Il giornale di Casoria

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Anno 1 - Numero 23 - Domenica 11 dicembre 2011

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - ilgiornaledicasoria@libero.it - Distribuzione gratuita

LACRIME SANGUE E FORBICI


EDITORIALE

Lacrime, sangue e forbici Varato il decreto "Monti". di Giuseppe Storti

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anto tuonò che piovve. Dopo innumerevoli annunci è finalmente stata varata la manovra del Presidente Monti. Il risultato? Quello temuto da tutti: pagano sempre e solo i soliti noti. In pratica: le persone oneste. Ovvero quelli che pagano le tasse, perché i propri redditi sono tassati alla fonte. I pensionati. Quelli che stavano per andare in pensione e ci andranno tra anni. Ed infine una vera e propria mini patrimoniale sulla casa. Infatti viene reintrodotta l’Ici(l’imposta sulla prima casa). E come se non bastasse, con la rivalutazione degli estimi catastali sulla casa, la mazzata diventa ancora più pesante. Già fatti i calcoli della batosta che pioverà dall’inizio del prossimo anno sulle famiglie italiane: ben 600 euro. Pochi o nulli i tagli ai costi della politica, che pesano sui malmessi conti dello Stato per centinaia di milioni di euro. Insomma dal governo dei professori, dei banchieri e degli economisti ci si aspettava qualcosa in più. In più i soliti tagli alle Regioni, agli Enti locali. Infine un fondo di garanzia statale che servirà a garantire il sistema bancario contro i rischi di fallimento. A questo serviva la presenza del banchiere Passera al Governo? Molta delusione tra gli italiani e una fuga generalizzata dal pubblico impiego di dipendenti terrorizzati dal fatto che con le nuove norme in materia di previdenza, i tempi dell’agognata pensione si

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allungherebbero di parecchi anni. Ora la manovra passa in Parlamento. Lì ci sarà il banco di prova del Governo Monti. Intanto i sindacati, anche quelli confederali già preannunciano scioperi a raffica. Si prefigura un Natale difficile per un Paese: L’Italia, stremato da una crisi economica senza precedenti e da una ancora più grave crisi finanziaria che dai mercati internazionali attacca tutti i paesi più importanti della zona Euro: nessuno escluso. Questo è quanto. Ma le cose per la Regione Campania, vanno ancora peggio. Recente è l’intervista del Presidente della Regione Stefano Caldoro, che preannuncia l’intento di dare in pegno: udite, udite gli Ospedali pubblici. Per ripianare parte

dei debiti. Una cosa inaudita: mai accaduta prima. La sanità campana è al collasso. Chiusi tutti gli ospedali del centro storico. Trasferimento del personale ad altre strutture. Caos nei reparti. E ciliegina sulla torta, le dichiarazioni del manager del Cardarelli: il più grande ospedale del mezzogiorno, che annuncia che a breve il Cardarelli imploderà perché non riesce più a gestire l’enorme carico di utenza che arriva lì a seguito della chiusura di altri presidi. Insomma una disfatta del sistema sanitario regionale che non ha precedenti nella storia. Oggi , se un cittadino ha

bisogno di cure mediche, se ha soldi da spendere si cura a casa o nelle strutture private. Altrimenti, in barba al diritto alla salute, costituzionalmente previsto e garantito dall’art.32, rischia di morire. Tanti i casi all’attenzione della Procura della Repubblica di Napoli, a seguito di denuncia di cittadini disperati. In più la Regione Campania, ha una vera e propria crisi di liquidità di cassa. Non riesce più a pagare creditori e fornitori. Ci viene in mente una bellissima intervista che abbiamo letto di recente. Un cronista, chiedeva a Luca De Filippo, il figlio del grande Eduardo, se la celebre espressione, entrata ormai nel lessico quotidiano di suo Padre: “fuitevenn a Napoli”, fosse ancora attuale. Il Grande Eduardo la pronunciò ben 40 anni fa. Da allora, rispondeva Luca, le cose non sono affatto cambiate. Per cui quell’anatema, resta ancora un assioma attuale e drammatico. Insomma: e questa è l’amara verità, all’ombra nera del Vesuvio nulla sembra cambiare. Tutto rimane immutabilmente irrisolto. E’ appena il caso di aggiungere che al peggio non c’è mai fine. Nelle riflessioni domenicali, abbiamo escluso per una volta i fatti locali. L a nostra città, rischia di vedere aggravati i suoi endemici problemi dal vento di crisi che viene da Roma e dall’Europa.Forse sarebbe il caso di smetterla con le contrapposizioni sterili tra maggioranza e opposizione, fissando con un’intesa istituzionale due o tre punti prioritari e strategici per il futuro della nostra città, sui quali lavorare nell’interesse dei cittadini. Sarà questa la vera svolta che una città stremata attende da anni? Ve lo faremo sapere. Buona domenica!

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POLITICA

Un Consiglio Comunale svolto nell’ombra!

Ancora troppo poca chiarezza sulla questione del pareggio di bilancio. di Rosa Davide

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l 30 Novembre, nella sala consiliare, si sarebbe svolto un consiglio comunale. All’ordine del giorno l’approvazione dell’assestamento del bilancio. Con tale atto, l’amministrazione delibera, entro il 30 Novembre di ogni anno, delle variazioni da apportare al fine di assicurare il mantenimento del pareggio del bilancio comunale. Non siamo in grado di raccontare con precisione cosa sia accaduto e neanche di riportare notizie certe, dato che la stampa (o almeno buona parte di questa) non è stata né informata della seduta né invitata a parteciparvi. Numerose le critiche pervenute, soprattutto da parte dell’opposizione, e in particolar modo da parte del consigliere Massimo Iodice. Quest’ultimo ha infatti affermato che questo consiglio si sarebbe svolto all’insegna dell’irresponsabilità da parte del sindaco Carfora e della sua “pseudo maggioranza”. Queste

le sue dichiarazioni : “la maggioranza, visto che è da mesi in crisi profonda, non trovando una coesione al suo interno, ha chiesto in maniera irresponsabile il rinvio del capo all’ordine del giorno. Infatti, non ha approvato il documento presentato in consiglio comunale dall’assessore alle finanze. Ancor più grave la motivazione di tutto questo, la maggioranza ha infatti sostenuto che le variazioni sarebbero pervenute in ritardo da parte dei dirigenti. Gli stessi dirigenti che il sindaco Carfora

sta difendendo da mesi, violando la legge. L’opposizione ritiene quindi che il sindaco e la sua “pseudo maggioranza” non siano in grado di affrontare le emergenze che affliggono la nostra città.” In riferimento alle accuse, del consigliere

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Iodice, abbiamo chiesto il parere al consigliere dell’ API Orsino Esposito, che ha dichiarato: “ l’opposizione, nella persona di Massimo Iodice, non fa altro che svolgere il suo mestiere, cercando di mettere in risalto qualche problema interno alla maggioranza. Tutto si ricomporrà in breve tempo. La maggioranza è molto più responsabile di quanto si legge sui giornali”. Intanto, è già stato convocato il prossimo consiglio comunale. Si terrà il giorno 19 Dicembre e all’ordine del giorno ci sarà l’approvazione del PIU Europa. Quest’ultima è una tematica che sta molto a cuore soprattutto ai lavoratori e ai membri del CDC(comitato disoccupati per la legalità). I disoccupati continuano il loro presidio permanente, davanti ai cancelli del Comune. Questa settimana hanno anche ottenuto degli incontri con il sindaco Carfora e il Presidente del consiglio comunale, Pasquale Fuccio. La loro richiesta è incessante e ormai conosciuta da tutti: hanno bisogno di un lavoro, di un occupazione che possa permettere loro di mandare avanti le proprie famiglie. Dichiarano che non si muoveranno da lì fino a quando non avranno avuto delle risposte concrete. Inoltre, per merito del Presidente del consiglio, da ora in poi i cittadini casoriani potranno seguire il consiglio comunale comodamente seduti. Sono infatti state poste, nella sala consiliare cinquanta sedute. Augurandoci di essere resi partecipi di tutte le iniziative e che nessun consiglio comunale si svolga più nell’ombra, vi invitiamo a continuare a seguire il giornale di Casoria. Buona Domenica!

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CASORIANO D.O.C.

Una vita...di battaglie! Intervista e storia dell'ultimo partigiano di Casoria: Ettore Bonavolta. di Antonella Storti

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uesta settimana, ha aperto le porte della sua casa al Giornale Di Casoria, il gentilissimo Ettore Bonavolta. Perché lo abbiamo ritenuto un Casoriano D.O.C.? La risposta a questa domanda, la troverete dando un’occhiata alla storia della sua vita, sotto riportata. Nato a Napoli nel 1923, residente a Casoria a partire dal Dicembre degli anni ’50, Ettore Bonavolta è stato un partigiano, combattente nel movimento di Resistenza Italiana, durante la seconda guerra mondiale. Dopo l’armistizio di Cassibile dell’8 Settembre 1943, con il quale il Regno d’Italia cessò le ostilità nei confronti delle Forze Alleate, Ettore Bonavolta, a soli vent’anni, si arruolò come volontario nei reparti partigiani nella regione di Lushnja, in Albania. Dopo la liberazione dell’Albania, Bonavolta si distinse come attivista della collaborazione tra gli antifascisti italiani ed i veterani albanesi della Lotta Antifascista di Liberazione Nazionale. E’ stato presidente dell’ANPI, Associazione Nazionale Partigiani Italia. E’ stato poi, per più di vent’anni, assessore al comune di Casoria. Ci racconti la sua storia. Qual è il motivo che l’ha spinta ad entrare nelle brigate partigiane? Raccontarla tutta sarebbe difficile. La mia è una storia molto lunga. Ero militare in Albania. Dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, il re Badoglio e tutti i reali successori scapparono dalla nostra Nazione e noi militari fummo abbandonati in condizioni deplorevoli, quasi fossimo zingari. In Albania eravamo truppe

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d’occupazione ci chiamavano “i ribelli” o, anche, partigiani, ossia patrioti che difendevano la propria terra. La sera dell’8 Settembre ascoltammo via radio il comunicato che annunciava l’armistizio dell’Italia. Molti dei miei compagni brindarono e festeggiarono. “E’ finita la guerra! Si torna a casa!” Dicevano tutti. Non vi nascondo che mi ritirai nella mia tenda con le lacrime agli occhi. Non mi importava che avessimo perso la guerra. Sarebbe stato impossibile, per l’Italia, vincere quella guerra, in quanto non sentita dal popolo. Dopo l’armistizio, per noi soldati c’erano due scelte. Finire nelle mani dei soldati nazisti oppure combattere contro i soldati nazisti come partigiani. Le pattuglie di partigiani albanesi accompagnavano i soldati italiani “sbandati” nei villaggi e ne lasciavano due o tre per casa, perché avevano capito che i soldati italiani avessero bisogno d’aiuto. L’Italia aveva abbandonato i suoi soldati;gli albanesi,invece,ci ospitarono nelle loro case per venti mesi. Fino alla liberazione. Perciò, a quel punto, io feci la scelta di arruolarmi nelle brigate partigiane albanesi. Ho combattuto fino alla liberazione, meritando dal governo albanese la più alta decorazione che in Italia corrisponde alla medaglia d’oro. Dopo molti anni, la presidenza del Comitato Nazionale Veterani Albanesi della L.A.L.N. inviò una lettera al presidente della repubblica Italiana Oscar Luigi Scalfaro,chiedendogli di concedere a me ed altri veterani il titolo di Cavaliere. Quali sono, a suo avviso, gli episodi più significativi della sua esperienza come partigiano? Una volta entrato nelle brigate partigiane non ero più Ettore. Mi chiamavano Pedro. Ero un artificiere, maneggiavo armi pesanti. Ero al

comando di una squadra mortaio. Uno degli episodi più significativi della mia esperienza è, sicuramente, quello dell’attacco al villaggio di Postema, conclusosi positivamente anche grazie al coraggio dell’indimenticabile compagno Nefail Hoxha, deceduto durante le operazioni d’attacco. Il presidente albanese Ramiz Alia, fece realizzare da un famoso pittore un quadro di quella battaglia e lo donò a me. Alla luce della sua esperienza, qual è la sua idea riguardo la situazione attuale in cui verte il nostro Paese? Il problema principale, così come è avvenuto anche in passato, è che la classe politica pensa più a realizzare i propri interessi che a portare avanti quelli della nazione. A pagarne le conseguenze sono, come al solito, sempre i più “piccoli.” Allo stesso modo, Mussolini, per realizzare unicamente i suoi interessi, condusse l’Italia alla guerra. A lui non importava della nostra nazione. Gli serviva un numero elevato di morti, per potersi sedere al “tavolo delle trattative”. Ecco. Da allora ad oggi non è cambiato nulla. Della situazione casoriana, invece, cosa pensa? Sono stato consigliere comunale per più di vent’anni. Sono gli uomini a cambiare le cose. Solo quando gli uomini lotteranno per gli interessi della collettività la situazione cambierà. Io ho sempre lottato per questo. Come partigiano, da giovane, ed anche come assessore. Casoria è un paese che sarebbe potuto migliorare molto in bene. Invece, così non è stato. Quindi, possiamo dire che nella sua vita lei abbia sempre dovuto lottare. Infatti. Ho lottato per un’intera vita.

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IL CASO

Al cimitero a piedi? Si rischia la vita! Via Gioacchino Rossini è priva di marciapiedi e di strisce pedonali, pur essendo una strada a scorrimento veloce. di Luca Scialò

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ul cimitero di Casoria si è già detto e scritto molto, anche sulle nostre pagine. Tanto sul suo stato fatiscente quanto sulla mancanza di nicchie. Problematiche che si trascinano da anni e mai realmente risolte dalle amministrazioni avvicendatesi. Commissariamenti compresi. In questa sede ci occupiamo invece di un’altra questione, relativa ai rischi che corrono i cittadini che ivi si recano a piedi provenendo da via Gioacchino Rossini. Questi ultimi, già colpiti da un lace-

rante e mai sopito dolore per la dipartita dei propri cari, rischiano pure di essere investiti e arrivarci al sepolcreto… ma non da vivi. La strada è infatti a scorrimento veloce, sia perché collega il centro della città con lo snodale Corso Amato (il quale a sua volta collega con i Comuni di Casavatore, Arzano e Frattamaggiore), ma soprattutto, perché è collegata con la rampa dell’asse mediano, situata, come noto, proprio di fronte al piazzale antistante l’ingresso del cimitero. Pertanto, è facile intuire quale sia la velocità di percorrenza delle auto, considerando anche che gli automobilisti già normalmente viaggiano oltre i 50 km/h orari consentiti nei centri abitati. Limite che nella zona è anche inferiore. Il tutto, con l’esistenza di un’unica serie di strisce pedonali poste abbastanza distanti dall’ingresso del cimitero, e con la totale assenza di un marciapiede sul ciglio sinistro della strada, sostituito da un’inutile linea bianca che dovrebbe indicare lo spazio destinato

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ai pedoni. Una striscia che sa di beffa. Basta poco per essere travolti, soprattutto dalle auto che confluiscono dall’asse mediano, aventi una visuale e un tempo di reazione ridotti. Insomma, il cimitero della nostra cittadina sta diventando inaccessibile non solo per i defunti data la sopracitata mancanza di nicchie, ma pure per i loro cari in vita desiderosi di recarsi al loro capezzale eterno volenti o nolenti da pedoni. Per quanti non hanno ancora provato l’ebbrezza di raggiungere la “necropoli” di Casoria-Casavatore-Arzano percor-

rendo a piedi via Gioacchino Rossini, oltre alla foto qui pubblicata, rimandiamo anche al video dal sottoscritto pubblicato su Youtube. Basta cliccare “Cimitero Casoria-Casavatore-Arzano”, tenendo anche l’audio acceso. La musica in sottofondo è tratta dalla struggente scena finale del film "Hana-Bi", di Takeshi Kitano.

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IL CASO

Via CIRCUMVALLAZIONE ESTERNA: non entrate in quella strada! Le proteste dei residenti per degrado e criminalità. di Daniela Devecchi

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na tra le poche zone del casoriano, in cui i residenti, non si sono “mai” sentiti al sicuro. Si tratta di Via Circumvallazione esterna, arteria periferica bersagliata da problematiche e da disagi cui da decenni gli abitanti disperati, non riescono a porre rimedio. Priva, certe volte “carente”, di adeguata illuminazione, è popolata da prostitute a tutte le ore del giorno e della notte.Una vera e propria turnazione del mercato del sesso a buon mercato. Spesso si tratta di prostituzione minorile. Ed inoltre piccole discariche a cielo aperto, dove i soliti ignoti scaricano anche rifiuti speciali, rappresenta un campo libero dove si può agire e scaricare “qualunque cosa” in maniera quasi indisturbata. Per non parlare di scippi e rapine che gli sfortunati sono costretti a subire o a osservare “in silenzio” con cadenza quasi quotidiana. In ultimo, la geniale trovata dei malfattori, il famigerato “furto dello specchio”. Non pochi automobilisti, si sono ritrovati a essere privati, in una frazione di minuti, dei pochi averi che avevano. Spesso i ladri minacciano il malcapitato di turno con armi o “punteruoli”. Obbligandolo

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a scendere dall'auto con “le buone o le cattive” a volte possono accontentarsi di poche migliaia di euro; nella peggiore delle ipotesi di tutto ciò che si possiede. La maggior parte dei furti non vengono denunciati. La gente ha paura, si preferisce stare in pace, piuttosto che vivere con il timore di una qualche ritorsione. “Io non ne posso più di vivere in questa situazione- dichiara agguerrita Concetta, residente del Parco Giugliano, all'interno dell'area- ho due figli adolescenti, ho timore quando tornano a casa la sera, o di notte- prosegue- ho paura per l' incolumità dei ragazzi, la strada, spesso e volentieri è buia, di rado ho visto auto dei carabinieri per la zona, e non è difficile che gli adolescenti finiscano nella mani del ladro di turno. “. “Io ho subito una vera e propria aggressione verbale- testimonia Anna, altra giovane abitante- e si sarebbe arrivati alle mani se una residente non fosse venuta in mio soccorsoracconta- stavo semplicemente svoltando l' auto all'interno del parco, quando un folle mi ha aggredita dicendo che non l'avevo visto girare- continua stizzita- voleva picchiarmi e ci sarebbe riuscito, nessuno sorvegliava la zona in quel momento ed era pieno giorno. Solo l' intervento di una signora che l' ha calmato ha potuto evitare il peggio. Ma così non si può

proprio andare avanti”. In una recente riunione con il sindaco del comune Carfora, i cittadini della ex strada degli americani hanno cercato di esporre al primo cittadino almeno alcuni tra i più rilevanti disagi registrati di recente nell'area. Ma all'incontro, come hanno dichiarato alcuni presenti “tutti avevano l' ansia di parlare, i problemi da dire erano davvero troppi, per elencare tutte le problematiche avremmo dovuto fare l' alba”. Si è parlato di scarsa illuminazione, di sicurezza, di lontananza dal centro, di difficoltà per raggiungere il centro cittadino. Poi tutto è dovuto finire. “Da allora- ha testimoniato Antonio altro abitante- tutto è rimasto lettera morta. Il primo cittadino ci ha detto che possiamo andare personalmente al comune, almeno una delegazione di noi, per cercare di parlare e di esporre con chiarezza almeno parte dei nostri problemi- conclude amareggiato- per paura o per mancanza di organizzazione, finora, da oltre un mese, credo che ancora nessuno lo ha fatto”. Si suppone, se non cominceranno almeno con l' anno nuovo interventi mirati per la zona, che probabilmente nessuno oserà tanto. A detta dei cittadini “non tanto per mancanza di coraggio, ma quanto per la solita lentezza delle istituzioni. Fino a oggi le sole parole non hanno portato nessun risultato”.

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ARPINO

La lotta di Padre Jonas contro l’INDIFFERENZA “Siamo soli perché indifferenti”. di Raffaella Battinelli

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a parrocchia Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe di Casoria, nei pressi della Cittadella, ha avviato un percorso di sensibilizzazione ed umanizzazione per combattere il problema dell’ indifferenza che si fa sentire sempre di più e che purtroppo si estende a macchia d’ olio nonostante il Natale sia alle porte. Siamo veramente bravi sul piano dell’ inconsistenza umana, bravi a tal punto che riusciamo a “sperimentare” come tra una moltitudine di persone si possa, con l’ indifferenza, far sentire “solo” un bisognoso di essere degnato almeno di un semplice sguardo. “Abbattiamo i muri dell’ indifferenza che ci impediscono di vedere che siamo tutti fratelli! ” questo sembra essere il grido di battaglia del coraggioso parroco Don Jonas, il quale ha organizzato un percorso improntato sull’ idea

di donare aiuto e sostegno ai bisognosi mediante una ricca e nobile serie di servizi di volontariato: c’è il Binario della solidarietà con cui una volta al mese, di venerdì dalle 20:00 alle 21:00, si può offrire la propria disponibilità a distribuire pasti caldi ai senza fissa dimora; c’è la possibilità di prestare servizio nelle carceri dopo aver partecipato a corsi di formazione che si terranno una volta al mese; si può inoltre prestare la propria collaborazione presso il servizio mensa per le persone bisognose, in aiuto delle Suore Madre Teresa di Calcutta, sempre una volta al mese, dalle 18:00 alle 20:00; è infine possibile andare a distribuire pacchi viveri alle famiglie che vertono in una situazione economica disagiata presenti nel nostro territorio. C’è davvero tanto da fare ma soprattutto c’è molto da offrire. Cosa stiamo aspettando? Sempre più spesso si vedono persone rannicchiate sotto un portone avvolte da cartoni raccolti qua e là. Sempre più spesso la gente tende la mano e “chiede la carità”. Carità. Cosa vuol dire per noi questa parola? Molto facilmente la

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associamo ad un qualcosa di estremamente fastidioso che irrompe nelle nostre giornate scegliendo sempre, come per magia, il momento meno opportuno quasi come se fosse un qualcosa che ci ruba del tempo. Ma il tempo per cosa? Una scocciatura che ci porta inevitabilmente a dover fare i conti con la nostra coscienza … ma noi proprio non possiamo ascoltarla. Forse non vogliamo farlo. Ci siamo mai chiesti il perché? Semplice, perché ci farebbe rendere conto di quanto ci siamo resi simili a delle bestie pronte ad uccidersi tra loro. La verità, si sa, non vuol sentirla nessuno! Coraggio, diamo una rispolverata al nostro senso di umanità, ricordiamoci di avere un cuore ed usiamolo: valutiamo l’ importanza dell’ aiuto che possiamo portare al prossimo che ci tende la mano.

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AT T U A L I TÀ

Liceo polispecialistico Gandhi: IL RITORNO DELLA QUIETE Soddisfatti dirigente e studenti, tempi nuovi per il Gandhi. di Margherita De Rosa

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on ha avuto lunga vita la protesta degli studenti del liceo Gandhi; nel giro di qualche giorno la situazione è rientrata, grazie alla piena disponibilità mostrata dal dirigente scolastico, prof. Domenico Di Vincenzo, che,

in maniera diretta ed indiretta, vale a dire in prima persona e mediante l’azione della vicepreside, prof. ssa Lucia Russo, e della RSU, prof. ssa Susy Pagliuca, ha intavolato un dialogo aperto ed incondizionato con i ragazzi, concedendo quanto essi, a giusta ragione, richiedevano. Aperte, dunque, le porte dei laboratori, indette gare di appalto per la fornitura di pc

L'ozio creativo di De Masi Il famoso sociologo a Casoria: incontro dell'associazione "Insieme". di Giuseppe Pesce

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n nuovo appuntamento proposto dal Centro di promozione culturale "Insieme" guidato dal prof. Vittorio Mazzone, che negli anni scorsi ha portato a Casoria scrittori del calibro di Giuseppe Montesano (Premio Viareggio per lo straordinario romanzo Di questa vita menzognera) e il prof. Francesco Barbagallo, autore della più importante "Storia della Camorra"; qualche mese fa l'ultimo appuntamento ad Afragola (ma con tantissimi studenti casoriani) con

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Ruggero Cappuccio, vincitore del Premio Napoli con il suo Fuoco su Napoli edito da Feltrinelli. Il prossimo incontro, invece, è in programma a Casoria: biblioteca "Mons. Mauro Piscopo", venerdì prossimo (15 dicembre) alle 17. L'autore è il sociologo Domenico De Masi, professore alla Sapienza di Roma e direttore scientifico della S3 Studium; nonché volto noto di tanti documentari e programmi televisivi, impegnato in numerosi progetti (ultimo in ordine di tempo la Fondazione Ravello, lasciata pochi anni fa). De Masi parla di un suo piccolo bestseller,

alla sala informatica di Via Aldo Moro, garantita ogni misura di sicurezza, pianificata la pausa didattica, incrementate le “lezioni alternative”, che avranno come oggetto spettacoli teatrali dalla chiara ricaduta formativa, consentita la nascita di un comitato studentesco, messa fine ad ogni forma di polemica sterile ed improduttiva! Pare dunque che i momenti di tensione abbiano spianato la strada ad una stagione luminosa, che ha per protagonista il confronto aperto e leale, base di ogni miglioramento e di qualsivoglia progresso, ovunque, ma, in special modo, in quella realtà complessa e delicata che ha per nome “scuola”. uscito nel 1995 per Rizzoli e poi variamente ristampato: "L'Ozio creativo". Per gli antichi romani il termine otium non significava semplicemente "dolce far niente", bensì un periodo libero dagli impegni politici e civili nel quale era possibile aprirsi alla dimensione creativa. Secondo De Masi, nella società postindustriale è proprio questo ozio "creativo" ad assumere un ruolo da protagonista, sia nel lavoro che nel tempo libero. Oggi che la maggior parte della fatica manuale e di routine è eseguita dalle macchine, ci è richiesto sempre più di essere creativi e fantasiosi. E chi ci dice, che quella creatività non possa diventare un "motore di sviluppo", creando magari anche occupazione? Una bella opportunità, a pensarci bene, visti i tempi di crisi: insomma, un libro attualissimo.

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S T O R I E D I PA ES E

Un ragazzo come tanti, O FORSE NO… La storia ordinaria di un ragazzo straordinario. di Margherita De Rosa

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l protagonista della nostra storia è uno di quei ragazzi, che, nel quotidiano contemporaneo, non desta alcun interesse: fisicamente ancora immaturo, dotato di bel paia di occhiali, magrolino, fin troppo educato, forse formale, rappresenta quella tipologia di adolescente che fa la gioia di mamme, papà, insegnanti, ma, nel contempo, fa arricciare il naso ai suoi coetanei, subito pronti a definirlo “secchione”, nel migliore dei casi, e più spesso ad apostrofarlo come “quattr’occhi”: eppure, questo “brutto anatroccolo”, così poco aitante, da cui le fanciulle fuggono, leopardianamente, “romite”, evitando anche un innocente scambio di battute al di fuori del contesto scolastico, nasconde un’intelligenza non comune, una sensibilità eccezionale, un intuito sopraffino: ecco perché, tra i banchi di scuola, il nostro “genio non tanto compreso”, è il più “gettonato”, soprattutto nelle consultazioni a carattere scientifico, ma senza tralasciare quelle relative all’odiatissima lingua latina…che dire poi delle “lezioni private” che, quasi a ritmo giornaliero, il nostro eroe è costretto a fornire, soccorrendo, quale taumaturgico interlocutore, le anime purganti di chi ha centinaia di arretrati in altrettante materie di studio? E lui è sempre pronto, sempre disponibile, sensibile ed altruista com’è: grandi pacche sulle spalle al momento del trionfo, vale a dire quando il compagno sull’orlo dell’insufficienza si è ripreso con un brillante ed inatteso sette, ma poi, il vuoto assoluto, il vuoto più totale…l’amico straordinario, il “sapientone” insostituibile, ritorna nell’anonimato di sempre, riprende il nomignolo abituale e, mentre gli altri organizzano le magnifiche serate del sabato o gli altrettanto appetibili tornei di calcetto, il geniaccio rimane fuori, non se lo fila nessuno, perché è poco brillante in

comitiva ed è una scamorza nel gioco più amato del mondo. Giorni di solitudine ed ore di angoscia sono i suoi unici e fedeli compagni, ma intanto un’idea di inutilità e di fallimento si fa strada in lui: è l’inizio di un disagio che piegherà in direzioni impreviste, se nessuno si rende conto che bisogna intervenire… e così, notato il suo mutismo, qualche docente, i genitori stessi gli chiedono il perché di quel silenzio e la risposta sta nella denuncia di una diversità, che non può ancora essere compresa come risorsa, come ricchezza, come talento da far fruttificare: è opportuno dargli tempo, concedergli di adeguarsi per poi scegliere, non è facile, ma è d’obbligo tentare! Così il nostro secchione cambia look, con la cresta alla Hamsik e le lentine verdi alla Alessandro Preziosi si improvvisa novello

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playboy, tira tardi il sabato sera, passando per una sbornia ed una cefalea da bagordi: il gruppo lo accetta, ora è uno di loro, uno dei tanti, uno “ordinario”…ma non dura a lungo, quella non è la sua vera natura, a lui lo studio non fa schifo, anzi, ora può dirlo con piena consapevolezza, studiare è ciò che ama di più nella vita, anche se non disdegna una bella serata in discoteca! Sono passati un po’ di anni, il brutto anatroccolo di qualche anno fa è diventato un giovane attraente, il secchione “sfruttato” dei tempi andati è ora a capo di un’azienda di rilievo mondiale, a cui egli è approdato dopo una laurea alla “Bocconi” e diversi stage all’estero: e tutto ciò ad appena 25 anni… in più, è circondato da belle donne, ma lui è un giovanotto di sani principi, è fedele e per nulla tradirebbe la ragazza che ama da cinque anni… sembra una storia straordinaria, ma è invece u n’ a v v e n t u r a frequente, che ha per protagonisti b r u t t i anatroccoli che si trasformano in splendidi cigni, in autentiche cime dell’ingegno perché sanno resistere all’attrazione della banalità, scegliendo quel che davvero ha un senso in una realtà che, spesso, parafrasando Vasco, un senso non ce l’ha…

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CASORIA NELLA STORIA

I casali contesi tra Chiesa e Regno Casoria al centro di una lite tra Carlo d'Angiò e la Curia di Napoli. di Giuseppe Pesce

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el 1276, all’epoca di Carlo I, scoppiò un’accesa lite tra l’amministrazione angioina e l’arcivescovo Ayglerio, che voleva salvaguardare alcuni diritti della Chiesa di Napoli sui casali dell’entroterra. Il primo di questi centri era proprio Casoria, seguita da «Afragola, Lanzasino, Secondigliano, Salvatore Monialium, Panecocolo et Cassandrino». Ayglerio pretendeva che i vassalli che erano sudditi della sua Chiesa non fossero tenuti, per nessun motivo, a pagare Collette o altri tributi alla Regia Curia. Pertanto, decise di muovere lite contro il Procuratore del fisco. Il processo era ancora in istruttoria, in attesa di sentenza del collegio giudicante, quando il Giustiziere di Terra di Lavoro - un moderno presidente dell’amministrazione provinciale - assicurò alle carceri alcuni vassalli della chiesa napoletana. La notizia dell’arresto e del rilascio è riportata in un documento degli anni 1277-79 che vede da un lato i procuratori del fisco governativo, dall’altro l’arcivescovo di Napoli Ayglerio, il quale pretende che i vassalli

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le competenti autorità risolvessero la questione; e intanto, mentre continuava la vertenza, nessuno avrebbe potuto molestare i vassalli in merito ad altri tributi, senza un suo speciale mandato. Ovviamente, finì tutto nel dimenticatoio, per evitare uno scontro più duro con l’arcivescovo. La vicenda chiarisce cosa volesse dire - ancora alla fine del Duecento - essere vassalli della chiesa di Napoli: non si trattava solo di semplici obblighi di legge, per cui bisognava pagare alla diocesi dei tributi (denaro, prodotti o giornate lavorative)

non vengano molestati. Cosa dice il documento? Cittadini sia afragolesi che casoriani, «homines de villa Casorie et villa Afragole de territorio neapolitano», erano stati arrestati per non aver pagato alla Regia Curia dei tributi, con cui avrebbero saldato collette degli anni precedenti. Al Giustiziere di Terra di Lavoro veniva data disposizione di rilasciare in libertà gli uomini incriminati e tratti in arresto, dietro cauzione, «sub certa forma». Tra i nomi degli arrestati ci sono diversi Casoriani: «Bartholomeus de Magister, Nicolaus Rictius, Bartholomeus Pica, Angelus de Simone de villa Casorie, Servatus Torellus». I garanti o fideiussori per Casoria sono «Nicolaus Demetrius qui dicitur De Martino e Petrus Maulinus(o Manconus)». L’arcivescovo Ayglerio aveva avanzato direttamente al re le sue rimostranze, lamentandosi dell’accaduto, e pretendendo che si facesse giustizia, sia nella sua persona che e nei confronti dei vassalli della Chiesa metropolitana. E alla Carlo d’Angiò con Papa Clemente IV fine riuscì nel proprio intento, ottenendo di vederli tutti prosciolti in base ai terreni coltivati. Vassalli dal carcere e rilasciati, seppure dietro erano, piuttosto, coloro che erano “malleveria”. Con due lettere del 21 sottoposti alla Chiesa, e verso i quali febbraio 1279, Carlo d’Angiò precisò l’arcivescovo aveva potere di emanare infatti che bisognava attendere che sentenza nelle cause civili.

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L'EMIGRANTE

La NOSTRA SOCIETÀ non è più autorevole? Una barriera contro il nichilismo. di Edy Vitale

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empre più spesso oggi si parla di una crisi diffusa dell'autorevolezza degli adulti, di mancanza del rispetto dei ruoli, di sfacciata irriverenza dei giovani. Da ciò principalmente deriverebbe la crisi della famiglia e della scuola. Ma perchè la nostra società non è più autorevole? Il sociologo francese A. Touraine sostiene che "è venuta meno l'idea di una legge assoluta": in un mondo in cui la tecnologia e la scienza sono in continua velocissima trasformazione, cambiano vorticosamen-

te anche le regole morali di riferimento e pertanto coloro che dovrebbero farle assimilare e rispettare perdono autorevolezza e credito. L'unico appiglio allora resta un principio di profonda matrice cristiana : il riconoscimento dell'altro, della dignità altrui. E' necessario che chi detiene l'autorità (genitore, insegnante) instauri una relazione umana con l'altro,in modo tale che ciascun protagonista del rapporto comunichi la propra esperienza e si stabilisca così il dialogo. In tal modo l'azione educativa diventa efficace, anche se questo processo è faticoso e richiede tempo, disponibilità, passione. La ragione così si riappropria del cuore e può ritrovare il gusto delle cose e della vita, perchè "solo un cuore intelligente,

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e non la mera riflessione o il mero sentimento, ci permette di vivere con gli altri in uno stesso mondo" (H.Arendt). In questo modo un adulto autorevole riuscirà a far sì che il giovane si riappropri della realtà in maniera consapevole e coraggiosa, senza cedere al nichilismo, soprattutto oggi che stiamo attraversando una crisi economica così grave che rischia di trasformarsi in crisi morale e che occorre avere forza d'animo per reagire al pessimismo e alla rassegnazione e rimettersi in moto per cercare di affrontare e di superare le difficoltà.

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EVENTI

Il nostro nuovo “biglietto da visita” Fortunato Celentino alla "Semana Italomexicana". di Valentina Nizzardo

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osa avete fatto nelle settimana dal 21 al 25 Novembre?? In Messico si è celebrata la “Semana Italomexicana” che ha compiuto 10 anni. La notizia ci riguarda da vicino, nonostante la notevole distanza che ci separa dal Messico. Infatti, anche un nostro cittadino, il noto fotografo Fortunato Celentino, ha preso parte alla manifestazione culturale, esponendo le proprie opere. La mostra fotografica, dal titolo “Napoli....vita, morte e miracoli”, ha riscosso molto successo e dopo aver girato le tappe previste dalla manifestazione (Veracruz e Xalapa) resterà itinerante per il Messico facendo tappa in altre città. Il curriculum del noto fotografo è ricco di premi e riconoscenze e la sua partecipazione alla manifestazione culturale messicana, è la consacrazione di un talento italiano, a livello internazionale. La sua esposizione fotografica mostra una Napoli inedita, per i cittadini d’oltre oceano, che conoscono solo la “Munnezza” (molto nota soprattutto da qualche tempo a questa

parte, per i gravi disagi causati alla popolazione). La varietà del territorio, l’allegria della popolazione, la bellezza del mare sono “fermate” da un occhio attento ai particolari, in uno straordinario gioco di luci e colori. La prospettiva dell’obiettivo che coglie i dettagli e li gratifica, rende una meravigliosa Napoli, fatta di strade colorate (vicolo di San Gregorio Armeno) (VITA – dal titolo)che celano posti leggendari come il Cimitero delle Fontanelle (MORTE – dal titolo), e di gente autentica e genuina ritratta nel momento della devozione (MIRACOLI – dal titolo). L’esposizione offre anche panorami della città che ne celebrano ed esaltano la bellezza che la “Munnezza” non potrà mai occultare. L’evento culturale nasce grazie all’impegno dell’Associazione “Casa Italia AC Centro Giuseppe Verdi“ che è molto attiva sul territorio messicano. Svolge, infatti, un importante lavoro di gestione, preservazione e conoscenza, della cultura italiana. La mostra, si

MODEL OF UNITED NATIONS: in America a scuola di diplomazia Nel progetto anche uno studente universitario di Casoria. di Giuseppe Pesce

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edici studenti, tra i migliori dell'Università "Federico II", partiranno alla volta degli Stati Uniti per partecipare ad una "Simulazione Onu", e tra i sostenitori del progetto c'è anche Eugenio Ranieri, un giovane studente di Casoria che è Consigliere di Facoltà a Giurisprudenza. L'iniziativa, presentata questa settimana a Napoli, si chiama

"Model of United Nations", ed è in pratica una serie di conferenze riservata agli studenti, per introdurli ai problemi del mondo e della politica internazionale. I "M.U.N." seguono infatti le stesse regole che disciplinano le discussioni all'interno dell'ONU: sono vere e proprie simulazioni, in cui ogni partecipante assume il ruolo di delegato di un Paese membro delle Nazioni Unite o di una ONG. Il delegato deve rappresentare le posizioni del Paese, scrivere risoluzioni, confrontarsi con gli altri Paesi membri, attraverso il dibattito e il voto; e alla fine, cercare soluzioni ai

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è articolata in diversi momenti di conoscenza ed approfondimento della nostra cultura a cui, italiani e non, hanno partecipato con entusiasmo. Il momento più coinvolgente è stato l’esibizione di Michele Roscica che ha suonato la nostra musica popolare simile, nei ritmi, a quella messicana. Dietro alla bravura consacrata dalla partecipazione all’evento culturale, c’è una passione molto forte unita a determinazione, tecnica ed un po’ di fortuna. Il fotografo infatti, ringrazia Facebook, il noto social network, grazie al quale ha ritrovato un vecchio amico, Mauro De Rosa, nonché presidente del l ’Associazione “Casa Italia”. Infatti, è grazie a questo fortuito incontro ed alla nota bravura del fotografo che è stata resa possibile la partecipazione all’evento culturale. Noi, casoriani, napoletani e italiani, ringraziamo, invece, il fotografo per averci dato un nuovo “biglietto da visita”: le sue foto che mostrano, all’estero, la bellezza del nostro territorio, ormai dimenticata. Grazie!

problemi del Mondo. Le conferenze si svolgono 3 volte l'anno: Aprile (New York), Ottobre (Washington) e dicembre (destinazione variabile). Il rettore della "Federico II" ha incaricato l’associazione "Giovani Campani nel Mondo" di rappresentare i circa 100mila studenti napoletani: solo 16 faranno infine parte della delegazione che parteciperà al "M.U.N. 2012", e saranno selezionati con 2 test di ingresso, uno all'inizio e l’altro alla fine del corso di preparazione. Corsi e selezione sono organizzati in sinergia con le altre associazioni studentesche, come "Giovani Menti", il cui referente è proprio Eugenio Ranieri: «L'iniziativa è un'opportunità imperdibile per gli studenti che si affacciano alla realtà del diritto internazionale; è un'occasione unica ed imperdibile». Per qualsiasi informazione, allora, potete rivolgervi a lui: eugenioranieri@giovanimenti.com 13


RUBRICA LEGALE

Evasione scolastica L'abbandono della scuola è spesso causata da gravi disagi sociali. a cura dell'Avv. . Luisa Santucci

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gr. Avv. sono la mamma di un bambino di 12 anni che spesso evade la scuola media. Sono stata convocata dal preside più volte per giustificare le innumerevoli assenze scolastiche di mio figlio. Il preside mi ha riferito di aver inviato una nota ai servizi sociali territorialmente competenti. Mio figlio spesso assume una condotta irregolare, cosa rischia? Gent. le Sig.ra in verità a rischiare non è suo figlio, ma lei perchè non mandare i figli a scuola è un reato, come non segnalare l’evasione scolastica da parte di chi è preposto a tale compito. L'istruzione inferiore è obbligatoria e gratuita. Il codice penale tutela il diritto allo studio tant'è che all'art. 731 del c.p. è sancito il reato di “Inosservanza dell’obbligo dell’istruzione elementare dei minori”. L’obbligo è poi conseguenza diretta dei precetti di cui all’art. 147 del c.c. che infatti impone ai genitori “l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole”. La materia gode di un’attenzione particolare da parte del Legislatore che non a caso la disciplina con specifiche leggi e regolamenti: l. 9/99, l. 144/99 e l. 53/03. E' pur vero che il reato configurabile viene considerato una mera contravvenzione e non un delitto e che per questo viene punito con una semplice ammenda, ma bisogna fare attenzione, in quanto, a seguito di segnalazioni inviate dai servizi sociali e/o dal preside dell'istituto scolastico al Tribunale per i Minorenni potrebbe pendere una procedimento amministrativo a carico del minore. Tale procedura, ben si guardi, rientra nel novero delle procedure amministrative, non in quelle penali o civili giacchè la condotta del minore viene definita dal codice meramente irregolare, ma non tale da assurgere ad estremi di reato, così ugualmente non rientra in ipotesi di natura civilistica. Da qui la

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necessità di considerarla amministrativa, ma determinante per l'affermazione di una responsabilità relativa ai comportamenti irregolari e volta all'emanazione di un provvedimento che ponga quanto meno sotto osservazione minore e famiglia. Tuttavia in alcuni casi la Suprema Corte (cfr. sul tema anche la sent. 8665/07) ha confermato sentenze dei giudici dei gradi precedenti approvan-

do cause di proscioglimento a favore dei genitori che per gravi ragioni d'urgenza avevano acconsentito all'assenteismo scolastico del minore (es. durante periodi di accertamento dell' infermità mentale di un professore o cattive condotte di compagni).

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SPORT

La Squadra Olimpica di Pugilato a Casoria Il casoriano Vincenzo Picardi parteciperà ad Atene 2012. di Francesco Scalamogna

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mportante evento sportivo a Casoria tenutosi al Palazzetto dello Sport lo scorso 30 Novembre. Nella

palestra della “Picardi Boxe”, presieduta da Mauro Picardi, il popolo casoriano ha abbracciato un suo fiero figlio, il pugile Vincenzo Picardi. Assieme a lui, la squadra nazionale Olimpica di pugilato italiana: Vittorio Parrinello, Clemente Russo, Domenico Valentino ed il nostro Picardi appunto, guidata dagli allenatori Francesco Damiani e Valerio Nati. La selezione ha conquistato l’accesso diretto alle Olimpiadi di Atene, che si terranno dal 27 Luglio al 12 Agosto prossimi, dopo la buona prestazione dello scorso Ottobre ai Campionati Mondiali di Baku, che ha visto Picardi avanzare sino ai quarti. Proprio in questa palestra Vincenzo ha dato inizio alla sua brillante carriera muovendo i primi passi e dando i

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primi pugni al sacco, allenato dal padre Antonio, anch’egli campione di pugilato, e dallo zio Mauro. A festeggiarlo tanti amici e tutti gli allievi della “Picardi Boxe”, tra i quali ci si augura di trovare i campioni del futuro. Gli allenatori non hanno dubbi, alle prossime Olimpiadi i nostri atleti possono davvero togliersi delle soddisfazioni e regalare emozioni. Sul nostro campione, mister Nati ne riconosce miglioramenti sempre costanti; mister Damiani lo ritiene uno dei primi quattro pugili al mondo nella sua categoria, i pesi giallo. A conclusione dell’evento, il papà Antonio ha ringraziato l’Amministrazione Comunale cittadina rappresentata dai consiglieri comunali Gianluca Cortese e Marco Colurcio e tutti gli intervenuti che con calore ed affetto hanno salutato Vincenzo. Casoria porta in sé una tradizione di pugili davvero niente male. I valori, le regole ed il forte rispetto per l’avversario del pugilato garantiscono ai ragazzi una valida alternativa ai rischi della strada. In bocca al lupo, Vincenzo!

Anno 1 - Numero 23 Domenica 11 dicembre 2011 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 6 dicembre 2011. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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