il pellicano n.1 2007

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Gemellata con l’Associazione Leccese Galatone

Organo informativo dell’Associazione Donatori Volontari Sangue - Ravenna

ASSOCIAZIONI SENZA FINE DI LUCRO - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Ravenna

I donatori del tuo Ospedale

Il Pellicano N. 1 Anno 2007

A proposito di ipertensione

Le nostre iniziative

I donatori con la valigia

pag. 3

pag. 7

pag. 13


In questo numero vi proponiamo pag. 2

FIDAS Anche i donatori scendono in campo

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Il medico risponde A proposito di ipertensione

pag. 4

Approfondimenti

pag. 6

Donazione differita

pag. 7

Le nostre iniziative…

pag. 12 La pagina del donatore I nostri cuccioli, anniversari, poesie pag. 13 I donatori con la valigia… Vienna, Settimana bianca pag. 15 Dai donatori

FIDAS ANCHE I DONATORI SCENDONO IN CAMPO

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u mandato del consiglio direttivo nazionale Fidas sono stato incaricato di realizzare il progetto per la creazione di una squadra nazionale di calcio dei donatori di sangue Fidas. Tale progetto si inserisce nell’ottica di una sempre più estesa e qualificata attività di promozione della donazione del sangue a livello nazionale. L’iniziativa ha l’obiettivo di formare una squadra di calcio di almeno una quarantina di giocatori ultratrentenni esclusivamente donatori di sangue (in attività, anche passata), i quali hanno giocato o giocano nelle squadre di calcio delle maggiori serie professionistiche italiane (A e B) oppure che praticano o hanno praticato sport olimpici a livello nazionale e/o internazionale. Ciò consentirà di dare rilievo e notorietà alla squadra così formata. E in tal senso

va considerata la disponibilità data del telecronista Bruno Pizzul il quale collaborerà, come testimonial, nella realizzazione del progetto. Invito quindi i presidenti di tutte le Federate a raccogliere la disponibilità di propri soci donatori adatti a formare quella che diventerà la Nazionale dei Donatori di Sangue chiamata a promuovere il dono del sangue in tutta Italia. Le indicazioni raccolte, costituite dai dati anagrafici degli interessati e del ruolo che intendono coprire nella squadra, vanno inviate direttamente al sottoscritto all’indirizzo di posta elettronica advs.gorizia@libero.it entro il 15 aprile p.v. Ringraziando fin d’ora della disponibilità prestata si coglie l’occasione per inviare i più cordiali saluti. Il Vicepresidente FIDAS Egidio Bragagnolo

pag. 16 Le nostre convenzioni

Il Pellicano Direttore responsabile: Luigi Guerra Editore e proprietario: A.D.V.S.-Fidas Viale Randi, 5 - Ravenna Impaginazione e stampa: Full Print - Ravenna Via G. Pastore, 1 Tel. 0544-684401 Comitato di Redazione: Massimo Baldi, Federica Fusconi, Luigi Guerra, Barbara Saviotti, Nicoletta Valbruccioli, Gianluca Valmorri. Reg. Trib. Ravenna n. 879 del 29/07/1988 Tiratura del numero 9.200 copie Chiuso in tipografia il 10 marzo 2007

I vostri contributi Se volete contribuire alla stesura del nostro giornale siete pregati di inviare i vostri “contributi” (scritti o fotografici) a: ADVS-FIDAS Viale Randi 5 48100 Ravenna Oppure via e-mail a: • ravenna@fidas-emiliaromagna.it • info@advsravenna.it

in occasione della 46°Giornata del Donatore di Sangue FIDAS

MINITOUR IN PUGLIA DAL 28 APRILE AL 1 MAGGIO 2007 Quota partecipazione € 285,00 a persona Informazioni ed iscrizioni in segreteria

DOMENICA 27 MAGGIO

F es t a s o c i a l e Vi aspettiamo

Informazioni e prenotazioni in segreteria da inizio Maggio

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Il medico risponde a cura del dott. Daniele Vincenzi

A proposito di ipertensione

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ono 12 milioni gli Italiani che soffrono di pressione alta, ma altri 3-4 milioni sono malati senza saperlo. E, dopo i 60 anni, una persona su due è ipertesa. Le cause? Età avanzata, troppo sale nel menù, sovrappeso, obesità, cattive abitudini alimentari, sedentarietà e stress sono fra i fattori di rischio di una patologia che può essere all’origine di infarto, ictus, insufficienza renale e scompenso cardiocircolatorio, e quindi di 240mila morti per malattie cardiovascolari solo in Italia. Per cominciare, chiariamo i termini: la pressione che qui interessa è quella del sangue che scorre all’interno delle arterie, a sua volta determinata da molti fattori (volume del sangue, gittata del cuore, resistenza del vaso eccetera). L’unità di misura adottata sono i millimetri di mercurio (sigla mmHg). Le pressioni che si misurano sono due: sistolica o massima, che corrisponde al momento in cui il cuore si contrae e pompa il sangue nei vasi, e diastolica o minima, che corrisponde al momento in cui il cuore si dilata per riempirsi. Di conseguenza, la pressione arteriosa si definisce con due valori: sistolica e diastolica scritti nella forma 140/90 mmHg, che si legge “140 su 90”. Per la donazione la normativa vigente prevede la misurazione della pressione ed i valori della sistolica devono essere compresi fra 110 e 180 mmHg , mentre quelli della pressione diastolica fra 60 e 100 mmHg. Quando una persona può essere definita ipertesa? Il valore soglia, negli anni, non è cambiato: se i valori sono inferiori a 140/90 non si è ipertesi, se sono uguali o superiori, sì. Tuttavia nel tempo, con il crescere dei dati disponibili, si è arrivati a distinguere situazioni differenti e quindi, in base alle ultime linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità si parla di: • Pressione ottimale: massima inferiore a 120 mmHg, minima inferiore a 80 mmHg • Pressione normale: massima inferiore a 130 mmHg, minima infe-

riore a 85 mmHg • Pressione alta normale: massima da 130 a 139 mmHg, minima tra 85 e 89 mmHg • Ipertensione lieve: massima da 140 a 159 mmHg, minima tra 90 e 99 mmHg • Ipertensione moderata: massima da 160 a 179 mmHg, minima tra 100 e 109 mmHg • Ipertensione grave: massima uguale o superiore 180 mmHg, minima uguale o superiore a 110 mmHg. In realtà, all’inizio del 2003 si è assistito a una controversia tra il settimo rapporto del Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure e le linee guida europee sulla presunta nuova categoria della “preipertensione”. Il documento americano definisce preipertesi i pazienti che presentano valori pressori compresi tra 120/80 e 139/89 mmHg, collocando, quindi, i valori normali al di sotto della soglia 120/80. Questo significherebbe che ben 45 milioni di cittadini dell’Unione Europea andrebbero trattati, in quanto “è facile concludere che le persone così individuate svilupperebbero altrimenti l’ipertensione” ha dichiarato Aram Chobanian, capo del gruppo autore del documento. Le linee europee disapprovano l’introduzione di tale definizione e sottolineano che i soggetti cosiddetti preipertesi possono trarre benefici da eventuali trattamenti solo quando sono presenti altri fattori di alto rischio come, per esempio, diabete, familiarità o storia di ipertensione. Ma a voler interpretare diversamente le indicazioni americane, si potrebbe considerare la preipertensione come una condizione su cui intervenire in termini di cambiamento di stile di vita. Vale la pena di sottolineare la riaffermazione di alcuni capisaldi: ridurre il peso corporeo di 10 kg, per esempio, provocherebbe una riduzione della pressione sistolica di 5-20 mmHg, mentre 2-8 mmHg si perderebbero

con la riduzione del sodio dietetico a meno di 6 grammi di sale al dì. Che non fa mai male. Per concludere che una persona è ipertesa ci si deve basare su più misurazioni effettuate in diverse occasioni, perché la pressione arteriosa è uno di quei parametri fisiologici soggetti a variazioni anche rilevanti nel corso della giornata, così come per effetto di diversi fattori esterni e interni. Detto questo come va condotta la misurazione? Queste sono le buone regole secondo la letteratura internazionale: • Il paziente, prima di procedere, deve poter restare seduto qualche minuto in una stanza tranquilla • Il medico deve usare un bracciale adatto alle dimensioni del braccio • Se c’è il sospetto di qualche disturbo della circolazione periferica, la misurazione, la prima volta, va condotta su entrambe le braccia • Durante la misurazione, il bracciale deve trovarsi all’altezza del cuore, indipendentemente dalla posizione del paziente . Se è stata diagnosticata l’ipertensione, l’autocontrollo è importante, ma a patto di rispettare alcune regole. Meglio automisurarsi la pressione a casa propria, perché è comunque necessario osservare quel rilassamento di 5 minuti . Meglio scegliere un apparecchio automatico, perché quelli professionali richiedono una certa abilità e conoscenza se non altro per individuare quei suoni sulla cui scomparsa ci si basa per stabilire la pressione dia-

stolica. Gli apparecchi automatici mostrano sul display il valore della pressione e frequenza cardiaca. L’unico difetto di questi apparecchi è la tendenza a stararsi e per questo ogni sei mesi bisognerebbe riportarli dove li abbiamo acquistati per rimetterli a punto. Inoltre è il caso di ricordare che se si registrano valori di pressione normali, questo non significa che il paziente possa ridursi il dosaggio dei farmaci o, peggio, sospenderli a suo giudizio. Infatti la pressione è nella norma proprio grazie al farmaco: l’ipertensione è una condizione cronica che va curata per tutta la vita. Ai fini della donazione l’ipertensione non controindica la donazione di sangue a patto che sia ben controllata e rientri all’atto della donazione nei valori prestabiliti dalla normativa e non abbia determinato lesioni a carico di qualche organo . L’uso del farmaco e gli eventuali cambiamenti della terapia vanno comunicati al Medico in quanto alcuni farmaci usati nella terapia controindicano ad esempio la donazione di plasma, vale a dire gli ACE-inibitori .

DUBBI E DOMANDE SULLA DONAZIONE DI SANGUE “Con il prossimo numero, intendiamo istituire una rubrica di corrispondenza con il Dott. Daniele Vincenzi, medico di medicina trasfusionale e collaboratore del nostro periodico. Ciascuno potrà rivolgere al Dott. Vincenzi domande o esprimere pareri su questioni che riguardano argomenti medici attinenti alla donazione di sangue e/o di emocomponenti, l’organizzazione trasfusionale e così via. Può essere anche una occasione per esprimere il proprio gradimento o formulare giudizi critici e proporre miglioramenti del sistema. Attendiamo le vostre lettere, da inviare e-mail o da consegnare a mano alla nostra Segreteria”. info@advsravenna.it www.advsravenna.it

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Approfondimenti DROGA: PARLIAMONE UN PO’ Tratto da Optima salute

Quasi sempre i genitori sono portati a pensare che un problema serio come questo non sfiorerà mai i loro ragazzi. Che fare quando la sicurezza vacilla? I nuovi test “casalinghi” offrono uno strumento concreto per tutti coloro che arrivano a nutrire dubbi sui propri familiari

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rmai è diventata una vera urgenza nazionale. In Italia, come in moltissimi altri Paesi industrializzati, la droga è un grave problema, che coinvolge tutte le famiglie senza distinzione di età, sesso o estrazione sociale. Nella vita può capitare di trovarsi in difficoltà anche serie, di attraversare momenti in cui ci si può sentire fragili e indifesi a causa, per esempio, di lutti o di difficoltà a livello umano, oppure professionale (per esempio, un licenziamento). Ed è in questi momenti tragici che si cerca di aggrapparsi a qualunque cosa per venirne fuori, si è portati a cercare qualunque tipo di stimolo per stare meglio. Categoria a rischio Dicono gli esperti che la droga non è un problema solo adolescenziale ma indubbiamente gli adolescenti fanno parte

Lo spaccio di droga avviene non solo in discoteca, ma a scuola, nei pub, nelle feste private: in tutte le strutture più frequentate dai giovani, nessuna esclusa. Le tentazioni, quindi, sono tante e l’offerta sempre più allettante. Attenti ai “segnali” Ma come fa un genitore a capire se il proprio figlio si droga? Secondo uno studio pubblicato sulla rivista «Alcoholism: Clinical & Experi-mental Research», i genitori di adolescenti che fanno uso di droghe, alcolici o sigarette si rendono conto di questi comportamenti solo nella metà dei casi. Ecco, allora, l’importanza dei “segnali” che possono essere d’aiuto (vedi box). «Per capire se il proprio figlio fuma spinelli o beve alcolici», afferma Piergiorgio Zuccaro, direttore dell’Osservatorio fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore

della categoria più a rischio. Le statistiche affermano che il consumo di droga fra i giovani è la causa primaria di furti, suicidi, morte, gravidanze indesiderate, malattie veneree e abbandono degli studi. Molti genitori sono confusi, oscillano tra autoritarismo e lassismo e preferiscono pensare: «Tanto a mio figlio non succederà mai...». Forse... Ma, come le cronache tristemente ci ricordano quasi ogni giorno, la realtà è ben diversa. E le vittime preferite sono soprattutto i giovani che, da parte loro, sono ben consapevoli del pericolo droga: sanno che fa male. Perché la prendono allora? Le cause più comuni sono: la voglia di sperimentare una cosa nuova, l’influenza del gruppo, un sistema per combattere la noia e la depressione, il normale desiderio di trasgressione.

Notizie flash

Arriva il farmaco per i malati di gioco - Roma - sulle basi di una terapia illustrata al Tekes di Helsinki, Mille giocatori d’azzardo verranno trattati in dieci centri specializzati con un oppioide che si è dimostrato efficace sul 70% dei casi. Se tutto procede come previsto nel 2003 le case farmaceutiche commercializzeranno il prodotto. Vene ed arterie danneggiate dall’inquinamento - Toronto- Da uno studio esposto su Circulation, da una equipe dell’Università di Toronto si è appurato che l’inquinamento atmosferico danneggia direttamente i vasi sanguigni. 25 individui sani sono stati esposti per due ore a elevate concentrazioni di poveri sottili e di ozono, mostrando una restrizione dei vasi sanguigni tra il 2 e 4%, cosa non successa somministrando aria “pulita”. Troppo sale nuoce alla salute - Troppo sale provoca gravi danni allo stomaco e ipertensione. A ribadire l’allarme è stato un ricercatore francese Pierre Meneton dell’istituto nazione di sanità e ricerca medica. Il cloruro di sodio sarebbe responsabile di 75mila crisi cardiovascolari ogni anno. Il troppo sale inciderebbe anche sul peso corporeo in quanto sarebbero obesi ben il 54% dei forti consumatori contro il 36% del resto della popolazione. Le ricerche dimostrano che, nei paesi occidentali, si consumano fino a 12 grammi di sale a testa al giorno; da tre a quattro volte la dose necessaria. Sarebbe necessario limitare gli alimenti salati e sostituire il sodio con il potassio.

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di Sanità, «si devono valutare con attenzione i suoi comportamenti. Questo perché di solito l’uso non occasionale di queste sostanze è espressione di una situazione di disagio. Disagio che può essere evidenziato anche da altri segnali: il ragazzo si comporta male a scuola, non ha un buon profitto, torna a casa tardi la sera, si relaziona male con la famiglia. Solo in questi casi deve scattare un campanello d’allarme. I genitori, allora, devono cercare un dialogo aperto e avere una corretta informazione sui rischi associati all’uso di queste sostanze. E se ci si rende conto che la situazione è più seria di quanto si pensasse bisogna mettersi in contatto con esperti di disagio giovanile. In diversi casi, anche pochi colloqui riescono a rimuovere l’ostacolo».


Approfondimenti Lo scompenso cardiaco Se il muscolo cardiaco non pompa con forza il sangue si origina lo scompenso, una malattia grave che però si può prevenire e curare

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Tratto da Optima salute n 152

e ne parla poco, eppure è più letale dell’infarto e del cancro. Lo scompenso cardiaco (è una malattia grave, che origina quando il muscolo del cuore è indebolito e non riesce a pompare con sufficiente forza il sangue ) colpisce oltre 14 milioni di europei. Circa il 40% dei pazienti muore entro un anno dal primo ricovero e solo il 25% degli uomini e il 38% delle donne sopravvive oltre i cinque anni dalla diagnosi. Lo scompenso cardiaco è stato il tema della terza Settimana Europea organizzata a Milano da SHAPE (Gruppo di Studio Europeo sullo Scompenso Cardiaco) in collaborazione con SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) e con il patrocinio del Ministero della Salute. I ricoveri ospedalieri per scompenso cardiaco sono più che raddoppiati negli ultimi 20 anni e la qualità di vita dei malati è peggiore rispetto a quella di ogni altra malattia cronica. Ricoveri in aumento «In Italia sono circa 1 milione i malati di scompenso cardiaco, quasi il 2% della popolazione», ha spiegato Alessandro Boccanelli, membro italiano del Direttivo SHAPE e Direttore di Cardiologia dell’Ospedale San Giovanni di Roma. «Ogni giorno vengono ricoverate oltre 500 persone con questa malattia e almeno un terzo di queste muoiono entro 1 anno. «Eppure, nessuno ne parla: 1 italiano su 3 è convin-

to che si tratti di una normale conseguenza dell’invecchiamento e non, invece, di una malattia legata a una grave alterazione cardiaca». Il risultato è che oggi si contano circa 200 mila ricoveri all’anno per la malattia. «Lo scompenso», afferma Andrea di Lenarda, Coordinatore dell’Area Scompenso Cardiaco di ANMCO - Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri «è diventato oggi la seconda causa di ricovero ospedaliere dopo il parto». Le cause e i sintomi La patologia ha numerose cause: le più comuni sono la malattia coronarica, in particolarel’infarto, e l’ipertensione: il cuore si indebolisce e non riesce a pompare con sufficiente forza il sangue, che affluisce con difficoltà ai tessuti e agli organi, riducendo l’apporto di ossigeno e di nutrienti vitali. I malati sono, così, soggetti a facile affaticamento nello svolgimento delle comuni attività quotidiane e nei casi più gravi a difficoltà respiratorie, con edemi alle gambe e alle caviglie. La cura e la prevenzione della malattia oggi è possibile: esistono, infatti, farmaci e dispositivi medici efficaci, in grado di ridurre il tasso di mortalità legato allo scompenso cardiaco. www.scompensocardiacoeuropa.com

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Incidenti domestici

li incidenti domestici, non solo nel nostro Paese ma a livello sovranazionale, hanno assunto dimensioni più che allarmanti. I dati statistici disponibili mostrano che le persone che hanno dichiarato di essere state coinvolte nelle loro abitazioni in un incidente domestico sono annualmente ben al di sopra di tre milioni (la cifra complessiva è comunque superiore poiché una frazione degli infortunati dichiara di aver avuto più di un incidente nel corso dell’anno). Di detti incidenti più di settemila hanno avuto esito mortale. Come rileva l’Organizzazione Mondiale della Sanità, questa tipologia di eventi, che non risparmia nessuna fascia d’età, rappresenta nei Paesi sviluppati la prima causa di morte per i bambini, anche se il gruppo in assoluto più colpito è quello delle casalinghe. Svariate sono le cause di tali incidenti, che possono spesso interagire tra loro. Una parte di essi avviene a causa di distrazione, superficialità, scarsa conoscenza e/o inosservanza delle norme di sicurezza, la presenza in casa di apparecchi o sostanze chimiche pericolosi, ma anche, e forse soprattutto, a causa di un’inadeguata cultura della sicurezza e della prevenzione. I tipi di incidente che si verificano con maggior frequenza sono le cadute, gli urti, i tagli e le ustioni, mentre i luoghi dove maggiormente tali incidenti si verificano sono la cucina, il bagno, le scale ed altri ambienti ove è la particolare struttura costruttivo-architettonica (pavimento, spigoli ed altri parti fisse) all’origine dell’incidente. www.ministerosalute.it


Donazione differita

Sulla “donazione differita”e altro ancora

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Dopo la decisione della Regione Sicilia, che ha reso obbligata per legge regionale la pratica della “donazione differita” (nel caso di nuovi donatori, prima si eseguano gli esami clinici, analitici, strumentali che accertano l’idoneità alla donazione periodica e solo dopo il loro esito si esegua la prima donazione), si sta sviluppando un intenso dibattito su questo tema. Su questo giornale ho già espresso il mio parere nettamente contrario e ho difeso motivatamente la prassi attualmente seguita, che corrisponde ai disposti di legge (anche europei) e al modello organizzativo applicato in due terzi circa del territorio italiano. Ribadisco che NON ESISTONO EVIDENZE SCIENTIFICHE in favore della prassi del differimento, visto come strumento per ridurre il rischio trasfusionale infettivo, ma soltanto opinioni personali che, scientificamente parlando, non valgono un bel niente. Infatti, chi sostiene il metodo del differimento si limita a dichiararne l’utilità richiamando la propria “personale esperienza”: è il termine abitualmente impiegato proprio quando mancano argomenti dimostratisi validi per sostenere una tesi. Io, ad esempio, ho una personale esperienza di senso nettamente opposto, che, sempre scientificamente parlando, vale niente, proprio quanto le altre. E non c’è nessuno che dichiari di avere avviato una ricerca retrospettiva

e/o prospettica per confrontare i due metodi e DIMOSTRARE qualcosa, valutando anche i costi per il sistema. Questa volta, però, non intendo entrare ancora nel merito (l’ho già fatto e rinvio al numero precedente de Il Pellicano). Voglio invece allargare il discorso con considerazioni più generali, di carattere politico-sanitario, con riferimento a certi effetti della autonomia gestionale di cui dispongono le Regioni, in tema di organizzazione trasfusionale. Abbiamo già tre esempi di cui dolerci, almeno secondo il mio modo di vedere. Primo esempio. L’uguaglianza delle “tariffe di rimborso dei costi di produzione” per gli scambi fra Regioni di prodotti trasfusionali rappresenta certamente, per noi donatori, un “valore”. La determinazione di queste tariffe non è più affidata al Governo centrale, ma ai singoli Governi regionali, i quali, naturalmente, riconoscendo l’esigenza di uniformità nei comportamenti, trattano la questione nella Conferenza Stato-Regioni. Qualche tempo fa, in quella sede, le Regioni hanno concordato i necessari aggiornamenti (che comprendevano anche i rimborsi alle Associazioni dei donatori), poi, tornati a casa, diversi Assessori hanno ritenuto di applicare i propri correttivi, in barba agli accordi. Fortunatamente, le tariffe di scambio tra Regioni sono rimaste le stesse in tutto il territorio nazionale. Non, però, quelle di rimborso alle

Associazioni di volontariato. Un pessimo segnale. Secondo esempio. La Regione Lazio, con legge regionale, stabilisce che il sangue da trasfondere nel proprio territorio deve essere preventivamente controllato per l’AIDS e l’epatite da virus B, oltre che con i metodi usuali, anche con metodo di biologia molecolare. Non entro nel merito scientifico della scelta (la sua utilità, per confronto con i suoi alti costi), che meriterebbe una discussione a parte. Sottolineo, invece, il vero e proprio dissesto organizzativo che ha provocato questa legge. Infatti, la Regione Lazio, allora e tuttora carente di sangue, doveva ricorrere ad approvvigionamenti da altre Regioni che questi test non eseguivano (la legge prescriveva unicamente il test di biologia molecolare per l’epatite C). Rimediare al danno ha richiesto un paio di mesi e molti rischi per i malati laziali. In quel periodo, mi sono tolto il gusto di verificare i comportamenti seguiti nelle diverse Regioni, circa i test di biologia molecolare implementati (anche quello per l’AIDS? anche quello per l’epatite B?). Su una carta geografica d’Italia, mi proponevo di colorare ogni Regione con un colore diverso, a seconda dei test implementati. Credevo ne bastassero tre, invece ho usato quasi tutta la scatola. C’erano Regioni colorate addirittura con tre colori diversi. A prescindere dalla dimensione del rischio infettivo (per la verità, assai piccola,

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comunque si operasse), l’Italia dell’Arlecchino dimostrava nei fatti un trattamento diverso per malati che certamente erano titolari di uguali diritti. Il terzo esempio è appunto quello siciliano della donazione differita, per la prima volta disposta per legge in una regione. Mentre a gran voce tutti giustamente declamano l’esigenza di “unità” del sistema trasfusionale del Paese, la sua articolazione in “rete” nazionale, addirittura la sua dimensione strategica di respiro europeo, sembra proprio che, nei fatti, si proceda con il “fai da te”. Perché? Non credo che si tratti soltanto della “sindrome del primo della classe” che talvolta affligge certi amministratori. Le ragioni credo siano altre, ma non intendo rischiare querele dichiarando i motivi che immagino dietro queste scelte. Resta il fatto che proprio la dimensione strategica del sistema si dimostra a rischio. A mio modo di vedere, le Associazioni di volontariato del sangue non possono assistere inerti, di fronte a questi segnali di dissesto del sistema. Se altri non lo fanno, dobbiamo saper pretendere che il sistema si muova all’unisono, decidendo i suoi aggiornamenti tecnico-organizzativi in modo omogeneo in tutto il territorio nazionale, con gli stessi tempi di attivazione e dopo aver valutato scientificamente i benefici attesi e i costi emergenti. Franco Bencivelli


Le nostre iniziative…

Noi c’eravamo…

Carissimi “Soci collaboratori”, alla conclusione di un anno di lavoro, sento il dovere (ma anche il piacere) di rivolgervi un caloroso ringraziamento. Se potessi, lo farei stringendo la mano a ciascuno di voi. Penso alle tante iniziative di successo che hanno connotato il 2006 e, soprattutto, a quelle del periodo natalizio. Non nascondo che, verso metà ottobre, quando il Comune di Ravenna ci ha proposto di organizzare anche la festa di fine anno in piazza del Popolo, mi sono tremati i polsi. Eravamo già molto avanti con i tempi e molte cose potevano compromettere l’esito dell’iniziativa: era la prima di questo genere in città, per cui non si conosceva quanto poteva essere gradita; poteva risultare economicamente incompatibile con le nostre possibilità, nonostante il significativo contributo della Amministrazione comunale; mancava la certezza di disporre di una orchestra adatta alla circostanza; avremmo potuto avere cattivo tempo e avrebbe potuto esserci un qualche incidente (a fine anno tutti sono un pò pazzi). Insomma, potevamo andare incontro a un vero e proprio “flop”, del quale avremmo portato quasi tutta la responsabilità e danneggiato l’immagine faticosamente costruita con le altre iniziative già in programma per quel periodo. Ma neppure per un minuto ho dubitato della vostra disponibilità, del vostro impegno, della vostra capacità di rispondere con entusiasmo anche a questa chiamata. Così è stato e, in più, nessuno dei miei timori ha trovato conferma. Tutto si è svolto nel migliore dei modi, accrescendo la visibilità della nostra Associazione e il suo prestigio presso i cittadini e le istituzioni. Per di più, senza danneggiare la nostra “cassa”. Se il gran numero dei nostri donatori rappresenta il “patrimonio” della FIDAS-ADVS di Ravenna e il sangue donato il suo “valore”, voi rappresentate la sua “forza”. Perdiamo ogni anno centinaia di donatori per i più diversi motivi. E’ naturale che sia così. Il nostro compito è quello di sostituirli con nuovi donatori, magari addirittura superando il numero delle perdite. Questo si può ottenere soltanto attraverso una continua presenza di testimonianza. La testimonianza che voi offrite e la presenza che consentite alla Associazione di avere in città. Dunque, ancora grazie non soltanto a nome del Consiglio direttivo e mio personale, ma della intera collettività cittadina. Il Presidente Franco Bencivelli

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Le nostre iniziative‌

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Le nostre iniziative‌

Prossimamente Sfilata Teodora 2 giugno Happy Hour Motosalsiccia Torneo di racchettoni 11


La pagina del donatore

I nostri cuccioli Martina Mirandola

Mattia Cingoli

Anniversari

Renata Plazzi e Romano Bria

Non cadere mai fingi di ridere ma il tuo cuore piange vorresti andare ma il presente punge, sai che oltre la strada c’è qualcosa, la consideri la più bella rosa, semini amore, ma dentro di te c’è solo dolore. Non cadere mai, è duro risalire e tu lo sai, rialzarsi per poi stringersi, un altro dolore non potresti sopportarlo, un altro amore non potresti colmarlo in fondo al tuo cuore c’è posto per poco amore, uno spazio senza luce, dove non mettere mai una croce. TRITTO NICOLA

Poesie Oggi, ieri Un pensiero nella mente un pensiero nel cuore Mamma, cosa posso fare per te? Mamma, mamma vorrei poterti restituire quanto ho avuto, l’amore che mi hai dato, tutto ciò che mi hai insegnato. Oggi è il mio mondo, oggi è la mia vita, la vita che tu mi hai dato, i valori che mi hai formato. Quando stanca e sudata, la fronte corrugata dalla fatica non ci facevi mai mancare il tuo sguardo, quando alla debole luce di una lampada, davanti alla misera cena, riempivi prima i nostri piatti, poi ti sedevi e ci guardavi tutti, infine ti servivi ciò che noi non volevamo.

50 anni di matrimonio

Mare d’inverno Ripubblichiamo la poesia corretta scusandoci con l’autore In questa spiaggia assonnata e deserta le onde urlando schiaffeggiano gli scogli le barche riposano sdraiate sui fianchi gli uccelli riempiono il vuoto fra le nuvole i manifesti sono sbiaditi. Scrivo il tuo nome sulla sabbia ma subito dopo l’onda cancella quei dolci ricordi. GABRIELE COCCHI

Il primo pensiero della giornata, l’ultimo prima di coricarti eravamo noi, noi ed i nostri “bisogni”, coi vestiti da aggiustare e le scarpe da riciclare. Nelle notti burrascose, silenziosa e vigile ti aggiravi, leggera e prodiga a rimboccare coperte. In quei gesti così umili e semplici tutto l’amore del mondo. In quelle mani indurite dal lavoro, tutto l’oro della vita, tutta la saggezza dei sacrifici, tutto il dare che solo una mamma può donare. MILVA MONTANARI

Cervino Maestoso e imponente, vestito di bianco sei quasi sempre. Non sei solo Non dormi mai, ascolti il canto dei tuoi ghiacciai.

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Hai il naso sempre in su, verso quel cielo azzurro blu. Cullato e amato, come un bambino. Maestoso e imponente sei tu cervino TONELLI BOVINI MIRCA


I donatori con la valigia

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Gita a Vienna

uando si parte per Vienna, ai primi di dicembre, quello che sicuramente ci si aspetta è una città nordica coperta di neve e di luci. Beh le luci c’erano e... che luci! In centro la temperatura si è aggirata sui 10 – 11 gradi di giorno, poco meno di sera. Siamo partiti in tanti distribuiti in 2 pullman. Passati in Austria il paesaggio è cambiato, le aspre montagne del Tarvisio si aprono in vallate più ampie e più dolci sul versante austriaco. Il primo autogrill sembra una baita di montagna, e sprigiona profumi tipicamente tedeschi. Qualcuno si fa tentare dal panino con lo speck. Arrivati a Klagenfurt, la temperatura è più rigida e si sente il venticello del nord non più riparato dalle Alpi. La città è molto carina ha un nucleo centrale tipicamente altoatesino, chiese con cupole a cipolla e slanciato pinnacolo, palazzi dai colori tenui, rosa, verde, giallo, ricchi di finestre, tetti spioventi e tanto ordine. Il primo mercatino lo incontriamo lì e ci scappano anche i primi acquisti natalizi e il primo vin brulè. Quindi via alla volta di Vienna. Per lavori in corso lasciamo l’autostrada e ci inerpichiamo per una stradina di montagna tutte curve e visioni suggestive ,con piccoli agglomerati di villette rifinite in legno, balconi decorati d’abeti e luci. Poi la pianura e finalmente Vienna. Il nostro Hotel è nuovissimo, inaugurato da pochi mesi;ha camera sobrie, pulite, funzionali, con grandi finestre che guardano il Prater e, per molti, la

vista della RIESENRAD (la ruota “più famosa del modo” copiata da molti, compresa la nostrana Mirabilandia) che spicca nella notte coperta da piccole luci. Chi vuole, dopo cena, si può avventurare nei dintorni. Ad un passo c’è il casinò... Una bella doccia e un sonno ristoratore per prepararsi ad affrontare la seconda giornata. Un pallido sole illumina la città. Dopo colazione incontriamo la guida, che ci fa entrare nel vivo di Vienna. Prima la zona moderna oltre il Danubio con palazzi strani e sbilenchi, frutto della fantasia dei più disparati

non in squadro ma ondeggianti, gli specchi dei bagni storti e diversi, dove persino le colonne portanti sono opere d’arte ceramiche coloratissime. Dopo pranzo passeggiamo a piedi fino al Duomo di S. Stefano, trionfo del gotico su una base romanica, ma con un tocco di barocco. Il tetto,grazie alle sue tegole smaltate ,sembra un caleidoscopio mosso dalla grande guglia svettante sui tetti della città. E via, perché ci aspetta l’HOFBURG (palazzo imperiale invernale) col museo dei tesori

architetti e poi la parte antica, quella rimasta o risorta dopo la seconda guerra mondiale. Qui si esaltano la regalità, maestosità, la ricchezza di questa città imperiale. Ci sfilano davanti il Parlamento, il RATHAUS (municipio), la chiesa votiva ecc... fino al Belvedere superiore ricco di acqua e di verde. E che dire di quella casa pazza (HUNDERTWASSER) con pareti che ricordano la tavolozza di un pittore, le finestre tutte disuguali da cui sbucano alberi e piante improbabili, i pavimenti

(SCHATZKAMMER) e la celeberrima corona del Sacro Romano Impero, punta di diamante della collezione. Forse mi sbaglio, ma non ho avuto l’impressione che Vienna sia una città caotica. Davanti ai molti monumenti le lunghe file di carrozzelle trainate da cavalli, i cocchieri (uomini e donne!) coi cappelli a cilindro e la mantella mi hanno riportato indietro ad altri tempi, a una calma ancestrale . Mi è sembrata una città a misura d’uomo (e di donna). L’ultima passeggiata serale per

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le vie del centro, piene di luci e vetrine sfavillanti, mi ricorda Milano, ma basta svoltare in una traversa per essere quasi in silenzio, in pace. La piazza GRABEN vicina a S. Stefano è un trionfo di luci, le luminarie sembrano grandi lampadari tendati e la suggestione ti fa sentire in un salone delle feste a cielo aperto. Magnifica. Ma non è finita! Stasera si cena in collina, si brinda col vino delle HEURINGER e si balla (o si ascolta) al suono del violino e della fisarmonica. E domani?... Domani è un’ altro giorno... Ci aspetta il castello si SCHONBRUNN (residenza imperiale estiva), con le sue splendide stanze ancora arredate e la sala delle feste, dei balli; un incanto di stucchi, di ori, un tempo illuminato solo da candele, che, una volta consumate, decretavano la fine della festa. La grande Maria Teresa d’Austria, Francesco Giuseppe con la bellissima e leggendaria Sissi, sua moglie, spesso hanno soggiornato qui. Per me è un’emozione forte calpestare le loro orme, vorrei poter visitare questi ambienti da sola, per soffermarmi ad ammirare ogni traccia, ogni particolare, mobile, oggetto, per cogliere l’essenza del luogo. I giardini sono parimenti degni del palazzo, si alternano fontane, boschetti, prati, che si arrampicano sulla collina verso la GLORIETTE. In questo paradiso è facile incontrare gli scoiattoli, scendono dagli alberi, si avvicinano poco timorosi e ci lasciano


I donatori con la valigia sempre stupiti. Il pranzo è previsto in una vecchia osteria, fascinosa a suo modo, sotto volte a botte, sembra, di nuovo, di fare un passo indietro nel tempo. Pomeriggio a disposizione. Alcuni di noi tornano al Belvedere per ammirare il museo, dove KLIMT e SCHIELE la fanno da padroni e il famoso “ Bacio “ cattura l’attenzione di tutti i visitatori , e si resta,in religioso silenzio, a guardare calamitati quest’opera straordinaria. Altri si dedicano allo shopping, chi fa spese più o meno pazze, chi va a gustare la famosa torta Sacher nell’omonima pastic-

ceria . E’ ormai buio sono le 5 del pomeriggio,ci ritroviamo davanti all’ALBERTINA, un ultimo sguardo al maestoso Teatro dell’Opera e via al mercatino del Rathaus, che a quest’ora brilla nel buio della notte, tra alberi carichi di lampioncini o palle rosse , da lontano sembra un mondo fatato. Il brule’ caldo ci invita a sorseggiarne una tazza e le bancarelle di statuine , palle di natale, candele, essenze consumano un po’ dei nostri euro. Le finestrelle del Municipio, come un calendario dell’evento, si aprono piano, una per ogni giorno indicandoci che è già il 5 dicembre.

Tornando in albergo non posso non ammirare il grande albero di natale dipinto con le luci sulle pareti di un palazzo e il grattacielo che come un faro cangiante nella notte si accende di blu, di rosa augurando poi il Buon Natale. L’indomani ci avviamo verso l’Italia, c’è ancora una breve sosta sul lago di VELDEN e alla città degli angeli sulle sue sponde. Per concludere in dolcezza , questo è l’anno di Mozart, chi di voi è tornato senza le sue “ palle “ ? scherzi a parte, questi cioccolatini sono una vera delizia. Un ringraziamento particolare va a Sarah ,che e stata un’otti-

ma e simpatica accompagnatrice, a Dante che ha “ guidato “ il secondo pullman, a Ivano cameraman e regista del filmato , a Vittorio “L’AUSTRIOLOGO” ( passatemi il “conio“) del gruppo e a tutti, ma proprio a tutti i partecipanti. Naturalmente non sono mancate le torte dolci e salate, i biscotti, le crostate delle nostre brave pasticcere , che viziano e ingrassano tutti i passeggeri con le loro squisitezze. E CHI NON MANGIA CON NOI............. Complimenti e grazie a tutte ! Maura Baioni

… a Falcade

Chi pensava che la prospettiva di trovare poca neve potesse dissuaderci dal partire, si sbagliava di grosso, perché a dispetto delle previsioni poco incoraggianti, anche quest’anno gli amanti della settimana bianca del Club I Donatori con la valigia sono partiti per una destinazione non tanto lontano ma non così scontata per numero e qualità di piste. Falcade ci ha accolto sabato 20 gennaio con uno splendido sole ed un poco invitante paesaggio brullo per il tipo di vacanza che volevamo, ma non ci ha deluso, perché anche se è doveroso riconoscere che sulle piste c’era neve a sufficienza per sciare, domenica sera ci è venuta in soccorso una “splendida” perturbazione che ci ha tenuto compagnia per tutta la settimana a fasi alterne, garantendoci una vera settimana coi fiocchi. La cosa splendida è che c’è un buon dislivello tra il paese e le piste così ci siamo ritrovati anche a godere di un bel sole in altitudine mentre dalle finestre dell’albergo non si vedeva altro che bianco e fiocchi di neve. Chi di noi ha sciato ha potuto godere di un buon carosello di

piste del comprensorio Tre Valli per un centinaio di chilometri di piste, cavandosi per fine settimana quasi completamente la voglia di sciare. I “passeggiatori” invece hanno colonizzato quasi tutti i rifugi in quota e qualche ristorante dei paesi limitrofi arrivando fino al mercato settimanale di Agordo e alle vetrine di Alleghe. Il trattamento della mezza pensione ci ha dato modo di assaggiare le specialità locali nei rifugi sulle piste e per fortuna è durata una sola settimana perché il trattamento che ci ha riservato lo chef dell’albergo avrebbe potuto causare seri danni alla nostra linea. Le serate, poi sono passate velocemente tra una tombola ed una partita a carte, completando delle vere e proprie giornate di vacanza. Purtroppo o per fortuna è giunto anche sabato 27 gennaio, dove, proprio per godersi la settimana fino all’ultimo, la partenza è stata ritardata al primo pomeriggio dando permettendo un’ultima discesa ai “fanatici” e un po’ di tempo ulteriore per lo shopping di specialità gastronomiche fresche. Questa a grandi linee è stata la nostra vacanza e non mi dilungo ulteriormente perché chi è curioso avrà l’opportunità di sperimentare di persona il prossimo anno. Anzi, colgo l’occasione per dire che chiunque avesse delle proposte per la prossima stagione sciistica può scriverci all’indirizzo di posta “donatori_con_valigia@alice.it”.

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Dai donatori

Goldoni a Bagnacavallo I l 26 febbraio 1707 nasceva a Venezia Carlo Goldoni, colui che diverrà il maggior esponente della riforma del teatro italiano del ‘700, tanto da meritarsi l’appellativo di “Molière italiano”. Ma forse non tutti sanno che, in gioventù, Carlo soggiornò, seppur per un breve periodo, nella cittadina romagnola di Bagnacavallo. Questa località incominciò a farsi strada fra i componenti della famiglia Goldoni quando, verso il 1729, fu proposto al dottor Giulio Goldoni, padre di Carlo, di stabilirvisi per esercitarvi la professione di medico condotto. Bagnacavallo era già allora un grosso paese, con un centro urbano di circa tremila abitanti, famoso per le sue antichità, per la fertilità dei suoi campi e per gli uomini illustri, specialmente guerrieri, cui aveva dato i natali. Così il dottor Goldoni dopo nove anni di permanenza a Chioggia, accettò di buon grado l’offerta di andare a stabilirsi a Bagnacavallo ”in qualità di medico con onorario fisso”; dopo qualche tempo però chiese al resto della sua famiglia di seguirlo lieto di potergli offrire “uno stato comodo e decoroso”. Dapprima lo raggiunse la moglie, poi ai primi di ottobre del 1730

anche il figlio, ventitreenne, Carlo. Egli abitava con i genitori in una modesta casetta a due piani, in via San Girolamo (ora via Garzoni) ed i suoi primi interessi furono rivolti al patrimonio culturale della cittadina che, oltre al Teatro della Comunità, ospitava pure un circolo letterario: l’Accademia dei Cillaridi, il cui presidente era il conte Leonardo Papini. Carlo vi fu accolto a braccia aperte ed ebbe, più volte, occasione di cimentarsi nelle gare poetiche che l’Accademia periodicamente organizzava. Presentato dal padre negli ambienti “bene” del paese, il giovane ebbe modo di primeggiare nelle scelte conversazioni che, settimanalmente, si tenevano presso le famiglie più nobili; così col suo talento unito alla gentile parlata veneta, riuscì ben presto a conquistarsi le simpatie degli ospiti e le grazie delle giovani dame bagnacavallesi. Ricordando quel periodo il grande commediografo scriverà nelle sue Memorie: “Restai colà qualche mese non in altro occupato a divertirmi”. Purtroppo i divertimenti finirono bruscamente quando una sventura si abbatté repentina sulla famiglia Goldoni. Dopo una gita, che padre e figlio

fecero a Faenza, il dottor Giulio si ammalò e la febbre dopo pochi giorni diventò infettiva, al punto che, nel giro di due settimane, lo portò alla morte. Era il 29 marzo 1731 ed il compianto medico, appena cinquantenne, fu sepolto all’interno della chiesa di San Girolamo, quasi adiacente alla residenza dei Goldoni. Il giovane Carlo, che aveva amorevolmente assistito il padre nella sua malattia, rimase ancora qualche tempo nella cittadina romagnola poi, con la madre ed il fratello Giampaolo, partì per Venezia congedandosi per sempre da Bagnacavallo. Laureatosi in legge all’Università di Padova ritornò a Venezia dove abbozzò i suoi primi lavori teatrali, svolgendo contemporaneamente attività forensi e di rappresentanza per la Repubblica Veneta. Nel 1748 abbandonò la sua professione legale per dedicarsi completamente al teatro; a quel periodo risalgono le sue commedie più famose fra cui: La bottega del caffè, Il bugiardo, La locandiera e La serva amorosa. Nella sua lunga carriera Goldoni scrisse ben 150 opere, promuovendo con esse una riforma decisiva tesa a riportare sulla scena personaggi, ambienti

e fatti, tratti direttamente dalla realtà e non più affidati all’estro della vecchia Commedia dell’Arte. Carlo Goldoni, ultra ottantenne, si spense a Parigi il 16 febbraio 1793, quasi dimenticato e senza grandi mezzi economici. Ancora oggi, però, dopo quasi tre secoli, molte delle sue opere teatrali continuano a venire rappresentate in tutto il mondo, riscuotendo un grande successo di pubblico. Nel 1907, per ricordare i duecento anni della nascita di Carlo Goldoni, l’Amministrazione Comunale di Bagnacavallo gli ha titolato il nuovo Teatro Comunale, mentre sulla casa, posta al civico 10 di via Garzoni, una targa ricorda il luogo ove visse e morì il dottor Giulio Goldoni. Sauro Ravaioli

Pedalare fa bene alla salute

Questa è stata la provocazione che ha dato inizio due anni fa, alla collaborazione come, Gruppo AmicInBici..per Ravenna – FIAB, con la ADVS. Da allora abbiamo pedalato insieme in diverse occasioni, “ Telethon, Bici in Spiaggia, Un Fiore per non dimenticare, Sciame di Biciclette, Festa del 25 Aprile, e tante altre. Da allora ne sono passati di chilometri sotto i nostri copertoni, ed è cresciuta, la partecipazione alle nostre iniziative. Questo ci ha così spronato a credere che questo nostro rapporto di amicizia e collaborazione, abbia possibilità di crescere e abbiamo chiesto disponibilità e spazi al nostro giornalino, per aprire una piccola rubrica, che copiando l’idea, a gite molto più collaudate all’interno della nostra associazione, si vorrebbe chiamare: “ I ciclèstà cun la valisa.”. Forse il romagnolo lascia un po’ a desiderare e mancherà di qualche accento o di parola un po’ “maccheronata”, ma la voglia di partire e di pedalare è tanta.

Già domenica 25 febbraio, ci siamo sgranchite le gambe, in occasione del blocco delle auto, con la pedalata,“ Buon Compleano Kyoto”, da Piazza del Popolo al molo di Marina di Ravenna e ritorno. Domenica 4 marzo, andremo a Padova.. Domenica 25 marzo, in occasione dell’inaugurazione della ciclabile che collegherà Ravenna al parco I Maggio, organizziamo la 2° edizione di “Sciame di Biciclette” e raggiungeremo il parco I Maggio per “approfittare” degli stand gastronomici della sagra del tartufo. Domenica 22 aprile andremo a Marmirolo ( Mantova ). Le nostre pedalate, vengono studiate appositamente per essere affrontate anche dai ciclisti meno esperti e preparati, nella filosofia della nostra associazione, cioè quella di promuovere l’uso della bici. IN BICI PERCHE’.. viaggiare in bicicletta, con ritmi lenti e seguendo facili percorsi che, in prevalenza non superano i 50 / 60

km, al giorno,significa rifiutare il turismo frettoloso, e spesso superficiale degli spostamenti in pulman o in auto. Significa ricercare una dimensione più vera, più vicina alla natura, sentire l’aria sul viso, percepire direttamente gli odori, i suoni, scambiare da vicino sguardi con la gente. Significa rallentare il tempo, rallentare lo spazio da esplorare, quindi vedere meglio, le cose che ci circondano, guadagnarsele con un po’ di sudore, suscitando a volte lo stupore ed il sorriso, da parte della gente che si incontra, che riconoscono nella bicicletta, un mezzo di trasporto familiare e non invadente, e per questo e per la fatica che si fa, si è dovunque ben accetti. Esplorare il proprio territorio, in bicicletta, vuol dire riscoprirlo, e ritrovare cose che si credeva di conoscere ma non si erano mai viste ed apprezzate. Chi prova queste sensazioni, non ne può più fare a meno. PER CHI.... Per tutti coloro che quando vanno in bici, non hanno sempre l’occhio fisso

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sul tachimetro o sul cardiofrequenzimetro, o sul contachilometri, ma tengono il viso e lo sguardo alto e guardano il paesaggio che attraversano. Se si trova una salita troppo dura.. può essere anche il “Ponte Nuovo “ , non ci si deve vergognare di scendere dal sellino e farsela a piedi. Noi vi aspetteremo e vi aiuteremo. Se dopo aver letto queste poche righe , pensate che “ e ciclista” da noi descritto vi assomiglia, non vi resta che contattarci telefonicamente, o inviandoci la vostra e.mail. Di norma ci troviamo tutti i martedì dalle 16 alle 18,30, presso la Casa del Volontariato, e una volta al mese, organizziamo serate, dove proiettiamo le diapositive dei nostri viaggi in bici, programmando e parlando delle gite in bici che faremo. Comunque il programma è sicuramente vasto e alla portata di tutte ..le gambe”. A Prest! Claudio . cell. 335 5955930 Andrea cell. 328 1516201 e.mail. a.navacchia@ausl.ra.it


5 per mille Come per l’anno 2006, la Legge finanziaria per il 2007 (Legge 27 dicembre 2006, n. 296) ha previsto l’opportunità per il contribuente di sostenere la ricerca e il volontariato destinando il 5 per mille dell’IRPEF dovuto all’erario similmente a quanto già previsto per l’8 per mille. Destinare il 5 per mille è facile: sul mod. CUD 2007 e sui modelli per la dichiarazione dei redditi (730 e Unico) è stata predisposta una sezione dove il contribuente, dopo aver indicato i propri dati anagrafici, dovrà firmare nello spazio relativo (Sostegno del volontariato, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni) e indicare il Codice Fiscale della FIDAS-ADVS 80004220390

Abbigliamento Sailing.it Via Rispondo, 26/a 48023 Marina di Ravenna Tel. 0544-538870 www.sailing.it info@sailing.it Assicurazioni La Piemontese Agente Vistoli Gian Paolo V.le Galileo Galilei, 69 48100 Ravenna tel. 0544-270600 Calzature Centro Sanagens Via Gordini, 29 - Ravenna Tel. 0544-32384 Cinema e Divertimento CinemaCity Via Secondo Bini, 7- Ravenna Ingresso euro 5 lunedì - mercoledì e giovedì (non festivi) Multisala Astoria Via Trieste, 233 48100 Ravenna tel. 0544-421026 Ingresso euro 5 compresi festivi ai nostri associati Mirabilandia S.S 16 Adriatica km 162 Savio di Ravenna Tariffe speciali per l’ingresso al parco i biglietti sono in vendita in segreteria Acquaparco Awai-Awai Viale Orazio 40- Lido Adriano

La segreteria è aperta da lunedì a sabato dalle 7,30 alle 13,30, domenica dalle 8,30 alle 10,00. Per le donazioni di sangue tutti i giorni dalle 8,00 alle 10,30. Per informazioni telefonare al numero 0544-403462 oppure www.advsravenna.it e-mail: info@advsravenna.it e-mail: ravenna@fidas-emiliaromagna.it ADVS-FIDAS: Associazione Donatori Volontari Sangue c/o Ospedale S. Maria delle Croci V.le Randi n. 5 Ravenna - Tel. 0544-403462 Fax 0544-404410 Consiglio direttivo: Presidente Franco Bencivelli; Vice-Presidente Grazia Sofia Meneghini. Segretario Generale Federica Fusconi; Tesoriere Barbara Saviotti; Segretario Organizzativo e Segretario Organizzativo alle politiche giovanili Nicoletta Valbruccioli; Responsabile Propaganda Massimo Baldi; Consiglieri Serafino Ferrucci, Miris Martini, Giorgio Morandi, Gilberto Sansovini, Enzo Severi, Stefano Sforza, Gianluca Valmorri. Sindaci Revisori: Presidente Pietro Bazzi. Sindaci: Edgardo Argelli, Bruno Camerani. Collegio Probiviri: Presidente Pietro Natali, Giuliano Lucchi, Roberto Mingarelli. Cosulente Tecnico Daniele Dott. Vincenzi. Responsabile Stampa Luigi Guerra.

Le nostre convenzioni Cooperativa Sociale “La Pieve” Bottega di Erasmo Via De Gasperi 59 Legatoria, cartotecnica, oggettistica Centro Stampa Impaginazione e fotocopie Arcobaleno Via Circ. S. Gaetanino 10/14 oggettistica, vimini, decoupage Centro S. Antonio via Tomba 2 S.Antonio garden, fiori e piante Centro S. Michele Via Fentina 263 s.Michele garden, fior, e piante Erboristerie Linea Verde di Ghirardini Adriano & C snc Via Ponte Marino 12/A Ravenna tel. 0544-35244 Infortunistica Omnia Infortunistica Via San Mama, 10 48100 Ravenna Assistenza gratuita nel risarcimento danni, anticipo delle spese (auto sost., riparazione danni, esami diagnostici, assistenza medico-legale ecc.) ai nostri associati. La tessera-card è disponibile in segreteria Lavanderie Iper Patty Via Cesarea 168 48100 Ravenna tel. 0544.67624

Lavanderia “La reale” Mezzano Ravenna Via reale 159

Musei & Parchi NatuRa - Museo Ravennate di Scienze Naturali “Alfredo Brandolini” Via Rivoletto, 25 48020 - Sant’Alberto Ra tel. 0544 529260 Biglietto ingresso euro 1,50 ai nostri associati Ottica Blue Vision Viale Randi 4 - 48100 Ravenna tel. 0544-403388 sconto su occhiali da sole e da vista e su lenti a contatto e liquido Salmoiraghi & Viganò sconto per l’acquisto di occhiali da vista o da sole Mega Optik V.le Farini 36 - 48100 Ravenna tel. 0544-213432 sconto su occhiali da vista e da sole, per ogni sviluppo di rullini una pellicola in omaggio Palestre e Piscine “Harmony” Palestra di cultura fisica Via Mangagnina, 15 - 48100 Ravenna tel. 0544-63689 Endas Nuoto Via Pola 14 48100 Ravenna tel. 0544-590928 Euritmica centro fitness Via Flammarion, 17 48100 Ravenna tel. 0544/271030

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