FUL | Firenze Urban Lifestyle #21

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PRENDIMI • FREE PRESS

giugno - luglio 2016

anno

04

n• ventuno

Aut. del Tribunale di Firenze n. 5838 del 9 Maggio 2011 - Direttore responsabile Riccardo Basile Proprietario Fabrizio Marco Provinciali • Realizzazione grafica Ilaria Marchi

In questo numero: Monnalisa Day • Lorenzo Baglioni A Micro Odyssey • Negroni Cocktail • FILMSOLO Massimiliano Larocca • Libreria LeggerMente 1. Martina Messori • Le pelle del Sol Levante • con.tempo libri


Il lavoro, la famiglia, gli amici, le passioni: tutto richiede il tuo tempo e la tua attenzione e a volte capita che non ce n’ è più. Non ce n’ è più per nessuno. Bisogna staccare la spina, dimenticare le scadenze, gli impegni che ci hanno dato e quelli che ci siamo presi, per fare tabula rasa e tornare a mettere a fuoco chi, cosa e perché. Per tornare a scegliere ciò che ci piace. Ovvero divertirci, ridere, ascoltare buona musica, scoprire nuovi artisti. Servono idee? Ful#21 vi propone: Lorenzo Baglioni, attore comico e cantautore, gli eventi del Monnalisa Day, la libreria LeggerMente di Alessandra Raddi, i consigli di lettura di con.tempo che ha recensito Se fossi fuoco, arderei Firenze di Vanni Santoni; Un mistero di sogni avverati, l’ultimo cd di Massimiliano Larocca, il cinema indipendente di FILMSOLO, la pelletteria artigianale di Hiroyuki Murata, il progetto fotografico di Marco Castelli, A Micro Odyssey, mentre l’artista ospite del numero è l’illustratrice Martina Messori. Come sempre vi auguro buona lettura! Annalisa Lottini

Aut. del Tribunale di Firenze n. 5838 del 9 Maggio 2011 Direttore responsabile Riccardo Basile Proprietario FMP Editore e realizzazione grafica Ilaria Marchi, Annalisa Lottini

Ideazione e coordinamento editoriale Marco Provinciali e Ilaria Marchi Immagine di copertina realizzata da Chira Se sei interessato all’acquisto di uno spazio pubblicitario: marco@firenzeurbanlifestyle.com • tel. 392 08 57 675 Se vuoi comunicare con noi ci puoi scrivere ai seguenti indirizzi: ilaria@firenzeurbanlifestyle.com ufficiostampa@firenzeurbanlifestyle.com redazione@firenzeurbanlifestyle.com commerciale@firenzeurbanlifestyle.com

www.firenzeurbanlifestyle.com

ringraziamenti

Mattia Donati, Cristina Verrienti, Anastasia Kovrigina, Filippo Santoni, i precisini e i ritardatari.

abbonamenti

Volete ricevere la vostra copia di FUL direttamente a casa? Scrivete a commerciale@firenzeurbanlifestyle.com

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FUL *firenze urban lifestyle*


21 p. 6/8

p. 23/25

LORENZO BAGLIONI

FILMSOLO

teatro

cinema

p. 9/1i

p. 26/27

NEGRONI COCKTAIL STORY

LA PELLE DEL SOL LEVANTE

gusto

p.

12/14

arte

artigianato

p. 28 5di5

MONNALISA DAY

A MICRO ODYSSEY

p. 15/17

p. 29

LIBRERIA LEGGERMENTE

ANASTASIA KOVRIGINA

cultura

p.

18

con.tempo libri

uno straniero a Firenze

p. 29

un fiorentino all’estero

BRUCIA FIRENZE, BRUCIA

FILIPPO SANTONI

p. 20/21

p. 30

UN MISTERO DI SOGNI AVVERATI

MARTINA MESSORI

musica

pagina dell’artista


ILARIA MARCHI Firenze è la mia città. La amo e la adoro. Mi piacciono i vicoli stretti, le realtà nascoste. Girarla con la mia vecchia bicicletta era una cosa fantastica, era, perché adesso me l’hanno rubata, mannaggia!!! Non vi dico l’età ma sono una giovane grafica a cui piace respirare la libertà, mangiare cose buone e ridere con gli amici. •

MARCO PROVINCIALI Il gatto nella foto è Pandoro, il gatto della mia infanzia, periodo in cui alla domanda «cosa vorrai fare da grande» rispondevo sempre: il paninaio! Cotto e bel paese il mio preferito, anche ora che divido il mio tempo tra FUL e la realizzazione di guide ed eventi gastronomici. •

DARIA DERAKHSHAN Classe ’85, italiana di origini persiane, studi artistici e archeologici alle spalle, diplomata come grafica pubblicitaria presso la Scuola Internazionale di Comics. Sono Warhol dipendente. Adoro la moda, il cinema, la musica e ogni forma e tipo d'arte. •

NICCOLÒ BRIGHELLA Nasco il 16 giugno del 1978 in un antico paese della periferia fiorentina. Scrivo il mio primo racconto da bambino, narrando le vicende di un cucciolo di coccodrillo che, per caso e per fortuna, con l’ausilio di una stufetta e delle nevi eterne del Kilimanjaro, genera il grande fiume Nilo. Da allora, in un certo senso, non sono mai più sceso da quella esotica montagna (e mi sono innamorato di stufe e termosifoni). •

SILVIA BRANDI Nata a Firenze Torregalli il 28 settembre 1987 (Bilancia ascendente Sagittario), di residenza isolottiana ma scandiccese d'adozione, a 20 anni decide che ha voglia di farsi qualche giro e passa 3 anni fra Londra, l’Australia e Parigi. Adesso è a Firenze in pianta semi stabile perché nella vita non si può mai dire. Per FUL traduce gli articoli in inglese, vivendo così nella paura che gli articolisti sentano nella traduzione stravolto il significato delle loro parole e l’aspettino sotto casa. Il traduttore è un mestiere duro ma qualcuno deve pur farlo. •

REDAZIONE MOBILE .4

ANNALISA LOTTINI Pisana di nascita e fiorentina di recente adozione, arriva a FUL tramite il tip tap. Ama i libri e il loro mondo, la danza in tutte le sue forme e stare in compagnia. Lavora nell’editoria barcamenandosi tra mille passioni e impegni. Nei ritagli di tempo lavora per FUL in una attenta e faticosa caccia alla notizia e al refuso. •

JACOPO AIAZZI Nasco a Fiesole alle 5:30 di mattina del 23 settembre 1985, con una mano sopra la testa e il peso di 4kg e passa. Più fastidioso di così non potevo essere. Sono nato il giorno in cui è morto Giancarlo Siani, un giovane giornalista di ventisei anni ucciso dalla camorra a Napoli. Oggi ho la sua età e ancora non ho assimilato tutte le sfumature che il giornalismo può assumere. L’unica cosa di cui sono consapevole è il desiderio di coltivare questa conoscenza. Più appassionato della scrittura in quanto tale che del giornalismo, apprezzo ogni forma di quest’arte. La cosa che più mi codifica come italiano è l’amore per la pastasciutta, con qualsiasi sugo. •

JULIAN BIONDI Sono nato venticinque anni fa nelle hills fiorentine, sognando di conoscere in ogni suo angolo quella città che vedevo affacciandomi dal balcone. Cresciuto, mi sono messo di impegno nel mio progetto e sono contento di dire che, nonostante il parer comune, Firenze riesce sempre a stupirmi. Sono un laureando in «Media&Giornalaio», amo leggere qualsiasi cosa e vorrei scrivere di qualsiasi cosa. Per ora non posso che definirmi: «studente per vocazione, barman per necessità e cazzeggiatore di professione». •

RITA BARBIERI Fiorentina per nascita e per scelta: amo la mia città e lo stile di vita che essa offre, un mix di arte, cultura ed eventi che si rinnova sempre e non annoia mai. Sono una persona curiosa e creativa, mi piace scovare e sperimentare cose nuove e condividerle scrivendo: il miglior modo che conosco per ampliare orizzonti e prospettive. Ho una passione per le lingue, la letteratura, l’arte in genere, oltre che per la cucina e il vino. Mi piace stare a contatto con persone e ambienti di tutti i tipi: conoscere l’Altro significa infatti anche conoscere meglio sé stessi. •

La nostra redazione è in completo movimento, composta da fiorentini autentici e da coloro che hanno trovato a Firenze la loro seconda casa. La centrale operativa è nella zona Sant'Ambrogio ma l’occasione di incontri e riunioni è sempre una


JACOPO VISANI «Non studio, non lavoro, non guardo la tv, non vado al cinema, non faccio sport.» @JacopoVisani •

ROBERTA POGGI Venticinque anni, fiorentina. Ho girellato un bel po’ all’estero per poi tornare – almeno temporaneamente – stabile a Firenze. Amo spostarmi per conoscere situazioni diverse in prima persona, anche se ogni volta che torno a casa le stradine di Firenze mi sembrano le più belle di tutte. •

MARCO CASTELLI Fotografo, nasce scorpione nel 1991. Esattamente sedici anni prima, esce nelle sale americane Qualcuno volò sul nido del cuculo, uno degli unici tre film nella storia ad aver vinto tutti e cinque gli Oscar principali. Sa suonare dei jingle con le mani utilizzando la bocca come cassa di risonanza. Quando ha tempo, partecipa a mostre e festival di fotografia nazionali e internazionali. Vorrebbe fare il gigolò, ma si affeziona troppo. Diventerà attore o regista (o almeno così dice). •

RENZO RUGGI Nato ai piedi del Monte Amiata 24 anni fa. Studente di comunicazione all’Università di Firenze. Adoro scrivere, specialmente quando ho qualcosa da dire. Mi interesso di moda e costume, e amo l’artigianato in ogni sua declinazione. Per velocizzarmi, corro. Se rimane un po’ di tempo, realizzo oggetti in pelle e cuoio. •

MARTINA SCAPIGLIATI Quello della Scapigliatura fu un movimento artistico e letterario sviluppatosi nell’Italia settentrionale a partire dagli anni Sessanta dell’Ottocento. Gli Scapigliati erano giovani tra i venti e i trentacinque anni, nutriti di ideali e amareggiati dalla realtà, propensi alla dissipazione delle proprie energie vitali, «… tutti amarono l’arte con geniale sfrenatezza; la vita uccise i migliori» (in introduzione, La Scapigliatura e il 6 febbraio, Sonzogno 1862). Martina è nata nel 1985. Sa leggere la musica, ama scrivere e cantare, è Dottoressa Magistrale in Giurisprudenza. Vive a Firenze col suo adorato Jack Russel Napoleone, di anni 8. •

MARCO FALLANI Amo il cibo, il vino e il sole, odio quasi tutto il resto. Proprio nel bel paese, io ci trovo tutto questo. Per tre volte son scappato dalla piccola Firenze – che alla fine ho sempre amato – ma comunque torno sempre. •

GIANLUCA PARODI Nato il 13 gennaio 1986… coi piedi nell’acqua di mare e il libeccio in faccia. Una passione vera, sfrenata, carnale per la storia dell’uomo e dell’arte, l’ha portato a svolgere tutte le occupazioni possibili, tranne che quella per cui ha studiato una vita. Lavora nella moda senza capirla, mai! Innamorato dell’amore, romantico nel senso tedesco del termine, vive per raccontare. Friedrich Wilhelm Nietzsche scrisse: «L’autore ragionevole non scrive per nessun’altra posterità che per la propria, cioè per la propria vecchiaia, per potere, anche allora provar diletto di sé.» •

CHIARA MANNOCCI Gemelli gemella, sono nata a Prato 27 anni fa. Da piccola volevo fare la parrucchiera, ma dopo aver sciolto i capelli di tutte le mie Barbie ho capito che non mi sarei più fatta fregare dalle apparenze, così ho cambiato. Mi sono laureata in lingue e letterature comparate, e da poco sono diventata professoressa di inglese. Adesso insegno ai ragazzi che i capelli delle Barbie non sono veri e nel tempo libero traduco gli articoli per FUL. •

UNOTREZEROCINQUEUNO Nasco il 17. Di venerdì. Fino a 15 anni mi prendo sul serio, poi smetto. Passo la maggior parte del mio tempo in teatro, sul palcoscenico, in platea e in ufficio, a cercare un nesso convincente tra i dialoghi di Eduardo e il TFR. Vivo a Firenze da 10 anni e traslocando di casa in casa per circa 12 volte, ho imparato a conoscere tutte le vie. Anche quelle piccole, tipo Via d’Ardiglione. Nella vita avrei voluto fare la cantante, ma a 10 anni la maestra del coro mi disse TU LAGGIÙ, FAMO CHE MÒVI SOLO LA BOCCA, SENZA SÒNO. Non mi sono mai più ripresa e per questo profondo instancabile potente senso del continuo fallimento, faccio l’attrice. •

buona scusa per approfittare di una visita ai vari gestori di bar o locali che ormai da anni conosciamo. Una redazione mobile che trova nel supporto della rete il collante necessario per la realizzazione di ogni nuovo numero.

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ful teatro

LORENZO BAGLIONI NON BEVE, NON FUMA. NON È FIGLIO DI CLAUDIO BAGLIONI. DA NON CONFONDERE CON LORENZO FRAGOLA, INSOMMA: IL BAGLIO! Testo di Annalisa Lottini, foto di Lorenzo Baglioni

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orenzo Baglioni: a Firenze e dintorni ormai tutti lo conoscono, ma che cosa sanno di lui? FUL lo ha intervistato e vi può dire con certezza che si sa molto poco di tutto quello che fa il Baglio. Ci sono i video su Youtube e il tormentone delle Ragazze di Firenze, ma dietro il sorriso e la battuta pronta c’ è soprattutto un giovane che sa il fatto suo e che ha saputo sfruttare la potenza del web per portare avanti le sue passioni. Lorenzo e la sua famiglia sono di Grosseto ma quando lui aveva tre anni si sono trasferiti a Greve in Chianti. Il bambino è vivace e da piccolo sogna di fare l’attore, crescendo cambia idea e vuole diventare professore di educazione fisica (giornale aperto in grembo mentre i ragazzi giocano a pallo.6

ne), poi chitarrista classico e dulcis in fundo matematico. Quello del matematico potrebbe sembrare il sogno più bislacco e irrealizzabile ma invece è proprio la strada che segue. Diploma scientifico al Gobetti, università di Matematica a Firenze e poi vince un dottorato di ricerca in Matematica a Pisa durante il quale si dedica allo studio delle equazioni di Navier-Stokes impiegate nei modelli climatici e metereologici. La passione per i numeri è scoccata quando al liceo, a casa malato, si mise a studiare da solo la teoria dei limiti rimanendone affascinato. Il professor Baglioni, che nel frattempo è andato a vivere a Firenze, comincia a insegnare alle scuole superiori, al Balducci a Pontassieve e a Poggio Imperiale. Ma la matematica deve convivere con la passione per la musica e l’impegno nel-


la cover band dei Coldplay. Poi, per caso, nel periodo in cui ha vinto il dottorato, ha fatto il provino per un musical. Si è presentato alle audizioni di The Commitments, così tanto per provare, e invece ha ottenuto la parte di protagonista. Lì la sua vita ha cominciato a scorrere su binari paralleli: da una parte la matematica e dall’altra la recitazione. E quest’ultima ha preso sempre più il sopravvento. Lorenzo e Michele (il fratello) decidono di scrivere il testo di uno spettacolo, Selfie, ispirato ai più famosi comici di stand-up comedy italiani e stranieri ma profondamente calato nella realtà di tutti i giorni. Lo portano in scena, all’inizio tra parenti e amici, poi con sempre maggior successo di pubblico. Fino a quando decidono di metterne un estratto online. La pagina Youtube di Lorenzo era praticamente vuota ma in pochi giorni il video su “come imbroccare in discoteca” è diventato virale. Un successo inaspettato che li ha portati a riflettere e capire che forse su quel canale c’era un pubblico interessato, che ama ridere guardando certe cose e che questo si poteva combinare benissimo con quello che gli piace fare. Con il video delle Ragazze di Firenze è arrivata la consacrazione. La canzone si basa sullo stornello, un genere comunicativo che per Lorenzo, a livello comico, funziona molto meglio di altri. Lo stornello ha versi piani e chiude sempre con una battuta, è semplice e orecchiabile, inoltre si tratta di un remake della Lallera, la famosissima canzone di Marasco, ma con un nuovo testo che è attualizzato dall’abbinamento ragazze-locali fiorentini.

Quando Selfie è stato riproposto alle Murate il pubblico non era più solo quello di amici e conoscenti, erano migliaia di persone che hanno messo a dura prova la capacità della sala. La tourné tuttora prosegue tra teatri, locali e feste di paese con la mitica band composta da Pietro Guarracino, chitarrista e arrangiatore, Marco Caponi al sax, Lorenzo Furferi alle tastiere, Emanuele Bonechi alla batteria, infine Michele Baglioni al basso nonché coautore dei testi di video, spettacoli e canzoni. Tutto questo è avvenuto in pochissimo tempo, durante il quale Lorenzo ha anche girato il film Sta per piovere, con la regia di Haider Rashid. Continua a essere presente sul web con i suoi video e in queste settimane sta lavorando a nuove canzoni. L’idea è quella di fare comicità unendola alla divulgazione scientifica. È già online il rap che spiega il teorema di Ruffini e a breve ne uscirà un altro sulla chimica. Lo troviamo sulle frequenze di Lady Radio ogni lunedì sera alle 19.30 con il programma Le Chiacchiere insieme a Gregory Eve. È in preparazione un nuovo spettacolo in cui Lorenzo reciterà e scriverà le musiche. Nel futuro prossimo una commedia ambientata a Firenze che riprende alcune delle situazioni di Selfie in collaborazione con Haider Rashid, e un altro film sul quale ha voluto mantenere il riserbo. Insomma, un’attività incessante che lo vede protagonista su più fronti: dal piccolo al grande schermo, dai social ai teatri e al cinema. Seguiteci su www.firenzeurbanlifestyle.com perché a breve sarà online una esclusiva video intervista. • 7.


ENGLISH VERSION>>>>

Lorenzo Baglioni: in Florence and surroundings everyone knows him, but what do people know about him? FUL interviewed him and can tell you that people know very little of what il Baglio does. We have seen his videos on YouTube, like Ragazze di Firenze, but behind his smile and his jokes, there is a young man that knows what’s he’s about, and that has been able to use the power of web to grow his passions. Lorenzo is from Grosseto but his family moved to Greve in Chianti when he was three. When he was a child he wanted to become an actor but as he grew older he changed his mind a few times, so he decided to become teacher of Physical Education, then guitar player and dulcis in fundo mathematician. Even if the mathematician seems to be the strangest of his dreams, he really took this path. He studied in Florence and then he won a doctorate in Pisa. His passion for numbers was born when he was at school: he was ill at home and he had to study by himself the theory of limits: he got fascinated. Professor Baglioni moved to Florence and taught in some high-schools. But his passion for music didn’t stop in the meantime. In the period when he won the doctorate he also tried, like a sort of joke, an audition for the musical The Commitments, but unexpectedly he got the protagonist’s role. From this moment his life has split in two: from one side Maths and on the other one Music and Acting. One day Lorenzo and his brother Michele decides to write a text for a play called Selfie. They perform it, at first, in front of friends and parents but it is a great success, so they decide to upload a scene on YouTube. In few days his account received thousands of views. The video Le ragazze di Firenze has been the consecration. Lorenzo changed the words of a famous Tuscan song, Lallera by Marasco, in order to make people laugh starting from something familiar and talking about Florentine girls and clubs. After this great success his shows became more followed and now his tour is moving, with the collaboration of his band composed by Pietro Guarracino, guitar and arrangement, Marco Caponi, sax, Lorenzo Furferi, keyboards, Emanuele Bonechi, drum, and Michele Baglioni, bass guitar and co-author of the texts. In this short time Lorenzo has also taken part in a film, Sta per piovere, directed by Haider Rashid. He is now working on new songs that combine entertainment with education. Every Monday at 19.30 we can listen to him on Lady Radio with Gregory Eve. Lorenzo is now working on a new show in which he will act and write the music score. Moreover he will also shoot a comedy set in Florence, directed by Haider Rashid; and he will take part in another film (that is secret). He works hard and he is a protagonist on different aspects: f rom the social networks to the big screen. • .8

Cliccate sul QR code per vedere il video fatto in esclusiva per FUL.


ful gusto

NEGRONI COCKTAIL STORY CON LUCA PICCHI SULLE TRACCE DEL CONTE CAMMILLO NEGRONI PER SCOPRIRE LA STORIA DI UNO DEI COCKTAIL ITALIANI PIÙ FAMOSI. Testo di Julian Biondi, foto di Luca Picchi e famiglia Negroni-Bentivoglio

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volte le storie si confondono con i miti e le leggende e divengono credenze o tradizioni. Firenze questo lo sa bene, e porta nel suo bagaglio innumerevoli pareri contrastanti sulla nascita o l’invenzione di questa o quell’altra cosa, che forse contribuiscono all’eredità di quel fiorentino notoriamente e bonariamente dipinto come persona dubbiosa e malfidata. Tra queste ce n’ è una che per molto tempo è passata di bocca in bocca fino a oggi, ed è relativa alla nascita di un cocktail famoso in tutto il mondo: il Negroni. Abbiamo sentito tutti dire che è nato qui e che a inventarlo fosse un nobiluomo da cui prendeva il nome; ma nessuno si è mai preso la briga di provarlo con certezza. Nessuno tranne “Il Conte” Luca Picchi: pilastro del bartending fiorentino, da quarant’anni dietro un bancone di cui 17 dietro quel bar che dal 1872 si affaccia sulla piazza più importante di Firenze: il Caffè Rivoire in piazza della Signoria. Luca si mette “sulle tracce del Conte” sul finire degli anni ’90, mosso dalla voglia di porre fine alle tante dicerie che negli anni si era sorbito. I suoi studi e la sua continua ricerca lo portano perfino a conoscere la famiglia Negroni, che lo contatta e gli fornisce preziose foto di famiglia. Pubblica un totale di quattro libri, di cui l’ultimo, Cocktail Negroni: una leggenda italiana (edito da Giunti), si trova perfino negli scaffali delle librerie statunitensi. La storia di Cammillo (sì, con due “emme”) Negroni è affascinante: quella di un uomo di nobili origini italo-inglesi che nei primi anni del secolo scorso, mosso da spirito avventuriero e da 9.


vari attriti con la società del tempo, si trasferisce negli Stati Uniti in cerca di nuove opportunità. Finendo presto per fare il domatore di mandrie al pascolo nelle grandi pianure americane: in una parola... il cowboy. Il Conte torna in patria poco prima della Grande Guerra, ma è tra i pochi fortunati che non viene chiamato alle armi. La stessa cosa non si può dire del giovane Fosco Scarselli, che nel 1918 appena ventenne torna a piedi da un campo di prigionia e trova lavoro come banconiere (non barman ché ai tempi questi erano pochi e operavano quasi esclusivamente nei grand hotel) alla Drogheria-Profumeria Casoni, una sorta di alimentari gourmet e di bottega di delizie che dal 1933 prenderà il nome di Caffè Giacosa. L’aperitivo dal Casoni è un rituale per i signori del tempo, ed è qui che i due protagonisti della nostra storia si incontrano e si conoscono. Un bel giorno tra il 1918 e il 1920 il Conte domanda al suo fido barista di aggiungere una parte di gin al suo abituale aperitivo: l’Americano (composto da vermouth rosso, bitter Campari e seltz). La miscela è molto gradevole e diventa presto la bevanda preferita da Cammillo. Egli è solito ordinarla a bassa voce, per non farsi sentire. Nutre una sorta di gelosia nei confronti della sua creazione; ma a Firenze lo sappiamo, i segreti hanno le gambe corte... il cocktail Negroni entrerà presto in voga tra i benpensanti del tempo e in pochi anni verrà conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come il drink simbolo di quel gusto “dolceamaro” che hanno gli aperitivi italiani. Grazie, Conte! •

ENGLISH VERSION>>>> One of the most famous myth in Florence is about the Negroni cocktail. Worldwide famous, we all heard that it was invented in Florence by the Count it was named after, but this has never been proved. “Il Conte” Luca Picchi, who’s been bartending for 40 years, of which the last 17 at Rivoire Caffè in piazza della Signoria, decided he wanted to find out the truth about the birth of the Negroni cocktail. At the end of the nineties, Luca started gathering information about Count Negroni, and his research took him to meet the Negroni family that has given him precious family pictures and information. He published four books, among which the last one Cocktail Negroni: una leggenda italiana may be found even in the US.

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Here’s the story: Mr Cammillo Negroni (yes, with double m) was an AngloItalian aristocrat who moved to the US at the beginning of the last century and ended up becoming a real cowboy. Then he came back to Italy right before World War One, but was lucky enough not to be drafted into the Army. Young Fosco Scarselli, instead, had to fight and when he came back he started working as bartender for Drogheria-Profumeria Casoni, who’s aperitif was attended by many aristocrats by then. That’s where Cammillo and Fosco met. One day Cammillo asked Fosco to slightly change the Americano cocktail he was drinking, and made him add some gin. The result was extremely pleasant and became Cammillo’s favourite drink. After a while, the recipe spread and that’s how the Negroni cocktail was born. •


LE RICETTE Quattro varianti del Negroni proposte dai barman di Firenze: NEGRONI INSOLITO Luca Picchi | Caffè Rivoire Gin Campari Vermouth Americano Cocchi China Clementi Gocce di Orange Bitter Percolatura in chicchi di caffè

ZUCCONI Neri Fantechi | Caffè Florian Rabarbaro Zucca Gin Campari Peychaud’s Bitter Salsa Worchestershire

IL CONTE IN ORIENTE Robert Pavel | Fusion Bar & Restaurant Gin Tanqueray 10 Vermouth della casa Bitter Campari Infusi con cardamomo e lemon grass

CORSINI Rachele Giglioni | Rivalta Cafè Gin dry di Vallombrosa Vermouth Americano Cocchi Alkermes di Santa Maria Novella Chianti Classico

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ful arte

MONNALISA DAY LA MUSA PIÙ FAMOSA DEL MONDO È ANCORA OGGI FONTE DI ISPIRAZIONE PER MOLTI ARTISTI E AL CENTRO DEGLI EVENTI DEL MONNALISA DAY. Testo di Martina Scapigliati, foto di Monnalisa Day e Nancy Rica Shiff

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’accordo con il calendario, il 15 giugno è il compleanno della monna Lisa Gherardini, musa del celebre quadro di Leonardo. Secondo gli studiosi monna Lisa è nata proprio in Italia. Di più: a Firenze. Ancora di più: in San Frediano, precisamente in Via Sguazza. E a San Frediano, si sa, quando festa chiama quartiere risponde! C’è un uomo che ha percorso all’indietro, passo dopo passo, la storia della Monnalisa, in una folgorazione tutta personale. Lui è Franco Bini, artista, protagonista e reduce di quegli anni ’80 fiorentini che tanto hanno fatto vibrare la città. Scriveva Giorgio Agamben che appartiene veramente al suo tempo, è veramente contemporaneo colui che non coincide perfettamente con esso né si adegua alle sue pretese ed è perciò, in questo senso, inattuale; ma, proprio per questo, proprio attraverso questo scarto e questo anacronismo, egli è capace più degli altri di percepire e afferrare il suo tempo.

Monnalisa Day è un progetto nato a Firenze nel 2013 da un’idea di Franco Bini, curato dalla figlia Caterina Bini, .12

per celebrare il simbolico compleanno della Gioconda dal sorriso ambiguo, tra il serio e il faceto, per aprire le porte ad un RINASCIMENTO CONTEMPORANEO, che permetta

alla città di Firenze di

tornare ad essere un centro di Arte divertita e creativa, alla quale ognuno possa partecipare.

Monnalisa Day significa un nostalgico nucleo di personaggi fiorentini, vecchia guardia di una Firenze che sta perdendo qualche rappresentante: è ricordare Mario Mariotti, è l’universo Controradio, ma è anche l’Accademia di Belle Arti, il Museo Ideale Leonardo da Vinci e molti nomi di giovani artisti. Ogni anno la kermesse, patrocinata dal Comune di Firenze e del tutto autoprodotta, si riconferma ricca di trovate, tanto interessanti quanto divertenti, fonte d’ispirazione e allo stesso tempo vetrina per le molteplici realtà creative locali che spaziano dalla cultura allo spettacolo, dall’avanguardia delle nuove correnti artistiche alla tradizione popolare. Negli anni ci sono stati il Monnalisa Walking, celebrazione in costume d’epoca con visite guidate, il concorso MY-LISA su A4 online e on the road (omaggio al compianto Mario Ma-


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riotti), il Louvre in via Maggio con le monnalise dei ragazzi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, Monnalisa-Gay, mostra di monnalise su biancheria appesa in piazza della Passera con asta finale con la collaborazione di Sabrina Querci, set fotografici in costume… Monnalisa Day si è arricchita nel tempo della collaborazione delle istituzioni e non: tra i tanti, Museo Ideale di Leonardo Da Vinci, Associazione Via Maggio di Olivia Turchi, Associazione In Piazza, trattoria Quattro Leoni dei fratelli Di Puccio, il Cenacolo degli Sparecchiatori del caro Otto Splupinski, che è anche un ricordo delle Controradio del cuore, e tutto il bello che ci gira intorno. Ken Thai Tabet, Freddie Villarosa, MID. Di ospiti come Alessandro Vezzosi, Carla Gozzi (Discovery Channel), Diego Passoni (Radio Deejay), Piero Pelù, Stefano Benedetti, Claudio Gherardini, Andrea Mariotti, Mattew Licht, Dre Halyard, Jaka, Millelemmi, Chiara Burgio, Vincenzo D’Agostino.

ENGLISH VERSION>>>>

E (oltre a Franco Bini), di artisti come: Marco Fallai, Marco Bagnoli, Nancy Rica Schiff, Alessandro Gaggio, Stefano Benedetti, Antonio Corrani, Jerry Lee Ingram, il Gattarossa, Kasey Kacmacon, Kristinn Kiss, Federico Fiorentini e molti altri. Una fucina del tutto eterogenea di accadimenti, che la scorsa edizione è riuscita a portare nella via degli Antiquari fiorentina, la bella via Maggio, una Gioconda di Marcel Duchamp del 1919 e una Monnalisa di Andy Warhol del 1979! Quest’anno Monnalisa Day festeggia la quarta edizione: si percorreranno le strade in bici in una mostra “viaggiante” su t-shirt, si potranno inviare cartoline d’artista al Museo del Louvre, ci sarà l’aperitivo rinascimentale, si potrà partecipare a conferenze… e ancora musica, arte, spettacolo, readings, moda, teatro e molto altro, tutto quello che spetta ad una giusta onorificenza per una dama di tale valore. Per ulteriori informazioni visitate la pagina Facebook: www.facebook.com/MonnalisaDay. •

The Monna Lisa, model for the most famous painting by Leonardo Da Vinci, was born in San Frediano neighbourhood on 15th June under the name of Lisa Gherardini. Artist Franco Bini retraced Monnalisa’s story and in 2013 gave birth to a project called Monnalisa Day. This project is now curated by his daughter, Caterina Bini. By symbolically celebrating Monnalisa’s birthday, it opens the doors to a Contemporary Renaissance that allows Florence to become again the center of a creative and amused art, where everybody is invited to participate. The kermesse is full of interesting and funny ideas, every edition has been original and innovative: over the years there have been the Monnalisa Walking, with guided tours in traditional costumes; the MY-LISA contest; the Louvre in via Maggio; the Monnalisa-Gay… Many institutions have been cooperating for the realization of Monnalisa Day (Museo Ideale di Leonardo Da Vinci, Associazione Via Maggio, Associazione In Piazza, trattoria Quattro Leoni, Cenacolo degli Sparecchiatori, just to name a few) and many guests and artists participate every year. Just to give you some examples: Alessandro Vezzosi, Carla Gozzi (Discovery Channel), Diego Passoni (Radio Deejay), Piero Pelù, Stefano Benedetti, Claudio Gherardini, Andrea Mariotti, Mattew Licht, Dre Halyard, Jaka, Millelemmi, Chiara Burgio, Vincenzo D’Agostino. While Marco Fallai, Marco Bagnoli, Nancy Rica Schiff, Alessandro Gaggio, Stefano Benedetti, Antonio Corrani and Jerry Lee Ingram are only some of the artists. A smithery of heterogenous activities that in the last years managed to bring to via Maggio, the antique dealers’ street, Marcel Duchamp’s Gioconda (1919) and Andy Warhol’s Monnalisa (1979)! For the upcoming fourth edition there will be bikes – a “cycling” exhibition on t-shirts, postcards to send to the Louvre, the Renaissance Happy Hour… and music, art, readings, fashion and more. For the complete program visit the Facebook page: www.facebook.com/MonnalisaDay. •

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ful cultura

LIBRERIA LEGGERMENTE I LIBRI SARANNO IL MIO MESTIERE: LA SCOMMESSA DI UNA GIOVANE LIBRAIA INDIPENDENTE NEL QUARTIERE ISOLOTTO. Testo di Rita Barbieri, foto di FMC

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naugurata con la nuova gestione da poco più di un anno, nel cuore del quartiere Isolotto in Viale Talenti 97, si scopre una libreria indipendente del tutto fuori dai circuiti dell’editoria massificata. La proprietaria, Alessandra Raddi, è una giovane piena di passione e di voglia di fare e l’abbiamo incontrata per rivolgerle alcune domande. Alessandra, che cosa ti ha spinto in un momento così particolare ad aprire una libreria? Direi un misto di incoscienza e passione. Da sempre sono una lettrice accanita, soprattutto di fantascienza ma anche di altro. Ho iniziato a leggere prestissimo e non ho mai smesso. Dopo la Laurea in Lingue ho fatto un corso di editoria, il mondo dei libri mi ha sempre entusiasmato. Un giorno, quasi per caso, ho scoperto che il proprietario di questa libreria (che precedentemente faceva parte di una catena) stava cedendo l’attività... Io ero alla ricerca di un lavoro e ho pensato che potesse essere un’opportunità per realizzare i miei sogni. Ci ho pensato un po’ su e poi ho deciso di provare. Com’è stato l’inserimento nella vita di quartiere? Inizialmente ho affiancato l’ex proprietario per qualche mese, per fare pratica e conoscere un po’ i clienti abituali. Piano piano li abbiamo avvisati del passaggio di testimone da lui a me, così il percorso è stato abbastanza indolore. Spesso non è facile ambientarsi, guadagnarsi e mantenersi la fiducia dei clienti affezionati. Perché? Quali difficoltà hai incontrato? Per esempio, la gestione precedente era a marchio Gulliver quindi aveva modo di accedere a sconti e promozioni a cui io, in quanto indipendente, non ho possibilità di accesso. I clienti, però, questo non lo sanno e ancora vengono qui cercando lo scaffale dei libri a sconto e spesso sono delusi nel non trovarlo. Non hanno capito che, purtroppo, le cose per noi funzionano in maniera diversa. Ci puoi spiegare meglio? Che differenza c’è tra una libreria di catena e una libreria indipendente? La differenza sostanziale è che una libreria di catena, appartiene a un unico proprietario o a un’azienda (che possiede punti vendita in più di una città), è sempre uguale a se stessa e non lascia spazio ai gusti e alle intuizioni di chi ci lavora dentro. Ogni libro, così come tutti gli altri prodotti che consumiamo, attraversa una serie di passaggi che sono obbligatori. Qualche volta può accadere che una libreria contatti una casa editrice e si faccia spedire direttamente i libri dalla fonte; il più delle volte invece collabora con distributori e grossisti che, ricevendoli e immagazzinandoli al posto dei librai, vendono i volumi richiesti a ciascuna libreria. A diffe15.


volte mi baso sul mio istinto, sulle recensioni e certe altre penso ai gusti dei miei clienti e faccio l’ordine in base a questo. Qualche volta mi capita di sopravvalutare o al contrario sottovalutare un autore, ma fa parte del gioco. Chiaramente punto sull’originalità, cerco di distinguermi rispetto agli altri, è questo il vantaggio/svantaggio dell’essere indipendenti. Hai un rapporto personale con i tuoi clienti? Con alcuni di loro direi di sì, soprattutto quelli che vengono più di frequente o che partecipano alle attività che organizziamo. Molti sono abituali, dato che questa è praticamente l’unica libreria del quartiere. Bisogna capire che, per

alcune persone, i libri sono davvero importanti: sono pezzi della loro identità, parti di se stessi. Aiutarli a trovare un certo volume

renza delle librerie di catena, quelle indipendenti hanno un proprietario che è una persona fisica e che spesso lavora da sola, in autonomia. Quindi è diversa anche la figura del libraio? Sì, perché il libraio per come lo intendo io è un vero e proprio «mestiere», più che una professione. Ti

cuce il libro addosso, anticipa le tue richieste e cerca di seguire i tuoi gusti: un artigiano, più che un commerciante. Molto spesso, invece, nelle grandi librerie il libraio è considerato come un commesso che si occupa della disposizione dei libri e solo occasionalmente dà consigli e suggerimenti. Il libraio vecchio stile si documenta, legge i libri che gli sembrano più interessanti e li consiglia al lettore più adatto. È per questo che se un libro non è presente nel negozio, talvolta ci vogliono alcuni giorni per riceverlo. Senza contare i libri che escono fuori catalogo... Il libraio passa molto del suo tempo a documentarsi sulle novità, ma anche sui libri che escono del tutto dal mercato per poter fornire informazioni fresche e aggiornate. C’è quindi una ricerca e una cura personale anche nella selezione dei titoli? Ovviamente sì, anche se devo ammettere che è difficilissimo essere continuamente aggiornata su tutto. Escono circa 200 titoli a settimana e non è possibile valutarli tutti. Certe .16

o consigliarli bene è per me una grandissima soddisfazione. Attività? Quindi questa non è solo una libreria? Principalmente è una libreria ma, proprio perché indipendente, cerco anche di proporre cose nuove e stimolanti come per esempio corsi di scrittura creativa, oppure presentazioni con gli autori. Abbiamo anche organizzato, insieme ad altri librai delle zone limitrofe, un mercatino per farci conoscere e per i prossimi mesi sto pensando a nuovi progetti e idee da realizzare. Sembri molto soddisfatta del tuo lavoro. Lo sei? Complessivamente direi di sì. È stata molto dura soprattutto all’inizio: ci sono tanti costi, spese e tasse da sostenere. Al libraio in fondo, tolte le spese e tutto quanto, resta circa un quarto del prezzo di copertina. Il valore del lavoro e del tempo spesi per farvi trovare il vostro libro preferito e impacchettarlo è tutto racchiuso nel prezzo di copertina. Ma ammetto che mi piace davvero molto e che non mi pento di aver provato, tra mille difficoltà, a realizzare i miei sogni. Si dice che chi legge è un sognatore, sei d’accordo? Credo che leggere apra davvero la mente. Come è scritto sul soffitto della mia libreria: «Sono un grande viaggiatore, leggo molto». Leggere dà la possibilità di ampliare i propri orizzonti, scoprire nuovi mondi o ambientarsi meglio nel proprio. «Se leggo vivo sette vite» dice il manifesto che abbiamo appeso in vetrina, ma forse anche di più... Tutti allora dovremmo leggere? In teoria sì, in pratica è come sempre una questione di interessi personali. La

lettura non è una medicina che deve essere somministrata ma un piacere che dovrebbe essere comunicato, insegnato, guidato, stimolato e ravvivato. In questo sta anche il compito di un buon

libraio: accompagnare lettori presenti e futuri nei tanti mondi che popolano i libri, alla scoperta del piacere di leggere leggermente, per passione. La passione dunque è il perno di una libreria indipendente: quella per i libri, per la lettura ma anche per il proprio mestiere e i propri sogni. •


ENGLISH VERSION>>>>

An interesting independent bookshop has been recently inaugurated in Viale Talenti 97 (Isolotto), its name is Leggermente. The owner, Alessandra Raddi, is a girl full of passion. We have met her to ask her some questions. What has driven you to open a bookshop in such a particular time? I would say a mix of recklessness and passion. I’ve always been a strong reader, mainly of sci-fi but not only. I started reading very soon and I’ve never stopped. After my degree in Foreign Languages, I followed a course in publishing. One day, unexpectedly, I discovered that the owner of this bookshop was going to sell the activity. I was looking for a job so I thought that this could be an opportunity to make my dreams come true. How was the integration with the neighbourhood? At first I trailed the ex-owner in order to practice and to get to know the customers. Step by step we told them about the change, so it was not so hard. It’s true that you must conquer your customers’ trust, mainly of the habitual ones. On top of that, since I’m

an independent bookshop, and not part of a chain like the previous owner, I can’t discount the books and that's not easy to accept for the usual customers. What’s the difference between a chain’s bookshop and an independent one? The main difference is that the chain’s bookshop belongs to a single owner or a company, that has a featured style common to all the shops, there is no space for the individual tastes of the booksellers. The independent bookshops’ owner, instead, is always a physical person who works autonomously. So, is also the figure of the bookseller different? Yes, it is. The bookseller is a real profession, more than a job. He is able to anticipate your requests and he tries to understand your tastes: he is a sort of artisan. Very often, on the contrary, in the big bookshops the bookseller is only a salesperson that orders books and rarely gives advices or opinions. The oldstyle bookseller employs a lot of time in documenting himself about the old titles, out of catalogue, as much as about the new ones. What kind of activities do you organize? Since it is an independent bookshop I try to pro-

pose new stimulating opportunities such as creative writing courses, or presentations of books with the authors. We have also organized a market with the other librarians of the zone in order to make people get to know us. People say that readers are dreamers, do you agree? I think that reading really opens your mind. As it is written in the ceiling of my library: «I am a great traveller, I read a lot». Reading gives you the chance to widen your horizons, discover new worlds or familiarize better with yours. «If I read I live seven lives», says the poster we have hung in the shop window, but maybe even more… Therefore, shall we all read? Theoretically speaking yes; in practice it’s always a matter of personal interest. Reading is not a medicine that must be given but a pleasure that should be communicated, taught, guided and stimulated. This is also the duty of a good bookseller: to accompany the present and future readers in the different worlds that are inside the books, towards the discovery of the pleasure of reading. •

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ful nightlife

LIVE IN SIEVE RIPARTE LA KERMESSE ESTIVA LIVE IN SIEVE, SABATO 11 GIUGNO INAUGURAZIONE CON LA RINO GAETANO BAND ED ENRICA DELLA MARTIRA.

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abato 11 giugno a San Francesco di Pelago (Firenze), riparte l’avventura di Live in Sieve, il progetto ricreativoculturale no profit dell’associazione Sulla Sieve, che animerà la Valdisieve con un fitto programma di eventi culturali e ricreativi per tutto il periodo estivo. Anche in questa edizione l’associazione devolverà il ricavato in beneficenza per servizi sociali del territorio. Live in Sieve 2016 aprirà eccezionalmente di sabato, per poi proseguire ogni giovedì in piazza Verdi, con la stessa formula di aperitivo con attività per bambini, incontri, presentazioni di libri, mostre estemporanee e, a seguire, concerti e spettacoli gratuiti. Dal 2014 la kermesse ha fatto registrare oltre 17.000 presenze, ospitando artisti del calibro di Diaframma e Bobo Rondelli. La giornata inizierà nel pomeriggio, con giochi per bambini, poi dalle 19.00 aperitivo con le specialità dello chef ex concorrente di Masterchef Enrica Della Martira, che nell’occasione presenterà anche il suo ultimo libro di ricette Bruschetta o scarpetta? insieme al nostro Leonardo Canestrelli. A seguire, dalle 21.00, concerto gratuito in piazza della Rino Gaetano Band, per una serata dedicata alla musica di uno dei più eclettici e originali artisti del panorama musicale italiano. Ingresso gratuito. Alla serata parteciperà inoltre l’associazione Comunità XXIV Luglio di L’Aquila, attiva nell’integrare i portatori di handicap nella famiglia, nella scuola, nel mondo del lavoro e nella vita sociale in un contesto difficile dopo il disastro del terremoto. L’associazione sarà presente con un banchino in piazza dove si potranno degustare anche prodotti tipici abruzzesi. Info: www.liveinsieve.it Ufficio Stampa Live in Sieve: tel. 339 5429184 .18


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ful musica

UN MISTERO DI SOGNI AVVERATI L'ULTIMO CD DI MASSIMILIANO LAROCCA METTE IN MUSICA 13 POESIE SCELTE ALL'INTERNO DEI CANTI ORFICI DI DINO CAMPANA. Testo di Cristina Verrienti, foto di Massimiliano Larocca

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’11 marzo scorso il cantautore toscano Massimiliano Larocca porta a compimento un progetto nato agli esordi della sua carriera, firmando il quinto album da solista. Nasce così, da una tre giorni nello studio di registrazione pistoiese, Un mistero di sogni avverati che traspone in musica tredici poesie dei Canti Orfici di Dino Campana; suo unico libro scritto in vita e raccolta imprescindibile della moderna poesia italiana.

La “poesia musicale europea colorita” del visionario scrittore toscano viene cantata per la prima volta sulle note inedite e intense del folk, del rock e perfino del tango argentino, senza alcun tipo di arrangiamento. Larocca ci racconta che l’aspetto inedito

del progetto risiede proprio nel fatto che i testi sono messi in musica per come vengono letti, grazie alla forte componente

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di orecchiabilità intrinseca dei brani. Ignorata in vita, l’opera di Campana ha vissuto nel tempo una sorprendente rivalutazione, soprattutto grazie all’interesse suscitato nel cinema e nel teatro dalla tumultuosa vicenda biografica dello scrittore. Eppure Larocca va oltre e realizza un’operazione unica in Italia mantenendo la metrica e le parole del poeta di Marradi. La passione per Campana risale agli anni liceali quando per la prima volta il cantautore lesse quei versi a cavallo tra poesia e roman en prose, scritti come un diario di viaggio. Lui conosce bene i luoghi del libro; la famiglia della nonna risiede nel Casentino e il Falterona era frequente meta di gite. Massimiliano rimane folgorato. «È un po’ come quando un film viene girato sotto casa tua» ci spiega lui che quei luoghi li frequentava da bambino. «Da una parte cade il velo di esotismo, ma dall’altra ti senti appartenere il poeta.» Sebbene il disco sia stato pubblicato oggi, le canzoni sono il punto conclusivo di un percorso cominciato da Larocca molti anni prima quando nel 2001, in collaborazione con la com-


pagnia teatrale Chille de la Balanza, in seguito a uno spettacolo presso l’ex manicomio di San Salvi, realizza il primo disco autoprodotto, registrato su quattro piste. Massimiliano comincia a raccontare Campana attraverso lo spettacolo teatrale musicale Un mistero di sogni avverati, incentrato sull’opera del poeta e poi nel 2010 con la teatralizzazione dal titolo Dino Campana e Sibilla Aleramo che parla del tumultuoso amore tra i due amanti. La buona risposta di pubblico gli aveva suggerito di incidere un album. «I dischi scandiscono certe fasi della mia vita e per ognuno di loro c’ è un episodio primigenio che li fa nascere». Nel 2014 la ricorrenza del centenario dei Canti Orfici è stata la spinta decisiva a far decollare il progetto cominciato quindici anni prima. L’album confluisce in una serie di amicizie. Alla supervisione del progetto interviene il maestro Riccardo Tesi il cui contributo suggella «un incontro tra Toscana e Romagna» ricreando la natura di Campana, che essendo nato sull’Appennino tosco-emiliano, rappresenta un uomo di frontiera alla stregua del Tesi che «porta la toscanità in tutto il mondo, rivisitandola in chiave contemporanea». A Tesi si aggiungono i romagnoli Antonio Gramentieri (autore di alcuni arrangiamenti) e Diego Sapignoli, entrambi membri dei Sacri Cuori. E poi Nada, Cesare Basile e Hugo Race prestano le loro voci alla lettura, galleggiando in uno spazio che esce dalla musica stessa per evocare le diverse voci interiori di Campana. •

ENGLISH VERSION>>>>

Last 11th March the Tuscan singer Massimiliano Larocca accomplished a project that was born at the beginning of his career. So, after three days in the recording studio in Pistoia, Un mistero di sogni avverati comes to light. It transposes in music 13 poems of the Canti Orfici by Dino Campana, his only published book while in life. For the first time the “European colourful musical poetry” of the Tuscan writer is sung through the intense notes of folk, rock and Argentinean tango. The most innovative aspect of this album is the fact that the lyrics, thanks to their great musicality, are set to music as they are read. His passion for this poet dates back to high-school, when he read him for the first time. He knew the places described inside the poems very well since a part of his family lived in Casentino. Massimiliano was amazed: «It was like a film that was shot under my house» explains the singer, «from one side the exotic veil fell down, but on the other side it was like the poet belonged to me». Even if the album has been published today, the songs are the conclusive point of a path started long ago, in 2001, in collaboration with the theatrical company Chille de la Balanza. After this meeting he started telling the story of Campana through the musical show Un mistero di sogni avverati. Then in 2010 he wrote a play for the theatre called Dino Campana e Sibilla Aleramo, a play that deals with the tumultuous love between the two writers. The success of the play suggested him to record an album: «My albums scan certain moments of my life and for each of them there is an episode that makes them come to life». In 2014, the 100th anniversary of the Canti Orfici was the decisive urge to make the project come true. Many friends cooperated for the realization of this album: Riccardo Tesi, supervisor of the project; Antonio Gramentieri, arrangements; and Diego Sapignoli, member, like Gramentieri, of Sacri Cuori. Moreover Nada, Cesare Basile and Hugo Race all took part in the project and read the poems. Their voices are like words in a floating space that emerge from music in order to evocate the different Campana’s inside voices. • 21.


con.tempo libri

BRUCIA FIRENZE, BRUCIA Testo di Carlo Benedetti / con.tempo, foto di Ray Iperio

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volte, Firenze fa anche venire voglia di darle fuoco. Di consumare in un unico, neroniano, rogo tutte le piccole taccagnerie, le grettezze, i provincialismi, ma anche gli amori impossibili, gli artisti sempre emergenti, le bellezze insopportabili, che la compongono. Vanni Santoni in Se fossi fuoco, arderei Firenze sceglie una via intermedia: trattiene l’incendio, ma non la necessità di tagliare la legna per prepararlo, sezionando storie e luoghi fiorentini contemporanei. Ci racconta, infilzandoli uno ad uno, i personaggi che di Firenze hanno fatto una casa: studenti fuori corso, avvocati insoddisfatti, artisti eroinomani. Le loro storie sono legate da un incontro casuale, uno sguardo a una presentazione, una stretta di mano. E noi passiamo dall’uno all’altro senza rimpianti, come se usassimo un fiammifero per accendere quello successivo. Vista così, rifratta in tante storie diverse, Firenze sembra pronta per esplodere. Santoni la rende gonfia, piena dei sogni e delle speranze (in buona parte disilluse) di chi la abita. Quasi fosse una trappola, la stazione di Firenze Santa Maria Novella è un capolinea: si può solo tornare indietro, non attraversarla. E così tutto diventa un’oasi nel deserto, un caravanserraglio pieno di gente appena arrivata, che scopre la grande città dalla provincia toscana più profonda, scopre le americane che agitano il quadrilatero della Firenze romana, si entusiasma per il Gabinetto Viesseux; e gente che ci vive da

troppo tempo, inebetita e abbruttita dalle delusioni che non si negano a nessuno, inacidita dagli anni che passano e ci lasciano troppo simili a come eravamo e così lontani da quelli che avremmo voluto essere. Ma, sia chiaro: questo non è un libro di malinconia gentile. Qui si beve o ci si droga come atti di resistenza. Si organizzano feste autogestite e ci si innamora. E si rimpiange Firenze com’era 30 anni fa, negli anni ’80, piena di feste psichedeliche in via Ghibellina e con la Rockoteca Brighton a Settignano. Solo che chi la rimpiange a quell’epoca era altrove, a lamentarsi che non c’era nulla da fare, come adesso facciamo noi e come sempre, ovunque, fanno tutti quelli che sanno annoiarsi con stile. Insomma, la Firenze che ci guarda da queste pagine è simile alla Firenze in cui tutti passeggiamo. Forse troppo simile. Si corre il rischio di scoprire come le nostre storie, così personali e uniche, siano in realtà l’ennesima variazione di una lunga sequela di storie che Firenze ha già visto. Per noi che siamo eterni adolescenti, intrappolati in lavori precari, sempre in attesa del lavoro vero che arriverà e sarà tutt’altro rispetto a quello che stiamo facendo, Se fossi fuoco, arderei Firenze è un libro pericoloso. Potremmo rispecchiarci in qualcuno dei personaggi più avanti con gli anni, disillusi e cinici al punto giusto, così simili a noi da chiedersi se non sia vero il brocardo latino “de te fabula narratur”. Che, per i non latinisti come me, diventa: la storia parla proprio di te.•

Il libro: Vanni Santoni, Se fossi fuoco, arderei Firenze, Laterza, 2011 con.tempo è una rivista di narrativa breve inedita. Nata a Firenze, pubblica autori esordienti da tutta Italia, scommettendo tutto sull’attenzione maniacale per il testo, l’editing, la riscrittura. Ogni numero esce in 999 copie numerate e in distribuzione gratuita con illustrazioni originali di giovani artisti e designer. Ogni uscita ha un tema comune che la trasforma in una piccola antologia. Se vi piace l’idea e voleste partecipare o per sostenere il progetto, visitate il sito www.contempo.cc

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ful cinema

FARE I FILMSOLO ALLA SCOPERTA DI LORENZO BECHI E DELLA SUA CASA DI PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA FILMSOLO Testo di Jacopo Visani, foto di FILMSOLO

Lorenzo Bechi è FILMSOLO, FILMSOLO è Lorenzo Bechi.

Nella sua vita, infatti, c’ è ben poco che non riguardi il cinema e FILMSOLO è la creatura che ha messo al mondo per dare forma a questa passione. Cresce nel centro di Firenze e come tanti suoi coetanei sviluppa un rapporto di amore e odio con la città, adorando il suo il lato estetico e la sua atmosfera, ma detestando tanti dei suoi abitanti: arroganti, chiusi e ostili alle novità. Fin da bambino gioca con foto e videocamere. Un po’ alla volta inizia anche a sperimentare con questi strumenti e a immergersi sempre più nel mondo della pellicola, almeno come spettatore. Nonostante tutti questi sintomi, si iscrive a Psicologia. Dopo la laurea crea, quasi per gioco, il logo BigFatFanny e l’omonimo sito che ospita contenuti eterogenei. Gli adesivi iniziano a tappezzare le mura di Firenze, nascono delle t-shirt che riscuotono un discreto successo fino a rischiare addirittura di diventare un vero e proprio marchio di moda. Fortunatamente la cosa non va in porto e Lorenzo, fuggendo inorridito dal mondo della moda, torna alla sua passione originaria e si iscrive – finalmente! – a una scuola di cinema. Al momento della realizzazione del corto per il diploma si rende conto di voler lavorare in modo assolutamente autonomo e indipendente, senza alcuna intrusione esterna. Fonda così la propria casa di produzione cinematografica

– FILMSOLO, non a caso – con lo scopo di riuscire a realizzare film di qualità senza grandi investimenti. L’idea di cinema povero, infatti, secondo Lorenzo è attuale più che mai ai nostri giorni. Le grandi produzioni sfruttano al massimo la tecnologia per offrire una qualità dell’immagine sempre migliore, così facendo però spesso trascurano il contenuto, finendo per proporre – rigorosamente in HD – un cinema privo di vita, di forza e, quindi, inespressivo. Un adeguato livello di qualità delle immagini è ormai raggiungibile a prezzi decisamente accessibili, ma ciò che più conta sono i contenuti e quelli non hanno prezzo!

il cinema è una costante sperimentazione sul linguaggio volta a dare forma a quel monologo interiore di aspettative, paranoie, desideri e insofferenze che caratterizza ognuno di noi. Un lavoro al quale inevitabilmente stanno strette le Per FILMSOLO

sceneggiature pressoché standard del cinema di intrattenimento contemporaneo e che non può fare a meno di rifugiarsi nella ricerca artistica. L’impronta stilistica di FILMSOLO è riconoscibile grazie ad alcune caratteristiche e tematiche ricorrenti. Quella maggiormente d’impatto è l’onnipresenza del bianco e nero a forte contrasto. Oltre al gusto personale, questa scelta è motiva23.


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ta dalla convinzione che tale ambiente cromatico sia capace di instaurare una comunicazione diretta e immediata con lo spettatore, riuscendo al contempo a trasmettergli la complessità del messaggio. Lorenzo cerca sempre di usare la scala di grigi con la medesima cura, quasi maniacale, che grandi registi – da Kubrick a Wes Anderson – hanno nei confronti di determinate palette di colori. Nelle pellicole di FILMSOLO vi è inoltre un grande uso di immagine frontali, simmetriche e fisse, capaci di creare una scenografia epica che spesso gioca in contrasto con il suo contenuto grottesco creando un forte effetto drammatico. Come in Halibut (2015), film privo di dialoghi e di una vera e propria sceneggiatura nel quale gli attori, ridotti a marionette umane, rivelano la voragine di assurdità che vanamente cercano di colmare con le loro auto-narrazioni. Nei confronti dei bagni, invece, si può parlare di vera e propria ossessione! Il bagno è visto come un – seppur momentaneo – rifugio dove poter stare pacificamente in solitudine, ma al contempo un luogo di confronto e, spesso, di socialità forzata – basti pensare ai bagni dei locali. Il bagno, inoltre, è un luogo narrativo strategico perché attiva pressoché immediatamente un voyeurismo quasi morboso e consente ai personaggi di descriversi esclusivamente tramite le azioni che vi compiono. Lorenzo arriva a pensarlo addirittura come una metafora del cinema: «si

guarda a uno schermo un po’ come si sbircia dal buco della serratura della porta di un bagno».

I bagni sono l’unica location di Bathrooms (2013) che racconta le vicende di un gruppo di giovani fiorentini impegnati a partecipare al quotidiano carnevale delle loro esistenze. Un altro elemento ricorrente sono le camminate solitarie, capaci di evocare in pochi passi la condizione interiore dei personaggi. E di passi ne fanno tanti i protagonisti di Seguo il

salto del cocumat e vado verso occidente (2012) che camminano persi in una campagna toscana che si fa specchio del loro disorientamento interiore. Non di solo cinema si può vivere, ma sicuramente di cose che lo riguardano! FILMSOLO, infatti, è anche fotografia – rigorosamente in bianco e nero. Lorenzo la considera una forma di allenamento alla realizzazione dei film – e recensioni sui film degli altri, le spassose e spesso impietose Recensioni dal mio bagno (ancora!). Il cinema distribuito a livello mondiale non è particolarmente interessante perché banale e ripetitivo, ma vi sono sicuramente una miriade di piccole produzioni degne di attenzione che girano quasi solo nei festival. In Italia questa tendenza è ancora più accentuata per un’atavica mancanza di attenzione e risorse, tanto che è possibile vedere alcune pellicole italiane interessanti solo all’estero e qualche regista – come Minervini – si appoggia a produzioni straniere. In questo panorama non stupisce, quindi, che i lavori sperimentali di FILMSOLO abbiano incontrato problemi di diffusione. Lorenzo non nasconde lo scoramento che questa situazione può generare, anzi in Home movie (2016) espone se stesso al centro della scena in un documentario biografico che racconta proprio la crisi della sua vocazione. Evidentemente questo mettersi a nudo deve aver portato fortuna perché poco dopo il termine delle riprese è arrivata, come una navicella da un altro pianeta, una casa di distribuzione cinematografica di Hollywood specializzata in nuovi registi e prodotti di ricerca che farà circolare i suoi lungometraggi in tutto il mondo per i prossimi 15 anni. Lorenzo si è messo quindi a lavorare al suo prossimo film con rinnovata passione e la ferma intenzione che FILMSOLO non perda la sua originale identità. Noi non possiamo che augurargli buon lavoro e attendere curiosi la sua nuova creazione! •

www.FILMSOLO.org

ENGLISH VERSION>>>>

Lorenzo Bechi was born and bred in the heart of Florence, and like many of his age he has this love-hate relationship with the city, loving its atmosphere and beauty and hating the arrogance and narrow-mindedness of some of its people. He has been playing with pictures and cameras since he was a child, though he ended up studying psychology. After his degree, he created the BigFatFanny logo and website which eventually turned into a fashion brand. Luckily it didn’t work out: Lorenzo ran away from fashion and finally started taking cinema classes. After that, he realized he wanted to run his own business without external intrusions, and founded his own film production company: FILMSOLO. The big production companies care a lot about the quality of the images and not enough about the content, and while a pretty good definition is not that expensive to achieve nowadays, contents, instead, are priceless! FILMSOLO put on screen the inner monologue made of expectations, paranoias, desires and intolerances that characterize us, which contemporary entertaining cinema companies don’t express. FILMSOLO's style has recurrent themes: for example black and white picture, with a very sought-after scale of grey, and a wide use of symmetrical frontal images. Lorenzo has a real obsession for toilets. They are a shelter where one can be alone with himself for a little while, but also a place of forced sociality. He likes to think of toilets as a metaphor of cinema «One looks at the screen the same way he looks through a toilet’s keyhole». Toilets are the only location of Bathrooms (2013), a film about the daily lives of a group of young Florentines. Another main theme are lonely walks, as in Seguo il salto del cocumat e vado verso occidente (2012). It wasn’t easy for FILMSOLO to find a good distribution. Lorenzo tells about this in Home Movie (2016), a biographic documentary about his vocation’s crisis which drew the attention of a Hollywood cinema distribution company specialized in scouting new directors, and which will distribute FILMSOLO’s productions for the next fifteen years. Lorenzo is now working at his next film with renewed enthusiasm and the firm intention of not letting FILMSOLO lose his original identity. • 25.


ful artigianato

LA PELLE DEL SOL LEVANTE CONTINUA IL NOSTRO VIAGGIO NEL MONDO DELLE ECCELLENZE DELL'ARTIGIANATO FIORENTINO CON GLI ARTICOLI DI PELLETTERIA DI HIROYUKI MURATA E DELLA SUA COMPAGNA. Testo e foto di Renzo Ruggi

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i capita di tanto in tanto di pensare alle ragioni che rendono Firenze una delle mete turistiche più visitate in Europa: certo, un patrimonio artistico senza eguali costituisce l’attrazione primaria, ma ciò che strega gli stranieri non è solo il Duomo o il Battistero. Il nostro stile di vita, ossia la matrice culturale che fa da cornice a tutto il “bello” di questa città è quanto di più influente nel giudizio che all’estero hanno di noi e dei nostri prodotti. Nella mente del visitatore si imprime questa mescolanza di nobile e frugale, alto e basso, di arte e artigianato su cui poggia il successo delle nostre eccellenze nel mondo.

La qualità genera emozione, immedesimazione e desiderio di mettersi alla prova in prima persona: è questa la molla che

spinge giovani provenienti da mezzo mondo ad affollare i laboratori artigiani nella speranza di imparare un mestiere dalla A alla Z. È stato così anche per Hiroyuki Murata, che dopo sei anni di apprendistato presso una delle più raffinate pelletterie del centro ha deciso di mettersi in proprio e dare un’interpretazione del tutto personale a questo lavoro. Lui e la compagna, entrambi giapponesi ed entrambi trentenni, realizzano articoli di pelletteria fine caratterizzati da una estrema pulizia delle linee, minimo utilizzo di minuterie metalliche e dall’uso di tecniche tradizionali prese in prestito dal mondo della selleria. Tra queste la cucitura manuale chiamata appunto “punto sella” è di gran lunga la più rara e pregiata, volta a garantire una resistenza all’usura e una resa estetica semplicemente non riproducibile da alcun macchinario: servono solo una .26

manciata di attrezzi e una buona dose di pazienza. La tecnica, consiste infatti nel perforare gli strati di pelle da unire con una lesina (un punteruolo a sezione losangata) e cucire il tutto con del filo di lino cerato alle cui estremità sono stati fissati due aghi. Una pinza di legno stretta tra le gambe funge da terza mano e mantiene in posizione le parti da cucire. Il risultato è una cucitura angolata che il profano fatica a distinguere da una realizzata a macchina se non fosse per quella “perfetta imperfezione” dei punti in grado di donare un carattere personale e unico a ciascun oggetto. «Credo sia questo il motivo per cui i miei clienti, in maggioranza giapponesi e scandinavi, ammirano il mio lavoro: sanno che qui

ogni oggetto è realizzato completamente a mano sulle specifiche del committente con i migliori materiali a


disposizione: vitelli provenienti da una piccola conceria alsaziana, filati di lino ritorto di fabbricazione francese e minuterie metalliche made in Italy». Questo ibrido pelletteria-selleria è piuttosto inedito nel nostro panorama nazionale e va spiegato in ogni sua parte, facendo luce sui vantaggi che le tecniche tradizionali apportano

in termini sia stilistici che funzionali. Anche per questo Hiro condivide i propri clienti con gli artigiani suoi connazionali operanti in città, contribuendo, come in una sorta di consorzio di tutela dell’eccellenza, a rendere la “piccola” Firenze una Mecca per chi fa del su “misura” uno stile di vita. •

Contatti: SAIC by Hiroyuki Murata, via del Pratellino 30/R, 50131 Firenze

ENGLISH VERSION>>>>

Hiroyuki Murata came to Florence several years ago to learn as much as he could about leather. He did a six years apprenticeship in one of the most refined leather shop in the city centre, then decided to started working on his own. With his Japanese partner, they realize very sober and clean leather goods which are characterized by a very limited employment of metal components and the use of traditional techniques borrowed from the saddler’s world. Among these techniques there’s the “saddle stitch”, a rare and refined way of manually stitching leather which cannot be done the same way by a sewing machine. To do it, you need a lot of patience. The result is a “perfect imperfection” and gives a very personal and unique character to each object. «I think this is the reason why my clients, most of them Japanese and Scandinavian, admire my work: they know that here, every single object is entirely handcrafted and designed according to my customers’ specifications, with the very best material». This small leather-saddle shop is quite unusual and peculiar, and Hiroyuki likes to “share” his clients with the other Japanese artisans of Florence, creating a sort of consortium of excellence of the tailor-made style. • 27.


ful 5di5

5di5 A MICRO ODYSSEY by Marco Castelli | marco-castelli.com

La maggior parte delle fotografie di microbi e batteri ha un carattere scientifico, atto a rivelare e sottolineare le straordinarie geometrie che questi sono in grado di costituire. Questa volta, però, l’interesse non è quello di mostrare l’invisibile o ciò che è difficilmente visibile ad occhio nudo, bensì di utilizzare le forme naturali delle colonie batteriche e proiettarle in un’altra dimensione, ingigantendole, ribaltando ogni logica e rapporto fra grande e piccolo, caricando così i pianeti, l’universo e l’opera tutta di valori simbolici. Most of the photographs of microbes and bacteria have a scientific nature, adapted to detect and to emphasize the unique geometries that these are able to form. This time, however, the interest is not to show the invisible or what is hardly visible to the naked eye, but to use the natural geometry of bacterial colonies to enlarge and project them into another dimension, reversing all logic and report between big and small, thus loading the planets, the universe and all the work of symbolic values. Caterina Pacenti (curatrice/curator) .28


ful uno straniero a firenze /\ un fiorentino all'estero ANASTASIA KOVRIGINA Dopo la laurea in Storia dell’Arte in Russia, mi sono trasferita a Firenze nel 2012 per proseguire gli studi iscrivendomi all’Istituto per l’Arte e il Restauro di Palazzo Spinelli, dove mi sono diplomata in restauro di pitture murali lo scorso giugno. Mi immaginavo che ci fosse più lavoro in questo settore, dato l’enorme patrimonio artistico di cui dispone la città. Nonostante le difficoltà di carriera e il nervosismo che la burocrazia italiana riesce a provocarmi, questo è il posto in cui ho deciso di stare. Almeno fino a quando a decidere di spostarci non saremo in due... sì, perché nel frattempo, a gennaio di quest’anno, mi sono sposata con Julian, che ha “adottato” anche Enrico, il mio Yorkshire che mi ha seguito sin da Mosca. A Firenze stiamo creando una piccola famiglia. Cosa porteresti a Firenze da Mosca? Ci sono due cose che mi mancano e che mancano a Firenze. La prima è un’area verde ben organizzata in cui poter passare il tempo libero grazie alle molte attività che vi si svolgono. Oltre a questo, una città importante come Firenze è molto carente nei servizi: sia quelli relativi ai mezzi pubblici in orari serali, sia quelli essenziali, come per esempio i supermercati aperti nei festivi e durante le ore notturne. Cosa porteresti a Mosca da Firenze? Il culto della piazza: quella dimensione cittadina che a noi manca, in cui le persone si ritrovano in questo luogo pubblico per stare insieme, fare incontri casuali, chiacchierare e passare il tempo. Le piazze di Firenze hanno poi il fascino dei quartieri che le ospitano, e per questo sono molto diverse come frequentazioni e abitudini. After a degree in History of Art in Russia, I moved to Florence in 2012 to study at Istituto per l’Arte e il Restauro of Palazzo Spinelli, where last June I got a diploma in restoration of mural paintings. I thought that Florence would have had a lot of jobs to offer in this field, considered the artistic heritage of the city. Inspite of how difficult is to get a career and the irritation caused by the Italian bureaucracy, I decided to remain here. At least until the two of us will decide to move... yes, because in the meantime last January I got married to Julian, who “adopted” also Enrico, my Yorkshire dog from Mosca. In Florence we are creating our small little family. What would you take to Florence from Mosca? There are two things that I miss and are missing in Florence. A well organized green area where you can spend your free time and also participate in interesting activities. And on top of that, services, which are poor in such an important city as Florence. Both the public transportation during the night hours, and the essential services, like supermarkets open in festive days and during the night. What would you take from Florence to Mosca? The cult of "piazza" (square): that civic dimension that we don’t have, in which people gather in a public space to chat, kill time, meet random people. The squares of Florence possess the charm of the neighbourhoods that host them and for this reason are very different in terms of customs and people. •

FILIPPO SANTONI Ciao cari Fullini, essere sulle vostre pagine è un vero piacere. Conosco FUL sin da quando era solamente un progetto in fase embrionale e da allora non ho mai smesso di seguirvi... cazzo siete bravi! Chi sono io? Mi chiamo Filippo Santoni, ho 31 anni e sono un architetto. Dopo avere studiato nelle mitica Santa Verdiana a Firenze, mi sono spostato in Svizzera per ultimare i miei studi. Qua ho trovato un buon equilibrio e ormai da qualche anno vivo e lavoro a Zurigo per progetti architettonici e urbanistici di varia scala e funzioni. Cosa porteresti a Firenze da Zurigo? Senza essere polemico, po​​rterei un po’ dell’organizazzione che hanno gli zurighesi. La burocrazia non esiste e i documenti si fanno tutti in un attimo, è impressionante come tutto funzioni alla perfezione. Servizi di trasporto pubblico compresi. Cosa porteresti da Firenze a Zurigo? Porterei la voglia di stare insieme e di prendersi in giro tipica dei fiorentini. Qui si vive la vita in modo solitario, si scherza meno e si prende tutto sul serio. A Firenze si scherza su tutto, ed è un modo molto piacevole di vivere la vita in modo piu’ sereno. Hello dear FUL people, it’s a pleasure to be featured on your pages. I know FUL from the very beginning and since then I’ve always followed you... fuck, you’re good! Who am I? My name is Filippo Santoni, I’m a 31-year-old architect. After studying at the mythical Santa Verdiana in Florence, I moved to Switzerland to complete my studies. Here I found a good balance and for a few years I’ve been living and working in Zurich for various architectonical and urbanistic projects. What would you take to Florence from Zurich? I don’t want to sound polemical, but I would take some of the organization of the people in Zurich. Bureaucracy doesn’t exist and you can get the documents you need in a sec, it’s impressive how everything works to perfection. Means of transport included. What would you take from Florence to Zurich? I would take the desire to be together and make fun of each others typical of Florentines. Here life is lived in a more solitary way, people don’t joke so much and take everything seriously. In Florence you can make fun of everything, and it’s such a pleasant way of living life. •

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la pagina dell'artista* per il numero XXI è a cura di MARTINA MESSORI martinamessori.wordpress.com

La prigione dell’ego, opera digitale realizzata con Photoshop Martina Messori è un’illustratrice ventiseienne di origini biellesi. Diplomata allo IED di Milano, in seguito a un master in Illustrazione, ha fatto le sue prime esperienze lavorative in un’agenzia di produzione pubblicitaria per poi continuare come freelance. Si è da poco trasferita a Firenze dopo due anni «di avventura» all’estero – da Londra alla Nuova Zelanda – e si sta dedicando a vari progetti, tra cui un libro per bambini. Martina Messori is a 26-year-old illustrator born in Biella. After graduating at IED in Milan and a master in Illustration, she started to work for an advertisement agency and now is a freelance. She recently moved to Florence after two years of «adventures» abroad – London and New Zealand – and, among many other projects, is now working to a children’s book. • .30


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