Il Giornale di Casoria

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Anno II - Numero 5 - Domenica 12 febbraio 2012

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - www.casacasoria.it - Distribuzione gratuita

Casoria e Arpino come Seveso?

BRUCI LA CITTÀ!


EDITORIALE

Bruci la città!

Casoria e Arpino come Seveso? di Giuseppe Storti

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ncora l’ambiente in primo piano. Ce lo chiede la gente. Giustamente allarmata dalla grave situazione ambientale del Territorio. Ho ritrovato la raccolta di articoli di cui mi fece dono un grande cinefotoreporter di Arpino: l’amico Enzo Savarese. Lo abbiamo ricordato domenica scorsa. Correva l’anno 1994. Arpino come Seveso , titolava “ Cronache di Napoli” il “pezzo” era di Enzo. E poi, altro articolo: Scorie Killer nelle campagne di Casoria, sempre su “ Cronache di Napoli”. Ancora: 1 ottobre 2004, sempre “Cronache di Napoli”: In via Capri cani morti e rifiuti fuorilegge. Cosa e’ cambiato da allora? Articoli di 20 anni e 8 anni fa. Già: vent’anni dopo: sembra il titolo di un romanzo di appendice di Dumas. Invece è l’eterno ritorno del sempre uguale. L’assassinio quotidiano del Territorio casoriano,nell’indifferenza generale, che ormai raggiunge livelli di degrado ambientale paragonabili solo a quelli di una città del Quarto mondo. Ancora dati allarmanti in materia di aumento di malattie oncologiche nell’area. Stavolta a darne diffusione è il Pascale. Polo ospedaliero specialistico in materia. Ecco i drammatici dati pubblicati in un articolo del Corriere del Mezzogiorno. “ In Campania si muore di cancro ben più che in altre regioni d'Italia. E in particolare Napoli e Caserta sono le due province dove in vent'anni si è registrato un incremento abnorme dei casi di mortalità. Non si parla più di semplici sospetti ma di dati resi ufficiali dall'Istituto Pascale, evidenziati nella loro drammaticità in una ricerca (fonte Istat) a firma del direttore scientifico dell'istituto, Aldo Vecchione, del direttore della struttura di epidemiologia e prevenzione, Maurizio Montella, e della dottoressa Anna Crispo. E la realtà emersa è talmente anomala da far ritenere che il problema sia legato anche a fattori ambientali, oltre che ad abitudini alimentari o a stili di vita a rischio. Secondo la 2

ricerca del Pascale, in provincia di Napoli si è avuto un incremento dei tassi di mortalità del 47 per cento per gli uomini e del 40 per cento per le donne; mentre a Caserta c'è stato un incremento del 28,4 per cento negli uomini, e del 32,7 per cento per le donne. Si registra in più «un aumento drammatico per alcuni tumori, in netta controtendenza non solo con i dati italiani ma anche con i dati registrati nelle altre province della regione Campania». Dunque, l'eccesso di mortalità, si configura come un problema sociale e ambientale, oltre che sanitario. «I risultati di questo nostro studio sono inquietanti — spiega Maurizio Montella —. Impossibile non interrogarsi sulle cause anche ambientali che hanno determinato questo incremento. Se sino ad oggi ci siamo mossi nel campo dei so-

spetti oggi il dato è ufficiale e non può essere ignorato». Proprio la ricerca riferisce che se « in Italia negli anni ‘80 la mortalità per tumore era più alta al Nord rispetto che al Sud, negli anni più recenti questo divario è fortemente diminuito a causa della stabilizzazione registrata al Nord e all'incremento del Sud”. Questo è quanto. Ormai il sospetto è diventato realtà. Ma vogliamo riferire anche di un reportage condotto nell’area più tartassata dai roghi tossici di rifiuti: quella tra Casoria e Afragola. Autore è il giornalista Free lance Mauro Pagnano. Pensate Cari Lettori, il collega ci ha detto che il suo reportage sarà visto in Inghilterra. Pagnano ha documentato con foto che pubblichiamo per gentile concessione, come la terra nella zona degli Ipermercati che sono a ridosso dell’Asse mediano fumava nonostante la pioggia. Ed anche nostri lettori ci segnalano che negli ultimi giorni: ci riferiamo a fine gennaio inizio febbraio, la terra vicino all’Ikea, ad esempio, nonostante la pioggia battente fumava, come se ci fosse una fumarola di un vulcano sotto. Una zona frequentata ogni giorno da centinaia, forse migliaia di persone. E’ chiaro che il degrado ambientale nella nostra città ha

raggiunto livelli insopportabili. Ecco cio’ che scrive Pagnano nel suo reportage: “Oggi, 29 gennaio 2012, abbiamo documentato il degrado e la devastazione nella zona Cantariello ai confini tra Afragola e Casoria. I Luoghi dove è partita la denuncia televisiva di 'Striscia la notizia' che ha determinato la messa sotto sequestro penale del vecchio sito abbandonato e mai bonificato. A due passi da IKEA e Leroy Merlin. Questa strada è attraversata da centinaia di macchine al giorno, tutto intorno centri di grande distribuzione come Ikea, Leroy Merlin, Dechatlon, Mediaworld ed un Maxicinema con tutte le attrazioni. Agli adolescenti hanno consegnato città di periferia invivibili e deprimenti...senza più un cinema di paese, senza un bar che non sia bisca da videopoker ed ora i nostri adolescenti "se la fanno" nei centri commerciali.. E la crisi dei rifiuti non passa più nei tg nazionali perchè forse il centro di Napoli è pulito.” Ciò che scrive la stampa locale da decenni, beccandosi anche le critiche di politici permalosi e privilegiati. Quanti morti ancora dovremo contare per far sì, che L’Ente Locale assuma i provvedimenti dovuti per garantire la salute dei cittadini? La priorità delle priorità è il degrado ambientale. Il resto è politica politicante. I cittadini vogliono sapere se l’aria che respirano è dannosa o meno per la salute. Non gli interessa sapere chi esce o chi entra dalla giunta. Qui è in gioco il bene più prezioso che c’è: la vita umana. Non ci può essere un “secondo tempo”. Bisogna agire ed in fretta: prima che sia troppo tardi!

è anche online!!!

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L'EVENTO

In piazza con le arance della salute Un mix di vitamine e umanità per contribuire ad un nuovo anno di ricerca sul cancro. di Rosa Davide

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e condizioni metereologiche per niente favorevoli, caratterizzate da forte vento, pioggia intensa, e neve non hanno fermato i volontari dell’AIRC, presenti in oltre duemila piazze d’Italia, per l’iniziativa “Le arance della salute”. “Mettiamo il cancro all’angolo”, questo lo slogan per l’evento, organizzato dall’associazione italiana per la ricerca sul cancro, in collaborazione con la regione Sicilia. Versando un contributo minimo di 9 euro, è stato possibile fare il pieno di vitamine, portando a casa 2.5 kg di gustose e salutari arance rosse di Palermo, e soprattutto inaugurare un nuovo anno di ricerca, per rendere il cancro una malattia sempre più curabile. Anche a Casoria, come da ben tredici anni ormai, è stato possibile partecipare all’iniziativa. Sabato 4 Febbraio sono stati allestiti in città due gazebo, uno

in Piazza Trieste e Trento e l’altro in via Principe di Piemonte. Il giorno seguente la raccolta delle donazioni per l’AIRC è proseguita nei pressi della basilica di San Mauro. Numerosi i cittadini provenienti dalle cittadine limitrofe (Afragola, Caivano, Arzano), dato che Casoria è stata l’unico comune dell’area nord di Napoli ad aderire all’iniziativa. Presenti al l ’appuntamento anche l’assessore alla cultura Luisa Marro, il sindaco Vincenzo Carfora, i Giovani Democratici di Casoria e qualche esponente del Partito Democratico. “Dobbiamo sostenere la ricerca, perché se viene diagnosticato un cancro in fase avanzata, è possibile anche guarire.” Queste le parole, piene di speranza, del primo cittadino e allo stesso tempo di un medico, Vincenzo Carfora. “La giornata delle arance unisce tutti, perché purtroppo il cancro entra in tutte

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le case. Anche se le porte sono ben chiuse, ci entra comunque. Occorre sostenere la ricerca per debellarlo e metterlo definitivamente all’angolo”. Queste le dichiarazioni di Gennaro Esposito, presidente del club socio-sportivo e culturale Enrico Berlinguer, al quale va il merito, di organizzare e rendere possibile l’iniziativa anche sul territorio casoriano da moltissimi anni a questa parte. Nella lotta contro il cancro, la ricerca rappresenta il punto primario dal quale partire per ottenere dei risultati concreti. Ma ciò che spesso si dimentica è che per ottenere gli stessi ed avere dell’ottima materia prima con la quale “agire”, vi è bisogno di fondi. Questi ultimi non vengono quasi mai resi disponibili direttamente dagli enti governativi ma sono il frutto di sponsor privati e beneficienza popolare. Inaspettatamente, dato il forte periodo di crisi economica, anche quest’anno la raccolta fondi ha raggiunto buoni risultati, numerosi infatti sono stati i contribuenti per una causa più che “giusta”. I fondi raccolti garantiranno la continuità dei progetti di ricerca già avviati dall’AIRC e consentiranno di avviarne di nuovi , selezionati da un Comitato tecnico scientifico insieme a ben 350 scienziati stranieri.

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I L FAT T O

EMERGENZA FREDDO: disagi per le gelate notturne Allarme meteo, a detta del comune “Nessun pericolo per Casoria”. di Daniela Devecchi

Un freddo paralizzante”, così è stato definito il rigido tempo invernale che ha colpito Casoria, così come tutta l'Italia, in questi ultimi giorni. Un clima da pieno inverno che ha paralizzato molti cittadini in casa, o impedito le normali faccende quotidiane. Nessuno più ci era ormai abituato, e a detta di molti anziani, questa rigida condizione, ricorda quasi i tempi di guerra. Peggio è che alcuni residenti non hanno abbastanza pressione per l' acqua calda e sono stati obbligati a lavarsi con secchi di liquido preriscaldato. Questi stessi abitanti, stiamo parlando soprattutto di quelli delle zone periferiche, hanno dichiarato che la causa di questo disagio è dovuto ad “accumuli di ghiaccio che si sarebbero annidati nelle tubature” e che avrebbero

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impedito la normale fuoriuscita di acqua calda, sicuramente utile per sopperire al forte freddo. Ovviamente si tratta solo delle classiche voci allarmati, ma non confermate. E stando alle dichiarazioni dell'addetto stampa del comune, Paolo Borzillo, l' allarme a Casoria, diversamente da quanto accaduto in molte altre zone della Campania, è praticamente nullo. “Siamo in una fase d' allerta tre- ha affermato convintoil gelo ci sarà soltanto per pochi giorni. Si teme grande freddo durante le ore notturne, ma per ora non c' è ancora il pericolo neve - prosegue- comunque non staremo certo con le mani in tasca ad aspettare. Il nucleo di protezione civile all'interno del comando di polizia municipale, sarà messo in allerta per qualsivoglia situazione di emergenza, è stata fatta una grossa scorta di sale nel caso ci fosse formazione di ghiaccio per le strade, di più in queste ultime ore ci

occuperemo di monitorare i senza tetto e soprattutto la situazione nel campo Rom in via San Salvatore.- continua, calmando gli animi più inquieti, - Non sono previsti black out, il freddo non dovrebbe toccare temperature ancora polari come invece successo in altre aree interne della Campania. Comunque, per impedire situazioni di disagio, i volontari si sono muniti di attrezzature d' emergenza che servirebbero a ripristinare la corrente, nel caso ci fosse bisogno nei centri d' emergenza tipo gli ospedaliconclude sempre tranquillizzando i più ansiosi- ma per ora si tratta solo di misure cautelative. Il freddo polare a Casoria, non dovrebbe proprio arrivare”. Dunque nonostante i timori, sembra proprio che la città del napoletano si trovi in una “botte di ferro”, anche se alcuni casoriani, non la pensano proprio così. Ci sono ancora tante persone spaventate, e che hanno timore che una gelata possa fare scoppiare delle tubature già vecchie e “traballanti”, peggio ancora che la cosa stia già avvenendo. Che sia vero o meno, dal comune nessuna allerta, e per ora ancora alcuna situazione di disagio. Ma è solo a pericolo passato che si potrebbero eventualmente ”tirare le somme”.

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IL CASO

Casoria come Rio de Janeiro

MA PER LE FAVELAS!!! Ai margini della nostra cittadina stanno aumentando le baraccopoli. di Luca Scialò

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asoria somiglia sempre più a Rio de Janeiro. Non per lo splendido mare, le ampie spiagge, le feste allegre e interminabili a colpi di samba, il mitico Stadio Maracanã (sul nostro desolante San Mauro tra l’altro abbiamo già parlato) o le donne prorompenti. Bensì, per le baraccopoli che stanno proliferando ai margini del nostro territorio, le quali somigliano ai poverissimi quartieri brasiliani che fanno da triste contraltare agli immensi grattacieli destinati ai turisti. Ma qui non abbiamo nemmeno quelli. Le baraccopoli più evidenti sono tre. Una visibile partendo dal centro di Casoria, imboccando la Circumvallazione esterna e uscendo alla prima uscita utile per Casoria; quella che per intenderci sbocca su Via Taverna rossa, prima del ponte. Rampa tra l’altro pericolosissima, perché a doppio senso benché stretta e con scarsa visibilità. A que-

sti fattori già di per sé ostici, occorre aggiungere il pericolo rom ai margini della strada. Già perché l’automobilista può ritrovarsene qualcuno che cammina tranquillamente sul ciglio della strada. Ma oltre a questi inusuali pedoni, si noteranno anche i rifiuti che dalla baraccopoli sconfinano fin su la strada. Uno spettacolo degno delle peggiori favelas brasiliane o dei degradati quartieri della poverissima Manila. Un altro campo rom lo si intravede uscendo dalla Circum. direzione Decathlon. Anche qui i pericoli e lo scenario raccapricciante sono quelli di cui sopra. La vicinanza con il campo rom è così prossima che l’automobilista ha l’impressione di finirci dentro. L’ultimo – andando a memoria, magari il lettore ne conosce altri – si trova all’uscita dell’asse mediano ai confini con Afragola. Un’uscita pericolosa anche per la zona degradata in cui ricade; non a caso, non pochi sono i casi di rapine subite a tarda notte. Il campo rom sta creando anche problemi di sicurezza alla vicina Ikea, che infatti ne vorrebbe lo smantellamento.

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La soluzione? Certo non quella della Francia, che negli ultimi due anni si è liberata dei rom deportandoli a mezzo aereo o, peggio ancora, tram. Metodi di nazista memoria, anche perché la stazione di partenza fu la stessa dalla quale partirono gli ebrei quasi 70 anni fa. Molto meglio invece quella del Sindaco di Bari Michele Emiliano. Dopo aver studiato i loro usi e costumi, le loro credenze, come dovrebbe fare ogni amministratore locale prima di affrontare determinate questioni sociali, l’amministrazione comunale barese ha messo a disposizione della comunità Rom un'area di proprietà del Comune, il Quartiere Japigia (circa 10 mila mq), dotandola di acqua e luce elettrica, per evitare l'uso di fiamma viva causa di innumerevoli tragedie nei campi. Ha permesso altresì che i bambini e le bambine andassero a scuola, inserendoli in progetti specifici che coprono anche le spese per il materiale didattico e prelevandoli con scuolabus del servizio scolastico, sottraendoli così allo sfruttamento minorile. Per quanto concerne gli uomini, le politiche di integrazione volute dall’amministrazione comunale hanno favorito la costituzione di una cooperativa di lavoro. Ma qui siamo a Casoria e non ci aspettiamo certo siffatti provvedimenti. Tutt’al più potremmo chiedere all’amministrazione locale di installare segnali di “pericolo uscita rom”. L’ironia e la fantasia a volte sono più efficaci della politica latitante.

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ARPINO

Attenzione alla vostra SPAZZATURA! Attentato alla privacy e degrado della dignità umana. di Raffaella Battinelli

La via della vergogna” è così che è stata definita via Circumvallazione esterna Napoli, arteria che unisce il capoluogo al comune di Casoria. Uno scempio per i casoriani e chi transita per la zona:infatti ai lati come al centro della strada da anni ormai, sempre i soliti “barbari” così definiti dalla popolazione, scaricano veramente di tutto. In più di un' occasione gli automobilisti per passare hanno fatto un vero e proprio slalom tra sacchetti e spazzatura d' ogni genere. Spesso la robaccia schiacciata rende il manto stradale ancora più scivoloso con il rischio di incidenti già avvenuti, anche se di lieve entità. C'è di peggio: proprio al lato della via in questione campeggia una piccola “baracca abusiva” occupata da rom che sopravvivono tra ratti e sporcizia. Non poche le persone che, lamentandosi dell'abominio stradale hanno dichiarato di avere evitato di investirli soltanto per un colpo di fortuna. Secondo alcune indiscrezioni,

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ancora non confermate, sarebbero proprio gli extracomunitari la causa dello scempio paesaggistico: i residenti infatti hanno affermato che loro stessi per vivere prelevano sacchetti o spazzatura di vario genere da altri bidoni, per poi selezionare il materiale e rilasciare ciò che non serve lungo l' arteria incriminata o ai margini di essa. Questa è ovviamente una voce di popolo “suffragata da alcune testimonianze”, ma ancora non confermata. Per gli abitanti, sopportare una

situazione del genere superata ormai l' epoca dell'emergenza rifiuti e con una differenziata che cammina per bene nella città, è diventato un fatto insostenibile. Tutti quelli che percorrono la strada abitualmente hanno affermato di dovere circolare a “passo d' uomo soprattutto nei giorni di pioggia” o, cosa più spiacevole, di essere costretti a sop-

portare l' insopportabile puzza che viene da via Circumvallazione soprattutto quando qualche sacchetto viene dato alle fiamme. Una situazione che, quanto pare il comune di Casoria, sta cercando di contrastare da tempo, senza purtroppo trovare una soluzione definitiva. Secondo le dichiarazioni di Pasquale Tignola, assessore all'ambiente al comune di Casoria:”Abbiamo notato certo il fatto, la sporcizia che c'è in via Circumvallazione è una cosa che stiamo vagliano da tempo- prosegue- sfortunatamente il fatto non sarebbe di competenza del nostro comune in quanto la via in questione appartiene a Napoli. Proprio di recente abbiamo messo a punto un protocollo con gli altri comuni con un progetto che prevede una cooperazione con le cittadine limitrofe proprio per cercare di intervenire in queste aree che appartengono ad altri centri ma che comunque sfociano in cittadine vicine. - conclude- la risposta arriverà a breve. Contiamo anche nei prossimi mesi. Una volta siglato l' accordo cercheremo anche di intervenire sul tema sicurezza e probabilmente si cercherà di aumentare la vigilanza ambientale soprattutto in questi territori ad alto rischio. Al momento purtroppo dobbiamo aspettare. Ma a breve ai trasgressori non daremo scampo”.

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ARPINO

Arpino: PERIFERIA DI KABUL Allarme tra i residenti per gli incendi di rifiuti. di Giuseppe Storti

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a gente non ne può più. E’ una vera e legittima psicosi. Gli incendi quasi giornalieri che vengono appiccati nella zona di Lufrano appestano l’aria e i sogni dei residenti nell’altra città. Arpino è una zona devastata per quanto riguarda l’ambiente. I cittadini si improvvisano fotoreporter e documentano gli incendi con foto e video. La sorveglianza dei vigili ambientali è una goccia nel mare. Infatti incendi a parte sul territorio si sversa di tutto. Ed i rifiuti nocivi, uniti allo sviluppo di diossina genera-

ta dagli incendi è una miscela fortemente dannosa per la salute umana. Ma lasciamo spazio alla testimonianza di una residente di Via Arpino, che da tempo denuncia lo scempio ambientale della zona ed i ripetuti incendi che si sviluppano nel proprio quartiere. “Io abito alla frazione di Arpino in zona via Arpino la puzza di bruciato si sente a tutte le ore del giorno, se non bruciano a prima sera iniziano a bruciare alle 4 del

puzza di bruciato mi fa svegliare alle 4 del mattino. Molte volte devo dormire anche in estate con il caldo con porte e finestre chiuse, se non muoio per la puzza, muoio per il caldo devo scegliere quale morte è migliore. I roghi tossici sono visibili da via Garibaldi ad Arpino e vicino via Lufrano”. Fin qui la testimonianza della Signora Maria Cristina Landri, che ringraziamo anche per le foto che ci ha inviato e che qui di seguito pubblichiamo,

mattino. In estate quando per il caldo sono costretta a dormire con la finestra aperta per il caldo molte volte rimango sveglia per l’intera nottata, perchè questa orrenda

sperando che si ponga finalmente rimedio a questo scempio della legalità ed a questo quotidiano attentato al diritto alla salute di Arpino.

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AT T U A L I TÀ L O C A L E

“La vita è un gioco, giocalo!”

L’oratorio di San Benedetto celebra la “giornata della vita”. di Valentina Nizzardo

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osa avete fatto la scorsa domenica? Molti hanno celebrato la “Giornata della vita” istituita nel 1979 da Papa Wojtyla, giunta alla 34° edizione. Il tema previsto per questa edizione è stato: “Giovani aperti alla vita”. Essendo chiamati in prima linea, noi “giovani” ci siamo organizzati con innumerevoli attività in associazione con le diverse diocesi casoriane, per trasmettere a tutti il valore, fondamentale, della vita. Conferenze e riflessioni sono state alla base delle celebrazioni. In particolare il “Gruppo Giovani” della diocesi di San Benedetto ha riflettuto su un aspetto particolare della vita: il GIOCO! Altri argomenti sono stati affrontati e presentati, nella conferenza conclusiva, dagli altri gruppi dell’oratorio, della diocesi: il bullismo (rappresentato dai guantoni da pugile), il razzismo (rappresentato da una catena) e l’aborto (rappresentato da una culla vuota). Madre Teresa di Calcutta diceva “La vita è un gioco, giocalo!” ed è da questa frase che parte la riflessione sulla vita. Il gioco

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è una parte fondamentale della nostra infanzia e quindi della nostra vita. Giocando impariamo a socializzare, a condividere…..a vivere! Ecco come le due cose si legano. Sono imprescindibili l’uno dall’altra: se non si gioca non si impara a vivere e una vita senza gioco sarà un’esistenza, non una vita vissuta, goduta. Ovviamente la vita è il dono più grande che Dio ci abbia fatto quindi si deve “giocare la vita” ma non “giocare con la vita”. I due concetti sono diversi anche se possono essere confusi: chi gioca con la propria vita o con quella di qualcun altro, non l’apprezza ve-

ramente e spesso la butta via come fosse la cicca di una sigaretta. Molto spesso chi “gioca con la vita” è chi non ha giocato e non ha imparato a vivere, non ha litigato ed imparato a chiedere scusa, non ha imparato a rispettare le regole del “gioco”. Da piccolo è stato un Pasqualino viziato e prepotente che ha sempre rifiutato di giocare perché i genitori non gli hanno trasmesso il piacere del gioco, il piacere

dello stare insieme e dell’imparare a vivere. Dunque il significato della giornata della vita è proprio questo: insegnare a Pasqualino a “giocare”. Ma non solo a lui, a tutte le persone che non hanno giocato o che non vogliono giocare trasmettendogli il valore, l’importanza e la bellezza della vita dando l’esempio, essendo i primi a giocare la vita. Molti giovani, in ogni genere di situazione umana e sociale, non aspettano altro che un adulto carico di simpatia per la vita proponga loro, senza facili moralismi e senza ipocrisie, una strada per sperimentare l’affascinante avventura della vita. Solo una “vita giocata” ci permette di affrontare le difficoltà con serenità proprio come quando si è piccoli e si cade tantissime volte, alla fine ci si rialza sempre, perché la voglia di giocare (di raggiungere il gioco che si cercava di prendere prima di cadere) è più forte di tutto. Per insegnare a Pasqualino a “giocare” (per educare i giovani alla vita) occorrono adulti contenti del dono dell’esistenza, nei quali non prevalga il cinismo, il calcolo o la ricerca del potere, della carriera o del divertimento fine a se stesso ma il sorriso. Una frase emersa dalle riflessioni può sicuramente racchiudere il concetto vita-gioco: “Credi in te stesso, nelle tue possibilità e sorridi perché la vita è un gioco ma non c’è nulla di più serio”. Il monito della “Giornata della vita” è stato dunque: giocate la vostra vita ed insegnate a giocare!

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L'EMIGRANTE

Cambiare cielo, cambiare lavoro... ma soprattutto cambiare il sistema!

Riflessioni osservando il panorama imbiancato. di Edy Vitale

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he spettacolo l'Abruzzo imbiancato! Continua a fioccare su Notaresco, una coltre sempre più spessa di neve candida e soffice, che sembra avvolgerti in un freddo abbraccio. Ma il pensiero si libera e corre lontano verso luoghi diversamente affascinanti, ma soprattutto verso le persone che ami, così lontane, oggi addirittura irraggiungibili... e la tristezza ti prende, c'è una nota stonata, qualcosa di profondamente ingiusto in que-

sto "soggiorno obbligato", anche se dorato. E' il sistema che non funziona per il verso dovuto, il solito sistema fatto di raccomandazioni, padrini, furbastri e imbroglioni. Certo ripeti a te stessa che ami l'Abruzzo, la sua gente, la tua scuola e il tuo lavoro, ma che fine hanno fatto il diritto, la legalità?! Se il sistema resta questo, come si può sperare che le cose cambino in meglio?! E' lo stesso sistema che ha negato a te, dopo una laurea brillante e tanti stage e colloqui conoscitivi (superati però solo da "conosciuti"), di trovare lavo-

ro e di sentirti per questo uno sfigato. Non avendo gli agganci familiari di Martone che gli hanno consentito una così rapida, splendida e fissa sistemazione post-laurea, hai deciso con grande coraggio di rimetterti in gioco, di ricominciare daccapo, di riprendere in mano la tua vita e i tuoi sogni. Lo stai facendo in modo brillante, ma forse ci hai rimesso il cuore... Certo è vero quello che dice Monti : oggi bisogna cambiare sempre più spesso cielo e lavoro, ma intanto non sarebbe meglio darsi da fare per cambiare il sistema?!

L'EVENTO

Il Giornale di Casoria a “Filo Diretto” Ritorna la nota rubrica sportiva che dà voce ai tifosi! di Francesco Scalamogna

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opo il successo dello scorso anno, ritorna “Filo Diretto”, nota rubrica dedicata al Calcio Napoli. Il programma è condotto dal giovane giornalista sportivo Francesco Manno ed andrà in onda ogni martedì dalle 19 alle 20.30 su RTN Tv (canale 178 del digitale terrestre e 5178 di Sky). La visione del programma è anche disponibile in streaming sul sito www.rtntelevision.com per tutti gli amanti del calcio sparsi per l’Italia e nel mondo. La regia è curata da

Genny Puca, le riprese sono di Daniele Pontone e Giuseppe Scipione. Ospite in studio per la prima puntata Francesco Scalamogna, collaboratore del Giornale di Casoria che segue le vicende del Calcio Napoli. Segreto del successo nonché vero protagonista della trasmissione il pubblico da casa. Infatti, il programma da l’opportunità agli spettatori di interagire in diretta ponendo domande e riflessioni legate all’ambiente azzurro componendo il numero 081-19661337. Moltissime le chiamate pervenute in redazione, anche dall’Inghilterra e dalla Germania. Temi trattati in studio: il pareggio del Napoli contro il Milan; la semifinale di Coppa Italia contro il Siena;

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l’avvicinarsi degli ottavi di Champions League contro il Chelsea di Villas Boas ed il rialzo dei biglietti; limiti mostrati dal Napoli quest’anno verso le cosiddette “piccole”. Intervenuti in diretta anche i noti giornalisti sportivi Nello Odierna ed Angelo Grande. Un mix vincente di professionalità e passione per essere sempre aggiornati e fare il punto della situazione in casa Napoli. Complimenti all’intero staff televisivo per aver messo su una rubrica sportiva sul Calcio Napoli efficace, concreta, che parte dalla voce dei tifosi e si arricchisce delle opinioni degli addetti ai lavori. Come suol dirsi in questi casi, ad maiora!

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CASORIA NELLA STORIA

DOMENICO CIRILLO: eroe della Repubblica Napoletana del 1799 La vita dell'insigne scienziato casoriano. di Pasquale Di Petta

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ggi che nella nostra Campania e direi in tutta Italia i politici non brillano per virtù civili e morali, per dedizione alla patria ed al bene comune, è utile ricordare la modestia, lo spirito di sacrificio ed il valore del medico e patriota, Domenico Cirillo, cui è intitolata la piazza centrale di Casoria. I latini dicevano: <<Turpe est in patria vivere et patriam ignorare>> (E’ cosa turpe vivere in un territorio ed ignorarne la storia). Perciò bisogna squarciare il velo che il tempo stende sui personaggi e le vestigia del passato, per ritrovare l’orgoglio delle proprie radici ed avere la forza di lottare per la realizzazione di quei valori universali, come il bene, il giusto, il vero, il bello. E bene fece l’Amministrazione di Casoria, a suo tempo, a dedicare a Domenico Cirillo, uno fra gli uomini più illustri della Campania, la piazza più importante, sulla quale affacciano le due sedi del Municipio e dalla quale si dipartono le principali vie della città. Domenico Cirillo nacque il 10 aprile 1739 nella vicina Grumo Nevano da una famiglia di naturalisti e di medici. Si dedicò agli studi di scienze naturali e di medicina diventando professore di patologia medica e di botanica all’Università di Napoli ed all’Ospedale degli Incurabili. Scrisse molti libri ed alcuni furono tradotti in varie lingue. Si distinse nel campo della botanica, classificò varie specie vegetali dell’Italia meridionale e divenne direttore del Museo di Storia Naturale. Nei suoi “Discorsi accademici” ebbe la forza di criticare il degrado della classe medica e delle strutture ospedaliere. La sua indole nobile e caritatevole si rispecchia in questa lettera che scrisse il 3 luglio 1799 a Lady Hamilton: <<Io non feci altro che aiutare col mio denaro e con quello di alcuni amici caritatevoli il gran numero di poveri esistenti nella

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città. Indussi tutti i medici, i chirurghi e le associazioni ad andare in giro a visitare gl’infermi poveri, che non avevano la possibilità di curare i loro malanni>>. Ma questo personaggio è conosciuto soprattutto per aver aderito alla Repubblica Napoletana del 1799, quella rivoluzione che cercò di abbattere la Monarchia Borbonica, alla quale parteciparono i grandi intellettuali napoletani e che ebbe per motto <<L’Italia è una ed indivisibile>>, parole che ogni giorno furono scritte sul “Monitore”, diretto da Eleonora Pimentel De Fonseca, anche lei eroina e vittima della repressione dei Borbone. Questa Repubblica durò solo 144 giorni in quanto non fu appoggiata dal popolo perché non vi trovò una risposta concreta alle proprie esigenze. Fu una Repubblica di intellettuali animati da grandi principi, ma la plebe analfabeta ed affamata non era matura per assecondare lo spirito di libertà ed il razionalismo dei patrioti. Domenico Cirillo vi ricoprì la carica di presidente della commissione legislativa che le fu affidata dal commissario civile francese Abrial. Quando ricevette l’investitura rispose: <<E’ grande il pericolo, e più grande l’onore; io dedico alla Repubblica i miei scarsi talenti, la mia scarsa fortuna, tutta la mia vita>>. Dopo breve tempo, però, la Repubblica fu soffocata nel sangue e Ferdinando IV di Borbone tornò sul suo trono. I patrioti furono condannati a morte e tra questi anche Domenico Cirillo, il quale fu detenuto in Castel Nuovo ed in Castel Sant’Elmo. Data la sua grande fama di scienziato, gli fu concessa l’opportunità della grazia se avesse rinnegato il suo ideale repubblicano e giurato fedeltà alla corona borbonica. Egli rifiutò e fu giustiziato il

29 ottobre del 1799 con l’impiccagione in piazza Mercato a Napoli insieme con Mario Pagano, Ignazio Ciaia e Vincenzo Russo. Tre giorni dopo, i corpi senza vita del medico grumese e dei suoi compagni di sventura penzolavano dal patibolo di Largo del Mercato. Le cronache del tempo raccontano che Domenico Cirillo non ebbe paura del patibolo: <<Andò dritto con berrettino bianco e giamberga lunga di color turchino, con intrepidezza e presenza di spirito. Montò sulla scala infame con il sorriso sulle labbra e la serenità sulla fronte>>. Grumo Nevano, suo paese natale, gli ha dedicato una scuola, una statua nella piazza centrale ed il corso principale. La città di Bari gli ha intitolato il Convitto nazionale ed Aversa (CE) il Liceo Classico. Hanno scritto di lui il famoso scrittore francese, Alessandro Dumas, lo storico, Pietro Colletta, il filosofo, Benedetto Croce, e tanti altri studiosi, per ricordare le sue grandi doti di mente e di cuore e, soprattutto, la sua passione morale e civile, che animò la sua figura di ardente e fiero patriota.

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C A S O R I A N I D ' I TA L I A

Vivere in un posto fiabesco

SOGNANDO CASORIA Casoriani al nord. di Alessia Mele

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uella sera guardavo fuori dal finestrino del treno, agitavo la mano in segno di saluto, e vedevo mio padre e mia sorella diventare sempre più piccoli; solo quando assunsero le sembianze di due minuscoli punti neri riuscii a far venire giù una lacrima e, quasi non feci in tempo ad accorgermene, che il vento se l'era già portata via. Diedi un'ultima sistemata alle valigie e mi accomodai al mio posto, frugai nella borsa in cerca del mio mp3,e sulle note di una vecchia canzone dei Pooh, iniziai a pensare a come sarebbe cambiata la mia vita una volta giunta in questa cittadina ancora sconosciuta. Mi avevano detto che era un posto bellissimo Riva del Garda ,che mi avrebbe sicuramente conquistato per la sua posizione geografica a ridosso del lago, per i monti che circondavano quell'immensa massa d'acqua confondibile col mare, per le piazze traboccanti di fiori, e per gli edifici antichi siti tra le vie del centro storico, nonché per l' invidiabile pulizia delle strade e il senso di

civiltà degli abitanti che la popolavano.Era tutto vero, ed ebbi la possibilità di constatarlo durante la mia "permanenza a tempo indeterminato". "Mi sembra un sogno" ripetevo tra me e me ogni volta che passeggiavo tra i viali alberati e silenziosi, scrivevo sui tanti pezzi di carta seduta in riva al lago che era come se fossi stata catapultata in una fiaba, il che mi compiaceva enormemente. Perché mi ci stavo già abituando. Puntualmente però, un senso di rabbia e impotenza prendeva il sopravvento su quei pensieri così candidi e liberi. Io non ci sono nata in questo luogo, sono solo ospite di queste montagne, di questo incanto! Perché non posso vivere la mia fiaba nella mia terra? Perché sono stata "costretta" a lasciare un pezzo del mio cuore da un' altra parte? Perché nella mia casa d'oro, l'oro non c'è più? Già… perché io sono nata nell'inferno, per coloro che il mio "inferno" in realtà non

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hanno mai visto ne vissuto. Ma va bene così, certe concezioni sono giuste e comprensibili se appartengono a chi è nato in "paradiso". A distanza di quattro anni, ogni volta che sento il bisogno di mettere a tacere l'ira che mi ribolle dentro, chiudo gli occhi e passeggio sul pontile immaginando di camminare a Mergellina, respiro a pieni polmoni e in quegli istanti mi sembra quasi di percepire l'odore del mare, di vedere il sole che batte sui vetri della finestra della cucina di casa, riesco persino a intravedere mia madre che prepara il pranzo della domenica a base di pesce e mio padre che legge il giornale seduto in poltrona poco distante da lei. Ma è solo immaginazione. Perché il sistema delle cose mi ha lasciato solo questo. Avrei tante altre cose da aggiungere, ma quella che mi preme di più esplicare, è rivolta ai giovani che si sono trovati nella mia stessa situazione, in particolar modo ai miei compaesani: non arrendetevi mai, lottate per la vostra realizzazione, sgomitate per esaudire i vostri sogni, condannate e combattete coloro che cercano di annientare i vostri propositi per il futuro. Perché ci siamo sentiti abbandonati ,e talvolta ci siamo lasciati andare maltrattando noi stessi e la nostra città, per troppo tempo. L'unione fa la forza ,e anche da lontano si può contribuire, perché come diceva qualcuno, è la goccia a fare il mare. Ovunque voi siate in questo preciso istante, portate in giro per il mondo la Casoria Bene, fate in modo che la gente si ricordi di voi come un frutto fresco e saporito, non come il prodotto di un albero malato. Io intanto, mi preparo e spero...non sia mai che tra qualche tempo arrivi la telefonata di papà. "Ce l' abbiamo fatta. Torna a casa."

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IL CASO

Il nostro bestiario quotidiano Gaffe, errori, fraintendimenti ed altro degli studenti del nostro tempo. di Margherita De Rosa

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i strafalcioni ed errori è straripante il fiume dello scibile degli studenti di ogni epoca, ma sarà che oggi essi sono ipersollecitati da mille interessi, sarà perché la deconcentrazione regna sovrana, sarà certamente anche colpa imperdonabile di alcuni argomenti di studio, ma ci tocca prendere debitamente atto che le improprietà, per così dire, si moltiplicano vertiginosamente e “democraticamente”, nel senso che nessuna disciplina può ritenersi esente da quello che, spesso, si trasforma, malgrado le buonissime intenzioni dei ragazzi, in una comunicazione esilarante ed involontariamente originale: e non si pensi che tali manifestazioni siano solo limitate all’espressione orale, poiché questo sarebbe il male minore, in quanto “verba volant et scripta manent”: ma non è così, infatti è proprio negli scritti che i nostri pargoli, ma non troppo, si “immortalano”, facendo sfoggio di tutta la loro insipiente distrazione ( e così dicendo, mostriamo di avere nei loro confronti un grande riguardo)… partiamo dunque da ciò che resterà indelebile in quanto “inciso” a colpi di inchiostro in qualche elaborato non proprio brillante: si procede da “ vita duran duran” a “ così parlò Mao Zedong”: beh, opinerà qualche lettore, potrebbe trattarsi di uno sgrammaticato riferimento ad un gruppo musicale celeberrimo negli anni ottanta? Eh no! Errore gravissi-

mo… nel primo caso, infatti, il solerte allievo intendeva riportare l’espressione legata alla durata dell’esistenza di un individuo, vale a dire : “vita natural durante”, e invece, il poverino, ignaro ed imprudente, è scivolato nel baratro della doppia ignoranza, musicale e letteraria…inutile riferire lo sconcerto dipinto sul volto del caro giovine allo svelarsi della dura verità: aveva sempre usato quest’espressione! Già, ma probabilmente e per fortuna, non l’aveva mai scritta, a meno che…ma evitiamo di spianare la strada a dubbi meschini e procediamo con il secondo caso: è pur vero che Mao Zedong e il filosofo, a cui probabilmente il non molto edotto fanciullo faceva riferimento, avevano qualcosa in comune, almeno dal punto di vista del credo ( o non credo) religioso, ma che poi Mao sia stato l’ideatore non della rivoluzione culturale cinese ma del ciclo dell’eterno ritorno pare un pochino azzardato affermarlo; eppure, per il discepolo amante della filosofia è proprio così: dire Zaratustra o Mao Zedong è la stessa cosa, forse la colpa è di quella maledetta “zeta”…ma veniamo a casi più inspiegabili, perché fin qui, sarà per una questione di consonanze, ma una prova d’appello la si potrebbe concedere allo studente troppo leggero in questioni storico-filosofiche; ecco, passiamo un attimo, e solo un attimo, lungo le strade della letteratura italiana: sapevate che Dante è stato l’ideatore della corrente stilografica? No ? Ah, cosa gravissima! Pensavate che avesse a che fare con la corrente stilnovistica? Arretrati e retrogradi, non c’è che dire: aggiornatevi! Dante, nella sua lungimiranza, ripudiò la piuma d’oca per farsi portatore di una nuova era, quella della più elegante e raffinata stilografica, altro che donna angelicata e visioni paradisiache! Dunque, assodato quest’aspetto che i più grandi critici letterari ci hanno sempre

taciuto ( chissà poi perché ), procediamo con un ultimo esempio, ai limiti del turpiloquio: sapete che i Greci conquistarono una Troia? Ebbene, voi pensavate a guerre nobili, ad atti eroici per fare propria una città, una regione, un impero? E invece, i Greci, e forse tanti altri, si accontentavano di una donna dai facili costumi…questi e tanti altri i tesori nascosti nelle insospettabili conoscenze dei nostri giovani e dobbiamo renderci conto che, al cospetto di cotanta saggezza, non possiamo che prostrarci e chiederci che meriti abbiamo per meritare una così grande ricompensa: per il momento ci limitiamo ad appuntare tali “illuminanti” verità per trasmetterle a quanti erano convinti di possedere una discreta cultura poiché anch’essi facciano ammenda della loro presunzione e facciano propria la massima in base alla quale si impara “vita duran duran!” Arpino News

SPARTITRAFFICO DI VIA NAZIONALE DELLE PUGLIE: ARRIVA LA SEGNALETICA

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seguito delle ripetute segnalazioni del CODACONS-Casoria, l'ormai famoso spartitraffico "Killer" di via Nazionale delle Puglie che ha provocato tanti incidenti, l'ultimo pochi giorni fa, è stato finalmente dotato della giusta segnaletica. Soddisfatti solo a metà i responsabili della sede cittadina esortano le autorità competenti ad adottare i necessari provvedimenti per garantire la sicurezza del suddetto tratto stradale con l'adeguamento dei limiti di velocità, la semaforizzazione e la visibilità delle strisce pedonali, che in alcuni tratti addirittura vengono sbarrate dallo spartitraffico impedendo il passaggio a donne con carrozzine.L'efficienza della segnaletica di cui è dotata una strada è fra i principali requisiti per ridurre la frequenza e la gravità degli incidenti. CODACONS CASORIA-ARPINO

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L'EVENTO

Il centro “Giano” dell’ASL NA 2 nord Una risposta innovativa nella lotta alle nuove droghe e alle complicanze psichiatriche del poliabuso. Di Antonella Storti

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resso i locali adiacenti al Distretto Sanitario di Caivano, in via Santa Chiara, una traversa che si diparte perpendicolarmente dal Parco Verde, il Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell’ASL NA 2 Nord ha implementato una nuova Unità Operativa: il Centro Giano per la Doppia Diagnosi. Per Doppia Diagnosi si intende, da qualche anno a questa parte, la concomitanza, nello stesso paziente, di due patologie, la tossicodipendenza e il disturbo mentale. “La relazione di causa ed effetto tra queste due patologie –ci spiega il dr. G. Di Petta, lo psichiatra responsabile del Centro - non è ancora chiaramente documentata, quello che è certo è che i due disturbi, una volta instauratisi, conducono il soggetto verso una disabilità grave, innalzano il rischio di morte per suicidio, overdose o traumi, favoriscono l’emarginazione sociale attraverso un doppio stigma (tossico + malato di mente), e tutto questo si traduce in un in un destino di grande sofferenza personale, oltre che in un incremento di costi per l’assistenza pubblica. Si pensi solo ai ricoveri ospedalieri nei reparti di psichiatria, di ortopedia e traumatologia, di anestesia e rianimazione, o alla detenzione carceraria correlata a comportamenti devianti legati allo stato confusionale indotto dalle sostanze, o anche ai lunghi percorsi in comunità terapeutica, per non parlare delle invalidità permanenti. Gli esiti, in termini di sfacelo della vita personale, sono più drammatici quanto più l’intervento è in ritardo”. Questo fenomeno della Doppia Diagnosi è di recente emergenza, poiché legato alla profonda modificazione che si è avuta negli stili di consumo di stupefacenti nella società occidentale. Si è passati dall’eroina, che era una sostanza sedativa, quindi calmante, alla cocaina e alle anfetamine, che sono sostanze stimolanti. “Mentre le sostanze sedative addormentano –continua il dr. Di Petta - le sostanze stimolanti inducono stati di agitazione parossistica, deliri e allucinazioni, a volte anche in soggetti che non sono vulnerabili o predisposti. I quadri clinici che ne risultano sono solo apparentemente sovrapponibili a quelli descritti dalla psichiatria classica, e quindi, oltre ad essere difficilmente diagnosticabili, sono complicati da curare, an-

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che perché prevedono l’utilizzo combinato di terapia sostitutiva, con buprenorfina e metadone, e di terapia antipsicotica”. Il Centro Giano, inoltre, lavora molto sul piano dell’accoglienza e della riabilitazione, garantendo agli utenti un clima familiare e caloroso, con la possibilità di percorsi di sostegno psicologico individuale e di gruppo, di riabilitazione e una farmacoterapia razionale e centrata sui problemi tossicologici e psicopatologici della persona. L’équipe è composta, oltre che dal responsabile, da un altro medico psichiatra e da tre infermieri professionali, tre psicologi, due educatori, e da un’assistente sociale. Gli utenti del Centro trattati in regime diurno accedono al mattino e aderiscono ai programmi psicoriabilitativi, consumando insieme il pranzo. Per gli utenti non inseriti nel programma diurno, invece, è previsto un servizio di consultazione ambulatoriale, orientato alla diagnosi e alla terapia, che può essere farmacologica, psicologica o integrata. Il Centro Giano, allestito in ambienti confortevoli e funzionalmente studiati, è stato fortemente voluto dal Direttore del Dipartimento delle Dipendenze Patologiche dell’ASL NA 2 Nord, il dr. G. Di Lauro, il quale ha valorizzato e potenziato un’esperienza iniziata nei locali di Casavatore nel 2004 dal dr. V. D’Auria, Coordinatore delle Dipendenze dell’ex ASL NA 3. Entrambi i due dirigenti sono convinti, infatti, insieme al Direttore del Dipartimento di Salute Mentale dr. G. Perrino, in accordo con la letteratura internazionale sull’argomento, che il trattamento migliore della Doppia Diagnosi sia quello integrato, ovvero che centri l’assistenza in un unico luogo, senza sottoporre l’utente e la propria famiglia

ad un rimbalzo tra una struttura e l’altra, che spesso non riescono a lavorare in sinergia tra di loro, a discapito di tutto il percorso terapeutico. Questa esperienza innovativa dell’ASL Na 2 Nord è oggetto di forte interesse, in questo momento, di altre regioni italiane e rientra nel quadro di un rinnovamento complessivo di tutta la strategia di trattamento alle dipendenze patologiche da parte di questa ASL di recente costituzione, molto vasta, che va dall’hinterland a Nord di Napoli, compresi Casalnuovo e Acerra, fino al litorale flegreo e all’isola d’Ischia e che, oltre ai classici SerT, che si stanno aprendo, sul modello di Casavatore, ad un trattamento fortemente spinto in senso riabilitativo, mette in campo anche una Unità Operativa di Alcologia, con annesso Centro Diurno, la cui responsabile è la dr.ssa M. Vanni, e che è localizzato a Pozzuoli, presso il rione Tojano. Ci auguriamo che lo sforzo di tutti gli operatori delle Dipendenze impegnati lungo un territorio così vasto e problematico, grazie anche a questo tipo di strategie innovative messe in campo, aiuti tutti coloro che vivono la perdita della libertà che caratterizza ogni dipendenza patologica a sentirsi meno soli, ma soprattutto meno rassegnati ad un destino di emarginazione che oggi sembra essere assai meno scontato di ieri.

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RUBRICA LEGALE

Tutto cambia, anche la giustizia Soppresso il Giudice di Pace di Casoria, sarà accorpato a Napoli. a cura dell'avv. Gennaro Calvanese

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’articolo 1, comma 2, Manovra economica bis D.L. n. 138/2011 coordinato con Legge di conversione 14 settembre 2011 n. 148 ha delegato il Governo ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, al fine di realizzare risparmi di spesa ed incremento di efficienza, con l'osservanza dei seguenti principi e criteri direttivi: a) ridurre gli uffici giudiziari di primo grado, ferma la necessità di garantire la permanenza del tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno 2011; b) ridefinire, l'assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto: dell'estensione del territorio, del numero degli abitanti, dei carichi di lavoro, della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale, e del tasso d'impatto della criminalità organizzata, nonché della necessità di razionalizzare il servizio giustizia nelle grandi aree metropolitane; c) ridefinire l'assetto territoriale degli uffici requirenti non distrettuali, ferma la permanenza di quelli aventi sedi presso il tribunale ordinario nei circondari di comuni capoluogo di provincia alla data del 30 giugno2011; d) procedere alla soppressione ovvero alla riduzione delle sezioni distaccate di tribunale, anche mediante accorpamento ai tribunali limitrofi; e) prevedere la riduzione degli uffici del giudice di pace dislocati in sede diversa da quella circondariale, da operare tenendo in specifico conto, in coerenza con i criteri di cui alla lettera b), dell'analisi dei costi rispetto ai carichi di lavoro; f) prevedere che

il personale amministrativo in servizio presso gli uffici soppressi del giudice di pace venga riassegnato in misura non inferiore al 50 per cento presso la sede di tribunale o di procura limitrofa e la restante parte presso l'ufficio del giudice di pace presso cui sono trasferite le funzioni delle sedi soppresse; g) prevedere che, entro sessanta giorni dalla pubblicazione, gli enti locali interessati, anche consorziati tra loro, possano richiedere e ottenere il mantenimento degli uffici del giudice di pace con competenza sui rispettivi territori, anche tramite eventuale accorpamento, facendosi integralmente carico delle spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, ivi incluso il fabbisogno di personale amministrativo che sarà messo a disposizione dagli enti medesimi, restando a carico dell'amministrazione giudiziaria unicamente la determinazione dell'organico del personale di magistratura onoraria di tali sedi, entro i limiti della dotazione nazionale complessiva, nonché la formazione del personale amministrativo. E’ stato successivamente approvato lo schema di decreto Legislativo “Revisione delle circoscrizioni giudiziarie – Uffici dei giudici di pace” che prevede la soppressione prima, e l'accorpamento poi, di 674 uffici del giudice di pace su 846, con l'obiettivo di recuperare risorse, sia di giudici (1.944) che di personale (2.104), da ridistribuire sul territorio. Approvato prima di Natale, tale schema di d.l. – che rappresenta solo la prima tappa della nuova geografia giudiziaria relativamente alla distribuzione territoriale della magistratura onoraria – indica nel dettaglio gli uffici che saranno cancellati. Per quanto riguarda il circondario del Tribunale di Napoli sono indicati come soppressi il Giudice di Pace di Afragola, di Barra, di Capri, di Casoria, di Frattamaggiore, di Ischia, di Marano, di Portici, di Pozzuoli e di Procida, che saranno tutti accorpati al Giudice di Pace di Napoli.

il giornale di Casoria • Domenica 12 febbraio 2012

L’Editore, il Direttore e la redazione tutta del Giornale di Casoria, partecipano commossi al dolore della famiglia Iuliano per la scomparsa del Prof. Gilberto, ricordando la sua figura di letterato ed insigne professionista della città di Casoria.

è anche online!!! Anno II - Numero 5 Domenica 12 febbraio 2012 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 8 febbraio 2012. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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