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IL KI(I)D: UN’INFORMATIVA IN EVOLUZIONE

Al fine di sviluppare un’economia sempre più al servizio delle persone, la Commissione europea sta consultando il mercato in merito alle regole che governano (anche) l’informativa pre-contrattuale. Gli elementi chiave per facilitare una crescita responsabile del mercato dei capitali

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Deborah Anzaldi, direttore Investment Compliance di Assogestioni

La tutela dei consumatori e il rafforzamento della fiducia degli investitori al dettaglio nei mercati dei capitali sono alcuni elementi essenziali della “Capital market union”. Già da anni, il tradizionale approccio normativo basato su un regime di trasparenza precontrattuale volta a fornire un set ampio e completo di informazioni prima della conclusione di qualsiasi operazione è stato affiancato da un’informativa sintetica, standardizzata, che pone le sue fondamenta sull’economia comportamentale. Si fa qui ad esempio riferimento al documento contenente le informazioni chiave per gli investitori in fondi comuni (cd. UCITS KIID), che in due pagine riporta obiettivi e politica di investimento di un fondo aperto non strutturato, profilo di rischio e rendimento, oneri, risultati passati e altri dettagli pratici. Documento che a breve verrà ad essere sostituito dal documento contenente le informazioni chiave per i prodotti d’investimento al dettaglio e assicurativi preassemblati (cd. PRIIPs KID).

Perché cambiare

Le informazioni più pertinenti, cosiddette “chiave”, la cui delicata identificazione è rimessa nelle mani dei legislatori e regolatori, sono al centro delle riflessioni e foriere di confronti, data la loro funzionale fondamentale di fornire agli investitori gli strumenti necessari per formulare giudizi informati e comparare le diverse soluzioni disponibili sul mercato, anche di natura transfrontaliera. In quest’ottica, nei mesi scorsi le Autorità di vigilanza europee hanno proposto modifiche all’informativa contenuta nel PRIIPs KID, entrato in vigore lo scorso gennaio 2018, per: i) superare alcune criticità emerse nella sua implementazione concreta; ii) allineare il contenuto del KID con talune informazioni divulgate all’investitore ai sensi della MiFID II; iii) considerare la fine del periodo di esenzione da tale disciplina dei fondi che forniscono uno UCITS KIID (al momento della redazione, è in corso di valutazione da parte delle competenti sedi comunitarie l’estensione, dal 31 dicembre 2021 al 30 giugno 2022, del periodo di esenzione per agevolare la transizione dallo UCITS KIID al PRIIPs KID).

Guardare oltre il KID

Avere un buon KID non rappresenta tuttavia di per sé una panacea. Il KID, come più in generale tutta l’informativa precontrattuale, fa parte di un quadro più ampio all’interno del quale rientra l’informativa ex-ante, una consulenza di alta qualità e livelli più elevati di educazione degli investitori. Oltre ad una consulenza professionale a supporto delle scelte di investimento, misure a sostegno dell’educazione finanziaria sono indispensabili. Maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi di investimento o di non investimento è fondamentale, soprattutto ora che le informazioni finanziare sono acquisite direttamente anche attraverso social media. La spinta all’innovazione digitale porta inoltre a chiedersi se l’informativa precontrattuale sia adeguata: il PRIIPs KID è nato come documento cartaceo. È condivisa la riflessione espressa da più parti sulla necessità di trovare un giusto equilibrio tra soluzioni IT rapide, efficaci e innovative e, allo stesso tempo, garantire un livello coerente di protezione dei consumatori e una comunicazione chiara di informazioni importanti. Le criticità emerse nella definizione del PRIIP KID evidenziano che una “soluzione perfetta” non esiste e che saranno necessarie ulteriori affinamenti, anche alla luce di un appropriato test sui consumatori per comprendere l’effettiva funzionalità delle nuove informazioni chiave. L’obiettivo comune e condiviso non cambia: facilitare una crescita responsabile dei mercati dei capitali.

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