6 minute read

Il sistema delle pattuglie

Pubblichiamo qui il primissimo scritto di B.-P. sul metodo scout, anteriore sia al campo sperimentale di Brownsea che allo Scouting for Boys . Si noti l’insistenza di B.-P. nel rivolgersi alle organizzazioni esistenti, e soprattutto il titolo: non già l’associazione, non il reparto, non il comitato di adulti, ma la pattuglia di ragazzi è il punto d’inizio nel nuovo sistema educativo, e ne resterà la pietra angolare.

Il seguente è lo schema di un programma che, in risposta a varie richieste, ho ritenuto di sottoporre all’attenzione dei dirigenti di «Boys Brigades»1, «Church Lads Brigades»2, clubs di cricket, corpi di cadetti ed altre simili organizzazioni per ragazzi, insegnanti di tutte le classi, membri dell’Y. M. C. A.3, membri del clero, gentiluomini di campagna, datori di lavoro ed altre persone interessate alla giovane generazione, sia in madrepatria che nelle colonie.

Advertisement

Scopo: Aiutare organizzazioni esistenti a fare dei giovani della generazione che sale, di qualunque classe o credo religioso, buoni cittadini o utili coloni.

Motivi: Quest’idea è stata originata da: - l’esistente urgente necessità di sviluppare tra la giovane generazione le molte qualità che fanno i buoni cittadini nel nostro paese;

William e divenuto ben presto internazionale: i suoi scopi non sono lontani da quelli dello scautismo (sviluppare un carattere forte ispirato ai principi cristiani tramite attività civiche e di gruppo).

4 B.-P. raccontò più tardi come un gruppo di sette ragazze sfilasse inaspettatamente sotto i suoi occhi a un raduno scout nel settembre 1909, e come da tale fatto nascessero spontaneamente le guide (cfr. anche n. 142). Vediamo peraltro che un’estensione dello scautismo alle ragazze era presente alla mente di B.-P. fino dal primo momento.

- la mancanza di attrattiva in alcune delle esistenti organizzazioni per ragazzi;

- la mancanza in tutte queste organizzazioni di novità che permettano di tener vivo l’interesse del ragazzo;

- le numerose richieste di suggerimenti che mi sono pervenute.

Metodo: Dare, sotto il nome di «scautismo», una nuova e attraente forma di educazione alle qualità virili.

Può essere applicato a qualunque organizzazione esistente o, dove non ne esiste alcuna, può senza difficoltà esser condotto per conto suo.

Applicabile in città o in campagna, in madrepatria o nelle colonie.

Può anche essere esteso alla formazione delle ragazze4. Non costoso, facile ed interessante per i dirigenti.

Materie: Istruzione nelle arti dello scout, tra cui l’osservazione, le tracce, la deduzione, la scienza dei boschi, la tecnica delle attività sull’acqua, il salvamento di vite umane, la salute, l’economia, l’abnegazione, la disciplina, la responsabilità, la cavalleria, il patriottismo.

Giochi: Per esercitazioni ulteriori e per mantenere interesse nelle suddette attività si è pensato a vari giochi e competizioni, collegati a un sistema di «onori».

Manoscritto del febbraio 1907 riprodotto in W. Hillcourt with Olave, Lady Baden-Powell, TheTwo Lives of a Hero, Heinemann, London, 1964, p. 258.

Manuale: Un manuale economico illustrato, «Scautismo per Ragazzi», è in preparazione; esso dà tutti i dettagli e contiene un corso di lezioni progressive che permetterà a un istruttore, anche se egli stesso non è addestrato, di insegnare ai suoi ragazzi; oppure può esser messo nelle mani di un ragazzo perché si istruisca da sé. Ogni guadagno dalla vendita del manuale verrà devoluto ad organizzare pattuglie di ragazzi.

2. Capi pattuglia

Organizzazione: Una «pattuglia» è composta da sei ragazzi sotto un ragazzo più anziano che è il «capo pattuglia». Da quattro a dieci pattuglie formano un «reparto» sotto un dirigente in qualità di «Capo reparto».

Alcuni Capi reparto sono ancora in ritardo sui tempi (e di conseguenza i loro reparti sono al disotto del livello medio), in quanto non si servono abbastanza dei loro capi pattuglia.

Dovrebbero invece dare a questi loro collaboratori la stessa libertà d’azione che essi stessi vorrebbero avere dai loro commissari o commissariati di distretto.

Dovrebbero tenere il capo pattuglia responsabile per qualunque cosa, buona o cattiva, accada nella pattuglia.

Dovrebbero affidargli una responsabilità, lasciandolo poi svolgere il suo lavoro, e se sbaglia lasciarlo sbagliare e mostrargli in seguito dove ha sbagliato; per il ragazzo è questo il solo mezzo per imparare.

Il valore della formazione scout consiste per una buona metà nel porre una responsabilità sulle giovani spalle del ragazzo. In particolare il sistema è buono per domare gli spiriti più ribelli; offre loro qualcosa cui essi amano dedicarsi, distogliendoli da imprese da teppisti, ugualmente eroiche ma meno raccomandabili.

Headquarters Gazette, aprile 1910

3. Ancora sui capi pattuglia

I progressi migliori si verificano in quei reparti in cui il potere e la responsabilità del governo del reparto sono effettivamente nelle mani dei capi pattuglia. Il segreto del successo di molti Capi reparto è di avere dei capi pattuglia che veramente fanno il loro lavoro come se fossero aiuto Capi. I Capi reparto si troveranno allora in grado di sviluppare il reparto, fondando nuove pattuglie o aggiungendo nuovi elementi a quelle già esistenti.

Aspettatevi molto dai vostri capi pattuglia, e nove volte su dieci essi saranno all’altezza delle vostre aspettative. Se inve- ce continuerete a trattarli come bambini e a non aver fiducia nella loro capacità di far bene le cose, non otterrete mai che facciano qualcosa di propria iniziativa.

Headquarters Gazette, giugno 1910

4. Il sistema delle pattuglie

5 Cfr. Il libro dei Capi, Cap 3 - Lo scautismoIl sistema delle pattuglie - Fiordaliso 2006.

Molti Capi reparto e altri all’inizio non si sono accorti dello straordinario valore che potevano trarre dal sistema delle pattuglie se si decidevano ad usarlo; ma credo che la maggior parte di essi ne sia sempre più consapevole. Dopo tutto, il sistema delle pattuglie consiste semplicemente nell’inserire il ragazzo in una banda permanente guidata da uno della banda stessa, la quale costituisce la naturale organizzazione dei ragazzi, sia per combinarne qualcuna, sia per divertirsi5.

Ma per ottenere da tale sistema i risultati migliori bisogna dare al capo pattuglia una responsabilità reale e generosamente ampia; dando solo una responsabilità parziale si ottengono solo risultati parziali. Servendosi in tal modo dei capi come elementi chiave ci si può scaricare da un’infinita massa di lavoro di dettaglio, fonte di preoccupazioni. E tuttavia lo scopo principale non è tanto quello di risparmiare preoccupazioni al Capo reparto, quanto quello di dare responsabilità al ragazzo, essendo questo il modo migliore per svilupparne il carattere. In una banda di monelli di strada è generalmente il ragazzo più dotato di personalità che emerge fino ad imporsi come il capo. Questo schema naturale, applicato alle nostre esigenze, produce i migliori risultati.

Il compito del Capo reparto è di mostrare la meta da raggiungere; e le varie pattuglie del reparto fanno a gara per conseguirla, accrescendo così l’entusiasmo e migliorando la qualità del loro lavoro.

Headquarters Gazette, maggio 1914

Una volta, mentre mi trovavo sul mare a bordo di un battello da pesca di proprietà di mio fratello, andammo a finire sugli scogli. Credevo che per noi fosse finita ed osservavo al- larmato mio fratello maggiore6, che era il nostro capitano, attendendo il segnale di indossare il salvagente e di rifugiarsi nella scialuppa. Ma quando alla fine egli mi rivolse lo sguardo fu per lanciarmi un’occhiataccia e gridare con rabbia: «Attento a quel rampino che ti sta scivolando via proprio sotto il naso!».

6 Era Warington BadenPowell, di 10 anni più vecchio di B.-P., più tardi autore del primo manuale di istruzione per gli scouts nautici.

Accortomi che egli pensava a simili dettagli, cominciai a rendermi conto che il pericolo non era poi gravissimo e che con un po’ di attenzione a far bene alcune cose di minore importanza potevamo cavarcela felicemente e senza danni: cosa che ci riuscì poi di fare.

7 «Their Scout business as usual»; allusione alla frase «business as usual» (lett. affari come al solito), scritta sulle porte dei negozi inglesi in tempo di guerra.

Così accade con il Movimento scout. I temperamenti nervosi sembrano ritenere che esso sia sull’orlo della disintegrazione perché la guerra porta via la parte migliore dei nostri commissari e Capi. Ma io sono assai lieto di vedere che ci sono alcuni che «stanno attenti ai rampini» e che fanno il loro «servizio scout come al solito»7.

Portando lontano un gran numero di Capi e commissari la guerra in realtà fa un gran bene al Movimento. Veramente non avrebbe potuto cadere in un momento più opportuno per mettere in rilievo l’importanza, su cui ho sempre insistito, del sistema delle pattuglie e dell’utilità dei capi pattuglia, quando, s’intende, essi siano opportunamente formati e sia data loro una responsabilità.

6. L’azione del capo pattuglia

Conclusioni tratte da B.-P. al termine di una conferenza di capi pattuglia tenuta a Manchester.

La pattuglia è l’unità importante dello scautismo, e se ogni pattuglia è ben formata dal suo capo, tutto il reparto non può che essere di buon livello.

Il capo pattuglia deve ottenere disciplina dai suoi scout non sgolandosi a dare loro ordini a forza di urlacci, ma conquistandoli tramite l’amicizia personale e dando loro l’esempio di uno che è capace di far tutto egli stesso; allora ognuno di essi sarà

This article is from: