il territorio del Parco. Questo assume sempre più dimensioni allarmanti provocando l’erosione del tessuto sociale e una conseguente contrazione dei servizi. Oggi a emigrare sono per lo più giovani diplomati e laureati alla ricerca di un mercato del lavoro dinamico e adeguato alla propria formazione. A tutto ciò va aggiunto un indice di vecchiaia al 2001 pari a 130 che supera sia la media nazionale che quella regionale. L’economia locale è dominata dal settore agricolo che rappresenta l’attività con più alto tasso di occupati, seguito da quello dei dipendenti della pubblica amministrazione, ovviamente l’industrializzazione stenta ad affermarsi; ed il terziario si concentra nei comuni di valle ma sono sostanzialmente poco diffusi i servizi alla persona, alle imprese e al turismo. Il tasso di disoccupazione del 16% è superiore alla media regionale che, a sua volta, è superiore di 7 punti percentuali alla media nazionale. Il patrimonio territoriale è molto articolato: a livello ambientale e naturalistico è caratterizzato da una parte da uno dei maggiori giacimenti petroliferi on shore di Europa Continentale e dall’altra da un patrimonio faunistico e floristico di grande rilievo4. Una terza risorsa fondamentale è il patrimonio archeologico storico-artistico, a testimonianza di antiche civiltà. L’alternarsi di popolazioni5 e culture differenti nei secoli hanno lasciato, in tutta la valle, un ricco patrimonio culturale. Prendendo in considerazione anche i numerosi prodotti enogastronomici tipici è facilmente intuibile come la valorizzazione, anche per fini turistici, del patrimonio territoriale potrebbe rappresentare una leva per creare nuove connessioni tra risorse endogene e sviluppo e rinsaldare così i processi di crescita economica e occupazionale del territorio. 4 Patrimonio costituito da 12 SIC - Siti di Importanza Comunitaria, 2 ZPS - Zone di Protezione Speciale, inseriti nella rete europea Natura 2000, e da numerose specie animali protette. 5 Lucani, Romani, Normanni, Longobardi, Angioini.

2. L’opinione degli attori locali sul potenziale turistico dell’area PNAL La seconda parte del rapporto di ricerca è incentrata sul turismo nell’area del PNAL e delinea il quadro che segue: fino agli anni 90 la visibilità turistica è stata molto scarsa, legata al viaggi d’affari oppure al turismo invernale. Le uniche realtà con adeguata capacità ricettiva erano Viggiano e le località sciistiche del Volturino e del Sirino. È con il primo Piano Turistico Regionale del 2001 che si mettono in campo una serie di azioni e progetti finalizzati alla promozione e alla valorizzazione dell’area, iniziando così a

diffondersi la consapevolezza delle potenzialità turistiche di questi luoghi. Oggi nonostante le innumerevoli iniziative attuate la visibilità e l’attrattiva turistica risultano ancora in una fase embrionale, probabilmente ciò è dovuto al carattere estemporaneo di tali attività che hanno frammentato le risorse economiche riducendo l’efficacia delle politiche messe in atto. È evidente come molte risorse presenti siano ancora scarsamente valorizzate e turisticamente poco accessibili (basta pensare alla scarsa dotazione

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dei servizi legati al PNAL) e quanto poche siano le attrattive permanenti in grado di offrire itinerari costantemente fruibili. Questo è testimoniato dal fatto che, ad esempio, il tasso di sviluppo turistico dell’area è tra i più bassi della regione6. Nonostante questo trend negativo, rimane ferma la convinzione che il parco e le sue risorse possano diventare nel medio-lungo periodo un’importante meta turistica. La conferma a tale convinzione è data dai progetti e dai relativi investimenti che a livello regionale continuano ad essere attuati, sostenuti anche dalle royalties di cui la maggior parte dei comuni del parco beneficia. In quest’ambito di valorizzazione culturale e ambientale si colloca anche il progetto per la realizzazione di un Parco Tematico delle Energie, consapevoli che l’energia possa rappresentare un tratto identitario del territorio. Come detto, al fine di ottenere un’analisi dello sviluppo turistico dell’area il più possibile realistica, la prima fase di ricerca e analisi della letteratura, è stata affiancata da un’azione di partecipazione degli stakeholders pubblici e privati del territorio, ai quali si è chiesto di indicare altri attori locali significativi rispetto al tema in analisi. Le principali questioni emerse, dalle 15 interviste somministrate e dalla successiva tavola rotonda effettuata con gli attori locali, sono riconducibili ad alcuni nodi tematici:

• frammentarietà dell’offerta e mancanza di network tra gli operatori del settore;

• valenza del Parco tematico delle energie; • ruolo del Parco Nazionale quale volano per lo sviluppo dell’area.

Attualmente, grazie agli interventi programmati e finanziati nell’ambito del Programma Operativo Val d’Agri Melandro Sauro Camastra7, esistono molti “contenitori” culturali e micro attrazioni, in alcuni casi inutilizzate, e sviluppate senza un coordinamento, privi dunque di una comune visione strategica di medio - lungo periodo8.

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6 Dati APT 2009 - Sistema turistico locale “Parchi e Aree Protette” nell’intervallo 1999 - 2008 ha espresso rispetto al mercato italiano una performance negativa sia in termini di arrivi che di presenze da 19.600 arrivi del 1999 a 18.600 del 2008, ancora più negativo in termini di presenze da 71.000 del 1999 a 53.000 del 2008. 7 Attraverso tale strumento programmatico la Regione Basilicata redistribuisce le royalties rivenienti dall’attività estrattiva su un comprensorio di 35 comuni.

enerAGRIa è un Parco Tematico dell’Energia che ha come obiettivo educare e far comprendere ai fruitori quali sono le principali fonti di energia rinnovabli e non, come funzionano, i loro limiti e le loro potenzialità. Attraverso alcune installazioni è possibile esperire il funzionamento delle varie forme energetiche, capire che cos’è l’impronta ecologica, interiorizzare alcune buone pratiche di risparmio energetico e visitare alcuni parchi (parco eolico, fotovoltaico, la diga, ecc.) enerAGRIa è un parco energetico diffuso che segue come direttrice la Fondovalle Val d’Agri. La sua forma fa si che il visitatore, oltre a concentrarsi sul tema energetico, può godere del meraviglioso paesaggio naturalistico valligiano. Dal petrolio alle energie alternative un percorso attraverso la storia energetica dell’area.

Il Parco Tematico delle Energie viene considerato un buon attrattore che potrebbe essere un’occasione di crescita per la comunità locale e per il territorio, dandogli visibilità e innescando un processo moltiplicatore favorevole allo sviluppo. Non mancano le valutazioni critiche, fra le problematiche maggiormente emerse abbiamo: la scarsa propensione dei privati a investire nel settore turistico e la presenza di un gran numero di stakeholders pubblico - privati che operano privi di una strategia comune. Un’enfasi particolare viene data all’istituzione del Parco Nazionale, per la tutela e la salvaguardia del patrimonio floristico e faunistico. Le azioni di tutela e salvaguardia del patrimonio sono viste come precondizione di qualsiasi progetto di sviluppo, non solo turistico. 8 Dal rapporto “La spesa delle regioni per il turismo” (Confturismo, 2007), emerge come dal 2002 al 2006 in Basilicata, per ogni arrivo ufficiale registrato, siano stati spesi, in media, 153 euro. Il valore più alto a livello nazionale.


1 1 1

2 2 3 3

8 2

3

7

4

5

Per approfondire consultare il Capitolo 4

6

Box 1

3. Le potenzialità turistiche del PNAL: indagine sul campo Da questo punto in poi passiamo all’indagine sul campo vera e propria. L’analisi della domanda turistica potenziale del PNAL è stata effettuata attraverso la somministrazione di un questionario indirizzato ai potenziali fruitori del parco, strutturato con il triplice obiettivo di:

• definire la figura del turista tipo interessato a visitare l’area;

• indagare circa il grado di interesse per il •

possibile sviluppo dell’area dal punto di vista del turista potenziale; stimare attraverso la Valutazione Contingente il valore dell’area e la sua potenzialità di sviluppo turistico.

La somministrazione dei questionari si è svolta da luglio a settembre del 2009, ed è avvenuta esclusivamente face to face. Il questionario è stato corredato da 2 schede di presentazione (con testi e immagini) del PNAL e del ParcoTematico dell’energie. Il campione non probabilistico, con quote uguali riferite alla zona geografica all’interno della quale i turisti sono stati intercettati, comprende turisti in vacanza in Basilicata (anche per un solo giorno) intercettati sia all’interno del PNAL sia in zone limitrofe. Sono stati raccolti 664 questionati, di cui 620 quelli analizzati.

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3.1 Il profilo del turista del PNAL Gli intervistati hanno un’età media di 44 anni, con un livello culturale medio - alto, infatti il 45% è diplomato e il 34% è laureato. Oltre il 50% ha un reddito annuale compreso fra i 20 mila e i 40 mila euro, e un nucleo familiare composto in media da 3 - 4 persone. L’indagine conferma come il turismo della Basilicata sia un turismo di prossimità9, infatti più del 60% proviene dalla regione stessa e dalle regioni limitrofe, mentre è solo il 20% ad essere residente al nord Italia. Tale dato è legato al fenomeno del turismo di ritorno fatto di emigrati e/o dai loro discendenti che rientrano nei luoghi di origine per le vacanze. Come rappresentato graficamente dalla Graf.1 La presenza di questo fenomeno è resa evidente anche dalle risposte relative la durata media della vacanza e la struttura ricettiva scelta: la maggior parte del campione dichiara di trascorrere in Basilicata dei periodi piuttosto lunghi10 e alloggia in case in affitto, o di proprietà o è ospite di amici e parenti. Graf.2 Per quanto riguarda le caratteristiche della vacanza: il 43% dichiara di fare in un anno 1 o 2 settimane di vacanze, poco meno del 30% riesce a fare dalle 3 alle 4 settimane. Si tratta di vacanze continuative dato che il 60% dichiara di fare nell’arco dell’anno 1 o massimo 2 vacanze. Il 51% del campione va in vacanza prevalentemente con la famiglia, spendendo in media non più di 2000 euro. È il 30% degli intervistati a dichiararsi interessato al prodotto mare. Tra le motivazioni che spingono il turista a spostarsi vi è l’interesse naturalistico (21%) seguito da quello storico - culturale 19%. L’80% degli intervistati fornisce una motivazione secondaria: anche in questo caso l’interesse storico culturale (26%), quello balneare (22%), e quello naturalistico (20%) risultano quelli maggiormente segnalati. Il campione mostra elevato grado di fidelizzazione con il territorio: infatti è il 75% a dichiarare di aver già trascorso un periodo di vacanza in Basilicata. Fra gli strumenti di promozione e marketing dell’offerta turistica è il 51% a sostenere di aver scelto la meta sulla base del passaparola di amici e parenti, è il 20% degli intervistati ad essere originario della regione. Appare evidente lo scarso rilievo che hanno i tradizionali mezzi di produzione e commercializzazione turistica (adv, stampa, fiere, tv, ecc) nell’influenzare la scelta della meta di vacanza. Maggiore efficacia è riconosciuta al web (13%), visto sia come uno strumento informativo che un luogo in cui acquistare i servizi accedere a promozioni e offerte. Graf.3 Tali valori, rispecchiano i dati nazionali11, mettono in evidenza come la strategia e gli strumenti di comunicazione del prodotto turistico lucano sui mercati nazionali e internazionali sia una delle principali criticità da affrontare per diffondere l’immagine della Basilicata e permettere un maggiore sviluppo turistico. Rispetto la spesa che singolarmente si prevede di sostenere per la vacanza in corso più del 60% ipotizza di non superare i 300 euro complessivi12, è solo il 15% ad ipotizzare di spendere più di 660 euro.

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9 Le statistiche regionali (Regione Basilicata 2009) mettono in evidenza come quello della Basilicata sia prevalentemente un turismo di prossimità: il 25% degli arrivi proviene dalla Puglia , il 17% dalla Campania, il 12% Lazio, il 9% dalla Basilicata stessa. 10 Il valore mediano è pari a 7 notti, cioè superiore alla media regionale che è di 4 notti. 11 Secondo un’indagine Isnart (2009) sui comportamenti turistici degli italiani, la vacanza principale dei turisti italiani è legata al consiglio di conoscenti, esperienza personale ed internet. 12 È un dato di valore molto basso legato all’elevato numero di escursionisti, e in parte a coloro che sono ospiti di parenti o amici o che trascorrono le loro case di vacanze di proprietà.


30 25 20 15 10 5 Sardegna

Trentino-Alto Adige

Friuli-Venezia-Giulia

Marche

Abruzzo

Sicilia

Molise

Liguria

Umbria

Calabria

Veneto

Toscana

Piemonte

Residente all'estero

Lombardia

Emilia-Romagna

Lazio

Campania

Puglia

Basilicata

0

Graf.1 - Provenienza degli intervistati (valore %)

4%

7%

26%

Non pernotta in Basilicata

8%

Villaggio turistico / camping Casa di proprietĂ

9%

Hotel residence Casa / appartamento in af tto Casa di amici o parenti

11%

19%

Agriturismo Bed & Breakfast

16%

Graf.2 - Le strutture ricettive scelte

3% 3%

4% 5%

Consiglio di amici / parenti Conoscenza personale

13%

Internet Fiera o altro evento promozionale

51%

Stampa, TV e Radio Agenzia di viaggio

21%

Graf.3- I canali d’informazione per la scelta della meta turistica

Altro

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3.2 L’interesse turistico per il PNAL Gli intervistati interrogati sull’istituzione del nuovo Parco Nazionale e del territorio all’interno del quale esso ricade hanno mostrato un livello di conoscenza basso, nel senso che è ben il 66% a dichiarare di non essere a conoscenza dell’istituzione dell’Ente Parco e poco meno del 60% non sa individuare in quale parte della regione ricada l’area protetta. Questi sono per lo più turisti giornalieri e visitatori che pernottano in villaggi e hotel/residence (un target per lo più stanziale e che conosce principalmente, se non esclusivamente, la località nella quale si trova). Una maggiore conoscenza è riscontrabile in coloro che pernottano in casa, in agriturismo oppure in B&B: strutture scelte spesso da una tipologia di turista maggiormente interessato, e quindi più preparato, alle specificità del luogo. Emerge dunque, una visibilità dell’area ancora molto limitata, ma anche una notevole potenzialità turistica non ancora sufficientemente valorizzata. Dopo aver ricevuto un’accurata descrizione del sito e dei suoi ipotetici futuri sviluppi turistici, infatti, il 95% degli intervistati si mostra interessato ad effettuare un’escursione in quest’area. I pochi scettici rispetto ad una possibile visita al Parco legano tale indecisione a motivazioni di ordine vario, quali: la mancanza di un interesse specifico, preferendo in genere il mare alla montagna; la carenza di servizi turistici che rende quindi preferibili altre mete; la lontananza rispetto al proprio domicilio. Un alto livello di interesse viene riscontrato rispetto ai servizi che si potrebbero realizzare per potenziare l’attrattiva, non solo turistica, dell’area. Sono stati proposti sia strumenti informativi (calendario eventi, centri visita, servizi informativi on line, postazioni multimediali) sia attività/azioni utili per poter migliorare la fruizione del Parco (tour organizzati, grandi attrattori, escursioni tematiche, trasporto pubblico, possibilità di pernottamento in borghi caratteristici). A tutti i servizi è stata riconosciuta un’utilità media molto simile e piuttosto elevata, compresa tra 7 e 8. La possibilità di utilizzare postazioni informative multimediali, dislocate sul territorio, viene considerata relativamente meno utile (con un valore medio di 6,9). I percorsi tematici strutturati

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per far conoscere l’offerta culturale, naturalistica, enogastronomica del territorio del Parco, invece, ottengono il valore medio più alto, pari a 8,3. è opportuno osservare come ormai anche servizi meno tradizionali, legati in modo particolare alle nuove tecnologie per l’informazione e la comunicazione, vengano considerati importanti per poter conoscere e fruire delle opportunità turistiche di un territorio.

3.3 Il valore del PNAL e della sua potenzialità di sviluppo turistico: un esercizio di valutazione contingente L’ultima parte dell’indagine sul campo è dedicata all’esercizio della Valutazione Contingente. Questa è una tecnica di osservazione del comportamento economico dell’individuo sviluppata al fine di giungere a una valutazione monetaria di beni senza mercato, quali tipicamente i beni ambientali. Si basa sulla creazione di un mercato ipotetico per un bene per il quale non esiste mercato, l’intervistato attraverso un processo guidato è indotto a esprimere la propria potenziale disponibilità a pagare (DAP) per il bene in esame. In termini pratici, si è chiesto, mediante un questionario (strutturato in metodologia open - ended), quanto si sarebbe disposti a pagare per poter fruire di un bene o di un servizio, o per evitare che questo bene/servizio venga a mancare, senza alcun limite di spesa inferiore o superiore. Nel nostro caso di studio, il “bene” che è stato proposto ai turisti coinvolti nell’indagine consisteva in una visita nel Parco, a cui veniva associato un biglietto di ingresso, il cui costo era definito dall’intervistato. Sono stati proposti 3 differenti scenari rispetto ai quali è stata richiesta una specifica DAP. Il primo descriveva lo status quo e presentava quindi il Parco Nazionale con scarsi servizi per i turisti, ma con un patrimonio naturalistico in gran parte incontaminato. Il secondo descriveva un ipotetico miglioramento qualitativo, reso possibile grazie a un significativo potenziamento dell’offerta turistica (dal punto di vista sia dei servizi per i turisti, sia delle attività proposte)13. Infine l’ultimo scenario presentava uno sviluppo turistico dell’area reso possibile 13 Nello specifico erano proposti: materiale informativo cartaceo e on line, presenza di guide del Parco, disponibilità di aree attrezzate e di percorsi per trekking e l’equitazione.


anche grazie all’avvio del parco tematico delle energie. Rispetto al primo scenario, l’83% degli intervistati dichiara di essere disposto a pagare un biglietto di ingresso dal costo medio di circa 7 euro. Nel caso del secondo scenario, la disponibilità a pagare media sale a circa 10 euro ed è espressa dal 92% degli intervistati, cioè l’introduzione di alcuni servizi per migliorare la fruizione dell’area protetta raccoglie quindi maggior interesse rispetto al primo scenario, sia in termini di numero di persone disposte a sostenere il costo del biglietto, sia in termini dell’ammontare massimo che si sarebbe disposti a pagare. Il parco tematico delle energie riscuote invece l’interesse dell’88% degli intervistati, che si dichiarano disposti a pagare un biglietto di ingresso del valore medio di poco più di 9 euro. Una possibile spiegazione di tale riduzione di interesse (anche in termini di DAP) rispetto allo scenario 2 è legata all’artificiosità del parco tematico che, secondo alcuni intervistati, contrasta con la mission di un’area protetta, solitamente riconducibile alla tutela, salvaguardia e valorizzazione (anche turistica) di un patrimonio turistico di pregio. Nell’ultima parte dell’analisi è stato possibile ottenere una stima del valore attribuito dai turisti al PNAL relativamente ai 3 scenari proposti: il primo scenario ha un valore monetario annuo che supera i 380.000 euro, il secondo viene stimato circa 600.000 euro annui, mentre il terzo ha un valore medio annuo che supera di poco i 520.000 euro. Emerge dunque, come la priorità debba essere data alla tutela del patrimonio naturalistico. È chiaro che, in termini di policy, occorre dare priorità agli investimenti e alle azioni volte a salvaguardare la naturalità dell’area, mettere in atto una serie di interventi volti a potenziarne la visibilità e a migliorarne la fruibilità. Anche la realizzazione del parco tematico dell’energia, secondo gli intervistati, potrebbe garantire al Parco Nazionale e a tutto il territorio della Val d’Agri un valore aggiunto rispetto alla situazione attuale, anche se di entità inferiore rispetto a quanto proposto nel secondo scenario. Il turismo sostenibile diventa in questo caso un’attività che produce economia, tutela e salvaguardia l’ambiente, garantendo così anche una migliore qualità della vita in generale.

Conclusioni L’incrocio dei dati del questionario con le riflessioni elaborate dai diversi attori permette di effettuare alcune considerazioni conclusive in merito alle potenzialità di sviluppo espresse dal Parco Nazionale e agli interventi da realizzare per favorirne uno sviluppo turistico sostenibile. Innanzitutto emerge come il turismo possa essere considerato una grande potenzialità per l’area del Parco Nazionale, questo infatti gode dell’indiscusso riconoscimento dell’elevato valore del proprio patrimonio paesaggistico, naturalistico e culturale, il quale opportunamente valorizzato, potrebbe ben adattarsi alle nuove tendenze della domanda. È sotto gli occhi di tutti l’evoluzione del turismo, il quale si sta evolvendo da pratica basata sulla standardizzazione dei prodotti turistici con pacchetti preconfezionati rivolti a un turista passivo che considerava l’ambiente come una risorsa da sfruttare per massimizzare i profitti 14; a un tipo di turismo nel quale il turista destina molta più attenzione al tempo libero, richiede offerte di viaggi tagliate su misura delle sue aspettative ed è spesso alla ricerca di spazi turistici autentici e non di massa15. L’articolato patrimonio locale territoriale, diviene quindi elemento distintivo e perno sul quale far leva per attirare questa nuova tipologia di turisti. La ruralità dei luoghi, il forte legame a tradizioni ed usi locali, anche la difficoltà di accessibilità dell’area possono essere elementi distintivi per attirare una domanda turistica ancora di nicchia ma fortemente in crescita. In termini di policy occorre innanzitutto dare priorità agli investimenti e agli interventi16 volti a salvaguardare la naturalità dell’area protetta e l’identità del territorio. 14 Goffi G. (2010), Management delle destinazioni turistiche: sfide per territori e imprese.Il caso di Senigallia e delle Valli Misa e Nevola, Milano, Angeli. 15 Dallari F. (2007), Il turismo per lo sviluppo locale e la competitività internazionale, in Bencardino F., Prezioso M. (2007) Geografia del turismo, Milano, Mcgraw - Hill. 16 Gli interventi quali: l’adozione di regole precise di qualità e per la tipologia dell’edificato (certificazioni di qualità, bio architettura, regolamenti paesaggistici, ecc.) la tutela della biodiversità, l’introduzione di incentivi per l’avvio di attività agricole ed industriali a basso impatto ambientale, la rivitalizzazione di centri storici e di borghi semi abbandonati.

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I numerosi centri storici semi abbandonati e in parte anche ristrutturati grazie ai fondi provenienti dalle royalties potrebbero permettere di diversificare il sistema ricettivo, introducendo così forme di ospitalità “alternative” e più sostenibili. In un’area interna della Basilicata, connotata da un forte spopolamento e da un elevato indice di invecchiamento demografico, la diffusione di tipologie innovative di accoglienza può rappresentare un’occasione per rivitalizzare i borghi a rischio di estinzione e riattivare processi di sviluppo economico. Ad esempio, grazie al modello di sviluppo di Alberghi Diffusi17, che pone attenzione alle esigenze delle domanda, e allo stesso tempo, si propone come un’opportunità per rivalorizzare i luoghi e le loro identità. Come emerso dall’indagine, considerando l’elevato interesse dimostrato dagli intervistati per lo sviluppo turistico del Parco Nazionale, è necessario mettere in atto una serie di interventi volti a potenziarne la visibilità e a migliorarne la fruibilità; bisogna puntare non solo sui tradizionali canali di comunicazione e informazione ma soprattutto sulle opportunità offerte dal Web. Dunque, puntare sulle nuove tecnologie per promuovere e valorizzare il proprio “prodotto” può essere una soluzione economicamente accessibile e immediatamente realizzabile grazie alla quale avviare la promozione turistica del Parco. È utile evidenziare, tuttavia, come quanto detto finora possa essere attuato solo attraverso una collaborazione tra pubblico e privato. Per la definizione delle strategie di sviluppo del Parco Nazionale è indispensabile la cooperazione e concertazione degli attori, attivando quindi forme di governance sia orizzontale che verticale. È necessaria una gestione integrata delle risorse e l’attivazione di politiche bottom up che mettano in rete operatori del settore, amministratori e comunità locali, rendendoli attori e co - decisori delle strategie di sviluppo locale. In questo contesto il ruolo dell’Ente Parco potrebbe essere proprio quello di fare da promotore e moderatore di questa arena decisionale allargata, presentandosi 17 Gli Alberghi Diffusi sono particolari tipologie di strutture ricettive che trasformano il patrimonio immobiliare dismesso in forme di ospitalità innovative che uniscono ai comfort di un albergo tradizionale l’accoglienza e l’ospitalità tipiche delle forme ricettive extra alberghiere. Per maggiori informazioni leggere la II sezione del capitolo 5 del presente documento.

36

Albergo Diffuso I piccoli paesini della Val d’Agri, arroccati sulle alture o adagiati su pendii, sono da anni soggetti ad un forte abbandono. Molti edifici vengono abbandonati o non utilizzati, lasciati andare in rovina. Guardando all’esperienza del Prof.Giancarlo Dall’Ara e del Prof. Maurizio Droli, i creatori del concetto di Albergo Diffuso, si vuole puntare a riqualificare i borghi, regalando nuova vita agli edifici dismessi. Così come è successo in altre parti d’Italia si punta sul coinvolgimento delle popolazioni locali nel rievocare e mettere in campo vecchie tradizioni per fare in modo che gli ospiti che verranno a visitare il paese abbiano un’esperienza completa, indimenticabile e unica. L’obiettivo è quindi trasformare le case dismesse dei borghi valligiani in una rete di AD che offrano al visitatore una visita irripetibile.

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valdagriturismo.com

Progetto ambizioso che ha come obiettivo la collaborazione fra Proloco dei diversi paesi della Val d’Agri. Attraverso un portale web che raccoglie informazioni, caratteristiche e attività dei singoli borghi, si cerca di mettere a concerto le offerte culturali, enogastronimiche, naturalistiche dell’area, creando un network. Sono stati così creati diversi percorsi che mettono in rete i paesi, offrendo la possibilità di scaricare gratuitamente dal sito itinerari GPS. Il portale fornisce link utili alla fruizione dell’area e propone itinerari tematici che vanno dallo sport alla cultura, dalla natura all’enogastronomia fino ad abbracciare il tema dell’energia


Albergo Diffuso

Per approfondire consultare il Capitolo 5.2

Per approfondire consultare il Capitolo 7

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come garante. L’integrazione delle politiche è quindi una priorità per lo sviluppo di questo territorio. Occorre una chiara e condivisa visione strategica del futuro dell’area a partire dalla quale attivare interventi

(formativi, economici, di promozione turistica, agro - alimentari, ecc.) grazie ai quali il turismo nel Parco possa diventare una reale opportunità di sviluppo.

Convegni, pubblicazioni e conferenze Il lavoro di ricerca qui presentato è stato oggetto di svariate pubblicazioni e partecipazioni a convegni e conferenze inerenti al tema in esame. Lo studio è apparso nella rivista scientifica internazionale - Culture della Sostenibilità, Anno IV, n.8; II Semestre 2011 - con un estratto sintetico dal titolo “Possibili scenari in un’area estrattiva. Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese” realizzato da Livio Chiarullo e Annalisa Percoco18. La ricerca sul potenziale del PNAL è stata pubblicata anche da McGraw Hill “Le potenzialità di sviluppo turistico del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri, Lagonegrese tra natura ed energia” a cura di Mariaester Cassinelli e Livio Chiarullo. Inoltre, è stata presentata anche in un articolo apparso sulla rivista Vita, magazine dedicato alla sostenibilità economica e ambientale e al mondo non profit, nel n.5 dell’11 febbraio 2011. Tale numero presenta un focus sul PNAL e sul turismo in Basilicata, all’interno del quale troviamo un articolo scritto da Livio Chiarullo dal titolo “Profilo del “turista tipo” interessato all’area del Parco - Eco vacanze coast to coast a portata di famiglia”. 18 Ricercatori FEEM che hanno lavorato all’elaborazione originale della ricerca.

Fra le conferenze da citare abbiamo la XXXII Conferenza AISRE (Associazione Italiana di Scienze Regionali) alla quale hanno partecipato come relatori i ricercatori FEEM19 presentando un paper sintetico sulle “Potenzialità turistiche di un’area protetta fra natura ed energia: Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, Val d’Agri, Lagonegrese”. Altra importante conferenza dal carattere internazionale alla quale abbiamo partecipato è la 6th Annual International Conference on Tourism di Atene (Grecia) dal 1 - 4 July 2010 sponsorizzata da l’Accademy of Tourism Research & Studies (ATEM) e dal Tourism Research Unit of the Athens Istitute for Education and Research (AT.IN.E.R) con il paper “Analysis of the potential tourism development of the Val d’Agri National Park” a cura di Margaretha Breil, Mariaester Cassinelli, Livio Chiarullo. A tale conferenza è seguita un lavoro editoriale intitolato “Tourism Destinations and Tourism Businesses: Issues of Competition and Cooperation” a cura dell’Athens Institute for Education and Research, edito nel 2012 all’interno del quale troviamo, alla quarta sezione dedicata al turismo sostenibile, il paper “Analysis of the Tourism Development Potential of the Val d’Agri National Park” presentato al convegno greco. 19 A.Bencivenga, M.Breil, M.Cassinelli, L. Chiarullo, A.Percoco.


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CAPITOLO 2 La valutazione del potenziale turistico del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e la Carta Europea del Turismo Sostenibile

Introduzione 1. La domanda turistica del Parco Nazionale Val d’Agri Lagonegrese 2. Il sistema di offerta del Parco Nazionale Appennino Lucano 3. La promozione e la comunicazione del Parco 4. L’analisi dei mercati analoghi Conclusioni Bibliografia e sitografia


Introduzione Dopo l’analisi della domanda turistica potenziale del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano1 svolta dalla Fondazione Eni Enrico Mattei tra il 2009 e il 2010, nel 2011 l’attività di ricerca sull’ecoturismo si è focalizzata sull’aggiornamento della conoscenza della domanda e su un’analisi dettagliata della dotazione di risorse e servizi di cui il PNAL dispone. Nel contempo, l’Ente Parco aveva intrapreso il percorso per la certificazione per la Carta Europea del Turismo Sostenbile, uno strumento di adesione attraverso cui l’area protetta sceglie di seguire uno sviluppo turistico compatibile con i principi dello sviluppo sostenibile. Il PNAL, per poter sottoscrivere la Carta, ha dovuto redigere una strategia di sviluppo turistico, realizzando una diagnosi e consultando e coinvolgendo tutti gli stakeholders locali, allo scopo di definire obiettivi strategici e un piano d’azione concertato. In questo percorso, le informazioni raccolte e i dati rielaborati da FEEM nel corso degli anni hanno rappresentato il supporto metodologico per la realizzazione della fase della diagnosi turistica2. Tale fase è di estrema importanza in quanto rappresenta la base su cui costruire la strategia di sviluppo turistico dell’area, da cui poi deriva il Piano di azioni, da implementare nei cinque anni successivi. Per indagare se il Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese è dotato o meno di un reale potenziale turistico si è provveduto a una valutazione che tenesse conto della domanda, dell’offerta (sia in termini di strutture ricettive e ristorative che di risorse e servizi per il turista), della concorrenza e delle tendenze di mercato, finalizzata all’identificazione delle opportunità connesse al turismo attraverso la diagnosi dei punti di forza e di debolezza del territorio. 1 Il PNAL è il più giovane Parco Nazionale d’Italia, con il quale nel 2011 Feem ha siglato una partnership finalizzata a supportare lo sviluppo turistico dell’area protetta. 2 Il presente lavoro di ricerca è stato realizzato dai ricercatori della Feem di Viaggiano: Bencivenga Angelo, D’Alterio Vollaro Paloma, De Filippo Marcella, Pepe Angela, Percoco Annalisa.

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L’analisi della domanda attuale nel Parco ci ha permesso di ottenere una serie di informazioni di tipo quantitativo sull’affluenza turistica (arrivi, pernottamenti, durata media del soggiorno, tipologia di struttura ricettiva scelta, periodo della vacanza); allo stesso tempo, è stato importante, riuscire a raccogliere indicazioni anche qualitative (target, provenienza, motivazioni, aspettative, livello di soddisfazione ecc.). La mappatura completa del sistema di offerta del Parco ha permesso di approfondire il livello di conoscenza su una molteplicità di componenti che connotano il territorio di riferimento. Parlare di sistema di offerta significa, infatti, considerare elementi di natura strutturale (alberghi, ristoranti, agriturismi ecc.) connessi all’ospitalità ma, soprattutto, valutare le risorse (naturali, culturali, enogastronomiche, eventi ecc.) che, associate ai servizi, contribuiscono a definire il prodotto turistico territoriale. La rielaborazione delle informazioni raccolte, oltre a restituire una verifica dello stato attuale delle presenze turistiche nel Parco, costituisce una valida base di decisione per tutti gli organismi di sviluppo, agevolando, ad esempio, l’elaborazione di prodotti turistici che soddisfino le aspettative dei diversi target presenti o l’individuazione della più efficace campagna promozionale (strategia mirata, scelta dei supporti di comunicazione ecc.). Infine, l’analisi dei contesti competitivi ha l’obiettivo di individuare e descrivere le caratteristiche dei principali competitors del Parco, per consentire allo stesso di valutare le opportunità, in termini di turisti potenziali, e, sulla base dei propri punti di forza e di debolezza, definire le strategie di sviluppo turistico più coerenti per il conseguimento di un buon posizionamento sul mercato turistico e, quindi, di un vantaggio competitivo più duraturo.


1. La domanda turistica nel PNAL Val d’Agri Lagonegrese L’analisi del movimento dei flussi turistici all’interno del Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese prende in considerazione i dati relativi agli arrivi e alle presenze rilevate ufficialmente all’interno delle strutture ricettive3. L’arco temporale preso in considerazione va dal 2006 al 2011. Nel 2011 il Parco ha fatto registrare 52.122 arrivi, pari al 10,2% degli arrivi rilevati nell’intera regione, e 153.406 presenze, pari al 7,8% delle presenze totali della Basilicata. La distribuzione geografica dei flussi non è uniforme nelle tre “anime” territoriali del Parco (Val Camastra, Val d’Agri e Lagonegrese). Graf.1 Per quanto riguarda il peso turistico assunto da ciascuna area del Parco, è la Val d’Agri a detenere, con 30.122 arrivi e 110.522 presenze, la maggiore quota di mercato4, pari al 58% degli arrivi e al 72% delle presenze complessive del Parco; a seguire l’area Lagonegrese con 12.851 arrivi e 22.271 presenze (25% degli arrivi e 15% delle presenze) e la Val Camastra con 9.149 arrivi e 20.613 presenze (18% degli arrivi e 13% delle presenze). Graf.2 Il rapporto tra le presenze annuali e in numero di residenti evidenzia inoltre che, delle tre aree la Val d’Agri è quella che subisce una pressione turistica più robusta, l’indice di intensità turistica5 risulta essere,infatti, più elevato (pari a 2,216) rispetto

alla Val Camastra (1,467) e al Lagonegrese (0,91), queste ultime caratterizzate da un indice più basso di quello generale del Parco, che ammonta a 1,73 turisti per abitante8.

3 A questi dati manca il numero degli escursionisti, che sfugge alle statistiche ufficiali, ma che in quest’area riveste un ruolo importante. Allo stesso modo, non sono registrati i flussi turistici in appartamenti privati e nelle seconde case, dal momento che nessuna statistica ufficiale sulla domanda e sull’offerta di turismo in alloggi privati è disponibile a livello comunale. 4 La Val d’Agri è l’area in grado di attrarre maggiormente i flussi turisti ciò anche in funzione del fenomeno consistente di turismo business, legato alla presenza del centro direttivo delle attività di esplorazione e produzione dell’Italia Meridionale (DIME) dell’eni e del Centro Olio di Viggiano. 5 L’indice d’intensità turistica corrisponde al rapporto tra presenze annuali e popolazione residente. Tale indice restituisce la misura delle pressioni realmente esercitate dai flussi turistici sulla comunità locale rispetto, ad esempio, all’utilizzo del suolo, ai trasporti, all’approvvigionamento idrico e alimentare, allo smaltimento di acque reflue e di rifiuti, all’utilizzo di strutture per il tempo libero, ecc. 6 LTale valore è il risultato del rapporto tra le presenze turistiche annuali registrate nelle strutture ricettive della Val d’Agri (110.522; Fonte: Apt) Basilicata) e la popolazione residente nei comuni (49.941; Fonte: Istat, 2011).

L’indice di internazionalità, ovvero il rapporto tra presenze straniere e presenze totali del Parco, evidenzia un valore piuttosto basso, pari a 0,10. Tale dato, in ausilio alle percentuali di turismo estero menzionate precedentemente, manifesta lo scarso appeal che il territorio del PNAL esprime nei confronti dei mercati stranieri. L’unica area che fa registrare un indice di internazionalità leggermente superiore a quello espresso dal Parco è la Val d’Agri (0,121), ciò con buona probabilità in relazione alla

Per quanto riguarda il mercato di provenienza, nel 2011 il turismo del Parco è connotato da un mercato per lo più nazionale, che rappresenta il 94% degli arrivi e l’89% delle presenze totali. I maggiori bacini italiani, sostanzialmente di prossimità, sono Puglia, Campania e la stessa Basilicata. Il mercato estero produce, invece, solo il 6% degli arrivi e l’11% delle presenze totali, alimentate principalmente da Romania, Spagna e Germania. Le quote marginali generate dal turismo internazionale all’interno Parco Appennino Lucano sono essenzialmente comparabili a quelle dell’intera regione, nella quale il turismo estero rappresenta circa il 10% dei flussi totali in entrata (Apt, 2012). Complessivamente, nel 2011 gli arrivi italiani del PNAL ammontano a 49.184, circa il 10% degli arrivi domestici dell’intera Basilicata, a fronte dei 2.938 stranieri,ovvero il 4% di quelli regionali. Si censiscono poi 136.880 presenze domestiche, il 7,5% di quelle regionali, e 15.868 presenze straniere,che pesano per circa il 10% sulle presenze straniere globali. Graf.3

7 Il valore è il risultato del rapporto tra presenze turistiche in Val Camastra (20.613; Fonte: Apt Basilicata) e popolazione residente in Val Camastra (14.056; Fonte: Istat, 2011). 8 Tale dato è il risultato tra le presenze nel Parco al 2011, pari a 153.406, e la popolazione residente nei comuni del Parco, pari a 88.290 (Istat, 2011).

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9.149

Val Camastra Val d’Agri

12.851

Lagonegrese

30.122

Graf.1 - Distribuzione geografica degli arrivi nel Parco 2011, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

22.271

Val Camastra

20.613

Val d’Agri Lagonegrese

110.522

Graf.2 - Distribuzione geografica presenze nel Parco 2011, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

Arrivi 2011

Presenze 2011

5,64%

10,77%

94,36%

89,23% Italiani Stranieri

Graf.3 - Provenienza dei flussi turistici del Parco 2011, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

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domanda di turismo business e di lavoro, anche internazionale, che essa attrae9. Degli arrivi totali del Parco ben l’89% sceglie di soggiornare in strutture alberghiere, il restante 11% opta invece per un alloggio in strutture extralberghiere. Le strutture alberghiere del PNAL sono preferite tanto dagli italiani quanto dagli stranieri, vi alloggiano infatti l’89% (43924) dei primi e il 91% (2664) dei secondi. Anche rispetto alle tre aree territoriali, l’offerta alberghiera risulta essere quella maggiormente fruita dai turisti, essa raccoglie l’88% degli arrivi della Val d’Agri, il 90% di quelli della Val Camastra e il 92% di quelli del Lagonegrese. Stesso discorso vale per le presenze, sia analizzando complessivamente il Parco sia guardando il dettaglio delle tre aree. Altra indicazione importante per delineare le caratteristiche della domanda turistica del Parco è rappresentata dalla permanenza media. I turisti che scelgono come meta del proprio viaggio il PNAL vi soggiornano mediamente 2,9 giorni; la permanenza media dei turisti stranieri, che supera di gran lunga quella degli italiani (2,8 giorni) e dello stesso PNAL, arriva a sfiorare i 6 giorni (5,6 giorni). Riguardo alle tre aree territoriali, si rileva che essa risulta essere più bassa della media del Parco in Val Camastra (2,3 giorni) e nel Lagonegrese (1,7 giorni), mentre in Val d’Agri supera quella generale del PNAL attestandosi a 3,7 giorni. I flussi turistici del PNAL si spalmano in maniera abbastanza omogenea nel corso dei mesi, sia in termini di arrivi che di presenze. Percentuali più consistenti di arrivi si registrano solo in Luglio, Agosto e Ottobre. I mesi che vedono una maggiore percentuale di presenze sono invece Maggio, Giugno ed Agosto. Graf.4,5 Delle tre aree del PNAL, la Val d’Agri è quella con i flussi turistici più costanti e destagionalizzati, ciò con buona probabilità in virtù della presenza di turismo business. La Val d’Agri, infatti, fa registrare un comportamento equilibrato durante i 12 mesi dell’anno, originando una curva della stagionalità tipica del turismo d’affari. Diversa è la situazione in Val Camastra e nel Lagonegrese, 9 In Val Camastra, l’indice di internazionalità, pari a 0,092, risulta essere in linea con il dato complessivo del Parco. Infine, per quanto riguarda il Lagonegrese, tale indice è pari a 0,073.

dove il fenomeno turistico è connotato da una prevalente stagionalità dei flussi. In Val Camastra, meta principalmente di turisti montani, i flussi più consistenti si concentrano in maniera costante nei mesi invernali (Dicembre, Gennaio e Febbraio) e nei mesi estivi (Luglio ed Agosto), nel Lagonegrese, invece, che si configura in primo luogo come destinazione di rimbalzo del turismo della costa, i flussi maggiori vanno da Aprile ad Agosto. Il confronto tra i flussi del 2006, anno precedente all’istituzione del Parco, e il 2011 mostra una crescente capacità attrattiva del Parco, dai dati sugli arrivi relativi al periodo in questione emerge, infatti, un incremento del 9% in termini di arrivi e del 59% in termini di presenze. Da notare che, mentre gli arrivi hanno fatto registrare un andamento altalenante tra il 2006 e il 2011, le presenze sono progressivamente e costantemente aumentate. Il generale e costante incremento delle presenze turistiche è associato all’incremento di turisti sia italiani che stranieri. In particolare, per ciò che concerne la domanda italiana si rileva che gli aumenti più significativi si sono determinati grazie ai flussi provenienti da regioni geograficamente più distanti dalla Basilicata, sia da regioni centro - settentrionali10, che da Sicilia e Sardegna. Questi trend di arrivi e presenze hanno comportato un aumento della permanenza media degli italiani da circa 1,9 a 2,8 giorni. Anche la domanda straniera ha fatto registrare un aumento della permanenza media passata dai 3,9 giorni del 2006 ai 5,6 del 2011. L’aumento della permanenza media si rileva anche nelle tre aree del Parco e nello specifico essa passa in Val d’Agri da 2,9 giorni nel 2006 a 3,7 giorni nel 2011, in Val Camastra da 1,5 a 2,3 giorni e nel Lagonegrese da 1,4 a 1,7 giorni. Altro dato non trascurabile è che dal confronto fra le annualità 2006-2011 si palesa che, tra le aree territoriali, quella che ha determinato l’aumento più significativo dei flussi nel PNAL è la Val d’Agri, la quale fa registrare un incremento del 65% in termini di arrivi e del 108% in termini di presenze. Graf.6

10 Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana.

45


9000

7890

8000 7000 6000

5124

5000 4000 3000

4264

3920 3926 3741

3736

4645

3811

4198

3724

3143

2000 1000 0 Gennaio Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

Graf.4 - Andamento arrivi per mese del Parco, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

25000

22622 19662

20000 15927

15000 10000

10485 10158

12415

11429

12862

10446

10568

8190

5000 0

Gennaio Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto Settembre Ottobre Novembre Dicembre

Graf.5 - Andamento presenze per mese del Parco, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

4 3,5 Val d’Agri

3

Val Camastra

2,5

Lagonegrese

2 1,5 1 0,5 0

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Graf.6 - Andamento permanenza media aree del Parco 2006 - 2011, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

46

8642


La Val d’Agri dal belvedere di Viggiano

L’incremento delle presenze e della permanenza media mostra la parabola positiva che il PNAL sta vivendo e la maggiore capacità attrattiva che esso ha rispetto al mercato. Riguardo alla domanda del Parco, dati per lo più confortanti si ricavano pure dall’indagine esplorativa realizzata attraverso la somministrazione di un questionario a un campione di fruitori dell’area protetta. L’indagine ha lo scopo di indagare la percezione che i turisti hanno riguardo a punti di forza e punti di debolezza dell’attuale sistema di offerta turistica. Complessivamente sono stati somministrati 150 questionari, un campione esplorativo che ci consente di raccogliere informazioni utili per conoscere una parte del fenomeno turistico presente e comprenderne le dinamiche. I questionari sono stati somministrati nelle tre macroaree del Parco (Val d’Agri, Val Camastra, Lagonegrese) con quote proporzionali alle presenze rilevate nelle strutture ricettive. Chi afferma di essere consapevole di trovarsi nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano vi è giunto motivato principalmente dalla possibilità di relax a contatto con la natura (23%). L’86% di quanti hanno scelto questa località motivato dal contatto con la natura sa di trovarsi all’interno di un’area protetta e ritiene importante(molto 33% abbastanza 58%) che la meta delle proprie vacanze sia inserita all’interno di un Parco. L’altra parte di chi dichiara di conoscere il PNAL dice di esservi arrivato per la visita ad amici e parenti (11%) e con la stessa percentuale, 8%, per motivi di lavoro, per fare esperienza delle produzioni enogastronomiche tipiche, per praticare attività sportive e per partecipare ad un evento organizzato all’interno del territorio. I viaggiatori manifestano la volontà di dedicarsi a passeggiate nei dintorni

(23%) e al relax (13%), di partecipare a feste e sagre(16%), di sperimentare itinerari turistici (12%). Essi giudicano abbastanza soddisfacenti la qualità del sito web (34%), l’ospitalità e la cordialità della popolazione locale (52%), l’accoglienza nelle strutture ricettive e ristorative (57%), la qualità dei prodotti enogastronomici (45%) e la conservazione del patrimonio locale (58%). Ritengono però poco soddisfacenti la cartellonistica (43%) e l’informazione su cosa visitare e fare all’interno del Parco (38%), poco (24%) o per nulla (27%) soddisfacenti la manutenzione dei sentieri (24% 27%), le piste ciclabili e le ippovie (22% - 23%). Fra quanti dicono,invece, di non conoscere il PNAL il 30% afferma di esservi arrivato per motivi di lavoro, il 21% per far visita ad amici e parenti o per un evento familiare, il 14% mosso dal desiderio di partecipare ad un evento o una manifestazione locale. Solo il 6% ha scelto l’area stimolato dalla possibilità di vivere a contatto con la natura. Tra le attività che essi intendono svolgere nell’area il 20% afferma di volersi impegnare in passeggiate nei dintorni, il 16% di voler partecipare a feste e sagre, il 14% di dedicarsi semplicemente al relax, l’8% di praticare attività sportive. Attività, dunque, prevalentemente legate al relax e all’intrattenimento e poco all’esperienza delle risorse naturali e culturali del parco. Marginali appaiono,infatti, le percentuali di quanti sono intenzionati alla fruizione di itinerari turistici (8%), culturali (6%)o di visite guidate (7%). E’ importante sottolineare che molti di quelli che manifestano la non conoscenza dell’area protetta asseriscono però di conoscerne le risorse ed in parte di averle anche visitate. A titolo esemplificativo ben il 50% ha cognizione del Parco Archeologico di Grumentum e tra questi il 45% lo

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ha visitato, il 50% conosce la Sagra del Canestrato di Moliterno e il 29% vi ha partecipato, il 48% è al corrente della Sagra del Fagiolo di Sarconi e il 35% vi ha preso parte. Alte pure le percentuali di chi dice di aver sentito parlare e aver visitato la festa Madonna di Viggiano (46%/27%) e il Lago del Pertusillo (43%/33%). I dati impongono un’attente riflessione riguardo la promozione del Parco, la quale per essere realmente efficace deve chiaramente agire in un’ottica di promozione e valorizzazione integrata sia delle risorse che dell’area protetta. Ciò che risulta realmente incoraggiante è, infine, il dato di quanti, consapevoli o no di essere in un’area protetta, dichiarano la volontà di ritornare nel Parco per una vacanza, circa il 96% degli intervistati. Dato che conferma la presenza di un interesse per il PNAL e per il suo sistema di offerta turistica, nonostante i limiti evidenziati.

2. Il sistema di offerta del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano 2.1 L’offerta ricettiva Allo stato attuale il sistema ricettivo del PNAL è costituito da 3380 posti letto distribuiti in 96 strutture, le quali dispongono mediamente di 35 letti ognuna. Incrociando il dato sulla dimensione media delle strutture con quello sulla permanenza giornaliera dei turisti si ottiene che essi occupano mediamente solo 12 delle strutture ricettive presenti, lasciandone inoccupate le restanti 84. A confermare ulteriormente il sovradimensionamento dell’offerta rispetto alla domanda è da un lato l’indice di utilizzazione lorda che si ferma solo al 12%, dall’altro il dato che si ottiene accostando il tasso di ricettività del PNAL (4 letti ogni 100 abitanti) con l’indice di pressione turistica giornaliera (0,5 turisti ogni 100 abitanti) che evidenzia l’occupazione di solo un ottavo dei letti a disposizione. Il sistema ricettivo del PNAL, all’interno dell’offerta regionale rappresenta il 14% per numero di strutture e il 9% per posti letto11, si caratterizza 11 Dato aggiornato al 2011. Fonte: APT Basilicata e ISTAT.

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innanzitutto per essere omogeneamente distribuito sul territorio; l’indice di densità ricettiva12 evidenzia infatti che le tre macroaree hanno per lo più un’uguale densità di letti (Val Camastra 2 posti letto per km2 , Val d’Agri 1,7, Lagonegrese 1,53). La maggiore dotazione di letti è generalmente connessa ad un’offerta turistica meglio strutturata e alla sussistenza di attrattori di rilievo. È la Val Camastra a registrare il tasso più alto di posti letto grazie ai comuni di Abriola (277 p.l.) e Pignola (455 p.l.), nei quali sono presenti un comprensorio sciistico (Sellata - Pierfaone) e un’oasi naturale (Pantano di Pignola). In Val d’Agri i centri maggiormente dotati sono Viggiano (437 p.l.) Moliterno (239 p.l.) e Grumento Nova (343 p.l), sedi rispettivamente dell’impianto sciistico della Montagna Grande, dell’area naturale della Faggeta di Moliterno e dell’area archeologica di Grumentum. Nel Lagonegrese, infine, primeggiano Lagonegro (256 p.l.) e Lauria (335 p.l.) che beneficiano delle piste da sci del Sirino, del Lago Laudemio e della vicinanza alla Costa Tirrenica, in particolare a Maratea. A livello territoriale, tra le tre macroaree, la maggiore concentrazione di strutture (56%) e di letti (55%) si rileva in Val d’Agri (1858 p.l.), che conta pure su una domanda turistica più consistente e su un indice di utilizzo lordo piuttosto positivo (16%), in quanto superiore a quello delle due restanti aree e di quattro punti percentuali più alto di quello generale del Parco. La restante parte dell’offerta è distribuita, poi, tra la Val Camastra, con il 18% delle strutture e il 26% dei posti letto, e il Lagonegrese, con il 26% degli esercizi e il 19% dei letti (Tab.1) L’offerta ricettiva del PNAL, dimostra di essere in una fase di sviluppo e di crescita favorita da un lato dalla presenza del centro direttivo delle attività di esplorazione e produzione dell’Italia meridionale dell’eni (DIME) e dal centro olio di Viggiano, dall’altro dall’istituzione dell’area protetta a tutela ambientale del territorio. Tali realtà hanno infatti rappresentato uno stimolo per il potenziamento del sistema ricettivo vigente, il quale, ha vissuto un incremento del 13% 12 L’indice di densità ricettiva è calcolato con il rapporto tra i posti letto e la superficie territoriale.


Numero esercizi

Numero posto letti

Dimensione media

Val Camastra

17

865

50,88

Val d’Agri

54

1858

34,40

Lagonegrese

25

657

26,28

PNAL

96

3380

35,20

Tab.1 - Le tre macroaree: numero di esercizi, posti letto e dimensione media delle strutture

degli esercizi rispetto al 2006 - anno precedente all’istituzione del Parco - quando si censivano 85 strutture. Nello specifico la nascita di nuove imprese per l’accoglienza turistica ha interessato quasi esclusivamente l’area della Val d’Agri che ha visto un sensibile aumento di esercizi ben 13 - negli anni sottoposti ad analisi, con una variazione percentuale tra 2006 e 2011 pari al 32% e un incremento medio del 6%. Una leggera flessione si registra invece in Val Camastra (-6%) e nel Lagonegrese (-4%), con un decremento medio dell’1% per la prima area e del 2% per la seconda. La Val d’Agri, fa riscontrare la performance migliore passando dai 1647 posti letto del 2006 ai 1858 del 2011(+13%). L’analisi fin qui condotta evidenzia che: l’offerta ricettiva del PNAL è sovradimensionata rispetto alla domanda attuale, l’utilizzo lordo è solo del 12%; il sistema ricettivo è omogeneamente distribuito sul territorio. La maggiore dotazione di letti è connessa ad un’offerta turistica meglio strutturata e alla presenza di attrattori turistici di rilievo. L’area con un maggiore fondo di letti (55% dei letti) e un più alto indice di utilizzo lordo è la Val d’Agri (16%). L’offerta ricettiva vive una fase di sviluppo e di crescita, fa registrare un +13% per le strutture e un +4% per i posti letto tra il 2006 e il 2011.

2.1.1 L’offerta alberghiera

Dai dati relativi alla domanda del PNAL si evince che ben l’89% dei turisti che arrivano

all’interno dell’area protetta scelgono come struttura ricettiva per il loro soggiorno l’hotel, solo l’11% decide, invece, di trascorrere la propria vacanza in una struttura extralberghiera. A prediligere la formula alberghiera rispetto a quella extralberghiera sono tanto gli italiani (89%) quanto gli stranieri (91%). Per entrambe le tipologie la permanenza media si attesta intorno alle 3 notti, un dato positivo se si pensa che il 50% dei turisti verdi che si muovono nelle aree naturali italiane pernotta per una notte e il 20% per il week end, solo il 13% fa registrare invece tre pernottamenti13. Dall’analisi sulla consistenza ricettiva, emerge che il PNAL risponde in maniera positiva alla domanda turistica attuale avendo infatti una elevata concentrazione di posti letto nel comparto alberghiero, 2644 letti che rappresentano il 78% dell’intera offerta. Tuttavia se si confronta la dimensione media (60 p.l.) dei 44 hotel presenti, che equivalgono al 46% del totale delle strutture del Parco, con il numero medio di presenze giornaliere alberghiere (379 turisti) si evidenzia che anche in questo caso i turisti riempiono mediamente poco più di 6 strutture, lasciandone vuote le restanti 38. L’indice di utilizzo lordo si ferma, infatti, solo al 14%. Riguardo alla tipologia di strutture alberghiere, l’offerta del PNAL è prevalentemente rappresentata da alberghi a 3 stelle (22), che coprono il 50% del totale, la restante parte è occupata, poi, per il 25% da hotel a due stelle (11) e per il 18% da strutture a una stella (8). Un’offerta, dunque, che si presenta di categoria medio bassa, vista anche l’esistenza di sole tre strutture a quattro stelle, che coprono il 7% dell’offerta alberghiera, e la totale assenza 13 Osservatorio Permanente sul Turismo Natura, a cura di, IX Rapporto Ecotur sul turismo natura, p.20, 2011.

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18%

26%

19%

26%

Distribuzione strutture ricettive

Distribuzione posti letto

Val Camastra Val d’Agri

56%

55%

Lagonegrese

Graf.7 - Distribuzione strutture ricettive e distribuzione posti letto, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

51%

34% 26%

Val Camastra

Val d’Agri

Lagonegrese

Graf.8 - Dimensione media per le tre macroaree del PNAL, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

16%

9% 7%

Val Camastra

Val d’Agri

Lagonegrese

Graf.9 - Utilizzo lordo per le tre macroaree del PNAL, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

50


strutture

posti letto

5%

7% 18%

25%

14%

50%

15%

66% 1 stella 2 stelle 3 stelle 4 stelle

Graf.10 - Percentuale di servizi e posti letto per stelle, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

di alberghi a 5 stelle o di categoria superiore. Graf.10 è utile evidenziare che con gli anni il sistema alberghiero del Parco sembra comunque essersi riqualificato. Dai dati dell’Azienda di Promozione Turistica della Basilicata emerge14 che dal 2006 al 2011, è avvenuto un incremento del 16% di strutture a 3 stelle (da 19 a 22), con una conseguente moltiplicazione anche dei posti letto (oltre 130 unità). Esaminando la dislocazione territoriale delle strutture alberghiere del PNAL, l’area più densamente popolata da alberghi è la Val Camastra con 1,6 posti letto per km2; in essa si concentrano tra l’altro le strutture con una dimensione media più alta (pari a circa 88 letti). L’indice di utilizzo lordo (7%), di contro, si attesta al livello più basso fra le tre macroaree. Segue per densità di letti (1,3 letti per km2) e dimensione media la Val d’Agri (65 letti), il territorio nel quale i posti letto alberghieri vengono maggiormente utilizzati (19%). La permanenza media nelle strutture alberghiere del PNAL è di tre notti, superiore alla media 14 Dati Apt: pur essendosi registrata una generale stabilità nel numero degli esercizi e dei posti letto, vi sono stati aumenti o decrementi di strutture e letti nella diverse categorie.

nazionale. Il 78% dei posti letto del PNAL è distribuito nel comparto alberghiero. L’offerta è sovradimensionata, l’utilizzo lordo è solo del 14% ed è di categoria medio bassa, infatti prevalgono i 3 stelle. L’area con una maggiore concentrazione degli esercizi alberghieri è la Val Camastra, che gode pure della presenza delle strutture più consistenti (88 posti letti medi), ma l’area con l’utilizzo lordo più alto è la Val d’Agri (19%).

2.1.2 L’offerta extralberghiera

Per ciò che concerne l’offerta extralberghiera, la cui dimensione media si aggira intorno ai 14 letti, la formula maggiormente radicata sul territorio è quella dell’agriturismo con 486 posti letto - il 66% dell’offerta - per 29 agriturismi, che rappresentano il 56% del medesimo settore. Le case vacanza e gli appartamenti ad affitto turistico (15 per 161 posti letto) offrono invece il 22% dei posti letto del comparto, il 6% (48 posti letto) è poi appannaggio di un unico villaggio turistico ubicato in Val Camastra. Pochi i B&B - solo 9 di cui 7 in Val d’Agri e 2 nel Lagonegrese per un totale di 41 posti letto - quest’ultima soluzione ricettiva andrebbe potenziata vista la

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strutture

posti letto

13%

56%

6%

2%

66%

29%

6% 22%

Agriturismo Alloggi gestiti in forma imprenditoriale Villaggio turistico B&B

Graf.11 - Tipologia strutture offerta extralberghiera e distribuzione posti letto per offerta extralberghiera, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata

preferenza accordata da ben il 21% dei turisti verdi15. Nel settore extralberghiero il Parco Nazionale risulta sprovvisto di ostelli, rifugi, campeggi e di altre forme di ospitalità generalmente presenti nelle aree naturalistiche, che pure raccolgono il 23% delle preferenze dei turisti natura. L’indice di densità ricettiva evidenzia che le tre aree hanno una uguale densità di strutture extralberghiere ovvero 0,4 posti letto per km2, mentre l’utilizzo lordo, del 6% nell’intera area Parco, risulta essere del 3% in Val Camastra, del 7% in Val d’Agri e del 5% nel Lagonegrese. Graf.11 Il comparto extralberghiero è quello più dinamico, poiché caratterizzato da fasi di costante aumento nel numero di strutture e di posti letto, aumento che dal 2006 al 2011 si è aggirato intorno al 33% - per numero di strutture -, arrivando a picchi del 68% in Val d’Agri. L’analisi dell’offerta extralberghiera evidenzia che la formula maggiormente radicata nel PNAL è l’agriturismo, la presenza di B&B, nonostante siano la scelta del 21% del turisti natura, è carente. 15 Fonte: dati del Rapporto Ecotur, nel quale si sottolinea che “questa nuova e molto richiesta tipologia ricettiva sta consolidando gli importanti risultati raggiunti negli anni passati”.

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Totalmente assenti gli ostelli, i rifugi, i campeggi e le altre forme di ospitalità generalmente presenti nelle aree protette. Le strutture extralberghiere sono equamente distribuite sul territorio, l’’utilizzo lordo di tali strutture si attesta al 6% nel PNAL, più alto (7%) solo in Val d’Agri. Il settore extralberghiero è caratterizzato da costanti aumenti di strutture (+33%). La Val d’Agri detiene le percentuali più alte di aumento delle strutture (+68%). Il settore maggiormente in crescita sono gli alloggi gestiti in forma imprenditoriale (+ 650% per le strutture).

2.1.3 La sostenibilità delle strutture ricettive del parco

L’adesione alla Carta Europea per il Turismo Sostenibile presuppone la volontà sia dell’ente gestore dell’area protetta che dei diversi stakeholders presenti sul territorio, incluse le strutture ricettive, di favorire un turismo coerente con i principi dello sviluppo sostenibile; un turismo, quindi, che preservi nel lungo periodo le risorse naturali, culturali e sociali e contribuisca in modo equo allo sviluppo economico dell’ area. Per il raggiungimento di questo obiettivo è


necessaria una diagnosi approfondita dello stato di fatto del sistema, diagnosi che evidenzi i punti di forza e le criticità su cui è importante e possibile intervenire. Per fotografare il livello di sostenibilità delle strutture ricettive presenti all’interno del PNAL si è provveduto alla somministrazione di un questionario telefonico. Delle 96 strutture presenti nel Parco 86 sono state contattate nel 2010 mentre le restanti 10 nel 2011, le interviste sono state effettuate ai gestori o ai titolari degli esercizi. Sono stati sottoposti quesiti:

• sulla sostenibilità economia, per valutare

• •

quanto le strutture ricettive, direttamente o indirettamente, generino e distribuiscano reddito a favore degli altri attori locali coinvolti nel settore turistico e il contributo che esse danno in termini occupazionali; sulla sostenibilità ambientale, per verificare quante strutture adottino misure per la salvaguardia della natura e dell’ambiente; sulla sostenibilità sociale, per analizzare il legame delle strutture ricettive con il territorio e la cultura del luogo, l’impegno alla salvaguardia e alla promozione degli usi e costumi locali.

Per ciò che concerne il grado di sostenibilità economica16 si evidenzia che le strutture del PNAL, allo stato attuale, sono in grado di generare un effetto moltiplicativo a favore di alcuni settori produttivi presenti nella comunità in cui operano, occupando, una quota della manodopera locale. Il 63% di esse, infatti, si serve prevalentemente di personale qualificato residente nel suo comune o nei comuni limitrofi, impegnando nel complesso 86 ragazzi di età inferiore a 25 anni. Le percentuali più consistenti di occupazione di manodopera locale si riscontrano nelle strutture alberghiere (83% contro il 52% dei complementari), le quali necessitano maggiormente di collaboratori esterni data la presenza di un numero più rilevante di posti letto (60 letti medi contro i 14 delle seconde) e un utilizzo lordo di otto punti percentuali superiore rispetto agli esercizi extralberghieri. 16 Con sostenibilità economica intendiamo la capacità delle strutture ricettive di generare e distribuire, direttamente o indirettamente, reddito a favore degli altri attori locali coinvolti nel settore turistico e il contributo che esse danno in termini occupazionali.

Nel 54% delle strutture sono, poi, in uso manufatti realizzati da imprese locali ovvero tendaggi, mobilio per le camere e tovagliato per il ristorante prodotti dalle botteghe artigiane presenti nel PNAL. Tale attitudine trova riscontro nel 61% degli alberghi e nel 52% delle strutture extralberghiere del Parco. Il 79 % degli esercizi propone, infine, prodotti alimentari locali nella propria colazione o nel proprio menù, sostenendo in tal modo le produzioni agroalimentari del territorio. Anche in questo caso sono le strutture alberghiere a manifestare la maggiore percentuale di utilizzo dei prodotti, l’85% contro il 60% degli extralberghieri. Le strutture del PNAL dimostrano, inoltre, una forte sensibilizzazione ed un buon impegno nella salvaguardia ambientale soprattutto attraverso azioni quotidiane e poco dispendiose. L’83% delle strutture adotta pratiche ecologiche quali la raccolta differenziata, lo smaltimento degli oli, il compostaggio e la riduzione dell’utilizzo della plastica. L’88% utilizza sistemi per la riduzione dei consumi di acqua ed energia quali i riduttori di flusso ai rubinetti e lampade a basso consumo; l’81% sensibilizza gli ospiti al rispetto dell’ambiente sollecitandoli ad adottare comportamenti ecologicamente responsabili. Tali politiche di sostenibilità ambientale sono messe in atto, in media, dall’88% delle strutture alberghiere e dall’80% delle strutture extralberghiere. Per azioni più onerose, come l’acquisto e l’uso di fonti rinnovabili e l’adozione di certificazioni ambientali, le percentuali si riducono sensibilmente. Solo il 16% delle strutture ricettive del PNAL (il 12% degli alberghi e il 15% degli extralberghieri ) si avvale di fonti di energia rinnovabile, dichiarando di avere in uso pannelli solari e fotovoltaici o impianti a biomasse e geotermici, e solo il 15% degli esercizi (22% degli alberghi e 9% delle strutture extralberghiere) possiede certificazioni di natura ambientale (ISO 14001, emas, ecolabel, icea). Per ciò che concerne l’apporto che il sistema ricettivo fornisce allo sviluppo turistico del PNAL, se da un lato è da sottolineare lo scarso impegno nel sostenere direttamente iniziative che promuovano l’area protetta, dall’altro è da rilevare che esso, anche attraverso l’utilizzo del web, funge

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da vero e proprio polo informativo e di prima accoglienza per il visitatore, promuovendo le attività e i servizi messi in campo dagli attori locali che agisco in campo turistico. In effetti, allo stato attuale solo il 21 % degli operatori (il 17 % dei gestori di alberghi e il 20% degli extralberghieri) è sostenitore di un’iniziativa storico - culturale, ambientale, enogastronomica legata al Parco e solo il 33% (il 34% degli alberghi, il 33% degli extralberghieri) aderisce a consorzi e associazioni per lo sviluppo locale. Infine solo il 31% delle strutture, con una sostanziale prevalenza degli esercizi extralberghieri (soprattutto agriturismi), mette a disposizione del turista la possibilità di acquistare prodotti alimentari e artigianali tradizionali. Un servizio aggiuntivo che andrebbe potenziato perché capace di creare un circuito economico virtuoso garantendo un indotto alle piccole aziende del territorio oltre ad essere utile veicolo di conoscenza e promozione del Parco17. Ai valori piuttosto negativi fin qui rilevati si contrappongono però percentuali più che positive: ben il 69% delle strutture (il 76% degli alberghi, il 64% degli extralberghieri) ha al suo interno materiale informativo sulla storia, le tradizioni e gli eventi del PNAL. Nell’area valdagrina tale percentuale aumenta di ben 7 punti. Il 92% dei titolari (il 90% degli alberghi, il 93% degli extralberghieri), informa gli ospiti dell’esistenza di servizi turistici locali. Tra quanti posseggono, poi, un sito internet di promozione della struttura - il 58% del totale dell’offerta ricettiva - più del 47% ha tra i contenuti (46% degli alberghi, 50% degli extralberghieri) informazioni sulle risorse naturali e culturali del PNAL e sugli eventi che ivi si organizzano. In sintesi dall’analisi emerge che l’offerta ricettiva del PNAL è costituita da 96 strutture per un totale di 3380 posti letto (35 letti medi per struttura). L’incrocio con i dati relativi alle presenze turistiche ci permette di definire tale offerta come sovradimensionata rispetto alla consistenza del movimento attuale, come evidenzia il tasso di utilizzo lordo delle strutture che si ferma al 12%. Dal punto di vista della sostenibilità, pur avendo in tale ambito attivato azioni significative e meritorie, il sistema ricettivo del PNAL ha ancora delle

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17 I prodotti enogastronomici stanno via via acquistando, in campo turistico, il ruolo di veri e propri “oggetti ricordo”, documenti tangibili e identificativi dell’area di produzione.

criticità importanti che dovrebbero essere risolte attraverso l’azione diretta dei titolari delle strutture e mediante il sostegno dell’ente gestore il quale potrebbe in primis incentivare la cooperazione tra le strutture, l’adozione di fonti rinnovabili e la certificazione delle stesse.

2.2 L’offerta turistica: risorse naturali, attività e ricreazione, risorse culturali e antiche tradizioni, risorse enogastronimiche Il turista decide di visitare un luogo in base alla presenza di risorse, di servizi necessari a rendere fruibile il luogo e al richiamo emozionale che il luogo suscita attraverso la sua immagine18. Le risorse turistiche sono costituite dalle risorse naturalistiche, culturali, dagli eventi e da tutte quelle altre che potrebbero essere attraenti per la domanda turistica. Quando parliamo di servizi ci riferiamo invece all’aspetto organizzativo, senza il quale non potrebbe esistere un’offerta turistica. Secondo una delle classificazioni più comuni, il turista consuma il suo tempo libero riferendosi a tre gruppi di risorse: beni ambientali di tipo naturale, beni ambientali di tipo storico e culturale, beni rappresentati dal capitale fisso sociale come i musei, i parchi a tema, gli spazi espositivi, gli eventi19. Di seguito verrà presentata un’analisi delle risorse del PNAL con i relativi servizi esistenti, distinte in categorie omogenee, in modo da avere una prima idea dei beni e della possibilità di renderle prodotti turistici. La classificazione delle risorse per categorie è:

• Risorsa ambiente (Aree Sic, aree Zps, laghi, montagne);

• Attività e ricreazione (Impianti sciistici, • •

parchi avventura, itinerari di trekking, itinerari di cicloturismo); Cultura e antiche tradizioni (Musei, aree archeologiche, antiche tradizioni, eventi): Enogastronomia (prodotti tipici, sagre, strade del gusto).

18 Questi sono gli elementi che compongono il prodotto turistico di una destinazione: “Il prodotto turistico risulta composto dal nucleo vale a dire dalle attrattive, dal prodotto tangibile cioè l’insieme dei servizi e il valore aggiunto, il di più rispetto alle alternative di scelta, che induce a compiere un viaggio piuttosto che un altro” J. Ejarque, La destinazione turistica di successo, Hoepli, Milano, 2003. 19 S.Berardi, Principi economici ed ecologici per la pianificazione di uno sviluppo turistico sostenibile, Franco Angeli, Milano, 2007.


Risorse naturali

Il Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese è dotato di una straordinaria varietà di ecosistemi e paesaggi, determinato dal fatto di essere a ridosso dell’Appennino meridionale, dall’altezza raggiunta da alcune montagne, nonché dalla differente geologia dei rilievi. All’interno del Parco sono presenti 12 siti di importanza comunitaria (SIC), 2 zone di protezione speciale (ZPS), 3 riserve regionali, 5 laghi di cui due naturali, 3 fiumi che attraversano il suo territorio, un’area di birdwatching. Numerosi sono i rilievi presenti con un’altitudine superiore ai 1700 metri, i quali sono: il monte Sirino, il monte Volturino, il monte Raparo, il monte Pierfaone, il monte Arioso, il monte del Papa e il monte di Viggiano. A tali risorse si affianca un patrimonio faunistico e floristico di rilievo, nel parco sono infatti presenti numerose specie animali protette tra cui il lupo, la lontra, la faina, l’airone bianco e un variegato patrimonio naturalistico tra cui le faggete dei Monti Maruggio, Arioso e Pierfaone, l’abete bianco dell’Abetina di Laurenzana e le numerose specie di orchidee selvatiche della Faggeta di Moliterno. Tra le risorse naturali è presente anche il petrolio che potrebbe rappresentare un prodotto turistico originale. Oltre al petrolio l’area è caratterizzata dalla presenza di altre fonti energetiche20, il vento degli altipiani, l’acqua del fiume Agri, della diga del Pertusillo, il sole. Per quanto riguarda i servizi, indispensabili per la fruizione di tali risorse naturali, sono presenti 4 Centri di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità (Centro di Educazione Ambientale di Viggiano, il Vecchio Faggio di Sasso di Castalda, CEA il Vecchio Cigno di Grumento Nova e CEA Bosco Faggeta di Moliterno), 3 centri studi naturalistici che organizzano escursioni e attività legate alla scoperta e fruizione del patrimonio ambientale (birdwatching, escurisioni guidate, ecc.) oltre alle 19 guide escursionistiche ufficiali del parco, formate nel 2011 con un apposito bando e corso di formazione per poter accompagnare i turisti che vogliono visitare ed esplorare l’area protetta. 20 Al riguardo è stato presentato da Feem il progetto energAGRIa - il parco Tematico diffuso dell’energia.

Lago di Pietra del Pertusillo

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Attività e ricreazione

La pratica delle attività sportive è divenuta un’importante motivazione di viaggio grazie alle sue caratteristiche sia ludiche che ricreative. Sono, infatti, in continua crescita i flussi turistici che si caratterizzano, in particolare, per la scelta di dedicare un periodo di soggiorno all’esperienza salutistica e sportiva. La vacanza attiva unisce il soggiorno di tipo tradizionale con lo svolgimento di attività fisiche come gli sport invernali, il trekking, il cicloturismo, gli sport acquatici. Sono presenti 3 comprensori sciistici:

• il comprensorio sciistico Sellata - Arioso si estende in un paesaggio ricchissimo di faggi

secolari, a pochi chilometri dal capoluogo di regione Potenza. Offre 6 impianti di risalita e 10 piste tutte collegate per un’estensione di 8 km, che spaziano dai 1350 metri della Sellata fino ai 1740 metri del monte Pierfaone e ai 1710 metri del monte Arioso; il comprensorio Volturino - Viggiano si snoda lungo le pendici della montagna per un totale di circa 2600 metri ed è servito da una seggiovia lunga 1200 metri, la stazione sciistica montagna Grande di Viggiano, invece, presenta diverse piste, adatte anche allo sci di fondo, servite da due sciovie e una manovia; sul comprensorio del Sirino è possibile praticare lo sci alpino e lo sci di fondo e di praticare attività di Trekking e Nordic Walking per tutto l’anno. Una seggiovia biposto garantisce l’acceso alla pista “Forcella Monte Papa” (lunga 2,2 km), mentre due sciovie servono la pista “Principianti” (lunga 239 metri) e la pista “Monte Sirino” (lunga 376 metri). Una attrezzata sciovia funge da collegamento con le piste della località Conserva di Lauria.

Per quanto riguarda i servizi legati alla pratica delle attività invernali, sono presenti 5 imprese di gestione degli impianti sciistici e altrettante scuole di sci. Per la pratica dell’arrampicata l’area protetta dispone di 6 falesie21, inoltre il comune di Viggiano è dotato di una palestra con una superficie arrampicabile di 150 mq, con pareti verticali e inclinate 21 Presenti nei comuni di Abriola in Val Camastra, Satriano di Lucania, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Castelsaraceno e Viggiano in Val d’Agri.

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Impianti sciistici , Viggiano


fino a 60° e tetti orizzontali. 2 sono i parchi avventura presenti, il parco avventura di Rivello e il parco avventura di Viggiano. Per la pratica delle attività in acqua sono disponibili 1 parco acquatico nel comune di Tramutola e 4 piscine comunali nei territori di Satriano di Lucania, Grumento Nova e Moliterno in Val d’Agri e Rivello nel Lagonegrese. Nonostante, però, la presenza di ben cinque bacini lacustri22, il Parco non dispone al momento di alcuna offerta legata agli sport lacuali. Gli appassionati di mountain bike e acrobazie su due ruote possono usufruire del bike park presente in località Pierfaone nel comune di Abriola. Nell’area del parco è possibile anche praticare attività su due ruote e il trekking che rappresentano una motivazione sempre più forte nel turista che visita le aree protette23. Per quanto riguarda il trekking l’ente parco inizia a vedere tale pratica come un’attività in grado di generare ricadute economiche a livello locale, infatti ha investito nella creazione di itinerari finanziati attraverso programmi regionali, nella creazione di itinerari geo-referenziati oltre all’utilizzo di altri itinerari rilevati dal club alpino italiano regionale di Potenza (CAI).

Risorse culturali e antiche tradizioni

La geografia dei luoghi assecondando le correnti della storia ha consegnato al Parco un patrimonio storico e culturale prezioso e quanto mai vario: dai borghi ai monasteri eremitici e comunitari, dai castelli e roccaforti ai palazzi nobiliari di epoca moderna fino alle risorse di carattere rurale. In numerosi paesi del parco sono presenti i musei della civiltà contadina, le manifestazioni legate al mondo rurale come la transumanza e le antichissime feste popolari che rimandano ai culti pagani di fecondazione della natura. 22 Lago di Camastra e Lago Pantano di Pignola in Val Camastra, Lago del Pertusillo in Val d’Agri, Lago Laudemio e Lago Sirino nel Lagonegrese. 23 Secondo il 9° rapporto Ecotur sul turismo natura, tra le attività che i turisti praticano all’interno delle aree protette quelle sportive presentano un indice di gradimento molto alto pari al 33%. Tra le attività praticate all’aria aperta il 33% dei turisti pratica il trekking, il 23% la mountain bike.

Anfiteatro di Grumentum

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In particolare la Valle dell’Agri vanta un territorio caratterizzato da importanti peculiarità archeologiche: l’area archeologica di Grumentum, il museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri, il sito archeologico di Torre di Satriano, il Santuario di Serra Lustrante ad Armento, la Villa Romana di Marsicovetere. Per quanto riguarda l’artigianato di rilievo è la produzione di ceramica di Calvello. Grazie alla cava, ancora oggi presente nel territorio del piccolo centro, si realizzavano manufatti di ogni genere, la creta veniva plasmata in laboratori a conduzione familiare24. Altra produzione di valore è la produzione di rame di Rivello25, questo è paese tradizionalmente dedito alla lavorazione del rame. Lungo il corso del fiume Noce le ramiere sfruttavano le acque per realizzare semilavorati da fornire agli artigiani. Altrettanto di rilievo è la tradizione musicale del comune di Viggiano. Pe alcuni secoli Viggiano è stata conosciuta in Italia e nel mondo occidentale per essere il principale centro di provenienza dei suonatori d’arpa girovaghi e anche il luogo principale di fabbricazione di un particolare modello d’arpa portativa chiamata Arpicedda. Ad oggi sono tanti i progetti dell’amministrazione comunale per riportare in vita questa antica tradizione come ad esempio la rassegna dell’arpa di Viggiano che raduna un cospicuo numero di suonatori dello strumento a corde nazionali e internazionali di massimo livello. La manifestazione che prevede workshop, performance artistiche, incontri per gli amanti del genere, si svolge a Viggiano nel mese di agosto ed è organizzata dall’ente comunale. La rassegna della zampogna e della ciaramella del sud Italia, nel corso della quale i zampognari provenienti da tutto il sud Italia impugnano i loro strumenti percorrendo le strade di Viggiano, si svolge nel mese di dicembre ed è organizzata dalla Pro Loco. Altro evento musicale è “Il festival dei due parchi” a Castelsaraceno, l’evento si svolge a Castelsaraceno nel mese di agosto ed è organizzato dalla Pro Loco. Rispetto alla tradizione religiosa di sicuro interesse è il culto della Madonna di Viggiano. Il santuario del sacro monte di Viggiano costituisce, sin dall’inizio del II millennio, il più importante centro mariano della Basilicata, il pellegrinaggio in onore della Vergine che avviene nella prima domenica di maggio e la prima domenica di settembre attira devoti da tutta la Basilicata e dalle regioni limitrofe. Per la valorizzazione di tali risorse sono state censite 22 Pro Loco disseminate nell’area del Parco, alcune importanti associazioni che spesso si rendono promotrici di eventi e manifestazioni che raccolgono consenso da parte dei visitatori e 11 agenzie di viaggio che potrebbero creare forme strutturate di offerta.

Risorse enogastronomiche

Nel corso degli ultimi anni si è assistito alla diffusione di una cultura dell’alimentazione che privilegia la qualità e le produzioni tipiche locali, nel contempo si sono affermate nuove tendenze e motivazioni anche nella domanda turistica la quale privilegia vacanze brevi nel week end, sviluppo di forme di turismo di nicchia contrapposte al turismo di massa, desiderio di entrare a contatto con il territorio e le sue tradizioni, diffusione di una coscienza ambientalista e naturalistica. Questi fenomeni hanno contribuito ad alimentare una forma specifica di turismo definita, per l’appunto, enogastronomica26. All’interno del Parco esistono due prodotti a marchio IGP4 che sono il Canestrato di Moliterno

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24 L’origine di tale produzione è sempre rimasta sconosciuta, ma fin dal 1500 fu molto apprezzata in tutto il bacino del Mediterraneo. 25 Il paese divenne famoso in seguito alla costruzione della “strada delle Calabrie”, con la quale si realizzò, per disposizione di Giuseppe Bonaparte (1806), anche il tratto che passava per Borgo, una frazione di Rivello. Successivamente, l’artigianato di Rivello subì un pesante declino, per l’incapacità dei mercati limitrofi ad assorbire i prodotti in rame. Questa situazione portò i ramai, insieme ai giovani apprendisti (ramaioletti), a emigrare. 26 Osservatorio nazionale del turismo, al seguente indirizzo: www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it/stampa/in_evidenza/Enogastronomia_italiana_di_qualita; (accesso 22 ottobre 2012).


e il fagiolo di Sarconi. Il “Canestrato di Moliterno Stagionato” è ottenuto dalla trasformazione di latte di pecore e capre la cui alimentazione è costituita principalmente dal pascolo, da foraggi freschi e comunque da fieni prodotti nell’area indicata dal disciplinare. Di rilievo è la sagra dedicata al Canestrato di Moliterno, durante la manifestazione si può assistere alla preparazione del formaggio oltre alla possibilità di acquistarlo presso gli stend collocati lungo le vie del paese, la manifestazione si tiene in agosto a Moliterno ed è organizzata dall’ente comunale e dalla Pro Loco. Per quanto riguarda il fagiolo di Sarconi, la peculiarità di questo prodotto, coltivato da secoli in queste aree della Basilicata, è data dalle particolari condizioni climatiche e irrigue che permettono di mantenere nei semi un elevato contenuto di zuccheri semplici, allungando così i tempi necessari per la loro trasformazione in amido. La sagra del fagiolo di Sarconi dedicata al prodotto IGP si tiene nel comune di Sarconi ad agosto ed è organizzata dall’ente comunale, dal consorzio di tutela del fagiolo, dalla Pro Loco. Il prodotto a marchio DOC5 è il vino “Terre dell’alta Val d’Agri”, i vini sono prodotti da uve provenienti dai vigneti ubicati nei comuni di Viggiano, Grumento Nova e Moliterno, fino ad una quota massima di 800 mt s.l.m. Altro prodotto della gastronomia del parco è “la mela alta val d’Agri” che fa parte del paniere dell’Alta Val d’Agri che è un riconoscimento locale. La mela Alta Val d’Agri si contraddistingue per colore e sapore particolarmente accentuati, polpa compatta ed alta conservabilità, tali elevate caratteristiche qualitative sono dovute alla stretta combinazione esistente fra i fattori pedoclimatici e la professionalità degli operatori. Gli altri prodotti che rientrano nel paniere dell’alta val d’Agri sono i salumi, i prodotti lattiero caseari, l’olio extra vergine di Montemurro. Gli altri prodotti gastronomici sono il Casieddu, un formaggio a base di latte di capra tipico delle zone collinari e mediomontane della val d’Agri, presente soprattutto della zona di Moliterno e la polenta di Nemoli. La componente dei servizi, per la creazione del prodotto enogastronomico, è rappresentata da

L’ambasciatore giapponese assaggia la ricotta fresca al caseificio, Tramutola

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diversi consorzi, il consorzio per la tutela del Pecorino Canestrato di Moliterno, il consorzio di tutela della Mela Alta val d’agri, il Consorzio di tutela della D.O.C. Terre dell’Alta Val d’agri, il consorzio di tutela Fagiolo di Sarconi e da 139 strutture ristorative. L’offerta ristorativa del Parco presenta una tipologia varia composta per lo più da ristoranti che rappresentano l’80% del totale, il 27% di questi sono ristoranti presenti all’interno degli hotel. Il 16%, poi, è composto dalle aziende agrituristiche che nella struttura architettonica, nell’arredo e nelle pietanze proposte offrono le tipicità del luogo, potrebbero pertanto rappresentare un naturale punto di forza dell’area protetta. Il restante 4% è costituito da osterie, trattorie, pub, tavole calde. La distribuzione geografica delle strutture ristorative, al di la di una più marcata concentrazione dell’offerta (52% del totale) in Val d’Agri, presenta una equa ripartizione tra l’area della Val Camastra (23%) e del Lagonegrese (25%). Il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese presenta una varietà di risorse di tipo naturalistico, culturale, enogastronomico, sportivo - ricreativo ed una serie di servizi legati alla loro fruizione, ad esempio servizi di gestione degli impianti di risalita per la pratica dello sci, itinerari di trekking con relative guide escursionistiche, centri di educazione all’ambiente e alla sostenibilità, agenzie di viaggio e tour operator. Ma è una situazione che presenta uno scollegamento tra risorse e servizi, che ancora non riesce a mettere a sistema tali componenti. Ad esempio per l’enogastronomia ci sono dei prodotti certificati, ci sono strutture ristorative, consorzi di tutela, ma non esiste un’offerta univoca di eventi gastronomici legati alle antiche tradizioni. Pertanto le risorse si presentano come un’insieme di possibilità che hanno una minima fruibilità, per i servizi ad esse connesse, ma non rappresentano ancora un prodotto turistico ben definito. Si tratta di risorse che al momento non rappresentano dei main driver in grado di attrarre turisti sul territorio per specifiche motivazioni ma possono essere organizzate, combinate in modo da rappresentare un prodotto per una domanda mossa per l’interesse culturale in senso ampio, interessato ai diversi aspetti del territorio, per scoprire ad esempio prodotti enogastronomici e artigianali presenti in borghi minori, ubicati in un variegato contesto ambientale e per soggiornare in strutture tipiche. In definitiva è auspicabile un prodotto che intercetti una motivazione non legata a singole risorse ma all’insieme di esse.

2.3 L’accessibilità e la mobilità del Parco È evidente che garantire l’accessibilità di un’area è un elemento prioritario per l’attività turistica e per la pianificazione di una destinazione. Un sistema di trasporto diffuso in modo troppo capillare sul territorio, da un lato, aumenta il grado di accessibilità e, quindi, i benefici per la destinazione, dall’altro può costituire un problema per la sostenibilità ambientale della stessa, derivante sia dalla presenza eccessiva di infrastrutture che dalla dispersione di flussi consistenti di visitatori, soprattutto, nel caso di territori particolarmente vulnerabili con una limitata capacità di carico, come potrebbero essere le aree naturali protette o i

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centri storici delle città. Lo spostamento del turista all’interno del territorio è strettamente connesso anche con la dotazione di informazione in suo possesso. Più che carenze nelle vie e nei mezzi di comunicazione, i turisti possono essere limitati nei loro movimenti da informazioni insufficienti. La presenza di un’adeguata segnaletica turistica e di centri di accoglienza diffusi capillarmente sul territorio e localizzati in punti strategici, quali gli aeroporti, le stazioni, i caselli autostradali, diventano particolarmente importanti per favorire uno sviluppo turistico su un ambito territoriale. L’analisi di accessibilità del PNAL assume un ruolo rilevante nell’ambito della valorizzazione dell’area protetta. Il Parco Nazionale, come del


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resto l’intero territorio lucano, è condizionato da una bassa mobilità interna ed esterna, imputabile sia alla scarsa dotazione di infrastrutture che alla morfologia del territorio, oltre all’inadeguata integrazione nelle principali rete di trasporto nazionale ed europeo. Attualmente per raggiungere il PNAL e, quindi, muoversi all’interno dei 29 Comuni, il mezzo di trasporto più adeguato è l’automobile, anche perché è inesistente una rete ferroviaria che colleghi i comuni. Per quanto attiene alla mobilità della rete stradale sia interna che esterna, l’area di riferimento è servita da un collegamento con l’autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria. In particolare il territorio della Val d’Agri, oltre ad essere collegato

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con la suddetta autostrada e con il capoluogo di provincia (incrociata dalla SS95), è accessibile al Metapontino e alla fascia costiera ionica, attraverso la SS598 - Fondovalle dell’Agri che ha origine ad Atena Lucana (Salerno) in prossimità dello svincolo dell’A3 - SA/RC e termina a Policoro (Matera), in prossimità dello svincolo della SS 106 jonica. La SS 598 percorre la Val d’Agri (alta e media), toccando (tra uscite e svincoli) ben 14 Comuni del PNAL (Brienza, Marsico Nuovo, Paterno, Villa d’Agri frazione di Marsicovetere, Tramutola, Grumento Nova, Viggiano, Montemurro, Moliterno, Sarconi, Spinoso, San Martino d’Agri, San Chirico Raparo, Armento e Gallicchio). A collegare, invece, i comuni della Val Camastra, troviamo la direttrice

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SS92 dell’Appennino Meridionale che attraversa i paesi quali Anzi, Pignola e Laurenzana. Mentre per i comuni dell’area del Lagonegrese, la mobilità è garantita senza troppe difficoltà dall’autostrada A3 Salerno - Reggio Calabria con l’intersecazione della strada statale 585 Fondovalle del Noce - un’importante asse viario che permette la comunicazione tra la SS 18 Tirrena inferiore e l’A3, raggiungendo i paesi di Lauria e Rivello - e della SS653 della Valle del Sinni che interconnette l’intera area lagonegrese a quella jonica. L’arteria taglia orizzontalmente la regione Basilicata connettendo l’A3 - Sa/Rc, nei pressi dello svincolo di Lauria Nord alla SS 106 Jonica, nei pressi dello svincolo di Policoro Sud. Gli aeroporti più vicini all’area di interesse sono Pontecagnano (Salerno), Napoli e Bari. Non esiste nessun collegamento diretto con le località del Parco e, quindi, è necessario spostarsi o con mezzi di trasporto privati o ricorrere ad una combinazione di mezzi pubblici e di linee ferroviarie nei poli urbani più vicini, come Potenza per quanto attiene al territorio della Val d’Agri e Val Camastra, poi Napoli e Salerno, i due poli di primaria importanza, per il Lagonegrese. Se raffrontato con altri Parchi Nazionali, sicuramente il PNAL è penalizzato, in quanto in regione non esiste una struttura aeroportuale sufficientemente vicina e spesso anche le linee ferroviarie non assicurano le fermate di tutti i più importanti convogli nelle stazioni dei comuni di riferimento. Inoltre, nel territorio dell’Alta Val d’Agri, comune di Grumento Nova, è ubicata una piccola aviosuperficie per l’aviazione di ultraleggeri. Per quanto riguarda l’utilizzo della ferrovia, non essendo i 29 Comuni del Parco dotati di stazione, è essenziale per il raggiungimento dei principali nodi ferroviari, l’utilizzo combinato di autolinee regionali o in alternativa l’auto. Le stazioni più vicine sono: Potenza, Sapri, Maratea, Policoro, Salerno e Napoli. Il sistema di trasporto pubblico su gomma è imperniato sul trasporto urbano, affidato in gestione al Consorzio Trasporto Aziende della Regione Basilicata (COTRAB), un organismo costituito da più gestori privati, fra cui la stessa SITA. I collegamenti sono concentrati nelle prime

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ore del mattino e nell’immediato pomeriggio, per consentire il pendolarismo scolastico e, limitatamente, quello lavorativo. Ed è per questo che alcune linee sono spesso suscettibili di variazione in quanto legate proprio alla frequenza scolastica e alla stagionalità di alcune attività produttive. I paesi della Val d’Agri e della Val Camastra hanno più collegamenti diretti con il capoluogo lucano, Potenza, che garantisce, poi, il raggiungimento con altri maggiori centri urbani interni, quale Matera, ed esterni come Salerno e Napoli. Per l’area Lagonegrese, i collegamenti sono diretti per lo più verso i poli urbani di Salerno e Napoli. è da segnalare, comunque, la scarsa integrazione delle autolinee tra le tre aree territoriali del PNAL (Val d’Agri, Val Camastra e Lagonegrese). Per ciò che concerne le comunicazioni extraregionali sono presenti, in tutte e tre le aree territoriali del PNAL, linee dirette che raggiungono diverse città d’Italia. In Val d’Agri la linea Roma - Villa D’Agri (SITA) garantisce 1 servizio andata/ritorno con la capitale, tutti i giorni lavorativi, mentre due collegamenti giornalieri sono garantiti per Napoli. Assicurati i collegamenti di un giorno a settimana, sempre nel comprensorio della Val d’Agri, anche con città quali: Milano, Firenze, Verona, Siena, Bologna, Rimini, Padova, Modena e Perugia, oltre poi a linee internazionali con il raggiungimento di località della Svizzera e della Germania. Lo stesso per autolinee che garantiscono i servizi (RUOCCO, SLA) nell’area del Lagonegrese, con il collegamento di paesi della Calabria, Campania, Lazio, Lombardia e Veneto. Mentre per i comuni della Val Camastra, i punti di accesso per i collegamenti extra-regionali sono serviti dal capoluogo provinciale, Potenza, raggiungibile in meno di 30 minuti. Nel rapporto di ricerca completo, sono presenti tutti gli itinerari di trekking fruibili dai turisti.


3. La promozione e la comunicazione del Parco La comunicazione ambientale, in particolar modo quella relativa alle aree protette, rientra nell’ambito della comunicazione pubblica, dal momento che il tema comunicato viene ritenuto di interesse generale. è noto, infatti, che la mission di un’area protetta è la tutela dell’ambiente e allo stesso tempo, in un quadro più ampio, deve essere un laboratorio per l’implementazione di progetti di sviluppo sostenibile. Di conseguenza, la comunicazione pubblica istituzionale promossa dovrà da un lato tendere a veicolare nozioni e conoscenze, dall’altro promuovere atteggiamenti e comportamenti corretti da un punto di vista ambientale.27 Quindi, per il Parco la comunicazione assume un valore profondo perché non ha più solo il compito di informare e promuovere il territorio, ma anche di educare, sensibilizzare, coinvolgere ed eventualmente allertare e prevenire. Per andare a buon fine il messaggio deve essere mirato, strutturato e le azioni di comunicazione e l’informazione devono creare un “sistema” che coinvolge tutti gli enti pubblici, quali Regioni, Province, Comunità montane e Comuni presenti sul territorio, non solo quelle preposte alla tutela del patrimonio naturale come Riserve, Parchi regionali e nazionali. In sintesi l’informazione e la comunicazione vanno considerate al contempo diritto per il cittadino e dovere per l’amministrazione. Partendo dal presupposto che un’area protetta deve percorrere un cammino culturale che si traduca in una maggiore consapevolezza della propria funzione, la “sfida” che ha intrapreso il giovane Parco Nazionale nell’ambito della comunicazione è stata quella di realizzare strategie di promozione e comunicazione con l’intento di spiegare ai fruitori dell’area protetta il significato e il valore della sua azione, mirando ad ottenere un consenso più ampio nel territorio. Possiamo differenziare la politica di comunicazione adottata fino ad oggi dal PNAL in due macroaeree: la comunicazione interna ed esterna. Tali macroaree sono suddivise in

comunicazione interna all’Ente Parco e interna al territorio del Parco, esterna rivolta all’ospite ed esterna rivolta al turista potenziale. La comunicazione interna è fondamentale perché porta valore aggiunto alle persone e all’ente, consentendo la creazione di un senso di identità e di appartenenza e il riconoscimento della mission, delle finalità e delle strategie e permette di instaurare delle sinergie costruttive con la comunità locale28. La comunicazione esterna, invece, viene utilizzata per “dialogare direttamente con l’ospite presente sul territorio e con il turista potenziale. Quella rivolta all’ospite contribuisce a costruire la percezione della qualità del servizio e costituisce un canale permanente di ascolto e verifica del livello di soddisfazione del cliente/utente, tale da consentire all’organizzazione di adeguare di volta in volta il servizio offerto. Se l’obiettivo comunicativo è invece quello di sviluppare un’azione di sensibilizzazione o informazione rivolta al turista potenziale, vi è necessità di servirsi di strumenti che consentano una larga diffusione del messaggio, utilizzando, laddove possibile, anche strumenti e modalità specifiche della comunicazione di massa”29. Quindi il punto di partenza è sapere “A chi si comunica, Cosa e Perché”, in modo da adottare strumenti, tempi e metodologie efficaci e specifiche caso per caso.

27 Fonte: Michele Migliozzi, La Comunicazione nelle/delle aree protette, p. 249.

28 Ibidem. 29 F. Spantigati, Pluralismo e comunicazione.

3.1 Analisi degli strumenti di comunicazione del Parco Gli strumenti e le attività di comunicazione a disposizione sono molteplici e la loro selezione deve avvenire valutando la loro coerenza con i contenuti elaborati e i pubblici da raggiungere. Le possibili attività e i relativi strumenti di comunicazione sono: la pubblicità (attraverso mass-media), l’ufficio stampa, organizzazione di eventi, comunicazione diretta. Di seguito si analizzano i principali strumenti di comunicazione adottati dal PNAL: il logo, il portale web, le attività promosse.

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Il logo del PNAL

La prima azione “forte” del PNAL è stata determinata dalla costituzione del logo marchio tramite il lancio di un bando di concorso di idee per “l’ideazione del logo del PNAL” che ha fornito l’identità desiderata, svolgendo “un’importante funzione promozionale in tutta Italia: più di mille persone hanno conosciuto e fatto conoscere il Parco, concorrendo alla sua disamina visuale ed alla sua codifica iconica. Il concorso ha inoltre costituito un’importante occasione per capire come l’immaginario collettivo vada costituendosi, quale immagine del Parco sia stata elaborata, quali aspettative vi soggiacciano, in altre parole cosa sia stato ritenuto da terzi, da osservatori, altri, meritevole di particolare attenzione” 30. L’immagine del logo ha contribuito a far conoscere l’area Protetta, rappresentando in modo esaustivo il territorio, mescolando sinteticamente aspetti tipici e peculiari dell’area appenninica fatta da elementi acquatici (per la presenza di fiumi, laghi, dighe), rilievi montani (nei suoi elementi naturalistici e cromatici), fauna di pregio (simbolo di qualità e di incolumità ambientale). Un emblema che ha avviato il percorso di rappresentanza del PNAL nelle sedi istituzionali, nella comunicazione delle iniziative e di quelle da esso patrocinate, nei documenti ufficiali, nelle campagne di informazione e promozione, declinato nelle varie applicazioni grafiche, ha segnato i limiti e indicato il percorso di visita delle ricchezze ambientali, paesaggistiche e culturali, consentendo all’ospite la sua immediata identificazione. 30 Dal Logo Comune al Disegno del Territorio, Presidente del PNAL, Domenico Totaro.

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Sito internet del Parco


Il portale “www.parcoappenninolucano.it”

Particolare rilevanza è assunta dal sito parcoappenninolucano.it che è attivo dal 2009 e viene costantemente migliorato e aggiornato. è il principale strumento di comunicazione, con una media di circa 5 mila visitatori al mese. è fruibile in tre lingue straniere (inglese, tedesco, francese oltre l’italiano) ed è strutturato in maniera tale che l’utente può navigare e reperire tutte le informazioni relative al Parco. Attraverso di esso il “navigatore” può venire a conoscenza delle caratteristiche del Parco, la flora e la fauna, e la storia dei paesi rientranti nell’area protetta. Inoltre, è presente una sezione informativa sulla struttura del Parco, il suo organigramma e la sua governance e le informazioni relative ai servizi e alle sue attività. Presenta numerosi link utili, con informazioni coerenti agli obiettivi, che però non risultano sufficientemente accurati e completi. Tra associazioni, Pro Loco e operatori turistici in trenta hanno richiesto User e password per l’area loro dedicata sul sito. Mentre rilevante è la strategia applicata con i social network: “Facebook Parco” con 3.347 persone che seguono la pagina del PNAL, “Twitter Parco”, 255 i tweet (brevi messaggi inviati dal Parco), 4 Follower (persone che seguono il Parco) e 52 Following (persone che seguono la pagina del PNAL). Importante, inoltre, è il ruolo assunto dalla newsletter con 128 contatti (al 26 ottobre 2012) tra associazioni, privati, istituzioni e diversi media, locali e nazionali.

Attività previste

Attualmente le azioni di comunicazione/promozione che sono state realizzate hanno riguardato la pubblicazione e diffusione di materiale informativo e divulgativo attraverso la stampa di poster, calendari, carte tematiche (sui luoghi del sacro e sul patrimonio archeologico e architettonico) e di guide specifiche (come quella sul trekking Appennino, quella sull’Ospitalità del Parco, ecc.) Diverse sponsorizzazioni a iniziative di valorizzazione e promozione del territorio sostenute al fine di favorire, tra l’altro, la rivitalizzazione dei centri storici e dei borghi più caratteristici dell’area del Parco, come: le sagre di prodotti tipici (“Pecorino Canestrato IGP” di Moliterno, “Fagiolo IGP” di Sarconi, Castagna “munnaredda” di Tramutola), la mostra

Sede del Parco, Marsico Nuovo

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micologica presso l’azienda agrituristica Vignola di Marsico Nuovo, il “Festival Internazionale del Folklore”, le manifestazioni itineranti e folkloristiche, l’iniziativa culturale “Notti al Castello”, l’evento “Il Palio di Sasso”, la manifestazione “Fontane danzanti”, ecc. Il PNAL ha, inoltre, promosso nell’ambito delle celebrazioni per il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia la realizzazione di diversi convegni tematici, spettacoli teatrali e mostre documentarie per dare un input alla conoscenza e visibilità dell’area protetta, tra queste: il convegno “Donne ribelli. Storie di genere e di contesti nel processo di unificazione nazionale”, l’iniziativa celebrativa “Nicola Sole e il sentimento della Patria”, l’iniziativa celebrativa“Michele Tedesco. Un pittore lucano nell’Italia unita.”, molte altre ancora. Nell’ambito delle azioni di marketing e promozione territoriale è stata inserita la partecipazione a eventi di carattere regionale e nazionale, tra i quali: la partecipazione alla BIT di Milano (Febbraio 2011), all’iniziativa “Trend Expo”, svoltasi presso il Campus di Macchia Romana dell’Università degli Studi della Basilicata (maggio 2011), la partecipazione al “Salone Internazionale Svizzero delle Vacanze - I Viaggiatori”, svoltosi a Lugano (Novembre 2011), la partecipazione alla “Fiera Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico” di Paestum (Novembre 2011). In ambito internazionale, inoltre, si è favorita l’adesione e la partecipazione a due importanti manifestazioni promosse e organizzate dalla Regione Basilicata: “Lucania Family Festival” (Olanda, Dicembre 2011) e l’evento “Italian Film Festival” (Australia, settembre 2011), volte entrambe alla promozione delle peculiarità territoriali e paesaggistiche e dei prodotti tipici dell’area del Parco. La finalità comunicativa del Parco si è esplicata anche nella realizzazione della “Prima edizione della Giornata della Cultura”, svoltasi a conclusione del percorso intrapreso con il “Bando di Concorso - Premi per Tesi di Laurea e di Dottorato di Ricerca”, il quale ha consentito la selezione di sette lavori, su diciotto inizialmente candidati da giovani laureati che hanno, nel corso dei propri studi, affrontato importanti tematiche strettamente connesse alle finalità istituzionali legate alla sostenibilità ambientale, alla geologia, all’archeologia e alla filiera agroalimentare.

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Acuni prodotti promozionali del Parco


Il Parco fra le proprie attività vanta anche alcune pubblicazioni fra le quali: una guida Trekking “Appennino Lucano. I Mille sapori del verde” Anno 2010, una guida archeologica “Grumentum Colonia romana” di Vincenzo Falasca, Editore: Zaccara Editore/Anno: 2011; Geologia dell’ambiente, Periodico della SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale), Supplemento al n. 2/2011; “Atti del Convegno Nazionale Il Patrimonio Geologico: una risorsa da proteggere e valorizzare 29 e 30 aprile 2010 Sasso di Castalda, Potenza” di Mario Bentivenga, Editore: Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale), Anno: 2011. Attualmente, all’interno dell’Ente non è presente un apposito Ufficio di Comunicazione, ma vi è un proprio ufficio stampa la cui funzione è di informare e comunicare la cultura del Parco divulgandone il linguaggio con strumenti specifici. La sua attività si articola in due direttrici operative principali: la prima riguarda la redazione e la diffusione dei comunicati stampa per eventi e iniziative, la seconda l’organizzazione di alcune conferenze stampa e incontri con i media locali.

La comunicazione attraverso l’educazione ambientale

La comunicazione del PNAL al “territorio” non è finalizzata solo a informare ma anche a coinvolgere e favorire la partecipazione, educando la diffusione di comportamenti positivi sulle problematiche ambientali. Dalla lettura del Piano della Performance 2011 - 2013 è stato possibile individuare alcune specifiche direttive relative alla tematica in oggetto. Un primo impegno ha portato alla realizzazione di alcuni progetti di educazione e sensibilizzazione ambientale rivolti agli studenti delle scuole primarie e secondarie di Primo e Secondo Grado, elencati di seguito. 1. “Il Parco nel nostro futuro” che ha favorito la conoscenza del Parco come istituzione promuovendo, al contempo, le peculiarità dell’area protetta relativamente ai suoi principali aspetti naturalistici, ambientali, culturali e storici ed evidenziando, in tal modo, il ruolo primario svolto nell’ambito del rilancio economico e sociale di questo ampio territorio lucano. Il progetto ha interessato 26 scuole per un totale di circa 1500 alunni. 2. “E..state nei Parchi”, promosso a livello nazionale e finanziato dal Ministero dell’Ambiente, è stato realizzato dal Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese con la collaborazione in partnership del Dipartimento Ambiente delle Regione Basilicata, del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, dell’Ente di formazione E.L.D.A.I.F.P. e del CEAS “Nuova Atlantide”. L’iniziativa, della durata di 5 settimane (1 Agosto - 2 Settembre 2011), ha visto impegnati in attività educative e ludico - ricreative a carattere ambientale circa 300 bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 16 anni, residenti nei Comuni dei due Parchi partecipanti al progetto. 3. “Piccole Guide sulle piste dell’Appennino - Percorsi educativi e di ricerca, alla scoperta della Biodiversità e degli Equilibri Naturali” - promosso dal PNAL è realizzato con il coinvolgimento di altri 2 Parchi Nazionali: Parco Nazionale della Sila e Parco Nazionale del Pollino. Il progetto si svolge con il patrocinio e sostegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ed ha il patrocinio dell’International Ranger Federation (IRF). A gestire il coordinamento operativo e didattico, il CURSA, Consorzio Universitario per la Ricerca Socio - economica e per l’Ambiente, (Ente riconosciuto dal MIUR-DM 21.06.2011), composto dalle Università statali del Molise, della Tuscia e di Ferrara. Il progetto è rivolto agli alunni delle classi prime delle scuole secondarie di primo grado, presenti nei comuni dei 3 Parchi Nazionali coinvolti.

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4. “Occhi del Parco” che rientra tra i progetti avviati da “REDUS - Amici della Rete” ed è cofinanziato dal Programma Strategico 2010-2013 EPOS “Educazione e Promozione della Sostenibilità” del Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata. L’obiettivo principale del progetto è la sensibilizzazione, degli alunni e della comunità locale, alla sicurezza e legalità ambientale mediante la realizzazione di un CONCORSO A PREMI e di un Itinerario di sensibilizzazione/formazione dei Docenti. 5. Guide del Parco Per una qualificata attività di promozione turistica, nonché di educazione e sensibilizzazione ambientale del PNAL, sono state formate con apposito corso di qualificazione professionale del titolo ufficiale ed esclusivo di “Guida del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese”, diciannove guide ufficiali. Il compito delle guide è quello di far conoscere il territorio del Parco nei suoi diversi aspetti, alla scoperta di ambienti ancora incontaminati, garantendo ai visitatori un’esperienza indimenticabile, alla scoperta dei “tesori nascosti”. Oltre a svolgere un ruolo importante nel monitoraggio dell’area protetta, le guide offrono un servizio di promozione. Per una corretta fruizione dell’area protetta e la conoscenza approfondita del suo patrimonio culturale e naturalistico nell’Agosto 2011 è nata anche l’Associazione “Guide Ufficiali ed Esclusive del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, ONLUS”. 6. La prima rivista del PNAL “Appennino Lucano In Basilicata” è la prima rivista on line (1 numero Settembre 2012) del Parco e rappresenta un primo pratico risultato del più generale “Piano per la Ricerca la Comunicazione e la Promozione dell’Identità” a cui il Parco Appennino Lucano sta dando vita grazie al lavoro di un’apposita commissione. Nel rispetto della dimensione della sostenibilità ambientale il Parco ha scelto di dotarsi di una rivista non cartacea, a cadenza trimestrale, facilmente consultabile sul proprio portale in formato flipping - book e scaricabile in versione Pdf. 7. Comunicazione e Innovazione Tecnologica Di concerto con l’Ente Parco Regionale Gallipoli Cognato - Piccole Dolomiti Lucane e l’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Basilicata, è stata realizzata una piattaforma tecnologica multimediale presso l’aeroporto turistico di Orio al Serio (BG) al fine di promuovere l’offerta turistica della Basilicata. Si tratta di un “cubo interattivo” dotato di tecnologia touch screen, attraverso cui turisti possono consultare schede illustrative del territorio PNAL e vedere immagini video che ne presentano le emergenze ambientali e culturali, nonché contattare strutture ricettive e musei per prenotare, sondare disponibilità o, più semplicemente, per avere informazioni. Un sistema di “visualizzazione stereoscopica” in attuazione del servizio di digitalizzazione di alcune importanti opere del patrimonio archeologico e storico - artistico dell’area Parco è stato installato presso la sede dell’Ente per consentirne la fruizione da parte dei visitatori. Grazie alle tecnologie moderne si è dato avvio al progetto “Il Parco in un touch”. Attraverso strumenti interattivi e applicazioni digitali sarà più facile raggiungere gli hotel, gli agriturismi, i bed&breakfast e le altre strutture ricettive del Parco Appennino Lucano. Infatti con pochi e semplici tocchi sullo schermo del proprio navigatore, sarà infatti possibile effettuare la ricerca. Una volta selezionata la struttura, grazie al supporto sia audio che grafico, il navigatore condurrà il turista alla destinazione prescelta in maniera semplice e immediata. Inoltre sarà possibile vedere l’esatta localizzazione di tutte le strutture con relative coordinate satellitari, foto e sito web su Google Earth (visibile tramite PC, smartphone e tablet) che consente di viaggiare per il mondo grazie a un globo virtuale in grado di far giungere l’utente fino al suo luogo preferito, cercare attività commerciali e persino spostarsi tra le indicazioni stradali.

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3.2 La visione strategica del Parco Le fasi previste per una strategia di comunicazione futura del Parco sono assimilate ad una comunicazione che deve procedere di pari passo con il miglioramento quali - quantitativo dell’offerta. Nell’asse della comunicazione del PNAL, tenuto conto, dunque, della sempre crescente importanza del ruolo della “comunicazione” per una più efficace azione istituzionale, è stato condotto il primo studio preliminare delle “Linee Guida di un Piano di ricerca, promozione e comunicazione dell’identità del parco”31. Un lavoro volto alla creazione di un senso di identità e di appartenenza nonché di riconoscimento della mission, delle finalità e delle strategie da perseguire. Nello specifico il documento “si distingue tra obiettivi di primo livello, in cui viene fatta presente l’esigenza di intensificare la visibilità del Parco ai fini della promozione turistica e la necessità di stimolare azioni tendenti ad aumentare la consapevolezza ed il ruolo delle comunità locali ed ed obiettivi di secondo livello indirizzati alla costituzione di un “network di comunicazione”. A costituire l’asse prioritario del lavoro è la ricerca dell’identità del Parco, considerata più che come punto di arrivo, punto di partenza. La distinzione tra Parco - Ente e Parco - Territorio, rinvenibile all’interno delle Linee Guida, costituisce la doppia direttrice lungo la quale il Piano si muove, consente di specificare che le strategie di promozione e di comunicazione dell’identità devono necessariamente prendere in considerazione interventi molteplici diretti sia all’interno che all’esterno del Parco. Le azioni/attività proposte dal Piano per la “ricerca, la comunicazione e la promozione dell’identità del Parco” presentano una “natura bidirezionale”, programmate per raccogliere input, ovvero per registrare opinioni e proposte dei diversi stakeholder che abitano il Parco - Territorio, e consentire all’Ente - Parco di veicolare output”. All’interno del Piano sono state previste azioni di promozione dell’immagine, dentro ed oltre il Parco stesso, alcune delle quali già avviate dall’Ente. Azioni che intendono sfruttare al massimo, senza rinunciare alle potenzialità insite negli strumenti più tradizionali 31 Con Delibera Commissariale n.23 del 26 maggio 2011, il PNAL ha stabilito di dotarsi di alcuni principi guida per fissare i criteri di realizzazione del Piano di Comunicazione.

della comunicazione cartacea, i ritrovati più moderni connessi alla tecnologia multimediale e digitale, capaci di intercettare soprattutto il mondo giovanile assunto nelle sue diverse componenti, un mondo che, in effetti, risulta sempre più sollecitato dal turismo scientifico, verde e d’avventura, che proprio il Parco intende intercettare. Tra le attività di comunicazione e promozione sul campo, dirette e non mediate di tipo face to face, il Piano richiama l’attenzione circa il ruolo fondamentale che può essere svolto da eventi, manifestazioni e da altri format, nel far accrescere l’attenzione non solo mediatica, sull’Ente - Parco e il Parco - Territorio. Per quello che riguarda il versante promozionale tra le azioni previste del PNAL: puntare su un mercato di prossimità con “campagne pubblicitarie nelle maggiori città lucane, pugliesi e campane (con l’ausilio di mostre, esposizioni, camper stand, chiostri itineranti, conferenze, mercatini degustativi, ecc.) indirizzate a segnalare la possibilità di una “vacanza intelligente32”. Con agenzie turistiche locali ed extra locali, tour operator, consorzi ed enti locali, è utile svolgere una campagna focalizzata sul “Parco Amico”, un parco vicino casa capace di offrire refrigerio nei mesi estivi e attività sciistiche in quelli invernali. Secondo l’idea d’incrementare il rapporto tra Ente - Parco e Parco - Territorio, possono essere avviate campagne speciali di tesseramento volte a costituire i Club del Parco. Progetti educativi: Memory Factory e Future Laboratory, format riflettori capaci di veicolare i valori fondativi su cui la Mission del Parco si incardina. Un esempio di comunicazione efficace basata sulla collaborazione di più parti e sull’instaurazione di un sistema di rete con altre realtà, è il percorso avviato dal PNAL nell’acquisizione della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS). Un percorso di certificazione, che permette una migliore gestione delle aree protette per lo sviluppo del turismo sostenibile. L’elemento centrale della CETS è la collaborazione tra tutte le parti interessate per condividere una strategia comune ed un piano d’azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un’analisi approfondita della situazione locale. Il Parco, come è espresso nel Piano della Performance 2013 - 2014, rappresenta “un 32 Con vacanza intelligente intendiamo una vacanza svolta in ambienti dotati di grande fascino, sebbene facilmente raggiungibili e a basso costo.

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patrimonio nazionale da tutelare e salvaguardare e per perseguire tale obiettivo, è necessario sviluppare una “cultura del parco”, capace di rappresentare il sentire comune di tutti gli abitanti ma soprattutto delle giovani generazioni che ne rappresentano il futuro”. Tra gli interventi necessari a migliorare l’offerta turistica del Parco, va segnalato l’intento di proseguire sulla strada, di realizzazione e gestione delle strutture informative “Le Porte del Parco” da dislocare nei punti di accesso allo stesso, in collaborazione non solo con l’APT regionale ma anche con CTS, particolarmente qualificati, per offrire un più efficace servizio di informazione ed assistenza agli utenti/visitatori. Fiore all’occhiello dell’accoglienza e del servizio informativo del Parco dovrà essere, in primis, la stessa sede dell’Ente, trattandosi di un edificio di notevole pregio storico - culturale del territorio regionale, che si doterà di un presidio multimediale attraverso un plastico oleografico per offrire “Il Parco dal Parco”. L’obiettivo continua ad essere quello di offrire all’utente/turista, fin dal suo ingresso nell’area protetta, le informazioni necessarie, che comunque ha già potuto ricevere attraverso il portale web, per poter conoscere il luogo che si sta per visitare, i servizi di cui si può disporre, le strutture ricettive più adatte al tipo di soggiorno, gli eventi e le manifestazioni programmate per quel periodo. Le porte, ubicate in punti di ingresso all’area protetta in corrispondenza delle principali direttrici stradali, seguendo l’ingresso al territorio secondo i punti cardinali, possono rappresentare il punto di ingresso ideale per i visitatori che si accingono a scoprire, anche in modo “accidentale” questo territorio. All’interno dei locali di ogni Porta del Parco, oltre al centro d’accoglienza e all’info-point interattivo, vi dovrà essere un centro di documentazione informatizzato e un punto per l’organizzazione di itinerari o visite guidate anche al fine di favorire le attività delle neo costituite Guide Ufficiali del Parco. Ovvero spazi di sosta/informazione ove sia possibile pianificare programmi di visita ed itinerari verso i diversi siti di interesse. Le Porte del Parco dovranno essere evidenti ai visitatori, ubicate in vicinanza delle principali direttrici viarie che entrano nel territorio e segnalate da apposita cartellonistica informativa già in fase di realizzazione. Oltre alle porte del Parco, l’organo di vertice

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ha già sottoposto alla Comunità del Parco la possibilità di creare “Sette vetrine museali o siti della conoscenza” (avendo già tanti contenitori pronti da utilizzare) da ubicare nelle varie aree con diverse tematiche, quali ad esempio: il museo delle risorse naturalistiche (a San Martino), il museo delle risorse idriche (a Spinoso), il museo della montagna (a Sirino), il museo storico antropologico (a Marsicovetere), il museo produzioni tipiche contadine e artigianali (Val Camastra - Calvello), l’osservatorio della biodiversità (a Sasso di Castalda). È, inoltre, confermato l’avvio dell’analisi di prefattibilità per la realizzazione di un orto botanico. L’opera dovrà essere concepita sia come sostegno alla ricerca e alla didattica ma anche come un tentativo di avvicinare un vasto pubblico, non solo di esperti e appassionati, alla conoscenza delle specie vegetali. Tra i diversi progetti in fase di start up volti ad arricchire e migliorare l’offerta turistica della macro - area, anche in collegamento con altre iniziative di sviluppo turistico regionale33, c’è in essere il progetto “ITACA - Informazione Turistica ed assistenza ai Comuni Associati”, finalizzato a realizzare l’allocazione di IAT multimediali all’interno di alcuni Comuni del territorio del Parco, per un più agevole ed immediato servizio informativo agli utenti/ turisti. Con l’adesione al Progetto “ValoreNatura”34 si intende rafforzare il sistema turistico nelle aree ad alto valore ambientale della Val d’Agri anche attraverso la contestuale creazione di un percorso di qualità ambientale rivolto agli imprenditori locali e finalizzato alla valorizzazione complessiva del territorio che parta dalla catalogazione dei sentieri dello stesso. Nella stessa ottica si inserisce la realizzazione di un’accurata sentieristica e cartellonistica dell’area del Parco quale intervento indispensabile per rendere visibile l’area e valorizzarne i percorsi e sentieri. Tra gli ulteriori progetti di promozione dell’area protetta viene riproposto quello della realizzazione di video che potrà rappresentare al meglio le bellezze naturali del Parco e di un’azione di co - marketing consistente nella diffusione di una pellicola cinematografica con attori di calibro internazionale. In questo solco si colloca 33 PIOT, Lettera d’Intenti con FEEM (Fondazione Eni Enrico Mattei), Progetto Fondazione Telecom, ecc. 34 Promosso da WWF Italia e WWF Ricerche e progetti con il sostegno del Programma Operativo Val d’Agri e della Regione Basilicata.


il Progetto “Luci al Parco” quale esempio di spettacolo “en plein air” che, utilizzando le terrazze della sede dell’Ente, vuole aprire una “finestra” su vari aspetti del Parco, avvenimenti storico culturali, bellezze naturalistiche e archeologiche, da far vivere attraverso un intreccio di suggestioni di musiche, terra, luci ed acqua attraverso cui lanciare il messaggio della necessità di un “Mondo i cui elementi si mantengano in equilibrio”. Si riconferma il Programma per il recupero della linea ferroviaria: l’Ente Parco intende recuperare e ripristinare le linee dimesse degli antichi percorsi FAL Potenza - Pignola ed Atena Parco per dare al flusso turistico una maggiore accessibilità al Parco. Valutando la strategia di comunicazione adottata fino ad oggi dal PNAL, è importante sottolineare che all’inizio non è stata ben definita, a causa dell’assenza di un Piano di Comunicazione che ne definisse la direzione e alcune problematiche di carattere comunicativo all’interno dell’Ente, generando, a volte, uno scarso coordinamento delle azioni e una confusione nei ruoli e nelle funzioni degli stakeholders locali. Si è rilevato un gap di fondo nell’identificazione ed interpretazione della mission prioritaria del Parco, questo ha fatto emergere che allo stato attuale i rapporti tra il PNAL e gli attori locali non siano ancora del tutto stabili, imputabili anche ad una maggiore concentrazione sulla comunicazione turistica da parte del Parco e non ambientale e naturalistica. Rispetto le diverse attività di comunicazione e promozione del Parco è necessario evidenziare che non sono state suddivise per target e, quindi, segmentate. Di contro la strategia comunicativa è stata rafforzata da una buona attività di branding, che si è ufficializzata in un uso appropriato e visibile del logo - marchio come segno di riconoscimento dell’identità stessa dell’Ente, contraddistinguendo gli elementi portanti per la creazione di un immediato legame sensoriale con il destinatario. Inoltre, l’investimento nell’elaborazione del documento “Linee Guida di un Piano di ricerca, promozione e comunicazione dell’identità del parco”, identifica - obiettivi e traguardi - e determina un’azione comunicativa focalizzata e organizzata in una raccolta sistematizzata di informazioni a cui attingere per affrontare con metodo tutti i processi che si pongono alla base di una efficace strategia comunicativa.

4. Analisi dei mercati analoghi L’analisi del competitive set 35 del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese (PNAL), è fondamentale per determinare il bacino di domanda turistica a cui il Parco si potrebbe riferire per attrarre target di fruitori potenzialmente interessati alla propria offerta. I competitors sono, quindi, individuati in base alle destinazioni che offrono esperienze sostitutive a quelle del PNAL ed i cui segmenti di domanda siano uguali o simili a quelli dell’area protetta. A tal proposito è stata fondamentale l’analisi delle peculiarità dei prodotti locali36 che però non consentono ancora di offrire un’esperienza turistica interamente sostitutiva. Inoltre, è stato considerato un criterio di scelta fondato su parametri cronologici determinati dalla distanza delle destinazioni concorrenti rispetto al Parco. Nello specifico, sono state classificate le aree che distino dalla Val d’Agri al massimo due ore, calcolando l’isocrona di percorrenza secondo una velocità media in automobile. Per classificare i mercati di riferimento del Parco e del relativo peso sul totale è stata individuata la tipologia di esperienza degli utenti, attraverso le interviste somministrate agli operatori turistici del PNAL e delle zone limitrofe, in quanto osservatori privilegiati del comportamento dei turisti. I risultati delle interviste evidenziano che all’interno del PNAL è diffuso un turismo di scoperta del territorio, interessato a natura, borghi, enogastronomia, ed in linea con quanto esposto, i turisti leisure dimostrano una fruizione dell’area da turismo montano tradizionale. Ne deriva un quadro esplicativo piuttosto complesso, che però può risolversi in un tentativo di sintesi estrema tra il grado di integrabilità tematica e geografica delle destinazioni. La metodologia del lavoro, dunque, che è stata fondata sugli elementi di scelta descritti, atti a 35 Con competitive set intendiamo l’individuazione di un gruppo di concorrenti con cui tale destinazione e attrattore si può confrontare e di conseguenza, strutturare un’offerta territoriale più specifica, adeguata al segmento dei turisti interessati, oltre che aumentare le quote di mercato sui bacini di domanda limitrofi. 36 I prodotti locali considerati sono: montagna e natura, sport, storia e cultura, enogastronomia.

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porre le basi per una valutazione comparativa dei key factors, ha permesso di individuare i principali concorrenti con prodotti similari tra le regioni Puglia, Campania, Calabria e la stessa Basilicata. Questo dato conferma tra l’altro, circa i mercati di provenienza, l’andamento delle presenze italiane in Basilicata registrate dall’anno 1999 al 2011, secondo cui la domanda domestica sia prevalentemente di tipo limitrofo37. Nel dettaglio, si evidenziano rispettivamente in Puglia la Valle D’Itria (compreso lo Zoo Safari di Fasano); in Campania il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni; il Parco Nazionale del Pollino sia per il versante calabro che lucano (compreso il Parco Letterario di I. Morra a Valsinni); in Basilicata il Parco Regionale di Gallipoli Cognato, la città di Matera e la Montagna Materana. In particolare, la Valle d’Itria, che comprende undici38 comuni tra le province di Bari, Brindisi e Taranto, si caratterizza per un target di domanda interessato alla fruizione agrituristica, al turismo del territorio, all’enogastronomia ed all’escursionismo. Presenta, rispetto ad altri competitors, flussi significativi di turisti: per l’anno 2010 sono stati registrati 319120 arrivi, 1175903 presenze e 3,7 giorni di permanenza media39. Mediante le interviste agli operatori si è chiarito che la Valle D’Itria è meta privilegiata di chi soggiorna lungo la costa metapontina e tarantina, lo stesso target che visita le aree archeologiche e Matera. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, che connette ottanta comuni della provincia di Salerno, pur essendo ancora in una fase molto embrionale di scoperta, in merito all’atteggiamento della domanda, si distingue per l’importante commistione di aspetti naturalistici ed archeologici, oltre ai prodotti enogastronomici ed alla vicinanza geografica a località altamente turistiche. Il Parco Nazionale del Pollino, esteso tra le province di Matera, Potenza e Cosenza, trova evidenza soprattutto sul fronte della fruizione montana tradizionale, come su quella naturalistica 37 Fonte: APT Basilicata, 1999 - 2011. 38 Tra i quali si menzionano, perchè turisticamente significativi, i comuni di Alberobello, Castellana Grotte, Putignano, Fasano, Ostuni. Nello specifico, Fasano ospita lo Zoo Safari Fasanolandia, il primo zoo parco faunistico in Italia ed uno dei più grandi d’Europa per numero di specie presenti. 39 Fonte: Puglia Promozione.

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e sportiva. I flussi del versante lucano fanno registrare, per il 2009, 33824 arrivi, 74.602 presenze, 2,21 giorni di permanenza media40. È importante sottolineare che tra i cinquantasei comuni dell’area protetta in questione, Valsinni emerge tra tutti per il Parco Letterario dedicato alla poetessa Isabella Morra, che solo nel 2011 ha attratto 6436 arrivi41. Inoltre, rientra tra le aree immediatamente retrostanti le spiagge della costa Tirrenica e, pertanto, interessa il bacino di domanda che soggiorna nelle zone di Policoro, in particolar modo riferendosi al target delle famiglie con bambini. Il Parco Regionale di Gallipoli Cognato e delle Piccole Dolomiti Lucane, è in grado di soddisfare la domanda di tipo sportivo, come il turismo natura e l’ecoturismo, oltre che quello montano per la presenza della Val Camastra. L’attrazione principale è il Volo dell’Angelo, tra i comuni di Pietrapertosa e Castelmezzano, in quanto permette una fruizione innovativa ed avventuristica del patrimonio ambientale. I paganti, per il 2012, sono stati 10941. Dalle interviste è emerso che l’esperienza del volo, come le escursioni alle Piccole Dolomiti Lucane, interessa in modo significativo anche chi soggiorna all’interno del PNAL. La città di Matera si caratterizza in maggior misura per i Sassi, noti a livello internazionale, patrimonio Unesco, del Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano e di prodotti enogastronomici di rilievo. È meta privilegiata di turisti anche stranieri di provenienza della costa metapontina e tarantina. Gli arrivi, per il 2011, ammontano a 115877, le presenze a 182044, con 1,57 giorni di permanenza media42. Infine, la Montagna Materana, per la prossimità a Matera si arricchisce di dinamiche positive, sfrutta la contiguità all’area balneare e presenta un paesaggio fortemente connotato anche per effetto della produzione letteraria e di tre parchi letterari. Dunque, dall’esame dei concorrenti è emerso che quasi tutte le aree d’interesse versino ancora in una fase evolutiva di sviluppo circa i prodotti indicati, sebbene la Valle d’Itria ed il Pollino abbiano già raggiunto un grado di maturazione maggiore. Di certo, dalla stima della domanda potenziale e dall’individuazione dei mercati analoghi al PNAL, è possibile soddisfare lo scopo intrinseco all’analisi 40 Fonte: APT Basilicata. 41 Fonte: Parco Letterario I. Morra. 42 Fonte: APT Basilicata.


stessa, che si propone di chiarire gli obiettivi strategici del Parco determinandone gli elementi di criticità e definendo le attrattive di diversa importanza, al fine ultimo di strutturare un piano d’azione che consenta di distinguersi rispetto alle rilevanze del competitive set.

Conclusioni In sintesi, allo stato attuale la capacità del Parco di attrarre turisti è ancora molto limitata, se si considera che nel 2011 il Parco ha fatto registrare 52.122 arrivi, pari al 10,2% degli arrivi rilevati nell’intera regione e 153.406 presenze, pari al 7,8% delle presenze totali della Basilicata. I flussi non si distribuiscono equamente sul territorio del Parco, visto che la Val d’Agri concentra il 58% degli arrivi totali, seguita dal Lagonegrese (25%) e dalla Val Camastra (18%). Il mercato di riferimento è prevalentemente nazionale e, in particolare, di prossimità. Rispetto alla stagionalità, non si osserva la stessa concentrazione dei flussi nelle tre aree del Parco, questo in virtù della diverse tipologie di turismo sviluppate in ciascuna di esse, prevalentemente business in Val d’Agri, che vede i flussi più destagionalizzati, montano in Val Camastra, con picchi nei mesi invernali e in Luglio ed Agosto, di rimbalzo dalla Costa nel Lagonegrese, con flussi maggiormente legati al periodo estivo. I turisti sembrano prediligere la formula alberghiera, l’89% di essi vi trascorre il proprio soggiorno nel PNAL. Tale offerta è preferita tanto dagli italiani quanto dagli stranieri considerato che nel 2011 la domanda alberghiera ha rappresentato la scelta dell’89% degli arrivi italiani e del 91% di quelli stranierei. La vacanza nel Parco dura in media circa 3 giorni per gli italiani e 6 per gli stranieri; il dato deve molto al comportamento dei flussi in Val d’Agri, dove i turisti si fermano in media circa 4 giorni, a fronte di quanto accade nel Lagonegrese e nella Val Camastra dove la durata media della vacanza si attesta intorno ai 2 giorni. L’offerta ricettiva del PNAL è costituita da 96 strutture per un totale di 3380 posti letto, l’incrocio con i dati relativi alle presenze turistiche evidenzia che tale offerta è sovradimensionata

rispetto alla consistenza del movimento attuale, tale affermazione è confermata dal tasso di utilizzo lordo delle strutture che si ferma al 12% Il sistema ricettivo è omogeneamente distribuito sul territorio e l’indice di intensità ricettiva evidenzia che le tre aree hanno essenzialmente la stessa densità di letti. La maggiore dotazione di letti è nelle singole aree generalmente connessa ad un’offerta turistica meglio strutturata e alla presenza di attrattori turistici di rilievo (Abriola e Pignola per la Val Camastra; Viggiano, Moliterno e Grumento Nova per la Val d’Agri; Lagonegro e Lauria per il Lagonegrese). Anche l’offerta alberghiera, formula più richiesta dalla domanda attuale sia domestica che straniera, è sovradimensionata, l’utilizzo lordo si attesta al 14%. Essa è inoltre di categoria medio bassa, data la prevalenza di esercizi a 1,2, 3 stelle. L’analisi dell’offerta extra-alberghiera evidenzia che la formula maggiormente radicata nel PNAL è l’agriturismo, la presenza di B&B, nonostante siano la scelta del 21% del turisti natura, è carente. Sono assenti gli ostelli, i rifugi, i campeggi e le altre forme di ospitalità generalmente presenti nelle aree protette. Un dato positivo è che il settore extralberghiero è stato caratterizzato da costanti aumenti di strutture (+33%), la Val d’Agri è l’area che detiene le percentuali più alte di aumento (+68%). Dal punto di vista della sostenibilità il sistema ricettivo del PNAL, pur avendo attivato azioni significative e meritorie, ha ancora delle criticità importanti che dovrebbero essere risolte attraverso l’azione diretta dei titolari delle strutture e mediante il sostegno dell’ente gestore il quale potrebbe in primis incentivare la cooperazione tra le strutture, l’adozione di fonti rinnovabili e la certificazione delle stesse. Rispetto all’offerta turistica composta da una variegata gamma di risorse si è evidenziato come queste non rappresentino ancora dei main driver in grado di attrarre grandi flussi di turisti sul territorio. Il ricco patrimonio naturalistico, storico e culturale deve essere organizzato in modo da rappresentare un prodotto ben definito per una domanda mossa dall’interesse culturale in senso ampio, interessato ai diversi aspetti del territorio. In definitiva è auspicabile un prodotto che intercetti

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una motivazione non legata a singole risorse ma all’insieme di esse. In conclusione, possiamo dire che delle tre aree di cui si compone il PNAL la Val d’Agri rappresenta, da un punto di vista territoriale, l’area turisticamente più pronta a un progetto di sviluppo, in quanto interessata dalla maggiore concentrazione di strutture e di letti e da flussi turistici più consistenti e in costante aumento. Ai fini della pianificazione e implementazione di un percorso di sviluppo turistico, la comunicazione del Parco risulta essere il punto fondamentale insieme ad una politica di marketing territoriale ben strutturata e legittimata, su cui incentrare la strategia di promozione del Parco. Infatti, quando i parchi comunicano bene attraggono turisti e risorse economiche, e soprattutto diffondono la cultura e i valori che sono chiamati a custodire. In quest’ottica, la Carta Europea del Turismo Sostenibile può rappresentare uno strumento di pianificazione dello sviluppo turistico del Parco, in grado di favorire la partecipazione e la concertazione tra tutti gli operatori (privati e istituzionali) accomunati dallo stesso obiettivo di incremento del turismo nell’area. Allo stesso tempo, la Carta Europea del Turismo Sostenibile conferisce al Parco una vera e propria “certificazione del territorio”, che potrebbe contribuire a connotarlo come area particolarmente impegnata nella tutela dell’ambiente e nella pratica del turismo sostenibile. In quest’ottica, l’implementazione di azioni finalizzate a realizzare le potenzialità ecoturistiche del Parco può renderlo più appetibile agli occhi dei turisti natura, che si muovono mossi dalla volontà di vivere un’esperienza di ritorno alla natura e alle cose semplici.

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Bibliografia e sitografia

AA.VV., Appennino Lucano. I mille sapori del verde, Clementi Editore - Le guide di Trekking&Outdoor, Genova, 2010

www.aptbasilicata.it

Berardi S., Principi economici ed ecologici per la pianificazione di uno sviluppo turistico sostenibile, Franco Angeli, Milano, 2007

www.istat.it

De Rosa R., Parco dell’Appennino Lucano. Guida narrata, Rubettino editore, 2010 Ejarque J., La destinazione turistica di successo, Hoepli, Milano, 2003 Istat, Viaggi e vacanze in Italia e all’estero, 2011 Migliozzi M., La Comunicazione nelle/delle aree protette, in SILVAE, ANNO VI n.14, 2010 Linee Guida di un Piano di ricerca, promozione e comunicazione dell’identità del parco Osservatorio Permanente sul Turismo Natura, a cura di, IX Rapporto Ecotur sul turismo natura, 2011 Romei P, a cura di, Turismo sostenibile e sviluppo locale, CEDAM, Padova, 2008 Tallone G., I parchi come sistema. Politiche e reti per un nuovo ruolo delle aree protette, ETS, Pisa, 2007 Viganoni L, a cura di, Lo sviluppo possibile. La Basilicata oltre il Sud, ESI, Napoli, 1997

www.europarc.org

www.ontit.it/opencms/opencms/ont/it/ stampa/in_evidenza/Enogastronomia_italiana_ di_qualita; www.parcoappenninolucano.it www.parks.it/federparchi/cets.html



CAPITOLO 3 - Il progetto Green Road Basilicata

Introduzione Nota metodologica Casi studio

sull’ integrazione turistica “costa - entroterra”

1. Il quadro turistico - territoriale 2. La domanda turistica potenziale 3. Definizione del prodotto turistico “Green Road Basilicata”

Conclusioni Bibliografia e sitografia


Introduzione Una delle principali criticità del settore turistico è l’elevata stagionalità. Nell’arco dell’anno, infatti, periodi di elevati flussi, concentrati in aree circoscritte, si alternano a fasi di stasi e di assenza quasi totale della domanda. Anche il turismo della Basilicata, e in particolare dell’area costiera del metapontino, è caratterizzato da un’elevata stagionalità dei flussi, concentrati principalmente nei mesi estivi di luglio e agosto. A brevi periodi di affluenza si alternano, poi, stagioni in cui la domanda è molto limitata e durante le quali molte strutture sono chiuse e i piccoli centri costieri si svuotano. A quest’area, densamente turistica nel periodo estivo e dotata di un buon posizionamento in termini di visibilità e di domanda sia domestica che straniera, si contrappone il territorio montano dell’Entroterra, turisticamente in una fase esplorativa con potenzialità da mettere ancora a valore. Tali presupposti permettono di ipotizzare uno sviluppo integrato del comprensorio “mare montagna” che faccia perno sia sulla riconoscibilità e notorietà dell’area costiera sia sulle specificità e tipicità dell’Entroterra. Un “product mix” che permetterebbe di destagionalizzare i flussi della Costa Ionica e allo stesso tempo di costruire un prodotto turistico in linea con le richieste del mercato post moderno, sempre più interessato a un’offerta che integri qualità dei servizi, tipicità dell’offerta e unicità dell’esperienza. Tutti elementi che molti contesti ancora poco conosciuti ed esplorati dell’Entroterra potrebbero offrire permettendo di ipotizzare percorsi di sviluppo turistico alternativi, o comunque, complementari a quelli attuali. Il Progetto “Green Road Basilicata”1 ha dunque l’obiettivo di avviare una pianificazione, concertata con i principali stakeholders locali, finalizzata a potenziare l’offerta turistica attuale. L’idea è di favorire un “modello” di sviluppo turistico basato sull’integrazione del prodotto balneare e montano, favorendo un turismo sostenibile dal punto di vista 1 Elaborato dai ricercatori della Feem di Viggiano: Angela Pepe, Marcella De Filippo, Angelo Bencivenga, Paloma D’Alterio Vollaro, Annalisa Percoco, Matteo Bernecoli, Caterina Verrone.

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ambientale, economico e sociale. Un’integrazione implementata attraverso la diversificazione e la destagionalizzazione dell’offerta turistica della fascia costiera e la valorizzazione a fini turistici dell’Entroterra e del suo patrimonio naturalistico e culturale. Un turismo che prenda spunto da nuove motivazioni di vacanza, legate alla scoperta di due territori geograficamente vicini ma con un’offerta turistica antitetica, la cui integrazione potrebbe produrre ricadute positive in termini economici e di sviluppo per le due aree. L’obiettivo cardine che il progetto si prefigge è dunque la valutazione contingente sul grado di fattibilità di un sistema turistico del “mare” e della “montagna” che abbia come fondamento: il rafforzamento e potenziamento congiunto delle risorse presenti; la messa in rete di tali risorse attraverso il miglioramento dell’accessibilità e della fruizione; il convogliamento dei flussi turistici costieri verso le aree interne con un grado meno elevato di sviluppo turistico; la destagionalizzazione per mezzo di prodotti turistici di nicchia connessi a forme di turismo sostenibile (“slow tourism” e “ecotourism”); lo sviluppo di una strategia comune tra gli stakeholders coinvolti (ai quali sono state sottoposte interviste dirette per saggiare il grado di interesse nei riguardi del progetto), il posizionamento del futuro prodotto turistico “Green Road Basilicata” sul mercato nazionale e internazionale.

I casi studio sull’integrazione turistica costa - entroterra I 2 casi studio considerati sono il progetto “Odyssea Fim” e “Adristorical Lands”, entrambi finanziati con fondi dell’Unione Europea. Il progetto Odyssea FIM1 si sviluppa nell’ambito della cooperazione transfrontaliera del Programma Italia-Francia ‘Marittimo’, è un programma finalizzato alla valorizzazione dei territori limitrofi ai porti turistici e all’animazione degli stessi porti. Gli obiettivi del progetto sono: la creazione di una rete internazionale di porti turistici tra Corsica, Liguria, Toscana e Sardegna e la strutturazione di itinerari turistici che connettano i porti 1 I partner sono: la Provincia di Pisa (Ufficio Politiche e Relazioni Internazionali), Collectivité Territoriale de Corse Agence du Tourisme de la Corse, Union des Ports de Plaisance de Corse, Regione Liguria (Settore Affari Comunitari e Relazioni Internazionali), Agenzia Regionale “In Liguria”, Rete Porti Sardegna, Associazione Nazionale Città del Vino.


Nota metodologica Nel rapporto dell’attività di ricerca, di cui il presente lavoro costituisce una sintesi, sono state delineate le caratteristiche generali di un prodotto turistico, il quale, come è noto, nasce dalla combinazione fra attrazioni turistiche, industria turistica, e ovviamente il turista o escursionista. Per progettare e realizzare un prodotto turistico, siamo consapevoli che sia necessario: la conoscenza concreta del territorio, la catalogazione delle risorse e dei servizi presenti e la conoscenza del cliente obiettivo. Il progetto si è sviluppato secondo una metodologia di tipo quali - quantitativo. Dal punto di vista quantitativo, si è proceduto ad uno scouting degli “assets turistici” esistenti nelle aree in esame (risorse storico - artistiche, naturalistiche, culturali, enogastronomiche, infrastrutture, ricettività e servizi in genere) al fine di creare una vera e propria “mappatura” territoriale illustrante le componenti fondamentali dell’offerta turistica. Si è proseguito con un’analisi qualitativa di MKT territoriale, utilizzando lo strumento del “choice experiment” (esperimento di scelta) che consente in primo luogo di intercettare il livello di gradimento di alcuni turismi esistenti in una data destinazione e i nuovi profili di offerta turistica a seconda delle tendenze della domanda, in secondo luogo di cogliere i sintomi del cambiamento nelle preferenze dei viaggiatori. Tale strumento permette di formulare un prodotto turistico,

turistici all’entroterra, in modo da far beneficiare anche il territorio rurale del turismo da diporto. Il progetto è strutturato secondo l’etica ambientale, con offerte e servizi legati alle quattro grandi tematiche Odyssea: nautica, natura, enogastronomia, cultura e patrimonio2. Il progetto ADRISTORICAL Lands3 - Storia, cultura, turismo, arte e antichi mestieri nel territorio 2 Per maggiori informazioni visitare la seguente pagina web: www.odyssea.eu/odyssea2010/index.php 3Sono Partner del Progetto: Regione Molise; Regione Veneto; Associazione Città murate del Veneto; Regione Marche; Associazione Le Marche Segrete (Marche); Regione Abruzzo; Confesercenti Abruzzo; Provincia di Bari (Regione Puglia); Agenzia per lo Sviluppo della Dalmazia (Spalato e Hvar) Croazia; Agenzia per lo Sviluppo turistico della Erzegovina (Bosnia); Museo del Mare di Pirano (Slovenia); Comune di Lezha (Albania); Ministero della Cultura e dello Sport del Montenegro, Informest, Provincia di Ravenna.

esplicitato in percorsi e pacchetti, basato sulle preferenze dichiarate e non su semplici intuizioni. Alle azioni progettuali fin qui illustrate è seguita la definizione dei prodotti e un’analisi delle attività attuabili nel campo del Marketing Plan e della comunicazione, azioni utili al rafforzamento e alla qualificazione del prodotto “Green Road Basilicata” e della sua immagine commerciale. In via introduttiva sono stati presentati anche 2 casi studio, ampiamente analizzati, che per obiettivi e mission possono essere assimilabili all’idea di base del progetto ”Green Road Basilicata”. La ricerca dei casi studio è avvenuta navigando in rete, i due casi presi in considerazione hanno rappresentato a nostro avviso l’eccellenza nel campo dell’integrazione, condivisa, tra Costa e Entroterra. In sintesi, il lavoro di ricerca è stato articolato, come detto, in un’analisi territoriale delle aree interessate dal progetto “Green Road Basilicata”, alla quale è seguita l’indagine dell’offerta turistica (risorse, servizi e strutture ricettive). Successivamente sono stati analizzati i risultati del questionario somministrato a centocinquantasette turisti della Costa Ionica, volto a sondare le motivazioni di viaggio degli intervistati e le potenzialità di un prodotto turistico integrato, legato alla scoperta dell’area costiera e dell’entroterra lucano, e declinato in differenti tematismi. I risultati del questionario sono stati utili per la delineazione delle caratteristiche del turista obiettivo.

europeo ADRIATICO - con un valore progettuale di 3,9 milioni di Euro, è uno dei più importanti programmi del settore turistico finanziato con Fondi dell’Unione Europea. Partendo dalla capacità di attrazione di borghi storici, città murate, castelli e siti culturali, punta ad un riequilibrio tra aree urbane e rurali,attraverso la valorizzazione delle eccellenze turistiche dei territori minori in una logica di sistema tra le aree costiere e quelle rurali e tra queste e le città della fascia adriatica. Il progetto si propone di creare nuove forme di turismo sostenibile valorizzando alcune significative realtà del bacino adriatico non comprese nell’offerta tradizionale: beni culturali, naturali e paesaggistici di pregio in grado di interessare un turismo di nicchia che può offrire opportunità di sviluppo molto significative, favorendo il turismo lento, le visite in bici e le escursioni.

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1. Il quadro turistico territoriale 1.1 La Costa Ionica

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Dopo quello agricolo (11.431 aziende che rappresentano il 40,88% del totale provinciale ed il 13,87% di quello regionale - PIT Metapontino -), il turismo in effetti risulta essere il settore economico trainante. Prevalentemente basato sul binomio mare/spiaggia, negli ultimi anni ha fatto registrare uno sviluppo consistente anche del comparto agro - turistico. Le presenze turistiche della Costa Ionica sono però concentrate soprattutto nei mesi di luglio e agosto e la necessità di destagionalizzare l’offerta risulta essere quanto mai indispensabile per potenziare l’economia territoriale.

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La Costa Ionica, lunga quasi 40 km, è costituita da sei comuni (Bernalda, Nova Siri, Pisticci, Rotondella, Policoro e Scanzano) con una superficie complessiva di circa 550 kmq e una popolazione stimata2 al 1 Gennaio 2011 di 63.500 abitanti. Bassa sul livello medio del mare e di ampiezza variabile di circa 20 metri dalla battigia, l’area è caratterizzata da sabbie medio - fini e da un profilo dunale in continua erosione. La lunga diramazione di pianura, che dalla bassa collina materana si estende verso il Mar Ionio, offre al visitatore vasti arenili di sabbia finissima giallo dorata e ampie spiagge di sabbia e ciottoli nel tratto di costa più a sud che guarda verso il Parco Nazionale del Pollino. Policoro e Metaponto sono senza dubbio le località più note della Costa. Quest’ultima, nel comune di Bernalda, è stata concepita negli anni ‘60 proprio come “cittadina vacanziera” ed è oggi una realtà turistica funzionale e ben collegata con l’interno, tanto da offrire notevoli possibilità di escursione in tutta la provincia materana.

Viggianell Rotonda


1.1.1 Analisi turistica della Costa Ionica La domanda turistica attuale L’area costiera ionica ha un peso rilevante nel movimento turistico della Basilicata, attrae infatti il 32% degli arrivi e il 59% delle presenze dell’intera regione, confermandosi la destinazione maggiormente richiesta dai turisti che eleggono la Basilicata quale meta del proprio viaggio. Una destinazione che negli ultimi anni fa registrare un trend positivo in termini di arrivi e di presenze. Nello specifico, nel periodo compreso tra il 2008 e 2011, la domanda della Costa è aumentata ad un tasso medio annuo del 2,99% in termini di arrivi e del 0,26% in termini di presenze. Gli arrivi sono quindi passati dai 150.226 del 2008 ai 163.766 del 2011 (+9,01 %) mentre le presenze da 1.151.615 a 1.154.297 (+0,23%). Graf.1,2

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Anche la valutazione sull’indice di permanenza media mostra un andamento positivo con un aumento dell’8,8% tra il 2008 e il 2011. Graf.3

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Tale movimento è determinato quasi interamente dal mercato domestico che rappresenta il 95 % degli arrivi (dati al 2011). Per quanto riguarda i turisti nazionali la Puglia, la Campania, il Lazio e la Basilicata generano 115.196 arrivi e 873.194 presenze pari al 70,4% degli arrivi totali e il 75,6% delle presenze totali. Interessanti anche i numeri della Lombardia che origina 9.418 arrivi e 71.357 presenze.

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Per i turisti stranieri, i numeri più consistenti scaturiscono della Germania, della Svizzera e della Francia che in totale fanno registrare 2751 arrivi e 13776 presenze, pari al 30% degli arrivi e al 41,3% delle presenze straniere. Dal confronto tra gli arrivi del mercato internazionale e domestico si determina che tra il 2008 e il 2011, considerato il decremento dello 0,31% del primo e l’incremento del 12,23% del secondo mercato, la performace positiva degli arrivi totali è imputabile unicamente al numero più consistente di turisti italiani. Anche le

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Graf.1 - Andamento arrivi Costa Ionica 2008 - 2011, Fonte: APT Basilicata

Graf.2 - Andamento presenze Costa Ionica 2008 - 2011, Fonte: APT Basilicata

Graf.3 - Andamento permanenza media in Costa Ionica 2008 - 2011, Fonte: APT Basilicata

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Graf.4 - Stagionalità della domanda in termini di presenza Costa Ionica 2011

presenze straniere subiscono un calo, tra l’altro particolarmente drastico (-57%), a fronte di un aumento del 4,4% delle presenze nazionali. Il turismo della Costa Ionica si caratterizza per avere un grado di permanenza che può definirsi medio - lunga, i turisti domestici infatti trascorrono mediamente 7,18 notti ciascuno, gli stranieri 4,36 notti (dato al 2011). Altra caratteristica evidente è poi la forte stagionalità, determinata evidentemente dalla vocazione balneare di questo territorio; la domanda turistica si concentra in effetti nei mesi di giugno, luglio e agosto, che complessivamente determinano l’82% delle presenze annuali (al 2011 - 943.805). Graf.4

L’offerta turistica della Costa Ionica La principale risorsa di quest’area è rappresentata come detto dal mare, che concorre a connotare questo lembo di territorio regionale principalmente come meta balneare. Nel complesso, al 2012, sono censiti 86 stabilimenti balneari3, tra quelli che operano stagionalmente con concessioni per la sola stagione balneare, e quelli che detengono concessioni pluriennali e che operano tutto l’anno (nei mesi invernali come attività di ristorazione). Gli stabilimenti sono così ripartiti: 24 a Bernalda, 13 a Nova Siri, 24 a Pisticci, 12 a Policoro e 13 a Scanzano Jonico. 3 Regione Basilicata, 2012.

La Costa Ionica offre al turista di nuova generazione la possibilità di praticare diverse forme di sport. Nella Costa si contano infatti: un campo da golf a diciotto buche (Metaponto), numerosi campi da tennis e da calcio (tra quelli comunali e quelli interni alle strutture ricettive) e numerose piscine (comunali e private). Tra gli altri sport che è possibile praticare nei comuni della Costa Ionica vi sono poi il windsurf, la canoa e le immersioni subacquee. A Metaponto inoltre sorge un grande parco acquatico, Acqua Park Acquazzurra, dotato, tra l’altro, di campo da calcetto, area fitness, campo per il beach volley, area benessere, area giochi per i bambini e animazione per le diverse fasce d’età. Per gli appassionati di vela, a Policoro è attivo il Circolo Velico Lucano, un’associazione sportiva dilettantistica che organizza corsi di vela e crociere per ragazzi provenienti da tutte le regioni d’Italia e da alcuni Paesi europei e ospitati in strutture aperte tutto l’anno per un totale di 350 posti letto. Sempre a Policoro è attivo un Motoclub che organizza regolarmente uscite domenicali e weekend in moto, percorrendo tracciati già noti o segnando di volta in volta itinerari nuovi. Da un punto di vista più prettamente naturalistico, la Costa e il mare del litorale ionico rappresentano una risorsa naturale di grande valenza ambientale per la presenza di ecosistemi (marini e costieri) di pregio. A Bernalda sorge la Riserva forestale di protezione

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Metaponto, dove trovano rifugio, stabilmente o temporaneamente, numerose specie di uccelli, mammiferi, rettili e anfibi. Nella stessa zona sono stati riconosciuti due Siti d’Interesse Comunitario (Sic), inseriti nella Rete Natura 2000: la foce dei fiumi Bradano e Basento. A cavallo dei territori comunali di Bernalda e di Ginosa (Ta) è situato il Lago Salinella, un piccolo lago costiero (140 ettari) immerso in una pineta. Questo lago rappresenta l’ultima zona umida dell’arco ionico, riconosciuta come zona da valorizzare e proteggere dal degrado e dalla speculazione. Quest’ambiente permette la presenza di rare specie vegetali e la vita di numerose specie animali, in particolar modo uccelli. Per gli appassionati, qui è possibile praticare il birdwatching. A Bernalda opera il Centro di Educazione Ambientale “Bernalda e Metaponto” che propone per fruire il patrimonio naturalistico dell’area soluzioni diverse per differenti target (famiglie, giovani, scolaresche, ecc.): passeggiate a piedi, corsi ed escursioni in vela, percorsi e campus sportivi nei parchi e nelle aree protette, eventi sportivi ecocompatibili, ecc. Nel territorio di Policoro sorge il Bosco Pantano, una Riserva di 1200 ettari, designato come Sic e Zps. Questa Riserva, ultimo lembo di foresta planiziale, rappresenta un unicum in Italia e presenta, quindi, un notevole interesse scientifico, ecologico, paesaggistico e culturale per lo studio, l’osservazione e la didattica relativi alla fauna e agli ecosistemi legati al bosco. All’interno della stessa, nella quale vi è un’Oasi WWF gestita dal Centro di Educazione Ambientale “Polieion” che organizza attività volte a incentivare la pratica di un turismo più sostenibile e responsabile, alla scoperta della natura, è presente una pista ciclabile. Il CEA proporne escursioni a piedi, in bici, in canoa o barca a vela, a cavallo con guide naturalistiche alla scoperta dei diversi habitat che compongono la diversità ambientale della riserva. Il soggiorno nelle destinazioni balneari rappresenta anche un’ottima occasione di consumo per il 20,1% di turisti che fa shopping e per il 7,1% che acquista prodotti tipici e/o dell’artigianato locale. Per quanto riguarda lo shopping, nel 2004 è stato

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inaugurato a Policoro, lungo la SS106 Ionica, un grande Centro commerciale (per una superficie complessiva di 47.000 mq) che ospita trentacinque attività commerciali. Riguardo all’artigianato locale, i comuni della Costa Ionica si sono specializzati nella produzione di ceramiche artistiche, in continuità con l’antica attività dei fornacieri. A Pisticci è presente l’Associazione “Arte Cultura e Tradizioni” dove è possibile apprendere il ciclo di lavorazione. Anche gli eventi di varia natura rappresentano una componente importante dell’offerta turistica, lo dimostra il fatto che il 18,5% dei turisti balneari assistono a spettacoli musicali, il 18,2% partecipa a eventi sia enogastronomici (il 17,8% fa degustazioni di prodotti tipici locali) che folkloristici. Tra gli eventi principali dei comuni della Costa Ionica ricordiamo il “Lucania Film Festival”, il primo festival internazionale di cinema della Basilicata, che si svolge ad agosto, proponendosi come elemento di attrazione turistica. Sempre a Pisticci vi è poi un importante festival di jazz, l’”Argojazz”, tra luglio e agosto; mentre a Policoro un festival di blues, il “Blues in town”. La visibilità di Scanzano Ionico a scala internazionale si deve al fatto di essere stato eletto per essere una delle due sedi lucane della “Città della pace”, la Fondazione voluta dal Premio Nobel Betty Williams per accogliere i bambini che vivono in difficoltà nei loro paesi. Per una parte dei vacanzieri del mare la vacanza si trasforma anche in un’occasione per fruire delle ricchezze artistiche del territorio; il 7,2%, infatti, visita siti archeologici e/o monumenti, il 6,2% musei e/o mostre. Policoro e Metaponto, antiche colonie della Magna Grecia, custodiscono importanti testimonianze archeologiche del glorioso passato. In particolare, a Policoro è possibile visitare un Parco Archeologico che custodisce i resti dell’antica Heraclea, la colonia greca fondata nel 433 a.C. da Taranto sulle rovine di Siris (colonia ionica risalente al VII sec. a.C.). Tra le principali testimonianze archeologiche che è possibile visitare, ricordiamo il santuario di Demetra e il Tempio Antico dedicato a Dionisio risalente al VII


sec. a.C. Nei pressi del Parco Archeologico sorge il Museo Nazionale della Siritide, inaugurato nel 1969, dedicato alle due fasi di Siris e di Heraclea e al mondo italico delle vallate dell’Agri e del Sinni. L’esposizione, basata su criteri topografici e cronologici, documenta i diversi aspetti delle due colonie greche (la vita sociale, economica, religiosa e l’artigianato). Nel 2011 il Parco Archeologico ha fatto registrare 13.660 visitatori e il Museo 13.655 (Ufficio Statistica, Ministero per i beni e le attività culturali, 2011). Le testimonianze di maggior rilievo del parco archeologico sono l’antiquarium, il teatro, il castro romano, l’agorà cittadina, la necropoli, i templi di Apollo Licio, Demetra e Hera; davanti agli ingressi dei templi si trovano i resti degli altari con vari elementi decorativi. Il monumento di sicuro più celebre è rappresentato dalle Tavole Palatine, il tempio dedicato alla dea Hera che delimitava i confini dell’antica città, noto anche come “Scuola di Pitagora”. Alle spalle dell’Area archeologica sorge il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto che ospita numerosi reperti rinvenuti nel territorio circostante, lungo la SS106 Ionica, oltre che dal sito di Pisticci. Nelle 4 sale in cui si articola il Museo sono esposti reperti preistorici, della fase magnogreca, della fase di integrazione tra greci e indigeni e di età romana. Nel 2011 hanno visitato il Museo Archeologico di Metaponto 16.493 visitatori, mentre l’area archeologica ha fatto registrare 18.531 presenze (Ufficio di Statistica, Ministero per i beni e le attività culturali, 2011). Degno di menzione è anche il Castello baronale dei Berlingieri, che, contestualmente alla sua area di contorno (chiesetta, canonica, casalini e casoni), dalla sua posizione sommitale assurge a documento simbolico della storia “latifondistica” di Policoro, conservando nel complesso la struttura del borgo feudale. Ultimo elemento che concorre a definire l’offerta turistica della Costa Ionica è rappresentato dall’enogastronomia. L’area si è specializzata nella produzione di agrumi (mandarini, pompelmi, arance a polpa bionda e varietà pregiate) e dell’ortofrutta.

Il miele è un’ulteriore produzione largamente diffusa nella Costa Ionica; sono, infatti, censiti due produttori a Nova Siri, uno a Policoro, Pisticci e Bernalda. Il prodotto di punta dell’area è di sicuro rappresentato dall’Amaro Lucano, prodotto a Pisticci a partire dal 1894, che da prodotto locale è diventato ormai un liquore apprezzato e conosciuto a livello mondiale. Per completare il quadro relativo ai servizi turistici presenti nei comuni analizzati, si ricorda che nell’area sono attive: 12 agenzie di viaggi, 1 Consorzio turistico con sede a Scanzano Ionico e due società di servizi a Policoro (che offrono ai turisti, tra le altre, la possibilità di effettuare voli panoramici). Anche le Pro Loco dei cinque comuni sono particolarmente attive nell’organizzazione di eventi e nel prestare servizi ai turisti.

L’analisi dell’offerta ricettiva della Costa Ionica Da un punto di vista territoriale, la Costa Ionica si contraddistingue per il fatto di concentrare al suo interno il 17% delle strutture ricettive (alberghiere e extralberghiere) e il 54% dei posti letto regionali. Nello specifico, gli esercizi alberghieri (36) rappresentano il 32 % e quelli extralberghieri (75) il 68 % rispetto al totale (111). Nel comparto alberghiero il 40 % è rappresentato da alberghi a quattro stelle, il 43% da alberghi a tre stelle, l’11% da residenze turistico - alberghiere e il 6% da alberghi a una stella. Nel comparto extralberghiero il 73% è rappresentato da agriturismi, il 10% da campeggi, il 9% da bed & breakfast, l’8 % da affittacamere e case vacanza, il 5% da case per ferie, il 3% da villaggi turistici e il 2% da ostelli per la gioventù. Dal 2008 al 20114 le strutture alberghiere hanno fatto registrare un incremento dell’8% circa, passando da 33 strutture a 36; tale risultato è frutto dell’apertura nel 2011 di un albergo di categoria superiore (cinque stelle), dell’incremento da 12 a 14 di alberghi a quattro stelle, della contrazione da 4 Fonte: Apt Basilicata, 2012.

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16 a 15 di alberghi a tre stelle e dell’incremento da 3 a 4 delle residenze turistico - alberghiere. Il comparto extralberghiero ha, al contrario, fatto registrare una contrazione del 9%, passando da 82 a 75 strutture; in particolare, il dato peggiore riguarda il numero degli agriturismi, che è diminuito del 19%, passando da 56 del 2008 a 45 del 2011. Complessivamente, dal 2008 al 2011 il sistema ricettivo della Costa Ionica evidenzia una lieve flessione, del 4% circa, passando da 115 a 111 strutture. Per quanto riguarda il numero di posti letto nelle strutture ricettive, la Costa Ionica può contare su 20.950 posti letto (il 54% del numero di posti letto a livello regionale), concentrati per il 55% nelle strutture alberghiere e per il restante 45% nel comparto extralberghiero. Questo è un dato parziale, dal momento che mancano i dati relativi al movimento turistico nelle abitazioni. Come è noto, infatti, una parte importante del turismo in Italia si svolge nelle abitazioni per vacanza, le cosiddette seconde case. La principale criticità emersa dalla raccolta delle informazioni concernenti le caratteristiche dell’offerta ricettiva dell’area è rappresentata dal carattere altamente stagionale dell’apertura delle strutture stesse, circa il 50% è infatti aperto solo da maggio a settembre.

1.2 La Val d’Agri e la Val Camastra 1.2.1 La Val d’Agri Posta al centro dell’Appennino Lucano, si apre verso sud al Metapontino e alla costa Calabra Ionica, a ovest al Vallo di Diano e al Cilento collinare e costiero, a est con la Valle del Camastra e a nord con il Potentino5. Il Territorio è costituito da diciannove Comuni6 dell’Alta e Media Val d’Agri con una superficie complessiva di 1123 kmq e una popolazione stimata di 45.776 abitanti7. La Valle è caratterizzata da una serie di rilievi montuosi e collinari, i cui versanti rappresentano lo spartiacque fra il bacino del fiume Agri e i bacini limitrofi. Dal punto di vista geografico è descritta come una sub - regione le cui componenti sono la valle, estesa secondo un asse prevalente orientato in senso nord - ovest/sud - est, e i crinali dei complessi montuosi che ne delimitano il perimetro8. La collocazione geografica e la scarsa qualità delle infrastrutture logistiche ne hanno fatto per lunghi anni un luogo di difficile accesso, ciò ha consentito alla zona di conservare molti siti ad alta naturalità diffusa ed elevata potenzialità biologica, soprattutto per la presenza del corridoio fluviale dell’Agri, che si sviluppa per 136 km attraversando l’intera vallata fino a sfociare nello Ionio poco più a nord di Policoro. Lo sbarramento artificiale realizzato all’altezza di Spinoso ha fatto nascere l’invaso noto come “Lago del Pertusillo”, che occupa una superficie di 75 km circondata da una fascia demaniale ricoperta da boschi. I paesi, i fiumi, la valle e le montagne sono elementi specifici e peculiari dell’ingente patrimonio, ricco ed eterogeneo, che la Valle racchiude. Le caratteristiche dell’ambiente, unite alla presenza di una flora e una fauna di importante valore naturalistico, sono galvanizzate dalla presenza sul territorio di diverse aree protette che costituiscono, come detto un importante asset turistico. 5 PIT Val d’Agri, 2003. 6 Armento, Corleto Perticara, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sant’Arcangelo, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano. 7 Fonte ISTAT dati al 1 gennaio 2011. 8 Tali rilievi sono: il Volturino ( 1835 m) ed il Monte di Viggiano (1724 m), i monti di Serra Longa (1503 m) e Fontanalunga (1385 m); la Rocca Rossa (1404 m) e le Murge del Principe (1398 m), il Monte Sirino ( 2005 m) e il Massiccio del Raparo (1761 m).

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Dal punto di vista economico la scoperta e la messa in produzione del più grande giacimento petrolifero Europeo ha sconvolto gli scenari economici della Val d’Agri. L’area, tradizionalmente a vocazione agricola, ha vissuto negli ultimi tempi l’intensificarsi della presenza d’imprese dell’industria mineraria - estrattiva e l’incremento del numero di attività produttive legate direttamente o indirettamente all’indotto petrolifero. Il sistema produttivo dell’area, se si esclude la risorsa energetica petrolio, appare oggi caratterizzato dalla presenza di piccole unità,

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il maggior numero concentrato nel settore del commercio. L’agricoltura costituisce la vera vocazione economica del territorio ma nonostante le molteplici potenzialità si presenta con le caratteristiche tipiche della marginalità, per via delle carenze strutturali e dell’eccessiva frammentazione delle strutture aziendali.

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1.2.2 La Val Camastra

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Situata in un contesto ambientale e paesaggistico di notevole suggestione, nel cuore dell’Appennino Lucano, deriva il nome dal torrente Camastra, che attraversa tutto il territorio fino ad alimentare l’omonima diga, uno dei più importanti invasi della Basilicata. La superficie totale della Valle misura circa 374 chilometri quadrati e comprende i Comuni di Calvello, Abriola, Anzi e Laurenzana. I confini naturali di quest’area sono costituiti dai monti Arioso (1.743 m), Calvelluzzo (1.639 m) e Volturino (1.836 m); dal gruppo della Sellata; dal monte Caperrino e dalla valle del Sauro. Elemento

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caratterizzante il territorio è il vasto patrimonio forestale, che ricopre circa il 40 % della superficie complessiva. Predominanti sono i boschi formati da cerro, faggio e abete bianco. Dal punto di vista geografico e morfologico si distinguono due aree: il bacino idrico del Camastra, comprendente i centri abitati di Anzi e Laurenzana, e l’area del sistema montuoso appenninico, con cime che raggiungono i 1.800 m s.l.m., che include i comuni di Abriola e Calvello, con un territorio caratterizzato da una elevata percentuale di copertura a bosco. Da rilevare la presenza della


1.2.3 Analisi turistica dell’Entroterra9 La domanda turistica attuale Diga Camastra che ha trasformato il paesaggio, diventando negli anni motivo di richiamo per numerosi turisti, soprattutto per cultori della pesca sportiva. Tutto il territorio, ricadente nel Parco dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, è popolato da specie faunistiche e floristiche rare e meritevoli di tutela. Per quanto concerne l’aspetto socio - economico si evidenzia che la popolazione ha subito negli anni una regressione accentuata, la tendenza alla diminuzione demografica è dovuta sia al saldo naturale negativo sia al flusso migratorio mai definitivamente arrestato. L’economia dei quattro centri, relativamente piccoli con una popolazione che difficilmente supera i 2.000 abitanti, è basata essenzialmente sul terziario e sull’agricoltura. Negli ultimi anni emergono iniziative imprenditoriali di carattere agroalimentare (fra le quali alcune imperniate sulla coltivazione di prodotti biologici) in più casi vocate anche all’agriturismo. Rilevante è il settore zootecnico che vede diverse aziende, di piccole dimensioni, adoperarsi nell’allevamento ovicaprino e in quello della Podolica. Una parte apprezzabile delle attività produttive della Val Camastra è rappresentata anche dal settore artigianale, compreso quello tradizionale. Negli ultimi anni comincia a delinearsi uno sviluppo anche in ambito industriale, rappresentato da micro - imprese, operanti prevalentemente nel settore edile, e dalle realtà legate alle attività estrattive e alla produzione di energie alternative. La creazione di un mercato del lavoro più florido rappresenta una delle maggiori sfide da affrontare per questo territorio, soprattutto per contrastare la tendenza della popolazione della Valle ad abbandonare la terra di origine.

Il movimento turistico dell’Entroterra, a differenza di quello della Costa Ionica, ha un peso molto meno rilevante nel complesso dei flussi regionali, intercettando solo il 6,8 % degli arrivi e il 5,9% delle presenze totali. Un turismo che però si dimostra in crescita visto il trend positivo registrato nel confronto tra il 2008 e 2011, che evidenzia un aumento degli arrivi del 4% e delle presenze del 12,01 % (tasso medio annuo). Gli arrivi sono, infatti, passati da 31.470 nel 2008 a 34.743 nel 2011 (+10,4 %), le presenze da 83.672 a 117.011 (+ 39,84%). Graf.510,611 Come gli arrivi e le presenze anche la permanenza media mostra un andamento positivo passando dalle 2,66 notti del 2008 alle 3,37 notti del 2011, con un incremento pari al 26,7%; incremento imputabile, a differenza di quanto evidenziato nella Costa Ionica, al deciso aumento delle presenze. Graf.712 Il movimento turistico dell’Entroterra è determinato quasi interamente dal mercato domestico, che rappresenta il 94% degli arrivi dell’area. Per quanto riguarda i turisti nazionali la Puglia, la Campania, l’Abruzzo e la Basilicata generano 22.384 arrivi pari al 64,42% degli arrivi totali. La Campania, la Puglia, l’Abruzzo e la Sicilia producono, invece, 71.483 presenze pari al 61,09% del totale. Interessanti anche le presenze della Lombardia. Per il mercato internazionale,invece, dalla Romania e dalla Spagna derivano il 32,42% degli arrivi e il 71,3% delle presenze straniere. Nell’Entroterra, a differenza di quanto avviene sulla Costa Ionica, sono i turisti stranieri a far registrare una permanenza media più alta, addirittura 12,5 notti contro le 5,69 degli italiani. Tale dato è dovuto soprattutto all’andamento delle presenze dei rumeni e degli spagnoli, che tra il 2008 e il 2011 ha avuto un incremento del 75,4%. 9 L’area dell’Entroterra comprende i paesi di Armento, Corleto Perticara, Gallicchio, Grumento Nova, Guardia Perticara, Marsico Nuovo, Marsico Vetere, Missanello, Moliterno, Montemurro, Paterno, Roccanova, San Chirico Raparo, San Martino d’Agri, Sant’Arcangelo, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano, Calvello, Laurenzana, Anzi, Abriola e Pignola. 10 Nostra elaborazione su dati APT Basilicata. 11 Nostra elaborazione su dati APT Basilicata. 12 Nostra elaborazione su dati APT Basilicata.

89


Graf.5 - Andamento arrivi Entroterra 2008 - 2011

Graf.6 - Andamento presenze Entroterra 2008 - 2011

Graf.7 - Andamento permanenza media Entroterra 2008 - 2011

90


Graf.8 - Stagionalità della domanda in termini di presenze Entroterra 2011

Per quanto riguarda la stagionalità, nel periodo 2008 - 2011, il mese in cui si concentrano le presenze maggiori è agosto, nel resto dell’anno i flussi sono più regolari e destagionalizzati. Se si guarda però al solo 2011 si nota un notevole incremento delle presenze anche nei mesi di maggio e giugno (tra il 2010 e il 2011 nel mese di maggio le presenze passano da 7.227 a 17.480, con una variazione percentuale del 141,9%). Tale incremento, straordinario rispetto al trend storico considerato, è accreditabile ai lavori di ammodernamento del centro olio di Viggiano che nel maggio 2011 ha prodotto un notevole flusso di turismo business o di lavoro. Graf.813

13 Nostra elaborazione su dati APT Basilicata.

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L’offerta turistica della Val d’Agri e della Val Camastra La vocazione turistica della Val d’Agri e della Val Camastra, per le caratteristiche morfologiche e le risorse di cui le due aree dispongono, è strettamente connessa al turismo natura, montano e lacuale. Turismi che, dai dati rilevati nel “rapporto sul turismo in Italia” prodotto nel 2010 dall’ONT14, intercettano il 30 % della domanda turistica nazionale. Il territorio in esame, che rientra nei confini del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, il più giovane parco nazionale italiano, gode di un patrimonio ambientale, faunistico e floristico di rilievo, che rappresenta di per sé un potenziale attrattore per un turismo legato alla ambiente. Al suo interno sono, infatti, presenti numerose specie animali tutelate (il lupo, la lontra, la faina, l’airone bianco) e un variegato patrimonio naturalistico, con eccellenze quali le faggete dei Monti Maruggio, Arioso e Pierfaone, l’abete bianco dell’Abetina di Laurenzana e le numerose specie di orchidee selvatiche della Faggeta di Moliterno. Vi sono poi: dieci siti di importanza comunitaria (SIC), 2 zone di protezione speciale (ZPS) e 2 riserve regionali; 2 delle vette più alte dell’Appennino Meridionale (il Monte Volturino - 1836 m.s.l.m - e la Montagna Grande di Viggiano - 1723 m.s.l.m -); 3 laghi, di cui uno naturale (il Pertusillo, il Camastra e il Pantano di Pignola), 1 bacino fluviale - l’Agri. Un patrimonio vasto e vario che può essere fruito mediante la pratica sportiva o per mezzo di escursioni.15 Nel territorio sono infatti presenti due comprensori sciistici, quattro falesie per l’arrampicata, un parco avventura, un acquapark e due piscine comunali, oltre ad una serie di impianti atti a garantire la pratica di sport quali l’equiturismo, il tennis e la pesca sportiva. 14 Rapporto sul Turismo 2010, Osservatorio Nazionale del Turismo, 2011, Mottola (TA). Il Rapporto sul turismo in Italia, prodotto nel 2010 dall’ONT distingue le diverse tipologie di turismi in: “turismi legati ai prodotti di offerta” e “turismi motivazionali”. Nella prima categoria rientrano: il turismo balneare - settore che nel panorama italiano continua ad essere trainante poiché richiesto dal 30% dei viaggiatori, il turismo delle città, il turismo montano - che registra il 16% delle preferenze, il turismo termale, lacuale e il turismo della natura - gli ultimi due scelti dal 7% dei turisti che si muovono sul territorio nazionale. Tra i turismi motivazionali sono invece inclusi: il turismo culturale, il turismo religioso, enogastronomico, sportivo e sociale. 15 Dal Rapporto dell’Ont, che analizza da un lato le tendenze del turismo italiano e dall’altro le preferenze dei viaggiatori, si evidenzia che i turista natura fruiscono del patrimonio ambientale italiano principalmente mediante la pratica sportiva o per mezzo di escursioni.

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Villa d’Agri di Marsicovetere


Per ciò che concerne le escursioni, servizi a supporto del turismo naturalistico sono messi a disposizione dai 2 Centri di Educazione all’Ambiente e alla Sostenibilità presenti nell’area (Centro di Educazione Ambientale di Viggiano, CEAS il Vecchio Cigno di Grumento Nova) che organizzano attività legate alla scoperta e al godimento del patrimonio ambientale (birdwatching, escurisioni guidate, ecc.) e dalle 19 guide escursionistiche ufficiali del Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese, che oltre a garantire l’affiancamento dei turisti nell’intero anno solare dispongono di un nutrito ciclo di escursioni estivo, a tema naturalistico e culturale. Il territorio afferente all’entroterra valdagrino e camastrese si dimostra, poi, adatto allo sviluppo di prodotti turistici legati alla cultura e alla religione essendo punteggiato da monumenti ed emergenze architettoniche sia religiose che civili, nonché da altre strutture industriali ridotte ad archeologia, di notevole valore storico e culturale e di grande interesse dal punto di vista turistico. In Val d’Agri è presente l’area archeologica di Grumentum a Grumento Nova, che conserva i resti di una tipica colonia romana del III sec. a.C., abbandonata e mai più reinsediata. Circoscritto nella stessa area il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri nel quale viene illustrata la storia dell’antica valle e della colonia romana. Il Parco Archeologico di Grumentum, secondo un censimento interno, ha registrato per il 2011 la presenza di 6.764 visitatori. Di notevole interesse il Santuario di Serra Lustrante ad Armento, che ha riportato alla luce reperti magno greci e indigeni risalenti al IV e III sec. a.C e la Villa Romana di Marsicovetere, collocata lungo il tracciato della Via Herculea ed emersa recentemente (2006) nel corso di uno scavo eseguito dall’eni per la realizzazione di un oleodotto (i lavori di recupero, a cura della soprintendenza per i beni archeologici della Basilicata, sono tuttora in corso). Diversi e potenzialmente attrattivi sono pure i borghi medievali. Di grande valore, per le peculiarità estetiche e storiche quelli di Anzi, Calvello, Laurenzana, Marsicovetere, Marsico Nuovo e Spinoso, e maggiormente quelli di Abriola, “Rabatana del Parco”(da ‘Rabhàdi’, borgo), che presenta un tessuto edificato di chiaro impianto arabo e Guardia Perticara, rientrante nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”. La rivitalizzazione dei centri storici è argomento condiviso dalle amministrazioni locali e dalla Regione, la quale attraverso lo strumento del “Piano operativo Val d’Agri” ha incentivato la

Abriola, Val Camastra

93


riqualificazione e riutilizzazione del sistema commerciale, turistico, produttivo e dei servizi, allocato nei centri storici e la nascita di nuove attività per stimolarne la rigenerazione economica e sociale, promuovendo inoltre la ristrutturazione degli immobili adibiti ad uso produttivo e incentivando forme di associazionismo nel settore turistico, con la finalità di creare reti e circuiti di ricettività ed accrescere l’offerta turistica locale. Nell’ambito delle emergenze monumentali sono da segnalare il Castello di Calvello, un casale rimaneggiato costruito sui resti di una roccaforte longobarda, il castello Orsini De Balzo di Laurenzana, il castello di Marsicovetere e il Castello di Moliterno, una maestosa struttura risalente all’epoca longobarda (VIII - IX sec.). Sul fronte delle emergenze a carattere religioso significative testimonianze derivano dal fenomeno del Monachesimo che, nelle sue diverse correnti, ha lasciato sul territorio vari e apprezzabili segni della sua presenza. In primis il “Fosso dei Monaci” ai piedi di Gallicchio che presenta numerose grotte abitate in origine da “semi - eremiti” e l’Abazia greco - ortodossa di San Chirico Raparo, monumento nazionale dal 1927, in cui sono visibili la grotta abitata da San Vitale di Castronuovo, ricca di stalattiti e stalagmiti, e le celle dei monaci scavate nella roccia. In Val Camastra di grande pregio: il Santuario di Monteforte ad Abriola, che conserva un ciclo di affreschi di epoca quattro - cinquecentesca a carattere narrativo, attribuiti a Giovanni e Girolamo Todisco, nativi della cittadina camastrese (il compendio della loro opera è visibile nel museo virtuale allocato nel borgo antico), la cappella del Rosario ad Anzi che conserva diciannove scene bibliche dipinte a fresco e il “Presepe Palcoscenico Stabile”, un presepe a puntate, con varie tappe della vita del Cristo, quarto in Europa per grandezza dopo quelli di Grottaferrata (Roma), Messina e Taragona (Spagna), l’Abazia benedettina di Santa Maria de Plano a Calvello risalente al XII secolo che nel chiostro custodisce 500 metri quadri di affreschi francescani di matrice seisettecentesca e il Convento di Santa Maria della Neve a Laurenzana che conserva pitture a fresco e le reliquie del Beato Egidio. In Val d’Agri sono da menzionare: la Chiesa e il Convento di Sant’Antonio di Montemurro, del 1635, che sulle pareti presentano vari affreschi riproducenti episodi della vita dei Santi Antonio e Francesco e il convento dei Frati Minori Osservanti di San Martino d’Agri, edificato nel 1512, che nel chiostro conserva un ciclo di affreschi inerenti la vita del Santo di Assisi di Pietro Giampietro da Brienza, artista settecentesco. Infine, degno di nota il Santuario della Madonna di Viggiano, unica basilica pontificia della Regione, che custodisce l’icona della “Madonna Nera”, scolpita nel IV secolo secondo lo stile bizantino da pastori locali e eletta a patrona della Basilicata. Testimonianze più recenti derivano dal mondo rurale che da sempre caratterizza l’economia di questi territori, interessanti i mulini ad acqua di Castelsaraceno, Pignola e Sarconi, quest’ultimo set di una delle scene di Basilicata Coast to Coast, e l’antico frantoio di Montemurro. Documenti di carattere demoetnoantropologico, legati al mondo rurale, sono inoltre presenti nel Museo scenografico del costume e della civiltà rurale di Pignola, nei musei della civiltà contadina di Viggiano e Sarconi e nella Casa Museo Domenico Aiello di Moliterno, riproduzione filologica dell’abitazione tipica lucana che conserva pure pregevoli opere di Michele Tedesco, pittore nato nella cittadina valligiana e componente del gruppo fiorentino di Telemaco Signorini da cui nacque la corrente dei Macchiaioli. Anche l’artigianato tipico e le antiche tradizioni rappresentano potenziali attrazioni per il turista. A forte carica attrattiva la produzione ceramica di Calvello, paese che presenta un intero quartiere, detto dei “faenzari” dal nome della ceramica tipica del posto, dove sono attivi due laboratori artigianali (la Bottega della Faenza e Arte Ceramica Val Camastra)che offrono la possibilità di assistere all’intero ciclo di lavorazione dei manufatti. Altrettanto di rilievo è la tradizione musicale legata al comune di Viggiano, storico centro di provenienza dei suonatori d’arpa girovaghi e anche luogo principale di fabbricazione di un

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particolare modello d’arpa portativa chiamata Arpicedda. Nella cittadina lucana è presente una liuteria con annessa bottega (Arpa Popolare di Viggiano Ierardi), visitabile su prenotazione. Sono inoltre attivi corsi per liutai e una scuola d’arpa per riportare in auge l’antica tradizione oggi trasmessa ai turisti attraverso un itinerario dell’arpa (scaricabile anche in gps) per le vie del borgo, nel quale sono presenti una ventina di portali con bassorilievi aventi a soggetto tale strumento,e la rassegna dell’arpa che in Agosto raduna un cospicuo numero di suonatori sia nazionali che internazionali (durante la manifestazione si organizzano workshop, performance artistiche, incontri per gli amanti del genere). Le numerose eccellenze enogastronomiche, infine, rendono il territorio adatto alla strutturazione di prodotti turistici legati alla buona tavola. L’area è dotata di un paniere consistente di prodotti tipici (alcuni DOC, DOP e IGP16), tra cui: il vino “Terre dell’Alta Val d’Agri”, i fagioli di Sarconi, il canestrato di Moliterno, il tartufo scorzone di Marsicovetere, l’olio di Montemurro, le mele della Val d’Agri e il caciocavallo podolico di Abriola. Si tratta di prodotti d’eccellenza a cui sono spesso associate fiere e sagre, che nel corso degli anni stanno acquistando rilievo nel panorama nazionale (Sagra del Fagiolo di Sarconi, Sagra del Canestrato di Moliterno, Vino sotto le stelle a Viggiano). Tre i consorzi di tutela attualmente presenti: il consorzio per la tutela del Pecorino Canestrato di Moliterno, il Consorzio di tutela della DOC Terre dell’Alta Val d’Agri e il consorzio di tutela Fagiolo di Sarconi. Il turista che arriva nell’area può conoscere tali prodotti nelle 43 strutture ristorative presenti oppure mediante l’esperienza delle fattorie didattiche che, secondo i dati dell’alsia (Agenzia Lucana di Sviluppo e di Innovazione in Agricoltura), ammontano a quattro (Azienda Agrituristica Vignola a Marsico Nuovo, Azienda Agrituristica il Querceto a Marsicovetere, Azienda Agricola Lauria a Paterno, Azienda Margherita a Pignola) o nelle sei cantine che producono il vino “Terre dell’Alta Val d’Agri” (l’Azienda biologica Pisani, l’Azienda Nicola Nigro, l’Azienda Luigi Iacoletti, l’Azienda De Blasiis Pierpaolo, l’Azienda De Blasiis e l’Azienda Fiorentini Giuseppe, tutte a Viggiano).Venticinque, infine, i produttori o punti vendita nei quali acquistare i prodotti menzionati. Lo sviluppo turistico dell’area è dovuto al lavoro di alcuni attori locali attivi nella valorizzazione e promozione del territorio, quali: il consorzio sviluppo turistico Calvello, il consorzio turistico Abriola e il Consorzio turistico Alta Valle dell’Agri. A questi si affiancano le 22 Pro Loco presenti e alcune importanti associazioni, le quali spesso si rendono promotrici di eventi e manifestazioni che raccolgono un buon consenso da parte dei visitatori. è il caso di iniziative come “Teatri di Pietra”, che si svolge a cadenza annuale nella suggestiva cornice dal parco archeologico di Grumentum, nella quale vengono ospitate performance teatrali di grande livello, dando vita a rappresentazioni altamente coinvolgenti. Non di minor impatto “la festa della n’tenna” di Castelsaraceno, una festa popolare antichissima che rimanda ai culti pagani di fecondazione della natura in cui si celebra l’unione tra due alberi (l’antenna - un faggio prelevato dal bosco Favino - e la canocchia - un pino reciso nella pineta del monte Armizzone) e il “Festival dei due Parchi”, una rassegna di musica etnica considerata evento di punta del territorio, che si svolge a cavallo tra il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano ed il Parco Nazionale del Pollino. Diverse le agenzie di viaggio presenti nelle due aree molte delle quali agiscono però in via esclusiva nel campo dell’outgoing trascurando, con gravi ripercussioni sullo sviluppo turistico del territorio, il settore dell’incoming.

16 Un prodotto è DOP (Denominazione di Origine Protetta) quando tutte le fasi della produzione, dell’elaborazione e della trasformazione avvengono in una zona ben definita. Il marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta) è utilizzato quando una sola delle fasi sopra indicate avviene in una zona definita. Il marchio DOC (Denominazione di Origine Controllata) è utilizzato per quei vini la cui origine e controllata.

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Analisi dell’offerta ricettiva della Val d’Agri e della Val Camastra In Val d’Agri, secondo i dati elaborati dall’APT nel 2012, sono attualmente presenti 49 strutture ricettive e 1642 posti letto, per una dimensione media pari a 34 letti. Tre17 dei sedici comuni che rientrano nell’area 7 - Val d’Agri, secondo la divisione territoriale messa a punto dalla medesima agenzia, risultano privi di strutture per l’accoglienza. L’utilizzo lordo delle strutture ricettive al 2011 è di solo il 16%. Per ciò che concerne le tipologie d’accoglienza, l’offerta ricettiva della Val d’Agri è composta per il 37% da alberghi, 18 per 1194 letti (il 73% del totale), e per il 63% da strutture extralberghiere, 31 per 448 posti letto (il 27% del totale), disponendo così di 66 posti letto medi per le strutture alberghiere e di 14 letti medi per le strutture complementari. Riguardo al settore alberghiero è evidente che l’offerta è fortemente sbilanciata, sia nel numero degli esercizi (9 ovvero il 50% del totale) che dei posti letto (836 p.l. 70% del totale), verso i tre stelle. Seguono per numero di letti, occupando il 15% dell’offerta, i due stelle. In coda, rispettivamente con il 9 e il 6%, gli hotel a quattro ed una stella. Graf.9,10 L’offerta extralberghiera, invece, è prevalentemente legata alla formula dell’agriturismo, la quale occupa il 61% dell’offerta, se ne censiscono infatti 19, detenendo il 78% dei posti letto totali (351 unità), in second’ordine gli affittacamere 8 per 70 letti (16% del totale), in ultimo i B&B 4 per soli 27 posti letto (6%). Graf.11,12 Il trend sulle nascite di nuove strutture ricettive in Val d’Agri, tra il 2008 e il 2011, è positivo, dietro tale aumento vi è l’apertura di 4 nuove attività con una variazione percentuale di circa il 9% e un incremento medio del 3%. I posti letto sono invece diminuiti tra il 2008 e il 2010, anno in cui se n’è avuta la minore disponibilità, di 47 unità con un decremento del -3%. Tra il 2010 e il 2011 si è poi verificato un nuovo aumento, 30 unità, che hanno generato un incremento di circa il 2%. Nello specifico il comparto extralberghiero ha registrato un aumento considerevole sia nel numero degli esercizi che dei letti, con un +29% per le strutture (incremento medio del 9%), e un +15% 17 Missanello, Roccanova e Spinoso.

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per i posti letto (incremento medio del 5%). Le strutture alberghiere, d’altro canto, hanno invece subito una riduzione sia di esercizi, - 14% con un decremento medio del 5%, che di letti, -6% con un decremento medio del 2%. All’interno del comprensorio della Val Camastra sono invece presenti 17 strutture ricettive e un totale di 865 posti letto per una dimensione media pari a 51 letti. Tutti e 5 i comuni compresi nei confini della Camastra sono dotati nel proprio territorio di qualche forma di ospitalità, due di questi possiedono tra i 200 e gli oltre 400 posti letto, in particolare Abriola conta 277 p.l. e Pignola 455. Allo stato attuale il numero di strutture e la disponibilità di letti è sovradimensionata rispetto alla domanda, l’utilizzo lordo delle strutture ricettive nell’arco del 2011 è stato infatti di solo il 6,5%. Riguardo alle tipologie ricettive il sistema di accoglienza della Val Camastra è in uno stato di equilibrio tra il comparto alberghiero e extralberghiero. Il primo settore occupa infatti il 47% dell’intera offerta, con 8 strutture d’accoglienza, il secondo invece il 53%, possedendone 9. Per i posti letto su un totale di 865, ben l’82% ovvero 707 unità - è distribuito nel comparto alberghiero, il 18% - 158 unità - è invece ripartito nel settore dei complementari. Analizzando nel dettaglio le due tipologie di offerta, emerge che il settore alberghiero è prevalentemente rappresentato da alberghi a 3 stelle (5), che coprono il 63% dell’intera offerta, la restante parte è occupata per il 25% da strutture a quattro stelle (2) e per il 12% da alberghi a due stelle (1). Graf.13,14 Se si esamina la disponibilità di posti letto (707 in totale) essa è sensibilmente maggiore nei 3 stelle con 387 unità e nei 4 stelle con 292 posti letto, i 2 stelle dispongono invece di soli 28 letti. La dimensione media delle strutture alberghiere della Val Camastra è al 2011 di 88 letti, l’utilizzo lordo è del 7%. Anche in Val Camastra sono gli agriturismi la formula extralberghiera maggiormente radicata sul territorio. Si censiscono 110 posti letto per 8 agriturismi, che rappresentano il 70% del medesimo settore. La restante parte dell’offerta


strutture

posti letto

6%

6%

22%

9%

15%

50%

22%

1 stella 2 stelle

70%

3 stelle 4 stelle

Graf.9,10 - Strutture alberghiere per stelle e Posti letto per stelle, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata, 2012

strutture

posti letto

16%

13%

26%

61%

6%

78%

Affittacamere e case vacanza Agriturismi B&B

Graf.11,12 - Strutture extralberghiere per tipologia e Posti letto per tipologia, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata, 2012

strutture

posti letto

4%

12% 25%

41% 55% 63%

2 stelle 3 stelle 4 stelle

Graf.13,14 - Strutture alberghiere per stelle e Posti letto per stelle, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata, 2012

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posti letto

strutture

11%

30%

70%

Agriturismo

89%

Villaggio turistico

Graf.15,16 - Strutture extralberghiere per tipologia e Posti letto per tipologia, ns. elaborazione su dati Apt Basilicata, 2012

extralberghiera è rappresentata da un villaggio turistico che possiede 48 posti letto. La dimensione media delle strutture extralberghiere della Camastra è di 18 letti, mentre l’utilizzo lordo e del 3%. Graf.15,16 L’esame dei dati relativi alla natalità e mortalità delle strutture ricettive della Val Camastra, in riferimento agli anni 2008 - 2011, evidenzia una

leggera flessione nella nascita di nuove strutture ricettive. Si è passati dai 19 esercizi del 2008 ai 17 del 2011, con una variazione percentuale del -11% e un decremento medio del 4%. Anche per i posti letto il confronto fra le annualità 2008 2011 rivela una variazione percentuale del -5% e un decremento medio dell’1%. L’utilizzo lordo dei letti, tra il 2008 e il 2011, si attesta tra il 6 e il 7%.

2. La domanda turistica potenziale 2.1.L’indagine sul campo L’analisi della domanda turistica potenziale, fruitrice ipotetica del prodotto “Green Road Basilicata”, è stata effettuata attraverso la somministrazione di un questionario, come detto, indirizzato ai frequentatori della Costa Ionica, strutturato con un duplice obiettivo: definire la figura del turista tipo dell’area costiera e indagare il grado di conoscenza dei territori dell’Entroterra, sondando il livello di interesse circa un prodotto turistico integrato costa - entroterra. Il questionario è stato suddiviso in due sezioni. La prima ha l’obiettivo di delineare il profilo

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turistico dell’intervistato, indagando, nello specifico, sulle caratteristiche della vacanza che il visitatore sta trascorrendo sulla Costa Ionica nel momento in cui è intervistato. Si chiede, in particolare, com’é stata scelta la destinazione e con quale mezzo di trasporto l’ha raggiunta, in quale struttura alloggia e per quante notti prevede di fermarsi, le preferenze motivazionali che lo spingono sulla Costa. Tale sezione mira, inoltre, a conoscere i comportamenti turistici abituali dell’intervistato: tipologia di vacanza che si é soliti fare, periodo e numero di vacanze fatte nell’arco dell’anno.


La seconda sezione ha lo scopo di sondare le ipotetiche potenzialità turistiche del prodotto “Green Road Basilicata”: il grado di interesse a visitare l’Entroterra, le motivazione che lo spingerebbero verso le aree interne, le tempistiche di viaggio che sarebbe disposto ad accettare per raggiungere la meta proposta, i temi dei prodotti turistici che sceglierebbe e i servizi turistici che vorrebbe contenessero, la disponibilità a pagare per il prodotto scelto. In ultimo è richiesto agli intervistati, attraverso l’utilizzo di una scala di utilità da 0 a 5, un parere rispetto a una serie di servizi/azioni 7 proposti, che secondo il proprio giudizio occorrerebbe potenziare o attivare per incentivare la fruizione turistica dell’Entroterra.

La Strategia di Somministrazione

La somministrazione dei questionari si è svolta nei mesi estivi del 2012 (Agosto - Settembre). La popolazione di riferimento da cui è stato estratto il campione comprende turisti in vacanza (anche solo per un giorno) in Basilicata, intercettati nei paesi ricadenti nella Costa Ionica (Metaponto, Nova Siri, Pisticci, Policoro e Scanzano Ionico); bacino con un notevole flusso turistico da cui le aree interne attraverso il prodotto “Green Road Basilicata” sono chiamate ad attingere, vista anche la buona rete di collegamento garantita dalla presenza dell’arteria stradale SS598. Nello specifico si è

adottato un campionamento non probabilistico, intervistando in modo casuale i turisti, con interviste dirette o lasciando i questionari presso le strutture ricettive. Il numero di questionari raccolti è stato pari a 165 ma si sono ritenuti rilevanti per la fase di analisi solo 157 questionari.

2.2. Valutazione e analisi derivanti dal questionario Caratteristiche del campione

Il campione risulta composto per il 43,3% da donne e il 56,7% da uomini, con una netta prevalenza di turisti rientranti nella fascia di età tra i 31 e i 45 anni (il 49% degli intervistati). Oltre la metà degli intervistati, pari al 58%, ha conseguito un livello medio di istruzione, ed è perciò in possesso di un diploma o di una specializzazione o corso post - diploma. Alta anche la percentuale di coloro che hanno conseguito una laurea o un titolo post - laurea (33,8%). Per quanto riguarda il profilo professionale degli intervistati, si tratta prevalentemente di dipendenti (42,68%). Sono stati, inoltre, intercettati liberi professionisti (17,20%), studenti (10,19%) e in piccola percentuale disoccupati (l’1,27%). Il nucleo familiare é costituito in media da 2 - 3 componenti.

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Profilo dei turisti della Costa

In relazione alla provenienza degli intervistati, l’indagine ha confermato quanto il turismo della Regione sia prevalentemente un turismo di prossimità. Più del 65% degli interrogati proviene, infatti, dalle regioni italiane limitrofe (il 36,3% dalla Puglia), mentre solo il 21% é residente in una località del Nord Italia. Riguardo alla durata media della vacanza e alla struttura ricettiva scelta si evidenzia che la maggior parte del campione dichiara di trascorrere nel territorio lucano periodi piuttosto lunghi (pari o superiori a 8 giorni). Più della metà degli intervistati predilige la formula del “Villaggio turistico/camping” (32,5%) e l’”Hotel/ residence” (26,5%). Un interessante 32,5% sceglie invece l’ospitalità privata (“Casa/appartamento in affitto”, “Casa di proprietà” e “Casa di amici e parenti”). Graf.17 Tra gli interpellati il 51% ha dichiarato di trovarsi per la prima volta in vacanza nelle località turistiche della Costa Ionica, il restante 49%, non “nuovo” a queste ultime, dichiara di averle visitate in media almeno 6 volte nel corso della sua vita. Il mezzo utilizzato per raggiungere la località turistica è nel 85,4% l’auto. Per quanto riguarda gli strumenti di promozione e marketing dell’offerta turistica, la Costa Ionica é principalmente veicolata mediante il passaparola (60,5% degli intervistati), il 19,1% l’ha invece conosciuta attraverso il web. Scarso rilievo hanno avuto nella scelta della destinazione della propria vacanza gli atri mezzi di promozione e commercializzazione turistica (agenzie di viaggio, stampa, fiere, TV e radio). Appare particolarmente rilevante il target “famiglia” (47,1%), seguito da turisti che viaggiano in coppia (26,1%) e da coloro che si muovono in compagnia di amici (21%). Il turista della Costa Ionica è spinto in modo particolare dalla voglia di “mare e spiaggia” ma risulta particolarmente attento anche agli aspetti culturali del luogo. Esso infatti sceglie la Costa per la presenza del “mare” (47,1%), ma anche per un interesse storico - culturale (14,5%) e per la propensione alla pratica di attività sportiva (10,6%), seguono poi le motivazioni legate all’enogastronomia e alla voglia di rivedere i propri familiari.

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Ultimo e significativo dato emerso dall’indagine è che ben il 54,8% dei turisti della Costa si concede altri viaggi oltre a quello estivo, in particolare nei mesi primaverili di Aprile e Maggio e nei mesi invernali di Dicembre e Gennaio.

Il prodotto integrato costa - entroterra secondo il campione

Il 91,1% gli intervistati ha dichiarato di essere disposto a visitare le località dell’Entroterra montano della Basilicata. Per il 50,3% dei rispondenti lo spostamento, per raggiungere le suddette località, dovrebbe durare “da 50 min a max 1h” mentre il 39,5% sarebbe disposto a spostarsi per una durata massima di 2 ore. Tra i cinque prodotti turistici proposti, il cui tema è stato scelto valutando quali fossero quelli maggiormente richiesti a livello nazionale, più della metà (54,82%) degli intervistati ha opzionato il “Prodotto Naturalistico”(27,92%) e quello “Storico - culturale” (26,90%), le scelte del restante 45,18% degli intervistati sono invece ricadute, in maniera omogenea, tra il “Prodotto Benessere”(14,72%), il “Prodotto Enogastronomico” (13,20%) e il “Prodotto Sport” (12,69%). Raccoglie minori consensi il “Prodotto Religioso” (2,54%). Per ogni tipologia di prodotto turistico presentato l’intervistato, in seconda battuta, è stato chiamato ad esprimere una o più preferenze su ciò che non dovrebbe assolutamente mancare, in termini di risorse e servizi, per avvalorare la propria scelta. Si presentano di seguito le opzioni che per ogni tipologia di prodotto hanno ricevuto il maggior consenso. Per quel che concerne il “Prodotto naturalistico” non dovrebbe mancare (per il 51,5% degli intervistati) la “Natura intatta e relax”. Per il “Prodotto Storico - culturale” di grande interesse risulta essere la presenza di “Borghi caratteristici” (36,4%,). Per il “Prodotto Benessere” si ritengono di larga utilità (43,2%) “le Piscina, i vapori, i salottini idromassaggio, le cascate d’acqua tonificanti,...”. Per il “Prodotto Enogastronomico” sono maggiormente opzionate le “Degustazioni” (41,5%) mentre per il “Prodotto Sport” le attività legate allo “Sci” (24,4%). Infine per il “Prodotto Religioso” si reputano di grande importanza i “Cammini della Fede”. Gli intervistati, su una scala che va da 0 a 5, hanno poi valutato molto utile la presenza di un’”Offerta


gastronomica tipica del posto” (49%). Non meno importanti risultano essere il “Servizio di trasporto pubblico” (37,6%) e la presenza di “Cartellonistica e sentieristica” (37,6%) e di “Centri Benessere” (28,7%, prevalentemente uomini). Rilevante anche l’interesse verso la “Possibilità di divertimento e la vita notturna” (38,2%, prevalentemente tra gli intervistati dai 15 ai 30 anni). Ai restanti servizi, quali “Calendario eventi/manifestazioni”, possibilità di avere a disposizione un “Servizio di informazione e prenotazione on line per strutture ricettive e/o ristoranti”, è stato attribuito comunque un buon livello di utilità. Scarso l’interesse per “Tour organizzati” e “Postazioni multimediali dislocate in alcuni comuni per scoprire il patrimonio naturalistico e storico/culturale”. Le risultanze del questionario hanno infine permesso di stimare, in termini generali, il valore economico di un “pacchetto”18 contenente un pernottamento e i servizi turistici opzionati. Per il 49,7% degli intervistati il costo che si è disposti a pagare è compreso nell’intervallo 51€ - 100€19.

2.3. Focus sui prodotti con percentuale maggiore di preferenze Gli intervistati che scelgono il prodotto naturalistico e il prodotto storico - culturale, si distribuiscono uniformemente tra uomini e donne rientranti nella fascia d’età che va dai 31 ai 45 anni. Il prodotto naturalistico è scelto in percentuale più alta da intervistati con un livello medio di istruzione, quello storico - culturale, in maniera omogenea, da intervistati con un livello medio o alto di istruzione. Entrambi i prodotti sono favoriti maggiormente dagli intervistati provenienti dalle regioni meridionali e dalle Isole. Coloro i quali hanno scelto il prodotto naturalistico provengono per il 58,2% dal Sud e dalle Isole (58,2%) e per il 30,9% dal Nord, e prevalentemente da Puglia (31,5%), Lombardia (18,5% )e Campania (14,8%). Il turista naturalista è sostanzialmente un turista che viaggia con la famiglia (54,5%), con gli amici (23,6%) o in coppia (18,2%). Apprezza la natura intatta e il relax e svolge attività legate 18 Per determinare il valore economico del prodotto turistico si provveduto ad effettuare un esercizio di valutazione contingente. 19 Mettendo in relazione la variabile sulla DAP con i prodotti scelti dai turista, si nota che qualunque sia la scelta, fatta eccezione per il “Prodotto turistico Religioso” e “Altro”, il prezzo che si è disposti a pagare resta lo stesso.

alla scoperta della flora e fauna. Reputa inoltre utili alla fruizione della vacanza i “Pernottamenti in Borghi caratteristici”, la presenza di una buona rete di ”Trasporto pubblico”, la “Cartellonistica e la sentieristica”, la “Possibilità di divertimento e vita notturna” e l’”Offerta gastronomica tipica”. Chi ha invece opzionato il prodotto storico culturale proviene ugualmente dal Sud e dalle Isole e dal Nord (32,7% Puglia, 19,2% Campania, 17,3% Lombardia) e viaggia per lo più con la famiglia (52,8%) in coppia (32,1%) o con gli amici (11,3%). Dichiara di voler fruire durante il soggiorno del patrimonio artistico e culturale dell’area e di nutrire grande interesse verso i borghi caratteristici dell’Entroterra. Infine ritiene di massima utilità servizi come il “Trasporto pubblico” e risorse come l”Offerta gastronomica tipica.”

2.4. L’identikit del turista intervistato Guardando alle percentuali più alte di risposta si può tracciare un identikit del turista - tipo intercettato sulla Costa Ionica. Esso proviene per la maggiore dalle regioni limitrofe ed è principalmente un lavoratore dipendente o professionista con famiglia. Ha un’età che va dai 31 ai 45 anni e un’istruzione medio - alta, nonché un livello socio - economico medio. è un fidelizzato del posto e trascorre abitualmente la vacanza in questi luoghi. Non è un turista molto dinamico, ama il relax e la tranquillità, e si muove rigorosamente in auto. Oltre alla vacanza estiva si concede altri viaggi, in particolare nei mesi primaverili di Aprile e Maggio e nei mesi invernali di Dicembre e Gennaio. Rispetto ai canali di comunicazione, lo studio evidenzia la più marcata predisposizione al “passaparola” e una minore propensione alla ricerca di informazioni sulla destinazione mediante l’utilizzo di portali web. Dall’analisi del questionario emerge inoltre che è un turista particolarmente attento al rapporto qualità/prezzo. La principale motivazione che lo spinge verso la costa è principalmente la presenza di un’offerta balneare. Tuttavia si dichiara propenso ad effettuare una vacanza nell’Entroterra che abbia alla base la scoperta del patrimonio storico - culturale e naturalistico dell’area, e che includa la pratica di attività sportiva, il pernottamento in borghi caratteristici e la degustazione di prodotti tipici. Tale dato palesa che le aree interne possono

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effettivamente trovare una giusta collocazione in uno scenario turistico integrato, scenario

che orienti l’offerta verso livelli qualitativi più elevati.

3. Definizione del prodotto turistico “Green Road Basilicata” 3.1 Descrizione generale del progetto “Green Road Basilicata” Lo scopo del presente capitolo è la strutturazione di un’innovativa offerta turistica basata sull’integrazione dell’elemento acqua (Costa) con l’elemento montagna (Entroterra), caratterizzata dalle peculiarità di entrambe. L’identificazione del territorio costa - entroterra avviene attraverso la proposta di percorsi/itinerari “fisici” e di visita, che procedono dal mare verso l’interno. Infatti, la proposta progettuale si sviluppa proprio attraverso degli itinerari innovativi distribuiti in percorsi tematici collegati ad attività, iniziative, eventi, tenendo in considerazione la direttrice stradale principale SS598 (Fondovalle dell’Agri) - che collega i paesi del mare a quelli della montagna. Sull’arteria stradale SS598 saranno allestiti punti informativi e attrezzature che promuovono l’offerta integrata. Nella costruzione degli itinerari si punta a valorizzare l’unicità dei luoghi e la forte identità dei territori, a costruire prodotti turistici di

appeal fruibili nell’intero anno solare e a favorire lo sviluppo di un turismo sostenibile vocato all’ambiente e alle sue tradizioni. Per ognuno dei temi proposti è stato sviluppato un percorso basato sulla programmazione, rilevazione dei risultati e sulla valutazione degli stessi per comprendere se l’obiettivo prefissato è stato raggiunto. Il progetto si articola su due prodotti portanti: culturale e naturalistico, valorizzando solo l’esistente. La mission del prodotto “Green Road” è, dunque, quella di sviluppare un’offerta turistica articolata e di qualità che possa soddisfare i diversi target di mercato e alimentare i flussi turistici in bassa stagione. Da ciò nasce la vision, cioè, perseguire uno sviluppo sostenibile che esalti il fascino ed il contrasto dell’ambiente naturalistico rendendolo complementare alla cultura artistica ed enogastronomica del territorio costiero e montano, nell’ottica di poter raccontare e far vivere ai visitatori un’esperienza unica.

A sinistra: proposta di logo per Green Road Basilicata A destra: le due direttrici del progetto Green Road Basilicata

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Obiettivi da raggiungere affinchè il progetto possa essere implementato: • •

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il rafforzamento e il potenziamento delle risorse turistiche; l’integrazione e la messa in rete delle risorse ambientali, rurali, enogastronomiche, storico - culturali per lo sviluppo congiunto ed integrato delle potenzialità turistiche; il miglioramento l’accessibilità e la fruizione delle risorse turistiche; il potenziamento dei flussi turistici verso le aree che si trovano ad un grado meno elevato di sviluppo turistico, soprattutto nell’Entroterra; la destagionalizzazione attraverso il potenziamento di tipologie di turismo; la promozione e la strutturazione di prodotti turistici di nicchia connettendoli a forme di turismo sostenibile come lo “slow tourism” e “ecotourism”; lo sviluppo di una strategia comune tra gli stakeholders coinvolti con il posizionare il futuro prodotto turistico “Mare e Montagna” sul mercato nazionale e internazionale.

Le azioni e le proposte sui cui si è concentrato l’interesse sono: 1. creazione di un prodotto turistico coerente con le finalità previste nel progetto; 2. attratività del territorio: con le sue risorse non solo mare/spiaggia; 3. accoglienza: per far sentire a proprio agio il visitatore (organizzazione intrattenimenti e servizi); 4. infrastrutture: estetica dei luoghi, luoghi di aggregazione e viabilità; 5. identificazione di due prodotti: storico - culturale e naturalistico; 6. la realizzazione di azioni di promozione e comunicazione e la scelta dei canali di distribuzione e di commercializzazione in maniera integrata.

104

Il contesto progettuale

I comuni20 che si intendono coinvolgere nella costruzione del progetto sono quei paesi che si “affacciano” sulla Fondovalle dell’Agri SS 598, partendo dalla Costa e giungendo all’interno del territorio lucano. Un territorio costituito da una precisa identità e da proposte attrattive indirizzate a vari target turistici.

Il prodotto storico - culturale e il prodotto naturalistico e sportivo

È sempre più manifesta21 la necessità di elaborare strategie di sviluppo territoriale in grado di generare modelli di gestione integrata, al fine di rafforzare l’offerta e permettere alla domanda potenziale di servirsi di un’intera filiera di risorse culturali. Il patrimonio culturale non deve essere considerata una risorsa di carattere solo estetico e monumentale, ma una risorsa di alto valore anche economico, un oggetto di investimento per la comunità autoctona, un potenziale generatore di benessere, un possibile attrattore di flussi significativi di turismo. Economia e cultura vanno considerate come valori complementari, quali importanti veicoli sia di promozione e motivazione al viaggio, sia di sensibilizzazione dei residenti stessi circa i temi della conservazione, tutela e gestione del proprio patrimonio, in quanto espressione delle più profonde radici identitarie. Una buona offerta culturale sul territorio supporta politiche di destagionalizzazione dei flussi turistici, sostiene l’aumento della permanenza media, attirando nel contempo target turistici desiderabili e con buona capacità di spesa. Dunque, la componente culturale, se ben strutturata, esercita una grande spinta motivazionale al viaggio. Infatti nell’ultimo decennio il viaggio di cultura ha via via recuperato una sua importanza nel nuovo scenario turistico, sulla scia di una rinnovata attenzione alla componente culturale. Quando si parla di cultura, chiaramente, non ci si riferisce solo al generico concetto d’arte né al puro folklore, ma a quel complesso di situazioni che fanno di un luogo, o 20 Nello specifico per l’Entroterra sono: Craco, Tursi, Aliano, Sant’Arcangelo, Guardia Perticara, San Chirico Raparo, Spinoso, Grumento Nova, Montemurro, Tramutola, Viggiano, Marsicovetere, Marsico Nuovo, Calvello, Abriola, Laurenzana, mentre per la Costa Ionica, Bernalda (Metaponto), Scanzano Ionico, Policoro e Nova Siri. 21 La versione originale del rapporto di ricerca Green Road da ampia spiegazione di quanto sostenuto sulla base di varie ricerche effettate da riconosciuti enti di ricerca: ONT, ISTA, Svimez, Federculture, ecc.


piuttosto di un insieme di luoghi, un fenomeno turistico irripetibile. Il prodotto naturalistico, invece, si configura come un fenomeno di nicchia, e rappresenta una buona forma di sviluppo turistico, considerando il valore delle risorse naturali e paesaggistiche presenti nel territorio, risorse che necessitano di forme di fruizione in grado di tutelarle e salvaguardarne il valore nel tempo. Questo tipo di prodotto, è rappresentato per lo più dall’escursionismo sentieristico (trekking) come pratica al confine tra l’attività sportiva e quella propriamente turistica. Tale pratica può essere implementata effettuando interventi sulla rete sentieristica ad uso turistico - escursionistico, nonché per la realizzazione di una rete di percorsi integrati. In pratica debbono convivere le specifiche domande di nicchia, come quelle rappresentate dal turismo culturale - religioso e da quello naturalistico, con una domanda più ampia caratterizzando e differenziando così il soggiorno balneare. Appare evidente che le linee di promozione delle due componenti devono essere differenziate: se da un lato è opportuno avviare politiche di sviluppo che sappiano ampliare l’offerta balneare a pacchetto, dall’altro, sul territorio regionale esistono tutte le potenzialità per realizzare un’offerta nella quale, per certe aree interne, il turismo naturalistico sia la componente principale, capace peraltro di destagionalizzare la domanda poiché fruibile durante tutto il periodo che va da inizio primavera a fine autunno. Nel progetto “Green Road Basilicata”, la presenza di comuni che ricadono nel Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese può e deve svolgere il ruolo di sintesi

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Itinerario Cultura Viaggio nel tempo tra borghi antichi, personaggi illustri, parchi e musei

e ricucitura sul territorio ma anche di moltiplicatore di opportunità e di appeal per un contesto territoriale che, come si è visto, è assai fertile e in cui è possibile sviluppare una valida offerta di turismo dell’esperienza, turismo archeologico, turismo naturalistico, sport e turismo della conoscenza collegata alla natura e al parco archeologico, anche perché oggi, il turismo nei parchi nazionali rappresenta all’interno del prodotto naturalistico, un segmento importante del turismo regionale. Il turismo naturalistico, quindi, costituisce una buona occasione di sviluppo, ed è il settore che meglio concilia l’esigenza di salvaguardia con quella di fruizione del bene “natura”. La fruizione degli ambienti naturali con finalità ricreative, di svago e di scoperta, costituisce una modalità che incontra sempre di più il gradimento dei turisti, che scelgono di visitare i parchi nazionali.

3.2 Itinerari tematici Dall’indagine effettuata sul campo e dall’analisi della ricerca nasce l’idea di creare un prodotto culturale e naturalistico strutturato su “itinerari tematici” come strumento di fruizione dinamica del territorio per la promozione di beni, aree e destinazioni. Un sistema di itinerari studiati sulla base delle specificità locali costituisce il modo migliore per proporre un incontro dinamico, intrigante ed evocativo tra una destinazione e l’istintiva curiosità e voglia di conoscere caratteristiche del turista - visitatore. Un prodotto collegato a due itinerari “Cultura” e “Natura” uniti ad unicum macrotema “la scoperta insieme all’esperienza”.

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Itinerario Natura A spasso nella storia tra arte, sacro e profano

La terra di mezzo tra luci e colori

Vivi l’emozione dell’avventura

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poesia del grande poeta Albino Pierro. La presenza del Parco letterario a lui dedicato, del maestoso santuario di S.Maria

Grumento Nova, l’antica città romana, che custodisce il Parco archeologico e il Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri.

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Tavole Metapo

Parco a Siris - H

Parco l Chiesa

Borgo città fa

Parco l Borgo

Percorsi

Borgo

Sito arc Museo

Mappa e tappe del progetto Green Road Basilicata - Cultura, tratta dalla brochure presentata alla BIT 2013 GRCN-brochure-REV8-ita.indd 2

Itinerario culturale

L’articolazione dell’itinerario culturale è stata sviluppata, da un lato, individuando e catalogando le principali risorse materiali, come palazzi, aree, archeologiche, chiese, santuari, nonché beni paesaggistici, dall’altro, identificando l’appeal di manifestazioni, leggende, tradizioni e dei diversi eventi locali nei quali le componenti ludico - ricreative e culturali creano un legame indissolubile tra la cittadinanza e il proprio territorio e consentono allo stesso tempo alle comunità di riconoscersi in quegli antichi saperi e costumi che rendono la loro realtà unica e irriproducibile in altri contesti.

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Il corridoio del percorso si snoderà lungo la direttrice turistica SS598 che spazia tra storia, arte, religione e civiltà dei comuni della costa - entroterra, sarà elaborato in due sotto-tematismi “Il viaggio nel tempo tra borghi antichi, personaggi illustri, parchi e musei” e “A spasso nella storia, tra arte, sacro e profano”. Tematizzare un’esperienza significa creare un insieme di informazioni che posizionano il territorio sia nella prospettiva dei turisti sia in quella degli operatori.

LE TAPPE Tavole Palatine Metaponto

Parco archeologico Siris - Herakleia

Parco letterario Albino Pierro Chiesa S.M.D’Anglona

Borgo antico città fantasma

Parco letterario Carlo Levi Borgo antico

Borgo antico

Sito archeologico Museo Archeologico

08/02/2013 14.52.30

→ Viaggio nel tempo tra borghi antichi, personaggi illustri, parchi e musei” è un percorso affascinante alla scoperta di paesaggi incantevoli, ricchi di storia e tradizioni, luoghi magici in cui mito e realtà si confondono. L’itinerario prevede 9 tappe: la prima “traghetta” scrigni naturalistici e testimonianze archeologiche nel cuore della Magna Grecia: Metaponto e le sue imponenti Tavole Palatine. Qui il visitatore potrà ammirare i resti del tempio dedicato alla Dea Hera, realizzato in stile dorico nel 530 a.C., ed è l’unico edificio monumentale di culto di cui si conserva parte del colonnato esterno. Nell’area archeologica delle Tavole Palatine è anche ubicato un piccolo museo archeologico “Antiquarium di Metaponto”. Il ricco patrimonio di materiali archeologici venuti alla luce nella colonia greca di Metaponto, invece, è esposto al Museo archeologico di Metaponto, situato a circa dieci chilometri di distanza dal sito delle Tavole di Palatine. Il viaggio prosegue a Policoro al Parco Archeologico che custodisce i resti dell’antica città di Siris - Herakleia. In prossimità dell’area storica è ubicato il Museo Archeologico Nazionale di Policoro, riallestito di recente. In questa struttura espositiva vengono presentati alcuni dei rinvenimenti più significativi relativi alle due città greche e ai centri indigeni dell’Entroterra. Prossima tappa a Craco il borgo Fantasma, dove il viaggiatore ha la possibilità di conoscere un borgo caratteristico chiamato da molti la città fantasma, perché disabitato dagli anni sessanta. L’atmosfera che domina in questo spaccato di “mondo” è surreale, resa magica da case strette realizzate in roccia calcarea. Dominante è la torre normanna e l’unico castello presente risalente al XIII secolo. Tra gli edifici di maggiore interesse il castello risalente al XIII secolo, la chiesa di San Vincenzo e quella di San Nicola. Abbandonando la “città fantasma”, si prosegue per il secondo punto di interesse, su un pendio nei pressi del cosiddetto Vallone d’oro sorge Tursi, l’antico borgo saraceno legato indissolubilmente alla poesia del grande poeta, Albino Pierro. La presenza

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del Parco letterario di Pierro (U’paazze, casa del poeta contenente un patrimonio librario e cimeli del poeta è gestita dal “Centro Studi Albino Pierro”) insieme al noto quartiere della “Rabatana” (da ‘Rabhàdi’, borgo), la parte più caratteristica del centro storico con la “Pietrizze” (gradinate) rappresentano uno dei posti più suggestivi e misteriosi della Basilicata. Nell’abitato si staglia maestoso il Santuario di Anglona. Monumento nazionale dal 1931, tra i più importanti della Basilicata, è il luogo di culto più significativo della Diocesi di Tursi - Lagonegro. Da Tursi il viaggio procede verso l’affascinante paese dei calanchi e di Carlo Levi, Aliano. Il paese dei calanchi è immerso in un paesaggio suggestivo e lunare. La ricostruzione per le vie del centro della famosa opera di Levi “Cristo si è Fermato ad Eboli”, realizzata grazie al Parco Letterario dedicato allo scrittore torinese, rende interessante la passeggiata nel borgo, all’interno troviamo il museo della “Civiltà contadina”, il museo di “Carlo Levi” e la casa in cui visse l’autore. Il percorso continua a Sant’Arcangelo, il paese che deve la sua fama al monastero di Santa Maria d’Orsoleo, oggi sede anche della fondazione “Città della pace”, uno dei monumenti religiosi più importanti della regione, edificato in un contesto paesaggistico di grande suggestione. Il chiostro, attorno a cui si sviluppa, conserva numerosi affreschi del 1500, tra cui una composizione raffigurante la Pietà del Cristo. La chiesa, situata ad un lato del convento, conserva un altare intagliato ed il soffitto ligneo policromo. La crescita rigogliosa del convento fu interrotta dalle dure leggi eversive post - unitarie che portarono alla soppressione di tutti gli Ordini e le congregazioni religiose. Ultimamente il complesso monumentale è stato oggetto di una complessa opera di restauro, che ha restituito al convento il suo antico splendore. Abbandonando l’abitato di S.Arcangelo, raggiungiamo uno dei borghi antichi lucani più belli d’Italia, “il paese delle case in pietra”, Guardia Perticara. Un borgo ristrutturato dopo il terremoto del 1980 e restituito al suo antico splendore. Di grande pregio e visibilità all’interno del Palazzo Montano, l’allestimento di un centro Enotrio, una mostra archeologica che ha contribuito a ridare lucentezza agli Enotri22, permettendo ad un pubblico molto vasto ed eterogeneo - dagli esperti archeologi, agli studiosi e ai ricercatori, dagli studenti ai comuni viaggiatori - di scoprire il fascino dell’antico popolo. Riprendendo la statale 598 (Fondovalle dell’Agri) raggiungiamo un altro piccolo borgo collegato alla figura del poeta - ingegnere Leonardo Sinisgalli, Montemurro, diventato centro di cultura con l’istituzione della Fondazione in onore dell’illustre intellettuale. La sosta è alla casa - museo “Leonardo Sinisgalli” ubicata nel palazzo in corso Sinisgalli, una delle principali strade urbane del centro di Montemurro. Qui si affaccia il portone di ingresso al n. civico 44 il cui portale è sormontato da un arco a tutto sesto in pietra calcarea. Proseguiamo poi per direzione Grumento Nova, l’antica città romana, oggi Parco archeologico e sede del Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri. Il Parco Archeologico di Grumentum, più di 40 ettari di superficie, è considerato il più importante sito romano in Basilicata. Fondata dai romani nel III sec. a.C., Grumentum divenne in breve, la più importante città della Lucania Meridionale. Rimasta per lungo tempo ricoperta da terra e rovi, la città è stata riportata parzialmente alla luce da campagne di scavo avvenute negli ultimi decenni che hanno messo in evidenza la pianta della città e i principali monumenti. Nei pressi dell’area archeologica è sorto il Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri che, tramite i reperti rinvenuti negli scavi e diverso altro materiale rinvenuto su tutto il territorio della Valle, ne illustra la storia e l’avvicendarsi delle diverse civiltà. Sono state previste una serie di azioni e attività che possono arricchire questo tipo di offerta turistica. Come ad esempio l’attività informativa necessaria a creare una rete di operatori della offerta turistica facenti parte dell’itinerario (strutture ricettive, musei, associazioni culturali e pubblici esercizi), predisponendo una serie di requisiti minimi standard per l’adesione al progetto da parte dei differenti operatori e rafforzando la loro preparazione e collegamento all’itinerario culturale, al fine di migliorare l’offerta del territorio. All’itinerario si potranno associare nel

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22 Come è noto, gli Enotri trovarono la collocazione ideale in una vasta area tra Puglia, Basilicata e Calabria, sia sulla Costa che nell’Entroterra, lasciando in eredità reperti come quelli rinvenuti nella ricchissima necropoli di San Vito, a Guardia Perticara.


settore della ristorazione menù (piatti) ispirati a personaggi famosi del luogo, il coinvolgimento di produzioni artigianale, nelle etichette, nei quadri/manifesti. L’itinerario potrebbe portare alla realizzazione di un contenitore innovativo e stabile, “il Newseum virtual culturale”, inteso come spazio espositivo multimediale di un viaggio della conoscenza del patrimonio dal carattere innovativo, ponendosi come “attrattore strategico” in grado di connotare un nuovo sistema di offerta turistica nei confronti dei diversi target del turismo culturale. Altra azione ipotizzata è la creazione del Parco/museo - piazza cioè un luogo attrezzato (con ad esempio un plastico del territorio e delle sue eccellenze, i servizi di ristoro, una vetrina dei prodotti locali, ecc.) per la sosta e l’accoglienza, liberamente accessibile anche per chi non fruisca della visita alle esposizioni permanenti, e per dare inizio della visita alle attrattività del territorio. Oppure la messa in atto della strategia del museo - rete, analoga al museo itineraria, con la sola differenza che concerne il rinvio da museo a museo: gli itinerari sono in funzione del raggiungimento di altri musei prossimi e ciascun museo presenta i musei successivi, suggerisce gli itinerari attraverso i quali raggiungerli, assiste gli itinerari con servizi di informazione (e magari di trasporto pubblico e quant’altro). In ultimo si prevede la realizzazione di punti informativi e d’accoglienza multimediale denominati “Mistery corner”, relativi all’itinerario culturale proposto, completi di tutte le informazioni necessarie al visitatore (dai luoghi di interesse, all’ospitalità, alla ristorazione, musei, ecc.). In questi punti il cittadino e il turista potranno trovare tutte le indicazioni e le informazioni necessarie per godere del territorio e per fruire dell’offerta turistica. Il secondo itinerario culturale è “A spasso nella storia, tra arte, sacro e profano”, infatti, molti dei luoghi indagati raccolgono altresì una serie di leggende e di racconti che affondano la loro storia nell’antica memoria. Numerose sono le leggende e i misteri che si tramandano di generazione in generazione nel territorio lucano, se opportunamente valorizzate potrebbero offrire una possibilità in più di far conoscere e apprezzare il prestigioso patrimonio culturale storico del territorio costa - entroterra. L’itinerario è composto da nove tappe. La prima nel comune di Craco alla scoperta delle vecchie e leggendarie contrade, ricche di fascino e mistero: il Canzoniere, San Lorenzo e Sant’Eligio. La prima, prende il nome da una taverna, gestita da una sorta di maga, che riduceva i malcapitati ospiti sotto il suo potere, una volta sedotti li uccideva e li serviva come specialità della taverna. La seconda, invece, prende il nome da una fontana, dove palme altissime dividono il territorio con i grossi ulivi e antichi casolari che costeggiano la zona del Cavone. Infine, Sant’Eligio in onore del Santo protettore della zona, a cui è dedicata la splendida chiesa cinquecentesca. La seconda tappa è a Sant’Arcangelo in visita al monastero di S. Maria D’Orsoleo dove sono conservati alcuni affreschi del pittore Giovanni Todisco e alla torre Molfese. La costruzione del complesso monastico è avvolta da una leggenda riproposta in un quadro del pittore Michelangelo Scardaccione, (trafugato nel 1969). Raffigurava Eligio II della Marra che sulla sponda destra del fiume Agri, nel luogo dove fu poi edificato il palazzo del principe, affrontò il drago che si aggirava nella zona. Il principe, a cavallo di un destriero, impugnava una lancia per trafiggerlo. La Madonna di Orsoleo gli apparve infondendogli il coraggio necessario per sconfiggerlo. In segno di ringraziamento per l’aiuto ricevuto, fece edificare il convento. Le mascelle e le zanne del “drago” sono ancora appese al lato dell’altare23. Terza tappa a San Chirico Raparo all’abbazia di Sant’Angelo nelle vicinanze le grotte di S.Angelo dove si può ammirare l’affresco rupestre che raffigura S.Michele, e alla chiesa di S.Maria. A pochi passi dall’abbazia è la fonte Trigella, che secondo la leggenda sarebbe scaturita dalla preghiera di San Vitale, la fonte ha una sua particolarità: produce acqua solo in primavera e in estate. Il poeta Pontano, vissuto nel XVI secolo, ambientò 23 Branco L., Ricordi bizantini, R. Porfidio Editore, Moliterno, 1985.

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vette della Val d’Agri, si giunge nella bucolica Valle della Camastra, che ospita le riserve naturali di Serra di Calvello, la Faggeta di Pierfaone e la Riserva Naturale Regionale dell’Abetina di Laurenzana.

il mito della Ninfa Ripenia che per sfuggire all’amore selvaggio del fauno Crapipede si rifugiò nelle acque della fonte. Il fauno per imprigionarla prosciugò la sorgente e la maledisse. Quarta tappa a Grumento Nova alla chiesa di S.Laviero e al santuario della Madonna Monserrato, qui, è narrata la leggenda di S.Laviero, decapitato lungo le sponde del fiume Sciaura. Quinta tappa a Viggiano al santuario della Madonna nera e alla chiesa “Basilica Pontificia”. La patrona della Basilicata, sembrerebbe avere un origine bizantina, secondo la leggenda sarebbe stata nascosta da monaci provenienti dall’Oriente, durante il periodo dell’Iconoclastìa. Poi sarebbe stata rinvenuta da pastori. Sesta tappa a Tramutola in visita alla chiesa Madre della Trinità (XVII sec.) e all’Antico Lavatoio qui viene raccontato l’avvenimento della Madonna dei Miracoli. A Marsicovetere la settima tappa è alla chiesa Madre SS.Pietro e Paolo (qui sono presenti le tele settecentesche di scuole napoletane XIV sec.), alla Torre del castello (XI sec.) e al convento di S.Maria dell’Aspro dove si narra della leggenda del frate S.Angelo Clareno. Ottava tappa al borgo medioevale e alla chiesa di San Gianuario (VIII - X sec) di Marsico Nuovo e la leggenda di S.Gianuario. Nona ed ultima tappa a Calvello al convento di S.Maria de Plano (XII sec. con affreschi del ‘600), alla chiesa di SS.Trinità (affresco di Todisco), alla chiesa di S.Maria degli Angeli, alla chiesa di S.Nicola (dove è presente un dipinto attribuito a Pietrafesa) e la leggenda della Festa della Pietà. Per quest’itinerario si è pensata un’azione unica che potrebbe dare valore aggiunto a questo tipo di itinerario, cioè la realizzazione di un innovativo strumento di comunicazione ovvero un protagonista narrante che accompagna il turista nel viaggio. Il personaggio individuato potrà essere un “Cavaliere medievale” che aiuterà ad incontrare, attraverso il percorso, le storie leggendarie di ciascun paese, creando così un “file rouge” tra le culture e le tradizione, diventando in tal modo un mezzo di valorizzazione e promozione dei territori narrati. Ogni tappa del percorso porterà con sé un mistero che potrà essere svelato solo visitando il territorio collegato. La storia così creata, potrebbe essere, a sua volta, motore virtuale di tutta una serie di iniziative reali.

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LE TAPPE Costa Ionica

Lago Salinella e bosco

Calanchi

Lago Pertusillo

Monte Scuro

Bosco faggeto

Riserva naturale

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viaggio continua poi nell’imperdibile scenario “lunare” dei Calanchi, un’ampia distesa

di Pierfaone e la Riserva Naturale Regionale dell’Abetina di Laurenzana.

LE TAPPE Costa Ionica

Lago Salinella

Calanchi

Lago Pertusillo

Monte Scuro

Percorsi

Bosco faggeto

Riserva natura

Mappa e tappe del progetto Green Road Basilicata - Natura, tratta dalla brochure presentata alla BIT 2013

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Itinerario naturalistico

Sul fronte della natura si è pensato ad un percorso geo - naturalistico “Dalla costa ai calanchi fino ai monti”, questo è un viaggio tra le diverse peculiarità paesaggistiche che la Basilicata offre. È un itinerario ricco di sfumature cromatiche, geologiche e faunistiche, delle quali il potenziale turista può godere durante il percorso. La rotta segue idealmente il tragitto della strada statale 598, in una suggestiva alternanza di ambienti e paesaggi. Un percorso unico che conduce i visitatori in una natura incontaminata che si mescola ai colori di un paesaggio incantevole. L’itinerario ha inizio dalla Costa Ionica, da Metaponto a Nova Siri, un litorale che offre al visitatore vasti arenili di sabbia finissima giallo dorata e ampie spiagge di sabbia e ciottoli. Procedendo lungo il nastro di sabbia dorata, da nord - est verso sud - ovest, si incontra il lago

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Salinella, unico lago salmastro della zona, situato alla foce del fiume Bradano. L’area del Lago Salinella è una tipica zona umida, riconosciuta dalla Convenzione di RAMSAR24 da valorizzare e proteggere sia dal degrado che da qualunque dissennata speculazione. Continuando in direzione sud - ovest, il cordone di duna, conduce al margine della Riserva Statale di Protezione di Metaponto (240 ettari) tra le foci dei fiumi Bradano e Basento. Vicino a questa è la Riserva Statale biogenetica di Marinella Stornara (45 ettari) facente parte dei boschi sperimentali per l’inclusione nel libro dei boschi da seme. Le pinete retrodunali continuano, quasi ininterrottamente, nei territori comunali di Pisticci e di Scanzano Jonico. In quest’ultima località, l’area di foce del Cavone genera un’ulteriore area umida di rilevante interesse botanico e ornitologico. Tuttavia il centro di interesse dell’avifauna migratoria è rappresentato dalle vasche salmastre dell’ex Ittica Val d’Agri. Verso il confine con la Calabria si trova il Bosco di Policoro, il quale costituisce un’altra delle Riserve Regionali ed è riconosciuto come di importanza internazionale, oltre i due siti di importanza comunitaria: le foci del fiume Bradano e Basento e una Zona di Protezione Speciale. Nella piana del metapontino sono presenti numerose specie faunistiche di importanza conservazionistica. Particolare citazione merita la Lontra (Lutra lutra), ancora presente negli alveoli fluviali, da citare, inoltre, la Tartaruga marina (Caretta caretta) che ha nidificato sulle spiagge di Policoro nei primi anni novanta, l’osservazione di un individuo di Foca monaca nel 2002 da parte degli operatori della locale Oasi del WWF e numerose specie di uccelli. Continuando il nostro cammino, si rileva il paesaggio dei Calanchi. Questi, ricordano vagamente gli orizzonti desertici della Cappadocia, sono un’ampia distesa collinare modellata in milioni di anni dalle forze naturali. Il territorio in questa zona risulta quindi brullo e ricco di argilla bianca, scosceso e caratterizzato da precipizi e valli scavate dall’erosione delle acque, sono situati in una posizione baricentrica tra il mar Ionio, la Valle del Senni e la Valle dell’Agri, si estendono fino ai confini del Parco Gallipoli Cognato. Nel comprensorio dei Calanchi Lucani tra i comuni di Pisticci, Montalbano Ionico, Craco, Stigliano, Ferrandina, Salandra, Tursi e Aliano è possibile notare dei solchi disposti in maniera parallela o a ventaglio, creatisi per effetto dell’erosione delle acque superficiali sui pendii argillosi, descritti perfettamente nell’opera di Carlo Levi “Cristo si è fermato ad Eboli”. I Calanchi sono costantemente visitati dagli scienziati di mezzo mondo, ed è concordemente riconosciuto il valore stratigrafico e paleontologico di quest’area, che ha il pregio di essere considerata uno standard di riferimento a livello internazionale. Già nel 2004 è stata presentata la proposta progettuale dell’istituzione di un Parco Naturale dei Calanchi, è del 2011, invece, l’unanime approvazione da parte del Consiglio Regionale della Basilicata, nella seduta del 18 gennaio, del disegno di legge istitutivo della Riserva naturale dei Calanchi di Montalbano Jonico, tale approvazione rappresenta il primo riconoscimento istituzionale dell’unicità di questo patrimonio naturalistico. Questo territorio ospita anche un Sito di Interesse Comunitario, il Bosco di Montepiano, che comprende parte del territorio di Cirigliano e Stigliano. A segnare il confine tra la zona dei Calanchi e l’Entroterra valdagrino sono le suggestive Murge di Sant’Oronzo, distinguendosi come meta di escursioni organizzate o attività di educazione ambientale attirano classi di visitatori da tutte le scuole d’Italia. Le murge rientrano nell’area protetta del Parco Nazionale Val d’Agri Lagonegrese. La morfologia della Valle è caratterizzata da una corona di rilievi che borda un fondovalle pianeggiante. I terreni più antichi si originarono svariati milioni di anni fa sull’oceano primordiale chiamato Tetide e le rocce che ne derivano, i calcari, furono poi deformate e fratturate da spinte tettoniche, che formarono la dorsale che costituisce l’Appennino Lucano. L’azione chimico - fisiche delle acque sui calcari, combinata agli effetti della tettonica, ha prodotto numerose cavità carsiche, sono un esempio la grotta di Castel di Lepre a Marsico Nuovo. Cavità minori sono state esplorate nei pressi di Tramutola, Viggiano, San Chirico Raparo e Marsicovetere. Mentre il fenomeno contrario, quello epigeo, è

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24 Per maggiori informazioni visitare il seguente link: http://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_di_Ramsar


noto sul Monte Raparo e sul Monte di Viggiano. L’ultima nata tra le riserve della Valle è quella di Monte Scuro25 che ha un’estensione di 3200 ettari, rappresenta la più grande dell’intera Valle, è una tipica riserva montana, compresa tra i 600 e i 1727 metri, ospita la più ricca rappresentanza faunistica e floristica. Un’altra perla presente nella valle è l’oasi naturale Bosco Faggeto, riconosciuto Sito di Interesse Comunitario, piccola area protetta sita nel comune di Moliterno. Lo stesso bosco ospita da circa tre anni una tappa del GIROS (Gruppo Italiano Ricercatori Orchidee) che vi ha individuato dodici specie autoctone. Attraversando le alte vette della Val d’Agri, si giunge nella bucolica Valle della Camastra, che ospita le riserve naturali di Serra di Calvello, la Faggeta di Pierfaone e la Riserva Naturale Regionale dell’Abetina di Laurenzana di 330 ettari che garantisce la sopravvivenza di diversi habitat. Il binomio natura e sport è ottimale per chi vuole godersi a pieno la regione e diverse le tipologie di sport26 che si possono praticare dalla Costa Ionica all’Alta Valle dell’Agri. Le azioni necessarie per questo tipo di itinerario sono: ovviamente la realizzazione di una buona rete sentieristica e la manutenzione di quelli esistenti ai fini della messa in sicurezza. Una rete di sentieri attrattiva e sicura, segnalata in modo unitario, è indispensabile nella proposta turistica di tipo escursionistico. Nella realizzazione del materiale informativo e promozionale dell’itinerario è indispensabile predisporre una scheda tecnica che metta l’escursionista in condizione di conoscere il livello di difficoltà da affrontare, il tempo massimo di percorrenza, il dislivello tra la quota di partenza e quella di arrivo. È ipotizzabile una terza azione di realizzazione e divulgazione, anche on line a titolo gratuito, di una pocket guida può essere di estrema utilità per l’escursionista durante la sua visita. 25 Monte Scuro è toponimo del Monte di Viggiano. 26 Svariati gli sport che si possono praticare: nuoto, golf, tennis, windsurf, canoa, vela, trekking, equitazione, sci, arrampicata, ecc.

3.3 Strutturazione di pacchetti turistici nel breve e lungo periodo I pacchetti turistici da realizzare saranno caratterizzati, quindi, da un’offerta prevedente: • la scoperta culturale, rivolta a turisti “curiosi” sensibili al fascino dall’ambiente culturale e interessati a conoscere meglio l’area, le sue tradizioni, i suoi prodotti tipici e le sue attrattive. La linea è offerta sotto forma di soggiorni brevi (a turisti specifici) o escursioni (offerte a turisti già presenti in area); • la natura e sport comprende soggiorni e itinerari dedicati alla scoperta e alla conoscenza dell’ambiente naturale con attività formative/informative e di orientamento rivolto a scuole, gruppi di interesse e turisti sensibilizzati al tema. è l’ambito dedicato anche alle attività sportive e al coinvolgimento attivo dell’ospite. Comprende sia la pratica di sport a livello professionistico e semi professionistico, sia la pratica da parte di gruppi amatoriali, semplici appassionati e neofiti.

Le attività si sviluppano: • • •

in attività nel mare: sub e altri sport acquatici; in attività emozione che si praticano prevalentemente nell’Entroterra: rafting, canoa, volo, parapendio; in attività sportive dolci: trekking, mountain bike, golf, calcio, tennis, basket, ecc. che si sviluppano sia nella Costa che nell’Entroterra.

Si deve tener presente la norma, la quale, prevede che l’associazione di più servizi turistici (ovvero per definizione il pacchetto turistico - ad esempio: hotel + trasporto) sia definita come attività di touroperating e non può essere erogata da terzi se non autorizzati con la licenza, l’introduzione di pacchetti turistici sul mercato, quindi, deve essere demandata a questa tipologia di intermediari. La priorità che deve essere data in termini di commercializzazione è pertanto legata a forme di incentivazione per la nascita di nuovi Tour operator inbound o per lo stimolo alla trasformazione o rinforzamento di Tour operator esistenti.

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3.4 Strategie di promozione e comunicazione Per la promozione sono stati individuati strumenti di comunicazione innovativi, quali: •

• • • •

info box, container promozionale da introdurre lungo SS598 un sistema di promozione per tutti i comuni coinvolti nel progetto; applicazioni di innovazioni tecnologiche ai percorsi/itinerari tematici; app Meteo che suggerisce destinazioni turistiche in base alle condizioni atmosferiche; app guida turistica del progetto “Green Road Basilicata”; mappa interattiva con i comuni coinvolti nel progetto, i punti e attrazioni di interesse principali e strutture ricettive e ristorative.

Di seguito una breve descrizione di quella che ci è sembrata una delle applicazioni tecnologiche proposte più interessanti: “Costa Ionica Meteo App”. Questo, è un servizio dedicato al meteo, ma con l’aggiunta consistente nel suggerire destinazioni turistiche in base alle condizioni atmosferiche. Ad esempio, se piove vengono proposti luoghi al chiuso, viceversa spazi all’aperto se c’è bel tempo. L’applicazione entra in gioco in caso di brutto tempo, in questo caso infatti vengono suggeriti luoghi nell’Entroterra. Potrebbe, inoltre, venire richiesto dall’app di inserire nel modulo il tempo a disposizione per il viaggio e visita ed il tema escursionistico: cultura e storia, natura e geologia. In base alle scelte di input, l’app genera delle soluzioni turistiche in linea con i desideri del viaggiatore. L’utente selezionando la destinazione avrà informazioni come info/contatti e la possibilità di visualizzare una immagine di anteprima della destinazione oppure la webcam del comune allo scopo di controllare in tempo reale e visivamente lo stato del meteo. Per la proposta di progetto sono stati analizzati casi studio di app simili sul turismo e meteo e portali del meteo su mappe digitali quali: Meteoindiretta27 che offre la possibilità di vedere le webcam 27 www.meteoindiretta.it

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presenti nei comuni allo scopo di constatare dalle immagini in tempo reale lo stato del tempo atmosferico; Google Maps28, il servizio di Google dedicato alle mappe, nella vista satellitare presenta l’opzione di visualizzare il livello Meteo che mostra le icone dello stato del tempo e la temperatura dei comuni lungo l’itinerario scelto. ilmeteo29, è il più famoso portale italiano di previsioni per il meteo ha una sezione chiamata il viaggio dove è possibile consultare le previsioni lungo l’itinerario di viaggio scelto. Nell’App Meteo Costa Ionica potrebbe essere integrata la visualizzazione delle previsioni meteo dell’itinerario appoggiandosi a servizi dei portali sopracitati.

3.5 Azioni di comunicazione In conclusione sono state previste anche alcune azioni di comunicazioni necessarie alla promozione delle diverse offerte turistiche. È sotto gli occhi di tutti che la comunicazione e promozione online sia sempre più multimediale e interattiva: blog, community, social network, giochi e viral marketing sono oggi il linguaggio della rete. Questi strumenti - mezzi sono definiti tecnologia Web 2.0, largamente diffusi e utilizzati dagli utenti virtuali. I principali obiettivi di questi mezzi di promozione sono: aumentare la consapevolezza del prodotto/idea/comportamento, convincere i consumatori ad acquistare i prodotti (enogastronomici, attività sportive, guide culturali, naturalistiche, ecc.), ricordare ai consumatori l’esistenza del prodotto/idea/comportamento. Numerose sono le ragioni per le quali il Web 2.0 è in grado di trasformare concretamente la promozione. La prima è il coinvolgimento diretto degli utenti nel processo creativo, facendoli diventare creatori o co - creatori insieme all’ente o all’organizzazione. Gli utenti quindi diventano partecipanti attivi e sono al centro della strategia di promozione. La seconda ragione è che facilita la diffusione del marketing virale, chiamato anche passaparola o buzz marketing attraverso strumenti che incoraggiano l’interattività degli utenti (scambio di commenti, feedback, revisioni). Esso può essere utilizzato anche per diffondere messaggi di 28 http://maps.google.com il meteo viene mostrato attivando la visualizzazione earth/weather 29 www.ilmeteo.it


promozione e per favorire la partecipazione alle iniziative grazie ad un passa parola tra amici che, in tempi molto rapidi, è in grado di raggiungere un numero considerevole di utenti. Fra le varie azioni di comunicazione e promozione abbiamo previsto: •

il rinnovamento e aggiornamento del portale www.valdagriturismo.com che conterrà informazioni sugli itinerari proposti, le offerte commerciali inerenti i prodotti Agri Road 598, links per scaricare le app preposte al progetto quali ad esempio ROOM 77 (prenotare la camera d’albergo in base al panorama dopo aver visualizzato il panorama di cui si gode affacciandosi alla finestra di quella camera), TOUR WRIST (informazioni sulle sagre locali), TURISTI PER CASO (grazie alla geolocalizzazione l’app segnala i posti più interessanti vicino a te, i racconti di viaggio, le foto e i video di altri viaggiatori che sono stati nella località dove ti trovi); e.MOUSEION (schede informative su il Museo Nazionale Archeologico dell’Alta Val d’Agri e della Siritide) e soprattutto

diventerà il portale di collegamento per i vari QRcode installati in punti nevralgici della SS598 e dislocati in alcun luoghi dei paesi interessati; la creazione di sistemi basati su tecnologie per la navigazione su web dei territori (web geografici) attraverso terminali di telefonia mobile (tecnologia GPS), come “CASTELLI IN GPS” e “I LUOGHI D’ISPIRAZIONE” (collegati ai parchi letterari); la realizzazione di una rete WI-FI nei vari paesi per poter usufruire delle potenzialità informative e innovative della tecnologia Web 2.0; la produzione di Ambienti multimediali che rappresentano e permettono di visitare siti culturali e ambientali di pregio delle zone. Si prevede, inoltre, l’installazione di totem con monitor touch screen per la consultazione dei dati relativi alle prenotazioni, informazioni relative all’ospitalità, sarà anche possibile visualizzare le immagini trasmesse dalle telecamere circa lo stato dei sentieri, controllo fauna, condizioni meteo.

Box 4 valdagriturismo.com Il Portale Val d’Agri contiene tutte le informazioni utili per vivere appieno la Val d’Agri. I percorsi tematici sono pensati per diversi target, gli itinerari sono scaricabili in formato GPS, le brochure dotati di QRcode e di realtà aumentata aiutano il fruitore ad orientarsi fra le diverse offerte. Scelto il tema da indagare, il sito permette di avere informazioni anche rispetto a dove alloggiare e mangiare.

Sito www.valdagriturismo.com

Per approfondire consultare il Capitolo 5.2

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Conclusioni

In seguito al lavoro di ricerca qui ci sentiamo di affermare che, nell’area in esame, esistono tutte le premesse concrete per prevedere uno sviluppo integrato del comprensorio “mare - montagna”, facente leva sulla riconoscibilità e notorietà dell’area costiera ma anche sulle specificità dell’Entroterra, che potrebbe garantire il posizionamento della regione sul mercato turistico nazionale e internazionale. È auspicabile, dunque, la creazione di un “product mix” integrato, descritto nelle pagine precedenti, che permetterebbe sia di destagionalizzare i flussi della Costa Ionica e allo stesso tempo di costruire un prodotto turistico in linea con le richieste del mercato post moderno, sempre più interessato a un’offerta che integri qualità dei servizi, tipicità eT unicità dell’esperienza. B A S Idell’offerta L IBCAAS IL AI C A T A Gli elementi ancora poco conosciuti ed esplorati dell’Entroterra un viaggio un viaggio tra percorsi tra potrebbero offrire di sviluppo turistico Aterra S Iovviamente Le ICA T A a beneficio marealternativi, eB mare terra che andrebbero di tutta la comunità Camastra. viaggio lungo Un viaggio lungo un viaggio tra Dalle acque Dalle cristalline acque del locale. cristalline delUn Camastra.

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per maggiori informazioni per maggiori informazioni

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mare e terra

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Bibliografia e sitografia AA.VV., Appennino Lucano. I mille sapori del verde, collana le guide di Trekking & outdoor, Clementi editori, 2010 AA.VV., Guida alla Val d’Agri, Carsa edizioni, Pescara, 2008 AA. VV., Il culto e il pellegrinaggio in Val d’Agri. Dall’Antichità all’epoca moderna e contemporanea, Ars Grafica, Villa d’Agri (PZ) Banca d’Italia, Economie Regionali - L’economia della Basilicata, Potenza, 2012 Banacini E., Nuove Tecnologie per la fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale, Aracne Editrice, Roma, 2011 Ejarque J., La destinazione turistica di successo Marketing e Management, Hoepli, 2003 Ferraresi M. - Schmitt B.H., Marketing esperienziale - come sviluppare l’esperienza di consumo, FrancoAngeli, Milano, 2006 Gardini S., Un approccio evolutivo al Destination Managment - il caso della provincia di Ferrara (tesi di laurea) Pini G., Il nuovo marketing del prodotto turistico analisi, strategia ed emozioni, FrancoAngeli, Milano, 2010. Palumbo G. - Danilo Selvaggi, Le coste italiane, LIPU, 2003 Pini G., Il nuovo marketing del prodotto turistico analisi, strategia ed emozioni, FrancoAngeli, Milano, 2010 Ranieri L., Basilicata, Torino, UTET, 1961 Regione Basilicata - Dipartimento attività produttive, Piano turistico regionale, Potenza, 2008 Regione Calabria - Dipartimento turismo, Piano Strategico 2010 - 2012 Rossi A. - Goetz M., Tourist Experience Design,

Hoepli, Milano, 2011 Svimez, Rapporto Svimez 2012 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino, 2012 ValoreNatura, Invito in Basilicata - Viaggiare in Val d’Agri, Grafiche Zaccara, 2012 Verdanega A. , L’identità dei territori nell’esperienza turistica,Aracne, Roma, 2009

adristoricallands.progetti.informest.it/tasks.html demo.istat.it www.aptbasilicata.it www.fondieuropei2007-2013.it/progetti/schedaprogetto.asp?id_progetto=189 www.gabriellapapini.com/index. php?option=com_content&view=article&id=28 4:adristorical-lands-a-casa-di-rossini-mattiacci-ica ro&catid=1:eventi&Itemid=59&lang=en www.maritimeitfr.net/cms/index. php?option=com_shared_private_ space&task=showfile&fileid=437 www.odyssea.eu/odyssea2010/index.php www.regione.veneto.it/Notizie& Comunicati+Stampa/Novembre+2012/1964. htm retedeiporti.faticoni.it/retedeiporti/resources/ cms/documents/bando-odyssea-fim.pdf www.terredelvino.net/it/attivita/europa/ progetto-odyssea-fim www.turismoinliguria.it/turismo/download/ fstore/turismolig/DTS_PORTO/it/ portidiliguria.pdf



CAPITOLO 4 eneragria Il Parco dell’Energia della Val d’Agri

Introduzione Box 5 enerAGRIa - il sito Box 6 Learning Week Box 7 MARU Project Nota metodologica 1. Quadro di riferimento: turismo energetico e sostenibilità, casi studio 2. Descrizione progetto: il progetto enerAGRIa - le potenzialità turistiche di un Parco Diffuso dell’Energia nella Valle dell’Agri

3. Risultati dell’analisi sul campo e conclusioni Conclusioni Bibliografia e sitografia


Introduzione La Basilicata ha un territorio ricco di risorse naturali, storico - artistiche, culturali e riveste nel panorama energetico nazionale un ruolo molto importante legato ai giacimenti di idrocarburi1 presenti in Val d’Agri e alle altre risorse energetiche di cui il territorio dispone, fra le quali: l’acqua, il vento, il sole. Considerando l’attuale scenario energetico internazionale e nazionale siamo consapevoli che la questione energetica stia assumendo sempre più importanza, anche grazie alla crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale (sia dell’approvvigionamento che del consumo di energia) e per le profonde innovazioni che stanno investendo tecnologie produttive e fonti d’energia. Il tema energetico, dunque, è centrale per il futuro del mondo e per il domani dell’Italia, ed appare evidente la necessità di moltiplicare le iniziative di diffusione della cultura energetica che oggi chiaramente non possono prescindere dai concetti di sostenibilità e risparmio energetico. Come sappiamo, la regione lucana è centrale nel sistema energetico nazionale ma ciò purtroppo non si è ancora tradotto in autentica risorsa per la popolazione locale che ad oggi ha percepito principalmente gli aspetti negativi di questa situazione, quali ad esempio l’inquinamento, senza coglierne il potenziale di sviluppo e valorizzazione per il territorio e la comunità locale. È indiscutibile l’urgenza di attivare iniziative di ampio respiro sull’energia per “restituire” il tema alla popolazione e per liberarne le potenzialità come fattore di sviluppo locale. L’ipotesi progettuale, qui descritta, si muove proprio in tale ambito, ritenendo la creazione di attività mirate alla divulgazione della cultura energetica, con un focus specifico sul turismo energetico, uno dei fattori fondamentali dello sviluppo locale. L’idea è, infatti, quella di creare un Parco Tematico dell’Energia, denominato enerAGRIa, il quale si propone di mettere in rete le risorse energetiche presenti, promuovere la cultura e la storia del territorio, valorizzando sia le risorse che l’identità locale, venendo così 1 È qui presente il più grande giacimento on shore d’Europa Continentale.

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a creare un network di comuni legati insieme dalla presenza delle diverse fonti di energia. La convinzione che sta alla base del progetto è quella che il Parco dell’Energia può essere un’attrazione per quei turisti alla ricerca di esperienze e di proposte innovative interessati al tema dell’energia, quindi un volano per lo sviluppo turistico locale. L’idea progettuale, nata con uno studio del territorio e dalla consapevolezza della vocazione energetica della regione, è stata inizialmente concretizzata in una prima pubblicazione chiamata ovviamente enerAGRIa - Il Parco dell’Energia della Val d’Agri, descrivente a livello teorico sia il territorio lucano e le varie energie presenti, che l’offerta specifica (formativa e turistica) del suddetto Parco. A tale pubblicazione è seguita, l’indagine esplorativa mirata ad indagare le possibilità di sviluppo del tematismo energetico e in particolare ad analizzare la domanda dei possibili fruitori del Parco Energetico. La ricerca empirica ha infatti l’obiettivo di approfondire le potenzialità turistiche del progetto enerAGRIa, andando ad analizzare nello specifico la domanda del turismo scolastico, considerato il target principale di riferimento anche se non l’unico. Questo lavoro di ricerca è stato considerato la base scientifica di dati attraverso i quali perfezionare l’offerta proposta dall’idea progettuale di enerAGRIa, difatti, a seguito dello studio sull’analisi della domanda potenziale, è stata realizzata una seconda pubblicazione2 riveduta e corretta della pubblicazione enerAGRIa - Il Parco dell’Energia della Val d’Agri, nella quale sono stati sia approfonditi alcuni contenuti sia incrementate le tappe proposte dall’itinerario. Step successivo del progetto è stata la realizzazione di un sito web3 il quale altro non è che la versione digitale della suddetta pubblicazione. Per avere maggiori informazioni al riguardo leggere il box 5 alla pagina seguente.

2 In 3 versioni: versione completa, versione short, e un’ultima versione economica che analizza e stima i costi del progetto. 3 http://eneragria.altervista.org/joomla/


eneragria - il sito

Box 5

eneragria.altervista.org

Il sito informativo è la versione digitale della pubblicazione enerAGRIa - Il Parco dell’Energia della Val d’Agri. In homepage troviamo una breve descrizione dell’idea progettuale del Parco Diffuso delle Energie, la mappa con l’itinerario proposto (con la possibilità di scaricare tale mappa), inoltre è possibile sfogliare digitalmente la pubblicazione completa. Sempre in homepage abbiamo la possibilità di accedere ad una pagina che illustra brevemente cos’è il progetto, gli elementi (landmark, dinamo, empiria, cubotto) che compongono il percorso dell’energia, le tappe proposte dall’itinerario energetico, e i links. Nell’apposita sezione download possiamo scaricare una breve presentazione, una scheda sintetica del progetto, una brochure digitale che presenta l’energia in Val d’Agri, le varie tappe, e come arrivare, inoltre è possibile scaricare delle schede di approfondimento sui 6 comuni coinvolti nel progetto. Nel sito è presente anche una sezione dedicata ai social network (facebook, twitter, linkedin), nella quale troviamo il collegamento al sito web della FEEM, al canale youtube dedicato ad enerAGRIa, e il collegamento a ISSUU dal quale possiamo scaricare le pubblicazioni prodotte. Inoltre è presente il collegamento al sito web www. valdagriturismo.com che fra i percorsi tematici proposti inserisce il percorso sull’energia definito “Energia da vivere”, scaricabile gratuitamente anche in GPS. Tutto questo lavoro progettuale e di ricerca è stato diffuso nel maggior modo possibile attraverso diverse azioni di divulgazione, in primis, come detto, le pubblicazioni “enerAGRIa - Il Parco

dell’Energia della Val d’Agri” e in seguito grazie alla partecipazione a vari convegni e seminari fra questi: il convegno “Il turismo sul territorio: motivazioni e comportamenti di spesa” promosso dall’Università degli Studi di Catania, del 16 - 17 giugno 2011, il seminario “Tramutola Paese dell’energia” promosso dalla Pro Loco di Tramutola il 12 Maggio 2011, la II Edizione di “Energia rinnovabile e Turismo sostenibile” promosso dal Comune di Calvello il 18 Novembre 2011. Affinchè il nostro ragionamento esplicativo sia completo non possiamo non citare le azioni di divulgazione e formazione relative al tema della diffusione della cultura dell’energia, proposte e organizzate da FEEM, nella formula delle Learning Week4. Queste “settimane di apprendimento” sono nate proprio con l’obiettivo di promuovere percorsi didattici innovativi a tema energetico, dove oltre alla tradizionale lezione frontale e alle attività laboratoriali viene affiancato l’apprendimento esperienziale attraverso visite guidate ai luoghi dell’energia presenti nelle valli quali: il Parco Eolico di Montemurro, la Centrale Idroelettrica di Tramutola, il Centro Olio di Viggiano, la diga del Pertusillo, Centro Didattico Energia e Territorio e la Centrale a Biomassa di Calvello. Per maggiori informazioni sulle Learning Week a tema energetico leggere il box 6 alla pagina seguente. 4 Le Learning Week proposte da Feem dal 2009 - 2012 sono state denominate: “Energia in scena”, “Energia da vivere”, l’ultima proposta nel 2012 dal 16 al 21 aprile prende in nome di “enerAGRIa: la cultura e i luoghi dell’energia in Val d’Agri”.

Sito internet enerAGRIa

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Box 6 La Fondazione Eni Enrico Mattei, dall’anno 2009, promuove in Basilicata le “Learning Week” residenziali sui temi energetici. Le prime edizioni di queste “settimane didattiche” sono state realizzate insieme ad Assolombarda e Asfol, grazie ai finanziamenti, gestiti a livello provinciale, dell’Unione Europea, la quale garantiva agli studenti un voucher formativo. Le settimane didattiche nascono dalla convinzione di poter utilizzare il territorio lucano naturalmente ricco di risorse naturali, come un museo dell’energia a cielo aperto, un Parco Tematico Diffuso, nel quale far incontrare i ragazzi con il sapere degli esperti scientifici in modo da educarli alla cultura dell’energia e motivarli allo studio delle materie scientifiche. L’obiettivo è di promuovere percorsi di apprendimento nei luoghi delle energie, dove, oltre alle tradizionali lezioni d’aula e laboratoriali, gli studenti hanno avuto la possibilità di visitare i luoghi dell’energia delle valli lucane (Val d’Agri e Val Camastra) e acquisire un nuovo bagaglio di conoscenze rispetto all’energia e alle tematiche connesse. Grazie alle presenza degli studenti e relativi accompagnatori in visita per il tour energetico, il territorio delle valli ha potuto usufruire di un

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Parco Eolico, Montemurro

Learning Week piccolo, ma significativo, indotto economico derivante da questa esperienza di turismo scolastico in un periodo fuori dai flussi stagionali (non va dimenticato che il mese di marzo è un periodo nel quale normalmente la residenzialità in questi luoghi è fortemente sottoutilizzata rispetto all’offerta). Dal 2009 ad oggi, infatti, sono circa un migliaio i ragazzi provenienti da scuole lucane e da altre Regioni (Lombardia, Puglia, Campania e Sicilia) che hanno avuto l’occasione di intraprendere un percorso di formazione intensivo sui temi dell’energia e dell’ambiente. L’innovativo percorso formativo e multidisciplinare proposto con le Learning Week è una full immersion di 6 giorni e di 40 ore legata alla divulgazione scientifica energetica, che comprende le lezioni teoriche e tecniche sui temi energetici (geologia degli idrocarburi, chimica e fisica delle energie, economia dell’energia, aspetti del mix energetico, etc.), ma anche molte ore di pratica, di esercitazioni applicate a problemi/questioni reali, a partire proprio da esempi che derivano dalla produzione energetica. La grande attenzione rivolta verso la pratica didattica è necessaria se si vuole creare un luogo di formazione in cui rendere evidente la possibilità


di utilizzare metodologie alternative alle lezioni frontali. Interessante è l’inserimento nell’offerta formativa energetica del laboratorio “Teatro - Scienza”, con una lezione nel meraviglioso contesto dell’Anfiteatro, all’interno del Parco Archeologico di Grumentum. Tale laboratorio è stato pensato per portare gli allievi a comprendere in pratica cosa significa comunicare tematiche complesse come energia, sostenibilità, rapporto attività umane ambiente e come un approccio multidisciplinare stimoli creatività ed iniziativa intellettuale. Il percorso Learning Week ha previsto alcuni strumenti di monitoraggio attraverso il supporto dei tutor e con l’utilizzo di schede di autovalutazione. Il gruppo di lavoro, infatti, è stato sollecitato a documentare con una valutazione finale l’intera esperienza comprensiva di Project Work attraverso una analisi dei risultati ed una riflessione finale. È evidente come attraverso le Learning Week avvenga una vera e propria immersione nel mondo dell’energia, della sostenibilità e della divulgazione scientifica, nei quali lo studente ha l’opportunità di riflettere anche sul proprio modo di intendere lo studio, la scuola, di riflettere sulle proprie scelte, favorendo la consapevolezza che tutte le materie servono alla pratica, che ogni nucleo di cultura contribuisce alla concretezza dell’azione, anche professionale. Il riscontro avuto dai partecipanti a tale settimane d’apprendimento è stato molto positivo infatti è più dell’85% la percentuale di gradimento dell’iniziativa formativa e anche il riscontro economico sulle strutture ricettive è stato più che buono, infatti, il valore economico sul territorio di una classe in gita è stimato fra i 16 - 18 mila euro a settimana. Sulla base di quanto detto finora possiamo sostenere che è possibile ed auspicabile un utilizzo turistico (scolastico ma ovviamente non solo) del patrimonio energetico, naturale e culturale lucano, confermato anche dal successo avuto dalle Learning Week dell’energia. Riteniamo giusto affermare che il progetto enerAGRIa, già nella sua forma embrionale è un progetto che funziona e può generare sviluppo per il territorio creando posti di lavoro e di conseguenza reddito per la comunità locale, anche senza la realizzazione di nessun tipo di infrastruttura aggiuntiva a quello già esistente, ma solo mettendo a frutto la ricchezza e la diversità delle fonti energetiche con le bellezze del territorio. Dunque, il progetto nella sua idea di fondo è già stato testato con gli studenti delle scuole superiori venuti in Val d’Agri e Val Camastra per

le settimane didattiche, i quali sono il principale target di riferimento del Parco Diffuso. É evidente come il turismo scolastico anche se di nicchia costituisca un buon modo per destagionalizzare e per riempire gli alberghi durante la settimana, ciò è confermato dai dati dell’Osservatorio Turing Club sul Turismo Scolastico il quale stima che in Italia, il turismo didattico ha una quota di un milione di viaggi d’istruzione con pernottamento e un fatturato di oltre 350 milioni di euro. La FEEM oltre alle Learning Week ha organizzato anche i Learning Day cioè delle giornate di formazione che hanno portato al raddoppio del numero di studenti che si sono approcciati in maniera scientifica ai temi energetici e hanno potuto confrontarsi con esperti del settore. Una citazione a parte va fatta per l’iniziativa promossa in aprile del 2012 dall’i.shool of the University of Tokyo Scuola del Design, dal Politecnico di Milano, in collaborazione con la Fondazione Eni Enrico Mattei e con la Pro Loco di Tramutola, chiamata MARU project. Il Maru Project è un progetto di scambio culturale Italia - Giappone, il quale è consistito in una delegazione di 8 giapponesi (6 studenti accompagnati da un professore e da un ambasciatore) in visita in Italia, dal 13 al 16 aprile, a Milano al Politecnico e al Salone Internazionale del Mobile, e poi in Basilicata a Tramutola dal 17 al 21 aprile 2012. Gli studenti, volontari della MARU Association che dà il nome al progetto, sono in visita in Italia alla scoperta delle risorse lucane con la missione di fare tesoro di tali esperienze locali e successivamente trasferirle nel loro Paese di origine sotto forma di capitale sociale. Per maggiori informazioni sul MARU project leggere il box 7 alla pagina seguente.

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Box 7 La Maru è un’associazione giapponese nata per supportare le comunità locali di tutto il mondo nella valorizzazione del proprio territorio, e dalla volontà di instaurare un rapporto di condivisione e scambio fra i diversi territori e le culture locali. Maru è la pronuncia di un ideogramma che rappresenta il concetto di cerchio in giapponese, tale concetto è lo spirito portante dell’associazione e del progetto qui descritto. Il cerchio virtuale quindi sta a significare la voglia di creare alleanze globali partendo dal territorio locale attraverso la ricerca degli usi, delle tradizioni, dei tesori di tali aree locali con l’obiettivo di conoscere culture diverse dalla propria e grazie all’acquisizione di tale conoscenza creare qualcosa di nuovo per migliorare il proprio territorio. Il concept di base che muove il Maru project è che il modello di sviluppo verticale (scaling up model) ha fallito e che dunque è necessario orientarsi verso un nuovo modello di sviluppo orizzontale (scaling out model) che parta dal territorio locale per connettersi al mondo attraverso la connessione con altri territori locali. L’headline “Creando una connessione fra le reti locali del mondo” di tale concept è molto efficace ed è rappresentata visivamente in modo semplice dal video (di 3.55 min) visionabile al seguente link

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MARU project http://en.maru-association.org. Come leggiamo dal report Maru in Italy Identifying Local Treasures Aprile 2012 Milan & Tramutola Fieldwork Report, il progetto si propone di collegare il loro locale, cioè la città di Kesennuma, al mondo partendo dall’Italia. Kesennuma è una città sulle sponde dell’Oceano Pacifico colpita dallo tsunami del 11 Marzo 2011, il quale ha distrutto le sue attività economiche fondamentali (l’attività della pesca e quella industriale sono state spazzate vie dal terremoto), infatti qui la situazione un anno dopo è ancora molto lontana dalla normalità. I giapponesi nella ricostruzione delle proprie città, considerano lo tsunami non solo come un evento traumatico e disastroso, ma anche come una possibilità per ridefinire e disegnare il concetto di “local” in maniera sostenibile. La scelta è caduta sul nostro Paese per il successo italiano nel creare business locali nel rispetto delle caratteristiche uniche offerte da ogni comunità locale e anche per via delle similitudini geografiche esistenti con il Giappone. Il report del lavoro sul campo di identificazione dei tesori locali è strutturato con una breve descrizione della città e delle caratteristiche di Kesennuma e successivamente con la descrizione

Gli studenti dell’Università di Tokyo con l’ambasciatore in abito tradizionale alla fontana di N’cap l’acqua, Tramutola


delle caratteristiche principale di Tramutola. Nel rapporto viene spiegata l’attività della Maru a Milano e l’attività a Tramutola. A Milano sono stati tenuti 2 workshop al Politecnico, una tavola rotonda allo HUB, organizzati dal Mister Hiroyuki Anzai e dal professore Alessandro Biamonti, con l’ obiettivo principale di vedere come gli italiani avrebbero reagito all’innovativo modello di “scalabilità orizzontale”, e identificare, in tal senso, i progetti che si possono sviluppare in Italia. A Tramutola, paese noto per gli affioramenti naturali di petrolio, per i mulini di età benedettina capaci di fruttare l’energia dai corsi d’acqua e aiutare così le attività del paese, i giapponesi in viaggio hanno vissuto 5 giorni a contatto con la realtà locale. La “Casina Rossa”, unico affittacamere del paese, può garantire l’ospitalità dei soli sei studenti. La proprietaria del locale, attivando le proprie conoscenze del paese, trova una casetta ristrutturata e pronta per l’affitto, utile a ospitare il professore e l’ambasciatore. Questa esperienza innesca l’idea di attivare un AD anche qui, soprattutto come supporto al progetto sviluppato dalla Pro Loco “Tramutola Paese dell’energia” che prevede la fruizione da parte dei turisti di una serie di percorsi a tema energetico. Tramutola, protagonista delle prime estrazioni di idrocarburi nel Sud Italia, oggi non ha all’attivo una realtà industriale consolidata, cerca di sopperire a tale mancanza attingendo dalla propria storia passata trasformandola nel proprio futuro. Infatti il paese ha dato spazio alla sperimentazione supportando i progetti di tesi degli studenti del Politecnico di Milano e in particolare il progetto DO.T (Dotare Tramutola), il quale propone la rifunzionalizzazione di edifici già esistenti nel paese per creare un incubatore per lo sviluppo, il supporto di attività in start up o consolidate sul territorio, la creazione di un Albergo Diffuso e la realizzazione di laboratori formativi per innovatori, imprenditori e professionisti locali e non. Il programma Maru a Tramutola (visionabile al seguente link www.prolocotramutola.it/maruproject) ha avuto l’obiettivo di scoprire quali sono i tesori del paese, e che tipo di progetti di collaborazione si possono attivare fra le 2 città (Kesennuma e Tramutola). I giapponesi vogliono arrivare a conoscere la saggezza locale (tradizioni, cibo, storie, bellezze) della comunità, confrontandosi con le persone aventi ruoli di rilievo e che soprattutto cercano di migliorare il territorio, con le professionalità attive a livello locale, con gli abitanti per scoprire il loro

punto di vista. Per raggiungere tali obiettivi le attività sono state organizzate così: presentazione del paese con il supporto di video del progetto “Sentieri delle Energie”, visite ai luoghi caratteristici, culturali e artistici con la guida di un esperto della storia del paese, visita alla mostra “Energia per i saperi” per introdurre la vocazione energetica di Tramutola, lezione teorica con i tecnici della Pro Loco per la descrizione del progetto “Sentieri delle energie”, tour sui sentieri delle energie con il supporto dei tecnici della Pro Loco e di una ricercatrice Feem per capire la storia dell’attività industriale e le peculiarità di Tramutola, tour ai pozzi dismessi, visita agli affioramenti naturali di petrolio, alla centrale idroelettrica Enel, visita ai mulini sul torrente Caolo, visita sul monte di Tramutola. Inoltre per attivare uno scambio culturale maggiormente efficace fra le 2 diverse culture sono state organizzate anche una cena a base di prodotti tipici locali a cui si sono aggiunte le specialità preparate dagli ospiti giapponesi, un incontro con le rappresentanze territoriali nel quale è avvenuto uno scambio dialogico sulle attività imprenditoriali, sulle caratteristiche e la storia di Tramutola in modo da confrontarsi con le figure di riferimento della comunità locale. Infine sempre per un migliore scambio culturale è stato organizzato anche un incontro con i giovani tramutolesi, nel quale gli studenti giapponesi hanno elaborato una serie di cartoline per presentare i tesori, le usanze, le attività principali del loro paese in modo da descrivere l’anima della città e della popolazione di Kesennuma. É interessante come nel report dell’attività sul campo a Tramutola, ogni studente scriva un breve capitolo sottolineando il proprio punto di vista e le riflessioni effettuate dopo il viaggio studio. Nel report viene evidenziata dagli studenti l’importanza culturale del cibo e dello artigianato, ed è singolare come venga comparata la ricotta con l’elemento tipico della cucina giapponese il tofu (formaggio di soya). I giapponesi visto l’interesse dimostrato per tale formaggio, hanno avuto l’occasione di visitare una fattoria che produce la ricotta, in questa visita hanno confermato la similitudine fra i 2 formaggi, in quanto entrambi hanno processi di ebollizione e solidificazione simili nonostante il latte usato sia diverso. Tale scoperta li ha portati a domandarsi (e a rispondersi affermativamente) se un altro elemento tipico della loro cucina, il wasabi (ravanello giapponese) poco conosciuto in Italia, possa diventare per Tramutola una nuova attività produttiva.

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É curiosa la proposta progettuale dello studente Yuki NISHIDA, di creare un ristorante nel quale l’artigianato locale si possa sposare con l’artigianato Kensen - Daiku creando un mix di culture non solo culinarie. Balza subito agli occhi dei giapponesi il potenziale illimitato inespresso del paese, la differenza fra il loro stile di vita e quello locale: qui le persone sono estremamente amichevoli e l’atmosfera è alquanto intima e allo stesso tempo aperta, c’è un caratteristico odore di legno bruciato, e lo studente Ippei NUMATA propone la possibilità per sviluppare il potenziale del paese utilizzando le rovine come uno spazio per la comunità. Tutto ciò deve essere motivato dall’orgoglio della ricchezza delle risorse possedute dal territorio coltivando l’identità locale attraverso le memorie del luogo e delle persone. Infine, cosa molto interessante nel report vengono elencate 3 idee progettuali, realizzabili, nate da questo viaggio: la Maru House, il Dry Food Lab, il My Museum. La Maru House è la proposta progettuale di una rental house per stranieri. Gli stranieri fortemente motivati a conoscere la città e a creare nuove idee saranno qualificati per utilizzare lo spazio per un certo periodo di tempo. Questo spazio non è pensato solo per gli studenti ma anche per l’ideazione e l’esecuzione di progetti locali di lavoro sul campo, per amministratori locali, società ed istituzioni che possono promuovere e sostenere l’attività.

La seconda proposta è quella di organizzare un evento chiamato Dry Food Lab che faccia conoscere il metodo di conservazione dell’essiccazione del cibo. L’evento, è suddiviso in 3 momenti differenti e dovrebbe essere realizzato a Kesennumma, il target al quale si riferisce sono le casalinghe, i produttori di cibo, gli studenti del liceo locale. A questa idea progettuale, gli studenti giapponesi hanno collegato anche le seguenti idee: organizzare dei workshop di storia e cultura, realizzare un book fotografico sul cibo secco, creare piatti fusion fra cucina italiana e giapponese, organizzare lezioni sulla conoscenza dei cibi di stagione, e trovare la Giovanna di Kesennuma! La terza proposta è il My Museum cioè quella di rinnovare uno degli edifici in rovine di Tramutola in un museo o meglio in uno spazio espositivo per esporre opere d’arte che rappresentino l’orgoglio della gente del posto. Il museo potrebbe divenire un centro di condivisione dei valori anche per i cittadini locali. Il periodo previsto per tale attività potrebbe essere l’inverno 2013, il target di riferimento la Pro Loco, gli insegnanti, gli studenti ma anche i cittadini del posto. All’interno del centro si potrebbero organizzare seminari di vario tipo, fra i quali gli studenti nipponici propongono un seminario sulla scoperta dell’orgoglio locale, un seminario sugli scambi di valori identificativi tra Tramutola e Kesennuma.

Nota metodologica L’indagine condotta da FEEM nel corso del 20115, attraverso l’utilizzo di un questionario pensato ad hoc, ha permesso di misurare l’interesse verso il progetto enerAGRIa, raccogliere i suggerimenti e verificare la possibilità di inserire l’itinerario proposto nel carnet dei viaggi d’istruzione. Le pagine che seguono presentano il quadro teorico in cui si inserisce lo studio, i casi studio nazionali, una breve descrizione dell’ipotesi 5 Documento redatto da Mariarosaria Bellizia, Angelo Bencivenga e Livio Chiarullo. Coordinamento di Livio Chiarullo.

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progettuale pubblicata, l’analisi sul campo vera e propria e i principali risultati raggiunti attraverso tale analisi. Lo studio si pone i seguenti obiettivi di: • • •

analizzare il livello di attrattività turistica di enerAGRIa; rilevare il grado di interesse per le nuove forme di turismo energetico; definire l’interesse verso i servizi e le attività da integrare all’offerta del Parco delle Energie.


Lo strumento utilizzato, come detto, è il questionario strutturato, somministrato in modalità telefonica6, con 11 domande chiuse suddivise in tre sezioni: la prima anagrafica; la seconda finalizzata a comprendere il grado di interesse per le nuove forme di turismo energetico; la terza con l’obiettivo di esplorare le potenzialità turistiche del progetto enerAGRIa e cogliere suggerimenti e indicazioni provenienti dai potenziali fruitori. La qualità dell’intervista è stata garantita da una serie di contatti preliminari con l’intervistato, avvenuti sia telefonicamente sia via mail, che hanno permesso di introdurre il tema oggetto dell’indagine e di fornire, prima dell’intervista, del materiale informativo indispensabile per poter fornire risposte attendibili. I soggetti intervistati hanno risposto usando una scala di valutazione che andava da un grado massimo di giudizio negativo con la risposta “per niente d’accordo” fino all’estremo opposto “del tutto d’accordo”. L’indagine, come detto, è stata indirizzata al mondo scolastico, considerato uno dei principali target di riferimento dell’offerta del Parco Tematico enerAGRIa. In particolare sono stati intervistati i responsabili dei viaggi di istruzione di 100 istituti scolastici superiori di primo e secondo grado. Le scuole inserite nel campione sono state individuate a partire dai dati dell’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata (Apt) relativi al numero e alle provenienze delle scuole che nel corso del 2010 hanno effettuato un viaggio di istruzione in Basilicata. Nel dettaglio, sono state coinvolte 50 scuole della Basilicata, 17 della Puglia, 5 della Campania, 8 della Calabria, 4 del Veneto e altrettante dell’Umbria, della Lombardia, del Lazio e della Sicilia. Infine per poter meglio comprendere e misurare il grado di interesse relativo al progetto le ultime domande del questionario proponevano un “esercizio” di Valutazione Contingente finalizzato a effettuare una misurazione monetaria del consenso e dell’utilità attribuita dall’intervistato al progetto enerAGRIa. Le domande indagavano sulla Disponibilità A Pagare (DAP) per un 6 La somministrazione telefonica è stata dettata principalmente da questioni legate alle distanze e ai tempi. Dovendo coinvolgere un campione non solo locale è stata preferita questa tecnica che presenta indubbi vantaggi quali ad esempio la semplificazione nella gestione della rilevazione, il contenimento dei costi e dei tempi di somministrazione.

ipotetico biglietto di ingresso al Parco Energetico e sull’ammontare dello stesso (si chiedeva infatti di indicare un eventuale servizio aggiuntivo, considerato utile per la fruizione del Parco, e di indicare l’ammontare del costo del biglietto disposti a pagare per tale servizio).

1. Quadro di riferimento: turismo energetico e sostenibilità, casi studio È chiaro che enerAGRIa si muova nell’ambito del turismo energetico e della sostenibilità ambientale e voglia concretizzare l’idea di utilizzare gli impianti per la produzione di energia come prodotti turistici. Ancora oggi questi impianti, oggettivamente impattanti a livello visivo, sono percepiti dalla popolazione come elementi deturpanti il paesaggio e quindi come detrattori turistici piuttosto che prodotti da offrire al visitatore. Infatti nella concezione classica del turismo, l’attività turistica è vista come opposta all’attività industriale. Evidentemente tale concezione ha subito un’evoluzione nel corso del tempo, tanto che ad oggi possiamo legittimamente parlare di turismo industriale e della sua segmentazione nella forma specifica di turismo energetico. Il turismo industriale indica in modo generico la visita a strutture produttive, attive e/o dismesse (archeo - industriali), considerate a tutti gli effetti beni che, nel corso del tempo, hanno influenzato la cultura, l’evoluzione storica e le attività del territorio in cui sono inseriti. È ovvio che in questa sede, dunque, ci si riferisca a questo particolare tipo di turista, interessato non tanto all’estetica dei luoghi quanto piuttosto al funzionamento e al carattere innovativo/ tecnologico di questi impianti. Il turismo energetico proposto dal Parco delle Energie della Val d’Agri è un’esperienza ludica e didattica che assume la forma dell’edutainment7 ovvero una proposta di svago associata ad un’occasione di apprendimento nella quale l’individuo diviene protagonista della proposta turistica, si diverte e allo stesso tempo impara. Per coinvolgere il visitatore vengono organizzati 7 Pine B. J., Gilmore J. H. (1999), L’economia delle esperienze, Etas.

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dei veri e propri “tour energetici” negli stabilimenti di produzione, la cui offerta è arricchita da laboratori didattici, workshop, corsi di formazione per professionisti del settore o docenti interessati ad approfondire le tematiche energetiche. Nell’ottica dell’offerta e della fruizione turistica è interessante evidenziare come gli impianti per la produzione di energia rappresentino delle potenziali risorse turistiche disponibili 12 mesi l’anno, fattore strategico per la destagionalizzazione dell’offerta, richiamando così i visitatori anche al di fuori dei canonici periodi di villeggiatura. Il turismo scolastico, in particolare quello degli istituti superiori, risulta il target maggiormente interessato a questo tipo di offerta, in quanto essendo questa una proposta ludico - didattica multi - esperienziale8 può essere sostitutiva della lezione frontale tradizionale agevolando la comprensione di temi non sempre di facile apprendimento. Il turismo energetico, inoltre, può essere un’occasione importante per sensibilizzare i visitatori alle tematiche ambientali ed educare al risparmio energetico. Temi che, risultano particolarmente importanti e dotati di una valenza valoriale che dovrebbe riuscire a guidare l’agire e lo “stile di vita” delle nuove generazioni. Nel paragrafo successivo vengono presentati tre casi studio nazionali che possono essere considerati esempi efficaci di parchi dell’energia, focalizzati però in particolare sulle energie rinnovabili, e indirizzati principalmente ad un target scolastico. I casi studio presi in esame sono: • • •

Enertour il Parco dell’Energia Rinnovabile (P.E.R.) il Parco Educativo Sperimentale delle Energie Alternative (P.E.S.E.A.)

Il primo Enertour9 è un’iniziativa avviata nel 2006 in Alto Adige, in questa regione esiste, da anni, una 8 Composta da visite nei luoghi dell’energia, laboratori didattici pratici, giochi interattivi sui temi energetici. 9 Il progetto è finanziato in parte dalla Provincia di Bolzano (Assessorato per l’innovazione) e in parte dalla Fondazione Cassa di risparmio di Bolzano.

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diffusa cultura sui temi delle energie rinnovabili10 e del risparmio energetico degli edifici. L’itinerario energetico proposto comprende sia i differenti impianti (per tipologia e dimensione) per la produzione di energia dislocati lungo le principali direttrici delle valli altoatesine11, sia gli edifici (pubblici o privati) ad alta efficienza energetica. Le visite si rivolgono a tecnici, imprenditori, collaboratori dell’amministrazione pubblica, studenti e a tutti i soggetti interessati ai temi dell’energia rinnovabile e dell’edilizia sostenibile. Durante un Enertour si possono visitare le centrali di teleriscaldamento a biomassa, gli impianti a biogas, le centrali idroelettriche, gli impianti geotermici, gli edifici a elevata efficienza energetica (CasaClima), gli impianti di trattamento e di riciclaggio dei rifiuti. Nel 2010 hanno partecipato alle visite Enertour circa 1600 persone, di cui 320 (20% del totale) alunni delle scuole superiori. I costi del tour variano in base alla tipologia di impianti da visitare, alle relative distanze e ai servizi accessori che si richiedono (accompagnatore, servizio ristorazione, ecc.). Il costo medio di un tour energetico è di circa 70€ a persona e comprende l’organizzazione della visita, il personale tecnico per la guida agli edifici, il viaggio in pullman per raggiungere gli edifici e il materiale informativo con i dati tecnici dei singoli edifici. Il sito ufficiale del progetto (www.enertour.bz.it/ it) permette di visionare alcuni programmi di visita agli edifici ad alta efficienza energetica. Il P.E.R. - Parco Energie Rinnovabili si trova in Umbria in un’area rurale integra nel comune di Guardea, é nato nel 2009 dalla sensibilità di alcuni privati che hanno acquistato un vecchio immobile in stato di abbandono e avviato la ristrutturazione ponendo particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica. Nell’area che circonda la struttura sono stati installati micro impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili che fanno di quest’area un Parco dell’Energia a cielo aperto in cui, è possibile osservare non solo i macchinari per la produzione ma anche l’impiego finale della energia prodotta. La 10 Basta pensare che attualmente, in Alto Adige, circa il 50% del fabbisogno energetico regionale è garantito proprio dalle energie rinnovabili. 11Val d’Adige, Valle dell’Isarco, Val Pusteria, Val Venosta, ecc.


particolarità è che il Parco dispone al suo interno di un “natural hotel”12 e dell’orto, entrambi gestiti in modo energeticamente autosostenibile, l’orto ad esempio produce prodotti biologici di qualità a km 0 i quali vengono offerti ai turisti visitanti il Parco. In collaborazione con un’associazione locale13 il Parco propone percorsi educativi sulle fonti di energia rinnovabile e su tutti gli argomenti della sostenibilità differenziati per fasce d’età, rivolti principalmente alle scuole, ma anche a studenti universitari, e professionisti. Tali attività educative sono composte da visite guidate, campi scuola residenziali (da 3 a 5 giorni comprendenti laboratori, visite ai centri d’arte); l’offerta è arricchita anche escursioni naturalistiche a piedi, mountain bike, cavallo e laboratori su tematiche energetiche, economiche, enogastronomiche e naturalistiche. Nel corso del 2010 le attività proposte dal Parco sono state seguite da circa 1000 studenti (75% per le attività di mezza giornata e 25% giornata intera). Il prezzo a persona del percorso didattico è di 6,50€ per la mezza giornata e di 10€ per la giornata intera. Il P.E.S.E.A. - Parco Educativo Sperimentale delle Energie Alternative si trova in Emilia Romagna nel comune di Cesena. Si tratta di un’area all’incirca di 7 ettari all’interno della quale attualmente è possibile osservare da vicino impianti fotovoltaici ed eolici. Gli obiettivi principali del Parco sono la produzione di energia alternativa, la sperimentazione delle fonti alternative, l’educazione ambientale, la ricerca per l’Innovazione di processo e di prodotto. Le attività didattiche proposte sono rivolte in modo specifico alle scuole elementari e a quelle medie, inferiori e superiori, e offrono agli alunni la possibilità di approfondire temi legati alle energie rinnovabili, alla sostenibilità e alle risorse naturalistiche del territorio. Ciò che viene offerto è, quindi, un Parco educativo e dimostrativo sulle diverse forme di energia pulita, dove entrano in gioco emozioni, curiosità 12 Il Natural Hotel è un agriturismo ad alta efficienza energetica che produce energia, accumula acqua e riscalda autonomamente i propri ambienti. 13 Humus Sapiens è un’associazione che si occupa di promozione della cultura della sostenibilità.

e desiderio di comprendere i temi dell’attualità, senza dimenticare i legami con la tradizione. Tra le attività didattiche proposte dal P.E.R. risultano essere particolarmente interessanti ai fini del nostro studio il “Percorso energia” (per conoscere le fonti di energia rinnovabili), il “Modellino alternativo” (per approfondire la conoscenza dell’energia eolica e fotovoltaica con possibilità di realizzare un modellino che funziona con quel tipo di energia pulita), “Un ponte fra passato e futuro” (per conoscere la storia del territorio rurale e delle sue trasformazioni). I dati sull’affluenza relativi all’anno 2010 riportano untotale di 3000 studenti, per un numero complessivo di 60 scuole. I laboratori attualmente in catalogo hanno un costo di 8,50€ a studente, per una durata media di 3 ore. I tre casi studio, qui citati sono ovviamente accomunati dall’obiettivo di valorizzare e far conoscere le fonti di energia rinnovabili, ma presentano una diversa strutturazione e si distinguono per una differente offerta di servizi. Enertour si contraddistingue per il suo carattere diffuso. Le tappe del tour, infatti, sono dislocate in un’area vasta e non circoscritta come invece nel caso del P.E.S.E.A. e del P.E.R. Questo permette di creare una maggiore integrazione turistica tra l’offerta energetica e quella legata al patrimonio storico culturale di cui il territorio dispone. Si attiva in questo modo un circolo virtuoso in virtù del quale il turismo energetico diviene strumento di promozione e valorizzazione del territorio considerato nella sua complessa e variegata offerta. Il P.E.S.E.A accanto all’offerta didattica e formativa indirizzata prevalentemente a studenti e famiglie, ospita al suo interno anche un centro di ricerca che realizza studi e sperimentazioni sulle nuove tecnologie per lo sfruttamento efficiente delle fonti alternative. Il P.E.R. invece, accanto all’offerta didattica, offre un servizio di ospitalità all’interno di un proprio agriturismo completamente autosufficiente dal punto di vista energetico e del tutto sostenibile.

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2. Descrizione progetto: enerAGRIa - le potenzialità turistiche di un Parco Diffuso dell’Energia nella Valle dell’Agri Il progetto enerAGRIa è inizialmente strutturato con una descrizione delle risorse energetiche presenti sul territorio locale. Come detto, il territorio della Val d’Agri è caratterizzato dalla presenza di diverse tipologie di fonti energetiche, ovviamente la risorsa energetica più rilevante dell’area è il petrolio. Nell’area si contano 25 pozzi petroliferi attivi. La struttura di coordinamento di tutto il sistema estrattivo è costituita dal Centro Olio di Viggiano, un impianto industriale all’interno del quale il greggio viene convogliato e successivamente sottoposto a un primo trattamento di desulfurizzazione. Il vento, presente soprattutto negli altipiani che caratterizzano la morfologia del territorio, risulta un’altra fonte energetica presente e quindi sfruttabile nell’area della Val d’Agri. Il Parco Eolico del comune di Montemurro, comprende 36 aerogeneratori, che producono una potenza complessiva di 29,1 MW. Il territorio della Basilicata ha un indice di irraggiamento solare annuo fra i più alti d’Italia, questo rende la Regione particolarmente idonea all’installazione di impianti che utilizzano questa fonte per produrre energia. Uno dei più grandi Parchi Fotovoltaici lucani si trova proprio in Val d’Agri, nel comune di Viggiano. La Basilicata risulta una regione ricca anche di risorse idriche. Il sistema idrografico lucano è costituito da cinque fiumi con foce nel Mar Ionio, da cinque laghi naturali e quattro artificiali. Tra questi nove invasi presenti sul territorio, solo uno, il lago Pertusillo, presente nella Valle dell’Agri, è utilizzato anche per la produzione di energia idroelettrica. Da questa breve descrizione delle caratteristiche energetiche dell’area risulta evidente come una tale concentrazione di risorse e di relativi impianti di produzione renda legittimamente ipotizzabile la realizzazione di itinerari turistici/formativi legati all’energia.

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Questa è un’offerta turistica innovativa a carattere educativo e scientifico unica nel sud Italia. Il progetto enerAGRIa è stato pensato come un Parco Tematico Diffuso che permette di approfondire i temi energetici, offrendo un modo innovativo per poter fare esperienza: non è ideato come una struttura museale ma come uno spazio espositivo “esploso” e diffuso sul territorio. L’itinerario proposto è, infatti, strutturato in 19 tappe, per un totale di 2 giorni di visita durante i quali si propongono occasioni per conoscere le risorse energetiche dell’area e, allo stesso tempo, per esplorare e apprezzare le altre risorse turistiche del territorio (gli scavi archeologici di Grumentum; i vini, i formaggi e gli altri prodotti enogastronomici di qualità; i luoghi del culto mariano; le emergenze naturalistiche e paesaggistiche). Le attrazioni principali pensate per il Parco, e integrate a tutte le altre risorse turistiche presenti nell’area, sono: •

le dinamo gioco, cioè tradizionali giochi da parco che producono energia a partire dal movimento umano, posizionate all’interno dei paesi hanno anche la funzione di attrarre i visitatori nei nuclei abitativi; le installazioni esperienziali dedicate al petrolio, al sole, al vento e all’acqua e alle energie che da essi scaturiscono, sono anch’esse una sorta di giostre e permettono ai visitatori di esperire, secondo una logica immediata di causa - effetto, come viene prodotta l’energia; i luoghi per l’approfondimento costituiti da appositi container chiamati “cubotti” posizionati in prossimità delle fonti energetiche e dei relativi impianti di produzione. Servono a fornire le informazioni sulle fonti di energia, sul funzionamento degli impianti di produzione, sulle quantità di energia che si riescono a produrre.


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enerAGRIa - Le componenti del Parco Tematico Diffuso dell’Energia

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3. Risultati dell’analisi sul campo

tour energetico per sensibilizzare lo studente

tour energetico per far conoscere da dove otteniamo l’energia quotidianamente utilizzata

è importante disporre di una guida specializzata per la visita

per niente d’accordo

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0%

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0%

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poco d’accordo

1%

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0%

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né in accordo né in disaccordo d’accordo

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1%

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70%

66%

65%

del tutto d’accordo

Tab.1 - Valori % di risposta agli item della 1° domanda

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conoscere loro le fonti e le modalità di produzione dell’energia che quotidianamente utilizziamo. L’offerta di turismo energetico risulterebbe ancor di maggiore interesse se fosse affiancata anche da attività laboratoriali e da incontri formativi: il 98% dei docenti mostra interesse anche per eventuali occasioni di approfondimento da integrare ai tour energetici. Il maggiore grado di interesse è accordato ai “laboratori didattici per studenti da svolgersi sul posto” (52%) e alle “lezioni di approfondimento con esperti del settore” da svolgersi, anche queste, sul posto (37,8%). Graf.1 Le domande successive, specifiche sul progetto enerAGRIa, avevano l’obiettivo di capire e valutare il livello di interesse per il progetto presentato ai docenti coinvolti nell’indagine, sia verbalmente sia attraverso delle schede informative inviate via mail prima dell’intervista.

la visita a un parco diffuso risulta indicata per un gruppo di studenti

i parchi tematici possono rappresentare un’interessante meta per un viaggio di istruzione

il turismo energetico desta sempre più interesse

Per comprendere al meglio il livello di attrazione turistica del progetto enerAGRIa è stata svolta un’indagine esplorativa che, come detto, si è avvalsa di un questionario somministrato per via telefonica. Inizialmente è stato chiesto agli intervistati di esprimere il proprio grado di accordo/disaccordo su alcuni item relativi all’interesse per il “turismo energetico” e alle finalità che questo dovrebbe avere se fosse inserito all’interno di un viaggio di istruzione. Tab.1 È il 56% dei soggetti intervistati a dichiararsi d’accordo rispetto l’attrattività della proposta energetica. L’apprezzamento cresce se la proposta di turismo energetico è indirizzata agli studenti: infatti circa il 65% degli intervistati dichiara di essere “del tutto d’accordo” nel considerare il turismo energetico una modalità innovativa per educare gli studenti ad uno stile di vita più compatibile e per far


3,1%

52%

Laboratori didattici per studenti da svolgersi sul posto

37,8%

Corsi di formazione per studenti e/o docenti da svolgersi sul posto Lezioni di approfondimento con esperti del settore da svolgersi sul posto Sito web con video, materiale didattico ecc., da scaricare a distanza

7,1%

Graf.1 - Tipo di servizio di formazione ed approfondimento da affiancare al visitatore

Il tour energetico proposto da enerAGRIa risulta interessante e strutturato in modo adeguato per il 95% degli intervistati. L’apprezzamento è legato in primo luogo (100% dei rispondenti) al carattere innovativo delle attrazioni utilizzate per presentare il tema energetico e in secondo luogo (58,9% dei rispondenti) all’integrazione tra temi energetici, da un lato, e cultura e tradizioni locali, dall’altro. È solo il 5% degli intervistati a non condividere totalmente la strutturazione del percorso, la motivazione è legata ai tempi, considerati eccessivamente ridotti per poter esplorare e comprendere in modo non superficiale il tema energetico.

primo grado e le terze, quarte e quinte classi degli istituti superiori di secondo grado. Il 70% degli intervistati considera indispensabile, per programmare e organizzare nel migliore dei modi il viaggio studio, poter accedere ad un sito internet dedicato al tour enerAGRIa che dovrebbe permettere, ad esempio, di preparare in modo anticipato gli studenti, anche fornendo loro dei materiali di supporto all’escursione. L’interattività e la multimedialità delle nuove tecnologie si confermano come elementi importanti per formare ed informare gli studenti, le tradizionali forme di comunicazione cartacea sono considerate utili dal restante 30% dei docenti intervistati.

Anche le attività proposte nell’itinerario, sia connesse al tema energetico sia di carattere culturale e storico risultano complessivamente interessanti. Tutto ciò conferma la validità dell’integrazione tra le diverse attività proposte. Tab.2 Nel complesso il progetto enerAGRIa è valutato dagli intervistati in modo positivo soprattutto per la sua valenza educativa/didattica, infatti, è il 97% a considerare l’iniziativa degna di essere inserita tra le possibili mete dei viaggi di istruzione del proprio istituto, coinvolgendo, in particolare, le terze classi degli istituti superiori di

Infine come detto le ultime domande del questionario proponevano agli intervistati un esercizio di Valutazione Contingente. Anche in questo caso i dati raccolti sono positivi: l’83% degli intervistati si dichiara disposto a pagare un biglietto di ingresso, che dovrebbe permettere di usufruire in particolare di una guida specializzata (servizio indicato come prioritario dall’84,3% di coloro che hanno un DAP positiva) e di laboratori didattici per studenti (servizio considerato utile ma in modo minore del precedente dal 45,8% di coloro che hanno una DAP positiva). Il costo medio del biglietto che si è disposti a

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visita parco archeologico di Grumentum

visita centrale idroelettrica

visita parco eolico

0%

0%

0%

0%

0%

0%

0%

poco interessante

1%

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1%

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non saprei

2%

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interessante

69%

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59%

59%

57%

76%

molto interessante

28%

19%

40%

40%

40%

42%

23%

Tab.2 - Valori % interesse attività proposte

pagare per il primo servizio, guida specializzata, è di 5,2€, mentre per usufruire del secondo, i laboratori didattici per gli studenti, la disponibilità massima a pagare è in media di 4,9€.

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visita cubotti

visista al parco fotovoltaico

visita ai centri storici

visita al centro olio per niente interessante


Conclusioni Dallo studio effettuato emerge come, il progetto enerAGRIa possa rappresentare un’importante opportunità per il turismo della Valle. Si capovolge in parte la convinzione che la presenza di attività legate alla produzione di energia sia esclusivamente un detrattore turistico e si evidenzia come le caratteristiche del turismo moderno stiano cambiando. Il turismo diventa un’occasione di relax ma anche un’esperienza educativa per conoscere realtà, anche produttive, tipiche e approfondire tematiche specifiche. Al fine di accrescere la competitività di un sistema territoriale, quindi, i singoli territori dovrebbero sviluppare comportamenti sinergici, dovrebbero aggregarsi intorno a fattori complementari sfruttando le risorse naturali, ricettive culturali, storiche, del tessuto produttivo (economico), per attrarre i turisti della “terza generazione” che risultano sempre più interessati ad un’esperienza globale14. Il Parco Diffuso dell’Energia, risponde a questo obiettivo mettendo in rete quei territori della valle accomunati dal tema dell’energia (utilizzato come fattore attrattivo e distintivo dell’area) e, allo stesso tempo, integrando il tematismo energetico con le altre attrazioni presenti sul territorio e legati alle risorse ambientali, storico - artistiche, culturali. L’offerta, quindi, presenta in modo integrato il patrimonio territoriale locale rispondendo ad un’esigenza espressa da circa il 60% dei docenti intervistati. L’impatto legato allo sviluppo del progetto non sarà solo nel settore turistico, in quanto occorre considerare, che il turismo è un’attività che ha ripercussioni su tutto il comparto economico di un territorio. A beneficiare dell’impatto di questi flussi non saranno solo i servizi legati direttamente al Parco (laboratori, guide, corsi) o alla ricettività e alla ristorazione (tipici del comparto turistico) ma anche quelli legati al commercio al dettaglio, ai trasporti, all’artigianato locale, con un effetto moltiplicatore rilevante per tutta l’area.

Ogni studente può rappresentare un potenziale promotore dell’intero territorio valligiano. Infatti, dopo l’esperienza vissuta con la classe, il ragazzo potrebbe invogliare anche il resto della famiglia a visitare l’area caratterizzata da “tipicità” che in Italia non sono riscontrabili altrove. È anche il rapporto prodotto dall’Osservatorio sul Turismo Scolastico del Touring Club Italiano15, a sottolineare l’elevato interesse degli studenti ad effettuare un viaggio di istruzione organizzato secondo criteri di sostenibilità a partire dalla tipologia e dalla compatibilità ambientale della struttura ricettiva in cui si alloggia. Questo dato ci permette di fare un’ulteriore riflessione legata alla tipologia di accoglienza che dovrebbe essere offerta alle scolaresche in visita al Parco enerAGRIa. È possibile ipotizzare infatti un maggiore sviluppo del turismo energetico della Val d’Agri solo se questo sarà accompagnato da politiche ad hoc mirate da un lato a migliorare e potenziare l’offerta turistica in termini di servizi, attrazioni, trasporti e, dall’altro a tutelare e salvaguardare il contesto in cui questo si sviluppa. Per concludere questa disamina esplicativa diciamo che la realizzazione dell’idea progettuale di enerAGRIa ha proprio l’obiettivo di valorizzare e salvaguardare il territorio che ospita il Parco Diffuso. La messa in rete dei comuni dell’energia e l’integrazione fra le diverse tipicità (energetiche, paesaggistiche, storico - archeoligiche, enograstronomiche) esistenti possono creare un’offerta turistica e formativa molto innovativa unica in Italia. È evidente la possibilità offerta dal progetto di fare sistema creando valore, non solo economico, proprio partendo dalla ricchezza di risorse del territorio, dando però così valore e visibilità all’intera regione Basilicata.

14 Maggiori informazioni su tale concetto espresso da F.Forlani al sito www.experyentya.it

15A cura di Centro Studi TCI, Scuole in viaggio: ora si spende meno, in La Rivista del Turismo n. 3/2010.

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Bibliografia e sitografia AA.VV. (2011), enerAGRIa: il parco dell’energia della Val d’Agri, Fondazione Eni Enrico Mattei

eneragria.altervista.org www.valdagriturismo.it

Anselmi E., Bordin A. (2009), Il turismo energetico come opportunità di sviluppo di un territorio, Comune di Badia Calavena e Università degli Studi di Padova

en.maru-association.org

Centro Studi Touring Club Italiano (a cura di), Scuole in viaggio: ora si spende meno, in La Rivista del Turismo, n°3/2010

www.touringclub.it

Muratore M. G., Signore M. (a cura di) (2005), Il monitoraggio del processo e la stima dell’errore nelle indagini telefoniche. Applicazione all’indagine sulla sicurezza dei cittadini, ISTAT. Pine B. J., Gilmore J. H. (1999), L’economia delle esperienze, Etas TIS Innovation Park, Renertec centro energie rinnovabili. (2007), Enertour Turismo energetico e ambientale in Alto Adige Vendittelli M (a cura di) (2003), Ecolandia: gioco e complessità, Franco Angeli

www.prolocotramutola.it/maru-project

www.enertour.bz.it/it www.per.umbria.it www.pirrinipaola.it/pesea www.experyentya.it


i

CAMPUS ARCHEOLOGICO

GRUMENTO


CAPITOLO 5 5.1 Il progetto Campus Archeologico Grumentum

Introduzione Nota metodologica 1. Proposta progettuale 2. Strategie operative Conclusioni Bibliografia sitografia

Palazzo Giliberti


Introduzione L’idea progettuale del Campus Archeologico1 di Grumento Nova nasce dalla convinzione che la vastità e la bellezza del patrimonio storico - artistico italiano, nel contesto specifico del progetto qui descritto, del patrimonio archeologico lucano della Val d’Agri, possa rappresentare opportunamente valorizzato, uno dei motori portanti dell’economia locale. Guardando al nostro patrimonio storico archeologico, è evidente come negli ultimi venti anni i tagli alla spesa pubblica e la mancanza di politiche culturali da parte dello Stato abbiano portato al grado attuale di emergenza. A tale proposito l’attuale Ministro del MIBAC Lorenzo Ornaghi afferma2 che “I beni culturali devono entrare a pieno titolo nel nuovo modello di sviluppo promosso dal governo”, cioè sostiene la necessità di un’inversione di rotta rispetto alle politiche culturali degli ultimi decenni che hanno portato i beni culturali alla decadenza. Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano3 ha sottolineato la mancanza di attenzione della politica verso la cultura, come l’importanza della valorizzazione di quest’ultima per superare la crisi, l’urgenza della tutela e dello sviluppo del paesaggio italiano inteso come veicolo culturale, la riattivazione dell’economia mediante strategie di medio e lungo periodo. Il patrimonio culturale è, infatti, una struttura fondamentale, che contribuisce a determinare il senso di identità nazionale e l’immagine dell’Italia nel mondo, sia per la quantità di patrimonio posseduto, sia per l’estensione territoriale. L’Italia vanta secoli di tutela del patrimonio culturale, che affonda le radici nel passato preunitario, ed è il primo Stato al mondo ad aver inserito nella propria Carta Costituzionale un articolo4 che sancisce istituzionalmente la tutela 1 Redatta nelle varie parti da: Bernecoli Matteo, Buccino Luisa, D’Alterio Vollaro Paloma, Giorgio Alice, Voce Angela. 2 Nella lettera “Cultura: necessario investire” scritta in raccordo con il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera e con il ministro del Miur Francesco Profumo pubblicata da Il sole 24 ore in data 24 febbraio 2012. 3 Il 23 marzo 2012 in occasione della Giornata di Primavera del Fondo per l’Ambiente Italiano. www.fondoambiente.it/Attivita-FAI/ contributo-video-presidente-della-repubblica.asp (consultato il 27 ottobre 2012).

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del paesaggio e del patrimonio storico, e la necessità di promuovere lo sviluppo culturale e della ricerca scientifica. L’Unione Europea, però, nell’ultimo rapporto commissionato alla Rete di Esperti Europei della Cultura (ENCC), rende noto che l’Italia rischia, senza un radicale cambiamento delle politiche culturali, di perdere la grande identità artistica. Come si legge dal rapporto5: “Se vi fosse un serio sforzo di dare alla cultura la giusta priorità nell’agenda politica vi sarebbe la seria possibilità che i settori culturali e creativi diano un importante contributo nel ridisegnare la tanta agognata formula di crescita per l’Italia”. È sotto gli occhi di tutti la necessità di un cambiamento radicale di visione che metta al centro la consapevolezza che l’investimento in conoscenza è l’unico in grado di portare dei benefici realmente duraturi. Il capitale culturale per diventare realmente una struttura portante del Paese ha bisogno di alta formazione professionale, di ricerca scientifica, di trasmissione alle giovani generazioni. Il patrimonio archeologico, in particolare, necessita di tutela, conservazione, gestione, valorizzazione e promozione, attraverso strategie operative volte alla conoscenza secondo canoni di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. È necessario6 infatti, che i beni possano uscire da logiche puramente conservatrici, per essere aperti al territorio, rivalutandone le potenzialità e stimolando il senso di appartenenza e la fruizione. Attraverso iniziative mirate e dotando le aree di servizi relativi anche all’offerta turistica è possibile rispondere ai bisogni di una domanda qualificata. 4 La Costituzione promulgata il 1 gennaio del 1948 - Art.9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”. 5 Il documento è interamente scaricabile al seguente link: www.eenc. info/wp-content/uploads/2012/07/PLSacco-Culture-and-theStructural-Funds-in-Italy.pdf (consultato il 27 ottobre 2012). 6 Per un maggiore approfondimento si consiglia di leggere l’articolo del Corriere della Sera in data 1/08/2012 “Carandini, archeologo moderno” di Vincenzo Tritone, l’articolo del Il Sole 24 Ore Inserto della Domenica in data 23/09/2012 “Terza via per i beni culturali” di Giovanni Maria Flick, l’articolo della La Nuova Sardegna in data 8/09/2012 “Nuovo turismo: in vacanza con gli archeologi”.


Nota metodologica Tenendo conto delle potenzialità, delle esigenze e delle vocazioni del territorio della Val D’Agri, si deve garantire la tutela, il recupero e la valorizzazione dei giacimenti archeologici. Appare evidente, quindi, che tale patrimonio deve essere rilanciato ripartendo dalla realtà locale, anche attraverso l’impiego di forza lavoro residente, trovando concordanza fra l’obiettivo di recupero e valorizzazione con le esigenze di conservazione e comunicazione a fini turistici. Dunque l’idea progettuale del Campus Archeologico ha l’obiettivo di analizzare, nei vari aspetti territoriali, sociali ed economici, l’area della Val d’Agri, in cui insiste in particolare il Comune di Grumento Nova, e di proporre un prodotto formativo e turistico che possa essere realmente competitivo sul mercato rispettando i valori di riferimento esplicitati in questa riflessione introduttiva. Il lavoro nasce, quindi, dalla necessità di mettere in atto strategie mirate volte a far leva sulle risorse di rilievo presenti sul territorio, creando un sistema di offerta articolata in ambiti multi - settoriali e dai contenuti altamente innovativi, arrivando alla realizzazione di una struttura diffusa che, concentrandosi sul macrotema dell’archeologia, possa offrire servizi alternativi per più target di utenti e pesare sull’indotto economico della vasta area.

Il presente progetto è stato metodologicamente strutturato a partire da un’analisi teorica del contesto territoriale, alla quale è seguita un’analisi socio - economica dell’area. Il reperimento delle informazioni è avvenuto attraverso un’analisi desk, ossia navigando sul web e consultando la letteratura esistente legata ai temi presi in esame dall’ idea progettuale. Sulla base dell’inquadramento territoriale e socio - economico, e dei nostri valori di riferimento esplicitati dall’introduzione, è stata definita un’ipotesi progettuale iniziale, alla quale è seguita la fase di analisi dei casi studio. La ricerca dei casi studio è servita a enucleare quelli che fossero le esperienze migliori legate al tema della formazione, del turismo, dell’innovazione in archeologia, perchè avere una visione più ampia possibile di ciò che esiste, è utile per riuscire a formulare un’offerta in linea con gli approcci più innovativi già esistenti. A seguito dello studio dei casi studio, si è passati a definire l’ipotesi progettuale descritta nelle pagine che seguono, evidenziando mission, vision ed obiettivi, e il target di riferimento. Successivamente alla descrizione della proposta progettuale sono state definite le conseguenti strategie operative, queste sono state articolate in sotto - progetti, discendenti dal macro - progetto del Campus Archeologico, tali sotto - progetti sono stati suddivisi in 4 macro aree (l’area dell’alta formazione, area innovazione e valorizzazione del Parco Archeologico e del Museo, area del settore turismo destagionalizzato, area dei servizi integrati). In successione sono state elaborate le azioni da intraprendere per la realizzazione concreta del progetto, le proiezioni economiche e finanziare quinquennali (ipotizzate a partire dall’inizio dai lavori del progetto), infine il piano di comunicazione.

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1. Proposta progettuale 1.1 Inquadramento territoriale e socio - economico

1.2 Descrizione introduttiva

Il contesto d’analisi riguarda il territorio della Val d’Agri, esteso tratto naturalistico collocato a sud - ovest della regione Basilicata, sull’asse principale dell’Appennino Meridionale, lungo il corso del fiume Agri da cui l’area assume la denominazione. Il perimetro naturale montano che ne delimita i confini fa si che la Valle dell’Agri possa essere considerata parte della corona delle valli circostanti7 e la sua collocazione territoriale la rende un ideale anello di congiunzione tra il Parco Nazionale del Cilento a nord e quello del Pollino a sud. Tra l’altro, la Val d’Agri si caratterizza per il più vasto giacimento petrolifero dell’Europa continentale, che insiste sullo stesso livello territoriale del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese (PNAL)8. L’area protetta, in particolare, qualifica aree che risultano adatte, per caratteristiche endogene ed esogene, ad avviarsi verso un modello di sviluppo ecosostenibile, quale contenitore di eccellenza di un patrimonio floristico e faunistico di grande rilievo, arricchito dall’alto coefficiente idrografico, oltre che da risorse storico - culturali di forte interesse. Rappresenta, quindi, un laboratorio strategico per la realizzazione di iniziative in grado di promuovere, a livello locale, nuovi modelli di sviluppo economico. Gran parte dei possibili scenari di sviluppo futuri risiede, infatti, oltre che in strutture dotate di ampie capacità ricettive, in risorse autoctone che possano dar vita a servizi e nuove soluzioni di intrattenimento. L’attuazione di nuove dinamiche produttive, dunque, che attraggano attività economiche a seguito della tutela efficace della storia comunitaria, consentirebbe di dare nuovo impulso alla crescita delle imprese sul territorio.

Il sito archeologico di Grumentum, stanziato nel comune di Grumento Nova, rappresenta il nodo cruciale del progetto, in quanto emergenza culturale significativa a partire dalla quale è possibile sperimentare percorsi di sviluppo locale autosostenibile. La valorizzazione del sito in questione, infatti, non più delimitato, ma riconnesso ai luoghi diversamente, congiunto anche alle varie attrazioni archeologiche interne al PNAL, costituisce il tema centrale di un potenziale “Campus di Archeologia” da stanziare nel comune di Grumento Nova. In effetti il lavoro, che mira alla creazione di un sistema di offerta articolata in ambiti multi settoriali e dai contenuti altamente innovativi, verte alla realizzazione di una struttura diffusa che, concentrandosi sul macrotema dell’archeologia, nell’ambito prioritario della formazione, possa offrire servizi alternativi per più taget di utenti e pesare sull’indotto economico dell’area. L’intento è quello di calibrare proposte formative che si caratterizzino per i contenuti innovativi, tali da imporsi nel medio - lungo periodo quale modello e best practice nel panorama delle attività didattiche a tema archeologico interdisciplinare, a livello nazionale ed internazionale, che possa potenzialmente commutarsi in facilitatore di sviluppo e valorizzazione del territorio. Il progetto, infine, oltre a potenziare risorse di eccellenza, potrebbe favorire un meccanismo di input - output in grado di sollecitare il rilancio anche turistico della Val d’Agri, attraverso l’attivazione di strategie mirate che trasformino i beni, ancora poco dotati di identità, in attrazione.

7 Vallo di Diano, del Noce, del Sinni e del Camastra. 8 Il PNAL è stato istituito mediante DPR dell’8 dicembre 2007, ultimo in ordine di successione nel panorama italiano, interessato da un’estensione complessiva di 68.996 ha.

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1.3 Mission, vision e obiettivi Scopo del lavoro è la messa in atto di una strategia votata, in un ampio ventaglio di attività, a far emergere le forti potenzialità dell’area e a valorizzare le risorse culturali e storiche presenti sul territorio di Grumento Nova. La risposta a questa urgenza si esplica nella


creazione del Campus di Archeologia, il cui fine è ben tradotto dalla sua mission, ovvero la creazione di sinergie attraverso la messa a sistema di conoscenze multisettoriali e di attori strategici per il territorio. Da questo presupposto scaturisce anche la vision sottesa all’intero progetto, ovvero la creazione di un modello innovativo di valorizzazione e fruizione dei beni culturali attraverso l’attuazione di strategie di sviluppo ed un nuovo modello di governance integrata del territorio, inteso quale sistema complesso.

polverizzate sul territorio, rendendo variegata, ma unitaria, la possibilità di offerta delle risorse peculiari. Il Campus, dunque, risulta un mezzo importante per la salvaguardia delle risorse , in un’ottica del tutto centrata sullo sviluppo delle aree interne e sulla loro fruizione turistica. Vige la necessità, pertanto, di pianificare e definire modelli di sviluppo compatibili con la vocazione del contesto, in grado di garantire il permanere nel tempo delle condizioni che generano esternalità positive senza alterare le specificità dell’area.

Si delinea così l’idea di un Campus del tutto innovativo, inteso, in una triplice accezione, quale:

1.4 Target di riferimento

• complesso polifunzionale integrato nel

• •

territorio che associa la funzione ricettiva con le attività di formazione, rispondendo alle esigenze di turisti singoli e di gruppi, di studenti e ricercatori, italiani e stranieri; contenitore di attività ludiche/formative; attrattore turistico.

L’originalità si basa in particolar modo sui temi delle attività formative che si intendono affrontare nell’ambito del Campus, altamente innovativi e pionieristici; nella formula e nella strutturazione dell’offerta; nel perseguimento di un partenariato con la comunità scientifica e con gli enti di formazione universitari, indispensabile al fine di uno sviluppo efficace delle attività didattiche di formazione. La valorizzazione del sito archeologico, tuttavia, per conformazione ed ambito territoriale, non può avvenire esclusivamente grazie alle attività di formazione, ma deve essere affiancata ad una promozione innovativa di tale risorsa, possibilmente declinata in un più ampio ventaglio di attività, rivolte sia a coloro che vivono l’area, sia a quanti potrebbero esserne potenzialmente attratti per motivazioni diverse da quelli delle attività di formazione, legate ad esempio ad esigenze turistiche. Coniugando i fattori naturali e storico culturali, da sempre elementi distintivi dello spazio di interesse, con il potenziamento di attività e di servizi accessori per i fruitori dei luoghi, sarà possibile congiungere tra loro le micro attrattive

Al fine di cogliere le opportunità offerte dall’ambiente, abbiamo individuato la tipologia del mercato di riferimento. La stima della domanda sarà chiaramente diversa a seconda della categoria di mercato presa in considerazione, e appare lampante la necessità di offrire un sistema di prodotto che sia coerente con i fattori critici di successo diversi a seconda del mercato prescelto. I target di riferimento sono stati scelti in base alla motivazione, per cui avviene la fruizione del sito archeologico e delle relative attività e servizi ad esso correlati. L’occasione di consumo così definita interessa principalmente due tipi di mercato:

• mercato

della formazione: studenti universitari con laurea triennale e magistrale, neolaureati (formazione post universitaria), professionisti/lavoratori (corsi professionalizzanti) mercato del turismo: famiglie con bambini, turismo scolastico (scuola primaria e secondaria).

Per quanto concerne il contesto della formazione, analizzando i dati forniti dal Ministero dell’Istruzione e del Consorzio Almalaurea9, sono stati considerati, al fine di stimare l’insieme di individui potenzialmente interessati al Campus, il numero di iscritti e laureati in materie archeologiche ed affini, nonché 9 Indagine sull’istruzione universitaria - Anagrafe degli studenti, MIUR. Formazione post laurea - Consorzio Interuniversitario Almalaurea.

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100000

100000

50000

5000

0

0

0

25000 20000 15000

totale iscritti

totale laureati

totale iscritti tema archeologia (discipline umanistiche) totale iscritti tema archeologia (discipline umanistiche + scientifiche)

totale laureati tema archeologia (discipline umanistiche) totale laureati tema archeologia (discipline umanistiche + scientifiche)

Graf.1,2 - Iscritti totali e iscritti archeologia e interfacoltà. Laureati totali e laureati archeologia

discipline interfacoltà con tema archeologico; il numero di laureati che continuano il corso di studi con scuola di specializzazione, corsi di formazione professionale, altri corsi e master di I e II livello. Rispetto al numero totale di laureati, il target di nostro riferimento è in media del 2 per cento con un trend decrescente e si attesta, per l’anno accademico 2011 - 2012, su un numero di iscritti pari a circa 9000 individui (10000 se consideriamo anche gli interfacoltà) e un totale di laureati pari a 6000 unità circa (7000 considerando le discipline interfacoltà). Per quanto riguarda la formazione post laurea, la situazione risulta in controtendenza, registrando un trend crescente. Stando ai dati analizzati, sembrerebbe dunque più opportuno riferirsi al segmento della formazione di breve durata, post laurea ed altamente professionalizzante. Graf.1,2 L’analisi della domanda turistica registrata in Val d’Agri, invece, evidenzia che l’area è stata interessata da costanti incrementi di arrivi e di presenze dal 2006 al 2011. Gli arrivi sono aumentati da 18.207 a 30.122, con una variazione del 65%, e le presenze da 53.176 a 110.522, con una variazione del 108%. Inoltre, in termini di pressione dei flussi turistici sul territorio, nel 2011 è stato registrato l’indice di intensità turistica più elevato, cioè pari a 2,21,

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concentrando la maggior parte dei flussi turistici annuali. L’area registra anche un indice di internazionalità elevato, pari a 0,122, in relazione al fatto che la Val d’Agri genera una domanda di turismo business e di lavoro anche internazionale, in virtù della presenza di un numero consistente di occupati nel settore petrolifero. Graf.3,4 Se consideriamo la domanda di turismo scolastico, il valore del fatturato complessivo nazionale generato dalle gite è nell’ordine dei 350 milioni di euro l’anno, con una contrazione per l’anno scolastico 2010/2011, dovuta a congiunture economiche10. Per quanto riguarda il turismo scolastico in Basilicata, per l’anno 201011 si registra la presenza di 134 scuole provenienti da diverse Regioni. Il modello adottato prevede un co - finanziamento da parte della Regione, che ha messo a disposizione per il 2010 un importo pari a circa 134 mila euro. Il numero maggiore di scuole proviene dalla Basilicata stessa con 62 istituti, seguita dalla Puglia con 28 scuole e dal Lazio con 17 scuole, poi da Campania, Marche e Sicilia con rispettivamente 6 scuole ciascuna, Calabria 4 scuole, Emilia Romagna 2 scuole, Abruzzo, Veneto, Sicilia una scuola a testa per un totale di 134 istituti. 10 Fonte: Osservatorio sul turismo - studio sull’andamento dei viaggi d’istruzione degli istituti superiori di secondo grado. 11 Fonte: APT Basilicata ufficio di Matera - anno 2010.

2006

2009 - 2010

2008 - 2009

2007 - 2008

2006 - 2007

2005 - 2006

10000

2004 - 2005

2011 - 2012

200000

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150000

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300000

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2007 - 2008

30000

400000

2006 - 2007

35000

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2005 - 2006

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2004 - 2005

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100000

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80000

20000

60000

15000

Movimento Turistico Arrivi 2006 - 2011 Val d’Agri

2011

2010

2009

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2006

2011

2010

2006

2009

0 2008

0 2007

20000

2009 - 2010

5000

2007

40000

10000

Movimento Turistico Presenze 2006 - 2011 Val d’Agri

Graf.3,4 - Movimento turistico, Arrivi 2006 - 2011 Val d’Agri. Presenze 2006 - 2011 Val d’Agri

In Italia il settore del turismo culturale è stimato in 54 miliardi di euro, il 33% dell’economia turistica generale, in virtù di 5.118 istituti storicoarcheologici distribuiti per il maggior numero al sud e di 17 siti posti sotto tutela Unesco. La sola regione Basilicata vanta 8 Musei Archeologici Nazionali e 6 Parchi Archeologici. Uno dei potenziali attrattori presenti sul territorio di riferimento è il Museo Archeologico dell’Alta Val d’Agri, a Grumento Nova. Il numero di visite negli ultimi tre anni rende coscienti del notevole sottoutilizzo del potenziale del Museo, che si realizza in un numero di visite, se confrontato con gli altri Musei Archeologici Nazionali, del tutto limitato12. 12 Il Museo Archeologico Nazionale di Paestum (Sa), volendo

Ne deriva un quadro economico estremamente negativo, seppur in linea con le cifre inerenti altri musei lucani, anche meno decentrati rispetto al MAN di Grumentum. Tab.1 Si tratta, dunque, di un patrimonio tangibile che, però, per le continue criticità economiche, comporta serie problematiche di gestione, con relativi impegni economici di tutela, conservazione, restauro e valorizzazione. Dall’analisi emergono chiari gli elementi che giocano a favore dello sviluppo dell’area considerata: la presenza di un attrattore come il considerare un’area regionale immediatamente limitrofa rispetto al contesto della Val d’Agri, secondo le rilevazioni Mibac registra 159.791 visitatori, con un introito lordo di 174.360 euro.

Museo

Localizzazione

Ingressi

Introiti lordi

Museo Archeologico Nazionale di Muro Lucano

Muro Lucano

1.974

gratuito

Museo Archeologico Nazionale

Venosa

7.686

7.861

Museo Archeologico Nazionale della Basilicata “Dinu Adamesteanu”

Potenza

12.292

2.885

Museo Nazionale della Siritide

Policoro

13.655

7.035

Museo Nazionale “Domenico Ridola”

Matera

13.993

7.383

Museo Archeologico Nazionale di Metaponto

Bernalda

16.493

14.264

Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata

Matera

22.044

13.277

Museo Archeologico Nazionale del Melfese

Melfi

35.023

35.383

Tab.1 - Numero visitatori Musei Regione Basilicata - Fonte Mibac

145


ISTITUTI D’ECCELLENZA

UNI UNI

UNI UNI

UNI

A AD UNI

UNI

L

S

UNI

UNI UNI

UNI

UNI

UNI

UNI

UNI UNI

UNI UNI

UNI UNI

Fig.1 - Galassia dei potenziali partners

Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese; di un patrimonio naturale, paesaggistico architettonico e culturale di valore; di risorse finanziarie aggiuntive derivanti dallo stanziamento delle royalties petrolifere; di un solido settore terziario, con consistente coefficiente di strutture e locali alberghiero/ristorativi; la disponibilità di aree per insediamenti produttivi. Ricadute positive per la comunità, quindi, potrebbero derivare dall’indotto, turistico e professionalizzante, alimentato da un’offerta archeologica di ampio respiro, in grado di attrarre numeri importanti di utenti, sia relativamente ad un alto grado formativo, sia di media conoscenza destinata a scolaresche di ogni ordine e grado, che riguardo ad attività ludico - didattiche per famiglie con bambini. Fig.1

146

1.5 I casi studio Nel considerare i best case riguardanti l’offerta formativa si è partiti dall’analisi di quelle che sono le istituzioni nazionali preposte all’alta formazione universitaria, soffermandosi sui master di I e II livello, a tema archeologico e materie affini, proposti dalle varie istituzioni, che abbiano nel piano dell’offerta didattica una parte consistente in attività pratiche, di scavo, e un’attenzione particolare rivolta all’utilizzo delle tecnologie (Htch - High Tecnologie Applied to Cultural Heritage). La citazione dei master è avvenuta in quanto si ritiene ipotizzabile, non tanto l’istituzione di un corso completo fra le iniziative che saranno promosse dal progetto, ma la possibilità di diventare eventuali partner delle università e degli enti che promuovono tali master, per inserire anche solo per una fase, i laboratori o le attività specifiche, nel Campus. In successione, sono state considerate le iniziative più interessanti in ambito archeologico, i


Fig.2 - Diagramma della struttura del CAG

laboratori e le missioni archeologiche delle università e delle scuole di specializzazione in Beni Archeologici, le riviste universitarie e gli istituti di eccellenza italiani che si occupano di attività di ricerca, formazione e promozione del turismo culturale, in virtù di possibili collaborazioni in partenariato. Infine, sono state descritte le poche esperienze di Campus Archeologico vero e proprio esistenti in Italia, le varie Summer School a tema archeologico promosse sia dalle università che da enti e associazioni che operano sia sul territorio nazionale che a livello locale. Fra i criteri di analisi dei casi studio, poi, si è ritenuto fondamentale non tralasciare: la tipologia di offerta formativa proposta, l’ente promotore, il luogo, l’anno e/o il numero di edizione, il target di riferimento, il tipo di attività proposta (didattica, teorica, esperienziale, turistica), il periodo e la durata del corso, la quota partecipativa, i servizi offerti (alloggio, ristorazione, logistica), e il rilascio finale di un titolo di attestazione al corso. L’idea di progettare uno spazio polifunzionale

diffuso nell’area archeologica di Grumento Nova, infatti, deve prevedere una proposta formativa dotata di una forte valenza tecnologica, in modo da coniugare tutela e valorizzazione del patrimonio storico - archeologico con le applicazioni di ultima generazione. La possibilità di istituire master (meglio parte di questi), workshop (per studenti, per adulti), laboratori didattici pratici e teorici (per laureati, laureandi, per ragazzi, per bambini), Summer School e campi estivi, iniziative editoriali (tratte da lavori di ricerca), proposte turistiche culturali e manifestazioni culturali di varia natura, potrebbe operare da motore per lo sviluppo del territorio. L’alto capitale storico - artistico - naturale di cui l’area dispone, necessita di ricerca, di formazione, di divulgazione, di trasmissione culturale alle giovani generazioni, di fruizione turistica, in modo da rendere manifesto l’alto valore non solo immateriale che queste risorse possiedono, ma anche materiale, riuscendo a farlo diventare parte fondamentale di un nuovo modello di sviluppo.

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Di seguito riportiamo l’elenco dei casi studio, descritti ampiamente nel rapporto di ricerca originale, presi a modello per l’elaborazione dell’idea progettuale. Nell’ambito dell’alta formazione abbiamo considerato i master universitari, laboratori e missioni archeologiche, scuole di specializzazione in beni archeologici, riviste universitarie di archeologia. I master citati sono: il Master di II livello in “Architettura per l’Archeologia - Archeologia per l’Architettura. Cantieri, progetti e allestimenti in aree archeologiche”, de La Sapienza, Roma. Il Master di II livello in “Archeologia Preventiva e Management del rischio archeologico”, della Luiss Business School, Università Luiss “Guido Carli”, Roma. Il Master di II livello in “Archeologia Digitale” dell’Università IUAV di Venezia. Il Master Universitario Congiunto di II livello in “Archeologia e Interdisciplinarietà. Tutela, Conservazione, Valorizzazione delle aree archeologiche e paesistiche: teoria e prassi. Tarquinia (sito Unesco) Piano della Civita” del Politecnico di Milano, DPA - (Dipartimento di Progettazione dell’Architettura) in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. Il Master di II livello in “Beni Archeologici reali e virtuali fra mare e terra” dell’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli. Il Master di II livello in “Archeologia Preventiva” dell’Università degli Studi di Siena. Il Master di II livello in “Architettura e Archeologia della Città classica” dell’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria. Il Master I livello in “Bioarcheologia, Paleopatologia e Antropologia Forense” dell’Alma Mater Studiorum dell’Università di Bologna. Tra i laboratori, le missioni archeologiche, le scuole di specializzazione, le riviste universitarie di Archeologia, di seguito l’elenco di quelle che sono sembrate le esperienze più significative. L’Università di Siena (LAUUM - Laboratorio di Archeologia dell’Architettura e dell’Urbanistica Medievale; LIAAM - Laboratorio di Informatica Applicata all’Archeologia Medievale; laboratorio Archeometrico; laboratorio di Archeologia Ambientale).

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L’Università di Bologna (missioni di scavo archeologico in Italia e all’estero). L’Università del Salento (laboratorio di Archeologia Medioevale, missioni archeologiche Puglia). L’Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Archeologia (missioni archeologiche sia in Italia che all’estero). L’Università della Basilicata - Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici di Matera (missioni archeologiche nella regione, in Sicilia, in Francia). Il Politecnico di Bari (THIASOS rivista in Archeologia e Architettura Antica). L’Università degli Studi di Milano (LANX - Rivista della Scuola di Specializzazione in Archeologia). L’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, Dipartimento di Archeologia (riviste OCNUS - Quaderni della Scuola di Specializzazione in Archeologia, CARB - Corsi di Cultura e Arte Ravennate e Bizantina, FELIX RAVENNA Rivista di antichità ravennati, cristiane e bizantine, Fayyum Studies, Groma). Gli istituti d’eccellenza nell’ambito dell’alta formazione archeologica considerati sono: il Dipartimento Patrimonio Culturale del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e i suoi istituti afferenti: l’IBAM (Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali), l’ICVBC (Istituto per la Conservazione e la Valorizzazione dei Beni Culturali), l’ITABC (Istituto per le Tecnologie Applicate ai Beni Culturali). Più l’INASA (Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte) e l’IRSA (Istituto di Ricerche Storiche e Archeologiche). Nell’ambito dell’alta formazione, formazione, turismo culturale abbiamo individuato le esperienze di Campus Archeologici vere e proprie, le Summer School a tema archeologico, e le associazioni archeologiche più attive. I Campus Archeologici presi in esame sono: l’Istituto Interazionale Vesuviano per l’Archeologia e le Scienze Umane di Castelammare di Stabia (NA), il CAM - Campus Archeologico Museale di Selinunte (TP), l’Archeocamp del Camping Aquileia (UD), i Campi Archeologici dell’Isola del Lazzaretto Nuovo (VE). Le Summer School sono: la Summer School Selinunte “LET’S BUILD!” presso CAM di


Selinunte (TP), la “Summer School in Archeologia e Storia” presso Castel di Lega a Ferla (SR), l’”International Summer School on Virtual Archeology dell’Università” degli Studi di Siena, la “Summer School in Archeologia Preventiva” di Grumento Nova (PZ) dell’Università degli Studi di Verona, la “Summer School in Rilievo e Modellazione 3D” di Paestum (SA) dell’Università degli Studi di Salerno, la “Summer School di Archeologia Fenicia e Punica” di Sant’Antioco (CI) dell’Università degli Studi di Sassari, la “Summer School on Technologies And Archaeometry For Post - Classical Archaeology” a Bosa (OR) dell’Università degli Studi di Sassari, la Summer School Internazionale di “Archeologia e Restauro: dallo scavo alla conservazione” presso Rocchicella di Mineo (CT), la Summer School “Il GIS e l’Archeologia: applicazioni sul campo” presso San Teodoro Comune di Marsala (TP), la “Summer School of 3D Acquisition, Modelling and Visualization” a Otranto (LE), la Summer School Internazionale “Archeologia e preistoria negli Erei” presso Villarosa (EN). Si citano, inoltre, le associazioni che si occupano di archeologia e tematiche affini alla tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio storico - archeologico. A livello generale le associazioni che si occupano di archeologia svolgono, attività di ricerca, campagne di scavo, didattica (per scuole, per università, per i soci), viaggi organizzati e visite guidate, manifestazioni e eventi, pubblicazioni. Ogni associazione ha il proprio focus su un tema specifico, scavo, didattica, promozione culturale. Abbiamo cito solo quelle che ci sono sembrate più attive: AIAC (Associazione Internazionale di Archeologia Classica) nata nel 1945 con sede a Roma, ANA (Associazione Nazionale Archeologi) con sede a Napoli e a Roma, FEDERARCHEO (Federazione Italiana Associazioni Archeologiche) nata nel 2000 con sede a Udine a cui aderiscono all’incirca 30 associazioni archeologiche che operano principalmente sul piano locale. Abbiamo citato e descritto anche le associazioni che operano in Basilicata in quanto potrebbero essere considerate partner preferenziali: l’Associazione Lucania Archeologica e Gruppo Archeologico Lucano (Associazione Finisterre), l’Archeoclub Siritide e l’Archeoart soc. coop di Policoro.

Infine nell’analisi dei casi studio abbiamo descritto un’iniziativa per ragazzi molto curiosa proposta da Associazione Chora di Lecce cioè il Festival Internazionale di Archeologia per Ragazzi giunto alla sua XV Edizione.

2. Strategie operative 2.1 Sotto - progetti Il funzionamento del sistema Campus è complesso e comprende i settori dell’alta formazione, alloggi e servizi. Nello specifico, partendo dagli obiettivi descritti, si individuano di seguito i principali sotto - progetti e gli spazi attrezzati dedicati alla fruizione del complesso in questione:

• Valorizzazione del patrimonio storico -

culturale attraverso: • Alta Formazione • Valorizzazione/innovazione del Museo Archeologico di Grumentum

• Destagionalizzazione dei flussi turistici mediante interventi di: • Attività ludico/ricreative • Creazione di un’offerta turistica di richiamo

• Realizzazione di un sistema di servizi

ben integrato con il territorio di riferimento e complementare alle esigenze formativo/ricettive del Campus, che abbia il proposito di: • Creare ospitalità diffusa (Albergo Diffuso) • Creare servizi o facilities • Ideazione di un prototipo di Smart City

L’esercizio viene regolato mediante accordi di collaborazione tra soggetti diversi, come già avviene nelle forme di ospitalità diffusa.

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2.1.1 Alta formazione

Il concept del progetto di Campus Archeologico punta sulla leva tecnologica per il disegno del sistema di offerta didattica. L’ambizione è quella di attrarre flussi turistici legati alla conoscenza verso un attrattore didattico - culturale che faccia della Val d’Agri un polo della cultura. L’evoluzione delle tecnologie, soprattutto digitali degli ultimi anni, ha permesso una facile applicazione all’Archeologia e alla gestione dei Beni Culturali. Le tecniche digitali, applicate alla Scienza delle Antichità, hanno consentito di ricavare delle ricostruzioni dettagliate, utili alla rievocazione storica e materiale di un passato non più così lontano. Dall’analisi dell’offerta formativa degli atenei meridionali, risulta carente un tipo di formazione tecnico - scientifica e/o multidisciplinare delle materie archeologiche e al contrario un eccesso di attività formative di tipo letterario-umanistico. Il Campus di Archeologia, nell’ambito formativo, si propone di essere la risposta all’insufficiente offerta formativa degli atenei. La mission è quella di coniugare ricerca ed innovazione in ambito archeologico attraverso l’interdisciplinarietà. Il Campus, in effetti propone di affrontare aspetti dell’Archeologia con metodiche più tecniche e scientifiche, che coniughino materie diverse, l’ingegneria, l’architettura, la biologia e l’informatica. Vuole offrire la possibilità di seguire corsi di breve e media durata per studenti, laureati e professionisti, con il rilascio di crediti formativi universitari (CFU) e attestati di frequenza e qualifica. I corsi proposti di Archeologia, descritti ampiamente nel rapporto dell’attività di ricerca, hanno la peculiarità di essere multidisciplinari e all’avanguardia tecnologica:

• • • • •

Archeologia Digitale, Archeologia preventiva, Bioarcheologia, Museografia e musealizzazione, Archeologia Sperimentale.

Per quanto concerne le caratteristiche degli spazi, le aule e i laboratori dovranno avere la caratteristica della flessibilità, ovvero spazi non del tutto definiti, facilmente versatili a seconda delle attività di workshop, corso e seminario.

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L’open space ben si presta ad ospitare le più svariate attività, grazie ad arredi pieghevoli e accatastabili, rete wireless e prese elettriche su tutti i lati delle stanze per ospitare i diversi dispositivi tecnologici richiesti. Le aule saranno informatizzate con postazioni fisse e predisposte per computer portatili con servizi come internet wireless e centro stampa, proiettore. La biblioteca potrebbe contenere testi inerenti le attività svolte nel Campus ed ottenere volumi da biblioteche universitarie partner.

2.1.2 Innovazione e valorizzazione del Museo e del Parco Archeologico di Grumentum

Le tecniche digitali, applicate ai Beni Culturali, hanno consentito di ricavare delle “ricostruzioni” dettagliate13. Hanno reso possibile, ad esempio, la ricomposizione di gran parte delle case di Pompei ed Ercolano, distrutte dall’eruzione del Vesuvio 13 Interessante al riguardo ExHIB un progetto di allestimento sostenibile per la valorizzazione dei beni culturali in Basilicata realizzato dalla facoltà di Desing del Politecnico di Milano e dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, del quale è stata realizzata una pubblicazione (Box 9).

Albergo Diffuso Progetto ambizioso che ha come obiettivo la Il progetto Albergo Diffuso collaborazione assume fra Proloco dei diversi paesi maggior significato della Val d’Agri. in un borgo come Grumento Nova. Attraverso un portale raccoglie Paese conosciuto per ilweb sito che archeologico informazioni, e attività dei di Grumentum ecaratteristiche per la presenza di attività singoli borghi, cerca di mettere a concerto petrolifere sulsisuo territorio, Grumento ha levissuto offerte tuttavia culturali,uno enogastronimiche, spospolamento. naturalistiche dell’area, creando network. Molte abitazioni, rimaste in un disuso, così come palazzi di pregio (per esempio Palazzo Sonosono stati stati così creati diversi percorsi che Gilberti) individuati come soggetti mettono in rete i paesi, offrendo la possibilità di riqualificazione. di scaricare gratuitamente sito itinerari Il Campus necessiterà didal strutture quali laboratori, aule e strutture ricettiveGPS. per accogliere i partecipanti. Il portaledifornisce link utili alla fruizione L’esigenza riqualificare il tessuto urbano dell’area del paese e propone di offrire itinerari servizi aitematici fruitori che del vanno dallo si sport allaquindi cultura, dalla natura Campus sposa perfettamente: all’enogastronomia fino ad abbracciare il un progetto potenzia l’altro. tema dell’energia .


o la ricostruzione dei volti di antichi personaggi, come quello del Re Filippo II di Macedonia. Attivando tali azioni evolutive si otterrà un incremento della fruizione pubblica da parte degli utenti, facilitati dalla lettura del museo ed attirati dalla nuova tecnologia. Risulta perciò evidente la necessità di innovare e valorizzare il complesso culturale rappresentato dal Parco e dal Museo Archeologico di Grumento Nova allo scopo di acquisire più visitatori. Il concetto di museo inteso come contenitore passivo di “patrimonio culturale” è ormai obsoleto e superato. Nessuna organizzazione o istituzione può sottrarsi al progresso e al cambiamento. Uno dei punti principali da cui partire è la percezione dello spazio all’interno degli ambienti museali. è rilevante la relazione stessa che si viene a creare tra l’oggetto osservato e l’osservatore. Nel tempo il rapporto muta radicalmente, si ha sempre più un avvicinamento tra soggetto ed oggetto ed il museo moderno diventa così uno spazio aperto teso ad una continua relazione con i fruitori, le opere e il contesto in cui sono immersi. Quindi il museo moderno è un luogo in cui stabilire un

legame con le opere contenute ed il fruitore non si limita più ad osservare l’opera passivamente ma riesce a coglierne il senso attraverso l’interazione. All’interno di questi ambienti museali diventa così fondamentale il meccanismo dell’esperienza, dove il fruitore attualizza le virtualità dell’opera attraverso l’esperienza stessa del segno - opera. Le nuove tecnologie diventano gli elementi centrali dell’anima del museo interattivo. Canalizzando il concetto di museo interattivo al Museo Archeologico di Grumento Nova si può delineare un’idea progetto, che opera sull’utilizzo di nuove tecnologie applicate sia all’interno del Museo che nell’area del Parco Archeologico. L’idea è quella di delineare un museo interattivo con installazione disale multimediali e applicazioni tecnologiche. Di seguito si riportano anche dei progetti sviluppati dal Laboratorio di Usabilità e Accessibilità (Wi - Art, Wi - Way) dell’Università La Sapienza e dal Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali del Lazio (Touch on glass), che potenzialmente potrebbero essere applicati sia al Museo e che al Parco Archeologico di Grumento Nova.

Box 8

Per approfondire consultare il Capitolo 5.2

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Prima Sala: “Grumentum nel III secolo a.C.” , ricostruzione virtuale tridimensionale dell’abitato, guida elettronica per dispositivi mobili, posizionamento degli antichi edifici su Google Earth. Seconda Sala: “La via Herculia” attraverso più postazioni interattive è possibile esplorare online la ricostruzione dell’antica via che collegava Grumentum con la via Appia e la via Popilia. Attraverso un avatar è possibile ripercorrere l’antica strada e l’ambiente circostante. Touch on glass: è un tecno - strumento applicabile all’interno del Museo Archeologico di Grumento, mediante teche museali speciali che al tocco diventano multimediali e interattive. Sono in grado di generare realtà aumentata su oggetti statici, con l’ausilio di video animazioni e divulgazioni d’ autore. Sono a portata di “dito”: basterà infatti sfiorare le vetrine interattive per accedere a decine di informazioni, fino alla possibilità di ammirare virtualmente l’oggetto nel luogo in cui è stato ritrovato. Grumentum live: prevede l’installazione di particolari schermi trasparenti olografici sia interattivi che non, in spazi attrezzati nei vicini edifici presenti all’interno del parco, nei quali sono proiettati filmati e percorsi virtuali, ricostruzioni 3D di ambienti virtuali e di spazi archeologici (nel nostro caso alcuni edifici simbolo dell’antica Grumentum: Capitolium, Anfiteatro, Terme). Si potranno ammirare riproduzioni di vita quotidiana all’interno dei luoghi simbolo della colonia latina. Wi - Art e Wi - Way: Wi - Art è ideato per ambienti indoor quali musei, gallerie espositive, Wi - Way per ambienti outdoor, quali aree archeologiche, centri storici. Tramite connessione Wi - Fi vengono visualizzati i contenuti inerenti agli elementi rilevati, con cui l’utente interagisce attraverso applicazioni multimediali. Un sistema di localizzazione Wi - Fi permette infine l‘orientamento dell’utente all’interno della struttura museale o nell’area estesa. Il Museo di Grumentum già punto di riferimento per la conoscenza della storia antica del territorio svolgerà anche la funzione di Centro di documentazione archeologica.

2.1.3 Destagionalizzazione dei flussi turistici

Il turismo, è ovviamente uno dei fattori determinanti per la crescita economica e il conseguente sviluppo del territorio, ed è evidente la necessità per accrescere il suo peso nell’economia locale di riuscire a destagionalizzare i flussi turistici dell’area. L’analisi dell’offerta, considerando i prodotti ed i servizi del territorio, permette di individuare le potenzialità intorno a cui definire tali scenari di sviluppo. Di seguito sono stati redatti esempi di offerta turistica strutturata per la fruizione programmatica dei luoghi. Tab.2,3 Attivando strategie di marketing appropriate, queste possono risolversi in significative ricadute in termini sociali ed occupazionali. Il turismo culturale in Val d’Agri, attraverso mirati interventi strutturali, può supportare le aree marginali all’avvio di un processo di valorizzazione che si traduca nella crescita plurisettoriale delle realtà locali.

2.1.4 Ospitalità

L’ospitalità del Campus è stata pensata con la forma di Albergo Diffuso in quanto appare maggiormente sostenibile a livello ambientale: ogni edificio del Campus si trova in un’area ristretta rendendo così possibile gli spostamenti a piedi senza implementare alcuna nuova costruzione all’interno del borgo. L’Albergo Diffuso prevede la valorizzazione di spazi già esistenti ma destinati ad usi diversi (facilmente riconvertibili) permettendo ai turisti di immergersi nella vita del paese, contrariamente a quanto avviene in un hotel, favorendo la coesione. È un modello di ospitalità che prevede che gli operatori facciano sistema promuovendo essi i vari servizi presenti nel borgo (cibo locale tradizionale, cultura tradizionale) creando senso di identità14. Immaginando che i corsi/workshop/seminari siano composti da circa 20 persone, è stato previsto il recupero e sistemazione di 10 edifici dismessi, non abitati o sfitti, da adeguare alle dotazioni minime richieste per diventare case dell’Albergo 14 Maurizio Droli, Giancarlo Dall’Ara, Ripartire dalla bellezza, Cleup Edizioni 2012.

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target

durata

offerta

studenti universitari

formula weekend 1 week/mounth workshop 2 giorni

campus e facilities, trasporto, soggiorno Albergo Diffuso (AD) campus e facilities, trasporto, soggiorno Albergo Diffuso (AD) campus e facilities, trasporto, soggiorno Albergo Diffuso (AD)

studenti scuole primarie e secondarie

summer school weekend gita didattica viaggi a tema

soggiorno AD, percorsi tematici ambientali, laboratorio sperimentale, MAN soggiorno AD, percorsi tematici ambientali, laboratorio sperimentale, MAN soggiorno AD, percorsi tematici ambientali, laboratorio sperimentale, MAN soggiorno AD, percorsi tematici ambientali, laboratorio sperimentale, MAN

famiglie con bambini

1 giorno weekend

scelta di itinerari tematici (cultura, divertimento, sport, natura) scelta di itinerari tematici (cultura, divertimento, sport, natura)

Tab.2 - Offerta turistica del Campus per target

natura

osservazione di flora e fauna, birdwatching, visita alla diga Pertusillo, percorsi energia e natura, trekking, nordic walking, mountain bike, escursionismo, arrampicata sportiva, sci di fondo, canottaggio

cultura

visita al MAN Grumentum, sito archeologico, Museo della Civiltà Contadina, Centro Didattico Ambientale, percorsi energia e natura, esperienza di degustazione di ricette antiche, visita di archeologia industriale (riuso di aree dismesse - mulini del XIX secolo - in cui l’evocazione delle emozioni antiche rivivono attraverso la riproduzione del rumore delle macine, la dimostrazione diretta della pratica e i dialoghi in dialetto locale), spettacoli teatrali romani in costume, tradizioni musicali di Viggiano e visita al Museo dell’Arpa.

enogastronomia

cantina didattica di Viggiano (vino DOC), fondaci per la stagionatura del Canestrato IGP di Moliterno, Fagioli IGP Sarconi, preparazione artigianale pasta tipica, degustazione prodotti locali in agriturismo

sport

escursioni naturalistiche, arrampicata sportiva, parco avventura, in inverno impianti sciistici, pattinaggio su ghiaccio e canottaggio

divertimento

parco acquatico, parco avventura, escursioni naturalistiche

Tab.3 - Prodotti turistici tematici personalizzabili (di offerte turistiche già presenti sul territorio)

Diffuso, in ottemperanza alla normativa regionale della Basilicata15. Ogni unità abitativa che farà parte dell’Albergo Diffuso sarà composta da camera da letto da 2 posti, oppure nell’Albergo Diffuso possono essere offerte le sole camere, sempre con 2 posti letto. L’ubicazione degli edifici è localizzata in un’area che inizia dalla Piazza Umberto I e prosegue verso la chiesa di San Rocco, proprio per concentrare gli spostamenti.

L’edificio - reception, a una distanza di 300m dalle unità abitative/camere viene individuato come punto di accoglienza del Campus e situato in Piazza Umberto I. Sarà dotato degli spazi necessari per svolgere tutte le attività, di una reception, di un albergo con la funzione supplementare di Punto Informativo rivolto ai turisti/partecipanti del Campus; è qui che gli ospiti dovranno rivolgersi per qualsiasi informazione.

15 Regione Basilicata, L.R. Giugno 2008, n.6.

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2.1.5 Servizi o facilities

Per migliorare l’offerta sia dal punto di vista formativo che dal punto di vista turistico sono stati previsti dei servizi specifici. L’intento è quello di determinare strategie mirate affinché le risorse di rilievo siano trasformate in attrazione. A tal fine è indispensabile lo sviluppo del fattore organizzativo, la promozione e valorizzazione dei beni, il consolidamento dei sistemi di ricettività ed incoming, il potenziamento dei mezzi di trasporto, la creazione servizi accessori per i fruitori del Campus. La pianificazione e la definizione dei modelli di sviluppo, compatibili con la vocazione del territorio, garantirebbero il permanere del tempo delle condizioni che generano esternalità positive senza alterare le specificità dell’area. In sintesi, Via Vittorio Emanuele è stata individuata come “asse dei servizi”, ivi alcune attività già esistenti potrebbero amplificare il loro fatturato entrando a far parte delle facilities del Campus. Ad esempio il Bar potrebbe fornire il Catering, la Libreria potrebbe diventare libreria specializzata negli argomenti trattati nel Campus fornendo testi specifici, il parcheggio multipiano potrebbe diventare la fermata l’Archeobus e potrebbe essere usato da coloro che raggiungono con mezzi propri il Campus (anche come parcheggio a pagamento). Gli Archeotour saranno avviati grazie alla partnership con l’agenzia di trasporti locale che potrà rendere disponibili gli Archeobus ed i conducenti. La piazza Umberto I, nei pressi di via Vittorio Emanuele, diventa il Forum del Campus. Qui si localizzano il Centro Congressi (nelle scuderie Sanseverino, già adoperate per convegni) e la Casa - reception dell’Albergo Diffuso, che svolge anche la funzione di Punto Informativo del Campus. Nel Centro Congressi vengono svolti incontri con cultori delle materie del Campus e lezioni per utenti esterni non iscritti ai corsi, oltre alla presentazione dei lavori degli studenti. La ristorazione, in prossimità del sito archeologico, potrebbe avvalersi del sostegno dell’Agriturismo, che già prevede nel menù alcune ricette dell’antica Roma rendendo più completa l’esperienza turistica - didattica del Campus e coinvolgendo quindi il senso del gusto. A conclusione del Campus gli studenti esporranno i loro elaborati presso il Museo di Grumentum nell’area per le esposizioni temporanee, dove

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rimarranno per un periodo di tempo limitato, movimentando le attività ed il calendario eventi del Museo. L’organizzazione del Campus può essere commissionata in outsourcing ad un Agenzia o Tour Operator altrimenti ad un responsabile qualificato con competenze in organizzazione e pianificazione con competenze in organizzare di calendari, gestione prenotazioni, iscrizione ai corsi/workshop/seminari ed eventi. La gestione può essere congiunta o disgiunta, purché coordinata. L’idea progettuale del complesso Campus deve prevedere anche un piano di “accessibilità”, quest’ultima non riguarda solo persone con disabilità, ma tutti. Secondo la definizione di Darcy e Dickson, infatti, il turismo accessibile “permette alle persone con richieste particolari d’accesso, inclusa la mobilità, la vista, l’udito e la dimensione cognitiva, di fruire indipendentemente e con equità e dignità attraverso la disponibilità di prodotti, servizi e ambienti turistici universalmente studiati 16. 16 Darcy, S., & Dickson, T. (2009). Un approccio Whole of Life

ExHiB “Il workshop tenutosi presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano, ha visto gli studenti confrontarsi con l’entusiasmante rinvenimento di una villa romana sul suolo lucano (avvenuto durante lavori di scavo di eni) a Barricelle di Marsicovetere, in provincia di Potenza. L’occasione è senz’altro servita per riflettere sul ruolo che l’archeologia ricopre nella nostra cultura e nella nostra modernità. La Fondazione Eni Enrico Mattei ha proposto agli studenti di design di progettare un concept spaziale, capace di valorizzare il sito archeologico, rendendolo sicuro e soprattutto ‘visitabil , percorribile. In una situazione come questa, si può pensare che un progetto di museografia ‘classico’, connesso ad una architettura consistente e tradizionale, sia l’unico modo per ottenere risultati espositivo - didattici soddisfacenti.


La definizione, dunque, include tutti coloro che viaggiano con bambini in passeggino, le persone con disabilità e gli anziani. L’accessibilità, ossia l’assenza di barriere architettoniche, culturali e sensoriali, è la condizione indispensabile per consentire la fruizione del patrimonio italiano. Secondo lo studio dell’Economic Impulses of Accessible Tourism for All, un ambiente accessibile (hotel, destinazione turistica, ecc.) può essere: un elemento cruciale per il 10% della popolazione, una necessità per il 40%, un comfort per il 100%. È auspicabile per l’ideazione del complesso Campus - Borgo una strategia che mostri un interesse per un “turismo accessibile”, attento ai bisogni di tutti, con una qualità dell’offerta elevata, che sappia coniugare le ragione di una impresa turistica con la capacità di saper rispondere ad una domanda di ospitalità che richiede attenzioni, dialogo, conoscenze tecniche. Per concretizzare l’idea, è necessario incentivare la formazione delle competenze e delle professionalità, attraverso l’aggiornamento di figure tecniche e turistiche al Turismo: The Case for Esperienze Turismo accessibile. Journal of Hospitality e Management del Turismo, 16 (1), 32 - 44.

In occasione del workshop si è messo in discussione tale concetto, considerando l’architettura come disciplina troppo rigida e statica in uno spazio aperto e dalla natura per certi versi mutevole come quello in questione. In alternativa si è chiesto di pensare ad un allestimento, che ‘non è una sotto - categoria dell’architettura’, bensì uno strumento ambientale capace di intervenire sugli spazi in maniera duttile ed evolutiva.” ...confrontandosi anche con altre discipline e con le nuove tecnologie a disposizione. “Gli studenti si sono messi a confronto in una settimana intensa e hanno dimostrato orgogliosamente come un allestimento possa valorizzare un sito senza comprometterne la morfologia e l’‘habitat’. Il sistema allestitivo facilita ‘riconfigurazione’ e ‘aggiornamento’: elementi necessari per un territorio, che allo stesso tempo si tutela e si evolve, come il lucano.” Angela Ponzini

e inoltre incrementare la collaborazione con le autonomie locali, soprattutto per implementare l’accessibilità urbana, degli edifici pubblici e dei trasporti locali. Per la realizzazione e la promozione del turismo accessibile è necessario la collaborazione tra gli operatori turistici, le autonomie locali, gli enti pubblici, le associazioni di persone con disabilità e le organizzazioni del turismo sociale. Per la realizzazione del progetto “turismo per tutti”, le strutture del Campus - Albergo diffuso devono adeguarsi alle normative vigenti per l’abolizione del barriere architettoniche, in modo tale che gli aspetti estetico - formali sappiano affiancarsi a quelli funzionali. In alcuni casi, quando la completa accessibilità di un edificio (museo), sito archeologico o del borgo stesso, può determinare uno stato di rischio per la conservazione stessa dei luoghi, per l’inserimento nel contesto di attrezzature invasive che ne consentano una totale fruizione, risulta necessario un adeguamento mediante misure di compensazione più leggere come postazioni

Box 9

ExHiB è un progetto FEEM - Politecnico di Milano 2010, con la collaborazione del gruppo di lavoro della Prof.Alfonsina Russo

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multimediali, telecamere in presa diretta, dispositivi di auto identificazione e localizzazione indoor e outdoor. Un esempio di applicazioni poco invasive ed innovative sono state elaborate da istituti e centri di ricerca all’avanguardia, che potenzialmente potrebbero interessare luoghi come il Museo e il Parco Archeologico di Grumento Nova, nonché il borgo. I progetti sono SESAMONET17, nato dalla collaborazione tra JRC di Ispra e il LUA, Laboratorio di Usabilità e Accessibilità dell’Università La Sapienza, il DISCOVERY TOUR18 creato dall’azienda Turismonet, e TOCCA L’ARTE, progetto altamente sociale ideato dal Museo Tattile di Ancona e dalla Fondazione CRUP.

2.1.6 Ideazione di un prototipo di Smart City

Il termine “Smart city” indica un ambiente urbanizzato in grado di migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso l’impiego delle tecnologie di informazione e comunicazione, riduzione degli sprechi, dei consumi energetici e delle emissioni, introduzione di stili di vita più sostenibili. L’Unione Europea ha previsto una iniziativa per lo sviluppo sostenibile chiamata “Smart cities and communities”19. Nell’ambito della proposta europea, la struttura hardware del Campus - Borgo Albergo si presta anche alla potenziale riformulazione dell’antico centro di Grumento; nella sua evoluzione sono stati considerati solamente due aspetti della Smart city: la riqualificazione dell’illuminazione pubblica per risparmio energetico e l’installazione di dispositivi per l’e - tourism. Per l’e - tourism l’idea è quella di creare una “città semantica” in cui ogni elemento è collegato agli altri attraverso legami di significato. Il sistema è articolato su tre livelli:

• Globale - navigare il piccolo borgo secondo

grandi temi, quali i servizi, la cultura, l’ambiente, la storia e il divertimento.

17 è un navigatore in grado di guidare i non vedenti lungo itinerari predefiniti, mediante segnali sonori e l’uso delle tecnologie a Radiofrequenza 18 è un sistema GPS che sfrutta le potenzialità della realtà aumentata, creando percorsi ad hoc e fornendo tutte le informazioni sui monumenti e i luoghi d’interesse mediante video, schede informative. 19 http://ec.europa.eu/energy/technology/initiatives/smart_cities_en.htm (visitato il 6 febbraio 2013).

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• Locale - scelto un tema: cosa offre il borgo (o eventualmente la valle) a riguardo?

• Contestuale - cos’altro c’è? Per trovare servizi correlati, cose compatibili o simili.

L’idea é quella di inserire all’interno del complesso sono le installazioni di video sportelli in vari punti del complesso, in cui è possibile reperire informazioni e servizi e - ticketing come la prenotazione di biglietti autobus, del Museo e del parco archeologico, del stanze dell’albergo diffuso, e la scelta dei menù offerti dai ristoranti locali. Questa strategia determina una visione innovativa, in cui le informazioni digitali e fisiche si incontrano in uno spazio pubblico nuovo. Ad esempio, combinando i segni grafici classici, come la cartellonistica con le tecnologie che si insinuano nel tessuto urbano in modi diretti, attraverso l’uso di app per smartphone, chioschi digitali, QRcode, RFID. L’innovazione del borgo viene anche introdotta nell’illuminazione pubblica attraverso l’utilizzo di Energy System Smart Control20, come ad esempio la creazione all’interno del complesso Campus Borgo di una illuminazione a LED.

2.2. Le azioni da intraprendere Dopo aver elencato e spiegati i sotto - progetti, in cui trovano loro concretizzazione le strategie e gli obiettivi che il lavoro si propone di analizzare, il presente paragrafo prevede la declinazione delle specifiche azioni da intraprendere. Per rendere i punti elencati più chiari ed evitare sovrapposizioni, le azioni sono state suddivise in aree omogenee, in accordo con quanto delineato nella formulazione dei sotto - progetti: formazione, attività ludico/ricreative, valorizzazione del Museo, ospitalità ed ideazione del prototipo di Smart City. Di seguito quindi, l’elencazione completa:

20 Si chiama LUIX è un sistema di illuminazione pubblica intelligente ideato dalla JONT VENTURE che permette un risparmio dell’80% e una migliore illuminazione tramite la tecnologia LED.


Alta Formazione

Per le attività concernenti l’alta formazione è in progetto l’attivazione di 5 corsi ed 8 workshop di diversa durata collocati in momenti diversi a copertura dell’intero anno solare (come evidenziato dal crono programma delle attività). Le azioni da intraprendere sono da riferirsi all’organizzazione di: un’aula informatica, due laboratori, due aule per la didattica, una sala conferenze (che funga anche da spazio espositivo), il servizio di catering in collaborazione tra realtà esistenti e da formare, un centro documentazione ed esposizione per i materiali prodotti durante i corsi, una biblioteca per i materiali da consultare. La capacità massima ipotizzata per i corsi è di 15/20 studenti. I corsi in progetto affrontano i seguenti temi: Bioarcheologia (da Maggio ad Agosto, periodo in cui gli studenti sono presumibilmente meno più liberi da impegni accademici), Archeologia Digitale (ogni fine settimana partendo da il primo fine settimana di Ottobre fino all’ultimo fine settimana di Febbraio), Museografia e Musealizzazione (una volta a settimana partendo da Settembre fino a Novembre) ed i relativi laboratori (da effettuarsi in Dicembre), Applicazioni Beni Culturali (inizia il penultimo fine settimana di gennaio fino all’ultimo di Maggio), Archeologia Sperimentale (corsi e laboratori previsti per tutto l’anno), Workshop dalla durata di 2/5 giorni.

Attività Ludico/ricreative

Le attività di questa sezione sono volte a coinvolgere un target diverso, ovvero coloro che sono alla ricerca di un’esperienza turistica diversa ed alla partecipazione di attività ludico/ricreative ed allo stesso tempo educative. Parte di tali attività si terranno all’aperto presso territori limitrofi al sito archeologico, dove sorgerà il Laboratorio di Archeologia Sperimentale, e presso la sede del Museo. Per questa sezione è in progetto l’attivazione di 6 corsi e a tal fine le azioni da intraprendere riguardano l’organizzazione di: una struttura per il Laboratorio di Archeologia Sperimentale, una struttura di riparo per le attività all’aperto, una struttura ristoro/bar.

Innovazione e valorizzazione del Museo

L’idea è quella di trasformare il Museo da tradizionale ad interattivo con il fine di aumentarne la fruizione da parte di un pubblico più ampio in quanto facilitato nella lettura ed attirato dalla nuova tecnologia. A tal fine le azioni da intraprendere riguardano l’acquisizione di: nuove tecnologie, risorse umane specializzate nel settore, eventuali consulenze per lo sviluppo e progettazione di nuove tecnologie, attrezzature, installazione rete Wi - Fi.

Ospitalità

Il progetto è fortemente radicato nel territorio e nella sua cultura. Il servizio ospitalità viene a configurarsi, dunque, quale componente di base dei servizi offerti. Le azioni da riferirsi a questo sotto - progetto fanno riferimento a: la facilitazione nella costituzione di un Albergo Diffuso nella città di Grumento Nova attraverso l’incentivazione nella ristrutturazione di n. 10 case congiuntamente a n. 1 casa reception - punto di accoglienza, mezzi per il trasporto dal sito archeologico al borgo. Focus: Modello di gestione dell’Albergo Diffuso La soluzione, da noi ipotizzata, prevede una gestione integrata dell’impresa alberghiera e del territorio circostante con tutto il suo patrimonio storico - architettonico. Uno dei requisiti chiave, dunque è la gestione unitaria, ovvero una gestione che faccia capo ad un unico soggetto per la fornitura dei servizi principali, quelli relativi all’alloggio, sia quelli relativi alla fornitura dei servizi diversi da quello di alloggio anche se affidato ad altro gestore (purché sia stipulata un’apposita convenzione che regoli i rapporti con il fornitore di servizi di alloggio, in capo al quale resta la responsabilità di garantire la coerenza della gestione dell’attività complessiva e dei servizi). Come accade in quasi la metà dei casi di Albergo Diffuso presenti in Italia, il modello di gestione preferito prende la forma dell’associazione, consorzio o cooperativa dove i proprietari degli immobili affidano la gestione ad un organismo unico. La società di gestione potrebbe gestire tutti gli aspetti dell’impresa, tranne alcune attività che risultano essere esternalizzate. Ad esempio: l’attività di promozione e commercializzazione

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potrebbe essere affidata ad enti esterni (ad esempio APT); i servizi di pulizia (potrebbe essere creata una cooperativa apposita ai cui affidare tali servizi); i servizi di ristorazione possono appoggiarsi a delle realtà già esistenti o predisporre un sistema di offerta di catering esternalizzato ad una cooperativa appositamente predisposta. I contributi finanziari ricoprono in gran parte i costi relativi alla ristrutturazione e quindi ammortizzano in modo consistente la spesa. Inoltre, per la ristrutturazione non serve una concessione edilizia ma solo un’autorizzazione alla ristrutturazione. Gli organi pubblici, in questo caso, non possono agire da soli ma devono avvalersi dei soggetti che operano nel territorio creando in questo modo forme di collaborazione tra pubblico e privato dove i rispettivi compiti devono essere assegnati in base alle rispettive competenze.

Smart city

Il progetto del Campus ha come potenziale la riformulazione del borgo di Grumento in chiave di “città semantica” tale da collegare i diversi elementi di punta attraverso legami di significato in ottica globale, locale e contestuale. Le azioni concrete da svolgere sono inerenti: l’estensione della rete Wi - Fi a tutto il borgo, la realizzazione di un’illuminazione intelligente (Smart Energy), l’installazione di video - sportelli, la creazione di applicazioni tecnologiche (QRcode). Focus: Modello di gestione del Campus Archeologico Grumento Per quanto riguarda la gestione del Campus è stata ipotizzata la forma della joint venture, ovvero della un accordo di collaborazione tra i soggetti partecipanti al progetto, la quale unione definisce un nuovo soggetto giuridicamente indipendente. I soggetti che decidono di collaborare si pongono come obiettivo la realizzazione di un progetto comune, in questo caso lo di sviluppo della conoscenza archeologica e della valorizzazione del patrimonio storico della Val d’Agri, e che vede l’utilizzo sinergico di risorse apportate da ciascun partecipante, si in termini di know - how che in termini di capitale. I soggetti che abbiamo individuato come coinvolti nella gestione saranno necessariamente il Comune di Grumento Nova, la Soprintendenza ed il Museo

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Archeologico Nazionale (MIBAC). Abbiamo ipotizzato anche il coinvolgimento dell’Università degli Studi della Basilicata ed in particolare della Scuola di Specializzazione in Archeologia, di alcuni Istituti di ricerca presenti sul territorio, di aziende private interessate al progetto, di imprenditori e di eventuali Fondazioni o Associazioni già operanti nel settore. La struttura risulta essere, così, molto snella se si aggiunge anche che molti dei servizi considerati come non di gestione propria del Campus sono esternalizzati a cooperative, la cui nascita potrebbe essere facilitata dai soggetti stessi partecipanti alla società mista. Ad esempio potrebbero essere dati in outsourcing a cooperative create per tale scopo le attività di pulizia, di catering e ristorazione. Si potrebbero impiegare a tal proposito 15/20 risorse provenienti dal territorio stesso. Per quanto riguarda i servizi di ospitalità, il Campus potrebbe fare da facilitatore per la costituzione di una cooperativa di gestione dell’Albergo Diffuso, facendosi promotore, attraverso l’erogazione di incentivi, della ristrutturazione di alcuni edifici che saranno destinati a supporto delle attività.

enerAGRIa Il sito archeologico di Grumentum è anche oggetto del progetto enerAGRIa, il parco tematico dell’energia in Val d’Agri. Grumentum è la tappa finale del tour energetico. Infatti, la prima forma di energia è quella dell’intelletto umano, la tensione della storia che il parco archeologico emana. Grazie punti di osservazione creati con barili di petrolio dismessi, il fruitore potrà avere un punto di vista preferenziale del sito, cogliendone appieno il messaggio. Inoltre il progetto enerAGRIa propone un nuovo allestimento del Museo di Grumentum, capace di dare nuova vita alla collezione, avvalendosi di una nuova organizzazione spaziale, una nuova


2.3. Le proiezioni economico - finanziarie Partendo dalle voci identificate nella sezione precedente è possibile stimare un piano economico - finanziario quinquennale a partire dall’inizio dei lavori del progetto Campus, previsti per Gennaio 2013. L’intento di questa sezione è la messa a punto di un modello che ci consenta di fare delle simulazioni, in base a delle ipotesi predefinite, sui costi e sui ricavi che intervengono nell’ambito della gestione del progetto in questione. Sono stati stimati, in via prioritaria i costi relativi agli investimenti di medio - lungo periodo e successivamente i costi di gestione, in modo da avere una panoramica completa dell’insieme delle categorie di costi che intervengono per questa particolare tipologia di progetto. I costi relativi agli investimenti di medio - lungo termine, ovvero le spese per capitale (CapEx), intese quali fondi impiegati per acquistare asset durevoli, sono concentrati nei primi due anni di attività e rappresentano la voce di investimento più consistente. La voce più consistente per

questo tipo di costi è concentrata nella sezione “costi per la ristrutturazione21”, ed è relativo ad un incentivo per la ristrutturazione di dieci edifici ad uso residenziale, individuati in accordo con la società che gestisce gli edifici dell’Albergo Diffuso. I costi di investimento di medio-lungo periodo suddivisi in costi per la ristrutturazione22 (stimati per totale di 1,606,787 euro per il 2013, e 688,623 euro per il 2014) e altri costi d’investimento23 (stimati 17,000 di euro per il 2013 e 329,000 di euro per il 2014) sono stimati in totale di 1,623,787 di euro per il 2013 e di 1,017,623 per il 2014. Nell’ambito del budget dei costi correnti sono stati considerati, invece, tutti quei costi che appartengono alla categoria dei costi di gestione 21 Stima effettuata con: http://costi.lavorincasa.it/calcolo/rsdi. basilicata.it/mappe-in-linea/nuove-mappe-catastali (consultato il 17 ottobre 2012). 22 Costi di ristrutturazione considerati sono: demolizione e opere di muratura, intonaci, impianti, rifacimento bagni, pavimenti e rivestimenti, infissi e porte, rifiniture. 23 Gli altri costi sono: attrezzature, allestimenti aule e laboratori, struttura laboratorio di Archeologia Preventiva, struttura di riparo, consulenze, acquisto 2 mini-van, acquisto tecnologie, impianti di smartenergy, installazione Wi - Fi.

Per approfondire consultare il Capitolo 4

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(OpEx) e che intervengono, dunque, con l’inizio delle attività del CAG vere e proprie. Le ipotesi effettuate in questo ambito fanno riferimento al numero dei docenti previsti durante i corsi, il numero di corsi attivati e il personale che si occupa della gestione del Campus. Oltre al direttore generale, infatti, si prevede un inserimento anche di altre figure quali ad esempio figure in amministrazione, un esperto legale, un esperto di marketing, una figura che si occupa delle relazioni con le istituzioni, un direttore scientifico che si occupi sia dell’area didattica che dell’area del turismo. I costi di gestione corrente sono stimati in totale 1,640,287 per il 2013, 1,093,266 euro per il 2014 e vanno via via a decrescere per gli ulteriori 3 anni presi in considerazione. Dopo aver calcolato i costi necessari alla gestione del Campus a partire dalla data di inizio delle attività, prevista per Settembre 2014, è stata effettuata, infine, una stima dei ricavi provenienti dalle diverse tipologie di prezzi applicati alle diverse attività ed una stima dei finanziamenti necessari per assicurare la realizzazione del progetto. Per il budget dei ricavi, abbiamo fatto riferimento, ai ricavi per l’area didattica, della vendita di pacchetti turistici e degli introiti derivanti dall’alloggio nelle struttura dedicate al Campus nell’ambito dell’Albergo Diffuso. Per la stima dei ricavi dell’Albergo Diffuso sono stati considerati i possibili pacchetti turistici ed il tasso di copertura durante l’anno (ipotizzato crescente per dal terzo anno in poi). I ricavi sono stati stimati con un valore di 24,500 euro per il 2014, via via a salire fino alla previsione di 231,166 euro del 2017. Il fabbisogno finanziario totale del progetto è di circa 3 milioni di euro, cifra che potrà essere coperta con sponsorizzazioni, partecipazione a bandi europei (LEADER), partecipazione a bandi regionali (PO Val d’Agri) oppure il coinvolgimento di figure imprenditoriali interessate al progetto e attive per la zona in questione. I costi di gestione del Campus sono molto contenuti rispetto ai costi di investimento. Questo accade in quanto il modello di gestione pensato per il campus è molto snello e prevede l’esternalizzazione di molte funzioni a cooperative locali, dotazione di personale non elevata e

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curatela e un nuovo allestimento dotato di tutte quelle tecnologie utili nel campo della didattica e dei beni culturali e archeologici. Grumentum e Grumento Nova diventano quindi come un punto di snodo fra diversi percorsi ludico - didattici o semplicemente turistici, un punto dove si intersecano le tematiche energetiche - ambientali con quelle storico - culturali. Nelle planimetrie di fianco è possibile osservare la nuova organizzazione proposta per il museo. Il corpo centrale accoglierà i servizi (fra cui una biblioteca specializzata in energia e nel suo sviluppo nella storia), le due nuove ali su due piani accoglieranno un’esposizione sul petrolio dall’antichità in poi, mentre l’altra ala presenterà la collezione già presente con una nuova organizzazione.

l’abbattimento dei costi relativi alle utenze per mezzo dell’uso di energie alternative. Al termine del quinto anno, infatti i ricavi stimati sono inferiore rispetto ai costi di gestione. Dal quinto anno in poi, dunque, dopo aver raggiunto il punto di pareggio, il Campus potrà far fronte ai costi di gestione senza far ricorso a fonti di finanziamento esterne. L’autofinanziamento è un fondamentale indice di qualità e di fattibilità per progetti che richiedono investimenti considerevoli. Questo è, infatti, un indicatore fondamentale della sostenibilità del progetto nel lungo periodo. Tab.4

2.4 Il piano di comunicazione Il piano di comunicazione si propone di realizzare attraverso un sistema omogeneo, iniziative, progetti e piani strategici che tengono conto dei vari segmenti di pubblico cui è rivolto il Campus di Archeologia. Le azioni da intraprendere si rivolgono, dunque, a cinque categorie di riferimento: le Istituzioni (Regioni, Province, Comuni e Enti Territoriali), gli operatori (Scuole Primarie e Secondarie, Università italiane ed internazionali, Enti di


bookshop esposizione storia del petrolio collezione attuale archeologica caffè/area buffet ticket biblioteca specializzata dell’energia sala meeting

wc

piano terra

piano seminterrato

Box 10

costi di investimento

2014

1,623,787

1,017,623

5,000

5,000

2,000

2,653,410

16,500

75,643

206,820

215,100

224,400

738,463

0

24,500

69,940

174,600

231,166

500,206

costi di gestione RICAVI

2015

2016

2017

TOTALE

2013

Tab.4 - Dettaglio dei Costi d’investimento, Costi di Gestione e Ricavi

Formazione, Associazioni culturali, operatori della cultura e del turismo), i turisti (Famiglie con bambini, studenti delle scuole Primarie e Secondarie, studenti universitari italiani e stranieri, professionisti), i cittadini residenti.

2.4.1 Strategie operative

La valorizzazione del patrimonio storico culturale avviene attraverso due canali differenti (formazione e innovazione). La formazione intesa come offerta diversificata di corsi di alta formazione e corsi di perfezionamento

professionale da svolgere durante l’intero anno solare. L’innovazione intesa come valorizzazione del museo e parco archeologico attraverso l’applicazione di postazione multimediali e digitali tali da rendere i complessi culturali interattivi e maggiormente fruibili da un target diversificato. Al fine di una reale valorizzazione è necessario: sviluppare l’educazione al patrimonio culturale rafforzando i rapporti tra le scuole e la rete dei servizi educativi organizzati dal Campus e elaborando materiali didattici per ogni fascia di età e per ogni tipo di pubblico

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sia nel formato cartaceo che digitale. Promuovere corsi di aggiornamento e formazione sulla didattica del patrimonio culturale per funzionari di operatori culturali e professionisti. Sempre all’interno dell’area di valorizzazione è necessario valorizzare l’offerta il Museo archeologico ed il borgo attraverso la distribuzione di materiale informativo ed introduzione di sportelli informativi telematici. Utilizzare, dunque, di strumenti tecnologici per migliorare la conoscenza e la fruibilità del patrimonio, realizzare visite guidate, mostre, spettacoli all’interno dei luoghi d’arte e partecipazione ad attività di promozione territoriale, implementare l’attività di ricerca archeologica (scavo) per la riqualificazione dell’offerta. Come detto, la seconda finalità è la possibilità di destagionalizzare i potenziali flussi turistici mediante l’organizzazione di attività ludico/ ricreative collegate anche alle attività di laboratorio di alcuni corsi di Alta formazione. Ciò risulta possibile grazie alla creazione di un’offerta turistica ad hoc attraverso la realizzazione di rivisitazioni storiche, l’analisi, monitoraggio, e valutazione dei target di riferimento e dei fabbisogni dell’utenza attraverso la sistematizzazione dei dati, indagini statistiche e qualitative. é necessaria inoltre la formulazione di diversi percorsi tematici che abbraccino la variegata domanda dei potenziali turisti (cultura, natura, enogastronomia, divertimento), e la realizzazione di itinerari tematici al di fuori dei classici circuiti turistici. Terzo obiettivo è la realizzazione di un sistema di servizi integrato con il territorio complementare alle esigenze formativo/ ricettive del Campus, dotato degli spazi necessari per svolgere tutte le attività di accoglienza per studenti e/o turisti. Ciò è pensato possibile grazie l’ideazione di un prototipo di Smart City che associa l’utilizzo più razionale dell’energia all’integrazione delle tecnologie pulite, la riduzione del digital divide, l’ottimizzazione dei consumi energetici, l’informatizzazione della cittadinanza. Ultimo ambito è quello di dotare il Campus di strumenti di comunicazione interna ed esterna (guide museo e receptionist, valorizzazione delle risorse umane) per creare un’immagine univoca

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grazie alla condivisione di una politica globale e coordinata dell’uso del marchio CAG (Campus Archeologico Grumentum), e grazie all’adozione di una simbologia uniforme e riconoscibile allo scopo di ottenere una immagine integrata. È importante a tal fine la sinergia operative con gli enti territoriali (APT, GAL), il consolidamento dei rapporti di collaborazione con amministrazioni internazionali in ambito U.E., assicurare la partecipazione rappresentativa del Campus presso organismi promotori di azioni internazionali.

2.4.2. Strumenti

Per il raggiungimento degli obiettivi elencati, si prevede di individuare ed utilizzare strumenti che consentano di realizzare in modo efficace e produttivo le azioni utili a conseguire gli scopi del Piano di comunicazione. Gli strumenti sottoelencati sono: il co - marketing, le sponsorizzazioni, la pubblicità e l’e - advertising, le relazioni pubbliche. Un progetto di co - marketing24 può permettere, anche attraverso la ricerca di partner e sponsor, di creare porgetti o condividere con altre realtà la promozione del patrimonio culturale. Le sponsorizzazioni prevedono l’attivazione di collaborazioni tra enti pubblici e privati, offrendo da un lato la possibilità di investire sulla formazione e valorizzazione del Campus e dall’altro il ritorno d’immagine in entrambi i soggetti. In base ai target di riferimento la pubblicità si può attuare sui seguenti mezzi di comunicazione: stampa quotidiana e periodica, radio, televisione, cinema, cartellonistica, affissioni e mezzi di trasporto pubblici, internet, sito web dedicato, social network, telefonia wireless. Le relazioni pubbliche25 hanno l’obiettivo di presentare una buona immagine dell’impresa all’opinione pubblica. Può essere applicata attraverso: eventi (celebrazioni, conventions, conferenze stampa, convegni), modulistica, brochure, pubblicazione aziendale, supporti audiovisivi, internet (extranet), telefono, mail. 24 Il co - marketing è un piano di collaborazione con altri enti o imprese sotto forma di investimento comune attiva operazioni di marketing. 25 Con relazioni pubbliche intendiamo l’insieme variegato di attività mirate a mettere in relazione un’organizzazione con l’ambiente nel quale essa opera, al fine di presentare una buona immagine di sé all’opinione pubblica.


Conclusioni Ogni ricercatore partecipante al progetto ha scritto una riflessione conclusiva in modo da dare la propria visione del lavoro di ricerca effettuato. Il Campus, finalizzato allo sviluppo territoriale, economico e sociale, tende al potenziamento delle risorse peculiari della Val d’Agri, integrando le ricchezze archeologiche ad esperienze di formazione ed intrattenimento innovative. Lo scopo primario del lavoro progettuale è di rendere la cultura maggiormente fruibile, attraverso meccanismi di marketing strategico. Paloma D’Alterio Vollaro Ricercatrice Turismo e Beni Culturali Dal punto di vista del designer, il progetto risulta interessante perché non si ferma al livello architettonico solo al recupero ed allestimento di strutture fisiche (edifici) ma coinvolge più professionalità impegnate nella progettazione di un sistema più complesso composto da livelli collegati tra di loro. Con la proposta di progetto si è cercato di dimostrare la potenzialità di una progettazione interdisciplinare, che porta ad una visione più completa del tema progettuale. Matteo Bernecoli - Designer

Il modello ipotizzato per il Campus è snello e decentrato con costi di gestione contenuti, in pareggio già a partire dal quinto anno, a dimostrazione della sostenibilità del progetto nel lungo periodo. Alice Giorgio - Ricercatrice Economia Non possiamo esimerci dal ripetere che la cultura deve essere considerata una risorsa, uno strumento di promozione del senso di cittadinanza fondato sulla consapevolezza del valore materiale e immateriale del patrimonio culturale capace, grazie a politiche e strategie adeguate, di stimolare e attrarre il turismo culturale, incentivare la ricerca e l’innovazione vero motore di promozione dello sviluppo economico e sociale del territorio. Tutto ciò può avvenire solo attraverso la promozione di iniziative culturali di collaborazione che siano capaci di creare interesse fra la popolazione e di far interagire le diverse esigenze in azione rispettando la memoria storica, avendo a cuore il passato ma soprattutto lo sguardo rivolto al futuro. Angela Voce - Sociologa

È nostro preciso dovere tutelare i beni storici, artistici, archeologici e paesaggistici che costituiscono il nostro patrimonio, così come promuovere la massima diffusione possibile della sua conoscenza. Il nostro interesse è particolarmente rivolto al concetto di innovazione, filo conduttore che lega le varie parti del progetto, inteso come rinnovamento, cambiamento che genera progresso umano e che deve essere sempre più al servizio della valorizzazione del nostro patrimonio storico, artistico e paesaggistico. Luisa Buccino Esperta in Beni Culturali e Tecnologia Applicata Il Progetto Campus Archeologico di Grumento è la concretizzazione di un modello alternativo di fruizione del patrimonio archeologico e si colloca quale mezzo ottimale per la salvaguardia delle risorse in un ottica del tutto centrata sullo sviluppo delle aree interne e su una rigenerata fruizione turistica dei luoghi.

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Bibliografia e sitografia APT Basilicata ufficio di Matera - anno 2010, il turismo scolastico in Basilicata Articolo del Corriere della Sera, in data 1/08/2012, “Carandini, archeologo moderno” di Vincenzo Tritone Articolo del Il Sole 24 Ore Inserto della Domenica in data 23/09/2012 “Terza via per i beni culturali” di Giovanni Maria Flick Articolo della La Nuova Sardegna in data 8/09/2012 “Nuovo turismo: in vacanza con gli archeologi” Beretta E., Migliardi A., Le attività culturali e lo sviluppo economico: un esame a livello territoriale, in Questioni di Economia e Finanza, luglio 2012 Bonacini E., Nuove tecnologie per la fruizione e valorizzazione del patrimonio culturale, Aracne, 2011 Bottini P. (a cura di), il museo archeologico nazionale dell’Alta Val d’Agri, 1997 Corbetta P., La ricerca sociale: metodologia e tecniche. Le tecniche qualitative, Il Mulino, 2009 Corbetta P., La ricerca sociale: metodologia e tecniche. Le tecniche quantitative, Il Mulino, 2009 Droli M., Dall’Ara G., Ripartire dalla bellezza, Cleup Edizioni, 2012 Grassano I., Passato & futuro. I musei in 3D, La Repubblica, articolo del 04/01/2011 Istituto G. Tagliacarne (a cura di), Le attività economiche collegate alla valorizzazione del patrimonio culturale, 2007 MIBAC Direzione Generale per la Valorizzazione del patrimonio culturale, Innovazione e Tecnologia, le nuove frontiere del MiBAC Lu.Be.C., 2011 Miur, Indagine sull’istruzione universitaria Anagrafe degli studenti. Formazione post laurea Consorzio Interuniversitario Almalaurea Osservatorio sul turismo - studio sull’andamento dei viaggi d’istruzione degli istituti superiori di secondo grado. Osservatorio permanente sul turismo natura, 8° Rapporto Ecotour sul turismo natura, 2010 Quaderni Formez Basilicata, Archeologia, turismo, spettacolo, 2007 Rapporto Svimez 2012 Regione Basilicata, L.R. Giugno 2008, n.6 Tacchi E.M., Salomone M. (a cura di), Culture della sostenibilità, 2011

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CAPITOLO 5 5.2 Il progetto Albergo Diffuso

Introduzione Nota metodologica Descrizione Conclusioni Bibliografia sitografia


Introduzione Sulla base dei temi trattati finora è giusto evidenziare il lavoro della Fondazione Eni Enrico Mattei relativamente al tema della ricettività sostenibile cioè quella che con due parole possiamo chiamare ospitalità diffusa e la conseguente forma ricettiva dell’Albergo Diffuso. Il progetto dell’Albergo Diffuso è trasversale a tutti i progetti portati avanti dalla Fondazione nel settore turismo, in quanto questo tipo di ospitalità è basata sui valori della sostenibilità ambientale, del rispetto dell’identità dei luoghi, valori fondanti tutto il nostro lavoro di ricerca e progettuale. Si è osservato, nello sviluppo dei nostri progetti, che l’AD può essere un supporto a tali progetti, creando un rapporto di reciproco aiuto, infatti è stato inserito nell’idea progettuale del progetto CAG1 (Campus Archeologico Grumentum), nei due progetti di ricerca PNAL2 (Parco Nazionale Val d’Agri Lagonegrese), nel progetto Green Road Basilicata3, nel progetto Maru a Tramutola4. L’Albergo Diffuso, e più in generale l’ospitalità diffusa, sono oggi di grande attualità proponendo modelli turistici innovativi. ADI (Associazione Nazionale Alberghi Diffusi) ha certificato sul territorio italiano la presenza di 60 AD effettivi, ma è un fenomeno destinato a crescere (dati aggiornati al 2011). La Basilicata fra l’altro vede sul suo territorio ben due strutture di questo genere, presenze confrontabili con regioni quali Abruzzo e Liguria. 1 La ricchezza di case disabitate del territorio grumentino ha presto portato ad ipotizzare la creazione di un AD che potrebbe raccogliere presenze prettamente turistiche durante la stagione estiva, mentre ospitare studenti, professionisti e specialisti che frequentano i corsi del Campus negli altri mesi. 2 Il progetto prevede l’adesione del Parco alla Carta Europea del Turismo, la FEEM supporta l’ente parco al conseguimento di questo obiettivo. La presenza sul territorio di strutture diffuse e caratteristiche renderebbero la fruizione del parco più efficiente, più appetibile ed un’esperienza ancora più ricca. 3 Il progetto mira ad attirare nell’entroterra una parte dei turisti della costa ionica proponendo loro una serie di percorsi. La realizzazione di un AD sul territorio di Marsico Nuovo, Grumento Nova e Tramutola sarebbe utile a quei turisti che dal mare si addentrano nell’entroterra decidendo di pernottarvi. 4 Un gruppo di 8 giapponesi in visita a Tramutola, questa esperienza innesca l’idea di attivare un AD anche i questo paese, soprattutto come supporto al progetto sviluppato dalla Proloco “Tramutola Paese dell’energia” che prevede la fruizione da parte dei turisti di una serie di percorsi a tema energetico.

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L’Albergo Diffuso5 è un comparto che cresce anche perché su tutto il territorio italiano si contano circa 20 milioni di vani vuoti concentrati soprattutto in borghi simili a Marsico Nuovo. Non è un caso quindi che l’Albergo Diffuso sia un modello tutto italiano: esso nasce dal presupposto di usare quello che si trova già sul territorio per fare impresa. L’AD è addirittura diventato, a quasi 30 anni dalla nascita (nasce in Friuli nel 1982, viene riconosciuto dal Governo italiano il 5 maggio 2011), il terzo modello di ospitalità nel mondo subito dopo il modello Caesar Ritz e il modello Holiday Inn. A differenza del Caesar Ritz che si occupa di replicare alberghi di lusso in tutto il mondo e dell’Holiday Inn che porta avanti l’idea di uno standard di ospitalità alberghiera globale, il modello AD ha caratteristiche del tutto nuove: un po’ albergo, un po’ casa cerca di offrire un’esperienza originale, puntando sulle potenzialità del luogo. Questo modello ha ricevuto riconoscimenti a livello mondiale nel settore turistico per l’innovazione nel 2008 al Best Ideas di Budapest, UNDP - EBN; come modello di ospitalità al Global Tourism Award 2010 di Londra e per la sostenibilità alla Conferenza “Turismo Responsabile” tenutasi a Milano nel 2010. L’AD è una struttura che offre gli stessi servizi di un piccolo albergo (alloggio, colazione biancheria, pulizia ecc.) facendo rivivere case abbandonate che tornano a produrre reddito. Il modello ha degli svantaggi come per esempio un costo di mantenimento superiore a quello di un albergo di tipo tradizionale, ma ha in potenza una serie di opportunità per il borgo e per il territorio. Quali: • •

la valorizzazione di beni privati. Le case abbandonate di privati vengono valorizzate e rimesse in attività; la valorizzazione di beni pubblici. Le presenze dovute all’AD portano ad un aumento nella fruizione di parchi naturali e archeologici, musei e itinerari turistici di vario genere; la valorizzazione del patrimonio umano

5 Nome coniato per la prima volta dal professore Giancarlo dall’Ara il quale lo definisce un “modello originale di ospitalità” diverso da tutti gli altri presenti al mondo.


Descrizione locale. Alcune amministrazioni hanno aperto la casa degli anziani ai turisti (per lo più stranieri) i quali hanno socializzato con gli anziani, imparando usi e costumi del luogo e portandosi a casa un’esperienza unica e gratificante. Dall’altra parte gli anziani e più in generale la comunità si è sentita coinvolta in un progetto più grande, riportando alla luce l’orgoglio per le proprie tradizioni e la voglia di curare e valorizzare la propria terra.

Nota metodologica Il progetto definito Albergo Diffuso ha una impostazione metodologica un po’ diversa rispetto agli altri progetti di ricerca della Fondazione Eni Enrico Mattei, in quanto è nato grazie all’esperienza accumulata dall’Istituzione di ricerca nel corso degli anni, rispetto le tematiche del turismo sostenibile, e della ricettività alternativa dell’ospitalità diffusa. Infatti, proprio grazie a questa esperienza la fondazione è stata contattata, come detto, dall’amministrazione comunale per la consulenza e l’organizzazione del convegno qui descritto. A seguito di tale iniziativa è seguita un’indagine sul territorio della valle, suddivisa in 5 fasi (esplicate qui di sotto), con l’obiettivo di raccogliere tutte le informazioni sullo stato di fatto del territorio, utili per rendere i borghi appetibili agli occhi degli investitori. Questa indagine territoriale ha portato alla esplicazione di un’ipotesi progettuale effettuabile in futuro consistente nella realizzazione di un sito web che riunisca e organizzi tutte le informazioni, gli strumenti e necessari alla riqualificazione dei borghi.

Il progetto Albergo Diffuso è nato a seguito della richiesta del comune di Marsico Nuovo di organizzare un convegno chiamato “Le nuove frontiere del turismo - l’ospitalità diffusa nel borgo antico di Marsico Nuovo6”. Il convegno è stato realizzato dalla presa di coscienza dell’amministrazione comunale di una carenza ricettiva da un lato e della grande ricchezza rappresentata da una miriade di case abbandonate dall’altra, oltre che dalla volontà di cercare soluzioni innovative per l’ospitalità, viste come una nuova possibilità di sviluppo del territorio marsicano. L’iniziativa7 organizzata dal Comune di Marsico Nuovo e della Fondazione Eni Enrico Mattei, con il patrocinio del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e dell’Apt Basilicata, ha visto protagonisti alcuni fra i maggiori esperti in turismo specializzati in Albergo Diffuso, in ristrutturazioni, in ricettività, ecc. Con la consulenza scientifica della FEEM si sono individuate le personalità8 adatte al convegno in base al curriculum formativo ed all’esperienza lavorativa. L’AD viene descritto, nel convegno, come un oggetto in grado di rendere possibile quella difficile collaborazione fra persone, ristoratori, albergatori, commercianti, per il raggiungimento di un bene comune. Le potenzialità dei piccoli borghi, compresi quelli della Val d’Agri, riguardano una crescente esigenza da parte delle persone che vivono in città di riappropriarsi dei “lussi del nostro tempo9”. Sono sempre più i turisti a volersi rimpossessare di questo tempo, di stili di vita più calmi e riflessivi, più attenti ai ritmi naturali, alla socialità, all’identità 6 Organizzato il 20 luglio 2012 a Marsico Nuovo. 7 Per maggiori informazioni sul convegno visionare il seguente link: www.youtube.com/watch?v=QcJ0cxrmVkY. 8 Questi le persone che hanno partecipato al convegno: Maurizio Droli (Coordinatore della “Scuola internazionale per l’Albergo Diffuso”), Roberto Bresciani (Architetto progettista di strutture alberghiere ed esperto in turismo), Emma Basile (Agente immobiliare turistico di “Porta d’Oriente Real Estate”), Maurizio Antonazzo (Consulente del “GAL Capo S. Maria di Leuca”), Antonio Canosa (Presidente dell’Albergo Diffuso “Le Costellazioni”), Michele Esposto (Presidente della società “Borghi Srl”, “Iniziative Sviluppo Locale”). 9 Definizione coniata dal sociologo Domenico De Masi in “Ravello. Un petit tour”, Editore Avigliano, 2010.

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Schema dei requisiti dell’Albergo Diffuso

e unicità di tradizioni e prodotti. Basti pensare al caso Tuscanyshire o al crescente numero di stranieri che comprano casa in Abruzzo. Il turista degli AD è definito come “di terza generazione” in quanto ricerca luoghi diversi da quelli del turista tradizionale. Egli esige luoghi unici, originali, dove potersi rilassare. L’Albergo Diffuso non entra quindi in competizione con le attività ricettive, di ristorazione, commerciali, ecc. già presenti sul territorio, ma addirittura porta nuove possibilità, nuovi fruitori, nuove vie da percorrere. Se da un lato l’AD occupa in totale circa una ventina di dipendenti fra management, gli esecutivi, gli operatori e i rinforzi stagionali, dall’altro scatena una serie di benefici occupazionali secondari. Basti pensare:

• ai benefici economici che si riversano sui proprietari degli immobili che allestiscono alloggio per l’AD, agli addetti alla ristorazione,

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• • • • •

agli enti locali, alle associazioni organizzatrici di eventi; alle possibilità di sviluppo per i produttori agricoli e gli allevatori e per i loro prodotti IGP, DOC, ecc.; all’incremento produttivo e di entrate dei laboratori artigiani e delle piccole botteghe commerciali; allo sviluppo di attività per guide, accompagnatori, archeologi, per i parchi interni ed esterni alla gestione; alla possibilità di attivazione di programmi ad hoc che coinvolgano studenti, biblioteche locali, università e ricerca; alla programmazione di attività con strutture sovra locali come consorzi locali, APT, associazioni, club e alla creazione di circuiti regionali, nazionali e internazionali; ai benefici che si ripercuotono anche sui facilitatori locali (architetti, notai, commercialisti, ecc.), ossia tutte le persone e le professionalità che servono alla struttura per essere operativa.


L’AD richiede però: • nuove competenze, nuovi modi di agire in partnership, ciò che viene chiamato “Partnering turistico” (promosso da Federalbeghi, Ministero del Turismo Italiano, Federazione Relazioni Pubbliche, associazioni d’impresa, consorzi, ecc.) per fare sistema e agire con azioni di co - marketing e di co management in modo da ridurre le risorse necessarie e al contempo potenziare i servizi e le attività; • nuove abilità come la capacità di individuare e sviluppare le eccellenze e le unicità del proprio territorio, trasformandole in prodotti e servizi vendibili; • nuova progettualità e programmazione, ossia la capacità di valutare se l’investimento è sostenibile sul lungo periodo e non apra invece la strada a fenomeni di sciacallaggio e speculazione.

In sintesi l’AD parte da elementi già presenti sul territorio per poi potenziarsi ed evolversi, spingendo le persone a collaborare, a diventare parte attiva del progetto, poiché tutti coloro che vi collaborano possono effettivamente avere ricadute positive sia economiche, che sociali, che nello stile di vita10. La descrizione delle caratteristiche, delle condizioni e dei benefici che caratterizzano l’AD che il convegno ha messo in luce sembrano adattabili e molto compatibili con la Val d’Agri. Assecondando l’onda lunga generata dal convegno, la Fondazione, partendo da Marsico Nuovo e poi allargando lo sguardo ad altri comuni, ha attivato un’indagine sul territorio valligiano.

Gli step affrontati sono:

• Una prima fase di raccolta di informazioni

rispetto a percorsi, attività turistiche e culturali presenti sul territorio. Consultando brochure e siti dei diversi comuni, progetti del GAL AKIRIS11, attività proposte dall’APT, si nota come la Val d’Agri sia irrorata da una serie di percorsi, parchi, emergenze che si sovrappongono

10 Fonte: intervento Professor Droli al convegno “Le nuove frontiere del turismo - l’ospitalità diffusa nel borgo antico di Marsico Nuovo”. 11 Per maggiori informazioni consultare il seguente link: www.galakiris.com

creando un fitto reticolo. Questo è un fattore importantissimo perché se da un lato il “turista di terza generazione” ricerca il relax come precedentemente descritto, dall’altra esige attività che lo portino ad esperire il luogo. In tal senso, infatti, l’analisi dello stato di fatto è fondamentale. Per completare il quadro si è creata una timeline storico culturale per ogni comune, che riassume le informazioni principali rispetto agli eventi storici più importanti e le emergenze culturali del borgo. La scheda ha anche lo scopo di mettere a confronto eventuali similitudini e differenze nella storia dei comuni, in modo da poter organizzare pacchetti specifici, integrare itinerari, rendere organica l’offerta. Una seconda fase di analisi delle strutture ricettive presenti nelle vicinanze dei borghi o nei comuni limitrofi. Così come sottolineato alla conferenza è importante la presenza e la cooperazione fra AD e strutture ricettive di tipo tradizionale, per programmare azioni e prodotti turistici mirati (per esempio l’AD punta sulle famiglie, mentre l’albergo tradizionale punta sulle scolaresche, ecc.). Anche in questo caso la Val d’Agri mostra la presenza di strutture ricettive di medio livello (due, tre stelle) e di strutture complementari, dalle quali riuscire ad ottenere consensi ed adesioni al progetto. Una terza fase di redazione di un censimento delle abitazioni abbandonate per ogni singolo borgo, mediante la realizzazione di fotografie e di una mappa che le raggruppasse e le collocasse. I siti mappati a dicembre 2012 sono Marsico Nuovo, Grumento Nova e Tramutola. Questi tre comuni presentano un tessuto ricco di case disabitate sia in cattive che in buone condizioni. Una quarta fase in cui si sono sottoposte le mappe del censimento alle amministrazioni per una verifica dello stato di abbandono, del recupero e contatto dei proprietari, ecc. Un’ultima fase che ha analizzato il tessuto urbano del paese, proponendo edifici utili per accogliere le strutture comuni dell’AD e le abitazioni invece con caratteristiche più aderenti a diventare “le stanze”.

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L’obiettivo della proposta di progetto è raccogliere tutto il materiale utile per rendere i borghi appetibili agli occhi di un investitore e coinvolgerlo nel loro recupero. Il voler lavorare su più borghi piuttosto che su uno singolo, così come proposto e sostenuto in diversi progetti della FEEM, nasce dall’idea della forza del network: mettendo in rete diversi comuni, unendo quindi in un unico percorso le potenzialità dei diversi borghi, si ha la possibilità di creare un prodotto più completo e con maggiori prospettive di successo, rispettando l’idea che il tutto è più della somma delle sue parti. A seguito della vasta esperienza della Feem sulla tematica dell’Albergo Diffuso, sono emersi elementi che hanno fatto maturare nuove idee. Ad esempio l’esperienza tramutolese con l’Università di Tokyo ha permesso di creare un link con uno studente che di recente ha contribuito a realizzare il più grande sito real estate giapponese. L’idea scaturita è quella di realizzare un sito internet che organizzi e raccolga i comuni (il cui tessuto abitativo sta decadendo per un progressivo abbandono delle abitazioni) che hanno dimostrato sensibilità alla valorizzazione del proprio territorio attraverso diverse attività. Si è scelto quindi di sottoporre il progetto a Marsico Nuovo, Tramutola, Grumento Nova e Corleto Perticara. Inoltre, per stimolare la giovane imprenditoria locale, l’idea di progetto mira a coinvolgere tramite le amministrazioni quattro giovani che intendano collaborare all’ideazione e che siano interessati a portare avanti il progetto in futuro in modo autonomo. La proposta di progetto intende creare un modello replicabile, nello specifico concretizzato in un sito internet, che raccolga tutte le informazioni, gli strumenti e i servizi necessari alla ristrutturazione e alla rivitalizzazione dei borghi. In via iniziale si propone un sito così organizzato: •

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La HOMEPAGE del sito costituita da un MENU che raggruppa le seguenti sezioni: • MISSION, espone gli obiettivi che si propone il progetto (Chi siamo?, cosa facciamo?, perché?, In che modo?). • BASILICATA, raccoglie e racconta tutte le attrattive che si possono trovare sul territorio (Perché visitare la Basilicata?

MARU House “MARU house è una casa destinata ai visitatori stranieri.Qualsiasi visitatore straniero, con una forte motivazione a conoscere e comprendere le tradizioni del paese e quindi a creare nuove idee, potrà utilizzare questo spazio per un periodo di tempo. La casa non solo diventerà un luogo per studenti e simili, ma anche il luogo per portare avanti progetti locali, dal’analisi all’approfondimento, dall’ideazione di progetti innovativi all’esecuzione. Le amministrazioni locali, le aziende e le varie istituzioni avranno un ruolo chiave nel promuovere e sostenere le attività.” MARU in ITALY Identifying Local Tresures., April: 2012 Milan & Tramutola Fieldwork Report i.school of The University of Tokyo, Scuola del Design, Politecnico Di Milano

Box 12 Albergo Diffuso Il convegno tenutosi a Marsico Nuovo il 20 luglio 2012 nasce dalla collaborazione tra il Comune di Marsico Nuovo e la FEEM. Grazie allo spirito di iniziativa del comune e al supporto scientifico della Fondazione, il convegno ha gettato le basi per iniziare a parlare di Albergo Diffuso. Invitanto i maggiori esperti del settore si è cercato di creare una descrizione ad ampio raggio dell’AD, spiegandone caratteristiche, opporunità e rischi. Rivolgendosi alla popolazione si è stati così in grado di raccogliere consensi, suggerimenti e possibili partecipanti al progetto.


Box 11

Per approfondire consultare il Capitolo 5.2

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Perché la Val d’Agri? Quali sono gli itinerari turistici già attivi?, ecc.). In questa sezione è presente il link al “Portale Val d’Agri”, utile strumento per conoscere le attività presenti in Val d’Agri mese per mese. LE RESIDENZE è la sezione in cui, come si trattasse di una vetrina, vengono mostrate le schede delle case abbandonate o da ristrutturare (fotografia, mq, ecc.) ATTORI LOCALI è la parte del sito rivolta alle aziende locali che vogliano candidarsi per partecipare al progetto. Per esempio la sezione si rivolge ad aziende edili, agenzie immobiliari, progettisti locali che intendano dare il loro contributo anche in forma di collaborazione concordata con l’amministrazione locale (per esempio vengono stabilite delle linee guida per il recupero degli edifici e fra le varie aziende che si candidano vengono scelte e “consigliate sul sito” solo le più vicine ed aderenti alle linee guida). SERVIZI raccoglie per categorie tutti i tipi di interventi e servizi che potrebbero servire al recupero di una abitazione, alla sua compra - vendita, ecc. Qui l’utente che decida di comprare o investire nel progetto può scegliere fra aziende e agenzie che lo aiutino al suo scopo specifico. GUIDA ALLA COMPRA/VENDITA, raccoglie le FAQ, ossia le domande più frequenti che ricorrono fra gli utenti, per esempio sulla compra - vendita, sulle finalità e sul funzionamento del sito, ecc.

TOOLS, ossia strumenti, fa accedere ad applicazioni in grado per esempio di calcolare il finanziamento, ecc.

La proposta di progetto chiede la collaborazione di diversi attori, domandando per ognuno un diverso tipo di partecipazione: •

alle amministrazioni e al giovane referente: contribuire alla progettazione del sito, a riempire il sito di contenuti, fornendo informazioni rispetto alle abitazioni abbandonate, alle imprese locali interessate, ecc. al gruppo di studenti dell’Università di Tokyo: contribuire supportando la realizzazione del sito e creando un network internazionale anche attraverso gli strumenti che hanno disposizione (sito “real estate”, progetto “Maru”) al Politecnico di Milano: contribuire attraverso l’apporto scientifico che può fornire, suggerendo soluzioni, sistemi, modalità comunicative che possano aiutare al recupero dei borghi (attraverso dei workshop).

Detto ciò, è interessante rilevare come le tematiche affrontate dai vari progetti Feem siano realmente interconnesse, e come dallo sviluppo di un’idea progettuale complessa nasca l’ipotesi e la possibilità di un nuovo progetto da realizzare.

La HOMEPAGE del sito costituita da due ulteriori bottoni: • LIFESTYLE è una sezione che in base agli interessi del fruitore consiglia se cercare l’abitazione, la seconda casa, ecc. in un comune piuttosto che in un altro. Grazie ai questionari realizzati per il progetto “Green Road Basilicata” sappiamo che il turista tipo dell’entroterra lucano ha due principali interessi: Sport e natura; arte e cultura. Per approfondire consultare il Capitolo 5.2


Albergo Diffuso Campus Archeologico Grumentum

PNAL Val d’Agri Lagonegrese e Carta Europea del Turismo Sostenibile

MARU house Albergo Diffuso

Green Road Basilicata

Schema dei progetti FEEM che potrebbero completare la loro offerta con la realizzazione di un Albergo Diffuso

L’Albergo Diffuso completa e si completa confrontandosi con gli altri progetti proposti dalla FEEM. Riqualificare i borghi rendendoli capaci di offrire una nuova esperienza ricettiva, incoraggia la fruizione degli altri percorsi proposti, serve a fornire servizi utili a chi deve risiedere in Val d’Agri per studio e/o lavoro, diventa supporto alle attività didattiche, ecc.

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Conclusioni Per concludere il nostro ragionamento dobbiamo dire che l’innovativa formula ricettiva dell’Albergo Diffuso è in linea con la convinzione che per sviluppare e promuovere realmente un luogo sia necessario partire dalle risorse presenti sul territorio. L’idea dell’AD, semplificando, è quella di trasformare gli edifici in disuso, quindi non produttori di nessun tipo di reddito (ma solo un costo) per chi li possiede, in albergo creando un sistema a rete fra i vari attori locali. È evidente come questo tipo di trasformazione di miglioramento della dotazione strutturale del territorio (attraverso la riqualificazione degli edifici) possa attivare tutto il sistema economico locale, coinvolgendo sia la cittadinanza che le attività imprenditoriali e commerciali con un impatto ambientale minimo sul territorio. Lo sviluppo di questa forma di ricettività alternativa può portare, come detto, all’incremento dei flussi dei turisti interessanti a vivere delle esperienze diverse da quelle tradizionalmente vissute del viaggio - vacanza classico, questi sono dei turisti che amano auto - organizzarsi e soprattutto vogliono entrare in contatto con l’esperienza reale delle persone del luogo. Attrarre questo tipo di turismo significa, generare una crescita della domanda dei servizi e facilitare la nascita di nuove iniziative produttive, portando così dei benefici per la comunità locale oltre che ovviamente per il sistema economico.

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Bibliografia e sitografia Giancarlo Dall’Ara, “Il fenomeno degli alberghi diffusi”, Palladino editore, 2005

www.albergodiffuso.com

Giancarlo Dall’Ara, Maurizio Droli, “Ripartire dalla bellezza. Gestione e marketing delle opportunità d’innovazione nell’albergo diffuso nei centri storici e nelle aree rurali”, Ed. CLEUP, 2012

www.youtube.com/watch?v=QcJ0cxrmVkY

Domenico De Masi in “Ravello. Un petit tour”, Editore Avigliano, 2010

www.alberghidiffusi.it www.galakiris.com www.aptbasilicata.it



CAPITOLO 6 6.1 Le opportunità del cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita della Lucana Film Commission Introduzione 1. Cinema, turismo e sviluppo territoriale 2. Le film commission 3. Basilicata coast to coast: ruolo del paesaggio e opportunità per il cineturismo 4. L’analisi sul campo: l’impatto econmico di Basilicata coast to coast Conclusioni Bibliografia, sitografia e filmografia


Introduzione Un’altra attività di ricerca avviata dalla FEEM di Viggiano, all’interno del filone di indagine legato al turismo sostenibile, è quella relativa al cineturismo in Basilicata. Tale filone di ricerca nasce dalla consapevolezza che la realizzazione di un film, di una fiction o qualsiasi altro prodotto audiovisivo può apportare notevoli benefici in termini economici al luogo in cui essi sono girati, rappresentando un importante mezzo di promozione turistica dell’area. Con il termine cineturismo (film induced tourism) si indica quella forma di turismo praticata da chi trascorre le proprie vacanze nei luoghi che hanno ospitato un set cinematografico. Esiste un’ampia letteratura straniera relativa agli effetti generati dal cinema o dalle fiction televisive sul turismo1. Il presente lavoro2 presenta l’analisi della letteratura esistente relativa alle tematiche del cineturismo e i risultati di un’indagine sul rapporto tra cinema e turismo, con un focus sulla Basilicata. In Basilicata, a partire dagli anni ’50, sono stati realizzati più di quaranta film che hanno utilizzato gli innumerevoli paesaggi della regione come sfondo per storie neorealiste, film verità, cinematografia biblica, commedie, storie fantastiche. Una delle produzioni più recenti è “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo, storia di una combriccola di musicisti che attraversano a piedi la terra lucana da una costa all’altra per raggiungere il festival musicale di Scanzano. Il film ha avuto un buon successo al botteghino ed ha ottenuto alcuni importanti riconoscimenti nazionali. Nello specifico, la ricerca analizza i primi impatti turistici (e quindi anche economici) che il film “Basilicata coast to coast” ha avuto sul territorio. Lo scopo è quello di fornire un’analisi scientifica del fenomeno e delle sue ripercussioni sull’economia locale anche in vista della possibile realizzazione di una Film Commission della Basilicata. 1 Vedere al riguardo: Cohen 1986; Schofield, 1996; Macionis, 2004; Beeton, 2005. 2 Documento redatto da Angelo Bencivenga, Livio Chiarullo, Delio Colangelo e Annalisa Percoco. Il lavoro è stato coordinato da Livio Chiarullo.

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Lo studio ha monitorato gli effetti che la pellicola ha avuto sulla promozione del territorio e, in particolar modo, delle location utilizzate dal film, fino ad oggi marginalmente interessate dai flussi turistici. L’indagine sul campo, svoltasi da novembre 2010 ad aprile 2011, si è avvalsa di un questionario, somministrato a tutti gli operatori turistici dei luoghi toccati dal film, i cui dati sono stati approfonditi da interviste faccia a faccia. Gli incontri hanno coinvolto sia Enti e Istituzioni che hanno dialogato con il regista e supportato (anche economicamente) la produzione, sia imprenditori locali, che hanno associato il titolo “Basilicata coast to coast” a eventi e manifestazioni organizzati nei mesi estivi, poco dopo l’uscita in sala del film. Infine, sono stati intervistati alcuni gruppi di turisti. Da un punto di vista operativo è utile precisare che si tratta di un’indagine che ha dovuto confrontarsi in modo particolare con due limiti: il primo legato alla scarsa letteratura sull’argomento (è un fenomeno che soprattutto in Italia è stato ancora poco analizzato); il secondo relativo al non facile reperimento dei dati attinenti al budget e alle spese che una produzione deve sostenere per la realizzazione e promozione di un film (si tratta di informazioni che spesso sono disponibili in forma non adeguata per poter essere utilizzati in ricerche con un taglio socio - economico come quella qui presentata). Questo rapporto, quindi, può essere considerato un primo contributo a partire dal quale avviare ulteriori analisi su aspetti più specifici che risulterebbero utili per comprendere appieno la portata e gli impatti che le produzioni cinematografiche possono avere direttamente o indirettamente sulla promozione anche turistica di territori, paesaggi, identità locali e, quindi, sull’economia locale. Il presente rapporto di ricerca si articola in 4 capitoli. Il primo, sulla base dello studio della letteratura esistente, affronta il tema della relazione esistente tra il cinema, il turismo e lo sviluppo territoriale, descrivendo la capacità che ha il cinema di


1. Cinema turismo e sviluppo territoriale costruire l’immagine di un territorio e gli effetti del cineturismo nel mondo e in Italia. Il secondo capitolo descrive le caratteristiche e le funzioni delle film commission. Una rassegna di alcune esperienze, nazionali e internazionali, permette di farne emergere la rilevanza all’interno del fenomeno del cineturismo. Nel terzo capitolo, dopo aver descritto il ruolo del paesaggio lucano in alcuni film (“Il Vangelo secondo Matteo”, “Cristo di è fermato a Eboli”, “The Passion”, “Io non ho Paura”) si analizza il film “Basilicata coast to coast” mettendone in luce le potenzialità cineturistiche. Il quarto capitolo descrive la ricerca sul campo, vera e propria, condotta con l’obiettivo di comprendere gli effetti che il film “Basilicata coast to coast” ha prodotto sul turismo in Basilicata. Vengono descritte le interviste preliminari effettuate a Enti e Istituzioni per capire come sia nata l’idea del film, i questionari telefonici somministrati agli operatori turistici per capire gli effetti sul territorio, le iniziative avviate in seguito alla realizzazione del film, le opinioni di alcuni turisti che hanno deciso di visitare la Basilicata proprio in seguito alla visione del film di Papaleo. Nelle conclusioni si cerca di ipotizzare una road map per la nascita di una film commission regionale, organo indispensabile per cogliere appieno le opportunità offerte dal cinema per la promozione turistica e per rendere il cineturismo un settore strategico e funzionale all’intero territorio.

Con l’espressione location placement ci si riferisce a quella strategia di marketing che utilizza i mezzi audiovisivi, quali il cinema, la tv, i video, attraverso il posizionamento di una destinazione, e può generare effetti economici e turistici sul territorio. Il cineturismo o il film induced tourism è quel fenomeno legato proprio al desiderio degli spettatori di visitare i luoghi raccontati nei film, nelle fiction, luoghi vissuti dai personaggi dello schermo e nei quali lo spettatore spesso si identifica. Quella del film induced tourism è un’emergente motivazione al viaggio che si aggiunge alla già sfaccetta e complessa domanda turistica. La realizzazione di un film o di un qualsiasi altro prodotto audiovisivo, infatti, può apportare al luogo in cui essi sono girati anche un beneficio in termini economici. Potrebbe risultare utile, quindi, soprattutto per quei territori dotati di risorse sceniche e paesaggistiche di rilievo, cercare di attirare quante più produzioni possibili. La scelta delle location da parte di una produzione dipende dalla particolare conformazione del territorio ma anche dal supporto alla produzione che lo stesso territorio offre. È importante quindi che le amministrazioni locali e nazionali mettano in atto una serie di strumenti quali sovvenzioni e agevolazioni fiscali, servizi specifici, volti a incentivare la realizzazione dei film nel proprio territorio. C’è, infatti, da considerare che quando parliamo dell’impatto economico delle produzioni cinematografiche non bisogna pensare esclusivamente all’aumento del flusso turistico, ma anche ad altri aspetti quali, ad esempio, il beneficio generato dalla permanenza della troupe in un determinato luogo. Si tratta di considerare, da una parte, le ripercussioni della notorietà che un luogo ha ricevuto grazie al cinema e, dall’altra, l’iniezione immediata di investimenti sul territorio.

1.1 Le immagini del turismo: il location placement L’immagine rappresenta un aspetto fondamentale per qualsiasi prodotto o azienda presente sul mercato. Questo, è tanto più vero per il mercato

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turistico, caratterizzato dall’immaterialità del prodotto all’interno del quale l’immagine produce una sensazione di familiarità, sicurezza e fiducia verso i luoghi, svolgendo un ruolo fondamentale nelle decisione di acquisto finale3. Gunn (1972), tra i primi ricercatori a studiare il processo di formazione dell’immagine di una destinazione turistica, distingue le organic images dalle induced images. Le prime provengono da fonti non strettamente legate al settore turistico (quali i film), le seconde sono immagini che provengono da fonti strettamente legate al turismo e hanno come obiettivo quello di pubblicizzare la destinazione. Butler (1990) afferma che per la creazione dell’immagine di una destinazione i mezzi audiovisivi come il cinema, la tv, i video, sono spesso più efficaci dei mezzi stampati. Il territorio, al pari degli altri prodotti, può essere inserito in un film, in una fiction, o in altri prodotti cinematografici, i quali divengono strumenti di promozione a disposizione del destination manager nel costruire l’immagine della destinazione turistica. Collocare una destinazione in un film è una forma 3 Kim e Richardson (2002, p. 220) affermano: “ Image has emerged as a crucial marketing concept in the tourism industry.”

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Anfiteatro Grumentum

innovativa di product placement4 in campo turistico5: si parla in questi casi di destination placement o location placement. Alcuni dei vantaggi derivanti dal product placement sono (Karrh, 1998):

• l’elevata possibilità di segmentazione della

target audience, infatti, ciascuna opera audiovisiva in base al genere, alla storia narrata, al cast impiegato è in grado di rivolgersi ad un target ben definito; la possibilità di reiterare per un lungo periodo il messaggio promozionale. I film possono godere di un lungo ciclo di vita. In seguito all’uscita al cinema, le opere vengono riprodotte in dvd per il noleggio o per la vendita, distribuite con riviste, vengono poi trasmesse sui circuiti di pay tv e dopo un certo periodo sono trasmesse anche sulla tv generalista; l’elevato grado di coinvolgimento dell’audience verso i personaggi, la storia, i luoghi raccontati. Gli spettatori seguono

4 Il product placement legato all’attività cinematografica viene disciplinato in Italia nel 2004 con il decreto legislativo 22 Gennaio 2004 n° 28. Per un’analisi dei molteplici aspetti legati al product placement si veda Nelli, Bensi, 2007. 5 Al riguardo vedi: Morgan, Pritchard, 1998.


il racconto sullo schermo dimostrando un atteggiamento positivo verso le marche collegate ai personaggi; la tipologia di investimento. A differenza della pubblicità non c’è il bisogno di una soglia minima di investimento per assicurare la ripetizione del messaggio all’interno dell’opera audiovisiva. Ciò, è la conseguenza anche della mancanza di concorrenti: solitamente il placement è utilizzato da un solo brand o da diversi brand non in concorrenza tra loro; la bassa percezione nell’audience del fine commerciale. Lo spettatore difficilmente attribuisce un fine commerciale ad un prodotto o marchio inserito in modo naturale in un film (ad esempio, un attore sdraiato su un letto in una stanza d’albergo che indossa l’accappatoio con il logo della catena alberghiera), inoltre, il messaggio risulta meno invasivo in quanto è lo spettatore ad aver deciso di guardare il film e i suoi contenuti.

1.2 Effetti delle produzioni cinematografiche a livello locale Quando parliamo di effetti di una produzione cinematografica intendiamo gli impatti (diretti,

indiretti, indotti) che la realizzazione di un prodotto audiovisivo produce sul territorio. Sono impatti diretti quelli legati alla spesa sostenuta dalla produzione per l’ottenimento di servizi locali, indiretti gli impatti legati agli investimenti effettuati dalle aziende locali in virtù dei guadagni ricavati dalla presenza della produzione sul territorio. Sono indotti, invece, quegli impatti legati alle spese sostenute dalla forza lavoro locale a fronte della remunerazione ottenuta all’interno del circolo virtuoso produzione - aziende. È possibile quantificare gli impatti diretti, e con una certa probabilità quelli indiretti e indotti, tenendo presente che ogni produzione ha una mole consistente di bisogni da soddisfare. Ad essere innanzitutto investita da questo aumento della domanda di servizi è l’industria turistica a cui è richiesta un’imponente disponibilità ricettiva da parte delle strutture alberghiere. La troupe, costituita dal personale tecnico, e il cast artistico devono pernottare per la durata delle riprese che può protrarsi anche per alcune settimane; a questo bisogna aggiungere l’acquisto di pasti presso ristoranti o società di catering. Il pernottamento e i pasti sono due voci che incidono sensibilmente su un film di medio budget. A queste due, poi, vanno associate le spese per il trasporto, per il noleggio di veicoli, l’affitto di locali. C’è poi da

Matera

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considerare la richiesta di manodopera che può essere consistente anche se, quasi sempre, a tempo determinato. Ogni film necessita di comparse, di attori locali per ruoli minori e la quantità varia a seconda del genere: aumenta nel caso di un film storico o di costume, mentre si riduce al minimo con un film drammatico o intimista. Allo stesso modo la troupe andrà rinforzata con professionisti locali, tecnici e artigiani, e quanto più il territorio sarà pronto a fornire manodopera specializzata, tanto più la produzione potrà limitare quella d’importazione. È da ricordare, inoltre, che la presenza del personale cinematografico non si limita solo alla durata delle riprese, ma prevede anche una variabile permanenza prima e dopo. Ci sono, infatti, la fase di pre - produzione (scelta delle location, disbrigo di pratiche burocratiche, ecc.) e quella di post - produzione necessaria per mettere a punto il film e occuparsi del montaggio (una parte del cast tecnico, in presenza di strutture adeguate, potrebbe decidere di rimanere in loco). Un caso interessante è quello della fiction “Don Matteo” che ha Gubbio come location e che è ormai giunta alla settima stagione per un totale di 144 puntate. Uno studio di Rocco (2001), commissionato dall’Umbria Film Commission, ha rilevato come la prima stagione, costituita da 16 puntate, ha determinato un impatto diretto di circa 1 milione di euro. A questo dato è stato applicato un coefficiente del moltiplicatore della spesa compreso tra 1,5 e il 2 in modo da considerare anche l’impatto indiretto e quello indotto sul territorio, ottenendo così un totale di circa 3 milioni di euro. Le voci più importanti di spesa sono sempre quelle relative all’alloggio e alla ristorazione, per un onere complessivo di 550.000 euro, e all’impiego di risorse umane locali, per le quali sono stati spesi circa 250.000 euro. La durata delle riprese avvenute nel 1999, è stata di 7 mesi. Dal punto di vista dell’impatto economico della produzione sul territorio, è chiaro come la fiction sia sicuramente la tipologia di audiovisivo più redditizia. Una fiction di lunga durata è una vera e propria miniera d’oro per le comunità locali perché può assicurare, a differenza del film, un impatto economico di medio - lungo termine. Se, infatti, la troupe di un film può fermarsi sul territorio da 1 a 3 mesi, quella di una fiction può stabilirsi fino a 6 mesi e, soprattutto, può tornare l’anno successivo

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per una nuova serie6. In più c’è da tener conto della particolare attenzione che gli spettatori italiani hanno dimostrato negli ultimi anni verso questa tipologia di produzione cinematografica7. Un’ultima notazione riguarda la spinta indiretta alla creazione di microimprese e alla libera iniziativa. La domanda di servizi prodotta dal film può innescare nuovi scenari di azioni imprenditoriali oppure portare a diversificare l’offerta in un determinato settore. Le produzioni possono quindi generare ricchezza sul territorio e stimolare l’offerta di servizi e la piccola imprenditorialità.

1.3 Effetti del cineturismo a livello locale A differenza dell’impatto economico che le produzioni hanno sul territorio e che può essere riscontrato e determinato con una certa precisione, gli effetti del cineturismo rimangono di più difficile comprensione. Non sempre, infatti, è facile riuscire a capire l’effetto. La prima indagine compiuta sul cineturismo è stata realizzata da Riley e Van Doren nel 1992 su 12 location di film di successo in cui si è potuto riscontrare un aumento di turismo direttamente legato al cinema. Analizzando i flussi nei dieci anni precedenti alla realizzazione dei film e nei cinque anni successivi alle uscite nelle sale, si è riscontrato un aumento medio del 54% delle visite grazie alla visibilità determinata dal cinema (Riley, Van Doren 1992). In alcuni casi vi è stato un vero e proprio exploit dopo l’arrivo del film sul silver screen, mentre in altri casi non si è registrata un’attenzione particolare. Secondo Riley e Van Doren ciò può dipendere da un insieme di diversi fattori che vanno dalla tipologia del film che può aver penalizzato il territorio fino alla mancata sollecitazione della domanda e alla diffidenza della popolazione 6 Una ricerca dal titolo “Film e fiction creano turismo” ripreso in Messina (2007) mostra come mentre un film o un film tv hanno un tempo di lavorazione di 8/15 settimane, la fiction passa dalle 12/17 di una miniserie sino alle 28/38 di una serie lunga (costituita da 24/50 puntate) alle 40 settimane di una serie lunghissima (230 puntate annue). 7 La serialità italiana, infatti, sino agli anni ’90 risulta essere decisamente in ritardo, sia per ascolti che per struttura narrativa, rispetto a quella importata dagli Stati Uniti o dall’Europa. A parte qualche caso eccezionale, è stato a partire dalla metà degli anni ‘90 che la fiction italiana ha preso il volo conquistando i primi posti nella classifica degli ascolti. Gli ultimi anni hanno poi consacrato il cinema per la televisione e, soprattutto, hanno orientato le produzioni verso formati più impegnativi sia da un punto di vista economico che da quello della qualità (Salvatore 2007).


Film/serie TV

Location

Impatto n. arrivi e entrate turistiche

Brevaheart

Wallace Monument, Scozia

+300% arrivi dopo l’uscita

Heartbeat

Goathland, North Yorkshire, Inghilterra

Tre volte il numero dei normali arrivi nel 1991

Un tranquillo weekend di paura

Rayburn County, Georgia

20.000 arrivi, ricavo lordo annuo 2 - 3 m. dollari

Balla coi lupi

Fort Hayes, Kansas

+25% arrivi rispetto al 7% dei precedenti 4 anni

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Delvis Tower, Wyoming

+75% arrivi nel 1975

Thelma e Louise

Arches national monument, in Moab, Utah

+19,1% nel 1991

L’uomo dei sogni

Iowa

35.000 arrivi nel 1991 e incrementi costanti

Dallas

Southfork Ranch, Dallas

500.000 arrivi all’anno

Il Signore degli Anelli

Nuova Zelanda

+10% arrivi all’Inghilterra 1998 - 2003

Fiori d’acciaio

Luisiana

+48% arrivi dopo l’anno d’uscita

L’ultimo dei moicani

Chimney Rock Park, North Carolina

+25% arrivi dopo l’anno d’uscita

Il Fuggitivo

Dillsboro, North Carolina

+11% arrivi dopo l’anno d’uscita

Piccole donne

Orchard House, Concord, Massachussetts

+65% arrivi dopo l’anno d’uscita

Un gioco a tre mani

Dhuram, North Carolina

+25% presenze dopo l’anno d’uscita

Harry Potter

Diverse località d’Inghilterra

+50% arrivi o più in tutte le località

Mission impossible 2

Parchi Nazionali a Sidney

+200% arrivi nel 2000

Gorilla nella nebbia

Ruanda

+20% arrivi nel 1998

Mr Crocodille Dundee

Australia

+20,5% arrivi statunitensi 1981 - 1988

The Beach

Tailandia

+22% del target giovani nel 2000

Creature grandi e piccole

Yorkshire Dales

entrate pari a 5 milioni di sterline nella località

To the manor born

Cricket St. Thomas, Leisure Park, Inghilterra

+37% arrivi 1978 - 1980

Middlemarch

Stamford, Lincolnshire, Inghilterra

+27% arrivi nel 1994

4 matrimoni e 1 funerale

Il Crown Hotel, Amersham, Inghilterra

piena occupazione per 3 anni all’hotel

La mia regina

Osborne House, Isola di Wight, Inghilterra

+25% arrivi

Notting Hill

Kenwood House, Inghilterra

+10% arrivi in un mese

Salvate il soldato Ryan

Normandia, Francia

+40% arrivi statunitensi

Ragione e sentimento

Saltram House, Inghilterra

+39% arrivi

Orgoglio e pregiudizio

Lyme Park in Cheshire, Inghilterra

+150% arrivi

Cin Cin

Location in Boston

7 m. dollari in pubblicità gratis a location

Miami Vice

Miami

+150% arrivi tedeschi 1985 - 1988

Forrest Gump

Savannah, Georgia

+7% arrivi

Troy

Canakkale, Turchia

+73% arrivi

Il mandolino del capitano Corelli

Cefalonia, Grecia

+50% arrivi lungo un periodo di tre anni

Tab.1 - Sintesi di Hudson e Ritchie (2006) di tutti gli impatti turistici delle location riscontrate nelle indagini di Riley e Van Doren (1998), Tooke e Baker (1996), Grihault (2003), Croy e Walker (2003), Cousins e Anderek (1993), Busby, Brunt e Lund (2003).

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residente verso il flusso turistico. Tuttavia, l’aver riscontrato una percentuale media così alta di aumento delle visite turistiche ha condotto i due studiosi a elaborare il concetto di icon (Riley, Baker, Van Doren 1998). La sollecitazione della curiosità verso le mete cinematografiche è generata sostanzialmente dalla capacità di un film di generare icone, astratte o tangibili, che rimangono nell’immaginario collettivo. Molti autori hanno sottolineato la stretta relazione tra il successo al botteghino di un film e la sua capacità di attrarre turisti (Riley, Baker, Van Doren 1998; Mazierska, Walton 2006). “Il Signore degli Anelli” così come “Il Codice da Vinci” o “Harry Potter” dimostrano la capacità di risonanza e diffusione di un messaggio di promozione turistica da parte dei film commerciali. I casi citati mettono in evidenza come l’effetto mediatico provocato dal film non si esaurisca con la sua uscita nelle sale ma goda della longevità del prodotto audiovisivo. La longevity è uno dei concetti fondamentali del cineturisimo. Introdotto da Beeton (2005) nella discussione scientifica, con questo termine ci si riferisce soprattutto alla capacità delle fiction e delle serie tv di mantenere l’attenzione mediatica su un determinato luogo. Un caso, già citato, come “Don Matteo” ha permesso alla location di Gubbio di avere una visibilità settimanale sulle reti televisive nazionali. In questo modo l’attenzione dello spettatore è continuamente richiamata verso quei luoghi e la curiosità di visitarli viene riattivata a ogni puntata. Senza contare che “Don Matteo” ha vissuto più stagioni televisive, rafforzando il numero di fedelissimi davanti allo schermo. Per quanto riguarda le motivazioni che spingono il turista a visitare i luoghi del set cinematografico, Macionis (2004), rifacendosi ai concetti di push factors e pull factors della teoria di Dann8 (1977), cerca di spiegare i fattori di spinta e di attrazione del cineturismo. Relativamente ai fattori di attrazione (pull) l’autore individua tre concetti fondamentali: place, performance e personality. 8 Dann (1977) distingueva due fattori principali nella scelta di una meta turistica: push factors e pull factors. I primi sono i fattori di spinta e riguardano la predisposizione a viaggiare dell’individuo (il desiderio di svago, di conoscenza ecc..); i secondi sono i fattori di attrazione, relativi alle bellezze naturali e storiche di una località (spiagge, monumenti ecc..). I fattori di attrazione sono in genere considerati prevalenti nella decisione.

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Il place riguarda propriamente la location, promossa anche attraverso delle movie maps, in cui il film è stato girato e che può diventare un’icona dell’immaginario collettivo (ad esempio la fontana di Trevi immortalata da “La Dolce Vita”). La performance riguarda la storia o il tema del film che il cineturista vuol rivivere sul posto (la libertà di “Thelma e Louise”). Infine, la personality ovvero la presenza di star celebri come protagoniste (ad esempio grazie l’attenzione mediatica rivolta al film “Il mandolino del capitano Corelli”, è determinata più dalla coppia Cage-Cruz che dal film stesso). Per quanto riguarda i fattori di spinta (push), Macionis ne rintraccia di generici come il desiderio del viaggio, il romanticismo, la realizzazione di sé, e uno specifico: il vicarious consumption. Quest’ultimo fa riferimento al senso di familiarità che si ha con una destinazione già “consumata” indirettamente grazie a un film e che rende tale location turisticamente più appetibile di altre. Butler (1990) e Brown, Singhal (1993) hanno dimostrato come l’investimento nella produzione di immagini organiche, e quindi del vicarious consumption, è sicuramente più redditizia di una comunicazione turistica diretta. In quest’ultimo caso, infatti, il messaggio rimane freddo, neutrale, separato dalla vita delle persone, mentre nel primo caso c’è un coinvolgimento emotivo e una “familiarità” che rende la destinazione turistica particolarmente appetibile. Nella società moderna, le immagini organiche hanno acquistato un posto sempre più determinante nella scelta della meta turistica. Schofield, in un articolo del 1996, spiega come tramite la televisione, internet, assorbiamo una grande quantità di stimoli e informazioni in modo assolutamente decontestualizzato9. Tutto ciò si riflette anche sul turismo e sul modo di essere turisti. Schofield parla di post tourism o new tourism indicando la tendenza a vivere un turismo non in base all’autenticità e al quadro storico culturale dei luoghi, ma attraverso l’immagine prodotta dai media. In questo senso Schofield cita un caso paradigmatico di post - tourism che riguarda la città di Manchester. Si tratta di un tour legato al cinema 9 Schofield spiega come l’iperrealtà uno dei concetti fondamentali per comprendere sia la società post moderna e il post - turismo. L’iperrealtà è lo spazio dominato dai mass media in cui si mescola alta cultura e cultura popolare, autenticità e inautenticità.


dal titolo “Hollywood of the North” che propone un giro della città seguendo le location di film di successo. Schofield nota come questo tour offra un’immagine romantica che non appartiene alla storia della città, ma che è mediata dalle immagini cinematografiche. Si è trattato di ricostruire l’immagine della città attraverso i film donandole una nuova veste. Ecco, allora, che la ricostruzione dello sguardo, la sua rimodulazione avviene a partire dal vicarious consumption. L’idea di una destinazione turistica e il suo approccio a essa è condizionato dal consumo indotto dalle immagini cinematografiche e, più in generale, dei media.

2. Le film commission Le film commission nascono negli anni ’40 negli Stati Uniti con il compito di intermediazione tra le produzioni e le autorità locali. L’esigenza da parte dei registi di uscire dai teatri di posa per girare in esterna e l’aumento significativo dei film prodotti hanno fatto emergere la necessità di semplificare le pratiche burocratiche per le riprese sul territorio. Così le produzioni hanno iniziato ad affidarsi a soggetti terzi a cui conferire il lavoro di dialogo con le istituzioni. Nate come società private, le film commission sono oggi delle strutture pubbliche che hanno notevolmente ampliato il loro raggio d’azione. In Europa le prime film commission nascono in Inghilterra e Francia alla fine degli anni ’80. La prima film commission italiana è fondata nel 1997 dalla regione Emilia Romagna.

2.1 Le film commission italiane: costituzione e compiti Le film commission nascono in Italia con il compito di attrarre sul proprio territorio l’attività cinematografica e stimolarne l’impatto turistico. A partire dalla fine degli anni ’90 si è compreso che l’immagine televisiva e cinematografica può avere una funzione molto importante nella promozione turistica del territorio. In un secondo momento, ci si è accorti che il cinema produce anche un immediato beneficio economico grazie alla permanenza della troupe sul territorio e all’impiego delle risorse umane locali10. 10 Vedi Ghedini 2006.

Oggi sono presenti più di trenta film commission sul territorio nazionale, di cui, solo alcune sono realmente attive. La mancanza di una normativa specifica che regoli questi istituti, ha prodotto un proliferare di associazioni profit o non profit che si sono denominate in questo modo pur in assenza di una delega regionale, provinciale o comunale. C’è poi anche da considerare il caso di più film commission nella stessa regione di cui una soltanto operativa grazie alla delega regionale, mentre le altre sono semplicemente riconosciute da un ente comunale. Considerando soltanto quelle che realmente operano sul territorio, possiamo ricondurre la loro natura giuridica a tre tipologie: fondazioni non profit che hanno come soci regione, province e comuni (Lombardia Film Commission, Torino Piemonte Film Commission, Apulia Film Commission), ufficio interno al soggetto pubblico regionale e direttamente dipendente dagli assessorati alla cultura e al turismo (Emilia Romagna Film Commission, Marche Film Commission) o dipartimento interno alle Mediateche Regionali (Toscana Film Commission, Sicilia Film Commission), associazione culturale senza scopo di lucro (Friuli Venezia Giulia Film Commission, Sicilia Film Commission) e agenzia regionale (Umbria Film Commission). Per quanto riguarda i compiti, le film commission puntano da una parte ad attrarre le produzioni sul proprio territorio e dall’altra a capitalizzare la loro presenza in termini economici e turistici. In questo senso un primo compito è legato all’attività di scouting e di promozione del territorio presso le produzioni. Le film commission si attivano attraverso la produzione di materiale cartaceo e digitale, guide e brevi video, l’invio di newsletter così da mettere in luce il potenziale della propria regione. Periodicamente organizzano fam tour: registi, sceneggiatori e produttori vengono invitati a compiere un piccolo itinerario guidato all’interno della dimensione culturale e paesaggistica della regione il cui fine è quello di stimolare lo sviluppo di storie legate al territorio. Durante la fase di pre produzione, la film commission segue la procedura di scelta delle location, mettendo a disposizione del regista e del produttore un location manager con il compito di interpretare al meglio quelle che sono le loro esigenze artistiche ed economiche. Un altro compito riguarda la semplificazione

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delle pratiche burocratiche. La film commission si fa carico del disbrigo di tutte quelle pratiche per il rilascio di permessi e autorizzazioni, consentendo alle produzioni un risparmio di tempo e denaro. A ciò si può aggiungere anche la stipula di convenzioni con strutture alberghiere e ristoranti tali da garantire prezzi competitivi durante la permanenza della troupe. Alcune film commission prevedono anche l’erogazione di un finanziamento per la realizzazione del film in cambio di alcuni vantaggi in termini di visibilità del territorio. Oltre all’attività di assistenza alle produzioni, le film commission si occupano, promuovendo la specializzazione di figure tecniche e artistiche che possono essere coinvolte nelle riprese, anche della formazione di risorse umane in ambito cinematografico. La redazione di una banca dati con tutti i professionisti nel settore consente di aumentare la forza lavoro locale impiegata nella produzione; dall’altra parte si ritiene necessario stimolare il talento artistico dei giovani attraverso workshop e programmi di scambio culturale. Il lavoro delle film commission italiane è di grande importanza e comprende una vasta gamma di servizi e strumenti. Solo alcune, però, hanno un atteggiamento proattivo proponendo le proprie location alle produzioni e sostenendo economicamente la realizzazione di prodotti

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Acquedotto Cavour, Sarconi

audiovisivi; in altri casi, per mancanza di finanziamenti o di un adeguato sostegno regionale, esse si limitano a svolgere una funzione da “sportello cinema” supportando l’organizzazione logistica della produzione cioè svolgono funzioni di semplificazione delle pratiche burocratiche e di rilascio dei permessi.

2.2. Le film commission italiane: alcuni casi di successo Nel panorama italiano vi sono, come detto, alcune realtà molto attive che sono riuscite non solo a permettere una ricaduta economica immediata sul territorio grazie ai numerosi set ospitati ma, soprattutto, a modificarne sensibilmente l’immagine. In tal senso è paradigmatico il caso della Torino Piemonte Film Commission. Nata nel 2000 come fondazione non profit voluta e finanziata dalla Regione e dalla città di Torino, nel primo decennio di attività ha collaborato alla realizzazione di circa 500 produzioni tra film, documentari, cortometraggi e fiction. Oltre ai tradizionali servizi offerti, la film commission piemontese si distingue per un ricco database con 8000 immagini di location, informazioni su tutti i film realizzati e l’elenco dei professionisti del cinema. Grazie a uno strategico piano operativo che assiste le produzioni


durante tutto l’arco produttivo e all’ausilio di location manager in grado di consigliare registi e produttori sui luoghi in cui girare, la film commission piemontese è riuscita ad avviare un percorso per la creazione di una nuova immagine del territorio e, in particolare, della città di Torino. Questa importante operazione di rinnovo della propria immagine è stata resa possibile anche grazie ai numerosi documentari realizzati dai registi che si sono formati a Torino proprio con il sostegno della film commission. Nel 2007, inoltre, è stato istituito il Piemonte Doc Film Fund, un fondo destinato al sostegno di documentari che siano realizzati sul suolo piemontese. Il fondo interviene a sostegno delle due fasi realizzative: lo sviluppo del progetto (attività di ricerca e documentazione, scrittura, produzione di eventuale promo, ricerca di finanziamenti, coproduzioni, prevendite) e la produzione (riprese e postproduzione presso società piemontesi). Dalla sua istituzione ad oggi sono stati finanziati 128 documentari. A sostegno di queste iniziative vi sono altri strumenti che insieme compongono una filiera del cinema ben coordinata. L’organizzazione, ad esempio, di una serie di film festival tra cui il Torino Film Festival, nato nel 1982 come Festival Internazionale Cinema Giovani, insieme alla presenza del Museo del Cinema all’interno della Mole Antonelliana, hanno permesso una concentrazione dell’attenzione

e di stimoli artistici nella città di Torino. C’è, infine, da rilevare la costruzione nel 2008 di un cineporto di 9.400 mq di superficie, con sala costumi, scenografie, sala visione giornalieri, casting, in grado di ospitare sino a 5 produzioni contemporaneamente. Un altro ente che, nonostante la sua recente fondazione, ha già ottenuto buoni risultati è l’Apulia Film Commission. Nata nel 2007 come fondazione, nel suo primo anno di vita ha subito dato impulso ad alcune iniziative importanti: la costruzione di due cineporti, la realizzazione di workshop, la costituzione di un film fund. Completati nel 2009, uno con sede a Bari e l’altro a Lecce, i cineporti offrono alle produzioni una serie di strutture e di servizi (uffici di produzione, scenografia, magazzini, sale trucco/parrucco, sala casting, guardaroba, sala proiezione/ multimedia), permettendo un prolungamento della loro permanenza sul territorio. Sono stati, poi, investiti 1 milione e 700 mila euro per l’organizzazione di “Apulia Audiovisual Workshop Puglia Experience” (workshop formativo internazionale rivolto a giovani sceneggiatori europei) e di “Progetto Memoria” (per la produzione di documentari sulla storia del Novecento pugliese interamente finanziati dalla film commission) e per la realizzazione di “Pane e libertà”, film

Parco Eolico, Montemurro

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tv sulla vita di Giuseppe Di Vittorio andato in onda in due puntate su Rai Uno con più di 6 milioni di telespettatori. Anche in Puglia per il finanziamento delle produzioni è stato istituito un fondo, l’Apulia Film Fund, che prevede l’erogazione di contributi diretti a sostenere le opere audiovisive girate in tutto o in parte in Puglia. A fronte del finanziamento, le produzioni si impegnano a: reclutare per la troupe e per il cast il 35% di residenti nella regione; spendere almeno il 200% del finanziamento sul territorio; garantire da 2 a 4 settimane di lavorazione nella regione; inserire il logo della film commission nei titoli di testa; cedere gratuitamente i diritti per la promozione turistica; organizzare conferenze stampe e anteprime in Puglia. Parallelamente a queste iniziative, nel 2010 è stato organizzato la prima edizione del “Bari International Film e Tv Festival”11 che ha portato in Puglia il meglio delle produzioni cinematografiche e televisive con proiezioni di film, incontri e dibattiti. 11 La seconda edizione si è svolta dal 22 al 29 gennaio 2011 e ha messo insieme il meglio della produzione cinematografica e televisiva dell’anno precedente. Vi sono state anche anteprime di film in uscita e incontri con registi e attori di primo piano.

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La città fantasma, Craco

I due casi qui citati dimostrano che la possibilità di fornire finanziamenti è fondamentale per avere risultati concreti nella visibilità della propria regione su grande e piccolo schermo. Secondo una ricerca dell’Anica svolta nel 2010 sui fondi regionali, quasi tutte le regioni che possono contare su una film commission si sono dotate anche di un film fund e nell’arco temporale che va dal 2006 al 2009 le risorse drenate per la realizzazione di opere audiovisive sono quintuplicate. La Friuli Film Commission e la regione Friuli Venezia Giulia sono state le prime a istituire prima un Film Fund e, successivamente, a partire dal 2007, un Fondo Regionale per l’Audiovisivo, che hanno fatto crescere in modo esponenziale la presenza di set nella regione.

2.3. La situazione internazionale delle film commission A livello internazionale, la diffusione di coproduzioni ha fatto nascere il bisogno di dar luogo a delle associazioni che potessero creare una rete di relazioni tra le film commission. La prima


di queste è nata nel 1975, l’Association of Film Commissioners International, e comprende 300 film commission provenienti da 30 paesi. Compito di questa associazione è lo scambio di esperienze, la formazione sul campo e l’impulso alla collaborazione. A questa si affiancano altre associazioni di carattere continentale. Da una parte c’è l’Asian Film Commission Network, formata da 29 strutture di 8 paesi asiatici, che si occupa soprattutto di risolvere le difficoltà, in termini giuridici e culturali, che le produzioni occidentali possono trovare decidendo di girare in Oriente; dall’altra l’European Commission Network Association che a partire dal 2005 ha messo insieme le più importanti film commission europee con il compito di promuovere le risorse turistiche e cinematografiche dell’Europa. Sempre del 2005 è l’accordo “Regioni Capitali di Cinema” tra le principali capitali europee (Roma, Parigi, Berlino e Madrid) finalizzato ad incentivare le coproduzioni a livello europeo. C’è, infine, un’altra iniziativa di ambito comunitario, “Villes Cinema”, che ha messo insieme sei città (Venezia, Porto, San Sebastian, Salonicco, Santiago de Compostela,

Salamanca) unite nello sforzo di promozione del territorio attraverso l’audiovisivo. A livello nazionale, quasi tutte gli stati europei hanno un coordinamento delle loro film commission: l’Inghilterra e la Francia si distinguono per una struttura fortemente gerarchizzata mentre la Germania e la Spagna non hanno un forte organo coordinatore. In Italia dal 2001 esiste un Coordinamento delle Film Commission italiane che nel 2002 ha ottenuto anche il supporto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Lo scopo del Coordinamento è quello di unire le forze per attrarre nuove produzioni straniere sul territorio nazionale. Il coordinamento e la stretta collaborazione tra le film commission locali può contribuire a invogliare le grandi produzioni a scegliere un determinato territorio nazionale per l’ambientazione del proprio progetto, ma spesso ciò non basta. È necessario, inoltre, un supporto delle autorità nazionali. Il Canada e l’Irlanda, ad esempio, hanno compreso che, offrendo alle produzioni una serie di benefici economici e fiscali, vi è in cambio un importante ritorno di immagine.

Lavatoio, mulino e fontana N’cap l’acqua, Tramutola

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L’Irlanda, infatti, è stata per molto tempo il luogo privilegiato per audiovisivi in lingua inglese grazie agli sgravi fiscali concessi alle produzioni; non è un caso se un film di grande successo commerciale come “Braveheart”, ambientato nella Scozia del XIII secolo, sia stato girato interamente sul suolo irlandese. Nel caso del film di Mel Gibson c’è stata da parte delle autorità irlandesi massima disponibilità verso la produzione: il Ministero della Difesa, ad esempio, ha messo a disposizione volontari e riserve dell’Irish Army per le scene di battaglia12. Per quanto riguarda il Canada, poi, Oreste Rossignoli della società di produzione Eagle Pictures, nella sua relazione al terzo convegno sul cineturismo di Ischia, ha spiegato come sia molto più facile trovare i finanziamenti nel territorio canadese. A fronte dell’obbligo di spendere un parte del proprio budget sul territorio e di pubblicizzare il più possibile i luoghi nei quali si gira, lo stato canadese offre contributi a fondo perduto, agevolazioni fiscali e un consistente risparmio sulla manodopera. Per la produzione di un film da 30 milioni di dollari, la Eagle Pictures 12 Vedi De Luca, 2004.

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Fontana N’cap l’acqua, Tramutola

ha ricevuto indietro il 16% di quanto speso per il personale utilizzato e ha potuto contare su un investimento della Telefilm Canada del 20-25% del budget complessivo. Ma per attrarre grandi progetti cinematografici i soli finanziamenti non bastano. In Nuova Zelanda e in Inghilterra, le film commission sono spesso affiancate da agenzie governative che permettono di sviluppare strategie di comunicazione e marketing su larga scala. È il caso del già citato “Il Signore degli Anelli” in Nuova Zelanda che ha visto quattro agenzie governative impegnate nel destination branding e nella produzione del mito della “Terra di Mezzo”.

3. Basilicata coast to coast: ruolo del paesaggio e opportunità per il cineturismo “Basilicata coast to coast”, film dal punto di vista cineturistico molto interessante, è oggetto di riflessione in questo capitolo. Rispetto ad altri


film girati in Basilicata, che offrono un’immagine affascinante e coinvolgente del paesaggio lucano, il film di Papaleo vive di due anime: quella drammaturgica e quella più strettamente riconducibile alla promozione del territorio lucano. Dopo aver mostrato, attraverso alcuni film, il modo in cui il paesaggio lucano è stato rappresentato sul grande schermo, si analizzerà “Basilicata coast to coast” valutandone anche le sue potenzialità turistiche.

3.1. Paesaggio e cinema Per comprendere l’influenza che può avere il cinema nella scelta turistica bisogna considerare un aspetto fino ad ora tenuto in minor conto: il rapporto tra cinema e paesaggio. Il paesaggio ha acquistato nel corso degli anni un’importanza sempre maggiore nella produzione audiovisiva così come l’attenzione artistica nei suoi confronti è aumentata in modo esponenziale. Non solo il cinema, ma anche la pubblicità e la serialità televisiva hanno rivalutato il suo ruolo all’interno della narrazione, liberandolo dal semplice compito di scenografia naturale.

Il rapporto tra film e paesaggio è determinato dal rilievo che quest’ultimo ha nell’economia del racconto, soprattutto se esso viene considerato come elemento caratterizzante e simbolico oppure come coprotagonista. Alla stregua di un attore, il paesaggio assume sovente sfumature melodrammatiche, colori cupi o, viceversa, i toni vivaci e la patinatura da copertina della commedia. C’è quindi un lavoro sulla fotografia, sulla scelta delle immagini fatta in sede di montaggio che porta spesso a produrre una rappresentazione del paesaggio diversa dalla realtà del territorio. Esiste tra cinema e paesaggio una reciproca influenza: il film coglie e cerca di sfruttare al meglio le potenzialità del paesaggio, quest’ultimo, a sua volta, si caratterizza secondo il modo in cui viene veicolata la sua immagine attraverso la pellicola13. Il cinema ha, dunque, l’opportunità non solo di dare visibilità al paesaggio ma anche di contribuire alla produzione della sua immagine 13 Il caso del film “The Beach” ha dimostrato che la costruzione della location naturale della spiaggia tailandese (livellando il terreno e piantando alberi di cocco) in cui è ambientata la storia di una vacanza alternativa, ha prodotto nell’immaginario collettivo degli spettatori l’identificazione della Thailandia con quella spiaggia e con quella tipologia di vacanza. Su questo si veda Law L., Bunnell T., Ong C. (2007).

Grumento Nova vista dalla Diga del Lago di Pietra del Pertusillo

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o, addirittura, diventare vettore di un’identità differente da quella radicata nel territorio.

3.2. Il paesaggio lucano nel cinema A partire dal secondo dopoguerra, in Basilicata sono stati girati all’incirca quaranta lungometraggi rispondenti ai generi cinematografici più disparati, dal realismo all’horror, dal melodramma alla commedia. La scelta delle produzioni si è concentrata soprattutto su Matera, vera città lucana del cinema che grazie alla presenza dei Sassi è diventata spesso parte di un racconto oppure scelta come unica location. Si passa così da brevi apparizioni all’interno di commedie come “Anni Ruggenti” di Luigi Zampa o “Made in Italy” di Nanni Loy, di opere storiche come “Allonsanfan” dei fratelli Taviani, per arrivare a film come “Il Rabdomante” in cui la cittadina fa da sfondo all’intera vicenda oppure alle rappresentazioni di argomento religioso come “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini e le recenti “The Passion”di Mel Gibson e “The Nativity Story” di Hardwikie. Una certa visibilità, soprattutto a partire dagli anni ’60, è stata destinata anche alla cittadina costiera di Maratea, dove sono state girate alcuni scene di “La Vedovella” di Siani e “A Porte Chiuse” di Risi, a Craco che, grazie alla sua suggestiva atmosfera di paese abbandonato, ha consentito al regista Francesco Rosi di rappresentare la Basilicata degli anni ’30 di “Cristo si è fermato a Eboli”. Irsina, invece, fa da sfondo alle vicende del film “Del Perduto Amore” di Michele Placido, mentre il vulture melfese, zona a nord della regione, è ritratto mirabilmente da Gabriele Salvatores nel suo “Io non ho Paura”. In generale possiamo dire che il paesaggio lucano è stato rappresentato con alterna fortuna, seguendo sostanzialmente le tendenze del cinema italiano nel corso degli anni. È chiaro che la visibilità del paesaggio all’interno di un film è la condizione indispensabile perché possa nascere un interesse cineturistico verso un luogo. E, tuttavia, come vedremo, non sempre a una maggiore visibilità corrisponde un effetto positivo sulla promozione turistica dell’area e bisogna considerare anche il modo in cui il paesaggio viene rappresentato. Per semplicità e efficacia nella nostra analisi

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sul paesaggio lucano nei film, useremo la classificazione di Provenzano (2007) che ha suddiviso il paesaggio in cinque principali tipologie14. In questa sede, ci concentreremo sulle ultime tre tipologie di paesaggio (spazio, luogo, simbolico/ metaforico) che rappresentato le più interessanti ai fini del nostro discorso. Con “paesaggio spazio” si intende un paesaggio attivo, che prende parte all’azione narrativa e diventa esplicativo della narrazione in alcuni momenti del film. Attraverso la sua rappresentazione, il regista mette in luce alcuni aspetti della storia. Un esempio di paesaggio spazio è rappresentato dal film “Il Rabdomante” di Fabrizio Cattani che racconta la vicenda di una ragazza dell’Est in fuga da un boss. In una delle prime scene la protagonista, Harja, inseguita dagli scagnozzi del boss, arriva a Matera a bordo di un autobus e, appena scesa, corre nei Sassi per far perdere le sue tracce. Il regista offre allo spettatore una serie di campi lunghi, immagini da cartolina del paesaggio materano che vengono però lacerate dalla disperazione di Harja che l’attraversa freneticamente. Alla fine della scena la cinepresa stringe sul volto spaventato della protagonista per poi diventare soggettiva della stessa di fronte a quel labirinto di vie strette e scalini di pietra da cui non riesce a uscire. In quel momento, Harja capisce che non può continuare a scappare, che deve chiedere aiuto a qualcuno di cui possa fidarsi. I sassi di Matera che, nella prima parte della storia, vengono avvertiti da parte della protagonista straniera come una sorta di labirinto, diventano durante la narrazione, un luogo di progressiva scoperta, di protezione dal mondo di violenza e crudeltà da cui sta scappando. In questo senso, la particolare conformazione del paesaggio materano è fondamentale ai fini della narrazione. Anche nel film “The Passion” di Mel Gibson il paesaggio materano svolge un ruolo essenziale. In questo caso, Matera è stata scelta proprio per la sua somiglianza con Gerusalemme e, dunque, per la possibilità di esprimere al meglio l’effetto scenico della passione. È soprattutto nell’ultima parte del film che le strette vie dei Sassi, le 14 Provenzano (2007): paesaggio invisibile (presenza del paesaggio limitatissima), paesaggio sfondo (inerte, senza funzione narrativa), paesaggio spazio (parte dell’azione narrativa), paesaggio luogo (portatore di un’identità specifica), paesaggio simbolico/metaforico (riflesso dello stato d’animo e della psicologia del protagonista).


scalinate, diventano teatro della narrazione con la rappresentazione della Via Crucis. Nel caso di “The Passion”, il paesaggio materano anche se non troppo visibile si carica comunque di un valore quasi “sacro” per il fatto di essere il luogo della rappresentazione di uno dei momenti più importanti della storia dell’Occidente. Proprio in virtù dell’identificazione di Matera con la Gerusalemme di un tempo, del sangue di Cristo che macchia la pietra bianca, esso assume un posto rilevante all’interno della storia e, di conseguenza, una valore di attrazione notevole. Con “paesaggio luogo” saliamo un altro gradino della classifica elaborata da Provenzano. In questo caso, la rappresentazione del territorio che viene proposta è portatatrice di un’identità specifica. In altre parole, il luogo è assunto con tutta la tradizione culturale che porta con sé e non solo per la particolare conformazione del territorio. Il caso de “Il Vangelo secondo Matteo” è esemplare. Pasolini, sceglie Matera perché è rappresentativa del contesto socio - economico del sud d’Italia. L’idea principale, confermata da Murri (2003), è che la riconoscibilità del paesaggio lucano permette di smitizzare la vicenda di Cristo lasciandone però intatto il valore del messaggio. Così, se da una parte c’è l’intenzione autentica di sottolineare la forza rivoluzionaria del messaggio cristiano e ricollegarla a un generale senso del sacro, dall’altra è presente la necessità di rispondere all’urgenza di una critica all’autorità e all’istituzione religiosa. In questo senso, la purezza del messaggio cristiano deve far emergere la non purezza della Chiesa e della borghesia. Ancora Murri sottolinea come nel film si alternano primi piani di Cristo che diffonde il messaggio divino con campi lunghi in cui emerge l’arretratezza in cui versa la Basilicata e, più in generale, il meridione. La macchina da presa si allontana dal protagonista per inquadrare i paesaggi, i volti scavati, alcuni dettagli, con la stessa attenzione dimostrata da Pasolini nei suoi precedenti film sulle borgate romane. Matera, quindi, così come Barile in cui sono girate le scene della natività e della strage degli innocenti, porta all’interno del film non solo la sua conformazione fisica ma anche la sua situazione sociale. In questo senso, il tentativo compiuto dal film è quello di far emergere l’immagine autentica di una Regione, anche se raccontando una storia che non le appartiene.

L’attenzione all’identità specifica del territorio è comune anche a un’altra opera cardine della filmografia lucana: “Cristo si è fermato a Eboli”. Girato da Francesco Rosi nel 1979, il film è un riproposizione fedele di quanto raccontato da Carlo Levi nel suo romanzo. Il paesaggio lucano è il vero protagonista della vicenda all’interno del quale si muove Carlo come un “personaggio spettatore”15. Alla stregua di quest’ultimo, vi è una scoperta progressiva di una realtà ignota e la maggior parte delle immagini provengono da soggettive. Dal punto di vista stilistico, il regista cerca di mantenere lo stesso approccio del romanzo: in parte racconto, in parte trattato etnografico. La vicenda personale dell’esule passa spesso in secondo piano ed emerge la realtà contadina e profondamente rurale della Basilicata degli anni ’30. Dal film emerge un ritratto autentico del paesaggio con la sua vita ciclica, legata alla terra e alla natura, immersa in una tradizione pagana e antimodernista. C’è da considerare che il “paesaggio luogo”, pur offrendo un alto grado di riconoscibilità e visibilità delle location, può porre il problema dell’autenticità. Nel caso di “Cristo si è fermato a Eboli”, la storia è ambientata ad Aliano ma il film è stato girato soprattutto a Craco che, in quanto paese abbandonato, ha offerto una scenografia più adatta a ritrarre la Basilicata degli anni ’30. Parliamo, infine, di “paesaggio simbolico/ metaforico” quando esso ha un ruolo fondamentale nella storia diventando riflesso della psicologia e dello stato d’animo del protagonista. A livello di sceneggiatura, tutte le sfumature del personaggio sono legate al cambiamento del paesaggio che si modella su di esso e può assumere un aspetto rassicurante oppure minaccioso. A questa tipologia vengono spesso associati i generi cinematografici del noir o del western in cui vi è quasi sempre una lotta tra il protagonista e l’ambiente che lo circonda e il paesaggio assume i caratteri di una presenza inquietante. Un film che utilizza il paesaggio metaforico è sicuramente “Io non ho Paura” di Gabriele Salvatores, girato nel 2002 nella zona del vulture melfese. Gli immensi campi di grano di un giallo abbagliante, che si dividono l’inquadratura soltanto con l’azzurro del cielo, sono teatro della vicenda di Michele e del suo percorso di maturazione. 15 Vedo Mancino, Zambetti 1997.

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Giocando sul continuo rispecchiamento tra stato d’animo del protagonista e paesaggio, “Io non ho Paura” lega indissolubilmente i campi di grano con la storia; da un punto di vista registico, poi, essi godono di tutte le angolazioni visive, dalla panoramica al dettaglio. A questa notevole visibilità fa però da contrappeso la difficile riconoscibilità

del paesaggio, privato della sua identità. A differenza, infatti, del “paesaggio spazio” di “The Passion” in cui sono riconoscibili (e marchiati dal sangue “filmico”) i Sassi, i campi di grano di “Io non ho Paura” non sono caratterizzanti di uno specifico paesaggio e rimangono nell’anonimato di un luogo non precisato del Sud Italia.

3.3. Basilicata coast to coast: il film “Basilicata coast to coast” è la storia di un viaggio in terra lucana. Quattro amici, riuniti dalla passione per la musica, decidono di partire a piedi da Maratea, località balneare della Basilicata sul versante tirrenico, per raggiungere il “Festival di teatro canzone” di Scanzano (sul versante ionico della regione). Alla testa di quest’armata Brancaleone c’è Nicola Palmieri, professore di matematica con velleità artistiche, seguito da Salvatore Chiarelli, ex studente di medicina, Franco Cardillo, artigiano ammutolito da un amore infranto e Rocco Santamaria, volto noto locale. A loro si aggiunge Tropea Limongi, giornalista di una rivista parrocchiale costretta a seguirli per filmare l’impresa. Il tragitto è costellato di incontri, disavventure, musica, tradizione culinaria locale e paesaggi mozzafiato che renderanno unica questa loro esperienza. Il viaggio è l’occasione per fare un bilancio della propria vita, riscoprire motivazione e archiviare brutte esperienze; perché «la vita è un viaggio troppo corto, se non lo si allunga» (Basilicata coast to coast).

3.4. Basilicata coast to coast: il paesaggio Un modo per spiegare il successo del film può essere quello di considerare la riuscita compenetrazione tra storia e paesaggio. In generale, la critica cinematografica ha apprezzato il tentativo di Rocco Papaleo di raccontare una storia semplice e, contemporaneamente, di presentare un’immagine seducente della Basilicata. Tutto il film si muove seguendo questi due obiettivi e, in questo senso, sarebbe riduttivo considerarlo soltanto un veicolo di promozione turistica16 così come è difficile separare la storia dall’aspetto paesaggistico. Se, quindi, da un punto di vista estetico alla pellicola viene riconosciuto soltanto la semplicità della struttura, una certa freschezza e un buon umorismo17, dal punto di vista cineturistico rappresenta un’opera interessante e aperta a una complessità di riflessioni. Un primo aspetto da considerare è quello della sceneggiatura. Non sempre infatti un luogo è di ispirazione per la scrittura del film. In questo caso, invece, vi è una scelta netta, sin dal titolo, di fare della Basilicata non solo il centro della narrazione, ma anche il punto di partenza da cui procedere nella articolazione della storia e dei personaggi. Possiamo dire che, l’elaborazione di una struttura narrativa semplice, il fatto di utilizzare un intreccio narrativo già presente nella storia del cinema (un gruppo di amici decide di fare un viaggio per ritrovare se stessi) sono funzionali all’esigenza di lasciare degli spazi di visibilità per il paesaggio. Infatti, la sceneggiatura, pur seguendo sapientemente i fili dei suoi cinque personaggi e destinando a ognuno il proprio spazio per l’approfondimento psicologico, lascia anche degli intervalli liberi in cui la regia

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16 “Papaleo fa un film che ci fa scoprire poco a poco il paesaggio ma la sua non è una cartolina «calcolata» per esigenze tutistiche o da film commission” (Cristina Piccino, Il Manifesto), “Basilicata coast to coast non è uno spot alla regione, ma è una commedia musicale, sempre più rara nel panorama cinematografico italiano, nonché un atipico road movie che la omaggia e la valorizza” (Antonio Valerio Spena, Close Up). 17 “Film vitale, simpatico, con qualcosa di prolisso e didascalico, ma pieno di una genuina voglia di cinema e racconto” (Maurizio Porro, Il Corriere della Sera), “un piccolo film che trova con spontaneità una sua intonata forma artistica” (Alessandra Levantesi Kezich, La Stampa).


interviene modulando musica e paesaggio. Non si tratta, quindi, semplicemente di alternare le vicende dei protagonisti con cartoline dalla Basilicata, ma di inserire momenti di interruzione narrativa per consentire la creazione di una “atmosfera lucana”. Il paesaggio presentato dal film è, ovviamente, del tipo “simbolico/metaforico” e quindi riflette lo stato d’animo dei protagonisti; ciò vuol dire che i momenti musicali concorrono alla rappresentazione dei personaggi e delle loro vicende. Lo stesso Papaleo ha più volte ribadito18 come il suo intento non fosse quello di rappresentare una Basilicata autentica quanto piuttosto quello di descrivere un luogo interiore legato alla sua infanzia e, aggiungiamo noi, alle vicende dei personaggi. Il viaggio che compiono i protagonisti è innanzitutto un percorso personale che li conduce, pur nella sconfitta e nella delusione finale (il gruppo non riuscirà a raggiungere la meta in tempo per il Festival), a scoprire i loro punti di forza. Al riguardo, è emblematica la frase pronunciata alla fine del film da Rocco (Gassman): “Forse non abbiamo capito chi siamo ma, almeno, abbiamo capito cosa non siamo” Nicola, il professore insoddisfatto, riscopre la gioia della dimensione familiare, Rocco, l’attore senza lavoro, capisce che deve cambiare strada, Salvatore decide di laurearsi, Franco ritrova la parola grazie all’amore e Tropea scopre la sua vera vocazione. E la Basilicata rappresentata è il luogo dell’anima in cui avviene questo percorso. In tal senso, la riproposizione di un paesaggio lucano arcaico e quasi disabitato, più che perpetuare un comune stereotipo, è funzionale a produrre una dimensione quasi onirica in cui i protagonisti si muovono. Ed è proprio nel gioco di rispecchiamenti tra personaggi e paesaggio che la musica rappresenta un collante fondamentale. La scrittura filmica utilizza in parte lo schema del road movie e in parte quello della commedia musicale per sintetizzarli in un walking movie musicale strutturato in capitoli ben definiti. Ogni capitolo, o tappa del percorso, da un punto di vista della storia, contribuisce a portare avanti uno o più fili della narrazione, ad approfondire la psicologia ora dell’uno ora dell’altro personaggio mentre, dal punto di vista del paesaggio, esso è caratterizzato da indicazioni ben precise sul luogo in cui si trovano legando a esso prodotti tipici e tradizioni19. Al termine di ogni tappa, la musica è il momento di sintesi dei due aspetti rivelandosi essenziale al fine di stringere il rapporto tra personaggi e paesaggio20. Tale struttura che in alcuni casi appesantisce il racconto (una sorta di doppia velocità del film, il continuo “camminare” delle storie e il rallentare della musica) è piuttosto anomala per una commedia che, per definizione, deve mantenere il ritmo del racconto sempre alto21. Tuttavia, essa va associata all’esigenza di mantenere unite le due anime del film, quella narrativa e quella promozionale. Da un punto di vista stilistico, il film è girato in modo da riflettere l’impostazione della sceneggiatura. Personaggi e paesaggio sono inquadrati rispettivamente attraverso primi piani e campi lunghi. Nei momenti in cui si privilegia la narrazione, la macchina da presa si posiziona sui volti dei personaggi così da catturarne gli stati d’animo, le emozioni. Durante il percorso, invece, essi rappresentano solo fugaci apparizioni nelle panoramiche sul paesaggio lucano. 18 “È la regione che avevo in testa io, non quella reale, segnata dalla cultura beat e dai ricordi di bambino. È la Basilicata del mio cugino più grande che faceva la messa con chitarra elettrica e batteria sull’altare, in una sorta di controgospel. Erano gli anni ‘70 di Easy Rider, era il Sud di certe pulsioni. Questo è un omaggio verso la terra, non solo verso la mia terra” (intervista a Rocco Papaleo del 10 Aprile 2010, “Basilicata coast to coast Un film «vetrina» sul paesaggio lucano” di Massimo Brancati, Gazzetta del Mezzogiorno). 19 I luoghi citati esplicitamente nel film: Maratea, Trecchina, Lauria, Latronico, Tramutola, diga del Pertusillo, Aliano, Craco, Scanzano. Prodotti tipici citati: pane e frittata, peperone crusco, fagioli di Sarconi, gnumaridd, aglianico del Vulture. 20 Così la pianificazione del viaggio si chiude con la canzone “L’Americano” cantata nei rispettivi luoghi di partenza dei personaggi; “Pane e Frittata” alla prima sosta del viaggio; “Alba/Tramonto” e “Mariateresa” durante la sosta a Tramutola e l’arrivo di un nuovo personaggio; dopo la diga del Pertusillo la canzone “Il Calore” interpretata da Tropea segna il suo definitivo ingresso nel gruppo; “Basilicata is on my Mind” a Scanzano dopo la delusione del festival mancato. 21 Ciò può aver tratto in inganno alcuni critici che nel commentare il film hanno detto: “Bislacca, fragile e tutto sommato noiosa commediola on the road dell’esordiente Rocco Papaleo. Una sconclusionata sciocchezzuola a passo di lumaca, che fa faticosamente sorridere nell’imbarazzante mancanza d’umorismo” (Bertarelli, Il Giornale).

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Se, come abbiamo detto, la musica è sempre il momento di conclusione e sintesi parziale all’interno del film, bisogna aggiungere che il paesaggio rappresenta quello iniziale. Ogni tappa viene contestualizzata attraverso alcune riprese del paesaggio e la macchina da presa mostra una mobilità maggiore in questo secondo caso, cercando di far calare lo spettatore nella realtà rappresentata. Bisogna considerare anche che il paesaggio, aprendo la sequenza, in genere anticipa e riflette ciò che sta succedendo ai protagonisti. Così, ad esempio, lo specchio d’acqua luccicante della diga del Pertusillo prelude alla storia d’amore tra Tropea e Franco mentre il paesaggio arido e avvolto dalla nebbia dei calanchi di Aliano risente dell’abbandono di Rocco. Un’ultima considerazione va fatta in merito al doppio sguardo presente nel film. Infatti il punto di vista oggettivo della macchina da presa viene spesso accompagnato da quello soggettivo della telecamera di Tropea, che scopre la passione per le riprese proprio nel corso di questo viaggio. L’incursione di immagini girate in modo amatoriale all’interno del film offre una sorta di guida non convenzionale della Basilicata. Lo sguardo di Tropea attraverso la telecamera può essere associato a quello dello spettatore che, all’inizio con un po’ di diffidenza e poi con maggiore convinzione, “entra” all’interno della storia. Durante il viaggio, i personaggi davanti alla telecamera raccontano qualcosa del posto in cui si trovano mettendo insieme informazioni sul paesaggio con notizie personali. È dunque un momento in cui si rafforza il rapporto tra paesaggio e storia, riaffermando un principio fondamentale ai fini del nostro discorso sul cineturismo: l’interesse per un luogo nasce se vi è compenetrazione tra l’aspetto narrativo e quello paesaggistico.

3.5. Basilicata coast to coast: analisi cineturistica Dal punto di vista cineturistico, “Basilicata coast to coast” è un film molto interessante proprio perché condensa tutta una serie di elementi volti a tenere alta l’attenzione sulla terra lucana senza però pregiudicare lo svolgimento del film. Sin dal titolo si comprende l’intenzione di compiere un’operazione di branding attribuendo alla regione una filosofia di vita. Inserire, infatti, il nome della regione all’interno del titolo del film vuol dire associare le vicende dei

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Masseria, Sarconi


protagonisti al territorio all’interno del quale avvengono. In questo modo lo spazio scenico in cui è ambientata la storia appare sin da subito come fortemente caratterizzato e portatore di valori ben precisi. La Basilicata è il luogo in cui avviene il viaggio, da costa a costa, in cui si incontrano delle persone, si riconosce una concezione dell’esistenza, si mette a nudo il proprio sé. Rilevante, da un punto di vista cineturistico, è la prima scena che risponde a un’esigenza pratica: collocare geograficamente una regione ancora poco conosciuta. A partire da una prospettiva extra terrestre, la cinepresa inquadra la regione su una mappa geografica dell’Italia e vi entra letteralmente dentro come a sottolineare che il viaggio metaforico è supportato da una presenza reale. «La Basilicata esiste» sottolinea Papaleo all’inizio del film, e il viaggio che i personaggi si accingono a compiere può essere rintracciato e ripercorso seguendo, come abbiamo visto, la precisa indicazione delle tappe. L’uso della musica, l’immagine di una terra quasi disabitata, l’inserimento di personaggi portatori di valori22 concorrono alla creazione di quella che abbiamo chiamato “l’atmosfera lucana”. Durante il film si respira questa atmosfera che non è altro che il tentativo di costituzione del brand Basilicata che ha nell’esaltazione di una vita autentica e lontana dalla frenesia moderna, in rapporti umani sinceri e nel coinvolgimento mistico generato da paesaggi fuori dal tempo, i suoi punti di forza. È chiaro che la rappresentazione di una Basilicata romantica può essere una risorsa preziosa in termini di “iconizzazione” del territorio e, quindi, di promozione turistica. In “Basilicata coast to coast”, vi è la precisa intenzione di ancorare la terra immaginaria a quella reale. Se da una parte la Basilicata rappresentata nel film è un luogo dell’anima e che non tiene conto della sua attuale condizione sociale e politica, dall’altra vi sono continui richiami a luoghi reali, a prodotti tipici e alle tradizioni locali. All’interno del film può essere rintracciato un efficace uso del product placement. Basti pensare agli “gnumaridd”23 un’attrazione culinaria a cui, nonostante la missione ascetica dei 22 La ragazza di Tramutola che si unisce al gruppo è simbolo della voglia di libertà e di una filosofia di vita basata sul carpe diem di oraziana memoria; il contadino che li ospita esprime il distacco da una certa deriva culturale e l’attaccamento a valori profondi (la sera non guarda la tv, ma la moglie). 23 Involtini preparati con le interiora di agnello e arrostiti alla brace.

Diga del Lago di Pietra del Pertusillo

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protagonisti, non è possibile resistere, o “all’Aglianico del vulture” usato per brindare alla memoria di Carlo Levi o, ancora, alla processione religiosa legata al culto della Madonna del Sacro Monte di Viggiano. In altre parole, prodotti e tradizioni sono inseriti all’interno del racconto con una doppia valenza: da un lato legano il paesaggio metaforico a quello reale e dall’altra assolvono all’esigenza di caratterizzare promuovere il territorio. Il product placement avviene già a livello di sceneggiatura, amalgamando i prodotti alla storia in modo che essi non risultino esterni alla narrazione ma diventino un pretesto per una scena umoristica o per la riflessione di un personaggio. Se analizziamo l’effetto sulla destinazione e quindi il destination placement è interessante la scelta, operata dal regista, di un percorso non convenzionale che lascia fuori Matera, a favore di una zona interna e meno conosciuta della Basilicata. Durante il film vengono attraversati paesi come Trecchina, Lauria, Tramutola, Latronico che godono di scarsa visibilità turistica a livello nazionale ma anche locale e sono pressoché assenti nella filmografia lucana. Ponendo la cinepresa in quei luoghi, è evidente che “Basilicata coast to coast” voglia far propria una delle potenzialità delle produzioni audiovisive ovvero quella di creare una destinazione turistica attraverso la visibilità prodotta dal grande schermo. Più in generale, possiamo dire che tutto il film concorre alla formazione del vicarious consumption considerato da Macionis come uno dei più importanti fattori di spinta del cineturismo. Attraverso il racconto del viaggio, lo spettatore acquisisce una serie di informazioni sul territorio, sulle sue tradizioni e quindi una preconoscenza delle località riprese nel film. Infatti, come detto, il cinema è capace di creare nello spettatore un senso di familiarità con i luoghi visti riducendo sensibilmente le possibili preoccupazioni del turista relative al viaggio in una destinazione sconosciuta. Se, infatti, il film di Papaleo è stato sovente criticato dai suoi conterranei in quanto non mostrerebbe abbastanza la Basilicata o non ne promuoverebbe la sua condizione reale, è proprio perché non si è considerato che l’esposizione non è direttamente proporzionale alla promozione del territorio e che l’autenticità di questo non è il primo obiettivo del film. Nel caso di “Basilicata coast to coast” è utile anche evidenziare come la rappresentazione di una

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Ponte romano, Sarconi


regione “romantica” caratterizzata da elementi fortemente identitari sia in linea con la strategia dell’Azienda di Promozione Turistica (Apt) locale impegnata nell’incentivare un turismo di qualità, legato soprattutto all’aspetto naturalistico e gastronomico del territorio. Non è un caso che Rocco Papaleo sia stato il testimonial dell’esposizione curata dall’Apt presso la Borsa Internazionale del Turismo (Bit) 2011. Dal punto di vista della visibilità del film a livello nazionale e internazionale, bisogna sottolineare che “Basilicata coast to coast” ha riscosso un buon successo, ha avuto un incassodi 3.367.187 con 502.56063 spettatori ed è stato distribuito in tutta Italia in circa 215 copie, figurando nella classifica dei 20 film italiani di maggiore incasso nel 2010. Quanto alla sua esposizione internazionale, il film ha partecipato a 78 manifestazioni fra festival e rassegne di cinema in tutto il mondo ricevendo numerosi riconoscimenti. È importante notare che anche l’ambiente cinematografico ha dimostrato interesse verso il film di Papaleo premiandolo in due delle principali competizioni italiane: Nastro d’Argento e David di Donatello come miglior regista esordiente. “Basilicata coast to coast”, inserito anche nella lista dei dieci film in corsa per rappresentare l’Italia all’Oscar, ha quindi goduto di buona visibilità mediatica grazie alla partecipazione a questi premi riattivata, poi, dalla sua diffusione sui canali di Sky Cinema. La prima tv, avvenuta il 21 aprile 2011, ha registrato circa 241.000 spettatori, un buon numero in rapporto agli ascolti medi della piattaforma satellitare. Il film è stato immesso nel circuito homevideo attraverso l’uscita di due dvd, una in versione classica (allegato anche alla rivista “TV, Sorrisi e Canzoni”) e l’altro in blu ray. Nelle prime due settimane della sua uscita, il dvd prodotto dalla Eagle Pictures è stato tra i dieci dvd più venduti in Italia. La longevity di “Basilicata coast to coast” è stata sostenuta anche dalla diffusione della pellicola sugli aeromobili dell’Alitalia: tra novembre 2010 e gennaio 2011 il film è stato proiettato, nell’ambito della rassegna cinematografica denominata “Made in Italy”sugli aerei B777, A330E, A330 e B767 classe Magnifica e sugli aeromobili A320 e dei B767, classe Economica. “Basilicata coast to coast” è stato presentato anche come strumento di promozione del territorio lucano, in alcuni istituti italiani di cultura all’estero, tra cui quello di Parigi; è stato proiettato anche durante le manifestazioni “Incontri con il Cinema Italiano” e “Incontri con Regioni

Casa con gli occhi, Aliano

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e Città Italiane nel Principato di Monaco”, promosse, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, dall’Ambasciata d’Italia nel Principato di Monaco, in collaborazione con l’associazione Monaco - Italie e con il Comites (Comitati degli italiani presenti all’estero). La proiezione, avvenuta l’11 febbraio 2011, è stata anticipata da un aperitivo di benvenuto con degustazione di prodotti tipici e vini della Regione Basilicata organizzato dal Dipartimento Agricoltura della Regione. Simile iniziativa si è svolta il 26 aprile 2011 a Mar del Plata, nella provincia di Buenos Aires in Argentina, sempre in occasione del 150° anniversario dell’Unità dell’Italia. Il film è stato proiettato anche all’interno del “Lucania film family”, evento su cinema e prodotti tipici che si è svolto a Parigi coinvolgendo l’Istituto Italiano di Cultura. La proiezione della pellicola e l’attenzione sulla Basilicata è proseguita anche all’interno di altre iniziative non strettamente cinematografiche. Tra queste ricordiamo la tavola rotonda “L’esperienza lucana del distretto tecnologico dell’osservazione della terra” organizzata a Bruxelles dalla Regione Basilicata, al termine della quale è stato proiettato, con sottotitoli in inglese, il film del regista lucano. La reiterata attenzione sulla destinazione Basilicata passa anche attraverso altre forme mediatiche non strettamente visive ma sempre stimolate dal film. Ad esempio, il 2 aprile 2011 è stato pubblicato sul sito Web TG COM, nella sezione viaggi on the road, un articolo redazionale dal titolo “Basilicata coast to coast - un itinerario tra i paesaggi lucani ispirato al film di Rocco Papaleo”, che descrive i diversi luoghi della regione prendendo spunto dall’itinerario del lungometraggio. A dimostrazione della longevità del film è da sottolineare la richiesta da parte di alcune riviste di viaggi e turismo di conoscere il territorio lucano seguendo il tragitto delineato in “Basilicata coast to coast”. Infatti, al 19 maggio 2011 sono stati organizzati dall’Apt tre press tour per “Riders italian magazine”, “Itinerari e luoghi” e “Plein air”.

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Campagna valligiana


4. L’analisi sul campo: l’impatto economico di Basilicata coast to coast 4.1. Obiettivi e metodologia dell’indagine Per approfondire le motivazioni che hanno portato alla realizzazione del film e per comprendere meglio la genesi di questo movie tour in Basilicata, l’indagine è stata avviata con alcune interviste semi strutturate che hanno coinvolto Enti e Istituzioni che hanno creduto nelle potenzialità del film e, quindi, sostenuto anche economicamente la produzione. Parallelamente, per comprendere le ripercussioni sul territorio riconducibili al film, è stato somministrato un questionario telefonico a tutti gli operatori turistici presenti nelle location utilizzate dal film. Questi due momenti dell’indagine hanno anche permesso di effettuare una mappatura delle iniziative attivate da istituzioni pubbliche e da privati proprio per utilizzare la popolarità del film “Basilicata coast to coast”, anche per fini turistici. L’analisi sul campo è stata completata dalla rilevazione delle opinioni di alcuni turisti che, dopo aver visto il film, hanno deciso di visitare la Basilicata nel corso dell’estate 2011.

Le interviste semi strutturate rivolte alle Istituzioni locali avevano l’obiettivo di raccogliere in modo non standardizzato una serie di informazioni relative alla genesi del film di Papaleo e alla sua ripercussione sull’immagine turistica della regione. La tecnica dell’intervista semi strutturata24 ha permesso di raccogliere anche informazioni aggiuntive a quelle espressamente richieste arricchendo il quadro conoscitivo della ricerca di una serie di dati inizialmente non presi in esame. L’intervista è stata articolata in 4 sezioni: le prime domande avevano l’obiettivo di capire come fosse nata la collaborazione tra le istituzioni e la produzione e se le prime avessero giocato un ruolo attivo in tale progetto; la seconda era orientata a comprendere il perché del loro coinvolgimento e, in particolare, quali fossero state le motivazioni alla base del sostegno, anche economico, dato al film; la terza sezione chiedeva all’intervistato una 24 Corbetta (2003) la definisce come «una conversazione avente finalità di tipo conoscitivo, provocata e guidata dall’intervistatore, sulla base di uno schema flessibile di interrogazione».

Montagna Calvello nelle vicinanze di località Cacciatizze, Val Camastra

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valutazione del film in termini di impatto turistico sul territorio. L’ultima sezione cercava di capire se e in che termini la produzione o gli sviluppi turistici legati al film avessero avuto impatti sulla comunità locale. Il questionario telefonico, utilizzato per contattare gli operatori turistici dell’area, è stato scelto sia per ovviare ai problemi relativi al raggiungimento fisico degli intervistati25, sia per le minori resistenze alla concessione dell’intervista che solitamente si riscontrano con questo tipo di contatto. Il questionario è stato strutturato con 12 domande prevalentemente a risposta chiusa divise in tre sezioni. La prima invitava l’intervistato a esprimere la propria opinione sul cineturismo quale possibile strumento di promozione della Basilicata e a indicare gli strumenti più efficaci per favorire un utilizzo delle location della Basilicata per fini cinematografici. La seconda parte indagava sugli effetti turistici prodotti dal film di Papaleo, sia in termini di immagine e conoscenza del territorio, sia in termini di flussi e quindi anche di ricavi per l’economia locale. La terza parte faceva emergere le eventuali azioni messe in atto dagli operatori turistici locali per sfruttare la popolarità del film “Basilicata coast to coast” al fine di promuovere il proprio territorio e la propria attività/prodotto. L’ultima fase dell’indagine ha coinvolto i turisti arrivati in Basilicata sulla scia del successo di “Basilicata coast to coast”. È stato loro proposto un questionario a risposta aperta che li invitava ad esprimersi sulle aspettative che avevano prima di intraprendere il viaggio, sull’immagine della Basilicata che il film aveva trasmesso loro (e sulla rispondenza di questa con la realtà che avevano “vissuto” durante il viaggio), sul grado di soddisfazione e sui punti di forza e di debolezza dell’offerta turistica lucana.

4.2. Il campione

Per la prima fase dell’indagine, svolta tramite interviste faccia a faccia, sono stati coinvolti esponenti dell’Agenzia di Promozione Turistica (APT) della Basilicata, rappresentati della Regione26, i responsabili di 2 Gruppi di Azione 25 Essendo un periodo di bassa stagione alcune strutture erano chiuse e i responsabili non reperibili in zona. 26 La Regione ha finanziato con circa 300.000 euro le attività di promozione e commercializzazione del film utilizzando fondi Fesr (Fondo Sociale di Sviluppo Europeo).

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Locale27 della Basilicata, alcuni esponenti dei comuni utilizzati come set per il film. Per l’indagine telefonica, invece, sono stati contattati tutti gli operatori turistici presenti nei comuni utilizzati come set per il film. In particolare sono stati intervistati: operatori della ricettività (hotel, bed and breakfast, agriturismi), titolari di attività ristorative, e intermediari del turismo (agenzie di viaggi e tour operator. Il 65% del nostro campione è costituito da titolari di hotel e ristoranti (strutture turistiche maggiormente presenti nell’area). Più del 60% dei questionari è stato somministrato ad operatori di Maratea, Scanzano Jonico e Lauria, comuni già interessati da flussi turistici e, per questo, dotate di un numero maggiore di servizi legati al settore turistico. I turisti sono stati contattati via mail o incontrati direttamente alla fine del loro viaggio. Si tratta di persone arrivate in Basilicata attraverso alcuni organizzatori di viaggi specializzati nel segmento della vacanza a piedi e del turismo responsabile. Il campione ha un’età media di 40/50 anni, istruzione medio - alta, per lo più liberi professionisti provenienti dal Centro - Nord.

4.3. La genesi del film Le informazioni raccolte dalle interviste faccia a faccia fanno emergere come il film abbia beneficiato, nella fase di ideazione, del supporto da parte di alcuni GAL lucani e di vari organi della Regione. La profonda conoscenza del territorio e delle sue risorse posseduta da questi Enti ha permesso al film di divenire reale strumento di promozione del territorio, descritto nelle sue caratteristiche paesaggistiche, storico - culturali ed enogastronomiche. I GAL28, in particolare, hanno aderito al progetto sia perché «ritengono il cinema un efficace mezzo di promozione del territorio, uno strumento molto più incisivo di altre micro iniziative attuate in passato, che rappresenta fedelmente quelle che sono le qualità/tipicità del territorio della Basilicata29», sia perché l’immagine della Basilicata che emerge dal film è in linea con l’idea del GAL, cioè «una Basilicata caratterizzata 27 GAL Akiris e GAL Basento Camastra che hanno co - finanziato l’idea e partecipato alla definizione del percorso e delle tappe del viaggio intrapreso dai protagonisti del film. 28 Tutti i sei GAL della Basilicata hanno contribuito anche finanziariamente alla realizzazione del film. 29 Intervista a Domenico Romaniello, Gal Basento Camastra, del 16 dicembre 2010.


da un modo di vita alternativo, autentico e lento, un’immagine in grado di rivolgersi ad un target turistico in grado di apprezzare la ruralità di tali aree interne della regione30». Dalle testimonianze raccolte, emerge, quindi, un film che non solo parla della Basilicata ma che accoglie e fa proprie le voci del territorio, facendo emergere specificità riconosciute come tali anche dagli abitanti e dagli operatori dell’area. Anche l’Ente regionale ha colto le potenzialità promozionali del film decidendo di contribuire economicamente al progetto, inserito tra le azioni di marketing territoriale. «La promozione della Basilicata tramite una pellicola cinematografica è un mezzo molto più efficace di un semplice spot sulla regione, che spesso può apparire come autoreferenziale e quindi con minore credibilità da parte dell’audience31». L’obiettivo era da un lato quello di avviare un posizionamento della Basilicata nel mercato del turismo rurale, presentata come destinazione immersa nel verde e caratterizzata da valori e tradizioni ancora radicate al territorio e, dall’altro, quello di fornire precise indicazioni geografiche e toponomastiche relative a questa regione non ben identificabile dell’Italia Il film quindi «ha rappresentato una ghiotta occasione per il solo fatto di avere il nome Basilicata nel titolo che è girato in tutta Italia, nelle maggiori città della penisola32».

4.4. Le opportunità del cineturismo per l’immagine della Basilicata Il grande schermo è considerato dalla quasi totalità degli operatori turistici coinvolti tramite il questionario telefonico come una particolare tipologia di marketing territoriale che permetterebbe di diffondere maggiormente l’immagine e la conoscenza della Basilicata. Alla domanda “Ritiene che l’attività cinematografica possa rappresentare una forma di promozione del territorio” la quasi totalità (il 96,4%) degli intervistati dichiara che l’attività cinematografica effettivamente può rappresentare una forma di promozione del territorio della Basilicata. In particolare il cinema è considerato un ottimo strumento per promuovere territori 30 Intervista a Ennio Di Lorenzo, Gal Akiris, del 2 dicembre 2010. 31 Intervista a Raffaele Paciello, del 21 marzo 2011. 32 Intervista a Giampiero Perri, APT Basilicata, del 10 maggio 2011.

poco conosciuti a cui spesso vengono associati, grazie alla narrazione cinematografica, significati simbolici che ne amplificano le specificità e suscitano una forte curiosità nello spettatore. Quasi il 70% degli intervistati ritiene che il film “Basilicata coast to coast” abbia influito positivamente sul turismo locale mostrando i colori e i paesaggi dell’area e, allo stesso tempo, facendo emergere le specificità identitarie di un territorio dotato di grandi potenzialità turistiche ancora da sfruttare appieno. Relativamente all’effetto generato sul territorio dalla realizzazione e successiva distribuzione del film, gli intervistati dichiarano che l’impatto principale è legato alla diffusione dell’immagine e alla maggiore conoscenza del territorio (40%), seguito da un effetto sull’economia locale (19%), dall’incremento dei flussi turistici (18%). Il 13% degli intervistati ritiene che abbia influito maggiormente sulla tutela e la valorizzazione dei luoghi e il restante 10% sulle infrastrutture. Quindi, secondo gli intervistati, uno dei principali meriti del film è quello di aver favorito la conoscenza del territorio della Basilicata e del suo patrimonio naturalistico e storico - culturale. Fig.1

10% 13%

40%

18% 19% Immagine e conoscenza del territorio Economia locale Flussi turistici Tutela e valorizzazione dei luoghi Infrastrutture

Fig.1 - Settori su cui il film “Basilicata coast to coast” ha avuto impatti

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Anche dalle interviste ai Gal e alle Istituzioni locali emerge la convinzione che il cinema possa rappresentare uno strumento innovativo in grado di diffondere la conoscenza del territorio. Si pone l’accento, in particolare, sulle potenzialità legate alla velocità e alla diffusione che i prodotti cinematografici e i differenti modi di fruizione garantiscono all’immagine di un territorio. «Il film è uscito in 202 sale di molte città italiane ed è stato visto da circa 700.000 spettatori, per non contare poi della diffusione attraverso i cinema all’aperto, della versione dvd della Eagles Pictures, dei dvd noleggiati, della distribuzione nel circuito SKY Cinema e della prossima uscita su Mediaset33». Si

ribadisce così la longevity dei prodotti audiovisivi. Interessante è anche il confronto con altri film che hanno “portato” la Basilicata sul grande schermo. Opinione condivisa da molti è che a differenza di altre produzioni cinematografiche che hanno usato la Basilicata per rappresentare altri luoghi (ad esempio “The Passion” in cui la città di Matera è utilizzata per “parlare” della Palestina), il film di Papaleo mettendo il territorio lucano al centro della narrazione, indicando le località e i prodotti tipici, garantisce al territorio una maggiore visibilità anche turistica. 33 Intervista a Domenico Romaniello, Gal Basento Calastra, del 16 dicembre 2010.

4.5 Le opportunità del cineturismo per l’economia locale Per quanto riguarda gli impatti sul turismo legati alla curiosità e al desiderio suscitati dalla visione di “Basilicata coast to coast” non è possibile riscontrare un dato certo dal momento che, come detto, il cineturismo è una delle motivazioni del viaggio. Tuttavia, dall’indagine emerge che poco meno del 50% degli operatori coinvolti nell’indagine telefonica dichiara di aver registrato nella propria attività lavorativa un incremento di turisti. Nello specifico, tale

Dopo l’uscita del film ha visto un aumento dei turisti?

Qual è stata la percentuale di aumento dei turisti?

4% 4%

47%

31%

53%

sì no

Graf.1 - Incremento dei turisti collegabili al film Basilicata coast to coast

206

4%

57%

-10% 11 - 20% 21 - 30%

31 - 40% 41 - 50%


incremento di visitatori è stato inferiore al 10% per il 31% degli intervistati, tra il 10% e il 20% per il 57% degli operatori e compreso tra il 30% ed il 50% per il restante 12%. Graf.1 Due domande del questionario cercavano di verificare se la maggiore visibilità della Basilicata e il maggior numero di visitatori riconducibili alla diffusione del film avessero anche contribuito ad accrescere il fatturato delle aziende presenti nei territori interessati dalle riprese. Il 45% dichiara di aver avuto un incremento dei ricavi (di cui, il 58% ha registrato un aumento inferiore al 10%, il 32% ha avuto una crescita compresa tra il 10 e il 20%, il restante 10% dichiara di aver registrato un incremento dei ricavi superiore al 20%). Le strutture che dichiarano di aver avuto un aumento dei propri ricavi sono in prevalenza gli hotel, i ristoranti e gli agriturismi che rappresentano circa il 90% di coloro che affermano di aver avuto vantaggi anche economici dalla realizzazione e diffusione del film34. Maratea, Scanzano Jonico e Trecchina sono i comuni nei quali si concentra il maggior numero di operatori che hanno registrato sia un aumento dei flussi sia un incremento dei ricavi (dato riconducibile anche alla maggiore esposizione che il film dà a queste località). Anche gli amministratori locali, intervistati nella prima fase dell’indagine sul campo, confermano un incremento degli arrivi in Basilicata sollecitati dal film: «Esiste una domanda che sta interessando la Basilicata proprio sulla scia della curiosità suscitata dalla visione del film. Ne sono esempi i pacchetti turistici venduti dai Tour Operator e la richiesta da parte di testate giornalistiche (nazionali e internazionali) di ripercorrere l’itinerario “coast to coast”35». Graf.2

34 Conferma della capacità del cinema di generare effetti economici viene anche da un operatore del settore ricettivo di Maratea la cui struttura è stata utilizzata dalla troupe durante la permanenza in Basilicata «ho ospitato per circa 60 giorni la troupe nella mia struttura con un incremento di fatturato di circa 60.000€», dato che va letto anche in relazione al periodo di bassa stagione in cui si sono svolte le riprese e durante il quale la maggior parte delle strutture turistiche dell’area registrano poche presenze. 35 Intervista a Giampiero Perri, APT Basilicata, del 10 maggio 2011.

Dopo l’uscita del film ci può dire qual è stata la percentuale di incremento dei guadagni?

-10% 11 - 20% 21 - 30% 31 - 40%

Hotel

Ristorante

Agriturismo

B&B

Graf.2 - Distribuzione degli incrementi dei ricavi per tipologia di struttura

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4.6. Basilicata coast to coast: le iniziative nuove forme di narrazione”. Tra gli ospiti intervenuti alla conferenza stampa collegate al film Un ulteriore obiettivo dell’indagine è stato quello di ricercare e mappare le varie iniziative, provenienti sia dal pubblico che dai privati, nate sulla scia del film e che rappresentano azioni dirette a sfruttare la visibilità del territorio e la curiosità negli spettatori create dal film. Per la promozione del film e in particolare della Basilicata raccontata dal film di Rocco Papaleo sono state adottate differenti strategia di marketing. In occasione dell’uscita del film nelle sale italiane (9 aprile 2010), è stato indetto un concorso “Vedi il film e vinci un viaggio” per vincere un viaggio in Basilicata, promosso e sponsorizzato dall’APT regionale, dalla Shell e dalla Total. Per partecipare al concorso era sufficiente andare sul sito del film, compilare il modulo di adesione e inviare la domanda on line. Si è trattato di un’interessante azione promozionale diretta a trasformare la motivazione nata nello spettatore in una visita concreta della Basilicata. Altra iniziativa istituzionale sempre con l’obiettivo di sfruttare il cinema come nuovo strumento di marketing turistico è stata la conferenza stampa tenutasi alla Borsa Internazionale del Turismo del 2011 (BIT) dal titolo “Cinema in Basilicata e

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di inaugurazione anche due protagonisti del film, il regista e l’attore Antonio Gerardi a cui è stato affidato, in qualità di testimonial della regione, il compito di promuovere in modo originale e meno formale, la Basilicata e le sue risorse. In occasione della BIT 2011 è stato anche presentato l’aggiornamento alla guida “Ciak si viaggia! Location cinematografiche in Basilicata” curata dall’APT regionale e contenente una scheda del film e delle location di “Basilicata coast to coast”. Altro strumento di marketing territoriale legato ai film sono le movie map che propongono tour che seguono le location dei film. Anche per “Basilicata coast to coast” è stato predisposto tale strumento, inserito tuttavia solo nella seconda edizione del DVD, messo in commercio in un cofanetto contenente anche il “Post scriptum”, un filmato di circa 20 minuti girato da Rocco Palaleo sulla Basilicata. Originale, e soprattutto non legato ad un intervento pubblico, è stato “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” ideato da un imprenditore lucano di Scanzano Jonico: «All’evento svoltosi il 24 ottobre 2010, hanno aderito inizialmente in 50 ma lungo il percorso di 135 km (partenza da

Premio “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” con la bottiglia di Aglianico del Vulture


Maratea, sulla costa tirrenica e arrivo a Scanzano, sul versante Jonico) molte altre auto d’epoca si sono aggregate alla lunga carovana36». A conclusione della passeggiata motoristica a tutti i partecipanti è stata consegnata una targa a ricordo dell’evento e un cesto di prodotti tipici del territorio contenente anche una bottiglia di vino locale, appositamente imbottigliata per l’occasione. Sulla scia del film sono nati anche dei veri e propri pacchetti turistici ideati e proposti da operatori di portata nazionale specializzati in viaggi a piedi. Il primo è “Basilicata coast to coast. Dal Tirreno allo Ionio, sulle tracce delle suggestioni dell’omonimo film, per un viaggio senza programma in una terra da scoprire.” L’organizzazione tecnica è di “Walden - Viaggi a piedi” in collaborazione con Viaggi Solidali37. Il viaggio svoltosi dal 2 al 12 giugno 2011 con partenza da Maratea (costa tirrenica) e destinazione di arrivo a Policoro (costa ionica), è stato intrapreso da 12 camminatori desiderosi di scoprire, camminando, la regione e le sue risorse. Un altro pacchetto turistico è stato organizzato e 36 Intervista a Franco Lupoli, ristoratore di Scanzano Jonico, del 23 marzo 2011. 37 Walden viaggi a piedi e Viaggi solidali sono operatori specializzati nel turismo responsabile, entrambi sono iscritti a AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).

proposto da La Via dei Canti38. Il viaggio che già nel titolo cita i “i luoghi del film di Rocco Papaleo” è presentato come un appassionante viaggio laico di paese in paese nel meridione d’Italia: “Cristo si è fermato ad Eboli? Andiamo a vedere”.

4.7. Le opinioni dei turisti L’ultima parte della nostra indagine ha preso in esame anche le opinioni dei turisti che hanno scelto la Basilicata come destinazione turistica, a seguito della visione del film e su sollecitazione di alcune proposte “meno usuali” messe in atto da alcuni operatori nazionali di turismo responsabile. Alcuni turisti sono stati incontrati direttamente durante il loro viaggio a piedi in Basilicata altri, invece, contattati tramite mail. Questa fase ha cercato di indagare sulla conoscenza della Basilicata che ciascun partecipante aveva prima della visione del film (e su come eventualmente il film di Papaleo abbia influito nel modificarla), sulle motivazioni che hanno spinto a prendere parte al viaggio itinerante, e infine sulle aspettative che gli intervistati avevano quando hanno deciso di 38 La Via dei Canti è un marchio alla scoperta della natura e delle iniziative locali sostenibili dell’operatore “Tra terra e cielo” specializzato in viaggi a piedi.

Montagna di Montemurro nei pressi del Parco Eolico

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intraprendere il viaggio. Gran parte degli intervistati aveva, prima della visione del film, una conoscenza della Basilicata molto limitata, e spesso legata esclusivamente alla città di Matera. Alcuni degli intervistati non conoscevano affatto questo territorio. «Per me era, come si dice anche nel film, un buco nero nella geografia dell’Italia. Si legge molto poco della regione, e oltre a Maratea e a Matera, si conoscono pochissimo le sue ricchezze storico e naturalistiche39». Il film ha dato a tutti la possibilità di apprezzare in particolare le risorse naturalistiche e le caratteristiche di alcuni borghi della regione. Questa, richiama nell’immaginario di molti l’idea di un luogo ancora preservato, dove poter vivere in maniera semplice, una terra poco conosciuta ma che, proprio per questo, riserva al viaggiatore inattese possibilità ancora tutte da esplorare. In questo senso, la dimensione romantica e naturalistica espressa dal film di Papaleo sembra abbia stimolato la curiosità turistica e promosso un’immagine “trasognata”, ma comunque veritiera, della regione. La Basilicata colpisce per la sua tranquillità e per la lontananza dalla frenesia moderna, evidenziata anche dal film. La decisione di esplorare questa regione attraverso il cammino è legata in particolare alla convinzione che la strada a piedi permette di fare “esperienza di un territorio” e quindi di percepire con maggior forza e intensità, i luoghi, gli ambienti, la natura e le persone che si incontrano. Tutti gli intervistati concordano nel considerare le loro aspettative più che soddisfatte40 e individuano nell’ospitalità, nel paesaggio e nel buon cibo i punti di forza del territorio lucano. Allo stesso tempo, però, gli intervistati evidenziano la necessità di migliorare l’offerta turistica sia sfruttando maggiormente il patrimonio naturalistico della regione41 sia promuovendo in modo integrato le risorse locali, sostenendo e incentivando l’iniziativa privata42. 39 Intervista a Alessandro Vergari, Walden - viaggi a piedi, del 4 maggio 2011. 40 Fra le risposte più quotate: «Ho trovato molta accoglienza, disponibilità e pulizia. Anche per la sicurezza non abbiamo avuto problemi». «Forse molto di più di quello che pensavo». «Le mie aspettative sono state soddisfatte». 41 Fra le risposte più quotate: «occorre una maggiore manutenzione e un miglioramento della segnaletica relativa alla rete sentieristica». «Tracciare o segnare percorsi tematici da fare a cavallo, mountain bike, a piedi permetterebbe di apprezzare maggiormente questo territorio». 42 Fra le risposte più quotate: «Sarebbe utile per gli operatori locali

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valdagriturismo.com La necessità di migliorare l’offerta, espressa nei questionari dai turisti, è stata affrontata offrendo una serie di percorsi tematici all’interno del portale Val d’Agri. I percorsi, molto diversi fra loro, cercano di descrivere e portar fuori le tante sfaccettature di una regione dai mille volti. Un itinerario è dedicato interamente a “Basilicata coast to coast” fornendo l’itinerario GPS delle location in cui è stato girato il film, fra cui alcuni dei 10 comuni aderenti al portale Val d’Agri. Per ulteriori approfondimenti consultare il capitolo successivo.

Per approfondire consultare il Capitolo 7


Sito www.valdagriturismo.com

Box 13 Conclusioni L’indagine sul campo conferma il ruolo che il cinema può avere nella promozione dell’immagine del territorio lucano, luogo dotato di un ricco e diversificato patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico culturale. Attraverso l’analisi della struttura narrativa del film, la ricerca ha messo in luce come “Basilicata coast to coast” abbia tutti gli elementi necessari per stimolare la scelta turistica e promuovere le risorse culturali e paesaggistiche della regione valorizzando l’identità specifica del territorio. Il film analizzato, quindi, può essere considerato un’azione mirata di marketing che ha posto le basi per la costituzione di un brand Basilicata e rafforzato la collocazione della regione sulla scena mettersi in rete in modo da unire i vari settori: gastronomia, ristorazione, alloggi, escursionismo e offrire così ai turisti prodotti più strutturati». «Ho trovato poche iniziative imprenditoriali legate a Basilicata coast to coast, occorre promuoverne altre. Ne vale la pena».

turistica nazionale e internazionale. Grazie al ritmo coinvolgente, alle intense immagini paesaggistiche, agli emozionanti momenti musicali, il film ha dato il via a quello che abbiamo chiamato la formazione di un’atmosfera lucana, o “iconizzazione” paesaggistica, così da legare la Basilicata all’immagine di una terra lontana dalla frenesia moderna, dove è possibile compiere un percorso di scoperta interiore. “Basilicata coast to coast”, fornendo un percorso facilmente rintracciabile (grazie alle puntuali indicazioni geografiche), effettuando un’importante azione di product placement dei prodotti tipici e facendo emergere nel corso della narrazione alcuni elementi caratterizzanti l’identità locale, ha stimolato la curiosità verso questa regione concorrendo alla definizione del vicarious consumption della destinazione, una sorta

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di esperienza preliminare del territorio vissuta dallo spettatore, che rende più facile e immediata la successiva scelta di visitare i luoghi visti sul grande schermo. Sulla scia del percorso realizzato dai protagonisti del film, sono nati pacchetti turistici ad hoc, realizzati da operatori turistici specializzati nel turismo a piedi, con l’obiettivo di ritrovare dal vivo le atmosfere fruite sul grande schermo. La diffusione dell’immagine di una Basilicata naturalistica, una terra incontaminata in cui riscoprire se stessi, ha fatto breccia nel target del turismo responsabile, stimolando la conoscenza esperienziale del territorio. Come abbiamo visto, il film di Rocco Papaleo risulta una riuscita operazione di promozione delle bellezze della regione, a cui è associato una sorta di elogio della lentezza. La scelta drammaturgica di proporre un road movie a piedi improntato sulla scoperta di sé, di un itinerario inteso come viaggio dell’anima è, in questo senso, particolarmente congeniale a stimolare un tipo di turismo responsabile. Considerando, poi, l’impatto turistico complessivo che può essere imputato al film, l’indagine ha dimostrato che i risultati possono essere considerati solo parzialmente soddisfacenti. Come abbiamo visto, in questo senso diventa decisiva la messa in campo di azioni di marketing che possano stimolare la curiosità dello spettatore e fornire un’adeguata offerta, anche di carattere cineturistico, al turista. Per “Basilicata coast to coast” da una parte vi è stata un’importante strategia di promozione cinematografica del territorio, ma dall’altra è mancato l’accompagnamento del film lungo il suo intero arco vitale. Attraverso una mappatura realizzata di tutti i canali attraverso i quali “Basilicata coast to coast” è stato fruito dal pubblico, l’indagine ha mostrato come il film ha potuto contare su una buona visibilità nazionale e su alcune interessanti iniziative che l’hanno promosso all’estero. In questo senso, si può parlare di un efficace sfruttamento della longevità del prodotto filmico. Tuttavia all’incremento di visibilità della Basilicata sul territorio nazionale, determinato dal successo del film e anche da alcune iniziative organizzate dall’APT Basilicata43, non ha 43 L’unica nota dolente è rappresentata dalla mancato utilizzo della velocità interattiva offerta dalle nuove tecnologie. Non è stato, ad esempio, creato un film site che fornisca dati e notizie sulla Basilicata quale set cinematografico, sulle produzioni realizzate e sulle relative location.

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fatto seguito un’altrettanto dinamica evoluzione dell’offerta locale che avrebbe potuto attivarsi per creare prodotti in linea con la domanda turistica. È mancata, quindi, un’efficace iniziativa privata volta a cogliere le opportunità offerte sia dal film, sia dalle azioni promozionali della pellicola garantite da alcune iniziative pubbliche. L’indagine ha messo in evidenza che, se si esclude l’evento “Basilicata coast to coast in 500 e macchine d’epoca” nessun’altra iniziativa di rilievo è stata messa in atto dagli imprenditori locali. Appare strategico, quindi, il ruolo che potrebbe avere una film commission regionale che, oltre al suo compito principale di attirare le produzioni cinematografiche sul territorio, potrebbe, in accordo con l’APT Basilicata, promuovere un’azione di coordinamento tra le iniziative di promozione dei film e operatori turistici. Una film commission lucana, dovrebbe attivarsi già in fase di pre - produzione del film sia per informare l’opinione pubblica, al fine di incentivare azioni volte a cogliere le potenzialità della promozione territoriale offerta dal film, sia per definire con la produzione cinematografica il modo in cui promuovere il territorio. Durante la fase di uscita e distribuzione del film, poi, è necessario intervenire favorendo attività di marketing legato ad esso sia ad opera di enti pubblici che attraverso l’incentivo dell’iniziativa privata. In questo senso, oltre alla funzione di sportello cinema, la film commission dovrebbe fornire tutti quei servizi aggiuntivi indispensabili per le produzioni cinetelevisive: dalla realizzazione di un book delle location, alle operazione di scouting territoriali con location manager qualificati e alla iniziative di formazione professionale. Fondamentale è l’istituzione di un film fund. Mettere delle risorse economiche a disposizione significa sostenere la filiera del cinema ma anche rafforzare l’industria locale: le produzioni co-finanziate dovrebbero obbligate a spendere parte del suo budget sul territorio, a girare gran parte delle riprese in loco e a utilizzare le professionalità del luogo. C’è poi da tener presente che il finanziamento pubblico statale ottenuto da una produzione non è mai sufficiente per coprire le spese e la possibilità di integrarlo con un contributo regionale è spesso di vitale importanza. Sarebbe opportuno, quindi, un avvio rapido delle


attività dell’istituenda lucana Film Commission che permetterebbe alla regione di acquisire visibilità all’interno del panorama delle location italiane e, allo stesso tempo, alla pellicola di “Basilicata coast to coast” (e alle opportunità ad essa connesse) di non rimanere un semplice caso isolato com’è avvenuto per “The Passion”. La nascita di un’istituzione dotata di risorse da investire e di una chiara idea sulle produzioni da promuovere potrebbe avviare una pianificazione strategia di questo settore con ricadute positive anche in termini di visibilità e sviluppo turistico della regione. Il presente lavoro di ricerca ha suscitato un interesse a livello nazionale e internazionale, infatti, i ricercatori che hanno lavorato all’indagine, hanno partecipato in veste di relatori a una serie di conferenze. In ambito nazionale: la “XXXII conferenza scientifica annuale Aisre” dell’Associazione Nazionale di Scienze Regionali, il convegno “Percorsi creativi del turismo urbano” presso l’università di Catania, la “IX conferenza internazionale sul cineturismo” organizzata dalla Bilc (Borsa internazionale delle location e del cineturismo) a Ischia, il XXXI Congresso Geografico Italiano a Milano. In ambito internazionale: la “Film Commission symposium” tenutasi dal 26 - 30 settembre 2011 all’Istituto Italiano di Cultura di New York44. Durante il simposio, nato con lo scopo di promuovere un dialogo sul cinema attraverso le presentazioni di casi italiani a critici cinematografici e cultori della città di New York, è stato presentato un estratto in inglese dell’indagine sul campo dal titolo “The impact Basilicata coast to coast on tourism in Basilicata”. Altra conferenza, tenutasi dal 25 al 28 giugno 2012 ad Odense in Danimarca, alla quale si è partecipato è la “II Conference on International Tourism” organizzata dalla SPACE 45, dalla EAL - Lillebaelt Academy of Higher Professional Education46 e dalla North Sea Screen Partners47 membri Tietgen Business College48. A tale conferenza avente per 44 www.iicnewyork.esteri.it/IIC_NewYork/ 45 Space European Network For Business Studies and Languages è un programma dell’UE attivo dal 1989 per maggiori informazioni: www.space-eu.info 46 www.eal.dk/eal/site.aspx?p=58 47 www.northseascreen.eu 48 http://tietgenportalen.tietgen.dk/en/vu/Pages/default.aspx

tema il comportamento interculturale nell’industria del turismo, è stato presentato il paper in inglese dell’indagine FEEM “Destination image built by the cinema: the case of Basilicata coast to coast”. Ultima in ordine di tempo è la partecipazione al “2nd Partnership Transnational Meeting” del progetto “EuroScreen” tenutosi il 14 e 16 novembre 2012 a Bari, organizzato dalla Apulia Film Commission49. “EuroScreen” è un progetto di cooperazione interregionale, di cui fanno parte nove organizzazioni (fra film commission e agenzie di promozione turistica) di otto Paesi europei, mirante a incentivare le opportunità economiche e culturali delle attività cineturistiche, attraverso lo scambio e il trasferimento di buone prassi e alla collaborazione con realtà appartenenti al settore. Capofila del progetto è la Film London50, organizzazione che ha ricevuto (biennio 2012 - 2014) 1.9 milioni di euro per lo sviluppo del cineturismo a Londra e in Europa. Il finanziamento, proveniente dal programma interregionale di cooperazione Interreg IVC - finanziato dal Fondo di Sviluppo Regionale dell’UE -, e da 400mila euro provenienti dalle organizzazioni partner, fornisce fondi per la cooperazione internazionale. La ricerca FEEM “Destination image built by the cinema: the case of Basilicata coast to coast” ha suscitato un forte interesse soprattutto presso la Film London e la Lund University51 svedese.

49 www.apuliafilmcommission.it/progetti/euroscreen 50 http://filmlondon.org.uk 51www.lunduniversity.lu.se

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Box 14

Il Cineturismo come opportunità di Marketing Territoriale per lo sviluppo locale

Una citazione a parte va fatta per la Summer School “Il Cineturismo come opportunità di Marketing Territoriale per lo sviluppo locale” tenutasi fra Matera e Policoro dal 18 al 22 giugno 2012, organizzata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, in partnership con il Gruppo 24 ore Cultura e Alinari 24 ore, con il patrocinio della Regione Basilicata, dell’Università degli Studi della Basilicata, l’Anica (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali), la Rai Basilicata, l’Apt Basilicata e Puglia Promozione. La Summer School è consistita in un ciclo di cinque workshop dedicati ovviamente alle tematiche del cineturismo e alle opportunità che esso può offrire per lo sviluppo territoriale e la promozione turistica di una destinazione. Tale iniziativa è stata un’occasione di formazione rivolta ai giovani, oltre che a specifici target di fruitori interessati ai singoli workshop tematici (comunicatori, giornalisti, dirigenti e tecnici della pubblica amministrazione, operatori turistici ecc.); ed è stata strutturata in modo da contribuire alla valorizzazione e promozione del capitale umano e del territorio della Basilicata. La partecipazione ai workshop, chiaramente previa iscrizione, è stata aperta a tutti. Alla fine del ciclo di workshop è stato rilasciato l’attestato di partecipazione. Per gli iscritti è stato previsto anche un servizio navetta Matera - Policoro Marinagri che permettesse di spostarsi per raggiungere le varie lezioni. Come ampiamente illustrato nelle pagine precedenti, i prodotti audiovisivi, anche se non realizzati con l’obiettivo principale della promozione turistica, possono essere uno strumento di costruzione e promozione dell’identità territoriale contribuendo a definire l’immagine del territorio, la quale rappresenta un aspetto determinante per il mercato turistico. Tutto ciò è ovviamente vero soprattutto per i film che hanno riscosso successo al botteghino, ma, come sappiamo ciò non basta. Perchè un film possa diventare realmente uno strumento di

comunicazione e marketing territoriale efficace è necessario vengano attivate risorse umane, interventi e strategie volti a gestire la visibilità offerta da un tal genere di evento. La Summer School Cineturistica, muove da queste assunzioni di carattere generale, ha voluto contribuire al dibattito scientifico sul ruolo che l’industria audiovisiva può svolgere come catalizzatore dello sviluppo del turismo lucano. Nello specifico il programma dell’iniziativa è stato composto da un primo workshop “Il cinema per lo sviluppo del territorio”, nel quale viene delineata dai relatori l’occasione di promozione e opportunità economica offerta dalla macchina produttiva del cinema; ne hanno parlato Antonio Scuderi52, Gianpiero Perri53, Francesco Marano54, Marco Fanfani55. Nel secondo workshop “Cinema come opportunità di marketing territoriale” è stata presentata la visione del territorio come set cinematografico, e i case history di cineturismo più rilevanti. I relatori sono stati: Raffaele Paciello56, Angelo Bencivenga57, Francesca Medolago Albani58. Il terzo workshop “Il Cinema e la sua filiera industriale” con il focus su “Il progetto artistico e ideativo - la struttura e l’organizzazione produttiva di un film” è stato un momento di confronto sul valore ed i nuovi scenari della produzione cinematografica. Hanno animato la discussione: Gianni Celata59, Andrea Iervolino60, Delio Colangelo61. Nel quarto workshop “Il Cinema per la comunicazione del territorio” si è posta 52 Amministratore Delegato di 24 Ore Cultura e Alinari 24 Ore del Gruppo Sole 24 Ore. 53 Direttore Generale Apt (Agenzia di Promozione Turistica Basilicata). 54 Ricercatore presso l’Università degli Studi della Basilicata. 55 Amministratore Delegato Tbwa Italia e consulente presso il Ministero degli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport. 56 Ricercatore Università degli Studi di Napoli Federico II. 57 Ricercatore Fondazione Eni Enrico Mattei. 58 Responsabile area studi, sviluppo e relazioni associative Anica. 59 Direttore MultimediaLab-Cattid, La Sapienza, Università di Roma. 60 Produttore. 61 Ricercatore Fondazione Eni Enrico Mattei.


l’attenzione sull’importanza di mettere in atto strategie di marketing territoriale legate alle produzioni audiovisive. Relatori: Roberto Carella62, Alessandro Biasi63, Luigia Ierace64, Livio Chiarullo65. Nel quinto ed ultimo workshop “Il Cinema, i media e il rapporto con il territorio” è stato approfondito il rapporto esistente tra i mass media e territorio nell’ottica dello sviluppo turistico e delle opportunità di crescita connesse al settore 62 Professore a contratto Università degli Studi della Basilicata. 63 Direttore Marketing Hotelplan Italia. 64 Giornalista, La Gazzetta del Mezzogiorno. 65 Coordinatore della ricerca FEEM sul Cineturismo e attualmente impiegato anche presso l’Osservatorio e destination audit Pugliapromozione. Agenzia Regionale del Turismo.

della produzione audiovisiva. Ne hanno parlato: Daniela Viglione66, Fausto Taverniti67, Caterina Ruggi d’Aragona68. A coordinare tutti i lavori è stata Elisa Greco, esperta di comunicazione culturale e relazioni istituzionali, delegata Ferpi69 cultura. I vari momenti formativi, strutturati nella forma di un dibattito aperto fra i partecipanti e i relatori, sono stati un’occasione preziosa per l’avvio di un confronto scientifico che auspicabilmente necessiterà di ulteriori approfondimenti. 66 Presidente Agi. 67 Direttore RAI Basilicata. 68 Giornalista, Il Sole 24 Ore. 69 www.ferpi.it


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A Porte Chiuse (Dino Risi, 1960) film

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The Nativity Story (Catherine Hardwicke, 2006) film

www.visitbritainsuperblog.com/tag/movies visitato il 5 giugno 2011

Thelma & Louise (Ridley Scott, 1991) film

Angeli e Demoni (Ron Howard, 2009) film Basilicata coast to coast (Rocco Papaleo, 2010) film Braveheart (Mel Gibson, 1995) film Capri (Francesca Marra, Dario Acocella, 20062010) fiction Cristo si è fermato a Eboli (Francesco Rosi, 1979) film Del Perduto Amore (Michele Placido, 1998) film Don Matteo (Giulio Base, Lodovico Gasparini, 2000-2009) fiction Gli anni Ruggenti (Luigi Zampa, 1962) film Il Codice da Vinci (Ron Howard, 2006) film Il Mandolino del Capitano Corelli (John Madden, 2001) film Il Rabdomante (Fabrizio Cattani, 2005) film Il Signore degli Anelli (Peter Jackson, 2002-2004) film Il Vangelo secondo Matteo (Pier Paolo Pasolini, 1964) film Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2002) film L’Ultimo Samurai (Edward Zwick, 2003) film La Dolce Vita (Federico Fellini, 1960) film La Passione di Cristo (Mel Gibson, 2003) film La Vedovella (Silvio Siani, 1962) film Made in Italy (Nanni Loy, 1965) film Pane e Libertà (Alberto Negrin, 2009) film tv Salvate il Soldato Ryan (Steven Spielberg, 1998) film Sideways (Alexander Payne, 2004) film The Beach (Danny Boyle, 2000) film

Tre Fratelli (Francesco Rosi, 1981) film



CAPITOLO 6 6.2 La formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema

Introduzione 1. La costruzione dell’immagine turistica 2. Il ruolo del cinema nella formazione dell’immagine turistica

3. L’immagine turistica della Basilicata e il cinema 4. La ricerca sul campo Conclusioni Bibliografia, sitografia e filmografia


Introduzione

1. La costruzione dell’immagine turistica

A seguito della prima indagine sul cineturismo “Le opportunità del Cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita di una Lucana Film Commission”, è stato definito un secondo lavoro di ricerca avente l’obiettivo di indagare più approfonditamente l’immagine della Basilicata percepita dai turisti e la potenziale domanda cineturistica sul territorio lucano. Il presente studio si propone di comprendere il processo di formazione dell’immagine della destinazione e, soprattutto, l’influenza che i film possono avere nella capitalizzazione dei flussi turistici, applicato al caso specifico della Basilicata. Il paper si divide in due parti: la prima parte definisce il contesto teorico all’interno del quale si opera mentre la seconda parte entra nel merito della ricerca sul campo che è stata effettuata. Il primo capitolo analizza la riflessione teorica sul modo in cui si costituisce l’immagine turistica attraverso le classificazione degli agenti di formazione. Il secondo capitolo, isolando l’agente cinema, ne valuta le potenzialità e ne analizza il rapporto con il turismo attraverso alcuni casi di successo. Il terzo capitolo contestualizza il rapporto tra cinema e turismo sul territorio lucano. Il quarto capitolo, invece, è quello dedicato alla ricerca sul campo: nel primo semestre del 2012 è stata effettuata un’indagine sui turisti in Basilicata per analizzare il loro rapporto con il cinema, la loro conoscenza della filmografia “lucana” e la potenziale domanda di cineturismo. Tale ricerca si inserisce nel percorso di indagine avviato nel 2011 con la rilevazione degli effetti turistici del film “Basilicata coast to coast”. Il crescente interesse verso i film girati in Basilicata, la recentissima nascita della Lucana Film Commission rappresentano importanti opportunità per il turismo lucano che tuttavia necessitano di approfondimenti sia per la definizione di politiche di image building, sia per la promozione e lo sviluppo di azioni di film tourism.

1.1 L’immagine turistica

222

È indubbio che a partire dalla metà del secolo scorso la vita delle persone e la società sono state caratterizzate dall’onnipresenza delle immagini a tal punto che si è parlato dell’emergere di una “civiltà dell’immagine” a scapito di quella della cultura scritta (Wunenburger 1999). Il tema dell’immagine è, ovviamente, molto vasto e il tentativo di analizzarlo presenta innumerevoli difficoltà. Nella letteratura scientifica sul turismo, l’immagine viene intesa come la rappresentazione mentale che si ha di un luogo, di una destinazione turistica; tale rappresentazione proviene da una quantità molto vasta di informazioni acquisite attraverso differenti canali. Secondo la definizione comunemente accettata, l’immagine è un insieme di credenze, informazioni, idee che una persona ha su un dato luogo (Crompton 1979). In questo senso, si parla di destination image, indicando proprio, come oggetto di riflessione, il rapporto tra l’immagine e il luogo. L’immagine di un luogo è, quindi, sempre una rappresentazione mentale, più o meno veritiera, che si costituisce a partire da convinzioni personali, informazioni visive e orali ottenute attraverso il contatto con altre persone oppure con i media. Come qualsiasi bene o servizio anche una destinazione turistica può essere associata a una immagine con l’obiettivo di creare consapevolezza e familiarità attorno al luogo e associarlo ad una immagine piacevole per incoraggiare la visita da parte dei turisti. I vantaggi legati all’immagine sono molteplici sia dal punto di vista dei turisti che da parte della destinazione turistica. La marca assume per il consumatore un significato unico, vivendo in un tempo complesso e frenetico la capacità di un brand di facilitare le decisioni di acquisto e ridurre il rischio è assolutamente preziosa (Keller, Busacca, Ostillo, 2005). Per quanto riguarda i vantaggi da parte delle imprese e delle destinazioni turistiche, gli stessi autori affermano che se è agevole duplicare processi produttivi da parte dei concorrenti, al contrario diventa difficile replicare immagini impresse nella mente dei consumatori,


pertanto in questo senso l’immagine rappresenta un mezzo per assicurarsi un vantaggio competitivo. In un momento in cui non si acquista più un bene bensì l’idea che quel bene rappresenta (conceptual consuption)1, l’immagine diventa fondamentale a maggior ragione per una destinazione turistica che per i visitatori non costituisce semplicemente uno luogo fisico ma uno spazio caratterizzato da tradizioni, consuetudini, stile di vita della popolazione indigena. In questo senso, la letteratura scientifica sul tema è concorde nel ritenere l’immagine di una destinazione molto influente sul processo di acquisto, oltre che sulle intenzioni di riacquisto e sul passaparola (Ferrari e Adamo 2004). Le politiche di image building messe in campo da operatori turistici e amministrazioni locali sono finalizzate alla definizione di una determinata immagine della destinazione in modo da farla apparire autentica e affidabile. Secondo Gronroos (1994), l’immagine determina la “qualità percepita” della destinazione che insieme alla “qualità funzionale” e alla “qualità tecnica” (ovvero l’offerta e le modalità di erogazione) rappresentano le chiavi del successo di un località turistica. La chance offerta dall’immagine risiede, quindi, nella possibilità di dare alla destinazione una veste appetibile, di renderla unica orientando il processo di decisione e acquisto del prodotto. Attraverso le immagini, come abbiamo già anticipato, il potenziale turista è in grado di farsi un’idea della destinazione, di fare un’esperienza preliminare di ciò che essa è in grado di offrire. Come vedremo, però, la costruzione della destination image è un’operazione piuttosto complessa che spesso, per via dell’estrema varietà dei canali di diffusione e per l’impossibilità di definire un’unica strategia di image building, non può essere determinata solo dalla volontà delle amministrazioni ma si costituisce anche a partire da fattori che trascendono le pianificazioni di marketing territoriale2. Concorrono alla 1 Ariely, Norton 2009. 2 A titolo di esempio si possono citare due eventi importanti che hanno caratterizzato l’inizio degli anni duemila: il G8 di Genova e l’ 11 settembre a di New York. Entrambi questi avvenimenti, evidentemente fuori dalla portata degli operatori di marketing, hanno prodotto effetti

formazione dell’immagine di una destinazione elementi provenienti dall’attività di progettazione e promozione ma anche elementi vari, che non hanno una natura turistica o commerciale. Infine, per il successo turistico di una destinazione una componente fondamentale è rappresentata dalla capacità - degli operatori turistici, delle autorità locali, dei policy maker - di produrre e diffondere un’immagine che metta in atto un processo di costruzione dell’autenticità della destinazione.

1.2. Gli agenti di formazione dell’immagine e la destination image Come abbiamo detto, la formazione dell’immagine di un luogo dipende da una molteplicità di fattori, alcuni dei quali possono essere pilotati dalle politiche di image building mentre altri provengono dal mare magnum delle informazioni prodotte dai mezzi di comunicazione. Una prima distinzione degli agenti formativi che determinano l’immagine di un territorio si deve a Gunn3(1988), che li ha ordinati in due categorie fondamentali: immagini indotte e immagini organiche. Le prime, specificatamente commerciali provengono dalle attività di promozione turistica (guide turistiche, brochure, pubblicità); le seconde, invece, non provengono dal mondo del turismo e producono informazioni sulla destinazione di natura non commerciale (media, educazione, cultura popolare). Le due categorie di immagini agiscono lungo un processo di formazione che l’autore suddivide in sette stadi: l’immagine della destinazione prima della visita, la modificazione dell’immagine attraverso la ricerca di nuove informazioni, la scelta della destinazione, la visita della destinazione, la condivisione della destinazione, il ritorno a casa e la modificazione dell’immagine in base all’esperienza accumulata. Secondo Gunn, quindi, il processo di formazione dell’immagine è in continua trasformazione e si modifica ad ogni stadio in base alle informazioni ricevute. Pur riscontrando nella fase pre - turistica una maggiore influenza delle negativi di lungo termine sull’immagine e sul turismo delle due città. 3 La teoria di Gunn è stata già citata al paragrafo 1.1 del capitolo 6.1.

223


immagini organiche e nella fase di decisione, invece, quella delle immagini indotte, lo schema di Gunn non vuol essere una struttura rigida anzi, prevede la sovrapposizione dei diversi tipi di agenti. Così, anche dopo il ritorno della vacanza, quando l’esperienza personale ha dato un’impronta decisiva alla destination image, le immagini indotte e organiche possono ancora lavorare nella mente del turista4. Il modello di Gunn è stato ripreso e ampliato da Gartner (1994) che ha classificato gli agenti formativi dell’immagine in otto tipologie principali: quattro di tipologia indotta, tre organiche e una autonoma. Nella catalogazione di Gartner, le immagini indotte vengono divise tra quelle palesemente progettate (le tradizionali forme di pubblicità e l’attività dei tour operator) e quelle immagini non direttamente con finalità commerciale (ad esempio, gli articoli sui giornali); le immagini organiche, invece, vengono inquadrate come informazioni ricevute attraverso il 4 In particolar modo, se l’immagine reale è risultata positiva, le immagini organiche o indotte possono rafforzare la stessa o suggerirne un’altra interpretazione o variante.

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La città fantasma, Craco

passaparola e suddivise tra quelle che sollecitano la visita e quelle che non la sollecitano. Le immagini provenienti da media vengono, invece, inserite in una nuova categoria che Gartner definisce come autonomous agent. Per valutare l’efficacia, gli agenti formativi sono messi in rapporto con tre parametri: credibilità, penetrazione di mercato e costo della destinazione. Secondo Gartner, le immagini organiche e quelle autonome risultano essere più credibili di quelle indotte proprio perché non esprimono un messaggio promozionale palese e offrono una descrizione originale della destinazione. Per quanto riguarda la penetrazione di mercato, hanno maggiore efficace e diffusione le immagini che provengono dal mondo dei media e della pubblicità anche perché possono essere inserite in una strategia organica di promozione della località mentre il passaparola è legato alle vicende particolari dei turisti. Infine, per quanto riguarda il costo della destinazione, esso è influenzato principalmente dalle campagne promozionali e quindi da agenti indotti. Da questa breve panoramica, si può mettere in evidenza come gli agenti autonomi, condividendo con le immagini indotte un alto livello di penetrazione


e con quelle organiche un’ottima credibilità delle informazioni veicolate, risultano essere quelli più efficaci. In particolare il cinema, agendo sulla sfera emotiva e su quella dell’immaginario, offre ottime possibilità per lo sviluppo turistico. Le immagini dei media sono state a loro volta sistematizzate da Butler (1990) secondo uno schema che prevede tre tipologie: orali, letterali e visive. Butler non tiene conto della finalità del messaggio (commerciale, informativo o artistico) ma soltanto alla sua natura; in questo senso, ogni categoria può mettere insieme elementi indotti, organici e autonomi: la dimensione orale spazia dal passaparola alle informazioni turistiche dei tour operator mentre quella letterale dai libri, ai giornali fino al web. Per quanto riguarda i media visivi (cartoline, fotografie, audiovisivo), l’autore sottolinea la loro capacità di altissima diffusione nella società e di grande influenza nelle motivazioni turistiche. Come Gartner, anche Butler è convinto che le immagini visive hanno un importante influenza sulla dimensione della formazione di immagini mentali che, è una parte fondamentale nel processo di scelta e acquisto di

una destinazione.

1.3. Il processo di imagery

Nella letteratura scientifica sul tema, in particolare quella che riguarda la psicologia del turismo, molti studiosi si sono interrogati sul percorso che porta dagli agenti informativi alla definizione della destination image. La riflessione scientifica si è soffermata sul concetto di imagery, inteso come il processo di visualizzazione mentale delle immagini tale per cui gli input esterni provenienti dagli agenti informativi vengono rielaborati mentalmente conducendo alla scelta del prodotto. Secondo Gartner (1994), il processo di formazione dell’immagine si finalizza attraverso tre stadi: cognitive, affective e conative. L’aspetto cognitivo si riferisce alle credenze o alla conoscenza che si hanno di un determinato luogo mentre l’aspetto affettivo riguarda le sensazioni o il sentimento che produce la destinazione. La dimensione conativa è quella di sintesi, in cui le altre due dimensioni si mescolano e danno il via alla definizione della scelta. È importante sottolineare che l’imagery

Il Redentore, Maratea

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non è una struttura mentale ma un processo multisensoriale in continua trasformazione e che non conduce mai alla definizione di un’unica immagine. MacInnis e Price (1987) hanno messo in risalto come nella definizione della scelta turistica, rientrano due componenti fondamentali: discursive infomation e imagery. Da una parte vi è un tipo di ragionamento deduttivo che si basa sull’analisi delle caratteristiche di un prodotto o una destinazione mentre, dall’altra parte, il processo di formazione dell’immagine tiene conto di componenti emotive. Secondo MacInnis e Price, l’indagine sull’imagery può avere importanti risvolti per comprendere meglio i comportamenti di consumo e il percorso di scelta e acquisto del prodotto. Nello specifico, la formazione dell’immagine assume, innanzi tutto, un ruolo molto importante nella conoscenza incidentale della destinazione: l’immagine proveniente da un film o da una brochure può innescare la curiosità e la volontà di acquisire altre informazioni. C’è poi anche da considerare che tale l’imagery può essere incoraggiata da politiche di branding, attraverso le quali si mostra al turista un’immagine

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Parco Eolico, Montemurro

definita e ben caratterizzata della destinazione semplificando la definizione personale della destination image. Infine, un punto chiave nel rapporto tra la formazione dell’immagine e la scelta di un prodotto è costituito dal vicarious consumption. Nel caso del turismo che, come abbiamo già detto, è caratterizzato dall’acquisto di un prodotto immateriale, la possibilità di pre - esperire una destinazione attraverso le immagini diventa un aspetto fondamentale. Attraverso il consumo indiretto e visivo del luogo, non solo il turista ha la possibilità di farsi un’idea della destinazione, ma anche di proiettare su di essa delle aspettative che possono essere più o meno intense a seconda del tipo di immagine diffusa.


2. Il ruolo del cinema nella formazione dell’immagine turistica 2.1. Le potenzialità dell’immagine cinematografica Come abbiamo visto, il cinema, secondo le analisi di alcuni autori5, in qualità di agente autonomo ha grandi potenzialità in termini di diffusione dell’immagine e di credibilità dell’informazione veicolata. Riguardo al primo aspetto, è fuor di dubbio l’importanza e la pervasività che il cinema, e in generale gli audiovisivi, hanno assunto nell’esistenza di ogni persona, tanto che l’immagine audiovisiva è lo strumento veicolante buona parte delle informazioni ricevute ogni giorno. Quanto alla credibilità del messaggio, il cinema, proprio in quanto produzione artistica, risulta essere meno tendenziosa dei classici messaggi promozionali. A questi due aspetti ne va associato un altro, 5 Vedi Butler 1990, Gartner 1994.

peraltro riscontrabile negli studi di Gartner (1994) e MacInnis e Price (1987): la seduttività dell’immagine cinematografica. I film, infatti, sono in grado di coinvolgere gli spettatori attraverso le storie che raccontano e influenzarne i comportamenti. Secondo il modello proposto da Kim, Robinson e Long (2006) la visione di un prodotto cinetelevisivo produce un coinvolgimento che è, allo stesso tempo, cognitivo, emozionale e partecipativo. Il coinvolgimento cognitivo riguarda l’attenzione che gli spettatori dedicano al tema e ai valori che il film sprigiona; quello emozionale attiene alla sfera del pathos suscitato dalla storia e quello partecipativo indica il tempo che viene impiegato nella discussione sui temi del film. Il livello di queste tre tipologie di coinvolgimento determinano l’attaccamento degli spettatori alla

Parco Fotovoltaico, Viggiano

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storia e all’atmosfera di un film. Quanto maggiore sarà l’attaccamento al prodotto di finzione tanto aumenteranno le possibilità che lo spettatore si rechi direttamente nei luoghi visti sul grande schermo. In ogni film una delle componenti fondamentali, oltre alla storia e ai personaggi, è proprio il luogo in cui si svolge la narrazione. L’identificazione che in genere lo spettatore prova verso i personaggi di una storia filmata è aiutato spesso dall’uso di uno scenario particolarmente suggestivo. Quest’ultimo, infatti, lungi dall’essere esclusivamente la cornice all’interno della quale si svolge la storia, diventa nell’animo dello spettatore una sorta di scrigno che racchiude le emozioni prodotte del film e che possono essere riattualizzate attraverso una visita sul posto. Al riguardo, la letteratura sul rapporto tra il cinema e il turismo sottolinea la fascinazione che la scenografia può produrre e il desiderio dello spettatore di diventare turista della location alla ricerca del filo emotivo che lega il film al luogo. In uno dei primi studi sul turismo cinematografico, realizzato da Riley e Van Doren (1992)6, il film viene considerato per il territorio che lo ospita alla stregua di un “evento di qualità”. I due autori riprendono la definizione di hallmark event di Ritchie, secondo la quale un evento di qualità è ciò che si svolge in una temporalità limitata ma può un’influenza sul lungo periodo; esso è in grado di stimolare la conoscenza, il fascino e la redditività di una destinazione. Il cinema in qualità di hallmark event è in grado di creare interesse e attenzione verso il luogo apparso sul grande schermo. In questo modo, una destinazione diventata location ne guadagna in popolarità, seduce lo spettatore con la sua nuova veste di celluloide e, soprattutto, può vedere incrementato l’incoming turistico. Secondo Riley e Van Doren la possibilità per un film di diventare un evento è commisurato alla sua capacità di produrre icone. L’icona è una singola scena, una performance oppure il tema di un film che rimane impressa nella memoria collettiva degli spettatori e che in genere vengono associate al luogo in cui si sono svolte. In questo senso, l’icona può essere astratta quando richiama sentimenti come l’amore o l’amicizia, oppure può essere tangibile se riguarda un avvenimento o un luogo in particolare. Un esempio di come l’icona

può diventare una risorsa per promuovere una destinazione è quello del film “La Dolce Vita” di Fellini. Il film è stato l’emblema di uno stile di vita che era caratteristico della Roma degli anni ’60 a tal punto che il titolo della pellicola è diventato il modo per indicare comunemente la mondanità. Il fascino della Roma notturna, è ancora oggi, a cinquant’anni di distanza, evocativa a tal punto che una recente indagine sull’influenza del cinema italiano nei turisti stranieri vede proprio il film di Fellini tra quelli più citati7. Ma “La Dolce Vita” ha prodotto anche un’icona tangibile molto efficace, ovvero la scena del bagno nella Fontana di Trevi di Anita Ekberg e Marcello Mastroianni che è diventata una delle scene più famose del cinema italiano. In questo processo di produzioni di icone sta, secondo Riley e Van Doren, la capacità di un film di diventare per il territorio un evento di qualità. Pur essendo la produzione e la realizzazione del film avvenute in un periodo limitato, le icone generate dal cinema rendono il film un evento ricorrente proprio in quanto riecheggiano nella memoria collettiva. La possibilità per le immagini cinematografiche di non esaurirsi una volta proiettate in sala, ma di ritornare più volte all’attenzione degli spettatori non dipende, però, solo dalla produzioni di icone ma, anche, da ciò che Beeton definisce longevity 8. Secondo Beeton (2005), tutti i prodotti audiovisivi sono caratterizzati da una longevità intrinseca che garantisce una continua riproposizione delle immagini. Nel caso del cinema, i film, oltre alla loro apparizione nelle sale cinematografiche, possono sfruttare passaggi televisivi o in streaming, realizzazione di dvd, rassegne ecc.. In questo senso, la forza dell’immagine autonoma può contare sulla lunga coda del prodotto filmico che garantisce la riattivazione dell’attenzione verso il film e la località in cui è stato girato. Del resto, anche Gartner (1994), riflettendo sulle proprietà dell’immagine autonoma, ne sottolinea l’aspetto di ricorrente e pervasiva visibilità. Oltre all’aspetto della visibilità, gli studi sulla formazione dell’immagine (MacInnis e Price 1987) mettono in risalto anche quello di consumo indiretto. È su questo punto che la letteratura sul turismo cinematografico insiste molto

6 Al riguardo vedi il paragrafo 4.5 del capitolo 6.1 “Le opportunità del cineturismo in Basilicata”.

7 Vedi Rocco, Di Maira 2006. 8 Al riguardo vedi il paragrafo 4.5 del capitolo 6.1 “Le opportunità del cineturismo in Basilicata”.

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evidenziando la possibilità di pre - consumare la destinazione turistica attraverso la visione cinematografica. Sia che si parli di vicarious consumption (Schofield 1996) che di experience consumption (Riley, Van Doren 1992), gli autori sono concordi nel ritenere che nel processo di scelta e acquisto di una destinazione è di vitale importanza la possibilità di visionarne i luoghi principali. Sono due le ragioni che evidenziano i vantaggi del pre - esperienza e del consumo indiretto della destinazione: la prima risiede proprio in quella che abbiamo definito come la componente seduttiva dell’immagine mentre la seconda riguarda la familiarità con la destinazione che acquistiamo attraverso il film.

2.2. Efficacia dell’immagine cinematografica per la promozione turistica A questo punto, è bene sottolineare che non tutti i film diventano degli efficaci ambasciatori dell’immagine di un territorio; ci sono almeno due aspetti da considerare per verificare se un film può o meno diventare uno strumento di promozione turistica. Innanzi tutto, condizione necessaria è il successo del film al botteghino: è lapalissiano dire che un film promuove un territorio solo se ha una distribuzione nelle sale cinematografiche e viene visto dal pubblico. Ad oggi, è ancora il box office che decide il ciclo di vita di un film per cui, l’insuccesso commerciale può voler dire nessun passaggio televisivo e la sua irreperibilità su altri supporti. Da un punto di vista della promozione territoriale, si può dire che un film di scarso successo commerciale non può godere di quelle caratteristiche, come la longevity e il vicarious consumption, che appaiono fondamentali nel rapporto tra cinema e turismo. Tuttavia, anche nel caso di film di successo non è detto che si inneschi quel circolo virtuoso tra immagine cinematografica e territorio. Non è sufficiente che il film sia visibile e longevo ma è indispensabile anche che il territorio sia mostrato e ben caratterizzato. Ci sono film, infatti, in cui il territorio è invisibile o non riconoscibile, che non hanno alcun effetto turistico sul luogo in cui sono stati girati. In questo senso, la seconda condizione perché l’immagine turistica sia efficace è che il territorio sia presente nella narrazione,

facendo da sfondo alla storia o, ancora meglio, diventandone parte integrante. Uno studio sul rapporto tra un film di successo e l’immagine che viene percepita dei luoghi in cui è stato girato, è quello di Rodriguez, Fraiz e Rodriguez - Toubes (2011) sul caso “Vicky Cristina Barcellona” (2008). Il film, girato a Barcellona, ha avuto un buon successo commerciale ed è stato distribuito in quasi tutti i paesi grazie anche ai nomi di grande richiamo del cast artistico9. L’indagine ha coinvolto gli spettatori prima e dopo aver visto il film con l’obiettivo di valutare se le immagini cinematografiche avessero una qualche influenza nella rappresentazione che gli spettatori si erano fatto della città di Barcellona. È interessante notare come dopo la visione del film, alcuni luoghi mostrati nel film hanno assunto un’importanza maggiore rispetto a quanto era stato dichiarato nel questionario prima di entrare in sala10. Dunque, soltanto i film che ottengono un buon successo di pubblico e che riservano uno spazio importante alle proprie location possono diventare strumenti di promozione turistica. Si possono distinguere due categorie fondamentali di questa tipologia di film: film che mostrano un’immagine realistica del territorio e film che ne mostrano una non - reale11. I film a immagine reale adottano una location per quella che è, senza apportare modifiche all’ambientazione, in modo tale ciò che osserviamo sul grande schermo è, poi, quello che possiamo visitare dal vivo. Tale tipologia di film ha un alto valore sia da un punto di vista dell’esposizione del territorio che da quello della riconoscibilità di esso. Nella rappresentazione cinematografica, il territorio entra mostrandosi come è nella realtà e risulta essere un attore che porta nel racconto la propria storia, i propri valori. 9 Il film, diretto da Woody Allen e interpretato da Javier Bardem, Penelope Cruz e Scarlett Johansson, racconta la storia di un pittore spagnolo, Juan Antonio, che conosce due turiste americane, Vicky e Cristina. La prima è una ragazza tranquilla in procinto di sposarsi, la seconda in cerca di avventure. La loro relazione manderà sulle furie l’ex fidanzata del pittore, Maria Elena. 10 Ad esempio, il Parco Guell, che è tra location del film, viene menzionato dal 21% del campione dopo il film mentre solo dal 9% prima del film; dall’altro lato, La Rambla, che non è presente nel film, citato dal 17% del campione prima del film viene considerato, dopo la visione, solo dal 5%. 11 La distinzione tra immagine reale e non reale è, in questa sede, funzionale solo all’analisi del potenziale cineturistico di un film in rapporto al territorio/location rappresentato senza voler aprire questioni di estetica cinematografica.

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Un esempio paradigmatico di questa tipologia di film è “Sideways12”(2004), film girato nella Santa Ynez Valley, area vinicola della Contea di Santa Barbara. Il film è un road movie tra le cantine della California meridionale che, seguendo le vicende dei due protagonisti, mostra allo spettatore un territorio ben caratterizzato e autentico. Il territorio entra nel film non solo in quanto luogo in cui si racconta la storia, ma anche con le sue specificità e risorse. Il leit motiv del film è, infatti, il vino che viene presentato come indissolubilmente legato al territorio della California13. In questo modo c’è un filo rosso visibile tra le immagini, i valori che emergono dall’opera cinematografica e ciò che il territorio offre a livello turistico. L’incremento di flussi turistici determinato dal film, che vedremo nel prossimo paragrafo, è stato reso possibile 12 “Sideways” racconta la storia di Miles e Jack, amici fin dai tempi del college. Poco prima che il secondo si sposi, partono per una vacanza da passare fra i vigneti della California. Miles è infatti un grande esperto di vino, oltre che un aspirante scrittore. Tra incontri, situazioni comiche e bizzarre, il periodo passato assieme darà loro modo di riflettere sulla vita e sulle proprie aspirazioni. 13 Le qualità di vino che vengono prodotte nella zona vengono nel film associate al modo di vivere dei diversi personaggi e alla loro visione dell’esistenza umana.

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Lago di Pietra del Pertusillo, Montemurro

grazie a una forte interrelazione tra storia e luoghi e alla capacità di catturare l’autenticità del territorio (Turner Brooks 2006). Per quanto riguarda i film a immagine non reale, si possono distinguere due macro categorie: i film a immagine non reale modificata e film a immagine non reale ricreata. Alla prima categoria appartengono quei film che intervengono parzialmente sul territorio, per esigenze legate alla narrazione, modificandolo e, dunque, creando un divario tra la location e la destinazione turistica; alla seconda appartengono, invece, quei film che utilizzano il luogo come sfondo della narrazione ma modificandolo radicalmente in modo tale che risulti difficilmente riconoscibile e lontano dalle tradizioni del territorio. Un esempio di film a immagine non reale è quello di “The Beach14” (2000), che racconta la 14 “The Beach” racconta la storia di Richard (Leonardo Di Caprio), un giovane turista americano che soggiorna in un ostello a Bangkok. Il suo vicino di stanza, prima di togliersi la vita, gli consegna una mappa per raggiungere una meravigliosa e misteriosa isola esotica. In compagnia di una coppia di turisti francesi raggiunge l’isola segreta. Arrivato sul posto scopre una comunità di viaggiatori e avventurieri organizzati a trascorrere la loro vita sulla spiaggia. Richard decide così di integrarsi con il gruppo.


vacanza non convenzionale di un giovane turista americano in Thailandia. Il film ha prodotto un aumento di curiosità e di flussi turistici verso la Thailandia e, in particolare, verso le location, soprattutto “la spiaggia” in cui è ambientata la storia. Secondo Bunnell, Law e Ong (2007), autori di uno studio sull’argomento, i turisti sono stati mossi dalla ricerca dell’esoticità e della natura incontaminata che viene mostrata nel film e tuttavia, è interessante sottolineare come la scenografia naturale sia in parte costruita. In particolare, la spiaggia, Maya Bay, oggetto di gran curiosità e di tour dedicato al film (“The Beach Tours”) durante la produzione del film è stata al centro di numerosi interventi per produrre un’immagine esotica idealizzata. Riprendendo il concetto di autenticità definito da MacCannell15 15 Mac Cannel parla di staged authenticity. L’autenticità viene definita, infatti, come un processo costruttivo in cui il materiale della tradizione, i segni e simboli della cultura di un territorio vengono rielaborati, in un certo senso attualizzati, in modo tale da offrire una fruizione più efficace. L’autenticità di un luogo viene percepita come tale quando il rapporto tra la tradizione e l’aspetto di consumo turistico è messo in un rapporto dialettico tale per cui i valori culturali non vengono “traditi” ma, allo stesso tempo, vengono utilizzati per trarne un beneficio economico.

e Wang16, gli autori dello studio sostengono che tale autenticità ricercata dai turisti sia qualcosa di costruito e mediato attraverso il film. I turisti non trovano sul posto qualcosa di autentico ma lo percepiscono come tale perchè l’hanno visto sullo schermo. Un altro esempio di film a immagine non reale è la trilogia de “Il Signore degli Anelli 17” (2001 - 2002 - 2003). I film, basati sui libri omonimi di Tolkien, girati in Nuova Zelanda hanno avuto un grande successo di pubblico. Grazie al particolare timing di uscita18, le location del film hanno 16 Wang parla di existential authenticity, con un chiaro riferimento all’aspetto esperienziale del turismo. Il discorso sull’autenticità esistenziale si concentra infatti sul turista e sul modo in cui egli percepisce la destinazione. Da questo punto di vista, l’autenticità dell’esperienza turistica si valuta soprattutto in rapporto alla possibilità per il turista di partecipare attivamente alla formazione di tale autenticità attraverso pratiche interattive promosse dagli addetti del settore. 17 La trilogia si svolge in un mondo fantastico, la Terra di Mezzo, popolata da diverse razze di cui quattro sono quelle principali: gli uomini, gli elfi, i nani e gli hobbit. Al centro della vicenda c’è l’anello del potere che se viene messo al dito rende invisibili rendendo il portatore in grado di percepire il mondo degli spiriti. Se utilizzato dal suo creatore (Sauron) o da un esperto di magia però, è in grado di conferire un potere senza limiti. 18 I tre capitoli della saga de “Il Signore degli Anelli” sono arrivati nelle

Campagna valligiana, Montemuro

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potuto trarne il massimo vantaggio dalla longevity. Essendo una trilogia fantasy, non vi è nella storia alcun legame a elementi reali della tradizione e della cultura neozelandese e buona parte della scenografia è stata ricreata attraverso le tecnologie degli effetti speciali. Tuttavia, come visto, la Nuova Zelanda ha avuto un ottimo successo turistico legato al film. Ciò dipende secondo Tzanelli (2004), autore di uno studio sull’argomento, da due fattori: il primo è che il film, pur avendo una scenografia ricostruita al computer, mostra anche dei paesaggi naturali che esistono realmente e il secondo è che, attraverso la trilogia, vi è una “riconfigurazione” del luogo e della cultura nel turismo. Infatti, escludendo tutte le immagini fantastiche di castelli e fortezze di cui i film sono pieni ma che non fanno parte della realtà, vi sono molte immagini del patrimonio naturalistico dell’isola che, secondo l’autore, hanno il pregio di impressionare notevolmente lo spettatore. Tale rappresentazione si trova in linea con azioni di promozione delle bellezze naturali della Nuova Zelanda realizzato dalle autorità locali e condensanti nello slogan “100% Pure New Zealand”. A questo aspetto si associa il fatto, di estrema importanza, che la narrazione di un mondo fantastico, di un’epica, hanno una grande influenza sullo spettatore al punto da essere riconosciuta come parte della tradizione di quel paese. Tzanelli, in questo senso, sottolinea come la cultura non è solo legata a luoghi storici ma anche a processi virtuali e di finzione così che “Il Signore degli Anelli”, piuttosto che rinarrare la cultura e le tradizioni locali (come potrebbe fare un film a immagine realistica) ha ampliato e integrato il patrimonio culturale della Nuova Zelanda. La tesi di Tzanelli è rafforzata da un’indagine svolta sul campo, realizzata da Buchmann, Moore e Fisher (2010), che si sono preoccupati proprio di appurare se l’immagine della Nuova Zelanda veicolata dal film ha trovato poi riscontro nell’esperienza diretta dei turisti sul posto. L’indagine19, che aveva come obiettivo quello di analizzare le motivazioni, le aspettative e l’esperienza sul posto, ha seguito alcuni gruppi di turisti arrivati in Nuova Zelanda. La maggior sale a distanza di un anno l’uno dall’altro. 19 L’indagine è stata condotta nell’arco di quattro anni, contattando turisti provenienti soprattutto da Inghilterra, Australia e Stati Uniti. I turisti, che avevano scelto un tour di 15 giorni, hanno risposto a un questionario prima di essere in Nuova Zelanda e dopo la loro vacanza.

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parte di loro, pur non considerandosi dei fan della trilogia, erano molto curiosi di vedere le location e, una volta sul posto, hanno trovato una certa continuità tra l’immagine del film e quella reale. Nello specifico, gli autori insistono su come i turisti, pur essendo consapevoli di avere a che fare con una finzione, attraversando le location risultano molto colpiti dai luoghi e, in un certo senso, completano un’esperienza che è iniziata nella sala cinematografica. Vivendo il movie tour come un’esperienza autentica in cui la Nuova Zelanda viene percepita davvero come se fosse la “Terra di Mezzo” in cui si svolgevano le storie di fantasia de “Il Signore degli Anelli”, i turisti dimostrano che l’immagine cinematografica ha un ruolo significativo nella costruzione dell’autenticità di una destinazione. È da chiarire, però, che non tutte le immagini cinematografiche hanno un effetto positivo sulla destinazione. Vi sono immagini che Beeton (2002) definisce come “indesiderabili”, in quanto hanno sul territorio e sulla comunità un effetto negativo. Secondo Beeton, vi sono tre tipologie principali di immagini indesiderabili: l’immagine derivata da una storia negativa, l’immagine che ha un impatto negativo sulla comunità e quella che crea false aspettative. Alla prima categoria appartengono film che raccontano storie di violenza e criminalità e che, di conseguenza, possono dare allo spettatore una sensazione di insicurezza della destinazione e inibirne la scelta20. Alla seconda appartengono film come “Witness”21 (1985), girato in una comunità Amish e che ha avuto come effetto quello di attirare molti curiosi presso i luoghi del film mettendo in difficoltà la comunità non pronta né particolarmente predisposta ad accogliere i turisti. All’ultima categoria appartengono film che danno un’immagine falsa del territorio, spesso in conseguenza del fatto che non vengono girati nei 20 Non è scontato, però, che I film che raccontano storie violente abbiano un effetto negative sul territorio; basti pensare al filone dei gangster movie che hanno contribuito non poco a creare il fascino “maledetto” degli Stati Uniti d’America. 21 Il film inizia con un omicidio nei bagni pubblici di Philadelphia. Un solo testimone, Samuel Lapp. Samuel è un bambino ed è la prima volta che mette piede fuori dalla sua comunità Amish insieme a sua madre, appena rimasta vedova. A John Book viene affidato il caso, ma, appena viene a conoscenza dal ragazzino dell’identità dell’omicida, scatta un processo di insabbiamento del caso da parte di persone di grado a lui superiore che porterà l’ispettore, in pericolo di vita, a fuggire assieme al ragazzo e a sua madre nella loro comunità.


luoghi che rappresentano creando quello che Bolan (2010) chiama un effetto “displacement”. Non è infrequente, infatti, che le produzioni scelgano le location in base a vantaggi di carattere economico piuttosto che all’aderenza e alla vicinanza con la storia rappresentata; in questo caso, il turista si può trovare nella situazione di veder deluse le sue aspettative proprio per via di una distanza tra la location del film e il luogo rappresentato.

2.3 Il film induced tourism È indubbio che le immagini cinematografiche hanno la capacità di creare una forte fascinazione verso le location dei film fino a indurre il desiderio di visitarle direttamente. Quando il desiderio si traduce in viaggio si parla di film induced tourism, indicando in questo modo quel fenomeno costituito dai flussi turistici diretti verso le destinazioni apparse in opere audiovisive. Come detto, si tratta di un fenomeno analizzato solo a partire dagli anni ‘90 e che, pur nell’evidenza della sua importanza, pone ancora alcune difficoltà circa la sua analisi e misurazione. La prima consiste nella difficoltà di scindere la componente cinematografica da altre nel processo di scelta turistica e la seconda consiste nella difficoltà di quantificazione del fenomeno quando la destinazione è già nota. Come abbiamo visto, il processo di definizione dell’immagine di una destinazione è qualcosa di complesso, che fa appello a una varietà di fonti e identificabile come un work in progress, e, dunque, risulta complicato quantificare esclusivamente l’influenza cinematografica. Allo stesso modo, nel caso in cui è oggetto di studio una destinazione/location già di successo turistico, non è facile attribuire al cinema la sua azione catalizzatrice del flusso turistico. Tali questioni pongono la necessità di interrogarsi ancora sul fenomeno. In generale, possiamo dire che le ricerche finora effettuate sul rapporto tra cinema e turismo si dividono in due principali tipologie: gli studi che a partire da un dato film analizzano il suo impatto turistico ed economico sul territorio in cui è stato realizzato e quelli che, invece, si occupano di comprendere l’influenza cinematografica sul turista e quindi anche la potenziale domanda

cineturistica. I primi, numericamente superiori ai secondi, hanno come capostipite la ricerca condotta da Riley e Van Doren (1992) seguita da molte altre22. Tali ricerche hanno mostrato come le destinazioni utilizzate come location di film hanno visto negli anni successivi all’uscita nelle sale dell’opera cinematografica un aumento del flusso turistico significativo. I secondi, invece, hanno un primo sistematico tentativo nella ricerca condotta dalla Hydra Associates (1997) per conto della British Film Commission, dello Scottish Screen Locations e dello Scottish Tourist Board, che ha coinvolto 720 turisti in località scozzesi per scoprire in che misura i film ambientati in Scozia avessero inciso sulla scelta della destinazione. Recentemente, è stato realizzato anche uno studio sul territorio italiano23 che ha constatato come più del 50% del campione intervistato abbia riconosciuto che la visione di un film ha in qualche modo inciso sul proprio immaginario turistico24. Un dato interessante che emerge dalla ricerca di Di Cesare e Rech è che tale influenza e desiderio indotto dal film tende a ridursi notevolmente quando si passa all’acquisto della destinazione turistica; così se la metà del campione afferma di essere stato influenzato dal cinema, solo il 15% ha realmente visitato i luoghi del set. Secondo gli autori, ciò sta a indicare che il processo che conduce dalla visione del film all’acquisto della vacanza è qualcosa di complesso, che tiene conto di vari fattori, e che non può essere messo in un semplice rapporto di causa - effetto25. Il film tourism non può essere un processo automatico anzi, il suo successo dipende dalla capacità del territorio/location di utilizzare la visibilità ricevuta attraverso politiche di marketing. Vi sono casi studio, infatti, che dimostrano come una destinazione/ 22 Al riguardo vedi: Riley e Van Doren 1998, Tooke e Baker 1996, Grihault 2003, Croy e Walker 2003, Cousins e Anderek 1993, Busby, Brunt e Lund 2003, Hudson e Ritchie 2006. 23 Al riguardo vedi Di Cesare, Rech 2007 al paragrafo 1.1, 2.2 del capitolo 6.1 “Le opportunità del cineturismo in Basilicata”. 24 La rilevazione, effettuata in modalità di web survey, ha coinvolto circa 900 soggetti. 25 Di Cesare e Rech sottolineano che “il film induced tourism” può manifestarsi solo marginalmente come fruizione turistica direttamente motivata dalla visita di luoghi visti al cinema, per crescere quando la motivazione diventa secondaria o comunque di supporto ad altre più rilevanti”.

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location può vedere incrementati i propri flussi nell’immediatezza dell’uscita in sala del film senza però riuscire a mantenere nel tempo il trend positivo. Un caso emblematico è quello del film “Il Mandolino del Capitano Corelli” (2001)26 girato nell’isola greca di Cefalonia e interpretato da due star come Nicolas Cage e Penelope Cruz. Il film, che dà ampio spazio alle bellezze naturalistiche dell’isola e ne traccia un’immagine esotica e romantica, è stato artefice di una grande visibilità per Cefalonia a tal punto che, nell’anno successivo all’uscita del film nelle sale, vi è stato un incremento degli arrivi pari a circa il 20% (Hudson e Ritchie 2006). Dopo aver registrato un +10% nel secondo anno dall’uscita del film, gli arrivi sull’isola hanno avuto una flessione negativa negli anni successivi. Secondo Hudson e Ritchie, autori dello studio sul caso, le ragioni di questa inversione di tendenza sono da attribuirsi al fatto che sul territorio non è stata realizzata alcuna iniziativa promozionale legata al film27 da proporre ai turisti. Casi di successo, invece, in cui alla forza dell’immagine sono state affiancate interessanti strategie di marketing territoriale, sono quelli già citati di “Sideways” e “Il Signore degli Anelli”. Il primo film, come abbiamo visto, ha tra i suo punti di forza quello di essere un’opera che restituisce un’immagine realistica del territorio vinicolo californiano e lega indissolubilmente il prodotto vino alla storia. Alla visibilità e alla curiosità innescata dal film sono seguite una serie di iniziative che hanno portato nei 18 mesi successivi all’uscita nelle sale ad un aumento del 15% del giro d’affari del turismo (Rocco 2006) con una previsione di aumento di circa il 50% di visitatori nei successivi quattro anni (Turner Brook 2006). La chiave del successo sta nel fatto che la Santa Barbara film commission, ente pubblico che si occupa di offrire servizi alle produzioni cinematografiche sul territorio, ha lavorato fin dalla pre - produzione al fianco del regista per 26 Il film racconta dell’occupazione italiana in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale. I soldati occupano la tranquilla isola di Cefalonia. Tra loro c’è il Capitano Antonio Corelli, un ufficiale dal carattere gioviale e con la passione per il mandolino. Superati i primi screzi con il soldato italiano, la bella Pelagia, figlia del medico del villaggio, finisce col cedere al suo indubbio fascino. La guerra si avvicina e Antonio e Pelagia devono scegliere tra la fedeltà ai loro rispettivi paesi ed il loro amore. 27 L’unica azione da parte degli operatori del settore all’iniziale aumento del turismo sull’isola è stata quella di ritoccare al rialzo i propri prezzi (Hudson e Ritchie 2006).

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utilizzare al massimo la capacità “promozionale” del cinema. Il risultato è stato un ruolo di co protagonista nella storia per il territorio attraverso un costante riferimento al vino prodotto nella zona e alle numerose cantine sparse nella regione. Tale visibilità è stata, poi, mantenuta attiva e supportata dagli altri media28. In particolare, di grande efficacia è risultata la realizzazione di una movie map, ovvero di una cartina che mettesse insieme tutte le cantine/location attraversate dal film; uno strumento, attraverso il quale, i turisti hanno potuto facilmente rivivere le atmosfere del film e assaporare i vini citati sul grande schermo29. Vi è stato, poi, un percorso volto a incentivare gli operatori turistici a promuovere pacchetti legati al film; tutto ciò è servito alla riaffermazione della destinazione enogastronomica della California meridionale che subisce la concorrenza delle zone di Napa e Sonoma della California settentrionale (Rocco 2006). Allo stesso modo “Il Signore degli Anelli”, film come abbiamo visto molto lontano da “Sideways” quanto a tipologia e immagine veicolata, è stato affiancato da efficaci operazioni di marketing territoriale. Anche nel caso della trilogia fantasy de “Il Signore degli Anelli”, infatti, vi è stata un’importante azione delle autorità locali neozelandesi per sfruttare al massimo il successo del film. Quattro agenzie governative (Investment Nz, Tourism Nz, Trade Nz, e Film Nz) hanno lavorato a stretto contatto per promuovere il turismo legato ai film, coinvolgendo anche l’Air New Zealand, la compagnia di bandiera del paese. Privilegiando l’aspetto naturalistico che emerge dal film, la trilogia si è rivelata un ottimo modo per rafforzare l’immagine della Nuova Zelanda e il suo brand promosso attraverso la campagna pubblicitaria precedente ai film “100% Pure New Zealand” (Kraaijenzank 2009). Secondo un’indagine condotta dalla Tourism New Zealand nel 2003, il 65% dei turisti arrivati sull’isola affermano di essere stati influenzati dal film. Anche in questo caso, quindi, ciò che ha fatto la 28 Si è stimato che il film è stato menzionato circa 450 volte sui media (tv, giornali, riviste e web) raggiungendo un audience di 103 milioni di persone e per un valore pubblicitario di 3,5 milioni di dollari (Turner Brooks 2006). 29 Di movie map cartacee ne sono state distribuiti circa 50.000; la map può essere anche scaricata da internet, sul sito della film commission di Santa Barbara mentre sul sito della produzione, la Fox Serchlight, vi è una pagina dedicata al film in cui vi è la possibilità di acquistare soggiorni nelle location del film e i vini prodotti (Turner Brooks 2006).


differenza risiede nelle azioni di promozione e marketing che sono state affiancate alla visibilità e al successo cinematografico. In particolare, per far fronte alla bassa riconoscibilità dei luoghi utilizzati come location (il film utilizza immagini non realistiche), tutta la campagna promozionale legata al film è stata realizzata intorno allo slogan “New Zealand is Middle - Earth”. Tutti gli sforzi sono stati concentrati nel processo di identificazione, attraverso i media, tra la Nuova Zelanda, location dei film, e la Terra di Mezzo, luogo immaginario in cui è ambientata la storia. Si può, quindi, concludere che il cinema ha una forte capacità di impressionare con le sue immagini lo spettatore e indurlo a visitare i luoghi diventati set. Tuttavia, i casi di successo citati mostrano come la visibilità cinematografica non basta a fare della destinazione una meta di film tourism e che l’effetto mediatico tende a svanire rapidamente. In questo senso, solo l’utilizzo di efficaci politiche di marketing territoriale, che uniscano sforzi pubblici e privati, garantiscono il successo duraturo di una location/destinazione.

3. L’immagine turistica della Basilicata e il cinema 3.1. L’immagine turistica della Basilicata Sull’immagine della Basilicata percepita dai turisti non vi è molto materiale e ciò rappresenta un incentivo ad approfondire l’argomento. Il Piano Turistico Regionale (Ptr) del 2008 cita una studio commissionato nel 2004 alla società Swg dal quale emerge che la regione Basilicata evoca parole come tradizione (51%), naturalità (41%), genuinità (35%), sud (24%), e solo marginalmente arretratezza (9%), inquinamento (4%). Da questo punto di vista, è interessante notare come la Basilicata viene inquadrata soprattutto nella sua dimensione storico - culturale e riguardo al suo patrimonio naturalistico. Anche l’analisi delle guide turistiche straniere e dei giornali italiani e stranieri, sempre contenuta nel Ptr del 2008, fa emergere come l’aspetto naturale, di una terra da scoprire e ricca di stupendi paesaggi, risulta essere quello principale. Mentre la rappresentazione della Basilicata contenuta nelle

guide straniere, ancora filtrata dalla descrizione della terra lucana ad opera di Carlo Levi nel suo “Cristo si è fermato a Eboli”, insiste sul suo carattere di miseria e arretratezza, quelle italiane ne mettono in luce la ricchezza del territorio. Oltre al carattere naturalistico emerge quello storico culturale con la descrizione di Matera e, talvolta, anche di Melfi. Infine vi sono riferimenti alla sua connotazione balneare, con Maratea e Metaponto a rappresentare le due coste. Per quanto riguarda i giornali, mentre quelli stranieri insistono molto sul carattere misterioso sia nella sua accezione naturalistica che in quella storica dei Sassi, quelli italiani danno anche spazio alle coste e, in misura minore, all’entroterra.

3.2. L’immagine della Basilicata attraverso il cinema

La Basilicata, come detto, è stata la scenografia naturale di più di 40 pellicole, dirette da alcuni dei più importanti registi italiani e stranieri (Taviani, Rosi, Rossellini, Pasolini, Gibson). Il successo delle location lucane si deve, con buona probabilità, alla morfologia della regione capace di soddisfare le esigenze stilistiche delle produzioni cinematografiche. La Basilicata è stata, infatti, utilizzata per opere di carattere comico (“La Nonna Sabella”, “Ogni lasciato è perso”), drammatiche (“Tre Fratelli”, “Del perduto Amore”), storico (“King David”, “Allosanfan”), horror (“Non si sevizia un paperino”, “The Omen il presagio”). L’immagine mostrata dalle pellicole è di una regione con un ricco e intatto patrimonio naturalistico, talvolta mettendo in luce l’arretratezza, la povertà e le superstizioni che l’hanno afflitta (“Cristo si è fermato a Eboli”, “Il Demonio”). Allo stesso tempo, bisogna sottolineare che la terra lucana è stata spesso utilizzata per rappresentare altri luoghi: la Puglia (“Io non ho Paura”), la Sicilia (“L’Uomo delle Stelle”), la Palestina (“Il Vangelo secondo Matteo”). Così, se da una parte la regione è apparsa in molti film con un alto valore espositivo, dall’altra la riconoscibilità dei luoghi è stata quasi sempre di difficile identificazione. In questo senso, per lungo tempo non vi è stato alcun effetto turistico legato alle opere cinematografiche né alcuna opera di promozione delle location e dei film girati sul territorio.

235


I film girati in Basilicata Passannante di Sergio Colabona, 2011 Un giorno della vita di Giuseppe Papasso, 2011 Basilicata Coast to Coast

di Rocco Papaleo, 2010 Mineurs di Fulvio Wetzl, 2007 The Nativity Story di Catherine Hardwicke, 2006 The Omen Il presagio di John Moore, 2006 Il Rabdomante di Fabrizio Cattani, 2005 The Passion of the Christ di Mel Gibson, 2003

Io non ho paura di Gabriele Salvatores, 2002 Ogni lasciato è perso di Piero Chiambretti 2000 Terra Bruciata di Fabio Segatori, 1999 Del perduto Amore di Michele Placido, 1998 L’ Uomo delle Stelle di Giuseppe Tornatore, 1995

Il sole anche di notte

di Paolo e Vittorio Taviani, 1990 King David di Bruce Beresford, 1985 Tre Fratelli di Francesco Rosi, 1981

Cristo si è fermato a Eboli di Francesco Rosi, 1979

Volontari per destinazione ignota di Alberto Negrin, 1978

236

Matera

L’Albero di Guernica di Fernando Arrabal, 1975 Qui comincia l’avventura di Carlo di Palma, 1975 Il tempo dell’inizio di Luigi Di Gianni, 1974 Allonsanfan di Paolo e Vittorio Taviani, 1974 Anno Uno di Roberto Rossellini, 1974 Il decamerone nero di Piero Vivarelli, 1972 Non si sevizia un paperino di Lucio Fulci, 1972 C’era una Volta di Francesco Rosi, 1967 Made in Italy di Nanni Loy, 1965 Il vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, 1964 Il Demonio di Brunello Rondi, 1963 Gli anni Ruggenti di Luigi Zampa, 1962 La Vedovella di Silvio Siani, 1962 Italia ’61 di Jan Lenica, 1961 Viva l’Italia! di Roberto Rossellini, 1961 A porte chiuse di Dino Risi, 1960 La nonna Sabella di Dino Risi, 1957

La Lupa di Alberto Lattuada, 1953 Le due sorelle di Mario Volpe, 1950 Nel mezzogiorno qualcosa è cambiato di C. Lizzani, 1949


Si può dire che è solo a partire dal film “The Passion30” (2004), girato da Mel Gibson a Matera, che ci sono stati i primi tangibili effetti dell’immagine cinematografica e del film induced tourism. Il film sulla passione di Cristo, infatti, potendo contare su un cast e una distribuzione internazionale, ha avuto il merito di dare grande visibilità alla cittadina soprattutto sul mercato turistico internazionale31. Nel caso del film di Gibson, ci troviamo davanti a un’immagine cinematografica non reale, che utilizza lo scenario materano per rappresentare la Gerusalemme biblica. “The Passion”, quindi, non mostra la Basilicata per quella che è e, tuttavia, seguendo le tragiche vicende della passione di Cristo, lo spettatore può ammirare gli scorci dei Sassi immortalati 30 ll film racconta le ultime dodici ore della vita di Cristo. 31 In questo senso, però, è bene evidenziare che i Sassi della città di Matera, location del film, è un sito Unesco (patrimonio mondiale dell’umanità) dal 1993. Secondo i dati dell’Apt, a partire dal 2004, data di uscita del film, c’è stato un aumento significativo delle presenze: quelle italiane dal 2003 al 2006 passano dalle 37000 alle 57000 mentre quelle straniere raddoppiano passando da 9000 a 18000. Più ottimista lo studio compiuto nel 2006 dall’Isnart che parla di un aumento del 143% di turisti stranieri nella provincia materana l’anno successivo all’uscita del film.

dalla cinepresa. In questo senso, il film ha dato un ottima visibilità alla città determinata anche grazie al processo di iconizzazione che ha avvolto il centro della città con un aura di sacralità32. L’effetto turistico indotto dal film, però, è stato qualcosa di esclusivamente spontaneo, non incentivato nè da iniziative pubbliche nè da private, e quindi destinato a non crescere più una volta esaurita l’immediata visibilità33. Vi è poi un’altro film importante ai fini del nostro discorso, soprattutto in quanto esprime la presa di coscienza da parte delle autorità locali della strategicità del film tourism: “Basilicata coast to coast” (2010) di Rocco Papaleo. Dal film, ampiamente spiegato nel nostro precedente lavoro di ricerca riguardante il cineturismo34, emerge un’immagine realistica della regione, anche se un po’ romantica, in cui vi sono continui riferimenti 32 “The Passion” non è l’unico film a tema biblico: da “Il Vangelo secondo Matteo” fino a “The Nativity Story”, Matera è diventata la location privilegiata per film a carattere religioso. 33 Tant’è che dal 2006 al 2009 le presenze straniere restano stabili intorno alle 18000 unità mentre quelle italiane aumentano di poco, da 58000 a 63000. 34 “Le opportunità di cineturismo in Basilicata: dal successo di Basilicata coast to coast alla nascita di una lucana Film Commission”.

Calanchi, Aliano

237


alla tradizione e cultura lucana. Come abbiamo detto, il film ha avuto anche il merito di rafforzare la convinzione delle autorità locali sulle opportunità turistiche promosse (anche attraverso la realizzazione di una film commission regionale). Ciò che, invece, è venuta a mancare riguarda l’iniziativa privata che capitalizzasse i risultati del film: non vi sono state iniziative legate al film realizzate dagli operatori turistici. Così se l’analisi sull’impatto turistico del film nell’anno successivo alla sua uscita ha visto per quasi la metà degli operatori contattati un aumento del flusso turistico35 dimostrando la capacità promozionale del film di Papaleo, dall’altra parte

bisogna registrare non si è sfruttato al massimo la visibilità ottenuta. Si può concludere che, anche se in differente misura, sia l’immagine reale di “Basilicata coast to coast” che l’immagine non reale di “The Passion” sono stati efficaci strumenti di promozione territoriale. Il primo film attraverso una storia radicata nel territorio che ha coniugato comicità e tradizioni locali, il secondo raccontando una vicenda che ha conferito alla sua location un’atmosfera mistica. Allo stesso modo, però, entrambi i film non sembrano essere stati utilizzati fino in fondo per completare quel ciclo che dal vicarious consumption porta alla destination choise.

35 Bencivenga, Chiarullo, Colangelo, Percoco 2011.

4. La ricerca sul campo 4.1. Metodologia, campione e obiettivi dell’indagine L’indagine è stata realizzata nei primi sei mesi del 2012 con l’obiettivo di studiare il processo di formazione dell’immagine turistica della Basilicata e l’influenza del cinema girato sul territorio lucano. Il campione comprende turisti in vacanza (anche solo per un giorno) in Basilicata intercettati su tutto il territorio della regione. Nello specifico si è adottato un campionamento non probabilistico con quote uguali riferite alle principali tipologie di turismi presenti nella regione. Sono stati intervistati 330 turisti incontrati in differenti luoghi della Basilicata ed equamente ripartiti in quattro sottocampioni costituiti da turismo culturale, turismo natura, turismo sportivo - invernale e turismo balneare. I turisti culturali sono stati intercettati in città d’arte, durante eventi culturali e musei; i turisti natura sono stati incontrati nelle aree protette; i turisti sportivi presso gli impianti sciistici e quelli balneari sulle due coste lucane. Il campione è costituito prevalentemente dal turismo di nazionalità italiana (92%) e di prossimità (il 65% proviene da Puglia, Campania e Lazio). Si tratta di turisti di formazione medio - alta (l’82% ha almeno il diploma) e di estrazione impiegatizia (il 40% svolge un lavoro dipendente) di cui il 43% visita per la prima volta la Basilicata. Nello specifico, il questionario ha l’obiettivo di appurare innanzi tutto l’immagine della Basilicata che hanno i turisti e attraverso quali canali si è costituita; in secondo luogo, di verificare se e in che modo è conosciuta la filmografia “lucana”, se ha influenzato la scelta della destinazione e se ci sia un interesse ad acquistare un tour cinematografico. Il questionario è composto da 16 domande a risposta multipla; data la sua natura piuttosto complessa, la somministrazione è avvenuta esclusivamente face to face. Questo se da un lato ha comportato un maggiore sforzo ed impiego di risorse per la somministrazione, dall’altro ha assicurato una migliore qualità dei questionari raccolti ed ha permesso di raccogliere tutta una serie di informazioni e di commenti, fatti a margine del questionario, che potrebbero risultare importanti elementi ai fini della ricerca.

238


4.2. I risultati dell’indagine La prima parte del questionario ha l’obiettivo di analizzare che tipo di immagine della Basilicata hanno i turisti e in che si è formata. La prima domanda chiede ai turisti di indicare, tra cinque possibilità, che immagine si sono fatti della Basilicata prima di visitarla. Esattamente la metà del campione vede la Basilicata come una regione prevalentemente naturalistica, seguita dal 20% che la considera una regione con un ricco patrimonio storico-culturale, poi il 13% una regione adatta al turismo balneare, l’11% a vocazione enogastronomica e il 6% un luogo dove praticare sport. Graf.1

Graf.1 - L’immagine della Basilicata dichiarata dai turisti prima di visitarla

Per quanto riguarda, poi, i canali di formazione dell’immagine, la domanda nel questionario è impostata tenendo conto della classificazione delineata da Gartner (1994) ed è data la possibilità al campione di segnalare due opzioni considerando il fatto che non è mai un solo agente a determinare l’immagine di un luogo. Il 49% del campione cita il “consiglio di parenti e amici” come una delle fonti informative, mostrando come esso rappresenta ancora il principale canale informativo, specialmente per i turisti balneari e sportivi. Graf.2 A tale agente, però, se ne affiancano due “moderni” come il cinema e il web, citati rispettivamente dal 31% e dal 25% del campione. Il cinema, in particolare, cresce in percentuale per il turista culturale e quello natura e rappresenta rispettivamente il 39% e il 41%36 L’ultima domanda del questionario relativa alla formazione dell’immagine turistica, chiede al campione di indicare a cosa associa principalmente la Basilicata. Tenendo conto del ruolo importante che spesso hanno le icone per il place identity della destinazione, vengono proposte una serie di icone di carattere storico - culturale (I Sassi si Matera, la Magna Grecia, il Brigantaggio, i Castelli Medievali), naturalistico (Maratea, il Parco Nazionale del Pollino, i Calanchi di Craco 36 Invece, il consiglio di parenti e amici sale per il turista sportivo al 64% e per il turista balneare al 72%.

239


i

Graf.2 - Gli agenti formativi dell’immagine della Basilicata citati dai turisti

63%

21%

I Sassi di Matera

6%

7%

Icone del patrimonio storico-culturale

Icone del patrimonio enogastronomico

Graf.3 - Le icone della Basilicata

240

3% Icone del patrimonio naturalistico

Nessuno in particolare


e Aliano, le Dolomiti Lucane) e enogastronomico (L’Aglianico del Vulture, le Acque Minerali). Una percentuale molto alta di risposte, il 63%, indica i Sassi come l’icona più rappresentativa della Basilicata che, sommata alle altre icone del suo campo, raggiungono il 69% nel settore storico - culturale, seguite dalle icone del patrimonio naturalistico con il 21% e quelle del patrimonio enogastronomico con il 7%. I Sassi di Matera, dunque, rappresentano di gran lunga l’immagine della Basilicata mentre le altre icone, prese singolarmente, raggiungono percentuali che vanno dall’1% all’8% 37. Tale risultato può essere spiegato con il fatto che in genere la Basilicata viene identificata con la città di Matera che, a livello nazionale e internazionale, rappresenta la vera specificità della regione. Graf.3 La seconda parte del questionario entra nel merito del rapporto tra cinema e turismo. Alcune domande preliminari hanno il compito di inquadrare il campione secondo le proprie abitudini di fruizione cinematografica. Innanzi tutto, si chiede al campione di indicare lo strumento più utilizzato per vedere i film. Più di metà del campione, il 56%, fruisce i film principalmente attraverso la tv, mentre il 24% guarda i film nelle sale cinematografiche. Web e dvd raccolgono insieme solo il 20%, confermando che il rapporto tra cinema e web è ancora in una fase esplorativa mentre il dvd rappresenta ormai uno strumento di fruizione obsoleto. Entrando nel merito della visione cinematografica, una domanda chiede ai turisti cosa li colpisce maggiormente. Le opzioni di risposta sono modellate sulla tripartizione place, performance e personality realizzata da Macionis (2004). Il paesaggio e la storia vengono scelte dal 90% del campione e ripartite equamente (45%), mentre il cast conta solo per il 10%, é interessante notare come il paesaggio rivesta un ruolo importante all’interno del film, al pari della storia, confermando l’idea che una suggestiva rappresentazione filmica di un territorio può avere un’influenza importante sugli spettatori e diventare uno strategico biglietto da visita della destinazione. Ciò è confermato anche dalla successiva domanda, in cui si chiede quando un film può essere considerato uno strumento di promozione territoriale. Graf.4 37 Nello specifico: la Magna Grecia il 2%, il Brigantaggio il 2%, i Castelli Medievali il 2%,Maratea l’8%, il Parco Nazionale del Pollino il 6%, i Calanchi di Craco e Aliano 1%, le Dolomiti Lucane il 6%, l’Aglianico del Vulture il 5%, le Acque Minerali il 2%.

Quando un film è strumento di promozione del territorio?

6% 15% 40%

Quando un film sembra trasmettere la cultura e le tradizioni del luogo Quando i luoghi sono protagonisti del film Quando la storia è coinvolgente Il film non è uno strumento di promozione

39%

Graf.4 - Il film come promozione territoriale

241


Quasi l’80% è convinto che un film promuove il territorio se mostra adeguatamente i suoi paesaggi e se fa riferimento alla tradizioni e alla sua cultura. In questo modo, attraverso il film si può realizzare quel vicarious consumption che dà alla destinazione un senso di familiarità. Solo per il 15%, è sufficiente che la struttura narrativa del film sia coinvolgente per stimolare la visita nelle sue location. Viene chiesto ai turisti anche se hanno avuto esperienze pregresse di movie tour e se durante la loro permanenza in Basilicata hanno visitato luoghi che riconoscevano come location di film. Solo il 10% del campione afferma di aver partecipato a dei movie tour confermando il fatto che il film tourism è una tipologia di turismo ancora in fase esplorativa. Soprattutto in Italia, il cineturismo appare poche volte come una proposta organizzata mentre spesso mostra le sue potenzialità attraverso l’emergere di fenomeni spontanei che si possono attribuire a esso. Per quanto riguarda la visita alle location lucane, il 22% del campione afferma di aver visitato le location dei film e ciò avviene soprattutto nel caso dei turisti a Matera, scenografia della maggior parte dei film lucani e le cui location sono concentrate nel centro storico de I Sassi. Entrando, poi, nel merito del cinema girato in Basilicata, si vuole appurare che tipo di conoscenza i turisti hanno della filmografia lucana38. Nel questionario viene proposta una tabella con tutti i film girati in Basilicata e vi è la possibilità, da parte del campione, di indicare tutte le opere che conoscono e che hanno visto. “The Passion” e “Basilicata coast to coast” rappresentano di gran lunga i due film più conosciuti, rispettivamente con 204 e 170 citazioni. Probabilmente a loro favore gioca il fatto di essere stati realizzati negli ultimi anni e di aver avuto un’ottima risonanza internazionale e nazionale. A seguire c’è “Io non ho paura”, film di successo e realizzato da un regista premio Oscar come Gabriele Salvatores. Ricevono un buon numero di citazioni anche “Il Vangelo secondo Matteo” e “Cristo si è fermato a Eboli”, rispettivamente con 55 e 102. Entrambi i film, benchè realizzati diversi anni fa, sono molto rappresentativi non solo della filmografia “lucana” ma anche della tradizione storico - culturale della Basilicata. In questo caso, bisogna considerare che, probabilmente, il dato sui film risulta essere un po’ sovrastimato; tuttavia, in sede di definizione del questionario, si è preferito inserire i nomi dei film piuttosto che dare spazio a citazioni spontanee sia perchè in questo modo il turista poteva avere un quadro completo della cinematografia in Basilicata sia perchè alcuni film, non essendo molto rappresentativi del territorio in cui sono stati girati, rischiavano di non essere considerati. Graf.5 Due domande del questionario chiedono quanto i film influenzino la scelta della destinazione sia facendo appello alla tendenza generale che, nello specifico, riguardo al proprio viaggio in Basilicata. In altre parole, si può scegliere tra cinque opzioni (per niente, poco, abbastanza, molto, è l’unica motivazione) per indicare il grado di importanza dei film per la scelta delle destinazione dei viaggi precedenti e per l’attuale vacanza in Basilicata. Il cinema, considerato nella sua influenza generale sul desiderio di visita, risulta essere un agente molto influente. Il 69% del campione, infatti, sostiene di essere influenzato abbastanza o molto nella scelta delle destinazioni confermando le teorie affermate dagli studi sulla formazione della destination image39. E, tuttavia, tale dato va considerato, come dimostra anche la ricerca di Di Cesare e Rech (2007), nella complessità del processo di scelta turistica. Confrontando questo dato con l’influenza dichiarata in relazione alla vacanza in Basilicata, è interessante notare che la percentuale di turisti che sostengono di essere stati influenzati abbastanza o molto dal cinema scende al 34%. In altre parole, se due persone su tre dichiarano di essere influenzati dal cinema nelle loro intenzioni di viaggio, uno su tre sostiene di esserlo stato nel caso della vacanza in Basilicata. 38 Viene proposta nel questionario una tabella con tutti i film girati in Basilicata. 39 Al riguardo vedi Gunn 1988; Butler 1990; Gartner 1994.


Passanante Un giorno nella vita

13 9

170

Basilicata coast to coast Mineurs The nativity story The omen il presagio Il rabdomante

1

26 22 11

The passion of the Christ Io non ho paura Ogni lasciato è perso Terra bruciata Del perduto amore L'uomo delle stelle Il sole anche di notte King David Tre fratelli

10 24 31 56 12 13 23

Cristo si è fermato ad Eboli Volonari per destinazione ignota L'albero di Guernica Qui comincia l'avventura Il tempo dell'inizio Allonsanfan Anno uno Il Decamerone nero Non si sevizia un paperino C'era una volta Made in Italy

2 3 6 4 14 2 7 11 20 14

Il Vangelo secondo Matteo Il demonio Gli anni ruggenti La vedovella Italia '61 Viva l'Italia! A porte chiuse La nonna Sabella

4 9 5 3 10 2 15

La lupa Le due sorelle Nel Mezzogiorno qualcosa è...

Graf.5 - I film citati dai turisti

6 1

126

204

102

55

41

243


Il dato dell’influenza di film “lucani”, benchè molto più basso di quella del cinema in generale, è tuttavia un risultato molto interessante se contestualizzato; la Basilicata, infatti, è stata per lungo tempo una location cinematografica poco conosciuta e poco pubblicizzata, utilizzata spesso per rappresentare altri luoghi e quindi non rappresentativa dell’identità del territorio. Probabilmente, tale risultato è frutto di un trend positivo inaugurato con “The Passion” e rafforzato da “Basilicata coast to coast”. Graf.6 Guardando poi alle risposte considerate per tipologia di turista, risulta chiaro che l’influenza del cinema girato in Basilicata agisce soprattutto sui turisti culturali e natura, che rispettivamente sostengono di essere stati influenzati abbastanza o molto rispettivamente dal 47% e 41%, mentre per i turisti sportivi e balneari l’influenza risulta ridotta (per i primi il 25%, per i secondi il 17%). Graf.7 Un’altra domanda del questionario ha come obiettivo quello di verificare se l’influenza del cinema possa tradursi nella disponibilità a visitare le location cinematografiche lucane, acquistando un movie tour, ovvero una gita nel luoghi del cinema che comprenda il trasporto e la visita guidata. Viene chiesto ai turisti di indicare se vi è un interesse in tal senso e la disponibilità di spesa condensata in quattro fasce principali. Esattamente la metà del campione dichiara di essere interessato ad acquistare un movie tour, di cui il 36% è disposto a spendere tra i 10€ e i 20€, il 32% tra 20€ e 30€, il 27% tra 30€ e 40€, il 5% più di 40€. Considerando le risposte per tipologia di turisti, viene confermato l’interessamento maggiore verso il cinema che si può riscontrare nei turisti culturali e natura rispetto a quelli balneari e sportivi. Graf.8 Tra questi ultimi, infatti, rispettivamente solo il 35% e il 41% sostiene di essere interessati ad acquistare un movie tour, mentre nel caso dei turisti natura e culturali la percentuale sale per i primi al 51% e per i secondi al 65%. Anche sul fronte della disponibilità a pagare vi è una sostanziale differenza: mentre un turista natura o culturale su quattro spenderebbe più di 30€, solo uno su dieci dei turisti sportivi o balneari farebbe lo stesso. Si può, dunque, concludere che indubbiamente il target di riferimento per un’offerta cineturistica è quello dei turisti culturali e natura. In particolare, il cineturismo potrebbe essere una risorsa importante per la Basilicata nell’invertire la tendenza di un turismo costituito in larga parte da visitatori giornalieri. Per entrambe le tipologie, infatti, acquistare un movie tour potrebbe essere l’occasione per allungare la vacanza: nel caso dei turisti culturali, l’offerta sarebbe anche molto agevole dal momento che la maggior parte delle location sono concentrate nella città di Matera mentre, nel caso dei turisti natura, sarebbe un occasione per diversificare la propria visita. Se poi si considera esclusivamente il sottogruppo dei turisti stranieri - incontrati prevalentemente nella città de I Sassi - si trova un a percentuale molto alta di interesse verso i movie tour pari al 70%. Per quanto riguarda i turisti sportivi, il loro minor interesse si deve proprio alla tipologia di turismo invernale costituito perlopiù da visitatori giornalieri che concentrano la loro giornata sulle piste sciistiche. La bassa percentuale, invece, di turisti invernali che si fermano in Basilicata per la settimana bianca sono proprio quelli che hanno interesse per il movie tour mostrando l’esigenza di diversificare la propria vacanza. Infine, i turisti balneari risultano essere quelli con scarso interesse verso il cineturismo probabilmente per effetto della vacanza scelta, caratterizzata da una lunga permanenza ma con poco interesse a spostarsi verso altre zone della Basilicata. Graf.9


Influenza del cinema nella scelta della destinazione

5%

20%

29% molto abbastanza

49%

poco

36%

26%

per niente

30%

5% influenza generica

influenza Basilicata

Graf.6 - Influenza del cinema nella scelta delle vacanze in generale e nella scelta del viaggio in Basilicata

Influenza del cinema per tipologia di turista

6%

4%

3% 8%

14%

21% 41%

33% 42%

38%

molto abbastanza poco

34%

34% 37% 19% turista culturale

turista sportivo

per niente

41% 25% turista natura

30% turista balneare

Graf.7 - Influenza del cinema nella scelta del viaggio in Basilicata per tipologia di turista

245


Disponibilità a pagare

5% + 40 euro 30 - 40 euro

36%

27%

20 - 30 euro 10 - 20 euro

32%

Graf.8 - Disponibilità a pagare

Disponibilità a pagare per tipologia di turista

Turista balneare

65%

Turista natura

49%

Turista sportivo

59%

Turista culturale

35%

24%

13% 15%

19%

4%

17% 13% 10% 1%

18%

22%

+ 40 euro

20 - 30 euro

30 - 40 euro

10 - 20 euro

Graf.9 - Disponibilità a pagare per tipologia di turista

9% 2%

20%

0

5%


Iniziative per il turismo (risposte totali) 5 83 60 124 132 124 44

Graf.10 - Le iniziative per il turismo, risposte totali

Le ultime due domande chiedono al turista di dare un parere su alcune iniziative che possono essere prese in considerazione per sviluppare il turismo in Basilicata, sia dal punto di vista generale che da quello del cineturismo. Ai turisti vengono offerte una serie di opzioni e la possibilità di indicare le due che a loro parere risultano più urgenti. Sul fronte del turismo in generale, le tre principali azioni che vengono segnalate sono la cura e valorizzazione delle risorse (132), il miglioramento della qualità dei servizi turistici (124) e i pacchetti turistici a tema (124). Se a queste associamo le iniziative per il cineturismo, è interessante notare che la più selezionata è quella sulla costruzione di un pacchetto turistico a tema cineturismo (122). Ciò dimostra la necessità, nei turisti, di avere un’offerta integrata, che offra varie attività. Tra le altre iniziative segnalate per sviluppare il cineturismo in Basilicata, vengono citate la costruzione di un sito web a esso dedicato (86), l’elaborazione di movie map (85) e la promozione delle location (90). Graf.10,11 Iniziative per il cineturismo (risposte totali)

45 52 90 85 86 122

Graf.11 - Le iniziative per il cineturismo, risposte totali

247


Conclusioni L’indagine sul campo ha due obiettivi specifici: indagare sul processo di formazione dell’immagine turistica della Basilicata e verificare la conoscenza e la predisposizione dei turisti in vacanza sul territorio lucano verso il cinema girato nella regione. Innanzi tutto c’è da sottolineare che la rappresentazione di una regione naturalistica è quella che domina l’immaginario collettivo confermando quindi l’analisi dell’immagine della Basilicata contenuta nel Ptr 2008. La metà del campione intervistato, infatti, vede la Basilicata come una regione prevalentemente naturalistica. Nella definizione dell’impianto teorico su cui basare il questionario si è fatto ricorso alla riflessione critica sulla destination image che da Gunn (1988) a Gartner (1993) ha definito tre categorie di agenti di formazione: indotte, organiche e autonome. Nel caso della Basilicata è risultato come la tipologia di informazione organica, relativa alle indicazioni di parenti e amici, rappresenta la modalità principale attraverso la quale il turista si forma un’immagine della Basilicata. In più c’è da considerare che dopo il consiglio di parenti e amici (49%), risultano citati due agenti autonomi, come il cinema (32%) e il web (25%). Non vi sono studi di riferimento

248

Aliano, Parco letterario

con cui confrontare i dati, ma probabilmente se quasi un turista su tre cita il web o i film come agenti di formazione, ciò è dovuto a un fenomeno in crescita che ha interessato la regione negli ultimi anni. Il cinema girato in Basilicata, in particolare, ha inaugurato un trend turistico positivo a partire dal 2000 prima con “The Passion” di Mel Gibson e, recentemente, con “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo. L’indagine sul campo conferma il ruolo che il cinema può avere nella promozione dell’immagine di un territorio e sulla capacità di influenzare la scelta turistica. Un’ampia riflessione teorica [Gunn 1988; Butler 1990; Riley, Van Doren 1992; Gartner 1994; Schoefield 1996] ha messo in luce come il cinema, in qualità di agente autonomo, è in grado di fornire una rappresentazione originale e suggestiva dei luoghi in cui vi è stata una produzione cinematografica. In questo senso il territorio lucano, dotato di un ricco e diversificato patrimonio naturalistico, paesaggistico e storico culturale, si presta particolarmente a questo tipo di rappresentazione. La consapevolezza delle potenzialità promozionali del cinema, nata dopo l’exploit di arrivi internazionali all’indomani


dell’uscita nelle sale di “The Passion”, si è tradotta in azione con il film di Rocco Papaleo, cofinanziato dall’ente regionale. Come del resto confermato dall’ indagine su un campione di turisti in Basilicata, uno su tre dichiara di esser stato influenzato dai film “lucani” per la scelta della loro vacanza. Tale dato con buona probabilità va rapportato proprio alla notorietà di “Basilicata coast to coast” e di “The Passion” che più della metà del campione dichiara di aver visto - e alla stretta correlazione, anche se in differente modo, che vi è tra narrazione e territorio nei due film. In questo senso, il crescente interesse nazionale e internazionale che si è manifestato soprattutto negli ultimi anni verso il film tourism può essere una risorsa importante per una regione come la Basilicata. Obiettivo dell’indagine era anche quello di verificare se vi fosse un reale interesse e quindi una domanda turistica verso la più comune manifestazione del cineturismo: il movie tour. La metà del campione ha dichiarato di essere interessato ad acquistare un tour nei luoghi del cinema, ma la percentuale diventa più alta se consideriamo il segmento di turisti natura e, soprattutto, quello dei turisti culturale che sono

ovviamente i più motivati verso questa tipologia di proposta. In particolare, il cineturismo può risultare una risorsa aggiuntiva importante per il turismo in Basilicata non tanto come motivazione principale, ma nella sua capacità di offrire un’alternativa efficace per allungare il soggiorno dei visitatori. Le esperienze prodotte dai film di Gibson e Papaleo e l’indagine tra i turisti dimostrano come vi sia un reale interesse verso il cineturismo che, però, è necessario supportare con politiche di marketing territoriale e, soprattutto, con iniziative private. In futuro, l’attivismo degli operatori turistici sarà la vera chiave di volta per lo sviluppo della nuova frontiera film tourism, considerando il fatto che da parte delle autorità locali vi è stato già un primo significativo passo non solo con la partecipazione al percorso produttivo di “Basilicata coast to coast” ma anche con la recentissima istituzione di una film commission40 che avrà il compito di attrarre nuove produzioni cinematografiche sul territorio lucano. 40 La Lucana Film Commission è stata istituita il 19 ottobre 2012. La fondazione ha come soci la Regione, le due Province e i due comuni di Potenza e Matera. L’obiettivo dell’ente è quello di stimolare le produzione cinematografiche sul territorio lucano e, attraverso esse, promuoverne le bellezze paesaggistiche.

Terrazza Casa di confino di Carlo Levi, Aliano

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Box 15 La città di Matera, patrimonio dell’UNESCO, é una scenografia paesaggistica che ha attirato i set di grandi registi. Le suggestioni evocate dal territorio della murgia materana hanno mosso gli spiriti per l’ambientazione di film religiosi e biblici. Lungo le vie esterne che danno verso le Murge, in spazi aperti come parcheggi ed aree belvedere, oppure in zone centrali di Matera ad alta affluenza e frequentazione, vengono affisse dei manifesti con QRcode che permettono agli smartphone di riprodurre i filmati dei trailers cinematografici dei film girati a Matera. L’itinerario, partendo dalle Murge ci accompagna nella visita dei set cinematografici che disegnano Matera come Gerusalemme: Il Vangelo secondo Matteo di Pasolini (1964), King David di

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Schermata Google Maps relativa alle location dei film

FILM COMMISSION 10 film girati a MATERA Bruce Beresford (1985), The Passion of the Christ di Mel Gibson (2003) e Nativity Story di Catherine Hardwicke (2006), nella stessa area sono state riprese alcune scene di Cristo si é fermato ad Eboli di Francesco Rosi (1979). Per il film di L’Uomo delle Stelle di Giuseppe Tornatore (1995) é stata scelta una zona interna nel centro della città, a 500 metri da San Pietro Caveoso, sulla piazzetta San Pietro Barisano pavimentata a pavé, ricordando la scena in cui Castellitto gira in automobile con i megafoni in cerca di comparse. Per il Sole anche di notte dei fratelli Taviani (1990) é stata scelta una location vicina a San Pietro Caveoso, mentre per Tre fratelli di Francesco Rosi (1981) e Passannante (2011) sono state selezionate parti più interne e centrali attraversate da flussi di persone. http://goo.gl/maps/t16g


Matera

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Basilicata coast to coast (Rocco Papaleo, 2010) film Cristo si è fermato a Eboli (Francesco Rosi, 1979) film Il Mandolino del Capitano Corelli (John Madden, 2001) film Il Signore degli Anelli (Peter Jackson, 2002-2004) film Il Vangelo secondo Matteo (Pier Paolo Pasolini, 1964) film Io non ho paura (Gabriele Salvatores, 2002) film La Dolce Vita (Federico Fellini, 1960) film The Passion of the Christ (Mel Gibson, 2003) film Sideways (Alexander Payne, 2004) film




CAPITOLO 7 - Il progetto valdagriturismo.com

Introduzione 1. Il progetto www.valdagriturismo.com 2. Il portale turistico istituzionale dell’Alta Val d’Agri Bibliografia e sitografia


Introduzione Il turismo è sempre più orientato verso il Web, ed è uno dei settori che più dinamicamente ha recepito l’influenza positiva delle innovazioni proposte dalla Rete1. Il successo tra turismo e Web è dovuto sia alla facilità d’accesso ad una vasta gamma di prodotti turistici differenti, sia alla variabilità dei prezzi spesso altamente competitivi rispetto le offerte proposte dai canali tradizionali, che alla visibilità dei marchi offerti sul Web. Dunque, prezzi competitivi, ma anche la capacità di differenziare l’offerta e di proporre servizi nuovi, hanno modificato l’atteggiamento degli utenti/viaggiatori. Il nuovo turista/utente in Rete considera naturale usare il Web per pianificare i propri viaggi, relegando così i canali tradizionali a un ruolo sempre più marginale. 1Tant’è che il settore dei viaggi rappresenta la voce principale dell’e commerce: in Europa vale 71,3 miliardi di euro, pari al 29% del valore totale dell’e-commerce, in Italia 3,4 miliardi di euro, cioè il 56% della torta delle vendite online. Fonte: ONTIT.

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Processione della Madonna Nera, Viggiano

Tutto ciò è stato incrementato dall’evoluzione della Rete nel Web 2.0, il quale ha spinto verso la maggiore interazione dell’utente dandogli la possibilità di essere maggiormente attivo e interattivo grazie agli User Generated Content. Oggi a ragione, infatti, si parla di Turismo 2.02, cioè dell’utilizzo delle nuove logiche della Rete 2.0 sia da parte degli operatori del settore che vendono e pubblicizzano le loro offerte turistiche su Internet, sia da parte dei viaggiatori che acquistano, si informano e si scambiano informazioni online. Inoltre, considerando il continuo espandersi della presenza di Internet nelle case italiane, possiamo prevedere che, nel corso dei prossimi anni, questa tendenza continuerà ad aumentare, quindi, che buona parte del movimento turistico graviterà sul Web, come già si verifica per i voli aerei. È evidente che il viaggiatore/turista dei 2 13 febbraio 2012, Il Sole 24 Ore “Il turismo 2.0 è già realtà” di Luca De Biase.


nostri giorni avendo a sua disposizione molte offerte, non si accontenta, vuole informazioni precise, dettagliate, ma anche autentiche e interessanti, infatti egli è più autonomo, desidera una maggiore discrezionalità di scelta e vuole instaurare un dialogo e una relazione profonda e di qualità con chi “produce” il viaggio. Grazie all’uso di Internet, l’utente può acquisire molte informazioni relative alle sue scelte di consumo ed essere più competente e molto più informato anche sui prodotti, i servizi, sul rapporto qualità/prezzo. Di conseguenza, il viaggiatore richiede sempre più qualità e attenzione alle sue esigenze, ed è maggiormente selettivo. La scelta, ovviamente, coinvolge sia dimensioni materiali, come i valori d’uso, ma soprattutto dimensioni immateriali, come il valore simbolico e il significato sociale che viene attribuito alle proprie scelte. È chiaro che la vastità delle informazioni reperibili online porta con sé anche dei problemi, primo

fra tutti quello di suscitare l’interesse dell’utente ma anche la difficoltà di essere trovati, di essere reperibili facilmente nel guazzabuglio dell’Information Overloading, e soprattutto di essere considerati affidabili, infatti, solitamente l’utente tende a considerare i portali istituzionali (essendo la vetrina di una realtà consolidata) dotati di una maggiore affidabilità. Dunque, si manifesta prepotentemente l’importanza e il valore fondamentale della comunicazione promozionale del turismo, la quale deve essere incentrata sul fruitore finale dell’offerta cioè il turista, ma anche, ovviamente, sulla necessità di promuovere le bellezze naturali, il patrimonio storico - artistico, l’enogastronomia e tutte le risorse possedute dalla destinazione riuscendo a motivare l’offerta, sottolineando soprattutto i servizi, le professionalità, la cortesia e l’ospitalità che caratterizza il prodotto. Il marketing turistico online aiuta a creare e diffondere la reputazione del prodotto

Pascoli valligiani

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i comuni di valdagriturismo.com promozionato, la quale deve essere costruita su idee forti ed innovative, in modo da affascinare e attrarre il maggior numero di persone. I portali informativi di promozione turistica devono essere ricchi di contenuti di qualità e soprattutto devono alimentarsi grazie all’ascolto della domanda degli utenti, cercando di sviluppare una relazione autentica con il pubblico, rendendo fruibile già online l’unicità dell’offerta proposta.

il portale www.valdagriturismo.com raggruppa i 10 comuni della Val d’Agri:

• • • • • • • • • •

Grumento Nova Marsico Nuovo Marsicovetere Moliterno Montemurro Paterno Sarconi Spinoso Tramutola Viggiano

1. Il progetto www.valdagriturismo.com Il progetto di realizzazione del portale Web istituzionale www.valdagriturismo.com3 si muove all’interno dei concetti esposti in via introduttiva. La FEEM ha promosso la messa in rete del portale, in partnership con il Comune di Viaggiano e con dieci Pro Loco dell’Alta Val d’Agri (comuni di Grumento Nova, Marsico Nuovo, Marsicovetere, Moliterno, Montemurro, Paterno, Sarconi, Spinoso, Tramutola, Viggiano), fornendo il supporto scientifico. L’idea di base del progetto, ovviamente, è quella di far leva sulle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e sull’utilizzo sempre più massiccio che il turista fa dei nuovi media per l’organizzazione della propria vacanza. Il portale web, dunque, nato con lo scopo di 3 Il portale è stato inaugurato e presentato presso la sede della Fondazione Eni Enrico Mattei di Viggiano il 18 novembre 2011.

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valorizzare e promuovere il turismo del territorio dell’Alta Val d’Agri, si configura come uno strumento informativo dei servizi turistici prefiggendosi l’intento di dare risposta al turista moderno e alla sua domanda di visitare ed entrare in contatto con mete e luoghi che conservano la storia e le tradizioni tipiche. Gli obiettivi del progetto sono, quindi, quelli dello sviluppo e della promozione turistica territoriale dell’area valligiana e delle sue risorse storiche, naturali e paesaggistiche, fino alle produzioni enogastronomiche locali, attraverso la partecipazione e la collaborazione di enti pubblici, operatori privati, del no profit e dell’associazionismo locale. A tal fine a partire da luglio 2011, la FEEM di Viaggiano ha organizzato e ospitato una serie di quindici incontri a cui hanno partecipato rappresentanti istituzionali, operatori turistici


Box 16 e associazioni che hanno permesso di mettere in rete strategie di offerta turistica e allo stesso tempo offerto l’occasione per un confronto e per attivare rapporti di collaborazione fra i comuni limitrofi. Tra le iniziative nate nell’ambito di questi incontri e supportate dallo staff redazionale del portale www.valdagriturismo.com citiamo: il calendario unico degli eventi natalizi e estivi, le iniziative fotografiche “Val d’Agri sotto la neve”, “I colori della Primavera” e “Tra l’autunno e l’inverno i colori della Valle”, gli eventi come “La sagra della cazzola” a Grumento Nova, la partecipazione delle dieci Pro Loco aderenti al progetto al bando “Idee progettuali per la valorizzazione territoriale” promosso da APT Basilicata per la realizzazione di materiale promozionale. Seguendo le più innovative teorie del marketing territoriale è stato scelto di promuovere e

comunicare il sito e il territorio valligiano attraverso un’immagine coordinata (corporate identity) che consente di rafforzarne l’identità in un mercato sempre più legato, come detto, all’immagine e alla comunicazione visiva. È stato inoltre ritenuto opportuno porsi sulla scia delle politiche turistiche regionali, che hanno accresciuto la fama e la competitività del brand Basilicata (Basilicata bella scoperta, Basilicata, giardino segreto e Basilicata terra da scoprire), rilanciando il tema della scoperta. Un assunto avvincente, attrattivo e quanto mai veritiero, soprattutto per un’area come l’Alta Val d’Agri naturalmente vocata al turismo, vista anche la presenza di un’estesa area protetta, ma ancora in parte inesplorata. Lo slogan scelto “Val d’Agri la valle da scoprire” ha raccolto le seguenti linee guida: la ricerca di un unico marchio di riferimento per la Val d’Agri come zona di origine o di provenienza

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del bene o del servizio identificante in modo chiaro le attrattive turistiche dell’area, l’adesione alle politiche turistiche regionali e la proposta di un marchio che si identifichi e alimenti il brand Basilicata, il coordinamento e la cooperazione fra i diversi attori locali operanti nel settore turistico. Al fine di veicolare l’identità della valle si è scelto di utilizzare gli strumenti operativi fondamentali ad affrontare compiutamente una campagna di promozione e marketing territoriale, ciò è stato fatto sia attraverso elementi di comunicazione visiva ma anche grazie a prodotti editoriali promozionali ai quali si è data una veste grafica comune e una comunicazione coordinata sia cartacea con brochures, manifesti, roll up che digitale con il suddetto portale. La campagna di comunicazione è stata pensata per il principale target di riferimento cioè l’ecoturista (anche in famiglia), interessato alle specificità naturalistiche e a una tipologia di vacanza all’insegna del relax e del verde, alla ricerca di luoghi ancora densi di tradizioni e cultura locale.

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Paesaggio primaverile, Val d’Agri

Tutti gli elementi della campagna di comunicazione fanno leva su questi aspetti del territorio. Il logo4 della campagna promozionale, propone tre elementi che simboleggiano e rappresentano visivamente gli asset del territorio: •

La garzetta (Egretta garzetta), fauna selvatica del Parco dell’Appennino Lucano, richiama in particolare la natura (lago del Pertusillo e i fiumi presenti nella valle) e l’energia (giacimenti petroliferi, parchi eolici e le centrali idroelettriche). I monti della Val d’Agri, rappresentano l’aspetto paesaggistico di questo territorio caratterizzato dal colore arancione/marrone delle terre. L’anfiteatro romano del Parco Archeologico di Grumentum, rappresenta l’aspetto culturale della valle immerso nell’ambiente verde circostante.

4 È elaborato da Simona Buglione e Nicola d’Intino.


Oltre alla grafica sono stati creati e diffusi dei prodotti editoriali dotati tutti di QR code (Quick Response Code), un codice a barre che, letto tramite cellulari o smartphone, permette all’utente di collegarsi direttamente al portale www.valdagriturismo.com, assicurando maggiore visibilità e traffico sul sito, attraverso la comunicazione integrata tra gli strumenti cartacei e quelli digitali, quali: borse di cotone, cartolina, segnalibro, manifesto, locandina, roll up, flyer, brochure.

media da 20 - 30 visitatori giornalieri con picchi di 70 - 80 nei week end, per una media mensile di circa 600 persone le quali visualizzano poco meno di 2000 pagine, la durata media di una visita è di circa 4 minuti. I visitatori del sito sono geograficamente localizzati a Salerno, Napoli, Roma, Milano, Potenza, Caserta, Bari, Taranto, Padova, Firenze, negli USA, in Svizzera, in Germania, in Francia, in Australia.

Il sito online da settembre 2011, è sottoposto ad un continuo aggiornamento e mediante azioni di link popularity è ai primi posti sui motori di ricerca più utilizzati digitando parole come vacanze Val d’Agri, week end in Val d’Agri, ecc. Il portale è citato nel piano di comunicazione del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano come uno dei siti istituzionali di riferimento per l’informazione turistica dell’area; è visitato in

Paesaggio invernale, Val d’Agri

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2. Il portale turistico istituzionale dell’Alta Val d’Agri Per completare la disamina del progetto riteniamo giusto presentare una veloce descrizione di quanto è possibile trovare sul portale turistico qui descritto. Come detto, www.valdagriturismo.com è un portale di valorizzazione turistica del territorio dell’Alta Val d’Agri, promuove le risorse e i servizi turistici mediante una strategia integrata di marketing territoriale, colma il vuoto informativo dominante in Val d’Agri proponendo percorsi tematici, itinerari GPS, idee di vacanza e un elenco aggiornato degli eventi del territorio, rendendo facilmente fruibile la destinazione; ha l’obiettivo di strutturare il sistema turistico territoriale fondandolo su processi partecipativi e sulla collaborazione fra enti pubblici, operatori privati e il settore dell’associazionismo e del no profit. La homepage ha in primo piano al centro della pagina un messaggio di benvenuto, le news e gli

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Centro storico con illuminazioni natalizie, Viggiano

eventi più recenti da promozionare, ed è costituita dal menu tematico che raggruppa le seguenti macroaree suddividendole in sezioni. La prima sezione è “Scegli Val d’Agri” ed è costituita da un menu tendina nel quale l’utente ha tre possibilità di scelta: la prima è “Scopri la Val d’Agri”, la seconda “Il territorio”, la terza “I Paesi”. Come si capisce dai titoli, questa parte, suddivisa in tre sottosezioni, ha lo scopo di presentare le caratteristiche peculiari del territorio della valle. La seconda sezione è “Vivi la Val d’Agri” ed è costituita da un menu tendina nel quale l’utente ha cinque possibilità di scelta: “Girovagando in valle”, “Andar per borghi”, “Fare sport in valle”, “I sapori dell’Agri”, “Manifestando”. Qui, vi è una breve presentazione delle risorse e dei possibili itinerari fruibili divisi per ambito tematico. La terza sezione è costituita da dodici “Percorsi tematici”: “Basilicata coast to coast e la Val


d’Agri d’Autore”, “Viaggio tra i geo - paesaggi della Val d’Agri”, “La Strada del Vino e dell’Olio”, “La Via dei Formaggi”, “Il Fagiolo di Sarconi”, “Gli Agriturismi”, “Tra Parco e Natura”, “Tra natura e sport”, “L’itinerario Archeologico”, “Il cammino delle arti”, “Energia da vivere” e “I Luoghi dello Spirito”. Per i tre percorsi dedicati all’enograstronomia è possibile anche leggere del materiale di approfondimento, scaricabile in formato pdf, relativo ai Consorzi, Produttori e Punti Vendita e alle fattorie didattiche. Il materiale di approfondimento è previsto anche per l’itinerario archeologico e per l’itinerario culturale sulle arti, qui è possibile scaricare sempre in formato pdf un documento relativo ai laboratori didattici realizzati dall’associazione Leukanoi di Grumento Nova. Infine anche per il percorso sull’energia è possibile scaricare dei documenti di approfondimento, questi sono la

sintesi della pubblicazione FEEM “enerAGRIa Il Parco tematico dell’Energia” e il documento “Energia in scena: immaginare, creare e divulgare la cultura dell’energia” sulle Learning Week settimane di studio sui temi energetici organizzate dalla Feem. Dunque, in questa sezione l’utente può leggere informazioni di vario tipo (storiche, culturali, pratiche, ecc.) in base al tematismo scelto (cineturismo, ecoturismo, turismo enogastronomico, ecc.). La quarta sezione propone tre “Itinerari GPS” scaricabili: uno sul tema della “Natura”, uno sulla “Cultura” e un terzo sul tema “Energia”. Il GPS (Global Positioning System) è un utile e strumento per i cicloturisti, il trekking ed attività di orienteering, il quale calcola e visualizza una serie di informazioni: la direzione di marcia attraverso apposita bussola, l’altitudine istantanea, la distanza

Foto di Concetta di Poto

Area rurale, Marsicovetere

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coperta dal punto di partenza, il tempo stimato di arrivo a destinazione, la velocità istantanea di spostamento, la distanza dal prossimo waypoint (un punto tappa dell’itinerario come una chiesa, un hotel od un agriturismo, ecc.). Questo strumento permette di orientarsi nell’escursione, in particolare nei sentieri più impervi e meno segnalati aumentandone la sicurezza, e di “personalizzare” le escursioni, individuando i sentieri più interessanti e pianificandone il percorso, le tappe, il tempo di svolgimento, percorrendolo in piena autonomia. Gli itinerari sono scaricabili nel formato GPX (the GPS eXchange Format), compatibile con il maggior numero di dispositivi e software di gestione dati, nel formato GDB (Garmin database) e nel formato KML di Google Earth. Per l’itinerario natura è proposto il percorso di trekking “Anello Piano Imperatore” di Marsicovetere questo consiste in un itinerario a piedi di 2,7 km alla scoperta del Volturino, uno dei più importanti rilievi della valle (1835 metri). È una camminata tra faggi secolari, castagni e cerri, tra singolari specie animali come la lontra, il lupo

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Viggiano

e il gatto selvatico. Per cinque - sei mesi l’anno le sue vette appaiono abbondantemente innevate e danno la possibilità al turista di praticare lo sci di fondo e lo sci alpino. Per l’itinerario cultura è proposto il percorso cicloturistico “Le strade della cultura”, questo è un itinerario di 51 km da percorrere in bici su strade poco trafficate alla scoperta di autentici borghi ricchi di storia e lontani dai frastuoni cittadini, ed un viaggio nell’antica città romana di Grumentum. Infine per l’itinerario energetico è proposto il percorso “Terra dell’Energia” il quale consiste in un itinerario in moto lungo lungo 89 km, che parte dalla centrale Enel di Tramutola, consentendo di conoscere tutte le risorse energetiche presenti della Valle. La quinta sezione è costituita dalla macroarea dell’ospitalità, qui troviamo il come arrivare (in auto, in treno, in autobus, in aereo, è possibile scaricare le linee e gli orari degli autobus regionale e interregionali che arrivano in loco), dove dormire (la geolocalizzazione delle strutture ricettive dell’Alta Val d’Agri visualizzabili attraverso Google


Maps), dove mangiare (la geolocalizzazione delle strutture ristorative dell’Alta Val d’Agri visualizzabili attraverso Google Maps). Infine la sesta sezione del menu riguarda info e contatti, qui ci sono i riferimenti delle Pro Loco aderenti al portale, gli indirizzi e i numeri telefonici degli uffici turistici informativi, gli indirizzi e i numeri di telefono dei musei presenti in valle, i contatti per trovare le guide turistiche (escursionistiche e ambientali) del luogo, i riferimenti delle agenzie di viaggio operanti sul territorio. Sempre in homepage, nella colonna di sinistra troviamo “In vacanza con noi”, anche questa parte è divisa in sotto sezioni tematiche nelle quali è possibile reperire informazioni e suggerimenti ovviamente in base al tema: “Vacanza attiva” relativa al tema dello sport, “Vacanza Famiglia” relativa alle necessità delle famiglie con bambini, e “Vacanza Accessibile” riguardante l’accessibilità per i portatori di handicap. Inoltre, in questa colonna di sinistra è possibile visionare: la Valle in video che rimanda al video di Linea Verde in Val d’Agri, e delle schede sintetiche

di presentazione dei singoli paesi partecipanti al progetto. In homepage, nella colonna di destra, è presente il collegamento al link www.meteo.it Basilicata, e una sezione media nella quale sono scaricabili articoli di rassegna stampa relativi alle tematiche e agli enti proposti dal portale, inoltre è possibile scaricare il formato pdf la brochure di presentazione “Val d’Agri la valle da scoprire”. Infine sono, ovviamente presenti i link di collegamento ai vari social network, nello specifico il collegamento alla pagina Facebook di Valdagriturismo, il link alla pagina Twitter, quello al canale Youtube e a Flickr. Come abbiamo detto, il sito è online da settembre 2011 e ha riscosso un discreto successo in termini di visualizzazioni da parte degli utenti, tanto che altri paesi della zona hanno richiesto di poter promuovere il loro territorio attraverso il portale, quindi questo si aprirà a nuovi comuni allargando la rete di condivisione. Si prevede inoltre la possibilità, con la collaborazione di tutti gli operatori turistici e del Consorzio Alta Val d’Agri, di rendere il portale

Lago di Pietra del Pertusillo

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promo - commerciale creando un’occasione in più, per tutte le strutture ricettive, per le agenzie di viaggio e per quanti lavorano nel settore turistico, di vendere i loro prodotti e servizi. La Fondazione Eni Enrico Mattei spera di

aver, con il proprio supporto scientifico a tale iniziativa, contribuito alla creazione di strumenti di promozione turistica in linea con i tempi, e così di conseguenza essere riuscita ad accrescere la visibilità della Valle.

Foto di Pasquale Dicillo

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Immagine coordinata

Box 17

L’azione di promozione del territorio di valdagriturismo.com è supportata anche dalla creazione dell’immagine coordinata del portale. Di seguito alcuni esempi.


Sotto: Fronte e retro della brochure A sinistra: Logo, colori e grafica; invito

valdagriturismo.it valdagriturismo.it

- www.texal.tk

- www.texal.tk

Progetto grafico -

Progetto grafico -

la la Valle Valle dada scoprire scoprire

Nell’angolo Nell’angolo nord nord ovest ovest della della Basilicata Basilicata c’è una c’è una vallevalle dall’atmosfera dall’atmosfera magica magica in cui in cui i colori i colori della della terra, terra, variopinti variopinti e suggestivi, e suggestivi, si impastano si impastano e siefondono si fondono per per creare creare il piacere il piacere di emozioni di emozioni senza senza tempo. tempo. E’ laE’ la Valle Valle dell’Agri, dell’Agri, un’ampia un’ampia e verdeggiante e verdeggiante pianura pianura attraversata attraversata dal dal fiume fiume AgriAgri , nel, nel cuore cuore del del giovane giovane Parco Parco Nazionale Nazionale dell’Appennino dell’Appennino Lucano Lucano Val Val d’Agri d’Agri Lagonegrese. Lagonegrese.Scenari Scenariincontaminati, incontaminati,natura natura rigogliosa, rigogliosa, calda calda accoglienza, accoglienza, antiche antiche tradizioni tradizioni e e prodotti prodotti genuini...questi genuini...questi gli gli ingredienti ingredienti di di unauna vacanza vacanza all'insegna all'insegna del del rispetto rispetto per per l'ambiente l'ambiente e del e del puro puro relax. relax. Scopri Scopri la Valle la Valle e glie itinerari gli itinerari di viaggio di viaggio www.valdagriturismo.it www.valdagriturismo.it visitando visitando il sito il sito The The Valley Valley to discover to discover In the In northwest the northwest partpart of Basilicata of Basilicata there’s there’s a valley a valley withwith a a magical magical atmosphere atmosphere where where the many the many different different charming charming colours colours of the of earth, the earth, thatthat mix mix and and come come together together to create to create the pleasure the pleasure of timeless of timeless emotions. emotions. It’s called It’s called the Agri the Agri Valley Valley (Val (Val d’Agri), d’Agri), a vast a vast and and verdant verdant plainplain crossed crossed by the by Agri the Agri river, river, in the in heart the heart of the of new the new National National ParkPark called called AppenniAppennino Lucano no Lucano Val d’Agri Val d’Agri Lagonegrese. Lagonegrese. Unspoilt Unspoilt scenery, scenery, lushlush vegetation, vegetation, warm warm hospitality, hospitality, traditions traditions and and genuine genuine locallocal products... products... these these are are the the ingrediants ingrediants of aofholiday a holiday which which emblems emblems respect respect for the for enviornment the enviornment and and purepure relaxation. relaxation. Discover Discover the the Valley Valley and and travel travel itineraries itineraries visiting visiting the the website website www.valdagriturismo.it www.valdagriturismo.it

L aL av avl al el l ed ad as csocporpi r e ire valdagriturismo.it valdagriturismo.it è il portale è il portale turistico turistico di una di una delledelle più più suggestive suggestive vallate vallate delladella Basilicata. Basilicata. Nasce Nasce dall’impegno dall’impegno delledelle Pro-loco Pro-loco dei dei Comuni Comuni di di Grumento Grumento Nova, Nova, Marsico Marsico Nuovo, Nuovo, Marsicovetere, Marsicovetere, Moliterno, Moliterno, Montemurro, Montemurro, Paterno, Paterno, Sarconi, Sarconi, Spinoso, Spinoso, Tramutola Tramutola e Viggiano. e Viggiano. OltreOltre a a promuovere promuovere le ricchezze le ricchezze naturalistiche, naturalistiche, storico-artistiche storico-artistiche ed enogastronomiche ed enogastronomiche dell’area, dell’area, il portale il portale offreoffre percorsi percorsi tematici, tematici, itinerari itinerari GPS,GPS, informazioni informazioni su su eventi eventi e e manifestazioni, manifestazioni, riferimenti riferimenti su strutture su strutture e servizi e servizi per per il il turista. turista. Il portale Il portale è sponsorizzato è sponsorizzato dal Comune dal Comune di Viggiano di Viggiano e dalla e dalla Fondazione Fondazione Eni Enrico Eni Enrico Mattei Mattei che che ne cura ne cura anche anche il il web web content content management. management. per info per >info www.valdagriturismo.it > www.valdagriturismo.it info@valdagriturismo.it info@valdagriturismo.it

Autori logo - Simona Buglione e Nicola D’Intino

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valdagriturismo.it valdagriturismo.it is the is tourist the tourist portal portal of one of one of the of most the most picturesque picturesque valleys valleys of Basilicata. of Basilicata. Brought Brought forward forward by aby a commitment commitment mademade by the by local the local tourist tourist offices offices of the of towns the towns of of Grumento Grumento Nova, Nova, Marsico Marsico Nuovo, Nuovo, Marsicovetere, Marsicovetere, Moliterno, Moliterno, Montemurro, Montemurro, Paterno, Paterno, Sarconi, Sarconi, Spinoso, Spinoso, Tramutola Tramutola and and Viggiano. Viggiano. In addition In addition to promoting to promoting the the natural natural richness, richness, historical, historical, artistic artistic and and food food and and winewine gourmets gourmets partsparts of the of the area,area, the the portal portal also also offers offers in-depth in-depth tours, tours, GPS GPS routes, routes, information information on events, on events, references references to facilities to facilities and and services services for for tourists.The tourists.The portal portal is sponsored is sponsored by the bytown the town of Viggiano of Viggiano and the and the Eni Enrico Eni Enrico Mattei Mattei Foundation, Foundation, who who also also takestakes care care of the ofcontent the content management. management.

Comune Comune di Viggiano di Viggiano

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Vivi l’energia della natura

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Tuffati nell’armonia dei paesaggi

Viaggia nell’arte della cultura

Immersa nel verde collinare, punteggiata da luoghi antichissimi nei colori mutevoli delle stagioni, la Val d’Agri offre al visitatore uno scenario paesaggistico e naturalistico di grande fascino e suggestione. Arroccati sugli aspri affioramenti rocciosi troviamo pittoreschi centri storici modellati da chiese, castelli, monasteri e palazzi, intervallati da boschi fiabeschi, cullati nell’oblio di corsi d’acqua.

Tra edifici rurali incastonati in una natura rigogliosa, centri storici dove il tempo sembra essere fermo da decenni, castelli e casali, aree archeologiche, vecchi mulini e antichi frantoi si manifesta fiera l’arte, la cultura e le tradizioni culinarie di questa incantevole Valle. Preziosissimi i prodotti della tavola, diversi dei quali a marchio IGP e DOC, pronti ad allietare i palati fini dei buongustai.

Live the energy of nature

Dive into the harmony of the landscape

Travel in the art of culture

Fresh air, nature, animals and plants of rare beauty mingle in the sun, wind and water, which play the leading roles of this magnificent land, revealing themselves to the traveler in the form of energy. An open-air Energy source Park that, through an educational tourist itinerary, shows the traveler many possible aptitudes of the word Energy.

Surrounded by green hills dotted with ancient sites in the colours of the changing seasons, the Val d’Agri offers visitors a scenic and natural setting of great charm and appeal. Perched upon the rugged rocky outcrops are picturesque old towns made up of churches, castles, monasteries and palaces spaced out between fairytale woodlands, lulled into the blissful waters.

Among rural buildings set in a lush setting, centre of towns, where time seems to have stopped for decade; castles, farm houses, archaeological sites, old mills and ancient oil mills show proudly their art, culture and traditional delights of this enchanting valley.Precious high quality food and drink, several of them IGP and DOC, are ready to delight the delicate palates of food connoisseurs.

Aria pura, natura incontaminata, animali e piante di rara bellezza si mescolano al sole, all'acqua e al vento, protagonisti indiscussi di questa magnifica terra, e si svelano al viaggiatore sotto forma di energia. Un “Parco Energetico all’aperto” che, attraverso un itinerario turistico-didattico, mostra al viaggiatore molte delle declinazioni possibili della parola Energia.

ww.valdagriturismo.it fo@valdagriturismo.it

www.valdagriturismo.it info@valdagriturismo.it

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Sotto: i gadjet, la shopper e il segnalibro

La valle da scoprire



Bibliografia e sitografia Di Carlo G., Internet Marketing, Etas, Milano, 2000 Il Sole 24 Ore “Il turismo 2.0 è già realtà” di Luca De Biase, 13 febbraio 2012 Gerosa M.- Milano R. (a cura di), Viaggi in rete. Dal nuovo marketing turistico ai viaggi nei mondi virtuali, Franco Angeli, Milano, 2011 Loguercio M., Le nuove vie del Marketing Digitale, Hops Libri, 2002 Morelli M., L’impresa in Rete, Franco Angeli, Milano, 1998 www.valdagriturismo.com


Mappa dei progetti - LINK

Il progetto

enerAGRIa

Grumentum diventa lo snodo principale per parlare di storia e energia e di storia dell’energia.

Il progetto Campus Archeologico Grumentum

L’Albergo Diffuso è uno dei servizi compresi nell’offerta del Campus. Il progetto provvederà a fornire gli alloggi necessari ad accogliere gli studenti in paese.

Molti dei percorsi tematici già presenti nel PNAL sono presentati all’interno del Portale.

Il progetto Albergo Diffuso

Così come già successo con la visita dei giapponesi a Tramutola, l’Albergo Diffuso può fornire gli alloggi necessari a piccoli gruppi di fruitori del Parco dell’Energia.

PNAL è un territorio ricco di energia. Oltre al turismo naturalistico si colloca quindi qui molto bene anche il turismo energetico

Il turista del PNAL può adoperare l’Albergo Diffuso come luogo dove alloggiare e completare la sua esperienza del territorio

Le potenzialità turistiche del PNAL

Carta Europea del Turismo Sostenibile

Il Portale è concepito come una prima azione verso la formazione dell’immagine turistica della Basilicata

La formazione dell’immagine turistica della Basilicata e il ruolo del cinema

La direttrice SS598 lambisce i 10 comuni del Portale. All’interno del Portale vi sono informazioni rispetto alle peculiarità del territorio interessato da Green Road

Il progetto valdagriturimo.com

Il percorso di Basilicata Coast to Coast e il percorso con le location di altri film girati in Basilicata sono pubblicate sul sito

Le opportunità del cineturismo in Basilicata

Il progetto Green Road Basilicata




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