Warburg Institute Colloquia
Edited by Charles Burnett and Jill Kraye
Palaeography, Manuscript Illumination and Humanism in Renaissance Italy: Studies in Memory of A. C. de la Mare
Edited by Robert Black, Jill Kraye and Laura Nuvoloni
The Warburg Institute
London 2016
Abbreviations
ACapF = Florence, Archivio Capitolare
ACapP = Pistoia, Archivio Capitolare
AG = Mantua, Archivio di Stato, Archivio Gonzaga
Ambrosiana = Milan, Biblioteca Ambrosiana
Archive DLM = Oxford, Bodleian Library, Archive A. C. de la Mare
Arch. di S. Pietro = Biblioteca Apostolica Vaticana, Archivio del Capitolo di S. Pietro
Arsenal = Paris, Bibliothèque de l’Arsenal
ASF = Florence, Archivio di Stato
Balliol = Oxford, Balliol College
BAV = Vatican City, Biblioteca Apostolica Vaticana
BBU = Bologna, Biblioteca Universitaria
BCAr = Arezzo, Biblioteca Comunale Città di Arezzo
BCathP = Pisa, Biblioteca Cathariniana
BCCort = Cortona, Biblioteca del Comune e dell’Accademia Etrusca
BCF = Lucca, Biblioteca Capitolare Feliniana
BCGB = Massa Marittima, Biblioteca Comunale Gaetano Badii
BCGim = San Gimignano, Biblioteca Comunale
BCGu = Volterra, Biblioteca Comunale Guarnacci
BCS = Siena, Biblioteca Comunale degli Intronati
Bertoliana = Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana
BL = London, British Library
BML = Florence, Biblioteca Medicea Laurenziana
BNCF = Florence, Biblioteca Nazionale Centrale
BNCR = Rome, Biblioteca Nazionale Centrale
BnF = Paris, Bibliothèque nationale de France
Bodleian = Oxford, Bodleian Library
BRill = Poppi, Biblioteca Comunale Rilliana
BRon = Prato, Biblioteca Roncioniana
BSB = Munich, Bayerische Staatsbibliothek
BSLu = Lucca, Biblioteca Statale
CUL = Cambridge, Cambridge University Library
Casanatense = Rome, Biblioteca Casanatense
Christ Church = Oxford, Christ Church
Corsiniana = Rome, Biblioteca dell’Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
Durazzo = Genoa, Biblioteca Durazzo
Ep. = Leonardo Bruni, Epistulae familiares
Escorial = El Escorial, Real Biblioteca de San Lorenzo de El Escorial
ABBREVIATIONS
Fitzwilliam = Cambridge, Fitzwilliam Museum
Forteguerriana = Pistoia, Biblioteca Comunale Forteguerriana
GUL = Glasgow, University Library
Leiden/Leida, UB = Leiden, Universiteitsbibliotheek
Lilly = Bloomington, Indiana University, Lilly Library
MAP = Florence, Archivio di Stato, Mediceo avanti il principato
Marciana = Venice, Biblioteca Nazionale Marciana
MHorne = Florence, Museo Horne
NA = Florence, Archivio di Stato, Notarile antecosimiano
NAL = London, Victoria and Albert Museum, National Art Library
NBN = Naples, Biblioteca Nazionale, Vittorio Emanuale III
NYPL = New York, New York Public Library
ÖN = Vienna, Österreichische Nationalbibliothek
OSK = Budapest, National Széchényi Library (Országos Széchényi Könyvtár)
Padua/Padova, BU = Padua, Biblioteca Universitaria
Padua/Padova, Capitolare = Padua, Biblioteca Capitolare
Pistoia, AC = Pistoia, Archivio Capitolare
Plut. = Pluteus/Pluteo
PML = New York, Pierpont Morgan Library and Museum
Ransom = Austin, University of Texas, Harry Ransom Center
Riccardiana = Florence, Biblioteca Riccardiana
St Gall, SB = St Gall, Stadtbibliothek
SBB-PK = Berlin, Staatsbibliothek zu Berlin – Preußicher Kulturbesitz
The Hague, KB = The Hague, Koninklijke Bibliotheek
Toledo = Toledo, Catedral de Toledo, Archivo y Biblioteca Capitulares
Trivulziana = Milan, Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana
Vallicelliana = Rome, Biblioteca Vallicelliana
VBU = Valencia, Biblioteca Universitaria
Verona, Capitolare = Verona, Biblioteca Capitolare
Foreword
Albinia de la Mare (1932–2001), OBE, FBA, Professor of Palaeography at King’s College London (1989–97), was one of the last century’s outstanding palaeographers and the world’s leading authority on Italian Renaissance manuscripts. On 17–19 November 2011 a conference was held at King’s College and the Warburg Institute to honour her memory, and the present volume offers revised versions of most of the papers read on that occasion, as well as three additional contributions.
An academic committee – comprised of Robert Black, Alison Brown, David Chambers, Cristina Dondi, David Ganz, Martin Kauffman, Jill Kraye, Laura Nuvoloni, Michael Reeve and Stefano Zamponi – helped with the planning of the conference and the subsequent collection of papers.
The editors would like to thank The Bibliographical Society and The International Palaeographical Society for assisting with the costs of the conference. They are particularly grateful to the Lila Acheson Wallace Publications Fund of Villa I Tatti, The Harvard University Center for Italian Renaissance Studies, for a generous grant towards the publication of this volume. They should like to record their gratitude to the Warburg Institute for publishing this collection.
Robert Black
Jill Kraye
Laura Nuvoloni
I primi anni della scrittura umanistica. Materiali per un aggiornamento1
Teresa De Robertis
Per chi si occupa di scrittura umanistica o semplicemente di storia e tradizione dei testi nel o del Quattrocento italiano è perfettamente chiaro che il titolo di questa relazione ripete quasi alla lettera quello di un importante intervento di Albinia C. (Tilly) de la Mare pubblicato nel 1977, ‘Humanistic Script: the First Ten Years’.2 Confido che la ripetizione mi sia perdonata, comprendendone lo spirito: rendere omaggio alla memoria di Tilly e al suo lavoro di studiosa, l’una e l’altro così preziosi per tutti noi.
Ciòchepropongoèunresocontosinteticodellostatodellenostreconoscenzeriguardo allafaseinizialeeformativadellascritturaumanistica,bensapendoche,alparagonediciò che avrebbe saputo fare e dire Albinia de la Mare, il proposito è temerario. Credo tuttavia cheunaggiornamentononsiasoloutile,maormainecessario,consideratoquantolastessa de la Mare è venuta segnalando in seminari pubblici o in articoli apparsi dopo il 1977 e quanto continua ad emergere grazie a ricerche che devono moltissimo ai suoi lavori.
Prima di procedere con la presentazione di qualche nuovo caso, significativo in sé o per ciò che dice su un piano più generale, può essere utile ribadire che le ragioni di un interesse così acuto per la prima fase della restaurazione della littera antiqua non dipendono solo dallo straordinario profilo intellettuale dei protagonisti, dal rilievo che i codici da loro trascritti hanno per la storia della tradizione o dalla qualità estetica dei libri prodotti facendo ricorso alla nuova e insieme antica scrittura. Per un paleografo studiare la prima fase della littera antiqua rappresenta un’occasione rara, che non è data per nessun altro snodo importante della storia della scrittura latina: osservare una mutazione grafica mentre è in atto, potendone seguire l’evoluzione quasi giorno per giorno. Altro motivo d’interesse è che questo cambio grafico si realizza in pochissimo tempo, in ambienti ben individuati ed è documentato da fonti che permettono di conoscere il pensiero dei protagonisti riguardo ai loro tentativi, al senso del loro esperimento.3
1 Abbreviazioni utilizzate: APP. = APPENDICE; c. = circa, cart. = cartaceo; trad. = traduzione.
2 A. C. de la Mare, ‘Humanistic Script: the First Ten Years’, in Das Verhältnis der Humanisten zum Buch, a cura di F. Krafft e D. Wuttke, Boppard, 1977, pp. 89–110.
3 I motivi ideologici della riforma grafica umanistica sono analizzati in rapporto alle fonti da E. Casamassima, ‘Per una storia delle dottrine paleografiche dall’Umanesimo a Jean Mabillon’, Studi medievali, 5.2, 1964, pp. 525–78. Il programma di tale riforma – ma è più giusto parlare di restaurazione – mira al recupero integrale di un modello di libro ‘antico’, individuato nel codice di studio del XII secolo, di cui si riprendono la scrittura, la decorazione e persino alcune pratiche costruttive: la pergamena invece della carta (il cui uso è limitato a copie di lavoro), la rigatura a secco, la disposizione del testo a piena pagina, il formato stesso del codice. Stando a quanto dicono le date e la provenienza dei manoscritti, il primato spetta a Firenze e, quanto alla scrittura, l’imitazione del modello del sec. XII si realizza adottando lettere che, per morfologia o per posizione, sono individuate come ‘antiche’: la congiunzione espressa attraverso la legatura & al posto della nota tachigrafica 7; s diritta non solo all’interno ma
TERESA DE ROBERTIS
L’articolo di Albinia de la Mare del 1977 si presentava come un aggiornamento dei profili, da poco apparsi nel suo The Handwriting of Italian Humanists del 1973,dei due principali protagonisti della cosiddetta riforma grafica umanistica, Niccolò Niccoli (1364/5–1437, attività documentata dal 1397 c.) e Poggio Bracciolini (1380–1459, attività documentata dal 1400 c.), e al tempo stesso come ripresa e integrazione del breve elenco dei più antichi codici in scrittura umanistica che già Ullman aveva ritenuto utile inserire nel quarto capitolo, intitolato ‘Diffusion of the script – The first decade’, di The Origin and Development of Humanistic Script, in cui codici e copisti sono elencati in ordine cronologico a formare una sorta di diario della riforma grafica umanistica per gli anni 1403–13.4
Ho pensato di fare qualcosa di analogo, preparando un nuovo elenco (APPENDICE) in cui ho integrato le notizie di manoscritti in scrittura umanistica noti al 1977 con quanto è stato segnalato in studi successivi e con qualche inedito. Perché sia subito evidente come è cambiato il panorama, ho distinto con una freccia (▶) sia i manoscritti ‘nuovi’, cioè individuati dopo il 1977, sia i cambi di attribuzione o le nuove proposte di datazione riguardanti manoscritti già noti; l’asterisco (*) indica, invece, alcune situazioni particolari, di cui dirò più avanti. Per ogni codice i rinvii bibliografici sono limitati all’essenziale: prima attribuzione o segnalazione del rilievo paleografico del manoscritto; precisazioni importanti riguardo la data, la mano o la scrittura; riproduzioni.5 In omaggio
anche in fine di parola; d con asta diritta al posto della variante onciale, con asta obliqua; r diritta dopo curva al posto della variante cosiddetta tonda; g costituita di due sezioni circolari collegate da un breve tratto verticale; e con cauda e talora il nesso æ per il dittongo; maiuscole di derivazione capitale nel testo. Come testimoniano i codici qui elencati, soprattutto all’inizio il procedimento fu tutt’altro che lineare, tanto che questi elementi si combinano in proporzioni variabili in un tessuto che rimane per molti aspetti ancora ‘gotico’ (si veda su questo il contributo in questo volume di S. Zamponi, ‘Aspetti della tradizione gotica nella littera antiqua’). Decisivi per la conoscenza di questa prima fase sono naturalmente i lavori di Ullman e de la Mare: B. L. Ullman, The Origin and Development of Humanistic Script, Roma, 1960; idem, The Humanism of Coluccio Salutati, Padova, 1963; idem, ‘More Humanistic Manuscripts’,in Calligraphy and Palaeography: Essays Presented to Alfred Fairbank on his 70th Birthday, a cura di A. S. Osley, Londra, 1965, pp. 47–53; A. C. de la Mare, The Handwriting of Italian Humanists, I.1, Oxford, 1973; eadem, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra); eadem, ‘Cosimo and His Books’, in Cosimo ‘il Vecchio’ de’ Medici, 1389–1464. Essays in Commemoration of the 600th Anniversary of Cosimo de’ Medici Birth, a cura di F. AmesLewis, Oxford, 1992, pp. 115–56; eadem, ‘A Palaeographer’s Odyssey’, in Sight and Insight. Essays on Art and Culture in Honour of E. H. Gombrich at 85, a cura di J. Onians, Londra, 1994, pp. 89–107; A. C. de la Mare e D. F. S. Thomson, ‘Poggio’s Earliest Manuscript?’, Italia medioevale e umanistica, 16, 1973, pp. 179–95. Altrettanto importanti – anche per l’apertura sul mondo veneto – gli studi di J. Wardrop, The Script of Humanism. Some Aspects of Humanistic Script 1460–1560, Oxford, 1963, di E. Casamassima, ‘Literulae Latinae. Nota paleografica’, in S.Caroti e S. Zamponi, Lo scrittoio di Bartolomeo Fonzio umanista fiorentino, Milano, 1974, pp. ix–xxxii, e di E.Barile, Littera antiqua e scritture alla greca. Notai e cancellieri copisti a Venezia nei primi anni del Quattrocento, Venezia, 1994. Ampia bibliografia, aggiornata al 2003, in S. Zamponi, ‘La scrittura umanistica’, Archiv für Diplomatik, Schriftgeschichte, Siegel- und Wappenkunde, 50, 2004, pp. 467–504 (485–92).
4 Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 79–89. Il decennio era calcolato da Ullman a partire dalla prima testimonianza della mano di Poggio Bracciolini, il MS BML, Strozzi 96, che attribuiva al 1402–3 c.
5 Faccio eccezione per i codici dei cosiddetti Plutei della BML (compresi i Plutei destri e sinistri, un tempo di Santa Croce, e i codici Gaddiani e Biscioni collocati nei Plutei 89–91 superiori e inferiori), per i quali rinvio implicitamente all’indirizzo http://teca.bmlonline.it, dove è possibile consultare i codici integralmente digitalizzati.
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
a Ullman, ho mantenuto come termine ultimo e del tutto convenzionale l’anno 1413. I codici sono ordinati cronologicamente; per i tanti manoscritti privi di data ho cercato, come ho potuto, di tradurre il giudizio paleografico o gli indizi di natura storico-filologica in una data approssimativa o in una forchetta d’anni; in subordine i manoscritti sono elencati per segnatura.
Scorrendo l’elenco, anche a uno sguardo frettoloso risultano subito chiari tre fatti: prima di tutto il significativo, ma non imprevedibile incremento del numero delle testimonianze, che rispetto al 1977 risultano più che raddoppiate: per il periodo 1402/3–1413 i manoscritti noti a Ullman erano tredici; con quanto Tilly de la Mare aveva successivamente segnalato, prima in The Handwriting of Italian Humanists poi in ‘Humanistic Script’, eravamo saliti a trentanove manoscritti; oggi ne conosciamo oltre ottanta; in secondo luogo, l’affacciarsi di nomi nuovi e di nuove mani anonime, quasi sempre con più codici, a dimostrazione del fatto che siamo di fronte a copisti attivi in modo non episodico, con significativa presenza, accanto ai fiorentini, di copisti di provenienza settentrionale. Tuttavia il dato più interessante mi sembra il terzo, ovvero il deciso arretramento all'ultimo decennio del Trecento di manoscritti che testimoniano la nuova scrittura in forme già compiute o che documentano fasi più o meno avanzate della sua elaborazione. In altre parole, i dieci anni fondativi per la storia della littera antiqua oggi non sono più quelli indicati da Ullman nel 1960.
Anche questo dato, tuttavia, non era del tutto inatteso. Sia Ullman sia Tilly de la Mare hanno più volte sottolineato come il momento della rottura con la tradizione gotica e dell’elaborazione di un nuovo modello di libro e in esso – e per esso – di una nuova scrittura, fosse da collocare alla fine del Trecento. Fino a non molto tempo fa, però, questa fase sperimentale è sembrata sfuggire ad ogni tentativo di individuazione, tanto che la scrittura umanistica, all’alba del Quattrocento, sembrava nascere all’improvviso e già perfetta, come Venere dalla schiuma del mare, nelle mani di Niccoli o Poggio. Alcuni recenti fortunati ritrovamenti hanno permesso di gettare nuova luce sul momento decisivo dell’elaborazione, senza il quale non è possibile comprendere a pieno né come si sia venuta costruendo la scrittura ‘all’antica’, né la reale portata della rottura con la tradizione che la precede e che per lungo tempo continua a scorrerle al fianco.
Qualche anno fa, ad esempio, è stato possibile individuare nel manoscritto Riccardiana, 264 (APP. n. 5), databile ad un periodo anteriore al 1397,6 la mano di Niccolò Niccoli nel primo stadio dell’antiqua. Il riconoscimento è avvenuto grazie al fatto che nel codice sono documentati, momento per momento, tutti i passaggi attraverso i quali Niccoli costruisce una scrittura ‘all’antica’: dunque, partendo dal risultato finale, si è recuperata
6 Il greco a testo è scritto in un improbabile alfabeto maiuscolo; dopo l’arrivo di Crisolora a Firenze, Niccoli, senza aver davvero imparato il greco, è però in grado di utilizzare veri caratteri maiuscoli, ad esempio nei MSS BML, Pluteo 49.7 e S. Marco 328: si veda T. De Robertis, ‘Nuovi autografi di Niccolò Niccoli (con una proposta di revisione dei tempi e dei modi del suo contributo alla riforma grafica umanistica)’, Scrittura e civiltà, 14, 1990, pp.105–21 e tav. 7.
TERESA DE ROBERTIS
la sua scrittura – o sarebbe forse meglio dire una delle sue scritture – di base. Il manoscritto Riccardiana, 549 (APP. n. 43; Fig. 1) è un caso del tutto simile di trasformazione graduale di una littera textualis, brutta e incerta, in un’antiqua compiuta. Il copista è Luigi di ser Michele Guidi, il cui nome, fino a non molto tempo fa, era del tutto ignoto alle cronache della riforma grafica umanistica, anche se ciò non aveva impedito a Tilly de la Mare di segnalare la qualità e la precocità di questa mano, per lei anonima, e di attribuirle un notevole numero di codici. 7
I due manoscritti della Biblioteca Riccardiana sono importanti non solo perché permettono di osservare come i copisti riescano a modificare la propria scrittura, attraverso quali passaggi e grazie a quali allografi giudicati ‘antichi’ o sufficienti a dare un gusto nuovo alla scrittura, ma anche perché ci fanno toccare con mano quanto forte possa essere il grado di divergenza, ovvero la distanza tra una littera antiqua compiuta e coerente e la scrittura di partenza, su cui si innesta il processo di trasformazione. La consapevolezza di questa divergenza ha una ricaduta anche pratica, nel campo dell’attribuzionistica o della paleografia di expertise, rendendoci molto più cauti nei nostri giudizi: da una parte nel diagnosticare sbrigativamente come ‘gotici’ alcuni strani ibridi grafici, dall’altra nell’operare distinzioni di mani semplicemente sulla base del tipo di scrittura adottata. Del resto il contributo di Zamponi in questa sede dimostra quanto sia forte il condizionamento, direi l’eredità positiva, della tradizione e della tecnica ‘gotica’ anche in codici che tendiamo a classificare come ‘all’antica’.8 In questo l’esperienza della preparazione della mostra su Salutati, che si è tenuta nel 2008 alla Biblioteca Laurenziana, è stata molto istruttiva: ha insegnato a guardare con rinnovata curiosità e forse con più attenzione a codici che fino a qualche tempo fa non avremmo valutato come possibili antefatti degli esperimenti di Niccoli o Poggio o come loro possibili alternative sulla strada della restaurazione della littera antiqua
Non posso nascondere che il notevole ampliamento del quadro testimoniale e il suo arretramento temporale sono anche la conseguenza di quella che può apparire – ma sono convinta che non sia – una forzatura del concetto di scrittura e di libro ‘all’antica’. Nell’APPENDICE,infatti, accanto ai codici che per scrittura, impaginazione e decorazione si definiscono senza equivoci come umanistici, sono presenti (contrassegnati dall’asterisco) altri codici che potremmo avere qualche difficoltà a collocare nel solco di quella rinnovata tradizione o che comunque attestano situazioni di forte ibridismo. Avverto, però, che la loro inclusione fra testimonianze della fase iniziale e sperimentale della littera antiqua è avvenuta sempre e soltanto in base ad un parametro oggettivo, ovvero la presenza – anche se limitata ad alcune parti del codice – di uno o più ‘marcatori antichi’: la legatura & per la congiunzione o anche, più rara, come uscita del verbo; la variante minuscola di s (ſ) anche in fine di parola, al posto della forma maiuscola; la
7 Un primo elenco in ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 104; si veda anche ‘Cosimo and His Books’ (nota 3 supra), pp. 149–50.
8 Zamponi, ‘Aspetti della tradizione gotica’ in questo volume.
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
variante minuscola o diritta di d al posto di quella onciale.9 Non ho invece considerato elementi sufficienti, in assenza degli altri marcatori, il dittongo espresso attraverso e cum cauda (ę) o la presenza di lettere di ispirazione capitale nei titoli o nel testo, in funzione demarcativa, che hanno una storia più antica anche in contesti che in nessun modo preludono a quella che sarà la scrittura ‘all’antica’.
Se sono soprattutto queste situazioni border line ad essere, per vari motivi, particolarmente degne di attenzione, va detto che sono comunque molti e significativi i codici compiutamente ‘all’antica’ emersi dopo il 1977. Si tratta, nella maggioranza dei casi, di nuove acquisizioni che vanno ad ampliare il catalogo di copisti già noti. Primo fra tutti Niccoli, al quale, oltre il ricordato manoscritto Riccardiana, 264, sono stati attribuiti: il manoscritto BML, S. Marco 612(APP. n. 32) e un frammento di Agostino usato come guardia nel manoscritto Bodleian, Canonici Ital. 131 (APP. n. 39), entrambi risalenti alla fase in cui Niccoli, avvalendosi dell’aiuto di Poggio, costruisce il segmento moderno, ma ‘all’antica’, della sua biblioteca, databile al periodo 1400–1403; il restauro delle parti danneggiate del Tolomeo manoscritto BAV, Vat. lat. 2056 (APP n. 60), realizzato poco dopo la morte di Salutati; infine, con qualche incertezza, il manoscritto BML, Pluteo 41.10 (APP. n. 17), databile al 1400 c. e un foglio del Pluteo 78.11, posteriore al 1406 (APP. n. 62) (Fig. 2).10 Ci sono poi novità che riguardano Poggio Bracciolini, la cui mano è stata individuata nel Properzio che costituisce lo strato inferiore del manoscritto BML, S. Marco 690 (APP n. 37) e in fascicoli copiati per sanare le lacune di due codici più antichi, rispettivamente Holkham Hall 303 (APP. n. 38) e BAV, Barb. lat. 65 (APP. n. 27). E infine novità anche a proposito della mano misteriosa che ancora non sappiamo se identificare con Antonio Corbinelli (1376/7–1425) o un suo copista di fiducia,11 di cui erano già noti a Ullman e de la Mare tre manoscritti della Biblioteca Laurenziana: Pluteo 51.4 (APP n. 48), Conv. Soppr. 111,
9 È ovvio che, nel giudicare una scrittura e, nel nostro caso, nel decidere della sua appartenenza al sistema ‘moderno’ o ‘all’antica’, non tutto si può risolvere in termini di presenza o assenza di determinte varianti di lettera. Tuttavia ho preferito seguire la traccia di questi marcatori (che rimangono dati incontrovertibili), piuttosto che affidarmi a giudizi generici (se non tradotti in grandezze misurabili e in osservazioni sistematiche) come quelli che fanno riferimento all’ariosità della pagina o alla rotondità della scrittura, alla pretesa diminuzione dell’uso dei nessi di curve (per cui rinvio al contributo in questo volume di Zamponi, ‘Aspetti della tradizione gotica’) o delle abbreviazioni, che sono effettivamente poche nel codice ‘all’antica’, semplicemente perché sono sempre state poche, in ogni epoca, nei testi classici o patristici che sono oggetto delle prime trascrizioni umanistiche.
10 Altri nuovi autografi di Niccoli di un poco più tardi sono: un fascicolo del MS BNCF, Conv. Soppr. J.VI.26: cfr. J. L. Butrica, ‘A New Fragment in Niccoli’s Formal Hand’, Scriptorium, 35, 1981, pp. 290–92 e tavv. 15–16); i ff. 1–173 del MS Riccardiana, 136, Plutarco, Vitae tradotte da Leonardo Bruni: cfr. De Robertis, ‘Nuovi autografi’ (nota 6 supra), pp. 105–10, tavv.1–4 e, con aggiornamenti bibliografici, I. Ceccherini, in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo, Catalogo della mostra, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 2 novembre 2008–30 gennaio 2009, a cura di T. De Robertis, G. Tanturli e S. Zamponi, Firenze, 2008, pp. 91–2.
11 de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp. 96–8. Per precisazioni e nuove proposte, si veda S. Gentile, ‘Questioni di autografia nel Quattrocento fiorentino’, in ‘Di mano propria’. Gli autografi dei letterati italiani, Atti del Convegno internazionale, Forlì, 24–7 novembre 2008, a cura di G. Baldassarri et al., Roma, 2010 pp. 185–210 (192–4). Sulla mano greca, si veda A. Rollo, ‘Sulle tracce di Antonio Corbinelli’, Studi medievali e umanistici, 2, 2004, pp. 25–95 (25–93).
TERESA DE ROBERTIS
del 1405(APP. n. 50) e Conv. Soppr. 131, del 1406 (APP. n. 55). A questo ‘copista del Corbinelli’ vanno attribuiti due nuovi codici. Il primo è il manoscritto BML, Pluteo 49.15 (APP n. 56; Fig. 3), di cui copia i ff. 1r–201r, mentre una seconda mano coeva, anch’essa ‘all’antica’ ma più incoerente, completa il lavoro: il codice è corredato da un’iniziale a bianchi girari tipica della fase iniziale e identica a quelle del manoscritto BML, Conv. Soppr. 131 e da titoli che, come è tipico di questo copista, mescolano lettere capitali, minuscole e onciali. È possibile che entrambe le mani abbiano lavorato attorno al 1406. Si tenga presente che il greco del testo, per cui erano stati lasciati spazi bianchi, è stato reintegrato (con l’aggiunta della traduzione interlineare) da Guarino, che soggiorna a Firenze dal 1410 al 1414, ospite in casa di Corbinelli. Il secondo è il manoscritto BML, Pluteo 20 sin.11: il ‘copista di Corbinelli’ copia il fascicolo iniziale (ff. 55r–64v) della seconda sezione del codice (Pompeo Trogo, APP. n. 49) (Fig. 4), completata da una seconda mano e datata in fine 1405. Una data anteriore al1405 per l’intervento del ‘copista di Corbinelli’ è suggerita anche dalla somiglianza della scrittura con quella del manoscritto BML, Pluteo 51.4 (ma più arcaica, ancora fortemente condizionata dalla tecnica ‘gotica’), che de la Mare considerava il più antico codice a lei noto di questa mano (APP. n. 48). Ho l’impressione che a questo copista si possano attribuire anche i ff. 15v–60r di BML, Pluteo 76.2 (APP. n. 7) (Fig. 11).
Se non in tutto, in gran parte nuovo è il gruppo di cinque codici copiati in un’antiqua di tipo poggiano dal già ricordato Luigi di ser Michele Guidi, datati o databili fra il 1404 e il 1410: BML, Plutei 34.33 (APP. n. 46), 37.2 (APP. n. 44) (Tav. 1), 38.3 (APP. n. 72) e Conv. Soppr. 119 (APP. n. 47); BL, Harley 2648 (APP. n. 73). Gruppo che si distingue per l’eccezionale qualità delle iniziali a bianchi girari (il solo Pluteo 38.3 ha una bordura e iniziali ‘gotiche’, nello stile fiorentino degli Angeli), eseguite da una mano che non mi sembra avere riscontri in altri codici del periodo, ciò che farebbe pensare al copista stesso. In particolare segnalo quelle del manoscritto Conv. Soppr. 119 in cui si riconosce il primo accenno – sebbene nella forma della citazione puntuale di modelli del sec. XII – di quello che sarà il fregio marginale su fondo blu tipico del codice umanistico di ispirazione fiorentina. Nel manoscritto BL, Harley 2648, inoltre, è attestato il primo esempio datato (1410) di cornice a bianchi girari. Con una decina di codici al suo attivo (in APP.ho indicato solo i più antichi),12 il notaio Luigi di ser Michele Guidi (1391–1461) si rivela un copista di tutto rispetto e, per di più, precocissimo: a soli 13–14 anni trascrisse il manoscritto BML, Pluteo
12 Elenco in X. van Binnebeke, ‘Per la biblioteca di Cosimo e Lorenzo de’ Medici e la produzione di manoscritti a Firenze nel primo Rinascimento’, Rinascimento, 41, 2001, pp. 199–233 (218); T. De Robertis, ‘I percorsi dell’imitazione. Esperimenti di litteraantiqua in codici fiorentini del primo Quattrocento’, in I luoghi dello scrivere da Francesco Petrarca agli albori dell’età moderna, a cura di C. Tristano et al., Spoleto, 2006, pp. 109–34 (113–26). Diversamente da quanto indicato in S. Bertelli, La Commedia all’antica, Firenze, 2007, pp. 55–6, 132 e 158, non sono stati copiati da Luigi di ser Michele, benché sicuramente della stessa mano, i MSS Roma, Fondazione Caetani (APP. n. 80) e BML, Pluteo 90 sup. 132.
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
34.33, datato 1404. Il cognome Guidi è novità recente, risultato delle ricerche di Luisa Miglio.13 Come notaio Luigi appare inserito nell’ambiente umanistico: in uno dei suoi primi atti (1411) ebbe come testimoni Niccoli e Leonardo Bruni; fu lui, inoltre, a raccogliere un primo testamento di Poggio.
Ci sono infine altri due codici in littera antiqua, con precoci iniziali a bianchi girari, a mio parere sicuramente anteriori al 1410. Il primo (BML, Pluteo 76.4; APP. n. 57) (Fig.5) è praticamente un gemello del manoscritto BML, Conv. Soppr. 131, datato 1406 e di mano del ‘copista del Corbinelli’. Nel secondo manoscritto (MS Riccardiana, 514; APP n. 58) (Fig. 6), la sezione che contiene la traduzione di Leonardo Bruni di Basilio, Ad iuvenes, potrebbe essere stata concepita come una plaquette ‘all’antica’ per il dedicatario della traduzione, Coluccio Salutati, e copiata forse intorno al 1404/5 nel pieno della discussione intorno all’opportunità di leggere i classici pagani. Con molta cautela, vista l’incertezza che ancora regna al riguardo,14 ho suggerito di valutare se il copista non possa essere il Bruni. Comunque sia, la mano del Riccardiano appare molto vicina a quella di un altro codice (BML, Pluteo 76.26; APP n. 19) (Fig. 7), da ricondurre a una fase anteriore, di prima sperimentazione della scrittura umanistica.
Vengo all’altro versante, cioè al gruppo di codici che, come si è detto, sono l’immediato antefatto delle innovazioni di Niccoli o di Poggio Bracciolini e che presentano, talvolta immersi in una sostanza ancora ‘gotica’, quelle forme di lettera ‘antiche’ grazie alle quali si comincia a costruire l’edificio della nuova littera antiqua, secondo un procedimento che è chiaramente testimoniato nel manoscritto Riccardiana, 264 di mano di Niccoli o in un breve inserto nel manoscritto BML, S. Marco 284, l’unico esperimento davvero umanistico di Salutati (APP. n. 59). È chiaro che in questa situazione, a cavallo tra due mondi, tra due culture grafiche, si vengono a trovare copisti che, per ragioni di età, hanno imparato a scrivere e hanno esercitato l’arte della scrittura in un epoca in cui l’unico orizzonte possibile era quello delle litterae modernae. Così è successo a Salutati o a Niccoli e, in misura molto minore, a Poggio e Luigi di ser Michele; così non succederà più ai copisti di età successiva, che al massimo si troveranno a dover scegliere, secondo le circostanze, tra l’una e l’altra scrittura, non più a trasformare una scrittura nell’altra.
L’elenco si apre con tre codici copiati da Salutati,15 che entra a buon diritto in questa lista non solo per l’integrazione in antiqua al testo di Plinio nell’appena ricordato S. Marco 284, ma in quanto, a mia conoscenza, è il primo a usare, anche se solo in alcuni codici, la
13 L. Miglio, ‘Un copista Carneade?’, in In uno volumine. Studi in onore di Cesare Scalon, a cura di L. Pani, Udine, 2009, pp. 395–406.
14 P. Viti, Leonardo Bruni e Firenze. Studi sulle lettere pubbliche e private, Roma, 1992, pp. 275–307. Ma si veda anche il contributo di James Hankins in questo volume, ‘Latin Autographs of Leonardo Bruni’.
15 Segnalo un nuovo breve intervento autografo di Salutati in scrittura di matrice notarile, a integrazione di un passo mancante, nel MS BML, Edili 186 (Floro), f. 1r–v; sul codice si veda M. D. Reeve, ‘The Transmission of Florus’s Epitoma de Tito Livio and the Periochae’, Classical Quarterly, 38, 1988, pp. 477–91 (483–4), e idem, ‘The Transmission of Florus and the Periochae again’, ivi,41, 1991, pp. 453–83 (464–5).
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legatura &, vale a dire il più macroscopico dei marcatori antichi.16 Se è chiaro che, all’altezza degli anni Settanta-Ottanta del Trecento, la presenza di & è un semplice intarsio, ha il valore di una citazione erudita che non trasforma la sostanza grafica in cui è immersa, è ritengo innegabile che sia stato questo allografo ad aprire la strada all’osservazione e al recupero degli altri marcatori.
Fin dai primi lavori di Ullman è risultato evidente che Salutati fu al centro di un’attività di trascrizione riguardante opere sue, che così diffondeva in edizioni autorizzate e sorvegliate, o testi che riusciva a procurarsi grazie alle sue innumerevoli relazioni e che venivano esemplati in copie con caratteristiche grafiche e codicologiche ben riconoscibili. Al momento è possibile collegare a Salutati una quarantina copisti, di cui nove con più manoscritti all’attivo;17 gli altri sembrano collaboratori più occasionali, tra i quali Poggio, cui si deve il manoscritto BML, Strozzi 96 (APP. n. 51). Una parte consistente di questa impressionante squadra di copisti era formata dal personale della cancelleria del Salutati, da lui appositamente addestrato, come dimostra la copia del Timaeus e del De legibus nel manoscritto BNCF, Magl. XXIX 199, ff. 92–123 (APP n. 3).18 Su Iacopo Angeli, il più noto di questi coadiutori-copisti, non mi soffermo, in quanto oggetto del già citato contributo di Zamponi,19 se non per segnalare che il manoscritto Holkham Hall 371 (attribuitogli in verità con molta cautela) è invece da assegnare a un diverso copista che opera nell’orbita di Salutati, sul quale vorrei invece soffermarmi per sottolinearne la grande versatilità, la precocità e l’importanza che sembra avere per la storia della decorazione a bianchi girari.
La mano di questo ignoto copista (che indico convenzionalmente come Copista del 1397) è riconoscibile in tre codici ‘gotici’ e perciò non presenti in APP.,vale a dire i manoscritti Holkham Hall 371 (Eusebio-Girolamo, Chronicon), BML, Pluteo 19 sin. 1 (ai ff. 171r–224r, integrazione di un Giuseppe Flavio del sec. XI), e BNCF, Conv. Soppr. J.I.25(contenenteiPerspectivadiJohnPeckhameappartenutoaSalutati).20 Allasuamano
16 La legatura & è presente anche nel carme Ytalie iam certus honos del Boccaccio trascritto da mano diversa dal resto del codice su una guardia del MS BAV, Vat. lat. 3199, considerato l’esemplare della Commedia di Dante inviato da Boccaccio a Petrarca fra il 1351 e il 1353 (ma sul problema della datazione del carme si veda M. Boschi Rotiroti, ‘Sul carme Italie iam certus honos del Boccaccio nel Vat. lat. 3199. Nota paleografica’, Studi Danteschi, 68, 2003, pp. 131–7, tav. I). Sul finire del Trecento ritroviamo &, in un contesto ‘gotico’, usata dalla mano che trascrive il carme Ytalie iam certus honos al f. 50r del MS BML, Strozzi 22. La più antica attestazione datata di & (1392) si ha nei ff. 47r–52r del MS BAV, Vat. lat. 3134 (APP n. 4), di mano di Ramo Ramedelli.
17 Un quadro aggiornato si troverà in I. Ceccherini e T. De Robertis, ‘Scriptoria e cancellerie nella Firenze del XIV secolo’ in Scriptorium. Wesen Funktion Eigenheiten, Comité international de paléographie latine XVIII. Kolloquium (St. Gallen 11.–14. September 2013), a cura di A. Nievergelt, R. Gamper, M. Bernasconi Reusser, B. Ebersperger, E. Tremp, Monaco, Bayerische Akademie der Wissenschaften, pp. 141–69.
18 Il caso è discusso da T. De Robertis e S. Gentile in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 308–12.
19 Si veda Zamponi, ‘Aspetti della tradizione gotica’, in questo volume, pp. 113–15, con le indicazioni relative agli altri codici ‘gotici’: MSS BAV,Vat. lat. 989 (ff. 57r–69v), 2063 (ff. 69r–115v) e 3110 (ff. 14r–17v e 54r–60v), Bodleian, Ital. e. 6, e Vallicelliana D.49 (ff. 188–246). Approfitto per segnalare come possibile altro autografo di Iacopo Angeli il MS BL, Burney 156 (Cicerone e ps. Cicerone, Philippica, Topica, Synonyma, De differentiis), di cui sono consultabili alcune immagini all’indirizzo http://www.bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts.
20 Per quest’ultimo si veda T. De Robertis, in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 290–91.
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sonodaricondurreanchetrecodicipiùomeno‘all’antica’:imanoscrittiBML,Plutei48.21 (APP. n. 6) (Fig. 9) e 76.2 (ff. 1r–12v; APP. n. 7) (Fig. 10) e BAV, Pal. lat. 903 (APP. n. 9).
Quest’ultimo, un Valerio Massimo, è il più antico codice datato (1397) in una scrittura che, pur con qualche discontinuità interna, può dirsi quasi pienamente ‘all’antica’, in cui troviamoperfinoalcuniimportantidettagli,comelecapitaliall’internooinfinediparola (adesempioaiff.6r e18r),chenormalmentesifannorisalireaAntoniodiMario.Ilcodice presentainoltreinizialiabianchigirariditalequalitàdaaverlefattesospettareun’aggiunta posteriore – ma non così de la Mare – o da far dubitare dell’autenticità della data. A mio parere la questione si risolve grazie ai manoscritti BML, Pluteo 76.2 e al più antico Pluteo 19 sin. 1. Nel primo, copiato in un’antiqua che rappresenta l’immediato antecedente del ValerioMassimoVaticano,sonogiàpresentiinizialiabianchigirari(anchesesoloinparte completate),chesonolaprovainequivocabiledellaprecoceintuizionedicomescritturae decorazione siano caratteri necessari e interdipendenti del nuovo modello di libro. Il secondo manoscritto testimonia una situazione singolare. Il copista, infatti, interviene a completare il testo delle Antiquitates dal libro XVII, in corrispondenza di un cambio di fascicolo, e lo fa in littera textualis, non preoccupandosi o non essendo ancora in grado, in quelmomento,diimitarelascritturapiùantica,mentreleinizialimaggioriabianchigirari e le minori, in rosso, sono la citazione puntuale di modelli romanici. Sono convinta che ancheleinizialisianodimanodelcopista:secosìfosse,saremmodifrontealprimotentativo di recupero del motivo a bianchi girari, seppure entro un contesto gotico. Ad una fase successiva–anterioreperòalBML,Pluteo76.2–èdaassegnareilmanoscrittoBML,Pluteo 48.21, in cui si riconosciamo il tipico codice ‘gotico’ che sarebbe piaciuto a Salutati, del tuttosimilequellichecommissionavaaisuoicopistiapartiredaglianniSettanta(inlittera textualis, di formato medio-piccolo, a piena pagina, con decorazione di sobria eleganza, fattadiinizialifiligranaterosseeblu):unlibro‘gotico’incuinondimenotroviamousatala legatura & in alternanza alla nota tachigrafica.
Un altro esempio di grande qualità, in cui è testimoniata una tappa intermedia sulla strada del recupero della littera antiqua, è costituito dall’unico foglio superstite di un codice delle Familiares, avente ora funzione di guardia nel MS Riccardiana, 2317 (APP. n. 13) (Fig. 8), databile agli ultimi anni del Trecento. Del primo decennio del secolo successivo è il manoscritto BL, Harley 5291, ancora un Cicerone (APP. n. 78), ancora una volta in una scrittura dall’inequivocabile sapore gotico nonostante la presenza regolare delle varianti ‘antiche’ e della decorazione del nuovo tipo.
Nel frattempo a Bologna lavorano altri due copisti di rilievo, probabilmente della stessa generazione del Copista del 1397. Il primo è Matteo di Giovanni Totti da Imola, che in quella città nel 1397 copia il manoscritto BBU, 2340 (APP. n. 8) e alla cui mano sono da attribuire altri tre codici, tutti in littera textualis a vari livelli di esecuzione, dal sapore vagamente salutatiano e con intarsi di varianti ‘antiche’: i manoscritti BAV, Vat. lat. 1645 e BML, Pluteo 37.5, entrambi contenenti le Tragedie di Seneca (APP. n. 15 e 16) e Corsiniana, 35.F.17 (Boccaccio, De casibus; APP. n. 24).
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Il secondo copista è Giovanni Berto da Cividale del Friuli, che nel 1402 copia i manoscritti BAV, Arch. di S. Pietro H.15 (APP. n. 26) e, nel 1404, BML, Pluteo 91 inf. 10 (APP n. 45):21 la sua è una littera textualis semplificata, di piccolo modulo, di grande regolarità e qualità, intessuta di stilemi di tradizione corsiva che affiorano soprattutto in fine di parola o di riga o nei titoli. Se, come mi sembra, a questo copista può essere attribuito anche il manoscritto Bodleian, Laud. lat. 70 datato 1409 (APP. n. 67), già segnalato da Ullman come esempio precoce anche se non del tutto coerente di antiqua, ancora una volta è evidente che la presenza di & in un contesto gotico è il primo sintomo di una possibile evoluzione in senso umanistico della scrittura: ha il valore di una dichiarazione di intenti.
Il foglio 1r del manoscritto BML, Pluteo 19 sin. 1, che ho prima ricordato, è stato ripassato da una mano posteriore con l’intento di ravvivarne la scrittura. Come ho già avuto modo di sottolineare,22 una tale circostanza rappresenta per un copista attento l’occasione per sperimentare le differenze di scrittura, per un confronto concreto tra il proprio modo di scrivere e l’antico. Sono ormai abbondantissime le prove che i primi esperimenti di littera antiqua si presentano come restauri di passi o fogli perduti di codici antichi (si veda da ultimo il fascicolo di mano di Poggio individuato da Marco Cursi nel manoscritto BAV, Barb. lat. 65, APP. n. 27): in queste circostanze copisti, per rispettare lo spazio a disposizione o per far sì che lo stacco di scrittura risulti il meno evidente possibile, sono costretti a fare i conti con ciò che hanno di fronte, con le caratteristiche materiali e grafiche del testo che devono completare. Il caso in assoluto più stupefacente è rappresentato dal fascicolo (ff. 148r–151v) contenente il Sommium Scipionis epremesso al commento di Macrobio nel MS Vallicelliana, C.54 (APP. n. 25): in questo caso però il rapporto non è tra il Somnium e il testo che gli sta a fianco e di cui costituisce integrazione, bensì tra il Somnium e l’antigrafo utilizzato. Come ha dimostrato Roberta Caldini,23 il codice non solo è descriptus del manoscritto BML, S. Marco 287 (del sec. XII e appartenuto al Niccoli), ma anche una sua copia fotografica (impressionante è, ad esempio, la riproduzione delle capitali della clausola finale ‘Ego somno solutus sum’).
Vorrei chiudere con un’ultima osservazione. I criteri che hanno guidato la compilazione della lista dei più antichi codici in scrittura umanistica hanno consentito di recuperare qualche precoce esperimento non fiorentino condotto – per quel che ne sappiamo – in modo indipendente: segnalo, accanto ai manoscritti di Matteo di Giovanni Totti da Imola e di Giovanni Berto da Cividale, due codici di origine lombarda, il manoscritto BnF, Lat. 5840 (APP. n. 22) e il problematico BL, Burney 208 (APP. n. 14), entrambi contenenti Valerio Massimo. In ambito veneto la più antica traccia di littera
21 È possibile che si debbano a questa mano anche i ff. 51r–57v (Argumenta epistularum Ovidii) del MS BML, Pluteo 91 sup. 23.
22 T. De Robertis in Coluccio Salutati (nota 10 supra), p. 325, a proposito del MS BML S. Marco 383.
23 R. Caldini Montanari, ‘Un codice protoumanistico del Somnium Scipionis’, Medioevo e Rinascimento, 23, 2009, pp. 133–54.
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antiqua ci è trasmessa da un manoscritto greco. Mi riferisco alla nota scritta nel 1406 a Costantinopoli da Guarino Veronese in ricordo dell’acquisto del manoscritto BAV, Pal. gr. 116 (APP n. 53): Guarino è a Bisanzio da qualche anno e non conosce, se non per quello che gli può aver raccontato Crisolora, ciò che si sta sperimentando a Firenze. Ma per quanto accurato e suggestivo possa essere stato questo racconto, si capisce che altra cosa è la conoscenza diretta delle testimonianze scritte, dei modelli utilizzati e dei prodotti dell’imitazione. Eppure, in questa lontananza, ignorando nel concreto quanto accade a Firenze, più o meno negli stessi anni, Guarino tenta la sua personale instauratio di una lettera ‘antica’. Due righe di scrittura sono davvero poco per stabilire un primato o delineare una discendenza e tuttavia alcuni elementi presenti in questa sottoscrizione, alcuni, per così dire, motivi ideali segneranno in modo profondo e duraturo tutto il ramo veneto dell’antiqua.
APPENDICE
Codici e copisti del primo periodo della scrittura umanistica.
1. *[1370 marzo c.] – BL, Additional 11987: Seneca, Tragoediae e Albertino Mussato, Ecerinis. Si vedano Ullman, Humanism (nota 3 supra), n. 103, tav. VI; de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 40 n. 1, tav. VIIe. Unico codice sottoscritto da Coluccio Salutati: f. 175v ‘Colucius Pyerius manu propria scripsi’; f. 189v ‘Colucius Pyerius scripsi’. Littera textualis, con legatura & in esecuzione semplificata per la congiunzione ed e caudata (ę) per il dittongo.
2. ▶*[1375 c ] – BML, S. Marco 165: Boezio, In Topica Ciceronis. Di mano di Salutati: si veda De Robertis in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 319–21. Littera textualis sobria e di modulo molto piccolo, con legatura & semplificata per la congiunzione (sempre alternativa alla nota tachigrafica) ed e caudata (ę) per il dittongo (o q caudata nel caso di quae).
3. *[1375 c.] – BNCF, Magl. XXIX 199, ff. 41r–49r: Cicerone, De partitione oratoria. Di mano di Salutati: si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 40 n. 2, tav. VIIh. In scrittura ‘cancelleresca’ con & semplificata per la congiunzione ed e caudata (ę) per il dittongo: primo caso finora noto di marcatori ‘antichi’ usati in contesto corsivo almeno una quarantina d’anni prima dell’esperimento compiuto da Niccolò Niccoli.
4. ▶*1392 – BAV, Vat. lat. 3134, ff. 47r–52r: Petrarca, Itinerarium e Familiares,XII, 6, e Pietro di Blois. Di mano di Ramo Ramedelli (sottoscrizione al f. 52r: ‘Scripta per Ramum de Ramedellis in curia magnifici domini domini [spazio bianco] Mantue, dum esset massarius Camere eiusdem 1392’): in questa sezione, littera textualis semplificata, di piccolo modulo, con costante uso di & per la congiunzione; altrove scrittura più decisamente ‘all’antica’, talora con forte componente corsiva. La miscellanea, interamente di mano del Ramedelli, è il risultato di un lavoro durato almeno fino alla metà degli anni Venti del Quattrocento: si veda V. Sanzotta, ‘Sulla Pandetta di Ramo Ramedelli (Vat. Lat. 3134). Testi e florilegi a Mantova tra Medioevo e Umanesimo’, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, 19, Studi e testi, 474, 2012, pp. 475–99. Si veda anche APP. n. 10. 5. ▶[ante 1397] – Riccardiana, 264: Lattanzio, Divinae institutiones. Di mano di Niccolò Niccoli: si veda De Robertis, ‘Nuovi autografi’ (nota 6 supra), pp. 111–17, tavv. 5–6. Ad oggi l’autografo più antico di Niccoli e anche il suo primo tentativo di scrivere ‘all’antica’: nei primi ff., scrittura di base corsiva con caratteristiche decisamente ‘gotiche’, che si trasforma in littera antiqua grazie al progressivo inserimento della legatura &, di s minuscola in fine di parola, di d minuscola e dei dittonghi in forma di e caudata (ę). Cart., non decorato; marginalia in greco di Traversari con trad. interlineare dettata a Niccoli; note più tarde nella tipica corsiva di Niccoli.
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6. ▶*[ante 1397] – BML, Pluteo 48.21: Cicerone, Orationes (Fig. 9). Copiato dal ‘Copista del 1397’, cioè dalla stessa mano del MS BAV, Pal. lat. 903 (APP. n. 9; si veda anche APP. n. 7). Littera textualis, con uso, nei fogli iniziali, di & e s minuscola in fine di parola; decorazione ‘gotica’.
7. ▶[ante 1397] – BML, Pluteo 76.2: Cicerone, De finibus (Figg. 10 e 11).Copiato da tre mani: ‘Copista del 1397’ (ff. 1r–12v) (si vedano APP. nn. 6 e 9), in littera antiqua sperimentale: si alternano s maiuscola e minuscola in fine di parola, convivono d minuscola e onciale, è presente la legatura &; mani B (ff. 12v–5v, riga 27) e C (ff. 15v–60r), in littera antiqua quasi del tutto coerente (ma con persistenza, in B, di d onciale), con variazioni di modulo e problemi di allineamento, tipici della fase più arcaica. La mano C è molto vicina a quella del ‘copista del Corbinelli’ (si vedano APP. nn. 47, 48, 49, 54 e 55).
Iniziale a bianchi girari con le campiture solo parzialmente colorate al f. 1r; disegno preparatorio di iniziale ai ff. 11r e 28v. A giudicare dalla scrittura della mano A, il manoscritto sembrerebbe di poco anteriore al MS BAV, Pal. lat. 903 (APP. n. 9).
8. ▶*1397 agosto – BBU, 2340: Lucano, Pharsalia. Copiato da Matteo di Giovanni Totti da Imola: al f. 117v: ‘Scriptus et completus per Matheum filium Iohannis olim Cechi ser Totti de Imola M°CCC°LXXXXVII°, indictione Va tempore pontificatus sanctissimi Bonifatii papae noni, die sexta mensis augusti.’ Littera textualis, con uso (irregolare) di & e ę per il dittongo: la scrittura denuncia qualche contatto con l’ambiente di Salutati: si veda T. De Robertis, ‘Salutati tra scrittura gotica e littera antiqua’, in Coluccio Salutati e l’invenzione dell’Umanesimo, Atti del Convegno internazionale, Firenze, 29–31 ottobre 2008, a cura di C. Bianca, Roma, 2010, pp. 369–99 (380). Si vedano anche APP. nn. 15, 16 e 24.
9. ▶1397 ottobre – BAV, Pal. lat. 903: Valerio Massimo, Facta et dicta memorabilia. Si veda G. Billanovich, ‘Alle origini della scrittura umanistica: Padova 1261 e Firenze 1397’, in Miscellanea Augusto Campana, 2 voll., Padova, 1981, I, pp. 125–40 (128–40, tavv. II–V). Al f. 150v: ‘Scriptus Florentie anno Domini M°CCC°nonagesimo septimo, die decima septima octobris’. In littera antiqua, con decorazione a bianchi girari, coeva secondo A. de la Mare. Poggio per Billanovich (senza escludere del tutto Niccoli o Salutati); forse Salutati per A. C. de la Mare, ‘Vespasiano da Bisticci as Producer of Classical Manuscripts in Fifteenth-Century Florence’, in Medieval Manuscripts of Latin Classics: Production and Use, a cura di C. A Chavannes-Mazel e M. M. Smith, Los Altos Hills, CA, e Londra, 1996, pp. 167–207 (168); in realtà di mano dell’anonimo copista di APP. nn. 6 e 7.24
10. ▶*1398 – BML, Ashb. 1014: Petrarca, Africa. Al f. 112v: ‘per Ramum Ramedellum aule inclite domine Margarite de Malatestis pincernam et scribam MCCCLXXXXVIII’. Littera textualis di piccolo modulo, di ispirazione petrarchesca, con uso della legatura & e, in alcuni punti, alta concentrazione di d minuscola: si vedano De Robertis, ‘Salutati’ (APP. n. 8 supra), p. 381, e descrizione in Codici latini del Petrarca nelle biblioteche fiorentine, Catalogo della mostra, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 19 maggio-30 giugno 1991, a cura di M. Feo, Firenze, 1991, pp. 41–4; una foto in Petrarca nel tempo. Tradizione lettori e immagini delle opere,Catalogo della mostra, Arezzo, 22 novembre 2003–27 gennaio 2004, a cura di M. Feo, Pontedera, 2003, p. 262. 11. ▶*[1391–1400] – BML, Ashb. 1049: Rhetorica ad Herennium e Cicerone, De inventione. Già attribuito a Salutati in G. Savino, ‘Un altro libro della biblioteca del Sozomeno’, in Studi in onore di Arnaldo d’Addario, a cura di L. Borgia et al., 4 voll., Lecce, 1995, II, pp. 481–93, in realtà copiato da Iacopo Angeli da Scarperia, con sua nota di possesso ai ff. 42r e 87r: si veda Zamponi in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 332–4. In littera textualis con e caudata (ę) per il dittongo, ma al f. 42v il Testamentum Porcelli (aggiunto in una fase diversa) costituisce un esperimento di littera antiqua, con uso regolare di s minuscola in fine di parola e di maiuscole di ispirazione capitale: si vedano anche APP nn. 12, 21 e 23.
24 Per altri MSS della stessa mano, si veda p. 62.
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12. ▶[1391–1400] – BNCF, Magl. XXIX 199, ff. 90v–91r: inserto ‘Epulati fuerunt’. Già attribuito a Salutati in de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 40 n. 2, in realtà Iacopo Angeli da Scarperia: si vedano De Robertis e Gentile in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 308–12, e S. Zamponi, ‘Iacopo Angeli copista per Salutati’, in Coluccio Salutati, a cura di C. Bianca (APP. n. 8), pp. 401–20 (407). Esperimento di littera antiqua con uso ampio di s minuscola in fine di parola e di maiuscole di ispirazione capitale.
13. ▶[1393–1400] – Riccardiana, 2317, f. IIIr-v: Cicerone, Familiares,II, 6, 1–5 e 7, 1–3 (Fig. 8). Si veda M. Cursi, ‘Boccaccio: autografie vere o presunte. Novità su tradizione e trasmissione delle sue opere’, Studj romanzi, n.s. 3, 2007, pp. 135–63 (150, 160–1). Precoce esperimento di littera antiqua: le varianti ‘antiche’ (s minuscola in fine di parola, d minuscola e legatura &) si innestano in un tessuto grafico ancora profondamente ‘gotico’. Lo scriba (diverso, ma non troppo distante dal ‘Copista del 1397’) promuove a testo le correzioni apportate da Salutati nel codice delle Familiares nel manoscritto che Pasquino Capelli gli aveva inviato nel settembre 1392, ora MS BML, Pluteo 49.7. 14. ▶1400 (?) – BL, Burney 208: Valerio Massimo, Facta et dicta memorabilia. Al f. 94r: ‘Explicit liber Valerii Maximi de memoralibus dictis et factis Romanorum &c. anno Domi[ni] MO CCCCO XXIX mensis aprilis etcetera’; la data è interpretta come 1400, 29 aprile da A. G. Watson, Catalogue of Dated and Datable Manuscripts c. 700–1600 in the Department of Manuscripts, The British Library, Londra, 1979, n. 503, tav. 303. Considerata l’origine lombarda del manoscritto, mi sembra più probabile che la data o sia desunta dall’antigrafo o vada letta come 1429, aprile. Littera antiqua e decorazione a bianchi girari. (immagini digitali all’indirizzo http://bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts)
15. ▶*[1400 c.] – BAV, Vat. lat. 1645: Seneca, Tragoediae. Copista (testo e commento) forse da identificare con Matteo di Giovanni Totti da Imola:25 si vedano alcune immagini in Vedere i classici. L’illustrazione libraria dei testi antichi dall’età romana al tardo medioevo, Catalogo della mostra, Roma, Musei Vaticani, 9 ottobre–19 aprile 1979, a cura di M. Buonocore, Roma e Milano, 1996, pp. 311–13. Littera textualis semplificata con elementi ‘all’antica’: irregolare presenza di &; r discendente sotto il rigo (com’è tipico della tradizione settentrionale, specie veneta, dell’antiqua), dittongo espresso con e caudata (ę).Stessa mano di APP. nn. 16 e 24.
16. ▶*[1400 c.] – BML, Pluteo 37.5: Seneca, Tragoediae. Si veda De Robertis, ‘Salutati’ (APP. n. 8 supra), p. 380. Copista (testo e commento) probabilmente da identificare con Matteo di Giovanni Totti da Imola; littera textualis semplificata con elementi ‘all’antica’, come nel MS BAV, Vat. lat. 1645: si veda APP. n. 15.
17. ▶[1400 c.] – BML, Pluteo 41.10: Petrarca, Rerum vulgarium fragmenta. Già attribuito a Poggio da de la Mare, allo ‘scrittoio’ di Petrarca da Signorini, e infine a Niccoli da Zamponi: si vedano de la Mare, ‘Cosimo and His Books’ (nota 3 supra), p. 150; M. Signorini, ‘Fortuna del modello-libro Canzoniere’, Critica del testo, 6.1, 2003, pp. 133–54; Zamponi in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 304–5. Littera textualis con elementi ‘all’antica’: legatura &, capitali a inizio del verso e g talvolta in due sezioni chiaramente distinte. L’affinità con la scrittura di Niccoli è fortissima così come sono solidissime le ragioni culturali che fanno ricondurre a lui tale esperimento. Tuttavia potrebbe essere utile indagare se la mano non possa essere quella del fratello di Niccoli, Giovanni di Bartolomeo che nel 1397 copia un Vecchio Testamento in volgare, ora MS CUL, Additional 6685: si veda P. R. Robinson, Catalogue of Dated and Datable Manuscripts c. 737–1600 in Cambridge Libraries, Cambridge, 1988,pp.45–6, tav. 179.
18. ▶[1400 c.] – BML, Pluteo 64.9: Sallustio, Bellum Catilinae, Bellum Iugurthinum; Svetonio, Vitae XII Caesarum. Due mani: mano A (ff. 1r–77v, riga 6), in littera textualis di piccolo modulo, dall’andamento decisamente quadrilineare, come di copista che ha visto qualche esperimento di littera
25 Ringrazio S. Scipioni del suggerimento.
TERESA DE ROBERTIS
antiqua, con qualche rara attestazione di s minuscola a fine parola a partire del f. 37r; mano B (ff. 77v –123v), in littera textualis con uso di & legatura: una mano molto vicina a quella di alcuni copisti del Salutati, come i copisti 1, 2 e 6, per i quali si veda Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 348–9; il greco medievale a testo è corretto da mano crisolorina.
19. ▶[1400 c.] – BML, Pluteo 76.26: Cicerone, De amicitia, De senectute, Paradoxa (Fig. 7). Un’unica mano in littera textualis di piccolo modulo e semplificata, come nella tradizione colta della seconda metà del XIV sec.; dal f. 2r la lettera s in fine di parola è quasi sistematicamente minuscola; alta concentrazione di d minuscola in alcuni fogli. Nella sezione dei Paradoxa (ff. 26r–31r), la mano è più decisamente ‘all’antica’: manca solo & e ricorre qualche tentativo di g umanistica, ad es. al f. 30r; anche le maiuscole sono di derivazione capitale; da valutare se non possa trattarsi dello stesso copista del MS Riccardiana, 514 (APP. n. 58). Greco inserito da mano crisolorina; note marginali in littera antiqua, probabilmente di Niccoli.
20. ▶[1400 c.] – BML, Pluteo 19 sin. 6: Eusebio-Girolamo, Chronicon. Già attribuito a Salutati da de la Mare, in realtà di mano di Iacopo Angeli da Scarperia: si vedano de la Mare, ‘A Palaeographer’s Odyssey’ (nota 3 supra), p. 107; Zamponi, ‘Iacopo Angeli’ (APP. n. 12 supra), p. 408. Littera textualis semplificata con elementi ‘all’antica’: s minuscola in fine di parola, dittonghi espressi con e caudata (ę), maiuscole di ispirazione capitale.
21. ▶[1400 c.] – BML, Pluteo 25 sin. 9: ps. Aristea, Epistola de LXX interpretibus, trad. latina attribuita a Leonardo Bruni o a Iacopo Angeli. Di mano di Iacopo Angeli da Scarperia: si veda Zamponi, ‘Iacopo Angeli’ (APP. n. 12 supra), p. 413. In littera textualis con elementi ‘all’antica’, soprattutto g in due sezioni distinte, ę per i dittonghi e qualche s minuscola a fine parola.
22. ▶*[1400 c.] – BnF, Lat. 5840: Valerio Massimo, Facta et dicta memorabilia. Mano lombarda, in littera textualis con uso di & per la congiunzione e talora di r discendente sotto il rigo. Decorazione gotica di più mani, una delle quali riconoscibile come quella del miniatore del MS BnF, Lat. 8028, datato 1403, Pavia: si veda F. Avril e M.Th. Gousset, Manuscrits enluminés d’origine italienne, III, XIVe siècle, t. 1: Lombardie – Ligurie, Parigi, 2005, pp. 112–13, tavv.XXI e 186–8. Stemma del vescovo Giovanni Capogallo.
23. ▶[1400 c.] – BnF, Lat. 7942: Virgilio, Opera. Già attribuito a Salutati da de la Mare, in realtà di mano di Iacopo Angeli da Scarperia: si vedano de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 90; Zamponi in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 232–3. In littera antiqua.
24. ▶*[1400 c.] – Corsiniana 35.F.17 (Cors. 1717): Boccaccio, De casibus virorum illustrium
Copista da identificare in Matteo di Giovanni Totti da Imola. Littera textualis semplificata con uso della legatura &: per breve descrizione e riproduzione si veda Il trionfo sul tempo. Manoscritti illustrati dell’Accademia Nazionale dei Lincei, a cura di A. Cadei, Modena, 2003, p. 139.
25. ▶[1400 c.] – Vallicelliana, C.54, ff. 148r–151v: Cicerone, Somnium Scipionis. Copista ignoto, ma attivo nell’orbita di Niccoli. Il codice è copia fotografica, fin nei minimi dettagli, del MS BML, S. Marco 287 (sec. XII, in littera antiqua) appartenuto a Niccoli: si veda Caldini Montanari, ‘Un codice protoumanistico’ (nota 23 supra).
26. ▶ *1402, Bologna – BAV, Arch. di S. Pietro, H.15: Stazio, Thebais. Di mano di Giovanni Berto da Cividale che si sottoscrive, con un pasticcio nella data, al f. 168r: ‘Anno Domini Millesimo CCC quadrigricesimo [sic] secundo, octobris luce undecima Thebaydos peractus est liber per me Iohannem Bertum de Foroiulii tunc temporis Bononie studentem’: si veda Vedere i classici (APP. n. 15 supra), pp. 349–53, per breve descrizione e riproduzione. Littera textualis semplificata e di grande eleganza, con elementi ‘all’antica’: & legatura e g di tipo umanistico. Dello stesso copista APP. nn. 45 e 67.26
26 Un quarto manoscritto è indicato alla nota 21. Sulla data si veda De Robertis, ‘Salutati’ (App. n. 8), p. 380.
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
27. ▶[1400–1403] – BAV, Barb. lat. 65: Orazio, Carmina, Epodes, Carmen saeculare, Epistulae (sec. XII). Un fascicolo (ff. 86r–92v) integrato da Poggio Bracciolini in littera antiqua molto precoce. Si veda M. Cursi, ‘Un’arspoetica di mano di Poggio Bracciolini (Barb. lat. 65)’, in Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Vaticanae, 19, Studi e testi, 474, 2012, pp. 205–27.
28.[1400–1403 e1408 dicembre-1409 gennaio] – BML, Pluteo 67.15: Eusebio-Girolamo, Chronicon. Attribuito interamente a Poggio da Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 30–1. A. de la Mare ha riconosciuto la mano di Niccoli ai ff. 6v–8v e anticipato la data dei ff. 1r–6r: si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 57 n. 12 (XIIc) e 77 n. 7, tav. XVIa. Sottoscritto da Poggio al f. 76v in lettere capitali; iniziale a bianchi girari di mano più tarda.
29.[1400–1403] – BML, Fiesolani 12 e 13: Agostino, De civitate Dei (sec. XII). Integrazioni in littera antiqua di mano di Niccolò Niccoli; anteriormente attribuite a Poggio da Ullman: si vedano Ullman, Origin (nota 3 supra), p. 48, e de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 57 n. 13.
30.[1400–1403] – BML, S. Marco 230: Plauto, Comoediae. Di mano di Poggio Bracciolini (per Niccoli): si veda Ullman, ‘More Humanistic Manuscripts’ (nota 3 supra),p. 47. In littera antiqua; decorazione e titoli non eseguiti.
31.[1400–1403] – BML, S. Marco 262: Cicerone, De oratore. Di mano di Poggio (per Niccoli): si veda Ullman, ‘More Humanistic Manuscripts’ (nota 3 supra),p. 47. In littera antiqua; decorazione e titoli non eseguiti.
32. ▶[1400–1403] – BML, S. Marco 612: Origene, Peri archon. Di mano di Niccolò Niccoli: si veda T. De Robertis, ‘Un libro di Niccoli e tre di Poggio’, in Studi in onore di Arnaldo d’Addario, a cura di L. Borgia et al., 4 voll., Lecce,1995, II, pp. 494–513 (497–503). In littera antiqua; titoli e decorazione non eseguiti.
33.[1400–1403] – BML, S. Marco 635: Agostino, Contra Iulianum. Di mano di Poggio (per Niccoli): si veda de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 94. In littera antiqua; decorazione e titoli non eseguiti.
34.[1400–1403] – BML, S. Marco 643: Agostino, De libero arbitrio, [Pseudo]-Agostino, De immortalitate animae, De vera religione. Di mano di Poggio (per Niccoli): si veda Ullman, ‘More Humanistic Manuscripts’ (nota 3 supra),p. 47 In littera antiqua; decorazione e titoli non eseguiti.
35.[1400–1403] – BML, S. Marco 649: Agostino, De musica. Di mano di Niccoli: si veda de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp. 95–6. In littera antiqua; cartaceo; decorazione e titoli on eseguiti.
36.[1400–1403] – BML, S. Marco 665: Agostino, Contra Academicos, De ordine, [Pseudo]Agostino, De unitate Trinitatis. Di mano di Poggio (per Niccoli): si veda Ullman, ‘More Humanistic Manuscripts’ (nota 3 supra),p. 47. In littera antiqua; decorazione e titoli non eseguiti.
37. ▶[1400–1403] – BML, S. Marco 690 (scriptio inferior): Properzio, Elegiae: si veda J. L. Butrica, The Manuscript Tradition of Propertius, Toronto, 1984, p. 226. Di mano di Poggio (per Niccoli) in littera antiqua; decorazione e titoli non eseguiti.
38. ▶[1400–1403] – Holkham Hall, 303: Virgilio, Opera, sec. XI. Poggio integra un fascicolo mancante (ff. 121r–128v) in littera antiqua (comunicazione di A. C. de la Mare a un seminario tenutosi a San Gimignano nel 2000).
39. ▶[1400–1403] – Bodleian, Canon. Ital. 131: Agostino, De civitate Dei. Di mano di Niccoli: si veda de la Mare, ‘A Palaeographer’s Odyssey’ (nota 3 supra), pp. 100, 102 e 107. In littera antiqua. Foglio di guardia inserito di un codice contenente il volgarizzamento di Vivaldo Belcalzer del De proprietatibus rerum di Bartolomeo Anglico.
40.[1400–1403] – BnF, Lat. 6798: Plinio, Naturalis historia, sec. XII. Bifolio (ff.110bisr -terv) integrato da Niccoli in littera antiqua: si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 58 n. 14.
TERESA DE ROBERTIS
41.[1400–1403] – Marciana, Lat. XII, 80 [=4167]: Catullo, Carmina. Littera antiqua sperimentale, con forti variazioni di modulo, inclinazione e spessore dei tratti; iniziale a bianchi girari. Già attribuito a Poggio da de la Mare: si vedano de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 79 n. 17; A. C. de la Mare e D. F. S. Thomson, ‘Poggio’s Earliest Manuscript?’ (nota 3 supra). Successivamente de la Mare ha espresso dubbi sull’identificazione.
42.[1403 c. e ante 1408] – SBB-PK, Hamilton 125: Cesare, De bello gallico, De bello civili. Di mano di Poggio: si vedano Ullman, ‘More Humanistic Manuscripts’ (nota 3 supra),p. 47; de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 75 n. 1. Littera antiqua; iniziali a bianchi girari del primo periodo.
43. ▶[ante 1404] – Riccardiana, 549: Boezio, De consolatione philosophiae (Fig. 1). Si vedano Binnebeke (nota 12 supra), p. 218, da note di A. C. de la Mare; De Robertis, ‘Percorsi’ (nota 12 supra), pp. 119–28. Copiato da Luigi di ser Michele Guidi (nota di possesso al f. 56r: ‘Hic liber est Luigi ser Michaelis’) che inizia il lavoro in littera textualis trasformandola poco alla volta in littera antiqua. Si vedano anche APP. nn. 44, 46, 47, 72 e 73.
44. ▶[ante 1404] – BML, Pluteo 37.2: Seneca, Tragoediae (Tav. 1). Si veda de la Mare, ‘Cosimo and His Books’ (nota 3 supra), p. 149. Copiato da Luigi di ser Michele in littera antiqua; iniziali a bianchi girari, titoli e capitali a inizio di verso.
45. ▶ *1404, Bologna – BML, Pluteo 91 inf. 10: Stazio, Thebais e Achilleis.Copiato da Giovanni Berto da Cividale (f. 149v ‘Surculi Stacii Papinii Tholosani poete clarissimi Thebaidos liber per me Iohannem Bertum de Foroiulii scripture finem assumpsit, millesimo quadringetessimo quarto anno Domini fluente, mensis augusti luce decimanona, dum Bononie in domo spectabilium militum domini Melchionis et Bartholomei de Mazolis de Bononia permanerem’). Littera textualis semplificata, di grande eleganza con abbellimenti cancellereschi e con elementi ‘all’antica’ (& legatura, g di tipo umanistico, r discendente sotto il rigo). Cart.; disegni preparatorî per la decorazione, di tipo gotico. Descritto in M. Buonocore, ‘Iohannes Bertus e la Tebaide di Stazio’, Aevum, 71, 1997, pp. 417–22. Si vedano anche APP. nn. 26 e 67.
46. ▶1404 – BML, Pluteo 34.33: Giovenale e Persio, Saturae. Si veda de la Mare, ‘Cosimo and His Books’ (nota 3 supra), p. 149. Copiato da Luigi di ser Michele in littera antiqua; iniziali a bianchi girari e capitali a inizio verso; datato (ma non firmato) al f. 75r
47. ▶[1404 c.] – BML, Conv. Soppr. 119: Seneca, Tragoediae. Si veda Binnebeke (nota 12 supra), p. 218, da note di A. C. de la Mare; De Robertis, ‘Percorsi’ (nota 12 supra), p. 117. Copiato da Luigi di ser Michele Guidi in littera antiqua; iniziali a bianchi girari (di cui un esempio in Seneca: una vicenda testuale. Mostra di manoscritti ed edizioni, Catalogo della mostra, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 2 aprile-2 luglio 2004, a cura di T. De Robertis e G. Resta, Firenze, 2004, p. 109), titoli e iniziali di verso in lettere capitali.
48.[1404–5] – BML, Pluteo 51.4: Varrone, De re rustica. Si veda de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp. 97–8 e tav. 4. ‘Copista del Corbinelli’ (o Corbinelli?) in littera antiqua da principiante; cart., privo di decorazione, con titoli in capitali rudimentali (ad es. ff. 23r e 40v).
49. ▶[ante 1405 e] 1405 – BML, Pluteo 20 sin. 11 (II sez., ff. 55–161): Giustino, Epitome historiarum Trogi Pompeii (Fig. 4). Due mani (ff. 55–64 e 65–161), datato alla fine ‘Pompei Trogi liber XLIIII feliciter explicit. Anno ab incarnatione Dei MCCCCV’. Prima mano: ‘copista del Corbinelli’ (o Corbinelli?), in littera antiqua in fase sperimentale (con progressiva degenerazione dal f. 59v); capitali rudimentali ai ff. 55r e 59r; al f. 55r iniziali rosse a imitazione di modelli del sec. XII. Seconda mano: scrittura semicorsiva e senza tratti ‘all’antica’, forse quella di un coadiutore del Salutati. In tutta la sezione marginalia di Tedaldo della Casa.
50.1405 – BML, Conv. soppr. 111: Sallustio, Bellum Catilinae, Bellum Iugurthinum e Giustino, Epitome historiarum Trogi Pompeii: si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), p. 81, tav. 40. Datato al f.199r: ‘Postrema tandem manu absolutus est kalendis iuniis anno ab incarnato verbo MCCCC quinto’.
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
Copista del Corbinelli (o Corbinelli?) in littera antiqua: sull’attribuzione si veda de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp. 97–8, tav. 3; iniziali a bianchi girari e zoomorfe; titoli in capitali rudimentali; correzioni marginali di Niccoli.
51. ▶[1405 dic.] – BML, Strozzi 96: Salutati, De verecundia.Tractatus ex epistola ad Lucilium prima: si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 20–27. Copiato da Poggio in littera antiqua con correzioni al testo di mano di Salutati; iniziali a bianchi girari e titoli in rosso in maiuscole miste. Sulla nuova data, che sposta in avanti la composizione dei trattati e la loro trascrizione (tradizionalmente 1402–3), si vedano le importanti argomentazioni di S. Fiaschi, ‘Scritti moderni in veste antica’, in Coluccio Salutati, De verecundia, Tractatus ex epistola ad Lucilium prima, a cura di T. De Robertis et al., Firenze, 2010, pp. 9–21.
52. ▶1406 – BAV, Ottob. lat. 2837: Virgilio, Opera.Littera textualis semplificata con uso di s minuscola in fine di parola; decorazione di tipo gotico nello stile del monastero fiorentino degli Angeli. Il copista ‘Antonius’ si sottoscrive al f. 165v: una riproduzione parziale in I codici latini datati della Biblioteca Apostolica Vaticana nei fondi Archivio S. Pietro, Barberini, Boncompagni, Borghese, Borgia, Capponi, Chigi, Ferrajoli, Ottoboni, sotto la direzione di J. Ruysschaert, a cura di A. Marucchi, con la collaborazione di A. C. de la Mare, Città del Vaticano, 1997, I, tav. XXIII.
53. ▶1406–BAV,Pal.gr.116:Aristofane, Commedie.DimanodiGuarinoVeronese:sivedanoE. Barile, ‘Michele Salvatico a Venezia copista e notaio dei Capi di sestiere’, in L’umanesimo librario tra VeneziaeNapoli.ContributisuMicheleSalvaticoesuAndreaContrario,Venezia,1993,pp.53–103(87); T.DeRobertis,‘MotiviclassicinellascritturadelprimoQuattrocento’,in L’ideale classico a Ferrara e in Italia nel Rinascimento, a cura di P. Castelli, Firenze, 1998, pp. 65–79 (65–71), tav. 1. In littera antiqua concapitaliemaiuscole‘allagreca’.Ricordodatatodell’acquistodelcodiceeffettuatoaCostantinopoli.
54.1406–BBU,471:Cicerone,Tusculanae,Denaturadeorum,Dedivinatione.Spinad’Azzolino Spini: si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 81–2 Al f. 150r: ‘Anno Domini MCCCC°VI°de mense iunii. Manu mei Spine Azzolini’. In littera antiqua sperimentale; iniziali a bianchi girari e titoli in maiuscole miste. Sul copista si veda de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp.100–101.
55.1406 – BML, Conv. soppr. 131: Cicerone, De finibus e Academicus primus. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), p. 81; precisazioni in de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp. 96–7. ‘Copista del Corbinelli (o Corbinelli?) in littera antiqua; iniziali a bianchi girari (primo periodo) e zoomorfe; titoli in capitali non del tutto coerenti.
56. ▶[1406 c.] – BML, Pluteo 49.15: Cicerone, Familiares (Fig. 3). ‘Copista del Corbinelli’ (o Corbinelli?) in littera antiqua con forti oscillazioni; iniziali a bianchi girari del primo periodo; titoli in capitali non del tutto coerenti. Di mano diversa ma coeva l’ultimo fascicolo (ff. 201r metà-209r). Anche nell’ultimo fascicolo, greco di mano di Guarino con sua traduzione interlineare: si veda Rollo (nota 11 supra), p. 86.
57. ▶[1406 c.] – BML, Pluteo 76.4: Cicerone, De finibus e Academicus primus (Fig.5). In littera antiquaconinizialiabianchigiraridelprimoperiodo;titoliincapitalinonancoracoerenti.Gemellodel MS BML, Conv. soppr. 131 (APP. n. 55). La sottoscrizione al f. 102r (‘Absolvit Stephanus Bonitius Omnibono Schole’) è aggiunta da mano diversa posteriore, alla quale si deve la maggior parte delle annotazioni.
58. ▶[1403–6 c.] – Riccardiana, 514: Basilio, Ad iuvenes, trad. di L. Bruni, e Cicerone, Tusculanae (Fig. 6). Si veda De Robertis in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 89–90. Littera antiqua e iniziali a bianchi girari del primo periodo; interventi marginali e nei titoli di Guglielmino Tanagli. Si è avanzata l’ipotesi che il codice possa essere stato allestito da Leonardo Bruni come copia di dedica per Salutati.
59.[1400–1406 c.] – BML, S. Marco 284: Plinio, Epistulae, sec. XI. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 16–18. Al f. 77r–v integrazione imitativa di mano di Salutati: ad oggi risulta l’unico esperimento ‘all’antica’ del vecchio cancelliere.
TERESA DE ROBERTIS
60. ▶[post 1406] – BAV, Vat. lat. 2056: Tolomeo, Almagestum, sec. XIII in. Si veda De Robertis in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 272–4 Capillare restauro imitativo di Niccoli, in littera antiqua, nel margine superiore di quasi tutti i fogli, danneggiati dall’umidità. Il codice proviene dalla biblioteca di Salutati.
61. ▶[post 1406] – BNCF, Magl. VII 1183, f. 28: L. Bruni, Iacopo Angeli, Tommaso Siculo, Carmina pro domino Coluccio. Si veda L. Boschetto e T. De Robertis in Coluccio Salutati (nota 10 supra), pp. 101–2. Di mano di Bonifacio di Coluccio Salutati, in littera antiqua, poco dopo la morte del padre.
62. ▶[post 1406] – BML, Pluteo 78.11, f. 61r–v: breve trattato filosofico aggiunto al termine di Salutati, De nobilitate legum et medicine (il manoscritto è la copia personale del Salutati) (Fig. 2). Secondo il parere di A. C. de la Mare (comunicato durante un seminario tenutosi a San Gimignano nel 2000) l’aggiunta, in littera antiqua, è di Niccoli. In tal caso l’intervento dovrebbe essere posteriore alla morte di Salutati, quando molti suoi manoscritti finirono nelle mani di Niccoli.
63.[1403–8] – BML, Pluteo 48.34: Cicerone, Philippicae. Si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 76 n. 5. Poggio in littera antiqua; iniziali a bianchi girari del primo periodo; titoli assenti.
64.[1403–8] – BML, Pluteo 76.1, ff. 1r–123r: Cicerone, De finibus, Tusculanae disputationes, De senectute, De amicitia, Paradoxa. Si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 77 n. 8. Poggio in littera antiqua (ff. 1r–123r, poi interviene Giovanni del Ciriagio); iniziali a bianchi girari aggiunte in un secondo tempo, così come i titoli.
65.1408 – SBB-PK, Hamilton 166: Cicerone, Epistolae ad Atticum. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 27–30, tav. 15. Poggio in littera antiqua (‘Scripsit Poggius anno Domini MCCCCVIII, a mundi vero creatione VI mil. et DCVII’).
66. ▶[ante 1409] – Marciana, Z. lat. 469 [=1856], ff. 63r–95r: Apuleio, Apologia. Di mano dell’umanista e cancelliere Antonio da Romagno († 1409): si veda E. Barile, Littera antiqua (nota 3 supra), pp. 62–4, tav. 12. Littera antiqua non ancora completamente affrancata dalla tradizione ‘gotica’.
67. ▶1409 – Bodleian, Laud. Lat. 70: Seneca, Epistolae ad Lucilium. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), p. 82, tav. 42. In littera antiqua non ancora completamente affrancata dalla tradizione ‘gotica’ e con tratti corsivi; de la Mare in ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 101, considerava dubbia la data. Se però la mano, come mi sembra, è quella di Giovanni Berto da Cividale (vedi APP. nn. 26 e 45, datati 1402 e 1404), la data non costituisce più un problema.
68. ▶[ante 1410] – BML, Pluteo 48.27: Cicerone, In Verrem. In littera antiqua del primo periodo, attribuita da A. C. de la Mare prima a Poggio (1403–8 circa) in ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp. 94–5, poi ad altra mano molto vicina in ‘Cosimo and His Books’ (nota 3 supra), p. 141, la stessa di APP. n. 69;27 iniziali a bianchi girari coeve; titoli in lettere capitali.
69. ▶[ante 1410] – BML, Pluteo 67.11: Eusebio-Girolamo, Chronicon. In littera antiquadel primo periodo, attribuita da A. C. de la Mare prima a Poggio (1403–8 circa) in ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), pp. 94–5, poi ad altra mano molto vicina in ‘Cosimo and his Books’ (nota 3 supra), p. 151, la stessa di APP. n. 68; iniziali a bianchi girari coeve; titoli assenti, ma nel testo lemmi in capitali.
70.▶[ante 1410] – St Gall, SB, 298: Eusebio-Girolamo, Chronicon. Già attribuito a Guglielmino Tanaglia da Ullman in Origin (nota 3 supra), pp. 82–3, tav. 43, in realtà di mano di Giovanni Aretino, in littera antiqua: si veda de la Mare, ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 105, tavv. 8 e 9. Di Tanagli solo la collazione e la nota finale in alfabeto misto capitale e minuscolo. Iniziali a bianchi girari di mano posteriore.
27 Allo stesso copista de la Mare attribuisce anche il MS BML, Pluteo 83.4, Cicerone, De natura deorum, De divinatione, De fato, 1417 circa.
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
71.1410 – BAV, Pal. lat. 1496: Cicerone, Familiares. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 91–2. Giovanni Aretino in littera antiqua; sottoscrizione e data al f. 161v
72. ▶1410 – BML, Pluteo 38.3: Stazio, Thebais. Si veda de la Mare, ‘Cosimo and His Books’ (nota 3 supra), p. 149. Datato al f. 150v: ‘die XVI novembris 1410 in carceribus civitatis Senarum’. Di mano di Luigi di ser Michele Guidi: si vedano Binnebeke (nota 12 supra), p. 218, da note di A. C. de la Mare; De Robertis, ‘Percorsi’ (nota 12 supra), pp.115–16 e tav. III. In littera antiqua con capitali a inizio verso; decorazione gotica.
73. ▶1410 – BL, Harley 2648: Giovenale e Persio, Saturae Littera antiqua e cornice a bianchi girari, di cui offre l’esempio più antico; datato al f. 77v ‘Deo gratias amen. 1410 augusti 23. Explicit liber Satyrarum Iuvenalis feliciter’. Già segnalato da Ullman in Origin (nota 3 supra), p. 82, e de la Mare in ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 104, con attribuzione a Roberto de’ Rossi. In realtà di mano di Luigi di ser Michele Guidi: si veda Binnebeke (nota 12 supra), p. 218, da note di A. C. de la Mare.
74.1410 – Forteguerriana, A.26: Giovenale, Saturae. Si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 104 n. 33, tav. XXa. Datato al f. 59r. Copiato da Sozomeno da Pistoia in littera antiqua; iniziali a bianchi girari e capitali a inizio verso.
75.[1410 c.] – BML, Pluteo 83.6: Cicerone, De natura deorum, De divinatione, De fato. Si veda de la Mare ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 103. Copiato da Giovanni Aretino in littera antiqua.
76.[1410 c.] – El Escorial, Real Biblioteca de San Lorenzo de El Escorial, N. III. 7: Platone, Gorgia, trad. di L. Bruni: si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 57 n. 11, tav. XIId, e ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 102, tav. 7. Copiato da Niccoli, Poggio e Giovanni Aretino in littera antiqua
77. ▶[1401–1410] – BML, Pluteo 89 inf. 25: Livio, Periochae. Copista anonimo in littera antiqua di mano ancora non completamente affrancata dalla tradizione gotica: persiste d onciale e non è usata la legatura &; maiuscole nel testo di forma capitale; spazi riservati per le iniziali.
78. ▶[1401–10] – BL, Harley 5291: Cicerone, De finibus e Academica. Copista anonimo in littera antiqua coerente, ma con i marcatori antichi, innestati in un tessuto ancora profondamente gotico; al f. 1r iniziale a bianchi girari e titolo in capitali piuttosto rudimentali. A. de la Mare ha riconosciuto annotazioni di mano di Poggio Bracciolini (si vedano descrizione e fotografia in http://bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts).
79. ▶[1401–10] – BnF, Ital. 551: Petrarca, Rerum vulgarium fragmenta. Si veda M.Cursi e C. Pulsoni, ‘La tradizione antica dei Rerum vulgarium fragmenta’, Medioevo e Rinascimento, 24, 2010, pp. 215–76 e tavv. Gemello del MS BML, Pluteo 41.10 (APP. n. 17), con il quale condivide la ripresa della mise en page dell’originale petrarchesco MS BAV, Vat. lat. 3195, e l’uso di accenti; littera antiqua con scorie gotiche, di mano forse non fiorentina; decorazione gotica.
80. ▶[1401–10] – Roma, Fondazione Caetani: Dante, Commedia. Si veda P. O. Kristeller, Marsilio Ficino e le glosse attribuite a lui nel Codice Caetani di Dante, Roma, 1981, pp. 63–4, che riporta il parere di A. C. de la Mare, secondo cui il manoscritto sarebbe un prodotto del circolo di Salutati, da datare alla fine del sec. XIV o all’inizio del XV. Littera antiqua della mano cui si deve il anche il MS BML, Pluteo 90 sup. 132, Dante, Commedia, databile tra agli anni ’15–’25.
81. ▶*1411 dic.-1412 febbr. – Bodleian, Canon. Class. Lat. 193: Sallustio, Opera. Copista ignoto, in littera textualis semplificata con uso di s minuscola in fine di parola e legatura &; decorazione gotica. Data al f. 37v: si veda A. G. Watson, Catalogue of Dated and Datable Manuscripts c. 435–1600 in Oxford libraries, Oxford, 1984, p. 32 e tav. 2669. Secondo O. Pächt e J. J. G. Alexander, Illuminated Manuscripts in the Bodleian Library Oxford, II: Italian School, Oxford, 1970, n. 378, la mano è la stessa del MS Bodleian, Canon. Class. Lat. 230: per entrambi è ipotizzata un’origine ferrarese.
82.1412 marzo – BBU, 2621: Catullo, Carmina. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), p. 83. Girolamo Donato in littera antiqua
TERESA DE ROBERTIS
83.1412 (o 1413) marzo – Forteguerriana, A.4, ff. 1r–2r e 62v–116v: Terenzio, Comoediae. Si veda de la Mare, Handwriting (nota 3 supra), p. 104 n. 25. Al f. 110v: ‘Florentię XVI imbris MCCCCXII°’. Sozomeno da Pistoia in littera antiqua.
84.1412 lugl. – Trivulziana, Trivulziano 661: Cicerone, De officiis. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), p. 83. Girolamo Donato in littera antiqua; iniziali a girari solo abbozzate.
85–7.1412–13 – BML, Plutei 63.4, 63.5 e 63.6: Livio, Ab urbe condita. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 92–3. Giovanni Aretino in littera antiqua.
88.1413 gennaio – Bodleian, Lat. class. d. 37: Cicerone, De oratore. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), pp. 82–3 e tav. 44. Datato al f. 34r: ‘Anno MCCCCXII°, ydibus ianuariis, Florentie’. Ignoto copista fiorentino in littera antiqua; iniziali a bianchi girari del primo periodo.
89.1413 – BML, Conv. Soppr. 71: Sofocle e Euripide, Comoediae. Si veda Ullman, Origin (nota 3 supra), p. 84. Al f. IIv epigramma di mano di Giovanni Aurispa, in littera antiqua
Il MS BML, Pluteo 36.23, Ovidio, Fasti e Catullo, Carmina, che de la Mare data ante 1406 in ‘Humanistic Script’ (nota 2 supra), p. 98, deve essere espunto dall’elenco dei più antichi codici in scrittura umanistica per ragioni legate alla biografia del copista Bartolomeo Nerucci. In una nota autografa al f. 1v del MS BML, Pluteo 78.20, il Nerucci dice di essere stato studente alla scuola di Mattia Lupi da San Gimignano nel 1419: si veda R. Black e G. Pomaro, La Consolazione della filosofia nel Medioevo e nel Rinascimento Italiano. Libri di scuola e glosse nei manoscritti fiorentini, Firenze, 2000, pp.115–17.
Devo aggiungere all’elenco tre codici sfuggiti alla ricognizione effettuata in occasione del convegno:
16 bis. ▶[1400 c.] – BML, Pluteo 78.16: Boezio, De consolatione philosophiae. Littera textualis semplificata con elementi ‘all’antica’: irregolare presenza di &; r discendente sotto il rigo (com’è tipico della tradizione settentrionale, specie veneta, dell’antiqua), dittongo espresso con e caudata (ę); maiuscole 'all'antica' soprattutto a inizio verso (ma si vedano anche alcune scritte epigrafiche ai ff. 4r, 6r ecc.). Firmato al f. 58v 'Matheus subscripsit', cioè Matteo di Giovanni Totti da Imola, copista di App. nn. 15, 16 e 24. Il MS ha in comune con App. 16 anche il miniatore.
77 bis. ▶[1401–410] – BL, Harley 2591, Cicerone, Epistulae ad familiares. Littera antiqua di anonimo copista settentrionale: si vedano descrizione e immagine digitale all’indirizzo http://bl.uk/catalogues/illuminatedmanuscripts.
77 ter. ▶[1401–1410] – BML, Pluteo 45.9: Servio, Expositio in Vergilium. In littera antiqua con iniziali a bianchi girari del primo periodo (la decorazione del f. 1r è integrata da mano della seconda metà del Quattrocento); titoli in capitali non ancora coerenti. Forse stessa mano del MS BML, Pluteo 76.4 (App. n. 57), ma in una fase un po’ più avanzata.
POSTILLA. Quando il lavoro era già in bozze, mi sono resa conto che la seconda mano del MS BML, Pluteo 64.9, ff. 77v–123v (App. n. 18), è quella del Copista del 1397 (si vedano pp. 62–3 e App. n. 6, 7, 9). Ciò consente di precisare la data del codice che, a mio parere, è stato copiato dopo i MSS Holkham Hall 371 e BML, Pluteo 19 sin. 1 (discussi a p. 62) e poco prima del MS BML, Pluteo 48.21 (App. n. 6). Propongo dunque per entrambi le mani del codice una datazione ante 1397.
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
DE ROBERTIS
2. Niccolò Niccoli (APP. n. 62). MS BML, Pluteo 78.11, f. 61v. (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
3. Copista del Corbinelli (APP. n. 56). MS BML, Pluteo 49.15, f. 1r. (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
Fig. 4. Copista del Corbinelli (APP. n. 49). MS BML, Pluteo 20 sin. 11, f. 55r.(Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
5. (APP. n. 57). MS BML, Pluteo 76.4, f. 1r. (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
Fig. 7. (APP. n. 19). MS BML, Pluteo 76.26, f. 24r. (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
Fig. 9. Copista del 1397 (APP. n. 13). MS BML, Pluteo 48.21, f. 1r. (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
ROBERTIS
Fig. 10. Copista del 1397 (APP. n. 7). MS BML, Pluteo 76.2, f. 1r. (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
I PRIMI ANNI DELLA SCRITTURA UMANISTICA
11. Mano C (APP. n. 7). MS BML, Pluteo 76.2, f. 58v (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)
1.
. Luigi di ser Michele
(APP. n. 44). MS BML, Plut. 37.2, f. 1r. (Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ vietata ogni ulteriore riproduzione con qualsiasi mezzo.)