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“The Fly - La genesi” Sone le 14 pagine del capitolo “Fantasia & insieme” e ti mostreranno come l’argomento è trattato in quest’opera.
Fantasia & insieme uesto capitolo, molto importante perchè contiene letteralmente “pietre miliari” della pesca con la mosca artificiale dalla cui conoscenza non ci si può in nessun modo esimere, potrebbe iniziare con una contraddizione dettata da un personaggio fra i più grandi in assoluto. Mi riferisco a Frederic Michael Halford. In realtà il titolo prevede, oltre alle mosche così definite di fantasia, ossia che, in sintesi, non riproducono nessun insetto in particolare, anche quelle di insieme che, con una certa approssimazione, riproducono i caratteri distintivi di una famiglia o di un genere. Può quindi risultare un poco ammorbidita la “sentenza“ che segue, tratta dal bellissimo Dry Fly Fishing dello stesso Halford. Non dimenticate che le intenzioni di questo lavoro sono anche provocatorie, non solo nei confronti di chi si considera un pescatore con la mosca continuando ad ignorare la conoscenza del passato, ma anche riguardo a chi continua a tollerare che questo avvenga. “L’espressione mosca di fantasia non dovrebbe essere mai usata in connessione con la pesca a mosca secca. Un esperto entomologo può ritrovare un insetto naturale nell’esatta tonalità di ogni modello di una mosca artificiale efficace. Una delle nostre difficoltà è che quando un pesce è catturato con una mosca che non è l’imitazione delle effimere che sta mangiando, l’idea che prevale è che questa non rappresenti niente di naturale e che i pesci siano insensibili a tutto tranne che alla sfarzosità, e la probabilità che invece una mosca di fantasia sia in realtà stata scambiata per una sedge è completamente trascurata”. La tesi è in sintesi quella che il successo attribuito alla mosca di fantasia come tale, è dovuto al fatto che essa comunque rappresenti per il pesce un’imitazione nota. Le convinzioni di Halford erano e restano quindi incrollabili, ma devo confessare che sono in abbondante sintonia con il suo pensiero. Volendo meglio definire le mosche di fantasia si potrebbe aggiungere all’assioma
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che “non riproducono nessun insetto in particolare”, che sono tuttavia state ideate da pescatori esperti e sulla base della loro lunga esperienza e solitamente le forme ed i colori particolari utilizzati sono principalmente indirizzati ad attrarre l’attenzione del pesce ed indurlo all’attacco sfruttando i meccanismi legati alla aggressività, territorialità o competizione. Di fatto l’impiego delle mosche di fantasia è caratteristico della pesca in caccia ed in modo particolare nelle acque veloci, dove è stato sottolineato più volte che l’opportunismo alimentare prevale in primis su qualsiasi altro istinto. Con tutte le sfumature possibili il ruolo e gli scenari di impiego di questi artificiali sono quindi abbastanza ben delineati, ma possono senza dubbio essere arricchiti da considerazioni di altri grandi del passato. Walker ad esempio afferma che “le trote senza ombra di dubbio sono attirate da tutto ciò che si muove sull’acqua e richiama a qualcosa di vivo e questo è dimostrato dal fatto che le mosche di fantasia sono realmente efficaci. Ci sono casi addirittura in cui uno specifico modello di fantasia si rivela, in particolari fiumi, migliore di qualsiasi altro artificiale. In questi casi l’artificiale di fantasia è certamente preso per un insetto particolarmente abbondante in quelle acque. In ogni caso, anche se il pesce prendesse questo tipo di artificiali solo per il fatto che assomigliano a qualcosa di vivo, sicuramente gli ricorda anche qualcosa di cui si è già nutrito in passato e che si è bene impresso nella memoria”. Oppure Dewar in The Book of The Dry Fly: “le mosche di fantasia credo dovrebbero essere utilizzate nella pesca a mosca secca quando non ci sono insetti naturali sulla superficie o quando per contro questi sono così in grande numero e la nostra imitazione del naturale non è in grado di interessarli. La taglia della imitazione da utilizzare è molto importante, a volte più delle ali, del corpo o delle hackle, e soprattutto in acque basse e chiare si dovrà utilizzare la mosca di fantasia più piccola possibile...”.
Mc Clelland nel suo The Trout Fly Dressers è ancor più pragmatico: “personalmente non mi vedo molto vicino a tutte le teorie che vogliono giustificare l’attacco dei pesci ad una mosca di fantasia... si tratta semplicemente di un istinto predatorio in un animale predatore”. Quest’affermazione è condivisa con un diretto riferimento al suo autore anche Gill in Pratical Dry Fly Fishing (1912), quello che è in questo caso interessante notare è che mentre il primo autore è anglosassone e la pubblicazione londinese, il secondo e americano e la pubblicazione made in New York. Un passaggio che ho già descritto come bellissimo ed emblematico è quello di Skues nel suo The Way of a Trout With a Fly, già riportato nella prefazione e relativo alle motivazioni che inducono un pesce ad attaccare un artificiale. Tra fame, capriccio, curiosità ed istinto predatorio le ultime tre portano sicuramente all’impiego di mosche di fantasia, si tratta sempre e quindi di una questione di scelte personali relative a quello che andiamo cercando fra i rivoli della corrente, cioè se le catture un poco più fini a loro stesse indipendentemente per certi versi da quello di cui i pesci si stanno nutrendo o la “sfida” di utilizzare la esatta imitazione. Personalmente opero un’ulteriore sottile distinzione fra la prima citata “pesca in caccia” e quella che uso definire di “ricerca”, che consiste in questo caso nell’impiego dei cosidetti artificiali
d’insieme. Volendo quindi definire meglio anche le mosche di insieme potremmo anche in questo caso aggiungere all’assioma già di per sé molto esaustivo “riproducono con una certa approssimazione i caratteri distintivi di una famiglia o genere” (sarebbe più esatto “di svariati insetti che appaiono sassai simili”) che i meccanismi che inducono i pesci a ghermire questa tipologia di artificiali sono più vicini a quelli legati alla memoria ed al comportamento alimentare in sfarfallamento, con un’ovvia e minore selettività dovuta alla totale assenza o scarsità di insetti naturali e quindi anche alla mancanza di precisi riferimenti comparativi su taglia e colore. Un buon artificiale di insieme deve quindi enfatizzare in modo opportuno ed appropriato i caratteri distintivi, mantenendo però forme e silhouette caratteristiche dell’insetto imitato.
COACHMAN Le origini di questa mosca sono generalmente attribuite a Tom Bosworth, cocchiere di tre regnanti inglesi, Giorgio IV, Williams IV e sua maestà la regina Vittoria. Un’altra versione riguardo alla sua origine comparve nella rivista Field nel 1853, l’autore scrive letteralmente “un fratello della frusta (leggi cocchiere) maneggiava la sua arte nelle rive del Cray nel Kent, che iniziò a perdersi nella passione per la mosca, mise assieme con dei materiali che aveva sparsi nel tavolo da costruzione Versione Usa della Dark Coachman, amata da Theodore Gordon e Thaddeus Norris.
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una mosca non descrivibile, difficilmente classificabile. Il nome di questo cocchiere era John Hughes e la mosca fu così chiamata in conseguenza del mestiere del suo creatore. In ogni caso l’invenzione sarebbe databile attorno alla metà del XIX secolo. Mr. Salter, nella terza edizione di The Anglers Guide del 1815 tratta tuttavia di una mosca chiamata Harding Fly, nella successiva ristampa lo stesso dressing è sotto il nome di Harding Fly o Coachman. Lo stesso nome compare in Young Anglers’ Companion del 1810. Nel 1839 Hofland nel suo Angler’s Manual descrive la Coachman costruita con il corpo in herl di pavone color rame, hackle rosse ed ali in sezioni di penna di rallo, questa versione è oggi conosciuta come Dark Coachman. Di questa versione scura possiamo citare la Leadwing Coachman, famosa in US, molto amata da Gordon ed utilizzata anche da Thaddeus Norris.Alcuni anni dopo Kirkbride in Northern Angler descrive il dressing con il corpo realizzato in herl di pavone, folto e corto, ali in sezioni di penna bianca e due
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giri di gallo rosso per le hackle, che è oggi il dressing universalmente riconosciuto. Quello che appare chiaro è comunque che i dressing efficaci ed affidabili, vecchi di centinaia di anni, mantengono nel tempo intatta la loro reputazione. Il dressing standard prevede un amo dal n. 10 al n. 16, fino ad arrivare al n. 8 per la pesca in lago. Il corpo è realizzato in herl di pavone colore rame, le ali in sezioni di penna di cigno, le hackle di gallo rosso. Della Coachman esiste anche una versione hackled, cioè senza le ali, sostituite come da tradizione da alcuni avvolgimenti in questo caso di una hackle bianca a ridosso di quella rossa di testa. La Coachman è descritta anche da Halford nel: il corpo è realizzato in herl di pavone color rame, le ali in sezione di penna di cigno o altro tipo di penna bianca e l’hackle è di gallo rosso. La taglia dell’amo va dal n. 1 al n. 4. L’autore annovera la Coachman anche fra le migliori mosche per la pesca notturna. Questa opinione è supportata anche da Francis Francis, da Tayler e da Fisher e credo si tratti di uno dei pochi dressing che non ha subito personalizzazioni di alcun genere.
ROYAL COACHMAN La Royal Coachman non ha nulla a che vedere con la mosca descritta in precedenza, le sue origini sono americane e canadesi. Il suo inventore è John Haily di New York che la costruì per la prima volta nel 1878. Alla costruzione era presente L.C. Orvis. Quella che negli intenti doveva essere una Coachman si rivelò diversa e “migliore” e fu proprio Orvis a suggerire il nome Royal Coachman. Originariamente la mosca fu progettata per essere impiegata sommersa. Il dressing prevede il corpo diviso in 3 parti, le estremità sono realizzate con avvolgimenti di herl di pavone colore bronzo, il centro è realizzato in seta rosso vivo. Le ali sono come nell’originale, in sezioni di penna di cigno bianco e l’hackle è di gallo rosso. Le code sono realizzate con alcune fibre del collo di fagiano dorato.
BI-VISIBLES La paternità di questo artificiale è da attribuire all’americano Hewitt che la costruì nel 1898. È un ottimo artificiale di ricerca e particolarmente adatto alle acque mosse, gal-
leggiamento e visibilità solo le sue caratteristiche peculiari. Le bi-visible possono essere considerate una “famiglia” di artificiali, fatta salva la costante caratteristica dell’hackle di testa di colore bianco, il resto dell’artificiale può essere costruito variando il colore del filo di montaggio con cui è realizzato il corpo, quello delle code e della hackle a ridosso di quella di testa, ottenendo bi-visible Black, Olive, Red, Grizzly. Filo di montaggio, code e hackle non di testa devono essere ovviamente della stessa tonalità. Costruita su amo dal n. 10 al n. 16, le code devono essere lunghe quanto tutto il gambo dell’amo, il corpo è in filo di montaggio e deve occupare circa un terzo del gambo dell’amo a partire dalla curvatura. L’hackle avvolta al termine del corpo deve occupare i restanti due terzi del gambo lasciando spazio solamente a 3 giri di una hackle rigorosamente bianca da montare in testa. La mia interpretazione preferita di bi-visible è la n. 643 della serie S1 di Aimè Devaux, che ha i primi avvolgimenti a ridosso del corpo leggermente inclinati in avanti. Royal coachBivisible, Fitzgerald, Badger e Grouse.
man,
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FITZGERALD
HARDY’S FAVOURITE
Fitzgerald: grandiosa, grandiosa mosca. Questa la frase è riscontrata ripetutamente nei libri delle catture di molti pescatori del passato. Un dressing sicuramente da rivalutare è costruito su amo n. 14 o n. 16. Il tip realizzato a ridosso della curvatura è composto da due o tre giri di herl di cigno o altro analogo tinto di arancio, il resto del corpo è in herl di pavone dai riflessi magenta. Le ali sono in sezioni di penna di fischione e l’hackle è di gallo badger tinto rosso rubino scuro.
Altro eccellente artificiale che richiama nell’aspetto di insieme un misto fra Royal Coachman e la Wickham’s Fancy, ha una paternità tutta sua riferita ad Hardy ed è un ottimo artificiale da impiegare nei mesi di maggio e giugno. Costruita su amo dal n. 10 al n. 14, le code sono realizzate in fibre di piuma tratta dai fianchi di germano di colore marrone chiaro. Il corpo è in herl di pavone anellato di seta floss di colore rosso. Le ali sono in sezione di penna di tacchino e le hackle sono una di gallo rosso naturale con in testa una piuma di pernice marrone scuro. A discrezione le code possono essere sostituite con fibre del collo di fagiano dorato.
GOVERNOR Artificiale eccellente nelle calde giornate estive, può essere impiegato sia secco che sommerso. Hofland aveva un’altissima opinione di questa mosca e raccomandava di costruirla su amo n. 14. Il corpo è in herl di pavone colore rame, anellato di tinsel piatto oro e con un tip di colore rosso scarlatto nei pressi della curvatura. Le ali sono formate da sezioni di penna di fagiano di colore chiaro. Le hackle sono di gallo rosso naturale o ginger. La mosca è molto famosa ed ogni costruttore ne ha creato delle varianti, lo stesso Halford costruiva il tip in seta primerose o tinsel piatto oro mentre le ali erano di beccaccia. L’hackle di gallo ginger ed il corpo ovviamente in herl di pavone colore del rame. Francis Francis sostiene che si tratti di una imitazione di coleottero, ma al di là di questo consiglia di costruirne una variante di taglia più piccola su amo n. 10 o n. 11 da impiegare durante le ore del giorno relegando alle ore serali e notturne l’impiego del modello più grande, su amo n. 7. Fisher è della stessa opinione ricordando che Francis Francis la considerava una mosca particolarmente adatta alle aree metropolitane, senza spiegarne però il perché.
HAMMOND’S ADOPTED Il grande costruttore del Winchester John Hammond ci ha regalato eccellenti dressings. Quest’artificiale è ottimo per le ore serali ed è costruito su amo n. 12 o n. 14. Le ali sono in sezioni di penna di beccaccia. Il corpo è realizzato in lana colore rosso vermiglio anellata di tinsel tondo oro. Le hackle sono di gallo marrone rosso avvolte a palmer dalla curvatura alla testa. Halford riporta il dressing originale nella misura degli ami della sua epoca, dal n. 2 al n. 4.
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HOFLAND FANCY Questo artificiale risale al 1830 ed è stato ideato da Hofland, autore di A Fly Fisher’s Manual, eccellente da aprile a giugno, era curiosamente nato come imitazione di piccoli spinner. Costruito su amo dal n. 12 al n. 14, le code sono realizzate con alcune fibre di hackle di gallo rosso. Il corpo è in seta marrone rossiccio, le ali in sezioni di penna della coda di beccaccia e le hackle sono di gallo rosso naturale. Citata in pratica da tutti gli autori del passato, Tayler e Francis Francis ne riportano il dressing originale. Entrambi la considerano un artificiale molto diffuso e particolarmente adatto alle acque difficili.
MCCASKIE’S GREEN CAT Il nome di questo artificiale è significativo della sua storia che è stata ben descritta da Skues nel suo Side Lights, Side Lines and Reflections (1932) e prevede ovviamente l’utilizzo di pelo di gatto blue dun, nel caso specifico di quello di casa del Dr. Norman McCaskie, membro storico del Fly Fisher’s Club. Si tratta di un artificiale di insieme per olives, ma particolarmente efficace su schiuse di Bwo, quando i pesci sembrano disinteressarsi alle subimagini in favore degli insetti emergenti, a questo scopo per favorire il giusto grado di affondamento, oltre ad impiegare per le hackle piume molto morbide, la mosca veniva imbevuta nella glicerina. Costruita su amo n. 13 o n. 14 a curvatura rotonda, le code sono realizzate in fibre di hackle di gallo honey dun. La seta di montaggio è arancio chiaro con una passata di cera trasparente, il cor-
po è realizzato in pelo di gatto blue dun tinto per trentasei ore in acido picrico. Le hackle sono di gallina blue dun scuro, più morbide possibile. Il giusto grado “sospensione” nella pellicola superficiale si ottiene appunto dalla opportuna immersione di queste nella glicerina.
POPE’S GREEN NONDESCRIPT Siamo di fronte ad un altro splendido artificiale per tailer, cioè per affrontare pesci che si stanno cibando in tailing, questo è il motivo per cui la mosca può essere impiegata sia secca che sommersa. Imitazione tipicamente da chalk stream, come consigliato anche da Skues la tattica migliore nei confronti dei tailer è fare alcuni tentativi con l’artificiale galleggiante, che se non interesserà i nostri antagonisti con i passaggi in superficie lo farà sicuramente poi se presentato sommerso. Non a caso il grande Skues cita questo artificiale come eccellente per questo tipo di situazioni e gli dedica addirittura un paragrafo in The Way of a Trout With a Fly dal titolo The Pope and the Tailers in cui descrive molti dei suoi successi con questo artificiale costruito quasi sempre su amo n. 000 ed occasionalmente su amo n. 00. Al termine delle disquisizioni ammette comunque ed onestamente di non conoscere il perché questa mosca sia così apprezzata e presa in modo “franco” da quei pesci considerati altrimenti difficilissimi da catturare, proprio perchè intenti a cibarsi in tailing. Anche Halford ne tesse le lodi in moltissime occasioni e con le stesse motivazioni relativamente a “smutting fish” in Dry Fly Fishing in Theory and Practice dove cita molto spesso gli artificiali del suo grande amico Pope, creatore di questo modello. Siamo quindi di fronte ad un ottimo artificiale di insieme ed è forse nella sua semplicità la chiave del successo. Costruito su amo dal n. 16 o n. 18, il corpo è realizzato in seta floss verde chiaro anellata con tinsel piatto colore oro. Code ed hackle sono in gallo rosso chiaro e le ali sono realizzate in sezioni di penna di stornello sempre di colore chiaro. In Nuova Zelanda al corpo sono aggiunti un tip di due o tre giri di seta rossa nei pressi della curvatura ed all’altezza del torace. In questo caso la parola green sparisce dal nome è la mosca si chiama semplicemente Pope Nondescript.
Quest’ultima versione la trovo personalmente molto efficace nei confronti del temolo.
WELSH PARTRIDGE Pochi dressings possono essere realmente considerati infallibili e la domanda che ogni pescatore si pone sempre e giustamente di fronte a questi è per cosa venga scambiato in realtà l’artificiale. La Welsh Partridge è uno dei pochi che fa realmente parte di questa categoria. Costruita su amo n. 12 o n. 14, dà il meglio di sé nei mesi di aprile e maggio e poi ancora in settembre. Le code sono realizzate con due fibre di penna della coda di pernice. Il corpo è realizzato in dubbing di foca di colore rosso bordeaux anellato di tinsel fine oro. L’hackle montata in testa è del dorso di beccaccino o in alternativa del dorso di pernice, a ridosso di questa alcuni avvolgimenti di hackle dalle barbe più corte e rigide di colore rosso bordeaux.
BADGER HACKLE La Badger Hackle non ha una collocazione ben precisa fra le mosche di imitazione, Williams evidenzia che qualsiasi artificiale montato con hackle di questo tipo è chiamato da molti pescatori con questo nome. Questo tuttavia non è corretto. L’archetipo può essere considerato quello di Hanna, che costruiva questo artificiale su amo n. 14 o 16, le code realizzate in fibre di hackle di gallo nero ed il corpo in seta nera anellato di tinsel tondo oro. L’hackle è ovviamente di gallo badger, con il centro nero ben marcato. Le varianti sono innumerevoli e considerate curiosamente adatte alla pesca del temolo, come la Bagder Red Tag, che ha la coda realizzata con uno spezzone di seta floss rossa, seguita da un tip di tinsel piatto di colore oro o argento montato al di sotto, il corpo è in herl di pavone colore bronzo e l’hackle è ovviamente di gallo badger. La Red Bagder ha il corpo realizzato in seta floss rossa anellato di tinsel colore oro, con le spire compresse verso la curvatura a realizzare il tip. L’hackle di gallo badger è avvolta a palmer su tutto il corpo. La Blue Bagder ha il corpo realizzato in seta floss di colore blu anellata di tinsel colore argento con il tip sempre di tinsel argento. Amo del n. 14 con hackle di gallo badger avvolta a palmer. Infine cito la Silver Badger, con il corpo
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completamente in tinsel piatto colore argento, con uno spezzone di seta floss rossa sia in coda che in testa.
BADGER QUILL La Bagder Quill è descritta da Halford ed è costruita su amo n. 00 o n. 000 e le ali sono in stornello chiaro. Il corpo è in quill spelato tratto dall’occhio del pavone, le code e le hackle sono in gallo badger. È considerata una mosca d’insieme per spinner di tonalità molto scura.
BUMBLES Siamo in pratica di fronte ad una altra famiglia di artificiali classicissimi che vedono la loro origine nel Derbyshire. Sostanzialmente si tratta di un palmer che nella sua terra d’origine è impiegato Grazie ad Alberto Calzolari, esperto della tradizione
Usa
e ottimo flytyer, potete vedere questi due perfetti cloni degli standard nordamericani,
Coffin Fly e Adams.
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sommerso e considerato letale per i temoli. Ottimo anche per le trote nei mesi caldi, è anche un classico per la pesca delle sea trout e per la pesca in lago. Personalmente una Claret Bumble è sempre per tradizione attaccata al mio finale da sea trout come dropper. Claret è significativo del colore della piuma avvolta a palmer lungo tutto il gambo dell’amo, che può essere solo di quel colore, ma tipicamente mischiata o inframezzata ad una hackle di colore scuro, generalmente nero. Costruita generalmente su amo dal n. 12 al n. 14, si possono applicare facoltativamente delle code, che nel caso del dressing citato, la Claret Bumble, sono tre o quattro punte del collo di fagiano dorato. Il corpo è in leggerissimo dubbing nero anellato da tinsel colore argento. Due hackle di gallo, una nera ed una di colore rosso bordeaux,
devono essere fissate per la punta sulla curvatura dell’amo ed avvolte assieme fin quasi a ridosso dell’occhiello. Fissare in questo punto un’ulteriore piuma di gallina nera, dalle fibre molto morbide, ed avvolgerla per due o tre giri. Nel realizzare la testa fare in modo che l’hackle di gallina formi una specie di cono rivolto verso la curvatura.
La Orange Bumble di Halford è costruita su amo n. 0 o n. 00 a gambo lungo. Il corpo è in seta floss arancio anellato da una fibra della “spada” di pavone e da tinsel piatto oro. L’hackle è di gallo honey dun avvolta a partire dalla curvatura, ma a spire molto larghe che si infittiscono a ridosso della testa.
YELLOW BUMBLE
CLARET BUMBLE
La Yellow Bumble di Halford da Floating Flies and How to Dress Them al n. 49 è costruita su amo n. 0 o n. 00 a gambo lungo. Il corpo è in seta floss giallo chiarissimo anellato da una fibra della “spada” di pavone. L’hackle è di gallo blue dun molto chiaro avvolta a partire dalla curvatura, ma a spire molto larghe che si infittiscono a ridosso della testa.
ORANGE BUMBLE
La Claret Bumble di Halford è costruita su amo n. 0 o n. 00 a gambo lungo e differisce molto dal dressing descritto nelle generalità relative alle Bumble. Il corpo è in seta floss rosso vinaccia anellato da una fibra della “spada” di pavone. L’hackle è di gallo blue dun medio avvolta a partire dalla curvatura, ma a spire molto larghe che si infittiscono a ridosso della testa. Questi tre artificiali sono considerati eccellenti per le giornate molto calde e letteralmente micidiali per i temoli in autunno.
GROUSE HACKLE Francis Francis la definiva “la mosca più importante per le giornate calde, capace di riempire il cestino nei torrenti di montagna e catturare le trote nella calura estiva”. Il modello da lui preferito era costruito su amo n. 12 o n. 14 a gambo corto, il corpo in seta gialla con un paio di giri di tinsel piatto oro nei pressi della curvatura. In testa una piccola hackle di pernice femmina.
FURNACE La Furnace di Halford è costruita su amo n. 0 o n. 00 a gambo lungo ed il corpo è realizzato in seta floss arancio anellata da una fibra tratta dalla “spada” di pavone e tinsel piatto di colore oro. L’hackle è di gallo furnace o coch-y-bondhu. Mario Riccardi ne ricavò una delle sue mosche più “segrete”.
CORKSCREW La Corkscrew di Halford è costruita su amo n. 1, n. 0 o n. 00. Il corpo è realizzato il quill marrone rossiccio tratto da una piuma della coda di pernice a cui devono essere tolte tutte le barbe da entrambi i lati. L’hackle è di gallo ginger. Questo artificiale è di Marryat ed è considerato irresistibile nei piccoli fiumi o quando l’acqua è velata. 289
ARTFUL DODGER La Artful Dodger di Halford è costruita su amo dal n. 2 al n. 4. Il corpo è realizzato in dubbing di lana violetto anellato di tinsel tondo oro. Le ali sono in sezioni di penna dell’ala di fagiano maschio e l’hackle è di colore rosso sangue portata all’indietro sul corpo. Si tratta di un artificiale d’insieme che a prima vista ricorda molto una sedge, ma si rivela molto efficace durante le schiuse di mosche di maggio.
HARLEQUIN La Harlequin di Halford è costruita su amo dal n. 0 o n. 3. Il corpo è realizzato presso la curvatura con alcuni avvolgimenti di seta floss arancio e verso il torace in seta floss blu, il tutto è anellato di tinsel tondo oro. Le ali sono tratte da penne di ghiandaia e l’hackle è di gallo nero. Si tratta di un antico dressing ancora usato dalla moderna scuola di pescatori in modo particolare per la pesca nelle ore serali.
GROUSE FAMILY Siamo di fronte di fatto ad un “archetipo” 290
di mosca sommersa. Le decine di varianti di questo artificiale consistono nel cambiare semplicemente il colore della lana con cui è realizzato il corpo per ottenere Grouse & Black, Brown, Green, Orange, Yellow, Red, Claret, Olive, Purple e Silver & Magenta sostituendo il tinsel piatto di coda con il colore argento. Lo standard prevede amo dal n. 8 al n. 12 e code realizzate con tre o quattro fibre di fagiano dorato. Le ali sono realizzate con sezioni di piuma di pernice. Le hackle sono un ciuffo di fibre applicate a ridosso della testa nella parte inferiore, in questo caso il colore consente decine di combinazioni.
MOSQUITO Si tratta di un dressing americano ancora oggi incluso nei cataloghi di artificiali, la cui eccellenza impone sia aggiunto all’elenco delle grandi imitazioni per la pesca con la mosca. Il dressing originale riportato da Williams nel suo A Dictionary of Trout Flies differisce tuttavia da quelli in commercio attualmente. Costruito su amo n. 14 o n. 16 ha il corpo realizzato in lana grigia anellata di seta arancione. Le ali sono in sezioni di penna di tacchino
grigio, l’hackle è realizzata con una piuma di cuculo e le code sono realizzate con alcune barbe della stessa piuma.
LIGHT CAHILL
ne, il corpo è in dubbing di pelliccia marrone o sintetico della stessa tonalità. Le ali sono sempre in sezioni divise di fibre tratte da una piuma del fianco di germano. Le hackle sono di gallo rosso medio.
Non è possibile in tema di artificiali di insieme non includere le cahill, nella versione chiara e scura del famoso fly dresser dall’omonimo nome nato a Dublino, ma poi emigrato a New York. Amo dal n. 12 al n. 14, filo di montaggio giallo e code realizzate in fibre di gallo ginger molto chiaro o crema. Il corpo era originariamente costruito in filo di lana di colore crema, ma visto che si tratta di un’imitazione galleggiante è preferibile in alternativa utilizzare un dubbing sintetico della stessa tonalità montato molto compatto. Le ali sono in due ciuffi divisi tratti da una piuma del fianco di germano marrone arancio e le hackle sono in gallo ginger molto chiaro o crema.
Altra accoppiata insostituibile, fu creata attorno al 1915 da Ron Steenrod, un costruttore americano che le battezzò con il cognome di uno dei suoi migliori clienti, Mr. Hendrickson. La versione chiara è realizzata su amo dal n. 12 al n. 14 con filo di montaggio marrone. Le code sono in fibre di gallo di colore dun medio ed il corpo è realizzato in dubbing di pelo di volpe rigorosamente di una tonalità marrone rosato chiaro. Le ali sono in due ciuffi divisi tratti da una piuma del fianco di germano e le hackle sono di gallo dun medio.
DARK CAHIL
DARK HENDRIKSON
Costruita su ami della stessa misura della versione light, il filo di montaggio è marrone. Le code sono in fibre di gallo rosso marro-
La versione scura è costruita su amo dal n. 12 al n. 18 ed il filo di montaggio è grigio. Le code sono realizzate in fibre di gallo dun
Adams, Irresistible, Royal Wulff e White Wulff.
LIGHT HENDRICKSON
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scuro. Il corpo è in dubbing di topo muschiato grigio scuro. Le ali sono sempre in ciuffi divisi tratti da una piuma del fianco di germano e l’hackle è di gallo dun scuro.
ADAMS Personalmente la considero la mosca d’insieme per eccellenza, in mancanza di indizi precisi è di regola la prima mosca secca che monto in qualsiasi fiume del mondo. Non è necessario aggiungere altro se non il dressing. È un artificiale eccellente dall’amo n. 10 all’amo n. 20, le code sono realizzate in fibre di hackle di gallo di colore marrone e grizzly ben miscelate. Il corpo è realizzato in topo muschiato di colore grigio medio. Le ali sono in punta di hackle di gallo grizzly ben divaricate e le hackle sono due, una di gallo marrone ed una di gallo grizzly. Testa e filo di montaggio grigio o nero. Nonostante si tratti di una mosca d’insieme, ne esiste una variante finalizzata ad imitare la femmina con il pacchetto di uova, rappresentato da un piccolo “tip” in dubbing giallo all’estremità dell’addome, denominata Female Adams.
ADAMS IRRESISTIBLE Questo artificiale d’insieme, adatto alle correnti più rapide e veloci, eredita un poco del look della Adams combinato alle doti di galleggiamento dell’aggettivo Irresistible che segue. È costruita su amo dal n. 10 al n. 16. Le code sono in punte di fibre di alce, il corpo è realizzato in cervo naturale rasato dando una forma conica. Le ali sono in punta di hackle di gallo grizzly ben divaricate e le hackle sono una marrone ed una grizzly. Filo di montaggio e testa neri.
IRRESISTIBLE Altra classica imitazione di insieme adatta alle acque rapide e veloci, è costruita su amo dal n. 10 al n. 16. Le code sono in gallo rosso naturale, il corpo è realizzato in pelo di cervo o daino rasato a forma conica. Le ali sono realizzate in bunch di vitello bianco e le hackle sono di gallo rosso naturale. Filo di montaggio e testa neri.
RAT FACED MCDOUGAL Sulla scia delle precedenti imitazioni non poteva non essere citata. Costruita su amo dal
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n. 10 al n. 14, il filo di montaggio è bianco. Le code sono realizzate in gallo ginger, il corpo è in pelo di cervo rasato e le ali sono in punta di hackle di gallo ginger. Le hackle sono di gallo ginger.
ROYAL WULFF La Royal Wulf ha origine dalla Royal Coachman che il grandissimo Lee Wulff ha reinterpretato con le ali in bunch di vitello, materiale che caratterizza molte delle sue imitazioni. Costruita su amo dal n. 8 al n. 14, le code sono realizzate in ciuffo di peli di cervo, il corpo è in seta floss di colore rosso al centro ed alle estremità devono essere realizzate due rigonfiamenti in herl di pavone. Le ali sono in ciuffi divisi di pelo di vitello bianco e le hackle sono di gallo marrone rosso.
WHITE WULFF Della Wulff family non è possibile tralasciare nulla, la White Wulff è costruita su amo dal n. 10 al n. 14 con filo di montaggio bianco. Le code sono realizzate in ciuffo di vitello bianco, il corpo è in filato sintetico bianco e le ali sono sempre in ciuffi divisi di
Due modelli
PANAMA Altra eccellente mosca di fantasia, funziona anche con le schiuse di mosche di maggio. Costruita su amo dal n. 10 al n. 14, le code sono in fibre di piuma del collo di fagiano dorato. Il corpo è in rafia naturale o in seta floss gialla, anellato da una hackle gialla avvolta a palmer. A ridosso della curvatura, nel punto in cui sono attaccate le code, realizzare alcuni avvolgimenti in herl di pavone. Le ali sono in punta di hackle di gallo bianco montate a ridosso della testa, mentre l’hackle è di gallo miele chiarissimo. La Panama è certamente uno dei modelli più noti a livello universale e credo che ben pochi pescatori non l’habbiano mai utilizzata.
commerciali, ma rispettosi dell’etica classica come del dressing, prodotti in Italia di mosche di
Wulff: Grey Wulff e Yellow Wulff.
FRENCH TRICOLORE - BRESSON
vitello bianco. Le hackle sono di gallo badger, con la classica anima centrale scura.
GREY WULFF Altro membro della famiglia, la Grey Wulff è sempre costruita su ami dal n. 8 al n. 14. Il filo di montaggio è nero e le code sono realizzate in fibre di cervo naturale. Il corpo è realizzato in dubbing di topo muschiato grigio o in alternativa in dubbing sintetico. Le ali sono in due ciuffi divisi di pelo di vitello. Le hackle sono di gallo dun medio.
AUSABLE WULFF Fra tutte le Wulff è forse la meno conosciuta ed al tempo stesso la mia preferita. Porta il nome dell’omonimo fiume dello stato di New York e personalmente trovo nella tonalità del corpo il migliore dei suoi attributi. Costruita su amo dal n. 10 al n. 18, le code sono realizzate in peli di marmotta americana, il corpo è rigorosamente in dubbing di topo muschiato beige miscelato con una piccola parte dello stesso materiale tinto arancio. Le ali sono in ciuffi divisi di vitello e le hackle sono due, una di gallo di colore marrone ed una grizzly.
La French Tricolore è un altro artificiale eccellente, nonostante sia a tutti gli effetti un palmer, possiede qualcosa di magico ed in molti la hanno definita la “la prima imitazione di effimera montata a palmer”. All’epoca ne venivano venduti ben 100.000 esemplari all’anno. La sua storia è alquanto singolare e nacque da un incidente di pesca. Henry si trovava a pescare in un giorno di primavera sulle rive dell’Ognon ed aveva montata sul finale una mosca ispirata ad una creazione di Gabriel Nèe chiamata Jean Marie, un artificiale tipo Bi-Visible con doppio hackle grigio e rosso. Una trota, abboccando furiosamente, distrusse in pratica l’artificiale facendogli perdere le code e causando la distribuzione delle hackle lungo tutto il corpo. Henry ebbe una specie di rivelazione, la lunghezza della mosca sembrava aumentata, il suo colore di insieme era divenuto più chiaro e la luce filtrava meglio attraverso le barbe della hackle grigia davanti e di quella rossa dietro ed il tutto suggeriva qualcosa di più vivo e di più vero. Continuando a pescare con quella mosca Henry catturò ancora una dozzina di trote prima che divenisse del tutto inutilizzabile. Tornato a casa Henry si mise al banco di lavoro e, dopo vari tentativi di riprodurre la mosca ottenuta per caso nel pomeriggio, giunse alla versione definitiva della French Tricolore, montando due hackle grigie ai lati di una rossa. La mosca, a sottolineare la sua versatilità, 293
è montata su amo dal n. 8 al n. 18.
FRENCH TRICOLORE FONCÈ BRESSON La versione scura della French Tricolore merita altrettanta attenzione, il montaggio è analogo solo che le hackle sono tre, una di colore grigio presso la curvatura, una rossa nel mezzo ed una nera vicino alla testa, di colore arancione. Ottima in giornate cupe con cielo coperto.
SAUVAGE - BRESSON Di questo artificiale posseggo una rara foto scattata dal suo creatore con nel retro la sua calligrafia, quella del geniale quanto essenziale costruttore francese Henry Bresson. Sono certo che si tratta di un artificiale noto a pochi pescatori, forse solo a quelli che hanno avuto la fortuna di vivere gli “anni veri” della nostra passione, che considero purtroppo retaggio del passato, e non mi riferisco alla 294
situazione ambientale, ma agli uomini. Vi consiglio di nuovo di leggervi Le sorcier du Vesoul, la storia di Henry Bresson, dove scoprirete anche che questo incredibile quanto semplice artificiale sia stato prodotto in centinaia di esemplari con piume originariamente destinate alla confezione di costumi per le ballerine di un teatro, che Bresson acquistò per pochi franchi dall’imprenditore in disarmo. La Sauvage dà il meglio di sé su amo n. 14 a gambo corto e ritorto, ma può essere costruita anche su ami più piccoli. Le piume devono essere assolutamente brillanti e le diverse tonalità caratterizzano i vari artificiali. Per il montaggio le barbe di un lato della hackle devono essere rimosse del tutto, quindi si deve fissare la hackle per la punta, con la punta che deve sporgere dalla curvature dell’amo. Una volta fissata, si deve recidere l’eccedenza lasciando un paio di millimetri. Procedere a questo punto con l’avvolgimento dell’hackle a
spire leggermente distanziate verso l’occhiello, incrociare fra gli avvolgimenti dell’hackle il filo di montaggio, che deve essere spesso e generalmente di colore giallo indipendentemente dal colore della hackle. Giunti all’occhiello dell’amo bloccare la hackle e realizzare la testa ed il nodo di chiusura. È importante che l’hackle utilizzata per il montaggio abbia una conicità accentuata, che si rifletterà sulla silhouette finale dell’artificiale.
DEVAUX 699 Non potevo omettere da questo lavoro la mosca artificiale che ho legato per prima al finale nel primo lancio in acqua della mia vita, e che mi regalò, dopo alcuni tentativi maldestri, la prima trota in acque torrentizie, per l’esattezza nell’Afra, che avevo raggiunto in bicicletta. Senza presunzione e con tutta l’umiltà del caso, credo che l’istinto abbia segnato sin da subito il mio cammino. Pur aven-
do cercato di spogliare gli aspetti sentimentali che mi legano a questo artificiale, continuo ad averne nelle scatole a decine, in tutte le dimensioni e con le hackle in tutte le tonalità del “rosso naturale”, credo sia normale raffinare per quanto possibile l’artificiale in cui si crede di più, cercando la sfumatura che conduce alla perfezione. In fondo la pesca è anche questo, o forse solo questo. Costruita nel tipico montaggio Devaux su amo dal n. 12 al n. 16 a gambo corto e ritorto, le code sono in gallo rosso naturale, il corpo è realizzato in floss sintetico bianco con tre giri di anellatura in filo di montaggio nero all’estremità dell’addome. Le hackle sono di gallo rosso naturale, con a ridosso due giri di piuma di pernice ben screziata e dalle fibre leggermente più lunghe di quelle delle hackle. La testa è nera ma, anche se citata per ultima, è la prima che deve essere costruita seguendo rigorosamente il montaggio del geniale ed originale Aimè Devaux.
French tricoTricolore Foncé, Sauvage di Bresson e Devaux 699. lore,
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