Multivitaminico per lo spirito - Find The Books

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A dott.ssa Sr. Seline Kaimlett e dott.ssa Paola Calabrese



Le persone vengono sempre nella tua vita per una ragione, per una stagione o tutta la vita.



prefazione Storie, parabole, fiabe, leggende, aneddoti, ecc, anche se teoricamente potrebbero avere alcune differenze nelle loro definizioni più appropriate, fondamentalmente sono uguali e svolgono le stesse funzioni di “intrattenere”, “istruire” e “trasformare”. Tutto l’ingegno dell’uomo non è stato in grado di concepire uno strumento migliore per raggiungere questo scopo. I “Grandi Maestri” di tutti i tempi hanno sempre fatto ampio uso di esse, con un risultato garantito al cento per cento. Nei nostri tempi, il rapido sviluppo dei mezzi di comunicazione e la diffusione incredibilmente veloce attraverso gli apparecchi elettronici, hanno dato a questo strumento ormai collaudato un grande impulso, rendendolo ancora migliore. Attraverso i secoli è sempre stato considerato un tonico molto potente, cioè un mezzo per dare forza, ma purtroppo “brevettato”, disponibile solo per pochi eletti, ma lo straordinario sviluppo dei nostri tempi lo ha letteralmente reso “generico”, a disposizione di tutti quanti, per di più ad un costo insignificante. L’unico intoppo, di allora e di adesso, è che può funzionare “solo dal di dentro”, esattamente come ogni altro potente tonico, non porta alcun beneficio se rimane sullo scaffale. Alcune delle storie di questo libro sono racconti di episodi di vita reale, ma la grande maggioranza, credo, sono le produzioni di menti geniali e profonde dotate di una immaginazione molto fertile – la migliore di tutte le facoltà umane, la sorgente ultima di ogni invenzione. Il risultato fu così buono ed efficace, che sono state riprodotte all’infinito, più e più volte, fino a raggiungere il sublime stadio di “anonime” e a diventare parte integrante del “patrimonio comune dell’umanità”. Pertanto ci scusiamo per la nostra impossibilità di rendere pubblicamente onore e riconoscimento agli autori originali che debitamente meritano, ma siamo qui a corrispondere il nostro profondo rispetto e a rendere la nostra gratitudine a ciascuno di loro.


prefazione Dichiariamo inoltre che non rivendichiamo alcun credito, anche per una sola, poiché nessuna è stato partorita dal nostro cervello poco fertile – le abbiamo solamente colte così, come le abbiamo trovate. La voglia di progredire, di essere migliori, è particolarità soltanto degli esseri umani. Come abbiamo già accennato, nel corso dei secoli, storie ispiratrici si sono dimostrate lo strumento migliore e più efficace per migliorare se stessi. Migliaia di sublimi storie sono apparse improvvisamente nel nostro orizzonte per mezzo dell’invisibile. Alcuni di queste si sono fermate a lungo e, a modo loro, senza pretese, hanno avuto un’influenza profonda nel trasformarci in quello che siamo oggi e nella speranza di migliorare ancora. Vi presentiamo questa piccola raccolta di storie, convinti che possano avere su di voi lo stesso effetto di metamorfosi che hanno avuto su di noi. Come piccolo “supplemento” da parte nostra, troverete anche una breve riflessione per stimolarvi ancora di più. “Accenditi per illuminare”

Dr. Jose Kaimlett


prefazione Avevo percorso un paio di migliaia di irregolari chilometri attraverso il sud dell’India prima di raggiungere Eluru, la casa di padre Jose, nello stato dell’Andhra Pradesh. La casa appariva semplice e severa, nessun colore sulle pareti, solo il grigio dell’intonaco. Dietro la pesante porta di metallo e la fitta zanzariera, vi era uno stanzone quasi completamente vuoto, un elefante di terracotta sulla destra e un piccolo tavolino sulla sinistra, dove quattro signori, non più giovani, giocavano a carte composti. Uno di loro si alzò, mi venne incontro, mi abbracciò con una forza e un calore che difficilmente si dimenticano, e mi disse “Benvenuto!”. Poi tornò subito a sedersi, riprese il mazzo di carte e continuò la sua partita. “Che tipo strano!” pensai. Ero sicuro che lui avesse pensato la stessa cosa di me. Quello che so è che, da quel giorno, le nostre strade non si sono mai più separate. E questo è stato uno dei più bei regali che ho avuto dalla vita. Molte migliaia di chilometri abbiamo percorso insieme, attraverso l’India, l’Africa, l’Italia. E mentre paesaggi e vita passavano dai finestrini, le sue storie, mai a caso, mai senza un messaggio, riempivano gli spazi del silenzio e delle riflessioni. Quella che segue è una semplice raccolta di quelle storie, perché così come hanno fatto sorridere e riflettere me in questi anni, possano fare altrettanto nella mente e nell’animo di chi legge. L’opportunità di averle sentite narrare di persona da lui, rimarrà un privilegio mio e delle persone che hanno avuto la fortuna di incontrare sulla propria strada Padre Jose.

Dott. Daniele Sciuto



Fare sempre centro C’era una volta un Rabbino che aveva l’abitudine di rispondere a ogni domanda raccontando una storiella. Un giorno gli chiesero come riuscisse a farlo con tanta precisione. Sorridendo, il vecchio insegnante rispose: “Questo mi fa ricordare una storia. Un giorno un giovane soldato stava viaggiando per la campagna, quando decise di fermarsi in un piccolo villaggio per far riposare il proprio cavallo. Mentre passeggiava notò una staccionata di legno. Su ogni paletto c’erano disegnati con il gesso alcuni cerchi e nel centro preciso di ogni cerchio vi era un foro di pallottola. “Che incredibile precisione” pensò il soldato analizzando i paletti “non c’è un solo colpo che non sia un centro perfetto”. Il soldato cominciò a cercare chi fosse la persona in possesso di un così grande talento. Gli fu detto che il cecchino era un giovane bambino. “Chi è che ti ha insegnato a sparare così bene?” chiese il soldato al bambino. “Ho fatto da solo” gli rispose il bambino. Non soddisfatto il soldato chiese ancora “A cosa attribuisci questa tua abilità?”. “Veramente” rispose il bambino “non è per nulla difficile. Prima sparo ai paletti, poi prendo un pezzo di gesso e disegno il cerchio attorno al buco”. Il Rabbino si fermò per un momento. “Adesso conoscete il mio segreto. Io non cerco una storia per rispondere alla domanda. Io raccolgo ogni buona storia o parabola e la conservo nella mia memoria. Quando arriva una buona occasione, cerco la storia più affine. In effetti, semplicemente, disegno un cerchio attorno al buco che è già lì”.


multivitaminico

A

volte incontriamo persone che riescono a tirare fuori storie appropriate per ogni occasione e ci piacerebbe poter fare la stessa cosa. Come puoi vedere, è molto semplice. Chiunque può diventare facilmente un esperto, basta solo fare qualche piccolo sforzo e qualche prova. Le storie ci sono tutte, le hai sentite più e più volte. Ognuna di queste ha una particolare morale e un significato, questo è quello che interessa ad una mente fertile. E’ solo questione di allenare un po’ la mente per andare direttamente al cuore delle cose e chiudere fuori il superfluo. Tutto ciò richiede un po ‘di pratica, che in poco tempo diventa abitudine.


per lo spirito

Un grado di differenza Non molto tempo fa, Sam Parker e Mac Anderson hanno scritto un libro da regalo, della collana La Semplice Verità, intitolato “100oC: il grado extra” ed è stato un successo che ha superato qualsiasi immaginazione. Se non vi è noto, il concetto alla base del libro è questo: A 99 gradi l’acqua è calda. A 100 gradi l’acqua bolle. Con l’acqua in ebollizione si produce il vapore. E il vapore può far muovere una locomotiva. Ed è proprio quel grado in più che fa la differenza. (Mac Anderson)

Nella vita è quel grado in più che separa i buoni dai grandi, gli eroi dai comuni. Quello che avvalora il significato di questa storia è che la si può utilizzare per le proprie esigenze. Possono essere 100 gradi di lavoro che vorremmo rafforzare, o 100 gradi di atteggiamento, carisma, qualità. Oppure si può scegliere di costruire la cultura del proprio essere sul concetto dei 100 gradi per differenziarsi rispetto alla concorrenza. Il concetto dei 100 gradi è molto semplice, ma al tempo stesso molto potente. Una volta spiegato diventa chiaro a chiunque. E, inoltre, appena lo si è appreso, difficilmente si dimentica.


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il dubbio della coscienza Un imputato era accusato di omicidio. Contro di lui vi erano prove che indicavano la sua colpevolezza, ma queste prove non erano schiaccianti. Così durante l’arringa finale il suo avvocato, che in fondo immaginava che il suo cliente sarebbe stato condannato, ricorse ad un trucchetto. “Signori e Signore della giuria, ho una sorpresa per tutti voi” disse l’avvocato guardando l’orologio. “Tra un minuto, la persona che voi dite assassinata dal mio cliente e che credete morta, entrerà in quest’aula di tribunale” e guardò verso la porta d’ingresso. I giurati, incredibilmente sorpresi, si voltarono a loro volta in quella direzione. Passò un minuto ma nulla accadde. Alla fine l’avvocato disse “Mi sono inventato quello che ho detto. Ma voi tutti avete guardato. Vi ho messo in testa il ragionevole dubbio che nessuno è stato ucciso e insisto che vi fidiate e che il vostro verdetto sia di non colpevolezza. La giuria, confusa, si ritirò per deliberare. Pochi minuti dopo rientrò e giudicò il condannato colpevole. “Ma come?” chiese l’avvocato. “Avreste dovuto avere dei dubbi: vi ho visti tutti fissare la porta”. Il rappresentante della giuria replicò: “Oh sì, noi guardavamo, ma il suo cliente no.”

Puoi imbrogliare il mondo intero, ma non la tua coscienza. Questa non chiude mai gli occhi, non dorme mai e non si lascia ingannare.


per lo spirito

Affilare l'ascia Un ragazzo si avvicinò al proprietario di una falegnameria e gli chiese lavoro come boscaiolo. “Dipende” rispose il capo “vediamo come tagli questo albero”. Il giovane si fece avanti senza esitazione e abilmente tagliò un albero enorme. Davvero impressionato, il proprietario gli disse “Puoi cominciare lunedì”. Lunedì, martedì, mercoledì passarono e giovedì pomeriggio il capo gli disse “Puoi venire a ritirare la tua paga oggi, quando hai finito”. Sorpreso il ragazzo disse “Pensavo che pagaste il venerdì, alla fine della settimana”. “Normalmente è così” rispose “ma ti licenzio oggi perché sei rimasto troppo indietro, la nostra tabella di taglio alberi mostra che sei passato dal primo posto come tagliatore nella giornata di lunedì, all’ultimo posto di oggi”. “Ma non è possibile, io sono un gran lavoratore” rispose sorpreso il ragazzo “ogni giorno sono arrivato prima di tutti gli altri e andato via per ultimo, ho persino lavorato nella pausa caffè, non è davvero possibile quello che lei dice”. Il proprietario avvertendo l’integrità e sensibilità del ragazzo pensò un attimo e poi disse “Ti sei dato premura di affilare la lama ogni tanto?”. Il giovane rispose “No signore, ero così preso dal lavorare tanto che non ho avuto tempo di farlo”.

La nostra vita è così. Molto spesso siamo talmente impegnati che non prendiamo il tempo “per affilare la lama”. Nella società di oggi sembra che ognuno sia più impegnato che mai. Perché? Potrebbe anche essere perché ci siamo dimenticati come si affila la lama. Puoi immaginare quali terribili conseguenze questa perdita possa avere in un mondo così competitivo.


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Abraham Lincoln diceva spesso “Se io avessi otto ore per abbattere un albero, ne passerei sette e mezzo ad affilare la lama della mia accetta. La maggior parte della gente passerebbe tutte le otto ore a provare ad abbattere un albero con un’accetta inutile�.


per lo spirito

Buddha e la mente serena Una volta Buddha stava viaggiando con alcuni dei suoi seguaci. Mentre costeggiavano un lago, Buddha disse a uno dei suoi discepoli “Ho sete. Prendimi un po’ di acqua dal lago”. Il discepolo camminò verso il lago. In quel momento un carro attraversò il lago e l’acqua diventò torbida e fangosa. Il discepolo pensò “Come posso dare quest’acqua a Buddha da bere?”. Così ritornò indietro e disse a Buddha “L’acqua è molto sporca, non penso sia adatta da bere”. Dopo mezz’ora di nuovo Buddha chiese allo stesso discepolo di ritornare al lago. Il discepolo così fece, ma l’acqua era ancora fangosa. Ritornò e disse la stessa cosa a Buddha. Dopo un po’ Buddha chiese nuovamente al discepolo di provare ancora. Questa volta il discepolo notò che il fango si era depositato e l’acqua era chiara e pulita. Così raccolse l’acqua in una brocca e la portò a Buddha. Buddha guardò l’acqua, poi guardò negli occhi il discepolo e disse “Visto cos’hai fatto per avere l’acqua pulita? L’hai lasciata stare, lo sporco si è depositato da solo e adesso hai acqua pulita”.

La tua mente è esattamente così! Quand’è agitata, lasciala stare. Concedile un po’ di tempo. Si calmerà da sola. Non devi fare nessuno sforzo per calmarla. Infatti ogni sforzo sarebbe addirittura controproducente. Avere una mente serena non è un lavoro faticoso, è un processo senza fatica.


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Il fratello e la tempesta Quest’episodio accadde in un piccolo villaggio di pescatori in Olanda. La vita e le attività di quel villaggio ruotavano intorno alla pesca. In un particolare giorno vi fu una tempesta imponente con pioggia abbondante e nessuno uscì in mare a pescare. Tuttavia, durante la tempesta nella notte, una barca fu rovesciata e l’equipaggio inviò un SOS. Come sempre in questi casi, fu presto organizzato un gruppo di salvataggio che si addentrò nel mare in tempesta per recuperare gli uomini. Gli abitanti del villaggio aspettarono lungo la spiaggia con le lanterne accese per facilitare il ritorno della barca di salvataggio. Dopo più di un’ora si poteva vedere soltanto la barca che combatteva con il mare mosso per il suo rientro. Il gruppo di salvataggio, stremato, rientrò e dissero che dovettero lasciare in mare una persona poiché con un altro peso avrebbero rischiato di capovolgere la barca di salvataggio. Allora un soccorritore si organizzò immediatamente per tornare in mare e si unì a lui Hans, un ragazzo di 16 anni. La mamma prese per il braccio il figlio supplicandolo di non andare, poiché il padre 10 anni prima perse la vita in un naufragio e il fratello più anziano, Paul, era ancora disperso in mare da più di 3 settimane. “Tu sei tutto quello che ho, per favore non andare” disse la madre. “Mamma, devo andare” replicò Hans. “Che cosa accadrebbe se ognuno dicesse di lasciar andare qualcun altro?”. Così dicendo corse verso la barca e s’immersero nel mare mosso. Dopo un’ora circa, che sembrò un’eternità, i contorni della barca cominciarono a intravedersi attraverso la nebbia. Gli abitanti, in ansiosa attesa lungo la costa, gridarono: “L’avete preso l’uomo?”. Fu Hans a rispondere: “Sì mamma, è il nostro Paul”.


per lo spirito

Quando occorre fare qualcosa, ognuno dice: “Bisogna fare qualcosa”. L’aspettativa comune è che qualcuno lo farà, o che qualcuno debba farlo. Ma quel qualcuno non sei tu o io, è sempre un altro. giorno Socrate rideva e una persona gli chiese “Che cosa trovi così divertente?”. “Guarda” disse lui “C’è quella pietra in mezzo alla strada. Ho già contato sei persone inciamparvi e cadere. Ognuna si alza, spolvera i vestiti, fissa la pietra e impreca contro di essa, poi proseguono per la loro strada. Ma nessuno ha mai pensato di spostarla”.

Un

Se qualcosa dev’essere fatto da qualcuno, che tu sia quella persona!


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Perchè tanta povertà Due uomini stavano parlando di fronte alla scalinata della chiesa dove poco prima avevano ascoltato il sermone sul diavolo nel mondo. Uno dei due disse “Sai, a volte mi viene da chiedere a Dio come mai permetta l’esistenza di così tanta povertà, rabbia e ingiustizia. Sicuramente potrebbe fare qualcosa a riguardo”. Il secondo “Scusa, ma allora perché non glielo chiedi?”. E il primo rispose “Perché ho paura che Lui possa rivolgermi la stessa domanda”.

Noi siamo verbalmente molto inclini a incolpare i potenti, il governo, il genere umano, l’insensibilità di tutti, persino Dio, per la miseria che ci circonda. Se solo, tu e io, nel nostro posto e tempo, avessimo fatto quel poco possibile, la maggior parte della miseria sparirebbe in una notte. Dio ci ha messo dove siamo come suoi aiutanti, Lui non ha mani eccetto le nostre. Sicuramente un giorno ci chiederà “Ero affamato, ero nudo, freddo e tremante, ero malato. E tu cosa hai fatto?”.


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Sciocchi come gli uomini Vi erano due vecchi muli legati da un pezzo di corda. Uno disse all’altro “Seguimi che mi faccio uno spuntino di fieno fresco, appena tagliato.” “Non vengo” disse l’altro “tu segui me, io ho del fieno laggiù, vedi.” Ognuno tirava dalla sua parte, non andarono da nessuna parte, alzarono della gran polvere e per giunta si fecero male! I due muli testardi si misero uno di fronte all’altro e dissero “Ci stiamo comportando come stupidi uomini, uniamoci, io ti seguirò e poi tu verrai con me ed entrambi mangeremo fieno”. Così mangiarono il loro foraggio e per di più a loro piacque pure. Dissero “Diventiamo compagni”. E’ questa la fine di un giorno perfetto.

Una

ricetta produttiva, efficace per l’a rmonia universale e la pace.


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La scala a senso unico Un uomo un giorno s’imbatté in una torre altissima, vi entrò e scoprì che era completamente buia all’interno. Girovagando trovò una scala a chiocciola. Incuriosito dal sapere dove portasse cominciò a salire, ma più saliva più un senso di apprensione gli cresceva nel cuore. Allora si voltò indietro e con orrore scoprì che per ogni gradino che aveva salito, quello precedente si era disintegrato ed era scomparso. Davanti a lui la scala saliva senza fornirgli un’idea di dove portasse, mentre dietro di lui si formava un enorme vuoto nero. (Anthony de Mello)

Che situazione spaventosa. La vita è esattamente come questa scala. Non ci sono gradini che possiamo ripercorrere. La sola via è davanti a noi. E fino a quando non si ha un’idea di dove porta la scala può essere spaventoso. E diverso per colui che sa dove la scala conduce.


per lo spirito

Troppo tardi Una giovane donna stava aspettando il suo volo in una sala d’imbarco di un grande aeroporto. Poiché l’attesa era lunga, decise di comprare un libro per far passare il tempo. Comprò anche un pacchetto di biscotti. Si sedette in una poltrona, nella sala vip dell’aeroporto, per riposare e leggere in pace. Accanto alla poltrona dove aveva lasciato il pacchetto di biscotti vi era seduto un uomo che aprì il giornale e cominciò a leggere. Quando la donna tirò fuori il primo biscotto, anche l’uomo ne prese uno dallo stesso pacchetto. La donna si sentì irritata, ma non disse nulla. Pensò solo “Che nervoso! Se fossi stata in vena, l’avrei picchiato per aver osato!” Per ogni biscotto preso da lei, anche l’uomo ne prese uno. Ciò la fece infuriare, ma non se la sentiva di fare una scenata in pubblico. Quando rimase solo un biscotto, pensò “Che cosa farà adesso quest’uomo così insolente?”. Infine, l’uomo prese l’ultimo biscotto, lo divise a metà e gliene diede una delle due. “Ah! Questo è troppo!” pensò, davvero furiosa. In un battibaleno, prese il suo libro, le sue cose e si precipitò verso il luogo d’imbarco. Quando si sedette nel suo posto all’interno del piano, guardò nella borsetta per prendere gli occhiali e, con sua grande sorpresa, il suo pacchetto di biscotti era lì, intatto, chiuso. Provò tanta vergogna! Si rese conto di aver sbagliato: aveva dimenticato che i suoi biscotti erano rimasti nella sua borsa. L’uomo aveva diviso i suoi biscotti con lei, senza sentirsi irritato o amareggiato, mentre lei era molto arrabbiata, pensando di aver diviso i suoi biscotti con lui. E a quel punto non vi era più alcuna possibilità di spiegare o chiedere scusa.


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A

causa del nostro egoismo e dei nostri atteggiamenti, spesso ci rendiamo conto troppo tardi che i gesti altrui sono fatti per la nostra felicità e il nostro benessere, o è troppo tardi per chiedere scusa del nostro comportamento negativo per gli altri.


Padre Dottor Jose Kaimlett Nato in India, prete cattolico da più di 45 anni laureato in Diritto Canonico. Grande visionario, ha dato un contributo enorme alla comunità della chiesa cattolica e alla società, sia come missionario che filantropo. E’ il fondatore degli ordini Heralds of Good News (Araldi della Buona Novella), Sisters of Good News (Sorelle della Buona Novella), e Missionaries of Compassion (Missionari della Compassione). Queste tre comunità hanno ispirato centinaia di ragazzi e ragazze a dedicare la loro intera vita al servizio della società. Ha inoltre costruito numerosi centri specializzati nel campo dell’educazione, della salute e del servizio caritatevole in India e all’estero. Ancora oggi porta avanti diversi progetti e continua a diffondere messaggi di etica, morale e riflessione attraverso i nuovi e moderni mezzi di comunicazione.

frkaimlett@gmail.com www.missionariesofcompassion.org


Dottor Daniele Sciuto Nato in Italia, medico di medicina generale ed emergenza territoriale 118 in servizio attivo nella provincia di Savona. Già durante gli anni universitari affronta i primi viaggi a scopo umanitario nei paesi in via di sviluppo. Dopo un prima missione in Ghana nell’anno 2000, segue il Madagascar, Nepal, Tibet, India, Uganda, Tanzania, Costa d’Avorio, Sudan e Haiti. Nel 2006 fonda il progetto umanitario FIND THE CURE, Comitato No Profit che sostiene diversi progetti di sviluppo in ambito sanitario, educativo e alimentare nei paesi dell’India, Africa, e Haiti e che in breve tempo ha coinvolto un numero elevato di giovani motivati e professionali, uniti da una forte spinta verso la solidarietà e la cooperazione internazionale, attivi sia sul territorio italiano che estero. Dal 2006 Missionaries of Compassion e FIND THE CURE condividono diversi progetti in India e Africa, e la strada di Padre Jose e del Dott. Daniele continua uno vicino all’altro.

daniele.sciuto@findthecure.it www.findthecure.it


Un grazie speciale a: Chiara Ghiglino (grafica e impaginazione), Filippo Bianchi, Francesca Grillo, Giorgia Bozzello Verole, Ilaria Badino, Roberta Troccoli, Roberto Musitano, Rossella Thea, Sara Rivaroli e Simona Schivo



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