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PERIODICO DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA POSATORI DI PAVIMENTI IN LEGNO
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N°
DALLA FEDERAZIONE: RICERCA CRESME-MADE EXPO COME NASCE UNA GEOMETRIA DI POSA FAQ: NORMA UNI 4712 LE VERNICI NELLA PAVIMENTAZIONE DI LEGNO REGISTRO DEI CONSULENTI FEDERLEGNOARREDO IV CONFERENZA SCIENTIFICA INTERNAZIONALE SULLE LATIFOGLIE INCONTRI IN AZIENDA: CALDIC
IL PUNTO SULLA PROFESSIONE: CHIAREZZA ALLA LUCE DI REGOLE CERTE ASSOCIAZIONE ADERENTE A WEB
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IL NOSTRO TEAM DI ESPERTI
STEFANO BERTI
Laureato in Scienze Forestali, ricercatore, Dirigente di Ricerca CNR presso l’Istituto per la Valorizzazione del Legno e delle Specie Arboree (IVALSA) di Firenze. E’ Presidente della Commissione Legno UNI, dei Comitati Operativi ‘Registro Consulenti Tecnici del Legno’ e ‘Codice Trasparenza Parquet’ di FederlegnoArredo e membro di Commissioni di valutazione progetti e attività di ricerca in Organizzazioni nazionali e internazionali.
FRANCO BULIAN
Laureato in chimica,è Vice-Direttore e Responsabile del reparto chimico del CATAS, il più grande istituto di ricerca italiano nel settore del legno e dell’arredo. E’ membro del CEN/TC139/WG2 (Vernici per legno per esterni) e del CEN/TC112/WG5 (Pannelli a base di legno: sostanze pericolose) e coordina il Comitato di normazione italiana sulle superfici (Legno e Mobili).
FILIPPO CAFIERO
Avvocato, da anni è consulente esterno di FederlegnoArredo per gli aspetti legali del settore legno. Fa parte del Comitato operativo del Registro dei Consulenti Tecnici del Legno; del Comitato tecnico per il Codice Trasparenza Parquet e di commissioni di studio su temi di interesse degli associati FLA.
GAETANO CASTRO
Laureato in Scienze Forestali, è ricercatore del Laboratorio di Qualità del Legno. E’ membro delle Commissioni Normative Tecniche Nazionali (UNI) e internazionali (CEN e ISO) nell’ambito dei Gruppi di Lavoro ‘Pannelli a base di Legno’. Coordina il Comitato Tecnico del Gruppo Compensati di Assopannelli/FederlegnoArredo ed è rappresentante italiano nella Federazione Europea dei Produttori di Compensato.
RITA D’ALESSANDRO
Laureata in Ingegneria Civile Edile dal 1985, dal 1996 è libera professionista. è responsabile dell’ufficio tecnico-normativo di A.I.P.P.L. e di EdilegnoArredo, l’associazione di FederlegnoArredo che riunisce i produttori di finiture interne e manufatti per l’arredo urbano e per esterni.
CATERINA MALINCONICO Architetto, esercita la libera professione. Dal 1998 è consulente dell’Istituto Europeo di Design di Milano (IED Design) come Coordinatore del corso di Interior Design. è docente di Metodologia della progettazione e di Progettazione architettonica (Design 1).
SOMMARIO EDITORIALE 5 Progettare significa coniugare estetica e funzione DALLA FEDERAZIONE 6 Dall’Assemblea EdilegnoArredo uno spaccato sul settore 9 MADE 2013 guarda con attenzione ai mercati esteri B2B 10 Disegnare una geometria di posa FAQ 12 AIPPL Risponde BELLE POSE 15 Restauro 17 Decapatura PRIMO PIANO 18 Certificazione e Qualificazione VITA ASSOCIATIVA 24 AIPPL in trasferta a Matera INCONTRI IN AZIENDA 26 Caldic REGISTRO CONSULENTI 28 Registro Consulenti Tecnici del Legno
n. 3 - Settembre 2013 Newsletter di
WEB Direttore responsabile: Donata Marazzini Comitato di redazione: Stefano Berti, Franco Bulian, Filippo Cafiero, Gaetano Castro, Rita D’Alessandro, Caterina Malinconico, Giuseppe Anzaldi, Michele Murgolo, Dalvano Salvador, Stiven Tamai, Andrea Brega Segreteria di redazione: Dorella Maiocchi, Deborah Fontanili Il Consiglio Direttivo AIPPL: Presidente: Dalvano Salvador Vice presidenti: Fabrizio Bernabei e Francesco Conventi Consiglieri: Stefano Abramo, Giuseppe Anzaldi, Giacomo Braido, Alfiero Bulgarelli, Raffaele Prisco, Stiven Tamai Revisori dei conti: Fruttuoso Montrasio, Michele Murgolo, Tiberio Trentin
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PROGETTARE SIGNIFICA CONIUGARE ESTETICA E FUNZIONE di DONATA MARAZZINI Direttore LAPIS WEb
Sono due le suggestioni che abbiamo raccolto in occasione del 2° Forum dell’Arredo organizzato da FederlegnoArredo, che ha visto la partecipazione di oltre mille professionisti del comparto. Sul fronte dell’ecosostenibilità il metereologo Luca Mercalli ha osservato che, se non si verificherà un’inversione di tendenza di carattere culturale, non potremo pensare di avere a disposizione per i prossimi decenni due terre e un quarto. L’imperativo, allora, è decrescere, liberarci del superfluo e abbattere gli sprechi, che oggi sfiorano il 30%. Dobbiamo costruire, insieme, la resilienza. Che non significa, banalmente, ostacolare l’abbattimento razionale di foreste (il CNR Ivalsa insegna!), ma individuare risposte allo stress ambientale che, in un futuro non lontano, creerà danni climatici difficili da modificare. Se continuiamo a lasciar correre sarà la termodinamica a decidere per noi: con effetti ben più gravi dello spread. Non trascuriamo questo ‘dettaglio’ quando anche la nostra filiera sarà chiamata a fare la sua parte cogliendo l’opportunità di quello che viene indicato come principale driver della ripresa del mercato: la ristrutturazione dell’esistente. L’altra ‘provocazione’ ci viene dall’architetto Franco Laner e riguarda l’idea di progetto come sintesi fra estetica e funzione. A partire dall’impiego del legno, che non è solo mercato, ma anche cultura. Troppo spesso per tutto ciò che riguarda il legno e il suo impiego manca il progetto. Progettare si può solo mettendo insieme funzione e bellezza, ma prima di tutto la funzione. Il che significa capire fino in fondo, perché chi lo fa “ascolta e possiede”. Pensiamo al Lapis, che noi stessi abbiamo scelto come nome della rivista. Oggetto solo apparentemente banale, molto diffuso nel mondo del legno. E’ rosso, perciò si trova facilmente; ha una punta larga, ma a seconda di come lo si tiene permette di tracciare anche una riga più stretta. E’ adatto ad essere appuntito con una semplice lama e la sua forma particolare permette di collocarlo dietro l’orecchio, a portata di mano. E’ semplicissimo solo in apparenza: in realtà ha superato la coltre dei secoli perché concepito sulla base di un progetto chiaro e con una funzione specifica. Ecco perché ogni volta che cerchiamo ispirazione può esserci di aiuto guardare alla cultura del passato. Che sa coniugare bellezza e utilità... partendo dall’oggetto stesso. Con questo approccio anche i difetti della materia (il legno ce lo insegna) possono piegarsi e indurre al progetto: la torsione della fibra può servire da pretesto per alleggerire seguendo un suggerimento della natura. Ciò di cui forse abbiamo più bisogno, oggi, è reimparare a rapportarci con quello che la natura ci ispira: la concinnitas, ovvero la “particolare attenzione alla forma e all’ordine per armonizzare elementi umani con regole naturali matematiche armoniche o ritmiche” applicata in architettura da Vitruvio a Leon Battista Alberti. Decisamente efficace l’immagine usata da Laner per invitare ad una progettazione più consapevole: “siamo come addormentati su un guanciale suadente che ci coccola: il legno. Ma è ora di svegliarci, smettere di parlare per slogan e sforzarci di conoscerlo veramente. Perché il legno è vivo e interagisce con l’ambiente. Ci insegna a osare, ad andare oltre il già detto e abbiamo il dovere di farlo. Guardiamo alle mansarde veneziane dalle quali ci sporgiamo verso l’infinito... Dobbiamo progettare con il legno per la gioia di vivere il legno stesso e trovare un modo ‘altro’ di entrare nel mondo della progettazione”. Come dargli torto?
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DALLA FEDERAZIONE
DALL’ASSEMBLEA EDILEGNOARREDO UNO SPACCATO SUL SETTORE
LA PARTITA DELLA RIPRESA SI GIOChERà SU INNOVAZIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE. Nel 2012 il settore delle costruzioni immobiliari ha perso il 30% rispetto al 2006, mentre nel comparto residenziale per le nuove costruzioni il calo è stato addirittura superiore al 50% del mercato. Per quanto riguarda l’ultimazione di abitazioni la percentuale è del -55% con il comparto del non residenziale che ha perso il 40% del fatturato (opere pubbliche -28%). Sono i dati che emergono dal rapporto CRESME (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio) commissionato da EdilegnoArredo (associazione di FederlegnoArredo che raggruppa i produttori di porte, finestre, pavimenti di legno, arredi per esterni e urbani, scale, schermature). Un’analisi a tutto campo sul settore delle costruzioni immobiliari in relazione alle dinamiche congiunturali. La partita, per le aziende, si gioca sull’innovazione e sull’estero. Alte le attese per MADE expo (5-8 ottobre 2013, Fiera Milano Rho). “Le nostre imprese hanno risposto a questa fase di mercato con la qualità” commenta Alberto Lualdi, presidente di EdilegnoArredo. “Rappresentiamo uno dei settori di eccellenza dell’indu-
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stria manifatturiera italiana, e a ottobre i nostri imprenditori avranno un’occasione imperdibile di intercettare i mercati esteri”. MADE expo si concentra sui temi che sono cruciali: riqualificazione urbana, la tutela e la manutenzione del territorio e
fici, una soluzione che impegna il governo a stabilizzare gli incentivi per il risparmio energetico degli edifici e apre la strada all’estensione di questa misura anche al loro consolidamento antisismico. Un’occasione per dare nuovo vigore al merca-
delle infrastrutture, la prevenzione antisismica e il risparmio energetico. FederlegnoArredo ha dato voce in questi anni alle battaglie delle principali associazioni di categoria, raccogliendo segnali positivi e attenzione anche a livello politico. La Commissione ambiente della Camera ha approvato di recente la soluzione del credito di imposta del 55% per le misure a favore dell’efficienza energetica degli edi-
to interno. Facendo leva su un sistema di incentivi e di defiscalizzazione per muovere gli investimenti. «Per il settore rappresentato da EdilegnoArredo, è evidente che gli incentivi fiscali del 55% oggi portati al 65% sono stati in questa fase un elemento importante di tenuta del mercato: per i serramenti si può dire che, nella fase di crisi, ha inciso per un 30/35% del mercato», conferma Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme.
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Il silenzio oggi va anche sotto il parquet! Isolmant propone la nuova Linea Parquet, una gamma completa di soluzioni per l’isolamento acustico Sottoparquet. Dieci prodotti tecnici, suddivisi in Linea Casa e Linea Professional, per affrontare efficacemente tutte le principali problematiche della posa flottante. I materassini acustici sottoparquet di Isolmant sono certificati presso i principali laboratori europei e verificati con misure in opera, per garantire la massima sicurezza e tranquillità nella posa. Come IsolDrum FR, ideale nelle applicazioni in cui sia prescritto un prodotto isolante con omologazione ministeriale di reazione al fuoco Classe 1.
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Velocità di posa. L’innovativo sistema MEGAMART® consente tempi ridottissimi di posa in opera per risultati sempre all’altezza.
DALLA FEDERAZIONE
MADE 2013 GUARDA CON ATTENZIONE AI MERCATI ESTERI E’ in corso un road show di ben 12 tappe per promuovere la fiera dalla Russia agli Stati uniti. Si punta sulla specializzazione, con sei saloni divisi in aree tematiche e di facile fruizione: costruzioni e cantiere, involucro e serramenti, finiture e interni, città e paesaggio, software e hardware, energia e impianti.
Una multi piattaforma per creare le condizioni per la ripresa. Gli espositori avranno la possibilità di mostrare i frutti di un anno di lavoro, nell’ambito di una cornice internazionale. Per supportare le imprese nella creazione di opportunità commerciali con i mercati esteri è stato inoltre creato un
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comitato ad hoc. Obiettivo del comitato sarà quello di dare sviluppo e continuità ai progetti di promozione internazionale che MADE expo sta portando avanti e che si inseriscono alla perfezione nel nuovo progetto fieristico, che porterà la manifestazione ad avere scadenza biennale.
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B2B
DISEGNARE UNA GEOMETRIA DI POSA L’APPROCCIO TECNICO-FUNZIONALE DEL POSATORE di DALVANO SALVADOR, Presidente AIPPL Spesso il posatore si trova a dover ricoprire un ruolo di ammortizzatore tra le richieste ‘astratte’ provenienti dal cliente finale e le richieste ‘estetiche’ provenienti dall’architetto. In questo ambito è chiamato a rivestire un ruolo fondamentale per raggiungere un risultato finale che incontri le aspettative di entrambi, senza però incorrere in spiacevoli imprevisti a fine lavori. Le molteplici varietà di specie legnose a disposizione e le nuove tecnologie (laser) a disposizione garantiscono geometrie e disegni praticamente infiniti, in grado di soddisfare le richieste architettoniche e progettuali più complesse.
Il parquet offre, paragonato agli altri tipi di pavimenti, le più grandi possibilità per la configurazione di un ambiente. Gli strumenti per definire la conformazione sono: i colori e le strutture del legno; la combinazione dei tipi di legno; le dimensioni degli elementi; la geometria della posa; la modalità della posa ; le eventuali fasce perimetrali e le composizioni. Sulla loro conformazione influiscono grandezza (e altezza) dell’ambiente; destinazione d’uso; direzione dell’incidenza della luce. Gli elementi di grandi dimensioni, ad esempio, vengono per lo più posati in spazi ampi, proprio per evitare l’effetto ottico di un ridimensionamento (rimpicciolimento) dell’ambiente. Dunque l’inserimento dello stesso numero di elementi in spazi differenti può cambiare sensibilmente la dimensione ottica della loro ampiezza. Allo stesso modo, alcune geometrie - ad esempio a mosaico e a spina - possono conferire all’ambiente un aspetto neutro. L’effetto della lunghezza e dell’ampiezza di un ambiente può essere influenzato anche dalla direzione di posa e da quella della venatura. Attualmente vengono preferite pavimentazioni in tavolati di dimensioni sempre maggiori e solo raramente si utilizzano e propongono pavimentazioni modulari con riferimenti figurativi, molto utilizzati e apprezzati in epoche passate. L’uso sempre più massiccio di tavolati, stratificati e non, oltre a ridurre i costi di realizzazione produce ambienti con geometrie semplici, lineari, in alcuni casi minimaliste ed essenziali. Alcuni testi storici descrivono come le geometrie e anche le specie legnose, con i loro colori, possono fornire all’ambiente in cui vengono installati particolari atmosfere decorative. Un esempio eclatante ci viene dai lavori di realizzazione della biblioteca inserita nella prestigiosa ‘School of art di Glasgow’ nella quale la pavimentazione, composta da un tavolato, aveva la stessa colorazione scura delle altre parti architettoniche per creare una sorta di involucro che, con il suo colore bruno, inducesse al raccoglimento e allo studio.
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In molte dimore nobili e saloni di rappresentanza del 1600 e1700 venivano usate geometrie a spina di pesce: una disposizione piuttosto neutra che, volutamente, contrastava con la ricchezza degli stucchi e degli affreschi proprio per dare maggiore risalto alle opere architettoniche integrate con la pavimentazione. Questa ‘eleganza neutra’ la ritroviamo nel Palazzo Reale di Torino e nel Castello di Fontainebleau. Da questi esempi si ricava che la geometria di posa rivestiva un ruolo fondamentale anche in epoche passate e per questo motivo veniva posta molta attenzione nella scelta e nella progettazione, senza mai lasciare nulla al caso. Tornando ai giorni nostri, l’approccio che il posatore deve avere nell’individuazione della geometria di posa, non può non tenere in considerazione molteplici fattori quali: le aspettative del cliente, le richieste del progettista o direttore lavori, la tipologia di ambiente e quella del piano di posa, oltre agli elementi da utilizzare. Le aspettative del cliente non rientrano nell’ambito tecnico funzionale del problema, ma se non vengono adeguatamente ponderate e chiarite possono portare ad incomprensioni e a posizioni contrastanti con il cliente finale. In questo
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caso è opportuno che il posatore dimostri tutta la sua professionalità cercando di capire i reali bisogni del cliente e trasmettergli, al contempo, le informazioni tecniche, realizzative e funzionali che gli diano gli strumenti per comprendere perché una data geometria sia da preferire ad un’altra. Analogo discorso vale per le richieste del progettista o del direttore lavori, solitamente ispirate ai principi architettonici che appartengono al loro bagaglio professionale e formativo. In genere è questa figura che interagisce con il cliente finale, indirizzandolo verso una scelta piuttosto che un’altra. Anche in questo ambito una maggiore collaborazione/informazione tra le figure del posatore, il cliente finale e il progettista/architetto possono spianare la strada rispetto ad eventuali incomprensioni, ostacoli tecnici o aspettative errate tra le parti. Al di là degli elementi che ho già ricordato, mi preme sottolineare che è l’ambiente a determinare in modo significativo la geometria di posa più adatta a quel particolare contesto e se si asseconda questo orientamento si ottiene sempre l’effetto estetico desiderato. Infine un cenno all’importanza del piano di posa, che influisce in modo sostanziale nella scelta della geometria, perché può determinare le dimensioni e/o le caratteristiche degli elementi da posare. Una posa chiodata, ad esempio, determina a priori la posa in funzione al posizionamento della struttura appositamente creata per fissare gli elementi. Un piano di posa costituito da pannellature, invece, suggerisce una geometria che si adatti alla disposizione delle stesse. Se la tipologia degli elementi da posare è stata determinata da terzi, magari senza una
preventiva analisi sulla tipologia di ambiente, piano di posa e destinazione d’uso, è bene intervenire suggerendo soluzioni ad hoc. La posa di elementi di piccole dimensioni su superfici estese può, ad esempio, favorire geometrie a moduli e a composizioni anche elaborate che poco si inserirebbero in uno spazio di dimensioni ridotte. Concludo ricordando che la norma UNI EN 13756:04 regolamenta, oggi, queste tipologie di posa: alla francese; a tolda di nave o a correre; a cassero regolare; a spina di pesce; all’ungherese; a mosaico.
COME NASCE IL PROGETTO DI UNA PAVIMENTAZIONE IN LEGNO L’APPROCCIO ESTETICO DELL’ARChITETTO di CATERINA MALINCONICO Per progettare una pavimentazione occorre partire dal presupposto che il progetto deve consistere in un processo integrato di analisi tecnica ed economica delle soluzioni considerate, ciascuna delle quali analizzata in termini prestazionali per individuare le strategie di manutenzione più idonee a raggiungere il termine della vita del materiale. Ai giovani progettisti suggerisco sempre di approcciare il progetto delle pavimentazioni non, come spesso accade, come la messa a punto di un dettaglio costruttivo, ma come un momento dello sviluppo del progetto esecutivo. Il che significa che non si deve configurare come un puro esercizio strutturale volto solo a definire gli spessori da assegnare ai diversi strati componenti della struttura, ma considerare tutte le opportunità offerte da materiali sempre più sostenibili e nuove tecnologie e concezioni innovative di pavimentazione. Con questi presupposti si possono sviluppare soluzioni con prestazioni elevate e sempre più durevoli. Se guardo alla storia, i popoli di tutte le
culture ed epoche che hanno usato motivi geometrici nei pavimenti e ottimizzato il concetto di bellezza e di armonia, costruttiva e visiva, sono quelli che hanno saputo esaltare e valorizzare il materiale primario in natura: il legno! Che, in assoluto, è il materiale più idoneo per permettere questa flessibilità progettuale. Una delle caratteristiche più affascinanti del parquet di legno è l’enorme varietà di disegni ottenibili accostando in modo diverso i singoli elementi, sfruttando le varie caratteristiche del parquet scelto quali le dimensioni dei singoli elementi, le venature naturali del legno, a seconda del gusto e del tipo di abitazione (moderna, rustica, antica). Il legno e le sue applicazioni estetiche, con i suoi motivi geometrici, sono universali: in ogni epoca, in ogni cultura troviamo le forme geometriche che abbelliscono sia l’uomo che l’ambiente in cui vive. Riconoscere i vari stili della decorazione geometrica ci permette di identificarne la cultura di appartenenza. Progettualmente il pavimento di legno è
l’ideale per una decorazione geometrica, essendo la più grande superficie piana ininterrotta, a differenza di pareti e soffitti che sono interrotti da porte e finestre. La geometria è più di una semplice decorazione perché, quando viene sfruttata al meglio, funziona come una mappa a due dimensioni dello spazio architettonico tridimensionale. La disposizione di linee e punti nel pavimento ci può indicare, ad esempio, una direzione dello sguardo o del movimento; può scandire il ritmo del nostro movimento; può invitare a posizionarci in un punto ideale intorno al quale si spiega tutto lo spazio architettonico. Può, infine, indicare una gerarchia degli spazi e valorizzarli sia progettualmente che esteticamente. Indubbiamente i motivi geometrici conservano tuttora il loro fascino per l’essere umano. Forse la ragione sta nel messaggio che Leon Battista Alberti ci ha trasmesso e cioè che la bellezza è “un concerto di tutte le parti accomodate insieme con proporzione e discorso”.
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FAQ
AIPPL RISPONDE NORMA UNI 4712 – ‘TACChI A SPILLO’
di STEFANO BERTI
Con il sempre più massiccio ritorno all’uso dei tacchi a spillo, è possibile avere garanzie sull’idoneità di una pavimentazione di legno in ambienti particolarmente sollecitati come sale da ballo, palestre, locali pubblici, etc? Già all’inizio degli anni Sessanta, con il diffondersi dell’uso di tacchi a spillo nelle calzature, ci si era posti il problema della verifica delle pavimentazioni di legno in ambienti particolarmente sollecitati; da qui la messa a punto di una norma, pubblicata dall’UNI (Ente Nazionale Italiano di Unificazione) nel 1961, frutto di un approfondito lavoro di sperimentazione realizzato da G.Giordano e dai suoi Collaboratori. Questa norma è ancora in vigore perché, nonostante l’evoluzione della normativa europea e internazionale, rispetto alle altre prove di durezza sul legno, è l’unica in grado di verificare in modo adeguato le sollecitazioni determinate da un ‘penetratore’ - il tacco - che presenta bordi netti e, inoltre, considerare il fenomeno della recessione dell’impronta che nel caso del legno può raggiungere valori molto significativi. In estrema sintesi, la prova consiste nel sottoporre il campione di pavimentazione ad una sollecitazione di 78,75 kg, carico raggiunto in 4 secondi e mantenuto per 2 minuti, esercitata da un penetratore metallico di forma semicircolare simulante un tacco a spillo. Esiste la possibilità di utilizzare un penetratore a forma circolare con diametro di 10 mm; in questo caso il carico esercitato deve essere raddoppiato. Su ogni campione, e su sezioni differenti, devono essere effettuate 5 prove; trascorse 48 ore si misura la profondità dell’impronta residua ed il valore finale è determinato dalla media delle 5 impronte permanenti. Il procedimento è in grado di evidenziare l’idoneità o meno di una specie legnosa ad essere utilizzata in ambienti molto sollecitati ed è quindi da consigliare quando esistano dubbi a livello progettuale o applicativo. Merita sottolineare che, a livello normativo, l’Italia può anche insegnare e non solo recepire.
DA FRANCO BULIAN UNA SEQUENZA DI FAQ ChE CI AIUTANO AD AVERE UN APPROCCIO GLOBALE AL TEMA DELLA VERNICIATURA NELLA POSA DI UNA PAVIMENTAZIONE DI LEGNO. UN PICCOLO PATRIMONIO DI CONOSCENZE DA APPLICARE NELL’ATTIVITà QUOTIDIANA. Può sembrare una domanda banale ma, a parte l’aspetto estetico, qual è la vera funzione di un trattamento di verniciatura, ovvero quali proprietà del pavimento vengono migliorate? La protezione superficiale di un pavimento di legno riguarda soprattutto gli effetti di usura provocati dal continuo calpestio o quelli derivanti dal contatto con acqua o comunque con liquidi che in modo deliberato (detergenti) o accidentale (caduta di bibite o alimenti) possono venire a contatto con il pavimento. Il mantenimento nel tempo dell’aspetto originale e delle caratteristiche del pavimento dipende quindi dai trattamenti a cui è stato sottoposto.
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Esistono delle norme ufficiali o dei requisiti a cui fare riferimento? Al momento sono state pubblicate delle norme che definiscono i metodi di prova per verificare le prestazioni di un pavimento, ma non sono ancora disponibili dei riferimenti sui requisiti minimi che la superficie di un pavimento può o deve offrire. Per sopperire a questa mancanza, il gruppo di lavoro ‘Superfici’ dell’UNI sta predisponendo una norma specifica che definisce le prestazioni minime dei pavimenti di legno. Il documento, già in fase di avanzato sviluppo, vuole rappresentare un supporto per i produttori di vernici, i produttori di pavimenti e i posatori nella formulazione e nella scelta dei cicli di verniciatura più adatti per un determinato ambiente (residenziale, non residenziale a bassa frequentazione e non residenziale ad alta frequentazione). La durezza di un pavimento di legno, ovvero la resistenza alla penetrazione (il classico segno del tacco lasciato da una scarpa) può essere modificata da un trattamento di verniciatura? E’ bene sottolineare che alcune caratteristiche proprie del legno, come ad esempio la durezza, non possono essere compensate da un trattamento di verniciatura. Legni particolarmente ‘teneri’ potranno quindi essere facilmente deformati da un tacco a spillo o dalla punta metallica di un ombrello, indipendentemente dal trattamento a cui sono stati sottoposti. Il trattamento di un pavimento di legno può impedirne i movimenti conseguenti alle variazioni di umidità ambientale? No. I trattamenti superficiali possono solo rallentare questi fenomeni ma mai impedirli totalmente. I trattamenti di verniciatura sono in grado di ‘stabilizzare’ il colore del legno? Questo aspetto va giustamente chiarito in quanto è spesso oggetto di attese che a volte vengono deluse e che possono addirittura portare a reclami e contestazioni. Tutte le superfici legnose tendono infatti a cambiare il proprio colore quando sono esposte alla luce visibile. Generalmente le specie con tonalità più chiara evidenziano maggiormente questo fenomeno nel corso del tempo, ma non esiste una regola precisa anche per la variabilità insita in questo materiale che addirittura può riguardare le diverse zone del tronco di uno stesso albero. Le vernici possono a volte rallentare o ridurre l’entità del fenomeno, ma non impedirlo del tutto. La ragione è semplice ed è contenuta nella descrizione già espressa nelle righe precedenti: è infatti la luce visibile che causa il cambiamento di colore. Bisognerebbe quindi schermare il legno da queste radiazioni ma ciò significherebbe tuttavia rivestirlo con vernici bianche o colorate che ne impedirebbero la vista. Il cambiamento di colore di un pavimento di legno è quindi un fenomeno naturale che come tale deve essere conosciuto e accettato. Alcuni operatori del settore lo chiamano addirittura ‘maturazione del legno’ richiamando con tale termine un processo naturale notoriamente associato ai cambiamenti di colore. Quali sono i trattamenti disponibili per i pavimenti di legno? Iniziamo a parlare dei ‘prefiniti’ ovvero dei pavimenti che vengono direttamente verniciati presso gli stabilimenti di produzione. Le vernici impiegate sono normalmente di tipo ‘fotoreticolabile’ (più note come UV) essendo altamente tecnologiche, prive di solventi e indurite in impianti molto complessi tramite irraggiamento effettuato con radiazioni ultraviolette. Le superfici così ottenute offrono solitamente delle protezioni assai elevate in termini di durezza e di resistenza chimica. Esistono poi i trattamenti di verniciatura effettuati in loco utilizzando normalmente delle vernici all’acqua. La variabilità del risultato sia in termini estetici sia prestazionali è assai ampia. Come indicazione di massima può essere utile puntualizzare che i prodotti bicomponenti, quelli costituti da una vernice e da un induritore, offrono in genere delle prestazioni nettamente migliori rispetto ai monocomponenti. Quali sono invece le prestazioni normalmente offerte da trattamenti a base di cere e oli? Questi trattamenti offrono in realtà una protezione minima al legno anche in termini temporali. Il loro vantaggio è tuttavia quello di poter essere facilmente ripristinati con agevoli operazioni di manutenzione che devono essere tendenzialmente programmate nel tempo. I trattamenti con cere od oli sono assai apprezzati soprattutto da un punto di vista estetico in quanto mantengono, completano ed esaltano la naturalità del legno. E’ vero che i trattamenti a base di prodotti ‘naturali’ sono più sicuri per gli utenti finali? No, non è detto. Le ampie superfici dei pavimenti possono liberare varie tipologie di sostanze volatili che mescolandosi all’aria vengono poi ‘inalate’ dalle persone che soggiornano in quell’ambiente. La qualità dell’aria degli ambienti in cui soggiorniamo è quindi influenzata anche dalla tipologia e dalla quantità di sostanze emesse dai pavimenti, soprattutto quando sono nuovi. Le analisi chimiche ci dicono che i pavimenti trattati con prodotti a base naturale non sono certamente esenti da questo problema. Bisogna quindi considerare caso per caso, tenendo anche presente che alcuni Stati europei hanno già posto dei limiti di legge per questo tipo di emissioni da parte dei materiali per l’edilizia, pavimenti compresi e indipendentemente dal tipo di trattamento a cui sono stati sottoposti.
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RESTAURO La realizzazione riguarda un’attività di restauro presso un hotel di lusso in centro a Venezia. La superficie interessata, di 40 mq, presentava un pavimento massiccio in quadroni di rovere e noce intarsiati, che sono stati riutilizzati nella posa per ripristinare l’antico splendore del pavimento. Non è stata realizzata stratigrafia e si è intervenuti con operazioni attente e mirate. La levigatura - è questa la peculiarità dell’intervento è stata eseguita interamente a mano (non era possibile l’impiego di macchinari), provvedendo ad una successiva spazzolatura in opera con oliatura.
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RAPPRESENTANTI PER L’ITALIA INTERWOOD Srl
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Via Orelli, 14 - 28100 Novara Tel. 0321.393360 - Fax 0321.630070 E-mail: interwood@interwoodsrl.it WEB
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DECAPATURA La decapatura (dal francese décaper, togliere la copertura) è un procedimento che elimina la patina superficiale, nel caso specifico dal pavimento in legno. Questo intervento, realizzato a Vicenza, mostra una posa a spina pesce incollata con adesivo ipoallergenico e decapatura in opera. La superficie interessata è piuttosto ampia, circa 400 mq, e riguarda una villa Liberty di inizio Novecento. La specie legnosa impiegata è il massiccio in rovere con posa a spina pesce. La particolarità di questa realizzazione sta nell’approccio avvenuto per fasi ben definite: la squadratura del campo (stanza) con posa al centro della stanza; la rifilatura perimetrale e, da ultimo, la spazzolatura e la levigatura con decapatura in opera a mano.
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PRIMO PIANO
IL PUNTO SULLA PROFESSIONE CERTIFICAZIONE E QUALIFICAZIONE
FARE ChIAREZZA ALLA LUCE DI REGOLE CERTE E RICONOSCIUTE di FILIPPO CAFIERO, Avvocato
Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un incalzare di richiami e riferimenti intorno ai temi delle ‘certificazioni’ e delle ‘qualificazioni’. Sono molti, ormai, coloro che si preoccupano di mettere bene in mostra che quanto propongono sia o certificato o qualificato. Ovviamente nell’intento e nell’aspettativa di colpire nel segno, richiamando più immediatamente l’attenzione e cercando, soprattutto, di sottolineare così un motivo in più di differenza rispetto alle proposte altrui. Non sempre però si tratta di richiami appropriati o di riferimenti corretti. Talvolta, infatti, i due termini sono usati a sproposito e, talaltra, ben al di là del loro corretto contenuto terminologico. A volte, poi, vengono attribuiti all’uno o all’altro significati o concetti che non si addicono o che sono addirittura errati nei presupposti. Però, pur di fregiare di ‘certificazione’ o di ’qualificazione’ ciò che si propone, ci si lancia in proclami senza adeguata riflessione. Anche per questo, al solo fine di fare maggior chiarezza, sgombrando il campo da equivoci e senza voler distinguere tra certificazioni e qualificazioni corrette e certificazioni e qualificazioni (diciamo così) improprie, vale la pena soffermarsi a riflettere, proprio in questo momento di inflazione dei due termini, sul significato e sulla valenza da attribuire correttamente all’uno e all’altro, anche sotto il profilo giuridico.
CERTIFICAZIONE
Con l’espressione ‘certificazione’ letteralmente si vuole indicare l’attestazione di rispondenza a verità di un dato fatto, di una data circostanza o di una data condizione, ovvero che quel che si dichiara è vero perché attestato formalmente, con responsabilità diretta e propria di chi attesta e attraverso un processo di verificazione compiuto da un soggetto a tanto abilitato, oltre che necessariamente terzo e imparziale rispetto a chi può trarre interesse da quella attestazione. Conseguentemente, non è che la certificazione conduce ad attribuire a ciò che si propone (prodotto, servizio, persona, condizione) qualità o caratteristiche nuove o mancanti, semplicemente formalizza che quella dichiarazione (di certificazione) è stata verificata e valutata in quei particolari termini. A questo punto nessuna certificazione è più autorevole e determinante di un’altra, non potendo distinguersi tra certificazione e certificazione, se non considerando che possono esserci certificazioni richieste dalla legge e certificazioni non richieste dalla legge. Nell’uno e nell’altro caso, infatti, il valore, la portata e gli effetti della certificazione non cambiano, perché, per potersi parlare correttamente e propriamente di certificazione, devono esserci in entrambi i casi l’osservanza, la verifica e la valutazione della certezza della procedura o del sistema di certificazione. Lo stesso deve dirsi, poi, per il caso di certificazioni previste dalla legge come condizione per un riconoscimento di legittimità o di liceità. In questo caso non è la certificazione che fa la differenza, ma la legge che pone quella certificazione come condizione.
IL PROLIFERARE DELLE CERTIFICAZIONI RENDE OGGI PIù ChE MAI OPPORTUNA UNA DISTINZIONE IN FUNZIONE DELL’OGGETTO DELLA CERTIFICAZIONE, OVVERO PROPRIO DELL’OGGETTO DI VERIFICA, DI CONTROLLO E DI VALUTAZIONE ChE SI VUOLE ATTESTARE. È vero che oggi sono molto diffuse le certificazioni fondate sulla conformità a requisiti specificati da norme tecniche, ma non sono da meno neppure le certificazioni fondate su standard adottati spontaneamente da operatori economici, magari al fine di conseguire un vantaggio in termini concorrenziali. Laddove si tratti, invece, di certificazioni imposte da disposizioni di legge, in genere si gravita intorno alla tutela di interessi pubblici o alla tutela di interessi superiori, come quelli di provenienza europea. Ciò fa sì, allora, che un certo criterio di distinzione bisogna comunque e pur sempre evidenziarlo. Peraltro, poiché è ben noto che l’attività di certificazione può riguardare tanto un prodotto o un servizio quanto l’attività di gestione aziendale, il prolife-
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rarsi delle certificazioni rende oggi più che mai opportuna una distinzione in funzione dell’oggetto della certificazione, ovvero proprio dell’oggetto di verifica, di controllo e di valutazione che si vuole attestare. Conseguentemente, ferma restando l’evidente distinzione delle certificazioni imposte dalla legge, prima di argomentare intorno a questa o a quella certificazione, bisogna considerare che cosa essa abbia per oggetto. Solo in questo modo, infatti, cambiando il parametro di riferimento, potrà diversamente e più correttamente disporsi l’approccio verso quella certificazione da parte dell’interessato, e per motivazioni oggettive e per interessi personali. Si pensi, ad esempio, che anche l’ormai acquisita (al linguaggio comune) certificazione di qualità, a
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rigore, potrebbe lasciare insoddisfatte molte aspettative solo considerando che il termine ‘qualità’ non ha per nulla il significato proprio del Codice Civile, concretizzandosi piuttosto anch’essa in una conformità ad un modello tecnico adottato da chi ne è promotore. Come dire quasi che, se non si scende nei particolari di ciò che è oggetto di quella certificazione di qualità ci sarebbe da distinguere tra ‘qualità’ e ‘qualità’ e da precisare che, a parlar di
qualità in un senso, non è detto che si vada a coprire anche la qualità in un senso diverso. Insomma, anche la qualità attestata da una certificazione vale nei limiti dei parametri e degli standard assunti per quella qualità all’interno di quella procedura di certificazione e non per una ‘diversa’ qualità oggettivamente e indistintamente riconducibile alle aspettative di chiunque abbia ad avvicinarsi ad essa, per motivazioni oggettive o per interessi personali, non importa.
LA CERTIFICAZIONE SPESSO VIENE GIOCATA IN TERMINI DI IMMAGINE E DI ATTRAZIONE, MA L’UNICO CONCRETO E OGGETTIVO CRITERIO PER LA SUA RILEVANZA NEI DESTINATARI O IN COLORO ChE POSSONO TRARNE INTERESSE STA NELLA ‘TRASPARENZA’ DELLA COMUNICAZIONE DELLA CERTIFICAZIONE E NON NELLA MAGGIORE O MINORE FORZA E INCISIVITà DELL’ESPRESSIONE DELLA TIPOLOGIA DI CERTIFICAZIONE DIChIARATA. Se dunque la certificazione spesso viene giocata in termini di immagine e di attrazione, il ragionamento di cui sopra porta a concludere che l’unico concreto e oggettivo criterio per la sua rilevanza nei destinatari o, comunque, in coloro che possono trarne interesse sta nella ‘trasparenza’ della comunicazione della certificazione e non certo nella maggiore o minore forza e incisività dell’espressione della tipologia di certificazione dichiarata. Il che vuol dire che, anziché preoccuparci dell’essere una certificazione di qualità piuttosto che di altro tipo, dobbiamo preoccuparci di capire: 1. Qual è l’oggetto di quella certificazione; 2. Con quale trasparenza, chiarezza e correttezza quella proceprocedura di certificazione viene attuata, verificata e valutata dai soggetti a ciò preposti; 3. Con quale trasparenza, chiarezza e correttezza oggetto e procedura vengano portati a conoscenza degli interessati; 4. Con quale trasparenza, chiarezza e correttezza gli stessi pospossano prenderne atto per eventuali valutazioni personali; 5. Con quale trasparenza, chiarezza e correttezza oggetto e procedura vengano comunicati indistintamente ai terzi.
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Il tutto prescindendo da ciò che attiene ai ‘soggetti certificatori’, sui quali non è il caso di soffermarsi oltre, gravando inevitabilmente a loro carico categorici principi e precise regole per garantirne terzietà ed indipendenza. Di certo, però, anche costoro (e dunque non solo coloro che dichiarano e propongono la certificazione acquisita o conseguita) peccano, e verso i terzi e verso il loro stesso ruolo di terzietà e di indipendenza, quando non si preoccupano di pretendere dai loro committenti che quella trasparenza, chiarezza e correttezza sussista in tutte quelle condizioni e in tutti quei contesti prima elencati, e non solo per ciò che attiene la procedura interna di certificazione. È vero che, ad esempio, nel certificare un prodotto non sempre si certifica il produttore, ma è anche vero che le certificazioni che non siano accompagnate, nel loro manifestarsi ai terzi, a trasparenza, chiarezza e correttezza costituiscono più motivo ed occasione di confusione che motivo ed occasione di distinzione. E ciò il certificatore non può ignorarlo. Non dimentichiamolo, la sua terzietà e indipendenza è condizione ed elemento peculiare di garanzia dei terzi stessi, oltre che presupposto per la sua stessa attività professionale.
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QUALIFICAZIONE
Quanto alla qualificazione, le cose si complicano un poco perché si va a coinvolgere le persone. La qualificazione, infatti, consiste nell’attribuzione di una qualifica in base ad una determinata competenza, ad una determinata capacità, a determinati caratteri, specifici di una professionalità o meno, a tutti questi aspetti insieme. Più concretamente ‘qualificare’ significa attribuire una determinata qualità, ma qualità intesa come aspetti, caratteri e/o conconnotazioni particolari di un soggetto o di una cosa, oggetto di apprezzamento da parte di chi ne può essere interessato, non certo come valutazione qualitativa della cosa o della persona. La qualificazione riconduce alle persone più che alle cose, perché comunemente e tradizionalmente la si è attribuita ai ruoli professionali dei lavoratori, in particolare alle posizioni che sono attribuite ai lavoratori in relazione alle loro mansioni e ai loro profili professionali. Posizioni dalle quali, nel tempo, è dipesa anche la collocazione e l’inquadramento giuridico del lavoratore (ai fini contrattuali) in livelli professionali, a loro volta dipendenti anche dalle qualifiche e dalle qualificazioni, organizzate con criteri di omogeneità professionale.
L’APERTURA EUROPEA DEL MERCATO DEL LAVORO, ANChE PROFESSIONALE, CON IL DOVUTO RECIPROCO RICONOSCIMENTO DI TITOLI E QUALIFIChE, IMPONE SEMPRE PIù DI ESCLUDERE QUALSIASI IPOTESI DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE IN PROPRIO O LIMITATA, E PER TERRITORIO E PER RICONOSCIMENTO DI COMPETENZE. Se questa può dirsi la storia (molto sintetica) dell’espressione ‘qualificazione’, soprattutto laddove associata a ‘professionale’ (‘qualificazione professionale’), va altresì precisato che, a voler ragionare correttamente, con una visione più coerente e adeguata ai tempi di un mercato aperto e dinamico, e dunque evitando percorsi ‘domestici’ o, peggio ancora, ‘caserecci’, la qualificazione professionale oggi finisce con l’assumere una connotazione ancor più particolare, perché da adattarsi e collocarsi all’interno del contesto europeo e delle indicazioni dallo stesso provenienti. L’ormai consolidata apertura europea del mercato del lavoro, anche professionale, con il dovuto reciproco riconoscimento di titoli e qualifiche, ha imposto e impone sempre più di escludere ogni e qualsiasi ipotesi di qualificazione professionale in proprio o limitata, e per territorio e per riconoscimento di competenze, e ha introdotto, ormai da tempo, acquisendolo anche al sistema della formazione professionale, un regime comune di qualifiche professionali per livelli basati su competenze,
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conoscenze e abilità, dai quali non si può più prescindere. Ovviamente, a voler parlar seriamente e in maniera tutt’altro che ‘casereccia’ di qualificazioni professionali. È vero che, come già dietro la certificazione, anche dietro la qualificazione professionale stanno gli interessi e le aspettative del mercato: per i produttori, ad esempio, per poter meglio identificare gli operatori cui rivolgersi o affidare incarichi particolari; per gli stessi operatori professionali, per potersi proporre adeguatamente e idoneamente, sia ai fini economici sia ai fini operativi concreti; per lo stesso mercato tutto, per poter distinguere e responsabilizzare chi opera correttamente. Però, poiché la qualificazione professionale consiste concretamente nella valutazione delle competenze professionali di un soggetto che si qualifica come operatore professionale in quel dato contesto, non può certo questa qualificazione ipotizzarsi o collocarsi nei limiti e/o nei termini di un corso di formazione, più o meno lungo, più o meno articolato.
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PENSIAMO ALLE DEFINIZIONI DI QUALIFICA, CONOSCENZE, ABILITà E COMPETENZE E, SOPRATTUTTO, AL PRINCIPIO ChE VUOLE LE QUALIFIChE ALL’INTERNO DI UNO STATO COME RICONOSCIMENTO DELL’APPRENDIMENTO E DI ALTRI MECCANISMI ChE RACCORDANO L’ISTRUZIONE E LA FORMAZIONE CON IL MERCATO DEL LAVORO E LA SOCIETà CIVILE. SOLO COSì SI PUò AFFRONTARE IL MERCATO LIBERAMENTE E A PIENO TITOLO. Occorre, infatti, che si abbia modo di poter correttamente e adeguatamente prendere in considerazione competenze, conoscenze e abilità così come previste in sede europea e occorre che i parametri di riferimento di questi caratteri abbiano una base comune, perché altrimenti si ricade nell’autonomo e nel soggettivo, come già sottolineato prima per la certificazione. E, se in quest’ultima il riferimento lo si è individuato nello standard assunto a modello o nella norma tecnica richiamata da una legge, da un contratto o da chi ne sia interessato, per la qualificazione professionale il riferimento c’è ormai da tempo e da esso non ci si può discostare ed è il cosiddetto EQF, quadro europeo delle qualifiche. Modello, criterio o parametro, che dir si voglia, esso risale al 2008 e deve ritenersi ormai acquisito sia come strumento di riferimento per confrontare i livelli delle qualifiche dei diversi sistemi nazionali, sia per consentire di migliorare trasparenza, comparabilità e trasferibilità delle qualifiche dei cittadini dei
diversi Stati Membri. Sempre ed ancor al fine di evitare la limitazione o, peggio ancora, la stagnazione in contesti (territoriali e non solo) limitati e ristretti che l’UE non riconosce più. Non a caso proprio da tale quadro europeo sono state tratte le definizioni riportate nel precedente numero e di cui, parimenti, oggi non si può più fare a meno per correttamente e con proprietà di termini e di riferimenti parlare di qualificazione professionale, indipendentemente dall’ambito dell’attività del soggetto professionale ‘qualificato’. Si pensi, ad esempio, alle definizioni di qualifica, di conoscenze, abilità e competenze e, soprattutto, al principio che vuole le qualifiche all’interno di uno Stato come riconoscimento dell’apprendimento e di altri meccanismi che raccordano l’istruzione e la formazione con il mercato del lavoro e la società civile. Solo così e solo in questi termini si può affrontare il mercato liberamente e a pieno titolo, senza cadere nel ‘casereccio’.
IL PROFESSIONISTA NON SI ACCREDITA OTTENENDO GARANZIE IMPROPRIE DA ChI PRETENDE DI ‘QUALIFICARE’ PROFESSIONI E SOGGETTI PROFESSIONALI SU PARAMETRI, BASI E CRITERI STANDARDIZZATI AUTONOMAMENTE AL DI FUORI DI QUELLI PREVISTI DAL MENZIONATO CONTESTO EUROPEO. Peraltro, si consideri ulteriormente che questo quadro europeo delle qualifiche si pone all’interno di un contesto legislativo più ampio che ha tratto origine dalla Direttiva 05/36/CE, proprio finalizzata al riconoscimento delle qualifiche professionali e al riconoscimento delle qualifiche comprovate da esperienza professionale per alcune attività, industriali, commerciali e artigianali. Inoltre, il collocarsi in questo contesto anche della nostra più recente Legge n. 4/2013, relativa alle professioni non regolamentate conferma ancor di più come sia di ben modesta corposità, se non addirittura obsoleto, pretendere di “qualificare” professioni e soggetti professionali su para-
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metri, su basi e su criteri standardizzati autonomamente al di fuori di quelli previsti dal menzionato contesto europeo. Ne è segno evidente il fatto che con la stessa legge l’UNI sia stato investito dell’elaborazione della normativa tecnica relativa alla singola attività professionale, con previsione di principi, criteri generali e requisiti minimi di competenze che dovranno disciplinare l’esercizio autoregolamentato della singola attività professionale, assicurando uno standard qualitativo riconosciuto e dunque la qualificazione secondo la stessa legge, in una dimensione europea.
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VITA ASSOCIATIVA
AIPPL IN TRASFERTA A MATERA IL 28 GIUGNO SCORSO SOSTENUTO DALLA AZIENDE SPONSOR UN CONVEGNO DI ‘AGGIORNAMENTO SULLA POSA DI PAVIMENTO DI LEGNO E SULLA NORMATIVA DI RIFERIMENTO’. Si è svolta presso l’Hotel l’Hilton Garden di Matera, alla presenza di posatori e rappresentanti locali, la giornata di lavoro che ha visto impegnati in prima linea i due referenti del Direttivo per quest’area: Francesco Conventi e Michele Murgolo.
Il Presidente di AIPPL, Dalvano Salvador, ha illustrato ai presenti lo scopo e gli obiettivi dell’associazione e dell’incontro: “mettere a fuoco le novità del settore normativo e chiarire le problematiche legate alla posa in ambiente esterno, anche attraverso la valutazione dei pavimenti in opera con riferimento all’ambito normativo appena approvato”. Stefano Berti, Dirigente di Ricerca del CNR Ivalsa, ha affrontato due temi: il primo legato a ‘Il legno come materiale da pavimentazione, caratteristiche e impieghi anche rispetto alla normativa di riferimento’. Il secondo, più tecnico, su ‘I criteri e i metodi di valutazione della pavimentazione posata’. Molte le suggestioni sul perché scegliere e proporre l’impiego del legno a chi, oggi, cerca soluzioni alternative in nome della sostenibilità. “Spesso siamo considerati cattivi gestori dell’ambiente perché abbattiamo gli alberi - ha spiegato - ma promuovere un impiego del legno corretto, ovvero coerente con una gestione razionale delle foreste, è fondamentale. Su questi temi occorre far riflettere anche passando attraverso un’informazione puntuale. Promuovere verso i clienti il concetto che non si è distruttori di foreste è importante, ma per farlo occorre conoscere. Un dato su tutti: in Italia si taglia solo il 5% di ciò che ricresce in un anno; in Europa il 45%, meno della metà. Non è questo, dunque, il problema”. Perché utilizzare il legno Berti lo ha detto con chiarezza: ha origine biologica, dunque è naturale già alla fonte, e poiché negli ultimi anni è aumentato del 30% il problema dell’anidiride carbonica (e tuttora aumenta!) è bene conoscere il ruolo degli alberi come “spazzini dell’aria”. Pensiamo all’utilità della fotosintesi clorofilliana, ovvero al processo per cui le piante prendono dalla terra sostanze minerali e le portano ai rami, dove vengono assorbite. Nelle foglie viene catturata l’anidride carbonica
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e con un processo del tutto naturale, grazie a sole, carbonio e ossigeno vengono separati. Il secondo ci viene restituito sotto forma di aria pulita, mentre il carbonio rimane nell’albero, dove serve a produrre altro legno, in un ciclo dagli effetti benefici. Pochi sanno che a svolgere questa funzione con maggiore efficacia sono soprattutto le piante giovani: ecco perché c’è davvero bisogno di una gestione controllata delle foreste, se necessario tagliando, ovviamente con criterio. Dobbiamo dunque augurarci un abbattimento consapevole e razionale da parte del corpo forestale, che sa esattamente come intervenire per favorire una sostenibilità corretta. Il bosco, dunque, può e deve essere gestito. Perché il problema dal quale dobbiamo rifuggire non è la gestione, del tutto auspicabile (in Italia non ci sono foreste spontanee, sono tutte controllate dall’uomo!)... Semmai occorre guardarsi dall’impiego di energia legata alle biomasse, che richiedono un dispendio enorme di legno. E, ancora, ridurre al minimo il tragitto delle merci se vogliamo parlare di sostenibilità ambientale a ragion veduta. Anche dal punto di vista ambientale, dunque, tutte le indicazioni servono a contenere e controllare il depauperamento delle risorse naturali che vanno ridimensionate in un’ottica di gestione corretta e pianificata del nostro patrimonio forestale. Il secondo intervento di Stefano Berti si è sviluppato attraverso una disamina dei ‘Criteri e metodi valutazione della pavimentazione posata’ con un invito al posatore a conoscere nel dettaglio le norme vigenti per applicarle anche in modo preventivo, ai fini di una tutela propria e del cliente, e non in caso di eventuali contestazioni sul lavoro finito. La testimonianza di Dalvano Salvador ha integrato, sotto il profilo tecnico, quanto esposto de Berti. Il Presidente di AIPPL ha
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premesso che la modalità di posa per esterni ha caratteristiche diverse da quella in interno e che, in ambito UNI, è oggi allo studio una norma ad hoc. Le caratteristiche di una corretta posa in esterni riguardano il
Altri concetti che il Presidente AIPPL ha chiarito, anche sollecitato dalle numerose domande dei presenti, riguardano lo stoccaggio in esterno del materiale, che va sempre protetto. E ancora: nella posa occorre tener conto di molti fattori quali la destinazione d’uso, la specie legnosa, le dimensioni delle doghe, il tipo di sottofondo, i sistemi di fissaggio e, non ultime, le aspettative del cliente. La giornata si è conclusa con grande soddisfazione dei presenti e l’invito ad approfondire questi temi che, in un mercato sempre più esgente, possono tradursi in concrete opportunità di ampliamento della propria offerta, purchè se ne valutino attentamente le possibili implicazioni.
rispetto di determinati requisiti da parte dei materiali (da sottoporre a trattamenti specifici, ad esempio in autoclave o termico); l’impiego di sistemi di fissaggio corretti (clips, viti a vista); una particolare attenzione al piano di posa (sempre asciutto e con pendenze adeguate) e un’attenta manutenzione, sia ordinaria che straordinaria. “I legni in uso esterno ingrigiscono - ha spiegato Salvador - e possono produrre movimenti di svergolamento se l’utilizzo di una specie non è idoneo. Possono diventare sfibrati, produrre rigonfiamenti e infine creparsi per le tensioni cui sono sottoposti. Esistono alcuni formati da preferire: i listoni, che sottoposti ad impregnazione rallentano l’inserimento dell’acqua; moduli, pannelli, decking. Ciò che conta è sapere che ciascuno richiede una diversa modalità di posa.”
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SAVE THE DATE
AIPPL ringrazia le aziende sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa, accogliendo con entusiasmo l’idea di favorire la conoscenza dell’Associazione su tutto il territorio nazionale. 20 Settembre ISOLMANT/TECNASFALTI: INCONTRO IN AZIENDA ‘Requisiti acustici passivi degli edifici: il Ruolo attivo del paRquet nell’isolamento al calpestio e le oppoRtunità del Risanamento’ 2-5 OttObre MADEexpo MILANO ARChITETTURA DESIGN EDILIZIA FIERA MILANO RhO 25 OttObre INCONTRO TECNICO-FORMATIVO C/O IL CNR/IVALSA SESTO FIORENTINO (FI). TEMATICA: legno in edilizia e impianti di RaffRescamento e Riscaldamento.
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INCONTRI IN AZIENDA
CALDIC
21 GIUGNO: INTENSA GIORNATA DI CONFRONTO Un programma ricco e articolato ha dettagliato le tematiche legate all’impiego dei massetti e alla loro composizione. L’argomento, squisitamente tecnico, è stato sviluppato dall’azienda per favorire nei posatori la conoscenza di uno ‘strumento’ di lavoro quotidiano. “Da 10 anni Caldic commercializza in Italia i prodotti della Knopp Chemie, leader in Europa con 33 anni di esperienza specifica nel settore, fondata nel 1981 dai fratelli Knopp come azienda di sistemi avanzati per massetti di sottofondo a rapida essicazione e ad alte prestazioni, da utilizzare anche per massetti radianti”. Così Michele Acquaviva, responsabile di Caldic Italia per questa divisione, ha aperto i lavori ringraziando i presenti e in modo particolare Giorgio Novak, amministratore delegato di Caldic, che “ha scommesso sulla possibilità di introdurre questi nuovi prodotti sul mercato quando nessuno ci credeva”. La mattinata si è sviluppata attorno a temi basilari quali la presentazione e la scelta dei materiali e la miscelazione per la realizzazione del massetto; il cemento (con tutte le sue sfaccettature), la sabbia (con le sue intrinseche problematiche), gli additivi (differenza tra i sistemi), la miscelazione (differenza tra laboratorio e cantiere). E’ stato subito evidente che la superficialità della scelta dei materiali porta a risultati pessimi e quindi a reclami da parte del cliente finale. Con l’aiuto di foto al microscopio, tabelle e grafici si è potuto dimostrare che l’attenta scelta dei componenti porta ad un risultato efficace. A conclusione della sessione, un approfondimento delle problematiche relative alla misurazione dell’umidità residua, che può variare in funzione della differente tipologia di acqua presente nel massetto: fisica, chimica, legata e intrappolata. La rilevazione di una parte o di tutte le acque presenti avviene con vari metodi. Nella ripresa dei lavori il focus si è spostato sui meccanismi per la progettazione e il dimensionamento dei massetti di sottofondo. E’ emerso che nulla può essere improvvisato: ci sono regole, meccanismi e norme per poter progettare un massetto con estrema sicurezza. Fondamentale, a questo scopo, è il suo spessore, perché la mancanza di questo requisito può innescare una serie di problemi. Grande attenzione è stata rivolta alle Norme di riferimento per questo tipo di intervento: alcune sono lacunose, ma un buon orientamento per il posatore può arrivare dal ‘Codice di Buona Pratica’ edito da Conpaviper. L’incontro si è prolungato oltre le previsioni per poter
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rispondere alle richieste di approfondimento sollevate dai presenti su argomenti trasversali. La partecipazione è stata molto attiva con domande, precisazioni e grande spirito collaborativo tra parchettisti e massettisti. “E’ stato appagante - ha concluso Acquaviva - scoprire che alcuni dei presenti erano arrivati da lontano per assistere a questo incontro. Una bella esperienza per tutti e l’invito ad approfondire e aggiornare le proprie conoscenze. E’ questo lo spirito che AIPPL sta infondendo nei propri associati e, indubbiamente, mi sembra quello giusto”.
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REGISTRO DEI CONSULENTI
RISPONDE EFFICACEMENTE ALLA DOMANDA DI COMPETENZA E AFFIDABILITà IL REGISTRO CONSULENTI TECNICI DEL LEGNO, VOLUTO NEL 2006 DA FEDERLEGNOARREDO. E’ nato su iniziativa di FederlegnoArredo come risposta istituzionale al crescente bisogno di professionalità e affidabilità sollecitata dal comparto legno. E si propone tuttora come valido strumento di consultazione per chi, sul mercato, cerca un consulente ‘accreditato’. Il Registro Consulenti Tecnici del Legno dal 2006 propone infatti un elenco di professionisti le cui competenze sono testate con imparzialità e rigore da un organismo garante attraverso un esame ‘interno’ alla Federazione.
Ampia la rosa di coloro che possono accedere al Registro: dalle aziende alle imprese edili; dagli ordini professionali alle Camere di Commercio fino ai tribunali, uffici tecnici di Enti pubblici e privati e, ancora, operatori commerciali e consumatori finali. Il Registro dei Consulenti si propone oggi come opportunità anche per gli operatori del settore legno che vogliono stare sul mercato in virtù dell’accreditamento che un’importante realtà quale FederlegnoArredo gli ha conferito a fronte di una indiscussa professionalità.
Il Comitato Operativo cui si sottopongono coloro che vogliono iscriversi al registro viene nominato dal Consiglio Direttivo di FederlegnoArredo ed è composto da personalità di rilievo con competenze diverse. Le sue funzioni spaziano dalla valutazione/ammissione dei candidati al Registro, previo superamento di un esame scritto ed uno orale, alla definizione del programma annuale finalizzato a supportare gli iscritti con un’attività di formazione/aggiornamento continuativa. Si occupa infine di monitorare il corretto funzionamento del servizio: dall’accertamento del rispetto del regolamento interno da parte degli iscritti alla promozione/diffusione del Registro presso gli Associati di FederlegnoArredo, le istituzioni interessate al suo utilizzo e i potenziali referenti esterni. Gli iscritti sono suddivisi in 11 settori: Adesivi, trattamenti e finiture; Arredamento/mobili; Essiccazione e stagionatura; Funghi e insetti del legno; Legno tondo, prime lavorazioni e semilavorati; Pannelli; Pavimenti di legno; Porte e serramenti; Rivestimenti; Scale prefabbricate di legno; Strutture e costruzioni. Perché iscriversi? Tra i vantaggi immediati la consegna, ad esame superato, di un attestato formale di elevata professionalità; la partecipazione a titolo gratuito ad iniziative periodiche di formazione pensate ad hoc; la visibilità sul sito di FederlegnoArredo con indicazione di contatto telefonico/e-mail completato dal proprio curriculum vitae. L’iscrizione agli esami è aperta a tutti gli esperti e professionisti del settore che intendano accreditarsi presso FederlegnoArredo. Per informazioni: 02.80604364 - Fax. 02.80604397 - e-mail registroconsulenti@federlegno.it La prossima sessione di esame si svolgerà il 20 novembre 2013, presso la sede di FederlegnoArredo, a Milano.
I TECNICI COMPONENTI DEL COMITATO OPERATIVO SONO: Stefano Berti - cnR/ivalsa (consiglio nazionale delle ricerche/istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree) Stefano Berti - uni (ente nazionale italiano di unificazione/commissione legno) franco Bulian - catas (centro ricerche-sviluppo laboratorio prove settore legno-arredo) filippo cafiero - avvocato Gaetano caStro - c.R.a./p.l.f. (consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura/unità di ricerca per le produzioni legnose fuori foresta) nicola MaSSaro - ance (associazione nazionale costruttori edili) andrea neGri - federlegnoarredo roBerto Zanuttini - università di torino
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IV CONFERENZA SCIENTIFICA INTERNAZIONALE SULLA LAVORAZIONE DEL LEGNO DI LATIFOGLIE: 7 – 9 OTTOBRE 2013, FIRENZE ANChE EDILEGNOARREDO E AIPPL TRA GLI SPONSOR DELL’INIZIATIVA DI RILEVANZA MONDIALE Dal 7 al 9 ottobre 2013 la città di Firenze ospiterà la quarta Conferenza Scientifica Internazionale sulla Lavorazione del Legno di Latifoglie. Si tratta di un incontro di rilevanza mondiale, ospitato in precedenza in Canada (2007), Francia (2009) e Stati Uniti (2011). Esperti di fama internazionale, ricercatori, scienziati, rappresentanti del mondo industriale, imprenditori e utilizzatori si confronteranno sui recenti progressi e le innovazioni di quest’area scientifica di estremo valore. Una concreta opportunità per comunità scientifiche, di ricerca e imprenditoriali che si occupano del legno di latifoglie di condividere idee, conoscenze ed esperienze in un contesto internazionale. Sono programmate oltre 50 relazioni, tutte mirate alla valorizzazione del legno di latifoglia, suddivise nei seguenti argomenti.
CONFERENZA PROMOSSA CONGIUNTAMENTE DA: CNR-IVALSA (IT), FP INNOVATION (CA), FCBA (FR), VIRGINIATECh (US), METLA (FI) RESPONSABILE DEL COMITATO DI ORGANIZZAZIONE: STEFANO BERTI, CNR-IVALSA
• Pratiche selvicolturali & Qualità del Legno • Lavorazione e Ottimizzazione delle trasformazioni • Sviluppo di Prodotti • Mercato e Sostenibilità Hanno inoltre confermato la loro presenza relatori di prestigio internazionale quali: Eduardo Mansur, Direttore, Divisione della valutazione, gestione e protezione delle foreste della FAO Federico Ratti, Direttore tecnico SCM Group Jan-Willem G. van de Kuilen, Professore Holzforschung München Technische Universität München Ed Pepke, Senior Timber Trade Analyst EU FLEGT Facility European Forest Institute Sito ufficiale della conferenza: http://www.schp2013.org/home-page/
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Il prof. Berti e due suoi collaboratori
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stefano.abramo@virgilio.it
AD e IL PASTELLO di Angelino Italo
Italo
Angelino
0114551218
0117390747
adeilpastello@adeilpastello.it
AMBIENTI SRL
Giuseppe
Anzaldi
0321621271
03211859993
info@ambientiparquet.it pino@ambientiparquet.it
056423042
AMERIGHI SALVATORE
Salvatore
Amerighi
056423042
AMICO LEGNO di Berte’ Andrea
Andrea
Berte’
0521625111
TELEF
3356441624
VIA
CAP
0422887868
3p.pasqualato@gmail.com
Via Bachelet 23/B
31027 SPRESIANO Fraz. LOVADINA
TV
Veneto
Via Baracca 34
31036 ISTRANA
TV
Veneto
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33010 TAVAGNACCO
UD
Friuli V/G
Via Capponi 30/C
10148 TORINO
TO
Piemonte
Corso Sempione 39
28062 CAMERI
NO
Piemonte
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Via Ximenes 58
58100 GROSSETO
GR
Toscana
andreaberte@libero.it
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43015 NOCETO
PR
Emilia Romagna
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07100 SASSARI
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Loc. Torrone, N° 14
62011 Cingoli
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Marche
0115364546
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Corso Giulio Cesare, 338/50/D
10155 TORINO
TO
Piemonte
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079212569
ANTONIOPINNA.IT SRL
FAX
COM
PROV REGIONE
AREA INTERNI SNC DI ORBISAGLIA D. & CIVERCHIAV P.
Daniele
Orbisaglia
0717103180
AREA PARQUET SRL
Bartolomeo
Stolfo
0115364234
ART PARQUETS di Rubessi Roberto
Roberto
Rubessi
035463055
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035463055
info@artparquets.com
Via Lega Lombarda 11
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BG
Lombardia
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info@astecnologia.com
Via Pastrengo 62
20814 VAREDO
MB
Lombardia
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TE
Abruzzo
054227506
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BO
Emilia Romagna
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RI
Lazio
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33077 SACILE
PN
Friuli V/G
0396060272
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20872 CORNATE D’ADDA
MB
Lombardia
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Via Solferino 12
26845 CODOGNO
LO
Lombardia
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Peracchia
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BACO SAS di Carmine Oliva & C.
Carmine
Oliva
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Mauro
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Danilo
Barro
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Giovanni
Belluschi
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Pietro Luigi
Belloni
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Giovanna
Benacchio
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VI
Veneto
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Ivo
Benedetti
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0732974519
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Fraz. Venatura 16
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AN
Marche
BERIA PARQUET SNC
Gino
Beria
0321986509
0321986509
info@beriaparquet.com
Via Dell’Artigianato 8/10
28043 BELLINZAGO NOVARESE
NO
Piemonte
BERNABEI FABRIZIO & C. SNC
Fabrizio
Bernabei
0733905771
3477268180
0733905771
info@bernabeiparquet.it
Via Betti 2
62020 BELFORTE DEL CHIENTI
MC
Marche
BETTETI PARCHETTI
Pietro
Betteti
0422435939
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0422265546
bettetiparchetti@libero.it
Via Reginato 45
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TV
Veneto
AS TECNOLOGIA SRL
Armando
336613179 3356352700
info@benacchiopavimentiinlegno.com Via Guido Negri 4
36060 ROMANO D’EZZELINO
BGP TRADING SRL
Andrea
Rota
034625200
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info@bgptrading.com
Via San Lucio 37/13
24023 CLUSONE
BG
Lombardia
BOGONI PATRIZIO
Patrizio
Bogoni
3357043959
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patrizio.bogoni@alice.it
Via Zoppega 7
37032 MONTEFORTE D’ALPONE
VR
Veneto
BORSOI LINO Posa e Levigatura Pavimenti in Legno
Lino
Borsoi
3336850714
Via Umberto I, 28
15060 BOSIO
AL
Piemonte
BOTTEGA DEL PARQUET SNC DI BELOTTI ORESTE & BUGATTI MARCO
Oreste
Belotti
3336539331
035944481
bottegadelparquet@libero.it
Via Maicco 1
24060 ENTRATICO
BG
Lombardia
Braido
BRAIDO & MENEGHIN SNC
Giacomo
0438486672
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0438486672
braidoemeneghin@yahoo.it
Via Manzana 20
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TV
Veneto
BRAMBILLA EMANUELE GIOVANNI
Emanuele Giovanni Brambilla
0396021480
3394140403
0396021480
brambillaparquet@gmail.com
Cascina S. Nazzaro 44
20882 BELLUSCO
MB
Lombardia
BRAMINI PARQUET
Giorgio
Bramini
3385340196
braminiparquet@alice.it
Via De Gasperi 51
26841 CASALPUSTERLENGO
LO
Lombardia
BRIGHENTI GIACOMO
Giacomo
Brighenti
045-7430261
brisa67@hotmail.it
Via Are 5
37010 BRENZONE
VR
Veneto
BRUNELLI ALESSANDRO
Alessandro
Brunelli
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Via Torricello III, 1/B
37050 SANTA MARIA DI ZEVIO
VR
Veneto
BRUNELLI TONY
Tony
Brunelli
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0458778744
pavimentilegno.tony@alice.it
Via Torricello III, 1/B
37050 SANTA MARIA DI ZEVIO
VR
Veneto
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Alfiero
Bulgarelli
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MN
Lombardia
C.E PARQUET
Gabriele
Condo’
3473086388
ceparquet@libero.it
Via Tasso 11
21050 BISUSCHIO
VA
Lombardia
maurizio@cmparquet.com
Via Fratelli Kennedy 17
20811 CESANO MADERNO
MB
Lombardia
Via D. Alighieri 69
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VI
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Maurizio
Confalonieri
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CENTRO PAVIMENTI FIETTA BRUNO
Bruno
Fietta
0424574012
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Maurizio
Michelazzo
0332471741
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info@ceresioparquet.it
Via Matteotti, 113
21051 ACISATE
VA
Lombardia
CETTA GUERRINO
Guerrrino
Cetta
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cettaguerrino.parquet@live.it
Via Villa 3
22010 STAZZONA
CO
Lombardia
CHIGGIO BRUNO
Chiggio
Bruno
0495381787
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Via Cona 17
35021 AGNA
PD
Veneto
CIAMPI BRUNO
Bruno
Ciampi
090771014
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0906415498
info@ciampi.biz
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98100 MESSINA
ME
Sicilia
CIANNI GAETANO
Gaetano
Cianni
0362223187
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0362223187
ciannigaetano@live.it
Via Garibaldi 52
20831 SEREGNO
MB
Lombardia
CINGOLANI 1927 SRL
Luca
Scagnellato
049773888
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info@cingolani.it
Via Nona Strada 25
35129 PADOVA
PD
COCUZZA SRL
Antonino
Cocuzza
0131445658
0131317752
info@cocuzzasrl.com
C.so Virginia Marini 44
15100 ALESSANDRIA
AL
Piemonte
COGATO GIORGIO
Giorgio
Cogato
3472402198
Via Lario 10
30175 MARGHERA
VE
Veneto
COLANGELO DONATO
Donato
Colangelo
0972715348
Basilicata
COLOR CENTER 2000 SRL
Paolo
Avenali
0644237626
CONFORTI PAVIMENTI DI CONFORTI STEFANO
Stefano
Conforti
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CONVENTI PARQUET del GEOM. CONVENTI FRANCESCO
Francesco
Conventi
0805563112
CORDONE PARQUET dal 1920 di Cordone Luciano
Luciano
Cordone
018443558
CREMASCO FRANCO
Franco
Cremasco
CREPALDI DANIELE
Daniele
Crepaldi
D.M. PARQUET di Masiero
Daniele
Masiero
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DAL MAS MICHELE
Michele
Dal Mas
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DECORO ARREDI DI MELILLI CARMELO
Carmelo
Melilli
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DESIGN PARQUET di MESSINA NICOLA
Nicola
Messina
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DI FRANCESCO & CO. S.R.L.
Pietro
Paterno’
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Veneto
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RM
Lazio
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TN
Trentino A/A
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BA
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IM
Liguria
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TV
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RO
Veneto
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VE
Veneto
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Maurizio
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Vito
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Roberto
Donati
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TV
Veneto
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CL
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VE
Veneto
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BA
Puglia
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VB
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dalmasmichele@libero.it
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Stefano
Schiaroli
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Ferruccio
Mattiello
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ENRICO IANESELLI
Enrico
Ianeselli
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ESPOSTI DAVIDE
Davide
Esposti
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Daniele
Bianchi
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Natale
Quarteroni
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Gionatan
Valenti
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Roberto
Maggiorani
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Raffaele
Fidelia
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Giampaolo
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Fabrizio
Folletti
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Francomano
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Oreste
Franzoni
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Stefano
Frattini
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Fratus
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AN
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PD
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TN
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LO
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GR
Toscana
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BG
Lombardia
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RG
Sicilia
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BO
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Emanuele
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Stefano
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Roberto
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Giovanni
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Pio
Moglie
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Antonio
Ercolini
INTERNO LEGNO SRL
Giancarlo
JENKY LEGNO di Lo Porto Giancarlo L’ARTE DEL PARQUET di Bettoni Claudio
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fideliaparquet@tiscali.it
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RE
Emilia Romagna
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LO
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Via Emilia 30 / int. 16
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MI
Lombardia
Via Iseo 19
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BS
Via Speroni 19
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MI
Lombardia
Via Gromaglie
24057 MARTINENGO
BG
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MB
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TO
Piemonte
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CR
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Giancarlo
Lo Porto
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Claudio
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MN
Lombardia
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Michele
Morosato
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morosato.michele@alice.it
Via Verona 45
37064 POVEGLIANO VERONESE
VR
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L’ARTE NEL PARQUET SRL
Gaetano
Lattanzio
0883332256
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info@lartenelparquet.it
Via Palmitessa 5/B
76121 BARLETTA
BT
Puglia
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Andrea
Pradella
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Via Saette 4
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Veneto
LEGNAMBIENTE di Zamengo Andrea
Andrea
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Matteo
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LUCA SNC DI MAVER MAURIZIO & C.
Maurizio
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LUIGI CAPPELLO Pavimenti Legno
Luigi
Cappello
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M.C.F. di Marra Clemente
Clemente
Marra
3386194802
solo email; 035340068
035340068
NO FAX 0415841892
info@legnambiente.it
Via Umbria 24
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VE
Veneto
0363352959
info@leidapavimenti.com
Via Marconi 10
24040 FORNOVO SAN GIOVANNI
BG
Lombardia
lepore.matteo@hotmail.it
Via dal Luc 1
33013 GEMONA DEL FRIULI
UD
Friuli V/G
info@lucaparquets.com
Via Bergamo 3
24055 COLOGNO AL SERIO
BG
Lombardia
info@luigipavilegno.com
Via Pave 15/A
30010 CAMPOLONGO MAGGIORE
VE
Veneto
mcf.pavimentilegno@virgilio.it
Via Emilia 1
24022 ALZANO LOMBARDO
BG
Lombardia
Settembre 2013
Settembre 2013
33
M.E.G.A.R. SAS
Paolo
Gazzani
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Via Cesare Battisti 238
37057 SAN GIOVANNI LUPATOTO
VR
Veneto
MAGRI PARQUET di Magri A. e Magri D. & C. SNC
Alberto
Magri
035523705
035523705
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Via Europa Case Sparse 13/A
24027 NEMBRO
BG
Lombardia
MARSICOLA TUTTO PARQUET SRL
L. Luciano
Marsicola
0635404875
3338615692
0635404875
info@marsicolaparquet.it
Largo Damiano Chiesa 7-7/A
00136 ROMA
RM
Lazio
MARTINI LUCIANO SNC di Martini L.& C.
Luciano
Martini
0422444081
0337504078
0422444081
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Via Roma 222/A
31020 VILLORBA
TV
Veneto
MARTORELLI SNC DI MARTORELLI GILBERTO & C.
Gilberto
Martorelli
057750850
3474182556
057750850
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Via Etruria 3
53027 S. QUIRICO D’ORCIA
SI
Toscana
MASINI GIOVANNI
Giovanni
Masini
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MILANI MASSIMO
Massimo
Milani
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MONTRASIO & CASIRAGHI SRL
Fruttuoso
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MORABITO GIOVANNI
Giovanni
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NEGRO FRANCESCO
Francesco
Negro
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NISOLI GIORGIO
Giorgio
Nisoli
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Paolo
Patrucco
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NUOVA SPLENDOR SNC
Fabrizio
D’Alonzo
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OASY PARQUET di Terreni Omar
Omar
Terreni
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ONLY PARQUET
Fabio
Mancini
3474843417
OSELIN SILVAN
Silvan
Oselin
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PAGANINI PARQUET di R. Paganini
Roberto
Paganini
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PARCHETTISTA ADRIANO CALORE S.A.S. DI CALORE DAVID E CRISTIAN & C.
David
Calore
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PARQUET ART SAS di Archesso Pietro, Cattai Dario & C.
Pietro
Archesso
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PARQUET CENTER di Monreale A.
Alessandro
Monreale
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PARQUET IN
Simone
Sampaolesi
0717108533
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PARQUET MILANO E D.V. PROGETTI DI VARASANO DAVIDE
Davide
Varasano
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PARQUET&PARQUET di Napoli R.
Roberto
Napoli
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Taddeo
Siotto
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Giovanni Luigi
Pasin
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Dalvano
Salvador
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Tamai
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Alfiero
Bulgarelli
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PAVIMENTI IN LEGNO DI LOTITO FEDELE
Fedele
Lotito
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PENNATI ROBERTO
Roberto
Pennati
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PIANA MARIO
Mario
Piana
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Stefano
Beggio
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POINT PARQUET SRL
Giampiero
Marocchini
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Michele
Murgolo
SOCI AGGREGATI: 18 AZIENDE
Via Castello 13
40050 CASTELLO DI SERRAVALLE
BO
Emilia Romagna
0423741212
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Borgo Vicenza 14
31033 CASTELFRANCO VENETO
TV
Veneto
0396049069
0396049562
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20863 CONCOREZZO
MB
Lombardia
3386208396
0106101897
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Va San Romolo 60/11
16157 GENOVA
GE
Liguria
0119541388
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Vicolo Mottarone 2
10098 RIVOLI
TO
Piemonte
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21054 FAGNANO OLONA
VA
Lombardia
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Via Crocetta 23
28100 NOVARA
NO
Piemonte
0321612031
nuova_splendor@libero.it
Via dell’Artigianato 12
28100 NOVARA
NO
Piemonte
0587211014
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Via G. Puccini 41
56030 LAVAIANO DI LARI
PI
Toscana
onlyparquet@yahoo.it
Strada Comunale per Castagneto
64100 TERAMO
TE
Abruzzo
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37039 TREGNAGO
VR
Veneto
0107404611
paganiniparquet@libero.it
Via C. Reta,6 Rosso
16162 GENOVA BOLZANETO
GE
Liguria
3482200284
solo email; 049715260
david.calore@gmail.com
Via Chioggia, 2/B
35142 PADOVA
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Via Principi Riggio 14
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CT
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AN
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26853 CASELLE LURANI
LO
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AT
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Corso Italia 48
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NU
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36010 MONTICELLO CONTE OTTO
VI
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MN
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BA
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pennatiroberto@virgilio.it
Via S. Anna 13/C
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Località Badde Fustiggiu 30
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SS
Sardegna
Via I. Svevo 2
31021 MOGLIANO VENETO
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RM
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BA
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Sauro
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0573544867
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00166 ROMA
RM
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TO
Piemonte
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Lombardia
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Toscana
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NU
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AL
Piemonte
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Fabio
Del Vescovo
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RM
Lazio
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Giuseppe
Sommariva
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Dario
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Yong Kee
Fui
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BG
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Marco
Canobbio
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Gianfranco
Rota Candiani
0223165253
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Viale Nazario Sauro, 10
20124 MILANO
MI
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Mario
Strobietto
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solo e-mail 0124453005
m.strobietto@alice.it
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TO
Piemonte
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Mario
Piga
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mariopiga@virgilio.it
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08100 NUORO
NU
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Corrado
Targon
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VR
Veneto
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Valerio
Targon
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Viale Fontanelle 18
37047 SAN BONIFACIO
VR
Veneto
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JURI
DIODATO
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tecnoposalba@alice.it
Corso Cortemilia 52
12051 ALBA
CN
Piemonte
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Massimo
Pino
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tek69@libero.it
Via Vercelli 33 (CASELLA POSTALE n.90) 15048 VALENZA
AL
Piemonte
TOMADA NICOLA
Nicola
Tomada
3487406436
0432829002
nicolatomada@alice.it
Via A. Manzoni 32/A int.2
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Friuli V/G
TOMMASINI LORENZO
Lorenzo
Tommasini
0423400314
3356641417
0423400314
info@tommasinipavimenti.it
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Trentin
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499430720
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079787517
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SS
Sardegna
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Luigi
Vagnarelli
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3478682806
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Via I’ Maggio 79
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RM
Lazio
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Lorenzo
Veneran
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lorenzoveneran@libero.it
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31100 TREVISO
TV
Veneto
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Giovanni
Viezzer
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TV
Veneto
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Aldo
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Michele
Francescato
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Stefano
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Corrado
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ZANNONI PAOLO
Paolo
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ZANOVELLO SERGIO
Sergio
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Mauro
Zazzi
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Moreno
Zolfaroli
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RAGIONE SOCIALE
L.R. NOME
L.R. COGNOME TELEF
BONA SRL
Davide
Cavalleri
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CARLO BORGHI
Carlo
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Giovanni
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Mirko
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Giorgio
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Dario
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EUROTHERM SPA
Christian
Pezzei
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LA PIASTRELLA DI ENRICO SPINA
Enrico
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Marco
MASSIMO COLLARIN PARAL DISTRIBUZIONI SRL POL KEM DI POLONI SABINA
Via Cassola 23/A
40056 CALCARA DI CRESPELLANO
BO
Emilia Romagna
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Via Contea 64
30037 SCORZE’
VE
Veneto
0396042232
wood.arroni@libero.it
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MB
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42124 REGGIO EMILIA
RE
Emilia Romagna
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zannonipav@alice.it
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31100 TREVISO
TV
sergio.zanovello@libero.it
Via Braglio 21
36034 MALO
VI
Veneto
Via Carducci 6
26845 CODOGNO
LO
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zolfaroli@virgilio.it
Strada Tiberina Nord 267/E
06100 PERUGIA
PG
Umbria
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Via Pasinato 1
36060 ROMANO D’EZZELINO
VI
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VIA
CAP
0291090780
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MI
0296732625
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21040 ORIGGIO
VA
Lombardia
carloborghi05@gmail.com
Via Monte Pasubio 7
31027 SPRESIANO
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VIA BERGAMO 1401
24030 PONTIDA
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Lombardia
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55049 VIAREGGIO
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AL
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TO
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