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GESTIONE PASSIVA E SOSTENIBILITÀ: UN’EQUAZIONE POSSIBILE?

Andrea Favero, head of Asset Managers Italy di BlackRock, spiega perché, tra evoluzione del rapporto con gli index provider e aumento esponenziale della loro diffusione, gli Etf possono già svolgere un fondamentale ruolo in questa sfida epocale

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Davide Mosca

“Nel corso degli ultimi anni la costruzione di nuovi prodotti indicizzati, ed in particolar modo di Etf, è sempre più spesso originata da un’intensa collaborazione tra Etf provider e index provider. L’obiettivo è rispondere in maniera più precisa ai bisogni di investitori più sofisticati anche in ambito indicizzato, e allo stesso tempo creare indici che possano essere facilmente replicati da prodotti quotati”. Questa, secondo Andrea Favero, head of Asset Managers Italy di BlackRock, una delle principali chiavi per capire il percorso evolutivo della gestione passiva e la sua traiettoria di crescita, in particolare guardando al futuro.

Siamo quindi di fronte ad un abbandono del concetto di pura replica? È questa anche la chiave per comprendere le possibilità del contributo della gestione passiva in termini di sostenibilità?

Rispetto a qualche anno fa, quando gli Etf provider identificavano indici esistenti di interesse e li replicavano tramite i loro prodotti, oggi la collaborazione tra asset manager e index provider si è trasferita in molti casi a monte. Sicuramente la sostenibilità ha rappresentato da questo punto di vista una svolta importante ed è uno dei driver di innovazione più significativi nell’industria. Per la prima volta nella storia dello strumento, si è reso necessario affiancare, modificare o sostituire indici tradizionali con nuovi indici che non solo tenessero in considerazione le caratteristiche Esg dei sottostanti, ma anche le diverse esigenze in termini di sostenibilità degli utilizzatori finali.

Che ruolo ha la tecnologia, e in particolare la possibilità data dalla capacità di gestire e analizzare una mole sempre maggiore di dati?

L’Etf è sicuramente una delle storie di maggior successo nell’ambito dell’innovazione finanziaria. Gli sviluppi tecnologici e la capacità di analisi dati sono andati di pari passo con l’evoluzione dei prodotti. Negli ultimi anni in particolare, si è passati dal considerare dati principalmente legati alla capitalizzazione e alla liquidità alla valutazione di micro-settori legati a specifici temi di investimento (come ad esempio la catena del valore delle auto elettriche), oppure Esg rating e metriche di decarbonizzazione, in alcuni casi anche con una dimensione prospettica (ad esempio il raggiungimento degli obiettivi di Parigi). Molti degli Etf sostenibili e tematici oggi presenti sul mercato, e tra i preferiti nelle scelte degli investitori, non sarebbero disponibili senza la crescente capacità di Etf e index provider di gestire ed analizzare quantità maggiori di dati e di condensare il tutto in prodotti sempre più efficienti e liquidi.

Il peso degli Etf nei portafogli globali è cresciuto enormemente e la traiettoria non sembra destinata a cambiare. Temi centrali sono quelli della semplicità e del costo. Considerate questi aspetti come strutturali per una maggiore sostenibilità dell’industria del risparmio?

Semplicità e trasparenza nelle logiche di costruzione e gestione dei prodotti, insieme a costi di gestione e negoziazione contenuti sono da sempre caratteristiche essenziali dell’Etf, rendendolo uno strumento indispensabile nei portafogli di molti investitori e con livelli di sofisticazione molto diversi: investitori istituzionali, fund manager, ma anche consulenti finanziari e piattaforme digitali ed investitori retail. Oltre agli utenti, anche gli utilizzi sono evoluti. L’uso degli Etf varia da logiche di buy & hold, possibilità di creare liquidità, asset allocation strategica, gestione tattica. Proprio questa varietà, insieme alla crescente diffusione e a tecniche di costruzione più evolute, ha portato in molti casi alla formazione di strutture e team di fund selector dedicati a questa specifica tipologia di strumenti. Semplicità, trasparenza e costi contenuti restano caratteristiche distintive, insieme agli obiettivi di investimento, ma l’evoluzione dei prodotti richiede oggi capacità di analisi anche molto sofisticate che vanno oltre questi elementi.

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