Leggi l’articolo “La Pagina del Pollo” da Fly Line 2/2014 e saprai tutto sui riferimenti tra effimere e loro imitazioni
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L A PAGINA DEL POLLO 44 Roberto Messori
Stesso titolo (la rubrica è sacra, ormai, non si può cambiare il titolo), ma cambio di look: cos’è del resto un pollo, se non un gallo con qualche attributo di meno? Dopo tante puntate il pollo ormai è prossimo al professionismo e di attributi ne ha recuperati a iosa. La rubrica non è più proibita a nessuno, i commercianti ed i giornalisti tradizionali sono in estinzione, i catturatori di trote non esistono quasi più, e neppure le trote sotto misura, giacché si ripopola con iridee gigantone, ed infine non è più vietata neppure ai fenomeni, altrimenti nessuno, me compreso, vi potrebbe accedere, qui in Italia. In questa uscita fruirete del tocco magico: conoscerete, una per una, le effimere che possono vantare un’imitazione mirata. Non avrete più scuse per nulla.
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Pollo con pesce, 2014. Pixel su monitor 4961 px x 3543 px Fly Line & Picasso.
o so, l’abbiamo già citata almeno un altro paio di volte, ma allora a cosa servono le citazioni ed i grandi maestri scomparsi? La frase è sempre quella che mi preoccupò attorno al 1970 circa, quando in un mercatino comprai L’enciclopedia pratica del pescatore di Mario Albertarelli (un libro del 1967), e la frase è a pagina 524: “Farei dunque una ben meschina figura in Inghilterra dove esistono dei circoli di pesca nei quali non è nemmeno pensabile di poter entrare se non si è dei profondi conoscitori della mosca secca e se non si riesce a sostenere una conversazione di due ore citando dozzine di nomi senza incorrere in marchiani errori”. Mi ha sempre spaventato il pensiero di dover studiare a memoria liste di nomi o lunghi discorsi, altrimenti avrei fatto l’attore drammatico o il geologo. Ma l’avete mai sfogliato un libro di mineralogia? Lo sapete quanti minerali ci sono? Comunque la vita è proprio strana: sono certo che esistono molte più mosche artificiali che minerali, semplicemente, basta non frequentare circoli inglesi, ma solo quelli italici dove basta conoscere la giallina, la verdina e la rossina. Insomma, all’inizio della mia carriera pammista m’incoraggiai così. Per oltre trent’anni ho sofferto il desiderio di un libro che mostrasse ogni insetto imitato da una mosca, col nome latino da un lato e quello dell’artificiale dall’altro, ma per averlo ho dovuto diventare editore e pubblicarlo io. E buon per me che ho trovato un grande Autore. Per la verità ci pro-
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sò bene di dare alla stampa The FlyFisher’s Entomology, il libro che tutti conoscono come l’opera che trasformò la pesca a mosca in scienza. Probabilmente sarebbe stato meglio il contrario, avremo avuto un poeta meno depresso e tutti gli studenti pescherebbero a mosca, ma poche cose nella vita vanno nel senso giusto. Quello psicopatico che tentò di elevare l’essere umano al di sopra dell’animale, ed in particolare del pesce, introducendo tra noi e l’esca da offrire alle trote la nomenclatura binomia latina, venne seguito a ruota dal suo successore Leonard West nel 1912 con l’opera The natural Trout Fly and its Imitation. Il pesce accumula sempre più esperienze grazie alla combinazione pressione di pescatratti no kill, ed è sempre più riflessivo quando si tratta di scegliere un boccone. A destra, ecco una possibile formula per combinare le infinite variabili e trovare, finalmente, la mosca giusta.
vai tra il 2000 ed il 2003, ma gli insetti mi presero la mano e parlai solo di loro, anche se poi mi tolsi un po’ la voglia nelle uscite degli speciali dressing degli anni 2004, 2005 e 2006, ma solo un po’. Infilai forzatamente qualcosa del genere nelle Guide Entomologiche, in quella dei plecotteri per la precisione, che termina con un elenco telegrafico dei riferimenti tra insetti e mosche artificiali. Non capisco perché il pollo non debba conoscere qualcosa del genere, trascinandosi la penosa sensazione di sbagliare mosca ogni qualvolta non prende pesce, cioè quasi sempre, per il semplice fatto di non conoscere il nome latino dell’insetto che sta sfarfallando e, fatto essenziale, il nome inglese originale dell’imitazione mirata concepita da qualche alchimista dell’Ottocento nel Sud del Regno Unito. Lo so, un pescatore che sia tale non ha più bisogno di una trota di conoscere l’entomologia, ma ormai viviamo
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in un mondo di globalizzazione informatica del quale siamo schiavi irrimediabilmente alienati, e senza un’APP scaricabile da Internet nello smartphone non è possibile raggiungere la consapevolezza di trovare la mosca giusta. Insomma, oggi, qui, soddisferete i vostri desideri più profondi, intimi, viscerali dei quali, probabilmente, non siete neppure consapevoli. Io, del resto, non lo sono ancora. All’inizio della nostra storia un pazzo furioso che risponde al nome di Alfred Ronald, nel 1836, in Inghilterra, mentre in Italia Giacomo Leopardi componeva le ultime due grandi liriche, Il tramonto della luna e La ginestra, pen-
La frittatta era fatta, del resto nella seconda metà del 1800, lo ricorderete immagino, il mondo (ed in particolare quello inglese) fu sconvolto dall’esplosione del darwinismo, che riportò l’uomo nel mondo animale dopo averlo sottratto all’alito del Creatore. Occorreva risollevarne almeno l’intelletto, visto che per il corpo non c’era più nulla da fare: troppi apparati, arti, organi e sistemi simili a quelli degli animali. Ecco quindi che al povero pescatore non rimase altro che studiare l’entomologia, e poi spennare miriadi di uccelli esotici al fine di creare cloni d’insetti replicando la fantasia, la creatività,
Tavola di Joannes Jonstonus con la rappresentazione di un’effimera.
e l’inconsapevole senso dell’humor (non per nulla erano inglesi) di Nostro Signore, che da duemila anni moltiplica e prende pesci, ma senza aver mai fatto il minimo cenno di no kill, per cui le nostre riserve turistiche ed i tratti ZRS potrebbero anche esse anticristiane. E chi le frequenta un eretico. Ma è il momento di abbandonare la nostra animalità ed assurgere alla consapevolezza creativa. In questa uscita parleremo delle effimere, l’unico ordine sistematicamente “permeabile” all’entomologo improvvisato. Ciò che segue è un estratto dalle “Guide Entomologiche” ed è l’unico testo esistente redatto in tal funzione. Lo so, chi ha le guide troverà queste pagine, come dire, un po’ ripetitive... Tuttavia esse rappresentano, nella cultura pammista, quello che rappresentano i numeri arabi per un matematico.
Signori, vi presento le effimere Nella speranza di rendere più efficaci le proprie insidie e per ulteriori motivi qui non considerati, il pescatore a mosca è irresistibilmente attratto dalle creature che imita, al punto che non di rado cerca di dotarsi di opportune conoscenze entomologiche. Infatti l’aspetto più intrigante della pesca con la mosca artificiale è il potere che questa assume quando il pesce si ciba degli insetti che essa imita. Da qui la perenne ricerca per rendere le esche sempre più somiglianti a questo o quell’insetto. Non è facile però, occorre conoscere gli insetti e saper individuarne un buon modello imitativo. Mi piace credere che negli intramontabili dressing del passato risiedano segreti che li rendono particolarmente efficaci, ma solo se adeguati alla situazione di pesca: è questo in fin dei conti il vero segreto. La prima mosca artificiale conosciuta, descritta da Claudio Eliano nel III sec. dopo Cristo, era una mosca d’imitazione dell’insetto definito Hipporus, nella successiva bibliografia nota
(Treatyse della Berners, 1496) veniva proposta un’imitazione artificiale per ogni mese dell’anno, fino ad Alfred Ronalds (1838), che finalmente relazionò 47 precise imitazioni a 47 insetti dei vari ordini presenti nei fiumi a lui noti (portati poi a 102 da Leonard West nel 1912). Come si vede, da sempre si cerca di approfondire l’entomologia per affinare l’efficacia delle imitazioni. Il pescatore che si dota di strumenti per diagnosticare sistematicamente gli insetti, una volta a conoscenza dei nomi latini, necessita dei riferimenti alle mosche artificiali, i cui nomi sono per lo più in lingua inglese. Solo dopo sarà in grado di cercare in opportuni libri i dressing per realizzarle con precisione. Ecco ora le mosche artificiali che la cultura del passato, aggiornata al presente, identifica con precise specie di insetti. Particolarità degli artificiali - Si ricorda che, relativamente alle sole effimere, i termini dun e spinner accostati al nome (es. March Brown spinner) indicano rispettivamente la subimmagine e l’immagine dell’insetto e che i termini
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male e female indicano rispettivamente il maschio e la femmina (es. March Brown male spinner). Pertanto le possibili imitazioni dello stesso insetto possono essere quattro, differenziate ovviamente da particolarità del dressing. Non sempre è così, vi sono specie dove le differenze tra maschio e femmina sono irrilevanti agli effetti di un’imitazione, mentre è raro che questo succeda tra subimmagine e immagine, inoltre si può trovare spesso il termine spent, che indica l’effimera morta che, nell’abbandono sulla superficie dell’acqua, presenta le ali tipicamente aperte. Per quasi tutti gli insetti acquatici ed aerei, da qualche lustro s’è aggiunto un nuovo termine: emerger o emergente, che indica l’imitazione dell’istante nel quale avviene lo sfarfallamento, precedentemente interpretato, per le sole effimere, dalle sommerse alate (wet fly). Poi abbiamo le nymph, ninfe, imitanti gli stadi acquatici con presenza di teche alari, ed infine le pupe, imitanti lo stadio pupale
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degli insetti con metamorfosi completa (es. Tricotteri). Di regola consideriamo maschile il nome latino dell’insetto (es. il Leptophlebia sp.) in quanto s’intende “il rappresentante di -” e femminile il nome inglese (es. la March Brown).
Decalogo informativo - Occorre ora qualche precisazione, che qui leggerete come una serie di regole, ma che regole non sono, essendo la pesca più basata sulle eccezioni che sui postulati. 1 - Solo una parte delle specie sono state considerate nella cultura inglese, ovviamente le più frequenti nelle loro acque, specie inoltre inferiori di numero rispetto a quelle europee. Non si troveranno quindi nomi inglesi di imitazioni corrispondenti a tutte le specie considerate, ma solo a quella minoranza presente in Gran Bretagna. Inoltre alcune imitazioni hanno cambiato nome nel tempo, per cui
possono vantare un nome inglese attuale ed uno antico (es. la Dark Dun di un tempo oggi è la Dusky Yellowstreak). 2 - In ogni paese ove si pratica la pesca a mosca s’è evoluta una cultura delle imitazioni, cultura che di regola deriva da quella inglese, ma che ha portato a miriadi di altre imitazioni artificiali più o meno note, la cui fama deriva dalla pubblicazione in libri più o meno di successo. Le più famose e diffuse sono comunque, dopo le inglesi, le imitazioni francesi di Chamberet, identificate numericamente ed inserite in una serie con nome (es. Serie Gallica) e quelle di Devaux, identificate da una sigla. Così molte altre meno note o sconosciute ai più. 3 - Il mondo del commercio ha trasformato una materia già complicata in enorme confusione all’unico fine di
A sinistra, specchio specchio delle mie brame, quale mosca..? A destra: la varietà illimitata di forme e colori riscontrabile negli insetti rende il nostro impegno tendente all’infinito.
far abboccare non pesci, ma pescatori, e poi l’ha amplificata ulteriormente, pertanto basate le vostre ricerche su testi seri e possibilmente classici o rispettosi di questi, se volete accedere a conoscenze e dressing originali ed affidabili, e valutate le imitazioni commerciali con giustificata diffidenza. 4 - Nella cultura inglese le imitazioni sono di regola elaborate per acque lente e selettive, con le dovute eccezioni, mentre in paesi con la prevalenza di acque torrentizie (come l’Italia), sono state rese assai più galleggianti abbondando con hackle ed altre strutture. In simili mosche quindi ben poco rimane del modello originale. 5 - I nomi inglesi delle imitazioni si riferiscono spesso al colore e/o al periodo (es. March Brown, August dun), al materiale utilizzato (es. Gold Ribbed Hare’s Ear, letteralmente: pelo di orecchio di lepre anellato con filo dorato), all’ideatore (es. Lunn’s Particular, Greenwell’s Glory), al volatile fornitore di piume (es. Pheasant Tail), all’insetto (es. Cow Dung, mosca dello sterco bovino) e di regola sono riferiti ad una precisa specie che autori del passato hanno elevato al rango di “insetto significativo per il pescatore”. 6 - Nonostante il nome inglese di mosca artificiale si riferisca ad una precisa specie, la stessa mosca può ben imitare tutte le specie che somigliano a questa, indipendentemente dal genere o dalla famiglia dell’insetto. Ecco quindi che la Pheasant Tail, ad esempio, può imitare sia Heptageniidae che Baetidae, variando eventualmente la dimensione.
7 - Succede inoltre che in un paese si possa adottare un nome di mosca artificiale riferita ad un insetto non presente, ma perfetta per imitare una specie molto simile, com’è successo in Italia con la March Brown, riferita originalmente a Rhythrogena germanica, qui assente, con la qua-
le identifichiamo sia E. venosus che E. helveticus. E non di rado anche il genere Epeorus (E. assimilis), per la somiglianza. 8 - Inoltre, giacchè diverse mosche sono state interpretate da diversi ideatori, divenuti poi famosi, lo stesso inset-
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to può vantare svariate imitazioni di nome differente ed interpretazione varie. Ad esempio “Iron Blue” è sinonimo, nel linguaggio dei pescatori, di Baetis niger, tale nome identifica quindi sia l’insetto che la mosca che lo imita, ma può essere anche imitato da: Iron Blue Quill, Otter Ruby, Houghton Ruby, ecc. 9 - I dressing che troverete nei libri potranno poi risultare sensibilmente diversi pur con lo stesso nome, specie oggi che molti utilizzano materiali sintetici, mentre certe piume e peli animali sono oggi proibiti. Il pescatore che vuole realizzare l’imitazione di un certo insetto avrà quindi modo non solo di scegliere tra numerosi modelli, ma soprattutto di adeguarla alle sue esigenze personalizzandola sia nei materiali che nella concezione costruttiva, una volta sufficientemente esperto. 10 - Alla fin fine, ci si troverà nella necessità di: determinare sistematicamente un insetto; individuarne
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l’imitazione; cercarne il dressing originale; valutarlo e poi adeguarlo alla situazione di pesca cercando di renderlo più essenziale possibile, considerando però che non solo le imitazioni sono oggetto di continui aggiornamenti, ma anche la stessa sistematica, per cui certi riferimenti sono obsoleti ed occorre cercare il nome aggiornato anche dell’insetto. Oh. Fine del decalogo. Eccoci ora ai riferimenti diretti tra insetti ed imitazioni dei vari ordini, con i suggerimenti di artificiali adatti nel caso di insetti che in inglese non vantano il nome attribuito dai pescatori in quanto assenti in Gran Bretagna. Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Heptageniidae Rhythrogena germanica - March Brown, nella corrente terminologia inglese è la March Brown propriamente detta. L’insetto non è presente in Italia. Vengono sug-
gerite le seguenti imitazioni della dun, oltre alle innumerevoli March Brown: Pheasant Tail e Large Red Spinner. Come spinner si possono utilizzare: Large Pheasant Tail o Large Red U.S.D. spinner. Rhythrogena semicolorata - Yellow Upright, assai comune, è imitato dalla Olive Upright (dun e male) e Yellow Upright imita lo spinner. Rhythrogena sp.: per altre specie di R. diffuse in Europa (es. R. loyolaea, R. johannis, R. savoyensis, ecc.),
Un Ecdyonurus sp. a fronte di una sua ipotetica rappresentazione alieutica: una Pheasant Tail. Nell’imitare i vari caratteri morfologici e cromatici dell’insetto il difficile è fin dove spingere l’aspetto imitativo, di quanto accentuare il carattere fondamentale e fino a che punto permettere agli apparati di galleggiamento di interferire nel risultato visivo.
ma non in Gran Bretagna, i testi inglesi consigliano le solite imitazioni qui ripetute, scegliendo ad esempio tra Lunn’s Yellow Boy, Pheasant Tail o Brown May per colorazioni rispettivamente tendenti al giallastro, al nocciola marrone o al bruno grigiastro degli addomi. Ecdyonurus venosus - Late March Brown, è imitato dalla Late March Brown, anticamente False March Brown, sempre come subimmagine, e dalla Great Red spinner come imago. Ecdyonurus dispar - Autumn dun, è imitato dalle Autumn dun e dalla Autumn spinner e vanta il vecchio nome di August dun. Sono suggeriti anche: March Brown per la dun, e Large Pheasant Tail spinner e Large Red spinner. Ecdyonurus torrentis - Large Brooke dun, è imitato dalle Large Brook
dun e Large Brook spinner. Si possono adeguare anche la Autumn Dun e la March Brown. Ecdyonurus insignis - Large Green dun, non segnalato in Italia se non da qualche Pam, è imitato dalle Large Green dun e dalla large Green spinner. Ecdyonurus helveticus - Frequente in Italia, non ha nome inglese. Imitazioni suggerite: come imago Pheasant Tail spinner, e come subimago... Pheasant Tail. Oppure le stesse imitazioni della March Brown. Heptagenia fuscogrisea - Brown May dun, non presente in Italia, è imitata dalla Brown May, dun e spinner. Heptagenia sulphurea - Yellow May (assai simile è anche Heptagenia longicauda): è imitata dalle Yellow May dun e spinner, male e female. Electrogena lateralis - Dusky Yel-
lowstreak: è la Dusky Yellowstreak, un tempo Dark dun. Epeorus assimilis (= E. sylvicola), frequentissimo in Italia, non ha nome inglese, le imitazioni suggerite sono, come spinner la Lunn’s Yellow Boy in misura grande (large) e la Large Summer spinner. Come subimago: Large Summer dun, Partridge & Orange e March Brown spider. Qualche riflessione pragmatica Con ben poche eccezioni (alcuni Heptagenia), quasi tutte le specie di questo gruppo presentano tre tonalità: a. Toraci brunastri e nocciola con addomi nocciola e beige. b. Toraci bruno giallastri con addomi giallastri, verdastri e nocciola. c. Toraci bruno rossastri con addomi rossastri.
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In altre parole potremmo interpretare le tonalità con beigioline, gialline, verdine e rossine. Cambierebbe la dimensione, ma non è difficile adeguare l’amo, se ci si pensa prima di costruirle. Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Baetidae Baetis rhodani - Large Dark Olive, imitazioni di subimago: Large Dark Olive, Kite’s Imperial, Greenwell’s, Blue Dun, Waterhen Bloa, imitazioni di imago: Pheasant Tail spinner, Sunk Spinner. Aggiungerei Red Quill e Red Spinner.
go: Houghton Ruby, small Pheasant Tail spinner. Baetis niger - Iron Blue, come per B. muticus: subimago: Iron Blue Quill, Otter Ruby. Imago: Houghton Ruby, small Pheasant Tail spinner. Baetis scambus - Small Dark Olive, subimago: Small Dark Olive, July Dun. Imago: Small Pheasant Tail, Lunn’s Particular, Red Spinner. Baetis fuscatus - Pale Watery, subimago: Pale Watery (light), Little Marryatt, Moustique. Imago: Lunn’s Yellow Boy, Sunk Spinner.
Baetis vernus - Medium Olive, subimago: Medium Olive Dun, Imperial, Super Grizzly, Winged GRHE, Waterhen Bloa. Imago: Pheasant Tail, Lunn’s Particular, Red Spinner, U.S.D. Imago, Sunk Spinner.
Baetis alpinus (assente in Gran Bretagna), subimago: Imperial, Super Grizzly, Beacon Beige. Imago: Red Spinner (di Harris). U.S.D. Poly Spinner, (Brown) oppure Pheasant Tail Spinner.
Baetis buceratus - Medium Olive, come per B. vernus.
Centroptilum luteolum - Small Spurwing, subimago: Small Spurwing Dun, Little Marryatt, Moustique, small Winged GRHE. Imago:
Baetis muticus - Iron Blue, subimago: Iron Blue Quill, Otter Ruby. Ima-
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Ephoron virgo e la sua imitazione (presentata in Speciale dressing 2004) improntata a criteri di interessante impressionismo. Da sempre le imitazioni artificiali sono state costruite con grande fantasia, non solo di materiali, ma anche di tipologie costruttive. Purtroppo i libri del passato non potevano permettersi l’iconografia di quelli moderni, ciò nonostante le poche immagini in bianco e nero, le rare tavole a colori e le più frequenti grafiche lo evidenziano chiaramente, semplicemente sono pochi coloro che possono vantare una biblioteca ben fornita. Montaggi parachute, reverse, con amo ribaltato lungo l’asse, con extended body, hackle in asola, hackle wonder sono vecchi di secoli. In Italia poi la limitata conoscenza dei pochi libri inglesi e la fissazione su questi ha fortemente condizionato i nostri primi flytyer che per decenni hanno trasformato banali concetti costruttivi in canoni sacri.
Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Leptophlebiidae Paraleptophlebia submarginata - Turkey Brown, non esisterebbe una imitazione inglese specifica, ma è possibile imitare la subimmagine di questo insetto con la August dun, mentre per l’immagine si consigliano: Sherry o Pheasant Tail. Io personalmente trovo perfetta la classica March Brown montata su amo 14, date le marginature delle ali imitate dalle screziature della pernice. Paraleptophlebia cincta - Purple Dun, vi è un dressing di John Veniard della sommersa alata di Purple Dun. É anche consigliata la Iron Blue come subimago. Come imago si consiglia la Pheasant Tail spinner. Leptophlebia vespertina - Claret dun e spinner, Halford non menziona i modelli qui citati e li definisce, nel suo “Dry Fly man handbook”, come modelli di interesse assai secondario. Si consigliano come subimago: Claret dun (di Harris), Kite’s Imperial, Mallard & Claret. Imago: Claret spinner (di Harris) e Pheasant Tail spinner.
Lunn’s Yellow Boy, Pale Watery Spinner, Tup’s. Pseudocentroptilum pennulatum - Large Spurwing, subimago: Pale Watery, Moustique, Funnel Dun. Imago: Yellow Boy, Pale Watery Spinner. Procloeon bifidum - Pale Evening Dun, subimago: Pale Evening Dun (light), Little Marryatt, Pale Watery. Imago: Lunn’s Yellow Boy. Cloeon dipterum - Pond Olive, subimago: Pond Olive, Olive Quill, Greenwell’s Glory. Imago: Pond Olive, Lunn’s Yellow Boy. Cloeon simile - Lake Olive, subimago: Lake Olive Dun, Greenwell’s Glory, Olive Quill. Imago: Lake Olive Spinner, Lunn’s Particular, Phea-
sant Tail Spinner. Qualche altra riflessione pragmatica Con ben poche eccezioni, quasi tutte le specie di questa famiglia presentano tre tonalità: a. Toraci brunastri e nocciola con addomi nocciola e beige. b. Toraci bruno giallastri con addomi giallastri, verdastri e nocciola. c. Toraci bruno rossastri con addomi rossastri. In altre parole potremmo interpretare le tonalità con beigeoline, gialline, verdine e rossine. Cambierebbe la dimensione, ma, come al solito, non è difficile adeguare l’amo, se ci si pensa prima di costruirle.
Leptophlebia marginata - Sepia dun e spinner, omonimo artificiale per la subimago: Sepia dun (Kite). Imago: Pheasant Tail spinner. Habrophlebia fusca - Ditch Dun, subimago: Super Grizzly oppure large Iron Blue. Imago: Pheasant Tail spinner in misura adeguata (amo 14). Habroleptoides modesta (non ha nome inglese), si consigliano come subimago Super Grizzly oppure Iron Blue. Come imago una Pheasant Tail molto scura. Choroterpes picteti (non ha nome inglese), in Europa l’imitazione mirata è la n. 20 della serie Gallica di Chamberet. Consigli inglesi: come subimago una large Black Gnat, come imago qualunque black spinner, o la Dark Watchett.
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Solita riflessione pragmatica Con ben poche eccezioni, quasi tutte le specie di questa famiglia presentano due tonalità: a. Toraci brunastri e nerasti con addomi marroni e brunastri. b. Tutto come sopra, ma un po’ più chiaro.
ry Spinner imita l’immagine del maschio e la Blue-winged Olive Spinner imiterebbe l’immagine della femmina, ma attenzione: in certi libri sono invertite.
Ephemerella mucronata (assente in Gran Bretagna), subimago: BWO di Nice, oppure BWO di Jacques. Imago: Imago: Sherry Spinner oppure Red Spinner.
Ephemerella notata - Yellow Evening, Yellow Evening dun e spinner imitano rispettivamente subimago e imago della femmina.
Ephemerella major (assente in Gran Bretagna): oggi il nome della specie è Torleya major. Subimago: BWO di Nice, oppure BWO di Jacques, ma su amo più piccolo
In altre parole potremmo interpretare le tonalità con marroncino, chiaro o scuro. Cambierebbe la dimensione, ma, come al solito... Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Ephemerellidae Ephemerella ignita - Blue-winged Olive Dun. oggi il nome della specie è Serratella ignita. É La famosissima BWO, la Blue-winged Olive Dun imita la subimmagine, Sher-
A sinistra: Baetis e imitazione, alias “verdina”, Olive Dun in inglese. In questa pagina: S. ignita spent ed imitazione, l’incomparabile Lunn’s Particular, per l’occasione con ali a wonder.
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della precedente. Imago: Sherry Spinner oppure Red Spinner realizzati con silhouette maggiormente marcata. Solita riflessione pragmatica Se non si è diventati paranoici nell’interpretare esattamente colore e tono, qui abbiamo due soluzioni. a. Toraci bruno giallastri con addomi giallastri nelle femmine. b. Toraci bruno nerastri con addomi rossastri nel maschio. Pertanto abbiamo le gialline e le marroncine. Cambierebbe la dimensione, come al solito. Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Ephemeridae Ephemera danica ed Ephemera vulga-
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ta - May Fly, Green Drake, Dark Drake, sono le “mosche di maggio” propriamente dette e distinte in subimago e imago, maschio e femmina. Spent gnat è sinonimo di May Fly female spinner, Drake mackerel è sinonomo dell’E. vulgata imago femmina. Ephemera glaucops ed Ephemera lineata non sono presenti in Gran Bretagna, mentre le imitazioni europee sono innumerevoli.
Leptophlebiidae e sua imitazione con hackle parachute, in inglese Purple Dun, in francese n. 22 serie Gallica di Chamberet, in italiano... l’incomparabile marroncina.
Sulle May Fly
dei gigantoni, vedete voi.
Siamo nel mito, e qui, tra giallo vivo, nero brunastro, nocciola, bianco avorio o arlecchino è tutto permesso.
Pescando con May Fly, giacché tutti vi prenderanno per inglesi, siete autorizzati a portare la manovella del mulinello a destra, se non siete mancini.
Per la dimensione, siamo nella terra
Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Oligoneuridae Oligoneuriella rhenana (assente in Gran Bretagna): è suggerita la Ermine Moth dagli inglesi, mentre i francesi propongono la n. 32 della serie Gallica. Una sola nota Famiglia monogenere e monospecie, e gli inglesi non ce l’hanno, la 32 della Gallica non è gran che, ma troverete un ottimo dressing nello speciale dressing 2004. Un’altro in Fly Line 6/2012. Tutto considerato è una giallina chiara... Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Siphlonuridae Siphlonurus lacustris - Large Summer dun, nome antico: Summer Mayfly, subimago: Large Summer dun, Verano Amarillo (mosca spagnola) o Grey Wulff. Imago: Large Red spinner, large Pheasant Tail Spinner. Siphlonurus armatus, S. alternatus e S. croaticus sono assenti in Gran Bretagna e non hanno nome inglese. Le imitazioni consigliate sono le stesse di S. lacustris. Riflessione In Italia ne troverete ben pochi ed ancor più difficilmente in acque pregiate essendo insetti che vivono in acque lente del piano, quasi tutte inquinate. In ogni modo è... color dun, vale a dire bruno grigiastro. Insomma, una grigina. Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Caenidae Generi Caenis e Brachycercus, varie specie, Caenis oppure Broadwing, nomi antichi: Angler’s Curse o White Midge. Non esistono imitazioni classiche inglesi riferite esattamente a qualche specie di Caenidae, solitamente si suggeriscono piccole Pale Watery, o Last Hope, o la Caenis Spinner di Canham. Nella serie Gallica si trovano le imitazioni n. 34 (Caenis horaria) e n. 35 (Eurycaenis harisella).
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Ipotetico dressing di “Mummia alimentare”, definizione da utilizzarsi nel caso di montaggi con risultati poco edificanti.
Riflessione Piccole, ali aperte, corpo piccolissimo scuro, ali ceracee... è in pratica un’effimera truccata da moscerino. Sapete già cosa vuol dire. Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Potamanthidae Potamanthus luteus - Night Fly dun yellow, questa bella effimera di tonalità gialla sembra, seppur rara, presente in alcuni ambienti della Gran Bretagna, subimago: Night Fly dun yellow oppure Yellow Sally, come imago è suggerita la large Lunn’s Yellow Boy. Riflessione Il nome latino significa “fiore del fiume”, ma considerando che vive in ambienti lentici con fondale di limo e sabbia dubito che in Italia possa trovare qualche zona fertile. Se ne trovate qualcuno in Italia fatemelo sapere.
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Riferimenti agli insetti: ordine Ephemeroptera, famiglia Polymitarcyidae Ephoron virgo - (Polymitarcys virgo), assente in Gran Bretagna e privo di nome inglese, viene tradizionalmente imitato dalla White Moth, oppure dalla n. 33 della serie Gallica. Riflessione bis Si veda la riflessione precedente. Bene, ora avete tutti gli elementi per applicare la formula. Come disse Hannibal Lecter a Clarice Starling: “Tutto quello che ti serve è in quelle pagine”. Beh, più o meno. Comunque Clarice riuscì a catturare il famoso psicopatico scuoiatore, e non credo che la maggior parte delle trote dei nostri torrenti sia molto più sana di mente, con la vita che sono costrette a fare. Se studierete bene la lezione potrete anche andare come ospite in un club inglese di pescatori senza rischiare meschine figure. Questo dovrebbe già farvi sentire più tranquilli. Ma è l’unico vantaggio applicato che lo studio degli insetti vi può dare. Tuttavia, se dentro di voi arde la fiamma della conoscenza, se il desiderio di dimostrare a voi stessi, al parroco creazionista, alla mamma ed alla fidan-
zata che che la vostra dissociazione dal mondo animale è completa e che vi siete finalmente evoluti in esseri superiori (almeno ai pesci, anche se sulla base delle catture tale pretesa è mera speranza), se, insomma, per qualsivoglia motivo avvertite il bisogno di conoscere, ed in particolare di conoscere il nome latino dell’insetto che, pur ignorandolo, le trote stanno mangiando comunque, ebbene voi, senza un vero motivo, senza sapere perché, semplicemente perchè non potete resistere alla tentazione, seguite pur ciecamente la via indicata dai nostri grandi padri: imparate l’entomologia, diagnosticate l’insetto, cercatene l’imitazione canonica, realizzatela pur con tutte le modifiche che riterrete opportune e poi provate sul pesce se avete creato una vera parvenza di vita oppure una ributtante mummia alimentare. Dopo millenni di evoluzione, gli inglesi hanno i dressing classici che tutti, più o meno, conosciamo, dove la Olive Dun è la Olive Dun e non un’altra cosa, fatta con materiali e proporzioni rigorose; i francesi hanno Chamberet e Devaux, gli spagnoli le mosche del Leòn in gallopardo, gli americani le chernobyl (giusto per non dimenticare l’Impero del male e non pensare al proprio), e gli italiani la giallina, la verdina e la rossina che, con ogni probabilità, è anche il criterio sistematico delle trote.
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