Il Giornale di Casoria

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Anno II - Numero 2 - Domenica 22 gennaio 2012

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - www.casacasoria.it - Distribuzione gratuita

Casoriano DOC: A. Auricchio

Colonnello dei Carabinieri.

NON ENTRATE IN

QUELLA STRADA!

Continuano i disagi per l'impraticabilitĂ di Via Mauro Mitilini.


EDITORIALE

Salviamo il salvabile L’Italia in serie B, Schettino e la crisi della politica casoriana. di Giuseppe Storti

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ada e bordo, cazzo. Questa frase che ormai è diventato un luogo comune è la metafora del nostro Paese. E’ il grido di dolore di un eroe positivo: il comandante di fregata De Falco, rivolta al co-

mandante della nave da crociera Concordia della Costa. Un codardo che ha abbandonato la nave e suoi passeggeri, scappando indegnamente dalle sue responsabilità. Entrambi campani. L’uno: De Falco eroe positivo. L’altro Schettino eroe negativo. Ha ragione Don Ciotti di Libera: in Italia si vive un clima di “coma etico”. La situazione è grave. L’Italia è stata declassata da un’anonima società di rating. Spedita nella serie B dei Paesi ad alto rischio di bancarotta dell’economia. Per una volta siamo d’accordo con Massimo D’Alema del Pd, che riconosce

nella crisi della politica la crisi dei politici. Ovvero la carenza di figure autorevoli e responsabili che “salgano a bordo” e siano in grado con una visione del Paese di salvare il salvabile. Questa settimana, editoriale breve per dare spazio alla crisi politica della giunta Carfora. Iniziamo con l’intervista al segretario del Pd casoriano Dr. Pasquale Amoroso. Siamo pronti e disponibili ad ospitare gli altri leader dei partiti presenti in consiglio comunale, perché riteniamo utile spiegare ai cittadini ciò che sta accadendo. Intanto ci permettiamo di richiamare tutti al senso di responsabilità e di amore per la città di Casoria. Pertanto diciamo a tutti: “salite a bordo”, compiendo il vostro dovere con senso di responsabilità verso l’istituzione Comune e verso i cittadini che vi hanno eletto.

POLITICA

Partito Democratico: le motivazioni della rottura Intervista al segretario cittadino Pasquale Amoroso. di Rosa Davide

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ettimana ricca di novità per la politica casoriana. Dopo la situazione di stallo dell’ultimo periodo, finalmente, nel bene o nel male, qualcosa comincia a muoversi. Pochi giorni fa, il Partito Democratico ha annunciato la sua intenzione di uscire dall’amministrazione Carfora. “Lettera ad un sindaco mai entrato in funzione”, questo il titolo del manifesto comparso per le strade della città lo scorso sabato. Con quest’ul-

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timo il PD si scaglia contro Vincenzo Carfora, accusandolo di non essere lui il vero sindaco di quest’amministrazione e di essersi dunque fatto manovrare da qualcun altro, che era già stato bocciato in precedenza dai cittadini casoriani. Per fare chiarezza sulla questione abbiamo incontrato il segretario cittadino del PD, Pasquale Amoroso. Attraverso un manifesto, pochi giorni fa, il Partito Democratico ha dichiarato la sua uscita dall’amministrazione Carfora. Può spiegare nuovamente ai nostri lettori quali sono le motivazioni di questa scelta? Il manifesto rappresenta il tentativo estremo di rimettere in sella il sindaco Carfora, l’invito a prendere finalmente

nelle sue mani le redini di questa esperienza amministrativa, a colmare il vuoto decisionale che ha rappresentato la costante dei suoi atti in questo primo scorcio di esperienza amministrativa nel quale abilmente s’insinua qualche esponente della giunta, accreditandosi come unico interlocutore nella città. Girano voci in città, riguardo un eventuale commissariamento del PD di Casoria. Qual è la realtà dei fatti? Smentisco fermamente tali voci. Aggiungo, inoltre, che il sottoscritto gode della fiducia degli organismi provinciali, di autorevoli esponenti nazionali del partito, come dimostra la missiva inviatami dall’onorevole Luisa Bossa e di una vasta fiducia del partito locale riconfermata

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POLITICA dall’ultimo tesseramento, che vede più dei 2/3 dei tesserati schierati sulle posizioni del segretario. Sarebbe, pertanto, auspicabile che una parte del partito, piuttosto che esercitarsi in tentativi di delegittimazione degli organismi locali, metta la propria esperienza al servizio di tutti gli iscritti, nel rispetto di una normale dialettica tra le diverse anime del partito. Crede che una riconciliazione con la maggioranza sia possibile? In caso di risposta positiva, a quali condizioni? Le dimissioni della giunta furono decretate a seguito del riconoscimento della natura politica della crisi che attanaglia la maggioranza; natura che imponeva di riconsiderare, come riconosciuto dall’assessore Casillo, l’erroneo atteggiamento avuto dalla coalizione rispetto a provvedimenti qualificanti proposti dal Partito Democratico quali la modifica del regolamento comunale, il ridimensionamento dello staff del sindaco, una rivalutazione della legittimità dell’atto di nomina di nove dirigenti etc. Attendiamo segnali in direzione di un confronto aperto, che riteniamo necessario si sviluppi su iniziativa del sindaco, riguardo questi temi e speriamo che si mostri finalmente capace di farsi portatore di proposte capaci di riconciliare le

diverse forze che compongono questa maggioranza. La squadra di governo proposta alle scorse elezioni, è stata definita come un laboratorio politico. Sono in molti a ritenere che la situazione attuale fosse prevedibile , e che delle ideologie così discordanti non potessero governare la città. Cosa pensa a tale riguardo? Se la situazione di stallo in cui versa l’attuale amministrazione fosse il risultato di uno scontro tra diverse ideologie sarei ben lieto di partecipare a questo laboratorio politico. Purtroppo la realtà è ben diversa e le difficoltà attuali non sono frutto di uno scontro tra diverse progettualità, ma vede schierati in campo, da un lato, un uomo che ambisce ad essere solo al comando della città al fine di regolare il rapporto con altri soggetti politici in chiave di mere concessioni personali e di puro vassallaggio e, dall’altro, il Partito Democratico che si contrappone a tale logica sperando che altri soggetti politici trovino la forza di rivendicare con orgoglio e dignità il proprio ruolo politico. In qualità di segretario cittadino, qual è il messaggio che vorrebbe arrivasse ai nostri lettori e a tutti i cittadini casoriani? Troppo volte ho ascoltato nelle ul-

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time settimane la versione menzognera di un partito democratico che frena l’attività amministrativa. Nulla di più falso. Mi farò promotore, unitamente ai consiglieri del Partito Democratico, di un incontro pubblico nel corso del quale illustreremo le innumerevoli proposte presentate dal Partito in questi mesi. Metteremo in luce, inoltre, ma ben poco sarà il tempo necessario, la scarsa attività del consiglio comunale, la cui improduttività non può di certo essere ascritta al nostro operato. Il messaggio che vorrei arrivasse ai lettori e ai cittadini di Casoria è quello che vede il Partito Democratico invitare, come ha sempre fatto in questi mesi, il sindaco Carfora a dispiegare l’attività amministrativa e ad assumere realmente la guida di questa amministrazione. Se si adopererà in tal senso sa bene che avrà nel PD sempre un valido alleato nell’interesse della città.

è anche online!!!

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IL CASO

Spazzatura nei pressi dell'UCI CINEMAS

I cittadini: è forse un caso che ogni anno sempre più persone si ammalano di tumore? di Daniela Devecchi

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ivieto di scarico area video sorvegliata 24 ore su 24: una delle tante barzellette del comune di Casoria. Il cartello aleggia a mò di “spaventapasseri” neanche tanto terrificante data la situazione in Via San Salvatore proprio sul retro del famigerato Uci Cinemas. Nonostante il divieto tutt'altro che intimidatorio, l' area continua a essere satura di mondezza;si tratta di rifiuti di tutti i tipi, materiale bruciato, plastica, umido, persino massi presi da chissà dove. Il tutto è depositato lungo l' arteria formando due indecenti montagne di spazzatura. E sono anni ormai che gli abitanti e i lavoratori dell'area, o delle zone immediatamente adiacenti, combattono contro il disagio. Da quando è comparso lo spettro dell'emergenza spazzatura a Napoli e comuni limitrofi chiunque transita per detta strada è obbligato a chiu-

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dere i finestrini delle auto o peggio ancora coprirsi il volto come meglio può; ma questo purtroppo non basta. Dalle colline di rifiuti, soprattutto con il forte vento, s' innalzano polveri puzzolenti, insetti d' ogni genere che stanno invadendo tutta l'area commerciale, per non parlare delle piogge che trascinano via i sacchetti rendendo il manto stradale scivoloso con il pericolo di incidenti a catena. Come già detto, non è la prima volta che succede. Già prima della fine del 2011, il problema venne segnalato alle autorità competenti, lo stesso assessore all'ambiente Pasquale Tignola annunciò di provvedere alla situazione sollecitando il pronto intervento della Sapna, società napoletana che gestisce i rifiuti, nonché far leva sul buon senso civico. La spazzatura, intorno a fine anno fu tolta da via San Salvatore, per poi tornare “indisturbata” neanche un mese dopo. Non è ancora stato beccato chi è che deposita il materiale inquinante, ma ormai, è risaputo, la via è stata scambiata per un' abituale discarica. Così, dopo l' ennesimo

atto vandalico forse “qualcuno” ha pensato di imporre il cartello per spaventare chiunque ci riprovi a scaricare illegalmente rifiuti sul territorio. “Si tratta della solita perdita di tempo, - ha dichiarato Gabriella una lavoratrice dell'area commerciale immediatamente adiacente- dicono che tolgono tutto, e poi si continua a scaricare... Davvero non ne possiamo più con questa puzza insopportabile, molto spesso i clienti non si fermano da noi per timore di prendere qualche infezione. “E' un indecenza- afferma Salvatore altro dipendente- in quest'area ci sono parecchi ristoranti e take away... Non fanno tantissimi affari perchè la gente ha paura di acquistare cibo in un' area ad alto rischio contaminazione. Il cartello poi... Ormai quando ci passiamo tutti scoppiamo a ridere!”. A detta dei cittadini più informati, che dopo anni di lotta senza sosta e senza soluzione davvero non ne possono più “occorrerebbe un sistema di videosorveglianza e un incremento dei vigili ambientali di giorno come di notte, ecco cosa ci vorrebbe. Ma le autorità locali hanno promesso questo e altro per anni... Senza agire! A Natale ci hanno riempito di luci e addobbato Casoria a festa. A noi non serve se continuiamo a respirare veleni e ormai non siamo neanche più liberi di andare al cinema. E' forse un caso che nella nostra città i casi di tumore aumentano di anno in anno?”.

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IL CASO

Anche a Casoria si sta scrivendo un ROMANZO CRIMINALE! Dopo un periodo di apparente tranquillità, la nostra cittadina è tornata da qualche anno protagonista di ripetuti episodi di cronaca. di Luca Scialò

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l problema della sicurezza riguarda un po’ tutti i Comuni italiani, a partire proprio dalla Capitale, che dopo un 2011 ricco di episodi legati alla cronaca nera, ha iniziato nel peggiore dei modi pure quest’anno. Anche la nostra cittadina, ovviamente, risente di questo clima da Far west generale, alimentato da un lato dalle difficoltà economiche crescenti che spingono molti a darsi alla malavita, e dall’altro dalle scarse risorse che le forze dell’ordine hanno a disposizione. Si pensi che la nostra Questura di riferimento si trova in un altro Comune (Afragola) e che ai Carabinieri manca perfino la carta per stampare le denunce. Non che prima si dormisse sogni tranquilli, ma questo Romanzo criminale in salsa casoriana è cominciato nella seconda metà del 2010 e sta proseguendo spedito. Scippi, rapine in appartamenti o a negozi, furti di auto e moto, gesti intimidatori nei confronti dei negozianti (vetri rotti o locali incendiati). Oltre a queste “tradizionali” modalità criminali, nella nostra cittadina si stanno consumando

anche rapine di livello “superiore”. Si pensi all’assalto al portavalori giunto all’Unicredit Banca di via Guglielmo Marconi, il 26 ottobre 2010; rapina durante la quale morì anche un coscienziosa guardia giurata, Gerardo Citarella, 43 anni, padre di due figli, mentre altre due persone sono rimaste ferite: Giuseppe Lotta, 39 anni, altra guardia giurata che ha cercato riparo nella vicina caserma dei carabinieri e un cliente della Banca, Antonio Caputo di 44 anni, anch’egli ferito alla gamba. Il triste record di rapine subite lo ha senza dubbio il supermercato Max Più, rapinato cinque volte nel solo mese di dicembre. Ultima rapina subita sabato 7 gennaio, quando una banda si è appropriata di trecento euro, non prima di aver messo a faccia in giù i clienti, tra i quali molti bambini. Nello stesso pomeriggio, la banda ha compiuto altre tre rapine: alla Conad sulla ex statale Sannitica, al centro di scommesse sportive sito all’interno della galleria commerciale ex Mandi nel parco Le Porte di Napoli e al Leroy Merlin tra Arzano e Casandrino. Anche la Decathlon sta diventando una triste habitué dei rapinatori. L’ultima risale al 28 dicembre, durata meno di due minuti e fruttata ai cinque rapinatori - armati di fucile a pompa e incappucciati circa 40mila euro. Come detto prima, questa escalation è cominciata nella seconda metà del 2010. Oltre alla sopracitata rapina ai danni del-

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la Banca Unicredit, a tantissimi gesti intimidatori e a rapine varie, un anno e mezzo fa ci fu un altro episodio che finì pure nei programmi pomeridiani delle reti nazionali: l’uccisione dell’edicolante di 40 anni Antonio Coppola, padre di 3 gemelli adolescenti. L’agguato, rimasto impunito tutt’ora e liquidato come semplice regolamento di conti dovuto a un banale diverbio, è avvenuto proprio all’esterno della sua edicola alle 7 di mattina. Per quanto ancora i casoriani dovranno convivere con il timore di subire uno scippo, il furto della propria auto o nel

proprio appartamento? Per quanto ancora i negozianti dovranno continuare la propria attività – già bastonata dalla recessione economica – con la costante paura di subire una rapina che gli porti via quel poco che hanno guadagnato? Per quanto ancora le guardie giurate di banche e poste, sottopagati per il rischio che corrono, dovranno mettere a repentaglio la propria vita? Domande alle quali, temiamo, nessuno ci risponderà. Come al solito.

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I L FAT T O

Dopo 12 anni finalmente l’apertura del sottopasso Stella Continuano i disagi per l’impraticabilità di Via Mauro Mitilini. di Antonio Errichiello

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uest’anno Babbo Natale ha portato un bel regalo ai cittadini del Quartiere Stella, dopo 12 anni di attesa è stato aperto il sottopasso che collega il suddetto quartiere a Via Pietro Nenni. Era infatti nel 1999 quando tra il Comune di Casoria e la società della TAV fu firmato il protocollo d’intesa finalizzato alla realizzazione di numerose opere sulla città di Casoria tra cui: un parcheggio di interscambio per 150 posti auto, edificato ed inaugurato qualche anno fa, la già avvenuta riqualificazione della stazione ferroviaria cittadina e alcuni sottopassi tra cui quello appena citato, uno ad Arpino ed uno in località Tre Luci. Il protocollo d’intesa prevedeva addirittura due fermate aggiuntive della stazione a Via Nenni e ad Arpino, ma ormai è noto che a Casoria i progetti seri o vanno in fumo o vedono la realizzazione dopo decenni, con la solita scusante della lunga burocrazia. Un altro punto del protocollo prevedeva addirittura un punto informazioni sull’Alta Velocità nei locali della stazione cittadina ma è sotto gli occhi di tutti che l’unico sportello aperto all’utenza

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è la biglietteria. Nonostante tutto ciò però la vittoria è sicuramente dei cittadini del Quartiere Stella, ai quali è stato fornito un importante mezzo per evitare la tanto trafficata S.S. Sannitica, unica strada percorribile fino a qualche mese fa dai residenti di questa zona per arrivare al centro cittadino. Si può immaginare che è diminuito lo stress per i residenti della zona, ma non finiscono qui le fatiche degli ignari automobilisti, i quali si trovano ad affrontare un vero e proprio percorso ad ostacoli quando giungono in Via Mauro Mitilini, una delle strade da percorrere necessariamente dal Quartiere per accedere al sottopasso. Questa presenta un manto stradale totalmente disconnesso e l’ assenza di un’adeguata segnaletica stradale. Inoltre è a doppio senso di circolazione e sono presenti macchine in sosta su ambo i lati della strada, nonostante la carreggiata ristretta. Da circa un mese si è anche danneggiato un tombino e questo ha aumentato le difficoltà di percorrenza e la pericolosità di questa strada sia per gli automobilisti che per i pedoni, come al solito a Casoria si interviene nel momento in cui avviene il danno e non prima. Abbiamo

dato anche la parola al Consigliere Comunale del Quartiere Orsino Esposito, il quale in merito alla questione di Via Mauro Mitilini ha affermato: “Quotidianamente sollecito l’Ing. Gennaro Esposito, attuale Dirigente al Settore dei Lavori Pubblici affinchè tale strada possa ritrovare la normale viabilità. Inoltre ho anche chiesto che fosse installata un’adeguata illuminazione al confine di questa con via Concordia. Ho anche chiamato in causa il Comandante dei Vigili Urbani per l’installazione di una necessaria segnaletica stradale, data l’elevata pericolosità determinata da un incrocio a visibilità limitata”. Fa da sfondo a tale opera come al solito “la munnezza”, lungo il sottopasso è possibile osservare anche qualche sacchetto di rifiuti lasciato dall’incivile di turno, per non parlare del fatto che alcuni cartelli stradali sono stati già distrutti, nonostante la recente apertura. Alle grandi opere per le quali vengono spesi tanti miliardi, occorre una salvaguardia delle stesse con accurati controlli da parte delle forze dell’ordine e degli organi competenti, dato che tanti sono ancora i cittadini poco rispettosi del patrimonio in loro possesso.

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IL CASORIANO D.O.C.

“Il colonnello che…vive!” Parla il Colonnello dei Carabinieri Attilio Auricchio. di Valentina Nizzardo

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i siete mai soffermati sulla differenza tra “esistere” e “vivere”? Molti considerano i termini sinonimi, tra loro, ma non è proprio così. Un comune vocabolario può chiarirci ogni dubbio. Infatti, nel corso dei secoli, attraverso le diverse interpretazioni di letterati e filosofi, i termini si sono differenziati sempre più. In particolare al termine “esistere” corrisponde la definizione: “Essere in atto; essere in fatto; avere realtà effettiva”. Al termine “vivere” corrisponde invece “Avere un'esistenza ricca di esperienze e avventure”. La differenza è dunque spiegata. “Esistere” vuol dire adempiere al ciclo vitale conducendo una vita semplice e monotona, “vivere” invece è l’esatto opposto cioè esistere avendo una vita “narrabile”. La differenza tra i termini, ci interessa da vicino perché l’intervista di questo numero per la rubrica “il Casoriano DOC”, dopo le feste natalizie, è stata fatta ad un personaggio casoriano che “vive”: il colonnello dei carabinieri Auricchio Attilio, cresciuto in una società praticamente inesistente devastata dal terremoto (1980), dalla guerra di camorra, dalla speculazione edilizia e da una grave crisi socio economica (simile a quella che stiamo vivendo oggi). La voglia di non rimanere indifferente e passivo rispetto a tale società, lo porta alla carriera militare, che soddisfa la sua esigenza di fare la differenza, di mettersi sempre in gioco (in ogni indagine, in ogni decisione) di analizzare e scandagliare la realtà e di risalire alla verità più logica e meno confutabile. La sua formazione professionale inizia durante il liceo, frequentato presso la Scuola Militare “Nunziatella” e prosegue, con ottimi risultati, presso l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma. Durante il percorso universitario si specializza in alcuni settori militari: le “Scienze della sicurezza” e le “Scienze investigative” conseguendo la laura in “Giurisprudenza” presso l’università di Roma “La Sapienza”, la laurea specialistica in “Scienze della sicurezza intera ed esterna” presso l’università “Tor vergata” e il master di 2° livello in “Scienza delle sicurezza e dell’ organizzazione” presso l’università “LUMSA” di Roma. Dopo le numerose indagini e i notevoli risultati ottenuti “sul campo” e i numerosi riconoscimenti, appro-

da all’insegnamento; periodo nel quale forma le nuove reclute insegnando Scienze Investigative”. Oggi, noi casoriani napoletani e italiani, lo conosciamo come Capo Gabinetto, del comune di Napoli,del Sindaco De Magistris oltre che per le numerose indagini d’interesse nazionale condotte durante la sua “narrabile” carriera. Un incarico di notevole responsabilità, che lo porta ad essere il braccio destro del primo cittadino di Napoli. In cosa consiste, esattamente, il suo incarico? “Io dirigo “un ufficio di diretta collaborazione” col sindaco composto dai suoi più stretti collaboratori , (12 dirigenti che operano in Palazzo San Giacomo) che supporta lo stesso sindaco nella definizione degli obiettivi dell'amministrazione, nell'elaborazione delle politiche pubbliche, nella valutazione della loro attuazione e nelle connesse attività di comunicazione; cura, inoltre, il raccordo del vertice politico con l'amministrazione. Io sono stato nominato dal sindaco, per il periodo della sua carica e sono stato scelto tra "esperti, anche estranei all'amministrazione, dotati di elevata professionalità" (come previsto dell’art. 7, comma 2, del D.Lgs, 300/1999). Sono in continuo contatto col sindaco; qualsiasi decisone e qualsiasi mossa è fatta di comune accordo”. Si ritiene soddisfatto del lavoro che state svolgendo? “Sicuramente! Il lavoro da fare è enorme; dobbiamo combattere contro i “fantasmi del passato” cioè i danni fatti dalle precedenti amministrazioni (Iervolino e Bassolino) ma questo è fisiologico. La prima mossa dell’amministrazione è stato un processo di svecchiamento del comune poiché il conservatorismo non serve, è sempre negativo e poi ha comandato per troppo tempo. Mi ritengo giovane e voglio collaboratori che condividano le mie stesse idee, innovative per chi è over 40. Solo con i giusti collaboratori il lavoro ha iniziato ad essere buono. I risultati si vedranno tra almeno un decennio, li vivranno i nostri figli, noi, che lavoriamo per loro, intanto, facciamo del nostro meglio, scrostando il comune e la società dalla “munnezza” che non è solo la spazzatura da riciclare ma tutti quelli che “remano contro” Napoli. Alla “munnezza” dobbiamo offrire il nostro sole!” Aveva una vita relativamente tranquilla, cosa

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l’ha spinto ad accettare l’incarico di Capo Gabinetto? La vita che avevo era tranquilla e mi soddisfaceva ma non ho resistito alla tentazione di rimettermi in gioco, di ricominciare da capo e di lavorare col dottor De Magistris, come ai tempi della Calabria, nella nostra bella città!" Noto un po’ di patriottismo, in queste sue parole. Un ritorno alle origini, dunque? “Beh il patriottismo ci vuole, data la società che non crede, qualcuno deve pur crederci in questa Italia! Comunque non è questo l’aspetto che mi ha interessato di più dell’incarico ma il fatto di lavorare sapendo di poter fare la differenza, di lavorare per evitare che i napoletani (e gli italiani) vadano all’estero perché ogni italiano che va via è una grave perdita per la nazione”. Cosa ci può dire della città di Casoria? Ha trovato dei cambiamenti? “Beh, sicuramente è cambiata. Io non l’ho mai lasciata veramente; ci sono tornato per motivi lavorativi e familiari e quindi ho seguito un po’ i vari cambiamenti. Sicuramente la città è diversa dalla Casoria della mia gioventù, il territorio è vastissimo e la popolazione è quadruplicata! Il lavoro dei miei colleghi è enorme! Oggi vive la crisi come il resto d’Italia quindi è fondamentalmente povera. Risente del ruolo di periferia rispetto a Napoli; è la città delle “parrocchie”, del “Cikketto” e dei botti sparati quando si è venduta tutta la partita di droga. Ovviamente questi non sono elementi positivi quindi mi auguro che la nuova amministrazione faccia un buon lavoro svecchiando l’amministrazione comunale. Io la ricordo più o meno nella stessa situazione di periferia e di povertà, in fondo gli anni ottanta sono simili per molti aspetti, agli anni attuali. Purtroppo è una città difficile che però amiamo” Lei che “vive”, cosa può dire ai giovani casoriani? “Ce ne sarebbero tante di cose da dire ai giovani non solo casoriani ma italiani. Comunque il mio monito è: IMPEGNTEVI! In qualsiasi cosa, lavorate per il vostro futuro e vi ritroverete in una città migliore. Basta con i facili guadagni! Il vostro obbiettivo deve essere il lavoro, ma non un lavoro sottopagato, un lavoro che sia alla vostra altezza culturale. Basta con precari frustrati e disoccupati. Ribellatevi studiando e lavorando!” 7


L'EMIGRANTE

Il Maradona di Pescara Un tipo originale e... canterino! di Edy Vitale

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iuro che non li invento i personaggi che incontro sul "famoso" bus Napoli-Pescara! Ne capitano di tutti i colori! stavolta voglio parlarvi di un tipo davvero esilarante: Maradona. Mi ero appena sistemata al mio posto, nelle prime file, con due sedili di fronte e un tavolino centrale. Sale sul bus e si accomoda di fronte a me un uomo bassino, tarchiato, capelli neri abbastanza lunghi e ricci, sulla quarantina, con un giubbino di jeans ed una voluminosa busta che colloca sul sedile al suo fianco. Chiama qualcuno al cellulare con un accento misto tra abruzzese e napoletano:" Tonì, so' Maradona, sto int' 'o pullmann. Tutt'a post! Te chiamm' ropp". Intanto un'altra signora molto distinta si è seduta accanto a me. L'uomo all'improvviso si rivolge a noi:" sapete, mi chiamano Maradona, perchè sono uguale a lui, non è vero?". Per cortesia facciamo un cenno di assenso. E lui:"sapete io vengo almeno due volte all'anno a Napoli, perchè mi piace la vostra città e , quando torno a Pescara, guai

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a chi parla male di Napoli e dei Napoletani. Io mi sento napoletano! Vengo anche perchè sto collezionando tutte le maglie del Napoli di Maradona. Ci sta uno che me le vende originali a 50 euro. Figuratevi che un amico per una maglia voleva darmi 5000 euro, ma io non l'ho venduta! guardate : è questa!" Dal cellulare sceglie una sua foto in pantaloncini bianchi, scarpette, piede appoggiato sul pallone, braccia sui fianchi e maglietta azzurra del Napoli. Effettivamente, visto così,alla lontana, si potrebbe confondere con Maradona... Ormai certo di aver suscitato il nostro interesse, inizia a raccontare le sue giornate napoletane, i regali fatti alla nipotina, caccia fuori dalle tasche medagliette di San Gennaro, a cui dice di essere molto devoto, e poi un gobbo con cornetto incorporato, che deve portare in regalo ad una vecchietta di Pescara. Ci invita calorosamente a toccarlo, perchè porta fortuna e insiste finchè non ubbidiamo. Il pullman intanto ha preso l'autostrada e l'autista e

il bigliettaio già sghignazzano divertiti: ormai si sente sempre più forte ed inarrestabile solo la voce di Maradona; i passeggeri non possono assopirsi, nè telefonare tranquillamente: la signora ed io siamo le sue fortunate interlocutrici. Lui è un fiume in piena: alla vecchietta, oltre al cornetto, sta portando anche una bella pastiera e due bottiglie di vino di Gragnano (ecco scoperto il contenuto della busta misteriosa!). Ma se avesse saputo che c'era il tavolino, si sarebbe fatto preparare un bel ruoto di pasta al forno e avremmo mangiato insieme! La mia vicina, a questo punto ha un sussulto, non ne può più! Sostiamo finalmente a Roccaraso, lui ci invita a scendere, io gli dico che devo fare una telefonata e resto al mio posto. La mia vicina mi confida di essere esausta, vuole riposare un po', e si sposta più indietro. Maradona risale ancora più pimpante. Si lamenta perchè la signora si è spostata, ma dopo un attimo se l'è dimenticata: attacca bottone anche con una ragazza seduta nella fila accanto, che cercava di ascoltare la radio: le chiede che cosa stia sentendo , poi riprende il cellulare e ci fa ascoltare orgoglioso una serie di canzoni che vanno dai classici

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AT T U A L I TÀ napoletani (Reginella, Core ingrato, ecc.) ai più famosi neomelodici attuali. Resta sconcertato dalla mia ignoranza nel settore (ma come, non sai chi è questo?!). Per fortuna la ragazza è più preparata! Poi, non so perchè, gli faccio una domanda incredibile e mi rendo conto subito di aver provocato un cataclisma:" Ma anche lei è un cantante?". L'intero pullmann ammutolisce: tutti si aspettano l'inevitabile! A Maradona brillano gli occhi per la gioia:" Certo!!! Suono la chitarra, la tastiera, mi chiamano spesso per degli spettacoli! Ed ho una bella voce". A questo punto inizia l'esibizione: con una voce sempre più tonante (fortunatamente intonata), Maradona canta i maggiori successi degli Showmen e poi Core ingrato...All'improvviso l'autista ha un lampo di genio: accende la radio; è in corso la partita del Pescara! Maradona interrompe bruscamente la sua esibizione:" già è iniziata la partita? Ma che ore sono? Ma questo pullmann quanto ci mette?! Io devo vederla! Il Pescara deve vincere per forza, stasera!Mannaggia, almeno fatemi arrivare per il secondo tempo: qua non si sente niente!". Maradona continua a dare in smanie, fino a che si ricorda che c'è un altro problema. Chiama qualcuno al cellulare:"Dimitru, fammi il piacere, porta a passeggio il cane, se no quello soffre; fagli fare due volte il giro dell'isolato, poi vieni alla stazione a prendermi".Stiamo per arrivare: mi spiega che Dimitru è un ragazzo rumeno che fa il manovale e abita vicino all'albergo dove lui è portiere: Mi mostra un mazzo imponente di chiavi."Vedi, ce le ho io le chiavi dell'albergo! decido io quando aprire e chiudere. Stasera avevo detto al padrone che avrei tenuto aperto, ma ora sono troppo stanco, chiudo e metto fuori il cartello:CHIUSO PER RESTAURO". Siamo in dirittura d'arrivo. Prima di salutarmi mi lascia il suo numero di cellulare, nel caso avessi bisogno di organizzare qualche spettacolo...ça va sans dire: se volete, ve lo faccio avere subito!

Il nuovo millennio e i diritti dei minori Dati amari dai diversi rapporti di inizio 2012. di Maria Anna Filosa

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rruolamenti forzati, detenzioni illegali e sfruttamento sessuale. I diritti dei fanciulli sono negati sia in pace sia in guerra. Agli inizi del 2012, difatti, i dati dei diversi rapporti, tra cui quelli Unicef, non cambia. Rimangono amari e difficili da digerire. Stupri, abusi, insomma, diritti che, ancor oggi, non vengono rispettati. A distanza di diversi anni dallo studio di Gracia Machel intitolato “L’impatto delle guerre sui bambini” i dati delle organizzazioni umanitarie e non cambiano, anzi. I fanciulli continuano ad essere privati della propria infanzia, vedendosi negati tutti i diritti, dalla vita, alla salute. Basti pensare che, nonostante ci sia una specifica normativa, almeno un terzo delle vittime di residuati bellici sono bambini. In 85 tra paesi in guerra e scenari post – bellici, armi leggere e ordigni inesplosi sono all’origine dell’uccisione e menomazione permanente di milioni di bambini. Nel 2002 circa 18 paesi continuavano a reclutare illegalmente minori nei propri eserciti, mentre nel 2004 tale pratica veniva rilevata in ben 43 paesi. In Afghanistan, inoltre, ben 105.000 bambini, solo nel 2006, si sono visti negare il diritto allo studio, a causa di diversi attacchi con bombe

e missili che hanno completamente raso al suolo le istituzioni scolastiche. A questo punto, visti questi dati in allarmante crescita ci si chiede: dov’è finita la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989? Il documento, costruito armonizzando diverse esperienze culturali e giuridiche, enuncia per la prima volta i diritti fondamentali che devono essere riconosciuti e garantiti a tutti i bambini e a tutte le bambine nel mondo. E’ prevista, in aggiunta a tali garanzie sostanziali, anche una formale consistente nella procedura di controllo sull’operato degli Stati, che devono presentare a un Comitato indipendente un rapporto periodico sull’attenzione dei diritti del fanciullo sul proprio territorio. La Convenzione e ben presto divenuta il trattato in materia di diritti umani con il maggior numero di ratifiche da parte degli Stati. Nonostante ciò stupri e abusi sessuali, sequestri e sfollamenti sono all’ordine del giorno. L’accesso negato all’assistenza umanitaria è ormai una prassi. A tutto ciò si aggiunge la detenzione illegale e la distruzione dei servizi di base come acqua e servizi igienici. Una delle maggiori preoccupazioni odierne riguarda, inoltre, anche l'uso di minori per attentati suicidi, nonché il fatto che questi siano per lo più diretti contro civili. Insomma nel campo minori vige solo il niente, il tutto è stato dimenticato.

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AT T U A L I TÀ

Cosa poteva salvare la Concordia La parola ad un esperto del Settore. a cura dell'Ing. Giuseppe Fusco

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l tragico disastro della nave della Costa Crociera poteva essere evitato. Infatti il sistema VTS Vessel Traffic Service permette il monitoraggio delle coste italiane ed è tra i più grandi al mondo per estensione. Il VTS è un sistema di supporto alla navigazione automatico per il controllo del traffico marittimo e per la sicurezza della navigazione in mare. In aggiunta al VTS un altro sistema aiuta la navigazione in sicurezza ed è l’AIS Automatic Identification System che utilizza un dispositivo che trasmette in banda VHF in broad cast ovvero a tutti. Le informazioni trasmesse sono l’identificativo del vascello, la posizione, la rotta, la velocità, il tipo di nave, il porto

di destinazione e la tipologia di carico. I sistemi a terra che permettono il monitoraggio sono costituiti da radar che trasmettono le informazioni al VTS, il quale consente il monitoraggio in prossimità delle coste del vascello, la generazione di stati di allerta e dei relativi messaggi di warning, la registrazione dei dati di navigabilità, tutto ciò permette di fornire in tempo reale informazioni agli organismi centrali di controllo. I radar operano in banda X 9.5 GHz mentre i sistemi AIS circa 162 MHz. Inoltre vi sono i dati provenienti dai satelliti della costellazione GPS Galileo e CosmoSKy

med. Tutte le informazioni giungono ad un centro di controllo costituito da postazioni che elaborano le informazioni. Quindi i sistemi di security e safety erano in grado di controllare l’avvicinamento eccessivo della nave alla costa ma nessun segnale di allarme è stato lanciato dal centro di controllo. Forse se gli operatori incaricati del controllo del traffico fossero stati diligenti e reattivi la segnalazione di un messaggio di allarme alla nave avrebbe salvato i poveri viaggiatori che hanno trovato la morte sulla Concordia, ma solo le indagini in corso della magistratura potranno appurarlo.

Quando muore il coraggio e vince la paura La tragedia della Costa Concordia. La vergogna ed il disonore. di Margherita De Rosa

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l dramma occorso alla pur collaudata nave della Costa Crociere, aldilà della tragedia in sé, pone, ancora una volta, ciascuno di noi al cospetto di un problema assai profondo e di matrice non più tecnica ma spiccatamente morale: l’evento, o meglio, la sciagura del mare dell’isola del Giglio, non è, né sarà, purtroppo, un episodio unico ed irripetibile, ma ciò che colpisce e sgomenta è la dinamica di un avvenimento che, a detta degli esperti, poteva tranquillamente essere evitato, mentre quel che lascia senza parole tanti ma, in maniera particolare quanti si ostinano a credere ancora nei bei valori dell’onestà intellettuale, della dedizione al proprio lavoro, all’abnegazione , è un comportamento, umanamente giustificabile ma deprecabile dal punto di vista etico: l’abbandono della nave da parte del “suo” capitano…molti ricorderanno che si era

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soliti dire, in un passato non remoto, che il comandante di una nave ha l’obbligo, in caso di pericolo, di lasciare per ultimo l’imbarcazione affidatagli e, se il caso lo richiedesse, anche di morire nell’espletamento del suo dovere: nell’immaginario collettivo, dunque, non è un caso che il comandante di una nave equivalga al prototipo dell’eroe; è anche vero che tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare, e mai affermazione fu più veritiera , sebbene in tale frangente potrebbe apparire di cattivo gusto, tuttavia, il gesto, superficiale e sconsiderato del ben noto Schettino non può che suscitare sdegno. Certo, la paura ha giocato la sua considerevole parte, ha ottimamente svolto il suo ruolo, ma un uomo di mare, un “lupo”, come si suol dire, ha il dovere di non farsi sopraffare dal panico così come un comune pellegrino in balia del regno di Nettuno: un capitano non può comportarsi come tutti farebbero, perché è un capitano, è un riferimento per i suoi uomini , per i viaggiatori inermi e per chi gli ha affidato questo delicato incarico, riponendo fiducia nelle sue doti di uomo, di militare, di guida esperta. Un delusione cociente, dunque, quella che il comportamento dell’alto ufficiale della Marina italiana ha offerto agli occhi del mondo,

delusione aggravata, nello specifico, per noi napoletani, dal fatto che si tratta di nostro conterraneo, nato a Meta di Sorrento, terra di mare, che di mare vive e di mare dovrebbe saper morire…Poca è la stima che si nutre, in generale, per i figli di Partenope, considerati truffatori, ladri, indolenti, sfruttatori e quant’altro in negativo: a questo quadro, di già fosco, si aggiunge ora anche il marchio della codardia, della viltà, della cecità morale più becera! Peccato, veramente peccato: per le vittime, per i loro congiunti, per quella fetta di mare sull’orlo di un disastro ambientale, per quella nave agonizzante tra le onde, per lo stesso Schettino, che ha perso l’occasione di essere un eroe, cogliendo invece la più triste delle opportunità per rivelarsi un uomo indegno della sua divisa, del suo ruolo e di una terra che, in un passato non lontanissimo, ha generato eroi di altro stampo, di altra razza, di altro lignaggio, quale fu, ed è forse solo uno dei possibili esempi, Salvo D’acquisto: che dirà, dall’alto della sua santità, il coraggioso carabiniere offertosi come vittima sacrificale per salvare degli innocenti dalla furia nazista? Probabilmente verserà qualche lacrima e pregherà per l’indegno comandante, provandone pietà…

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T ER Z A PAG I N A

Tempi moderni Perdita dell’Etica: conseguenza del liberismo estremo. di Tommaso Arcella

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uò il progresso tecnologico e il libero mercato garantire la serenità di un futuro migliore? Nell’immediato dopo guerra la risposta sarebbe stata inequivocabilmente “sì” e le aspettative sarebbero state evidenti di lì a qualche anno. Oggi la risposta, verificata da alcuni studiosi, (tra i quali Zygmut Bauman) invece è stata negativa e ciò è stato provato in particolare nell’ultimo decennio con la globalizzazione del mercato. Il “progresso” non è più sinonimo di serenità e sicurezza ma: minaccia di cambiamenti repentini e inesorabili che procurano affanni e incertezze, in special modo nella finanza pubblica e di ritorno, in quella privata. I progetti sia personali che aziendali non possono essere più a lungo termine. Essi si limitano ad obiettivi di breve durata che si sovrappongono l’un l’altro trasversalmente e senza legami apparenti, in completa assenza di obiettivi verticali. In questo contesto si afferma una società senza più certezze, con le caratteristiche della “Società liquida”, caratterizzata da repentini cambiamenti di modelli di vita, di forme sociali e prospettive individuali, alimentando così quella “dere-

gulation” che sfocia nell’illegalità consueta, accettata normalmente dalle masse e vissuta con rassegnazione dalla società, anche se, a volte, i suoi effetti non sono di facile individuazione. Grande influenza ha, in questo cambiamento, l’assenza quasi totale di rapporti tra “potere economico e politica”, dovuto alla mancanza di controllo e diminuito potere decisionale dei governanti, delegando, per tali prerogative, enti privati: banche, multinazionali ecc.. In questo modo il terreno di confronto non è più la politica ma la forza del mercato, che

per le sue note caratteristiche capricciose e imprevedibili, sono assimilate al profitto individuale o aziendale che ne scaturisce. Il mercato senza frontiere diviene la forza trainante per l’ingiustizia e per il nuovo disordine mondiale. Esso, per la sua specifica competitività volta all’aumento del “dividendo”, non si occupa della sostenibilità sociale e ambientale, salvo poi a verificarne i suoi effetti negativi dopo alcuni decenni quando, ormai il problema non riguarda più le generazioni presenti ma quelle future che dovranno, se potranno, correggere la rotta. In questo

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modo la società perde la sua “struttura costitutiva”, divenendo una “rete” d’interscambi globale, dove le guerre si combattono a suon di azioni quotate in borsa”. Quelle con le armi, di supporto al potere finanziario, invece sono occultate dai mass-media. Si ha come naturale conseguenza, la perdita del concetto di “collettività” e quindi del valore dell’Etica stessa. Alcune conseguenze: la metà del commercio globale va a vantaggio di appena 22 paesi che ospitano il 14% della popolazione mondiale. Mentre i 49 paesi più poveri, dove vivono l’11% della popolazione riceve solo lo 0,5% del prodotto globale che è quasi l’ammontare del reddito dei 3 uomini più ricchi del mondo. In questa società “flessibile” dal futuro incerto, si moltiplica la “paura” (che è anch’essa un business) della perdita dei privilegi, alimentando la “sindrome della formica” e rafforzando quel circolo vizioso dell’accumulo all’infinito che incrementa la disparità sociale. Concetto base che alimenta a sua volta il terrorismo globalizzato e quindi si ritorna in circolo come il cane che si morde la coda. Ne scaturisce evidente il fallimento del sistema sociale tanto decantato in occidente ed esportato quasi in tutte le società globalizzate, contaminando quel residuo di concetto di “comunità” ancora esistente in alcune popolazioni che, per mancanza di fonti di sfruttamento del suolo, sono rimaste ancora fuori dal citato circuito usurante. La domanda è: c’è un altro sistema sociale sostenibile, “equo e solidale” che tenga in giusta considerazione il rapporto etico, socio- ambientale? Gli studi ci sono, sta ai potenti della terra provare ad applicarne le teorie, prima di arrivare al punto di non ritorno.

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CONTEMPORARY

Tutto quanto fa spettacolo! Noi restiamo qui... da “Made In Sud” al Teatro Cilea di Napoli. di Rosa e Concetta Alvino

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on si può non definire un grande successo quello riscosso al Teatro Cilea da tutto il gruppo di comici napoletani di “Made In Sud”. Lo spettacolo intitolato “Noi restiamo qui”, iniziato il 13 gennaio e in replica fino a domenica 22, ha visto sin ad ora il tutto esaurito, divertendo ed entusia-

smando ogni sera la platea di spettatori. La “pièce” - nata da un testo e un’idea di Nando Mormone, talent scout di tanti comici partenopei, ormai conosciuti a livello nazionale (uno su tutti, Alessandro Siani) - vede come padroni di casa Gigi&Ross (tra l’altro già protagonisti di Colorado, Mai dire….), Fatima Trotta e tutti i comici del Teatro Tam di Napoli. Lo spettacolo nasce da un luogo comune, ormai alimentato dagli stessi partenopei, secondo cui a Napoli va tutto male e non c’è alcuna speranza di migliorare. E invece con “Noi restiamo qui”i nostri comici ci raccontano come sia possibile rimanere in questa terra controversa, contraddittoria, piena di problemi ma ancora fucina di creatività, talenti, artisti e poesia. In questa ventata di nuova comicità non possiamo fare a meno di segnalare i divertentissimi “Due per Duo” che, con il loro sketch, ironizzano sull’abusato stereotipo dei poliziotti da fiction “ modello Ris”, o Alessandro Bolide che irride

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il desiderio ormai comune dei giovani d’oggi di vedere coronati i propri sogni di popolarità grazie alla partecipazione al reality più famoso d’Italia. E poi ci sono gli Arteteca, il “monologhista” Ciro Giustiniani, i Doppia Coppia, Enzo & Sal, con il loro “ incazzatore personalizzato”, Ivan e Cristiano che con una raffinata ironia ci raccontano

una strampalata “Fila dove gli opposti si attraggono”. Ed ancora: Mariano Bruno e Pasquale Palma con il suo intramontabile Vivo d’Angelo, Gino Fastidio, I Malincomici, Mino Abacuccio e Gianni Marino. Una serata all’insegna dell’allegria, un’occasione per riflettere sorridendo: insomma una bella trovata che da merito a chi investe nella creatività e nei talenti di questa terra.

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RUBRICA MEDICA

Vaccini pediatrici Istruzioni per l'uso. A cursa della Dott.ssa Rossella Pace

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vaccini sono gli strumenti più efficaci per proteggere gli individui dalle malattie infettive virali mediante la stimolazione di un meccanismo di difesa completamente naturale. Sono composti da virus o batteri vivi ma “attenuati” o comunque uccisi, cioè “inattivati”, o in ogni modo costituiti solo da parte di essi, che una volta all’interno dell’organismo ne stimolano le difese immunitarie proteggendolo così in modo efficace e duraturo sia dall’infezione che dalle sue eventuali complicazioni. La vaccinazione permette una protezione individuale e collettiva: maggiore è il numero di bambini vaccinati, minori sono le malattie corrispondenti in grado di disseminarsi in una popolazione e dunque queste malattie diventano sempre più rare. Grazie all’avvento delle vaccinazioni nei paesi sviluppati, malattie gravissime quali tetano, poliomelite, difterite sono praticamente scomparse. Le vaccinazioni obbligatorie per i neonati e bambini sono quelle contro: • la poliomielite • il tetano • la difterite • l’epatite virale B - Difterite: La vaccinazione consiste in tre dosi da somministrare nel primo anno di vita (al 3°, 5° e 12° mese), seguite da due richiami a 5-6 anni e tra gli 11 e 15 anni. - Tetano: La vaccinazione è costituita da 3 dosi come per la difterite (al 3°, 5° e 12° mese), seguite da due richiami. Il primo avviene al 6° anno, il secondo invece a 14 anni. - Poliomielite: la modalità di somministrazione del vaccino rimane la stessa di quella per la difterite e per il tetano: le prime 3 dosi al 3°, 5° e 12° mese di vita. Per il richiamo bisogna aspettare il 5°-6° anno di vita. - Epatite B: per i bambini nati da madri HBsAG negative si somministrano tre dosi di vaccino al 3°, al 5° e al 12° mese di vita. Nei bambini nati da madri infette, HBsAG positive, invece si somministrano 4 dosi: una entro 12-24 ore dalla nascita insieme alle relative immunoglobuline e poi successivamente al 1°, 2° e all’11°-12° mese di vita.

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Effetti collaterali. Come tutti i farmaci anche i vaccini possono causare effetti indesiderati, ma questi sono, nella maggior parte dei casi, di lieve entità e transitori, consistendo per lo più in febbre (generalmente inferiore ai 39°C) e reazione infiammatoria nel punto di inoculazione (rossore, gonfiore, dolore al punto d'iniezione): tali effetti collaterali possono essere agevolmente trattati e prevenuti con antinfiammatori ed antipiretici. Queste reazioni appaiono in genere 24 a 48 ore dopo la vaccinazione e scompaiono rapidamente. Delle convulsioni febbrili possono sorgere in caso di febbre alta: è quindi importante controllare la temperatura del bambino dopo la vaccinazione. In rarissime situazioni, in bambini predisposti, può avvenire una reazione allergica a certi componenti del vaccino. In genere si manifesta con un rossore generalizzato della pelle e/o prurito. Reazioni severe, come uno shock anafilattico, sono estremamente rare. In tempi passati si è fatto spesso riferimento ad un presunto rapporto tra sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS) e vaccinazione antidiftotetanopertossica (DTP). Approfonditi studi scientifici ed epidemiologici hanno smentito con sicurezza l’esistenza di qualsiasi rapporto tra tali eventi. La SIDS può essere in effetti dovuta a più cause, tra cui la posizione sbagliata in cui viene fatto

dormire il bambino, ma la causa principale sembra ormai accertato essere dovuta al alterazioni del ritmo cardiaco Le vaccinazioni che in Italia sono raccomandate ma non obbligatorie per i nuovi nati sono: • contro il morbillo • contro la parotite • contro la rosolia Questi tre vaccini sono combinati tra loro e la somministrazione della prima dose avviene tra il 13° ed il 15° mese di vita, anche contemporaneamente alla terza dose delle vaccina-

zioni previste nel primo anno di vita. È raccomandata la somministrazione di un’ulteriore dose a 11-12 anni. • contro la pertosse (somministrato insieme alle componenti contro la difterite e al tetano (trivalente), al 3°, 5° e 12° mese di vita; il primo richiamo avviene a 5-6 anni, il secondo e ultimo a 14 anni) • contro le forme invasive di Haemophilus influenzae b (Hib).

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SPORT

CASAUREA, la vittoria più bella! Buona prova dei gialloblù che piegano 75-74 il Cercola. di Francesco Scalamogna

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er la quarta partita del girone di ritorno valida per il campionato regionale di pallacanestro di Serie C, la Casaurea soffre ed ottiene un’importantissima vittoria interna contro il Cercola, raggiungendola in classifica a 14 punti e lanciandosi con forza in zona play-off. Partita molto intensa e combattuta: da un lato, gli ospiti hanno a disposizione un quintetto ben assortito ed in panchina valide alternative; dall’altro, i casoriani possono contare sul calore dei propri sostenitori, accorsi in massa al Palazzetto. L’INCONTRO - Le cose si complicano sul finire del secondo quarto, prima della pausa: una bomba da 3 punti del Cercola porta al riposo le squadre sul 38-41. Alla ripresa, la Casaurea va prima sotto (minimo -7) ma si rialza e lotta, chiudendo il quarto sul 55-54. Ultimo quarto al cardiopalma. Una doppia bomba da 3 punti da vigore alla manovra casoriana, portandosi fino al massimo di +8. Il Cercola, che conta tra le sue file il forte Leu-

guen, non è squadra da arrendersi e si riesce a riportarsi in parità 73-73 a 35 secondi dalla fine. Ma è la Casaurea a tenere i nervi saldi ed infila l’ultimo canestro ad una manciata di secondi dalla sirena. Applausi ai nostri atleti, che hanno messo in campo cuore, anima e mente. A fine partita, abbiamo ascoltato i componenti societari. Coach Lanzano: ”Importante vittoria che ci permette di agganciare il Cercola in classifica. Abbiamo fatto grossi passi avanti, all’andata perdemmo di 28 punti. Il Cercola può contare su tanti elementi validi. Un plauso a Pasquale Di Febbraio, nostro pivot, che ha giocato con un bendaggio stringendo i denti. Dobbiamo lavorare molto sul profilo atletico. Ora ci aspetta una dura trasferta contro la capolista Senise, ancora imbattuta quest’anno.”. Franco Galdi, general manager: ”Partita vinta col cuore, che da morale e ci candida con merito in zona play-off. Partita innervosita da qualche errore arbitrale, a volte in vena esibizionistica, come l’allontanamento dal campo del nostro Presidente.”. De Rosa, direttore sportivo: ”Complimenti alla squadra per la vittoria. Stiamo proseguendo bene verso l’obiettivo posto ad inizio stagione, ossia una salvezza tranquilla. Dopodiché, potremo lottare con entusiasmo per un piazzamento in zona play-off.”. Prossimo impegno della Casaurea domenica 22 Gennaio in trasferta contro la corazzata Senise (Pz) per tentare l’impresa. Avanti Casaurea!

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Anno II - Numero 2 Domenica 22 gennaio 2012 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 18 gennaio 2012. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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