Filippo Bison / Architecture Portfolio / Portfolio di Architettura

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FILIPPO BISON Portfolio di Architettura. 2020.


Autorizzo il trattamento dei dati personali contenuti nel mio curriculum vitae in base all’art. 13 del D. Lgs. 196/2003 e all’art. 13 del Regolamento UE 2016/679 relativo alla protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali. Tutti le immagini e gli elaborati grafici contenuti in questo portfolio, salvo diversa indicazione, sono di esclusiva proprietà degli autori (legge 22 aprile 1941, n. 633; art. 2575 del codice civile).


FILIPPO BISON Architetto. Padova, 06.12.1993 Via Busonera, 33 35031 Abano Terme, Padova +39 348 8135546 bisonfilippo@gmail.com www.issuu.com/filippobison www.linkedin.com/in/filippobison www.instagram.com/pippo.bis

Sommario. 04.

Curriculum Vitae.

06.

Le tele della volta della Cappella della Madonna della Pace.

2019 / Allestimento temporaneo

08.

Amsterdam Noord post-industriale: un centro culturale per Buiksloterham.

2018 / Tesi di Laurea Magistrale

16. 20. 24. 28. 32. 34. 36. 38. 42. 46. 48.

Re-Use the castle of Ripafratta. 2019 / Concorso di idee

Isole dimenticate.

2019 / Concorso di idee

Into the void.

2019 / Concorso di idee

Una lanterna per il dopo Expo.

2016 / Laboratorio di progettazione integrato

An industrial tale.

2013 / W.A.Ve.

Los patios de los niĂąos.

2015 / Proyectos Arquitectonicos

Lo spazio del tempo.

2015 / W.A.Ve.

Memoria e significato.

2015 / Laboratorio di restauro

Estructura d’oportunitats. 2017 / Taller de Proyectos

Dopo il terremoto.

2016 / Consolidamento degli edifici

Altri lavori.


Curriculum Vitae. Esperienze professionali. 04.2018 _ oggi

Architetto Dalla Costa Architetti _ www.dallacostaarchitetti.it Cannaregio 6091, 30121 Venezia Lo studio opera nell’ambito della progettazione e direzione lavori di opere pubbliche e private, generalmente a Venezia - sede dello studio - e in altri contesti. Le attività a cui partecipo sono: progettazione architettonica, restauro e conservazione architettonico-monumentale, recupero e ristrutturazione di edilizia storica e del costruito, interior-design di edifici pubblici, religiosi, ricettivi, residenziali e commerciali. Nello specifico, il controllo dei progetti dallo stato di fattibilità alla direzione lavori, gestendone la fase di rilievo geometrico-critico e fotografico, la redazione di elaborati grafici, di computi metrici, richieste e comparazione di offerte, contabilità nell’avanzamento lavori e richieste di autorizzazioni ai vari enti (Comune, Soprintendenza, ecc.).

08.2017 _ 09.2017

Tirocinio Curricolare Magistrale Studio Architettura Righetto Associati _ www.architetturarighetto.com Piazza A. Moro, 18, 35030 Rubano, Padova Lo Studio è specializzato nella progettazione e realizzazione di nuovi edifici sostenibili e ad alta efficienza energetica, sia certificati CasaClima che in Bioarchitettura, e nella riqualificazione energetica degli edifici esistenti. Durante il periodo di tirocinio ho collaborato ad un concorso per la progettazione di una nuova sede per un’importante azienda manifatturiera, con particolare attenzione allo studio dell’immagine della facciata e degli ambienti di rappresentanza, curandone la comunicazione grafica con elaborati grafici bidimensionali e render di progetto.

08.2014 _ 12.2014

Tirocinio Curricolare Triennale Studio Architettura Righetto Associati _ www.architetturarighetto.com Piazza A. Moro, 18, 35030 Rubano, Padova Il tirocinio avviato durante il percorso di studi triennale, ovvero la prima esperienza in ambito lavorativo-professionale, mi ha permesso di entrare in contatto con le modalità, i ritmi e le esigenze del campo. Mi sono occupato in particolare della stesura di elaborati grafici bidimensionali e tridimensionali, la partecipazione alla progettazione di edifici residenziali e pubblici fino al disegno d’arredo e la direzione lavori.

Istruzione e formazione. 12.2018

10.2018 _ 07.2019

Abilitazione all’Esercizio della Professione di Architetto Università Iuav di Venezia, Venezia Ministero Istruzione, Università’ e Ricerca Corso di perfezionamento in Strumenti tecnici BIM e BIM Management Università Iuav di Venezia, Venezia Gli obbiettivi prefissati dal corso, attraverso il software Revit, sono: la conoscenza delle normative di riferimento, la conoscenza delle tecniche di modellazione di base e avanzata nell’ambito architettonico e nelle altre discipline (strutturale, mep e energetico); la creazione e modifica di modelli, oggetti e famiglie; l’integrazione disciplinare e federazione dei modelli; la verifica delle interferenze; l’estrazione e la manipolazione dei dati; l’esportazione in formati interoperabili.

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Curriculum Vitae.


10.2015 _ 03.2018

Laurea Magistrale in Architettura per il Nuovo e l’Antico Università Iuav di Venezia, Venezia Voto: 110/110 _ Tesi: Amsterdam Noord post-industriale. Un centro culturale per Buiksloterham _ Relatrice: prof.ssa Serena Maffioletti Nel percorso di tesi è stata studiata un’area critica nel grande quartiere industriale di Amsterdam Noord, attualmente caratterizzato da un continuo e rapido cambiamento, e la conseguente progettazione di un masterplan e di un centro civico per contribuire alla rigenerazione del sito.

09.2016 _ 01.2017

Programma Erasmus Plus ETSAV - Universitat Politecnica de Catalunya (UPC), Barcellona (ES)

10.2012 _ 09.2015

Laurea triennale in Scienze dell’Architettura. Università Iuav di Venezia, Venezia Voto: 106/110

01.2015 _ 06.2015

Programma Erasmus Plus Universidad de Alcalá (UAH), Madrid (ES)

09.2007 _ 06.2012

Diploma Scientifico Tecnologico Liceo Scientifico Tecnologico ITIS F. Severi, Padova

Corsi e workshop. 09.2017 _ 10.2017

Corso di formazione al BIM Ing. Carlo Zanchetta

02.2017

Workshop Modellazione e rendering del progetto architettonico arch. Fabio D’Agnano, Martin Benes

07.2015

W.A.Ve 2015 / Micro stages in Lazzaretto Nuovo Paredes Pedrosa Arquitectos

07.2014

W.A.Ve 2014 / New Giardini for New Venice Bevk Perovic Arhitekti

07.2013

W.A.Ve 2013 / An industrial tale Estudio Barozzi Veiga

Concorsi. 2019

Concorso di idee / ArchiContest, FlorenceCall Progetto di un Museo per le Arti e i Mestieri in piazza Santa Croce a Firenze

2019

Concorso di idee / Re-use the castle _ gruppo terzo classificato Recupero della Rocca di Ripafratta a San Giuliano Terme (Pisa)

2018

Concorso di idee / Inspiration Hostel _ gruppo finalista Progetto di un rifugio di introspezione e creatività per artisti

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Le tele della volta della Cappella della Madonna della Pace. 2019 / Allestimento temporaneo Collaborazione con Dalla Costa Architetti. Basilica dei Santi Giovanni e Paolo, Venezia.

Durante gli interventi di restauro della Cappella della Madonna della Pace della Basilica dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia, seguiti dallo studio Dalla Costa Architetti, si è resa opportuna la temporanea movimentazione delle cinque tele della volta a stucco dalla loro sede. Per l’intera durata del cantiere, sono state esposte per dare l’opportunità ai visitatori e ai fedeli di ammirarle ad una distanza inconsueta. L’allestimento temporaneo, per il quale ho partecipato alla fase di progettazione e di grafica, è stato installato nella sacrestia della stessa Basilica. E’ un doppio esagono composto da pannelli in osb con una leggera velatura sorretti da una maglia strutturale in tubi

innocenti, proprio a voler richiamare l’idea di cantiere. Le tele ad olio incorniciate dalla volta del Ridolfi sono gli ovali cinquecenteschi che raffigurano le virtù Verginità, Obbedienza, Fede, Orazione, opera di Palma il Giovane e il tondo del tardo seicento raffigurante San Marco, posto al centro, opera di Pietro Liberi, che sostituì il Padre Eterno di Palma il Giovane. Jacopo Palma il Giovane (Venezia, 1548-1628) Verginità; Obbedienza; Fede; Orazione, olio su tela, 85 cm ca. di altezza Pietro Liberi (Padova, 1605/1614 circa – Venezia 1687), San Marco, olio su tela, 65 cm ca. di diametro

A fianco: l’allestimento all’interno della Sacrestia. Pagina a fronte, dall’alto: disegni esecutivi; fotografie di dettaglio dell’allestimento e delle tele. Fotografie: Filippo Bison Proprietà elaborati grafici: Dalla Costa Architetti, Venezia

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Le tele della volta della Cappella della Madonna della Pace.


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Amsterdam Noord post-industriale: un centro culturale per Buiksloterham. 2018 / Tesi di Laurea Magistrale Con: Elisa Mantovani Università Iuav di Venezia Relatore: Serena Maffioletti

Il progetto di tesi si basa sui rapidi e continui cambiamenti del quartiere di Amsterdam Noord. Con la dismissione e rigenerazione della zona industriale, Amsterdam diverrà un’unica città, delimitata dall’anello autostradale e con il canale IJ nel nucleo. L’area di progetto si inserisce all’interno di una porzione di traccia che avrebbe dovuto occupare il canale industriale, non terminato per motivi economici. Da questo

fallimento che ha lasciato indefinita quest’area si sono susseguiti diversi elementi che si distinguono dalla città giardino per dimensione e funzione. L’idea generatrice del progetto è la definizione di un corridoio verde che colleghi i due estremi della cintura verde, che delimita il quartiere, e la creazione di un grande centro pubblico al centro di essa, ma anche nel punto in cui la zona industriale e città giardino convergono.

A fianco: planimetria di progetto del quartiere Amsterdam Noord. Pagina a fronte, dall’alto: schemi di progetto urbano; planivolumetrico del quartiere di Buiksloterham; sezioni territoriali.

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Amsterdam Noord post-industriale: un centro culturale per Buiksloterham.


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Dall’alto: pianta del piano terra del centro culturale; plastico che evidenzia il rapporto con il cavalcavia.

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Amsterdam Noord post-industriale: un centro culturale per Buiksloterham.


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Amsterdam Noord post-industriale: un centro culturale per Buiksloterham.


In alto: sezione longitudinale dell’intero complesso. Pagina a fronte, dall’alto: sezione del museo e dell’auditorium. In basso: plastico di progetto.

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A sinistra: sezione costruttiva e partito architettonico della parte di biblioteca. Pagina a fronte: auditorium.

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Amsterdam Noord post-industriale: un centro culturale per Buiksloterham.


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Re-Use the castle of Ripafratta. 2019 / Concorso di idee Con: Enrico Berti, Anastasia Bergamo, Martina Fent Gruppo terzo classificato Bando: Re-Use Italy

Attraverso la riorganizzazione dei percorsi, il progetto modifica il sistema collinare di Ripafratta in un parco paesaggistico incentrato sull’importanza del colle Vergario e della Rocca, come simbolo del rapporto tra il nuovo e l’antico. Il progetto si

basa sul concetto di dare al sistema orografico e alle rovine archeologiche un ruolo centrale nella vita del paese, sottolineando la sua funzione e offrendo nuovi spazi pubblici che rappresentino le esigenze della società contemporanea, ristabilendone la relazione.

A fianco: planimetria della zona di Ripafratta, evidenziati i percorsi e collegamenti tra rocca e torri. Pagina a fronte, dall’alto: piante e sezioni delle due torri; rapporto territoriale tra rocca e il paese; pianta al livello zero della rocca con la zona museale.

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Re-use the castle of Ripafratta.


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Re-use the castle of Ripafratta.


Pagina a fronte: esploso assonometrico della rocca, evidenziato il nuovo collegamento verticale per garantire l’accessibilità . A fianco, dall’alto: vista dal circuito pedonale esterno; vista interna alla rocca; vista dello spazio museale; vista della sala polifunzionale. Filippo Bison / Portfolio

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Isole dimenticate. 2019 / Concorso di idee Con: Enrico Berti, Anastasia Bergamo, Martina Fent Gruppo finalista Bando: Open Gap

Venezia e il suo paesaggio lagunare unico per secoli sono stati fonte di ispirazione per artisti, poeti e musicisti, ma oggi il turismo di massa spazza la città causando profonde cicatrici sull’anima di questo spazio magico. Il rumore della vita quotidiana dissolve la sua essenza artistica e gli spazi del silenzio, che tanto attrassero artisti in passato, non esistono più. L’antica città ha sempre generato emozioni e sentimenti irripetibili, ma l’artista ha bisogno di un punto di neutralità psicologica che può trovare solo allontanandosi dal caos e navigando nella laguna per raggiungere le isole abbandonate. Venezia, fissata all’orizzonte,

rimane la fonte di ispirazione per l’artista che viaggia in pellegrinaggio tra antiche rovine e nuovi padiglioni, quindi gli elementi architettonici che formano il paesaggio si innalzano sull’acqua e accolgono l’artista, trasformando la laguna in un grande edificio e le isole nelle sue stanze. L’apparizione di qualcosa costruito in una natura incommensurabile indica la funzione fondamentale dell’architettura: essere prima di tutto un luogo di orientamento e misura. Qui l’artista raggiunge finalmente l’orizzonte della contemplazione attraverso l’armoniosa fusione della sua anima con il cielo, il mare e la città.

A fianco: mappa della laguna veneta con evidenziate le isole di progetto. Pagina a fronte, assonometrie delle isole che ospitano i vari ambienti del piano funzionale.

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Isole dimenticate.


1. teatro classico 2. eventi / festival

4. ingresso

3. galleria

5. biblioteca

6. sala del silenzio 10. atelier

7. sala per gruppi

9. sala per gruppi 8. living

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2. actuaciónes / festival

Un teatro clásico abierto a la laguna, un escenario hecho de agua y cielo.

Una plataforma entre las ruinas genera espacios para espectáculos.

6. Sala de silencio

7. Sala de grupo A

El silencio de las ruinas y el paisaje ocultado, solo queda el movimiento del agua y su reflejo.

Una cúpula, un espacio circular, una sala donde reunirse, bailar, realizar...

Laguna Norte // islas publicas

1. teatro clasico

islas rivadas // Laguna Sur Viste e disegni dei vari ambienti, distribuiti tra le varie isole.

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Isole dimenticate.


3. galería

4. vestibulo

5. biblioteca

Una galería de exposición, una grande ventana hacia la ciudad de Venezia.

Un mirador, el elemento de acceso al sistema que divide la laguna norte de la laguna sur.

Un puente entre dos salas de lectura, una cubierta que une y se relaciona con las ruinas.

8. Living

9. Sala de grupo b

10. Estudios

Una sala hipóstila abierta al paisaje, un lugar de encuentro, de descanso, de convivencia.

Un anillo entre el agua y la tierra, 4 habitaciones cerradas y 4 terrazas abiertas.

Bajo el área de trabajo con luz cenital, por encima la vivienda y la vista sobre la laguna.

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Into the void. 2019 / Concorso di idee Con: Enrico Berti, Anastasia Bergamo, Gabriele Folador Bando: Archi Contest

Alla fine del XIII secolo, la chiesa francescana di Santa Croce fu costruita in una zona popolare densamente abitata da lavoratori dell’industria tessile e metalmeccanica. La nuova chiesa divenne improvvisamente un punto di riferimento utile per coordinare e organizzare la vita del quartiere circostante. Le dimensioni fuori scala della chiesa e l’ampia piazza antistante sono coerenti con l’importanza centrale dell’edificio. In effetti, fin dall’inizio della sua vita, la piazza è stata la cornice centrale di incontri politici, commerciali e religiosi e oggi ospita i principali eventi pubblici della città, come

mostre, mercati, concerti e, soprattutto, attività tradizionali come il famoso calcio fiorentino. Lo scopo del progetto è quello di enfatizzare il ruolo svolto dallo spazio vuoto di fronte alla chiesa, fulcro della vita cittadina. Il posizionamento sotterraneo del museo consente alla piazza di mantenere le sue caratteristiche di posizione e limiti, migliorando lo spazio libero vuoto senza occuparlo. Una nuova piazza contemporanea con un progetto essenziale per offrire alla città un palcoscenico aperto e flessibile, in grado di evolversi nel tempo.

A fianco: relazioni urbane tra le piazze e gli edifici fiorentini. Pagina a fronte, dall’alto: sezione prospettica di progetto; schemi con alcune delle possibili configurazioni della piazza; rapporto con la chiesa e la piazza in sezione longitudinale

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Into the void.


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B’

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Into the void.


Pagina a fronte: esploso assonometrico. A fianco, dall’alto: vista dello spazio vuoto della piazza, vista del livello sotterraneo con gli spazi di workshop e esposizioni, vista del patio d’ingresso.

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Una lanterna per il dopo Expo. 2016 / Laboratorio di progettazione integrato Con: Elisa Mantovani, Nicolò Berton Università Iuav di Venezia Docenti: Serena Maffioletti, Matteo Rigo, Olimpia Mazzarella, Luca Boaretto

Il futuro dell’Expo di Milano invita a riflettere su come luoghi temporanei possano diventare parti durature della città. In questo caso con l’idea di mantenere Palazzo Italia e la Piazza dell’Albero della Vita i testimoni tra la temporaneità dell’esposizione e il futuro definito da un grande edificio pubblico per le

arti performative e visuali. Vede appunto la presenza di aree espositive, atelier, auditorium, biblioteca e un centro per artisti. Caratterizzato da una forte linearità, il progetto vuole dare un limite definito alla piazza e allo stesso tempo affacciarsi al Cardo per conferirgli carattere di asse generatore di Expo.

A fianco: planivolumetrico del Performing and Visual Arts Center. Pagina a fronte, dall’alto: pianta del piano terra e sezione longitudinale; plastico di progetto.

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Una lanterna per il dopo Expo.


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Una lanterna per il dopo Expo.


Pagina a fronte: esploso assonometrico di progetto. A fianco: sezione costruttiva e partito architettonico della parte della biblioteca. Filippo Bison / Portfolio

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An industrial tale. 2013 / W.A.Ve. Con: Enrico Berti, Sara Greggio, Marco Cardin Università Iuav di Venezia Docenti: Estudio Barozzi Veiga

Il progetto generale cerca di svelare una nuova possibile cité industrielle contemporanea, fatta di spazi di relazione, di mixité funzionale, di trasformazioni dell’esistente e di nuovi manufatti. Sulla base di un progetto urbano comune si va a creare una collezione di architetture autonome ma specifiche per il luogo che ne deriverà, svelando un nuovo possibile racconto industriale: un inatteso scenario urbano sul bordo del Canale Industriale Nord. Il progetto nel particolare

tratta il tema delle preesistenze definite come archeologia industriale, con la volontà di creare un segno urbano forte. Esso diventa limite tra l’area di progetto e il parco che va a crearsi al centro del masterplan generale e allo stesso tempo cerca di unire le tre entità distaccate nello stato di fatto in un unico grande edificio adibito a complesso scolastico, creando così lo spazio pubblico tra il limite del progetto e la preesistenza industriale.

A fianco: plastico generale dell’area. Pagina a fronte, dall’alto: assonometria, sezione e pianta di progetto.

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An industrial tale.


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Los patios de los niños. 2015 / Proyectos Arquitectonicos Universidad de Alcalà, Madrid Docenti: Patricia de Diego, José María Mercé

La progettazione di una scuola materna è il risultato di uno studio accurato di aggregazioni di spazi funzionali per un gruppo di alunni di età compresa tra zero e sei anni. Un’ala è

destinata agli alunni fino ai tre anni, l’altra agli alunni più grandi, collegata attraverso una zona amministrativa e riservata agli educatori. Tutte le aule hanno accesso diretto ai due patii.

A fianco: vista di uno dei due patio dell’asilo. Pagina a fronte, dall’alto: assonometria dell’intero complesso di asilo nido e scuola materna; pianta e sezioni del progetto.

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Los patios de los niños.


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Lo spazio del tempo. 2015 / W.A.Ve. Con: Marta Belando, Alessio Bordoni, Chiara Regina Grego, Margherita Possamai. Università Iuav di Venezia Docenti: Paredes Pedrosa Arquitectos

Il workshop interviene nell’isola del Lazzaretto Nuovo della laguna veneta e nella sua architettura, oggi dimenticata, proponendo un nuovo approcio di “teatro diffuso” nel quale lo spettatore si muove intorno a diverse scene, che possono essere simultanee. Si dà così un nuovo uso all’architettura del Tesone Grande, agli spazi aperti e agli scavi archeologici, proponendo situazioni che non sarebbero possibili nei teatri tradizionali. Viene rappresentata l’opera El retablo De Maese Pedro con la musica composta da Manuel de Falla (18761946), ispirata al capitolo XXVI di El Quijote de Cervantes (1547-1616). Vogliamo proporre uno spazio musicale dove gli spettatori si muovono in tutta l’isola intorno alle diverse scene.

Il patrimonio architettonico si inserisce sia nel tempo presente sia nell’opera musicale. Tutta l’isola è il teatro di cui necessita Venezia. Nel retablo, Don Quijote è uno spettatore del teatro di marionette di Maese Pedro nel quale si racconta la storia di Melisendra, moglie di Don Gaiferos, prigioniera del re Moro Marsilio nella torre di un castello, nella città immaginaria di Sansueña. Il racconto si sviluppa nella corte di Carlo Magno, Don Gaiferos libera Melisendra; durante la fuga entrambi vengono inseguiti dai mori a cavallo. Nella nostra rappresentazione, Melisendra insieme al suo amato fugge dall’isola, città immaginaria di Sansueña, dirigendosi verso la lagna veneta attraverso un’imbarcazione.

A fianco: plastico del quarto atto all’interno del tesone. Pagina a fronte, dall’alto: esplosi assonometrici degli atti primo, secondo e terzo. Masterplan dell’isola con il percorso lungo i vari atti dell’opera.

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Lo spazio del tempo.


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Memoria e significato. 2015 / Laboratorio di restauro Con: Enrico Berti, Claudia Ceccarello, Gianpietro Ragona Università Iuav di Venezia Docenti: Emanuela Sorbo

Dopo la chiusura dei centri di cura psichiatrici, questo grande centro ospedaliero è andato in disuso, lasciando però l’opportunità di rinascere con un cambio di programma. L’idea di rinascita vuole ripartire dall’offerta di spazi e servizi di supporto e sostegno alla comunità, favorendo la coabitazione e contaminazione di culture diverse. Proprio perché la psichiatria viene interpretata come un aspetto sociale della medicina, che agisce sui rapporti interpersonali, l’integrazione nel lavoro e nella società. Inoltre si è scelto di promuovere una serie di attività artistiche e culturali, per dare libertà all’espressività dell’uomo in un luogo una

volta simbolo di oppressione, dando nuova vita al parco senza dimenticarne il passato. Infatti la differenza tra genialità artistica e pazzia molte volte si rivela impalpabile, se non inesistente; spesso l’una è conseguenza dell’altra e sono entrambe segno di una diversa sensibilità verso la realtà. L’arte diventa quindi azione terapeutica e agisce direttamente sulla società: cura il disagio interiore dell’individuo attraverso la libertà espressiva in contrapposizione alla reclusione e la prigionia del metodo manicomiale.

A fianco: planivolumetrico di progetto del complesso dell’ospedale. Pagina a fronte, dall’alto: pianta del piano terra del padiglione in questione; viste del parco.

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Memoria e significato.


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Memoria e significato.


12 11 10

9 8 7 6 5 4

3 2 1

carie del legno patina biologica vegetaz. infestante elementi impropri

distacco colaticcio scagliatura friabilitĂ amianto

1. calcestruzzo di fondazione 2. fondazione continua in muratura 3. arco di sostegno in laterizio 4. soletta in Cls 5. massetto di allettamento 6. pavimentazione - mattonelle in ceramica esagonali 7. intonaco 9. trave portante in CLS 8. cordolo in CA 10. soletta in CA 11. massetto di allettamento 12. muratura in mattoni pieni di laterizio

Pagina a fronte, dall’alto: rilievo con fotoraddrizzamenti di un locale; pianta di rilievo del piano terra. A fianco, dall’alto: dettagli costruttivi dei nodi di fondazioni e del solaio; rilievo con individuazione dei degradi; fotosimulazione dell’intervento. Filippo Bison / Portfolio

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Estructura d’oportunitats. 2017 / Taller de Proyectos Con: Sergio Escribà, Claudia Rivas Etsav UPC, Barcelona Docenti: Rosa Rull, Helena Coch, Lucrecia Calderon

Il punto in cui Gran Via e Diagonal, gli assi maggiori che tagliano la città di Barcellona, è sempre stato un punto critico. Il progetto vincitore del concorso del 2014 prevede l’interramento della Gran Via e la creazione di un enorme parco urbano, con l’occasione di incrementare i servizi pubblici e residenze. La struttura del progetto

è chiara, una sequenza di portali che permettono una pianta libera per i moduli delle unità abitative, facendosi carico della parte impiantistica. La genesi del progetto ha prestato molta attenzione all’efficienza energetica, dando l’affaccio al sole ad ogni unità, studiate per essere ventilate.

A fianco: plastico della struttura dell’edificio. Pagina a fronte, dall’alto: sezione delle unità; sezione delle parti comuni.

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Estructura d’oportunitats.


Filippo Bison / Portfolio

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Estructura d’oportunitats.


Pagina a fronte, dall’alto: genesi del progetto; esploso assonometrico della unità, evidenziando gli aspetti tecnologici. A fianco, dall’alto: schemi di possibili aggregazioni di unità; schema del funzionamento energetico estivo ed invernale delle unità; pianta tipo; due esempi di possibili disposizioni interne alle unità. Filippo Bison / Portfolio

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Dopo il terremoto. 2016 / Consolidamento degli edifici Con: Elisa Mantovani, Nicolò Berton Università Iuav di Venezia Docenti: Andrea Benedetti

Il terremoto in Emilia del 2012 ha lesionato gran parte delle strutture del Castello della Giovannina. Villa signorile che nasce nel ‘500 a Cento nel Bolognese, ma un grosso intervento a inizio del ‘900 ne ha cambiato notevolmente l’aspetto. Il progetto di consolidamento vuole un intervento il più conservativo possibile,

con operazioni mirate nel rinforzo delle volte, presenti in tutti gli ambienti e nel rinforzo delle torri, le parti che hanno risentito maggiormente delle scosse. Inoltre si provvede al restauro delle facciate in muratura a vista, caratterizzate da una forte umidità di risalita.

A fianco: rilievo e fotoraddrizzamento della facciata e analisi dei degradi e dei dissesti. Pagina a fronte, dall’alto: porzione di pianta; schemi d’intervento di cerchiatura e dei tiranti in acciaio; sezioni costruttive complete di quadro fessurativo.

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Dopo il terremoto.


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Altri lavori.

A fianco, dall’alto: disegno a mano di un esploso assonometrico per un atelier (2013); disegno a mano del prosptto delle Procuratie Nuove in Piazza San Marco a Venezia (2013); rilievo e foto-raddrizzamento della chiesa dei Carmini a Venezia (2016). Pagina a fronte, dall’alto: esploso assonometrico di un negozio di articoli da montagna (2015); progetto si un padiglione con un sistema costruttivo leggero in pali di legno e tessuto (2016); render di un padiglione immaginario (2017).

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Altri lavori.


Filippo Bison / Portfolio

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“Un paesaggio può essere eccitante, ma la facciata di un Lombardo ti dice dove puoi arrivare” Iosif Brodskij, Fondamenta degli Incurabili

Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, Venezia Fotografia: Filippo Bison




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