Il Giornale di Casoria

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Anno 1 - Numero 17 - Domenica 30 ottobre 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - ilgiornaledicasoria@libero.it - Distribuzione gratuita

INSERTO SPECIALE Fare impresa: Carlo De Vita In arrivo la Fondazione "Casa Casoria".

L'odissea dei cittadini nel caos della burocrazia

SENZA

FINE!


EDITORIALE

Senza fine

Cronache Casoriane. di Giuseppe Storti

N

o! Non vogliamo parlare della celeberrima canzone di Gino Paoli. Ci riferiamo alle inenarrabili odissee quotidiane dei cittadini casoriani nei rapporti con gli Uffici dell’Ente Locale. Dal 1993 a seguire, sono intervenute nell’ambito della Pubblica Amministrazione delle riforme epocali proprio per trasformare gli uffici pubblici da luoghi di perdizione e smarrimento dei cittadini utenti, in moderni ed efficienti strutture in grado di soddisfare le esigenze di efficienza, efficacia ed economicità. Le famose tre “e” che dovrebbero costituire lo “zoccolo duro” di ogni Ente pubblico. Da Bassanini a Cassese a Brunetta: nulla appare cambiato per L’Ente Comune. Riceviamo continue segnalazioni di inefficienze e caos da parte di cittadini utenti sulla gestione complessiva degli uffici comunali. Il “front office” ovvero i servizi deputati al contatto con il pubblico sono nel caos totale. Sia per l’assoluta inadeguatezza dei luoghi di lavoro che di accoglienza del pubblico. Vogliamo parlare del Settore urbanistico? Cuore e snodo nevralgico per il rilascio di permessi ed autorizzazione sia per privati che per imprenditori. Confinato al secondo piano del vecchio comune dà un’idea ed un’immagine di sfascio totale. Armadietti aperti, faldoni buttati alla rinfusa nei corridoi: dove file di cittadini attendono negli orari di ricevimento di poter avere spiegazioni dal Dirigente pro- tempore in esito alle pratiche inoltrate. E i tempi? Biblici! In quanto tempo si concludono i procedimenti amministrativi? Esiste un tempificazione certa della conclusione dei procedimenti? Numerose, in merito sono le segnalazioni di ritardi giunti da tecnici e progettisti. Quali obiettivi strategici e di gestione sono stati conferiti come prevede la normativa in materia, ai dirigenti all’atto del

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conferimento dell’incarico dirigenziale?Chi verifica la qualità e la congruità delle performance dirigenziali? L’organismo deputato “ex lege” il Nucleo di valutazione e/o L’organismo indipendente di valutazione, non è stato ancora nominato. Ma il Sindaco, potrebbe e dovrebbe emanare una direttiva collegiale di giunta, per conferire gli obiettivi di gestione e strategici ai dirigenti collegati ai Piani economici di gestione. Concetti come “ customer satisfaction” soddisfazione del cittadini utenti, rispetto alla qualità delle prestazioni di servizio erogate dagli uffici dell’Ente, con rilevazioni periodiche, sono concetti sconosciuti al Comune di Casoria. Eppure il d.lgs. 150/09 prevede, tra gli ambiti di misurazione e valutazione della performance organizzativa, “la rilevazione del grado di soddisfazione dei destinatari delle attività e dei servizi anche attraverso modalità interattive” (art. 8, co. 1 lett. c). Sorvoliamo sulla carta dei servizi e della qualità, strumento strategico per l’organizzazione di strutture ed uffici, che non ci risulta essere conosciuta nel nostro comune. Anche in materia di bilancio i

cittadini in forma singola e/o associata hanno il diritto di disporre di un documento che permetta loro di comprendere quali sono i concreti indirizzi dell’amministrazione (in termini di servizi, della loro efficacia e dei loro costi), i livelli di pressione fiscale programmati e realizzati dall’ente locale, i risultati delle politiche pubbliche sul territorio. Se detti strumenti, pure previsti da leggi della Repubblica italiana, sono ignorati o disattesi, i casoriani risulteranno più che cittadini, sudditi. E questo non è consentito. E non è più tollerabile. Altro tema

delle cronache casoriane di questa settimana, è stato il Comitato sull’ordine e la sicurezza, che si è tenuto martedì scorso. Per una volta la nostra città è apparsa blindata, per la presenza dei vertici delle forze dell’ordine, e del Prefetto di Napoli. Pregnante è stato l’intervento del Prefetto Nel suo intervento Il Dr. De Martino, ha inteso innanzitutto tracciare un bilancio del tempo trascorso tra la riunione del Comitato dello scorso novembre e quella del pomeriggio di oggi. Innanzitutto ha annunciato che c’è stata una riduzione generale degli episodi di criminalità sul territorio, ha tuttavia invitato le Amministrazioni, per il tramite delle polizie locali, ad attuare politiche integrate di sicurezza con le altre forze dell’ordine; laddove – ha detto De Martino – “se la Polizia locale svolge una funzione Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza ne devono svolgere un’altra”. In proposito ha invitato i sindaci, ed in particolare quello di Casoria, Enzo Carfora, a promuovere delle Conferenze di Servizi in tema di sicurezza dichiarandosi pronto a: “Sostenere i sindaci, impegnati per primi a fronteggiare una situazione di malessere sociale mai riscontrata prima”. Il Prefetto ha inoltre raccomandato alle Polizie Locali un maggiore impiego di uomini e mezzi nelle ore serali e notturne, sfruttando lo strumento normativo dell’art. 208 del C.d.S il quale prevede l’utilizzo dei proventi delle contravvenzioni per progetti mirati in questo senso. Quindi sforzo delle Forze dell’ordine in Città per il controllo del territorio, ma anche una gestione locale delle politiche di sicurezza. A questo proposito il Sindaco ci ha confermato che la proposta del Giornale di Casoria, di domenica scorsa in merito all’utilizzo delle associazioni di Protezione civile in materia di Polizia Locale, è al vaglio dei competenti uffici comunali. Molti comuni, citiamo quello di Genova, ad esempio, stanno adottando lo strumento di dare incentivi ai vigili in busta paga se fanno più multe. Visto che è previsto l’utilizzo dei proventi delle multe per progetti in materia di sicurezza, questa potrebbe essere la strada percorribile per prendere due piccioni con una fava. Da un alto, aumentare il grado di legalità in città che è piuttosto scarso, dall’altro “fare cassa” per avere più fondi da utilizzare nelle politiche di sicurezza.

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CASORIA NEL MONDO

Casoriani all’estero Lasciare Casoria per cercare il proprio futuro. del Prof. Alessandro Giordano

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a situazione occupazionale in Italia é pessima, bisogna fare i conti con una profonda crisi che contribuisce ad un alto tasso di disoccupazione. Oggi il problema è gravissimo ma le prime avvisaglie già si percepivano nell’ormai lontano (ma per i motivi citati non tanto lontano) 2006. Io sono uno dei figli di questa crisi, uno dei tanti figli di questa Italia e di questa città di Casoria che ha dovuto abbandonare la famiglia e gli amici per cercare un futuro migliore in altri lidi. Mi sono laureato in Lingue e Letterature Straniere presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli con 58/60.Non appena terminato il mio corso di laurea pensavo che fosse giunto il momento di mettere in pratica ciò che avevo appreso ma... peccato...i sogni svaniscono e volano via.Era invece arrivato il momento di confrontarmi con la vera e cruda realtá, un mondo dove lo studio é solo qualcosa serve ad approfondire la propria cultura personale, perché per lavorare, il titolo di studio è qualcosa di secondario. Avendo lavorato, durante i miei studi, presso una nota libreria locale, pensai, visto le scarsissime possibilità lavorative offerte dalla mia città, di cercare lavoro in una, se non la più fa-

mosa libreria di Napoli. Mi confrontai con una realtà sbalorditiva, al consegnare il mio curriculum mi fu detto che non era importante che io avessi una laurea, contava il titolo di licenza media per poter essere commesso in quella libreria e che la maturità classica era qualcosa che non faceva al caso di quella libreria: sarà che una maturità artistica (con tutto il rispetto) era quello che serviva per consigliare circa la scelta di libri visto che la libreria era nel centro storico napoletano?? Dopo questa batosta gli unici lavori che trovai furono quelli di telefonista in un call-center e cameriere. Giunse il momento nel quale dovevo prendere una decisione: gettare all’aria tanti anni di studio ed acrobazie economiche dei miei genitori o abbandonare tutto e cercare lavoro altrove, dove poter realmente mettere in pratica gli studi fatti. La sorte volle che in quell’epoca conobbi in internet quella che oggi è mia moglie, una splendida ragazza brasiliana con un carattere forte e deciso che oltre al suo amore mi diede il coraggio di rischiare. Molto a malincuore, tanto per me, quanto per i miei, decisi di abbonare questa città che non mi offriva nulla, se non gli affetti e di andare in Brasile, a Campina Grande (PB), città dell’interno brasiliano, di uno stato definito il piú povero del Brasile. Giunto in questo splendido luogo che ancor oggi mi ospita, subito ottenni un lavoro come insegnante di spagnolo. Il salario era di

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80 Reali al mese (circa 30 euro), bassissimo se consideriamo che lo stipendio minimo nazionale era di 480,00 reali. Spesso, dovuto appena ai lacci familiari, pensavo di ritornarmene in patria ma l’amore per la persona al mio lato e la speranza (per lo meno qui si può ancora sperare in un futuro migliore) di poter migliorare mi trattenevano. Ho dovuto superare moltissime difficoltà ma oggi sono molto soddisfatto per la scelta fatta, sono professore di un’università pubblica,di una privata e di una scuola di lingue, insegno letteratura spagnola, ispanoamericana, lingua spagnola e italiana e latino con una grande soddisfazione anche dal punto di vista economico. Questa città e questa nazione hanno fatto sì che io potessi materializzare i miei sogni, mettere in pratica anni di studio e sacrifici familiari. La realtà italiana, napoletana e ancor di piú casoriana non lascia più spazio ai sogni, mostra solo quella che è una durissima realtà, una lotta per la sopravvivenza!! Anni fa, studiare era sinonimo di impiego sicuro, oggi é sinonimo di sacrifici economici ai quali non si può dar seguito perché la classe politica non lo permette. All’epoca si diceva che il problema era dovuto al fatto che i giovani non erano ben formati; con la riforma dell’università tutto questo è migliorato?? Sembra proprio di no. E allora non essendoci giovani intellettualmente ben formati, quale sarà il futuro di questa città che vede aumentare sempre più gli anziani e che deve far fronte alla fuga delle menti?? Essere un professore universitario in quella che è la realtà napoletana e casoriana...era un sogno irrealizzabile, purtroppo!! Oggi, sicuramente, sarei uno dei tanti disoccupati o, magari, farei tutt’altro lavoro. Credo che, anche se i soldi fanno la felicità, i giovani sarebbero felici di guadagnare meno ma vedere realizzati i proprio sogni, frutto di anni di sacrificio! Un appello alla classe politica casoriana: NON DISTRUGGETE I SOGNI DI CHI SI SACRIFICA PER STUDIARE!! CASORIA HA BISOGNO DEI SUOI FIGLI, DI QUELLE MENTI CHE ALTROVE STANNO FACENDO DAVVERO MOLTO BENE!!! Non sono sicuro che queste mie parole siano sufficienti a svegliare i politici dal letargo e dall’indifferenza ma sappiate che, parafrasando parole di leopardiana memoria, i giovani oggi sono “un sepolcro ambulante, che portano dentro di sé un uomo morto, un cuore già sensibilissimo che più non sente”, colpa di questa classe politica sorda rispetto alle necessità lavorative!!!

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POLITICA

Nonostante fossero questi gli elementi caratterizzanti dell’ultimo consiglio comunale, la proposta dell’USB è stata approvata all’unanimità. di Rosa Davide

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iovedì 20 Ottobre, alle ore 13:00, nella sala consiliare si è tenuto il consiglio comunale. All’ordine del giorno la modifica del regolamento dello stesso consiglio e l’istituzione della commissione consiliare permanente. All’apertura della seduta, erano presenti circa quaranta disoccupati , che hanno distribuito a tutti i presenti un volantino, attraverso il quale hanno presentato la loro richiesta di approvazione del protocollo di intesa per l’occupazione. La richiesta di Vincenzo Carfora di invertire l’ordine del giorno e di passare alla votazione della proposta dei membri dell’USB, è stata subito accettata da tutti i membri di maggioranza e opposizione. Sono poi intervenuti per presentare la richiesta, Gennaro Laudiero e Salvatore Patricelli. Questi ultimi hanno chiaramente spiegato l’importanza del protocollo, la cui funzione è quella di mettere fine definitivamente alle varie

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Caos e disordine tipologie di clientelismo. I disoccupati hanno inoltre chiesto l’approvazione del PIU Europa ed espresso per l’ennesima volta il loro stato d’animo, quello di persone ormai disperate che hanno bisogno assolutamente di un lavoro. Un lavoro che possa permettere loro di garantire, alle proprie famiglie, perlomeno i bisogni di prima necessità. Il protocollo di intesa è poi stato approvato all’unanimità. Molto più acceso il dibattito riguardante le modifiche del regolamento del consiglio comunale. Il sindaco Carfora è intervenuto per ribadire l’importanza

del dibattito politico, ma di un dibattito finalizzato a prendere concretamente delle decisioni e che non sia soltanto una perdita di tempo. La richiesta del consigliere Orsino Esposito, di invertire ancora una volta l’ordine del giorno e di discutere sulle commissioni, è stata

approvata con 13 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto. E’ poi intervenuto il consigliere comunale Lanzano, che ha proposto quattro commissioni: “AA.GG., Urbanistica e LL.PP., Ambiente e politiche sociali, Bilancio”. Interventi concordanti alla proposta del consigliere dell’IDV quelli di Emilio Polizio, Pino Balsamo e Orsino Esposito. Anche questa proposta è stata approvata all’unanimità di voti, con l’astensione da parte del consigliere Pasquale Pugliese. Il consiglio sembrava aver preso la giusta piega, ma ancora una volta il dibattito è tornato ad accendersi. Queste sono state le parole del consigliere Polizio : “Dobbiamo decidere ora quanti devono essere i compomenti delle commissioni? La nostra proposta è: AA.GG. e Bilancio a 7 membri. Le altre due proponiamo che siano a 5 membri”. Alle 19 e 45, dopo più di cinque interminabili ore, il consiglio si è concluso. Contrasti e discussioni hanno portato l’UDC a ritirare la proposta precedentemente effettuata. Un esito positivo quello dell’approvazione della proposta dell’USB. Augurandoci che, come nella scorsa seduta del consiglio comunale, l’amministrazione continui a mettere in primo piano le esigenze dei cittadini, vi invitiamo a continuare a seguire il giornale di Casoria. Buona Domenica!

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I L FAT T O

Casoria: la citta’ dei SENZA SEMAFORI Circolazione in tilt per la perdurante assenza di semafori. di Daniela Devecchi

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a circa un mese, il semaforo della Statale Sannitica ha smesso di funzionare. L' annuncio ufficiale è stato dato un folto gruppo di automobilisti oltremodo infuriati di percorrere detta strada senza prima essere paralizzati almeno trenta minuti nel traffico. La via rappresenta uno dei punti di sbocco tra Casoria e altre cittadine limitrofe. Perennemente attraversata da auto e moto mezzi, il “segnale colorato” impediva il crearsi di ingorghi e tamponamenti tra i vari mezzi

che entrano e escono dal comune. Guasto da oltre trenta giorni, la circolazione in strada è diventata sempre più pesante. Non solo. Il semaforo rappresentava uno tra i pochi che nella cittadina ancora funzionavano. Rotto anche questo a Casoria, nessun indicatore luminoso funziona. Così via Pio XII, Via Circumvallazione esterna, Via principe di Piemonte, un tempo regolati, oggigiorno alla mercè di tutti gli automobilisti che, a detta degli stessi cittadini “si buttano, urtano, bussano, non rispettano le precedenze”. Una tra le tante situazioni che cominciano a “stare strette” soprattutto ai residenti, che di giorno in giorno sono obbligati a convivere con il disagio. Per la cittadina, detti segnalatori, così come un servizio di vigilanza che funzioni soprattutto nelle ore cruciali sono “quasi completamente assenti”,

chi guida l' auto deve avere mille occhi per timore che possa essere effettuato un sorpasso, su ogni lato, i pedoni quasi non riescono ad attraversare la strada. Per non parlare di ingorghi e litigi nel traffico che rappresentano quasi la quotidianità. “Io non ce la faccio più, guidare in questo paese è diventato davvero un impresa” afferma Sandra, una giovane cittadina:”Da tempo si è anche guastato l' ultimo semaforo funzionante, e per attraversare La Sannitica, devo davvero restare impallata più di un' ora.- prosegue indignata- per non

parlare dell'inciviltà degli automobilisti che si buttano da ogni parte, pare quasi che ti stringano, e la cosa riguarda anche i mezzi pesanti”. “Io da quando si è guastato anche quel segnale non passo più per la Sannitica- prosegue infuriato Giuseppe altro residente- è davvero impossibile. Ormai non c'è più civiltà, non ci sono semafori e pochi vigili, non conviene davvero più girare in auto, tutti si buttano da ogni lato, devi anche avere paura di protestare perchè si arriva persino alle mani. Siamo davvero scaduti nella più assoluta inciviltà”. Come menzionato, ormai nella cittadina nord di Napoli, guastato anche quest'ultimo, nessun indicatore luminoso funziona. Da mesi, anni ormai. Le lamentele finora non sono servite, i guidatori continuano a “gestirsi da soli” con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti. Sembra che fino a oggi dagli amministratori, nessun segno per la soluzione della vicenda. Ma la questione non finisce certo qui. Per ora è stata aperta una “piccola breccia”. E nelle prossime settimane, a prendere la parola, sarà l' assessore alle attività produttive Casillo. Il suo intervento sarà veramente decisivo per un' eventuale attesa soluzione.

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IL CASO

Via Mauro Calvanese: LA CURVA DEL PERICOLO

Viabilità disagiata nel quartiere Castagna. di Maria Esposito

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a curva che collega via Mauro Calvanese con via Castagna è da sempre definita curva del pericolo, per l’assoluta mancanza di segnaletica oltre che di visibilità nel percorrerla. La strada, paradossalmente, è un passaggio obbligato per tutti coloro che dal quartiere Castagna devono recarsi sulla circumvallazione esterna di Napoli. Inoltre è poco distante dalla scuola media Padre Ludovico da Casoria e dal comando dei vigili urbani. La pericolosità di questa famosa curva del pericolo era mitigata dalla presenza di uno specchio stradale parabolico che consentiva la parziale visione della parte opposta della curva, appena prima di attraversarla. L’installazione di tale specchietto è stata ottenuta dopo anni

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di lamentele e richieste da parte degli abitanti del quartiere. Tuttavia da qualche settimana il famoso specchietto è stato distrutto ed eliminato, con la conseguenza che la pericolosità della curva

È davvero necessario aspettare che accada un incidente prima di intervenire? È inaccettabile che una strada a pochi metri da una scuola in cui ogni giorno si recano centinaia di bambini e da un comando dei Vigili urbani sia tanto pericolosa, quando basterebbe un minimo di segnaletica o semplicemente l’impianto di un nuovo specchio stradale parabolico. Si auspica che intervenga chi di dovere, sperando che i vandali che hanno causato il danno trovino di meglio da fare che distruggere la città che li ospita. .....

ha raggiunto nuovamente il culmine. Quanto bisogna aspettare prima che vengano prese le dovute precauzioni?

Per correttezza informativa facciamo presente che: mercoledì 26 ottobre,hanno riparato lo specchio stradale parabolico nella curva pericolosa a Via Calvanese. La tempestività della riparazione va evidenziata, anche se resta la pericolosità della strada in questione per i cittadini casoriani.

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ARPINO

La cittadella della CONNESSIONE mancata Navigare veloci in internet: un privilegio per pochi. di Raffaella Battinelli

ADSL per tutti” così è lo slogan di un noto gestore telefonico. Una proposta molto allettante ma purtroppo non proprio effettiva: soltanto pochi “eletti” di una ristretta zona della Cittadella( mi riferisco all’ area che va da Via Ventotene a Via Capri) può infatti usufruire del servizio e tra l’altro solo attraverso una serie di “passaggi tecnici”. In una società come quella di oggi, il mezzo di comunicazione più efficiente e più utilizzato è il computer e doverne fare a meno a causa di disservizi è un vero danno: siamo stati silenziosamente tagliati fuori dal mondo! In che modo!? Proverò a spiegarlo in maniera semplice, ma soltanto dopo aver dato un piccolissimo e forse utile accenno di come funzionano tecnicamente le cose. Avete presente quelle scatolette grigie che si trovano spesso all’ esterno dei palazzi

o per le strade? Beh si tratta di “cabine telefoniche”; in esse si trova una serie di cablaggi, inseriti in appositi spazi all’ interno delle stesse cabine. Ad ogni cavo è collegata la rete telefonica di un appartamento. In queste cabine si possono trovare delle piastre che consentono di utilizzare la linea veloce(ADSL) oppure, in mancanza di esse, la “vecchia linea lenta” (linea analogica o 56k). Si tratta di una tipologia di navigazione in internet utilizzata circa dieci anni fa, che funzionava con l’ utilizzo del cavo telefonico e sfruttava la linea di un solo canale; il canale voce. Ricordate quell’ insopportabile rumore che si sentiva appena si alzava la cornetta del telefono mentre eravamo in rete? Ed il fastidio di non poter utilizzare contemporaneamente il telefono perché risultava occu-

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pato? Ebbene, sto parlando proprio di quello. Con gli odierni sviluppi della tecnologia, è possibile avere collegati due canali (il canale “voce” del telefono ed il canale “dati” di internet) su un unico numero telefonico in maniera del tutto indipendente. Il problema è che le attuali cabine telefoniche di questa zona, non hanno la predisposizione adatta per sfruttare la linea veloce o ADSL. In questa piccola fetta di territorio, in molti si adattano come possono sfruttando la linea dei cellulari e delle numerose chiavette sponsorizzate dagli stessi gestori telefonici che dovrebbero provvedere ad adeguare gli strumenti disponibili alle esigenze degli utenti, potenziandoli tecnicamente come è stato fatto in tutte le altre zone della città. Siamo in ritardo anche su questo(record 10 anni). Tempo fa, fu inviata la richiesta per avere la predisposizione in cabina ma, essendo stata completamente ignorata,è stato inevitabile iniziare ad informarsi autonomamente. Parlando con un tecnico dell’assistenza, mi è stato spiegato che i lavori di aggiornamento degli impianti sono molto costosi e che probabilmente per la compagnia telefonica non sarebbe un buon investimento, dato che si tratta di una zona dimenticata dal mondo. Sarebbe stata tutta un’altra cosa se si fosse trattato di una zona commerciale con una più alta densità abitativa … più soldi da spendere. Qualcun’ altro ha addirittura proposto di manomettere il proprio impianto per collegarsi ad una cabina facente parte ad un’altra frazione territoriale in cambio di una “piccola ricompensa” … un nuovo business da queste parti. Mi viene da pensare che con i tempi che corrono siamo sempre più schiavi di queste macchine infernali e chi può ne approfitta avidamente e senza pietà. Peccato ci si debba ingegnare sempre in peggio e non in meglio. Il tutto va a discapito della semplicità del buon vivere e delle nostre perdute individualità … Tutti figli dei social network!

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CASORIA NELLA STORIA

La storia d'arme e d'amore di GIACOMO TORELLO Il guerriero giunto a Casoria a metà del '200 e sepolto a S. Benedetto.

dre, e scelse di scomparire, deludendo tutti quelli che si aspettavano che riprendesse il potere. Sposò la figlia di un doge veneziano, da cui ebbe anche

di Giuseppe Pesce

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iversi anni fa raccolsi tutte le notizie relative al monumento funerario di Giacomo Torello da Fano, che si trova presso la chiesa di San Benedetto e rappresenta una delle più antiche testimonianze della storia di Casoria. Quella ricerca è stata poi ripresa e approfondita in un saggio breve, la cui seconda edizione è uscita nel 2009, dedicata a don Mauro Piscopo, che mi aveva dato la possibilità di scoprire questa storia (la versione integrale si può scaricare gratuitamente da Google Libri). Chi era Giacomo Torello? Uno che a metà del Duecento venne a Napoli per fare la guerra e invece trovò l’amore: è proprio questa, la storia curiosa e affascinante che scoprimmo, dietro cui si cela anche un piccolo «giallo» storico. Questo militare venuto a Napoli nel 1254 al seguito di papa Innocenzo IV, infatti, è molto probabilmente il figlio del famoso Salinguerra, il terribile capo ghibellino che dominò a lungo Ferrara e fu infine sconfitto. Giacomo però non era della stessa pasta del pa-

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Chiesa di S. Benedetto: il monumento funerario e la lapide di Giacomo Torello

dei figli. Ma visse sempre da fuoriuscito, ospite degli zii materni, i feroci Ezzelini.

Dal 1245, anno in cui perse tutti i suoi feudi, Giacomo fece lentamente perdere le sue tracce. Aveva poco più di venticinque anni: dove andò? Molto probabilmente a Fano, dove fu accolto dal ramo più tranquillo della famiglia, gli zii Torelli. Qui trascorse una decina d'anni. L'impero di Federico II era ormai al tramonto, attaccato dalla Chiesa. Papa Innocenzo IV organizzò una spedizione contro i figli dell'imperatore, Corrado e Manfredi, e Giacomo vi si imbarcò: era l’ultimo tentativo di recuperare i feudi, che proprio il papa gli aveva tolto. Correva l'anno 1254. L’impresa fu un fallimento. L'esercito, che aveva stabilito il quartier generale a Napoli, fu battuto; qualche mese dopo il papa morì. Cosa fare? Sembrava tutto perduto. Ma Giacomo Torello aveva trovato qualcosa che valeva più della guerra e del potere: l'amore. Si era innamorato di una donna di Casoria, e decise di rifarsi qui una vita. Ottenne anche un terreno dal vescovo di Napoli, e visse tranquillo fino al 1281, quando i tre figli lo seppellirono nella chiesa di San Benedetto. Sulla sua tomba, fatto assolutamente unico ed eccezionale, volle ricordare accanto alla sua impresa militare anche il suo amore, e fece scrivere: «Qui giace lo nobile Giacomo Torello da Fano, homo de arme venuto con Innocentio IIII. P. R. in questo regno contro Re Corrado nel anno MCCLIIII, et in questa villa perbelleza de una donna maritato, lassando tre figlioli, qui mori nel anno MCCLXXXI».

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Inserto speciale al Numero 17 - Domenica 30 ottobre 2011

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INSERTO SPECIALE

CIAO

PADRE PISCOPO


C I AO PA D R E P I S CO P O

Padre Mauro Piscopo:

IL PARROCO DI TUTTI Il più amato dai casoriani. di Giuseppe Storti

È

bastato un’occhiata tra me e l’Editore dr. Carlo de Vita, per decidere di fare qualcosa in piu’ per “Don Maurino”. Non il solito “coccodrillo” il pezzo classico che si fa in redazione quando muore una persona illustre. Ma qualcosa di speciale. Come speciale era Mons. Mauro Piscopo. Un inserto di otto pagine dedicato solo a lui. Da conservare a futura memoria di un uomo che ha fatto la storia di questa nostra città che tanto amava. Un sacerdote anima e corpo dedicato ai senza voce, ai giovani che sempre lo circondavano perché lui li sapeva capire, li attirava: organizzando strutture e programmi idonei a farli sentire a casa propria. Ma soprattutto a toglierli dalla strada. In una città deprivata di strutture socio-aggregative. Nel solco della grande tradizione del San Francesco casoriano: Padre Ludovico, che Don Mauro spesso citava nelle sue riflessioni, il Parroco di tutti ha trascorso gli anni del suo sacerdozio tra la gente. Nella sua Chiesa: dedicata a San Benedetto. Quella Chiesa, oggi Santuario, grazie a lui, che non ha mai voluto abbandonare. Rinunciando per questo ad importanti incarichi curiali. Sì perché Mons. Piscopo per la sua verve, la sua capacità organizzativa ed il suo grande carisma avrebbe potuto fare una brillante carriera anche in Vaticano. Ma no, “Don Maurino” non ha mai voluto lasciare la sua gente, la sua parrocchia. Instancabile. Lo vediamo ancora con quel suo sguardo intenso, seduto alla scrivania della canonica, o nelle vesti di operaio addobbatore che inventa nuovi scenari religiosi per le principali festività del credo cristiano. Un artista. Padre Piscopo aveva una grossa vena artistica, si inventava di tutto. Soprattutto per attirare i

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giovani. Li accoglieva li riempiva di attenzioni di dolciumi. Era famoso per questo. Dalle sue tasche uscivano sempre caramelle, cioccolata. E soprattutto soldi che distribuiva ai tantissimi bisognosi ed indigenti che affollavano la sua canonica. Un’altra caratteristica di Padre Piscopo era quella di farsi dare soldi dai potenti, dagli industriali che poi riconvertiva in opere di carità. Gli imprenditori gli davano soldi con la massima fiducia. Padre Piscopo era votato alla solidarietà. Ai poveri. Agli ultimi. Tante le gite che organizzava per giovani e anziani. E con lui si iniziava a mangiare dalla mattina. Tanti i pellegrinaggi nei luoghi mariani. La Madonna per Padre Piscopo era la sublimazione dell’essere cristiani. La battuta sempre pronta. Non potevi tenergli testa. Aveva una dialettica forbita ed acuta. Ma al tempo stesso la intercalava con battute fulminanti. Abbiamo visto tanti potenti subire in silenzio da lui terribili reprimende. “Don Maurino” non le mandava a dire le cose. Con il mio Parroco: scusateci l’accento personale, chi scrive ha condiviso tanti anni di impegno nell’azione cattolica. In quella Chiesa siamo cresciuti insieme a tanti giovani che ora sono inseriti nel tessuto sociale di questa e di altre città. Insieme a lui siamo andati tante volte a Roma. La capitale della cristianità mondiale. Durante il papato di Giovanni Paolo II, abbiamo avuto il privilegio di cantare alcune canzoni sul palco della sala Nervi: location delle udienze del Santo Padre. Padre Piscopo era di casa in Vaticano. Con lui si aprivano tutte le porte. Per la sua autorevolezza, il suo carisma la sua ardente fede, indirizzata verso gli altri. Come dimenticare i suoi presepi. Li ideava personalmente. Iniziava molto tempo prima di Natale a pensare al presepe da costruire per la sua Chiesa. Delle vere e proprie opere d’arte. La gente lo circondava del suo affetto. Perché Padre Piscopo risolveva ogni problema. Arrivava dappertutto. Un evento eccezionale la sua scomparsa, accompagnata da testimonianze d’affetto di migliaia di

persone. Tanto da spingere l’Amministrazione comunale a proclamare il lutto cittadino. Siamo stati presenti il giorno precedente ai funerali. La Chiesa era un via vai di persone che arrivavano per rendere omaggio alla salma del sacerdote esposta all’estremo saluto del suo popolo. Quanti giovani abbiamo visto in lacrime. Quanta gente comune è arrivata nel Quartiere San Bendetto, uno dei piu’ disagiati della città. Li’ abbiamo salutato la famiglia Piscopo. In particolare il Dr. Enzo, che consideriamo un maestro di giornalismo e di vita. Direttore del settimanale diocesano “ Nuova Stagione” e portavoce del Cardinale Sepe. Già Capo Ufficio stampa della regione Campania per oltre un trentennio. Ci hanno molto colpito le parole del Dr. Enzo Piscopo nei giorni dei funerali. Lui così schivo e riservato, ha ringraziato tutti con parole semplici ma toccanti per l’incredibile manifestazione d’affetto e di stima nei confronti dle fratello.Circa un migliaio i partecipanti ai funerali. Come ci hanno confermato dal servizio d’ordine. I ricordi scorrono affollati nella mente mentre vediamo in Chiesa gente piangere. E poi liberare le emozioni in un un lunghissimo applauso finale. Come dimenticare la sua bellissima grafia. Le sue lettere erano capolavori di scrittura No! Non potevamo fare per lui da cronisti comuni il solito pezzo di commiato. Dovevamo e vogliamo testimoniare di aver avuto il privilegio di conoscere e di aver frequentato un uomo ed un sacerdote speciale. Di quelli cio’ che lasciano una traccia indelebile nelle persone che li hanno incontrati. “ NON OMNIS MORIAR” Citiamo Orazio per Don Maurino. Il poeta ci vuol dire con questa citazione, che non si muore mai interamente. Le gesta e le virtu’ eroiche di uomini speciali non muoiono mai. Restano vive nei cuori e nei ricordi di un intero popolo. Quel popolo casoriano che ha preso letteralmente d’assalto la Chiesa di San Benedetto per onorare e ricordare il mitico “Don Maurino”

il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011


C I AO PA D R E P I S CO P O

Il ricordo di DON MAURINO Con lui scompare un pezzo di Casoria Nemo me lacrimis decoret nec funera fletu faxit. Cur? Volito vivos per ora virum. Nessuno mi onori con le lacrime, né celebri per me funerali nel pianto. Perché? Io vado volando, vivo, sulla bocca degli uomini.

(Q. Ennio, Varia, 17-18)

di Giuseppe Pesce

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ella mattinata la chiesa di San Benedetto, nel cuore della vecchia Casoria, era già un viavai di gente perché la notizia aveva fatto il giro della città: è morto don Maurino. Parroco fin dalla fine degli anni Sessanta, don Mauro Piscopo era uno di quei preti che hanno sempre la porta aperta, e una fila in anticamera più lunga di quella del medico. Solo qualche settimana fa aveva compiuto ottant'anni. E non importava che la salute vacillasse già da tempo, perché don Maurino era il motore del quartiere: «un punto di riferimento troppo importante per tutte le persone che come me si scontravano con i problemi di ogni giorno», dice Nino d'Angelo nella sua autobiografia. Lui lo aveva incontrato tra i banchi della scuola media - dove padre Piscopo ha insegnato religione per quarant'anni - e lo aveva seguito in chiesa, in quella sagrestia dove trovò aiuto e sostegno, la forza e il coraggio per portare avanti tra mille difficoltà il sogno di cantare. «Per parlargli aspettavo ore, vista la folla che si radunava davanti alla sua porta» ricorda ancora il cantautore «aveva più richieste di lavoro lui che l'ufficio di collocamento di Casoria». Nino, a cui don Maurino aveva affibbiato il mitico soprannome di «miezumetro», affida il suo saluto al social network; scrive su Facebo-

ok: «Oggi una persona a me cara non c'è più; si chiamava Mauro Piscopo, ed era un prete coraggioso e piene di iniziative; è stato un punto di riferimento importante per me e per tanti amici di Casoria. Io gli devo veramente tanto per i valori che mi ha insegnato e per la forza che mi ha dato. Mi mancherà quella sua mano sulla spalla. Grazie per sempre». E gli dedica anche una sua canzone triste ma bella, intitolata Cumpagno mio, che dice: «Cumpagno mio, 'o silenzio nun me fa rassignà / io dinto a me t' porto, ma te chiammo e tu nun rispunn' / Siente comm' sona, comme trase dint' all'anema, 'a canzona ca te vulesse sceta' cu' na nota sola / pe' ghì luntano, 'nzieme a te, for' 'a 'stu scuro». Altruista, testardo e carismatico, don Mauro Piscopo sapeva essere coinvolgente in ogni iniziativa che metteva in piedi: sportiva, teatrale, culturale. Lui il primo e il più entusiasta. A Lourdes in pellegrinaggio con gli ammalati, come al fianco dei lavoratori negli anni Settanta. Lui davanti, in prima fila anche quando c'era da alzare la voce contro la violenza. Come una decina d'anni fa, quando Casoria fu teatro di un paio di atroci omicidi (l'ottantenne Emilia Parisi e il giovanissimo Stefano Ciaramella) e don Maurino ebbe parole di fuoco contro gli assassini e gli omertosi, «perché il perdono non vuol dire impunità, e se qualcuno sa deve denunciare». Nel giorno dei funerali Casoria ha proclamato il lutto cittadino, la solenne celebrazione

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è stata presieduta dall'Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe. Accanto al cardinale lavora da anni un fratello di don Maurino, il collega giornalista, ma soprattuto l'amico fraterno, Enzo Piscopo, suo portavoce e direttore del settimanale diocesano «Nuova Stagione»: sue le parole più commoventi che hanno scosso la folla radunata a San Benedetto. In questa chiesa che padre Piscopo aveva restaurato dopo il terremoto del 1980 tra mille difficoltà (mancanza di fondi, incendi, furti di opere d'arte), in cui lo andai a trovare molti anni fa per studiare il monumento medievale di Giacomo Torello da Fano. Pranzammo assieme nella canonica, parlando a lungo. «Ma hai letto bene che dice quella lapide? dice che il guerriero è rimasto a Casoria "per la bellezza di una donna maritato"; hai capito? A Casoria allora ci stavano le femmine belle! E tu ne hai trovata qualcuna?». Questo era don Maurino. Un uomo di spirito, con cui se ne va un pezzo di Casoria. E non è retorica, perché proprio in momenti come questo, quando la vecchia comunità locale si ritrova, si avverte la disarmante percezione che Casoria sta lentamente scomparendo: e così insieme a Don Maurino Casoria piange un po' anche se stessa, il suo decomporsi, il suo morire: di indifferenza e di vecchie beghe miserabili, mentre si trasforma sempre di più in un grigio e indistinto quartiere, estrema propaggine della periferia napoletana. III


C I AO PA D R E P I S CO P O

Il ricordo della Comunità

di SAN BENEDETTO Il commento dei giovani.

di Francesco Scalamogna

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igura principale dello sviluppo e della crescita dell’intera comunità è Mons.Mauro Piscopo, parroco di San Benedetto dal 1967; pioniere del Concilio Vaticano II, ha formato generazioni di giovani a Casoria ed ha riformato la comunità secondo il XXX Sinodo promosso dall’Arcivescovo di Napoli Corrado Ursi nell’84. Da sempre attento ai problemi della sua gente, don Mauro da subito si è adoperato per la Pastorale degli Ambienti, rivolgendo le proprie attenzioni verso le famiglie, gli ambienti di lavoro e gli ammalati, promuovendo pellegrinaggi a Lourdes e numerose iniziative atte a far conoscere la Parola di Dio. Anche nel periodo della sofferenza, don Mauro è stato sempre presente come esempio di perseveranza e fedeltà al Signore. Ecco come lo ricordano i giovani della comunità di San Benedetto. I seminaristi Raffaele ed Antonio Con bontà e semplicità d'animo dedicò la sua esistenza al Signore amando la sua famiglia parrocchiale. Lascia il ricordo della sua testimonianza di vita sempre proiettata all’incontro d’amore con il Signore e con Maria Madre sua e nostra che amò nel servizio ai sofferenti. Tiziana U. Partendo dal fatto che non ci sono parole per quanto accaduto, ho una certezza ed un rimpianto. Don Mauro era forte, carismatico, pieno di vita..ed è solo grazie al suo modo di affrontare le difficoltà e la malattia che è riuscito a resistere fino ad ora! Il mio unico rimpianto, e credo che accomuni un po’ tutti..è solo quello di non averlo visto

IV

un'ultima volta! Avrei solo voluto stargli accanto, stringerlo forte, dargli un ultimo bacio...per essere accolta con quel calore e quell'affetto sincero che era solito fare... ma soprattutto per fargli capire che nessuno di noi nel tempo si era mai scordato di lui!! Ricorderò sempre il suo sorriso stampato su quel viso buono e dolce...ed è doveroso credere fermamente che tutto l'amore ed il bene che egli ha donato per la sua gente, non morirà mai! come è stato anche detto ai suoi funerali: un vero discepolo di Dio. Ciao Don Mauro! Pina B. Parlare di Don Mauro.. beh potrei riempire un libro intero..tanti sono i ricordi

che mi legano a Lui..fin da quando sono nata! Se mai nella vita avessi avuto un secondo papà..di certo era lui. Così premuroso ed affettuoso sempre nei miei confronti. Mi ha battezzata..dato la prima Eucarestia..ma ho iniziato a conoscerlo bene quando alle scuole medie è stato il mio professore di religione, un docente risultatomi subito particolare perché faceva lezione dispensando i suoi famosi cioccolatini. E' bastato poco per capire che era una persona carismatica ed altruista.. Cosi l'ho seguito in parrocchia facendomi convincere a cantare nel coro. E da lì tutte le altre attività: oratorio, a.c.r. (azione cattolica ragazzi), equipe, gruppo giovani, compagnia teatrale, animatrice.

Ricordo perfettamente quegli anni di grande entusiasmo..le gite fuori porta a cui Lui ci aveva tanto abituato..sempre energico e con il sorriso sulle labbra. Le feste natalizie e le epifanie con tanto di regali e calze per tutti. In particolare ricordo un giorno dell'estate 2007, quando un numeroso gruppo di noi giovani partimmo per le vacanze in Grecia..Lui ci aspettò al mattino presto fuori chiesa..per salutarci, farci le dovute raccomandazioni, darci la sua benedizione e mettere a nostra disposizione un pullman per accompagnarci al porto. Lì si comportò esattamente come un padre fa con i suoi figli! Con il senno di poi ho capito che eravamo la sua famiglia, Lui era la nostra e sapevamo di poter contare sul suo aiuto ogni volta che ne avevamo bisogno. Conservo ancora i regali che mi faceva arrivare puntualmente a casa nei giorni in cui ricorrevano i miei compleanni o i miei onomastici..seguiti come da copione da una sua telefonata di buon mattino. Non si dimenticava mai di nessuno..Mai! Credo sinceramente che nella vita non incontrerò mai più un uomo come Lui. A volte penso di voler rimuovere tutti questi ricordi perché è triste pensare che non si possano più rivivere ma poi rifletto che invece i ricordi di ognuno di noi..sono l'unica cosa ora che ci parla ancora di Lui! AnnaMaria F. Mons.Mauro Piscopo è stata una testimonianza di fede, bontà e amore. Ha aiutato tante persone, ha amato la comunità di San Benedetto e tutta la città di Casoria! Non l'ho conosciuto bene ma mi hanno raccontato spesso quello che ha fatto, come ha lasciato segni in tutte le persone che l'hanno conosciuto! Alessandro A. Io non l'ho mai conosciuto, ma ho sentito che è stato lui a creare il gruppo di

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C I AO PA D R E P I S CO P O Lourdes...e quindi ringrazio principalmente lui per la fantastica esperienza di quest'anno. Lacrime della gente ieri, erano la testimonianza della sua reale bontà d'animo, quindi.... Grazie Don Mauro e Riposa in pace!!! Stefania C. “Chi ci è caro non muore davvero finché vive nei nostri ricordi. Chi ci è caro non ci lascia davvero finché è presente nei nostri pensieri” (Sergio Bambarén – Vela Bianca): questo è quello che mi sento di dire a tutti colore che ti hanno conosciuto, caro Padre Piscopo, così mi piace chiamarti, vero padre di tutti. Voglio ricordarti così, caro parroco: nel tuo ufficio, circondato sempre da tantissime persone che volevano semplicemente salutarti; seduto dietro la scrivania a chiedere a uno dei presenti di telefonare qualcuno indicando il numero a memoria e tanto velocemente da doverlo ripetere più e più volte; a Lourdes seduto tra noi dame, barellieri e ammalati a parlare fino a tarda notte, anche complice degli scherzi a “tuoi” giovani. E grazie anche alla tua grande sensibilità verso gli ammalati che noi, tuoi parrocchiani, abbiamo potuto sperimentare l’amore verso il prossimo e verso Dio, attraverso i cosiddetti “viaggi della speranza”. Grazie per tutto questo, non ti dimenticheremo MAI. Ciao, Padre Piscopo, buon viaggio verso la casa del Padre. Nicola G. Di Don Mauro, che ho sempre chiamato Padre Piscopo ricordo che nonostante l'avanzare dell’età con i giovani si è sempre trovato a suo agio e si è sempre interessato organizzando tante attività, affinché loro seguendo il messaggio d'amore di Gesù riuscissero a trovare la strada della felicità. Giusy B. E’ sempre stato nella mia vita, mi ha battezzata lui, con lui ho fatto la mia prima comunione..poi mi sono allontanata per un periodo ma l'ho ritrovato un anno fa sempre gioioso, simpatico e umile come lo ricordavo...è stata una persona fondamentale nella mia vita e credo che chiunque voglia essere una persona migliore debba prendere esempio da lui...il suo ultimo sorriso lo ricorderò per sempre...il sorriso di chi è contento di essere riuscito a seminare amore attorno a lui in una città intera... Angela, Maria Luisa e Loredana D. Fin da piccole, da quando abbiamo iniziato a frequentare la Parrocchia di San

Benedetto, abbiamo avuto la fortuna di incontrare Don Mauro, quale padre spirituale e di vita che ci ha guidato in tutto il nostro cammino di fede e di crescita spirituale ponendosi come continuo punto di riferimento a cui ciascuno poteva rivolgersi in qualsivoglia momento … difatti lui era sempre li, nella sua amata Parrocchia pronto ad accoglierti a braccia aperte. Il sorriso smagliante con il quale ci accoglieva ogni volta, espressione della sua bontà, la disponibilità che mostrava a chiunque avesse bisogno di un aiuto e la grande umiltà che si evince dalla semplicità, con la quale si accostava al prossimo, nonostante la sua intelligenza e il suo bagaglio culturale, sono tra le tante qualità che facevano di Padre Piscopo un grande uomo oltre che un grande sacerdote. E a noi piace in particolar modo ricordarlo con la sua forza di vita e d’animo, la stessa che ha mostrato e che l’ha spinto, anche dopo il travagliato percorso di malattia e quindi nonostante le sue condizioni fisiche, ad affrontare lo scorso anno il faticoso viaggio in treno per recarsi dalla sua tanto adorata Madre di Lourdes. Avendolo vissuto da piccole, tanti sono i momenti, non solo religiosi, che abbiamo condiviso con lui e l’intera comunità e tanti ed importanti sono i valori che è riuscito a trasmetterci. Per questo a lui va la nostra infinita gratitudine; ci mancherà quel suo dolce e affettuoso gesto di raccogliere e stringere le nostre mani tra le sue e quella pacca sulla spalla che era solito dare, infondendo tanta forza e affetto. E nonostante sia ancora forte il vuoto e il dolore che la sua scomparsa ha lasciato in noi, non ci resta che dire: “Grazie Signore per averci donato un grande uomo come Don Mauro Piscopo”. Mariarosaria P. Mi hai battezzato, ho ricevuto da te la prima comunione, sei stato il mio professore di religione, in poche parole il mio punto di riferimento. Mi manchi, ti porterò sempre nel mio cuore, soprattutto perché hai anche sostituito la figura di mio nonno, che non ho avuto modo di conoscere. Mi rimane impresso il tuo sguardo bonario, un po’ sornione, ma sempre attento e in particolare ai problemi dei giovani. No, non posso pensare che te ne sei andato. Tu continuerai a essere tra noi, se non fisicamente, certamente nei nostri cuori.

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"UNITI PER IL SORRISO DI... DON MAURINO I giornali locali o regionali comunicano che giovedì 20 ottobre 2011 si è spento, dopo tante sofferenze, Don Mauro Piscopo, sacerdote e da 44 anni Parroco della Chiesa di San Benedetto Abate a Casoria. Nella medesima chiesa, grazie a lui da qualche anno santuario benedettino, venerdì 21 ottobre alle 16 e 30 i solenni funerali presieduti dal Cardinale di Napoli Sua Eminenza Crescenzio Sepe. Dati sterili. Cronachistici. Che non rivelano la verità del Sacerdozio. La caparbietà e la forza dell’Uomo. Per noi, per questa giovane Associazione, completamente da giovani costituita, Padre Piscopo o Don Maurino, come era più comunemente noto, non è stato un semplice Parroco. È stato un amico e un confidente. Uno che sapeva ascoltare e venirci incontro e che, senza troppe parole, conosceva le nostre esigenze, comprendeva i nostri bisogni, le incertezze, le paure di non riuscire. E che soprattutto rispettava i nostri spazi. È da una costola della sua Parrocchia che, in molti, primi fra tutti Giuseppe Barra, Nicola Mangani, Claudia Salvato, proveniamo. È da uno dei suoi Pellegrinaggi a Lourdes che la nostra Associazione ha preso le mosse. A parlare con noi sono i giovani in generale, quelli che ci hanno lasciato il testimone, quelli di ogni generazione che con lui è cresciuta ed è maturata, i nostri genitori, a lui legatissimi, ora adulti e diversamente fondatori a loro volta di famiglie. Famiglie Cristiane, come lui voleva fossero, nella sostanza, non solo nella definizione. Ci uniamo alla tristezza di chi lo ha ben conosciuto, a tutti i giovani della Parrocchia di San Benedetto e a tutti i ragazzi in generale che da lui hanno imparato a non perdere mai la speranza e a credere nei propri sogni. Noi che di speranze ne abbiamo e che nei sogni ci crediamo, siamo certi ora di avere una guida in più, un protettore, un custode che dall’alto illuminerà i nostri progetti più fondati e le nostre intenzioni più belle. L’associazione "Uniti per il sorriso"

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C I AO PA D R E P I S CO P O

Il sacerdote del SORRISO Padre Piscopo: il sacerdote di tutti. di Margherita De Rosa

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e qualcuno non avesse mai conosciuto di persona Monsignor Mauro Piscopo e si fosse imbattuto casualmente nel Santuario di San Benedetto Abate nel giorno in cui si celebravano le esequie del compianto Sacerdote, si sarebbe reso conto di quanto e cosa rappresentasse “Don Maurino” per la sua comunità parrocchiale e per l’intero popolo di Casoria… il tempio stracolmo di fedeli, di amici, di autorità, di gente venuta da ogni dove per l’ultimo saluto ad un ministro di Dio eccezionale, rendeva testimonianza indiscussa di un affetto dalle radici antiche, di una stima ineguagliabile, di un desiderio insopprimibile di “esserci”, perché legati da un vincolo di amore autentico nei confronti di colui che ha saputo essere per tutti padre, fratello, amico, compagno di viaggio, presente in ogni circostanza… come ha sottolineato S.E., il cardinale Crescenzio Sepe, che ha presenziato la cerimonia funebre, don Mauro Piscopo ha costituito un esempio di donazione totale e completa agli altri, caratterizzando la sua esistenza sacerdotale ed umana sotto il segno della generosità: chi l’ha conosciuto sa che le sue mani furono sempre tese per sostenere e sostentare chiunque ne avesse bisogno, mentre con tutti amava condividere ogni cosa, all’insegna del sorriso, della gioia del sapersi membri di una sola, grande famiglia. Accanto a padre Mauro ci si sentiva a casa, si percepiva la serenità dell’essere vicini al più dolce dei papà: ecco perché un pezzo di ciascuno è andato via per sempre… la commozione è stata sperimentata da tutti indistintamente, VI

ma a piangere con accoramento l’umana disperazione della sua assenza sono stati soprattutto i più semplici, per i quali è intollerabile che don Maurino non ci sia più, che non sia fisicamente presente tra quegli “ultimi” che egli predilesse in modo particolare, e tra loro ebbe un’attenzione speciale per gli ammalati, che ha condotto alla grotta della Vergine di Lourdes fino allo scorso anno, infermo tra gli infermi ma sempre entusiasta di recarsi da Colei che ha amato e venerato con affezione speciale…non è stato quindi casuale che i canti che hanno accompagnato la bara, tra gli applausi di una folla in lacrime, siano stati gli inni mariani così cari a monsignor Piscopo…poi il corteo per il saluto ai luoghi emblematici della sua esistenza, dalla casa natale fino alla scuola in cui fu docente di religione, ed infine l’ultimo bacio e l’arr ivederci ad un uomo straordinario, che ha fatto del sorriso, dell’accoglienza, dell’umiltà, della dedizione i mezzi per il cui tramite realizzare il sacerdozio autentico del servizio, in base al quale per essere primi è d’obbligo farsi ultimi, ed ultimo don Maurino ha saputo esserlo alla maniera dei grandi, di quei grandi che meritano la beatitudine, perché hanno compreso che non c’è nulla che abbia più valore di una vita vissuta per il prossimo nella gioia che viene da Dio e si traduce in sensibilità, attenzione e rispetto per l’altro: chiunque abbia conosciuto padre Mauro si è sentito amato, chiunque lo abbia conosciuto non ha potuto fare a meno di amarlo e questa che, ora, qualcuno definirebbe “corrispondenza di amorosi sensi” è più forte e profonda che mai ed ha per dimensione l’eternità, poiché il ricordo di un così grande Sacerdote non potrà conoscerà tramonto e si staglierà nella storia come fulgido esempio di coerenza cristiana per la Chiesa tutta e per l’intera umanità!

“TU SEI SACERDOTE PER SEMPRE, ALLA MANIERA DI MELCHISEDEK”

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n grande senso di gratitudine a Dio per il dono di un Sacerdote, un Uomo, un Cristiano che ha speso tutta la sua vita per servire Cristo nella Santa Liturgia e gli uomini nelle opere di carità. Per tutti è stato un padre, un amico, un consigliere, una guida. Percependo la mancanza, un fremito di smarrimento tocca il cuore ma nella certezza della fede siamo sicuri che abbiamo una nuova stella Polare che illuminerà anche le nostre notti più buie. Arrivederci alla Casa del Padre, non ti dimenticheremo mai. Don Pasquale Fioretti, parroco di San Benedetto Abate

“A NOME DEI GIOVANI DELLA COMUNITÀ DI SAN BENEDETTO ABATE”

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iao Don Maurino… Nel coro di preghiere, dediche e ringraziamenti che fino alle porte del Paradiso ti hanno accompagnato ci sono anche le nostre intenzioni. Per tutti noi, sei stato esempio di VERO UOMO DI DIO; hai dedicato la tua vita al prossimo, prestandone un servizio totale ogni giorno e ad ogni ora della notte. Non si contano le iniziative religiose, sociali, sportive da te promosse solo ed esclusivamente per il bene del tuo popolo. Ora che sei nato a Vita Gloriosa ed Eterna, ti preghiamo affinché tu possa sempre vegliare su di noi ed attraverso la tua guida e presenza nel cuore di ciascuno di noi realizzassimo nel nostro percorso terreno esempi di vita cristiana. Un giorno saremo di nuovo con te e potremo contemplare insieme il volto della Vergine Maria a cui ti sei sempre affidato. Con affetto, i tuoi giovani! Francesco Scalamogna

A MAURO PISCOPO

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ilenzio, Meditazione, Preghiera. Il mio pensiero termina qui. Continuare sarebbe il rapire l'altrui sentimento di una "entita" plurale di tutti coloro che ne ebbero conoscenza. Un ritroso soave ricordo, "solo del empo che fù" per tutti, un padre maestro, della semplicità, dell'umiltà. Una "esile" forza molto più profonda di cento dotti, di mille sapienti. Pur non riuscendovi mai, tutti nella mente o con la penna, potremmo essere dei bravi poeti, nell'esaltare ciò ch'è stato e che sarà molto di più nella sua assenza. La pura realtà, resta la certezza d'un esempio toccabile, allorquando la terraneità la si vorrà osservarla al di sopra di ogni credo, di ogni ideologia, di ogni razza, di ogni ceto, ovvero: laddove la "forza" della vita si riconosce un unico verbo: amare. Con inestimabile affetto e con la gioia di averti conosciuto. A Mauro Piscopo. Da UNO DI "NOI". Salvatore Sarti

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C I AO PA D R E P I S CO P O

Un PRETE DI FRONTIERA Un uomo tra i senza voce... CARISMATICO Don Mauro Piscopo: un missionario a Casoria. di Antonio Perrone

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i è spento all’età di 80 anni appena compiuti, dopo lunga malattia, Don Mauro Piscopo, figura storica e pilastro della nostra cittadina, nella quale era parroco in San Benedetto Abate da ben 45 anni. Un missionario nella nostra terra, com’egli stesso usava definirsi, tra la sua gente, che aveva scelto e dalla quale era stato scelto, che sentiva di dover curare, indirizzare, accompagnare, aiutare a crescere, più di ogni altra cosa. Gli stava a cuore ogni singola persona , ogni singola vicenda umana, e con grande umiltà ha svolto il suo servizio anche nella malattia, da lontano , con il suo indirizzo , i suoi consigli, il suo entusiasmo mai sopito. Prete di frontiera, a voler usare uno stereotipo, prete solidale, prete d’assalto, mai stanco e operativo h 24, 365 giorni all’anno, vulcano eclettico di iniziative sociali e culturali senza precedenti nel nostro territorio, purtroppo finora in cronaca solo per fatti di sangue, di cattiva politica, di camorra , di degrado, di autocommiserazione spenta e becera. Ha svegliato la nostra città dormitorio dal suo torpore, ha sponsorizzato manifestazioni cittadine, anche eludendo le amministrazioni assenti e prese dalle squallide strategie di Palazzo, ha guidato migliaia di giovani verso la strada della libertà, per scelta e mai per imposizione. Vicino agli ultimi , agli ammalati , ai reietti , alle situazioni limite, si è sempre rimboccato le maniche ( ci piace ricordarlo con le maniche rimboccate della tonaca logora , i chiodi in bocca ed un martello in mano, chino sul presepe..), insegnando a chi ha avuto la fortuna di essere, come chi scrive, in gioventù tra i suoi collaboratori, la tenacia, l’umiltà, la forza dell’entusiasmo , la passione per il mondo circostante, conservando sempre lo stupore e la meraviglia del nuovo, doni che, a chi ha saputo recepirne la ricchezza, hanno dato frutto nella vita di ogni giorno , nel lavoro, nella famiglia.

Sapeva come immergersi nel mistero dell’Altro, ha sempre fuggito gli onori,e, pur essendo negli anni divenuto Monsignore e Decano , ha voluto restare fedele alla “sua” Parrocchia , forse la più complessa per estensione , e per le difficoltà economiche e sociali del territorio di sua competenza. Ha fatto della gratuità la sua summa vitae, non ha speculato sugli oboli, mai pretesi , e ha inteso la sua missione quale dono e non occasione di carriera e tornaconto personale. Uomo vicinissimo ai potenti che si sono susseguiti nei decenni, dei quali non ha subito il fascino ma che ha saputo coinvolgere nei suoi progetti; seppur dotato di grande bagaglio culturale e di una intelligenza fuori dal comune, ha sempre parlato il linguaggio dei semplici , dei quali preferiva la compagnia, e con i quali usava organizzare momenti unici di convivialità e gioia. Prete della speranza che sapeva illuminare anche gli angoli più bui ormai rassegnati nella disperazione. Prete d’assalto che ha avuto parole dure nei confronti del malaffare, della delinquenza organizzata, della politica imbrogliona e immobilista. Centinaia gli episodi salienti che potrebbero essere ancora raccontati per sottolineare la grandezza di “Don Maurino”, piccolo grande uomo che la nostra terra ha avuto in sorte di annoverare tra i suoi cittadini eccellenti , ma ci piace in questa sede ricordarne solo un paio che riteniamo simbolici per enfatizzare lo spessore del personaggio. Don Mauro fu l’unico sacerdote di Casoria solidale con gli operai Rhodiatoce ai tempi delle lotte di fabbrica, restando con loro per ben 40 giorni di occupazione. Nel novembre 1980 , pur essendo rimasto senza edificio parrocchiale per i danni del terribile sisma in Irpinia, riuscì ad organizzare, durante notti insonni , una catena di solidarietà con i giovani per raccogliere aiuti di prima necessità e portarli con qualsiasi mezzo direttamente nei territori colpiti dalla disgrazia, arrivando prima dei soccorsi di Stato. Grazie Don Mauro per il tuo esempio. Mancherai alla tua gente, la tua città è orfana, ed ora ti piange , pur sapendo che sei già beato tra le braccia della Mamma Celeste cui ti sei sempre affidato.

il giornale di Casoria • Domenica 30 ottobre 2011

Dal Brasile un ricordo di ”Don Maurino”. del Prof. Alessandro Giordano

È

verissimo che quando qualcuno passa a miglior vita e leggiamo parole di stima in suo favore sempre pensiamo “dopo che se n’é andato tutti ne parlano bene!” Ebbene, questo non è il caso di don Mauro Piscopo, meglio conosciuto come Don Maurino.Sicuramente per lui ci sono e ci saranno solo e solamente parole di stima ed affetto. Casoria perde un grandissimo punto di riferimento, un sacerdote, um padre, um salvatore di anime, perde un beneffattore,!! La mia infanzia è legata alla chiesa di San Benedetto Abate ed alla figura di quest’uomo carismatico. Ricordo con piacere che molte persone di Casoria si rivolgevano a lui per ricolvere vari problemi, tanto di natura spirituale quanto materiale e mai (anche se ben poteva) rifiutava il suo aiuto, Casoria deve molto a questa grande figura Amava stare con i giovani ed é su di loro che ha puntato per il futuro della chiesa.Ricordo l’esempio dell’ormai Pe. Carmine Caponnetto, amico e sicuramente seguace dell’emetrito don Maurino che ha contribuito attivamente nella sua crescita vocazionale. Vale la pena ricordare il suoi aiuti che vanno oltre le frontiere italiane: ha ospitato ragazzi di un orfanatrofio croato, dando loro la piú completa ospitalitá e stimolando i giovani locali all’aiuto verso i piú bisognosi. Inoltre ha ospitato, durante il Giubileo del 2000 dei ragazzi provenienti dalla Polonia, facendo sí che la Parrocchia di San Benedetto fosse un punto d’appoggio per chi era proveniente “da un paese lontano ma sempre cosí vicino”, volendo usare le parole del Beato Karol Wojtila. Sono sicuro che Casoria non dimenticherá mai una persona come don Maurino, uomo di fede e grande amico di tutti. Un plauso alle maestranze locali che in questa occasione hanno dichiarato il lutto cittadino. GRAZIE DON MAURINO!!! VII


C I AO PA D R E P I S CO P O

Addio, Don Maurino! Lutto cittadino per la dipartita dell’amato Mons. Mauro Piscopo. di Antonella Storti

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onsignor Mauro Piscopo,al servizio della comunità parrocchiale di San Benedetto da quarantaquattro anni. Cercavate un Casoriano D.O.C.? Eccolo;l’avete trovato. Il “Don Maurino” che tutta Casoria ha conosciuto e stimato si è ricongiunto con quel Dio ch’egli tanto amava ed al quale ha dedicato l’intera vita. La mattina del 20 ottobre scorso,Don Mauro Piscopo ha lasciato i suoi cari,all’età di ottant’anni. La comunità di San Benedetto piange la perdita del suo amato parroco ed a Casoria è lutto cittadino. Nella mattina del 20 Ottobre,nella parrocchia a cui Don Mauro ha dedicato una vita di servigi e fatica,è stata allestita la camera ardente. Una folla di visitatori è accorsa per porgere l’ultimo saluto a quello che è stato,indubbiamente,uno dei più grandi uomini che la nostra città abbia mai conosciuto. Ai funerali,che si sono svolti il 21

Ottobre alle ore 16.30,ha preso parte l’assessore della regione Campania Pasquale Sommese,un picchetto d’onore dei vigili urbani ed alcune associazioni quali l’Opera Napoletana Pellegrinaggi e l’associazione Uniti per il sorriso. La chiesa era gremita ed empaticamente unita al dolore dei familiari dell’amato parroco. La messa è stata celebrata dal cardinale Sepe,il quale ha ricordato personalmente,con commozione,le qualità più grandi di quello che lui stesso ha chiamato “il nostro caro Don Maurino.” << E’ stato un vero discepolo di Cristo,mostrando una fede esemplare ed un’innata forza d’animo. Ha saputo donare sé stesso agli altri ed alla sua chiesa.>> Queste,le parole del Cardinale. Il coro della parrocchia ha accompagnato il viaggio ultraterreno di Don Mauro con canti,la maggior parte dei quali ispirati alla “Signora vestita di bianco” di Bernadette Soubirous,che lui tanto amava ed in onore della quale aveva creato il gruppo dame e barellieri della parocchia,dedito all’accompagnamento ed alla cura degli ammalati durante i pellegrinaggi a Lourdes. Ha preso parte al funerale,l’intero gruppo di dame e barellieri in uniforme,per unirsi assieme alla comunità al ricordo del caro padre Piscopo. Innumerevoli attività parrocchiali sono state pro-

Il cordoglio delle

ISTITUZIONI Il commento dei politici Casoriani.

caratterizzato il suo impegno teso sempre a diffondere un significativo sentimento sociale verso i più bisognosi”. “Mi piace ricordarlo così: Una straordinaria persona caritatevole”.

SEN. TOMMASO CASILLO ’Assessore della Giunta municipale, senatore Tommaso Casillo, tra i primi ad essere informato della dipartita di Don Mauro Piscopo ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Sono profondamente addolorato per la morte di don Mauro. Per quasi mezzo secolo ha rappresentato un punto di riferimento non solo per la comunità parrocchiale di S Benedetto ma per tutta Casoria”. “Le sue profonde doti umane hanno

IL SINDACO DI CASORIA: DR. VINCENZO CARFORA l Sindaco di Casoria, Enzo Carfora, appresa la notizia della morte di monsignor Mauro Piscopo, storico parroco di S. Benedetto Abate nonché personalità di rilievo per tutta la comunità cittadina, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Don Mauro Piscopo è stata una straordinaria figura per tutta la comunità casoriana. Il suo operato, come sacerdote e come uomo, ha saputo travalicare i confini della sua parrocchia ed ha scritto pagine positive per la storia della città.”

a cura della Redazione

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mosse ed istituite direttamente da lui:il primo Gruppo Giovani; il Gruppo di Azione Cattolica formato da ragazzi, giovani e adulti; i Gruppi di Catechismo per i bambini; la preparazione prematrimoniale e prebattesimale. Altrettante persone erano lì,ad onorare la cerimonia funebre:ragazzi di tutte le età commossi e rammaricati per la perdita di uno dei punti di riferimento più grandi della loro vita,ma anche tanti uomini e donne che ricordavano di quando,ancora bambini,vennero accolti per la prima volta a San Benedetto dall’amorevole calore del parroco. Toccante il discorso del fratello di Don Mauro. “ I dottori si meravigliavano;non capivano come riuscisse a non lamentarsi mai,nonostante le sue sofferenze fisiche.” Queste le sue essenziali e commuoventi parole. Al termine della cerimonia un tripudio di applausi ha salutato la salma di Don Maurino,che usciva dalla chiesa in cui ha trascorso quarantaquattro anni di vita. La folla,commossa,si accalcava attorno alla bara per rivolgere un ultimo saluto al parroco,quasi impedendo il passaggio delle persone che la trasportavano. Mentre i presenti si avviavano fuori della chiesa,per prendere parte alla processione,un ragazzo,commosso,ha affermato: “Come si può non piangere per un uomo simile?” Ciò dimostra che Don Mauro Piscopo non è andato via per sempre; è ancora qui,nella città di Casoria,nella sua amata Parrocchia e vive nei cuori di tutti coloro che lo hanno amato,stimato o,semplicemente,conosciuto. “Anche se la malattia negli ultimi anni ne aveva fiaccato le energie fisiche non si era minimamente spento lo spirito carismatico che ne ha contraddistinto l’esistenza. Casoria perde un grande punto di riferimento che sono sicuro mancherà a tanti”. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI CASORIA: PASQUALE FUCCIO rofondo cordoglio e sincera partecipazione per la scomparsa di un’immensa figura spirituale e religiosa della nostra città”, è il pensiero espresso dal presidente del consiglio comunale di Casoria, l’avv. Pasquale Fuccio alla notizia della dipartita di monsignor Mauro Piscopo, decano dei sacerdoti di Casoria, decano dei sacerdoti casoriani, parroco della chiesa di San Benedetto. “Devo tutto a monsignor Piscopo – prosegue Fuccio - è statoper me un riferimento sociale, spirituale ed anche politico sin da quando ero bambino. Sono per questo addolorato e sgomento, anche perché la nostra città perde una figura storica, una persona di insostituibile e inarrivabile autorevolezza morale. Partecipo con estrema commozione al dolore che ha colpito l’intera Casoria e mi stringo intorno ai familiari con affetto e sincero cordoglio”.

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CIAO PADRE PISCOPO VIII

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PA N O R A M A CA S O R I A N O

PANORAMA CASORIANO Via San Salvatore ripulita dopo la segnalazione de "il Giornale di Casoria" di Daniela De Vecchi

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per fortuna “una volta tanto” arriva anche la buona notizia. A seguito di un articolo pubblicato nelle scorse settimane, sempre in merito al tema “monnezza” che ancora attanaglia il comune di Casoria, via San Salvatore nei pressi dell'Uci cinemas, una delle arterie da noi trattate e coinvolte nella questione, finalmente è stata ripulita. A darne il lieto annuncio è stato lo stesso assessore al comune Pasquale Tignola, il quale, fiero dell'evento, ha prontamente dichiarato: “Finalmente, la via è stata ripulita, e spero proprio che duri...”.Ora la battaglia è estesa ad altre strade, periferiche e non, della cittadina che tutt'oggi, battagliano contro il problema spazzatura. E visto il riscontro avuto grazie al tempestivo intervento del nostro settimanale, c' è da sperare, e stavolta seriamente, che la questione sarà risolta al più presto.

Alla Biblioteca Comunale di Casoria, aperto l’anno culturale 2011-2012

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l 28 ottobre scorso, con una cerimonia ufficiale presso la Biblioteca comunale, è stato inaugurato l’anno culturale 2011-2012. In occasione dell’evento, promosso per la prima volta a Casoria, è stato presentato il con-

corso “Che cosa c’è in un nome” (what’s in a name?); iniziativa proposta per dare un nome alla Biblioteca di via Aldo Moro. “La biblioteca comunale ha per noi un’importanza strategica per tutte le attività culturali della città – afferma l’Assessore alla Cultura, Luisa Marro – essa deve rappresentare non solo il luogo di consultazione di libri, nel senso classico del termine, ma un punto di incontro di ogni bisogno culturale ed artistico della città di Casoria. Scegliere il nome della biblioteca attraverso un concorso aperto a tutta la cittadinanza è un segnale semplice ma che vuole essere il primo momento di condivisione e apertura alla città” “La consistenza del patrimonio culturale della città, la storia e la tradizione che rappresentiamo – dice il Sindaco, Enzo Carfora – ci impongono una attività di programmazione di tutte le attività culturali. Ben venga quindi questa iniziativa che nell’intento dell’Amministrazione sarà il punto di partenza della valorizzazione della Biblioteca comunale”.

Oratorio Parrocchiale Santa Maria delle Grazie.

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per fortuna “una volta tanto” arriva anche la buona notizia. A seguito di un articolo pubblicato nelle scorse settimane, sempre in merito al tema “monnezza” che ancora attanaglia il comune di Casoria, via San Salvatore nei pressi dell'Uci cinemas, una delle arterie da noi trattate e coinvolte nella questione, finalmente è stata ripulita. A darne il lieto annuncio è stato lo stesso assessore al comune Pasquale Tignola, il quale, fiero dell'evento, ha prontamente dichiarato: “Finalmente, la via è stata ripulita, e spero proprio che duri...”.Ora la battaglia è estesa ad altre strade, periferiche e non, della cittadina che tutt'oggi, battagliano contro il problema spazzatura. E visto il riscontro avuto grazie al tempestivo intervento del nostro settimanale, c' è da sperare, e stavolta seriamente, che la questione sarà risolta al più presto. A.S.

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Comunicato stampa

REVOCA DIRIGENTI

I sottoscritti Consiglieri Comunali, comprendendo le difficoltà a leggere le strategie politiche nascoste (mal di pancia per qualche dirigente non riconfermato, a loro gradito) e le tante elaborate sfumature ed accordi di spartizione tengono, per amore della verità, a precisare le motivazioni ed i fatti accaduti sulla questione dei Dirigenti. Nel Consiglio Comunale del 17/10/2011, avente ad oggetto “Discussione Nomina dei Dirigenti, ex art. 110 del TUEL” , i Consiglieri Comunali Pugliese Pasquale (Nuovo PSI), Cerbone Aniello (Nuova Città), Ferrara Stefano (PDL), Esposito Orlando (PDL) e Capano Andrea (UDC) decisero, di non aderire all’atto di indirizzo proposto dal Partito Democratico contro il Sindaco e la sua stessa maggioranza, per i seguenti motivi: - In primo luogo, i predetti Consiglieri Comunali, avevano già chiesto la revoca dei Dirigenti in autotutela già lo scorso 13/07/2011 prot. N. 23854, quindi non si riesce a comprendere la necessità di inviare un’altra richiesta di revoca, per di più proposta dal Partito Democratico dopo tre mesi, se non per un fatto strumentale e litigioso tra la maggioranza, di cui una parte di essa tesa a ottenere più potere; - In secondo luogo, l’atto di indirizzo proposto dal Partito Democratico, non poteva essere votato perché non era una proposta di delibera né era previsto all’ordine del giorno. Infatti lo stesso Segretario Comunale, organo di assistenza giuridico-amministrativa dell’ente, dichiarava l’inammissibilità della votazione; - Infine, intuite le ragioni del documento proposto dal Partito Democratico, teso a ricattare la sua stessa maggioranza per ottenere chissà cosa, i Consiglieri dell’opposizione, con dichiarazione di voto già ampiamente motivata, decisero di abbandonare l’aula per non andare in soccorso ad una parte della maggioranza (PD) che cerca ruoli esecutivi in questa Amministrazione. L’unico rammarico dei sottoscritti, è che quella parte dell’opposizione che è rimasta in aula, non ha osservato e rispettato il suo ruolo di opposizione. I Consiglieri Comunali Nuovo Psi – Pugliese Pasquale Pdl – Stefano Ferrara Nuova Citta’ – Cerbone Aniello

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C U LT U R A

Fuoco su NAPOLI

Storia di distruzione e speranza Gli studenti di Casoria e Afragola incontrano l’autore, Ruggero Cappuccio. di Fortuna De Rosa

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Al massimo tra cinque mesi Napoli finirà di esistere, al massimo tra cinque mesi Napoli non ci sarà più». Una violenta eruzione dei Campi Flegrei distruggerà la città in un inferno di acqua e di fuoco: questo il verdetto ineluttabile degli otto maggiori esperti del mondo riuniti all’Osservatorio Vesuviano, «più che otto vulcanologi, otto padreterni». Un mese. Un mese è il tempo che Diego Ventre, affascinante avvocato penalista napoletano e volto pulito della camorra, chiede prima che la notizia sia diffusa. Trenta giorni per poter vendere e comprare immobili strategici al suo piano di rifondazione della città: è questa infatti l’occasione per far risorgere una nuova Napoli, purificata dalle persone e dalle violenze che l’hanno devastata per secoli. Questo è lo scenario in cui si muove freddo ed ambiguo Diego Ventre, destreggiandosi tra imprenditori, politici, camorristi, mondanità altoborghese, «play» poco puliti e fantasmi di un passato tormentato, incontrando situazioni e personaggi che incarnano le passioni e i vizi umani più profondi. Ma anche una vita così piena di ombre ha la sua Luce. Nel caso di Diego si tratta di Luce di Sangrano, giovane e bellissima

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discendente di una nobile famiglia in decadenza, voce e anima incontaminata della città, che resta attratta da quest’uomo colto e protettivo, ma anche pieno di misteri, verso il quale nutre emozioni contrastanti, perché in fondo «le emozioni sono… diciamo sono quando capisci che le cose delle quali hai paura sono le cose che ami». Fuoco su Napoli non è però solo la controversa storia d’amore di Diego e Luce, ma soprattutto una storia d’amore per Napoli; la città del mentre dove tutto è possibile; la città del tempo e del controtempo «che correva quando tutto il mondo andava piano e andava piano quando tutto il mondo correva»; la città della perenne lamentazione autoconsolatoria; della camorra ma anche del falso perbenismo della politica dove nulla è mai tutto bianco o tutto nero; la bella donna sfigurata dal tempo che per vergogna ormai non si specchia più; il corpo massacrato, smembrato e disperso in mille pezzi come quello di Osiride, ricomposto per amore dalla sua amante, la dea Iside. Allo stesso modo, oltre la fame di affari di Diego, c’è l’amore per questa città, c’è la speranza che anche il corpo di Napoli possa essere rianimato e composto in un unica carne. E non è un caso che in mezzo a tutta questa

devastazione l’unico seme di speranza sia affidato alla fine proprio a Luce e alla vita che porta in grembo. «Nessuno ha raccontato Napoli, la sua deriva e il suo riscatto, come in questa grande storia d’amore e di stupro», scrive Raffaele La Capria, e proprio questi sentimenti contrastanti, l’amoreodio per la bella e corrotta Parthenope sono il filo conduttore che anima Fuoco su Napoli, con cui Ruggero Cappuccio (classe 1964) ha vinto il Premio Napoli 2011. Un pubblico attento e curioso di giovani studenti di Casoria e Afragola, guidati dai propri insegnanti, ha incontrato Ruggero Cappuccio lunedì scorso al liceo scientifico “Brunelleschi”. Una bella iniziativa del Centro di Promozione Culturale “Insieme” coordinato dal prof. Vittorio Mazzone. Una piacevole chiacchierata, un confronto con l’autore sulla storia, i personaggi, la città, che ha reso Diego, Luce e tutti gli altri una presenza quasi reale. È questo infatti, a detta dell’autore, il successo più grande di Fuoco su Napoli: aver riscontrato che ognuno ha dato un proprio volto ai personaggi; per questo, ancora non pensa ad una versione cinematografica: per lasciare che tutti questi volti non siano “codificati” in un unico volto e restino parte di tutti quelli che, come la sottoscritta, li hanno amati.

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SPORT

La Giotto cade ancora non si cercano alibi Battuta in casa dallo Squinzano, il presidente Calabrese suona la carica: ”Andiamo avanti!”. di Francesco Scalamogna

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er la seconda giornata del campionato nazionale maschile di serie B-2, la Giotto Volley cade in casa contro lo Squinzano. Seconda sconfitta consecutiva per la compagine locale di pallavolo, che resta quindi ultima in classifica a 0 punti. Stesso risultato della precedente e combattuta trasferta di Casarano, 3-0, ma stavolta non c’è stata proprio partita. Il parziale dei set (2025, 18-25, 16-25) rende bene l’idea di una supremazia avversaria che aumentava man mano con lo scorrere dei minuti. Davanti ad un centinaio di tifosi accorsi, gli uomini di Coach Calabrese hanno sì affrontato la squadra

più competitiva del girone ma troppo facilmente si sono fatti surclassare. Una timida reazione si è intravista nel primo e nel secondo set, ma troppe sono state le disattenzioni degli atleti casoriani che mai sembravano imbeccare nello sprint giusto per riequilibrare le sorti dell’incontro. Il terzo set è una passerella per gli ospiti, che si portano fino ad un massimo di +10. Il presidente Egidio Calabrese ha rilasciato per noi un intervento: ”È stata una brutta partita, complice gli infortuni accorsi negli ultimi giorni che non ci hanno permesso di lavorare e prepararci al meglio. Lo Squinzano è una tipica squadra di tradizione pugliese, quadrata. Dimentichiamo la prestazione di questa sera ed andiamo avanti”. Dello stesso parere anche Coach Sergio Calabrese: ”Complimenti allo Squinzano, che hanno disputato una gran partita e messo a nudo tutti i nostri problemi. Non cerco alibi per la sconfitta. Abbiamo sbagliato l’approccio alla gara, lavoreremo su un aspetto mentale. Ora occorre un bagno d’umiltà e lavorare sodo, il campionato è lungo. La squadra

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ha i mezzi per fare bella figura quest’anno, i ragazzi hanno tanta voglia di emergere”. Prossimo appuntamento domenica 30 ottobre contro la “Elpral Art et Labor” in trasferta a Sirignano (Av).

Comunicato stampa UDC L’U.D.C. di Casoria rivendica, unitamente alle forze di opposizione che se ne sono fatte promotrici, la paternità di tutte le iniziative volte a mettere ordine e recuperare la legalità nella nomina dei dirigenti del Comune. Della validità delle nostre ragioni ha preso atto, sebbene in maniera tardiva e politicamente disarticolata, anche il PD partito facente parte della maggioranza. L’U.D.C. considerato l’evidente stato confusionale in cui versa la maggioranza, fa appello al Sindaco affinché trovi le giuste soluzioni per dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini. L’U.D.C. di Casoria, infine, informa che l’unica figura legittimata a rendere dichiarazioni ufficiali per il Partito è il Commissario cittadino, incarico attualmente ricoperto da Carlo Tizziani. Casoria lì, 25/10/2011 Il Commissario cittadino Carlo Tizziani Il Gruppo consiliare Andrea Capano Emilio Polizio

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CASA CASORIA

Fare impresa:

CARLO DE VITA Attività immobiliari, Editoria, Associazioni. In arrivo una fondazione “Casa Casoria”. di Francesca Castaldo

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are impresa al sud è sempre più spesso una sfida. E fare impresa nella nostra provincia, significa sostenere maggiori costi di gestione rispetto alle imprese del Nord del Paese, per effetto di fattori esterni negativi come criminalità, credito, incompetenze e arroganza dei dirigenti della pubblica amministrazione, tutti fattori che producono maggiori costi e minori ricavi per le imprese locali. Ma non sempre i fattori negativi ostacolano la nascita e la crescita delle iniziative imprenditoriali. Non a caso, siamo sbarcati nell’ufficio del Nostro Editore, Carlo De Vita. Ogni nuova idea che prende forma, qualunque essa sia, ha l’aspetto di essere organizzata in maniera assolutamente eccellente. E’ questa l’aria che si respira nelle organizzazioni ideate e gestite da Carlo De Vita e il suo gruppo. Forse il vero segreto è la compagine aziendale che lo affianca e lo assiste in ogni suo progetto. Hanno sposato in pieno la sua filosofia di vita, “ qualunque cosa facciate, che sia trasparente e che abbia l’anima”.

Questo il messaggio che arriva alla gente, sia dalle attività immobiliari, organizzate e gestite con il marchio NAPOLINCASA, sia chi legge i contenuti e osserva la grafica delle attività editoriali di Napolincasa, attraverso “IL GIORNALE DI CASORIA”, ultima iniziativa editoriale nata grazie alla condivisione di idee e progetti con il Dr. Giuseppe Storti coofondatore e vera anima del giornale, divenuto un vero punto di riferimento dei Casoriani. Partiamo dalle attività Immobiliari, l’idea risale al 1999, il deposito e la registrazione del Marchio Napolincasa una delle poche realtà immobiliari non piegatasi alle forze economiche e di comunicazioni dei gruppi in franchising di livello Nazionale. Il marchio ha raggiunto l’obiettivo dei dieci anni di attività e ad oggi l’unica realtà immobiliare, dell’area a nord di Napoli ad aver diversificatole attività, organizzando un azienda specializzata nella gestione e valorizzazione delle aree parcheggio, nella gestione in outservice dei patrimoni immobiliari, curando ogni aspetto della gestione, oltre al servizio di valutazione e vendita immobiliare, divenuto tra i più referenziati e accreditati della provincia. In Cantiere la nascita di una Associazione-Fondazione “CASA CASORIA”, lo spirito è sempre

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lo stesso dare tutto se stesso in ogni forma di organizzazione, questa con uno scopo preciso valorizzare e lavorare per la riconquista della dignità persa di una città mortificata Vi chiederete come? Proponendo e fotografando, comunicando tutti i disservizi che contribuiscono a rendere una città invivibile sotto ogni aspetto della vita quotidiana. Uffici comunali vuoti, dipendenti pubblici assenti o spesso interessati a svolgere attività personali e affaristiche ai danni dei cittadini. Merito della classe politica che protegge e assiste in cambio di favori elettorali, nominando dirigenti incapaci, arroganti e lontani dallo spirito di servizio che dovrebbe caratterizzarli. Segnalare e proporre fino alla DENUNCIA, chi non assolve il proprio dovere, chi non adempie alle proprie funzioni pur se alle dipendenze della collettività. Bisogna ritrovare lo spirito di Comunità, porre l’attenzione che ognuno pone nella propria casa, perché CASORIA è la nostra CASA e và ristrutturata, abbellita e protetta. Alla base di ogni progetto sia imprenditoriale sia associativo esiste un segreto, ci confessa Carlo De Vita, più volte citato nei suoi articoli, la “Dichiarazione e il rispetto degli Ideali”. Ebbene si, raggiungere gli obiettivi è importante, ma utilizzando metodi chiari e comprensibili, rispettando le idee altrui e lavorando per creare benessere in ogni persona, che fa parte dei progetti, contribuendo alla realizzazione di una vita produttiva e ricca di successi familiari. Insomma una persona determinata e con le idee chiare, fin troppo chiare, da capire che la politica quella che si pratica dalle nostre parti non può che togliere a chi ha coltivato e continua a professare meritocrazia, solidarieà e giustizia. Dieci anni sono il primo obiettivo raggiunto. Tante le cose fatte, ma tante le cose da fare. AD MAIORA.

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RUBRICA MEDICA

Circolazione e sosta: il contrassegno invalidi Istruzioni per l’uso. a cura del dr. Mauro Fiore

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na delle richieste, a volte inappropriate e inopportune, che pervengonoal Medico di Famiglia è il rilascio del certificato per ottenere il “contrassegno invalidi” che consente la sosta dell’auto negli appositi spazi riservati. I cittadini “con capacità di deambulazione sensibilmente ridotta" possono ottenere il cosiddetto ”contrassegno invalidi" solo dopo aver eseguito una visita medica specialistica che attesti questa condizione. Può essere rilasciato anche a persone che momentaneamente si ritrovano in condizioni d’invalidità temporanea a causa di un infortunio o altro; in questo caso l'autorizzazione può essere concessa solo a tempo determinato e sempre dopo certificazione medica specialistica che attesti il motivo e la durata dell'invalidità. Il cittadino in possesso di questi requisiti deve prima rivolgersi all'Ufficio Medico Legale del proprio Distretto Sanitario e farsi rilasciare, esibendo la documentazione sanitaria, la certificazione medica che attesti che il richiedente ha una capacità di deambulazione sensibilmente ridotta, in modo temporaneo o permanente, o è un non vedente.

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Una volta ottenuto tale certificato dovrà presentare una domanda al Sindaco del Comune di residenza per il rilascio del contrassegno allegando il certificato rilasciato dal Distretto Sanitario. Ricordo in proposito che il contrassegno ha una validità di cinque anni su tutto il territorio nazionale e alla scadenza si può rinnovare presentando un certificato di persistenza della deambulazione ridotta rilasciato dal proprio Medico di Famiglia. Il Medico lo redigerà solo se persistono le condizioni di salute per le quali è stato rilasciato il contrassegno e a pagamento, perché è una prestazione privata non prevista nell’assistenza sanitaria di base. ATTENZIONE: il contrassegno è strettamente personale dell’invalido, non può essere ceduto ad altri e permette a qualunque veicolo, che lo sta effettivamente trasportando, di parcheggiare ne-

gli appositi spazi riservati e delimitati da strisce gialle. Se nel veicolo non c’è l’invalido non si ha alcun diritto di parcheggiare. Voglio segnalare che il Sindaco, in casi di particolari e gravi condizioni di disabilità e su specifica richiesta, può assegnare uno spazio di sosta individuale con apposita segnaletica indicante gli estremi del "contrassegno invalidi" e il numero dell’autorizzazione concessa. Sottolineo in proposito che il Regolamento di Esecuzione e Attuazione del Nuovo Codice della Strada (Decreto Legislativo N. 285 del 30/04/1992 / DPR 495/92 art. 381) non prevede l’obbligo di tale concessione e lo limita solo alle zone ad alta densità di traffico. Anzi vi si precisa che l’invalido "deve, di norma, essere abilitato alla guida e deve disporre di un autoveicolo". Per tanto deve avere innanzitutto la patente di guida, poi essere il proprietario di un veicolo e infine essere affetto da una patologia che ha ridotto la sua “capacità deambulatoria”. Attenzione perciò ai furbi e ai beneficiari di sciatte o “distratte” interpretazioni delle norme: spesso esibiscono il “Contrassegno Invalidi” come uno status symbol!

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ARTE

Importante riconoscimento per il maestro Enzo Marino Lo Stadtmuseum Erlangen acquisisce un’opera dell'artista casoriano. a cura della Redazione

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abato 29 ottobre 2011, alle ore 16, in coincidenza col finissage della mostra "I tempi mitici" lo Stadtmuseum Erlangen (D), nella persona del direttore Thomas Engelhardt, acquisisce l’opera “Il Graffito” / ”Schrebweise” del maestro Enzo Marino. Saranno presenti alla manifestazione la Dr. Elisabrth Preuß, Bürgermeisterin di Erlangen, il Dr. Filippo Scammacca del Murgo, Console generale d’Italia a Monaco di Baviera, il sig. Giuseppe Andolina presidente dell’ItalienischDeutscher-Verein Erlangen e V, il sig. Christian Hamsea presidente della sezione tedesca dei Free International Artists e un pubblico di artisti ed amanti dell’arte, “Il Graffito” / ”Schrebweise” è un dipinto acrilico realizzato con tecnica del rollerpainting su tela montato su telaio in legno di 100 x 150 cm. del 1996 nel pieno fermento del pensiero estetico “cognitivismo-connettivo” dell’artista. “…è una composizione su due colonne

verticali di graffi-pittura come se fossero vele sospese nello spazio. Essa interpreta i segni lasciati dall’uomo lungo il percorso della sua esistenza, dall’oriente all’occidente, dal nord al sud del mondo attraversando periodi di maggior fecondità culturale. Inizia da uno scontro tribale, graffito rupestre e finisce con una immagine di guerriglia contemporanea, graffito metropolitano. Sono interpretati, secondo un percorso evolutivo, i segni di civiltà del nord Europa, degli egizi, degli Etruschi, dei Romani, degli Incas, degli Arabi, attraversando la cultura cinese, islamica, cattolica, medievale, del Rinascimento, della prima rivoluzione industriale, della Belle Epoque, dell’anarchia, del pacifismo...” Enzo Marino, napoletano (Casoria, Italia 1945) conosciuto e apprezzato in molti Paesi del mondo. Membro di Comitati Scientifici come “Encuentro de las Culturas México–China (China)”; “Progetto: Napoli 50/80” – Napoli; “Giuseppe Garibaldi … Hombre de la libertad, ombre de la Humanidad…”Bergamo/Montevideo; “La Ruta di Quetzalcòtl en el Arte” México. Ospite del CONI, è tra i 50 artisti a rappresentare l’arte italiana alle Olimpiadi di Pechino, 2008. Presidente e fondatore dei "Free International artists" ha preso parte ed organizzato centinaia di eventi internazionali (London, Graz, Santa Fe, Montevideo, Tula de Allende, Città del

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México, Berlin, Mozirje, ecc.). Pittore, scultore, performer, Marino si dedica da anni alla sperimentazione: sono sue le nuove tecniche delle “Alaniline” (1972), “Tempere fuse” (1975-1984), “Rollerpainting” (1983) , “Graffisculture” (1999), “Endosculture” e le “Sculture performative” (2004). Erlangen, in Baviera, è un vivace centro industriale ed universitario: sede della Siemens, ospita l'università FriedrichAlexander-Universität Erlangen-Nürnberg nonché il grande istituto di ricerca del Fraunhofer-Gesellschaft; lo Stadtmuseum è il principale museo cittadino, attualmente ospita la mostra personale “I Tempi Mitici” di Enzo Marino.

Anno 1 - Numero 17 Domenica 30 ottobre 2011 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 26 ottobre 2011. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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