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indice

1.METODO SCOUT IN GENERALE

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Il sistema delle pattuglie 16

1. Pattuglie di ragazzi – 2. Capi pattuglia –3. Ancora sui capi pattuglia – 4. Il sistema delle pattuglie –5. Importanza dei capi pattuglia – 6. L’azione del capo pattuglia –7. Sviluppo del sistema delle pattuglie –8. Convegni di capi pattuglia – 9. Il ruolo del capo pattuglia

Il campo scout 25

10. Scopo del campo scout – 11. Scopo e carattere del campo estivo –12. Attività al campo – 13. Al campo – 14. Il campo –15. La stagione dei campi – 16. Di nuovo sui campi estivi17. Responsabilità degli aiuti

Il gioco 35

18. Giochiamo, non limitiamoci a veder giocare gli altri –19. Il gioco e i ragazzi poveri – 20. Giochi sportivi –21. Giochi individuali e di squadra

L’arte del capo

22. Cercasi fantasia (suggerimenti ai capi) – 23. Il nostro scopo –24. Scouts in attività – 25. Necessità di un programma per l’inverno –26. L’arte di farsi ubbidire – 27. Rileggere i testi –28. Sulle perdite – 29. S. Giorgio: torniamo alle fonti –30. Siate preparati: l’inverno si avvicina –31. Gradualità nell’educazione – 32. Il gioco dello scautismo –

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33. Pensieri mentre mi faccio la barba – 34. Chiedilo al ragazzo –35. Attività in città – 36. Conoscere il ragazzo –37. L’azione del Capo – 38. Il punto di vista del ragazzo –39. Scautismo sintetico – 40. I vecchi principi

Lo stile scout 56 41. L’uniforme per i Capi – 42. Il cerchio scout –43. Lo stile scout – 44. Uomini delle caverne? –45. Non un V.P., ma un uomo dei boschi

Altre questioni di metodo 62 46. Espressione scout – 47. Scouts di prima classe –48. Disegnare – 49. La scienza dei boschi non è l’indianismo50. Indianismo e scautismo – 51. Arrampicarsi –52. Reparti dei piccoli centri – 53. Il disegno – 54. Tracce –55. Ancora su osservazione e deduzione –56. Noci grosse e noci piccole – 57. Giocare a carte –58. È lo scautismo adeguato ai bisogni d’oggi?

2.I QUATTRO PUNTI

77 59. Educazione fisica – 60. Un’immagine di cattivo scautismo –61. Il sonno è necessario per la crescita –62. Ancora su San Giorgio – 63. Servizio del prossimo –64. Il concetto scout di servizio – 65. Scautismo e salute fisica –66. La cultura della salute

3.VALORI MORALI, LEGGE E PRO MESSAFINALITA’ DELLO SCAUTISMO

67. Un bravo scout… - 68. Scouts e cavalieri antichi –69. Non essere uno snob – 70. Scautismo e mondo dell’educazione –71. Sulle mance – 72. Il punto di vista degli altri –73. Educazione scolastica e formazione scout –74. Futilità dell’addestramento militare – 75. Proibizioni –76. Il nostro civismo – 77. Calma e buonumore –78. In morte della madre – 79. Bacco e tabacco –80. Cos’è un gentleman – 81. Il giglio all’occhiello–

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82. Autoeducazione – 83. Educare alle responsabilità del cittadino84. Scautismo e militarismo –85. Dopo la guerra: il contributo dello scautismo –86. Ciò che lo scautismo non è –87. Maria Montessori e lo scautismo –88. Ogni Capo è il manuale di se stesso –89. La festa di san Giorgio – 90. Cos’è lo scautismo –91. Le tre vergogne nazionali e il loro rimedio –92. Guarda lontano – 93. La buona azione – 94. Scout nautici –95. Il tipo giusto di ragazzo –96. Educare all’amore anziché alla paura –97. I popoli del mondo hanno da imparare gli uni dagli altri –98. Impiccare i veri colpevoli – 99. Scautismo e militarismo –100. Sul canto – 101. Scautismo nei quartieri poveri –102. A proposito di questi famosi scouts –103. Una totale conversione interiore –104. Come vivere fino a 115 anni – 105. Natale –106. Scautismo e ambienti popolari –107. Suggestioni della pubblicità di massa –108. Lo scout è laborioso ed economo – 109. Rendere felici gli altri –110. «Mi fai perdere la pazienza! » - 111. Ospitalità scout –112. Scautismo e militarismo – 113. Sulla Legge scout –114. Contro la disoccupazione –115. Messaggio per la festa di San Giorgio (23 aprile)–116. Letture – 117. Avventura! – 118. Cameratismo dei giovani –119. Fede, speranza e carità – 120. Valore dell’uniforme –121. 83 anni: sono vecchio? –122. Formazione del carattere: oggi ancor più importante

4.SCAUTISMO E RELIGIONEFORMAZIONE SPIRITUALE 161 123. La religione degli scouts – 124. Attività scout per la domenica –125. Importanza di una formazione spirituale –126. Sulla preghiera – 127. Scautismo e formazione religiosa –128. La religione dei boschi – 129. Marciare al passo del più lento –130. L’educazione tramite lo studio della natura –131. San Giorgio – 132. Ancora sulla religione dei boschi –

133. L’alpinismo come educazione –134. Rispetto per le altre religioni – 135. Etica fondamentale –136. Agli scouts britannici in patenza per il pellegrinaggio scout internazionale a Roma per l’Anno santo 1925 – 137. La scelta religiosa dello scautismo– 138. Studio della natura ed educazione sessuale –139. La domenica al campo –140. L’amore cristiano nello scautismo–141. Qualche idea per i servizi religiosi

5.GUIDISMO:

199 142. Programma per ragazze guide – 143. Scautismo per ragazze –144. Perché si chiamano guide – 145. Il ruolo delle guide nella costruzione della pace – 146. Cooperazione tra scouts e guide –147. Uscite e campi in comune tra rovers e scolte

Scautismo Femminile

6. GOVERNO DELL’ASSOCIAZIONEFORMAZIONE CAPI

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Governo dell’Associazione 210 148. Giocare il gioco – 149. Tempeste in un bicchiere d’acqua –150. Decentramento – 151. Il nocciolo dello scautismo –152. Fraternità – 153. Sulle lettere anonime –154. Il numero non conta –155. Lo scautismo è un gioco non una scienza –156. Lo spirito di una conferenza scout –157. Mettiti al suo posto – 158. Il giusto spirito dello scautismo –159. Trovare nuovi Capi –160. Nota di addio ai miei fratelli e sorelle Capi di scouts e di guide

Formazione Capi 226

161. La parte teorica della formazione Wood Badge –162. L’impegno dell’IPISE per i Capi –163. Esame di coscienza per Capi –164. «Se potessi tornare ragazzo…»165. Essere Capi

166. Fraternità internazionale – 167. Scautismo d’oltremare –168. Contro la guerra, ma non contro la difesa militare –169. La guerra – 170. Lo scautismo e la pace mondiale –171. Sviluppo spontaneo della dimensione internazionale –172. Discorso al 1°Jamboree (Olympia 1920) –173. «Tempora mutantur et nos in illis»174. «Prevenire è meglio che guarire»175. Fraternità universale di servizio – 176. Patriottismo mondiale –177. Ripensando la guerra –178. Esempio di Capi e fraternità mondiale –179. Un patriottismo più ampio e più nobile –180. Scautismo fraternità internazionale –181. Lo scautismo e la pace – 182. Puntare sempre più in alto –183. Messaggio al 3°Jamboree mondiale –184. Lo scautismo per la pace mondiale – 185. Dieci anni dopo –186. Scautismo internazionale– 187. La crisi economica –188. Il valore del Jamboree – 189. Un programma per l’anno nuovo –190. Ciò che voglio vedere a Gödöllö –191. Messaggio al 4°Jamboree (Gödöllö, 1933) –192. Il movimento degli adulti scout – 193. Il vero patriottismo –194. «Una volta scout, per sempre scout»195. Ancora sul valore del Jamboree –196. Fraternità internazionale al campo –197. Discorso al 5°Jamboree (Vogelensang, 1937) –198. Discorso di chiusura alla 9°Conferenza internazionale –199. Un sogno sulla montagna –200. Dare al pendolo l’oscillazione contraria –201. Un’altra guerra mondiale – 202. Il seme è gettato –203. La lezione della guerra – 204. Ho potato le rose –205. L’ultimo augurio –206. «Il vecchio ordine cambia, cedendo il posto al nuovo»

8.STORIA

SCAUTISMO 301 207. L’origine dello scautismo - 208. Gli effetti di una B.A.

Dello

209. Trattenere gli scout più anziani –210. Primi passi del roverismo – 211. Lo scopo del roverismo –212. Il roverismo – 213. Il compito dei rovers –214. Roverismo – 215. Il servizio come idea-forza del roverismo –216. Roverismo e formazione del carattere –217. Il compito odierno dei rovers

10.LUPETTISMO 317

218. La formazione del lupetto –219. L’importanza del lupettismo –220. Ancora sull’importanza del lupettismo –221. Lupettismo e metodo esploratori –222. Non soltanto ragazzini che giocano –223. Lettera circolare ai genitori dei cuccioli –224. E se i lupetti divengono più numerosi degli esploratori? –225. “Onore lupetto” e specialità per lupetti –226. Lupettismo, scautismo e roverismo –227. La salita al reparto – 228. Promessa lupetto e Promessa scout

11.VARIE 329 229. Nuotare come San Patrizio APPENDICE 331

Discorsi registrati di B.-P. 332 1. Agli scouts - 2. Ai Capi e commissari - 3. Ai genitori4. Al pubblico - 5. Agli esploratori - 6. Ai genitori dei lupetti7. Il Grande Urlo - 8. Agli sportivi9. In Polonia sullo scautismo10. L’ottantesimo compleanno

INDICE ANALITICO 353

Nota Introduttiva

Gli scritti raccolti in questa antologia non appartengono alle principali opere del fondatore dello scautismo pubblicate in questa collana. Come contenuto, essi si apparentano ad una di esse, Il libro dei Capi, in quanto anch’esse rivolte direttamente ai responsabili del Movimento scout. Esse, peraltro, se ne distinguono per il loro carattere più empirico. Sono in gran parte pagine scritte sotto l’urgenza di avvenimenti od esigenze immediate, con quello stile diretto, ma non privo di impennate volta a volta umoristiche o letterarie, che è tipico di Baden- Powell. Qua e là, come al suo solito, appare la pennellata autobiografica: lo scautismo per B.-P.- e per qualunque Capo - è inseparabile della propria esperienza di vita. «Ogni Capo è il manuale di se stesso» (cfr. n. 88).

I vari brani sono stati scritti non in un volger limitato di anni, ma durante tutto l’arco della vita scout di B.-P., quella che lui soleva chiamare «la mia vita n. 2»: sfilano sotto i nostri occhi le sue idee sullo scautismo, dal primissimo schema pre-Brownsea agli ultimi pensieri di un ultraottuagenario vergati da mano ormai malferma e scoperti tra le sue carte dopo la morte. Ed in tal modo è possibile, attraverso le inevitabili ripetizioni (B.-P. era un seguace del detto «repetita juvant»), rilevare l’evoluzione delle sue preoccupazioni parallelamente allo sviluppo delle strutture e dei contenuti educativi del Movimento. Dai primi scritti sui campi e, sul sistema delle pattuglie, alle polemiche contro il militarismo e l’indianismo, allo sviluppo delle varie branche e del sistema del gruppo, alla carenza di Capi, alle difficoltà provocate dagli sconvolgimenti bellici e poi dal sorgere delle dittature, è un venir fuori di nuovi problemi e nuove soluzioni che giustificano il nome, cui tanto teneva B.-P., di Movimento.

In particolare il lettore coglie la netta evoluzione dell’aspetto internazionale del Movimento. Questo nasce come iniziativa esclusivamente britannica e imperiale: ma già nel 1910 è presente in una decina di paesi esteri (tra cui, con primi embrionali esperimenti, in Italia). E nel 1913 si tiene in Birmingham il primo campo internazionale, in occasione del quale B.-P. dedica per la prima volta uno scritto a questo aspetto (cfr. n. 166): ma è ancora un internazionalismo, tra bianchi. Poi, la guerra mondiale, e con essa il ripensamento di B.-P., sollecitato da un lato dalla fedeltà alla Patria in pericolo, dall’altro dalla coscienza dell’assoluta futilità del massacro bestiale sui campi di battaglia europei (cfr. nn. 95, 176). Di qui la sua fuga in avanti, rappresentata dal lancio, durante la stessa guerra, della prospettiva postbellica del Movimento come strumento di pace e di riconciliazione internazionale. È il Jamboree, è la fraternità mondiale dello scautismo senza più limiti di razza, di classe, di religione; non più mero aspetto di fatto del Movimento, ma cosciente ricerca di un più ampio patriottismo, al di là dei confini del proprio Stato. È, anche, la critica appena accennata alla Società delle Nazioni e ai piani di disarmo, a suo parere destinati l’una agli altri a rimanere sterili senza una base concreta nell’animo delle giovani generazioni. Quella base appunto che egli vedeva già in atto nel Movimento degli scout e delle guide.

Utopia? Se lo chiede lo stesso B.-P. (cfr. n. 192). E certo è oggi possibile osservare che qui come altrove B.-P. sottovaluta l’aspetto delle strutture e viceversa sopravvaluta l’effetto sulla società della formazione individuale data dallo scautismo. Il Movimento contava, nel 1922, due milioni di membri (cfr. n. 95). Oggi, ad oltre 100 anni dalla sua fondazione, scouts e guide superano in tutto il mondo i 40 milioni. Possiamo per questo dire che, anche nei Paesi a più forte densità scout, si sia più vicini al «regno della pace e della buona volontà, che è il regno di Dio» (cfr. n. 198)?

Ma se non vi è stato un automatico trasferimento, sul piano delle strutture sociali, delle idee-forza dello scautismo, non per questo è giusto trascurare l’aspetto dell’educazione (la quale, ricorda B.P., può essere solo personale e non di massa): l’un aspetto (le strutture) completa l’altro (le persone). E un impegno per la costruzione di un mondo nuovo non può prescindere da ambedue gli aspetti: sterile se limitato a un’educazione individualistica delle persone, lo è pure se preoccupato solo di mutare le strutture senza convertire le coscienze.

Al di là del loro contenuto specifico gli scritti di Baden-Powell restano poi, per i responsabili del Movimento, una fonte essenziale per afferrare lo stile con cui B.-P., la cui autorità era pure indiscussa e il cui prestigio leggendario, parlava ai Capi. Oltre a ciò che dice, è importante come lo dice. È il metodo della persuasione opposto al controllo cavilloso o al fatto compiuto. È l’accettazione leale e cosciente di una Legge come vincolo di disciplina e di fraternità, e del sacrificio di sé che talora ciò comporta; è il rifiuto delle pastoie burocratiche, delle riserve mentali, del campanilismo, del separatismo, dell’interpretazione personale.

Questo non è un libro da leggere tutto di seguito, ma piuttosto una fonte cui tornare, di tanto in tanto, per cogliere quell’aspetto essenziale che si ricava dagli scritti del Fondatore: lo spirito del Movimento.

Gli scritti sono tratti in buona parte dagli articoli mensili (Outlooks, o «punti di vista») apparsi sulla rivista dei Capi dell’associazione inglese (dal 1909 al 1922 the Headquarters Gazette, e successivamente The Scouter): in parte minore dalla rivista trimestrale del Bureau Internazionale, Jamboree, pubblicata dal 1921, o infine da varie altre fonti. Quanto ai disegni, malgrado il gran numero pubblicato nelle altre opere di questa collana, ne abbiamo ancora scoperti una ventina inediti, che riproduciamo in accompagnamento ai testi. B.-P., com’è noto, possedeva come pochi altri l’arte di rendere con uno schizzo o un disegno un’idea o un concetto (si veda, a titolo d’esempio, il disegno raffigurante l’opposizione tra formazione scout e addestramento militare, p.96).

Sono stati omessi gli scritti sparsi successivamente inseriti nei quattro volumi fondamentali: e viceversa sono state inserite alcune parti del capitolo finale «Principi e metodi» della vecchia edizione di Scautismo per Ragazzi , capitolo solo per una parte - qui omessa - riprodotto nell’edizione attuale di Il libro dei Capi. Con richiami nelle note abbiamo rilevato i punti i cui B.-P. riprende - talora con le medesime parole - singoli concetti negli altri libri.

Talora i brani sono talora preceduti da un’introduzione che ha per scopo di situarli storicamente o di riassumere parti di minor interesse.

In questa quarta edizione, diversamente dalle precedenti (la prima apparve oltre trent’anni fa), gli scritti sono stati riordinati per grandi temi, e solo all’interno di essi l’ordine è cronologico. Vi è, logicamente, una certa misura di imprecisione in questo, visto che un medesimo scritto può trattare di valori morali, di principi del metodo e di governo associativo. Ma almeno chi cerchi gli scritti relativi ad un tema – pace, formazione religiosa, roverismo, lupettismo – può trovarli raccolti secondo l’argomento prevalente. Un ampio indice di nomi e degli argomenti trattati negli scritti può consentire di completare l’esame di un tema aggiungendovi gli accenni contenuti altrove.

Mario Sica Roma, ottobre 2008

Le citazioni degli altri scritti di B.-P. si riferiscono alle edizioni in commercio edite dalla Fiordaliso.

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