IlGiornale di Casoria

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Anno 1 - Numero 19 - Domenica 13 novembre 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - ilgiornaledicasoria@libero.it - Distribuzione gratuita

L’acqua del fiume Sebeto esonda ed invade le strade e le case in zona Lufrano.

Non trovando il suo letto...

ENTRÒ NELLE

CASE!


EDITORIALE

La notte della Repubblica Gli scenari della politica da Roma in giù. di Giuseppe Storti

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iamo nel baratro! E’ la dichiarazione di queste ore, mentre scriviamo del Presidente degli industriali Emma Marcegaglia. Mercoledì 9 novembre: fine dell’era Berlusconi. Diciassette anni protagonista: nel bene e nel male delle politica italiana. Non avrebbe mai potuto immaginare una fine così ingloriosa. Sospinto ormai da tutti: anche gli amici più fidati a dimettersi. Soprattutto dai mercati internazionali che lo hanno identificato come il male assoluto per il sistema Italia. Lo spread : il differenziale di rendimento tra titoli italiani e quelli tedeschi vola verso vette mai raggiunte. In soldoni significa che Il Tesoro italiano per vendere i titoli di stato che servono a finanziare il debito nazionale, deve offrire rendimenti sempre più alti. Oggi il 7% di interessi. E ciò nonostante, le aste dei Bot a tre mesi, stanno andando deserte. Una crisi di fiducia e di credibilità così bassa verso il nostro paese non si era avuta neppure nel dopo guerra. La gente teme per i propri risparmi. Molti iniziano a ritirare i soldi dalla banca a piccole cifre: per non dare nell’occhio. C’è paura per gli impegni che il Governo ha assunto nei confronti dell’Europa, ma soprattutto nei confronti del Fondo monetario internazionale, che ha messo sotto tutela l’Italia. Oggi, grazie ad una politica incapace, chiusa nella torre d’avorio dei propri privilegi e dei proprio scandali, in primis sessuali, l’unica istituzione che gode ancora di autorevolezza e rispetto in tutto il mondo è il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Governo tecnico o elezioni subito: e’ questa l’ultima tentazione di una classe politica squalificata e senza senso delle istituzione e degli interessi del Paese. Siamo giunti ad un punto di non ritorno: e’ la notte della Repubblica. Ovviamente lo scenario che si apre avrà un effetto domino. Da

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Roma, alla Regione Campania, arrivando alla nostra città. Se si va alle urne agli inizi dell’anno prossimo, tutto potrebbe cambiare. Il richiamo dei palazzi romani, potrebbe coinvolgere anche Casoria. Staremo a vedere. Sarebbe auspicabile almeno una riflessione sui veri interessi generali e non solo sugli interessi privati. Ma abbiamo il legittimo dubbio che così non sarà. Ci è giunto sulla bacheca del profilo del Giornale un comunicato del comitato: no! Discariche Comuni a Nord di Napoli. Ecco uno stralcio: “LIBERARE GLI STIR DI GIUGLIANO E TUFINO DALLA FRAZIONE DI RIFIUTO CER 19.05.03 (compost fuori specifica), quindi umido percolante a tutti gli effetti (sappiamo benissimo cosa c'è oggi in quegli stir), per utilizzarlo

quale biostabilizzato (ma lo è veramente?) in 3 cave individuate ad Acerra e Casoria. Il risultato sarà LE ENNESIME DISCARICHE SUL NOSTRO TERRITORIO!!!!!! BASTA!!!! SPERIAMO CHE I SINDACI DEGLI 8 COMUNI DELL'AREA ACERRANA NON FIRMINO QUESTO ACCORDO MA COLGANO QUESTA OCCASIONE PER PROPORNE UNO VIRTUOSO SULLA STESSA LINEA DI QUELLO DEI PAESI VESUVIANI, DOVE SI RINNEGA CON CHIAREZZA CHE IL SISTEMA DI SMALTIMENTO 'ARCAICO' LEGATO AI 'FOSSI' (ancorché nobilitati quali 'ripristino ambientale di siti degradati' dove conferire rifiuti presenti negli STRIR), E' UNA LOGICA AMPIAMENTE PERDENTE E SONO PRONTI AD IMPEGNARSI TOTAL-

MENTE SU UN PIANO DI DIFFERENZIATA E IMPIANTISTICA VINCENTE!! L’abbiamo riportato coi caratteri cubitali, così come ci è stato trasmesso. Ovviamente, attendiamo riscontri che non possiamo fare oggi, mentre stiamo per chiudere le bozze del Giornale. Ma confidiamo nella trasparenza dell’Assessore Tignola, che dall’inizio del suo mandato, e gliene rendiamo merito, ha impostato il suo lavoro con un dialogo serrato e limpido con i cittadini. Dopo aver scampato il pericolo della centrale a biomasse, non vorremmo ritrovarci con un’altra bomba ecologica sul territorio. Ci auguriamo che sia un’ipotesi di lavoro. O meglio ancora una voce infondata. La nostra città è terra di tumori, tra i più devastanti e invasivi. Determinati da un vero e proprio stupro del territorio. Ora basta! Ma c’è una notizia buona. La diamo volentieri. La consegna del cantiere per i lavori di ripristino dello Stadio cittadino intitolato al santo patrono della città: San Mauro. L’intervento prevede il restauro della tribuna centrale, la posa di due ulteriori “torri fari” e il riattamento del campo di gioco. Su indicazione del Sindaco e dall’Assessore D’Anna si è convenuto di procedere ad interventi migliorativi del progetto previsto dal finanziamento di 900mila euro del Coni tra i quali il possibile ricorso all’impianto di erba sintetica in luogo di quella naturale. Tempo un anno, secondo le previsioni dei tecnici per restituire alla città l’impianto sportivo cittadino. Intanto le forti piogge registrate a fine settimana scorsa, hanno provocato panico e allagamenti, in particolare nella zona Lufrano. A seguito dell’esondazione del fiume Sebeto. Due segnali negli ultimi giorni dello stato di grave dissesto idro-geologico del nostro territorio. La voragine a Via Martiri d’Otranto, e lo straripamento del Sebeto. Ancora una volta i nostri santi: noi ci crediamo, hanno protetto i casoriani. Cemento e condoni: questi i mali del territorio. Passati, e presenti. Per il futuro, ci aspettiamo norme serie ed efficaci di salvaguardia dal territorio dal P.U.C.(piano urbanistico comunale). Sarà così?

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I L FAT T O

Non trovando il suo letto ENTRÒ NELLE CASE!

L’acqua del fiume Sebeto esonda ed invade le strade e le case in zona Lufrano. di Pina Paone

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isitato da Petrarca e cantato dagli antichi, oggi la sua storia sembra quasi un’opera di fantasia, più un dato culturale che un’ipotesi idrogeologica; eppure, per secoli, ha attraversato Napoli, tuffandosi

nel Golfo. Almeno fino a quando le scellerate e numerose trasformazioni urbane non lo hanno prima ridimensionato e deviato nel suo percorso e poi letteralmente sepolto, sotto infinite colate di cemento e , soprattutto, di indifferenza. Il cemento è impermeabile, la terra di acqua si nutre, la beve l’acqua la terra: Arpino è foderata di cemento! Negli anni ‘80, ma ancor prima, quando la città era ormai satura , la gente si spostava a vivere in provincia ed Arpino diviene affollata ed affamata di spazio e a farne le spese fu soprattutto il fiume ed ancora oggi si continua a costruire, nonostante un Piano regolatore che

ne fa espresso divieto: si costruisce a ferragosto e di notte…tanto poi c’è il condono! E gli organi preposti al controllo evidentemente a Ferragosto sono in vacanza e di notte dormono… Tanta paura domenica per l’esondazione del Sebeto ,ma soprattutto immagini di un tristissimo degrado e qualcuno mormorava:” Siamo stati fortunati, non è morto nessuno, come in altre parti d’Italia!” Saremo ancora così fortunati, in futuro? L'ìnfanzia è il luogo dei ricordi, delle fiabe e della memoria più bella e mi ritorna in mente la Terra e penso a ritroso a coloro che hanno avuto cura millenaria dell’ambiente. Ed è proprio la Terra, montagne di Terra che, a nome mio e di tutti i cittadini di Arpino, contrappongo al cemento armato, contrappongo all’acqua furiosa, contrappongo all’incoscienza di molti, contrappongo all’incuria degli amministratori. Dopo tante emergenze, abbiamo bisogno di un po’ di normalità: sarebbe la rivoluzione per eccellenza!

Genova non è poi così lontana da noi! Parco Sebeto allagato, tombini risucchiati dall’asfalto e voragini senza protezione a portata di tutti. di Raffaella Battinelli

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ccendendo la televisione o leggendo i giornali, si resta inorriditi apprendendo quanto stia accadendo nella città di Genova in questi giorni. Eppure dalle nostre parti non è poi così diverso: dopo la forte pioggia scesa tra sabato notte e domenica mattina, è stato inoltrato un avviso di evacuazione di una zona di Via Lufrano, in particolare quella occupata dal Parco Sebeto. A quanto pare molte abitazioni in loco si sono completamente riempite d’ acqua. Le stesse sono generalmente dotate di scantinati di circa un metro e mezzo che sono solite allagarsi molto facilmente, anche quando non piove e l’ altro giorno la paura è stata fortissima, quasi tangibile. In molti hanno temuto il peggio e la preoccupazione è aumentata quando è stato dato l’ avviso di

una possibile evacuazione anche perché ciò avrebbe significato lasciare le proprie abitazioni, oltre che in balia della furia dell’ acqua, anche degli eventuali e possibili saccheggi. Per fortuna col cessare della pioggia l’allarme è rientrato ma c’ è mancato proprio poco … Il punto è che in una zona già sommersa di problemi, ci mancavano solo i problemi con l’ acqua! La gente non ne può davvero più di combattere ed è esasperata dal fatto che non le è concesso nemmeno dormire sonni tranquilli. “Ma che dormire?!” urla un’ anziana signora “Qui si rischia la vita pure mentre si dorme!”. E come si fa? Chi ci garantisce che la situazione verrà gestita o quantomeno controllata da mani sicure(e pulite )? Certamente non ci si potrà affidare a certe ditte di costruzione … Non c’è niente da fare, in ogni disgrazia o di fronte a qualsiasi genere di problematica, c’ è sempre qualche lupo travestito da agnello. E allora, “Non ci resta che piangere”? Speriamo al contrario di poterci ridere sopra quanto più presto è possibile. Proprio per farci una risata, proporrei di fondare un’ iniziativa, l’ iniziativa “ATTENTI AL TOMBINO”. Eh si! Sempre dopo il forte acquazzone dei giorni scorsi in più punti di più strade della nostra amata e ridente cittadina (cosa avrà mai da ridersela, io non l’ ho capito ) si sono aperte delle voragini mostruose ma, poiché fotografare buche non rientra tra i miei passatempi preferiti, mi li-

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miterò a raccontarvi della più assurda che ho trovato: percorrendo Via Giotto, all’altezza di un bar situato all’ angolo, sulla sinistra, si potrà ammirare un ex tombino che ormai è sprofondato talmente tanto che se lo si volesse recuperare, ci si troverebbe direttamente dall’ altra parte del mondo. Ebbene cari lettori, poiché non è stato segnalato se non con una sbarra di ferro che sporgendo ha già distrutto l’ intera fiancata di una macchina, per evitare ulteriori incidenti di percorso … beh fate un po’ voi! Per i veri appassionati poi, se volete collezionare il numero più alto di buche mostruose, se ne trovano a bizzeffe lungo tutta Via Ventotene, la tormentata strada adiacente a Via Nazionale delle Puglie che già cade a pezzi di suo a causa di tubature perennemente in perdita, per non parlare poi dei notevoli peggioramenti quando piove(acqua da tutte le parti,via cielo e vie sotterranee). Ritornando con un salto alla zona di Via Giotto e tralasciando il fattore pioggia, bisogna dire che già da qualche mese è presente una super voragine subito dopo il giornalaio che,a suo tempo mobilitò addirittura i Vigili che dovettero arrivare in soccorso di un auto che vi era rimasta incastrata. Cosa pensate abbiano fatto i nostri supereroi?! La risposta è semplice: hanno piazzato un segnale stradale all’interno dell’enorme buco e… STOP. Il buco è ancora lì, più profondo che mai, che attende di inghiottire qualche malcapitato passante. 3


POLITICA

Intervista al Presidente del Consiglio Comunale PASQUALE FUCCIO «Se cambia la maggioranza il Sindaco si dimetterà. Sui dirigenti la posizione del PD è chiara: ridurre gli esterni». di Rosa Davide

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vvocato, può spiegare ai nostri lettori quali sono le iniziative a cui sta lavorando, in qualità di Presidente del Consiglio Comunale? Ho lavorato nel mese di agosto, alla modifica di un regolamento del consiglio comunale che prevedeva innanzitutto la riduzione del numero delle commissioni e dei membri che vi partecipavano, ma anche tempi certi nella approvazione degli affari consegnati alla commissione oltre ad introdurre uno strumento di notifica a mezzo posta certificata, con evidente riduzione di costi e aumento di efficienza. Infine nel regolamento c’era l’introduzione del “Question Time”. Il consiglio comunale purtroppo ha ritenuto opportuno, con il mio voto di astensione, di rinviare l’approvazione dopo la discussione nella commissione competente. Ho mantenuto la promessa fatta nel consiglio comunale dell’insediamento, provvedendo ad aumentare i posti per il pubblico attraverso la collocazione di n.80 sedie; ho incontrato 13 presidenti del consiglio comunale dell’area a nord di Napoli per istituire una consulta dei presidenti del consiglio su temi che riguardano l’area metropolitana ovvero il contrasto alla criminalità organizzata e lo sviluppo ed occupazione. Inoltre

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ho istituito un tavolo di concertazione mensile con i sindacati per discutere dei problemi della città e recepire eventuali suggerimenti e/o critiche. Ho iniziato con le scuole un programma che coinvolgerà anche la camera dei deputati ed il Senato finalizzato a far partecipare gli studenti ad un programma di educazione alla vita Politica del Paese che partirà ufficialmente da Gennaio dell’anno 2012. Il consiglio comunale è il principale organo collegiale dell’ente territoriale locale. Crede che i cittadini ne percepiscano realmente l’importanza? Purtroppo no. Nel nostro Paese vi è una percezione della politica molto negativa. Indubbiamente chi la rappresenta, anche ai livelli locali, dovrebbe sforzarsi a comprendere il momento delicato che vive il Paese e dare dei segnali diversi mossi principalmente nel solco della efficienza ed economicità. Solo così possiamo riconquistare la fiducia dei cittadini. Gli ultimi consigli comunali si sono svolti in un clima che certamente non si può definire tranquillo. Crede che si possa parlare di una vera e propria frattura all’interno della maggioranza? Non c’è una frattura ma solo divergenze sul raggiungimento degli obiettivi. Noi vogliamo fare in modo che la gente si renda conto che c’è differenza con il passato e che la città viva una nuova stagione di rinascita. Sono questi anche gli obiettivi del sindaco Enzo Carfora, per questo dico che non vi è alcuna frattura. Quali sono le motivazioni che, nonostante il suo ruolo all’interno dell’assemblea, durante la seduta del consiglio sulle nomine dirigenziali, l’hanno spinta a sostenere la linea portata avanti dal suo partito? Intanto penso di aver dimostrato che non rinuncerò mai al mio ruolo di garante della as-

semblea e dei consiglieri comunali che la rappresentano, fin quando farò il Presidente del Consiglio. Ciò non toglie che sono stato eletto nelle liste di un partito, il Pd, e che in campagna elettorale ho raccolto il consenso promettendo di lavorare affinchè l’azione amministrativa venisse improntata sulla massima efficienza e sulla economicità. Sui dirigenti il gruppo consigliare del PD ha rappresentato una posizione chiara e condivisibile, sposata dai sindacati tutti , ovvero la riduzione dei dirigenti esterni (economicità) e la premialità delle figure interne di particolare merito (efficienza). Il Sindaco ha ritenuto di operare diversamente assumendosi la responsabilità di queste scelte. Alcuni consiglieri hanno preannunciato un possibile riassetto della maggioranza. Cosa pensa a tale riguardo? Ha risposto per tutti il Sindaco di Casoria con una chiarezza che non lascia libere interpretazioni, affermando: “Non ho mai creduto ai Governi Scilipoti” e, se dovesse cambiare la maggioranza, ha aggiunto: “Io mi dimetto”. Insomma la chiarezza del Sindaco non può che rafforzare la stima e la fiducia personale verso l’uomo e verso il politico. Non so dirle se altri allenatori “sine titulo” stiano lavorando per l’allargamento e la sostituzione dei consiglieri dissidenti, sinceramente poco mi appassiona. A pochi mesi di governo, ha fiducia in quest’amministrazione? Crede che i cittadini possano averne? Lo start up di ogni amministrazione nasconde insidie e difficoltà e non posso negare che la maggioranza non ha trovato ancora la giusta organizzazione per dimostrare la forza esplosiva e rivoluzionaria che risiede in molti di noi. Certo le macchinazioni ed i giochi di palazzo non ci aiutano, ma la fiducia ed il gradimento resta molto alto rispetto al Sindaco che sono sicuro riuscirà a trovare quella sintesi necessaria che molti di noi invochiamo. Resta un uomo perbene ed i cittadini questo lo sanno, il tempo e la pazienza sono convinto che faranno emergere il meglio di questa amministrazione.

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ARPINO

La scuola degli orrori! Scuola elementare Cimilarco: ma quale scuola? di Raffaella Battinelli

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ormai da qualche anno che i bambini della scuola elementare Cimiliarco(ei fu) sono stati abbandonati a loro stessi. Gli enormi disagi sono stati resi noti più volte ed in più occasioni dalle stesse mamme che con fervore si sono prese l’incarico di contattare le forze dell’ordine e le autorità comunali ma purtroppo senza vedere nessun cambiamento. Nonostante la situazione sia disastrosa ed una svolta decisiva tardi ad arrivare, queste valorose ed agguerrite “combattenti” non si arrendono anzi, sperano sempre più che le cose cambino davvero. L’augurio è che con il cambiamento del direttore d’orchestra cambi anche la musica. Ce ne sarebbe tanto bisogno ed aggiungo anche che SAREBBE ORA! La scuola in questione è quell’edificio che appare impacchettato da tanti bei sigilli(a causa di un crollo) e che è quasi sommerso dalla incolta vegetazione circostante … Non mi sto riferendo ad un castello dell’orrore allestito per festeggiare Halloween; quella che vedete passando per Via Nazionale delle Puglie è proprio una scuola! Da qualche tempo però i bambini sono stati “traslocati” in un altro edificio che verte in una situazione ben peggiore: il soffitto se ne cade a pezzi e quando piove, cade acqua in classe. Qualche tempo fa un bambino è scivolato e si è fatto molto male; il pavimento non era munito delle necessarie strisce anti scivolo. La cosa più preoccupante a riguardo,

specialmente con l’ arrivo del maltempo, è la totale assenza di uscite d’ emergenza. A quanto pare lo spauracchio della tragedia di Genova non è poi così distante da noi! Il personale è al minimo e soltanto quindici giorni fa sono arrivati i telefoni fissi. I riscaldamenti sono regolati al massimo della temperatura, senza possibilità di fare diversamente; in questo modo i bambini sono condannati a saune invernali ed eccessivi sbalzi di temperatura (influenza tutto l’anno ed ecco spiegato il boom dei vaccini). Il problema quasi opposto sorge d’ estate quando il sole picchia forte e non esiste possibilità di riparo poiché le persiane sono fuori uso e sono onnipresenti vetrate in plastica che simulano in pieno l’ effetto serra. Sono stati utilizzati dei blocchi di cartongesso per creare delle classi in più che la struttura originariamente non predisponeva in quanto nata come asilo nido. Il dramma assoluto sono i bagni! Ce ne sono due in tutta la scuola e, per essere utilizzati, i bambini sono costretti a lunghissime traversate passando all’interno delle classi stesse; almeno c’è la compagnia dei topi…E’ utile sapere che esiste un documento importantissimo: “La Dichiarazione di Gine-

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vra dei diritti del fanciullo”.Questo dichiara che:1) Il bambino deve essere messo in grado di svilupparsi normalmente, materialmente e spiritualmente;2) Il bambino che ha fame deve essere nutrito;il bambino malato deve essere curato; il bambino tardivo deve essere stimolato;il fanciullo fuorviato deve essere recuperato;l’orfano e l’abbandonato devono essere raccolti e soccorsi.3) Il bambino deve essere il primo a ricevere soccorso in caso di necessità.4) Il bambino deve essere messo in grado di guadagnare la sua vita e deve essere protetto da ogni sfruttamento.5) Il bambino deve essere allevato nel sentimento che le sue migliori qualità dovranno essere poste al servizio dei suoi fratelli.6) Il bambino ha diritto ad un’istruzione. E noi?! A dispetto di tutta questa bella informazione, che fine fanno i nostri figli? In che modo vengono tutelati? Siamo maturi e responsabili a tal punto da provvedere materialmente a cambiare le cose? Passiamoci una mano sulla coscienza e, prima di sputare sentenze avvelenate su ciò che andrebbe fatto, domandiamo a noi stessi “Cosa faccio io nel mio piccolo per cambiare le cose?”

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I L FAT T O

Semafori spenti: riaccesi tra 15 giorni L’Assessore Casillo e il Comandante della Polizia Municipale Pezzullo. di Daniele De Vecchi

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uestione semafori a Casoria. Dopo “anni” di mancato funzionamento dei segnali a intermittenza, oggi sembra essere arrivati a un punto di svolta. Secondo le dichiarazioni di Pezzullo comandante della polizia municipale del comune:”Ripareremo il tutto in circa dieci, quindici giorni, i lavori per la riparazione cominceranno contestualmente per tutti i segnali, e nulla sarà tralasciato”. Fatto su cui si è espresso anche Casillo, assessore attività produttive e polizia municipale:”Purtroppo tutto è andato a rilento a causa della mancata volontà e costanza da parte dei funzionari preposti prosegue il sistema è stato disattivo per troppo tempo. Ma ora viste anche le lamentele dei cittadini,

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è giunta l' ora di farsi avanti”. Il problema, come menzionato, risale a molto tempo fa. Le segnalazioni lampeggianti, smisero di funzionare uno a uno e senza rimedio. Furono installati, com'è lecito, per agevolare la viabilità in un'area perennemente affollata da auto, traffico e inciviltà. Per un po', a detta dei cittadini “un brevissimo periodo”, la cosa andò bene, come avrebbe dovuto. Il rimedio risultò efficace, anche per timore di un sistema di videocamere di controllo, gli automobilisti “una volta tanto” si adeguarono alle regole, e nella cittadina si respirava un po' di sereno. Poco è bastato che i guasti cominciarono a colpire pian piano tutti i semafori. Dapprincipio solo luci gialle lampeggianti per avvertire di procedere con cautela. Di poi, la fine e il mancato funzionamento di tutti “uno ad uno”. Inutile dirlo ben presto, tornò il caos. “Macchine suonanti, auto che sbucavano da ogni vico, incidenti, mancato rispetto delle precedenze” alcune delle varie proteste riportate dai residenti, che furono nuovamente costretti a sopportare una situazione che si credeva ormai essersi lasciati alle spalle. Ultimamente, circa un mese fa, l' ultima “brutta notizia”. Anche

il famigerato “avvertimento luminoso” sito in strada Sannitica, ai confini con la vicina Afragola, ha cominciato a dare segni di cedimento, fino alla completa rottura. Fatto che, ovviamente, ha sconvolto l'intera comunità. I casoriani hanno accusato ancora ingorghi, rallentamenti e mancato rispetto del codice della strada. Fino alla totale soluzione giunta, come ha affermato il comandante proprio nel momento più opportuno. Eppure, nonostante le promesse, e l' inizio dei lavori, per Casoria, prevale ancora un certo scetticismo. Qualcuno avrebbe addirittura azzardato, manifestando il proprio disappunto, il fatto che le opere di ripristino potrebbero cominciare e finire in men che non si dica. Stando ad alcune dichiarazioni:”Io non credo ancora alla fata turchina- ha dichiarato con ironia Giovanni, storico abitante - dicono sempre così faremo diremo aggiusteremo.. poi o si comincia e si finisce, o ci vuole troppo tempo o i lavori lasciano il tempo che trovano. Non credo più alle chiacchiere, a meno che non siano avvalorate dai fatti”. Di parere non diverso Teresa, altra cittadina:”Io non credo che tutto possa avvenire in maniera così celere, a dire la verità sono molto scettica – continua - ma mi incuriosisce constatare di persona l' inizio dei lavori. Solo allora avrò fiducia”. Il ripristino delle indicazioni a intermittenza, dovrebbe essere concluso entro metà dicembre. “Verità o bugia” così come si comincia ironicamente a scommettere, è una cosa che potrà essere constatata solo a breve.

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IL CASO

Lo STATO PIETOSO della Villa comunale Un progetto in origine ambizioso abbandonato a se stesso. di Luca Scialò

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orse, in tempi di ristrettezze economiche come quelli che stiamo vivendo, i Parchi pubblici sono un lusso che i Comuni non possono più permettersi. O quanto meno, sono pochi i Comuni in grado di dedicare una voce del proprio bilancio alla loro manutenzione, per preservarne uno stato quanto meno dignitoso. Non è esentata dall’abbandono neppure la villa comunale della nostra cittadina, costruita circa vent’anni fa. Per un progetto molto ambizioso per estensione, vegetazione, strutture ospitate (pista di pattinaggio, giochi per bambini, casina a monte), perfino una fontana che ricorda (con le dovute proporzioni) quella della Reggia di Caserta. Ovvero piazzata a monte, a forma di gradoni in discesa. Infine, vi sono presenti una pista circolare in terra battuta per poter fare jogging, due laghetti, panchine e tavoli-

ni. Quando aprì era perfino presente un pony sul quale potersi fare un giro. Ma a parte la vegetazione, ben curata e molto fitta, e una fontanella per abbeverarsi tenuta ancora bene, il resto è oggi in totale abbandono e decadenza. Colpa, ovviamente, anche dell’inciviltà delle persone. Ma è ovvio che negli anni, se non viene effettuata una degna quanto normale manutenzione da parte delle amministrazioni locali, tutto finisce nel degrado. A Casoria poi, due anni di commissariamento in sei anni, non hanno certo fatto bene. Alcuni anni fa, furono anche inserite delle opere d’arte moderna; le quali oggi sono abbandonate qua e là negli angoli del Parco, mortificate da scritte e ruggine. Come anche i giochi e le panchine. Ma la mia sensibilità (e forse anche di chi legge) verso la natura, mi porta a soffermarmi su un altro aspetto molto più triste di questa vicenda, perché patita sulla pelle – anzi meglio dire sulle penne – di chi non ha alcuna colpa, né può esprimere la propria sofferenza: gli

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animali. Nella fattispecie, due povere ochette. Le ultime rimaste. Le povere bestiole sono costrette a vivere - anzi, meglio dire sopravvivere – in una vasca senz’acqua. Laddove un tempo vi era un dignitoso laghetto. E pensare che da bambini, quando giocavamo col pallone, ci lamentavamo quando il libidinoso oggetto sferico finiva in acqua. Forse allora desideravamo che non ci fosse l’acqua. Ma eravamo piccoli, incoscienti. Più grave, invece, quando ad essere incosciente è l’amministrazione politica locale.

Speriamo che la Giunta che ci amministra (almeno sulla carta) faccia qualcosa. Per i bimbi e gli anziani, maggiori frequentatori del Parco. Ma anche per queste povere e desolate ochette. Sperando che, prima della loro dipartita, quella tanto sospirata acqua la riescano a vedere. Le loro compagne non ce l’hanno fatta.

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AT T U A L I TÀ

Ogni anno, il due novembre… La commemorazione dei defunti tra disservizi soliti ed insolite soluzioni. di Margherita De Rosa

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ome recitava il grande Totò, ogni anno, il due novembre, è d’uopo recarsi al cimitero, anche se, in detto luogo, a ridosso della Commemorazione, ci si va, a forza o a buona voglia, parecchie volte, e non per onorare i defunti, bensì per sperare che, almeno nel giorno ad essi consacrato, siano espletate quelle pratiche di pietà, più care ai vivi, probabilmente, che a quanti sono ormai in ben altra dimensione; ma, polemiche e velleità filosofiche a parte, cerchiamo di capire cosa accade a chi si dispone ad ornare le tombe dei compianti trapassati con fiori, certamente, ma, in special modo, con le “tradizionali” “luci occasionali” , e l’ossimoro non è affatto casuale. Almeno con un mese d’anticipo vengono recapitati a domicilio i bollettini, doverosamente compilati in ogni loro sezione, da pagare con tempestività, in modo tale che, grazie ad un’ “eccezionale convenzione” con Poste Italiane, si garantisca la ricezione dell’importo all’ente predisposto e si proceda, con altrettanta tempestività, all’allacciamento delle famigerate lampade. Tutti, dunque, rianimati dalla velocizzazione dell’iter e consolati dal mancato obbligo di dover fare più volte la spola tra casa, luogo di lavoro e cimitero, si adoperano per effettuare il pagamento in tempi assai celeri, nella certezza di recarsi, a fine ottobre,

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al camposanto e vedere il tutto allestito perfettamente e nei tempi canonici, così come assicurava la lettera di accompagnamento dei bollettini: ebbene, la fiducia, nella stragrande maggioranza dei casi, è stata mal riposta, poiché, anche quest’anno, il 31 ottobre, molte nicchie erano sprovviste delle lampade e, come al solito, si è scatenata la caccia all’elettricista di turno! Eh si, perché mai professionista dell’allacciamento elettrico fu più ricercato e, poiché la mano d’opera scarseggia, ecco che si fa strada il più bieco accaparramento del mago del filo ramato, previa promessa di giusta ed equa

ricompensa…purtroppo, talvolta, il corteggiamento non va a buon fine, i pretendenti sono troppi e qualcuno rimane al palo: e allora? Chi apporrà pietosamente le luci sul loculo del caro estinto? Niente paura! Il “mastro” dispensatore dell’agognata lampadina è là, comprensivo ed incoraggiante, pronto a prendere visione dell’avvenuto pagamento e a distribuire il numero legale di lampade e anche di più, previdente, in quanto consapevole che qualcuna potrebbe essere fulminata, e prudente dal momento che

ne raccomanda la restituzione, perché, hai visto mai, qualcuno potrebbe essere tentato da sì congruo e produttivo furto…e così, signore giovani e non più tali, uomini e donne di buona volontà si apprestano ad avvitare le luci d’occasione sulle ribalte delle tombe dei propri cari e quando, caso non raro, non si ottiene l’effetto desiderato, nel senso che “luce non fu”, ecco la veterana “elettricista fai da te” che suggerisce: "Basta ca nce mettite nu’ poco d’acqua, subeto s’appicciano!": un attimo di perplessità: <<E se poi, per effetto dell’acqua, l’anno prossimo le luci dovessero metterle a me? ( per l’anno in corso, data la situazione, non avrei alcuna speranza! )>>, ma il dubbio è dissolto dal pronto intervento della saggia nonnina a cui non è sfuggito il nostro disappunto : << Nun ve preoccupate, non ‘a pigliate a‘ currente, chell’è a bassa tensione, io stu fatto o faccio ‘ a na’ vita! >> …Dunque, quale incoraggiamento potrebbe essere più efficace della testimonianza vivente di chi è avvezzo alla miniscossa sepolcrale? E allora, bando alle ciance e, con l’aiuto delle buonanime, vai con il goccio di H2O e…luce fu! Grande la soddisfazione, in crescita l’autostima, spettacolare la vittoria contro disservizi storici ed endemici delle nostre terre! Anche quest’anno, il due novembre è stato, pertanto, degnamente commemorato, ma se tutti tornassimo a “candele , candelotti e sei lumini ( ma anche di più ) di decurtisiana memoria, non sarebbe soluzione migliore al cospetto di un tour de force che tacita le coscienze di molti, alimenta le entrate di qualche ente, ma non certamente beneficia le anime dei defunti? Ai vivi l’ardua risposta!

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AT T U A L I TÀ

Cittadini alla RISCOSSA... Petizione per la costruzione del cimitero cittadino comunale.

di Casoria,al presidente del consiglio comunale, ai consiglieri ed agli assessori tutti è stato promosso dal Movimento di lotta per il lavoro di Casoria e dall’U.S.B. Unione sindacale di base. Si articola in cinque punti fondamentali nei quali di Antonella Storti sono esposte le motivazioni secondo le Deorum Manium jura sancta sunto”. quali sarebbe opportuno l’accoglimento La citazione compare come epigrafe della suddetta richiesta. Primo fra tutti nei “Sepolcri” di Foscolo e signifi- l’impossibilità di seppellire i propri cari ca “siano sacri i diritti degli dei Mani” nel cimitero che, nell’antica religione Romana,erano del comune le anime dei defunti. Nessuno al giorno di Napoli ed d’oggi sognerebbe d’andare a ripescare il disagio di una così arcaica espressione. Tuttavia, la moltissimi nusacralità dei luoghi della memoria e l’im- clei famigliari, portanza di assicurare una sede dignitosa costretti talvolalle salme dei propri cari è un principio ta a traslocare ampiamente diffuso in ogni parte del le salme dei mondo. I cittadini di Casoria, a tal pro- propri defunposito, sono recentemente scesi in campo ti addirittuper portare avanti una grande battaglia:la ra a Caserta. costruzione di un cimitero cittadino co- Si sottolinea, munale. Come ben noto, infatti, la nostra inoltre,la neCittà è sprovvista di un cimitero comu- cessità che la nale e deve,suo malincuore,accontentarsi costruzione del del cimitero consortile di Casoria, Ca- cimitero comunale venga realizzata in savatore ed Afragola, evidentemente tempi brevi ed in una zona idonea ad acinsufficiente a soddisfare le necessità dei cogliere anche le salme provenienti del tre comuni. E’ stata, perciò, preparata dai quartiere di Arpino-Cittadella. I cittadicittadini Casoriani una petizione volta ni chiedono che il progetto mai realizzato all’ottenimento di un cimitero comu- del cimitero cittadino comunale,costato nale. Il documento, indirizzato al pre- ben ottocentomila euro soltanto per lo fetto di Napoli, al sindaco del comune studio di fattibilità, venga ripreso e, fi-

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nalmente, portato a termine. “I cittadini firmatari della presente petizione chiedono all’amministrazione una svolta reale,necessaria e indispensabile, affinchè i cittadini di Casoria abbiano finalmente un cimitero all’avanguardia che preveda anche la cremazione. E’ possibile creare, sia nella realizzazione che nella gestione,numerose opportunità occupazionali per i cittadini casoriani.” Così cita l’ultimo, ma non per questo meno importante,punto affrontato nel documento di richiesta. A questo punto non ci resta che attendere, sperando che la richiesta venga accolta. La città di Casoria,per numerosi e noti motivi, non è del tutto in grado di offrire una vita dignitosa ai suoi abitanti; l’augurio è che la Città abbia presto un suo cimitero comunale, in modo tale da rendere dignitoso, almeno il loro viaggio verso la vita ultraterrena. Altrimenti,qualche “maldicente” potrebbe affermare che esiste qualcosa di ben peggiore che vivere a Casoria: morire a Casoria.

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CASORIA NELLA STORIA

Casoria 1799: Rivoluzione e controrivoluzione

marito di Maria Rosa Esposito. Gli altri «furono ammazzati innocentemente per le strade e per le campagne». Il più giovane era un figlio di buona famiglia: Domenico Russo, di 23 anni, figlio di Nicola e della gentildonna Anna Genovese. Il più vecchio, invece, aveva 70 anni e si chiamava Carmine Mastronzo, marito di Orsola Russo. C’erano comportandosi da vili mercenari: e così, poi Giuseppe Marino, 35 anni, marito quando capirono che il governo napoletano di Maria Esposito; e Antonio Russo, 56 anni, marito di Teresa Montanino. Un non poteva pagare, si ritirarono. Intanto, l’esercito dei Sanfedisti, animato signolare “signorino” doveva essere invece dal cardinale Fabrizio Ruffo, avanzava per il sessantenne Silvestro Russo, figlio del riconquistare Napoli. Ai primi di giugno, le gentiluomo Filippo e della gentildonna strade e le campagne di Casoria furono così Eleonora Ferone. E poi infine Giovanni di Giuseppe Pesce teatro di un violento scontro, ricordato in Palmentiero, di 40 anni, marito di Francesca una pagina del Libro dei defunti della basilica Cucarone che fece una morte orribile, uella della Repubblica Napoletana di San Mauro. «bruciato in un pagliajo». Quest’ultimo del 1799 è una delle pagine più La pagina (volume VI, foglio 250) porta episodio rende l’idea dell’efferatezza degli gloriose della storia di Napoli, ma la data del 4 giugno 1799. Documenta la scontri, raccontati il giorno seguente anche durò solo pochi mesi, nei quali il potere «insurrezione contro gli Francesi ed attacco dal giornale ufficiale della Repubblica, il fu tenuto da un gruppo di “Monitore Napoletano” (n. 34 del intellettuali - Mario Pagano, 5 giugno 1799) che scrisse: «si Eleonora Pimentel Fonseca, son respinti gl’insurgenti fino a Vincenzo Russo, Domenico Casoria, malgrado le imboscate che Cirillo e altri - animati da questi aveano fatte dentro i campi. un’alta concezione morale e In Casoria si è fatto sopra i nostri politica dello Stato. Proclamata fuoco da due case, le quali però sono il 23 gennaio, questa Repubblica state abbandonate all’incendio». sostenuta dai Francesi non ebbe Secondo l’articolo, le truppe vita facile, soprattutto a causa si ritirarono solo in tarda sera degli attacchi dei Sanfedisti, «lasciando sul campo oltre duecento ovvero dei napoletani sostenuti ribelli». e sostenitori della Chiesa, che La Repubblica Napoletana era volevano il ritorno dei Borbone. ormai alla fine. Poco più di una La situazione precipitò ai primi L'abbattimento del "Gigante" e dell'albero della libertà, simboli della settimana dopo, il 13 giugno, rivoluzione del 1799, in un quadro di Saverio Della Gatta. di maggio, quando i Francesi Napoli fu riconquistata dai si ritirarono da Napoli. Ufficialmente, fattosi» durante il quale persero la vita otto Sanfedisti. In città furono abbattuti i simboli dovevano accorrere in Italia settentrionale, persone. Solo due erano i veri e propri del potere repubblicano: l’albero della libertà dove l’esercito aveva subito grosse sconfitte. «insurgenti», arruolatisi in una banda di e la statua del gigante eretti davanti al Praticamente, chiedevano forti sovvenzioni Afragola: Antonio Cortese, 46 anni, marito Palazzo Reale. E nell’ipocrisia del popolo, i alla Repubblica per rimanere a Napoli, di Stella del Prete; e Luigi Caro, 45 anni, poveri patrioti finirono tutti sul patibolo.

I violenti scontri di giugno e la fine della Repubblica Napoletana.

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L'EMIGRANTE

Un viaggio “d’amorosi sensi"... 'O bigliettar 'nnammurat. di Edy Vitale

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a linea è sempre la stessa: Pescara - Napoli. Venerdì pomeriggio. Bus stracarico. Dopo Chieti,i posti liberi si contano sulle dita di una mano... Il bigliettaio risale al secondo piano;ha già controllato i titoli di viaggio, ma si ferma nel corridoio a contare e ricontare i passeggeri, esamina e riesamina la lista dei posti prenotati. Gli chiediamo se c'è qualche problema; risponde sibilando:"Ho una persona...". Boh, che vorrà mai dire?! A Roccaraso qualcuno scende, lui, visibilmente sollevato, di corsa, con un sorriso radioso, fa cenno alla "persona" di avanzare e sedersi più avanti. La signora bruna, elegante, un po' imbarazzata, procede tra sguardi curiosi e si accomoda in seconda fila: al suo fianco c'è un posto libero. Arrivano trafelate due donne, madre e figlia : quest'ultima siede accanto alla "persona". Non l'avesse mai

fatto! Neppure il tempo di tirare un respiro di sollievo che arriva come un siluro il bigliettaio e con piglio imperioso si rivolge alla ragazza:"Qui non può stare. Se ne vada giù in fondo: ci sarà un posto libero!". La poverina si affretta ad ubbidire, mentre la madre sussurra:" Ma come! Perchè?". E lui risponde pronto ed impettito:"Questo è il mio posto: qui sto seduto io!". Restiamo tutti basiti: solitamente il bigliettaio siede accanto all'autista...Poi, come se niente fosse,si accomoda e con tutta tranquillità si intrattiene con la sua bella, discorrendo amabilmente del più e del meno, incurante di autista e passeggeri. Purtroppo ad ogni fermata deve interrompere la conversazione, caricare e scaricare i bagagli di passeggeri inopportuni e fastidiosi che continuano a salire e a scendere! Appena può, risale trafelato, tutto sudato nonostante il freddo, e si accomoda. Un attimo

dopo scatta in piedi:non ricorda più dove ha sistemato la macchinetta automatica per i biglietti...la cerca sull'intera mensola del piano superiore, poi scende di corsa giù e la trova abbandonata sul cruscotto...un signore grida come un pazzo perchè gli ha dato da vidimare un biglietto per Sulmona e lui non gli ha detto che il bus stava andando nella direzione opposta! Il bigliettaio si difende seccato, sostenendo che il bus sbagliato l'ha preso il passeggero per sua sbadataggine: mica è colpa sua se quello è un imbranato! Così va avanti per tutto il viaggio: sale, si accomoda , scende, risale, parla sorridendo dolcemente di cenette e cenoni già organizzati con gran cura e densi di aspettative con la sua dama che continua a tenergli il posto negli inevitabili momenti di assenza: quello è il posto del bigliettaio innamorato e guai a chi lo tocca ,o per meglio dire, lo occupa!

LA RECENSIONE

L'ultima mossa di Fabio Santoro Il debutto di un giovane giallista casoriano. di Giuseppe Pesce

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i intitola "L'ultima mossa" e farà il suo debutto ufficiale in queste settimane - sia in libreria che su internet il romanzo giallo uscito dalla penna di un giovane autore casoriano. Si chiama Fabio Santoro, classe 1984, fa il praticante avvocato e ha due grandi passioni: gli scacchi e il teatro amatoriale. La ricerca della mossa vincente, quella capace di sorprende l'avversario, dunque; e la capacità di interpretare e presentare una storia davanti al pubblico: da queste premesse, Santoro ha costruito il suo libro. "L'ultima mossa" sorprende per la solidità della costruzione narrativa, non

comune per un autore che si accinge per la prima volta a strutturare un romanzo. Che più di romanzo giallo, è un vero e proprio thriller, con capitoli che sembrano scene di un film, nel pieno rispetto di un sottile meccanismo di suspense. La città è la Napoli dei giorni nostri, una città borghese senza abusate caricature oleografiche. Il protagonista, un giovane avvocato che fa l'assistente universitario. Il plot, naturalmente, è un intreccio di omicidi che non si spiegano e che solo alla fine troveranno una soluzione (e pure alla fine, quando sembrerà tutto concluso, ci sarà una sorpresa). Ma lo spessore della narrazione viene

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anche da un tema cocente, che Santoro affronta con coraggio e indignata discrezione: la pedofilia nell'ambiente ecclesiastico. Per essere un giallo, abbiamo detto anche troppo. Il libro è pubblicato dall'editore napoletano "La Quercia", a cui va il merito di aver puntato su un giovane sconosciuto. A Fabio Santoro, invece, va l'incoraggiamento e l'augurio di continuare a scrivere, affinando, curando e maturando lo stile: perché se "L'ultima mossa" contiene qualche piccola caduta di tono, qualche inevitabile ingenuità tipica delle opere prime, il lettore vi troverà anche tutta l'arditezza e la freschezza che contraddistinguono le opere prime. 11



SPORT

Il GIOTTO alza la testa! 3-1 contro il Verditalia San Marzano, prima vittoria casalinga. di Francesco Scalamogna

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er il quarto incontro valido per il campionato nazionale di pallavolo di serie B-2, il Giotto Volley conquista una vittoria che da morale. Gli uomini di Coach Calabrese si sono imposti 3-1 (25-22; 25-18; 23-25; 2521) contro il Verditalia San Marzano, squadra di Scafati (Sa). Dopo la vittoriosa trasferta di Baiano (Av), il Giotto si conferma squadra in ripresa portando a due i risultati utili consecutivi. Partita non bella, i salentini si sono dimostrati squadra di carattere ma tecnicamente non irresistibile. Un centinaio i sostenitori sugli spalti. Primo set molto equilibrato, fondamentale il punto ottenuto dai nostri sul 23-22 dopo un lunghissimo scambio per chiudere il set. Una volta carburato, il secondo set è stato dominio Giotto. È mancato però il giusto cinismo agonistico, che ha portato ad un calo di concentrazione nel terzo set regalandolo, di fatto, agli avversari. Troppo tardi la reazione del Giotto sul finire di set. Ma l’orgoglio non manca e dopo la strigliata di Coach Calabrese il sestetto locale ha portato a casa un successo meritato. Ha rilasciato per noi un commento il presidente Egidio Calabrese: “L’inizio del campionato è stato molto in salita. Coach Calabrese ha lanciato due giovanissimi, Fabrizio Frongillo e Oscar Bianchi, che hanno ben figurato. Il campionato sta pren-

dendo la sua dimensione, speriamo di lavorare bene. Mi ha fatto piacere vedere più gente sugli spalti, si vede che il nostro messaggio a partecipare è stato accolto”. Molto cauto Coach Calabrese: “C’è tanto da lavorare. Non cerchiamo alibi, stiamo pagando un ritardo di preparazione, siamo ancora soliti ad errori banali. Dobbiamo pretendere

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di più, essere più esigenti, il gruppo è al di sotto del 50% del suo potenziale. Non a caso, gli avversari ci affrontano sempre col giusto piglio. La squadra sta impegnandosi per dare il meglio. Buoni questi tre punti, ora ci aspetta una dura trasferta a Martina”. Prossimo appuntamento dunque domenica 13 novembre in terra pugliese.

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L'EVENTO

Urla nel silenzio Violenza sulle donne e sui minori tra le mura domestica. Il 21 novembre prossimo presso la Biblioteca comunale di Casoria. di Angela Uliano

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'associazione “Ali d' Angelo contro la violenza”, propone un incontro dal titolo “Urla nel silenzio”- violenza sulle donne e minori tra le mura domestica. La violenza sulle donne è un fenomeno che si sviluppa soprattutto nell'ambito dei rapporti familiari e coinvolge donne di ogni estrazione sociale e di ogni livello culturale, provocando danni fisici e gravi conseguenze sulla salute mentale. Diversamente da come si potrebbe credere, la maggior parte delle violenze ai danni delle donne si consumano in ambienti familiari. La violenza domestica, quella violenza cioè perpetrata dentro casa, si presenta generalmente come una combinazione di violenza fi-

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sica, sessuale, psicologica ed economica, con episodi che si ripetono nel tempo e tendono ad assumere forme di gravità sempre maggiori, immettendosi nel solco del “ciclo della violenza”. La quasi totalità delle richieste che giungono ai centri antiviolenza riguardano episodi di maltrattamento in famiglia. Da questi dati emerge che i luoghi più pericolosi per le donne dono la casa e gli ambienti familiari, facendo cadere lo stereotipo della casa come luogo sicuro e riparo di ogni forma di maltrattamento. Gli aggressori più probabili sono uomini conosciuti: vicini di casa, mariti, compagni, fidanzati ed ex. Nonostante la consistenza dei dati raccolti, la violenza domestica risulta tuttavia un fenomeno sociale con un alto livello di sommerso. Ecco il motivo per cui l'Associazione “Ali d'angelo” ha organizzato questo convegno il giorno 21 Novembre 2011 presso la Biblioteca Comunale di Ca-

soria “Monsignor Padre Piscopo”, via Aldo Moro 26. . Lo scopo che si vorrebbe raggiungere è quello d i parlare della violenza domestica ma soprattutto quel-

lo di dar modo a quanti interverranno di avere gli strumenti e informazioni per riconoscere questo fenomeno tanto comune quanto sommerso. La cittadinanza è invitata a partecipare

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U LT I M A PA G I N A

PANORAMA CASORIANO Maratoneti Casoriani in Olanda e a Roma

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a maratona di Amsterdam partita dallo stadio olimpico costruito nel 1928 in occasione dei giochi olimpici, ha visto ai nastri di partenza due atleti casoriani Ernesto Almavera e Marco D’antò. Il percorso ha attraversato il centro della città, toccando i caratteristici mulini a vento, le rive del fiume Amstel attorno le famose case galleggianti, la zona dei musei Van Gogh Museum, i canali storici e attraverso il più grande parco pubblico dell’Olanda e’ terminata nello stesso punto di partenza dopo 42.197 km all’Olimpic Stadium. Il modo migliore per ammirare la graziosa capitale olandese lungo i bellissimi canali, e stata quella di correrla nei tempi previsti dai nostri stoici atleti ovvero in 4h,02min di D’antò alle 4h,15min di Ernesto Almavera. Nel contempo si e’ tenuta la corsa dei santi a Roma il 1° Novembre in partenza da piazza San Pietro, una gara competitiva di 10.5 km inserita nel calendario Fidal. Una giornata da vivere in famiglia e da correre insieme per vincere l’indifferenza. E’ stato questo un itinerario di pellegrinaggio per raggiungere di corsa i siti di culto a Roma con i sampietrini che fanno degli atleti dei gladiatori. Presenti alle ore 12.00 all’Angelus del Papa in piazza San Pietro e subito dopo al giro gratuito offerta dall’organizzazione della maratona di Roma cristiana a bordo dei CityBus panoramici. La comitiva casoriana era capeggiata da Antonio Pugliese, ormai romano d’adozione.

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aro direttore, cerco di seguire la stampa locale, oggi diventata piuttosto copiosa e quando ci sono critiche costruttive, garbate come la sua, che vanno nell'interesse della collettività, credo sia giusto che chi amministra debba dare risposte. Nello scorso numero del Giornale di Casoria, ho letto di una sua considerazione sull'orario di raccolta, in quanto i camion di casoriambiente sarebbero d'intralcio dalle prime ore della giornata ai tanti cittadini che si recano al lavoro. Nulla di più vero. Prima di essere Assessore e esponente politico di questa città, sono ovviamente un casoriano che vive il proprio territorio, cercando di stare in continuo contatto con i cittadini, sia fisicamente incontrandoli, che attraverso i nuovi strumenti di comunicazione. Questa, come tante altre segnalazioni mi era già pervenuta. Da subito ho chiesto ai dirigenti di casoriambiente, che come è noto si occupa della raccolta, se tale servizio potesse essere anticipato. Oggi il servizio inizia alle 5 del mattino e come è noto a tutti la città è molto vasta per poterlo terminare in tempi brevi. Cosa accade poi, che con il sistema porta a porta i camion piccolini entrano nelle traverse della città prelevano i sacchetti e dopo li portano nei camion cosiddetti a centralina liberandosi dei rifiuti per poi fare altre zone. Solo quando questo è avvenuto i camion grandi sono liberi di ripulire le zone principali della città creando ahimè tale disservizio. E' a molti noto che il nuovo sistema, porta a porta, pur dando evidenti benefici, richiede estremi sacrifici per il cittadino, che differenzia e a Casoria lo sta facendo sempre meglio, ma anche per i dipendenti della società i quali de-

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vono entrare in ogni vicolo, stradina,parco, per poter prelevare i sacchetti. Avevo già chiesto ai dirigenti della società se si poteva anticipare tale servizio,ma mi è stato detto che il costo sarebbe stato notevolmente diverso, in quanto pagare i dipendenti per il servizio notturno è diverso da come vengono pagati oggi. Insomma è un problema di costi che nel caso di modifica lieviterebbero in maniera sostanziosa. Inoltre le assicuro che qualora il servizio fosse fatto di notte nascerebbe il problema del rumore che inevitabilmente toglierebbe il sonno ai nostri cittadini. Pur facendo mio il problema alla ricerca di soluzioni migliori, resto a disposizione per qualsiasi chiarimento e/o suggerimento.Ringraziandola anticipatamente auguro a lei e alla sua redazione buon lavoro. Gentilissimo Assessore: grazie! Prendiamo atto delle sue precisazioni. Come sempre Lei è pronto a confrontarsi con tutti. Magari potrebbe essere studiata la nostra seconda proposta. Ovvero: riservare due posti ai lati delle strade cittadine ai camion della Società Casoriambiente. Chiaramente delimitati da idonea segnaletica di divieto di sosta. In questo modo gli automezzi, invece di bloccarsi al centro delle strade, paralizzando il traffico cittadino, potrebbero sostare negli stalli così delimitati. Buon Lavoro anche a Lei. G.S.

Anno 1 - Numero 19 Domenica 13 novembre 2011 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 9 novembre 2011. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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