LinuxPratico - Primi passi

Page 1

Installare Linux: tra miti e realtà L'installazione di Linux è ormai alla portata di chiunque. In alcuni casi è addirittura più semplice dei più diffusi sistemi e una volta installato saranno disponibili decine di software per tutte le esigenze

Andrea

Scrimieri <a.scrimìeri@linuxpratico.com=

Linux è ormai diventato un sistema operativo utilizzato in ogni campo: dai dispositivi embedded, ai desktop che abbiamo a casa, dalle workstation ai server più potenti.

presenti.

Il suo segreto sta nel suo modello di sviluppo che

Partition Magie (commerciale, a pagamento), GNU

consente aggiornamenti continui e una evoluzione

Parted (liberamente scaricabile), Acronis OS

ininterrotta grazie ai contributo di decine di migliaia

Selector (commerciale, a pagamento) per far posto

di sviluppatori sparsi per tutto il mondo.

a Linux. Prima di ridimensionare una partizione su

Ad esser precisi, però, Linux è il nome che era stato

disco, è opportuno deframmentarla, altrimenti sarà

inventato da Ari Lemmke, amministratore di

più difficile riuscire a recuperare spazio.

ftp.funet.fi, dove comparve per la prima volta il kernel (il nucleo centrale del sistema operativo) svi

E' possibile utilizzare programmi come

Hardware supportato

luppato da Linus B. Torvalds, allora studente presso

Quasi tutti i dispositivi hardware hanno bisogno del

l'Università di Helsinki.

supporto del sistema operativo per poter funziona

Riferendosi al sistema operativo è più opportuno

re. Tipicamente uno dei primissimi problemi riscon

utilizzare il termine GNU/Lìnux, in onore del pro

trati da chi installa Linux per la prima volta è quello

getto GNU, che ha permesso a tutti noi dì utilizzare

di non riuscire ad utilizzare tutto ['hardware a dispo

una buona parte del software disponibile per questo

sizione che improvvisamente smette di funzionare

sistema operativo.

come aveva fatto prima con Windows.

GNU/Linux è quindi un sistema operativo completo,

In realtà questo è uno dei grandi miti da sfatare:

simile ad altri, come ad esempio Microsoft Windows

a parte poche categorie di hardware, Linux è in

o Apple MacOS. E' disponibile per un gran numero

grado di supportare grandissima parte dei dispositi

di processori, per quanto venga utilizzato prevalen

vi presenti. Schede video accelerate, schede audio,

temente su processori x86 (come gli Intel Pentium

schede di rete, ecc. non sono più un problema. In

IV o AMD Athlon XP) o PowerPC (come quelli presen

linea di massima le periferiche che potrebbero

ti sugli Apple).

avere qualche tipo di problema sono alcune USB che non utilizzano driver standard (funzionano per

Prima di cominciare:

fettamente hard disk usb, masterizzatori usb o pen

lo spazio su disco

drive), così come quelle periferiche che necessitano di particolari driver non disponibili per Linux (come

Come tutti i sistemi operativi, GNU/Linux, ha biso gno di spazio su disco per poter essere eseguito. E proprio per la sua stessa natura non è ovviamente

eseguibile da Windows, in quanto su un PC è gene

INFORMAZIONI

ralmente possibile (salvo trucchi e software ad-hoc)

Spazio su disco:

eseguire un solo sistema operativo per volta, cosa

quanto ne serve?

che costringe a dover scegliere quale OS avviare in fase di boot. Nonostante questo è possibile far risiedere su uno

Con i moderni dischi non dovreste avere grosse difficoltà a ricavarvi lo spazio necessario per far posto a Linux. Una

stesso disco più sistemi operativi. Non saremo così

installazione tipica richiede infatti non più di tre gigabyte di

costretti, ad esempio, ad abbandonare Windows se

spazio su disco. Al contrario, però, di gran parte dei sistemi

lo riteniamo ancora utile, perché le applicazioni per

operativi chiusi, assieme a Linux avrete a disposizione una

sistemi

serie di applicativi del calibro di OpenOffice, completa suite

Microsoft

non

sono compatibili

con

GNU/Linux. Basterà fare un po' di posto a Linux sul disco e con. qualche accortezza, Windows non sì

per l'ufficio. Gimp, programma professionale per il fotoritoc co, Evolution e Kmail, ottimi client E-Mail.

Inoltre, poiché, Linux offre la possibilità di scegliere il pro

accorgerà della differenza.

prio OS attraverso un boot loadersarà anche possibile

Se, come è molto probabile, non c'è spazio non par-

installare diverse distribuzioni sullo stesso computer. In que

tizionato a disposizione, sarà necessario ridurre un

sto caso è consigliabile creare una partizione apposita per le

po' lo spazio occupato da Windows e, utilizzando

nome directory da condividere tra le distribuzioni.

appositi strumenti, ridimensionare le partizioni


ad esempio qualche stampante di bassa qualità, winmodem e qualche tipo di scheda wireless). In linea di massima, tempo qualche mese dall'uscita di nuovo hardware qualche volontario provvede a scrivere un driver, sempre se questo non è stato

rilasciato dal produttore (ed iniziano ad essere diverse le società produttrici che lo fanno; anzi, vi consigliamo di perferire, nella scelta, chi offre sup porto Linux). Ovviamente non è possibile fare considerazioni generali: il consiglio è quello di controllare la com

patibilita prima di acquistare nuovo hardware. Tale controllo può essere effettuato presso i numerosi siti che offrono informazioni preziose in questo senso, come ad esempio il sito di SuSE rrttp://cdb.suse.de/?LANG=en UK

Esistono distribuzioni ■ Knoppix la più famosa - che permettono di utilizzare Linux senza installare niente,

e, in generale, una ricerca sul sito del produttore, o

avviandosi direttamente dal CD... ottimo per un test!

sull'Hardware-HOWTO http://www.tLdp.org/HOWTO/Hardware-HOWro/

e su Google, http://wivw.google.it

con una ricerca

tipo "nome del componente hardware + linux".

le distribuzioni LinuH Una volta appurato che l'hardware a disposizione è compatibile con Linux e siamo finalmente decisi ad installarlo si viene assaliti da una serie di atroci dubbi: dove si può trovare Linux? 0, meglio, dove si può trovare un sistema operativo basato su Linux?

HARDWARE

Modem [analogici] veri e modem "finti" Al giorno d'oggi i modem (fusione delle parole MODulatore DEModulatore) sono dispositivi a larghissima diffusione. Il loro scopo è quello di consentire la trasmissione dei dati uti lizzando delle normali linee telefoniche.

Ogni mese è possibile trovare in edìcola una serie di

Sono dei dispositivi che, per farla breve, compiono comples

riviste, come la nostra, che allegano CD-Rom conte

se operazioni sui segnali che ricevono dalla linea telefonica. codificando e trasmetten

nenti "distribuzioni" Linux, cioè versioni del nostro

done altri. Qualcuno,

sistema operativo realizzate e studiate da volontart

qualche anno fa, ha pen

e da società che hanno deciso di investire su Linux.

sato che in effetti sarebbe

Le differenze consistono principalmente nella scelta

stato più economico (in

del software incluso e negli strumenti di configura

termini di costi) far ese

zione e gestione del sistema adottati da ogni singo

guire parte di queste ope razioni compiute sui

la distribuzione: un po' come diverse case produt-

segnali direttamente

trici di automobili utilizzano lo stesso motore,

dalla CPU, risparmiando

diversificando l'offerta con stile e accessori perso

così sull'hardware presen

nalizzati, allo stesso modo le distribuzioni usano il

te nei modem {i classici

kernel Linux (anche se, spesso, modificato in vari

analogici a 56kbps).

punti) e si distinguono l'una dall'altra con grafica,

In termini pratici, questo si traduce nella possibilità di fare

procedure di installazione, applicazioni, utility per la

eseguire del codice alla CPU, inserito nei driver forniti dal

configurazione. Per quanto le distribuzioni siano qualche centinaio,

solo una decina di queste si dividono la quasi tota

produttore... driver che, di solito, vengono forniti solo per un solo sistema operativo (che non è Linux), e che porta inevi tabilmente all'impossibilità di utilizzare, in diversi casi, que sto tipo di dispositivi sotto Linux.

lità dell'utenza Linux {come Red Hat, SuSE,

Attualmente, quasi tutti i modem interni analogici da 56k

Mandrake, Debian, Slackware. Gentoo, Yellow Dog).

sono "Winmodem" (nome dato a questo tipo di periferiche,

Nei prossimi numeri avremo comunque modo di

dette anche softmodem}.

analizzare attentamente le distribuzioni più diffuse in modo da rendervi partecipi di quali siano i van taggi, gli svantaggi, il target, gli strumenti che met

tono a disposizione, i programmi inclusi.

Ultimamente, grazie alla diffusione di Linux, alcuni produttori stanno rilasciando anche i driver per Linux di questi disposi

tivi; altri, invece, stanno cercando di crearsi un mercato ven dendo dei driver per i softmodem più diffusi; molti altri anco ra sono supportati grazie all'aiuto di volontari che hanno scritto il driver per Linux.

La vera installazione

E1 sconsigliato caldamente l'utilizzo, e quindi l'acquisto, di

Sfatiamo da subito quello che è un altro falso mito: Linux non è difficile da installare. Negli ultimi

winmodem: questi dispositivi, infatti, per loro natura consu mano più risorse di sistema, non sempre sono supportati da

Linux e, anche quando lo sono, necessitano di aggiungere un

anni gli studi e le interfacce realizzate per rendere

driver a livello kernel, che può portare ad una instabilità del

indolore il passaggio da sistemi operativi Microsoft

sistema se tale driver non è scritto correttamente.

sono stati notevoli. Attualmente ci sono alcune dis

Linux ha pieno supporto dei modem analogici 56kbps esterni

tribuzioni in grado di finire il processo di installazio

seriali (che non hanno bisogno di driver per funzionare) e di

ne

semiautomatizzato,

con

dell'hardware, in pochissimi click.

^

configurazione

una buona parte di quelli USB (non tutti, è necessario con trollare prima il modello su Internet).

^


INFORMAZIONI

I filesystem disponibili per Lìnux In ambito informatico il termine "partizioni" viene utilizzato

per indicare le suddivisioni di un supporto (in genere un hard disk) in più parti, tra loro indipendenti. La grandezza e

l'utilizzo di queste sezioni è totalmente a discrezione dell'u tente: è possibile dedicare spazio ai programmi, ai file tem poranei, alla zona destinata agli utenti del sistema ecc. In ambiente Microsoft si è soliti indicare le partizioni, le unità removìbili, ecc. con degli identificativi che utilizzano

le lettere dell'alfabeto (A è il floppy, C la prima partizione su disco, ecc): su Linux non si parla di lettere alfabetiche,

ma di mountpoint, particolari directory che, in realtà, per mettono di accedere ai dati contenuti nelle partizioni. E' possibile paragonare il nostro disco ad un terreno sul

quale decidiamo di costruire una casa. Come disporre le stanze (paragonabili alle partizioni) e quanto grandi voglia

mo farle possiamo deciderlo liberamente. Una volta suddi viso lo spazio su disco però abbiamo la possibilità di specifi care il tipo di organizzazione che vogliamo assegnare per la memorizzazione dei dati.

cosidetti filesystem joumaled. La caratteristica principale di

questi è quella di non costringere il sistema a dover fare un lungo controllo di integrità delle partizioni dopo ogni brusco arresto. In caso di crash o spegnimento dovuto alla man canza di corrente, ad esempio, con EXT2 saremmo di

norma costretti a qualche minuto di attesa in fase di boot per un processo analogo allo "Scandisk" di Windows. Un filesystem joumaled eviterebbe questo tipo di attesa: il

recupero dell'integrità, cioè di uno stato coerente dei file (file con data nulla, oppure file corrotti, verranno riparati), è infatti molto più semplice e veloce grazie alla scrittura di un "diario" che tiene traccia delle modifiche fatte. I filesystem joumaled maggiormente utilizzati sotto Linux

sono due: EXT3 (che, in pratica, è un EXT2 con questa funzionalitàl e ReiserFS

Sono entrambi piuttosto stabili e affi

dabili (per quanto EXT2 sia, ovviamente, ben più maturo! tanto da essere adottati di default da praticamente tutte le distribuzioni. Sponsorizzati da famose case sono stati portati sotto Linux

nuovi filesystem joumaled: se siete curiosi avrete a che fare con altre due importanti sigle, XFS e JFS, ottimi pro

Abbiamo a disposizione diversi tipi di filesystem, che non

dotti, ma per una utenza più particolare.

sono altro che delle strutture organizzate che ci consentono

Linux può interagire anche con i filesystem Microsoft: in

di individuare i nostri file all'interno di una porzione di

particolare riesce a leggere e scrivere file su filesystem di

disco, leggerli o memorizzarii.

tipo FAT, mentre ha un buon supporto per quanto riguarda i

Linux offre la possibilità di scegliere tra diversi tipi di

nuovi NTFS (quelli di Windows NT, 2000, XP) ma solo in let

Filesystem: storicamente il filesystem "ufficiale" è EXT2.

tura; la scrittura su filesystem di tipo NTFS, invece, è da

Una delle novità del kernel 2.4 è stata l'introduzione dei

considerarsi estremamente pericolosa.

Nonostante

uno

degli

aspetti

principali

di

differenziazione tra le distribuzioni sia proprio il pro cesso di installazione è comunque possibile delinea

re alcuni passaggi obbligati che un utente che si accinge a installare Linux dovrà prevedere di fare. Abbiamo già detto in precedenza che per far posto a questo nuovo sistema operativo è necessario delio spazio non partizionato.

Tutte le installazioni prevedono quindi la possibilità di creare delie partizioni sfruttando questo spazio. Alcune distribuzioni offrono addirittura la possibilità di ridimensionare partizioni FAT o NTFS direttamen

te in fase di installazione. Un altro passo sarà quello di scegliere la localizza Durante l'installazione di Mandrake è possibile

zione della nostra distribuzione (lingua e tastiera),

ridurre una partizione con sopra Windows,

in quanto, al contrario di Windows, tipicamente ogni

anche si tratta della versione 2000 o XP...

distro ("distribuzione" in breve) utilizza gli stessi CD di installazione per ogni nazione.

Un ulteriore passo sarà la scelta dei programmi che vogliamo installare, presenti sui CD sotto forma di "pacchetti". Capirete che vi verrà fornito un sistema completo, che dispone già delle applicazioni delle quali avrete bisogno comunemente.

Addirittura, spesso è possibile scegliere tra più applicazioni per svolgere lo stesso lavoro (come tra almeno cinque web brower, due suite per l'ufficio, tre file manager, ecc). La difficoltà maggiore che potreste avere sarà quel

la di non riuscire a capire cosa è bene installare, ... sarà sufficiente selezionare quella da ridurre, premere sul tasto Ridimensiona: abbiamo

visto che le installazioni complete possono raggiun gere anche i 4 gigabyte di spazio. Il consiglio che vi

recuperato 2 Gb, ed installato le tre partizioni per

diamo è quello di utilizzare il criterio che è meglio

Linux. /, /home e la swap ('a memoria virtuale)

installare una applicazione in più piuttosto che una

in meno: capirete dopo, una volta acquisita un po'


GLOSSARIO

Alcuni dei termini di uso comune in Linux

man, apropos ■ comando principe per ricevere informazio ni sui comandi Linux. E' sufficiente scrivere su un quaìsiasi terminale man nomecomandoe verrà aperta una pagina di

root ■ è ['utente con il più alto grado di privilegi, e può pra

informazioni su quel comando. E1 possibile accedere a parti

ticamente tutto sul sistema. E' sempre presente in qualsia-

colari sezioni del comando, con man comando sezione. Con

si PC con Linux, e dovrebbe essere utilizzato con estrema

man man è possibile visualizzare, tra l'altro, la lista delle

accortezza e solo per funzioni straordinarie, ad esempio per

sezioni disponibili. Un altro comando disponibile per riceve

la configurazione del sistema.

re informazioni è apropos, che si può utilizzare con la sintas

home directory - ogni utente sul sistema (ricordiamo che

si apropos argomento da ricercare.

Linux è multiutente, e gestisce più utenti contemporanei

Knoppix - la più famosa distribuzione live presente attual

sulla stessa macchina) ha un suo "spazio" dedicato, solita mente disponibile nella directory /home/nomeutente. Spesso

mente, sviluppata principalmente in Germania.

è associato un limite sul numero di file e sulla grandezza

live-cd - è un CD-Rom che permette di avviare Linux senza

dei file che possono essere memorizzati, che prende il

averlo preventivamente installato, appoggiandosi alla

memoria RAM di sistema. Alcuni live-cd permettono di regi

nome di quota. link simbolico - permette di riferire il contenuto di un

strare le informazioni su disco o chiave USB.

certo file ad un altro file. Utile per avere file identici presen

mount, umount - sono i comandi che permettono di acce

ti di directory diverse, senza copiarli tisicamente: in pratica

dere e di disattivare l'accesso ad uno specifico device. 5i

solo un file esiste, degli altri esiste solo il riferimento.

utilizza per agganciare al sistema partizioni del disco.

licenza - è il contratto che permette di utilizzare un pro

bootloader ■ è II programma che permette di avviare

gramma, il kernel Linux è sotto licenza GPL che, in breve,

Linux, e che normalmente risiede in una zona riservata del

permette il libero utilizzo dello stesso, ma le eventuali

disco fisso, detta MBR fMaster 0oot Record,!. LiLO e Grub

modifiche devono essere rese pubbliche.

sono i principali software.

GPL - è la licenza più diffusa in ambito Linux. Vedi licenza.

kernel - è il cuore dì Linux, il codice che permette di intera

pacchetto, pacchettizzazione - il software può essere

gire con i dispositivi presenti sul sistema. Può essere compi

distribuito in svariati modi: fornendo direttamente il codice

lato con opzioni particolari, e ognuno può farsene una ver

sorgente, e vi sarà la necessità di una compilazione per uti lizzare tale programma, oppure precompilato, tramite un pacchetto che ha differenti formati a seconda della distribu zione. I pacchetti più diffusi sono RPM (utilizzati da Mandrake. Fedora, SuSE). DEB (utilizzati da Debian), TGZ (utilizzati da Slackware).

~

sione ottimizzata per le proprie esigenze. dipendenze ■ alcuni programmi dipendono da altri per

poter funzionare correttamente. E' quindi necessario instal lare il software con tutte le dipendenze soddisfatte, oppure il sistema potrebbe diventare instabile. Normalmente la gestione dei pacchetti fornisce tecniche di risoluzione auto

RPM, DEB ■ formati estremamente diffusi di pacchetti.

matica dei vincoli tra applicazioni.

INFORMAZIONI di dimestichezza cosa fa per voi e cosa no. In genere finita la copia dei programmi scelti per

l'installazione si procederà con le impostazioni del sistema. Le distribuzioni più diffuse in genere offra

Q L'ambiente grafico che più mi piace...

no la possibilità di configurare ì dispositivi hardware

Al contrario dei sistemi operativi più diffusi, potrete usare

di maggior utilizzo come stampanti, schede audio,

diversi ambienti grafici a seconda dei vostri gusti. Un

schede di rete.

ambiente grafico è una serie di applicazioni che compongo

Discorso a

parte merita

il server X Window

(XFree86). un sistema che consente agli utenti Unix, e quindi anche Linux, di utilizzare una inter faccia a finestre. Sfrutta una architettura di tipo

no il vostro desktop. Ne fanno parte ad esempio il gestore di finestre (quello che ad esempio vi consente di aprire, chiu dere e spostare le finestre), le varie "barre" e tutta una serie di applicazioni collegate.

client/server, vi offre cioè la possibilità di lanciare delle applicazioni su un computer e di visualizzarle su un altro. Ha bisogno di essere configurato e, a

mano alle impostazioni di sistema. Anche l'installa

questo scopo, ogni distribuzione offre in fase di

zione di alcune applicazioni può esser svolta da un

installazione delle utility per impostare la scheda

utente normale a patto di copiare i file esclusiva

video, mouse, monitor utilizzato.

mente nella propria home directory.

Durante l'installazione vi verrà chiesta di impostare la password di "root". Root è il nome dell'utente

Conclusion

amministratore di sistema. E' un utente virtuale,

Si è cercato di offrire una panoramica su quello che

non associato ad alcuna persona fisica. Chiunque

è bene sapere prima di iniziare questa avventura

conosca la password di root può essere in grado di

nel mondo del Free Software. Si continuerà nelle

fare, nel bene e nel male, qualunque operazione sul

prossime pagine ad analizzare le distribuzioni più

vostro sistema. E' quindi importante creare un altro

diffuse per evidenziare quelle che sono le caratteri

account da utente normale, in modo da evitare

stiche che ne hanno decretato il successo.

accidentali operazioni dannose e eventualmente

Se non avete mai osato installare Linux per paura di

consentire i'utilizzo ad altre persone. Essere root

imbarcarvi in una impresa troppo grande per voi, ci

non è necessario a meno che non si voglia metter

saremo noi a guidarvi.

^


Il boot di Linux: come funziona? Una volta scelto Linux dal bootloader, viene avviato il processo di boot che ci porterà fino a! momento del login su! sistema: ma cosa accade realmente in quei pochi minuti? Andrea Scrimìeri

<a.5crimieri@linuxpratico.com>

Una volta superato T'ostacolo" dell'installa

zione, si procederà al primo avvio del nuovo sistema operativo, scegliendo la voce relati va ad esso dal menu del bootloader installato (LfLO

dall'accensione (tempo necessario per verificare tra

o GRUB, a seconda dei gusti e delle distribuzioni).

le altre cose il corretto funzionamento dei dispositi

Una volta "lanciato" Linux, però, inizieranno a scor

vi hardware) interrogherà la prima periferica speci

rere a video grandi quantità di informazioni e mes

ficata tra le possibili scelte per il boot. Nella stra

saggi di varia foggia, che scorrono così veloci che è

grande maggioranza dei casi verrà letto l'hard disk:

impossibile leggerli tutti.

in particolare verrà letto ed eseguito un blocco,

Cosa sono quei messaggi? Forse degli errori?

chiamato Master Boot Record (MBR), contenente i

Informazioni importanti di cui non sarà possibile

primi 512 byte del disco. Se è installato Linux, gene

fare a meno una volta avuto accesso al sistema?

ralmente nell'MBR è stato installato il bootloader

Chi è stato abituato alla rassicurante immagine ani

(LILO o GRUB), che ci consentirà di scegliere il siste

mata di Windows che accompagna durante tutto il

ma operativo da lanciare. Se viene scelto Linux,

processo di boot, proverà un senso di smarrimento

verrà avviata immediatamente l'immagine del kernel.

e frustrazione nel veder scorrere così tanto testo

Il kernel è il nucleo del sistema operativo stesso,

che, qualora si riesca a leggere, assume un oscuro

il codice fondamentale che consente al sistema

significato. In realtà non è niente di così orribile o

operativo di riconoscere e accedere all'hardware,

preoccupante: su un sistema Linux (a parte alcune

fornire il supporto a protocolli vari e filesystem,

distribuzioni che preferiscono nascondere queste

amministrare e gestire le risorse disponibili come

informazioni all'utente) si cerca di fornire agli utenti

memoria e CPU. ecc. Per essere precisi riferendosi a

il maggior numero di informazioni possibile.

Linux come al codice scritto da Linus Torvalds con

In particolare, sarà possibile controllare passo passo

l'aiuto di migliaia di sviluppatori sparsi per il

a che punto è il boot del sistema. Tra le informazio

mondo, si indica proprio il kernel. Per intenderci

ni fornite ci sono infatti quelle relative al supporto

tutti i messaggi che all'inizio appaiono sullo scher

alle periferiche, ailo stato delia memoria e dei

mo durante la fase di boot sono scritti dal kernel.

dischi, al supporto dei protocolli di rete e quelle

Da qualche mese è stata rilasciata la nuova serie

relative ai "servizi" di sistema.

del kernel Linux (2.6) che introduce alcuni migliora

In questo modo, Linux consente ai propri utenti di

menti. Visto che tutte le distribuzioni più diffuse la

avere una

stanno adottando o la adotteranno a breve, faremo

maggiore padronanza del sistema,

potendo controllare istante per istante quello che

riferimento a questa versione.

sta accadendo e cosa sta per essere caricato.

Con l'aiuto di dmesg, un programma che ci consente

Questo è molto comodo qualora si verificassero pro

di visualizzare i messaggi del kernel, tra cui quelli

blemi, che verrebbero immediatamente individuati

del boot, facciamo riferimento al riquadro della

all'interno del loro contesto: ad esempio, si potrà

prossima pagina per cercare di dare un significato a

capire facilmente che un demone non è partito per

molti di questi messaggi. Avremo comunque modo

ché c'è stato qualche problema ad attivare la sche

di approfondire in altri artìcoli alcune delle temati

da di rete precedentemente.

che più complesse qui introdotte.

Visto che Linux ci offre questa possibilità, vediamo

Per facilitare l'identificazione delle righe abbiamo

di capire cosa avviene da quando lanciamo il sistema

contrassegnato quelle a cui facciamo riferimento

operativo selezionandolo dal bootloader a quando

con un numero.

ci viene chiesta l'autorizzazione per il login.

Il boptlnader Come già sapete, in generale a seconda delle

Kernel La prima riga (1) ci da informazioni importanti sul kernel stesso. In particolare, ci dice la versione, chi

impostazioni del BIOS è possibile utilizzare diversi

l'ha compilato (utente@nomecomputer) e con quale

dispositivi per il boot: floppy, hard disk, CD-Rom,

compilatore. Il nome e la versione della distribuzio

LAN e addirittura periferiche U5B. In pratica in

ne usata, la data di compilazione. Viene analizzata

base a quello che è supportato dal BIOS e da quel

e visualizzata la memoria disponibile. Nel caso

le che sono le nostre esigenze dopo pochi secondi

preso in esame, il kernel aveva abilitato ACPI per il


IL BOOT DI LINUX

messaggi del boot di linux (9) Llnus

verslon

28048321)1

2.6.4

(root^mordicchiol

»3 Tttu Har

25

BlOS-provided physicol

(gcc

version

3.3.3

(Dcbian

SISS513:

17:19:53 CET 2604

ACPI:

RAM mop:

B10S-e620:

0808909089696969 - fl96969660969f83B (usatile)

BIOS-c820:

9880900000691669

-

fl9D969066B6a6fl8B

(reserved!

BKI

2.3

90696

SiS63B ATA 66

Bulli

1 zoneUsts

Kernel

e 0»600(6(JO

6>lc8B-E><lc87,

settingji

hde:plo.

hdb:plo

BH-DHA at 0«lc88-0>lt8t, OIOS letting::

APIC

Found

and ensuled locai

disaBlefl

hdc:cio.

hdd:pio

FUJIT5U HtHJiBSAT,

basti table

oy BIOS

■-

entrles:

2048

llslng

1B02.657

putmr

Console: rlemory;

mi

11:

16384 bytesl

(or high-res

llmesource

352596k/360384k

ovoilable

After generi:

CPU:

Atter uenOor Identity, LI

I

L2

cache:

cache:

Uslng

[2124k kernel code,

callbrating CPU

1GK.

idenufy. LI

0

Ma:

trai

Oda:

39970689 sectors

reserved.

164k ìnn,

0* bighi>en)

caps: 03s7fbff 06600608 00060066 00000060 caps:

cacfte:

8387fbff 06666066 66666660 00600060

Uslng

ntrr:

16K

wice:

12BK1D

I20QO3 MB)

hda2 hda3

W/2O4BK1B Cache.

< hQa5 tiDa6 hda?

hdaS

CH5-38769/16/63,

UW«(66)

hda9 >

—■

PS/2 irouse deuice cemon for oli Bice PC Speaker

serio:

18042 MIX pori at

Firn-are:

Bi6e.0*64

1-q

12

4.1

1H0 fleqrec munteli touchpaa B

5ynP5/2 Synaptus TouctiPact on isa9060/seriol iB942 KBO jinrt ai

Bi69,0i64 irq

1

input:

AT

2

Isa0060/serio0

APIC

NET: Reglstered protocol faifily 2

timer speed

... is

is

133.0608 HH;.

family

configuraiìon type

ACPI:

Subsysten IR011

IP;

BxfdQde,

last

bus-l

keyboard on

ACPI:

Interpreter enabled

rouling cflcho ha&h

NET:

Reglstered

protocol

family

1

Registered

protocol

fattlly

17

Reading pmdisk

ACPI:

try using option 'pci=macpi' or even

lestabluhed

32760

ZZKbytes bind

65536)

irage.

(supporti SO S3 Si 55)

EXT3'Jsì if you eiperience problcms.

configured

flG96 buckets.

Hash tables

PII:

Trlgger.

tdb^c of

ICP:

NEI:

1

rc.ision 2894S22B Level

Set

(14)

16

I26OJO519) SCI:

Translated

1002.0063 MHz.

ACPI:

PCI:

site:

input:

input:

BIOS revlsion 2.18 entry at

v2.6

hdal

Sensor:

(4) PCI:

requesi

APIC timer tnterrupts.

Reglslered protocol

PCI

CO/DvO-POM onve

seria:

clock

PCI:

ATAPI

J56K

host bus clock speetì NET:

70161.

nunber Oisaoled.

locai

M

(13)

CDlour dumy device 89i25

serial

ìrq

processor.

CPU: CPU:

drive

(12) iorder

B81k data.

CPU:

0xl<e-SKlf7.Bx3f6 on

OSI DVD-BOH SDR-GB1,

hda:

Detectetì

DISK

reenaoling.

APICI

(3)

CPU

at

ATA

scheduler

Idei at 0*178-8x177,0x376 on irq 15

InlHalmng CPWO PID

BI05

(11)

BOOT.IMAGE-Lirui ro root=385

Locai

controller

Idei;

hdc:

cornano line:

usino IRÒ 255

BM-DHA at

ideO

)

-

de)

(2) (vfl09 PTLTD

slot 0000:90:00.1

ideO:

Uslng anticlpatory io

R5DP

PCI

SIS5513:

hda:

present.

ACPI:

al

interrupt pln A of tìei/lce 9999:09:00.1

chìpset revlslon 208

351MB LOWMErl available. totalpages:

controller

5155513;

0HB HIGHMEM avallatale. On node 8

IDE

to IRÒ knowr, for

ciounted

*iLesySlem wttrì ordcrttl □ Jlj

rcdci.

'acpi^off

(15) (5) vesafb:

framebuffer

vesafb!

mode

vesafb:

protseted

is

at

mode

vesafb:

scrollino,:

vesafbr

directcolor:

fb9:

OifOOOOOOO.

1624*76S*16.

mapped to 0id689b900.

linelenoth=294B,

interface

info at

itic

ldli!-lk

(16)

panps^J

ca5b:9004

retìraw

Adding

si?e=0:5i6:5,

sbift=8:ll:5:fl

EXT3

VE5A VGA trame buffer device

Kjournald EXT3

(6) 5iffiple Boot Ikconfig

0.7

FUg Oli witn

NTFS

driver 2.1.6

udf:

registering

Imtlaliflng

IFlagi:

R/W].

filesysteu

Cryptograpnlc API

ACPI:

AC Adaplcr

ACPI:

Battery Slot

(BATBi

ACPI:

Power Button

(CH)

\PtfcB]

ACPI:

Steep Button

(CH)

(SLPB1

ACPI:

L10 Swltcfl

ACPI:

Processor [CPU6|

(on-line) (battery present)

[LIDI

swltchlng

(supporti CI.

S throttling statesi

to colour trame buffer device 128k4B

(8) Serial:

B25O/165SO driver iRevision:

1.98 S B ports,

itySfl at

1/0 8>3fB

firg "4]

is a 16S59A

tty51

I/O B«3fa

[ìrq

is

at

-

3)

ITO sdorino disabled

a NS16550A

on

starting. hda6,

/dev/hd39.

Internai

Comnit

PC-style

using

ipO;

console ready

at

parportB

[pel]

Pnority:-1

interval

5

seconds

Journ.il

0x37B

[PCSPPf,

,.|)

[polling),

[cardbusl

Yenta:

CardBus bridge

SOCket

Status:

lpm|

fognd at

8080:09:68.0

(Kay 11,

PCI:

EnaBlmg Oevice 6808:82:09.0

(0000

PCI:

Setting

latency timer of

rev 17 at Oso7B2aOflO,

515909.e:

vi.68.87

11/82/2003

ethl:

9G0 Internai

HII

2B82)

-> 0003)

devlce 0000:82:00.0 to 6J

etnO: ADHtek Comet

Real

[1971:71101

3BB9BBB6

Linui Tulip driver «ersion 1.1.13

SiS

eitents:l

journal

internai

Ip9:

PHY

00:5G:BA:Bl:95:39.

transceiver

found

at

address

IRÒ 9. 1.

Time Clock Driver vi.12

NET: Registered protocol

tamilv

10

Disabled Privacy Emensions on device C03b8ba0(lo) IPv6

ine: Assuming 33W; System Bus soeed for PIO modes: overrioe witr, ideous'iu;

Ote

on

options:

(7)

Console:

FS

parportG:

/proc/config-

(ACAD]

1284S9k swap

F5 on hda5,

aver

IPv4

tunneling

driver

~


risparmio energetico: le informazioni visualizzate in

{11) su idei. Di entrambi viene visualizzato anche

(2) riguardano quindi la piattaforma ACPI ricono

il modello ed il tipo e ad entrambi viene associato

sciuta. Su questo punto torneremo in seguito.

un device {rispettivamente hda e hdc). Vengono

Subito dopo avviene il riconoscimento della CPU

riportate informazioni come il numero la dimensio

(3). nel nostro caso grazie all'output estremamente

ne dell'hard disk, la cache disponibile, il numero di

dettagliato abbiamo la possibilità di conoscere, leg

cilindri, testine e settori e la velocità di accesso.

gendo su più righe, il tipo di CPU: un Intel Pentium

Nella riga seguente sono anche indicate le partizio

III Coppermine da 1002.657 Mhz {Linux ci tiene ad

ni presenti. Nel nostro esempio (12) si tratta di un

essere preciso!), con 16K di cache di primo iivello e

disco con tre partizioni primarie (hdal, hda2 e

256K di secondo livello. Vengono calcolati anche i

hda3); la terza è in realtà una partizione estesa che

BogoMIPS (1994.75), un'unità che misura la poten

contiene aitre 5 partizioni logiche (hda5, hda6, hda7,

za di calcolo del processore.

hda8, hda9).

Viene disabilitato il "serial number" presente su

Tra gii altri device supportati, possiamo vedere

alcuni Pentium III e vengono abilitate alcune feature

quello del mouse PS/2 (in seguito riconosciuto come

del processore. Viene anche analizzata la RAM dis

touchpatì), della tastiera e dello speaker interno

ponibile e ne viene allocata una minima parte per il

(13). Al passo successivo vengono abilitati il proto

boot. Scorrendo nella lista dei messaggi, il kernel

colli di rete, IPeTCP{14).

informa che sta iniziando il riconoscimento delle

Una volta, però, che il kernel è stato in grado di

schede PCI (4), riprende il supporto ad ACPI. fornen

riconoscere tutto ciò per cui ha il supporto (integra

doci qualche riga dopo anche alcune informazioni

to o sotto forma di modulo), monta la partizione di

sullo stato di alimentazione corrente: alimentazione

root (la /) {15) e libera la memoria precedentemen

dalla rete elettrica con batteria inserita (7).

te allocata (16). Con il termine "monta" (dall'ingle

Qualche istante prima è anche avvenuto il ricono

se mount) viene inteso un meccanismo che consen

scimento della scheda video (5) e. infatti, è da que

te al sistema di accedere ed utilizzare i file presenti

sto momento che durante il boot vengono visualiz

su una determinata partizione, rendendola accessi

zate a schermo le informazioni passate dal kernel.

bile da un punto dell'albero delle directory.

La nostra scheda video è in modalità frame buffer,

Montare /, in questo caso, ha l'effetto pratico di

cosa che ci consentirà anche di utilizzare !a console

"iniziare" quest'albero delle directory. Fino ad ora,

(senza quindi ricorrere al server X Window) per

infatti, il codice eseguito consisteva solo nel kernel

vedere immagini (come ad esempio il tipico pingui

stesso, caricato a sua volta dal bootloader. Non è

no nell'angolo in alto a sinistra) e filmati: non solo

stato ancora necessario l'accesso a nessun file su

puro testo. Come possiamo vedere, è stato anche

disco fisso.

associato al framebuffer un device specifico, fbO.

infatti, con l'espressione fbG: buffer

VESA

VGA

frame

device il kernel ci avvisa del riconoscimen

Il prossimo passo: ìnìt A questo punto, però, per poter continuare e darci

to e ci fa presente che possiamo interagire con la

la possibilità dì utilizzare il sistema è necessario che

scheda video attraverso il device fbO.

venga eseguito qualcos'altro, un programma che

Sotto Linux è, infatti, possibile accedere a molte

configuri alcuni aspetti importanti come la rete,

periferiche utilizzando dei file speciali, presenti

monti eventuali altre partizioni e porti il sistema al

nella dtrectory /dev, tra cui fbO e, come vedremo in

punto in cui ci sarà la possibilità di lanciare interfac

seguito, anche molti altri, tra cui le porte seriali, i

ce grafiche o effettuare il login, cose che rendono

dischi ed i lettori CD-Rom. L'utilizzo di questo siste

un sistema veramente "operativo".

ma semplifica di molto l'accesso alle periferiche ai

Proprio per questo, il kernel {dopo aver montato la

programmi che possono quindi disporre dì un'inter

root directory /) "passa la palla" a init, un pro

faccia unificata per l'accesso alle risorse.

gramma che provvede a concludere il boot. Questo

Successivamente veniamo anche avvertiti che è

sarà il primo vero "processo" eseguito dal sistema,

attivo il supporto ai filesystem NTFS e UDF (6).

il cui compito è quello dì consentire il caricamento

Le successive periferiche a essere riconosciute (8)

dei cosiddetti initscripts. che si occuperanno dì

sono le porte seriali, che analogamente a quanto

tutte quelle operazioni che permettono al sistema

già detto per foQ sono indicate con ttySO e ttySl.

di diventare veramente "operativo". In realtà init

Vengono anche indicati l'interrupt (IRQ) e l'indirizzo

resterà sempre in esecuzione e sarà il "padre" di

di I/O utilizzati. Per fare un paragone con il mondo

tutti i processi; convenzionalmente, gli viene asse

Microsoft, ttySO e ttySl sono l'equivalente delle

gnato il Process ID 1, come si può vedere con un ps:

seriali COMI e COM2.

A questo punto il kernel proverà a riconoscere che

#

ps

-x

tipo di controller IDE è presente sul sistema (9). Nel

PID

nostro esempio, viene riconosciuto un controller

1

|

fiead

-n

2

TTY

STAT

TIME

COf-WAND

?

S

S:B5

init

che utilizza il driver SiS 5513 (!a macchina utilizzata nel test è, infatti, un portatile basato su scheda

Tra gli script lanciati da init alcuni di essi consenti

madre SiS); viene attivato in modo corretto come

ranno, ad esempio, di sfruttare la memoria di swap

controller ATA 66 SiS 630, su due canali, ideO e

(che è una sorta di memoria RAM virtuale, residente

idei, con le relative impostazioni.

in realtà su disco) che ha lo scopo di colmare una

A seguire, vengono riconosciuti un hard disk (IO)

eventuale insufficienza di RAM. Verrà anche carica

connesso sul primo canale (ideO) ed un lettore DVD

ta una mappa di caratteri, in modo da consentire


INFORMAZIONI

Cosa sana e come

necessario fare nulla di particolare, dato che sarà lo stesso

si usano i moduli?

kernel a caricare i moduli di cui ha bisogno per svolgere un

Un modulo è un pezzo di programma, che può essere asso ciato ad un altro programma per funzionare assieme ad esso, un po' come accade per i "moduli" di una cucina componibile: la cucina funziona perfettamente con il solo blocco dei fornelli, ma se aggiungiamo un "modulo forno" abbiamo la possibilità (una vera e propria "funzionalità aggiuntiva") di cucinare anche favolosi arrosti... Utilizzare un kernel modulare, permette di non avere un solo, gigantesco programma "statico", ma un programma piuttosto

piccolo ed agile che può "crescere" e modificare il suo com portamento in modo dinamico per disporre di funzionalità aggiuntive con il semplice caricamento di un modulo.

determinato compito: ad esempio, viene caricato automatica mente il modulo per il filesystem ISO 9660 quando si tenta di

leggere un CD-Rom contenente dati. Questo avviene grazie ad un particolare sistema che si serve di un file di configurazione (/etc/rnoduLes.conf ) in cui vengo

no specificati parametri che permettono ai kernel di associare determinate richieste a particolari moduli. Se vi dovesse capitare di dover caricare un modulo "a mano",

per inserirlo nel kernel, dovrete utilizzare modprobe: # modprobe

nome modulo

per rimuovere un modulo, basterà specificare l'opzione - r:

Abbiamo parlato di moduli associandoli ai driver, ma non tutti quelli che sotto Windows sono chiamati driver, si rispecchiano

# modprobe

-r

none modulo

in moduli del kernel per Linux: esistono moduli per le schede di rete, ma non per le stampanti (che vengono gestite da un

per avere la lista dei moduli caricati, si utilizza Ismod:

sistema di stampa che non c'entra nulla col kernel). La maggior parte delle volte, per utilizzare i moduli non sarà

# Ismod

all'utente di utilizzare al meglio la propria tastiera.

di rete, se la connessione non è ancora stata abili

Un altro compito svolto dagli initscript è quello di

tata). Alcune distribuzioni hanno anche processi

controllare l'integrità dei filesystem prima di monta

"tipici", come ad esempio quelli per il riconoscimento

re le altre partizioni del sistema. Per questo verrà

delle periferiche hardware, tipiche delle distribuzio

lanciato fsck, analogo sotto GNU/Linux dei famoso

ni LiveCD (ossia quelle distribuzioni che funzionano

scandisk di Windows, che verificherà che non ci

direttamente da CD-Rom, come Knoppix).

siano incongruenze causate ad esempio da un bru sco spegnimento del sistema (per via dell'interru

I runlevel

zione dell'energia elettrica a causa di un blackout o

A questo punto, il processo di boot entra nell'ultima

altro). Se fsck constaterà che il filesystem era stato

fase, quella in cui vengono lanciati i cosiddetti ser

"smontato" correttamente non sarà necessario

vizi. Alcuni di essi sono veri e propri demoni, come

attendere oltre ed il boot proseguirà. Le distribuzio

ad esempio i server (Apache), altri sono programmi

ni più diffuse adottano, comunque, da qualche anno

addetti al monitoraggio di alcune periferiche come

dei filesystem journalled, che non necessitano di

le PCMCIA e le USB oppure il cui scopo è quello di

lunghi controlli in caso di spegnimento accidentale,

svolgere alcuni compiti particolari come tenere dei

per cui questa parte del boot non dovrebbe costituire

log aggiornati su ciò che accade nei sistema. Anche

un problema per la maggior parte degli utenti.

l'interfaccia per il login grafico si appoggia ad un

A questo punto il sistema sarà in grado di montare

server, XFree, che gestisce la grafica sotto Linux.

le restanti partizioni (a patto che il kernel abbia il

Un altro strumento che il sistema di boot mette

supporto per i relativi filesystem).

nelle mani degli utenti è quello dei runlevel: in pra

Un altro dei passaggi tipici del processo di boot è il

tica è possibile creare dei diversi "profili" da utiliz

caricamento di alcuni moduli aggiuntivi. I moduli

zare a seconda delle esigenze. I runlevel, numerati

sono delle parti di codice che possono essere ese

da 0 a 6, consentono agli amministratori di decidere

guiti ed "inseriti" nel kernel anche dopo il boot. E'

quali servizi avviare al boot. Ad esempio il runlevel

facile pensare a loro come a dei driver che possiamo

5 corrisponde, solitamente, a quello con login grafi

agganciare e sganciare dal sistema operativo.

co, mentre lo 0 e il 6 servono rispettivamente per

Eventuali periferiche hotplug (inseribili "a caldo",

spegnere e riavviare il computer; il runlevel 1 è

ovvero a sistema avviato) come quelle PCMCIA ed

riservato per l'avvio modalità utente singolo (non

USB possono beneficiare dei moduli caricando

richiede autenticazione), al 3 è associato invece un

all'occorrenza i driver di cui hanno bisogno. Ciò non

login multiutente, ma solo in modalità testuale.

si limita soltanto alle periferiche hardware: possono

A parte queste indicazioni di massima, è possibile

essere modularizzati anche il supporto a determina

decidere cosa caricare in fase di boot nei runlevel 2,

ti protocolli di rete o filesystem, ecc.

3, 4 e 5 per poi sceglierne di caricarne uno. E' pos

Tra le operazioni che in genere vengono svolte in

sibile cambiare il runlevel di default modificando la

questa fase vi è anche quella che consente di confi

riga relativa, che sarà simile a id:3:initdefault:

gurare i parametri di rete, come ad esempio indiriz

del file /etc/inittab: basterà cambiare il numero

zo IP e gateway di default delle interfacce. A secon

da 3 a 5, per esempio, per ottenere il login grafico

da della distribuzione, è probabile che l'ordine di

invece che quello testuale.

molte delle operazioni compiute durante la fase di

Una volta caricati i servizi relativi al nostro runlevel,

boot non coincida: ognuna assegna una priorità

se tutto è andato a buon fine ci dovremmo ritrovare

diversa alle varie fasi, pur restando vicina ad un

un sistema che non aspetta altro che un nostro

disegno generale comune, dato che è ovvio che

login per mostrarci tutte le potenzialità che è in

non avrà senso cercare di montare eventuali risorse

grado di offrire.

©te


Destreggiarsi tra dischi fissi e partizioni... Uno dei momenti "critici" dell'installazione di Linux è il partizionamento del disco fisso, quando un errore potrebbe costar caro: ecco come vengono in muto i tool delle distribuzioni più importanti.

Andrea Scrimieri <a.scrimieri@1linuxpratico. com>

Dopo aver cercato di fare un po' di chiarezza

tra i tanti dubbi che possono sorgere in fase di installazione ed aver analizzato cosa avviene durante il processo di avvio è giunto il

I estesa (che prende il posto di una primaria) e 12

momento di affrontare quello che probabilmente è il

logiche, per un totale di 15 partizioni in grado di

più grosso problema per chi si appresta ad utilizzare

contenere un filesystem.

GNU/Linux per la prima volta: in che modo il nostro

Va notato che il massimo numero di partizioni utiliz

sistema operativo gestisce lo spazio disponibile sul

zabili è 15 e non 16, dato che l'estesa non può

disco rigido.

essere formattata (è solamente un contenitore per

Durante l'installazione, uno dei passaggi obbligati è

le partizioni logiche).

senza dubbio il partizionamento. Lo scopo dì questo

Nulla ci vieta, comunque, di avere un disco con tre

articolo è, quindi, quello di analizzare la struttura

partizioni primarie, una di queste estesa, contenen

tipica di un disco sul quale è installata una distribu

te quattro logiche, ad esempio.

zione Linux, la suddivisione in partizioni e i tool che

Le informazioni relative alle partizioni sono conte

le distribuzioni più comuni mettono a nostra dispo

nute nel disco stesso, all'interno della partition

sizione in fase di installazione.

table che risiede nel Master Boot Record (MBR).

Vedremo, inoltre, come fare e cosa utilizzare qualora

II MBR è il primo blocco del disco che viene utilizzato,

gli strumenti disponibili non siano sufficienti a

oltre che per memorizzare la partition table, anche

rendere il nostro computer pronto per ospitare

per contenere il codice di uno speciale programma,

Linux senza dover necessariamente rinunciare a un

il "boot loader", il quale ha il compito di avviare il

eventuale altro sistema operativo già installato.

sistema operativo.

Partizioni Senza dubbio lo scoglio più difficile da superare per

Nei sistemi operativi Unix like, ai contrario di quello che avviene nel mondo Microsoft, non viene asso

ciata a ogni partizione una lettera dell'alfabeto per

chi si ritrova per la prima volta ad installare

INFORMAZIONI

GNU/Linux è quello del partizionamento. Abbiamo già in precedenza chiarito il concetto di partizione. Si tratta di suddividere il nostro disco in più parti da

Master Boot Record

utilizzare a seconda delie nostre esigenze. E' grazie alla presenza delle partizioni che noi

Arrivati a questo punto una possibile domanda può essere:

possiamo installare un sistema operativo e conservare

come è possibile che su uno stesso computer siano presenti

i nostri dati in modo da essere accessibili senza

più sistemi operativi?

doverli cercare byte per byte all'interno del nostro

E' qui che entra in gioco il concetto di boot loader. Un boot

disco. In altre parole questo sistema ci offre la pos sibilità di immagazzinare i nostri dati secondo un criterio che ne consente la lettura e la scrittura in

una maniera veloce e affidabile sotto forma di file. E' anche grazie alle partizioni che possiamo contare su caratteristiche come la multiutenza, offrendo diver si filesystem e gli strumenti per una politica di

loader è un programma il cui scopo è quello di gestire il pro cesso di boot, consentendoci di scegliere in maniera interattiva

quale sistema operativo avviare una volta acceso il computer. Abbiamo visto come l'intero processo di boot dipenda da un settore del disco fin particolare i primi 512 byte) contenenti il

Master Boot Record (MBR). Un boot loader tipicamente si colloca qui. Una volta acceso il computer ed eseguite le normali procedure del BIOS, viene

accesso ai file basata su permessi.

letto, appunto, l'MBR.

Le partizioni si suddividono in primarie e logiche.

A questo punto entrerà in gioco il boot loader, che provvedere

Nei sistemi x86 e compatibili, originariamente, cia-

a farci scegliere in maniera interattiva il sistema operativo da

scun hard-disk poteva essere suddiviso in un massimo

avviare. Sotto GNU/Linux sono due i boot loader maggiormen

di 4 partizioni.

Col crescere delle dimensioni dei dischi questa suddivisione è risultata inadeguata e sono state introdotte tre tipologie di partizioni: le primarie, le

estese e le logiche. Per ogni disco connesso al sistema

te diffusi: lilo e grub. Il primo gode della fama e dell'espe rienza maturata in diversi anni, mentre il secondo, più recen

te, è una delle "mode" del momento nel mondo del Free Software, soprattutto per la sua flessibilità. Per quel che riguarda le funzionalità, non si discostano molto l'uno dall'al tro. Differiscono invece nella configurazione.

si possono avere un massimo di 3 partizioni primarie,

Ci©


consentirne il riconoscimento.

ncurses, ma è anche una delle cose che è destinata

Linux associa a ogni dispositivo hardware un identi-

a essere sostituita nelle prossime versioni. Al contra

ficativo, hd per quel che riguarda i dischi fissi e let

rio di altre distribuzioni considerate più user-friendly

tori CD/DVD IDE, seguito da un'altra lettera che

l'approccio di Debian è quello di lasciare all'utente la

consente una distinzione tra più dispositivi della

massima libertà di scelta evitando per molti aspetti

stessa categoria. In particolare, con hda si intendo

di utilizzare programmi che decidano al posto del

no i dispositivi Primary Master, tipicamente il primo

l'utente. Per quel che riguarda la creazione di parti

disco fisso, quello dove risiede "C" di Windows, hdb

zioni Debian allo stato attuale utilizza cfdisk, un pro

per i Primary Slave, hdc per i Secondary Master, hdd

gramma molto semplice per console.

per i Secondary Slave. Senza dilungarci nei particolari

Cfdisk non è, però, in grado di ridimensionare delle

la distinzione tra questi dipende dal collegamento

partizioni già esistenti. Se doveste avere questa

fisico dei dischi sulla scheda madre.

necessità cercheremo di dare una soluzione proprio

Ad ognuno di questi, come per la maggior parte dei

a questo problema tra qualche paragrafo.

dispositivi hardware presenti sul sistema, è anche

L'interfaccia di cfdisk consente di scegliere come

associato un file nella directory /dcv per cui spesso

operare sul nostro disco spostandoci con le frecce

ci si riferisce ad esempio al primo disco fisso utiliz

tra varie opzioni.

zando l'espressione /dev/hda.

In particolare con "su" e "giù" avremo modo di

Ovviamente è anche possibile identificare una parti

selezionare una delle partizioni già esistenti o un'e

zione. Ad ognuna di esse è infatti associato l'identi-

ventuale spazio vuoto.

ficativo del disco più un numero: da uno a quattro per le primarie e da cinque in poi per le logiche.

Ad esempio con hdal intenderemo la prima partizio ne primaria presente su! primo disco {Primary Master), corrispondente al C: di Windows, se presente

e rii sk 2.11

sul sistema, con hda5 la prima partizione logica.

Far posto a GHU/linux Fatta un po' di chiarezza su alcuni concetti e messe in luce alcune differenze tra il mondo Microsoft e

1 isk Driue: Sii e:

None

'Jc

171738036-ie bgt

adi : 355

Sect ors per Irack

Fart

r-

lui ni!

rs

63

Cy]

vlcrs

2G8B

[Labe 1

rijiir

Slic

(I!B)

Ir

Linai

e

SOM.1»

M

FrbC Sp

11M1.85

quello Linux risulta chiaro come per installare due

sistemi operativi su uno stesso PC, sia necessario far posto sul disco e creare una nuova partizione. Qualora volessimo installare soltanto GNU/Linux sul computer non avremmo problemi a cancellare ogni

dato presente e ridefinire da zero le partizioni pre

senti, il problema nasce dal fatto che decidere di ridimensionare una partizione che occupa l'intero

rnpimurai i

iimt

i

i Drlclc [ Type

1

1

[

Help [ Unita

1

[firt. luti Si

]

[ Ur Ite

I Fri ut

1

1

disco può riservarci spiacevoli sorprese se non ven gono prese tutte le dovute precauzioni. Ecco come si presenta Cfdisk durante

Prima di tutto è conveniente tenere sempre una

l'installazione di Debian

copia di backup almeno dei dati più importanti in modo da non rischiare di mandare in fumo anni di duro lavoro. L'operazione di ridimensionamento della partizione dovrebbe essere abbastanza indolore, tuttavia questo non ci garantisce che tutto andrà perii verso giusto.

Prima di iniziare con l'installazione è bene anche

Fedora

deframmentare la partizione contenente Windows

Configurazione del

(C: o /dev/hdal).

Disco

|1,..r

I.,

■.

I..'. ti

Procediamo quindi con l'analisi degli strumenti

offerti dalle distribuzioni più diffuse per la creazione gv*

e il ridimensionamento di partizioni.

rnn«i

± ..

Debian Debian è storicamente considerata una delle distri

buzioni più complesse da installare. In realtà questo è un giudizio abbastanza ingiusto in quanto le cono

ile (V.tqir'Jj-jnp \UT

scenze necessarie per installarla non sono poi molto

differenti da quelle richieste per un'altra qualsiasi

.1 oif~=>aS'IO", un

distribuzione.

Quello che manca a Debian è la presenza di tool per il riconoscimento dell'hardware e di un installer totalmente grafico. Quello attualmente presente è, infatti, basato su

Fedora, offre un'interfaccia molto semplice per creare le partizioni necessarie per installare Linux.


l'intero disco, prima di iniziare l'installazione conviene provvedere a ridimensionare le partizioni presenti con programmi esterni. Fedora offre due scelte: un partizionamento automatico in cui Anaconda deciderà

Jn Mandrake Unxx tCXO Communicy

sulla base di alcuni parametri come disporre del

-

BEiiiiihhiiS isHESki'

LlO0lh>

SbMtJt

disco ed uno manuale, utilizzando Disk Druid, una delle utility storiche di Red Hat. Disk Druid consente la creazione e la rimozione di partizioni offrendo anche la possibilità di utilizzare RAID e LVM diretta mente in fase di installazione. E' qui che decidere

mo il tipo di filesystem con cui formattare le parti zioni e che mountpoint assegnare.

E' presente anche un grafico riassuntivo della situa

PzHpddArm

zione del disco, in modo da poter controllare in •

1

.-;

l^M

maniera molto intuitiva come è distribuito lo spazio

>

tra le diverse partizioni.

Il pulsante "Aggiungi" ci consentirà di creare partizioni con filesystem EXT2, EXT3, VFAT (Fat32), Linux swap. LVM e Raid software, scegliendo una dimensione e specificando cosa fare per ogni partizione in pre

senza di spazio libero, come ad esempio occupare il disco oppure fermarsi alla grandezza stabilita. La scelta tra partizione primaria e logica avviene abilitando o meno l'opzione "Rendi la partizione

primaria". Il pulsante "Modifica" consente di cambiare le impostazioni per un filesystem già creato presen tando le stesse opzioni di "Aggiungi".

Mandrake Mandrake è stata la prima distribuzione ad includere al suo interno il supporto al ridimensionamento di partizioni NTFS. Come SuSE, di cui parleremo tra poco, è in grado di offrire tutto quello di cui ha bisogno

un utente che intende affiancare GNU/Linux a DiskDrake in azione, il comodo tool di

Windows. A un certo punto l'installer ci darà la pos

Mandrake che permette il

sibilità di scegliere come gestire lo spazio presente

ridimensionamento di partizioni NTFS

sul nostro disco. Anche qui un grafico ci darà un'idea dello stato attuale.

A seconda del settore che selezioneremo su! grafico si aprirà un menu differente. Una volta scelto quest'ultimo (non vogliamo infatti

Cliccando su una partizione potremo impostare il

cancellare nulla per non perdere dati sul nostro

punto di mount, ridimensionarla facendo scorrere

disco) spostandoci con i tasti "destra" e "sinistra"

un cursore su una barra in modo da assegnare la

scegliendo "New" avremo modo di creare una

dimensione voluta, oppure, semplicemente, rimuover

nuova partizione scegliendo tra primaria e logica e

la. Per creare una nuova partizione dovremo invece

la dimensione che vogliamo assegnarle.

selezionare dello spazio non utilizzato su disco e

Con il comando "Type" sarà possìbile specificare

cliccare su "Crea".

che tipo di partizione si tratta, nel nostro caso

Da qui potremo scegliere la dimensione, il tipo di

"Linux", corrispondente al codice "83". Ricordiamo

filesystem. Linux Swap. Fatl6 e Fat32 e il mountpoint.

anche di creare una partizione di swap, di tipo "82"

Cliccando su "Partizionare automaticamente" è

di almeno 256 megabyte, che servirà a sopperire

anche possibile chiedere a Mandrake di proporci

ad un'eventuale mancanza di RAM nell'esecuzione

una delle soluzioni per l'organizzazione dei nostro

dei nostri programmi. Una volta sicuri delle nostre

disco, con la possibilità di modificarla e personalizzarla.

scelte selezioniamo "Write" che renderà effettive

Passando in modalità esperto, invece, ci viene dato

le nostre modifiche. Debian proseguirà chiedendoci

più margine di scelta, con la facoltà di impostare

che tipo di filesystem utilizzare.

molte opzioni relative a! filesystem oppure il tipo di partizione, se primaria o logica ed il settore di inizio

Fednra

e fine. Tra le feature c'è anche il supporto a filesystem

11 Fedora Project eredita, per la sua distribuzione.

cifrati per aumentare la sicurezza del sistema,

Anaconda,

Hat.

rimettendoci, però, un po' in velocità e praticità.

Purtroppo Anaconda non supporta il resizing delle

Mandrake, grazie alla sua interfaccia estremamente

l'installer

utilizzato

da

Red

partizioni. Vale, quindi, quanto già detto per

intuitiva unita alla possibilità di scegliere se essere

Debian: qualora volessimo installare Fedora affian

aiutati oppure fare tutto da soli, disponendo del

candolo a un altro sistema operativo che occupa

disco secondo i propri gusti, risulta un'ottima

"


~ INFORMAZIONI

Ripartizionare

un editor visuale, ci offre cioè una visione completa di quella

con Parted [QTParted]

che è la situazione sui nostri dischi. Al centro è presente una tabella riassuntiva che ci da un'idea

Cosa fare se la nostra distribuzione non consente di ridimen

delle partizioni presenti e sul loro stato.

sionare le partizioni già presenti sul nostro disco?

Per ridimensionare una partizione di Windows possiamo clic-

E' possibile utilizzare diverse tecniche per evitare di dover

care con il tasto destro sulla barra che la rappresenta (che

necessariamente cancellare una partizione già esistente per

avrà anche un'iconcina rappresentativa del sistema operativo

trovare lo spazio per Linux.

Microsoft), e scegliamo "Ridimensiona".

La prima, e probabilmente quella meno conveniente, è quella

Per restringere la partizione possiamo o indicare la nuova

di acquistare una licenza per del software proprietario che ci

dimensione scegliendo se fare spazio prima o dopo di essa,

consenta di ridimensionare il nostro disco, come ad esempio

oppure spostare i bordi della figura che la rappresenta.

Powerquest Partition Magie oppure Acronis OS Seiector.

Clicchiamo quindi su OK e una volta sicuri delle modifiche

Potete, ovviamente, utilizzare i CD di installazione di una dis

premiamo il pulsante "Applica" nella toolbar in alto rappresen

tribuzione che supporta il resizing di una partizione, per poi riav

tato dall'icona con ii floppy.

viare e iniziare una nuova installazione con la vostra distribu

Dopo aver atteso il tempo necessario per il completamento

zione preferita, oppure utilizzare un disco di boot con tutto

dell'operazione potremo disporre dello spazio necessario per

quello che avete bisogno per far posto a GNU/Linux come ad

l'installazione del nostro nuovo sistema operativo.

esempio il disco di boot di parted (reperibile all'indirizzo ftp.gnu.org/pub/gnu/parted/bootdiskl oppure una

Knoppix. Su Knoppìx infatti è presente QTParted un frontend

i

grafico a parted, dall'impostazione molto simile a Partition Magie. Per utilizzarlo facciamo il boot da CDROM con il disco di Knoppix inserito nel lettore, impostiamo la lingua italiana digi

tando knoppix lang=it al boot, attendiamo la fine del carica mento di KDE e poi cliccando con il tasto destro sullo sfondo

\>

■■ ■ ■ L ^

-

■■■■ ■■-

■f

HI il SOCI)

U..S ■-. J . | Si 1.1 »3i

■u.,ku: t>

ivi

:..-■,-■

=.■:

- «Od IH

-

-

.-

-

=

scegliamo "Esegui comando...". Nella finestra che si aprirà scriviamo "sudo qtparted" per lan ciare il nostro programma. QTParted al contrario dì parted è

Inoltre, come Fedora, SuSE offre la possibilità di utilizzare e configurare LVM oppure RAID direttamente

in fase di installazione. Dall'interfaccia di YaST (l'installer e tool di configurazione di SuSE) l'utente potrà scegliere se creare una partizione utilizzando lo

Scerete la nuova

spazio vuoto, impostando tipo di partizione (primaria

amer-tiar-e par la '.':;■■ : pannare

o logica) e filesystem.

Windows

Anche qui l'interfaccia per il resizing è molto familiare: l'utente ha la possibilità di modificare la dimensione

v«o e proemi vena esegurto soia ceco

;

■:■;

che avrele

:..■ ..

■_

W.iKows

confermalo ;uag la

Vopjc selezioni

ncM\dir<i linesit Oi

Din eri srane

libero

Lmui

7M DIUB

84! MB

5T-I

quel moraerao. le

js4i ; *

partizioni WikJcws -

-

^co m-imeneonire

r

' '• ■

a^«

sia scorrendo una barra che immettendo la nuova dimensione. In entrambi i casi può controllare gli effetti avendo sottocchio lo stato della partizione prima e dopo la modifica. Grazie al pulsante "Modifica" è consentito formattare una partizione già esistente oppure impostare il mountpoint o specificare qualche opzione particolare relativa al filesystem, come ad esempio il supporto in sola lettura. Analoga è la finestra per la creazione di una nuova

SuSE, in maniera intuitiva ci consente di scegliere come disporre dello spazio a nostra disposizione.

partizione con l'aggiunta di poter specificare ovvia

mente la dimensione oppure il settore di inizio e fine e se sì tratta dì partizione logica o primaria. E come Mandrake, SuSE offre ai propri utenti la

possibilità di creare filesystem cifrati direttamente scelta sia per gli utenti alle prime armi che per

in fase di installazione, rendendola di fatto adatta a

quelli più esperti.

tutti anche ai più esperti ed esigenti.

SuSE

Concludendo

Dal punto di vista del partizionamento l'installer di

Indipendentemente dalla distribuzione installata

SuSE è molto simile a quello di Mandrake.

abbiamo visto come sia possìbile senza troppi pro

Anche qui viene data la possibilità dì ridimensionare

blemi fare spazio per ospitare una qualsiasi distribu

ogni tipo di filesystem.

zione Linux. Non vi resta che avventurarvi ora

E come la distribuzione francese, SuSE è in grado di

nell'installazione dì questo sistema operativo

proporre all'utente una scelta per quanto riguarda

Attenzione ad avere sempre un pizzico dì prudenza

l'organizzazione dell'hard-disk.

e scrupolo in più, per evitare spiacevoli sorprese.

Si potrà accettare questa opzione, rifiutarla oppure modificarla per chi volesse apportare qualche ritocco.


L'interfaccia grafica di Linux: NFreeSB XfreeSS è la base su cui poggiano i sistemi grafici come KDE e Gnome: vediamo come configurarlo e quali sono i tool offerti dalle dis tribuzioni maggiori per aiutare la scelta delle impostazioni migliori

Andrea Scrimieri <a.scrimieri@1inuxpratico.com>

Per ogni comune utente, una componente

fondamentale è certamente l'interfaccia gra fica. Ovviamente anche GNU/Linux dispone

di una serie di GUI {Graphical User Interface) che

vantaggi da non sottovalutare. I sistemi Unix, tradi

hanno lo scopo di rendere più facile e intuitivo l'uti

zionalmente sono sempre stati molto aperti al

lizzo dei programmi. Gli ambienti a finestre sotto i

mondo delle reti. Anche l'interfaccia grafica segue

sistemi Unix si basano su una struttura di tipo

questo principio, dando la possibilità di eseguire

client/server, l'X Window System. Attualmente il più

delle applicazioni in rete e dì visualizzarne l'output

utilizzato tra questi è XFree86, che. almeno fino alla

su uno schermo differente rispetto a quello del

versione 4.3, si basa su software OpenSource.

computer che le ha lanciate. Come è facile immagi

Servire delle applicazioni

nare, gli utilizzi e le potenzialità di un sistema del

genere sono molti. Basti pensare alla possibilità di

A questo punto molti di voi probabilmente si chie

riciclare vecchi PC da impiegare come semplici

deranno il significato ed il perché di una architettu

display di applicazioni lanciate su un altro PC. più

ra di tipo client/server per la semplice visualizzazio

potente, collegato in rete. Il funzionamento è sem

ne di applicazioni. Il funzionamento è, comunque,

plice: poniamo di avere due computer su una LAN,

piuttosto semplice. Il server X (come XFree86), ha

uno più potente (che chiameremo clienti), in

lo scopo di rendere disponibile una sorta di foglio

grado di eseguire ogni tipo di applicazione recente

dove poi verranno disegnate le finestre, i pulsanti e

e un altro molto più datato (serverx) destinato a

tutti gli oggetti grafici, necessari per l'utilizzo dei

non essere più utilizzato perché ritenuto obsoleto.

nostri programmi, come ad esempio quelli che com

Installando un server X su quest'ultimo potremmo

pongono l'ambiente grafico KDE o GNOME. Lo scopo

configurare clienti affinchè visualizzi le applica

di un server è infatti quello di fornire delle risorse a

zioni su serverx. In questo modo potremo avere

degli utilizzatoti, detti client: in questo caso la risor

la possibilità di utilizzare dei programmi che nor

sa offerta è dello spazio sullo schermo, le applica

malmente non saremmo in grado di eseguire e

zioni che ne faranno uso saranno quindi i client.

usare su serverx.

Un'organizzazione di questo tipo può sembrare inu

Anche se utilizzato raramente questo genere di

tile e alquanto insolita se si è abituati agli ambienti

architettura consente l'utilizzo di più display, cioè

Microsoft. In realtà è un'architettura che riserva dei

più sessioni di X, permettendo inoltre di specificare il monitor sul quale visualizzare l'applicazione nei sistemi che lo supportino.

Una volta lanciata un'applicazione di questo tipo sarà quindi necessario che questa si colleghi a un server grafico per essere visualizzata. Il suo indiriz

zo è conosciuto leggendo il valore della variabile di Perché l'interfaccia grafica delI'X Uirdo« Syìten arnioni

ambiente DISPLAY, questa contiene tutto quello di

il server X.

cui abbiamo bisogno: hostname, numero di display

l driver hanno tlpicanente il none della scheda video, del produttore dal clilplet. di un nodello specifica o della famiglia del chlpset.

e numero di monitor.

correttanente, è necessario scegliere in driver della scheda video per

scegliere 11 driver del server X deiid--ato.

Ovviamente affinchè la nostra Linux box esegua e visualizzi il nostro ambiente grafico preferito è necessario che XFree86 venga configurato per bene: per poterlo avviare è richiesta la configurazio ne di motti parametri, come ad esempio la scheda video, il monitor, il mouse, la tastiera, un eventuale supporto al 3D. Impareremo a utilizzare gli stru menti offerti dalle principali distribuzioni diretta mente in fase di installazione per la messa a punto

del server grafico. Tutte le distribuzioni infatti (a La fase di configurazione del server X con Debian mediante l'utilizzo del tool debeonf

meno di non ritrovarci con distro live come Knoppix) a un certo punto durante l'installazione

13


passano alla configurazione di X. Quasi tutte,

a

parte

alcune come

oppure aggiungere dei driver per sfruttare appie Debian e

no alcuni dispositivi o includere particolari tipi di

Slackware, utilizzano per l'installer un'interfaccia

caratteri.

grafica basata su XFree86 per mettere l'utente il più

Installando il pacchetto

possibile a proprio agio.

incluso anche XDM (X Display Manager), che con

x-window-system verrà

sente il login grafico. Il mio consiglio è di installare

Debian

GDM o KDM, più curati graficamente, potenti e per-

Debian passa alla configurazione di X attraverso

sonalizzabìli. Oltre a XFree86 è necessario installare

debconf {l'utility dì configurazione eseguita ogni

a parte un eventuale ambiente grafico (come

volta che viene installato un pacchetto per questa

GNOME o KDE} o Window Manager (come blackbox,

distribuzione) solo al momento dell'installazione del

icewm o window maker).

relativo pacchetto. Se avete dimenticato eli inserirlo

Fedora

in fase di installazione è sufficiente lanciare:

Al «

apt-get

contrario

di

Debian,

Fedora,

ereditando

Anaconda da Red Hat, basa il proprio installer su

update

un'interfaccia a finestre, a dimostrazione dell'impor » apt-get instali x-window-System

tanza attribuita a X e agli ambienti grafici.

per scaricare e installare tutti i pacchetti necessari

INFORMAZIONI

per avere XFree86 pienamente funzionante. Dopo il download e la copia dei file, verrà avviato debconf

Driver proprietari

per la configurazione vera e propria. Ad ogni modo se una volta finito volessimo ritornare

Nvidia e ATI da diverso tempo supportano direttamente gli

sulle nostre scelte potremo eseguire:

utenti Linux rendendo disponibili dei driver per X che sfruttino pienamente le capacità offerte dalle schede video. Al loro

# apkg-reconfigure xserver-xfree86

Come prima cosa ci verrà chiesto il driver da utiliz zare per la scheda video. Debian infatti presuppone

che l'utente conosca a perfezione ('hardware pre

intemo è anche presente un modulo per il kernel che consente di avere un accesso diretto (quindi più performance) alla peri ferica. Potete trovare i driver per le schede NVidia su: http://www.nvidia.com/object/linux.html e quelli per le schede ATI su:

http://www.ati.com/support/driver.html

sente, in particolar modo la scheda video, le carat teristiche del monitor, il tipo di mouse e tastiera e sappia di conseguenza che driver utilizzare.

INFORMAZIONI

Una configurazione fatta in questo modo può sem

Session manager

brare complicata: in realtà nella finestra di dialogo debconf spiega m maniera molto dettagliata il signi

ficato di ogni opzione, fornendo quasi sempre indi cazioni utili per gli utenti indecisi. Spesso è richie sto, come per la scelta delia scheda video, che

Impostando Linux perché parta con il togin grafico (runlevel 5)

verrà avviato un session manager come XDM, KDM o GDM che

provvedere a lanciare la nostra interfaccia preferita. Ma questo non è l'unico modo per poter utilizzare X. Molti utenti preferi

l'utente si documenti bene su quale sia il driver che

scono che dopo il login non venga avviato in automatico KDE,

fa al caso suo: debconf non da infatti alcuna indica

GNOME o qualsiasi altro window manager, restando in console

zione sul modello, richiedendo invece che venga specificato direttamente il nome del driver. Non che sia particolarmente difficile dedurre da

e lavorando solo per mezzo della shell (il runlevel 3). Qualora poi si volesse avviare X lo si può fare eseguendo il comando startx.

Attenzione perché se eseguito in questo modo, il sistema non

quest'ultimo il modello delle schede video suppor

ci consentirò di scegliere l'ambiente grafico. Come abbiamo

tate: se siete possessori di una Nvidia sceglierete

già detto infatti X è un server che una volta avviato consente

nv, ati ovviamente per le ATI, sis per le schede

la visualizzazione delle varie applicazioni, che fanno da client

video 5Ì5. e t rident per le Trident. Ì810 per le Intel dì nuova generazione. Ad ogni modo una

lettura del file compresso

ed il session manager si occupa di dire ad XFree cosa caricare dopo il login. appunto. Facendo partire X da console, avremo bisogno di specificare noi quale ambiente lanciare subito dopo il caricamento creando o modificando il file~/.xinitrc (come

/usr/share/doc/xserver-xfree86/Status.gz (da

saprete - indica l'home directory dell'utente). Questo file viene

aprire con zless) può contribuire a toglierci ogni

letto ogni volta che il server grafico viene avviato con il

dubbio. In alternativa è possibile utilizzare con

comando startx e contiene i comandi da eseguire subito

buone probabilità di successo il driver generico vesa rinunciando però a ogni tipo di ottimizzazione specifica ed all'accelerazione 3D.

dopo. Se vogliamo ad esempio lanciare KDE scriveremo dentro a questo file la riga:

startkde

Discorso analogo va fatto per i moduli di XFree86: debconf infatti si limita a chiedere all'utente di indi

Analogamente per GNOME il comando da inserire sarà

care quali inserire. E' importante far notare come Debian sia l'unica tra le distribuzioni prese in

gnene-session

esame, a offrire questa possibilità. I moduli di X sono delle estensioni che possono ampliarne le potenzialità. Tramite un modulo sono ad esempio supportate le applicazioni che sfruttano OpenGL,

14

Lo stesso discorso vaie per gli altri window manager: per cari care Blackbox basterà scrivere blackbox, per Window Maker wroaker, per IceWM icewm.

^


Durante le prime fasi dell'installazione viene avviata una utility per il riconoscimento dell'hardware necessario ad avviare X.

[£331

Qualora non si riesca a determinare con certezza

alcune periferiche, come ad esempio il monitor

Configurazione del

Anaconda

monitor i r

i ■ ■ - : di

' s- j

i rv

- r

: .rr

nor t Mj"-jii (rjrKdipJeviie

l'intervento

dell'utente.

selezione e alla copia dei pacchetti che si desidera.

. ', CHI Ji: ij

il vasmj rrorvnji ftfip»

*D

procedere «n Hiripniiftint

AOC

Dopo un reboot Fedora inizia la vera e propria confi

*ST

*.-!_'

gurazione del sistema. Tra le varie finestre una in

|

particolare è riservata alla configurazione di

XFree86: l'unica cosa che l'utente dovrà fare è deci

ta ^-^Twr'ijtì-ìe del ronrtor

MA

dere se modificare o meno alcuni parametri come

B(flt**ifVH''i

ti rileva in automatico la scheda video, scegliendo il

F»i» anenrrone AinrH

rvtu**»*tonta s*

la risoluzione e i colori da utilizzare. Anaconda infat

fl«:Hiarfl*jr*, il mani»'

r

Inwurr i nuTTmti mqjtUO campo soto *p i calori r*l

chiederà

L'installazione prosegue tra te varie fasi fino alla

*&n. du/anit* |

^^ ^(^(^

11S 1" 1

*H(

^?j

ttj

driver adatto. ; <6

\rOum

>

frwB

Per quanto questo sia estremamente semplice, non è consentito, però, di personalizzare ulteriormente

La finestra di Anaconda l'installer grafico di Fedora per la configurazione del monitor,,.

ta configurazione. In particolare, cosa possibile con le altre distribuzioni, non è possibile specificare in fase di installazione la scelta del mouse oppure spe cificare la presenza di un sistema multimonitor. Per

fortuna, però, fin dal primo login l'utente avrà modo di modificare alcune impostazioni come il driver uti lizzato per X o il tipo di monitor, la risoluzione e potrà anche abilitare e configurare un ulteriore schermo.

Anche in questo caso lo strumento offerto, esegui

bile da "Impostazioni dei Sistema" -> "Schermo", è molto semplice e non dovrebbe creare alcun proble ma anche per gli utenti non esperti. Offrire poco

margine di scelta in fase di installazione infatti può essere visto come la volontà di consegnare nelle mani dell'utente un sistema operativo già piena mente funzionante. Ogni ulteriore personalizzazione

può esser fatta in seguito, in base alle necessità e alle conoscenze dell'amministratore.

Mandrake Anche Mandrake ha adottato da diversi anni una ... della scheda grafica, della risoluzione video e da cui sì può abilitare il doppio monitor

interfaccia di installazione che si appoggia a

XFree86. La fase relativa alla configurazione del server grafico avviene appena dopo la copia dei file sul disco fisso, scegliendola tra un menu di configu

razione. Si passa dalla scelta del tipo di monitor a quella della scheda video, attraverso una lista ordi nata per marca e modello. Anche qui, come per le altre distribuzioni a parte Debian, non è richiesto che l'utente si informi pre ventivamente del driver adatto per la propria

scheda. Se qualcuno ne avesse la necessità sono anche elencati i driver per XFree86 4 supportati, in modo da poterli scegliere, evitando di selezionare il modello della propria scheda video. Fatto questo si passerà alla scelta della risoluzione attraverso una finestra che richiama molto quella

analoga del Pannello di Controllo di Microsoft Windows. Per quanto riguarda invece la configurazio ne di tastiera e mouse, questa va fatta scegliendo l'apposita voce nel menu di configurazione. L'obiettivo di Mandrake è probabilmente quello La configurazione della tastiera eseguita

tramite SaX2 il tool di YaST

di dare in mano all'utente un sistema pienamente

funzionante, senza scendere troppo in dettagli che

possano confondere chi è alle prime armi anche se

15


INFORMAZIONI

questo significa non dare la possibilità di persona lizzare fino all'estremo la configurazione di X,

X da remoto

aggiungendo ad esempio la visualizzazione su dop

II sistema utilizzato da X ci consente di sfruttare pienamente

pio monitor. Durante tutta questa fase comunque

l'architettura di tipo client/server Possiamo ad esempio ese

l'utente potrà giovarsi della presenza di una guida

guire un'applicazione su un computer remoto e visualizzarne

in linea in grado di chiarire alcuni possibili dubbi

l'output sul nostro PC (con indirizzo IP 192.168.0.2). Per far questo avremo bisogno ovviamente di un accesso, meglio con

ssh, all'host in questione, che avrà per esempio l'indirizzo

che possono sorgere sfogliando le voci dei menu. Qualora si volesse ritornare sulle proprie scelte una

192.168.G.3. Su questo è necessario specificare dove le appli

volta finita l'installazione è possibile utilizzare

cazioni andranno visualizzate. Per questo esiste la variabile di

XFdrake eseguibile sia da console che sotto X. con

ambiente DISPLAY, Se utilizziamo bash possiamo scrivere

l'eventuale scelta di provare la nuova configurazio ne prima di rendere definitiva ogni modifica.

# export DISPLAY=192.168.6.2:0.6

SuSE

(o in alternativa il nome di dominio al posto dell'IP). Lo :G.G

indica il display number. in questo caso ci stiamo riferendo al primo. Sul nostro PC che avrà la funzione di server scriveremo da un terminale di X il comando xhost +192.168.0.3, che ha

La distribuzione tedesca ha da sempre prestato particolare attenzione all'utilizzo e alla configura zione delle interfacce grafiche. SuSE si appoggia in

io scopo di autorizzare il computer remoto a visualizzare delie

tutto e per tutto a YaST, che provvede

finestre sul nostro PC. A questo punto non ci resta altro che

zione e alla messa a punto del sistema. L'installer

lanciare delle applicazioni, che, come per magia, appariranno sul nostro PC,

all'installa

è completamente grafico ed estremamente sempli ce da utilizzare. Se la scheda video consente l'uti

lizzo di XFree86 già da questa fase è possibile uti lizzare l'interfaccia a finestre. In caso di incompatibilità con X è possibile prose

guire da console. SaX2, il tool di YaST per la con figurazione del server grafico, viene avviato alla fine dell'installazione. Come prima cosa l'installer provvedere ad analiz zare il sistema e a proporre una configurazione adatta in base all'hardware presente. In questo

modo anche un utente inesperto, che non conosce le periferiche presenti sul proprio PC, sarà in grado di installare e usare X. Qualora però SaX dovesse

fallire in qualcosa è sempre possibile modificare le impostazioni proposte. In particolare SuSE consen te di scegliere tra un vastissimo numero di schede vìdeo e monitor tutti ordinati per marca e modello. Caratteristica propria di questa distribuzione è quella di supportare direttamente in fase di instal Una rappresentazione del funzionamento di X eseguito su un terminale remoto

lazione dispositivi braille per consentirne l'utilizzo anche ai non vedenti. E sempre a proposito di monitor e schede video, SaX permette di configu rare anche sistemi multimonitor e indicando anche

INFORMAZIONI

Riferimenti web

la relativa disposizione dello schermo. Inoltre è possibile agire sull'area visualizzata ampliandola o spostandola, senza dover ricorrere ai controlli del monitor. A seconda della scheda

video presente SaX consente di abilitare o meno il II sito ufficiale di XFree86, ricco di documentazione htt p : //www. x f ree86. o rg

Gli archivi della mailing list ufficiale di XFree86, utilissimi per travare esempi di file di configurazione già pronti e aiuto http://www.inan -archi ve. com/xfree86@x free86.org/ II sito di X.org. il sistema a cui stanno migrando tutte le princi pali distribuzioni, a causa dei problemi legati al cambio di licenza in XFree 4.4 http://www-x.org

DirectFB, un progetto che si propone di fornire un'interfaccia

supporto al 3D tramite OpenGL. Anche alle periferi

che di input è stato riservato un buon margine di personalizzazione: è possibile ad esempio cambia

re la mappatura di alcuni tasti della tastiera in maniera molto semplice.

Conclusione Come abbiamo visto ormai la configurazione

dell'ambiente grafico non è più, nella stragrande

grafica senza ricorrere ad XFree. ma fungendo da astrazione

maggioranza dei casi, un problema.

rispetto all'hardware

A parte quel che accade con le distribuzioni un po'

http://www.directfb.org

più ostiche, come ad esempio Debian e Slackware,

II progetto Looking Glass. uno spettacolare ambiente grafico

le conoscenze richieste all'utente per poter confi

tndimensionale sviluppato da Sun MicroSystem

gurare XFree86 e lavorare con un'interfaccia a fine

https://Ig3d.dev.j ava.net

stre sono identiche a quelle necessarie per installa re uno degli ultimi sistemi operativi Microsoft.

16

~


Configurare la rete... ...con pochi click! Le distribuzioni orientate al desktop dispongono, orinai da anni, di comodi strumenti per la configurazione delle interfacce di rete tramite

semplici wizard: ecco come usare i più importanti. Andrea Scrimieri <a.scrimieri@Unuxpratico.con>

Una volta installato GNU/Linux. una delle prime cose che desidereremo fare sarà pro

babilmente quella di testare il suo funziona mento in una rete, magari per sfruttarne a pieno le

attiveranno e disattiveranno la prima scheda di rete

potenzialità come server.

presente, pescando i vari parametri direttamente

Tutti i sistemi operativi ormai sono in grado di offri

dai file di configurazione.

re gli strumenti necessari per la configurazione delle schede di rete presenti sul computer e Linux

Debian

ovviamente non è da meno. E' giunto, quindi, il

L'installazione di Debian Sarge cercherà di ricono

momento di analizzare i tool offerti dalle varie dis

scere l'hardware presente, in particolare le nostre

tribuzioni per aiutare l'utente in questa fase.

schede di rete Ethernet e cercherà un server DHCP

Generalmente all'utente è richiesta una certa confi

per ottenere i dati necessari per far funzionare cor

denza con termini quali Indirizzo IP (l'indirizzo con

rettamente ia rete in modo automatico. Se questo

il quale vogliamo che il nostro computer sia rag

non dovesse essere raggiungibile, verrà chiesto

giungibile dagli altri host sulla rete), Netmask e

all'utente di inserire i vari parametri.

Network (che definiscono la rete), Gateway (chi fa

Il salvataggio delle informazioni viene affidato a un

da tramite tra la nostra rete e le altre, compresa

file /etc/network/interfaces che può essere facil

Internet), Broadcast (l'indirizzo che raggiunge tutti

mente modificato con un normale editor di testo. La

gli host della rete), DNS (il server che ci consente

struttura è a blocchi, ognuno dei quali definisce

di associare un nome host ad un indirizzo) per cui

un'interfaccia di rete. Un esempio chiarirà la que

sarebbe opportuno, prima di continuare con la let

stione: generalmente nella prima parte del file è

tura, rinfrescare i principi del networking ripassando

presente la sezione relativa a lo, che definisce l'in

la sezione apposita di questo corso.

dirizzo 127.0.0.1 per il computer locale:

Le distribuzioni, dì solito, memorizzano le imposta zioni relative alle schede di rete in alcuni file di

auto

testo in modo che possano essere letti ad ogni

ìface

lo lo

met

loopback

avvio per poter ripristinare le configurazioni scelte dall'utente. Per quel che riguarda la rete, il lavoro

La prima riga fa in modo che ad ogni avvio il siste

non è molto complesso: di solito, infatti, per rende

ma provveda a configurare questa interfaccia: auto

re funzionanti due schede di rete basta lanciare, uti

è, infatti, una parola chiave che ci permette di ren

lizzando l'opportuna sintassi, i comandi ifconfig e

derla attiva automaticamente al boot. Come detto

route.

prima iface apre una sezione che definisce un'in

Una volta caricato il modulo e riconosciuta la sche

terfaccia: in questo caso dopo l'identificativo lo

da, infatti, il sistema provvedere ad assegnare ad essa un identificativo del tipo ethx, dove X è un

INFORMAZIONI

numero progressivo, in modo da associare la prima scheda di rete con ethO, la seconda con ethl, ecc. ifconfig serve ad assegnare ad ogni interfaccia di rete un indirizzo IP, la netmask, l'eventuale indirizzo di broadcast, il network ed altri parametri, come l'MTU.

route è invece il comando utilizzato per

impostare il gateway e le tabelle di routing in

MAC e Alias Ogni scheda di rete ethernet ha già, assegnato dal costruttore, un proprio indirizzo. Questo prende il nome di MAC address. Si tratta di un codice di 48 bit solitamente espresso nella forma xx:xx:xx:xx:xx:xx dove al posto delle x c'e: una cifra esadeci-

generale.

male (cioè da 0 a 9 e da A a F).

Lanciare questi comandi ad ogni avvio o ogni volta

E' importante capire bene che non si tratta dell'indirizzo IP, ma

che vogliamo attivare la rete, però, non è molto

di un identificativo proprio dell'hardware che comunemente

comodo. Per questo ci vengono incontro gli stru menti offerti dalle distribuzioni: generalmente una

volta configurata non è necessario scrivere righe chìlometriche per utilizzare un'interfaccia di rete. Ad esempio i comandi ifup ethO e ifdown ethO

non è possibile cambiare. Ad ognuno dt questi MAC address è possibile associare uno o più indirizzi IP se si sta utilizzando sulla rete il protocollo TCP/IP. Nel caso si senta la necessità di assegnare a una stessa scheda di rete, cioè a uno stesso MAC

più indirizzi questi prenderanno il nome di alias.


viene specificato di usare il protocollo IPv4 (inet) e di configurarla come ioopback. Per le normali schede di rete il discorso è ana logo: potremmo trovare una riga con, ad esempio, auto ethO seguito da: ìface eth3 inet address

static

192.168.6.2

netrrask 255.255.255.G network

192.16B.9.G

broadcast gateway

192.168.Q.255

192.166.0.254

che assegna a ethO (iface

ethQ) un indirizzo IPv4

(inet) di tipo statico (static). In particolare questo sarà 192.168.0.2 (address maschera

di

rete

192.168.0.2) con

255.255.255.0,

network

192.168.0.0, broadcast 192.168.0.255 e, come

La configurazione di rete durante

gateway, 192.168.0.254. Oltre a queste opzioni

l'installazione di Fedora Core 2

(alcune delle quali non obbligatorie, come ad esem pio gateway) è possibile specificarne altre come l'MTU da utilizzare (usando mtu valore).

Se, invece, è presente un server DHCP e vogliamo che quest'ultimo venga interrogato per ottenere ì dati che gli servono basterà sostituire il blocco pre

Conligurazinnc di tele Re

Profilo

Aiuio

cedente con: attiva

Qs attiva

iface ethO inet dhcp .. \Q:

Questo sistema consente anche di indicare degli

3

q.

Q"1 é possibile configurare i dispositivi di rete associati ai componenti hajdware. 5i può associare -■ j

alias per le varie interfacce (vedi riquadro). Basterà definirne il nome direttamente dopo iface. Ad esempio:

iface

ethO:l

inet

static

address

192.168.1.15

netmask

255.255.255.G

network

192.168.1.9

broadcast

tool di configurazione per la rete disponibile in Fedora Core 2

192.168.1.255

per provare a ottenere le informazioni necessarie

Definirà un alias per ethO, chiamato ethQ: 1.

per il corretto funzionamento della rete per mezzo

Per quanto riguarda, invece, la risoluzione dei nomi

di un server DHCP. Cliccando sull'apposito pulsante

con Debian è ovviamente possibile aggiungere o

è possibile modificare queste impostazioni inseren

modificare i DNS di riferimento modificando il file

do ad esempio l'indirizzo IP e la maschera di rete.

/etc/resolv.conf: inserendo una riga contenente

Fedora, come Debian e le altre distribuzioni che

nameserver

vedremo in seguito, consente di configurare delle

195.210.91.100, ad esempio, possia

mo specificare che intendiamo usare un DNS che ha

interfacce di rete senza, però, renderle attive al

per indirizzo 195.210.91.100 (appartenente ad un

boot: al momento opportuno la si potrà rendere

ISP italiano, in questo caso).

operativa con un semplice comando (ad esempio

ifup

ethO) o ricorrendo all'apposito strumento per

la configurazione della rete. Dalla stessa finestra è Fedora dedica una schermata apposita alla configu

possibile impostare l'hostname, il nome della nostra

razione delle schede di rete addirittura nelle prime

Linux box, o lasciare che anche questo venga asse

fasi di installazione (figura 1). In realtà si tratterà di

gnato da un server DHCP. Infine, in fondo, l'utente

impostare ben poco: Anaconda, l'installer di Fedora

inserirà l'indirizzo del gateway e dei server DNS.

e Red Hat, con buone probabilità avrà già rilevato

Nella schermata successiva viene data la possibilità

l'hardware presente, caricato gli opportuni moduli

di configurare, per mezzo di uno strumento total

ed associato a ogni scheda un identificativo (ethQ

mente grafico, un firewall. Non si tratta di niente di

per la prima, ethl per la seconda, ecc).

complesso, ma riesce comunque a dare a chiunque,

La schermata che verrà visualizzata conterrà una

anche a chi non ha una particolare conoscenza e

situazione riassuntiva per le varie interfacce, per

dimestichezza con le reti, un pizzico dì sicurezza in

ognuna delle quali verrà proposta una configurazio

più che può essere certamente molto apprezzata.

ne, con la possibilità di modificare i vari parametri.

La configurazione del firewall riguarda principal

Di default, infatti, ognuna di esse verrà configurata

mente i server presenti sul PC, in modo da poter


~

GLOSSARIO

bloccare gli accessi indesiderati provenienti da Internet. Prima di mettersi a pasticciare con uno

Glossario

strumento del genere, però, è bene capire quali

saranno gli effetti della nostra configurazione, per

DHCP: protocollo utilizzato per l'autoconfigurazione di una

evitare di aver problemi con alcuni protocolli come

rete. Richiede la presenza di un server che gestisca informa

qualche filesharing o ad esempio le DCC di IRC per

zioni quali IP. Gateway, Netmask. DNS.

l'invio e la ricezione di file.

Gateway: è un computer che ha il compito di far comunicare

Tutte le impostazioni di rete sono ovviamente modi

due o più reti. Avrà per questo almeno due interfacce di rete,

ficabili in seguito utilizzando l'utility Rete dal menu

una per ogni network.

Impostazioni di Sistema. Questo strumento prevede

Netmask: è la maschera di rete. Serve a identificare un

la messa a punto della rete per mezzo di quattro

intervallo di indirizzi che appartengono a una determinata

rete. Ad esempio 255.255.255.0 indica che la rete è compo

linguette [figura 2): Dispositivi, Hardware. DNS,

sta da 255 indirizzi.

Host. Il primo si occupa della reale configurazione

IP: è il protocollo più diffuso su Internet. Spesso si fa riferi

delle schede con l'inserimento di IP, netmask,

mento a IP per indicare l'indirizzo assegnato a un computer

gateway, la creazione di tabelle di routing anche

che utilizza questo protocollo.

piuttosto complesse e di alias. Tramite il menu

DNS: sta per Oomain Name Service. E1 un sistema che con

Hardware l'utente potrà ad esempio far riconoscere

sente di associare ogni indirizzo a un nome mnemonico. Con

una nuova scheda di rete, mentre DNS è la voce

DNS spesso si intende anche il computer, che se interrogato,

dedicata alla configurazione del server per la risoluzio

è in grado di dare informazioni relativa all'associazione

ne dei nomi. Host consente invece di associare, modi

nome/indirizzo.

ficando il file /etc/hosts, dei nomi a dei indirizzi IR

Mandrake Anche Mandrake permette di impostare la propria rete direttamente in fase di installazione {figura 3):

Ofr"Mandrokelinux idi Ccmmunicy

dopo la copia dei file il riconoscimento dell'hardware,

e quindi delle schede di rete, viene data la possibili .<

tà di configurarlo. E' presente infatti una voce relati

* :_. -, l:

va alla rete e Internet dalla quale l'utente potrà creare una connessione modem al suo provider,

-

injue

-

feyrfsa

M< -■ -■ i

tal»

!»,»«=>

E>rv>'mS1

intuii

una ADSL, via cavo, iSDN, wireless o alla LAN.

in questo caso verrà chiesto di scegliere tra le sche de di rete rilevate con la possibilità di far caricare

i

un driver per aggiungerne una nuova qualora non sia stata riconosciuta. Muovendosi tra una serie di schermate e rispondendo a delle semplici domande

si giunge alla configurazione vera e propria della rete. Anche qui è possibile scegliere tra DHCP

e configurazione manuale con l'inserimento di IP, netmask, DNS, hostname, gateway e se abilitare o

La configurazione di rete durante l'installazione di Mandrake 10.1

meno l'interfaccia al boot. Con Mandrake, al contra rio di quanto accade nelle altre distribuzioni prese

in esame, è prevista anche la possibilità di inserire il PC in una rete Zeraconf (vedi riquadro). Una volta terminata l'installazione Mandrake mette a disposi zione dei propri utenti una serie di tool per la monil-----

:-■

■■

torizzazione della connessione, in grado ad esempio

di valutare l'andamento in relazione ai byte tra sferiti, modificare le impostazioni, o far condivide

re la propria connessione a Internet con gli altri computer appartenenti alla rete.

OgecnjjmiviitWK •1 Con

SuSE Analogamente alle altre distribuzioni prese in

«A-

esame, in particolar modo Mandrake, anche SuSE

cerca di configurare le schede di rete presenti fin dall'installazione. E anche in questo caso, subito UH

dopo la copia dei file selezionati, viene effettuata un'analisi di sistema e proposta una configurazione. ,,

Lo strumento di configurazione della rete di

Mandrake 10.1 Community

I

L'utente, ovviamente, potrà scegliere di modificar la: sono disponibili degli strumenti per mettere a punto la connessione a Internet, sia essa per mezzo

di un modem analogico. ISDN o DSL. La modifica

delle impostazioni di rete è molto simile a quella dì


INFORMAZIONI

Come funzionano DHCP e ZeroConf? Per facilitare la gestione delle reti sono stati studiati dei protocolli in grado di rendere automatico il processo di assegnazione degli indirizzi IR II sistema più diffuso è certamente DHCP: essenzial

mente si basa su un server centrale (che può essere anche un

Cileni

normale PC sul quale è stato installato il software opportuno) che

broadcast DHCP Discover

provvede ad assegnare gli indirizzi quando interpellato da un computer che ne faccia esplicita richiesta, Tipicamente un PC

appena connesso ad una rete, se configurato per usare OHCP. manda una richiesta in broadcast (cioè a tutti i computer raggiun

gibili) per scoprire se è presente un server in grado di soddisfare la sua richiesta. Nel pacchetto viene allegato anche il proprio

MAC address che verrà utilizzato dal server per rispondere all'ap pello e offrire un indirizzo IP valido. A questo punto avviene la

conferma da parte del client e la conclusione dello scambio dei messaggi da parte del server con la comunicazione dei restanti parametri di rete.

L'utilizzo di DHCP, però, richiede la presenza di un server centra

le, che non sempre è possibile avere, in quanto richiede almeno una minima competenza di amministrazione e che se presente ma non raggiungibile rischia di rendere inutilizzabile la rete. Per questi ed altri motivi nel 1999 è stato lanciato un progetto con gli obiettivi di consentire a una rete di autoconfigurarsi, senza l'inter vento umano, che non richieda la presenza di un server DHCP e che sia multipiattaforma. Questa soluzione è già stata implemen tata da Apple da diverso tempo con i! nome di Rendezvous e,

nell'Agosto del 2004. è stata resa disponibile anche ad altri siste mi operativi come quelli Microsoft e Linux.

impostazione assegnando un IP statico per mezzo

dell'apposita schermata. SuSE attraverso queste

u

finestre consente all'utente di conoscere anche il MAC Address per ogni scheda e una serie di infor mazioni. Inoltre tra le impostazioni è presente la

tt

!■,::-;-: i-ir.-i- 0 >ll In diri no di r.t«

possibilità di passare dei parametri ai moduli del kernel, i driver delle nostre schede di rete.

Particolarmente curata è anche la parte relativa 1

all'inserimento del gateway: da qui l'utente più

....

esperto, che ne avesse la necessità, potrà creare delle tabelle di routing anche piuttosto complesse.

Server DNS e hostname sono presenti in un'altro menu e anche qui la loro modifica risulta essere •

particolarmente semplice e intuitiva.

Ampio spazio alla configurazione dei dispositivi di rete viene data anche all'interno di YaST {figura 5). il tool di configurazione di SuSE. Come accade per La sezione di YaST dedicata alla configurazione della rete

molti altri strumenti di sistema di questa distribu zione, anche in questo caso l'utility è esattamente la stessa trovata durante l'installazione.

Conclusione Mandrake: come prima cosa viene visualizzata una

Abbiamo visto in questo articoio come funzionano e

schermata riassuntiva con le schede riconosciute.

cosa è possibile fare con gli strumenti offerti dalle

Se l'utente dovesse ritenerlo necessario può far

distribuzioni più diffuse per la configurazione della

caricare dei driver per abilitarne altre. In questo

propria LAN. Le potenzialità offerte certamente vi

caso è da riconoscere come SuSE cerchi di aiutare

faciliteranno il compito di mettere in comunicazione

l'utente non chiedendogli direttamente il modulo

i computer della vostra rete. Una volta portato a

del kernel, ma permettendogli di scegliere da una

termine questo compito sarete in grado di apprez

lista di marche e modelli. Non sono incluse soltanto

zare uno degli ambiti in cui GNU/Linux può rivelarsi

le schede Ethernet, ma anche Wireless, Token Ring,

estremamente utile: il mio consiglio è quindi quello

FDDI e molte altre.

di approfondire questo argomento sfogliando le

Per default ogni scheda di rete riconosciuta viene

pagine di questo corso, in modo da avere un'assag

configurata per ottenere un indirizzo IP tramite

gio di quello che Linux è in grado di fare nell'ambito

DHCP. Ovviamente è possibile cambiare questa

del networking.


LiLO: il boot loader semplice e potente Conoscere gli strumenti che permettono a Linux di avviarsi è fonda mentale: in queste pagine verrà trattato LiLO, il Linux Loader, con consigli e suggerimenti su come fare quando ci sono problemi

Andrea

Scrinieri

<a.scrimieri@linuxpratico.com>

Dopo essere riusciti ad installare Linux inizie ranno ad arrivare le prime domande: come provare altre distribuzioni, come avviare di

tanto in tanto Windows per non rendere oltremodo

lingua franca per esso non è il byte (dal byte X al

difficoltosa la migrazione, come aggiornare il kernel

byte Y), ma piuttosto la cosiddetta convenzione

della propria distribuzione, dato che è uscita proprio

CHS, Cilindri, Head {cioè testine), Settori, che fa

quella caratteristica che aspettavamo da tanto.

riferimento alla struttura hardware del disco stesso.

Prima di dare una risposta a tutti questi quesiti è

Ecco che non c'è da stupirsi se la ricerca del codice

sicuramente indicato dare un occhio più in dettaglio

de! loader avviene nei master boot record, il primo

al boot del sistema, in particolare relativamente ai

settore del disco, oppure nel boot sector di ogni sin

primi istanti che vanno dall'accensione della mac

gola partizione, il primo settore della partizione

china al caricamento del nostro Linux preferito.

stessa: in ogni caso si tratta di posizioni al BIOS ben

Il boot loader e

Vedremo più avanti in quali zone conviene installare

il boot manager

note e facilmente accedibili. il boot manager, affinchè venga semplificato al massimo non solo l'avvio ma anche la gestione del

Qualsiasi sistema operativo abbiamo scelto, qualsiasi kernel sia installato, dovremo disporre di un

istema

qualcosa che permetta di caricarlo in memoria e di

Cosa serve

avviarlo.

Generalmente tutte le distribuzioni includono LiLO.

Dopo l'accensione del computer il BIOS ha il compito

Fino a qualche anno fa era l'unica scelta possibile

di controllare i device nella catena di boot, interro

come bootloader ma poi lo sviluppo di GRUB ha

gando ciascuno di essi alla ricerca di qualcosa da

dato una alternativa estremamente valida, distri

avviare. Quando viene trovato un boot loader - un

buita sotto licenza GPL, spesso adottata di default

semplice programma in grado di caricare un kernel

da molte distribuzioni.

in memoria - in certe zone particolari delle unità,

LILO resta comunque una soluzione più che affida

viene ceduto il controllo ad esso affinchè provveda

bile che riscontra il parere positivo di molti utenti

a caricare il sistema operativo vero e proprio.

grazie anche alla sua estrema semplicità.

Non esiste un unico boot loader, anzi, ogni sistema

operativo dispone della sua personalissima ver

sione: Linux per piattaforme x86 ha LiLO (Linux LOader, che verrà trattato in queste pagine) ed anche GRUB, Linux per piattaforme PowerPC dispone

Contiguiailone del Boot lo ad e

di yaboot, Windows ha NTLoader e così via. Un boot manager, a differenza del boot loader,

non effettua alcun caricamento in memoria, ma semplicemente permette di scegliere quale sistema

Opzione Attuale:

avviare: LiLO, e da qua nascono molti equivoci sul

nome, è sia un boot manager che un boot loader, i

riuscendo a gestire sia la scelta del sistema da

.

L.1-.

r>

..-,.

avviare che l'avvio vero e proprio.

Dove installare? Non sarebbe possibile ricercare un boot loader in

fr Dpo.n nvnvfl f □A'taju >

tutto il disco, visto anche la dimensione dei dischi attuali: vi devono necessariamente essere, quindi, zone ben precise all'interno delle quali potrà essere contenuto il codice da avviare.

Il BIOS riesce a gestire al meglio le risorse quando

SuSE, di default, installa GRUB, ma tramite

YA5T è possibile migrare la configurazione

si tratta di indirizzare fiscamente le periferiche: la

2,0


configurazione sono

nei Master Boot Record (MBR) o nella partizione di

/etc/lilo.conf, /sbin/lilo e i file del kernel che

I

file

interessati

nella

root relativa, a decidere la locazione sarà la direttiva:

si vorranno avviare, presenti solitamente nella directory /boot.

In particolare /etc/lilo.conf è il file impiegato per modificare e salvare la configurazione del bootloader:

in questo caso l'installazione avverrà nel MBR del

si tratta di un normale file di testo, con un formato

primo disco EIDE. Avremmo potuto trovare altre

assai comprensibile.

impostazioni, ad esempio:

Un caso frequente

boot=/dev/hda6

Vediamo di prendere in considerazione il caso di un computer con installati due sistemi operativi, un

LiLO, in questo caso, si sarebbe installato sulla par

Microsoft Windows XP. presente sulla prima parti

tizione di root hda6: è la soluzione consigliata quan

zione del primo disco (/dev/hdal) e Linux, presente

do vi sono più distribuzioni installate, in modo che

nella partizione hda5 (swap) e hda6 (root), che uti

ognuna utilizzi il suo boot loader "privato", e una

lizza il kernel presente nel file /boot/vmlinuz.

soltanto abbia il controllo del master boot record.

lilo.conf è strutturato per sezioni, alcune di que

Vi sono poi alcuni parametri fondamentali la cui

ste saranno generiche e relative alla configurazione

modifica è assai rara e pericolosa:

globale (situate all'inizio de! file), altre saranno locali ad alcune voci particolari. L'ordine di presen

map=/boot/map

tazione delle direttive non è fondamentale, anche se una certa chiarezza non guasta mai se dovesse

il file indicato dalla direttiva map contiene la tabella

risultare necessario editare tale file diverso tempo

di conversione tra le coordinate note al BIOS, come

dopo dalla configurazione.

detto CHS. e la posizione dei file interessati da LiLO,

LiLO aveva un serio problema con i dischi di grandi

in particolare il kernel da avviare e il codice del

dimensioni: nelle release un po' datate non riusciva

second stage del boot loader (il primo settore è di

ad avviare un kernel che era situato oltre il 1024-

appena 512 byte, difficile che possa risiedervi tutto

esimo cilindro, problema che è stato risolto con le

ii codice necessario). Senza tale file il boot loader

versioni più recenti. E' quindi possibile che sia pre

non potrebbe caricare il kernel, perché non sapreb

sente nel file la direttiva

be dove andarlo a cercare.

Altre impostazioni presenti nel file di configurazione riguardano la scelta del sistema da avviare: il sistema

iba32

di default, quanto tempo concedere all'utente per che serve ad abilitare il supporto ai dischi grandi.

modificare la scelta, l'eventuale password da inseri

Deve essere indicata la posizione dove LiLO dovrà

re affinchè solo gli utenti autorizzati possano far

essere installato: si potrà optare per l'installazione

bootare la macchina.

INFORMAZIONI

Quando fi boot non va [come reinstallare LiLO) Non tutte le ciambelle riescono col buco, e non tutti i LiLO si

partizioni (ad esempio /boot o Zete, ma non /bome. non

installano senza problemi: se qualcuno decide di fare le

serve in questi casi), agganciate anche tali partizioni, ad

bizze, non ci sono problemi, basta non perdere la pazienza.

esempio per la partizione boot

Le strade da seguire sono diverse, e qua di seguito utilizzere mo una tecnica abbastanza semplice: ci occorre solo una dis

tribuzione live come Knoppix, Mephis o qualsiasi altra che abbia un buon supporto per i vari filesystem.

Non appena effettuate il boot, aprite una console di root e lanciate

# fdisk -l /dev/hda

oppure altro device a seconda della vostra configurazione: dovreste identificare le partizioni che compongono il sistema. Create un punto di mount

# mkdir

-p

/mnt/sysimage

# rnkdir

/mnt/sysimage/boot

#

/dev/hda3

mount

/mnt/sysimage/boot

a questo punto eseguite il comando chroot come segue

# chroat

/mnt/sysimage

vi ritroverete direttamente nella sistema che non voleva par tire: a questo punto è sufficiente controllare il file /etc/lilo.conf. salvare, lanciare

# Ulo

-v

ed effettuate il mount della partizione relativa alla root. nel

e, dopo aver controllato che sia tutto a posto, uscire dal

nostro caso /dev/hda5

chroot con

#

mount

/dev/hda5

/mnt/sysimage

se ricordate di avere mount point fondamentali su altre

ed effettuate un reboot.

~


INFORMAZIONI

shell dì root, senza aver digitato alcuna password!

Ovviamente tale file deve essere leggibile solo

Modalità rescue Alcune distribuzioni, Mandrake ma anche altre, dispongono di

all'utente root, altrimenti si vanifica l'utilizzo di una password che, come abbiamo visto, viene indicata in chiaro.

una modalità di rescue da utilizzare proprio in caso di proble mi. Al boot del cdrom di installazione selezionate "rescue" e,

dopo il classico avvio del kernel, verrà proposto un menu dal

#

ls

-la

/etc/lilo.conf

-rw-r--r--

1

#

chir.od 649

/etc/lìlo.conf

ma anche quella di montare tutte le partizioni sotto una

#

ls

directory in maniera automatica.

-rw-r

quale potrete scegliere alcune opzioni: tra di esse, la possibili tà di reinstallare LiLO, la possibilità di rimuovere il boot loader,

lo

root

root 642 mar

7 12:5G /etc/lilo.conf

/etc/Ulo.conf

1 root root 642 mar

7 12:59 /etc/lilo.conf

E' anche possibile andare in console, sistemando le cose a

mano: in tal caso, vi è la possibilità di caricare alcuni moduli utili, come quelli di rete o del filesystem, o di cambiare la mappa di tastiera con loadkeys.

Con l'opzione menu-title sarà possibile personaliz zare la scelta del sistema:

menu-title="

LinuxPratico boot

"

Sono molte le opzioni eventualmente presenti nel lilo.conf, potente visualizzarle tutte richiamando la pagina del manuale (man lilo.conf). E' il momento, ora, di descrivere le sezioni relative ai sistemi da avviare. Per Linux avremo qualcosa di simile a quella che segue:

image=/boot/vmlinuz

label=Linux initrd=injtramdisk.img

append-"psmouse.proto=imps mem=96M" root=/dev/hda6

INFORMAZIONI

read-only vga=791

Installare più distribuzioni 1 Installare la prima distribuzione sul master boot record: nel

Label indica il nome con il quale viene identifica

lilo.conf si troverà qualcosa di simile a:

to da LiLO un certo sistema da avviare, che andrà

boot=/dev/hda

digitato al boot oppure selezionato dal menu, a

2 Installare la seconda distribuzione sul boot sector della

seconda di come si presenterà il boot manager

partizione di root: nel lilo.conf avremo, ad esempio:

all'avvio.

boot=/dev/hda6

Initrd indica il nome del ramdisk da caricare (rd sta

3Riavviare la prima distribuzione (oppure effettuare il mount

proprio per RamDisk): questo file non deve neces

della partizione di root ed effettuare un chroot), e aggiun

sariamente essere presente, ma ultimamente quasi

gere una sezione al lilo.conf:

tutte le distribuzioni ne utilizzano uno. Si tratta di

other=/dev/hda6

una sorta di disco virtuale che viene montato dal

4Lanciare lilo

-v per aggiornare la configurazione sulla

kernel subito dopo il suo avvio: solitamente contie

prima distribuzione. Adesso eventuali modifiche alla secon

ne i moduli relativi ai filesystem, alla rete che, in

da distribuzione potranno essere effettuate senza che il

genere, non possono essere caricati durante il nor

LiLO nel MBR subisca variazioni.

male boot di Linux.

Sembra il problema dell'uovo e delia gallina. Per chiarire le idee si pensi al supporto per il filesystem delay=28

dove il kernel potrebbe supportare tramite un

defauH=Linux

modulo xyz il filesystem utilizzato come root: se

password=m/secret

così fosse, dovrebbe caricare il supporto prima di montare il filesystem stesso. Ma il modulo risiede

In questo caso si aspettano 2 secondi (la direttiva

proprio sullo stesso filesystem che andrebbe mon

delay indica i decimi dì secondo di attesa) prima di

tato, che quindi non può essere caricato mancando

avviare il sistema identificato con l'etichetta Linux,

il supporto: ecco che, con l'ausilio del file initrd, si

solo dopo aver inserito la password mysecret al

riesce a caricare ii modulo prima di accedere alla

prompt: l'uso della password permette che un utente

root senza alcuna difficoltà.

che abbia accesso alla console di sistema durante il

Il kernel sa dove andare a leggere initrd (come sa

boot, possa digitare semplicemente

dove andare a trovare l'immagine del kernel) per ché le coordinate fisiche della posizione di tale file

linux

lrut

1

vengono memorizzate in /boot/map, che viene letta

da LiLO alla sua installazione.

per far partire la Linux Box con aperta una bella

E' possibile passare al kernel alcune direttive che.


INFORMAZIONI

E se c'è qualcosa che va storta? Qualche volta, spesso a seguito di eventi straordinari, come

perfettamente riconosciuto, in particolare che il disco fisso

ad esempio l'installazione di un nuovo kernel o di un'altra dis

venga visto al boot dal BIOS.

tribuzione Linux o sistema operativo, LILO smette di funzio nare correttamente e non consente di effettuare il boot. Per

LI

quanto possano sembrare estremamente privi di significato il

Come nel caso precedente anche qui è stato caricato ed ese

bootloader, in caso di errore, visualizza a schermo dei codici.

guito il primo livello. Il secondo livello però, dopo esser stato

Questi codici in realtà identificano una situazione ben preci

caricato, non è stato esequito correttamente. Anche in que

sa: in questo modo l'utente, potrà capire cosa è successo e

sto caso la causa è spesso un problema che riguarda il disco

correre in questo modo ai ripari. In questo riquadro analizze

e la sua configurazione.

remo proprio questi errori cercando di dare dei suggerimenti per risolvere il problema. Questo codice viene visualizzato al

LIL

posto della scritta "LILO" che compare ogni voita che si

Dopo aver caricato ed eseguito il primo livello e il secondo

accende il PC: in tutti i casi, comunque, LìLO dovrà essere

livello del bootloader. LILO si è bloccato durante il caricamen

reinstallato, e dovrà essere verificata la configurazione nel

to della description table. Anche in questo caso la causa è

lilo.conf

spesso un problema hardware o di geometria dei dischi.

<niente>

LIL?

LILO non è stato installato o l'MBR dove era installato è stato

In questo caso LILO è riuscito a caricare ed eseguire il primo

sovrascritto. Non è stato possibile caricare neanche il primo

livello, ma si è bloccato durante il caricamento del secondo

livello del bootloader. E' il tipico errore che si riscontra dopo

perché posizionato su un indirizzo non corretto. E' un errore

l'installazione di sistemi operativi (tipicamente quelli

che può comparire (oltre che ai classico problema di geome

Microsoft) che ignorano la possibilità di altri OS sullo stesso

tria dei dischi) se. per qualunque motivo, viene spostato il file

PC e che fanno piazza pulita di impostazioni preesistenti.

/boot/boot. b (o si danneggia) senza che venga rilanciato LILO.

L errore

LIL-

Dopo aver caricato e avviato il primo livello (first stage) del

La description table trovata non è valida perché corrotta. Le

bootloader, è stato riscontrato un errore nel caricamento del

motivazioni possono essere analoghe a quelle de! caso prece

secondo livello, quello che consente ad esempio di visualizza

dente (problema con la geometria dei dischi o è stato sposta

re il menu per la scelta del sistema operativo. Di solito è

to, o si è corrotto, il file /boot/map senza aver rilanciato

accompagnato da un codice di errore di due cifre che consen

"Mio").

te l'identificazione del problema, generalmente legato a pro blemi del disco.

LILO

E' necessario, in questo caso, controllare che ('hardware sia

LILO è stato eseguito correttamente.

se presenti, andranno a sovrascrivere i valori già

le stesse. Se si dovessero avviare altri sistemi ope

impostati nella compilazione e/o quelli rilevati.

rativi che dispongono di un bootloader proprietario,

Nell'esempio sopra riportato viene impostato il pro

oppure altre distribuzioni con un loro LiLO installato,

tocollo per il mouse di tipo ps/2, viene impostata la

sarà sufficiente indicarli nel lilo.conf della distri

ram a 96 MB (di solito si utilizza questa impostazio

buzione che controlla il boot loader con una sempli

ne quando il kernel rileva un vaiare diverso di ram

ce direttiva:

installata).

root=/dev/hda5 indica quale sia la partizione di

other=/dev/hdal

root per il sistema da avviare, e l'opzione read-only

l atael. = "Windows"

indica che tale partizione deve essere montata in

unsafe

sola lettura: provvedere poi il sistema a montarla nuovamente in lettura e scrittura, solitamente dopo

Come si può vedere, anche in questo caso è neces

aver eseguito su essa un check (f sck).

saria una Label univoca per identificare i! sistema,

Con la direttiva vga= si possono impostare diverse

mentre other= punterà alla partizione che contiene

modalità per quanto riguarda la dimensione dello

il sistema stesso. La direttiva unsafe può essere

schermo: anziché specificarne una in particolare, è

omessa: quando viene indicata LiLO non effettua il

possibile inserire vga=ask che comporta ia richiesta,

controllo per verificare se veramente, nella posizio

al boot, della modalità testo da adottare.

ne indicata da other, vi è un bootloader che provve-

Se si volesse installare un altro kernel per la distri

derà al caricamento, il che la rende utile quando,

buzione corrente (ad esempio si vuole tenere sia il

ad effettuare il boot, sono floppy o edrom. evitando

kernel 2.4 che il 2.6 per fare prove), è possibile

di obbligarci ad inserire il dispositivo.

duplicare la sezione del lilo.conf relativa al boot

In ogni caso è FONDAMENTALE ricordarsi, una volta

appena vista modificando le righe che riportiamo:

modificato il file lilo. conf, rilanciare:

image=/bQDt/altro-vmlinijz

label=Linux

altraetichetta

per accertarsi che le modifiche vengano effettiva

initrd=altro initramdisk.inig append=

"...

altri

parametri

eventuali

..."

mente scritte. La modifica del solo file non ha prati camente alcuna utilità, in quanto le impostazioni

le impostazioni relative alla root rimarranno, ovviamente.

©24

non vengono scritte nel boot sector e nel file map.

~


GRUB: il boot loader universale Negli ultimi anni GRUB è diventato il bootloadcr più utilizzato dalle distribuzioni Limtx grazie anche alla licenza GPL e alle funzionalità innovative di assoluto rilievo come, ad esempio, una shell interattiva.

a cura della Redazione <redazionefalinuxpraticD.com>

Fin dai primi anni di vita di Linux LÌLO si affer

mò come il bootloader principale per questo sistema operativo; nell'ultimo periodo, un altro software è passato agli onori di cronaca, tanto

1, 2 e 3 mentre le partizioni logiche iniziano sempre

da diventare il bootloader di riferimento per il pro

da 4, indipendentemente dal numero di primarie

getto GNU: nelle prossime pagine analizzeremo il

presenti. Nell'esempio,

funzionamento

Unified

partizione primaria (si inizia a contare da zero!),

Bootloader, attualmente installato come default da

mentre (hdO,4) indica la prima partizione logica

quasi tutte le distribuzioni principali.

sempre dello stesso disco. Nel caso ci si stia riferen

di

GRUB,

GRand

Un altro bootloader?

(hdO,l)

indica la seconda

do ad un disco EIDE, (hdQ.l) corrisponde a hda2, mentre (hdu,4) corrisponde a hda5.

LiLO aveva sofferto, in passato, di una serie di limi

GRUB, in ogni caso, permette l'utilizzo del tasto TAB

tazioni, e lamentava la mancanza di interattività:

come autocompletamento dei device proprio come

dopo ogni modifica al file di configurazione, infatti,

la shell BA5H, semplificando enormemente l'indivi

era necessario eseguire nuovamente il programma

duazione delle giuste unità.

perché le nuove impostazioni venissero caricate. GRUB nasce con in mente queste restrizioni e cerca

Installazione del pacchetto

di dare ad esse una prima, soddisfacente, risposta:

GRUB sarà quasi certamente installato di default

esso viene dotato di una console interattiva, all'in

nella vostra distribuzione; nel caso non lo sia, non

terno della quale viene data la possibilità dì utilizza

sarà difficile migrare l'attuale configurazione di

re, tramite una semplice shell, un discreto numero

LiLO, grazie anche ai tool automatici di conversione

di comandi piuttosto potenti. Si potranno, così,

che alcune distribuzioni, ad esempio Mandriva (ex

modificare le opzioni presenti nel bootloader, oppu

Mandrake Linux) e SuSE, mettono a disposizione.

re avviare sistemi che ancora non sono presenti nel

Grub, indipendentemente dal fatto che sia in uso o

menu di scelta, oppure, ancora, effettuare boot via

meno, è solitamente già presente come eseguibile:

rete o accedere direttamente al filesystem.

vediamo su una distribuzione basata su RPM

Identificare i dispositivi GRUB utilizza una nomenclatura dei device diversa

#

rpm

-qa

grub

grub-Q.95-7irdk

rispetto a queila che siamo abituati ad utilizzare in

LiLO o all'interno di Linux, ed è un aspetto piuttosto

oppure su Debian

normale considerando il fatto che non è un

bootloader dedicato al solo sistema del pinguino.

M

GRUB richiede che le unità cui si fa riferimento

ii

dpkg

-L

grub

|

grep yrub

0.95+cvs2GO.Wf> GRand Unified Bootloader

siano indicate tra parentesi tonde, e deve essere specificato sia il tipo di unità che il numero cardina le progressivo (iniziano a contare dal numero 0 e non 1) ed, eventualmente, la partizione utilizzata.

Qualche esempio chiarirà meglio la situazione:

tlnn H.VS

IKÌHH

lg»r '

?\,HV1?H

(hdO.l) indica che ci si sta riferendo ad un harddisk (hd), e tra tutti i dischi fissi presenti sul com puter, si indica proprio il primo della catena (hdO). GRUB non fa alcuna differenza tra IDE, SCSI o SATA: tutto dipende dalla catena di riconoscimento del BIOS, che può essere impostata a piacere. In gene

re, i dischi EIDE hanno la precedenza sui restanti, e vengono identificati con t numeri più bassi. Il secondo numero dopo la virgola indica la partizio ne del disco specificato alia quale ci si sta riferendo: le partizioni primarie vengono identificate come 0,

II menu testuale con il quale si presenta GRUB: premento il tasto e si attiva la console


Il file di configurazione

Se non si ottiene un risultato simile a quanto mostrato, è possibile installare il pacchetto appro priato (di solito grub-numeroversione) con i metodi

L'installazione di GRUB è possibile utilizzando un

standard delle distribuzioni, siano essi urpmi, apt o

apposito binario, grub-install, oppure utilizzando

altri. Gli eseguibili che GRUB installa sono diversi: è

la shell interattiva che si presenta invocando il

sufficiente digitare grub da una quaisiasi console e

comando grub.

premere il tasto TAB, in modo da visualizzare tutti

A differenza di LiLO, è possibile installare il boot

loader anche senza un file di configurazione che

quelli raggiungibili alla PATH corrente:

contiene le scelte possibili: se, per LiLO. una possi ff

(premere

grub

bilità del genere non avrebbe alcuna utilità, GRUB,

TAB)

grub-md5-crypt

grub

se non trova un file di configurazione con le opzioni

grub- termlnfo

da visualizzare, fa comparire una shell interattiva

grub-set-defauU

grub-install

nella quale si dovranno impartire manualmente i Utilizzando il comando file, si nota come solo grub

comandi per avviare i vari sistemi supportati.

sia un eseguibile binario, il resto dei file sono sem

A tutti gli effetti i comandi che si impartiscono

plici script che assolvono a particolari funzioni. Ad

manualmente per l'avvio sono gli stessi che si scri

esempio, in Mandrake Linux otteniamo:

vono nel file di configurazione, e quindi può essere un buon esercizio per iniziare.

# which grub

Le informazioni fondamentali affinchè un sistema

/usr/sbin/grub

Linux venga avviato con successo sono l'indicazio ne della locazione del kernel da caricare, la locazio

ff

ed

#

file grub"

ne de! file initrd e l'indicazione della root del

/usr/sbin

sistema, insieme all'etichetta da mostrare a video

grub:

ELF

32-bit

LSB

executable,

grub-install :

Bourne shell script text executable

grub-md5-crypt:

Bourne shell script text

executable

grub-set-flefault: Bourne shell script text

executable

grub-terminfo:

executable

Bourne shell script text

grub è il vero programma: se eseguito, apre una

shel! simile a quella che verrebbe aperta subito

GHU CBUB I

HlnlMl

imposta quale voce avviare per default mentre

grub-moVcrypt serve per cifrare le password per la sicurezza del sistema.

mento del programma: come si è visto, un boot

lOMnr ' |i

nnvlltlau al a daulca'fII

™.

grut> root

IWHIlr uppar

suppurimi.

tur

Hgrnryt

1 ho

Mrst

ESG «t «nu

Uni o.lts.

Hi ni

TAB

]

(hja. TAB

firmimi

mi

B.

Fllvlvttux Ivpr

li untili,

jarllllnn

lypo H>U3

Partitimi

nim.

5,

FllusyitHM lupe

Is exE?r*,

pnrllllun

lypa Bj>03

Urubl

root

<hJ8.6>

rilEisysten lyp» ,rub> la

timi

'

Inllrd «pr

]ml.> tornul

Non sono solo questi i file necessari al funziona

il.UIK

lina udii

grutl root I TAB

dopo il boot. grub-instaU viene utilizzato per installare il bootloader su disco, grub-set-default

villini B.35

nnShl-llke

Poiflbl» grub)

il o.tZfs.

partlllon type H>U]

TAB hall

^bnat-jMllTiL.1 TAB

nini

Unii

aro:

UHllnuf

vhI imi£-2. CO

I - 14nlk\nf

'bmit/unllm^

It I11U1.-I17 lM.iqer

^H[up:8hHMH,

^ LiU^BxHb^lHU

loader è composto da più stage, che vengono cari

cati successivamente al boot vero e proprio. I file che contengono gli stage veri e propri si trova no, generalmente, in /boot/grub (alcune distribu zioni utilizzano /usr/share/grub/i386-pc oppure

GRUB ha il code-completion come la shell

/Iib/grub/i386-oc):

standard di Linux: è sufficiente premere TAB

perché vengano visualizzate le voci possibili # ed

/boot/grub

# u

-stage-

e2fs_stagel 5

jfs stagel 5

stage2

xfs_5tagel S

fat_stagel_5

minix stagel 5

5tage2 el tonto

ffs_stagel_5

reiserfs^stagel_5

ufs2_stagel_5

iso9669_stagel_5

stagel

UNII GBUB [

mri Iru I Iti

vstafs_stagel

mrslon

BBSM-like -f

B 9i

".il

lino adlling

limi ' ?6BBJ?> uppar »mr|] li siippnrlail.

Hrt. ir.-'l I ii.r.Hr

PSC

al

far

anw

tho

[Irsi mrl,

t Imi exlt'i

TflB

t

5 ilidB.Hl

Oltre allo stagel e allo stage2 si nota la presenza di una serie di stagel 5 che riportano, nel nome,

un particolare tipo di filesystem, la cui la funzione è quella di rendere possibile l'accesso alle informazio

rt*i'*t*ì

' estta <er«tlls 1 1 -knt* arti dtraaltl I 2

,curt.'paYO-H^bl

H

»

ni già nella fase dì boot. E' grazie a questa funzio nalità che una modifica al file di configurazione non

obbliga la nuova esecuzione del bootloader: GRUB, infatti, va a leggersi direttamente il file su disco con

le nuove modifiche, e non ha bisogno che le impo stazioni vengano "fissate" nel bootsector, come avviene per LiLO.

Con il comando f ind è possibile andare alla ricerca di particolari file; inoltre, con il

comando cat, è possìbile visualizzarne il contenuto...

occhio alla sicurezza!

->


RIQUADRO 1

root, la modalità dello schermo ecc.

initrd: nel caso in cui sia necessario un ramdisk,

Reinstallare GBUB?

bisogna indicarlo successivamente alla specifica del

kernel, seguendo le stesse modalità viste sopra. Nel caso vi sia la necessità di reinstallare il boot loader sul disco perché, ad esempio, qualche sistema lo ha cancellato senza avvertire, è sufficiente avviare una shell di GRUB da un floppy o da un cdrom e digitare i seguenti comandi: grub>

finti

Questi parametri sono sufficienti perché un sistema venga avviato.

Nel caso si fosse nella console interattiva, il coman do title non andrebbe ovviamente utilizzato men

/boot/grub/stagel

tre, per avviare il sistema dopo aver impostato tutti

(hd9,4)

i parametri, si sarebbe usato il comando boot.

(hdS.S)

Nei caso si voglia avviare un sistema dotato di un

si rintraccia la partizione che contiene i file di stage.

proprio bootloader, come Windows, oppure un altro Linux con, ad esempio, LiLO installato sulla partizio

grub>

root

ne di root, sono necessari altri parametri, come

(hd8,4)

Filesystem type ìs extZfs, grub> setup

partition type 9x83

Checking

if

Vboot/grub/stagel" exists...

Checking

if

Vboot/grub/stage2" exists,^. yes

Checking if Running

nell'esempio seguente:

<hde) yes

Vboot/grub/e2fs_stagel 5" txl»ts...

'embed /boot/grub/e2fs_stagel_5 22

title Windows

yes

(hde)*... sectors are embedded.

succeeded

Running

"instali /boot/grub/stagel (hdO)l+22

/boot/grub/menu.lst"...

(hdB.Q)

chainloader

*1

rootnoverify: anziché utilizzare il comando root,

thdG) p

rootnoverify makeactive

(hdQ,4}/boot/grub/stage2

succeeded

viene utilizzato, questa volta, rootnoverify: è infatti possibile che GRUB non riesca a montare la parti zione "particolare", né ha bisogno di farlo, e quindi

Done.

vengono evitati tutti i controlli. Dopo aver impostato, con il comando root, la partizione con

makeactive: prima del boot sarà anche necessario

tenente gli stage tra quelle presenti, il comando setup (hdO)

rendere attiva la partizione abilitando l'apposita

installa il bootloader nel MBR. Se si fosse voluto installare GRUB su una partizione al posto di (hdQ| si sarebbe dovuto indicare (hdO,4) ad esempio.

flag con questo comando, affinchè non vi siano pro blemi con alcune versioni di Windows.

Per creare un floppy di boot con GRUB, è sufficiente digitare il

chainloader: indica a GRUB che dovrà essere ese

seguente comando (attenzione, il contenuto del floppy sarà

guito il bootloader che si trova nel primo settore

distrutto):

(+1) della partizione di root specificata. Questo valo re è generalmente standard.

# cat

stagel stage2 > /dev/fdO

Una volta creato il file di configurazione, pur se non

necessario come detto precedentemente, è possibi per la scelta: vediamo come queste siano presenta

le installare GRUB sul Master Boot Record:

te nel file di configurazione, che, 19 in genere, è /boot/grub/menu.lst:

title root

# grub-install /dev/hda

j

linux (hdfl,4)

kernel

/boot/vmlinuz

rooWdev/sdaS devfs=no«oiint

initrd

/boot/initrd-test.img

acpi=ht splash=silent vga=788

Installatiti

finished.

No error

reported.

This is thè contents of thè device tnan /boot/grub/device.map. If any of script

thè lines is

Check if

this

incorrect.

fix

is

correct or

it and

not.

re-run thè

grub-instali'.

<nd6)

/dev/sda

(fdS)

/dev/fde

Analizziamo in dettaglio le opzioni presentate: Come si apprende dalla prima riga non vi sono erro

titfe linux: è, come si può facilmente intuire, il tito

ri, e al prossimo reboot verrà presentata la shell di

lo della sezione, l'etichetta che compare a video.

GRUB. Viene inoltre visualizzato l'elenco dei device,

root (hdO,4): indica il disco e la partizione di root

con il rispettivo nome Linux: è necessario verificare

all'interno della quale si andranno a cercare i file di

questi valori, altrimenti il sistema potrebbe non

stage, in questo caso il primo disco e la prima parti

avviarsi correttamente se, ad esempio, GRUB consi

zione logica (il nostro sistema è SCSi, quindi sda5).

derasse hdO un disco diverso da quello evidenziato.

kernel: dopo tale comando deve essere specificato

Se si vuole installare GRUB sul boot sector di una

il nome del kernel {vmlinuz), comprensivo del per

partizione e non nel MBR del disco, sarà sufficiente

corso per raggiungerlo (/boot). eventualmente pre

indicare nel comando grub-install la partizione

ceduto dalle coordinate per identificare ìl disco e la

desiderata, ad esempio /dev/hda2 {anziché hda).

partizione se non sono quelle di default specificare

Dopo aver popolato il menu.lst per la scelta dei

dalla direttiva root precedente. Successivamente al

sistemi da avviare, può essere conveniente impo

percorso possono essere passati tutta una serie di

stare ['opzione di default da utilizzare se non vi è

parametri al boot e, in particolare, la partizione di

alcun input da parte dell'utente.


RIQUADRO 2

Abbellire GRUB...

Un occhio alla sicurezza La console che GRUB mette a disposizione potrebbe

Praticamente tutte le distribuzioni adottano un'immagine di

essere utilizzata in modo poco consono nel vostro

sfondo per rendere più gradevole esteticamente il menu di

sistema: già, perché al momento del boot non ci

boot. Questa immagine viene indicata dalla direttiva

sono permessi che tengano, e avere la possibilità di

splashimage. Ad esempio:

accedere al filesystem direttamente rende possibile la visione del contenuto dei file senza troppi proble

spla5lumage=(hdO, U/boot/grub/immogine.xpm.gz

mi (vedi figura 3).

Ricordate che l'immagine deve avere una dimensione di

GRUB mette a disposizione la direttiva password,

640x480 pixel, e i colori dovranno essere limitati a 14: utiliz

che permette di bloccare l'accesso alla console o

zando GIMP, la limitazione del colore può essere effettuata tra

l'avvio di una particolare voce del menu (ad esem

mite il menu Mode -> Indexed e specificando 14 nella prima

pio relativa all'avvio di sistemi poco sicuri, come

voce ("Generated Optimum Paletto"). Potete anche variare fé

modalità di dithering dei colori nel menu sottostante, per verificare quale effetto dia il risultato migliore.

DOS o Windows 98) a seconda della posizione dove viene inserita. Se tale direttiva compare prima delle

Salvate l'immagine in formato XPM e, subito dopo, utilizzate

sezioni title protegge tutta la configurazione, impe

gzip per comprimerla.

dendo la modifica dei parametri di boot e quindi

anche la comparsa della shell: servirà premere il # gzip immagine.xpir

tasto p ed inserire la password impostata perché

A questo punto potrete spostare il file così ottenuto nella directory /boot/grubcome indicato nella direttiva vista sopra.

vengano permesse le modifiche.

Se, invece, la direttiva password viene inserita all'interno di una sezione title. la password indicata nella direttiva dovrà essere inserita perché sia pos sibile l'avvio di tale voce.

Un esempio fugherà ogni dubbio:

password

titte

ian

secret

linun

kernel

(hdB.ei/boot/vmlinuz

initrd

(hdB,e)/boot/initrd-test.i»g

password

Llnux "Woody"

shhh

shhh another secret

sono state inserite due password diverse per due diverse funzionalità: con la prima si protegge la

possibilità di modificare le voci di menu ed entrare nella modalità console, con la seconda si protegge l'avvio della voce "linux", per la quale viene richie sta una ulteriore password, diversa dalla prima.

L'istruzione da utilizzare in questo contesto è

Se siamo paranoici e !e credenziali in chiaro nel file

"default n" dove n è il numero d'ordine di ogni voce

di configurazione non ci piacciono. GRUB mette a

numerandole a partire da 0.

disposizione la possibilità di inserire solo gli tìasri delle parole chiave, effettuando una comparazione

successiva. E' sufficiente utilizzare il comando md5crypt da dentro la console di GRUB, oppure Questa opzione però ha un senso solo se è specifi

grub-mdB-crypt da riga di comando, e digitare la

cato un tempo massimo per effettuare fa scelta dei

password che sì vuole criptare: verrà restituito un

sistema operativo- Possiamo impostarla utilizzando

hash che andrà copiato nel file di configurazione, in

"timeout n" dove n questa volta è il tempo massi

questo modo:

mo di attesa, espresso in secondi. # grub-radS-crypt timeout

38

Password:

Retype password:

Questa direttiva farà in modo di avviare in automa

Sl$lrLnwOSvQTPe]e8KusaY55Bo7iOU/

tico l'etichetta scelta come default se l'utente non avrà premuto un qualsiasi tasto entro 30 secondi.

Nel file di configurazione la direttiva password

Con l'opzione "fallback" potremo inoltre specificare

diventerà quindi:

una ulteriore voce da caricare qualora quella speci ficata in default non vada a buon fine.

password

mtlB

$ì$lrLiiw9SvQTPeje8KusaY5S8g7iOU/

Come si vede, è stata aggiunta l'opzione --md5: senza di essa GRUB considera la password in chia

©28

Imposterà come voce di riserva la seconda voce nel

ro. Attenzione a copiare perfettamente ogni singo

file di configurazione.

lo carattere, pena il mancato accesso.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.