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Essere se stessi

Harald Sohlberg, Notte d'inverno sulle montagne, 1914. Dulwich Picture Gallery, Londra
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Rimanere se stessi mentre attorno tutto cambia. Può essere questo il tratto comune che lega le personalità e le poetiche, pur così diverse, di Jean Sibelius e Johannes Brahms? Le opere in programma sono separate da una trentina d’anni, in quel periodo di tumultuosi, fertilissimi mutamenti che la musica europea attraversa tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e l’alba del nuovo secolo. Finlandia richiama argomenti tornati di prepotente, anche minacciosa, attualità: la rivendicazione di un’identità e di un’indipendenza nazionali. La patria di Sibelius era allora oppressa dal dominio della Russia zarista e quando questa occupazione intende diventare ancora più soffocante, è proprio il fortunatissimo lavoro di un artista tuttora considerato il compositore nazionale finlandese a dare anima al desiderio di libertà di un popolo che vedeva oppressi i propri ideali. Ma la forza di questa musica travalica presto i confini nazionali e diventa, in modo perfino inatteso per il suo autore, un emblema universale. Da un appunto del Diario di Sibelius: «Vorrei paragonare la sinfonia a un fiume. Esso nasce da diversi ruscelli che si cercano l’un l’altro e così il fiume procede largo e potente verso il mare. Oggi si scava largo e potente il letto del fiume, cioè si costruisce il fiume. Ma da dove si prende l’acqua? In altre parole non si lascia assumere la loro forma ai motivi e alle idee musicali». Anche nell’appassionante Concerto per violino «l’acqua» proviene da diverse fonti, e tutte confluiscono nel ribadire la cifra peculiare di un artista che non si è mai preoccupato di diventare o restare alla moda.

Van Gogh Salici al tramonto, 1888. Olio su tela
Massimo Mila immaginava Johannes Brahms seduto sulla vetta di una montagna mentre contempla il paesaggio sottostante: dietro di lui il rassicurante territorio del classicismo, davanti uno spazio confuso, dove è necessario avventurarsi, ma altrettanto difficile trovare un cammino sicuro. La strada possibile sarà quella indicata dalla sua Prima sinfonia, nata dopo una gestazione lunghissima, che sembrava non dovesse finire mai? Oggi come allora, ascoltare le sinfonie di Brahms rende sensibile il bisogno che abbiamo della loro energia e del loro ordine complesso che sa placare le nostre ansie.