C U R R I C U L U M V I T A E
Filippo Forlati +39 3498753079 ff.filippoforlati@gmail.com Via Trezzolano 21b, Verona, 37141, IT
educazione
sistemi operativi
lingua
Settembre 2010 - Ottobre 2016 Laurea magistrale in ingegneria edile/architettura 104/110 presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica dell’Università degli Studi di Trento.
Apple Mac OS X Microsoft Windows
Italiano madrelingua nazionalità italiana nato a Verona il 21.01.1991
Ottobre 2015 - Marzo 2016 Programma erasmus+ ricerca tesi presso la facoltà Politechnika Krakowska di Cracovia, PL. Settembre 2005 - Luglio 2010 Maturità scientifica 87/100 presso il liceo Niccolò Copernico di Verona.
programmi Adobe Illustrator CC 2015 Adobe Indesign CC 2015 Adobe Lightroom CC 2015 Adobe Photoshop CC 2015 Autodesk AutoCAD 2016 Autodesk 3ds Max 2014 CSI SAP2000 v18 Graphisoft ArchiCAD 19 Google SketchUp Pro 2015 Maxon Cinema 4D Studio R17 Microsoft Office 2016 Qgis 2.14
Inglese fluente livello B2 CEF certificato dal Centro Linguistico di Ateneo dell’Università degli Studi di Trento.
collaborazioni Luglio 2016 Collaborazione con il DICAM Design Lab per il progetto preliminare della nuova mensa universitaria di Trento (disegno 2D).
concorsi
esposizioni
progetti selezionati
Maggio 2015 Concorso di idee “Il Rio Salè tra paesaggio e città” 3° classificato promosso dal comune e dalla Cassa Rurale di Trento.
Novembre 2012 Recycling common ground esperienze di riciclo architettonico per la rigenerazione urbana alla 13° Biennale di architettura di Venezia.
Strategie di RI.U.SO per l’archeologia industriale il caso dell’ex lanificio Tiberghien di Verona. Tesi di laurea magistrale.
workshop Ottobre 2013 Workshop “Oltre il fiume e la città” diretto dall’architetto paesaggista João Ferreira Nunes.
pubblicazioni Dicembre 2015 Gizmoweb rubrica scuole
Novembre 2016 Biennale session presentazione della tesi di laurea alla 15° Biennale di architettura di Venezia.
dati personali Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del Decreto Legislativo 30 giugno 2003, n. 196 “Codice in materia di protezione dei dati personali”.
Habitat urbano concorso di idee “Il Rio Salè tra paesaggio e città”, Trento. Il monolito progetto per il nuovo rifugio Catinaccio, Val di Fassa, TN. Agro urban PARKing progetto per lo svincolo autostradale di Trento centro, TN. Recycle architecture progetto per l’ex area DIWAR a Villanova di Camposampiero, PD.
Strategie di RI.U.SO per l’archeologia industriale Il caso dell’ex lanificio Tiberghien di Verona, tesi di laurea magistrale, a.a. 2015-16 Obiettivo cardine della tesi è di riconoscere il luogo, nei suoi elementi costitutivi, storici, tipologici, morfologici, e di trasformare le criticità esistenti, legate all’abbandono e al conseguente degrado architettonico, in occasioni di riqualificazione: per fare ciò sono state ricercate strategie di rigenerazione urbana che permettano a tale impianto di proporsi come nuovo catalizzatore urbano sostenibile a livello economico, sociale e ambientale. Il lavoro di tesi si è concentrato sulla compattazione e sulla densificazione dei nuovi bisogni insediativi all’interno di aree abbandonate, sul potenziamento della rete di mobilità lenta e del trasporto pubblico, permettendo lo sviluppo sostenibile della città senza la necessità di consumi aggiuntivi di suoli agricoli, immaginando spazi in cui coltivare la biodiversità e dotati di qualità paesaggistica. Così ad esempio, la scelta di destinare ampie superfici a verde permette alle aree dismesse di assumere il ruolo di nodi ambientali che concorrono alla realizzazione di una più articolata rete ecologica e ambientale urbana, necessaria per il buon funzionamento dell’ecosistema urbano. Analogamente la questione del riuso è orientata non solo a rigenerare una parte della città ora separata fisicamente dal contesto, ma anche a dotarla di quelle funzioni necessarie all’adeguamento agli usi contemporanei di cui la popolazione necessita, perseguendo una mixité funzionale in grado di generare un’integrazione economica, sociale e morfologica. Infine la conservazione dei manufatti di maggior pregio, anche quelli non vincolati come “archeologia industriale” collabora alla trasmissione di una memoria, e della testimonianza di un’epoca storica, dai caratteri costruttivi unici e irripetibili.
0
0
5
10
5
10
20
20 m
30
40
50 m
B
Figure 1. Vista aerea dell’inserimento del progetto nel contesto urbano. 2. Sezione trasversale A-A. 3. Masterplan generale d’area.
A
A
Strategie applicate: • Porosità urbana • Conservazione e valorizzazione manufatti di pregio • Dialogo tra nuovo intervento e preesistenza • Miglioramento mobilità ciclo-pedonale • Integrazione tra spazi urbani e spazi naturali • Aumento mixitè funzionale 4. Assonometria progetto di intervento.
B
Figure 5. Vista degli spazi verdi esterni. 6. Particolare della sezione trasversale: percorso interno. 7. Vista aerea percorso interno. 8. Vista aerea degli edifici interamente conservati. 9. Vista degli spazi interni. 10. Particolare della sezione longitudinale: passerella sopraelevata. 11. Vista aerea della passerella sopraelevata. 12. Vista aerea del senso unico pensato per rafforzare la mobilitĂ lenta di quartiere.
Habitat urbano Concorso di idee “Il Rio Salè tra paesaggio e città”, Trento, a.a. 2014-15 Il progetto “Habitat Urbano” si propone di sviluppare le potenzialità dell’esistente per realizzare un sistema complesso volto ad integrare l’ambiente naturale con l’ambiente urbano, attraverso una progettazione multi scala e multidisciplinare. Per collegare ecologicamente il Rio con il contesto si è scelto di rinaturalizzarne gli argini e di localizzare a monte due bacini di espansione, capaci di assorbire le ondate di piena del Rio. Il percorso del Parco segue la traccia di camminamenti già presenti nel territorio e completandoli con nuovi collegamenti, differenti secondo le caratteristiche del sito: per arrecare minor danno possibile agli Habitat protetti i percorsi interni alla Zona Speciale di Conservazione saranno tracciati seguendo le linee di livello e sfruttando le zone pianeggianti. Le linee del Rio e del percorso si intersecano generando superfici: esse saranno le nuove aree di progetto in cui si svilupperà il Parco Fluviale in continuità con le aree verdi esistenti. Il Parco avrà come fulcro la ZSC di Gocciadoro, in cui sarà ridotta la pressione antropica incoraggiandone una frequentazione attenta agli Habitat. Le attività ricreative svolte al momento all’interno della ZSC saranno spostate nelle nuove aree di progetto del parco fluviale: le aree verdi a monte ospiteranno attività sportive e culturali, mentre quelle a valle saranno composte da ambienti naturali, ricreativi ed agricoli. Per un efficace inserimento nell’ecosistema urbano ed una sua estesa fruibilità il Parco Fluviale sarà collegato attraverso corridoi ecologici a punti nevralgici del sistema urbano, quali facoltà universitarie, aree verdi, parchi urbani, sistemi di continuità ecologica ed aree protette.
l’acqua
impianti di fitodepurazione (a valle) + casse di espansione idrica (a monte)
il percorso
sviluppato secondo tre tipologie: strada pavimentata, strada bianca e passerella
parco fluviale
bano e gestione degli
e
le attrezzature (sportive e ludiche) presenti nel Gocciadoro sono spostate lungo il parco fluviale, si mantengono i percorsi interni e l’arredo urbano, si gestiscono gli habitat
corridoi ecologici
il parco fluviale si pone come collegamento orizzontale tra sistemi in verticale, creando una continuità ecologica attraverso diversi paesaggi
Figure 1. Tavola di analisi. 2. Rio Salè: pericolosità idrogeologia e caratteristiche attuali. 3. Parco Gocciadoro: elementi antropici ed elementi naturali. 4. Dinamiche urbane di Trento. 5. Tavola di progetto. 6. Concept progettuale. 7. Sistemi di contenimento di piena e di depurazione delle acque. 8. Diverse tipologie di sezione del percorso all’interno del parco. 9. Elementi costituenti il parco fluviale. 10. Schema e sezioni dei corridoi ecologici pensati per il collegamento sostenibile di diverse parti della città.
Il monolito Progetto per il nuovo rifugio Catinaccio, Val di Fassa, TN, a.a. 2013-14 Il progetto parte da una riflessione sull’imponenza della catena montuosa che circonda il sito. Si è partiti dall’idea di un parallelepipedo innestato nel terreno come un corpo estraneo che con lo scorrere del tempo diventa parte del territorio circostante subendo erosioni e spaccature, sia esterne che interne. Un taglio trasversale divide l’edificio in due metà, permettendo in questo modo di ammirare le torri del Vajolet, campanili di roccia dolomitica. Questa spaccatura è metafora di una valle passante attraverso due pareti rocciose alte e severe, sopra le quali si scorge il fascio di luce che illumina il sentiero. Una metà del parallelepipedo viene appoggiata sul dislivello presente nel sito di insediamento, venendo in questo modo accorciata di un piano; l’altra viene mantenuta nella sua interezza, a meno della sottrazione di strati in facciata, essendo così caratterizzata da un prospetto a diretto confronto con le montagne in sottofondo. Si è previsto l’utilizzo di pochi materiali per mantenere un aspetto austero, tipico dei rifugi. Conseguenza di questa scelta è che alcuni elementi si trasformano in altri, mantenendo lo stesso linguaggio. L’edificio è rivestito in lamelle lignee, che a seconda della necessità, si trasformano in scale, parapetti, balconi o in elementi di rifinitura. Questa “pelle” dà luogo a prospetti omogenei, nei quali le aperture sono celate di giorno ed enfatizzate con l’illuminazione notturna. L’edificio si discosta dalla definizione tipica di rifugio, per quanto riguarda le forme, data la vicinanza alla strada carrabile e quindi alla facile accessibilità, ma non per lo spirito, essendo allo stesso tempo accogliente e severo.
C
D
B
B
C
D
Figure 1. Plastico di progetto inserito nel contesto. 2. Schema delle fasi compositive. 3. Esploso assonometrico. 4. Pianta piano primo. 5. Sezione B-B. 6. Sezione D-D. 7. Vista esterna del prospetto del rifugio. 8. Vista interna dello spazio centrale a tutta altezza.
Agro urban PARKing Progetto per lo svincolo autostradale di Trento centro, Trento, a.a. 2013-14 Il progetto prende il via in seguito allo studio degli svincoli autostradali e le connesse aree residuali presenti lungo l’autostrada A22 nel tratto compreso tra le città di Trento e di Ala. Si è individuato lo svincolo di Trento centro e le corrispettive aree intercluse tra autostrada, tangenziale e strade comunali come il più problematico e interessante per sviluppare un progetto in grado di riutilizzare e riorganizzare gli spazi nell’ottica di riconnettere due parti della città attualmente separate. Si procede quindi alla realizzazione di un parco multifunzionale ottenuto tramite una superficie omogenea in grado di superare le numerose barriere presenti e che si integri con il parcheggio presente, riorganizzandolo formalmente. Per giungere a tale fine si è prevista la realizzazione di un viadotto in grado di offrire una permeabilità sia fisica che visiva al parco permettendo l’inserimento di nuovi elementi anche al di sotto dell’autostrada sfruttando la nuova spazialità ottenuta. Tali elementi si dispongono tra di loro parallelamente in direzione est-ovest, la più rapida per collegare il centro di Trento con la frazione di Vela, e ospitano funzioni tra loro eterogenee quali luoghi di incontro, zone ristoro, negozi, uffici, impianti sportivi, orti urbani, ecc... La ricerca formale si è svolta attorno a riferimenti legati alla landform architecture, nella quale gli spazi sono creati grazie a movimenti del terreno, permettendo in questo modo a tali edifici di fare da filtro tra il parco e il parcheggio evitando però di creare una netta divisione. Il parcheggio è riorganizzato secondo la nuova direzionalità e integrato con sistemi di bike/car sharing e con un sistema metropolitano di superficie in grado di rendere più sostenibile la mobilità cittadina.
Figure 1. Masterplan generale d’area. 2. Condizione di separazione tra la città di Trento e la frazione Vela. 3. Planimetria e vista degli elementi filtro tra parco e parcheggio. 4. Sezione piazza interrata. 5. Pianta piazza interrata. 6. Vista degli orti urbani.
Recycle architecture Progetto per l’ex area Diwar a Villanova di Camposampiero, PD, a.a. 2012-13 Il progetto di riciclo dell’ex impianto industriale Diwar a Villanova di Camposampiero parte dall’idea di restituire all’uso pubblico una parte di città precedentemente inaccessibile. Per ottenere ciò si prevede la realizzazione di un complesso residenziale convenzionato per quella fasce di popolazione attualmente più svantaggiate ossia anziani e giovani perseguendo un’integrazione generazionale e funzionale. Sono infatti pensati oltre alle abitazioni servizi accessori come un campo sportivo, un campo da bocce, un orto comune che vanno ad aggiungersi alle strutture della palestra, dei laboratori, dell’auditorium e della piazza centrale usufruibili dal resto della cittadinanza. La conservazione delle strutture reticolari in acciaio della fabbrica, oltre a conservarne la memoria, permette di realizzare sistemi di ombreggiamento e di supporto all’illuminazione esterna. Esse sono state inoltre il punto di partenza per la definizione dello schema compositivo che si sviluppa secondo la scelta di direttrici legate alla presenza di elementi di pregio nelle vicinanze con i quali si voleva stabilire una connessione visiva. Particolare attenzione è stata posta inoltre alla composizione dei fronti delle residenze, dove si è cercato di enfatizzare la presenza del singolo appartamento tramite un’entrata riconoscibile che nell’insieme conferisce ritmo alla facciata in un alternarsi di pieni e vuoti. Differenze formali si riscontrano con le parti che in tali edifici ospitano servizi, in modo tale da offrire un immediata riconoscibilità.
Figure 1. Plastico di progetto. Vista dall’alto. 2. Plastico di progetto. Dettaglio. 3. Plastico di progetto. Dettaglio. 4. Pianta piano primo del complesso. 5. Sezione A-A. 6. Sezione B-B. 7. Sezione C-C. 8. Pianta piano primo della residenza tipo. 9. Prospetto corte interna della residenza tipo. 10. Sezione H-H. 11. Sezione G-G.
crediti Strategie di RI.U.SO per l’archeologia industriale relatori prof.ssa arch. Claudia Battaino prof. ing. Marco Ballerini correlatori prof. arch. Krzysztof Lenartowicz arch. phd. Luca Zecchin
Habitat urbano committente comune di Trento università degli studi di Trento cassa rurale di Trento collaboratori Alfred Caushi Francesco Campagnari
Il monolito professore prof. arch. Claudio Lamanna assistenti prof. arch. Giovanna Salgarello arch. Riccardo Giacomelli collaboratori Andrea Bombonati Giulia Molinari
percorso di studio Agro urban PARKing professore prof. arch. Pino Scaglione assistenti arch. Alberto Winterle arch. Chiara Rizzi arch. phd. Stefania Staniscia collaboratori Andrea Bombonati Arianna Cescatti Giulia Molinari
Recycle architecture professore prof. arch. Claudio Lamanna assistenti prof. arch. Giovanna Salgarello arch. Andrea Lazzaroni collaboratori Francesco Campagnari Corti Paolo
V anno laboratorio di tesi di laurea - geotecnica - organizzazione del cantiere con LP - costruzioni in legno - riabilitazione strutturale - architettura del legno - conservazione, recupero e ristrutturazione degli edifici IV anno composizione architettonica III con LP - costruzioni idrauliche con nozioni di idraulica - restauro architettonico con LP - tecnica delle costruzioni con LP - urbanistica con LP III anno composizione architettonica II con LP - architettura tecnica II con LP disegno automatico - fisica tecnica - scienza delle costruzioni - tecnica urbanistica con LP II anno analisi matematica II - composizione architettonica I con LP - architettura tecnica I con LP - rilievo dell’architettura con LP - statica - storia contemporanea - tecnologia e chimica applicata I anno analisi matematica I - disegno dell’architettura con LP - economia ed estimo civile - fisica generale - geometria - sociologia urbana e diritto urbanistico - storia dell’architettura moderna con LP LP: laboratorio progettuale
FF