N.0 - ANNO I - MARZO - APRILE 2011
SALUTE - SCUOLA - SOCIALE - SPETTACOLO - SPORT
LE SETTIMANE DI PREVENZIONE ESSE Magazine, sensibile alle problematiche emergenti in tema di salute pubblica, ha sentito forte la necessità di promuovere le “SETTIMANE DI PREVENZIONE” in collaborazione con Strutture Pubbliche e Private, Associazioni, Enti Terzi. L'iniziativa nasce dall'esperienza maturata già da diversi anni nel campo della prevenzione e della formazione a seguito della pubblicazione da parte del Ministero della Salute del Piano Nazionale per la Prevenzione 2010-2012. Forte di una collaborazione col Dipartimento di Scienze Anestesiologiche e dell'Emergenza (DSA) della SUN - Seconda Università di Napoli. Esse Magazine promuove per l'anno 2011 una serie di iniziative, che si svolgeranno sul territorio Campano a partire dal mese di marzo, facendosi portatrice di un nuovo approccio in cui la persona sia al centro del “progetto salute”, e la salvaguardia della salute sia basata principalmente su programmi di informazione e comunicazione e su campagne di screening per una prevenzione primaria incentrata sull'allontanamento dai fattori di rischio con diagnosi tempestive. L'invecchiamento della popolazione incide sui bisogni sanitari, principalmente a causa del prevalere di alcune tipologie di patologie (cronicodegenerative, cardiovascolari, tumorali) che, se non adeguatamente prese in carico, possono esitare in stati più o meno gravi di disabilità. Come precedentemente indicato, la prevenzione guarda alla persona e alla comunità per promuovere la salute, potenziando I determinanti positivi e riducendo quelli negativi, per individuare precocemente I fattori di rischio, per rimuoverli e per diagnosticare precocemente le patologie al fine di assicurare una migliore aspettativa di vita.
Proprio per questo motivo Esse Magazine ha tra i suoi impegni prioritari quello di favorire una campagna di iniziative e di programmi di screening e di promuovere una sistematica attività di diagnosi precoce evidence-based, favorendo l'integrazione con analoghi progetti svolti da Soggetti esterni (Enti locali, Terzo Settore, Soggetti economici, Associazioni di categoria, Cittadini), attraverso iniziative periodiche da tenersi in contemporanea su vari comuni e cercando di adottare strumenti comunicativi e linguaggi diversi a seconda dei bisogni, del livello culturale, del ruolo istituzionale svolto dall'interlocutore. È evidente che il ruolo più importante resta quello del cittadino. Infatti, oggi più della metà degli italiani non attua alcuna forma di prevenzione, non si sottopone a controlli periodici né attua stili di vita più in linea con le raccomandazioni dei sanitari. La ricerca di nuove terapie e tecniche diagnostiche più sofisticate permettono di sconfiggere patologie anche gravissime con percentuali di successo fino a pochi anni fa inimmaginabili. Ma, secondo le stime, sono tra i sessanta e i settantamila i nuovi casi registrati ogni anno e che potrebbero essere evitati con un'efficace opera preventiva. Quindi, molto resta ancora da fare e Esse Magazine intende fare la propria parte.
Tra le principali tematiche che saranno oggetto di questa campagna di sensibilizzazione indichiamo:
Si tratta di patologie in costante aumento, trend che potrebbe essere interrotto nell'80% di esse se si attuassero screening di prevenzione primaria.
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INDICE DI SALUTE PROSTATICA (PHI) Prevenzione primaria Oggi abbiamo un arma in più nei confronti della diagnosi precoce per il
Infatti, si rileva che il 75% di biopsie,
eseguite su pazienti che
tumore alla prostata.
presentano un rapporto di PSA totale e libero alterato, è inutile (fonte
Attraverso un semplice un esame del sangue è possibile effettuare un
europea). Per questo, alcune aziende operanti, nel campo diagnostico,
test per la prevenzione primaria permette a tutti gli uomini di misurare
hanno elaborato
il rischio di tumore alla prostata con la determinazione del PHI (
specifico per l'identificazione precoce della patologia prostatica
Prostate Health Index ovvero Indice di Salute Prostatica).
neoplastica.
Gli attuali protocolli diagnostici prevedono che un uomo con sospetta
Il PHI non sostituisce il test del PSA, bensì migliora la specificità clinica
patologia prostatica, benigna o maligna si sottoponga con regolarità a
(3 volte superiore al solo test PSA ad una sensibilità del 90%) di
periodici esami del sangue (PSA totale e PSA libero) e a visita medica
rilevamento del carcinoma prostatico rispetto ai test attualmente in
specialistica con relativa ecografia ed esplorazione rettale (DRE). Al
uso (PSA totale e % free PSA) identificando con maggiore accuratezza il
fine di tutto questo iter diagnostico, dato l'elevato numero di casi falsi
paziente candidato ad una biopsia prostatica.
positivi, è necessario dirimere ogni dubbio con la biopsia prostatica.
Il PHI permette di suddividere i pazienti (con un età superiore a 50
un marcatore (-2proPSA) efficace ed altamente
anni con valori di PSA totale compreso tra 2 e 10 ng/ml ed esplorazione rettale
non sospetta) in categorie ciascuna delle quali rappresenta
rispettivamente una probabilità bassa, media ed alta di rilevare il carcinoma prostatico con la biopsia. Infatti il dosaggio di –2proPSA affiancato a quello già oggi disponibili (PSA totale e PSA free) ha consentito lo sviluppo dell'Indice di Salute Prostatica, che offre al medico in molti casi la possibilità di fornire al paziente una diagnosi, senza doversi necessariamente sottoporre ad una biopsia. Il -2proPSA rappresenta oggi la promessa per una diagnosi precoce del cancro alla prostata, una neoplasia che, nella sola Italia, rappresenta la Tel.081-19518795 392-8359115
seconda causa di morte per cancro nella popolazione maschile italiana dopo quella al polmone.
Salvatore Marino
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BPCO, L'EPIDEMIA SOTTOVALUTATA La broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) è ,secondo l'attuale definizione condivisa dalla comunità scientifica,una malattia respiratoria cronica prevenibile e curabile caratterizzata da ostruzione bronchiale persistente alla cui genesi compartecipano diversi fattori. La Bpco si può sviluppare a partire da varie patologie come bronchite cronica,enfisema polmonare, asma bronchiale cronico. È attualmente,la 4 causa di morte negli Stati Uniti ma le stime del OMS parlano di un trend in crescita. In italia,stime recenti, suggeriscono che i malati di BPCO sono circa 3 milioni e le malattie dell' apparato respiratorio rappresentano la 3° causa di morte in Italia (dopo malattie cardiovascolari e neoplasie).Dall'ormai lontano 1987,a testimonianza del peso della patologia,sotto il patrocinio dell'OMS è nata la GOLD(Global iniziative on Obstructive Lung Disease) che pubblica, annualmente, linee guida sulla diagnosi e terapia del paziente con BPCO. I fattori di rischio sono il fumo di sigaretta attivo e passivo,responsabile di circa il 85% dei casi di malattia,l'inquinamento atmosferico,le carenze dietetiche,la malnutrizione, l'esposizione lavorativa a gas o composti tossici. É nota ,infatti, una stretta correlazione tra l'insorgenza di malattie,la perdita di funzionalità respiratoria , il numero di sigarette fumate e gli anni di abitudine tabagica di qualunque tipo esso sia. Esistono ,infine,una serie di fattori costituzionali,ovvero geneticamente determinati come il deficit di alfa-antitripstina o la predisposizione familiare. In Italia 12.2 milioni di persone fumano (28.6% dei maschi e 20.3% delle femmine),80.000 decessi/anno attribuibili al fumo di tabacco e Il 34,4% di tutte le cause di morte attribuibili al fumo di sigaretta colpisce soggetti di 35-69 anni. Una paziente con BPCO tipicamente lamenta dispnea e generalmente ne riferisce esordio lento ed un altrettanto graduale peggioramento(progressiva difficoltà nel salire le scale,nel portare pesi,nel camminare a passo svelto).La tosse invece sarà spesso la classica tosse mattutina del fumatore a cui il paziente, purtroppo, sia abitua facilmente, sottovalutandola. Il paziente ,inoltre ,riferirà di andare frequentemente e più o meno facilmente ,sopratutto nei mesi freddi ,incontro ad episodi bronchitici acuti che frequentemente si sovrappongono alla bronchite cronica di base che è una causa di BPCO. É stato infatti dimostrato che da ogni riacutizzazione infettiva,il broncopatico ne esce con una ulteriore perdita della capacità respiratoria. Alla luce delle più moderne conoscenze scientifiche è inoltre emerso,che la BPCO non è solo una malattia polmonare ma appare qualificandosi sempre più come una malattia sistemica ,associandosi come fattore aggravante o concausale a malattie metaboliche, cardiologiche e neoplastiche. · Insufficienza cardiaca cronica · Coronaropatia e Infarto miocardico · Vasculopatia periferica · Neoplasia polmonare · Sindrome metabolica/Diabete mellito
· Osteoporosi · Depressione · Insufficienza renale cronica · Embolia polmonare · Aritmie La diagnosi di BPCO non può prescindere dall 'esame spirometrico,oltre che da una valutazione clinica. La diagnosi corretta e il follow up , risultano indispensabili in quanto,senza una diagnosi certa non si può iniziare il trattamento che deve essere farmacologico ma ancor prima dietetico comportamentale (cessazione del fumo). Se non trattata,infatti, la malattia evolve verso una più o meno rapida e irreversibile insufficienza respiratoria cronica che costringe il paziente a subire lo scotto della terapia domiciliare con ossigeno a lungo termine. Appare quindi chiaro,in conclusione, che non è più tempo di sottovalutare i sintomi e il malato respiratorio. Non è più corretto da parte del paziente ,soprattutto fumatore,sottovalutare l'affanno(dispnea) , considerare la tosse come una compagna di vita e invece battere,per paura,solo sui controlli cardiovascolari. Non è più corretto etichettare semplicemente il paziente come un ''bronchitico cronico'' senza sviluppare un iter diagnostico ma c'è bisogno di uno sforzo informativo ed educazionale da parte del personale sanitario per prevenire ed intervenire efficacemente su quella che è una patologia altamente invalidante. Carlo Iadevaia
<<GENNAIO, DOPO NATALE TUTTI ALLA RICERCA DELLA FORMA PERDUTA>> In questo periodo, dopo gli eccessi alimentari del trascorso Natale, tutti cercano di rimediare iniziando una dieta e cercando di fare sport, spesso in palestra. Ma tutti desidererebbero fare velocemente e soprattutto senza troppi sacrifici. E questo è l'atteggiamento che porta alla ricerca della "pietra filosofale" cioè di quel miracoloso integratore o prodotto dietetico che al posto di una corretta alimentazione ipocalorica ed equilibrata e di un po' di fatica in palestra ci promette una "remise en forme" senza sacrifici e privazioni. A questo proposito citiamo un recente articolo degli esperti scientifici dell'Efsa (EuropeanFoodSafetyAuthority), l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, sui prodotti dietetici, l'alimentazione e le allergie che nell' ultimo anno ha adottato pareri su 808 indicazioni funzionali generiche sulla salute. Questi esperti ci mettono in guardia sulle false aspettative derivanti dall'uso di prodotti dimagranti e di integratori che abbondano sugli scaffali dei nostri supermarket o che riempiono le pubblicità. Occhio alle etichette e ai messaggi promozionali: i benefici promessi dal prodotto alimentare, dietetico o integratore per gli sportivi che sia, non sono supportati da adeguati studi scientifici nell'80 per cento dei casi. Dall'Authority con sede a Parma parere «favorevole» è andato solo al 20 per cento delle etichette salutistiche in cui sono state riscontrate sufficienti prove scientifiche a loro supporto. Le indicazioni si riferiscono principalmente a vitamine e minerali, ma anche a fibre alimentari specifiche destinate al controllo della glicemia, della funzionalità intestinale o del peso; indicazioni su acidi grassi legate alla funzione cerebrale, alla vista o alla salute del cuore; indicazioni riferite a colture di lattobacilli vivi e alla digestione del lattosio.
Ma si segnalano lacune nella gran parte dei prodotti esaminati a partire dal 2009, per un totale di 1745 indicazioni sulla salute delle 4637 incluse in un elenco compilato dagli Stati membri e dalla Commissione europea. Ad esempio viene rilevata l'impossibilità di identificare la sostanza specifica su cui è basata l'indicazione (indicazioni su 'fibre alimentari che non specificano il tipo di fibra); la mancanza di prove che l'effetto indicato sia davvero benefico per mantenere o migliorare la funzionalità organica (come le indicazioni sull'eliminazione dell'acqua per via renale); la mancanza di precisione relativa all'indicazione sulla salute (ad esempio indicazioni riferite a termini come energia e vitalità); la mancanza di studi condotti sull'uomo con misurazioni affidabili del rivendicato effetto benefico sulla salute. L'Efsa completerà la valutazione di tutte le indicazioni funzionali generi che sulla salute (ad esclusione di quelle relative a sostanze e prodotti botanici) entro la fine di giugno del 2011. Dialogo aperto con le parti interessate, a partire dalla prima consultazione che si terrà il 2 dicembre 2010 e affronterà l'argomento delle indicazioni sulla salute relative alla funzionalità intestinale e immunitaria. Quindi il consiglio è di non voler bruciare le tappe per rimettersi in forma, seguire i consigli di medici specialisti in nutrizione e sport prima di farsi abbindolare da messaggi pubblicitari che non sono solo fasulli ma che spesso rischiano di mettere seriamente a repentaglio la nostra salute.
Roberto Grieco
LA PENICILLINA: Una scoperta tutta italiana Tradizionalmente,la storia della farmacoterapia antibiotica è legata al nome di Alexander Fleming ,biologo e farmacologo scozzese insignito del nobel per la medicina nel 1945 per aver scoperto o meglio isolato nel lontano 1928 la penicillina dal fungo penicillum notatum. Bisognerà giungere al 1940 però , affinchè con gli studi di Fleming, di Florey e Chain fosse possibile isolare la penicillina. Sicuro dei suoi lavori sperimentali, Florey, nel 1941 partì per gli Stati Uniti dove riuscì a persuadere il governo a intraprendere la produzione industriale della penicillina. I progressi furono folgoranti.L'introduzione della penicillina nella medicina moderna causò una vera rivoluzione e fu utilizzata largamente durante la seconda guerra mondiale, salvando la vita a numerosi soldati feriti nel corso delle battaglie. Pochi,tuttavia,conosco la storia di Vincenzo Tiberio. Costui era un medico italiano che nel 1895 ,neolaureato,anticipò di ben 30 anni,con delle semplici osservazioni mediche,le intuizioni di Fleming. Tiberio,di origini molisane e figlio di notaio,visse ad Arzano gli anni degli studi medici abitando presso dei parenti e fu proprio quella casa a dare inizio alle sue brillanti intuizioni. La casa ,in accordo con lo stile del tempo e le necessità domestiche di approvvigionamento idrico,presentava un pozzo al centro dell'ampio cortile. Tiberio osservò la presenza di muffe all'interno del pozzo e notò che le persone che si rifornivano a quel pozzo manifestavano costanti sintomi intestinali ogni volta che le muffe venivano rimosse e il pozzo ripulito.Si delineava cosi il concetto che le muffe avessero azione battericida e In pratica rendessero l'acqua potabile distruggendo i batteri che la colonizzavano. Lo scienziato,sicuramente più lungimirante dei suoi professori universitari,si rese subito conto dei possibili risvolti della sua scoperta e dopo molti ostacoli e la diffidenza del mondo accademico,ottenne di frequentare i laboratori di Igiene della Regia Facoltà di Medicina di Napoli dove ,sotto la guida del professor Vincenzo de Giaxa ,potette verificare le sue intuizioni. Nel 1985 ottenne ,a spese della facoltà, la pubblicazione del volume ''Sugli estratti di alcune muffe ''.Il libro conteneva in dettaglio tutti i passaggi dell'esperimento e i risultati ottenuti in vivo e in vitro compresa la dimostrazione del potere chemio tattico degli estratti delle muffe nei confronti del 'Bacillo del tifo' e 'Vibrione del colera'. Per varie vicende, Tiberio abbandonò gli studi e della sua scoperta non parlò nessuno. Dopo la pubblicazione del suo lavoro ,Vincenzo Tiberio prese parte al concorso per Medico di 2ª classe nel Corpo sanitario marittimo e lo vinse. Dopo diverse spedizioni, tornato in Italia si attivò per portare soccorso alle popolazioni duramente colpite dal terribile terremoto del 1905 che rase al suolo Messina e Reggio Calabria. Nel marzo 1912 Tiberio venne nominato direttore del gabinetto batteriologico dell'ospedale militare di La Maddalena, dove rimase sino al novembre dello stesso anno e in un periodo così limitato riuscì a trasferire ai colleghi la sua impronta di ricercatore, dedicandosi in particolare ai problemi relativi alle infezioni malariche allora assai diffuse in quell'area. Successivamente venne trasferito in Libia e il 13 gennaio del 1913 raggiunse Tobruck per assumere l'incarico di direttore del Laboratorio di analisi di quella infermeria. Il 16 agosto del 1913 gli giunse dal Ministero la notizia della promozione a maggiore. Con
quel grado, venne trasferito a Napoli dove il 7 gennaio 1915,la sua vita operosa si spense all'età di soli 46 anni ucciso da una crisi cardiaca. Della scoperta di Tiberio non si ebbe notizia per più di 40 anni fin quando nel 1955 il suo articolo fu ristampato a cura dello stesso istituto di Igiene dove era stato sepolto per tutti quegli anni.Il lavoro di Tiberio fu quindi riconosciuto ufficialmente dalla comunità scientifica e accademica. Nel 2010 La storia di Tibero è diventato un lungometraggio realizzato, tra l'altro, con il contributo della provincia di Campobasso. Carlo Iadevaia Fonti: o
http://www.agi.it
o
www.wikipedia.it
o
www.unitiberio.it/tiberio.htm
o
www.scienzaonline.com/medicina/tiberio.html
STERILITA’: NUOVI CONCETTI Secondo una stima dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa il 10-20% delle coppie nei paesi industrializzati presenta un problema di sterilità di coppia. A volte la ricerca della gravidanza può risultare più difficoltosa del previsto. Quando, però, il tempo passa e gli insuccessi si accumulano, è opportuno che la coppia si sottoponga ad analisi specifiche per scoprire le eventuali cause che impediscono la gravidanza .
mestruale (fase follicolare) al fine di evidenziare l'attività ovarica, l'eventuale sviluppo follicolare ed il monitoraggio di terapie di stimolazione -Valutazione sotto visione diretta (Isteroscopia) della morfologia e delle caratteristiche della cavità uterina -Valutazione mini-invasiva della cavità addominale -(Laparoscopia) con particolare interesse per la sfera genitale
Volendo identificare la causa di una mancata gravidanza in una donna, possiamo riconoscere differenti fattori responsabili:
L'uomo:
· fattore cervicale · fattore utero-tubarico · attore ormonale · fattore immunologico · sterilità inspiegata · cause genetiche In passato si riteneva che la mancanza di concepimento dipendesse soprattutto dalla donna. Gli studi condotti negli ultimi anni hanno invece dimostrato che almeno nel 50% dei casi è l'uomo ad avere una ridotta capacità riproduttiva. Stimare la percentuale di coppie infertili nel mondo e in Italia risulta particolarmente problematico. Per quanto riguarda in particolare l'infertilità maschile in Italia, un dato certo è che, nonostante negli ultimi anni gli uomini abbiano preso maggior coscienza del loro ruolo primario nelle difficoltà legate al concepimento, la quasi totalità (90%) non fa prevenzione e non consulta l'andrologo preventivamente. Un secondo dato preoccupante è che ben il 50% degli uomini italiani non si sottopone a visita andrologica nemmeno a seguito di una diagnosi di infertilità. Quali sono gli esami che deve praticare la coppia?
-Esame del liquido seminale per la valutazione della fertilità -Esame colturale del liquido seminale per valutare eventuali infezioni della sfera genitale -Esame colturale delle urine per valutare eventuali infezioni urinarie -Test di capacitazione degli spermatozoi (consistente nell'arricchimento del liquido seminale con terreno di coltura contenente sostanze capaci di incrementare la motilità degli spermatozoi) -Test di penetrazione in vitro (consistente nella capacità degli spermatozoi di penetrare nel muco bovino, simile al muco di donna) -Ricerca di anticorpi antispermatozoo (Mar-test) -Valutazione clinica del paziente eventualmente correlata da dosaggi ormonali, color doppler del funicolo spermatico, ecografia prostatica transrettale. Nell'ambito della coppia fertile, la probabilità di gravidanza è del 2025% per ogni ciclo; la percentuale aumenta fino al 40% al secondo mese, per raggiungere l'80% entro un anno di rapporti regolari, continui, non protetti. Solo il 20% delle coppie fertili concepisce entro il secondo anno. In conclusione possiamo dire che si va sempre più affermando il nuovo concetto di sterilità intesa come patologia dell'uomo, della donna o della coppia. In un 10-15% dei casi si parla di “sterilità idiopatica o inspiegata” tale valore con l'avvento di nuove indagini diagnostiche tenderà a diminuire progressivamente.
La donna : -Ricerca di batteri e miceti presenti a livello uretrale, vaginale e cervicale ed eventuale trattamento farmacologico di infezioni da germi patogeni -Valutazione del rapporto fra ambiente cervico-vaginale e spermatozoi in prossimità dell'ovulazione -Valutazione radiologica della morfologia uterina, della pervietà e conformazione tubarica con la Isterosalpingografia -Controllo ecografico seriato eseguito nella prima metà del ciclo
Giuseppe Rota
EGOANALISI E QUALITA’ DELLA VITA Per rispondere alle numerose curiosità suscitate dall'articolo sull'Egoanalisi pubblicato nel precedente numero di “Esse Magazine”, intervistiamo il dottor Ciro Franco, caposcuola di questa nuova disciplina socio-psicologica volta al miglioramento della qualità della vita. Dottor Franco, come nasce l'Egoanalisi? Nasce dalle esperienze accumulate nel corso della mia attività di sociologo clinico. Mi accorgevo che certe tecniche risultavano più efficaci di altre e cominciai a chiedermi il perché. E a mano a mano che individuavo le risposte, cercavo di mettere sempre più a punto un insieme di teorie che comprendesse e affinasse quelle metodologie. Inoltre, arricchendole con le mie conoscenze Zen, verificavo il nascere di una vera e propria nuova disciplina. È stato un lavoro lungo dodici anni che non può dirsi, ovviamente, ancora stabilizzato, ma i risultati ottenuti negli oltre cinquanta casi seguiti finora dicono che il metodo funziona e ciò incoraggia a proseguire su questa strada. Quali erano le tecniche che risultavano più efficaci? Quelle basate sull'instaurazione tra il cliente e me di un rapporto empatico-viscerale, presupposto dell'abbattimento di quella vergogna che il più delle volte ostacola un efficace svolgimento della terapia. Empatia e visceralità si sono rivelate così importanti da diventare il fondamento dell'Egoanalisi. Ma attenzione: con “visceralità” noi intendiamo la manifestazione, la concretizzazione dell'empatia e non va confusa in alcun modo con la sessualità. Perché ha scelto il nome “Egoanalisi”? Perché il tutto ruota intorno all'“analisi dell'Ego”, o, meglio, “della struttura dell'Ego”. Tuttavia, il nostro “Ego” è ben diverso da quello concepito da Freud. Per noi, infatti, l'Ego è il “contenitore” dell'Io (la psiche, per sintetizzare) ma anche del Sé (che corrisponde all'Es, o Id, di Freud). Va però precisato che il Sé dell'Egoanalisi è molto più vicino alle “ragioni del corpo” di cui parla Nietzsche in “Così parlò Zarathustra”. Presentare un nuovo approccio socio-psicologico per la cura psichica fa nascere delle legittime questioni, come, ad esempio, perché “socio-psicologico”? Perché società e psiche, sociologia e psicologia, sono inscindibili tra loro, e ciò perché esse sono, in modo indifferenziato, causa ed effetto l'una dell'altra. Ogni comportamento sociale di un individuo (Ego) produce un processo psichico in un altro (Alter) che, a sua volta, viene indotto a porre in essere un altro comportamento sociale verso Ego e così via. Come si vede, un certo processo psichico viene causato da un dato comportamento sociale e ne causa un altro e viceversa. Quindi, possiamo affermare che la società, e con essa la sociologia, fonda su antefatti psicologici, così come la psiche, e con essa la psicologia, fonda su antefatti sociologici. Ci fa un esempio? Nel mondo prenatale il bambino veniva nutrito, per così dire, costantemente, per cui non avvertiva la sensazione della fame, ma con la nascita la sua alimentazione rispetta dei tempi e le cose cambiano. Ora, il comportamento sociale della madre (il nutrirlo solo dopo un certo tempo) produce un processo psichico (la sensazione di fame) nel bambino, il quale comincia a piangere-strillare (comunicare il proprio bisogno), che è un comportamento sociale, pur se ad un bassissimo livello di consapevolezza. Ma, com'è noto, il pianto di un bambino produce nella madre un processo psichico di notevole sofferenza, che, a sua volta, la induce ad allattarlo (un altro comportamento sociale) e così via.
Curioso citare lo Zen a proposito di una disciplina che si presenta come scientifica, non trova? Lo Zen, sia attraverso i diversi livelli di lettura degli insegnamenti che si traggono dalle sue storie, sia attraverso la meditazione, insegna a soffermare l'attenzione su concetti, idee, e valori, che spesso sfuggono a noi occidentali moderni; ma, soprattutto, insegna ad ognuno a riappropriarsi di quella comunicazione autoreferenziale (l'identificarsi con il proprio ciclo respiratorio) e nel contempo universale (il sentirsi appartenenti al tutto). E questi sono due capisaldi nella ricerca di quell'equilibrio di cui tutti, dal cliente allo stesso egoanalista, necessitiamo al fine di una buona qualità della vita. L'Egoanalisi ha a che fare con la psicoanalisi? No! perché, benché ne recepisca alcuni concetti basilari (un esempio per tutti: il complesso di Edipo), l'egoanalisi fonda su presupposti molto diversi da quelli della psicoanalisi. Infatti, pur occupandosi della psiche (l'Io), la studia nel suo rapporto di stretta connessione con le istanze del corpo (il Sé). Si differenzia per il fatto che l'egoanalista si pone quale osservatore partecipante, e costruisce col cliente, fin dall'inizio del percorso, un rapporto del tipo madre/figlio, al fine di ripercorrere le tappe di un nuovo svezzamento, durante il quale l'egoanalista rivestirà anche il ruolo di padre, poi di modello da imitare e, infine, di modello da superare; alla fine del processo il cliente si riconoscerà distinto da Alter e capace di autonomia. Come si svolge la terapia? La terapia (il “percorso”) consiste in un certo numero di incontri, variabile a seconda del disagio e della risposta del cliente. Generalmente si articola su incontri settimanali per un percorso di circa sei mesi che comprende le seguenti fasi: diagnosi; eziologia; terapia; distacco. I costi sono molto contenuti, anche in virtù della brevità del percorso. Inoltre, abbiamo sottoscritto una convenzione con il Comitato Locale Napoli Nord della Croce Rossa Italiana, ai cui soci spetta il 20% di sconto. Basta iscriversi come soci ordinari della CRI per accedere alle agevolazioni. Come si svolge il corso per Egoanalista? Il corso è aperto a laureati o laureandi in qualunque disciplina e prevede un percorso didattico di base e uno specialistico. Il primo è costituito da dieci seminari monografici e altrettante sessioni di esercitazione. Per questo primo titolo sono previsti tre esami: dopo la seconda monografia, dopo la sesta e dopo la decima. Superati gli esami e discussa una tesi di primo livello, si ha diritto alla qualifica di “Assistente di Egoanalisi” e all'inserimento nel relativo Repertorio Nazionale, istituito dalla FNEAdE (Federazione Nazionale Egoanalisti ed Assistenti di Egoanalisi). Coloro che sono in possesso del titolo di Assistente e di una laurea (anche triennale) possono poi sostenere i successivi dieci esami, relativi al percorso didattico specialistico, e discutere una tesi di secondo livello per il conseguimento del titolo di “Egoanalista”, che dà diritto all'inserimento nell'Albo Nazionale e abilita all'esercizio della professione. Anche qui vale la convenzione a favore dei soci della Croce Rossa Italiana.
Vincenzo Iscaro
L’ABORTO SPONTANEO L'aborto spontaneo è la più comune complicanza della gravidanza ed implica un coinvolgimento della coppia con risvolti di ordine psicologico. Per aborto spontaneo si intende la perdita di una gravidanza clinicamente riconosciuta entro il 180° giorno di amenorrea e si calcola che questo evento si verifichi nel 10-40% delle gravidanze. Tale stima presenta un'ampia variabilità perché diversi sono i tempi e le tecniche impiegati nel riconoscere precocemente una gravidanza. Infatti solo il 30% dei concepimenti raggiunge la vitalità, con un'interruzione presunta del 50% prima della mancata mestruazione . Quando si interrompe una gravidanza é un'esperienza emotivamente sconvolgente per le coppie che desiderano un bambino; sono frequenti sentimenti di sconforto, impotenza con sensi di colpa con conseguenze anche sul rapporto di coppia. Un aborto può presentarsi come minaccia d'aborto quando è presente un sanguinamento proveniente dalla cavità uterina; l'aborto può essere inevitabile, completo o incompleto, a seconda della totale o parziale espulsione del tessuto embrionale dalla cavità uterina. Per aborto silente o interno si intende l'assenza di attività cardiaca non compatibile con l'epoca gestazionale o la successiva cessazione. Si definisce blighted ovum o uovo chiaro la gravidanza non seguita da uno sviluppo embrionario. L'elevata incidenza dell'abortività spontanea sembrerebbe dovuta ad una difficoltà di sviluppo dell'embrione nella sua fase più delicata per un'anomalia intrinseca all'embrione stesso. Infatti la maggior parte di tali perdite sembra dovuto a cause cromosomiche o genetiche dell'embrione. Concepimenti con una alterazione cromosomica sono presenti nel 60% degli aborti avvenuti prima della 8° settimana di gestazione . Un aborto è definito ricorrente in presenza di 3 o più eventi clinicamente accertati, con o senza una precedente gravidanza con parto vitale. Si calcola che si manifesti nello 0,3% di tutte le gravidanze , anche se il dato è fortemente sottostimato . Tutti concordano sulla opportunità d'intraprendere un iter diagnostico in presenza di abortività ricorrente, al fine di riuscire ad individuare le possibili molteplici cause che essa sottende. Questa esigenza nasce anche dalla conoscenza dell'elevato rischio di ulteriori aborti a cui sembra predisporre una precedente gravidanza interrottasi spontaneamente; come indicano numerosi dati, sulla base d'indagini epidemiologiche, il rischio di abortività in una successiva gravidanza è di: -24% dopo un aborto -30% dopo due aborti -35% dopo tre aborti 40% dopo quattro aborti spontanei consecutivi. Pertanto alcuni ritengono più adeguato intraprendere l'iter diagnostico già dopo 2 aborti spontanei consecutivi (aborto ripetuto); specialmente in caso di: - donne con età >35 anni - coppie con difficoltà al concepimento - coppie ansiose di iniziare la ricerca della causa - documentata attività cardiaca fetale prima di una successiva interruzione di gravidanza. Diversi fattori sono stati presi in considerazione come possibili cause di aborto ricorrente: - Anomalie genetiche e cromosomiche - incidenza 36%. Attualmente si ritiene che le anomalie cromosomiche proprie del prodotto del concepimento rendano conto di più del 50% di tutti gli aborti isolati. Tale dato non ha nessuna correlazione con il cariotipo (mappa cromosomica) dei genitori. Diagnosi: la sola anamnesi familiare non è sufficiente ad escludere la presenza di un'eventuale anomalia cromosomica; è necessario procedere ad uno studio più approfondito dei partner mediante analisi del cariotipo su sangue periferico nelle coppie che hanno una storia di abortività ricorrente. In futuro tecniche più avanzate di genetica molecolare consentiranno una migliore conoscenza delle numerose potenziali aberrazioni parentali che concorrono nel determinismo di aborti recidivanti. - Alterazioni anatomiche - incidenza 10-15%. Le anomalie possono essere: -Congenite: con difetti di fusione dei due dotti che danno origine all'utero (utero unicorne, utero bicorne, utero didelfo, utero setto, …), anomalie vascolari (anomalia dell'arteria uterina), esposizione a dietilstilbestrolo nella vita intrauterina. -Acquisite: sinechie uterine (per precedenti raschiamenti o endometriti), leiomiomi, endometriosi-adenomiosi e incontinenza cervicale da
trauma o da pregresso intervento alla cervice uterina. -Diagnosi: principalmente strumentale con isterosalpingografia, isteroscopia e laparoscopia . -Disturbi ormonali - incidenza 10-20%. Le anomalie più frequentemente riscontrate sono: il diabete mellito, l'insufficienza della fase luteale e disfunzioni tiroidee. - Processi infettivi - incidenza 5%. Comprendono infezioni da batteri, virus, parassiti. Riguardo alle infezioni batteriche da Mycoplasma hominis, Ureaplasma urealyticum e Chlamydia trachomatis ci sono dati molto contrastanti, che non permettono di evincere un nesso causale né di escluderlo. La causa fisiopatologica in grado di spiegare l'evento aborto in questi casi sarebbe l'endometrite. Le infezioni virali da Citomegalovirus , Rubeovirus, Herpes-virus, Coxsackie e Parvovirus sono associate all'aborto spontaneo sporadico, ma non vi sono evidenze che si accompagnino all'aborto ricorrente. -Problemi immunologici - incidenza 30-40%. Nel 60% dei casi l'aborto rimane inspiegato; il fattore immunitario sembra esserne responsabile in una buona percentuale dei casi: alcuni riportano una prevalenza intorno al 30-40% dei casi. Aborto autoimmune E' noto che le donne con una patologia autoimmune conclamata (es: lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sindrome di Sjögren, sclerodermia, dermatomiosite) hanno un elevato numero di aborti. La presenza di anticorpi antifosfolipidi è la sola causa immunologica umorale scientificamente documentata di abortività ricorrente, associandosi ad un rischio dell'80% di perdita fetale; il meccanismo responsabile dell'esito infausto della gravidanza in donne con anticorpi antifosfolipidi è la trombosi dei vasi placentari col conseguente arresto dell'irrorazione del versante fetale. L'aborto potrebbe essere l'unica spia di un disordine immunologico che non si manifesta con una patologia immunitaria conclamata; la presenza di autoanticorpi potrebbe essere il segno laboratoristico di tale disturbo. Tali disordini andrebbero indagati in caso di abortività ricorrente e, in caso di positività, la gestione della gravidanza dovrebbe avere un approccio multidisciplinare. Aborto alloimmune I tessuti embrio-fetali e la placenta contengono antigeni di origine paterna, potenzialmente in grado di indurre una reazione immunitaria materna. La tolleranza materna al “trapianto fetale” è uno dei problemi più antichi della gravidanza. Molte sono le ipotesi ma ancora nessun fenomeno è stato provato essere il meccanismo in grado di proteggere l'unità feto-placentare. Qualora i meccanismi immunologici di protezione della gravidanza non si instaurino si parla di aborto alloimmune. DIAGNOSTICA Accertamenti clinico-strumentali nella valutazione della coppia con storia di aborto ricorrente: - anamnesi della coppia (età, storia clinica, stato sociale, eventuali terapie in atto, fumo, consumo di alcolici) - esame obiettivo ginecologico - accertamenti strumentali - Cariotipo sul sangue periferico dei genitori - Ecografia transvaginale - Isterosalpingografia, ISC (eventuale LSC) - Test di funzionalità tiroidea (TSH, FT3, FT4) –Glicemia - SIC (sierologia immunitaria completa) con anticorpi antifosfolipidi (anti-cardiolipina, -fosfatidilcolina) - Anticoagulante lupico - Conta delle piastrine - Colture cervico-vaginali per Mycoplasma, Ureaplasma, Chlamydia. TERAPIA La terapia dell'aborto spontaneo ricorrente riguarda ogni singola anomalia eventualmente individuata e pertanto si rimanda la trattazione al caso particolare. Il dovere etico di ogni medico è di assicurarsi che le indagini e le procedure usate valgano il disagio, il costo ed i rischi a cui la coppia si deve sottoporre per affrontarle. Quindi la comprensione dei potenziali meccanismi coinvolti nella patogenesi dell'aborto spontaneo/ricorrente rappresenta il punto di partenza per una corretta valutazione del problema, razionalmente orientata verso un approccio diagnostico e terapeutico adeguato che tenga conto anche del rapporto costo/beneficio, sia per le pazienti sia per le strutture sanitarie. Giuseppe Rota
IL PIACERE DI SENTIRE L'udito rappresenta uno dei principali strumenti della comunicazione sociale e linguistica, costituendo il ramo afferente del linguaggio. La funzione è attuata grazie a un apparato sensoriale periferico, l'orecchio, che comprende una parte esterna (padiglione auricolare), una parte media (timpano e catena degli ossicini), una parte interna (coclea) e un sistema acustico centrale costituito da diverse strutture e aree del sistema nervoso. L'orecchio è un sensibilissimo sistema di ricezione, di trasduzione e analisi delle onde che si propagano attraverso l' aria. La ricezione delle onde sonore e la loro trasformazione in impulsi nervosi ne permette l'elaborazione a livello cerebrale, per poi essere percepite come suoni e parole. La capacità di analizzare e comprendere le parole dipende dal tipo di perdita uditiva o ipoacusia. Classificazione delle ipoacusie in base al tipo di perdita: Ipoacusia trasmissiva: in caso di ipoacusia trasmissiva il suono non è in grado di raggiungere efficacemente l'orecchio interno perché è ostacolato a livello dell'orecchio esterno (per es. tappi di cerume, atresia auris, ecc..) o dell'orecchio medio (per es. otiti, perforazioni della membrana timpanica, ecc..). I suoni e/o il parlato giungono ad un volume più basso, ma non vengono distorti; l'orecchio interno è infatti integro (le parole sono chiare ma meno forti). Nei rari casi in cui non è possibile risolvere l'ipoacusia trasmissiva con una terapia medica e/o chirurgica, le difficoltà dell'ascolto possono essere completamente superate, con la dovuta amplificazione del messaggio sonoro, mediante apparecchio acustico digitale. Ipoacusia neurosensoriale : Nella ipoacusia neurosensoriale (cause genetiche, traumatiche, vascolari ecc..) è l'orecchio interno ad essere danneggiato. Questo tipo di perdita comporta una possibile distorsione dei suoni (il messaggio verbale è meno forte e non sempre chiaro - “sentire ma non capire le parole”). Ipoacusia di tipo misto: si manifesta quando sono presenti contemporaneamente sia la sordità neurosensoriale che quella trasmissiva. In caso di deficit di tipo misto le problematiche riguardano sia la quantità (volume sonoro) sia la qualità del segnale (percezione sonora). Classificazione delle ipoacusie in base al grado di perdita: Udito normale (0-25 dB) Ipoacusia lieve (26-40 dB): può essere causa di disattenzione, difficoltà di ascolto in ambienti rumorosi, sforzo nell'ascolto, difficoltà a sentire il sussurrato. Ipoacusia moderata (41-55 dB): può ritardare e alterare lo sviluppo linguistico, sia in comprensione che in produzione, dando anche altri problemi di relazione. Questo grado di perdita ostacola in parte l'ascolto del parlato ad intensità di voce di conversazione.
Ipoacusia grave o moderata severa (56-70 dB): Questo grado di perdita ostacola quasi completamente l'ascolto del parlato ad intensità di voce di conversazione. In caso di bambini si osserva sia ritardo linguistico che importanti difetti nell'articolazione. Ipoacusia severa (71-90 dB): oltre ai difetti sopradescritti anche la qualità della voce viene compromessa. Ipoacusia profonda (>90 dB): con questa gravità di perdita, nel bambino non si sviluppa il linguaggio e nell'adulto sia il parlato che il linguaggio si deteriorano severamente. L'ascolto e l'apprendimento della parola devono essere integrati da una prolungata riabilitazione. Nei bambini sono importantissimi la quantità di stimolazioni dall'ambiente familiare e scolastico e la qualità dell'intervento riabilitativo. Sentire bene è fondamentale per comprendere il mondo che ci circonda. Soprattutto nella vita familiare, a scuola, a lavoro, con gli amici ed in molte attività sociali. Quando si soffre di ipoacusia molte sfaccettature della vita vengono vissute con maggiore difficoltà. Le conversazioni con le persone care, le telefonate e l'ascolto della TV possono cosi diventare una sfida. Con l'utilizzo di protesi acustiche digitali, appropriate sia al tipo che al grado di perdita, è rassicurante poter sentire suoni come il campanello di una porta, una voce sussurrata o un bambino che ci parla, contribuendo, cosi, a migliorare la qualità della vita di tutti i giorni. Le protesi acustiche digitali sono il frutto delle più recenti innovazioni tecnologiche in termini di miniaturizzazione e prestazione di ascolto. Questi dispositivi , infatti, offrono un comfort elevato, sono ergonomici, sono protetti da sporco e umidità cosi da assicurare un piacere uditivo nel tempo. Benefici : Comprensione del parlato, comprensione nel rumore di fondo, comprensione al telefono e con altri dispositivi, riduzione dei fastidiosi fischi, riduzione del rumore ambientale senza influire sulla sonorità del parlato, comfort dell'ascolto all'aperto, sentire il suono ottimale in ambienti riverberanti. Le protesi acustiche digitali aiutano le persone a sentire, comprendere e vivere la vita in tutta la sua ricchezza.
Ilaria Di Napoli
NAPOLI, CAPITALE DELLO STRESS
Al via il database dei medici di famiglia per la prevenzione delle
nella sede del Ceinge con l'intervento del presidente Franco Salvatore e
malattie.
di Giovanni Canfora e Luigi Quagliata, rispettivamente direttore
Oltre un quarto dei napoletani soffre di ipertensione. Preoccupano
generale e direttore sanitario del Policlinico di via Pansini.
anche i dati sui disturbi cardiovascolari e sul diabete.
L'Università Federico II avrà libero accesso al database dei medici di medicina generale così da rendere più facile la gestione delle malattie sul
Pino Daniele cantava “chi tene 'o mare 'o ssaje porta 'na croce”. E ci
territorio, fare prevenzione e ridurre le spese. Ed è proprio grazie a questi
aveva visto lungo. Altro che sole, mare e vita rilassata. Napoli è la
dati che sono state create le mappe della salute di ogni quartiere. Utili ad
capitale degli stressati.
esempio per monitorare, zona per zona, l'andamento dell'influenza,
Da uno studio realizzato dall'associazione di medici di famiglia
conoscere quali farmaci sono maggiormente utilizzati per una
Comegen, in collaborazione con altre dodici cooperative di medicina
determinata patologia, quanti sono stati i casi di infarto e quali le malattie
generale sparse in tutta la regione, emerge che la “croce” dei napoletani è
più diffuse.
proprio l'ipertensione.
E in questa “singolare” classifica, oltre all'ipertensione, conquistano il
La mappatura delle malattie che colpiscono più frequentemente i
podio le malattie cardiovascolari e il diabete, che ha un'incidenza sulla
cittadini campani ha consegnato il primato nazionale dello stress al
popolazione pari al 7,76 per cento rispetto al 5,4 del dato nazionale.
capoluogo partenopeo: 27,41 punti percentuali di incidenza sui pazienti
Un mix che può essere letale e che deve mettere in allerta tutti. Dai
in cura, rispetto al 17 per cento del resto d'Italia. Un dato allarmante che
medici alle istituzioni. Attraverso iniziative mirate e campagne di
mette sul “chi va là” i medici.
sensibilizzazione che possano migliorare lo stile di vita dei napoletani,
Proprio per prevenire e curare questi disturbi è stato avviato un progetto
sempre più stressati e alle prese con le loro “croci” quotidiane.
“satellite” finalizzato alla creazione di una banca dati, aggiornata in tempo reale, per monitorare l'andamento dei disturbi riscontrati durante le visite mediche. L'iniziativa è stata presentata al Secondo Policlinico
Sandro Ingenito
IL RUOLO DELLE ANALISI DI LABORATORIO NELLA PATOLOGIA TIROIDEA Stime dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indicano in un miliardo di persone al mondo i soggetti colpiti da disfunzioni tiroidee. In Italia, sono affetti da malattie della tiroide (ipotiroidismo, ipertiroidismo e noduli) circa 7 milioni di persone, 80% dei quali sono donne tra i 25 e 50 anni. Nella sola popolazione giovanile, il gozzo interessa almeno il 20 per cento delle persone, si può quindi affermare che nel nostro paese sia da considerarsi una patologia endemica. Oltre il 50% della popolazione generale ha noduli tiroidei all'ecografia, anche quando la ghiandola non è palpabile. La patologia aumenta con l'età ed è sei volte più frequente nelle donne. La tiroidite di Hashimoto è presente nel 5-15% delle donne e nel 1-5% degli uomini, la tiroidite post partum nel 5-9%, il Morbo di Basedow nel 1-2% della popolazione generale. Le malattie tiroidee spesso non presentano sintomi soggettivi; in particolare, i noduli non vengono avvertiti e quando si scoprono all'ecografia, anche in modo casuale, sono già in fase avanzata. Nonostante tali dati epidemiologici l'opportunità di uno screening in soggetti asintomatici e l'utilità del trattamento in fase di malattia tiroidea subclinica rappresentano, ancora oggi, punti di relativa controversia. L'American Thyroid Association nel 2000 ha consigliato di dosare il TSH in tutta la popolazione adulta asintomatica al disopra dei 35 anni e di ripetere questo esame ogni 5 anni. Infatti il TSH è il parametro più indicativo ed affidabile di disfunzione tiroidea e da solo identificherebbe la grandissima maggioranza dei casi di disfunzione. Controlli ancora più frequenti si consigliano nei soggetti con presenza di fattori di rischio nella storia familiare (tireopatie, anemia perniciosa, diabete mellito, insufficienza surrenale primaria) e personale (precedente tireopatia, gozzo, chirurgia o radioterapia in sede tiroidea, diabete mellito, vitiligine, anemia perniciosa, capelli prematuramente grigi, terapia con litio carbonato o composti contenenti iodio come amiodarone, mezzi di contrasto contenti iodio e preparati a base di alghe). Una volta selezionati tramite “screening” o su specifica indicazione clinica i soggetti con alterazioni del TSH, occorre confermare e definire la diagnosi e impostare la terapia ed il follow up. L'ipotiroidismo si riferisce ad un aumento del TSH (>10 mU/L), associato a valori ridotti di fT3 e fT4. Analogamente, l'ipertiroidismo si riferisce ad una diminuzione del TSH (98%) rispetto ai controlli non affetti da tireopatia autoimmune. Per quanto riguarda l'ipertiroidismo, per precisarne la natura (diagnosi differenziale fra morbo di Basedow, altre tiroiditi o gozzo uni o multinodulare tossico), possono essere indicativi gli anticorpi antitiroide. Gli anticorpi anti tiroide sono diretti verso tre principali antigeni: recettore TSH (TR), tireoperossidasi (TPO) e tireoglobulina (TG). Gli anticorpi anti recettore del TSH (TR-ab) si distinguono in TR-ab inibitori e stimolatori. TR-ab stimolatori sono implicati nella patogenesi dell'ipertiroidismo nella malattia di Basedow. Peraltro, la sensibilità e la specificità della diagnosi di morbo di Basedow, risultano molto alti (>98%) rispetto ai controlli non affetti da tireopatia autoimmune. Il dosaggio di TR-ab in gravidanza è fortemente consigliato in donne con patologia autoimmune tiroidea, in relazione al rischio di disfunzioni tiroidee transitorie nel neonato per il passaggio transplacentare di anticorpi materni. Gli anticorpi anti Tireoperossidasi (TPO-ab) risultano positivi nel 95% dei pazienti con malattia di Hashimoto e in oltre l'85% dei pazienti con Morbo di Basedow. Essi possono quindi essere utilizzati per confermare queste diagnosi. Il dosaggio degli anticorpi anti Tireoglobulina (TG-ab) non è suggerito nella diagnosi di autoimmunità tiroidea, in quanto soggetti positivi per TG-ab, ma negativi per TPO-ab sono raramente affetti da disfunzioni tiroidee. E' però da notare che esiste una quota piccola, ma non trascurabile (circa 5%), di pazienti con tiroidite autoimmune che ha positività esclusivamente per TG-ab. Tale fenomeno sarebbe più evidente nelle zone (come l'Italia) in cui tuttora persiste una lieve carenza Iodica. Un dosaggio positivo di TPO-ab durante il primo trimestre di gravidanza indica un rischio di sviluppo di tiroidite post partum che, se curata in fase iniziale, eviterà di arrecare disturbi alla paziente. Nel follow up dei pazienti con autoimmunità tiroidea è sconsigliato il monitoraggio indiscriminato degli autoanticorpi, considerando che la terapia influisce sulle conseguenze e non sulla causa della malattia.
D'altro canto il dosaggio di TG-ab acquista notevole importanza nel follow up di pazienti affetti da carcinoma tiroideo differenziato. Infatti i TG-ab possono interferire coi dosaggi della tireoglobulina che rappresenta il marcatore tumorale chiave nel follow up post chirurgico di tali pazienti. Dal momento che un aumento della tireoglobulina indica una ripresa di malattia e che una positività anche se molto lieve di TG-ab può interferire col dosaggio della tireoglobulina, la sensibilità dei metodi è di cruciale importanza. Nei pazienti positivi per TG-ab nei quali quindi il dosaggio della tireoglobulina non potrà costituire un indicatore affidabile si potranno utilizzare controlli seriati degli stessi TG-ab come sostituto marcatore. Infatti in pazienti TG-ab positivi, una tiroidectomia totale ne indurrà una progressiva scomparsa. Un eventuale successivo innalzamento dei titoli TGA-ab indicherà una recidiva di malattia.
In conclusione è evidente quanto la qualità elevata del supporto laboratoristico sia importante per una diagnosi accurata ed un management efficiente da parte del clinico. Per una collaborazione dinamica fra medico e laboratorista, essi devono fornire reciprocamente il maggior numero di informazioni rilevanti, essere in comunicazione fra loro così da influire sul processo diagnostico. Per contribuire al raggiungimento di tale scopo, vengono fatte al clinico ed al laboratorista precise raccomandazioni e proposte. Raccomandazioni per il laboratorista - essere in possesso di informazioni prontamente disponibili su fattori come interazioni farmacologiche, limiti di riferimento, sensibilità funzionale, “detection limits” ed eventuali interferenze sui diversi test in uso e renderle disponibili al clinico; - evitare modificazioni improvvise e non preannunciate dei metodi di dosaggio. In caso queste avvengano, sarebbe auspicabile una collaborazione fra clinico e laboratorista per confrontare i risultati del metodo nuovo con quello vecchio e stabilire eventuali fattori di conversione; - prendere in considerazione insieme al clinico eventuali “automatismi diagnostici”, come il dosaggio di fT4 se il TSH risultasse alterato. Raccomandazioni per il clinico - fornire le informazioni cliniche più rilevanti insieme alla richiesta di esami; - fornire precise informazioni sulla terapia praticata dal paziente; - essere consapevoli dei limiti dei test di funzionalità tiroidea; - essere inoltre consapevoli che senza un input clinico il laboratorista non verrà mai a conoscenza dell'errore diagnostico e quindi non sarà messo in condizione di evitarlo.
Domenico Russo
LA MARGHERITA CHE CAMBIO’ NAPOLI In mostra a Palazzo Reale per celebrare il 150° dell'Unità d'Italia: La Margherita che cambiò Napoli. Un inedito percorso storico e multimediale per raccontare la vita della prima regina del 'Bel Paese'. Il 17 marzo sarà festa nazionale per ricordare la nascita del Regno d'Italia. Un'Italia unita, almeno nelle celebrazioni, da nord a sud. In ogni città si alterneranno manifestazioni, spettacoli ed eventi culturali per rendere omaggio al “Bel Paese”. E regalare un momento di riflessione anche a chi è lontano da quell'amor di Patria che ha da sempre contraddistinto il popolo italiano. All'interno di queste importanti iniziative presentate per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia, Napoli si propone sul panorama italiano con l'inaugurazione, in prima nazionale, della grande mostra su Margherita di Savoia prima Regina d'Italia, allestita a Palazzo Reale dal 17 marzo al 17 luglio. “Regina Margherita. Il mito della modernità nella Napoli postunitaria”. Questo il titolo della mostra. Un percorso tra storia e arte per raccontare la Regina, non solo negli aspetti della sua vita, ma anche come simbolo di un'Italia che cambia nel nome della modernità e del progresso, di cui Margherita diventerà icona popolare. In particolare Napoli, che vive in quegli anni il mutare dell'urbanistica, della moda, dei rapporti sociali, della vita di tutti giorni. È la visione della “Napoli che cambia”, raccontata attraverso le litografie e le foto d'epoca che costituirà il focus narrativo di tutte le sezioni. Saranno ripercorse le tappe fondamentali della vita della Regina Margherita. Episodi che raccontano, al contempo, la storia di una nazione: dal matrimonio con Umberto e il suo ruolo nell'acquisizione del consenso della monarchia, alla nascita del figlio, dall'attentato di Passanante e dalle crisi di un paese in rapida unificazione, allo svilupparsi del gusto “margherita” nella moda e nella società, dal mecenatismo culturale nelle arti al forte interesse per le questioni sociali femminili, per l'alfabetizzazione. Un'ampia sezione verrà poi dedicata al “mondo nuovo” ormai alle porte che, con il progresso della scienza e della tecnologia e le nuove invenzioni che renderanno il mondo mai più uguale a prima, esprime tutte le proprie potenzialità nelle grandi Esposizioni italiane e nella nuova svolta della cultura. Il progetto, posto sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, ideato e curato da Elena Fontanella in collaborazione con Annamaria Andreoli, è prodotto da Fondazione DNArt e voluto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e da Regione Campania. Per la sezione napoletana del progetto hanno collaborato: la Direzione Regionale per il Ministero per i Beni Culturali, la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Artistici e Storici di Napoli e Provincia, la Soprintendenza Speciale per il patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Napoli, l'Ufficio Scolastico Regionale, la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le province di Caserta e Benevento, il Teatro San Carlo, la Biblioteca Nazionale di Napoli, l'Archivio di Stato di Napoli, la Soprintendenza Archivistica della Campania, il Museo del Tessile e dell'Abbigliamento Aldobrandini, il Museo Correale di Sorrento, il Museo Civico di Castelnuovo. Sandro Ingenito
L'UNIONE NAZIONALE MUTILATI E INVALIDI PER SERVIZIO ISTITUZIONALE L'Unione Nazionale Mutilati e Invalidi per Servizio Istituzionale, è un Ente Morale così come riconosciuto dal Decreto C.p.S. n. 650 del 24-061947 e dalla legge n.337/1953. La sua sede Centrale è a Roma, ma esistono Gruppi regionali su tutto il territorio nazionale, Sedi provinciali in ogni capoluogo e Sottosezioni in varie città. Ne sono soci tutti coloro che alle dipendenze dello Stato e degli Enti locali, territoriali ed istituzionali, hanno riportato mutilazioni ed infermità in servizio e per causa di servizio militare e civile. Sono dunque Carabinieri, militari della FF.AA. in servizio di leva o permanente, Agenti della Polizia di Stato, Guardie di Finanza, Agenti di custodia, Guardie Forestali, Vigili Urbani, Magistrati e tutti i dipendenti della Pubblica Amministrazione, che nell'adempimento del proprio dovere contraggono mutilazioni o invalidità. A questi si aggiungono le vedove, gli orfani, i genitori, le sorelle nubili dei Caduti in servizio ed i familiari di deceduti per l'aggravarsi di infermità pensionate, che abbiano avuto i requisiti per il conseguimento della pensione, indiretta o di reversibilità. Il principale scopo istituzionale dell'Unione è quello di rappresentare e tutelare gli interessi morali e materiali dei Soci su argomenti come: Pensioni Privilegiate Ordinarie dei tabellari, percentualisti e decimisti Pensione di reversibilità - Equo indennizzo - Riclassificazione per aggravamento ed adeguamenti - Collocamento obbligatorio e diritto all'avviamento al lavoro - Esenzione ticket sanitari - Priorità concorsi pubblici - Non imponibilità fiscale sulla pensioni "tabellari" - Carte di libera circolazione sui mezzi di trasporto - Cure climatiche/terapeutiche -Convenzioni varie. Per tenere i propri soci informati ed aggiornati su tutte queste materie e tanto altro, l'Unione cura la pubblicazione del periodico “Il Corriere dell'Unione”. Inoltre, l'UNMS, che rappresenta circa 350.000 invalidi per servizio, è iscritta nel Registro delle Associazioni di Promozione sociale e intende promuovere anche sul piano europeo il riconoscimento e la tutela dei diritti dei propri associati e stringere legami di fratellanza con le associazioni similari esistenti in Europa, in previsione di una costituenda Federazione internazionale degli invalidi per servizio istituzionale. LE AGENZIE PER IL LAVORO Nel mese di Giugno 2009, con decreto del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e conseguente iscrizione nell'apposito albo informatico, l'UNMS è stata autorizzata all'attività di Agenzia del Lavoro, con particolare riferimento all'intermediazione tra domanda e offerta di lavoro, all'inserimento lavorativo dei disabili e delle categorie di lavoratori svantaggiati. Con questo progetto l'UNMS si pone concretamente dalla parte dei propri associati e dei loro familiari come canale informativo sul mercato del lavoro. Il Progetto, coordinato dal Vicepresidente nazionale Nazzareno Giaretta, prima di essere esteso all'intero territorio nazionale, verrà inizialmente realizzato in 4 sezioni provinciali (Teramo, Salerno, Catania e Napoli) mediante la costituzione di uffici periferici che opereranno ciascuno sul proprio territorio. Le attività dell'Agenzia nonché degli uffici periferici, saranno incentrate sulla raccolta di curriculum dei “candidati” all'occupazione, al fine di costituire un'ampia banca dati, sulla promozione dell'incontro tra domanda e offerta di lavoro, sulla formazione e sull'orientamento professionale. In tale ottica, l'obiettivo dell'Unione è il contatto tra le aziende presenti sul territorio operanti in vari settori dell'economia ed i candidati, attraverso attente operazioni di selezione e valutazione degli stessi, considerandone sia il profilo professionale che le attitudini personali, le motivazioni e le aspettative, al fine di proporre l'occupazione lavorativa più adatta alla persona. SERVIZIO CIVILE Sempre nell'ambito delle strategie per il lavoro e nel suo tradizionale spirito di servizio, la sezione Provinciale UNMS di Napoli ha presentato un bando, aperto a tutti Soci e figli di Soci, per l'inserimento di due Volontari di Servizio Civile presso la propria sede di Piazza Principe Umberto.
COLLABORAZIONI L'UNMS ha anche attivato una collaborazione con l'U. N. S. I. C. (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori), un'organizzazione sindacale confederale presente su tutto il territorio nazionale che offre assistenza, rappresentanza ed un ampio ventaglio di servizi: pratiche assistenziali, di invalidità civile e pensionistiche; assegni di maternità; assegni per terzo figlio; infortunistica sul lavoro; servizi CAF (RED – ISE/ISEE-ISEU – 730 – ICI – UNICO P.F.); finanza agevolata alle imprese; formazione continua gratuita per le aziende; ufficio conciliazioni; prodotti finanziari: mutui, prestiti personali, cessione quinto dello stipendio; assicurazioni auto; sportello Unione Nazionale dei Consumatori; sportello immigrati; confidi: ente che garantisce alle società di ottenere dei finanziamenti fino a 2 milioni di euro. COME DIVENTARE SOCIO Per diventare Socio ordinario dell'Unione sono necessari: una fotocopia del verbale della C.M.O. (Commissione Medica Ospedaliera) o copia decreto di pensione privilegiata o di equo indennizzo -n. 2 fototessera -uno stato di famiglia aggiornato in carta semplice. La quota di iscrizione è di € 41,00 annui e può essere pagata direttamente in sede all'atto dell'iscrizione oppure con trattenuta mensile di € 3,42 sulla pensione. Per diventare Socio simpatizzante, invece, è sufficiente il pagamento della quota associativa di € 41,00 annui. DIRITTI DEL SOCIO Assistenza gratuita sulle pratiche pensionistiche - Assistenza gratuita sulle cause di servizio - Assistenza fiscale gratuita presso il CAF dell'UNSIC - Godimento a condizioni di favore degli altri servizi offerti dall'UNSIC - Godimento gratuito dei servizi dell'agenzia per il lavoro - Godimento degli sconti e delle condizioni di favore garantite dagli enti convenzionati (alberghi; centri termali; centri medici e diagnostici; teatri) ecc… L'Unione aderisce alla FAND - Federazione tra le Associazioni Nazionali delle persone con Disabilità che comprende anche ANMIC, ANMIL, ENS, UIC. Domenica 6 febbraio, la FAND ha preso parte alla XXXIII Giornata per la vita organizzata dal Cardinale Sepe, al quale ha consegnato una targa di ringraziamento per l'opera pastorale da lui svolta (vedi foto). Chi desideri ottenere ulteriori informazioni può farlo sul sito www.unmsnapoli.it o presso la sede della sezione provinciale UNMS di Napoli in Piazza Principe Umberto, 4 o ai seguenti recapiti: tel. 081 287627 - unmsna@alice.it
XXXIII Giornata per la vita – Quarto da sinistra il presidente della FAND e dell'UIC Giuseppe Ambrosino; al centro il presidente dell'UNMS Provinciale di Napoli Carmine Diez.
Reportage dalla << Campania Infelicissima >> IL FIUME SEBETO “IL FIUME FANTASMA” Il Sebeto, nell'antichità fiume mitico degno di essere annoverato tra i misteri napoletani perché, a volte, anche alla sorgente si nascondeva come se fosse svanito nel nulla, è attualmente un misero corso d'acqua ridotto a discarica di ogni tipo di rifiuto. Il fiume fu considerato “Fantasma” perché nel corso della sua storia si interrò parzialmente durante i movimenti sismici che precedettero l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e si divise in rivoli sotterranei in seguito alla spaventosa tempesta che colpì Napoli nel XIV secolo. Il Sebeto, che nasce a circa 10 km da Napoli nella depressione della Volla o Bolla, con le sue acque rendeva fertili le zone umide delle “ Padule”, cioè delle paludi dell'area orientale della provincia e della stessa città di Napoli, mentre ora è ridotto ad un rigagnolo intossicato da scarichi fognari incontrollati, sia civili che industriali; esso infatti è effluente di alcune fogne cittadine della zona Ferrovia Poggioreale - Rione Incis. E dire che i vecchi abitanti delle paludi, i “parulani”, ricordano con rimpianto il periodo in cui in un anno si facevano ben cinque raccolti di ortaggi e di frutta e lungo il fiume si pescavano anguille, cefali, gamberi, utilizzando piccole reti, setacci e sporte.
Il fiume in alcune zone, come al di sotto del Centro Direzionale, è completamente interrato e ad ogni forte temporale riappare sotto forma di acqua che dagli scantinati sale fino al piano terra degli edifici. Anche alla foce il fiume è invisibile, sepolto sotto al cemento del ponte della Maddalena, e tuttavia riesce a giungere al mare in corrispondenza della Darsena della Marinella, inquinando notevolmente gli specchi acquei portuali, tanto che la Darsena della Marinella è attualmente soggetta ad interrimento con impossibilità per le navi di attraccare in calata, mentre all'attiguo pontile dei silos possono attraccare solo navi aventi modesto pescaggio. Attualmente è notevole il degrado ambientale del corso del Sebeto i cui argini, in alcuni tratti, sono ancora belli e ricchi di piante palustri, come salici, pioppi, e fiori selvatici, e tuttavia se nell'immediato futuro si provvederà prima che sia troppo tardi al risanamento ambientale, si potrà istituire il “Parco del Sebeto” che, anche se soltanto in parte, sia fruibile con aree di sosta e una pista ciclabile per poter godere dell'ambiente risanato, del panorama ancora bello delle rive del fiume e della vista unica al mondo del Somma Vesuvio.
Lungo il letto del fiume, in via Lufrano, nei pressi del nuovo Mercato Ortofrutticolo di Volla, è presente il Casino di caccia e pesca dei Borboni, un bene monumentale dall'imponente tipologia rurale che andrebbe restaurato e salvaguardato.
Augusta Borrillo
Reportage dalla << Campania Felix > > Caserta, 16 marzo 1787
Napoli, 28 maggio 1787
“Solo in questo paese si può capire cosa sia la vegetazione e perché si coltivino i campi. Il lino è già presso a fiorire, il grano è alto una spanna e mezza. La regione intorno a Caserta è tutta pianeggiante, i campi sono lavorati con un nitore uniforme, simili ad aiuole di giardini. Ovunque s'innalzano pioppi cui si allaccia la vite, che pur ombreggiando il suolo non impedisce la messe più rigogliosa. Che mai avverrà al prorompere della primavera!”………….
“Tutta la campagna che circonda Napoli è un solo giardino d'ortaggi, ed è un godimento vedere le quantità incredibili di legumi che affluiscono nei giorni di mercato, e come gli uomini si dian da fare a riportare subito nei campi l'eccedenza respinta dai cuochi, accelerando in tal modo il circolo produttivo”………….. Se si pensa a tutti i generi di frutta e d'ortaggi offerti a profusione in ogni tempo dell'anno; al fatto che la contrada circostante Napoli ha meritato il nome di “Terra di Lavoro” (dove lavoro significa lavoro agricolo) e l'intera sua provincia porta da secoli il titolo onorifico di “ Campania Felix “ campagna felice, ben si comprende come là sia facile vivere”.
“In questi paesi si capisce come mai sia venuta all'uomo l'idea di lavorare la terra: qui dove il solco produce di tutto, dove si può sperar di fare da tre a cinque raccolti ogni anno. Dicono che nelle annate migliori han seminato tre volte il granturco nel medesimo campo”. GOETHE Viaggio in Italia
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IL SOPRANNATURALE NELLA MEDICINA GRECA “Il giuramento di Ippocrate” è la testimonianza più significativa e moderna che la medicina greca ci abbia tramandato. L'approccio alla malattia, nell'antica Grecia, ebbe proprio con l'illustre medico di Cos un carattere naturale e più prossimo alla scientificità. Perché ciò accadesse, tuttavia, fu necessario attendere il V sec. a. C., quando Ippocrate riuscì a liberare le pratiche mediche e terapeutiche dalla sacralità. Prima del suo avvento, le fonti tramandano una visione magica e spirituale della medicina. Poteri terapeutici erano a attribuiti a figure del mito come Eracle, scopritore dell'erba da lui detta “erculea”, o a divinità come Artemide, responsabile delle morti improvvise. Almeno nella fase più remota della civiltà ellenica, tradizioni e miti inducono a conferire qualità divine a chi praticasse la medicina. Un simbolo tra tutti è Asclepio, il futuro Esculapio romano, oggetto di culto per i suoi meriti terapeutici e annoverato tra gli dèi a pieni diritti. Le stesse malattie sembravano avere un carattere sovrumano. Alcune malformazioni, ad esempio, erano ritenute segno dell'ira divina o vere e proprie maledizioni, mentre l'epilessia era espressamente etichettata come “malattia sacra”. Per non tacere, poi, la convinzione secondo cui epidemie assolutamente naturali erano il segno di una punizione divina: basti pensare alla pestilenza, cantata nell'Iliade di Omero, sparsa per punizione nel campo acheo da Apollo con le sue frecce.
Questa visione sovrannaturale della malattia giustifica l'esistenza di templi e aree sacre, dove affluivano numerosi pellegrini speranzosi in una guarigione divina. Mediatori tra il rito sacro e l'atto medico erano I sacerdoti. Essi, il più delle volte, agivano sulla componente emotiva degli ammalati, inducendoli in uno stato di trance sotto l'effetto di droghe e gas naturali. A questo punto l'ammalato, suggestionato dai rituali religiosi, credeva di vedere il dio che indicava a ciascuno le cure da praticare. Solo in casi effettivi di ferite o fratture, i sacerdoti mettevano in pratica medicazioni, avvalendosi di erbe mediche e delle prime pratiche chirurgiche. Fu poi l'evoluzione culturale a far sì che la medicina si liberasse della sua ascendenza sacra. Perché ciò si realizzasse, fu necessario che l'uomo acquisisce una più chiara consapevolezza del mondo circostante e che si liberasse delle paure e delle ansie dinanzi all'ignoto. E' ancora una volta Ippocrate a sancire questo passaggio, quando afferma che “gli uomini credono la malattia divina solo perché non la capiscono”. “Ma se chiamassero divino tutto ciò che non capiscono, non ci sarebbe limite alle cose divine”.
Linda Mercuro
In Collaborazione con il Dipartimento di Scienze Anestesiologiche e dell’Emergenza Seconda Università (SUN)
ORGANIZZA LE
SETTIMANE DI PREVENZIONE 2011 Con il patrocinio di
V Commissione Sanità e Sicurezza Sociale
MARZO 2011
APRILE 2011
MAGGIO 2011
PREVENZIONE: SENO
PREVENZIONE: TIROIDE
PREVENZIONE: OBESITA’
Chi si rivolge ad “Odino” è un amico prima che un cliente
Odino Viaggi vi aspetta in ... C.so Vittorio Emanuele, 88 A/B - 80121 Napoli Tel: 081.248.21.45 - Fax: 081.660.539 e-mail: info@odinoviaggi.it web: www.odinoviaggi.it