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storia
LA SCOMPARSA DI Bruce Meyers
A CE AND LOVE P E
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Surfista, inventore, artista, eroe di guerra e pilota di auto da corsa… Bruce Meyers ha vissuto una vita che la maggior parte delle persone si limita a leggere in un romanzo. E negli anni ‘60, in California, ha cambiato il modo di intendere il tempo libero in automobile, letteralmente “inventando” un nuovo tipo di autoveicolo: il Meyers Manx. Era un buggy, il primo buggy, su base Volkswagen Beetle (quella che noi chiamavamo Maggiolino) che nasceva per spingersi… ”dove finiva il marciapiede”. Ma non basta. Meyers è anche passato alla storia quale creatore della gara che sarebbe poi diventata nota come Baja 1000.
Lo scorso febbraio Bruce ci ha lasciato all’età di 94 anni. E’ stato un’anima energizzante della cultura automobilistica fino alla fine, vivendo e celebrando la libertà dell’off road. Mentre la sua azienda ha costruito solo circa 7.000 dei veicoli Meyers Manx originali con carrozzeria in fibra di vetro, il design è via via diventato sinonimo dell’idea di un “dune buggy” da guidare sulla sabbia.
Nato a Los Angeles, Meyers è cresciuto tra spiagge, surf e automobili (suo padre era un importante rivenditore di auto).
All’arrivo della seconda guerra mondiale Meyers si arruolò prima nei Marines e poi inMarina. Nel 1945 era a bordo della portaerei USS Bunker Hill quando la nave fu colpita da due bombardieri kamikaze. Quasi 400 membri dell’equipaggio morirono, ma Meyers sopravvisse e si distinse nuotando tra i relitti per salvare alcuni i suoi compagni.
Dopo la guerra Meyers frequentò una scuola d’arte ma molto tempo lo passava su una tavola da surf. Imparò anche a costruire barche a vela, utilizzando quello che all’epoca era un nuovo materiale, noto come fibra di vetro.
Trascorrendo molto tempo sulle spiaggie, Meyers notò che molti dei suoi amici californiani che utilizzavano delle Volkswagen Beetles, magari alleggerite di alcuni pannelli della carrozzeria.
Fu così che gli venne l’idea e, nel 1964, Meyers si mise a studiare un modo migliore
per “navigare” sulla sabbia. Usando il pianale del Maggiolino costruì a mano una vasca in fibra di vetro, con fari anteriori in stile “occhio di insetto” con finiture cromate.
La sua visione era quella di creare qualcosa che fosse divertente e artistico allo stesso tempo; con un tocco di adrenalina ispirato all’hotrod.
Il risultato fu immediatamente soprannominato “Old Red” per via del colore e il suo aspetto avrebbe dato il via ad un’intera generazione di buggy su base Maggiolino, economici e leggeri.
“Si trattò di un successo fenomenale, - ha poi ammesso Meyers - all’improvviso tutti volevano questa macchinina felice. Era la visualizzazione perfetta del motto “peace and love”.
Alcuni anni dopo, Meyers e i suoi amici decisero di portare il loro buggy in Messico, dove i motociclisti da tempo amavano sfidarsi in gare di lunga distanza attraverso il deserto. Nonostante i pochi giorni di preparazione, Meyers riuscì a vincere la gara che sarebbe poi diventata la Baja 1000, una delle competizioni fuoristrada più famose al mondo.
Sebbene Meyers abbia fondato e avviato con successo la costruzione di buggy (noti come Meyers Manx) il suo progetto si rivelò forse troppo ambizioso e, sebbene siano state prodotte quasi 7.000 unità Manx, innumerevoli versioni di imitazioni hanno invasero il mercato, costringendo infine Meyers a chiuderel’azienda.
Le stime variano, ma le fonti concordano che più di 250.000 buggy ispirati al Manx siano stati costruiti in quegli anni in tutto il mondo. Solo più recentemente Meyers ha riavviato la produzione di un nuovo buggy (ancora costruito sul telaio del Maggiolino) con due posti invece di quattro.
L’originale “Old Red” è stato aggiunto al National Historic Vehicle Register nel 2014 e rappresenta ancora oggi un design apprezzato da innumerevoli fan in tutto il mondo.
“Ero solo un personaggio che ha vissuto uno stile di vita di rottura delle tradizioni - ebbe modo di dire Meyers - e il dune buggy ha fatto la sua parte”.
Ci mancherà moltissimo.