la sentite nell’aria, la respirate a pieni polmoni, la ammirate nei suoi mille colori: è arrivata
la Primavera. La natura si risveglia dopo un lungo letargo e cambia pelle, pronta a
ripartire, in un ciclo incessante di metamorfosi e rinascita.
“Cambiare pelle”: significa rinascere, liberarsi di qualcosa di vecchio, che non sentiamo
più nostro, che ci sta stretto, per cominciare un nuovo capitolo della nostra vita. La
dicotomia tra ciò che è profondo e ciò che è superficiale è ingannevole: nella vita non
esiste nulla di superficiale, esistono solo diversi livelli di profondità. E la pelle – il tema
a cui dedichiamo questo numero di FUL – come dice nel suo bell’intervento Alice Colombini,
“disegna il tessuto di confine che delimita il nostro spazio interno e crea grazie
al tatto un ponte tra noi e il mondo esterno. E' l'organo del contatto e della relazione
con gli altri e con noi stessi”.
“A pelle” si dice, quando percepiamo qualcosa d’istinto, con la pura sensibilità; ma la
pell