Il Giornale di Casoria

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Anno II - Numero 23 - Domenica 24 giugno 2012

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - www.casacasoria.it - Distribuzione gratuita

ARRIVEDERCI a settembre ma...

...appuntamento sul web


EDITORIALE

ARRIVEDERCI a settembre ma... Appuntamento sul web. di Giuseppe Storti

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bbene sì! Duemila anno dopo, Scipione l’Africano ha di nuovo attraversato le Alpi. Ma stavolta non alla testa di carriaggi e truppe. Ma con eccezionali ondate di caldo africano che stanno mettendo a dura prova la resistenza degli italiani. Ci riferiamo, è ovvio all’anticiclone africano arrivato in Italia proprio come il generale Romano che sconfisse Annibale ed i cartaginesi risollevando l’onore dell’esercito romano dopo la rovinosa sconfitta di Canne. Insomma è giunto il momento di mandare in vacanza l’edizione cartacea del giornale. La vera novità quest’anno però è che l’informazione targata CASORIA non va in vacanza ma prosegue sul nostro seguitissimo portale web. Quindi niente commiati. Ma solo uno spostamento dal cartaceo all’etere. Naturalmente ad inizio di settembre riprenderemo regolarmente la pubblicazione dell’edizione cartacea con grosse e sostanziose novità che stiamo progettando e mettendo a punto. Quest’anno è passato in fretta. Insieme ad un pubblico sempre crescente di affezionati lettori e lettrici che ringraziamo. Gli amici edicolanti che parimenti ringraziamo, ci segnalano la grande richiesta di copie del Giornale in numero di gran lunga superiore alle copie che vengono distribuite. Ciò ovviamente è uno sprone a fare sempre meglio e di più. Non ci spaventano di certo le critiche: in verità poche e ben individuate. Dire la verità dei fatti, raccontare ciò che succede senza condizionamenti e servilismi dà fastidio a chi è abituato alle interviste “inginocchiate”. Noi: facciamo questo lavoro per passione. Per cui non dobbiamo mantenere nessuna posizione. Quindi, descriviamo la verità, nient’altro che la verità. Ma di sicuro non siamo e non vogliamo essere l’antipolitica. L’antipolitica

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nasce dalla malapolitica. Solo in Italia poteva capitare che un comico: con tutto il rispetto per Grillo potesse rischiare di diventare, con il suo movimento “5 Stelle” il primo partito in Italia. Non siamo e non vogliamo essere interlocutori della politica. Mai fatto gli assessori. E non ci dobbiamo candidare. Almeno continuando a stare con due piedi in una scarpa. Il giornalista è giornalista e basta. Non si possono servire due padroni. Non si può con una mano criticare e con l’altra raccogliere. Noi la pensiamo così. Tutto il resto, per dirla con le parole di una famosa canzone del Califfo: Franco Califano, è noia. La nostra scommessa è già vinta. A fine 2008 lasciammo la corazzata “CASORIADUE” in maniera autonoma, non avendo l’obbligo di farlo. Un settimanale condotto per otto anni e trasformato da 16 a 32 pagine, a 4 colori dal bianco e nero. A dispetto di chi pensava che quel giornale storico dovesse morire. Ed invece è diventato un format di successo. Due anni dopo: fondare un nuovo giornale dal nome della nostra amatissima città, farlo decollare,costruire una squadra vincente, far nascere pochi mesi dopo il portale. Sembra ieri. Sembrava un sogno. Ed invece i sogni accompagnati da tanto lavoro, impegno e sacrificio diventano realtà consolidate. Allora, nel caso di CASORIADUE, fu possibile quella realizzazione grazie all’apporto della famiglia Buonaurio. Oggi nel caso del nostro giornale è stato possibile grazie al nostro editore Carlo De Vita che ci ha creduto insieme a noi . La verità, è che la politica e la città, dovrebbero ringraziare chi: come i due editori Buonaurio e De Vita, investono soldi , tempo, e fantasia in strumenti di informazione gratuita. Un'informazione che va a vantaggio della città. E

che a differenza di qualsiasi altra attività professionale è totalmente gratuita e volontaristica. Le generazioni di giornalisti che si sono formati alla palestra della stampa locale, non hanno mai percepito una lira: ieri, ed un euro: oggi. Ciò va detto. Quando si critica, e le critiche costruttive sono ben accette, bisognerebbe ricordare e considerare tutto ciò. Questo numero ha più pagini dedicate alla grande storia della nostra città. Come già ho avuto modo di sottolineare questo giornale è nato anche e soprattutto per ricordare e rinverdire le radici profonde di Casoria, che non possono e non devono mai “gelare” Pena: la “damnatio memoriae”. Nel diritto romano era una pena consistente nella cancellazione della memoria di una persona e nella cancellazione di qualsiasi traccia questa persona potesse trasmettere ai posteri. Era una pena terribile riservata ai nemici di Roma e del Senato romano. La nostra missione è propria questa. Impedire la cancellazione per inedia, per negligenza, per sciattezza, per ignoranza della memoria storica del popolo casoriano. Questo è il progetto in cui ci siamo impegnati. Non altro. Le parate a spese della collettività non ci interessano. In questa missione noi chiediamo l’aiuto di uomini e donne liberi ed indipendenti. Ce ne sono molti. C’è tanta energia in questa città. Va solo liberata e coinvolta in progetti seri che hanno un senso e lasciano dentro la sensazione di aver fatto qualcosa per il proprio Paese. Ci piace salutare i nostri lettori e le nostre lettrici con una citazione di un famoso filosofo arabo: Averroè. “chi pensa è immortale , chi non pensa muore": E noi non vogliamo morire. Buona domenica! E mi raccomando: non perdiamoci di vista.

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POLITICA

La politica casoriana attuale è come un quadro astratto di arte moderna: INDECIFRABILE Carfora come Monti. Criticabile, ma non ci sono chiare alternative. La situazione, come a livello nazionale, è molto confusa. di Luca Scialò

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a Giunta Carfora si appresta a compiere un anno di vita. Poche le cose concrete fatte e, di contro, tante le critiche subite. Noi stessi, su queste pagine, non abbiamo risparmiato giudizi negativi sul suo operato e siamo stati sempre attenti a riportare le numerose segnalazioni di cittadini esausti. Tuttavia, con la stessa onestà intellettuale con la quale stiamo cercando di caratterizzare la nostra linea editoriale da oltre un anno dalla nostra nascita, ci sentiamo anche di dire che la Giunta Carfora potrebbe essere paragonata al Governo Monti: opposizioni, alcuni esponenti dei partiti stessi che l’appoggiano e mass-media la criticano; eppure, se si analizzano le possibili alternative,

ci si rende conto che non ce ne sono. A livello nazionale, infatti, i due principali partiti, Pdl e Pd (volendo escludere il Movimento 5 stelle che nei sondaggi viene dato addirittura oltre il 20%, ma poi le elezioni sono sempre tutt’altra cosa), non hanno ancora alleanze ben chiare in vista delle prossime elezioni politiche, che presumibilmente si svolgeranno tra meno di un anno. Il Cavaliere ha perso l’ultimo alleato fedele rimastogli, ossia il Carroccio, e il suo partito stesso non è ancora un oggetto ben definito. Potrebbe riammiccare Fini e Casini, i quali però, se ritornassero alla sua Corte, ne perderebbero di credibilità (quella poca rimastagli). Stesso dicesi per il Pd, da anni tentennante tra i moderati dell’Udc e gli alleati indisciplinati e sanguigni quali sono Vendola e Di Pietro. Il Terzo polo dei tre Companeros - CasiniFini-Rutelli - invece non è mai decollato, mandato al macero dagli elettori alle ultime amministrative. E veniamo alle dolenti note casoriane. Volendo pure ipotizzare le dimissioni del Sindaco, sostituito per quasi un anno dal solito Commissariamento costoso e congelatore di tutte le attività da svolgere sul territorio, quali saranno le coalizioni pronte a scendere in campo nell’ormai continua e sempre aperta arena elettorale? Il Partito democratico an-

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che sul nostro territorio è spaccato tra chi è ipnotizzato dalle lusinghe “Casilliane” e chi invece non avrebbe mai voluto tale alleanza, e sarebbe propenso a riavvicinarsi a Sinistra ecologia e libertà e magari alle altre forze di sinistra presenti sul territorio e che non hanno partecipato alla Pièce teatrale che ci governa da quasi un anno. Stessa situazione vissuta a livello nazionale è quella del Popolo delle libertà casoriano, vaporizzato nel consiglio comunale tra chi ha cambiato casacca e chi è stato addirittura sospeso dal partito; troppi poi i parlamentari che si occupano delle sue sorti e vorrebbero dettare legge: Nespoli, Cesaro, Cosentino, Landolfi, perfino la romana Meloni. Non a caso il nome del loro candidato a Sindaco alle elezioni comunali dello scorso anno è stato deciso all’ultimo minuto. Difficile pure un’alleanza con l’Udc, visto che i due partiti sono durati insieme al governo locale per meno di due anni; spaccatura che si è allargata in occasione del ballottaggio Carfora-Iodice. Inoltre, l’alleanza Pdl-Udc è giunta al capolinea un po’ in tutt’Italia, provocando difficoltà pure al Governatore campano Caldoro e costringendo al rimpasto il Presidente della Provincia Luigi Cesaro. Pertanto, in attesa che i partiti trovino prima la pace anteriore, poi candidati seri e infine creino alleanze solide e durature, non resta che sperare che la Giunta Carfora dia una sterzata positiva al proprio operato. Del resto, professionisti seri e preparati nella sua squadra non mancano. I politici locali facciano presto dunque a trovare il bando della matassa. Perché ad oggi la politica casoriana somiglia proprio a un quadro astratto di arte moderna. E Manfredi potrebbe decidere di dargli fuoco…

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I L FAT T O

I cittadini segnalano: l’assessore risponde Nessun pericolo per i “sacchetti neri” lungo via Circumvallazione. di Daniela Devecchi

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da una settimana che alcuni sacchetti della spazzatura, neri quasi in “decomposizione”, campeggiano lungo via Cirumvallazione esterna, Casoria. Nessuno sa chi sia stato a metterli né l' utilità degli stessi. I residenti hanno confermato che sono contrassegnati da alcuni numeri in codice ma che “nessuno sa chi deve prenderli né cosa rappresenti il codice”. Sono situati in una postazione pericolosa proprio accanto al semaforo. I cittadini, dopo oltre una settimana di attese, temono lo “scherzo” del solito vandalo che, appiccando il fuoco agli stessi, possa danneggiare i segnali lampeggianti posti nelle immediate vicinanze. Ma non si tratterebbe, stando alle conferme, del solito atto vandalico “in codice”, ma di un servizio di raccolta differenziata e di ritiro di

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sacchetti con all'interno rifiuti non riciclabili. “Nessun pericolo per i residenti- ha confermato l' assessore all'ambiente del comune Pasquale Tignola- si tratta solo di sacchi che contengono erba o altro materiale da risultaprosegue- sono contrassegnati perchè in base a quei numeri vanno smistati nella giusta maniera non in mezzo ai rifiuti solidi urbani. Saranno ritirati nel più breve termine possibile- prosegue- il problema immondizia è uno dei temi su cui ci stiamo battendo. Proprio nei giorni scorsi una speciale commissione di tecnici Arpac e Asl ha fatto dei rilevamenti sulla zona del Cantariello per procedere quanto prima alla bonifica dell'area. Il quadro è nettamente migliorato rispetto a un anno fa, e ci batteremo affinchè continui a restare tale”. Una grande vittoria la bonifica, ormai prossima, della zona Cantariello una tra le “croci” del territorio Casoria. Eppure, stando ad alcune lamentele “di controllo non ce ne sarebbe mai abbastanza”. Secondo alcuni l' estate, definita ironicamente la “stagione dei fuochi”, gli incendi ai piccoli cumuli di

spazzatura continuano ad essere appiccati. Alcune notti fa, un fumo nero e una puzza nauseabonda, hanno invaso l' area esterna della città. Non solo. Ci sono sempre i soliti trasgressori che ancora gettano carte e materiale di ogni tipo per le strade non curandosi della pulizia di vie e marciapiedi. I controlli ancora non basterebbero e probabilmente, come qualche abitante avrebbe suggerito, anche poche guardie in borghese per vigilare senza “dare nell'occhio” i comportamenti di alcuni casoriani. Non sarebbe affatto male. Alcuni passi avanti sono stati compiuti ma per l' educazione del cittadino resterebbe ancora tanto da fare. I più zelanti propongono anche la consegna di un “plico” assieme ai sacchetti per la differenziata che esponga, per quei pochi che ancora continuano a sporcare, i rischi e le conseguenze dei loro gesti. Una proposta che forse sarà presa in considerazione insieme alle tante che sono tutt'ora in valutazione. Le idee ci sono e le iniziative per una Casoria pulita e vivibile ora non mancano: Cosa ci si aspetta per il futuro?

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L'EVENTO

Parte la “RIGENERAZIONE URBANA” Firmato il PIU’ Europa: un’occasione da non sprecare. di Giuseppe Storti

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’avevamo auspicato da tempo. Ed ora e’ realtà. Il Piu’ Europa è “nero su bianco”. Una pioggia di milioni di euro che dovrebbero servire ad un’opera di rigenerazione urbana della nostra città. In particolare per il degradato centro storico casoriano che rappresenta invece il nucleo fondante delle radici del popolo casoriano. Infatti per il nostro Comune, le risorse impegnate sono pari ad euro 20 milioni e 141 mila e sono destinate a 16 interventi in un’area che ha il suo baricentro tra le piazze Cirillo, Trieste e Trento, Santa Croce e Benedetto XV. L’accordo di programma dalla Regione Campania è stato sancito il 18 giugno scorso a Santa Lucia alla presenza del Governatore della Campania Stefano Caldoro, e dall’assessore all’Urbanistica e al Governo del territorio, Marcello Taglialatela “Sono accordi di programma – ha spiegato l’assessore regionale - che si aggiungono ai dieci già firmati dal presidente Caldoro cinque a dicembre 2011 e cinque a gennaio 2012, per un importo complessivo di 250 milioni di euro a valere sulla misura 6.2 del Programma Più Europa. L'impegno che abbiamo as-

sunto con l'Unione Europea è di spendere materialmente, quindi erogare, 120 milioni entro il 2012. Noi lo rispetteremo”, ha sottolineato Taglialatela. L’obiettivo generale del programma cittadino è quello di realizzare un quadro di interventi mirati al recupero dei piccoli centri urbani. “Ne rimangono ancora due di Comuni per la riqualificazione urbana – è quanto ha dichiarato il presidente regionale, Stefano Caldoro -. È un progetto strutturale, ci auguriamo che fin da subito i Comuni riescono a partire con le gare d’appalto”. "Tutti i fondi relativi a questa misura del Por – ha sottolineato l'assessore - dovranno essere spesi entro il 2015”. Un bilancio positivo dunque, per Taglialatela: "Siamo di fronte ad azioni concrete ed importanti non per la quantità ma la qualità della spesa, azioni che prevedono interventi di rigenerazione urbana". Fin qui le dichiarazioni ufficiali degli esponenti politici regionali. Ora tocca al sindaco, che ha già dichiarato di voler condividere il programma da portare avanti con la città. La sigla della convenzione è un successo del primo cittadino casoriano Carfora che ha saputo instaurare buoni rapporti istituzionali con i consiglieri regionali del Territorio: Angelo Marino, Giuseppe Maisto e

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Gennaro Nocera.Detti consiglieri poi hanno, nell’ambito delle loro prerogative istituzionali, fatto da tramite con gli uffici regionali perché l’operazione andasse finalmente in porto. In merito il Consigliere regionale del Pdl Gennaro Nocera ci ha fatto pervenire la seguente dichiarazione: “ E’ un fatto positivo per la città di Casoria. Il Piu’ Europa diventa un’occasione di crescita e di sviluppo per la città. Ci tengo a sottolineare le parole dell’Assessore Taglialatela che ha evidenziato l’apporto mio e di altri consiglieri del territorio per la buona riuscita dell’operazione. Infatti come tutti ricordano nel periodo di passaggio tra l’Amministrazione Ferrara con il successivo commissariamento e quella attuale, c’è stato un periodo di “vacatio” rispetto alla predisposizione degli atti utili per giungere alla stipula della convenzione. Ed in questa stasi Casoria ha rischiato di perdere i fondi. Ma grazie alla sensibilità dell’Assessore Taglialatela che ha raccolto le nostre istanze rispetto ad un progetto strategico per la città di Casoria, oggi il PIU’ EUROPA è realtà. Auspico allora che nei tempi previsti le opere programmate vengano cantierate e portate e termine. Su questo, ovviamente nell’ambito del nostro ruolo, saremo attenti e vigili.”

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I N F O R M A Z I O N E P U B B L I C I TA R I A

Cerchi una scuola affidabile per tuo figlio? L’ISTITUTO ORSINI è ciò che fa per te!

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scrivere i proprio figli a scuola è una scelta delicata, giacchè incide profondamente su loro futuro. E’ qui infatti che si allevano gli uomini di domani e si gettano le basi per formare alunni studiosi e interessati ad imparare. Per questa scelta è dunque meglio rivolgersi a Istituti di lunga esperienza, grande professionalità e provata serietà. L’Istituto Paritario Orsini è un istituto storico di Casoria, nato nel 1979 e acclarato dal Miur. La scuola offre un ciclo completo di scuola Primaria, una sezione sperimentale e quattro sezioni dell’infanzia, con uno staff altamente specializzato e competente. Gli obiettivi primari dell’Istituto consistono proprio nell’educare e formare i propri alunni, garantendo loro le opportunità formative necessarie per affrontare la vita e gli studi successivi. Fondamentale anche la logistica, soprattutto ai fini dello stress quotidiano e della puntuale, ahinoi, congestione del traffico. La struttura

è di circa 2000 mq tra interni ed esterni, ed è situata in una posizione centrale, in via P. di Piemonte n. 40, facilmente raggiungibile a piedi o con la propria auto, ma lontano dal caos e dallo smog cittadino, nocivo per i propri bambini. Comodissimi anche gli orari:aperta dal lunedì al venerdì dalle 8:15 alle 16:00, con possibilità di anticipi e posticipi concordati con la segretaria. Inoltre la scuola dispone di una sala mensa di oltre 100 mq, dove i bambini possono pranzare con tutta tranquillità possibile, un laboratorio multimediale con pc in rete per introdurre i bambini nel mondo dell’informatica, laboratorio di lingua inglese e francese con insegnanti di madre lingua, laboratori teatrali, musicali e artistici e tanto altro ancora. L’Istituto offre anche servizi di scuola bus, campo estivo per iscritti e non, e assistenza pedagogica con specializzati insegnanti di sostegno. Il tutto per perseguire i seguenti obiettivi che

stanno a cuore alla scuola: - parlare, scrivere e disegnare - esplorare, conoscere e progettare - lavorare in gruppo e rafforzare l’autonomia e la stima di se - accettare le regole e imparare il rispetto verso il prossimo Tutte le attività didattiche (anche il pranzo) sono basate su progetti educativi e si dividono in attività ordinate, svolte tra i banchi in ambienti dedicati, e libere, di cui ludiche e motorie, svolte sia in palestra che all’aria aperta. Si organizzano anche corsi di danza moderna, balli di gruppo, mini basket e mini volley . Per i tanti servizi offerti, la posizione centrale e gli orari pensati anche per i genitori che lavorano, l’Istituto Paritario Orsini è ciò che fa per te. Lascerai i tuoi i bambini in mani sicure, avendo piena fiducia degli insegnanti che lavorano presso quest’Istituto.

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CASORIA NELLA STORIA

La cappella della Madonna della Mercede 31 maggio 2012 “alla scoperta dei tesori nascosti”. A cura di Adele Marino

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aggio dei monumenti a Casoria. Gli alunni delle classi quinte del C.D. Carducci e i ragazzi dell’ I.S.I.S. Torrente insieme ad un nutrito gruppo di genitori affollano la minuscola cappellina della Madonna della Mercede in via Campanariello. L’idea di “riscoprirla” parte dall’insegnante Marino Adele responsabile del POF della scuola Carducci nell’intento di offrire agli alunni in “uscita” un piccolo tesoro da conservare gelosamente tra i propri ricordi più cari e allo stesso tempo da far conoscere a riscoprire a tutti i casoriani e non solo… Le docenti del team interessate al progetto e la docente dell’ I.S.I.S. prof.Porto hanno contribuito alla realizzazione dell’iniziativa che rientra nelle linee programmatiche e di indirizzo dell’Istituzione scolastica 3° C.D. Carducci di cui è preside la prof. Fernanda Manganelli da sempre impegnata a promuovere ed implementare una didattica alternativa che incida sul piacere di conoscere e scoprire la realtà circostante per un rapporto positivo con la scuola. A chi non è di Casoria, sarà difficile immaginare che proprio lì, tra cemento e…cemento, si ergeva una cappellina gentilizia possedimento dei Conti Rocco di Torrepadula che nei mesi estivi, trascorrevano nelle nostre amene campagne momenti sereni. Si, perché proprio lì c’era un’oasi di pace, un bucolico paesaggio richiamato nostalgicamente nella preghiera “originale” dedicata alla Vergine… c’erano i contadini con il loro duro lavoro fatto di sole rovente e di raccolti copiosi grazie ai quali “si sostenevano le proprie famiglie”

Gli alunni della S. Primaria e i ragazzi dell’ISIS “Torrente” si sono documentati negli archivi parrocchiali e comunali; hanno utilizzato ricerche effettuate da G. Pesce nel suo saggio scientifico che ricostruisce la storia di Casoria, hanno ascoltato narrazioni orali intrise di nostalgico sentimento, di umili zelatrici e dell’attuale custode- fedelissimo Russo Raffaele ,cui va tutto il nostro ringraziamento per il suo operato di “restauratore” e responsabile della chiesetta che, attualmente fa capo alla parrocchia di San Benedetto. E’ grazie a lui che noi oggi possiamo ammirare e godere delle bellezze della chiesetta, tirata a lucido. Numerosi atti di vandalismo ,le hanno sottratto nel tempo quasi tutto: originale è rimasta la bellissima statua marmorea della Madonna, ai lati ,(una volta c’erano dei bellissimi angeli di marmo n.d.r.) ora si possono ammirare dipinti più recenti della contessa di Sirignano. Gli scanni, sono stati donati dalla parrocchia di San Benedetto. Una volta, lì sedevano(soprattutto il 24 settembre festa grande) gli eredi, i nobili ma anche tante signore belle, altere che orgogliosamente si chiamavano Mercedina, come la Madonna.(e…noi piccoli eravamo lì a guardare con occhi estasiati… n.d.r.) Mercede deriva dallo spagnolo Merced; il nome spagnolo deriva dal latino Merces che significa :prezzo, ricompensa inteso come ricompensa gratuita, grazia. Madonna della Mercede significa: Signora della grazia gratuita, ovvero Signora della Misericordia. La memoria della Madonna della Mercede è collocata dalla Chiesa cattolica il 24 settembre. L’ordine dei Padri Mercedari, fondato a

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Barcellona da P. Nolasco nel 1218, continua tutt’ora la tradizione a Maria Vergine, soprattutto in Perù. Proposito principale di tale ordine era quello di riscattare i cristiani schiavi degli infedeli musulmani. Vestivano un saio di color bianco per richiamarsi alla purezza della Beata Vergine ed avevano, nella loro regola 4 voti: castità, povertà, ubbidienza e non ultimo quello di scambiare se stessi con colui il quale rinnegava la fede cristiana perché schiavo e quindi merce di scambio. Queste d altre notizie storiche, fotografie e tanto altro materiale che è possibile visualizzare su cartelloni illustrativi esposti nell’edificio scolastico G. Carducci documentano il percorso storico compiuto dagli alunni della scuola primaria insieme ai ragazzi dell’ISIS Torrente, ciascuno secondo le proprie competenze ma in perfetta sintonia di intenti e di Rete. Il 31 maggio non poteva rappresentare conclusione migliore del mese dedicato alla Madonna. Nella cappellina, il clima surreale ha riportato indietro nel tempo i fedeli accorsi (un ringraziamento alle “Pie Donne” che hanno accolto così “dolcemente” i bambini) che sono stati emotivamente coinvolti dalle note magiche dei violinisti Vincenzo O., Adriana C. e dal dolcissimo ed emozionatissimo pianista Daniele G.. La docente vicaria Di Somma Giuseppina a nome della DS ringraziava tutti per la partecipazione attiva…. Le impegnative parole del parroco P. Fioretti concludevano la manifestazione ed inviavano gli astanti ad essere portatori di pace, di cultura e di rinnovamento per la nostra Casoria. Noi, promotori del progetto di aver stimolato curiosità e di riuscire a tener viva questa tradizione per far si che non si perdano le tracce del passato.

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S T O R I E D I PA ES E

LA CASORIANITÀ. L’anima emozionale Salvaguardare un’idea fragile ma piena di consistenza. di Enzo Marino

Città e paesi di tutto il mondo preservano il loro centro storico, mentre lo ricostruiscono quando è danneggiato da eventi bellici, da disastri naturali o quando è fatiscente perché ritengono importante salvaguardare il luogo antico, lo scrigno sacro della propria cultura, l’elemento di coesione civica, la zona di riferimento della propria genia, il cuore pulsante della città. Eppure Casoria è l’unica città al mondo, non appestata, non sismica, non offesa dagli agenti atmosferici, che abbandona il proprio centro storico semmai per abbatterlo a scopo speculativo. Distruggendo così, lentamente, il suo stesso fulcro, la sua anima emozionale, il simbolo spirituale di un popolo”

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ivedere il palazzo dopo oltre trent’anni, ha fatto riemergere i ricordi fanciulleschi di un assolato e infiorato cortile che all’improvviso s’è animato del ricordo di persone che, pur lottando per la sopravvivenza, vivevano in armonia, e di ragazzacci che rincorrevano una vecchia Balilla e che oggi sono uomini fatti. È stato emozionante rivedere tra i ricordi un luogo che si era offuscato: l’essenzialità del fabbricato, la sobrietà del portale, un Volto Santo disegnato a gessetti, il massiccio portone di legno ancora integro, il portoncino con il martellante in ferrobattuto, il buco tondo e logoro per il chiavino, graffi da me fatti con un chiodo schiacciato dal tram, una macchia d’urina in un angolo e la pavimentazione in pietra lavica ormai liscia d’usura. Di slancio ho tentato di entrare ma l’accesso al palazzo era interdetto! Forse era disabitato. Dopo circa tre mesi, invece l’amara sorpresa:

il palazzo era stato transennato e impacchettato come un luccicante ma triste regalo. In un istante, simile ad un sogno surreale, la fanciullezza, la gioventù, la svagatezza di una generazione si sono ritrovati incartati in fogli di plastica. Percepivo ciò che era stato ora animato da disperazione. Qualcosa impediva di ricreare un ambiente mentale. Il mio tempo passato sembrava che mi fosse vietato, e io non potevo più entrare in un luogo della memoria. Da qui la mia intima ribellione e la veemente reazione contro quel nemico subdolo, che lavora scavando solchi profondi tra le cose, gli uomini e gli eventi: il tempo. Così, mentre la mia memoria cercava di ricomporre i ricordi, si manifestava la rivolta del mio intimo contro il tempo, con il tentativo di quei miei preziosi reperti di lanciarsi contro l’incartamento con graffi impotenti che scalfivano solo aria. Udivo le loro grida disperate rimbalzare contro la flessuosità della materia, e diffondersi in sordina nell’etere, pur di sfuggire a quello amaro imballo, con la disperata e vana speranza di rimanere ancora una volta nella memoria degli uomini, e sfuggire all’addio definitivo. La fragilità di ciò che siamo, la crudeltà delle nostre azioni, la derisione dei nostri stessi sentimenti erano lì confezionati e schiaffati in faccia alla gente in un plateale allestimento scenico per occultare lo sberleffo contro la sensibilità di chi ama Casoria. La gente si soffermava per sapere il destino del palazzo e qualcuno, probabilmente dalla memoria lunga, chiedeva che fine avesse fatto la Balilla. Tra le tante voci una sola udii uscire fuori dal coro, quella di un vecchio dalle sembianze amiche, al momento, nonostante gli sforzi, disperse nella memoria.

Il suo dire, tra il beffardo ed il sibillino, assicurava che la Balilla c’era ancora e che finché essa fosse rimasta lì il palazzo, pur manipolato, non correva pericoli. Alla derisione della gente egli insinuava che era possibile rivedere la vecchia auto, bastava dare uno sguardo di notte nel cortile. Non afferro tutto il senso anche perché il vecchio senza dare altre spiegazioni, scomparve misteriosamente nella Cuparella… …Sono trascorsi altri mesi e ripassando per il palazzo mi sono accorto che c’era un vistoso taglio nell’imballo di plastica dal quale ho potuto rivedere l’ingresso e notare alcune cose che mi hanno impressionato: lo stato fatiscente del portone che in pochi mesi sembrava cadere a pezzi o sostituito da un altro meno pregiato e quindi fuori dai miei ricordi; le chiare impronte degli pneumatici stampati a terra, uguali a quelli che lasciava la Balilla sul lastricato polveroso; il cortile trasformato a cantiere edile; lo sventramento del giardino e la conseguente scomparsa delle palme, dei fiori, dei frutti. Elementi dolorosi e inquietanti che mi hanno travolto di emozioni e di pensamenti. Allora le parole del vecchio mi sono apparse chiare ed ho trovato la risposta nella lucida follia dei savi che vagano sempre alla ricerca di luce. Contrariamente alle evidenze della vita reale e alle inarrestabili faccende di vita coeva, c’è sempre qualcuno che continua a vegliare la Balilla, a spolverarla, a lubrificarla, a darle un senso di vita. Una speranza. Forse per gioco, forse per illusione, forse per ostinazione, forse per amore ma intanto, io mi chiedo quanti folli come noi, cari lettori, vagano nella notte casoriana per salvaguardare un’idea fragile ma piena di consistenza: LA CASORIANITA’.

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il giornale di Casoria • Domenica 24 giugno 2012


CASORIA NELLA STORIA

Il BEATO LUDOVICO e le opere per convertire l'Africa Tra le tante opere di carità del Beato, grande importanza ebbe quella di formare apostoli africani. di Pasquale Di Petta

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olto impegno sta dimostrando il Centro Studi per il beato Ludovico da Casoria presieduto dall’insegnante Pina Mugione e speriamo che Ludovico al più presto venga proclamato santo, soprattutto per le sue innumerevoli opere di carità. E’ impossibile citarle tutte in un breve articolo. Ne elenchiamo solo alcune: l’opera degli accattoncelli, l’ospizio marino di Posillipo, il convento della palma, il ricovero per ciechi e sordomuti di Assisi, l’orfanotrofio di Firenze, l’istituto dell’Immacolata di Roma, la ristampa delle sacre scritture, la fondazione di periodici, l’apertura di una libreria in piazza Dante, l’educazione dei moretti e tante altre. Noi ci vogliamo soffermare sul grande coraggio e sullo spirito di carità che ebbe nel fondare l’opera dei moretti per la redenzione dalla schiavitù dei giovani africani, per la loro civilizzazione, cristianizzazione e formazione missionaria. A quei tempi esisteva ancora la tratta degli schiavi. In Africa ragazzi e ragazze venivano venduti per essere sfruttati nel campo del lavoro, della prostituzione, della malavita. La grande idea di padre Ludovico non fu solo quella di riscattarli ed educarli, ma di farne degli apostoli per evangelizzare l’Afri-

ca, cioè per portare nella loro terra di origine, afflitta dalla fame, dalla miseria, dai soprusi, dallo schiavismo e dalle malattie, la fede e la civiltà dell’amore. La sua idea di convertire l’Africa si ispirava anche al grande amore che San Francesco di Assisi ebbe per il continente nero. E per quest’opera ebbe grande aiuto dal re Ferdinando II di Borbone, di cui godeva amicizia e grande stima. Incominciò con due moretti di otto anni che erano stati comprati in un mercato di schiavi al Cairo. Erano due piccoli selvaggi che reagivano con graffi, morsi, calci e pugni. L’amore di padre Ludovico li rese mansueti. Poi chiese al re Ferdinando di far riscattare a proprie spese un certo numero di negri dell’Africa per accoglierli nel convento della Palma. Il sovrano esaudì la sua richiesta ed il 9 febbraio 1857 diede disposizioni che fossero comprati dodici moretti o in Alessandria o al Cairo di anni 10 o 12, “neri perfetti di color ebano, sani di corpo, svegli di mente e non battezzati”. Però, padre Ludovico sarebbe dovuto andare ad Alessandria d’Egitto prima della compera. Appena saputa la notizia il nostro beato partì. Ad Alessandria fu accolto con grandi onori ed in un banchetto fu fatto sedere al posto d’onore, come rappresentante del Re. Dopo aver risolto la questione del riscatto dei moretti, partì per la Terra Santa per un viaggio di pietà. I luoghi dove era nato, vissuto e morto Gesù lo segnarono profondamente e quando tornò a Napoli fece costruire a somiglianza di essi: la grotta di Betlemme, il Calvario, il Santo Sepolcro e la casa della Madonna. Portò con sé a Napoli i dodici moretti e li presentò anche a re Ferdinando. Nel giro di tre anni il numero dei moretti al convento della

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Palma arrivò a 64. I bambini africani continuavano ad aumentare e necessitavano i fondi per il loro sostentamento e la loro educazione. Il Re ed i nobili non facevano mancare la loro generosità ed anche i napoletani del ceto medio affezionati all’opera di padre Ludovico davano ricche elemosine ai negretti. Vennero alte personalità dalla Germania ad osservare la grande impresa del nostro beato per fondare anche nei loro paesi associazioni intese ad utilizzare il riscatto dei negri per evangelizzare ed incivilire l’Africa. Ma padre Ludovico per ospitare sempre più bambini africani aveva bisogno di spazio ed anche questa volta gli venne incontro il figlio del sovrano, re Francesco II, il quale acquistò la casa attigua al convento della Palma e gliela donò. Così sorse il collegio per educare i giovani mori. Pensò anche alle fanciulle africane ed insieme con suor Anna Lapini, in seguito morta in odor di santità, fondò a Napoli la Casa delle Stimatine ed il Collegio delle morette. Questa sua iniziativa risvegliò la coscienza missionaria ed in poco tempo nei collegi francescani d’Italia giunsero oltre settecento fanciulle negre perché venissero educate alla fede cattolica.Il suo amore per l’Africa e per tutti i paesi in cui regnavano la miseria, la violenza, l’arretratezza, le malattie e l’assenza della fede è stato ereditato dagli ordini religiosi, che hanno dato vita alle missioni con lo scopo di diffondere la parola di Dio, la cultura e la civiltà. E dalla nostra Casoria sono partite le Suore Francescane Adoratrici della Croce, Le Suore del Sacro Cuore, le Suore Sacramentine, le Suore Bigie, le Figlie della Carità di San Vincenzo De’ Paoli, alla volta di terre lontane nelle Filippine, nel Brasile, nel Venezuela, nell’Indonesia, ecc. per portare il carisma delle loro fondatrici, per avviare alla fede cattolica centinaia di fanciulle, per farle diventare delle suore accese dell’amore per Cristo e capaci di ritornare nei loro paesi per continuare la difficile opera di evangelizzazione e di carità.

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CASORIA NELLA STORIA

Giulia SALZANO De mulieribus illustribus. - Seconda parte di Vittoria Caso.

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e occorreva davvero di coraggio, per insegnare la parola di Dio in quel momento storico… Dopo, infatti, la prima ondata anticlericale napoleonica, che portò alla soppressione degli Ordini Religiosi, una seconda ondata persecutoria fu opera del Parlamento del nuovo Regno d’Italia. E’, pertanto, indispensabile un breve excursus storico. Tra il 1846 e il 1929 gli eventi che scossero l’Europa e l’Italia in particolare, furono eccezionali: il ’48 fu l’anno in cui la scintilla rivoluzionaria -chi non ricorda i famosi moti ?- infiammò i patrioti di gran parte del suolo europeo che scesero in piazza anche in Italia per chiedere a gran voce garanzie costituzionali e liberali . Il ’48 non risparmiò Roma e Pio IX, dopo aver promulgato lo statuto, il 13 marzo 1848, fu accolto nel Regno di Napoli, a Gaeta, e per 18 mesi l’arcivescovo Sisto Riario Sforza fu il suo angelo custode, nelle dimore reali di Portici e Napoli. Ma il cammino della storia procede inesorabile e le prime guerre d’indipendenza condussero i Savoia a sposare pienamente la causa italiana. Tra il 1860 e il 1861, attraverso l’impresa dei mille, si giunse alla nascita dello stato unitario, che se da una parte siglò una vittoria per i liberali, dall’altra avviò un momento difficile e travagliato per il cattolicesimo. L’arcivescovo Sisto Riario Sforza, allora punto di riferimento per il clero partenopeo e guida anche per Giulia, non volle riconoscere il nuovo regime successivo all’ingresso di Garibaldi a Napoli, il

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7 settembre 1860, né l’annessione del Regno delle Due Sicilie al Piemonte; così iniziò per lui un esilio sofferto e lungo (fino al 1866), da cui, tuttavia, egli proseguì la sua opera pastorale, in contrasto con la stampa anticlericale e liberale, ponendo il clero di Napoli all’avanguardia in questa forma di apostolato. Il processo di laicizzazione andò avanti fino a indurre nel 1866 l’esproprio dei beni degli ordini religiosi e l’incameramento dei beni ecclesiastici da parte dello stato, inasprendo una situazione che culminò tra il 1870 e il 1871 nella breccia di Porta Pia e la presa di Roma da parte del governo italiano che determinò la fine del potere temporale dei papi. Conseguentemente, Pio IX si espresse negativamente circa la partecipazione dei cattolici italiani alla vita politica dello Stato attraverso il famoso “non expedit”, Decreto della Curia romana, emesso il 10 settembre 1874. Si aprì una vexata quaestio fra stato e chiesa, fra cattolici e liberali che durò a lungo e si ripercosse sull’insegnamento della religione cattolica. In più, nel 1876, una nuova svolta laica: la destra storica lasciò il potere alla sinistra, che certamente non era favorevole alle forze clericali e la legge sostenuta dal ministro Michele Coppino del 1877, se da una parte sancì il principio che istruire i cittadini era interesse dello stato, dall’altra, essendo per una scuola laica, era sfavorevole all’istruzione religiosa nelle scuole. Un successivo decreto, infatti, del 1888 abolì del tutto la religione cattolica nelle scuole, in pratica, la Relazione a Sua Maestà sulla riforma dei programmi per le scuole elementari del ministro Boselli affermava: "Lo Stato non può fare, né direttamente né indirettamente una professione di fede, che manchevole per alcuni, sarebbe soverchia

per altri" . Tale impostazione fu confermata nel 1894 dal ministro Guido Baccelli. I programmi del 1905, poi, scritti dal filosofo Francesco Orestano, segnarono la definitiva espulsione dell'insegnamento della religione cattolica dalle scuole statali. Tuttavia il R. D. 6 febbraio 1908, n. 150 attenuò il veto, a vantaggio della facoltatività dell'insegnamento religioso che doveva essere impartito “a cura dei padri di famiglia che lo richiedessero” Nel 1905, inoltre, Pio X nell'enciclica Il fermo proposito concesse ai cattolici la partecipazione alla vita politica purché fosse approvata dai vescovi locali. Il 14 gennaio 1908 fu approvato a Roma questo ordine del giorno: “Il Consiglio Comunale di Roma fa voti perché Governo e Parlamento, in coerenza alle leggi vigenti, dichiarino esplicitamente estranee alla scuola primaria qualsiasi forma d'insegnamento confessionale”. Nel 1919 Benedetto XV consentì ai cattolici di entrare nel Partito Popolare, revocando implicitamente il non expedit. Solo nel 1923, Giovanni Gentile, con la riforma della scuola, rese obbligatorio l'insegnamento della religione cattolica (D. R. 1/10/1923, n 2185), garantendo l’astensione agli alunni che professavano altre fedi, (circ. attuativa del 5/1/ 1924). Con il concordato del 1929 si reintrodusse e si rese obbligatoria l'ora di religione anche nelle scuole medie e superiori, quale «fondamento e coronamento dell'istruzione pubblica». La L.5 giugno 1930 n. 824 esecutiva dell'art. 36 del Concordato tra stato e chiesa stabilì che "l'insegnamento della religione è conferito per incarico annuale, dal primo ottobre di ogni anno al 30 settembre dell'anno successivo, dal capo dell'istituto, inteso l'ordinario diocesano. L'incarico è affidato a sacerdoti e religiosi approvati dall'autorità ecclesiastica; in via sussidiaria, a laici riconosciuti idonei dall'ordinario diocesano".

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CASORIA NELLA STORIA

- Parte terza Il riflesso di questi avvenimenti s’intrecciò con la vita della nostra Giulia fin da quando fu costretta a lasciare l’educandato, travolto dal processo di laicizzazione dello stato e di secolarizzazione della società da poco iniziato Il clima di ostilità alla chiesa si avvertì anche a Casoria, per cui occorse grande forza d’animo a Giulia per insegnare la conoscenza della verità della fede cattolica attraverso l’attività costante e incessante della catechesi, mentre l’insegnamento della religione nelle scuole era in evidente difficoltà In verità, Giulia ebbe modo di consultarsi anche con altre figure maschili e femminili, che desideravano diffondere il Vangelo, sia con l’esempio della loro vita, sia con l’insegnamento, l’assistenza, l’aiuto a orfani, ammalati, poveri e quanti altri, in quei tempi di sconvolgimenti politici e sociali, avessero bisogno di sostegno spirituale e corporale. Ludovico da Casoria accrebbe la sua forza e il suo vigore, incoraggiandola a non abbandonare i ragazzi a se stessi e su suggerimento del cardinale Sforza, contattò Caterina Volpicelli. La comunione spirituale con la Volpicelli sicuramente fu di straordinaria importanza nella maturazione della scelta vocazionale di Giulia, che riuscì a leggere più chiaramente in se stessa la dimensione da dare alla sua azione apostolica. Altri degni uomini di chiesa: Giuseppe Piccirelli, Bonaventura Maresca, Giuseppe Muller, Guglielmo Sanfelice, successore dello Sforza, furono per lei guide preziose, sia nei momenti di attività incessante che nel momento della malattia e l’aiutarono a trovare la sua strada,

non priva di ostacoli e sofferenze e a compiere la scelta della dimensione catechistica, da cui nessuna categoria di persone era esclusa, convinta che la lettura, la riflessione, la meditazione sulle sacre scritture sono indispensabile nutrimento spirituale. Vi fu nel 1893 il grande traguardo della Fondazione della Pia Casa Catechistica, trasferita poi in p.zza Pisa. Il 21 novembre 1905, Giulia e sette compagne presero il velo, nucleo iniziale delle future Suore Catechiste del Sacro Cuore, cui in breve tempo si aggiunsero altre giovani. L’iter verso la definitiva organizzazione della comunità, intrecciandosi tra il 1915 e il ‘18 anche con il drammatico momento della prima guerra mondiale, fu lungo e costellato di ostacoli, che amareggiarono Giulia, ma non la fecero desistere mai dal suo santo scopo, sostenuta da incrollabile fede e costante tenacia. Molti dei giovani che partivano per il fronte si stringevano a lei prima della partenza o durante brevi licenze; Giulia sostenne le madri dei tanti che non tornarono più. L’attività della Congregazione, guidata con abnegazione totale da Giulia Salzano, era incentrata soprattutto sull’insegnamento catechistico e sulla devozione all’Eucaristia e al Sacro Cuore; certamente in quei tempi così lontani, Giulia anticipò la spinta e l’importanza che oggi la Chiesa dà alla Catechesi; ogni giorno della settimana era impegnata nei vari incontri e quando chi la vedeva affaticata e stanca, cercava di distoglierla, ella reagiva dicendo: “La suora catechista deve sentirsi sempre pronta in tutte le ore per istruire i piccoli e gli ignoranti; non deve misurare i sacrifici che richiede tale ministero; dovrebbe deside-

rare di morire sulla breccia, se così piacesse a Dio”. Parole profetiche oltre che emblematiche del pensiero e dell’attività di Giulia, che risuonano oggi più di allora come un manifesto programmatico. La preghiera fu il rifugio, il conforto, la fonte del vigore interiore, il contatto con il sacro cuore di Gesù, la strada verso la provvidenza e l’altissimo Giulia Salzano continuò fino in fondo il suo apostolato, dispensando consigli a quanti le aprivano il loro cuore e per tutti aveva parole di conforto ed incoraggiamento. Giulia morì a Casoria il 17 maggio 1929. Giovanni Paolo II° l’ha proclamata beata il 23 aprile 2003 indicandola come “Donna Profeta della Nuova Evangelizzazione, unica figura di fondatrice a esprimere il carisma della catechesi” perché con la sua azione educativa “ ha anticipato le istanze della nuova evangelizzazione additata alla Chiesa dal Concilio Vaticano II” (Osservatore Romano, 28-29 aprile 2003). Questa fervida e appassionata operaia della vigna di Dio il 17 ottobre 2010 è stata proclamata santa e da lassù guarda sicuramente la sua Casoria con infinita benevolenza… Note bibliografiche D’Elia Nunzio, “SANTA GIULIA SALZANO – DONNA PROFETA DELLA NUOVA CATECHESI”, S. Paolo, 2010 Caso Vittoria, Madre Giulia Salzano, Relazione tenuta nel Duomo di S. Maria Capua Vetere il 5 luglio 2010

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RUBRICA MUSICALE

Sapessi dire no L'ultimo lavoro di Biagio Antonacci. a cura di Stefania Cristiano

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n grido di rabbia contro i politici, disinteressati ai nostri problemi quotidiani in una società in profonda crisi economica: uno dei temi dominanti l’ultimo album di Biagio Antonacci – “Sapessi dire no”. Un cantautore noto per canzoni d’amore che hanno accompagnato un po’ l’adolescenza e la vita di tutti; eppure in pochi sanno che Biagio Antonacci spesso ha scritto canzoni impegnative, che riguardano la

vita politica e sociale. Proprio in quest’ultimo album due si pongono su questa scia: Con infinito onore e Senza un nome. La prima sembra essere una lettera indirizzata ai politici italiani e racconta di un uomo stanco di “sopravvivere” in un mondo corrotto, dove il valore di ciascuno viene sopraffatto dal clientelismo e il lavoro viene disturbato dal pagamento di un “pizzo organizzato” in cambio di protezione. “Con infinito onore” apre il tour 2012 e viene cantata da dietro le quinte, per lasciare spazio, sul palco, alle marionette con i visi dei politici italiani, cacciati da due angeli che probabilmente rappresentano il valore di ciascuno di noi, che con la forza di volontà è in grado di cambiare le cose. La seconda invece, come si evince dallo stesso titolo, parla di un emarginato, di uno “svitato” senza nome, senza gloria, senza passato e senza lode, il cui onore e la cui dignità sono calpestati dalla superficiale società delle apparenze, che non comprende il dolore che si nasconde dietro un comportamento schivo,

fuori dal “normale”. Penso che ognuno di noi, nel suo piccolo, possa identificarsi con il protagonista di questa canzone: chi di noi non si è mai sentito inadatto, inetto, perché non riesce ad aderire alla vita, non ha più valori in cui credere, non ha un ruolo nella società in cui riconoscersi, quindi non riesce a dare un senso alla propria vita? Trovo che questa canzone sia lo specchio dell’attuale condizione precaria dell’uomo. Mi piace sottolineare quella che ritengo sia la frase più significativa dell’intera canzone: “sono lo sfottuto esempio da non essere concesso”. Eccetto queste due canzoni, il resto dell’album è un inno all’amore in tutte le sue sfaccettature, con particolare riferimento al tema del tradimento e dell’erotismo (Dimenticarti è poco, L’evento e Non vivo più senza te). Insomma un album degno di un artista versatile ed eclettico, che riesce a incantare un pubblico molto vasto, di giovani e adulti e che riesce sempre a riempire stadi e palazzetti ad ogni data del tour.

L'EMIGRANTE

Meglio carta e penna! Considerazioni sugli esami di maturità. di Edy Vitale

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residenti e commissioni degli esami di maturità erano stamane pronti ad iniziare il solito tour de force tra riunione plenaria, riunioni preliminari, esame della documentazione dei candidati, voti e crediti, una volta tanto galvanizzati dalla certezza di un supporto innovativo ampiamente

pubblicizzato : l'applicazione ministeriale "Commissione web", prova generale per l'uso obbligatorio sostitutivo del cartaceo previsto per il prossimo anno scolastico. Tutto sembrava a perfettamente predisposto: postazioni con stampante per ogni commissione, contatti con la segreteria per ottenere la password di accesso...ma il sistema stranamente non ha funzionato, il software , che avrebbe dovuto consentire alle commissioni di comunicare in tempo reale tutte le attività connesse con gli esami al cervellone centrale del MIUR, è andato in tilt ancor prima di cominciare. I Direttori Scolastici Regionali

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hanno poi precisato che il problema odierno sarà a breve risolto, ma molti presidenti, tra cui la sottoscritta, scettici , dopo aver consultato membri interni ed esterni, hanno deciso, seduta stante, di ritornare all'antico sistema dei verbali cartacei, con buona pace del sofisticato sistema on-line bloccato! Ora serpeggia il timore per l'arrivo del famoso "plico telematico"contenente prima e seconda prova scritta. Sarebbe un bel guaio se accadesse qualche contrattempo e le prove non si potessero scaricare! Ma in fondo in fondo siamo fiduciosi nelle nuove tecnologie, anche se certo non siamo nativi digitali! Ormai non possiamo fare più a meno di computer e informatizzazione; certo qualche piccolo incidente di percorso può sempre accadere e allora l'importante è avere comunque una valida alternativa alla macchina: carta e penna!

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ART CULINAIRE

Crostini melanzane e formaggi A cura di Monica Acri

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n ghiotto antipasto per stuzzicare i vostri ospiti.

Ingredienti: 2 baguette 1 melanzana grande 200 gr di formaggio semiduro 40 gr di formaggio pecorino siciliano 10 pomodorini Sale Olio per friggere 1 cucchiaio di burro 1 spicchio di aglio Basilico Preparazione: Innanzitutto affettate la melanzana nel senso della lunghezza e lasciatela in acqua e sale per eliminare l’amarognolo. Friggete la melanzana che avrete risciacquato,asciugato e tagliato a dadini e

salate e a cottura completata togliete le melanzane e mettetele da parte,aggiungeteci i pomodorini che avrete affettato dopo averli lavati,fate cuocere insieme all’aglio per 5 minuti e tenete anch’essi da parte. Fate raffreddare e frullate ricavandone una vellutata crema di pomodorini. Tagliate a fette il pane e sciogliete il burro in una padella,aggiungete l’olio e fateci dorare le fette di pane da entrambi i lati,appena abbrustoliti appoggiateli in una teglia e guarnite i crostini con le melanzane,il formaggio tagliato a cubetti,la salsa di pomodorini e tenete in forno preriscaldato a 160° per 5 minuti,il tempo essenziale per sciogliere il formaggio,estraeteli dal forno e completate con la grattugiata di formaggio pecorino e una fogliolina di

basilico e servite! Consigli: Volendo le varianti sono infinite basta un pizzico di fantasia. Curiosità: La baguette è un pane molto caratteristico per la sua forma molto allungata e la crosta croccante.

Anno II - Numero 23 Domenica 24 giugno 2012 Questo numero è stato chiuso in redazione il giorno 20 giugno 2012. ilgiornaledicasoria@libero.it Tel. 081 7588818 - 3358270557 Inserto di Napolincasa News Aut. Tribunale di Napoli n. 0062 del 30/09/2005 Editore: Carlo De Vita Via S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA) casadevita@libero.it Direttore responsabile: Giuseppe Storti Segreteria di redazione: Imma D'Angelo - Anna Baratto casadevita@libero.it Direzione e redazione: Via S. Di Giacomo, 6/8 80026 Casoria (NA) Tel. 081 7588818 Progetto grafico, impaginazione e stampa: Grafis print s.a.s. Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA) Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

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